TECNICHE DI ANALISI DEI DATI -...

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27/11/2017 1 TECNICHE DI ANALISI DEI DATI AA 2017/2018 PROF. V.P. SENESE Università della Campania “Luigi Vanvitelli” – Dipartimento di Psicologia TECNICHE DI ANALISI DEI DATI Prof. V.P. Senese Questi materiali sono disponibili per tutti gli studenti al seguente indirizzo: https://goo.gl/hxL9zG MODELLI LINEARI LA REGRESSIONE LA REGRESSIONE SEMPLICE (E MULTIPLA) L’ANALISI DELLA VARIANZA DISEGNI UNIVARIATI (DISEGNI FATTORIALI SEMPLICI E MISTI)

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TECNICHE DI

ANALISI DEI DATI

AA 2017/2018

PROF. V.P. SENESE

Università della Campania “Luigi Vanvitelli” – Dipartimento di Psicologia – TECNICHE DI ANALISI DEI DATI – Prof. V.P. Senese

Questi materiali sono disponibili per tutti gli studenti al seguente indirizzo:

https://goo.gl/hxL9zG

MODELLI LINEARI

LA REGRESSIONELA REGRESSIONE SEMPLICE (E MULTIPLA)

L’ANALISI DELLA VARIANZADISEGNI UNIVARIATI (DISEGNI FATTORIALI SEMPLICI E MISTI)

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Quando in una ricerca è possibile distinguere (in base alla

teoria) tra variabili indipendenti e variabili dipendenti il

ricercatore può essere interessato a verificare la presenza

della relazione causale supposta (tra le variabili) nei dati

raccolti (osservazioni campionarie).

Prima di iniziare un qualsiasi discorso sulle relazioni di

causalità tra variabili dobbiamo ribadire la distinzione tra

covariazione e causazione.

MODELLI LINEARI

COVARIAZIONE

(Covarianza, Correlazione o Associazione):

quando “semplicemente” osserviamo che due variabili

presentano variazioni concomitanti.

CAUSAZIONE:

quando pensiamo che siano proprio le variazioni della

variabile X a determinare le variazioni della variabile Y.

Identifichiamo la DIREZIONALITÀ e l’esistenza del LEGAME

DIRETTO tra le due variabili.

Mentre la covariazione è osservabile la causazione appartiene

al dominio della teoria!!!

MODELLI LINEARI

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Quando la relazione si riferisce a due variabili di tipo

quantitativo (I o R) l’analisi che può essere impiegata è

l’analisi della regressione lineare.

In questo caso l’obiettivo è quello di voler verificare se la

capacità di prevedere i valori di una data variabile Y, E(Y),

aumenta conoscendo i valori assunti da una data variabile X.

REGRESSIONE LINEARE

PREVISIONE DEI PUNTEGGI

Sappiamo che quando non conosciamo il punteggio Yi di un

soggetto, la migliore previsione che possiamo fare è usare

come valore di riferimento il punteggio medio in Y:

YiY

REGRESSIONE LINEARE

Ipotesi:

Questo modello assume che tutti le osservazioni vengono

dalla stessa popolazione e che le differenze osservate sono

dovute solo all’errore.

YEYi

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Se supponiamo che il punteggio Yi dipende dal punteggio Xi

del soggetto, possiamo provare a prevedere il valore di Y in

base alla seguente formula:

iiYi XYE

In pratica, ipotizziamo che (mantenendo la componente

stocastica) se la teoria è vera, allora il valore atteso di Y è

funzione lineare di X.

REGRESSIONE LINEARE

L’analisi di regressione (lineare) è una tecnica di analisi dei

dati che esamina la relazione tra una (o più) variabili

esplicative (VI o predittori) e una variabile criterio (o VD). Lo

studio della relazione può avere un duplice scopo:

• ESPLICATIVO

es. sottoporre a verifica un modello teorico

• PREDITTIVO

es. individuare la combinazione lineare di variabili che

consentono di stimare in modo ottimale la VD

REGRESSIONE LINEARE

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La regressione lineare si dice semplice quando abbiamo una

sola VD (o criterio) e una sola VI (o predittore). L’ipotesi che

viene formulata riguarda l’influenza della VI sulla VD.

frustrazione aggressività

predittore criterio

ˆ xYcostante

criterio

predittore

coefficiente errore

REGRESSIONE LINEARE

Da un punto di vista grafico viene individuata quella retta che,

data la relazione tra le variabili, consente di prevedere al

meglio i punteggi nella variabile dipendente a partire da quelli

nella variabile indipendente.

Diagramma di dispersione

4

5

6

7

8

9

10

5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

TestA

Vo

toM

REGRESSIONE LINEARE

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Dato un diagramma di dispersione tra due variabili, la retta di

regressione è “la migliore delle rette” nel senso che è quella

retta che passa più vicina a tutti i punti (minimizza tutte le

distanze tra i punti e la retta).

Si sceglie in base al metodo dei minimi quadrati. Si

definisce “migliore” la retta che rende minima la somma dei

quadrati degli errori, cioè:

possibilepiccolopiùYY ii 2)ˆ(

REGRESSIONE LINEARE

Diagramma di dispersione

4

5

6

7

8

9

10

5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Vo

toM

testA

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Diagramma di dispersione

4

5

6

7

8

9

10

5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Vo

toM

22)ˆ( YY

testA

Diagramma di dispersione

4

5

6

7

8

9

10

5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Vo

toM

22)ˆ( YY

testA

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(intercetta)

valore di y predetto quanto

x è zero

Diagramma di dispersione

4

5

6

7

8

9

10

0

6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Vo

toM

Dy’

(coefficiente di regressione )

incremento di y’ quando aumenta x

indica l’angolo che la retta forma con

l’asse delle ascisse, cioè l’inclinazione

x

y

'

Dx

testA

x

y

'

se = 1 per ogni incremento

unitario di X c’è un incremento

unitario di Y (45°) ;

se = 2 per ogni incremento

unitario di X c’è un incremento

doppio di Y (2 unità) ;

se = 0.5 per ogni incremento

unitario di X c’è un incremento di

mezza unità di Y .

Esprime la relazione tra X e Y nei termini delle unità di

misura delle due variabili. Non è standardizzato (± ∞) e si

interpreta solo il segno.

COEFFICIENTE DI REGRESSIONE

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Il coefficiente di determinazione (r2) indica la proporzione divarianza (%) della variabile criterio (Y) “spiegata” da quella del

predittore (X). Il valore è compreso tra 0 e 1.

COEFFICIENTE DI DETERMINAZIONE

predittore criterio

COEFFICIENTE DI REGRESSIONE STANDARDIZZATO

Il coefficiente di regressione standardizzato ( | ± 1) esprime larelazione tra la variabile dipendente (Y) e la variabile

indipendente (X) in unità di misura standard (punti z).

N.B. Solo nella regressione semplice corrisponde al

coefficiente di correlazione.

I coefficienti di regressione e della popolazione vengono

stimati a partire dai coefficienti di regressione campionari a e

b:

110 xY

exbaY 110

POPOLAZIONE

CAMPIONE

REGRESSIONE LINEARE

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Il coefficiente di regressione è simboleggiato come:

(beta) quando ci si riferisce al coefficiente non

standardizzato della popolazione;

b quando ci si riferisce al coefficiente non standardizzato

calcolato nel campione;

(beta) quando ci si riferisce al coefficiente standardizzato

(punti z) calcolato nel campione.

COEFFICIENTE DI REGRESSIONE

Nella regressione semplice le formule per il calcolo dei

parametri sono le seguenti:

2

1

1

)(

))((

n

i

i

i

n

i

i

XX

YYXX

b XbYa

PARAMETRI

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13 ;61 dsY edepression

ANSIA

DE

PR

ES

SIO

NE

30

35

40

45

50

55

60

65

70

75

80

85

90

95

100

25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105

0

27

54

0 26 52

)( o jYEY

13 ;61 dsY edepression

ANSIA

DE

PR

ES

SIO

NE

30

35

40

45

50

55

60

65

70

75

80

85

90

95

100

25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105

0

27

54

0 26 52

Y

'Y

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13 ;61 dsY edepression

ANSIA

DE

PR

ES

SIO

NE

30

35

40

45

50

55

60

65

70

75

80

85

90

95

100

25 30 35 40 45 50 55 60 65 70 75 80 85 90 95 100 105

0

27

54

0 26 52

Y

Scomposizione Devianza totale, nelle componenti di errore e

di “effetto”:

errregtotSQSQSQ

La somma dei quadrati totale (SQtot) è data da una

componente di errore (SQerr) e da una componente spiegata

dalla regressione (SQreg)

SIGNIFICATIVITÀ DELLA PREVISIONE

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222 ˆˆ

iiii YYYYYY

SQtot

DEVIANZA TOTALE

SQerr

DEVIANZA NON SPIEGATA

o RESIDUA

DEVIANZA SPIEGATA

SQreg

errregtot SQSQSQ

SIGNIFICATIVITÀ DELLA PREVISIONE

Per verificare la significatività della previsione, si confrontano

le due varianze. La previsione è significativa se la varianza

spiegata dalla regressione è maggiore di quella residua.

Le varianze si calcolano dividendo le devianze per i gradi di

libertà opportuni.

errregtot GDLGDLGDL

)1()(1 kNkN

SIGNIFICATIVITÀ DELLA PREVISIONE

N = numero di osservazioni

k = numero di predittori

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Per confrontare la due varianze e verificare se quella

spiegata dalla regressione è maggiore di quella residua, si

calcola la statistica F. La varianza spiegata dalla regressione

va al numeratore, quella residua al denominatore.

1

kN

Devk

Dev

Var

VarF

res

reg

res

reg

1:H1:H

(casuale) residua quella a uguale è spiegata varianzala :

10

0

FF

H

SIGNIFICATIVITÀ DELLA PREVISIONE

errorevar

spiegatavar F

1gdlF

kn

k

La verifica dell’ipotesi nulla (H0) fatta utilizzando la statistica F

riguarda il modello complessivo; si assume che tutte le k

variabili indipendenti non influenzino in modo significativo la

variabile dipendente:

0... H 3210 k

0 o ... o H 3211 koo

SIGNIFICATIVITÀ DELLA PREVISIONE

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Se la F è significativa (H1) allora l’analisi prosegue per

verificare quale predittore ha determinato l’effetto. Viene

quindi definita una specifica ipotesi nulla (H0) per ciascun

predittore.

0 H0 i

0 H1 i

Il test statistico appropriato per la verifica è il valore t (un

campione):

ii

H

b

i

b

ii

s

b

s

b

0t

1gdlt kn

SIGNIFICATIVITÀ DELLA PREVISIONE

Solo nella regressione

semplice questo test è

ridondante dal momento

che c’è un solo predittore.

La statistica maggiormente impiegata per la valutazione della

bontà di adattamento del modello (goodness-of-fit) è l’R2

(effect size) che viene stimato con la seguente formula:

n

j

j

n

j

j

YY

YY

R

1

2

1

2

2

)(

)ˆ(

totaledev

spiegata dev2 R

BONTÀ DI ADATTAMENTO

Il coefficiente di determinazione (R2) indica la proporzione divarianza (%) della variabile criterio (Y) “spiegata” da quella del

predittore (X). Il valore è compreso tra 0 e 1.

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(e)

(Y’)

0

(e)

(Y’)

0

(e)

(Y’)

0

OK Non NormalitàNon

Omoschedasticità

Oltre all’assunzione di linearità la regressione multipla si basa

sulle seguenti assunzioni:

Nessun errore di specificazione (no variabili irrilevanti, si variabili rilevanti);

Nessun errore di misurazione della/e variabile/i indipendente/i;

La media degli errori di predizione (e) attorno ad ogni valore (Y’) predetto deve

essere uguale a 0;

Gli errori di predizione (e) attorno ad ogni valore (Y’) predetto debbono essere

indipendenti e distribuiti normalmente;

La varianza degli errori di predizione (e) attorno ad ogni valore (Y’) predetto deve

essere uguale (omoschedastica).

ASSUNZIONI

POWER (k = 1)

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POWER (k = 3)

MBQ sqz

ESEMPIO #1Il voto medio in matematica predice il voto al test di statistica?

Regressione semplice con una variabile indipendente (MBQ;

VI-I) e una variabile dipendente (sqz; VD-I).

0 H0 i

0 H1 i05.

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ESEMPIO #1

Analisi grafica della relazione Correlazione

ESEMPIO #1

F test

t test CI 95%“a” e “b”

R2

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ESEMPIO #1

Questo risultato ci porta a respingere l’ipotesi nulla e asupportare l’ipotesi alternativa.

Il voto medio in matematica (MBQ) influenza

significativamente il voto al test di statistica (sqz), F(1,83) =

28.85, p < .001, R2 = .258. In particolare, i dati evidenziano

una relazione positiva tra le due variabili, b = 0.093, = .508,

95%CIb [0.059;0.127], ovvero coloro che hanno un voto in

matematica più alto hanno un voto maggiore al test di

statistica.

0 H0 i 0 H1 i

ESEMPIO #1

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ESEMPIO #2

Età ROCF

L’età influenza la capacità di copiare la figura di Rey?

Regressione semplice con una variabile indipendente (Età;

VI-R) e una variabile dipendente (ROCF; VD-R).

0 H0 i

0 H1 i05.

ESEMPIO #2

Dati reali

N = 127

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ESEMPIO #2

ESEMPIO #2

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ESEMPIO #2