Taisen Deshimaru Roshi

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Taisen Deshimaru Roshi Una coscienza arcaica che dipinge il futuro "Una persona, per esporre il Sutra del Loto deve entrare nella stanza del Tathagata (il Dôjô), indossare l'abito del Tathagata (il Kesa), sedere sul seggio del Tathagata (Zazen) e, stando nell'assemblea senza timore, predicare diffusamente…. Grande pietà e compassione sono la stanza, gentilezza e pazienza sono la veste, vacuità di tutti i fenomeni è il seggio: dimorando in esse esponga la Legge." (Dal capitolo X del Sutra del Loto). Si lasciò il Giappone alle spalle. A Vladivostok prese la transiberiana con destinazione la vecchia Europa. Giunse a Parigi sul finire del 1967, in tempo per assistere al lancio di cubetti di porfido e di molotov da parte degli insorti sui CRS che rispondevano con il lancio di lacrimogeni e manganellate. I primi volevano "La fantasia al potere", i secondi, guadagnarsi il pane mantenendo al potere l'"arido oppressore". “Perché venni in Europa? Senza dubbio m'ispirai a Bodhidharma, che nel VI secolo dopo Cristo partì dall'India per andare in Cina a diffondere la Via dello Zen". Così s’interroga e si risponde Deshimaru nella sua autobiografia. Al suo arrivo in Cina Bodhidharma fu ricevuto dall'Imperatore con il quale ebbe un franco scambio di vedute che gli costò un lungo soggiorno nelle grotte di Shaolin. Deshimaru a Parigi, fu accolto da un gruppo di salutisti che gli offrirono ospitalità nel retrobottega di un negozio di macrobiotica. Sia l'uno sia l'altro portarono con se l'abito del Risveglio, il seggio del Tathagata e solida fede nel sostegno che il Tathagata concede a chi espone la sua Legge. Per nove anni Bodhidharma sedette in solitudine in Zazen rivolto al muro in attesa del discepolo a cui trasmettere il Buddha Dharma. Per anni Deshimaru sedette nel retrobottega esortando uno sparuto gruppo di esistenzialisti, hippie, miscredenti, seguaci dell'olismo, curiosi e disperati a "tendere la nuca e rientrare il mento". Fuori, giovani e meno giovani, marciavano nelle strade al grido di "Vogliamo tutto e subito”. Dal suo seggio Deshimaru indicava nella mutazione irreversibile, l’accettazione del divenire, e nel non attaccamento, le condizioni che rendono possibile l’interpretazione di se stessi nella libertà. Voce rauca e profonda, volto leonino, sorriso luminoso, orecchie ben disegnate e lobi possenti: Deshimaru s’immerse completamente, con passione e gratuitamente, nella grande saga della vicenda Umana. Propose il più sottile e affascinante dei "Giochi di ruolo" disegnando scenografie, scrivendo dialoghi, inventando personaggi e relazioni, lui stesso regista delle sue interpretazioni e interprete delle sue regie (giocatore-giocato). Il "Grande edificatore" nei quindici anni trascorsi in Europa, non si risparmiò in nulla, indagò in tutte le direzioni (arte, calligrafia, filosofia, scienze cognitive, religione, sociologia….) con grande creatività e fantasia. Incontrò migliaia di persone, note e meno note. Molti diventarono suoi discepoli. In tutta Europa favorì l'apertura di luoghi di pratica e nella Valle della Loira fondò il primo Grande Tempio d'occidente, La Gendronnière. Un giorno prese l'aereo e tornò da dove era venuto per curarsi il fegato. Morì in un letto d'ospedale e fu cremato. Nessuno lo rivide più. Se non ché, così come per l'ebreo errante, si mormora che……

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Taisen Deshimaru Roshi Una coscienza arcaica che dipinge il futuro "Una persona, per esporre il Sutra del Loto deve entrare nella stanza del Tathagata (il Dôjô), indossare l'abito del Tathagata (il Kesa), sedere sul seggio del Tathagata (Zazen) e, stando nell'assemblea senza timore, predicare diffusamente…. Grande pietà e compassione sono la stanza, gentilezza e pazienza sono la veste, vacuità di tutti i fenomeni è il seggio: dimorando in esse esponga la Legge." (Dal capitolo X del Sutra del Loto). Si lasciò il Giappone alle spalle. A Vladivostok prese la transiberiana con destinazione la vecchia Europa. Giunse a Parigi sul finire del 1967, in tempo per assistere al lancio di cubetti di porfido e di molotov da parte degli insorti sui CRS che rispondevano con il lancio di lacrimogeni e manganellate. I primi volevano "La fantasia al potere", i secondi, guadagnarsi il pane mantenendo al potere l'"arido oppressore". “Perché venni in Europa? Senza dubbio m'ispirai a Bodhidharma, che nel VI secolo dopo Cristo partì dall'India per andare in Cina a diffondere la Via dello Zen". Così s’interroga e si risponde Deshimaru nella sua autobiografia. Al suo arrivo in Cina Bodhidharma fu ricevuto dall'Imperatore con il quale ebbe un franco scambio di vedute che gli costò un lungo soggiorno nelle grotte di Shaolin. Deshimaru a Parigi, fu accolto da un gruppo di salutisti che gli offrirono ospitalità nel retrobottega di un negozio di macrobiotica. Sia l'uno sia l'altro portarono con se l'abito del Risveglio, il seggio del Tathagata e solida fede nel sostegno che il Tathagata concede a chi espone la sua Legge. Per nove anni Bodhidharma sedette in solitudine in Zazen rivolto al muro in attesa del discepolo a cui trasmettere il Buddha Dharma. Per anni Deshimaru sedette nel retrobottega esortando uno sparuto gruppo di esistenzialisti, hippie, miscredenti, seguaci dell'olismo, curiosi e disperati a "tendere la nuca e rientrare il mento". Fuori, giovani e meno giovani, marciavano nelle strade al grido di "Vogliamo tutto e subito”. Dal suo seggio Deshimaru indicava nella mutazione irreversibile, l’accettazione del divenire, e nel non attaccamento, le condizioni che rendono possibile l’interpretazione di se stessi nella libertà. Voce rauca e profonda, volto leonino, sorriso luminoso, orecchie ben disegnate e lobi possenti: Deshimaru s’immerse completamente, con passione e gratuitamente, nella grande saga della vicenda Umana. Propose il più sottile e affascinante dei "Giochi di ruolo" disegnando scenografie, scrivendo dialoghi, inventando personaggi e relazioni, lui stesso regista delle sue interpretazioni e interprete delle sue regie (giocatore-giocato). Il "Grande edificatore" nei quindici anni trascorsi in Europa, non si risparmiò in nulla, indagò in tutte le direzioni (arte, calligrafia, filosofia, scienze cognitive, religione, sociologia….) con grande creatività e fantasia. Incontrò migliaia di persone, note e meno note. Molti diventarono suoi discepoli. In tutta Europa favorì l'apertura di luoghi di pratica e nella Valle della Loira fondò il primo Grande Tempio d'occidente, La Gendronnière. Un giorno prese l'aereo e tornò da dove era venuto per curarsi il fegato. Morì in un letto d'ospedale e fu cremato. Nessuno lo rivide più. Se non ché, così come per l'ebreo errante, si mormora che……