Tavolozza

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I Promessi Sposi TAVOLOZZA di Cesare Canali a cura di Lucio Zaniboni Alessandro Manzoni casa editrice stefanoni

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di Cesare Canali

Transcript of Tavolozza

I Promessi Sposi

TAVOLOZZAdi

Cesare Canali

a cura di Lucio Zaniboni

Alessandro Manzoni

casa editrice stefanoni

I Promessi Sposi

Su iniziativa dellaGalleria d’Arte Bertoletti - Lecco

© Copyright 2009 Galleria d’Arte BertolettiVia Aspromonte, 37 - 23900 LeccoTel. 0341 287864 - [email protected]

proprietà artistica e letteraria riservata per tutti i paesiogni riproduzione, anche parziale, è vietata

ISBN: 978-88-6249-039-9

fotografie: Angelo Ripamonti

progetto graficostampacasa editrice stefanoni

I Promessi Sposi

TAVOLOZZAdi

Cesare Canali

a cura di Lucio Zaniboni

Alessandro Manzoni

casa editrice stefanoni

a Rossella,la compagna della mia vita

Prima o poi tutti, o quasi, gli artisti lecchesi sen-tono il bisogno di confrontarsi con Manzoni: sarà peri temi trattati o, più probabilmente, per il fatto di vi-vere e respirare gli stessi eterni paesaggi, fatti di lucefiltrata dal vento che increspa, leggero, il nostro lagoe splende sulle creste dentellate delle nostre magni-fiche montagne.

Così è anche Cesare Canali che rilegge i “Pro-messi Sposi” usando il colore come mezzo espressivo,riuscendo a rappresentare in immagini vagamentedefinite sentimenti di serena ispirazione.

Il contrasto dei colori usati, ora profondi e oraleggeri, sottolinea l’adesione con la pagina manzo-niana, in una lieve visione che stempera la potenzadella parola scritta in scene colte in una voluta, idil-lica semplicità.

Antonella Faggi

Lecco, 9 ottobre 2009

Comune di Lecco

Mai, in tutta la sua sterminata opera - filosofia,storia, saggi linguistici, poesia, tragedie, le quattroversioni del suo romanzo - Manzoni si è occupato diarti figurative; eppure il suo totale silenzio al riguardoè compensato dalla più straordinaria fortuna visivagoduta in Italia da uno scrittore.

Dall’apparizione della prima edizione dei “Pro-messi Sposi” nel 1827 centinaia e centinaia di pittorie illustratori si sono cimentati, con alterni risultati,con il suo capolavoro.

Sono talmente tanti che è impossibile contarlitutti ma questo suo successo figurativo continuaanche oggi impetuoso.

Dei “luoghi manzoniani” scriveva Gaetano Pre-viati da Lecco, mentre stava illustrando il romanzo:“Vi è troppa cretineria in queste tradizioni - anzi, vistele località e i ruderi e i luoghi menzionati - si direbbemeglio che vi è della turlupinatura, se appunto la pic-colezza di una quantità di teste che si esprimonotutto il giorno non fosse lì a dimostrare che è megliopropendere sempre nell’ammettere la buona fede”.

Per questo il grande pittore ferrarese ribaltatutto: “Tutta l’aneddotica [...] l’ho sempre trascurataper accentuare questa parte storica e d’arte grandeche nessuno ancora ha messo in veduta”.

La forza e l’originalità della traduzione visiva diPreviati, partecipe lettura interiore del capolavoromanzoniano, resta ad oggi insuperata, ma la sfida

degli artisti continua imperterrita.Questo eterno lavoro sul romanzo che si protrae

da quasi due secoli conduce ad una sua rilettura cheè sempre nuova: ricomincia ininterrottamente ognivolta per il pittore che lo affronta.

Gli esiti sono i più diversi ma, ogni volta, diven-tano un atto d’amore per il Grande Lombardo, il ten-tativo di sfiorare, per un attimo almeno, le veritàinsondabili della sua opera.

Gian Luigi DaccòDirettore del Sistema Museale Urbano Lecchese

Lecco, 11 settembre 2009

Ben volentieri e con gioia accetto l’invito del galle-rista Ercole Bertoletti di esprimere alcune mie impres-sioni sul volume di rappresentazione grafica del pittoreCesare Canali riguardante i personaggi e gli avveni-menti del capolavoro manzoniano “I Promessi Sposi”.

Tale gesto non lo compio per semplice cortesia,ma per sentita convinzione: là dove viene illustratavisivamente, con un notevole tratto artistico, l’operaimmortale di Alessandro Manzoni, lì troviamospunti nuovi per ravvivare in noi l’originalità e l’iden-tità della nostra cara Lecco.

Abbiamo bisogno di pittori come Cesare Canaliche ci aiutino, con le loro opere di alto valore poe-tico, a ritrovare le energie vitali, civili e religiose.

E’ dalla contemplazione di tali opere che pos-siamo ricuperare quel supplemento di anima, tantonecessario per affrontare la crisi attuale, sia econo-mica che esistenziale, come opportunità per qual-cosa ancora più grande.

mons. Franco Cecchinprevosto e decano di Lecco

Lecco, 20 luglio 2009

Presentazione

Non sono molti i capisaldi del pensiero, delle lettere,dell’arte o delle scienze che hanno inciso così profon-damente nella formazione delle generazioni italiane,dal Novecento ai giorni nostri, come Aristotele, DanteAlighieri, William Shakespeare, Giacomo Leopardi,Alessandro Manzoni, Pablo Picasso e Albert Einstein.

Particolare sviluppo nella scuola del nostro paeseha avuto, e continua ad avere, lo studio delle operemanzoniane, in ispecie le tragedie, gli “Inni sacri” ei “Promessi Sposi”.

Quest’ultima opera, per la letteratura italiana, co-stituisce l’affermazione di un genere nuovo: il romanzostorico che già all’estero aveva trovato sostenitori nelloscrittore scozzese Walter Scott che voleva celebrare ilpassato del suo paese, ricreandone l’ambiente e le tra-dizioni, e del critico francese Claude Fauriel.

Così nei “Promessi Sposi”, insieme al pretesto let-terario del ritrovamento di un manoscritto anonimocui dare forma accessibile ai contemporanei, si avvi-cendano fatti e personaggi storici a quelli inventivi.

L’opera impegnò l’autore in un lungo camminodi scrittura e riscrittura per un arco di tempo di circaun ventennio, con rielaborazione linguistica per laquale il Manzoni affermò di avere ‘risciacquato ipanni in Arno’.

Nel continuo lavoro di rielaborazione stilistica e or-ganica egli ricusa il classicismo della tradizione e asse-gna alla lingua toscana viva il compito di comunicatività

immediata, facendo coincidere il linguaggio scritto conquello parlato, aderendo così al romanticismo intesocome rinnovamento e rifiuto di ogni preziosismo ededonismo letterario.

L’opera accorda il pessimismo originato dalla ne-gatività della storia reale con l’ottimismo ideativo del-l’autore ed esprime un’idea religiosa, alta e rincuorante,per la quale Dio è protagonista della storia umana eogni avvenimento, anche il più funesto, trova una suaragione d’essere nel piano provvidenziale celeste.

Nella narrazione all’autore è affidato un ruolo de-miurgico, mentre la parte morale non si limita a ri-sarcimento nella vita ultraterrena, ma ha possibilitàd’intervento negli eventi quotidiani.

I “Promessi Sposi”sviluppano un duplice frontestorico e creativo: i fatti storici sono la cornice, sce-nario gli accadimenti inventivi.

Il paesaggio, nella cui descrizione il Manzoni ma-nifesta chiaramente amore per un territorio, e attac-camento per la sua gente laboriosa, è quellolombardo, in particolare del “borgo”di Lecco con lesue bellezze naturali: il fiume Adda (cui in età giova-nile aveva dedicato un idillio), dalla voce inconfon-dibile agli abitatori delle sue rive, il lago, la cerchiadei monti con il San Martino, il Resegone... poi Mi-lano e la terra bergamasca.

Ad una prima edizione dal titolo “Fermo e Lucia”seguì una nuova stesura provvisoria: “Gli Sposi pro-

messi”. Con successiva revisione, l’autore approdò allaredazione definitiva con titolo “I Promessi Sposi”.

L’opera reca come sottotitolo “Storia milanesedel secolo XVII scoperta e rifatta da A. Manzoni”.

L’impasto storico/inventivo prende origine dalmancato matrimonio di due giovani popolani delcontado lecchese per imposizione al curato da partedi due sgherri, su mandato del signorotto locale.

Elementi storici della narrazione sono il malgo-verno spagnolo, la carestia, la guerra, la calata deilanzichenecchi e la peste. Storici pure alcuni perso-naggi: il cardinale Borromeo, il gran cancelliere Fer-rer, l’Innominato (Bernardino Visconti), la monaca diMonza (Virginia Maria De Leyva)…

La trattazione, in naturale sequenza, al di fuoridi ogni ricerca di trovate e compiacimenti formali, èaffidata alla lingua toscana con grande immedia-tezza per una vera comunione col lettore. Numerosele inclusioni di indagine e puntuale documentazionestorica in quanto il Manzoni mira al rispetto della ve-rità e d’ogni personaggio a una fisionomia conformea carattere reale.

Siamo nel romanticismo lombardo, disgiunto edifferente da quello d’oltralpe, (perlopiù esasperantesentimenti e passioni), che invece mira a un genereletterario socialmente e moralmente impegnato, rin-novato nelle tematiche e destinato a una letteratura‘popolare’.

La conversione del Manzoni e la sua adesionepiena alla morale cattolica, dopo il passaggio dellamoglie Enrichetta Luigia Blondel di religione calvini-sta a quella cattolica e una profonda rilettura deimaggiori apologisti francesi del cattolicesimo, in par-ticolare del giansenista Pascal, trasformano il suoscetticismo in profonda umanità e vigore morale.

Di grande impronta quindi nei “Promessi Sposi”è il timbro umano, non sentimentale, ad accompa-gnare situazioni dolorose in passi indimenticabilicome “La madre di Cecilia”.

Analogamente possente la vena satirico/umori-stica, lascito della pungente verve illuministica.

L’opera all’alto valore sociale e morale abbina unpatrimonio di stile, indagine psicologica, studio dei ca-ratteri, ironia e, come già accennato, fede religiosa.

Ora è facile comprendere come vi sia un intimolegame, quasi un cordone ombelicale, tra il capola-voro letterario manzoniano e la città di Lecco che hadedicato al cantore delle sue meraviglie naturali, e aipersonaggi di cui narra, vie e piazze.

C’è nella città lariana sempre vivo il senso dellapreziosa eredità ricevuta e ne avviene il riconosci-mento con i percorsi manzoniani, gli studi promossidalle istituzioni o dagli enti locali, l’apertura quoti-diana alle visite di villa Manzoni, con i suoi cimeli, lericostruzioni storiche e inventive…

Trova senso allora l’adesione completa al tessutodel romanzo con localizzazioni anche ai personaggifantastici, a promozione culturale e turistica. In que-st’innocente giuoco d’immagine, che ritroviamo inogni paese che abbia la fortuna di gloriarsi di ungrande letterato, si è facilitati dal progetto narrativoin quanto il Manzoni, mentre indaga a fondo l’inte-riorità dei protagonisti, mettendone in luce discerni-mento e incoerenza nel comportamento, non indugianei particolari, nelle descrizioni minuziose di tratti so-matici e nella precisazione dei luoghi, ad eccezione dialcuni punti fermi: Lecco, Pescarenico, la Valsassina...

Da questi dati deriva anche ogni possibilità im-maginativa del lettore e figurativa per gli artisti chedall’opera traggono ispirazione all’iconografia.

Non sono poche le edizioni illustrate dei “Pro-messi Sposi” e numerose le tavole a loro dedicate.Diverse, ovviamente, le pubblicazioni lariane; fratutte ci limiteremo a citare il volume “I PromessiSposi” con immagini di Nino Lupica, promosso dalConsorzio Agrario Interprovinciale Como-Sondrio el’edizione del catalogo della mostra di Piero Mag-gioni alla Villa Manzoni, edito dal Comune cittadino.Indimenticabili infine per validità artistica le raffigu-razioni di Orlando Sora e Aligi Sassu.

Ora, per iniziativa del gallerista lecchese ErcoleBertoletti, che alla passione per l’arte unisce il piùvivo interesse per la città che il romanzo esalta, ènata questa serie d’illustrazioni originate dai “Pro-messi Sposi”, affidata alla sensibilità artistica del pit-tore oggionese, nativo di Valmadrera, Cesare Canaliche ha lavorato con impegno e partecipazione.

Non sono mancati ripensamenti e rifacimenti, in-dice di senso critico e umiltà nell’esecuzione, inquanto forte nel pittore, e in ognuno che ha contri-buito alla realizzazione del libro, è il senso d’inade-guatezza rispetto alla statura di Alessandro Manzonie della sua opera.

Ci sembra che le figurazioni di Canali, in tecnicamista e olio, ennesimo omaggio lecchese al grandeletterato, si connotino per freschezza e all’agilità delsegno, alla personale tonalità coloristica, uniscanol’elemento precipuo della narrativa manzoniana, valea dire lo studio dei caratteri, la ricerca della verità deiprotagonisti e il ruolo di ognuno nel disegno divinodella storia umana.

Nell’incontro di don Abbondio con i bravi, scenache origina il quadro narrativo, Canali, di là della pre-occupazione dei singoli particolari (reticella verde sulcapo dei due bravi in attesa del curato, cinturone di

cuoio, corno ripieno di polvere…) dà risalto al-l’espressione, mirando all’anima del racconto.

Parimenti nel ricorso alla legge di Renzo, nel dia-logo con Azzeccagarbugli, si propone di fare emer-gere l’ironia di una situazione paradossale: la vittimaritenuta artefice dell’azione ribalda.

Non siamo di fronte ad un’iconografia che si af-fida all’edonismo estetico, pur se tesa a dare a segnoe cromatismo funzione di primo piano, ma com’èfondamentale nell’arte, a contenuti ed emozioni.

Il lavoro di Canali, suggerito dalle pagine immor-tali dell’assertore della Provvidenza divina nel nostrocammino esistenziale, ricerca plasticità, dinamicità epartecipazione, vuoi che si tratti dell’addio ai monti,al momento della fuga di Renzo e Lucia da Pescare-nico, della narrazione della peste con la straziante fi-gura della madre di Cecilia o dello sdegno di padreCristoforo di fronte alla tracotanza e la sardonicaperfidia di don Rodrigo alla richiesta di ‘restituire aldiritto la sua forza’.

A noi pare che il pittore abbia cercato, e vi sia riu-scito, di porsi in sintonia con lo spirito dell’operamanzoniana, ma il giudizio definitivo sugli esiti nonspetta chiaramente alle parti in causa; ci teniamo inogni caso a ricordare che il volume è, e vuole essere,soprattutto, un segno della nostra affezione alla cittàdi Lecco e al grande letterato lombardo.

Lucio Zaniboni

Nell’affrontare questo viaggio di rappresenta-zione grafica e pitttorica dei personaggi e degli av-venimenti dei “Promessi Sposi”, perché di un vero eproprio viaggio si tratta, dall’addio alle persone e alpaesaggio, così cari ai due protagonisti, alla scopertadella città, di un mondo nuovo, alla cruda realtà dellafame, carestia, peste; il pathos della morte che è unfilo costante nel racconto, l’attaccamento alla fedecome unica risorsa, nella speranza di quello che verràe la piena fiducia nella giustizia divina, ho cercato diprivilegiare, nella rappresentazione dei miei disegni,il taglio psicologico nei ritratti e nelle situazioni sa-lienti dei vari personaggi: i loro tormenti nell’affron-tare un percorso che non avevano scelto.

Renzo e Lucia che volevano sposarsi, vivere in-sieme una vita normale, saranno costretti a sottostarealla violenza e alla sopraffazione di altre persone: laStoria col suo seguito travolgerà tutto e tutti.

La tecnica che ho usato è il disegno a china sup-portato dall’acquarello con colori caldi: giallo, aran-cione, rosso per meglio accentuare la tensione chetraspare dai volti o nei gesti dei vari protagonisti chevia via si snodano nella lunga e travagliata vicenda.

Cesare Canali

I Promessi Sposi

20

L’incontro di don Abbondio con i bravi, cm. 28x35,2, acquarello e inchiostro.

...Signor curato, l’illustrissimo signor don Rodrigo nostro padrone la riverisce caramente.Questo nome fu, nella mente di Don Abbondio, come, nel forte d’un temporale notturno, un lampo... (CAP. I)

21

Don Abbondio e Perpetua, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...-Oh per amor del cielo! Quando dico niente, o è niente o è cosa che non posso dire... (CAP. II)

22

Renzo da Don Abbondio, cm. 28x32, acquarello e inchiostro.

...-Ah! ah! parlerà ora, signor curato? Tutti sanno i fatti miei, fuori di me...-Renzo! Renzo! per carità, badate a quel che fate; pensate all’anima vostra... (CAP. II)

23

I capponi di Renzo, cm. 24,5x35, acquarello e inchiostro.

...domandò dell’abitazione del dottore... All’entrare, si sentì preso da quella soggezione che i poverelli illetterati provano in vicinanza d’un signore... ma diede un’occhiata ai capponi, e si rincorò... (CAP. III)

24

Renzo incontra il dottor Azzeccagarbugli, cm. 23x32,5, acquarello e inchiostro.

...Renzo, ritto davanti alla tavola, con una mano nel cocuzzolo del cappello......s’alzò dal suo seggiolone, e cacciò le mani in quel caos di carte...-Sapete leggere, figliuolo?... (CAP. III)

25

Fra Galdino visita Agnese e Lucia, cm. 25x35, acquarello e inchiostro.

...Qui ricomparve Lucia, col grembiule così carico di noci, che lo reggeva a fatica,... (CAP. III)

26

Lodovico uccide in duello il nobile arrogante, cm. 28x40,5, acquarello e inchiostro.

...Lodovico mirava piuttosto a scansare i colpi e a disarmar il nemico, che ad ucciderlo...Cristoforo, vedendo il suo padrone nell’estremo pericolo, andò col pugnale addosso al signore... (CAP. IV)

27

Fra Cristoforo incontra il fratello dell’ucciso, cm. 25x35, acquarello e inchiostro.

...e, chinando la testa rasa, disse queste parole: - io sono l’omicida di suo fratello. Sa Iddio se vorrei restituirglielo a costo del mio sangue; ma, non potendo altro che farle inefficaci e tarde scuse, la supplico d’accettarle per l’amor di Dio... (CAP. IV)

28

Fra Cristoforo accolto al convito di Don Rodrigo, cm. 28x35,4, acquarello e inchiostro.

...Un certo conte Attilio, che stava seduto in faccia...-ehi! ehi! - gridò: non ci scappi, padre riverito: avanti, avanti-... (CAP. V)

29

Il colloquio tra fra Cristoforo e don Rodrigo, cm. 25x35, acquarello e inchiostro.

...Alzando la sinistra con l’indice teso verso Don Rodrigo, e piantandogli in faccia due occhi infiammati: – La vostra protezione!... (CAP. VI)

30

La riluttanza di Lucia, cm. 24,5x35, acquarello e inchiostro.

...Ah Renzo! non abbiam cominciato così. Io voglio essere vostra moglie,...ma per la strada diritta, col timor di Dio, all’altare. Lasciamo fare a Quello lassù... (CAP. VI)

31

Il tentativo di matrimonio, cm. 25x35, acquarello e inchiostro.

...Don Abbondio le aveva buttato sgarbatamente il tappeto sulla testa e sul viso, per impedirle di pronunziare intera la formula... (CAP. VII)

32

La partenza, cm. 25x35, acquarello e inchiostro.

...Essi s’avviarono zitti zitti alla riva ch’era stata loro indicata; videro il battello pronto,... (CAP. VII)

33

Addio monti, cm. 24,2x33,6, acquarello e inchiostro.

...Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo,... (CAP. VIII)

34

L’incontro con la monaca di Monza, cm. 25x35, acquarello e inchiostro.

...e vide una finestra d’una forma singolare, con due grosse e fitte grate di ferro,...e dietro quelle una monaca ritta...- Accostatevi, quella giovine...- disse la signora a Lucia, facendole cenno col dito... (CAP. IX)

35

Il principe e sua figlia Gertrude, cm. 23x33, acquarello e inchiostro.

...Continuò dicendo che, quand’anche...caso mai...che avesse avuto prima qualche intenzione di collocarla nel secolo, lei stessa ci aveva messo ora un ostacolo insuperabile,...La misera ascoltatrice era annichilita... (CAP. X)

36

Gertrude prende i voti, cm. 27,5x41, acquarello e inchiostro.

...Dopo dodici mesi di noviziato,...si trovò al momento della professione,...e fu monaca per sempre... (CAP. X)

37

Renzo giunge a Milano, cm. 25x34,5, acquarello e inchiostro.

...Renzo guardò più attentamente, e vide che quel gran corpo era la sottana che la donna teneva per il lembo, con dentro quanta farina ce ne poteva stare,... (CAP. XI)

38

Milano in rivolta per il pane, cm. 25x35, acquarello e inchiostro.

...e, mescolati poi con gli uni e con gli altri, c’eran coloro che avevan fatto disegno sopra un disordine più co’ fiocchi. – Al forno! al forno! – si grida... (CAP. XII)

39

Il cancelliere Antonio Ferrer, cm. 25x35, acquarello e inchiostro.

...- viva Ferrer! Non abbia paura. Lei è un galantuomo. Pane, pane!- Sì; pane, pane, - rispondeva Ferrer;...abbondanza, lo prometto io,... (CAP. XIII)

40

L’arringa di Renzo, cm. 24,5x35, acquarello e inchiostro.

...- signori miei! – gridò, in tono d’esordio: - devo dire anch’io il mio debol parere?...Non è vero, signori miei, che c’è una mano di tiranni, che fanno proprio al rovescio de’ dieci comandamenti e vanno a cercar la gente quieta,... (CAP. XIV)

41

Renzo all’osteria, cm. 24x34, acquarello e inchiostro.

...Quando questa faccia avrà fatto andare in galera il signor don...basta, lo so io; come dice in un altro foglio di messale compagno a questo; quando avrà fatto in maniera che un giovine onesto possa sposare una giovine onesta... (CAP. XIV)

42

L’oste denuncia la presenza di un forestiero, cm. 24,5x35, acquarello e inchiostro.

...- Ohe! che prepotenza è questa? – gridò Renzo, ritirando il braccio... (CAP. XV)

43

Renzo viene arrestato, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...Renzo adunque, appena furono in istrada, cominciò a girar gli occhi in qua e in là,...-figliuoli! mi menano in prigione, perché ieri ho gridato: pane e giustizia... (CAP. XV)

44

Renzo dopo essersi liberato scappa, cm. 24x33, acquarello e inchiostro.

...uscì, senza che nessuno gli dicesse nulla; ma il cuore di dentro faceva un gran battere... (CAP. XV)

45

Renzo raggiunge la riva bergamasca, cm. 22x30,5, acquarello e inchiostro.

...dava ogni tanto un’occhiata ombrosa alla riva da cui s’allontanavano, e poi una impaziente a quella dov’eran rivolti,... (CAP. XVII)

46

Attilio riesce nel suo intento, cm. 24x32,5, acquarello e inchiostro.

...C’è da quelle parti un frate cappuccino che l’ha con Rodrigo; e la cosa è arrivata a un punto che... (CAP. XVIII)

47

Il conte zio invita il padre provinciale che s’impegna, cm. 24x31, acquarello e inchiostro.

...- No punizione, no: un provvedimento prudenziale, un ripiego di comune convenienza, per impedire... (CAP. XIX)

48

Il rapimento di Lucia, cm. 24x30, acquarello e inchiostro.

...quando l’altro compagno (era il Nibbio), afferrandola d’improvviso per la vita, l’alzò da terra... (CAP. XX)

49

L’Innominato aspetta Lucia, cm. 28,5x40,5, acquarello e inchiostro.

...Da un’alta finestra del suo castellaccio, guardava da qualche tempo verso uno sbocco della valle; ed ecco spuntar la carrozza,... (CAP. XX)

50

Lucia chiede pietà all’Innominato, cm. 24x33, acquarello e inchiostro.

...- Sono una povera creatura: cosa le ho fatto? In nome di Dio... (CAP. XXI)

51

Il cardinale Federigo accoglie l’Innominato, cm. 22,5x35, acquarello e inchiostro.

...- oh! – disse: - che preziosa visita è questa! e quanto vi devo esser grato d’una sì buona risoluzione; quantunque per me abbia un po’ del rimprovero!... (CAP. XXIII)

52

Don Abbondio e l’Innominato accompagnano Lucia, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...La comitiva si mosse quando l’Innominato fu anche lui a cavallo.La sua fronte s’era rialzata; lo sguardo ripreso la solita espressione d’impero... (CAP. XXIV)

53

Il rimprovero a don Abbondio, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...monsignore illustrissimo, avrò torto...- E non sapete voi che il soffrire per la giustizia è il nostro vincere?... (CAP. XXV)

54

Lucia lascia il suo paese per la seconda volta, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...disse per la seconda volta addio al paese, con quel senso di doppia amarezza, che si prova lasciando un luogo che fu unicamente caro,... (CAP. XXVI)

55

Lucia a casa di donna Prassede, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...- Ebbene? – le diceva – non ci pensiam più a colui? - Io non penso a nessuno, - rispondeva Lucia. Donna Prassede non s’appagava d’una risposta simile;… (CAP. XXVII)

56

Renzo e il lettore interprete, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...Renzo, poco mancò che non se la prendesse col lettore interprete: tremava, inorridiva, s’infuriava, di quel che aveva capito, e di quel che non aveva potuto capire. Tre o quattro volte si fece rileggere il terribile scritto,... (CAP. XXVII)

57

Carestia, miseria, mendicanti: Milano è allo stremo, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...appoggiati alle cantonate, accovacciati sulle lastre,...chiedendo pietosamente l’elemosina,...facce dilavate del basso paese,...tutte con occhi incavati, con isguardi fissi,... (CAP. XXVIII)

58

Il passaggio dei Lanzichenecchi, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...Eran vent’otto mila fanti, e sette mila cavalli; e scendendo dalla Valtellina per portarsi nel mantovano, dovevan seguire tutto il corso che fa l’Adda per due rami di lago...

li metteva a sacco addirittura; ciò che c’era da godere o da portar via, spariva; il rimanente, lo distruggevano o lo rovinavano;... (CAP. XXVIII)

59

I Lanzichenecchi giungono nel territorio di Lecco, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...Lasciato così solo, s’affacciava alla finestra, guardava, tendeva gli orecchi; e vedendo passare qualcheduno, gridava con una voce mezza di pianto e mezza di rimprovero: - fate questa carità al vostro povero curato...Possibile che nessuno mi voglia aiutare!... (CAP. XXIX)

60

La peste a Milano, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...morti per lo più celeri, violente,... (CAP. XXXI)

61

11 giugno: il cardinale guida la solenne processione, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...la processione uscì sull’alba dal duomo. Andava dinanzi una lunga schiera di popolo,... (CAP. XXXII)

62

Don Rodrigo ammalato di peste, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...- Ah! traditore infame...Via canaglia!... Aiuto! – grida don Rodrigo; caccia una mano sotto il capezzale, per cercare una pistola;... (CAP. XXXIII)

63

La madre di Cecilia, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...Scendeva dalla soglia d’uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna,...Portava essa in collo una bambina... (CAP. XXXIV)

64

Renzo si reca al lazzaretto e s’imbatte in fra Cristoforo, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...- Guarda sciagurato!, – E mentre con una mano stringeva e scoteva forte il braccio di Renzo, girava l’altra davanti a sé, accennando quanto più poteva della dolorosa scena all’intorno,... (CAP. XXXV)

65

Renzo incontra don Rodrigo sul letto di morte, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...riconobbe don Rodrigo, e fece un passo indietro;...stava l’infelice, immoto; spalancati gli occhi ma senza sguardo;...- Tu vedi! – disse il frate,... (CAP. XXXV)

66

Fra Cristoforo scioglie il voto di Lucia, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...disse, a voce più alta, a Lucia: - con l’autorità che ho dalla Chiesa, vi dichiaro sciolta dal voto di verginità,...e liberandovi da ogni obbligazione che poteste averne contratta... (CAP. XXXVI)

67

Finalmente sposi, cm. 28x35, acquarello e inchiostro.

...i due promessi andarono, con sicurezza trionfale, proprio a quella chiesa, dove, proprio per bocca di don Abbondio, furono sposi,... (CAP. XXXVII)

Ritratti

70

Lucia, cm. 21x30, olio su tavola.

71

Renzo, cm. 22x26, olio su tavola.

72

Don Abbondio, cm. 20,5x28, olio su tavola.

73

La monaca di Monza, cm. 23x32,5, olio su tavola.

74

Agnese, cm. 20x28, olio su tavola.

75

Fra Cristoforo, cm. 32,5x21, olio su tavola.

76

Don Rodrigo, cm. 21x30, olio su tavola.

77

Azzeccagarbugli, cm. 22x34, olio su tavola.

78

L’Innominato, cm. 22x28, olio su tavola.

79

Il cardinale Borromeo, cm. 21x29, olio su tavola.

80

Il Griso, cm. 22x27, olio su tavola.

81

Alessandro Manzoni, cm. 25x35, olio su tavola.

82

Il conte Attilio, cm. 22x30, olio su tavola.

Tecnica a olio

84

L’incontro di don Abbondio con i bravi, cm. 90x100, olio su tela.

85

Renzo si reca dal dottor Azzeccagarbugli, cm. 80x80, olio su tela.

86

Colloquio tra fra Cristoforo e don Rodrigo, cm. 70x100, olio su tela.

87

Lodovico uccide in duello il nobile arrogante, cm. 90x100, olio su tela.

88

La partenza, cm. 80x100, olio su tela.

89

L’addio ai monti, cm. 60x70, olio su tela.

90

L’incontro con la signora di Monza, cm. 90x100, olio su tela.

91

Milano in rivolta per il pane, cm. 100x100, olio su tela.

92

Il cancelliere Antonio Ferrer, cm. 80x80, olio su tela.

93

Il rapimento di Lucia, cm. 90x100, olio su tela.

94

Lucia chiede pietà all’Innominato, cm. 70x100 , olio su tela.

95

Il cardinale Federigo accoglie l’Innominato, cm. 70x100, olio su tela.

96

Portava essa in collo una bambina (la piccola Cecilia), cm. 80x100, olio su tela.

97

Renzo incontra don Rodrigo, cm. 100x100, olio su tela.

Paesaggi

100

La casa di Lucia, cm. 36x23,5, olio su tavola.

101

Il convento di fra Cristoforo, cm. 35x23, olio su tavola.

102

Il ponte di Lecco, cm. 35x20, olio su tavola.

103

Pescarenico: piazza Era, cm. 35x25, olio su tavola.

104

Pescarenico, cm. 35x23, olio su tavola.

Si ringraziano:

dott.ssa Antonella Faggi

dott. Gian Luigi Daccòdirettore del Sistema Museale Urbano Lecchese

mons. Franco Cecchinprevosto e decano di Lecco

Finito di stamparenel mese di dicembre 2009

presso lacasa editrice stefanoni - lecco