T305_ASSAGGIAMI

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LA PRIMAVERA SI ACCENDECON LE SERIE PASSION.

Che siano ambientate in moderne metropolio sullo sfondo di grandi epoche passate,

le passioni roventi sono garantite!

Dal 4 aprile

Dal 10 aprile

Un cocktail frizzante di desiderio e trasgressione:storie sexy dal mood contemporaneo.

Quando scandalo e seduzionesi incontrano nell’Alta Società

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Kellan è un ex playboy in cerca di riscatto. E quando incontra Chloe, bellissima e

sexy,capisce che è l’unica che potrà più desiderare. Nel corpo e nell’anima,

lui l’avrà: a qualunque costo, anche a quello di mettere in pericolo la sua stessa vita.

UN NUOVO IMPERDIBILE ROMANZO DELLA SERIE PRIMAL INSTICTS,

fi rmato RHYANNON BYRD.

A GRANDE RICHIESTA, arriva in edicola la trilogia fi rmata AMANDA STEVENS: La Signora dei Cimiteri.

“Un perfetto primo capitolo per unatrilogia.” New Journal of Books

“La Stevens è in grado di creare un’ineguagliabile atmosfera, piacevole e agghiacciante al tempo stesso.”H.Graham, NY Times Bestselling Author

Sono Amelia Gray e restauro cimiteri. Sono condannata a poter vedere i morti, ed è un’esperienza angosciante. Non li posso guardare, non devo far loro capire che li vedo, o sono perduta. Ultimamente però tutto è diverso. E io spero di trovare delle risposte, prima che tutto ciò possa uccidermi. THE RESTORER, l’imperdibile primo romanzo dell’agghiacciante trilogia fi rmata A. Stevens.

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Titoli originali delle edizioni in lingua inglese: Have Me Want Me

Harlequin Blaze © 2012 Jolie Kramer © 2012 Jolie Kramer

Traduzione di Caterina Pietrobon Traduzione di Viola Marchi

Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto

di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con

Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

persone della vita reale è puramente casuale.

Harmony è un marchio registrato di proprietà Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

© 2013 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

Prima edizione Harmony Temptation aprile 2013

Questo volume è stato stampato nel marzo 2013 presso la Rotolito Lombarda - Milano

HARMONY TEMPTATION

ISSN 1591 - 6707 Periodico mensile n. 305 dello 04/04/2013

Direttore responsabile: Alessandra Bazardi Registrazione Tribunale di Milano n. 128 dello 07/03/2001

Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA

Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - 20090 Segrate (MI)

Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171

Harlequin Mondadori S.p.A.

Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano

JO LEIGH

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Dove 6? Rebecca Thorpe non si preoccupò di rispondere all'sms della sua amica Bree perché non ce n'era alcun bisogno. Stava già risalendo il vialetto di accesso al seminterrato del-la chiesa di St. Mark per il loro scambio bimensile di pasti con in mano i contenitori per cibi congelati. Non era quel fardello però ad averle rallentato il passo. Estrasse la mano dalla tasca del cappotto e fissò di nuovo la card con la quale aveva giocherellato fino a un quarto d'ora prima. Da quando Shannon Fitzgerald aveva lanciato l'idea di servirsi di cartoline per pubblicizzare maschi disponibili, il gruppo scambio-pasti - che al momento contava diciassette membri - era stato travolto da una frenesia di appuntamenti. Il concetto alla base era l'essenza stessa della semplicità: o-gni partecipante proponeva alle altre uomini liberi che ri-spondevano ai requisiti richiesti. Amici, parenti, tipi con cui loro non erano andate particolarmente d'accordo, non im-portava. A un tratto si erano ritrovate per le mani un gruppo già selezionato di uomini, nessuno dei quali sapeva di esse-re membro di quella cernita esclusiva. Sulla carta Gerard le era sembrato ideale. Bello, alto, dai tratti scuri, aveva conseguito la laurea a Cambridge ed era arrivato a New York per lavorare alle Nazioni Unite. Era molto elegante e vestiva da sogno. L'aveva portata a cena da

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Babbo, cosa che era in sé una sicurezza. Sfortunatamente, come con gli altri tre uomini-cartolina con cui era uscita, tra loro non c'era stata alcuna scintilla. Non era escluso che l'avrebbe rivisto perché Gerard era af-fascinante e avevano molti interessi in comune, ma non era lui quello che lei cercava. Dieci minuti ed entrambi avevano capito che tra loro non c'era alcuna magia. Ma lei, per quan-to delusa, non ne era rimasta sorpresa. Era troppo esigente, ecco. O quasi. Non sapeva esatta-mente quali criteri dovesse soddisfare il suo lui, ma era cer-ta di non averlo ancora trovato. Non aveva mai avuto fortu-na con gli uomini e la cosa si collegava sia con il fatto che apparteneva alla famiglia Winslow sia con i suoi gusti. Co-munque fosse, il risultato non cambiava: non aveva mai le-gato a lungo con un uomo e le cartoline non avevano accre-sciuto la sua fortuna. E così, con tutto il rispetto per la trovata, lei ne aveva ab-bastanza. Niente più cartoline, niente più manovre, niente più appuntamenti al buio. Basta cercare e basta sperare. Se avesse incontrato qualcuno mentre faceva quello che amava fare, bene, se no, era lo stesso. A ventotto anni non significava che non ci avrebbe mai più provato. Un compa-gno lo voleva e forse anche dei bambini. Ma in quel mo-mento il lavoro le bastava. Anzi, era anche troppo. Le la-sciava a stento il tempo per vedere gli amici, andare al cine-ma, a teatro o per leggere un libro. Lei usciva dal gioco. Ba-sta. Decisa e con un freddo tremendo addosso, entrò nella chiesa e nell'istante in cui ne oltrepassò la soglia, il coro delle voci femminili delle sue amiche la salutò. In fondo la gioia nella vita dipendeva solo in parte da un uomo. «Eccoti!» la salutò Bree, raggiungendola vicino a uno dei tavoli. «Charlie aveva scommesso che non ce l'avresti fatta con quella cena di beneficenza alle porte.» Rebecca iniziò ad ammucchiare i pasti che aveva prepa-rato. «E allora che cosa hai vinto?»

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«Qualcosa di succoso che ti farebbe arrossire.» Rebecca fu lieta di non doverne ascoltare i dettagli. Char-lie Winslow era il suo cugino preferito e, anche se lei aveva giocato un ruolo fondamentale nel metterlo insieme a Bree, c'erano cose che preferiva ignorare. «Se sei felice tu, lo so-no anch'io. E Charlie ha ragione. Quella cena mi sta facen-do impazzire. Chiedere soldi oltretutto è una cosa che dete-sto.» «Sì, ma sarai d'accordo con me che è dura gestire un ente benefico senza fondi.» «Lo so. Ma se per sfamare i donatori mi servono diverse centinaia di migliaia di dollari, la cosa non ha poi molto senso. Sono soldi che si potrebbero usare in altro modo.» Bree, carinissima con i jeans aderenti e la maglia con cappuccio color cammello, le batté una mano sul braccio. «Potresti sempre servire loro una cena stile mensa per i po-veri. E chi vuole intendere, intenda.» «Ci ho anche pensato, ma i loro soldi mi servono davve-ro. E poi il Four Seasons non è rinomato per la sua atmosfe-ra da mensa della parrocchia.» «Allora ricordati continuamente quanto bene fa la Win-slow Foundation e mungili a dovere.» Rebecca scoppiò a ridere proprio nel momento in cui Shannon comparve sulla soglia. La rossa sapeva bene come fare un ingresso teatrale. «Le nuove cartoline, ragazze!» an-nunciò sollevando una scatola della stamperia di famiglia. «Uomini nuovi di zecca. E deliziosi. Stavolta avete superato voi stesse. Parola mia.» Rebecca ritrovò la cartolina di Gerard che aveva preso al secondo incontro con le amiche. Il primo aveva avuto luogo all'inizio di febbraio e quello era solo il terzo scambio-uo-mini, troppo presto per dire quanta fortuna avrebbe avuto in generale una simile iniziativa. Nessun appuntamento però era stato disastroso ed era già qualcosa. Si diresse verso il tavolo centrale dove avevano messo tutte le cards, indecisa se ributtare Gerard nel mucchio. Per

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un istante fu tentata di scordarsi di aver già gettato la spu-gna. Doveva riprovarci? Un'ultima volta? L'idea fu scartata nel momento in cui ricordò che cosa l'attendeva in ufficio. Anche se avesse voluto ritentare, non era quello il momen-to. Mancava una settimana alla cena - con tanto di orchestra e sala da ballo - e sarebbe stato un miracolo se solo avesse trovato il tempo di dormire. Qualcuno le diede uno spintone. Ma insomma! Ma dov'e-rano finite? Alle svendite di Barneys? Rebecca lasciò cade-re la cartolina di Gerard sulle altre e stava già pensando di togliersi di torno, quando qualcosa di sottile le punzecchiò il fianco. Sollevò la cartolina prendendola dall'angolo che spuntava da sotto la montagnetta di immagini. Jake Donnelly. Appe-na osservò la foto tutto quel che di donna c'era in lei prese vita. Non aveva mai visto un single tanto attraente. Mai. Non era uno dei più appariscenti, ma la sua bellezza consi-steva di proporzioni, disinvoltura e tendenze culturali. Sì, Jake Donnelly era l'uomo che faceva per lei. Non si era mai resa conto di avere sempre avuto in testa una copia ciano-grafica che riportava le caratteristiche specifiche del partner ideale, fin nei minimi particolari, come per esempio lo spes-sore delle sopracciglia. E le sue erano folte, scure. Scure come i capelli, lunghi fino al colletto della camicia, naturali e... Oh, ma chi voleva prendere in giro? Era per gli occhi. Erano di un blu incredi-bile. Non chiari, ma di un azzurro intenso e penetrante. Il resto del volto era magnifico, un insieme perfetto che man-dava in estasi le parti di lei che non erano state trafitte dal suo sguardo. Estasi? Okay, non erano alle svendite di Barneys, erano al liceo e lei stava andando in brodo di giuggiole. Solo che al liceo non le era mai accaduto. La cosa era senza prece-denti sotto ogni aspetto. Sbatté le ciglia, si sforzò di trarre un respiro profondo e si guardò intorno. Proprio come nei film, i suoni ripresero a

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farsi sentire, la concentrazione non fu più solo sulla cartoli-na che teneva in mano e lei tornò a essere Rebecca. Quasi. Voltò la cartolina e scoprì che Donnelly lo consigliava Katy Groft. Rebecca le si avvicinò facendosi strada tra le ragazze accalcate intorno al tavolo. «Oh, hai trovato Jake» osservò la ricercatrice di fisica. «Ti prego, dimmi che è davvero come nella foto.» Katy le sorrise. «Oh, è anche meglio.» «Oddio.» Rebecca non osò guardare in quale categoria rientrava: matrimonio, appuntamenti o incontro da una not-te. Non prima di chiedere: «L'hanno già preso?». «No, sei fortunata.» «Oh, grazie al cielo. Perché... Wow, è...» Katy sospirò. «Eh, sì, un vero peccato. Perché è un teso-ro. È divertente e molto discreto. Ma non ne vuole sapere di mettersi con qualcuno. È molto riservato e se per te questo è un problema...» «Riservato va benissimo. Riservato e discreto ancora me-glio. Lo puoi chiamare? Probabilmente adesso è al lavoro.» «Non hai letto sul retro?» Rebecca si sentì arrossire leggermente. «Ehm...» Voltò la cartolina. - Ristorante preferito: Luigi's Pizza al Windsor Terrace. - Matrimonio, appuntamento, una notte? Una notte. - Passione segreta: Boh. Sta ristrutturando la casa del pa-dre a Brooklyn. -Attente a: A niente, a dire il vero. È fantastico. L'ho cono-sciuto tramite mio zio, di cui ho assoluta fiducia. - Non ha funzionato perché: Nulla di tremendo. Divertente e sexy, ma non sa che cosa fare della sua vita. Alla risata di Katy, Rebecca strappò gli occhi dalla foto di Jake. «Che c'è?» «Niente. Ora lo chiamo.»

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«Oh, sarebbe fantastico.» Il lavandino non cooperava. Quello stramaledetto figlio di buona donna pesava da morire e il tizio sul DVD del Fal-lo da te! parlava troppo velocemente. Doveva tornare indie-tro. Sollevò il lavabo tra le braccia mettendolo in equilibrio tra sé e la parete - sfortunatamente servendosi della gamba malconcia - quindi riprese il notebook. Un attimo prima che sfiorasse con il dito il mouse, il walkie-talkie gracchiò: «Ja-ke?». Inveì, cosa che aveva fatto spesso quella mattina. E anche quella settimana e quel mese. Era suo padre. Ancora. Pronto a raccontargli un'altra stupida barzelletta sui poliziotti. Jake ne avrebbe fatto volentieri a meno. Soprattutto mentre stava installando i sanitari nel nuovo bagno della camera da letto padronale. Ma le cose non andavano sempre come ci si au-gurava. Mise il DVD in pausa, appoggiò piano il lavandino sul pavimento e premette il pulsante sul telefono. «Su, sentia-mo.» La risata soffocata e profonda di un uomo di sessantatré anni. «Quanti piedipiatti del New Jersey ci vogliono per av-vitare una lampadina?» Jake sospirò sconsolato. Quella barzelletta doveva essere rimasta incastrata sul repeat: era la terza volta che la senti-va. «Quanti?» Alla risata del padre si unirono quelle di Pete Baskin e Liam O'Hara, poliziotti in pensione come il suo vecchio. «Uno» rispose il padre. «Solo che quando poi hai bisogno di lui, non c'è mai.» Risero come iene asmatiche. Il peggio era che qualcuno continuava a tenere schiacciato il tasto così che lui potesse sentire. «Ehi, vecchi miei» li chiamò lui appena gli fu possibile. «Vecchio, a chi?» gridò Pete. «A voi tre. Sto cercando di installare un lavandino, lo sa-

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pete quanto pesa? Non voglio più sentire dannate barzellette sui poliziotti, capito? Basta.» «Eh, già» ribatté Liam, «Mikey l'ha sempre detto che non hai il senso dell'umorismo.» «E immagino che lui invece abbia la sua solita espressio-ne intelligente sulla faccia, quindi è chiaro che si sbaglia an-che su questo.» «Bada a come parli, Jacob Donnelly!» lo rimproverò il padre. Jake tornò al computer, riguardò la spiegazione quindi si accinse a combattere con il lavandino. Era studiato apposta per chi era in sedia a rotelle e aveva un rubinetto a sensore di movimento, così suo padre non avrebbe dovuto toccare nulla, se avesse avuto problemi seri alle mani. Jake gli aveva già ampliato la porta del nuovo bagno che era stato quello degli ospiti fino a quando l'artrite reumatoi-de del vecchio non era drasticamente peggiorata. La sedia a rotelle non era ancora necessaria al cento per cento, ma pre-sto Mike non ce l'avrebbe più fatta a salire al secondo pia-no, nemmeno con l'aiuto di Jake. Sistemare il lavandino fu relativamente facile. Il vero problema però non erano gli attrezzi, bensì il dolore. Appe-na poté, si rialzò e fece un po' di stretching con la gamba fe-rita. La pallottola era passata via dritta, ma quello che i tele-film in TV non dicevano era che attraversava muscoli, ten-dini, vene e arterie quando ti entrava nella carne. In ogni ca-so la ferita alla coscia era meno complessa di quella alla spalla. A volte sentiva che sarebbe stato meglio per tutti se quel bastardo avesse mirato meglio. Ruotò la spalla come gli a-veva consigliato il fisioterapista, Taye, e fece altri esercizi di stretching. Quella cretinata del Fai-da-te non era mai sta-ta roba per lui, ma a suo padre serviva una casa adatta alle sue necessità e a lui i medici avevano consigliato di usare il corpo per creare qualcosa di concreto. Mentre ampliava l'ingresso, però, si era reso conto che in

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realtà gli piaceva risistemare gli ambienti. Gli dava soddi-sfazione. Anche se era un lavoro davvero impegnativo. E al momento quella era la sua vita. La sua vita, sì, con quei vecchi impazziti sotto il portico a parlare dei problemi del mondo, fregandosene che fosse marzo e facesse un fred-do cane. Avevano fatto i poliziotti per tanti di quegli inverni a New York che per loro il freddo era diventato irrilevante. Grazie al cielo esistevano le coperte elettriche. Per salva-guardare il vecchio Donnelly dalla sua spavalderia. E in più, con la nuova doccia, non avrebbe più inciampato su nulla e le sue mani rattrappite avrebbero avuto dei sostegni sicuri. A quel punto Mike avrebbe potuto pompare a proprio piace-re la bolletta del gas e farsi la doccia anche tre volte al gior-no, se lo desiderava. Ma prima bisognava terminare di installare i sanitari. Ja-ke zoppicò fino al computer e continuò a guardare il DVD. Due minuti e gli squillò il cellulare. Strano. Era Katy Groft. Ci era uscito una volta, era stato bello, ma Jake era stato chiarissimo riguardo alle proprie intenzioni: non era uno che mentiva dicendo che avrebbe chiamato per poi tirare bi-doni. Niente cavolate del genere. «Sì?» «Ciao, Jake, hai un minuto che ti mando una foto?» «Certo.» Un attimo ed ecco il bip del telefono. «Aspetta.» Cliccò sull'immagine e quello che vide lo sorprese più della chiamata. Quella era... Ma come diavolo si chiamava... La Winslow che non era una Winslow. Thorpe. Ecco. Rebecca Thorpe. Dirigeva una qualche specie di ente benefico, era sempre sui giornali, soprattutto sul Post. Ma perché mai Katy voleva che vedesse la sua foto? «Okay» commentò. «È Rebecca, una mia amica. Ti interessa? Uscire con lei, intendo.» Lui fissò il telefono, poi la foto. Rebecca Thorpe era una bella donna. Di una bellezza interessante. Aveva un viso troppo lungo, il naso un po' pronunciato, ma in lei c'era qualcosa di più del semplice aspetto carino. Le aveva sem-pre visto nello sguardo una specie di sfida. E in quel mo-

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mento, guardandola, non poté trattenere un sorriso. Era irre-sistibile. Il fatto che poi avesse un corpo che colpiva nei po-sti giusti non guastava affatto. Slanciato, longilineo, da pu-rosangue. «Ma lo sai che io sono Jake Donnelly, vero?» Katy rise. «Sì, lo so. E so anche chi è lei. Ma guarda ca-so, sto pensando che voi due andrete d'accordo e io in que-ste cose sono bravina. Ah, e non preoccuparti, sa già che non ti offri per impegni seri.» Dunque la purosangue voleva uscire con un mezzo ronzi-no per cambiare un po' il passo? «Che sono conciato male, lo sa, sì?» «Non è un problema.» Lui ci rifletté un secondo. «Certo. Perché no, allora?» «Fantastico. Che ne dici dell'Upstairs Bar al Kimberley Hotel domani sera alle otto?» Al che fu lui a ridere. «Cos'è, uno scherzo?» «Ma no, ti assicuro. Rebecca è fantastica, ti piacerà. Mol-to.» Per il Kimberley doveva mettersi qualcosa di elegante ed era un pezzo che non lo faceva. Di sicuro da prima che gli sparassero. «Allora ci sarò.» «Ottimo. Mi ringrazierai.» «Lo faccio fin d'ora, per aver pensato a me, anche se non mi è chiaro perché tu l'abbia fatto.» «Lo capirai.» «Okay.» Chiuse la chiamata, ma rimase a fissare per un po' l'immagine sul telefono. Caspita, Rebecca era davvero speciale. Da quando gli avevano dato il benservito nella polizia, Katy era stata la seconda donna con cui era andato a letto. Era carina e l'avrebbe anche rivista, se solo la sua vita aves-se avuto un qualche senso oltre a quello di ristrutturare la casa in cui era nato così che il padre ci potesse trascorrere il resto dei suoi giorni. «Ehi, Jake.» Alla voce metallica del padre dal walkie-talkie, sobbalzò.

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«Sì, dimmi» gli rispose, trovando il pulsante della trasmis-sione a occhi chiusi. «Quante barzellette sui poliziotti ci sono?» Lui si cacciò il telefonino nella tasca. «Due» gli rispose. «Tutte le altre sono storie vere.» Le risate echeggiarono nel bagno in disordine e Jake con-siderò che in fondo avere tre pazzoidi che gli raccontavano barzellette sui poliziotti tutto il santo giorno non era all'api-ce della lista dei problemi.

Assaggiami di Jo Leigh Rebecca non sta cercando un Mr. Right per la vita, ma qualcuno che la soddisfi qui e ora. E quando sceglie la sua "trading card" puntando tutto sull'agente Jake Donnelly sa di aver fatto la cosa giusta.

Piaceri pericolosi di Tori Carrington All'esperta di sicurezza Megan sembra passata un'eterni-tà da quando Darius la stringeva tra le sue forti braccia. Ma tuffarsi nel lavoro non è sempre la strada giusta se come partner si ha uno come Jason.

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Prendimi di Jo Leigh Shannon ha creato la New York Trading Cards per Fighi, ma non ha ancora scelto la sua carta vincente. Finché non rivede Nate. Lui è caldo, appetitoso, con un corpo da urlo e lei lo vuole tutto per sé. Ma...

Rachel è da sola ad accogliere allo sbarco il sexy Seal Ri-ley Wilkes. Quando lui la stringe tra le braccia per un ba-cio al cardiopalma, lei inizia a riconsiderare la sua posi-zione riguardo ai cattivi ragazzi tipo Riley.

Missione trasgressiva di Jill Monroe

Sesso tra amici di Kate Hoffmann Per l'uomo d'affari Adam tornare a Camp Winnehawkee significa fare un tuffo in un passato mai dimenticato. Niente può sorprenderlo, conosce bene posti e persone, ma di certo non si aspetta di trovare nel suo cottage una donna nuda che dorme nel suo letto. Julia McKee.

Provocante piacere di Tori Carrington Dovrebbe essere solo un lavoro di sorveglianza, ma nien-te risulta semplice quando anche semplicemente guar-dando Regina Dodson, l'ex marine Linc perde del tutto il lume della ragione e le tentazioni più perverse si impos-sessano di lui.

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Selvagge fantasie di Vicki Lewis Thompson Quando l'obiettivo della sua macchina fotografica in-quadra quel ranchero sexy e muscoloso a torso nudo, sotto il sole del Wyoming, è un miracolo se Dominique non prende fuoco all'istante. Lo sconosciuto trasuda ses-so da tutti i pori ed è ciò che lei cerca.

L'esperto di sicurezza Jason vive per il suo lavoro. Nessu-no può fregarlo, nessuno! Per questo non capisce come Jordan, il suo ultimo incarico, abbia la capacità di stordir-lo e annebbiargli i sensi. Lui dovrà vivergli accanto per due settimane e la camera da letto è un richiamo che...

Tentazione totale di Tori Carrington

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