Tazza di the

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La Montaña, 5 luglio 2016. “La tazza di té” Miei cari semi, Sono sicura che avete già sentito parlare di ciò che desidero condividere con voi. Oggi la memoria è la notizia universale o virale, sul nostro bellissimo pianeta la parola magica per tutti è “l’ho dimenticato”, “non ricordo” o “non mi ricordo”. E’ certo che anche i bambini soffrono sempre più di quello che si direbbe ‘un piccolo dettaglio’; gli adulti a volte ci aiutano, la scusa è “Ah! Non l’ho sentito, non ho ascoltato, non mi ricordo”; quando un adulto lo dice bisogna ripeterlo due volte perchè lì ci nascondiamo come scusante ed è una risposta facile e comoda. Ho viaggiato molto in oriente e ammiro la loro filosofia, straordinaria e grandiosa. In un centro zen c’era un maestro, teneva i suoi corsi, un alunno desiderava conoscere il maestro zen e apprendere quella meravigliosa filosofia, arrivò e si presentò. Il maestro gli disse: “Molto bene, iniziamo. Gradisci una tazza di té?”. L’alunno molto educatamente disse: “Sì maestro”. Gli mise la tazza di fronte, il maestro prese la teiera ed iniziò a riempire la tazza, continuava a versare il té finché la tazza traboccava ed iniziò ad uscire il té allagando il piattino, allagando la tavola fin sul pavimento, finché svuotò la teiera, svuotata la teiera la rimise al suo posto e l’alunno non disse nulla per timore, per educazione, si alzò e se ne andò. - 1 -

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La Montaña, 5 luglio 2016.

“La tazza di té”

Miei cari semi,

Sono sicura che avete già sentito parlare di ciò che desidero condividere con voi. Oggi la memoria è la notizia universale o virale, sul nostro bellissimo pianeta la parola magica per tutti è “l’ho dimenticato”, “non ricordo” o “non mi ricordo”. E’ certo che anche i bambini soffrono sempre più di quello che si direbbe ‘un piccolo dettaglio’; gli adulti a volte ci aiutano, la scusa è “Ah! Non l’ho sentito, non ho ascoltato, non mi ricordo”; quando un adulto lo dice bisogna ripeterlo due volte perchè lì ci nascondiamo come scusante ed è una risposta facile e comoda.

Ho viaggiato molto in oriente e ammiro la loro filosofia, straordinaria e grandiosa. In un centro zen c’era un maestro, teneva i suoi corsi, un alunno desiderava conoscere il maestro zen e apprendere quella

meravigliosa filosofia, arrivò e si presentò. Il maestro gli disse: “Molto bene, iniziamo. Gradisci una tazza di té?”. L’alunno molto educatamente disse: “Sì maestro”. Gli mise la tazza di fronte, il maestro prese la teiera ed iniziò a riempire la tazza, continuava a versare il té finché la tazza traboccava ed iniziò ad uscire

il té allagando il piattino, allagando la tavola fin sul pavimento, finché svuotò la teiera, svuotata la teiera la rimise al suo posto e l’alunno non disse nulla per timore, per educazione, si alzò e se ne andò.

Il giorno seguente salutò di nuovo il suo maestro e gli disse: “Ti offro una tazza di té” ed accadde la stessa cosa, iniziò a riempire la tazza, la riempì e di nuovo venne fuori dalla tazza, dal piattino, dalla tavola, fino a cadere sul pavimento; l’alunno ancora una volta non chiese e se ne andò.

E così passarono un giorno, due giorni, tre giorni, una settimana, due settimane, quando passò un mese l’alunno rispose: “Maestro è da un

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mese che vengo per ricevere la sua conoscenza ed è da un mese che non mi ha spiegato niente, che non mi ha detto niente”; e il maestro gli disse: “Mio caro alunno, è da un mese che ti sto dando lezioni ed è da un mese che non vuoi imparare”.

L’alunno lo guardò con gli occhi spalancati, non capiva e di nuovo il maestro zen gli disse: “Per riempire bisogna svuotare, se tu non vuoti il tuo bicchiere non potrai riempirlo, guarda, lascia da parte i tuoi pregiudizi, lascia da parte il tuo ego, lascia da parte il tuo orgoglio e quando svuoti il ‘perché’ delle cose, le tue pene, le tue sofferenze, i tuoi fallimenti, il dare la colpa ai tuoi genitori, il dare la colpa ai tuoi amici, il dare la colpa agli altri o come si dice in occidente ‘buttare la patata bollente al vicino’ o ‘le pietre sopra il tetto dei vicini’, bisogna solo svuotare per riempire.

Perché mangiate e lasciate che il vostro corpo oltrepassi i cento chili, una tonnellata?

Perché lasciate che la vostra testa scoppi di dolore, perché tenete dentro ciò che non vi piace, l’ego sempre ferito?

Perchè a volte avete acidità di stomaco? Non avete vuotato la tazza e quindi vi tenete dentro la rabbia.

Perché la notte a volte fate fatica a dormire o avete gli incubi? Perché la vostra coscienza non vi lascia tranquilli, durante la notte è il momento in cui vi ritrovate con la vostra coscienza, con l’Io Superiore, con l’Essenza e lì non ci sono menzogne né scuse, né si può giocare a nascondino”.

Così arrivano i rimproveri a se stessi: “Oggi non ho voluto fare questo lavoro, oggi mi sarei dovuto trattenere dal mangiare, ma ho preferito mangiare quello che mi piaceva e dopo quando mi sono guardato allo specchio non mi sono piaciuto, ho preferito starmene zitto quando il mio compagno o la mia compagna mi stava dando fastidio e non le ho detto ciò che pensavo, taccio sempre e non sono una persona che parla, preferisco tacere e

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non dire la mia opinione, mi piace lavorare individualmente, io non condivido con un’equipe, la convivenza mi dà fastidio, non mi piace”.

Così il maestro gli disse: “Questo è ciò che ti ho servito per un mese, la tazza piena che hai e che non vuoi svuotare, finché non svuoti non puoi riempire per questo perderete la memoria, per questo siete sempre nel passato, non c’è evoluzione dove non si vuole il cambiamento, non c’è evoluzione dove non si vuole vuotare il bicchiere”.

Molti figli preferiscono criticare i genitori con i loro amici o sbattere la porta della stanza, però dimenticano che il problema continua in loro stessi. Altri hanno quarant’anni e continuano ancora “I miei genitori si prendevano cura di me quando ero piccola”, ma adesso ha già quarant’anni. Altri sentono la mancanza dei dolci, di dolcezza, di affetto, di coccole, ma bisogna chiedersi Cosa do io per primo? Io lo do questo affetto, io la do questa dolcezza, sono attenta agli altri, condivido?”.

Per prima cosa vuoto il bicchiere e poi vedrò che la gente desidera riempirlo e aiutarmi a riempirlo, è così semplice La Enseñanza che tutti stanno cercando, ciò che hanno già dentro e non lo vedono, ciò che il cuore dice loro e non lo sentono e chiudono la loro anima in una prigione.

C’è una maestra molto brillante che un giorno mi ha risposto: “Jardinera tutto quello che hai spiegato lo sapevo già, meno una parola, quella parola non la conosco, ma sapevo tutto, tutto, tutto, l’Universo lo conosco già, so già chi è Dio, so già chi è tutto!”; e quindi: Cosa fai qui con gli umani? Perché non sei nell’Universo, perché non sei una santa, perché non sei un Iniziato? Ah semino, semino! Innanzitutto comprendi che se sei qui con noi umani, forse hai molto da insegnare e trasmettere. Perchè non lo fai? Guardati bene e arriverai a comprenderlo.

Ogni giorno l’Universo è attento nel darci una lezione ed ogni giorno dobbiamo sorprenderci, questa è la vita. La natura mi ha insegnato e mi ha dato tanto, non posso tacere, per questo approfitto di ogni istante per dirvi di amare la terra, di perdonare e soprattutto provare a mettervi al fianco degli altri quando subite un danno, una ferito, chiedetevi per prima

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cosa: Perchè lo hanno fatto? C’è sempre un motivo, sempre, prima di dire “Non me lo merito!”

Accettate il giorno dopo giorno e siate generosi, la generosità è gratuita, non si compera, si porta dentro. Tutti mi rispondete “Lo siamo Jardinera, tutti generosi e brave persone!” E avete ragione, però quando siete soli parlatevi con sincerità e con la vostra verità e Alleluya! Se non vi sbagliate, vi ripeto che i santi sono “In cielo”, questo è l’occhiolino perchè vi mettiate a ridere perchè la vita è anche allegria.

Sono davanti all’albero delle farfalle, stanno ballando attorno ai fiori, prima di attaccarsi al nettare, il fiore dell’albero delle farfalle ha un odore speciale, è un profumo di miele e solo le farfalle vi si posano.

Siate farfalle con la vostra bellezza e con la rinascita di ogni giorno.

Con tutto il mio amore,La Jardinera

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