Tecniche di somministrazione - emergenzepediatriche.it · Ossigenazione tessutale • Dipende da 4...
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Tecniche di
somministrazione
dell’ossigeno
UOC di Pediatria d’Urgenza e
Terapia Intensiva Pediatrica
Roberto Cicchetti, Paola Papoff
Terapia Intensiva Pediatrica
Ossigenazione tessutale
• Dipende da 4 fattori:
– Ventilazione (volumi correnti adeguati)
– Scambio dei gas a livello alveolare
– Circolazione polmonare e periferica
– Concentrazione di emoglobina
• Poiché le riserve tessutali e polmonari di O2 sono limitate, l’ossigenazione tessutale viene compromessa entro soli 4 min dal difetto di funzionamento di uno di questi 4 sistemi
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La saturazione di O2 (SaO2), ovvero il grado di saturazione
dell’emoglobina da parte dell’O2, deve variare tra il 90% e il 100%,
prendendo come limite inferiore ottimale il 95%.
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Per ipossia s’intende una SaO2 inferiore a tali
valori in aria ambiente (AA), ovvero con una
concentrazione del 21% di O2 (FiO2 0,21).
L’ipossia tissutale comporta una condizione di
acidosi lattica.
Anemia e cianosi
• La cianosi è evidente solo quando la SaO2 < 90%;
spesso è assente nei casi di anemia grave (se arriva al
30% dei valori normali), mentre è più evidente nei
pazienti con policitemia
• La somministrazione di O2 al 100% nel paziente
anemico riduce sono parzialmente il difetto di
ossigenazione
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La saturazione di O2 viene misurata tramite il pulsossimetro per mezzo
di un lettore a luce a infrarossi. Il pulsossimetro misura, inoltre, la
frequenza di polso e la curva pletismografica.
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SaO2
FC
pletismografia
Il led emette luce infrarosso che attraversa tessuti, ossa, pelle
e sangue sia arterioso sia venoso venendo attenuata.
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O2terapia: indicazioni in acuto
• L’O2terapia deve essere iniziata empiricamente in tutti i pazienti
con insufficienza respiratoria o in stato di shock (qualsiasi sia la
causa anche il trauma)
• Prima di somministrazione O2 assicurarsi che le vie aeree siano
pervie e che il paziente respiri
• Analizzare i gas ematici appena possibile per valutare il grado di
ipossiemia, di pCO2, e di acidosi in modo da modulare la
somministrazione di O2
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Obiettivi
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Conoscere i diversi dispositivi medicali per la
somministrazione di ossigeno nel bambino
E’ indispensabile umidificare l'ossigeno erogato, per prevenire la
disidratazione delle mucose e l’aumento della viscosità delle secrezioni
bronchiali, con conseguente sviluppo di infezioni.
Una miscela troppo fredda (<35°C) produce:
• aumento della lesività dell'O2 sulla mucosa
• aumento delle resistenze vascolari polmonari e della
contrattilità della muscolatura bronchiale
• riduzione della temperatura corporea con aumento del
consumo locale di O2 ed acidosi
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N.B.: l'O2, gorgogliando in H2O, abbassa ulteriormente la sua
temperatura di qualche grado per evaporazione si che la pressione
del vapor acqueo risulti minore del previsto: l'ulteriore
umidificazione avviene a spese delle mucose.
Le apparecchiature migliori sono quelle che permettono la contemporanea
umidificazione e riscaldamento della miscela inspirata.
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37° C
33° C
flusso inspiratorio: il bambino ha fisiologicamente flussi inspiratori più
bassi dell'adulto, per cui sono sufficienti ridotti flussi di O2 per ottenere la
stessa FiO2 di un adulto.
ventilazione al minuto: la FiO2 risulta inversamente proporzionale alla
frequenza respiratoria
E’ molto difficile quantificare la FiO2 somministrata mediante un sistema
aperto poiché i gas si miscelano con l’aria circostante. Inoltre, la FiO2
risente sia del flusso inspiratorio sia dalla ventilazione minuto del paziente
stesso.
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Ad esempio, per ottenere una FiO2 di 0.3, si rendono necessari
approssimativamente 0.2-0.3 l/min nel neonato, 1 l/min nel bambino e 3 l/min
nell'adulto.
Sono disponibili vari presidi per la somministrazione di O2 a pazienti con
respirazione spontanea.
Sistemi a basso flusso (1 - 4 L/m): l’AA viene miscelata in varia misura
all’O2 erogato, fornendo al paziente FiO2 variabili, comunque inferiori al
50-60%. L’orofaringe e il nasofaringe provvedono al riscaldamento e
umidificazione della miscela gassosa inspirata.
• paziente con vie aeree
superiori intatte
• respirazione stabile
• frequenza respiratoria stabile
indicazioni:
• cannula nasale singola
• cannule nasali (occhialini)
• cappetta
• maschera facciale semplice
dispositivi:
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presidi per la somministrazione di O2
Sistemi ad alto flusso (> 4 L/m): in grado di poter fornire l’intero volume
di O2 puro (fino a FiO2 1 ovvero 100%). E’ indispensabile provvedere a
umidificazione e riscaldamento adeguati.
• insufficienza respiratoria
indicazioni:
• maschera Venturi
• maschera con reservoir
• tenda O2
• ventilatori polmonari meccanici
dispositivi:
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• velocità del flusso di O2: da 0.125 a 5 l/min la FiO2 varia dal 22% al 44%. La
velocità del flusso non deve comunque mai superare i 5-6 l/min, in quanto flussi più
elevati non determinano un apprezzabile incremento della FiO2 e sono più
frequentemente associati a complicazioni
• flusso inspiratorio: nel bambino, che ha fisiologicamente flussi inspiratori più bassi
dell'adulto, sono sufficienti ridotti flussi di O2 per ottenere la stessa FiO2 di un adulto.
Ad esempio, per ottenere una FiO2 di 0.3 circa, si rendono necessari
approssimativamente 0.2-0.3 l/min. nel neonato, 1 l/min. nel bambino, 3 l/min.
nell'adulto
• ventilazione al minuto: la FiO2 risulta inversamente proporzionale alla frequenza
respiratoria
Cannule nasali (occhialini) 1Sistemi a basso flusso
Il corretto posizionamento all'ingresso del naso permette
sufficiente umidificazione e riscaldamento della miscela
inspirata e minore irritazione della mucosa nasale.
La FiO2 varia in funzione dei seguenti parametri:
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indicazioni: • sono abbastanza confortevoli e ben tollerate
• a basso flusso consentono l'umidificazione fisiologica dell'ossigeno
• permettono di continuare l'ossigenoterapia durante la fisioterapia
l'alimentazione e la somministrazione di farmaci
• sono semplici da usare e di basso costo
limiti: • non si possono raggiungere FiO2 elevate
• è impossibile un'accurata misurazione dell'ossigeno erogato, per cui la velocità di
flusso deve essere aggiustata in base alla risposta alla terapia
• si possono verificare gli effetti collaterali già menzionati soprattutto con alti flussi
Cannule nasali (occhialini) 2
Sistemi a basso flusso
Corrispondenza teorica tra flusso di ossigeno
e FiO2 somministrato mediante nasocannule
FiO2
Flusso litri/minuto
AdultoBambino/
Lattante
Cannula
nasale 24-40% 1-6 0,1-4
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Sono involucri di plexiglas che coprono solo la parte superiore del corpo del bambino.
La maggior parte di esse presentano delle aperture che possono essere chiuse
parzialmente a seconda della FiO2 che si intende raggiungere.
Il flusso di O2 deve superare i 4-7 l/min, a seconda della grandezza della cappetta al
fine di evitare il ristagno di CO2
Verificare la concentrazione finale di O2 con l'ossimetro sul piano del lettino in quanto
può variare anche del 20% tra la parte alta e la parte bassa della cappetta.
CappettaSistemi a basso flusso
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indicazioni: utile nei bambini piccoli che richiedono alte FiO2 come, per esempio, quelli
appena svezzati dal ventilatore o quelli che, ricevendo ossigeno mediante
cannule nasali, richiedono più alte FiO2
limiti: limita i movimenti del bambino nonché la sua visuale se vengono utilizzati gas
altamente riscaldati
Cappetta 2Sistemi a basso flusso
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limiti: non sono in grado di provvedere alle intere richieste respiratorie dell'individuo, per cui
l'aria ambiente viene trascinata all'interno attraverso appropriati fori della maschera per
supplementare il basso flusso di O2.
indicazioni: indicata per la somministrazione di O2 dal 30 al 60%
Soprattutto a basse velocità di flusso si può
verificare un significativo "rebreathing" in quanto
l'aria espirata dal paziente non è adeguatamente
allontanata dal viso.
Non è indicata nei casi di insufficienza respiratoria
con ipercapnia.
Maschera facciale sempliceSistemi a basso flusso
Precauzioni
Corrispondenza teorica tra flusso di ossigeno e FiO2
somministrato mediante maschera semplice
FiO2
Flusso litri/minuto
AdultoBambino/
Lattante
Maschera O2
semplice 35-60% 6-10 4-10
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Cannula nasale singola
Viene inserita per 2 - 3 cm nella coana anteriore oppure fino alla coana posteriore,
a una distanza dalle narici uguale a quella esistente tra l'ala del naso ed il trago. E’
richiesta particolare accuratezza nel posizionamento: quando con l'abbassalingua
si intravede la punta del sondino che sfiora l'orofaringe, si retrae il sondino di un
piccolo tratto e si fissa.
si possono raggiungere FiO2 elevate (max 0,4) e più costanti nel tempo; per flussi
>4 l/min si verificano complicazioni quali distensione gastrica, rigurgito, cefalea,
irritazione ed ulcerazione della mucosa nasale, epistassi e dermatiti.
indicazioni: utilizzata soprattutto nel lattante.
limiti:
Sistemi a basso flusso
tecnica:
Precauzioni
Nei bambini più piccoli si può ostruire con le
secrezioni.
L’ipertrofia adenoidea (3-6aa) può ostacolare
l’inserimento della cannula oppure ostruirla per
compressione.
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La velocità del flusso di O2 viene aggiustata in maniera tale che il reservoir sia
continuamente insufflato. Due tipi:
Maschera facciale con reservoirSistemi ad alto flusso
• partial rebreathing mask: sprovvista di valvole unidirezionali tra maschera e reservoir. Una
parte dei gas espirati entra nel reservoir divenendo parte della
successiva inspirazione. I rimanenti 2/3 vengono allontanati
attraverso apposite aperture della maschera. Sono raggiungibili
FiO2 di 0.8
indicazioni: particolarmente utili nelle
situazioni acute in cui vi è
necessità di somministrare per
breve tempo alte concentrazioni
di O2, come ad esempio
nell'accesso asmatico senza
ipercapnia.
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Maschera facciale con reservoir 2Sistemi ad alto flusso
• non rebreathing mask: durante l’inspirazione rimane aperta una valvola a una via che
consente l’ingresso nella maschera solo dell’O2; la maschera
ha un’uscita laterale con valvola unidirezionale che permette
l’uscita dell’aria espirata e previene l’ingresso dell’aria
ambiente. Un sistema di valvole di sicurezza permette all'aria
di entrare nel sistema qualora la sorgente di O2 venga
accidentalmente sconnessa. Sono raggiungibili FiO2 di 0.95
indicazioni: usata nei casi di ipossia acuta e grave quando si vuole dare O2 prossimo al
100%.
limiti: l’alto flusso di O2 (10-12 l/min) impedisce
una adeguata umidificazione del gas.
Deve essere impiegata per poche ore per
evitare i potenziali rischi connessi con
l’uso protratto di alte concentrazioni di O2
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Dotate di particolari valvole che sfruttano il principio di Bernoulli (jet mixing): il passaggio
dell'ossigeno attraverso un orifizio ristretto genera una corrente ad alta velocità che attira
all'interno una proporzione costante di aria ambiente.
La quantità di aria che viene trascinata all'interno del sistema dipende da due variabili:
• velocità del getto di O2, che a sua volta è in relazione sia alla velocità del flusso di O2 sia
alle dimensioni dell'orifizio della valvola
• le dimensioni delle aperture laterali della valvola
Maschera VenturiSistemi ad alto flusso
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a seconda del tipo di valvola adoperata e della velocità di flusso di O2 si
possono erogare concentrazioni differenti di O2 (24%, 28%, 31%, 35%, 40%,
50%, 60%) che rimangono costanti nel tempo se la maschera viene mantenuta
ben adesa al viso.
Usate anche in caso di insufficienza respiratoria con ipercapnia poichè il
rebreathing non si verifica in quanto la maschera viene "lavata" dall'alto flusso
di O2
non sempre sono ben
tollerate dai bambini
indicazioni:
limiti:
possono risultare pericolose in caso
di rigurgito o vomito.
Maschera Venturi 2Sistemi ad alto flusso
Precauzioni
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Richiede flussi elevati di O2 (10-15 l/min)
utile in alcune situazioni cliniche in cui si rende necessario il raggiungimento di
un'umidità molto elevata (es. croup)
Poiché l'ossigeno tende a stratificarsi verso il basso, per
raggiungere concentrazioni adeguate è indispensabile
chiudere ermeticamente la tenda alla base.
Tenda O2Sistemi ad alto flusso
indicazioni:
limiti:
• pur potendo raggiungere FiO2>0.50, è difficile mantenere all'interno tale
concentrazione poiché si riduce rapidamente in seguito all’apertura necessaria per le
procedure assistenziali
benché molto utilizzate in passato, diversi sono i motivi per sconsigliarne l'uso:
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•non permettono una buona osservazione del
bambino
• nei soggetti asmatici la nebbia prodotta può favorire
il broncospasmo
• costituiscono una potenziale fonte di infezione se
non adeguatamente pulite e disinfettate dopo ogni
utilizzo.
in emergenza può essere necessario aprire le vie aeree e somministrare
attivamente O2; per tale motivo occorre avere a disposizione maschere facciali
e palloni di varie misure.
indicazioni:
Ventilazione con pallone e maschera
Maschera: deve essere di grandezza adeguata al fine di
ottenere una buona ventilazione, ovvero la maschera
deve coprire il naso dalla radice, la bocca e il mento
Palloni
Pallone autoespansibile tipo “AMBU”Pallone per ventilazione
flusso dipendente tipo “Va e Vieni”
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valvola limitatrice di pressione
(40 cmH2O)entrata O2
entrata aria
manometro
I palloni sono disponibili in varie misure: 250, 450, 750 e 1200 ml a seconda dell’età del
paziente e di conseguenza della sua capacità polmonare, dal prematuro al neonato,
all’adolescente.
A prescindere dalla taglia va esercitata la minima pressione in grado
di garantire una adeguata espansione del torace.
La miscela varia in funzione del volume corrente e
del picco inspiratorio. Per FiO2 del 60-95% è
necessario utilizzare un reservoir e sono necessari
almeno 10-15 L/m di flusso.reservoir
Pallone
autoespansibile
tipo “AMBU”
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Rilascia aria ambiente se non collegato a una fonte di O2.
A un flusso di O2 di 10 l/m si eroga una percentuale variabile di FiO2
dal 30 al 60%.
valvola limitatrice di pressioneentrata O2
Il pallone autoespansibile non è in grado di fornire ossigeno in maniera continua al
paziente che respira spontaneamente, essendo la valvola inspiratoria normalmente
chiusa. Essa si apre solo se si comprime il pallone nell’atto della ventilazione
Con questo pallone è possibile somministrare O2 anche al paziente in respirazione
spontanea.
La ventilazione con pallone e maschera, se non
correttamente usata può provocare gravi danni al
paziente, oltre a:
Precauzioni
• pneumotorace
• distensione dello stomaco e vomito
• barotrauma
• ipoperfusione cerebrale da iperventilazione
Pallone per ventilazione
flusso dipendente
tipo “Va e Vieni”
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La prevenzione dell’ipossia, deve tener conto de:
• la FiO2 che si intende raggiungere
• il livello di umidificazione desiderato
• la tollerabilità del sistema da parte del paziente
• la durata presunta della terapia
• il tipo di insufficienza respiratoria.
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Conclusioni
L’ipossia è causa primaria di arresto cardiaco
nel neonato e nel bambino.