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TARVISIO-ROMAM

30 marzo-5 aprile 2016

DIARIO di BORDO

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Giovedì 31 marzo 2016

Dopo l’arrivo a Roma la sera del 30 marzo 2016, la mattina successiva abbiamo dato inizio alla prima fase del gemellaggio con i ragazzi della classe II A Ginnasio del liceo classico “Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II”.

Nell’auditorium del convitto, la professoressa Mariarosa Mortillaro ci ha illustrato gli itinerari

della nostra permanenza a Roma. In seguito, abbiamo partecipato al “Conloquium telephonicum sine filis”, una sorta di telefono senza fili in lingua latina, che ci ha invitati alla conoscenza

reciproca, attraverso lo scambio di esperienze scolastiche.

Figura 1 interno del Colosseo

Mangiato il pranzo al sacco fornito dal

convitto, seduti tra le pietre dell’entrata del Colosseo, siamo entrati

nell’anfiteatro accompagnati da una

guida. Fin da subito, le sensazioni più

comuni a noi ragazzi sono state la

meraviglia di poter calpestare il medesimo

pavimento dei nostri antenati. Inoltre ci

ha investiti un senso di maestosità e di

imponenza nel vedere una struttura così

possente. Le spiegazioni sono state

interessanti, specialmente perché,

avendo già studiato l’antica Roma, è stato per noi facile contestualizzare le

informazioni sul monumento.

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La tappa successiva è stata la chiesa di S.

Stefano Rotondo, caratterizzata da una

pianta circolare e dal contrasto tra un

interno elaborato ed un esterno barbarico.

Gli affreschi, dai colori vivaci,

rappresentavano i martirii di alcuni santi.

L’atmosfera incantata era dovuta alla luce soffusa, proveniente da una piccola finestra

tonda.

Figura 2 Santo Stefano rotondo

In seguito, passando per l’arco di Dolabella, siamo giunti alla chiesa di Ss. Giovanni e

Paolo, che sorge sull’omonima piazza. Questa chiesa maestosa ci ha colpiti per la

ricchezza degli ornamenti: grandi lampadari a

goccia pendevano dal soffitto. Anche qui la

luce che scarseggiava rendeva l’ambiente più misterioso. Inoltre c’erano affreschi, vetrate e decorazioni auree che erano rese più

significative per la luce del tramonto.

Al termine della visita, passando per la

strada “Clivo di Scauro”, abbiamo raggiunto la metropolitana e siamo tornati a casa delle

nostre famiglie ospitanti.

Matteo Baffa, Anna Bonacorsi,

Costantino Lancianese, Anita Casellato

Figura 4 SS. Giovanni e Paolo al Celio

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Venerdì 1 aprile 2016 Il secondo giorno del nostro viaggio a Roma è stato assai impegnativo,poiché abbiamo camminato parecchio e visitato molti luoghi, ma allo stesso tempo molto interessante ed emozionante. Venerdì mattina alle 8:00 in punto, come ci eravamo accordati, noi, i nostri compagni "gemelli" e i professori, ci siamo ritrovati alla stazione della metroLepanto per andare a San Giovanni. Lì abbiamo preso l'autobus per recarci nella Via Appia Antica presso il Gruppo Storico Romano etrascorrere una mattinata particolare che ci ha riportati nell'antica Roma. Mentre ci incamminavamo pensavamo a cosa ci avrebbe aspettato dopo ed eravamo trepidanti nell'attesa di passare una mattinata come gli antichi gladiatori! Appena entrati, la prima cosa che ci ha colpito è stata l'ambientazione: il posto era molto suggestivo poiché riproduceva il tipico accampamento romano, con tanto di arena, in modo molto realistico. Abbiamo subito incontrato

la nostra guida,decisamente un uomo un po' particolare: alto e imponente, parecchio forzuto e dal carattere audace. Ci ha dato il benvenuto e successivamente ci ha condotti in una sala, che ospitava il museo degli antichi soldati romani, alla quale si poteva accederepassando sotto ad uno speciale camminamento. Nella sala vi erano armature, armi, utensili e oggetti vari che venivano usati nella Roma antica. Lì abbiamo ascoltato la sua breve ma piacevole lezione sulla storia romana, durante la quale ha fatto pure intervenire qualcuno di noi, rendendo il tutto più divertente con qualche battuta sarcastica.

Figura 3 Clivo di Scauro

Figura 5 Arco di Druso

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Successivamente la guida ci ha portati nell'arena, che riproduceva quella tipica di un tempo. Dopo averci fatto sedere sulle scalinate, ci ha introdotto alcune mosse di difesa personale con una breve lezione, utili soprattutto al giorno d'oggi. Dopodiché ci ha spiegato alcune mosse che venivano eseguite nei campi d'addestramento degli antichi romani con la spada. Quindi è arrivato il momento più atteso, ovvero quello in cui tutti noi abbiamo preso le nostre spade e ci siamo posizionati nell'arena, e dopo aver osservato le mosse che lui ci mostrava abbiamo provato anche noi a farle! Il tutto è stato molto divertente specialmente il momento in cui la nostra guida, alla fine dell'allenamento, ci ha distribuito i nostri attestati. Quindi siamo andati tutti a pranzo, chi in un bar poco distante dal posto, chi invece lì nell'accampamento, e finita la pausa ci siamo diretti al museo di porta San Sebastiano. Quest'ultima è una tra le porte, che si trovano nelle mura Aureliane, sulla Via Appia Antica. Anche lì abbiamo visitato il museo con una guida molto preparata che ci ha illustrato sia la parte interna delle mura che la parte esterna, spiegandoci dettagliatamente la storia delle mura.

E' stato molto bello quando salendo su una stretta scala a chiocciola siamo andati nel punto della massima altezza di queste mura, da dove si poteva vedere tutto il panorama, ed è stato uno spettacolo mozzafiato. Dopo aver scattato qualche foto in quel posto abbiamo fatto una passeggiata sull'Appia Antica chiacchierando tra di noi, fino ad arrivare al sepolcro degli Scipioni. Per entrarvi abbiamo dovuto dividerci in piccoli gruppi e visto che eravamo in tanti abbiamo aspettato parecchio, ma non è stato per niente noioso visto che ne abbiamo approfittato tutti per legare di più con i nostri amici romani ed è stato molto divertente. Per entrare nel sepolcro

dovevamo metterci una cuffia per i capelli e un caschetto giallo ed è stato parecchio buffo! Lì abbiamo ascoltato alcuni nostri compagni romani che ci hanno illustrato molto precisamente la storia del sepolcro e le incisioni in latino della tomba. Infine siamo ritornati indietro - molto stanchi ! - e abbiamo preso tutti l'autobus per ritornare a Lepanto e successivamente ognuno a casa propria. E' stata una giornata impegnativa ma ricca di emozioni e priva di momenti morti, visto che la compagnia non mancava! I luoghi visitati sono stati interessanti e le spiegazioni chiare e piacevoli, il risultato è che per noi è stata una giornata soddisfacente e appassionante dal punto di vista sia culturale sia personale.

Figura 6 Mura Aureliane da Porta San Sebastiano

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Anna Barchiesi, Viola Monte, Marco Morandin

Figura 7 Tomba degli Scipioni

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Sabato 2 aprile 2016

Terzo giorno: è stata una giornata molto intensa, ricca di scoperte, di emozioni, di incontri, di nuovi

paesaggi.

Dopo un piccolo percorso in pullman abbiamo iniziato la giornata con la visita alle catacombe di

San Callisto; la visita è stata molto interessante, grazie alla giovane guida molto preparata che ci ha

permesso di apprezzare al meglio gli aspetti storici del luogo: siamo rimasti stupiti dalla sistemazione

e dalla disposizione delle catacombe. E’ stato molto suggestivo camminare nei cunicoli semibui e

vedere le nicchie che ospitavano i defunti. Anche se le nicchie erano situate una sopra l’altra fino a

raggiungere altezze considerevoli non abbiamo sentito una sensazione di claustrofobia grazie alla

cura della realizzazione con cui già gli antichi romani erano riusciti a creare un sistema di aereazione.

Lungo il percorso ci siamo fermati in particolare davanti alla tomba di Santa Cecilia, che è

ricordata da una statua la quale riprende puntualmente la posizione in cui è stata trovata la martire:

la guida ci ha fatto notare la posizione del capo reclinato e delle tre dita aperte ad indicare la trinità,

simbolo della religione cristiana.

E’ stata una visita molto intensa perché abbiamo potuto toccare con mano e, fisicamente,

ripercorrere il cammino dei primi cristiani e vedere gli splendidi affreschi presenti nelle cappelle

annesse.

Usciti con il pullman ci siamo recati al lago di Albano; ci siamo divisi in due gruppi che si sono

alternati nella visita in battello sul lago, mentre il primo potuto apprezzare i dettagli faunistici e la

biodiversità del paesaggio tipicamente di origine vulcanica, il secondo poteva cimentarsi in un gioco

a squadre finalizzato all’approccio alla biologia attraverso il riconoscimento di fiori e piccoli animali

del luogo.

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Grazie alle spiegazioni delle guide abbiamo scoperto che in questo luogo, si dice, siano stati allattati

dalla lupa Romolo e Remo, i due figli di Rea Silvia, e abbiamo finalmente potuto immergerci

completamente nel paesaggio incontrato in tante versioni di latino.

Il pranzo ci ha permesso di assaggiare ed apprezzare la famosa porchetta romana ed è stato un

momento conviviale per ristorarci e approfondire la conoscenza dei nostri gemelli; terminato il

pranzo, abbiamo fatto una breve sosta a Castel Gandolfo dove abbiamo potuto gustare un gelato

ed acquistare qualche souvenir.

Abbiamo visto, esternamente, la residenza estiva del papa e, ripreso il pullman, siamo tornati a

Roma dove ci siamo rilassati passeggiando lungo la via Appia Antica, una strada che sin

dall’antichità collegava l’Urbe con Brindisi, città strategica per raggiungere la Grecia.

Le case di pietra con i gelsomini in fiore, il profumo nell’aria, gli alberi verdeggianti, la strada con la

pavimentazione lastricata con le tracce dei carri degli antichi romani, hanno creato un clima di

tranquillità che è stato piacevolmente percepito da tutto il gruppo.

Giunti, dunque, al termine della giornata ci siamo riavviati nelle case delle rispettive famiglie per poi

ritrovarci in piccoli gruppi a cenare insieme; nel dopocena ci siamo ritrovati tutti in piazza Cavour

dove, insieme a una moltitudine di ragazzi, abbiamo trascorso la serata allegramente vivendo come i

nostri coetanei romani.

Licia Bonaldo, Francesco De carlo,

Ludovica Mayer

Figura 8 Ingresso delle Catacombe di San Callisto

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Figura 9 Appia Regina Viarum

Figura 10 Lago di Albano

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Domenica 3 aprile 2016

Figura 11 Santa Maria in Cosmedin

La giornata inizia alle ore 10.30 presso la Chiesa di Santa Maria in Cosmedin, luogo in cui ci

eravamo dati appuntamento con tutti gli altri gemelli. Nel posto in cui sorge oggi la chiesa, prossimo

al Tevere, al Foro Boario e al Circo Massimo, sorgeva in epoca imperiale la Statio Annonae, il

servizio che gestiva l'approvigionamento e la distribuzione di cibo al popolo romano. Entrati

all'interno della chiesa, assistiamo alla messa di rito greco bizantino. La cerimonia è stata molto

interessante e al termine di essa, il prete ci invita a bere un caffè nella sua canonica. Appena usciti

dalla chiesa, i nostri compagni romani ci rivelano alcune curiosità sulla chiesa, tra queste l'etimologia

del sostantivo "Cosmedin" che deriva dal greco "kosmidiov" che significa ornamento. Dall'esterno la

facciata a capanna della chiesa presenta un portico con sette arcate, cui si sovrappongono sette

finestre; il campanile in stile romanico a sette piani (risalente al XII secolo) invece si erge in posizione

decentrata (verso destra). Dopo una breve pausa nella piazza a ridosso della chiesa, continuiamo la

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nostra passeggiata.

Figura 12 Veduta dei Fori

Camminando in direzione del Campidoglio, ci fermiamo in corrispondenza dei Fori Imperiali per una

pausa fotografica. I Fori Imperiali costituiscono una serie di piazze monumentali edificate nel corso

di un secolo e mezzo (tra il 46 a.C. e il 113 d.C.) da parte degli Imperatori.

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Figura 13 Il Campidoglio con la statua equestre di Marco Aurelio

Verso le 13.30 arriviamo presso la piazza del Campidoglio per la pausa pranzo. Di fronte al palazzo

senatorio sorge la statua di Marco Aurelio che fu trasportata nella Piazza del Campidoglio dalla

Piazza del Laterano per volere di Paolo III, nel 1538, e posta sopra un elegante piedistallo

disegnato da Michelangelo. Nel 1981 la statua, attaccata dalla corrosione dell'inquinamento, è

stata rimossa. Oggi, ritrovato l'originale splendore, può essere ammirata all'interno dei Musei

Capitolini; sul piedistallo, nella piazza, è stata posta una copia. E' la prima piazza moderna di Roma

creata su progetto di Michelangelocui Paolo III affidò la realizzazione di una piazza monumentale.

Dopo aver mangiato, l'appuntamento è alle 14.30 presso la fermata dell'autobus 87, direzione: San

Giovanni in Laterano. Visitare tutti questi posti è stato davvero emozionante e se la messa della

mattina è stata interessante, il pomeriggio lo sarà ancora di più, dal momento che andremo a visitare

la Cattedrale più famosa di Roma.

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Figura 14 San Giovanni in Laterano

Alle ore 15.00 arriviamo presso San Giovanni in Laterano, dove ci aspetta il nostro "cicerone" che

ci illustrerà e spiegherà la chiesa; la guida si presenta immediatamente coinvolgente. La cattedrale è

stata costruita dopo la battaglia di Ponte Milvio e per terminarla ci hanno impiegato circa 10 anni

(324). Entrati all'interno della chiesa osserviamo che ci sono cinque navate separate da colonne in

marmo verde di stile corinzio e alle pareti sono presenti molti affreschi di grandi dimensioni, che sono

posti per lo più nella parte più alta delle pareti. La nostra sensazione è subito quella di inferiorità

rispetto alle imponenti dimensioni di quella cattedrale. In seguito ci rechiamo immediatamente presso

la cattedra, dal latino cathèdra, con il significato di "luogo su cui ci si siede", cioè seggio.

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Figura 15 San Giovanni in Laterano la cattedra

Il papa fino al 1990 per essere davvero chiamato in questo modo doveva sedersi sulla cattedra di

San Giovanni in Laterano. Sulla cattedra sono raffigurati un aspide (aspis), un drago (draco), un

leone (leo) e un basilisco (basiliscus, animale metà gallo metà serpente). Inoltre sulla cattedra c'è un

mosaico di Nicolò IV (1220/1230). E' stato molto emozionante sapere che su quella cattedra fino

a non tanti anni fa si sedevano i papi. Dal IV secolo fino al termine del periodo avignonese, in cui il

papato si spostò ad Avignone, il Laterano, fu l'unica sede del papato. La dimora lateranense,

annessa alla basilica fu la residenza dei Papi per tutto il Medioevo. Il Laterano, quindi, fu da questo

periodo fino al XIV secolo la sede e il simbolo del papato; il cuore della vita della Chiesa. Vi furono

ospitati anche cinque concili ecumenici.

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Figura 16 San Giovanni in Laterano, chiostro

visita del chiostro della cattedrale, altare della Maddalena e Basilica martiriale (fatta costruire da

Clemente XII e a cui è correlata una cripta dove vi è la tomba di Papa Silvestro II).

Dopo queste visite, ognuno di noi ritorna alla propria abitazione con i rispettivi gemelli con la

sensazione di aver aggiunto qualcosa al nostro bagaglio personale.

Thomas Bottacin, Francesco Califano, Giada Mazzeo, Rebecca Zilio

Lunedì 4 aprile 2016

La mattina del 4 Aprile noi studenti della VC, una volta svegli, eravamo pronti e pieni di energia per

affrontare il quinto giorno della nostra permanenza a Roma. Dopo essere giunti al convitto

frequentato dagli studenti romani, ci siamo recati in auditorium consapevoli di ciò che ci aspettava di

lì a poco. Proprio per questo, ognuno di noi era molto nervoso e agitato. Il motivo? Una dura prova

a cui avremmo partecipato di lì a poco, ovvero una versione di latino, senza l’utilizzo del dizionario, da

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svolgere in coppia col corrispettivo gemello. Una volta ricevuto il materiale, l’ansia si è impadronita di noi, causata dalla consapevolezza che il test da affrontare avrebbe inciso sul nostro rendimento

scolastico.Non appena il tempo a disposizione è cominciato, ogni coppia si è adoperata nel migliore

dei modi, nonostante l’ignoranza di svariati termini contenuti nel brano. Il testo era di media difficoltà, ma tutti quanti eravamo così concentrati e intenti a tradurre nel migliore dei modi, da

sorvolare su ciò che non sapevamo identificare per dedicarci maggiormente alle strutture più

semplici. La versione riguardava Alarico,trattava del periodo durante il sacco di Roma nel 410. La

struttura sintattica non era poi cosi tanto difficile, piuttosto ciò che ha creato più difficoltà è stato

proprio il fatto di non conoscere sufficientemente tutto il lessico che la versione conteneva,

essendo pure senza dizionario abbiamo avuto parecchi problemi con gli ambiti semantici di molte

parole che non avevamo mai incontrato.

Terminate le due ore a disposizione, pur preoccupati, abbiamo sperato che la prova non fosse

andata così male, consolandoci comunque pensando all’entusiasmante giornata che ci attendeva.

Ci siamo recati allora alla fermata dell’autobus dove siamo saliti sul mezzo per arrivare al Ghetto

Ebraico alle 10.30 del mattino. Il tragitto è stato abbastanza stancante soprattutto perché

eravamo in tanti dentro un autobus di ristrette dimensioni che già conteneva altri passeggeri.

Arrivati al Ghetto ci siamo presentati ad una guida che ci ha concesso la grande opportunità di

esplorare per la prima volta quei luoghi che la maggior parte di noi visitava per la prima volta. Siamo

quindi giunti alla sinagoga di grandi dimensioni e così riccamente decorata da farci rimanere tutti

senza parole. Dopo essere entrati, i maschi hanno dovuto indossare la kippah, ovvero un copricapo,

in segno di rispetto come vuole la cultura ebraica.

Una volta iniziato a parlare, abbiamo potuto constatare che la nostra guidaera benpreparata e

coinvolgente, infatti da parte di noi studenti c’è stato subito grande interesse, tanto che vi erano

numerose manialzate per porre eventuali domande e chiedere curiosità.

Figura 17 Sinagoga, interno

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Alla sinagoga la guida ci ha illustrato ogni particolare dell’edificio. Si trattava di una grande

costruzione molto simile ad una chiesa poiché, come affermato dalla guida stessa, era l’unico punto di riferimento per l’edificazione di un luogo sacro. Era veramente maestoso, ed ogni fregio e decorazione sembrava far incombere su coloro cheentravano una presenza divina. Il soffitto blu era

tempestato di piccole stelle dorate, mentre sulle colonne e ogni pilastro erano incisi versi ebraici.

Del tutto assenti, invece, erano le raffigurazioni sacre, proprio perché la religione stessa ne vieta la

riproduzione. Il tutto quindi portava alla creazione di un’atmosfera di suggestione e grandezza, tant’è che ognuno di noi si è sentito di infima importanza in confronto all’imponenza della costruzione. Inoltre, nella sinagoga i posti a sedere erano assegnati ognuno ad un determinato

fedele, per questo era presente, davanti al posto di ognuno, una cassettina in legno contenente

qualche avere personale.

Dopo aver appreso ogni più piccola informazione di quel luogo a noi sconosciuto, siamo rientrati nel

museo, dove abbiamo partecipato ad una visita tenuta dalla stessa guida. Qui quest’ultima ci ha mostrato degli oggetti simbolici della cultura ebraica, quali la Torah, ovvero l’insieme di leggi ebraiche. Quest’ultima consisteva in un rotolo di carta di grandi dimensioni, intoccabile a mani nude,

coperto poi da un tessuto riccamente decorato. Inoltre, nel museo, abbiamo anche visto dei tipici

abiti ebraici e abbiamo appreso alcune delle festività più importanti di questa cultura.

In seguito siamo stati partecipi di un filmato in cui dei superstiti dei campi di concentramento

raccontavano la loro esperienza, accompagnati dalla guida che ha integrato la visione del video a

qualche ulteriore informazione.

Abbiamo poi nuovamente seguito quest’ultima dentro un’altra sinagoga, questa volta di dimensioni ridotte. Al contrario della

precedente, questa sinagoga

somigliava molto meno ad una chiesa

cristiana e maggiormente ad una

semplice stanza, e in più era disposta in

maniera differente. Anche qui

la guida ci ha illustrato le varie

funzioni degli oggetti sacri, e dopo

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aver partecipato a questa spiegazione, stanchi e affamati ci siamo recati a pranzare.

Poiché dopo la pausa ci attendeva la visita al ghetto, siamo rimasti nei pressi dell’area ebraica.

Fortunatamente era una bella giornata assai soleggiata, e anche se le temperature erano

sicuramente più alte dei giorni precedenti, il caldo non era per nulla opprimente. Abbiamoquindi

deciso di assaggiare specialità della gastronomia giudaico-romana. Ad ogni modo, dopo il pranzo, ci

siamo tirati su il morale con un gelato, anche per ricaricarci e prepararci alla visita turistica a cui

avremmo partecipato di lì a poco.

Terminata la pausa abbiamo visitato il ghetto con la medesima guida. Sebbene non ci fosse molto

da camminare, le soste tra una spiegazione e l’altra ci sembravano sempre troppo distanti e poco durature. Probabilmente il motivo era determinato dal fatto che il tempo era soleggiato, ma la

temperatura, al contrario dell’ora precedente, fin troppo alta, perciò tutti noi eravamo accaldati e

non riuscivamo a concentrarci al meglio sulle ottime spiegazioni della guida. Figura 18 Sinagoga, esterno

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Ad ogni modo abbiamo visitato molti luoghi particolari ed interessanti come la fontana delle

tartarughe, costruzione della quale non eravamo a conoscenza. Il ghetto ebraico era perlopiù

un’area ristretta, nella quale la maggior parte degli edifici era stata ricostruita recentemente.

Camminare per quei luoghi,

riflettendo sulle vicende accadute

dove posavamo i piedi, ci ha

permesso di renderci conto

maggiormente di quanto la società

nella quale abitiamo oggigiorno sia

così differente da quella realtà.

Dopo aver finito la visita al ghetto,

stanchi ma entusiasti, siamo tornati

nelle case dei nostri gemelli. Lì ci

siamo preparati per la serata che ci

attendeva, e pieni di aspettative ci siamo recati ad un ristorante, dove con i nostri compagni

trevigiani e romani accompagnati dai loro genitori abbiamo cenato. Finito di mangiare, abbiamo

assistito alla premiazione dei vincitori di un’attività alla quale avevamo partecipato il primo giorno, e sperando ognuno in cuor suo di far parte della squadravincente, abbiamo poi festeggiato coloro

che avevano ottenuto il punteggio più alto.

La serata, tra chiacchiere e risate, è trascorsa velocemente, concludendosi con la gioia e la

spensieratezza da parte di ognuno di noi. La cena, infatti, è stata una tra le tante buone

opportunità per legare con gli altri ragazzi, e ha permesso di dare una degna conclusione alla

bellissima esperienza a cui abbiamo avuto il privilegio di partecipare.

Martedì 5 aprile 2016

Martedì 5 Aprile 2016 Nella giornata di martedì 5 Aprile abbiamo avuto l'occasione di visitare il p

alazzo del Quirinale, la fontana di Trevi e piazzadi Spagna. La sede del presidente della Repubbl

ica si presenta in tutto il suo splendore attraverso i magnifici affreschi presenti al suo interno, gli a

Figura 19 Fontana delle tartarughe

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razzi, i molteplici orologi da tavolo ed i maestosi lampadari. Attraverso questa bellissima esperienza

abbiamo potuto immedesimarci nelle più grandi personalità dell'epoca, che hanno potuto risiedere

in questo bellissimo palazzo. La magnificenza e le regali decorazioni che caratterizzano il Quirinale

ci hanno fatto intendere quanto fossero importanti, tanto sotto il punto di vista politico quanto sot

to quello religioso, coloro che hanno vissuto e che hanno avuto l'onore di essere ospitati nell’attuale residenza del presidente della Repubblica italiana.

Successivamente ci siamo diretti alla fontana di Trevi, uno dei più bei monumenti d’Italia e simbolo

di Roma nel mondo. Restaurata da poco, appare in tutta la sua bellezza, data dal gioco dei riflessi

della luce nelle sue acque cristalline la rende agli occhi di tutti un’opera d'arte degna di Roma. Abb

iamo avuto l'occasione di fare molte foto questo famosissimo monumento della quale avremo tutti u

n bellissimo ricordo.

Poi è arrivato il tanto atteso momento dello shopping, durante il quale abbiamo potuto pranzare in

compagnia dei nostri gemelli romani e fare acquisti di ogni genere. In seguito al ritrovo di tutti i com

ponenti del gemellaggio in piazza di Spagna ci siamo diretti tristemente, con la metropolitana, vers

o la stazione dei treni di Roma-Termini, dove ci siamo dati l'ultimo saluto. Tra abbracci e scene di

commozione e tristezza, per la nostra partenza, ci siamo augurati tutti di rivederci presto e, malgrad

o non volessimo abbandonare i nostri gemelli, siamo saliti sul treno delle 17:10 diretto a Venezia.

ARRIVEDERCI, ROMA!

Matteo Manente, Giulia Mencarelli, Francesca Tarolo, Paola Zuliani

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Figura 20 Gemelli d'Italia!