TECNICA Estetica e precisione - dentalcreationsnc.com · E’ ovvio che in tal senso le ceramiche...

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TECNICA www.teamwork-media.com anno XV 2/2008 58 Estetica e precisione Un articolo di Dott. Giovanni de Vico, Prof. Alberto Barlattani, Dott. Mario Bonino, Odt. Attilio Sommella Parole chiave: estetica, precisione, spalla-ceramica Caso clinico L a descrizione delle varie fasi cliniche e di laborato- rio, avviene attraverso la presentazione di un caso clinico di un paziente di 27 anni, il cui principale motivo di consultazione era il deficit estetico a livello dell’elemento 2.1. L’anamnesi medica e quella odon- toiatrica non denotavano patologie sistemiche rilevanti. L’esame obiettivo intraorale evidenziava la presenza a livello dell’elemento incisivo centrale superiore sx (2.1) di una estesa ricostruzione diretta in composito, infiltra- ta e debordante. Dopo un ulteriore esame radiografico e un test di vitalità negativo, esito di un trauma pregresso, sfuggito ad una anamnesi veloce, ma successivamen- te confermato dal paziente, si decideva per la terapia canalare dell’elemento e per la sua successiva riabilita- zione protesica, mediante corona metallo-ceramica con spalla cera-mica. Conclusioni Le sempre maggiori richieste estetiche impongono di evitare che aloni scuri traspaiano nella zona del colletto. E’ ovvio che in tal senso le ceramiche integrali, visto il loro naturale rapporto con la luce diretta e incidente, siano ormai le regine delle riabilitazioni in zona estetica e non solo, viste anche le ottime caratteristiche di resi- stenza meccanica che ormai le pongono nella scala ge- rarchica forse addirittura al di sopra delle metallo-cera- miche. Ciò nonostante ci piace dare ancora importanza a procedure cliniche e di laboratorio soprattutto, ancora in grado di stimolare i nostri collaboratori odontotecnici e in grado di soddisfare totalmente le esigenze dei no- stri pazienti, nel pieno rispetto dei canoni di precisione marginale, presupposto indispensabile di una riabilita- zione funzionale nel tempo. Fig. 1 Caso clinico iniziale. L’incisivo centrale superiore di sx, necrotico e con un’ampia ricostruzione in composito inade- guata, ne ha suggerito la sostituzione con una corona com- pleta. Nel caso specifico, una metallo ceramica con spalla ceramica Fig. 2 La necessità di intervenire esteticamente sull’incisivo centrale superiore sx, impone la massima attenzione nel riprodurre la medesima morfologia superficiale e colore presenti nell’incisivo centrale superiore dx Oggi più che mai la parola d’ordine è “estetica, estetica, estetica”. Non è questa la sede per una disquisizione approfondita su quale sia attualmente il miglior materiale possibile per soddisfare tale esigen- za. Fatto sta che indubbiamente e giustamente, le ceramiche integrali fanno oggigiorno la parte del leone viste le loro ottime caratteristiche foto-ottiche, di resistenza meccanica e di precisione marginale. Ciò non toglie che alcune tecniche cosiddette obsolete possano ancora aiutarci a fare bella figura con i nostri pazienti garantendoci, nello stesso tempo, estetica e precisione. E’ questo il caso della metallo-ceramica con spalla ceramica, per mezzo della quale si ottengono ricostruzioni protesiche con ottimi valori di precisione marginale (la letteratura internazionale è ormai concorde nel sostenere che si possono ottenere valori di gap marginale al di sotto dei 40 micron) unitamente ad un miglioramento della percezione estetica sia soggettiva che ogget- tiva del restauro finale, per un favorevole passaggio della luce a livello del margine gengivale e della radice, che, grazie all’accorciamento vestibolare della struttura metallica, vengono “illuminate” in maniera naturale

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TECNICA

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Estetica e precisioneUn articolo di Dott. Giovanni de Vico, Prof. Alberto Barlattani, Dott. Mario Bonino, Odt. Attilio Sommella

Parole chiave: estetica, precisione, spalla-ceramica

Caso clinico

La descrizione delle varie fasi cliniche e di laborato-rio, avviene attraverso la presentazione di un caso clinico di un paziente di 27 anni, il cui principale

motivo di consultazione era il deficit estetico a livello dell’elemento 2.1. L’anamnesi medica e quella odon-toiatrica non denotavano patologie sistemiche rilevanti. L’esame obiettivo intraorale evidenziava la presenza a livello dell’elemento incisivo centrale superiore sx (2.1) di una estesa ricostruzione diretta in composito, infiltra-ta e debordante. Dopo un ulteriore esame radiografico e un test di vitalità negativo, esito di un trauma pregresso, sfuggito ad una anamnesi veloce, ma successivamen-te confermato dal paziente, si decideva per la terapia canalare dell’elemento e per la sua successiva riabilita-zione protesica, mediante corona metallo-ceramica con spalla cera-mica.

Conclusioni

Le sempre maggiori richieste estetiche impongono di evitare che aloni scuri traspaiano nella zona del colletto. E’ ovvio che in tal senso le ceramiche integrali, visto il loro naturale rapporto con la luce diretta e incidente, siano ormai le regine delle riabilitazioni in zona estetica e non solo, viste anche le ottime caratteristiche di resi-stenza meccanica che ormai le pongono nella scala ge-rarchica forse addirittura al di sopra delle metallo-cera-miche. Ciò nonostante ci piace dare ancora importanza a procedure cliniche e di laboratorio soprattutto, ancora in grado di stimolare i nostri collaboratori odontotecnici e in grado di soddisfare totalmente le esigenze dei no-stri pazienti, nel pieno rispetto dei canoni di precisione marginale, presupposto indispensabile di una riabilita-zione funzionale nel tempo.

Fig. 1 Caso clinico iniziale. L’incisivo centrale superiore di sx, necrotico e con un’ampia ricostruzione in composito inade-guata, ne ha suggerito la sostituzione con una corona com-pleta. Nel caso specifico, una metallo ceramica con spalla ceramica

Fig. 2 La necessità di intervenire esteticamente sull’incisivo centrale superiore sx, impone la massima attenzione nel riprodurre la medesima morfologia superficiale e colore presenti nell’incisivo centrale superiore dx

Oggi più che mai la parola d’ordine è “estetica, estetica, estetica”. Non è questa la sede per una disquisizione approfondita su quale sia attualmente il miglior materiale possibile per soddisfare tale esigen-za. Fatto sta che indubbiamente e giustamente, le ceramiche integrali fanno oggigiorno la parte del leone viste le loro ottime caratteristiche foto-ottiche, di resistenza meccanica e di precisione marginale. Ciò non toglie che alcune tecniche cosiddette obsolete possano ancora aiutarci a fare bella figura con i nostri pazienti garantendoci, nello stesso tempo, estetica e precisione. E’ questo il caso della metallo-ceramica con spalla ceramica, per mezzo della quale si ottengono ricostruzioni protesiche con ottimi valori di precisione marginale (la letteratura internazionale è ormai concorde nel sostenere che si possono ottenere valori di gap marginale al di sotto dei 40 micron) unitamente ad un miglioramento della percezione estetica sia soggettiva che ogget-tiva del restauro finale, per un favorevole passaggio della luce a livello del margine gengivale e della radice, che, grazie all’accorciamento vestibolare della struttura metallica, vengono “illuminate” in maniera naturale

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Fig. 3 Rx di controllo dopo terapia canalare resasi necessaria vista la necrosi post-traumatica dell’elemento da protesizzare

Fig. 4 Preparazione anatomica del moncone per corona completa

Fig. 5 Particolare della prepazione a “chamfer modificato”: da notare il limite marginale in posizione iuxtagengivale

Fig. 6 Modello master in gesso in visione vestibolare. Da notare come sul modello in gesso si apprezzi, ancora meglio, il disegno a “chamfer modificato” proposto per primo dal Dott. Domenico Massironi

Fig. 7 Modello master in visione palatale. E’ ovvio che lo stesso tipo di preparazione deve interessare l’elemento a 360 °

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Figg. 8 e 9 Struttura metallica sul modello master. Essa oltre a possedere un’aderenza perfetta con il moncone sottostante, è provvista di una chiusura marginale periferica al di sotto dei 40 micron

Fig. 10 Il disegno dell’armatura gioca un ruolo importante nella programmazione a lungo termine di un manufatto protesico soprattutto dal punto di vista funzionale

Figg. 11 e 12 Prova della fusione in metallo nel cavo orale. Si verificheranno: la precisione marginale, l’adattamento al moncone e l’aderenza alla superficie dell’elemento dentario preparato

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Fig. 13 Scelta del colore. E’ ovvio che il succes-

so estetico dipende-rà in gran parte, se

non esclusivamente, da una corretta rile-vazione del colore,

direttamente alla poltrona, dal nostro

collaboratore odontotecnico

Fig. 14 Prima prova del manufatto con il paziente. Il proto-collo da noi adottato prevede la costruzione parziale dell’in-cisivo mediante una prima cottura della ceramica e successivo controllo da parte del team

Fig. 15 Risulta indispensabile per la finalizzazione del di-spositivo medico su misura un’ impronta di posizione; essa consentirà all’odontotecnico un miglior controllo della forma

Figg. 16 e 17 Incisivo prima e

dopo la cottu-ra intermedia

di fissaggio di alcuni degli

effetti incisali in sospensione.

Scopo principale quando si è chia-mati a realizzare

un solo incisivo è MIMETIZZARE quest’ultimo tra gli elementi naturali che

lo circondano. A nostro avviso il punto di forza di un incisivo è rappresentato dal margine incisale.

Esso racchiude al suo interno una miriade di effetti

Fig. 18 Margine incisale a maggior ingrandimento: da notare l’apposizione dei colori e delle masse ceramiche

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Figg. 19 e 20 Riverifica su paziente del risultato ottenuto dopo la cottura

Figg. 21 e 22 ll tutto ritorna in laboratorio. Il protocollo di costruzione dell’elemento ceramico da noi utilizzato prevede la ricopertura in seconda cottura mediante l’utilizzo di masse smalto, trasparenti, smalti opalescenti e masse effetto incisali

Figg. 23 e 24 Mediante l’ausilio di un lapis saranno evidenziate le aree deputate a ricevere masse

effetto a valore alto e basso

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Figg. da 25 a 27 Il margine incisale viene arricchito

mediante il posizionamento di nuovi effetti incisali

Figg. 28 e 29 Risultato ottenuto dopo la seconda cottura della ceramica

Figg. 30 e 31 Una terza cottura consentirà all’odontotecnico il completamento della morfologia dell’incisivo in oggetto

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Fig. 32 Dopo la terza cottura Fig. 33 Ricerca della forma ed individualizzazione della tessi-tura superfciale

Figg. da 34 a 36 Ricostruzione ultimata sul modello. Da notare i particolari sia interni sia esterni da noi ottenuti

Fig. 37 Corona in lega nobile e ceramica con spalla vestibolare in ceramica appena ultimata

Figg. 38 e 39 Elemento dentario monconizzato pronto ad accogliere per la cementazione definitiva il dispositivo medico su misura

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Fig. 40 Caso clinico finito

Fig. 41 Particolare della corona appena cementata. La foto con sfondo nero del cavo orale, permette di evidenziare meglio le caratteristiche di microtessitura superficiale del restauro e la stratificazione interna dello stesso, esaltandone la notevole somiglianza con il dente naturale corrispondente

Fig. 42 Durante la stratificazione della ceramica, si consiglia di usare, a ridosso delle aree prospicienti alle superfici di contatto con denti naturali, masse cerami-che della stessa tinta dei denti contigui

Fig. 43 L’innesto dei lobi mesiali e distali con la parabo-la gengivale è stato attentamente valutato e riprodotto. Una collocazione errata può influire negativamente sul processo di adattamento, assestamento e longevità dei tessuti di sostegno periferici

Fig. 44 Notevole importanza riveste, secondo il nostro giudizio, la perfetta interpretazione del margine incisa-le, a nostro avviso “punto di forza nella espressione di un incisivo”

Attilio Sommella con-segue il diploma nel 1985 presso l’istituto I.P.S.I.A “Casanova” di Napoli. Relatore in-ternazionale dal 1995. Diversi interventi soste-nuti in qualità di docente presso diverse Universi-

tà Italiane. Autore di numerosi articoli su ri-viste nazionali ed internazionali e del libro “Il margine incisale” (teamwork media srl). E’ socio fondatore “dental excellence – In-ternational Laboratory Group”, membro del comitato scientifico del “dental dialogue” e “teamwork”, segretario culturale della Se-name International Group e membro del di-rettivo del DentalGo nonché Presidente del Comparto Odontotecnico del medesimo gruppo. Vincitore del Premio AIOP – ANTLO “Roberto Polcan” anno 2006.

Prof. Alberto Barlattani è Professore Ordinario di Protesi Dentaria presso il C.L.O.P.D. dell’Universi-tà di Roma “Tor Vergata”, Presidente del C.L.O.P.D. dell’Università di Roma “Tor Vergata”

Dott. Giovanni De Vico: si è laureato con lode in Odon-toiatria e Protesi Dentaria nel 2001, svolge attività cli-nico-assistenziale come consulente strutturato presso

l’Area Funzionale di Odontoitria del Policlinico Universitario dell’Univer-sità di Roma “Tor Vergata” diretto dal Prof. Alberto Barlattani.

Mario Bonino, socio attivo dell’AIOM dal 2000. Consu-lente strutturato di Protesi dell’Ospedale Fatebenefratelli San Giovanni Calibita di Roma dal 1998

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