TECNICHE E CRITERI ADOTTATI PER L'ESAME DI UN RAPPORTO DI ... 818/Ing Rossi Vittoria Corso 818-84...
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Corso di specializzazione in Prevenzione Incendi ai sensi della Legge 818/84
ESERCITAZIONE PRATICA
COLLEGIO DEI PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI DELLA PROVINCIA DI PARMA
Parma, 6 febbraio 2009
Comando Provinciale VVF di PiacenzaIng. Rossi Vittoria
PROGRAMMA
Resistenza al fuoco Applicazioni pratiche del DM 9 marzo 2007
Verifiche Resistenza al fuocoApplicabilità
del metodo sperimentale
Verifica degli elementi strutturali in c.a. con la UNI 9502
Domanda di sopralluogo per il rilascio del CPI
Esempi di attività soggette
ProcedureDocumentazione tecnica da allegare
Istanza di rilascio del CPIDPR n.37 del 12 gennaio 1998
–
Regolamento recante disciplina dei
procedimenti relativi alla prevenzione incendi.
DM 4 maggio 1998
-
Disposizioni relative alle modalità
di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio dei procedimenti di prevenzione incendi
Progetto (o progetti) approvato terminati i lavori il titolare è
tenuto a richiedere il CPI
Il CPI costituisce, ai fini della prevenzione incendi, nulla osta all’esercizio dell’attività.
Istanza di rilascio del CPI
Il Comando VVF ha 90
giorni di tempo, prorogabili di 45, per effettuare il sopralluogo, e 15
giorni dalla data di rilascio per
l’emissione del certificato.
Il sopralluogo accerta il rispetto del progetto approvato e dei requisiti minimi di prevenzione incendi.
NB: il CNVVF è
organo di controllo delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro
MOD-PIN 3-2004 Istanza di rilascio del CPI
Il sottoscritto (TITOLARE DELL’ATTIVITA’)
D I C H I A R Ache la documentazione tecnica comprende tutti gli elementi, materiali ed impianti, previsti nei progetti approvati dal Comando VV.F.
i cui dati sono
riportati nel frontespizio
Il sottoscritto (TITOLARE DELL’ATTIVITA’)
D I C H I A R Asotto la propria responsabilità
civile e penale
di essere a conoscenza e di impegnarsi ad osservare con la messa in esercizio dell’attività
:
gli obblighi di cui all’art. 5 del D.P.R. 12.1.1998 n. 37,
nonché
i divieti, le limitazioni e le prescrizioni delle specifiche disposizioni di prevenzione incendi e di sicurezza antincendio vigenti disciplinanti l’attività
medesima-
MOD-PIN 4-2004 Dichiarazione di inizio attività
Il titolare dichiara anche, sotto la sua responsabilità, che l’attività
di cui in
premessa, è
stata realizzata nel rispetto delle
prescrizioni vigenti in materia di sicurezza
antincendio.Tale conformità
è
comprovata
dalle dichiarazioni e certificazioni allegate alla
domanda di sopralluogo secondo quanto previsto dall’allegato II al D.M.
4/5/1998
MOD-PIN 5-2004 Rinnovo del CPI
MOD-PIN 6-2004 Dichiarazione di nulla è
mutato
(titolare dell’attività)
MOD-PIN 7-2004 Perizia Giurata(professionista 818)
Attestazione della perfetta funzionalità
ed efficienza degli
impianti di protezione attiva antincendi.
DOCUMENTAZIONE TECNICA DA ALLEGARE ALLA DOMANDA DI SOPRALLUOGO
L’ Allegato II del DM 4 maggio 1998 è il riferimento.
Va fornita la documentazione che prova la conformità delle opere alla normativa vigente e al progetto approvato per:
strutture finiture impianti attrezzature rilevanti ai fini della sicurezza antincendio.
1) Mod. CERT.REI
–
20082) Mod. DICH.PROD –
2008
3) Mod. DICH.IMP
–
20084) Mod. CERT.IMP -
2008
Le novità normative •
sulla resistenza al fuoco
•
sulla sicurezza degli impianti
(DM n. 37 del 22/01/2008)
La modulistica e’
stata recentemente (luglio 2008) aggiornata considerando:
La richiesta di snellimento e semplificazione manifestata con sempre maggiore frequenza dal mondo imprenditoriale e professionale.
Mod. DICH. IMP. –
2008
DICHIARAZIONE DI CORRETTA INSTALLAZIONE E FUNZIONAMENTO DELL’
IMPIANTO
non ricadente nel campo di applicazione del DM 22/01/2008, n. 37
E’
redatto dall’installatore dell’impianto
NB: per gli impianti rilevanti ai fini della sicurezza antincendio che ricadono nel campo di applicazione del Decreto n.37/2008
va
prodotta la DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’
ai sensi dell’art. 7
IMPIANTI RILEVANTI AI FINI DELLA SICUREZZA ANTINCENDIDM 4 maggio 1998 – allegato II punto 3.1 lettera a)
•
di produzione, di trasporto, di distribuzione e di utilizzazione dell'energia elettrica;
•
di protezione contro le scariche atmosferiche;•
di trasporto e utilizzazione di gas allo stato liquido e aeriforme;
•
di protezione antincendio:per l'estinzione degli incendi;per l'evacuazione del fumo e del calore;di rivelazione e segnalazione d'incendio.
•
impianti di utilizzazione, trasporto e distribuzione di fluidi infiammabili o combustibili non gassosi
non ricade nel Decreto 37/2008Es: impianto distributore, tubazioni di adduzione di benzina o gasolio
Mod. CERT. IMP. –
2008
CERTIFICAZIONE DI CORRETTA INSTALLAZIONE E FUNZIONAMENTO DELL’IMPIANTO
Per impianti esistenti, installati prima dell’entrata in vigore del decreto 37/2008 (27/03/2008), per i quali la dichiarazione di conformità
non è
stata redatta o non è
più
reperibile.
Deve essere sottoscritto da un professionista iscritto negli elenchi di cui alla
legge n.818/1984.
(si veda art. 7 comma 6 Decreto 37/2008)
Mod. DICH. PROD. –
2008
DICHIARAZIONE INERENTE I PRODOTTI IMPIEGATI AI FINI DELLA REAZIONE E
DELLA RESISTENZA AL FUOCO
Deve essere sottoscritto NECESSARIAMENTE da un professionista iscritto negli elenchi di
cui alla legge n.818/1984, non più
dagli installatori.
Il professionista dichiara che:1)
i prodotti impiegati in opera rispondono alle
prestazioni del progetto approvato.2)
sono state rispettate le informazioni –
procedure fornite dal produttore.3)
ha verificato la corretta posa.
Mod. CERT.REI
–
2008
CERTIFICAZIONE DI RESISTENZA AL FUOCO DI PRODOTTI / ELEMENTI COSTRUTTIVI IN OPERA(CON ESCLUSIONE DI PORTE ED ELEMENTI DI CHIUSURA)
La certificazione si basa sulle reali caratteristiche riscontrate in opera
(non è
più
necessario dichiarare la corrispondenza in opera)
Certificazione predisposta per Elementi Tipocontenimento numero elementi da
certificareè di fondamentale importanza
produrre tavole riepilogative
Sintetica relazione
sul tipo di valutazione condotta
MURATURE –
VERIFICA TABELLARE Allegato D del DM 29/03/2007
Tabella D.4.1 Murature di blocchi di laterizio non portantiTabella D.4.2 Murature di blocchi di cls normaleTabella D.4.3 Murature di blocchi di cls leggeroTabella D.4.4 Murature di blocchi di pietra squadrata
con la limitazione:altezza della parete fra i 2 solai ≤
4 metri
altrimenti occorre prevedere un elemento di irrigidimento intermedio
(tabelle dell’allegato D del DM 16.02.2007)
PILASTRI E PARETI IN CLS ARMATO –
VERIFICA TABELLARE
Allegato D del DM 29/03/2007Tabella D.6.2 Pilastri in cls armato Tabella D.6.3 Pareti portanti in cls armato
con la limitazione:Lunghezza effettiva del pilastro (da nodo a nodo)
≤
6,0 metri per i pilastri o le pareti di piani intermedi≤
4,5 metri per i pilastri o le pareti dell’ultimo piano
Nel modello DICH –
PROD occorre indicare:
1) gli estremi del rapporto di prova (se redatto in conformità
alla circolare n.91 del 14.09.1961)
2) gli estremi del rapporto di classificazione (se redatto in conformità
al DM 16.02.2007) e dell’eventuale fascicolo tecnico reso disponibile dal produttore.
Con questo metodo la valutazione dimostra l’applicabilità
del risultato di prova
all’elemento tipo in esame.
METODO SPERIMENTALE
Prodotti con requisiti
intrinseci di resistenza al fuoco (R, E, I)
Non necessitano di alcuna valutazione aggiuntiva se realizzati all’interno del campo di applicazione diretta del risultato di prova
Necessitano di valutazione esperta se realizzati nel campo di applicazione estesa del risultato di prova
Prodotti senza requisiti intrinseci
di resistenza al fuoco ma che contribuiscono
alla resistenza al fuoco di altri elementi costruttivi
Necessitano sempre di valutazioni esperte per verificare il rispetto di condizioni che ne garantiscano l’efficacia
PRODOTTI CHE CONTRIBUISCONO ALLA RESISTENZA AL FUOCO
PRODOTTI RESISTENTI AL FUOCO (R, E, I)
Metodo di valutazione dei requisiti R,E,I di un prodotto resistente al fuoco attraverso una o più
prove sperimentali condotte secondo rigorosi protocolli
presso laboratori autorizzati
Pertanto esistono PROTETTIVI
che contribuiscono alla Resistenza al fuoco:
Protettivi ADESIVI: intonaci, schiume, vernici intumescenti
Protettivi RIVESTIMENTO: pannelli, rivestimenti
Vengono certificati con un dato elemento strutturale, scelto dal committente in quanto non esiste la possibilità
di provare solo il
contributo offerto dal protettivo.
Costituiscono una barriera all’ingresso del flusso termico grazie a:•
bassissimi valori di conducibilità;
•
alti contenuti di umidità.
Fattori da considerare:
1) Coefficiente di massività
o fattore di sezione (S/V)2) Stato tensionale3) Vincoli 4) Materiale
Applicabilità
del risultato di prova all’elemento tipo in esame.
Coefficiente di massività
o Fattore di sezione
μ=S/AS=
perimetro esposto al fuoco della sezione trasversale
A=
area della sezione trasversale
La forma della sezione dell’elemento costruttivo è
fondamentale per le modalità di trasmissione del calore al
suo interno
APPLICABILITA’ DEL RISULTATO DI PROVA
Il fattore di sezione assume grande rilevanza per i profili di acciaio caratterizzati dall’avere molte superfici esposte e sezioni di area estremamente ridotta.
Al contrario gli elementi di c.a. hanno sezioni di area consistente con poca superficie esposta.
Un certificato emesso per un elemento costruttivo con un dato valore di μ
, (a parità
di altre condizioni) può essere usato per un elemento
costruttivo con un valore di μ
inferiore
Stato tensionale
Bisogna osservare se l’elemento in prova è una trave un pilastro o un tirante.
Essi sono caratterizzati da diversi stati tensionali
e hanno diverse riserve di
energia plastica.
APPLICABILITA’ DEL RISULTATO DI PROVA
Un certificato emesso per una trave non può essere usato per un
pilastro o per un tirante, qualunque siano le altre
condizioni di prova.
VincoliLo schema statico
adottato per gli elementi in prova è
molto gravoso:
1. Appoggio –
appoggio (per travi e solai)2. Incastro alla base (per i pilastri)
Bisogna fare attenzione: 1)
alle mensole
che possono subire enormi deformazioni se sottoposte
all’azione termica;2)
alle strutture realmente appoggiate
che a causa della grande
deformazione longitudinale possono uscire dagli appoggi e crollare rovinosamente.
APPLICABILITA’ DEL RISULTATO DI PROVA
Ogni vincolo di natura diversa, in linea di massima non potrà peggiorare questa condizione.
MaterialeUn certificato emesso per un elemento costruttivo realizzato con
un dato
materiale, a parità
di altre condizioni, può essere usato per un elemento costruttivo realizzato con un materiale di classe superiore
APPLICABILITA’ DEL RISULTATO DI PROVA
•
Resistenza caratteristica del calcestruzzo
•
Tipo di legno•
Classe acciaio
Calcestruzzo
Allegato C del DM 16 febbraio 2007 - Modalità di classificazione in base ai risultati di calcoli
NORME UNI
EUROCODICI (provvisoriamente per la sola verifica della resistenza al fuoco degli elementi costruttivi portanti)
(Testo unico costruzioni 14/01/2008)
EUROCODICI
EUROCODICE 1 (UNI EN 1991-1-2:2004) - Azioni sulle strutture -Parte 1-2: Azioni in generale - Azioni sulle strutture esposte al fuocoTRADOTTO IN ITALIANOEUROCODICE 2 (UNI EN 1992-1-2:2005) – Progetto delle strutture in calcestruzzoEUROCODICE 3 (UNI EN 1993-1-2:2005) – Progetto delle strutture in acciaioEUROCODICE 4 (UNI EN 1994-1-2:2005) : Progetto delle strutture composte in acciaio e calcestruzzoEUROCODICE 5 (UNI EN 1995-1-2:2005) : Progetto delle strutture in legno.
EUROCODICI
EUROCODICE 6 (UNI EN 1996-1-2:2005) : Progetto delle strutture in muraturaEN 1997, Eurocode 7: Geotechnical design.EN 1998, Eurocode 8: Design of structures for earthquake resistance.EUROCODICE 9 (UNI ENV 1999-1-2:2001) : Progetto delle strutture in alluminio
EUROCODICI APPLICABILI
MURATURE (EC6)L’EC6 non si può utilizzare, in quanto non è
operativo. Si stanno
ancora facendo campagne sperimentali per la determinazione dei coefficienti.Pertanto le murature non si possono verificare con metodo analitico, ma con:
METODO TABELLAREMETODO SPERIMENTALE
Sono stati recepiti dall’UNI, ma manca ancora la traduzione in italiano (tranne per l’EC1).Anche se non sono ancora stati emanati i documenti di applicazione nazionale, si possono utilizzare l’EC2, EC3, EC4, EC5.
UNI 9502 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di conglomerato cementizio armato, normale e
precompresso»UNI 9503 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli
elementi costruttivi di acciaio»UNI 9504 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli
elementi costruttivi di legno»
9502:2001 9503:2007 9504:1997
NORME UNI 9502-9503-9403
NORME UNI
UNI 9502
seconda edizione maggio 2001 (aggiornata con gli Eurocodici)metodo di calcolo per la valutazione della resistenza al fuoco di elementi singoli di conglomerato cementizio armato (normale e precompresso), sottoposti all'incendio rappresentato dalla curva temperatura/tempo normalizzata.
0100200300400500600700800900
10001100120013001400
0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180
tempo
tem
pera
tura
standard external hydrocarbon smouldering RWS
NORME UNI
non entra nel merito della verifica del sistema strutturale soggetto ad incendio.la presente norma non si applica né alle pareti o murature in blocchi di conglomerato cementizio, né ai singoli blocchi.
Norma UNI 9502 Il presupposto del calcolo della resistenza al fuoco è
la determinazione
della distribuzione delle temperature all'interno dell'elemento per il tempo di esposizione al fuoco richiesto.
Pertanto occorre determinare la MAPPATURA TERMICA dell’elemento.
Es: mappatura termica su pilastro quadrato
Temperature (oC) al centro dei quadrati di 2 cm di lato
Mappature termiche
La UNI 9502 ne riporta 3 (soletta, pilastro quadrato, trave a T)
Temperature (oC) al centrodei quadrati di 2 cm di lato
Per t=30, 60, 90, 120, 180, 240 minuti
Determinazione delle mappature termiche
Se l’elemento da verificare è
diverso da quelli mappati, allora la mappatura termica va determinata analiticamente o sperimentalmente.
I fattori che influenzano la distribuzione della temperatura sono:
- le proprietà
fisiche
del conglomerato cementizio conducibilità
termica,
calore specifico, massa volumica, contenuto d'acqua;
- la geometria
dell'elemento con eventuali cavità
o inserti e sua configurazione di esposizione nell'ambiente ed al fuoco;- i rivestimenti
generici e protettivi (spessore equivalente)
Propagazione del calore in un volume elementare di conglomeratoCONDUZIONE equazione di Fourier
Equazione differenziale non lineare. Si risolve con soluzioni numeriche e con strumenti di calcolo automatico. I programmi di calcolo automatico possono essere usati, effettuando la validazione con le mappature termiche della UNI.
Presenza di rivestimenti protettivi
Si procede alla mappatura termica aggiungendo convenzionalmente allo spessore di conglomerato cementizio lo spessore equivalente.
Programma agli elementi finiti per elementi di c.a.
t=90 min
1018 954 890 827 763 700 636 572 509 445 382 318 254 191 127 64 0
Mappatura termica della sezione esposta all’incendio
UNI 9502
Le temperature sulla superficie non esposta si ricavano dalla mappatura termica.
Oppure la verifica è
soddisfatta se l’elemento presenta uno strato continuo e uniforme di calcestruzzo almeno pari ai valori indicati in tabella.
Verifica dell’isolamento termico I
Verifica della tenuta E
La verifica è
soddisfatta se l’elemento presenta uno strato continuo e uniforme di calcestruzzo armato almeno pari 40 mm (fino a E60) oppure 50 mm.
ATTENZIONE ALLA CORRETTA SIGILLATURA DEI GIUNTI!
UNI 9502
E’
una verifica allo Stato Limite Ultimo, considerando la riduzione, al crescere della temperatura, della resistenza meccanica di acciaio e calcestruzzo.
Verifica della CAPACITA’
PORTANTE R
Coefficiente Kc
(θ) per valutare la resistenza caratteristica del calcestruzzo al variare della temperatura
CALCESTRUZZO
Sulla norma sono specificati i coefficienti di combinazione delle azioni.
AZIONI di progetto allo SLU in caso di incendio
Definite:1) la mappatura termica dell’elemento;2) le proprietà
dei materiali, che si riducono al crescere delle temperature;
3) le azioni di progetto.si hanno tutti gli elementi per effettuare una verifica dell’elemento allo
Stato Limite Ultimo.
La UNI 9502 propone il calcolo analitico con 3 metodi semplificati:- Verifica della sezione ridotta equivalente- Verifica del fattore di riduzione medio- Verifica tabellare
Verifica della CAPACITA’
PORTANTE R
Sono semplificazioni del primo metodo, con ipotesi conservative
Verifica della sezione ridotta equivalente
Si calcola la resistenza al fuoco dopo un certo tempo, riducendo puntualmente le aree resistenti del calcestruzzo e dell’acciaio mediante
i fattori visti prima:Kc
(θ), Ks
(θ)Sezione equivalente: area ridotta che nel calcolo a freddo ha la resistenza
equivalente dell’area originaria a caldo.
Verifica della CAPACITA’
PORTANTE R
Pertanto la verifica si riduce ad una ordinaria verifica a freddo (senza riduzione delle resistenze), su una
sezione di area ridotta.
Verifica del fattore di riduzione medio
1)
mappatura termica della sezione da verificare;2)
si calcola il fattore di riduzione delle resistenze dei materiali medio sulla sezione stessa, sia lato calcestruzzo che lato acciaio.
3)
tali fattori sono funzione della distribuzione delle temperature
Verifica lato acciaio flessione sempliceNB: si può fare se il braccio della coppia
interna hi non cambia
per la riduzione della zona compressa
Verifica lato calcestruzzoNB: la sezione di cls
è
stata
discretizzata
e sono note le temperature al centro delle
singole aree Aci
La verifica si attua confrontando i coefficienti di riduzione per ciascun materiale con un fattore di riduzione critico kcrit
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛⋅⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛⋅=
max
,
σσ
γγ
η reale
M
fiMficritk dove:
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛
maxσσ reale : sollecitazioni
reali
presenti
nella
verifica
a freddo
rapportate
alle
sollecitazioni
limite
nei
materiali, rapporto che
si
può
porre
cautelativamente
= 1;
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛
M
fiM
γγ , : riduzione
della
sicurezza
dei
materiali;
ηfi :
La verifica è soddisfatta se ki >
kcrit per ogni
sezione
di
verificae per ogni
materiale.
fattore
di
riduzione
dei
coefficienti
di
sicurezza
dei carichi
presenti
in caso
di
incendio;
PILASTRO IN C.A.(400x300 mm) Lunghezza effettiva del pilastro da nodo a nodo ≤
6 m
Lunghezza lato più piccolo del pilastro (b) = 300 mmDist. asse barre più esterne-superficie esposta (a) = 25
mm
Pilastro esposto su più latiVerifica R60
Tabella D.6.2 DM 16/02/2007
Verifica non soddisfatta
DIMENSIONAMENTO RIVESTIMENTO CON METODO TABELLARE DEL DM 16/02/2007
Distanza asse barra – superficie esposta richiesta =45 mmattualmente a=25 mm
La verifica (R60) è
soddisfatta con un rivestimento del pilastro di 20 mm
di intonaco normale
La tabella D.6.2 del DM 16/02/2007 mi dice anche che i valori di
a
possono tenere conto dell’intonaco. Pertanto poiché:
-
10 mm intonaco normale (con spessore min 20 mm) = 10 mm cls
-
10 mm intonaco protettivo (con spessore min 10 mm) = 20 mm cls
NORMALE=
di cemento, calce, gesso con massa tra 1000 e 1400 kg/mcPROTETTIVO=
di gesso, vermiculite, argilla espansa con massa tra 600
e 1000 kg/mc
DIMENSIONAMENTO PIU’ ACCURATO CON LA NORMA UNI 9502
Lo spessore di “copriferro”
di 25 mm è
troppo esiguo anche per soddisfare una verifica più
accurata con il METODO DEL FATTORE DI
RIDUZIONE MEDIO della UNI 9502:
per questo tipo di pilastro non possono essere rispettati i valori di kms
richiesti per il soddisfacimento delle verifiche richieste dalla norma UNI.
è necessario un intervento di adeguamento della resistenza strutturale.
Soluzione
:
Rivestimento
con intonaco
di
cemento.
Soluzione
:
Rivestimento
con intonaco
di
cementoSpessore di intonaco = 15 mmFattore di equivalenza intonaco di cemento = 1,1Copriferro equivalente = (25 mm + 16.5 mm) = 41.5 mm
Ponendosi
nella
condizione
più
sfavorevole, si
considera
la barra d’angolo, considerando
efficace
ai
fini
della
resistenza
al fuoco
un
copriferro
di
41.5 mm.
Si calcola
la temperatura
massima, utilizzando
il
Prospetto
3 per interpolazione
lineare
Temperatura
massima
barre
d’acciaio:
456 °C
NB : il
Prospetto
3 può
essere
usato
anche
per sezioni
rettangolari
o quadrate di
altre
dimensioni
Temperatura
massima
barre d’acciaio:
456 °C
566.05000
)456128300(2 =
⋅−=≡ sms kk Ipotesi a favore di
sicurezza: si considerano solo le
barre d’angolo (hanno uguale Ks
)
Calcolo
del fattore
di
riduzione
critico
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛⋅⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛⋅=
max
,
σσ
γγ
η reale
M
fiMficritk
)()( 1,1,
ξγγξγ
η⋅+⋅Ψ+
=QG
AGfi dove
ξ
= Qk,i
/ Gk,1
= 1.γG
= 1.4γQ
= 1.5γG,A
= 1Ψ1,1 = 0.5.
=0,517
( ) 450.0115.11517.0, =⋅⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛⋅=Scritk
kms =0.566 > kcrit,S =0.450 ⇒ VERIFICA SODDISFATTA
Soluzione
2:
Rivestimento
con lastra
di
cartongesso
Spessore lastra = 12 mmFattore di equivalenza del gesso = 1,8Copriferro equivalente = (25 mm + 22 mm) = 47 mm
Si procede
come nel
caso
precedente
Temperatura
massima
barre
d’acciaio:
440 °C
ANCHE IN QUESTO CASO LA
VERIFICA E’
SODDISFATTA
TRAVE IN C.A.(250x350 mm) Larghezza base trave = 250 mmAltezza trave = 350 mmCopriferro barre più esterne (a) = 16 mmSpessore intonaco di cemento = 5 mmCopriferro
equivalente
= 21.5
mm
Verifica tabellare non soddisfatta
Verifica R60
Fattore
di
riduzione
medio
conglomerato (UNI 9502).
Si considera
la sezione
di
lati
261x361
mm esposta
al fuoco
su
tre
lati
ed un tempo di
resistenza
al fuoco
t = 60 min.
Dalla
mappatura
termica
della
sezione
effettuata
come indicato
nella
Norma UNI, il
fattore
di
riduzione
medio
kmc è pari a:
87.02.9422.821==
⋅= ∑
c
cicimc A
kAk
Fattore
di
riduzione
medio
acciaio (UNI 9502).In mancanza
di
dati
più
precisi
per la determinazione
della
quantità
di
armatura
presente
nelle
travi, si
fa
riferimento
a quanto
prescritto
dal
R.D. 2229- 1939, in vigore
al momento
della
costruzione
del fabbricato.
Si assume che
nella
trave
sia
presente
un’armatura
longitudinale
almeno pari
al minimo
previsto
nella
parte inferiore
della
trave.
Area armatura
longitudinale
minima = 0,2% area sezione
in conglomerato
Tale area può
equivalere
a 2 Φ 12
= 226.2 mm2Si considerano
quindi
esposte
al fuoco
le 2 barre
inferiori
Φ
12.
Per interpolazione
lineare
dei
dati
in Prospetto
3, si
ottiene:
09.0=msk
Fattori
di
riduzione
critici.
⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛⋅⎟⎟⎠
⎞⎜⎜⎝
⎛⋅=
max
,
σσ
γγ
η reale
M
fiMficritk
)()( 1,1,
ξγγξγ
η⋅+⋅Ψ+
=QG
AGfi
ξ
= Qk,i
/ Gk,1
= 1.γG
= 1,4γQ
= 1,5γG,A
= 1Ψ1,1
= 0.5
( ) 323.016.1
1517.0, =⋅⎟⎠⎞
⎜⎝⎛⋅=Ccritk ⇒ kmc > kcrit,C ⇒ VERIFICA SODDISFATTA
( ) 450.0115.11517.0, =⋅⎟
⎠⎞
⎜⎝⎛⋅=Scritk ⇒ kms
< kcrit,S
⇒
VERIFICA NON SODDISFATTA
= 0.517
Pertanto è
necessario intervenire con un idoneo rivestimento protettivo
METODO ANALITICO DELLA NORMA UNI 9502
Il presupposto della verifica della resistenza al fuoco è
la determinazione della distribuzione delle temperature all'interno dell'elemento per il tempo di esposizione al fuoco richiesto.
Per fare ciò si hanno a disposizione:1)
Mappature termiche norma UNI
2)
Altrimenti è
necessario utilizzare PROGRAMMI DI CALCOLO AUTOMATICO, che vanno validati con le mappature della UNI
La UNI 9502 propone il calcolo analitico con 3 metodi semplificati:- Verifica della sezione ridotta equivalente- Verifica del fattore di riduzione medio- Verifica tabellare
Osservazioni sul DM 9 marzo 2007
1)
con approccio TRADIZIONALE: metodo che fa riferimento alle CLASSI di RESISTENZA AL FUOCOed alle CURVE NOMINALI DI INCENDIO (scenari convenzionali di progetto).
2)
con approccio PRESTAZIONALE: metodo che fa riferimento alle CURVE NATURALI DI INCENDIO.
Un progetto può essere condotto:
Osservazioni sul DM 9 marzo 2007
1)
Gli incendi convenzionali di progetto si applicano ad un compartimento antincendio alla volta.
(Allegato - paragrafo 4 - Scenari e incendi convenzionali di progetto)
2)
Pertanto si calcola il carico di incendio specifico di progetto qf,d per ogni compartimento antincendio.
qf,d
=δq1
*δq2
* δn
*qf
3)
Successivamente si ricava dalla Tabella 4 del decreto, la CLASSE della struttura. .Classe
15 - Classe 20 - Classe 30 - Classe 45 - Classe 60
Classe 90 - Classe 120 - Classe 180 - Classe 240 - Classe 360
Livello III di prestazione
In altre parole, la determinazione della CLASSE della struttura con la TABELLA 4, in base al carico di incendio, è
un metodo conservativo che sottintende l’applicazione delle curve nominali di incendio.
0100200300400500600700800900
10001100120013001400
0 15 30 45 60 75 90 105 120 135 150 165 180
tempo
tem
pera
tura
standard external hydrocarbon smouldering RWS
CURVE NOMINALI
La curva nominale è
una curva convenzionale generalmente monotòna
crescente e pertanto ben riproducibile in laboratorio.
Trascura la fase di
innesco e di prima propagazione avendo inizio in corrispondenza del
flash over. Non hanno fase di raffreddamento
Nella letteratura tecnica esistono molte curve nominali
TABELLA 4qf,d CLASSE in kg/m2
non superiore a 100 MJ/m2 0 -
non superiore a 200 MJ/m2 15 10,8
non superiore a 300 MJ/m2 20 16,2
non superiore a 450 MJ/m2 30 24,3
non superiore a 600 MJ/m2 45 32,4
non superiore a 900 MJ/m2 60 48,6
non superiore a 1200 MJ/m2 90 64,8
non superiore a 1800 MJ/m2 120 97,2
non superiore a 2400 MJ/m2 180 129,6
superiore a 2400 MJ/m2 240 -
CLASSE000
152030456090120
TABELLA 5
Osservazioni sul DM 9 marzo 2007
4)
Determinata la classe della struttura, occorre procedere alla verifica della sua capacità
portante.
L’approccio tradizionale (curve nominali di incendio e classi di resistenza al fuoco), semplificato e conservativo, permette di ridurre la verifica di capacità
portante della struttura intera a
quella dei singoli elementi strutturali (es: trave, pilastro, muro).(Allegato - paragrafo 5 – Criteri di progetazione degli elementi strutturali resistenti al fuoco)
ANALISI GLOBALE O DEI SINGOLI ELEMENTI STRUTTURALI?