T-Paper Giornalino Mazzotti maggio 2014

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T-PaperARTE E CULTURALa grande speranza degl i i ta l iani

"La regazza dai capel l i d i f iamma"

Le innovazioni del la Grande Guerra

ATTUALITA'Anoress ia e bul imia

I l congiunt ivo

Nuovi r icchi e nuovi pover i

Mult icultural ismo

Donne che la legge non protegge

CREATIVITA'I nut i le San Valent ino a tutt i

IndiceNEWS DALL'ISTITUTOEsper inza di integrazione

RIFLESSIONIIo e i l mio bambino mor to

Io sono caos

I n c ima i l mondo. . .

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Arte e cultura

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La grande speranza

degl i I ta l iani

Ormai abituat i ad una società cosmopol ita , in cui buona par te d e l l a p o p o l a z i o n e s c e g l i e d i v i ve re i n u n p a e s e d i ve r s o d a q u e l l o n a t i o, i n I t a l i a c ’è a n c o r a c h i “s t o rc e u n p o’ i l n a s o” a l l ’a r r i vo d i a l t r i g r u p p i e t n i c i . Fo r s e n o n c i s i r i c o rd a c h e anche gl i I ta l iani sono stat i un popolo di migrant i : a caval lo t r a O t t o c e n t o e N o v e c e n t o m o l t i s s i m i p a r t i r o n o a l l a v o l t a del l ’Amer ica , se non del le colonie i ta l iane, per cercare lavoro.

Come s i è potuto “dimenticare” un fenomeno di ta le por tata? È forse perché la letteratura del l ’epoca, come i l c inema e la fotograf ia , non hanno dato loro adeguata impor tanza? Cer ta-mente no.

A f ine O ttocento, dopo l ’uni f icazione i ta l iana, s i presentò una realtà dura; i l Paese era talmente arretrato e povero, che l ’unica soluz ione per soprav vivere era andarsene a l t rove. Edmondo De Amicis , nel brano “L’ I ta l ia a bordo” t ratto da “Sul l ’Oceano”, fu i l pr imo a r ipor tare la t r iste realtà di mi l leseicento i ta l iani imbarcat i sul “G al i leo” : otto su dieci provenivano dal la cam-pagna, erano contadini d i Alessandr ia , d i Fi renzuola e “pec -orar i ” d i Bar letta . “Fame e coraggio di tutte le province e d i tutte le professioni […] che vanno al la caccia del la for tuna con g l i o cchi bendat i e co n l e ma ni c i o nd oloni ”, cos ì comment a lo scr i t tore su c iò che v ide, dopo i l suo v iaggio in Argent ina nel 1884. I letterat i avevano a cuore i l fenomeno, ma non solo loro: anche la pol i t ica cercò di r i solvere i l problema: cos ì Gio -l i t t i intraprese una guerra per colonizzare la L ibia , un “nuovo” terr i tor io che avrebbe potuto dare lavoro agl i I ta l iani .

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Giovanni Pascol i sostenne la causa: nel discorso “La grande Prole -tar ia”, per i l poeta emigrare nei terr i tor i colonizzat i sarebbe stato come r imanere v ic in i a l paese nat io, “Patr ia loro nobi l iss ima, su t u t te l e a l t re , c h e ave va d ato i p i ù p o te nt i co n q u i s t ato r i , i p i ù sapient i c iv i l izzator i , i p iù profondi pensator i…”. I noltre, g l i I ta l -iani sarebbero stat i “strappat i dal le gr inf ie” degl i a l t r i paesi che l i s f ruttavano per i lavor i p iù pesant i e l i mettevano “ fuor i dal la legge e dal la umanità”. Anche i l c inema, r ievoca l ’accaduto: “Char-lot emigrante”, come r ipor ta M. M azzucco in “ Vita”, è una pel l ic -ola di Chapl in in cui i l protagonista compie propr io la t raversata verso i l “Nuovo M ondo” a l la r icerca di for tuna, e mostra le d i f f i -coltà quot idiane comuni a tutt i g l i emigrant i , come, ad esempio, anche solo procurars i i l pranzo.

Tuttavia , non s i può negare che la colonizzaz ione s ia stata motivata dal l ’acquis iz ione di un maggiore prest igio pol i t ico più che dal la volontà di of f r i re lavoro agl i I ta l iani ; la letteratura venne a pors i , a l lora , come mero strumento di propaganda: la L ibia pr ima e l ’Et iopia poi , con Mussol in i , erano, infatt i , solo obiett iv i per l ’espansione, in quanto terr i tor i ar id i e quindi che diff ic i lmente avrebbero potuto dare lavoro agl i agr icoltor i . Pascol i stesso, nonostante le idee di “socia l ismo umanitar io” fu di fensore del la quest ione l ib ica : g l i I ta l iani avrebbero dovuto r ima-nere v ic in i a l la loro glor iosa madrepatr ia , cos ì “s icura”, ed accontentars i d i quel poco che r ius-civano a racimolare per vivere. Prevalse i l nazional ismo: gl i I tal iani dovevano restare unit i nel le di f f icoltà e non prefer i re a l t r i paesi , che s icuramente l i avrebbero sottomessi . Chi s i azzardava a “prendere coscienza” del l ’ef fett iva realtà , ov vero del la delusione per quei terr i tor i improdut-t iv i , venne messo a tacere, o comunque poco ascoltato.

S i conoscono, dunque, le conseguenze stor iche, ma non s i hanno documenti par t icolarmente s igni f icat iv i , c iò che non era posi t iva propaganda non s i considerava necessar ia . Anche per ar te e c inema, non s i hanno opere i ta l iane di “spicco” ; famose sono, invece, le pel l icole amer i -cane, che mostrano i tal iani pover i , venditor i ambulanti emarginati o, a par t i re dagl i anni Venti , contrabbandier i e gangster come “ Al Capone”.

I n realtà , g l i scr i t tor i i ta l iani non s i d imenticarono del le misere condiz ioni dei loro connazion-al i a l l ’estero, anzi , ne evidenziarono lat i s ia posit iv i che negat iv i .

Pascol i , in “ I ta ly ”, par la del r i torno in I ta l ia d i due f ratel l i emigrat i in Amer ica , a causa del la malatt ia del la f ig l io letta di uno di loro, e del la d i f f icoltà di quest ’u l t ima di capire l ’ambiente rura le che la c i rcondava e lo s t retto d ia letto del la nonna, cos ì d iverso dal l ’e legante e com-posto inglese che aveva imparato nel “Nuovo Cont inente”. I noltre, la sua stessa madre, ormai abituata a l la modernità del l ’Amer ica , non sent iva più l ’ I ta l ia come suo paese d ’appar tenenza.

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Capuana r ipor tò invece la lettera dei f ratel l i Lamanna in “Gl i “amer-icani” di R abbuio”, in cui s i scopre che gl i i tal iani r imangono “povera g e n t e” a n c h e a l l ’e s t e r o, p o i c h é co n f i n at i n e l l e c a m p a gn e a z a p -pare la terra o costrett i a mendi-care per le strade di c i t tà di come New York . Non r imangono “ tracce c i n e m a t o g r a f i c h e ” d a t o c h e i l c inema in I ta l ia s i sv i luppò molto tardi , solo con i l Fasc ismo, ma v i s o n o t u t t av i a i n n u m e re vo l i d o c -u m e n t i e f o t o g r a f i e d e l l ’e p o c a , come ad esempio Ell is Island, dove gli emigranti dovevano essere sot-topost i a control l i sanitar i pr ima di poter mettere piede in America. Foto ed ar t ico l i su l l ’emigraz i o ne vennero presentat i in I tal ia con la d i f fus ione di per iodic i e quot idi -ani nel Novecento, ma è mancato i l grande romanzo dell ’emigrazione.

I l problema è sempre stato molto caro ai “nostri” letterati , che avver-t i ro n o gi à a l l o ra l ’i m p o r t a n z a d i a b b a n d o n a re l a p ro p r i a c a s a , l a propria famiglia ed il proprio Paese p e r c e rc a re u n a v i t a p i ù d i g n i t -osa, o che permettesse di manten-ersi “ lavoratori att ivi”. Se, dunque, oggi in I tal ia s i discute per l ’arr ivo d i g r a n d i g r u p p i p ro ve n i e n t i d a a l t r i paesi , non tenendo conto di c iò che è stato nel passato ( I ta l -iani considerat i pover i , fast id ios i e , a volte, per icolos i ) , è solo per “convenienza” ; le font i in lettera-tura e c inematograf ia r iguardant i i l nostro passato da migrant i non solo c i sono, ma abbondano.

E l isa Cit tol in

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La stor ia d i Per la , la protagonista del romanzo di Carol ina de Rober t is , è ambientata nel per iodo che segue la f ine del la d i t tatura in Argent ina. Quel regime dittator ia le era carat-ter izzato soprattutto dal fenomeno dei “desaparecidos”, ov vero “persone scomparse” poiché a cc u s ate d i s ov ve r s i o n e e d i co n s e g u e n z a a r re s t a te d a l l a p o l i z i a . I re gi m i o p e rava n o i n tota le segretezza tanto da ef fettuare gl i ar rest i durante la notte. M olt i vennero detenut i in campi di concentramento c landest ini e in seguito tor turat i e assass inat i ; le sa lme pote -vano essere gettate in fosse comuni , oppure nel l ’oceano At lant ico o nel R io de la Plata . Le donne, invece, pr igioniere e inc inte, quando par tor ivano venivano uccise e i loro corr isp -ett iv i f ig l i depredat i e dat i in adozione a i general i del la M ar ina.

Uno dei p iù famosi centr i argent ini d i detenzione era propr io i l luogo dove prestava ser-v i z i o H e c to r, i l p a d re d i Pe r l a : l a s c u o l a d i a d d e s t ra m e nto d e l l a M a r i n a M i l i t a re E S MA a Buenos Aires, in cui o ltre 5000 persone vennero r inchiuse e solo poche cent inaia r iuscirono a soprav vivere.

I noltre, durante quegl i anni terr ib i l i , v i fu i l famoso episodio del la “Notte del le mat i te spe -zzate” in cui cessarono le mani festaz ioni degl i s tudent i del le scuole super ior i , ne l corso del la quale molt i minorenni vennero sequestrat i , tor turat i ed inf ine uccis i .

La denuncia e la scoper ta di queste atrocità s i ebbero graz ie a l le coraggiose Madr i d i Plaza de Mayo le qual i , in preda a l la d isperazione, s f idarono i l Regime attraverso proteste paci -f iche, r iuscendo così a r ivelare la vera t ragedia del loro Paese.

A questa drammatica realtà appar t iene anche i l dest ino di Per la , che racconta la propr ia s tor ia a l la f ig l ia nasc i tura chiamata Glor ia , a f f inché conosca le sue radic i e possa v ivere con serenità e cer tezze. I nfatt i , la giovane protagonista scopre di essere nata dal l ’amore di due giovani sposi scompars i durante i l Regime e di conseguenza di aver v issuto nel le men-zogne e bugie f ino a quel momento. Ora s i t rova a dovere r icostruire la propr ia ident i tà , a r i t rovare quel passato che le è stato negato ma che le appar t iene. I l suo disagio inter iore aumenta sempre più nel momento in cui capisce che anche suo padre è coinvolto in quegl i orror i , essendo un mi l i tare del la mar ina argentina, per questo motivo comprende perché in casa non s i poteva ascoltare i l te legiornale, entrare nel lo studio del padre, leggere romanzi r iguardant i le stor ie dei “desaparecidos”.

La ragazza dai capelli

di fiamma

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Nonostante c iò, Hec tor è sempre stato un padre dolce, af fettuoso e premu-roso nei confront i d i sua f ig l ia . Di conseguenza per le i d iventa d i f f ic i le la scelta di una del le due realtà .

I l dramma di Perla racchiude le storie di migliaia di persone travolte dall ’orribile fo l l ia umana. Pur troppo s i possono trovare a l t r i esempi di atrocità s imi l i : i l d r a m m a t i c o e ve n t o d e l l ’O l o c a u s t o, i l fe m m i n i c i d i o i n C i u d a d J u a re z e i n te m p i p i ù re ce nt i l a d e n u n c i a d e l l a s co m p a r s a d i m o l te p e r s o n e d a p a r te del l ’arc ivescovo Shevchuk in Ucraina.

Complessivamente la lettura e lo st i le del la narrazione sono scorrevol i , f luidi e coinvolgent i . Molto s igni f icat ive e profonde sono le descr iz ioni dei r icordi del padre biologico del la protagonista. Inoltre ci s i immerge faci lmente negl i s tat i d ’animo di quel per iodo buio. Le emozioni contrastant i del la ragazza sono esposte dal l ’autr ice in modo eloquente e r i levante, facendo così entrare i l lettore nel l ’anima profonda di Per la .

È una lettura consigl iata soprattutto a i giovani come test imonianza di quei t ragic i event i e per non dimenticar l i .

Benché s ia narrat iva e non un resoconto diretto di una stor ia vera , i l testo por ta a l la luce un argomento oscuro, lo fa con tatto e sensibi l i tà ma anche con violenza, per sottol ineare quegl i eventi che costr insero migl ia ia di fami-gl ie argent ine a l l 'obl io di un f ig l io mor to senza tomba, d i un nipote senza cul la . E ancora i l dramma di quei bambini ormai adult i che pagano i l prezzo di una ver i tà conosciuta solo in par te o nascosta , restando or fani due volte nel la stessa v i ta , a tu per tu col dubbio di una r ivelaz ione.

Non manca l 'amore, intenso, emozionante, espresso dal la voce di una raga-zza v iva , dal la voce di un fantasma, o s ia esso quel che s ia .

Cor inne Baradel

Le innovazioni neLLa Grande Guerra: seGnaLi di modernità o di arretratezza?

L’industr ia l izzaz ione tra la f ine del l ’O ttocento e gl i in iz i del Novecento ha com-p o r t ato a d u n a ra d i c a l e r i o rg a n i z z a z i o n e d e l l avo ro, d e i p ro ce s s i p ro d u t t i v i e del la produzione ta le da s fociare in una ser ie di innovazioni fondamental i per lo sv i luppo e la modernizzazione del la società novecentesca. Con l ’av vento del la società d i massa s i capì che per permettere un aumento del rendimento fosse necessar io cambiare i l metodo di produzione e del la for za lavoro. Come emerge da uno scr i t to di A . De Bernardi – S . Guarracino, “La conoscenza stor ica”, tutto questo fu reso poss ibi le dal la “organizzazione sc ient i f ica del lavoro industr ia le”, lo “sc ient i f ic management ”, introdotto e di f fuso dal l ’ingegnere amer icano Fred-er ich W. Taylor. Con l ’av vento del la Pr ima Guerra mondiale le innovazioni e la produzione industr ia le aumentarono notevolmente. Era infatt i necessar io con-ver t i re le precedent i industr ie in produzioni bel l iche, creando così un “eserc i to i n d u s t r i a l e” ( P. O r to l e v a – M . R e ve l l i , “ L’e t à co n te m p o r a n e a , i l N ove c e n to e i l mondo attuale”) e impiegando per la pr ima volta anche le donne nel le fabbr iche.

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Si in iz ia , cos ì , a mettere a disposiz ione degl i eserc i t i mezzi d i d istr ibuzione mai v ist i nel la stor ia del l ’umanità . I noltre, come evidenziato nel lo scr i t to di P. Or toleva – M. Revel l i sopracitato, “Per la pr ima volta la rete fer roviar ia e stradale, i mezzi d i t ra-spor to più rapidi e g l i s t rumenti d i comunicazione più moderni come i l te lefono e i l te legrafo furono ut i l izzat i a scopo bel l ico. La guerra ebbe infatt i i l propr io epicentro nel le zone più mod-ernizzate e industr ia l izzate”. S econdo quanto r ipor ta A. Gibel l i nel “La Grande Guerra degl i i ta l iani .” (1915-1918) , le innovazi -oni d ivennero v is ib i l i e tangi b i l i a nche i n a l t r i set to r i co me i s istemi logist ic i , i ser vizi sanitar i e postal i e nel le pratiche buro -crat iche. La Pr ima Guerra Mondiale aveva quindi por tato ad una modernizzazione del la società . Le conseguenze del lo sv i luppo del confl itto furono tal i da att irare l ’attenzione dei governi e dei comandi mil itar i . In queste condizioni la produzione “divenne un e lemento decis ivo per la s icurezza del la nazione” tanto che fu presto assoggettata a l control lo del lo stato. I n I nghi l terra , per esempio, i l “Munit ion of War Ac t ” (1915) pone tutta l ’industr ia di guerra sotto i l control lo del lo stato (ar t icolo: P. Or toleva – M. Revel l i , “L’età contemporanea, i l Novecento e i l mondo attuale”) e l iminando tutt i i d i r i t t i de i s ingol i ne i confront i de l lo s tato, compreso i l d i r i t to d i propr ietà , innescando una sor ta d i d i t -tatura mi l i tare. I noltre con la f ine del la Pr ima Guerra M ondiale era necessar io r iconver t i re le produzioni a l lo stato antecedente a l la guerra ; ma le fabbr iche non possedevano le r isorse neces-sar ie per l ’attuazione, costr ingendo gl i industr ia l i a chiudere o a l icenziare, producendo disoccupazione e di conseguenza una grave c r i s i e co n o m i c a . O l t re a d u n a c r i s i d e l l a p ro d u z i o n e l e conseguenze del la guer ra compresero a l t r i campi . I l conf l i t to aveva compor tato numerosi mor t i e fer it i ed un’insoddisfazione generale da par te del le potenze perdenti e anche dal l ’ I tal ia , che non aveva v isto r ispettate gl i accordi del le terre promesse con i l “Patto di Londra”. Secondo uno scr i t to di P. Por is in i , “ I l capi-tal ismo ital iano nel la pr ima guerra mondiale”, la guerra ha cam-biato profondamente le abitudini del passato mutando Ist i tuzi -oni pol i t iche e i rappor t i socia l i e moral i . La pr ima guerra mon-d i a l e h a c o s t re t t o l a s o c i e t à a t r a s fo r m a r s i r a p i d a m e n t e, m a h a a n c h e co n s e n t i to u n o s v i l u p p o i n d u s t r i a l e , s o c i a l e , b u ro -crat ico e sanitar io che hanno mutato posit ivamente la società , costr ingendola ad assumere un volto “più moderno”. I n assenza d i t u t to c i ò, l a re a l t à o d i e r n a p o t re b b e e s s e re m o l to d i ve r s a .

Giada Bonotto

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ANORESSIA E BULIMIA:

conseGuenze di fattori psicoLoGici

o deLL’imitazione?Un problema che coinvolge molto gl i adolescent i è i l r i schio di d isturbi a l imen-tar i . Se ne sente par lare nei l ibr i , in T V e, molto spesso, vengono organizzati degl i incontr i per esporre questo genere di malatt ie ; s i cerca di spiegare come cer te persone vengano r isucchiate dal “ buco nero” del l ’anoress ia o del la bul imia .

Si può supporre che, soprattutto nel la società contemporanea, s i cerchi di imitare i numerosi model l i of fer t i dai media ; ma v iene da chieders i , c i possono essere anche problemi causat i dal la s i tuazione famigl iare e/o af fett iva?

La r isposta è s ì , c i possono essere.

Prendiamo, ad esempio, i l romanzo autobiograf ico scr i t to da Alessandra Arachi , int i tolato “Br ic iole” ; s i può notare come la protagonista , E lena, non s i t rovi a pro -pr io agio ins ieme ai compagni e nel la s fera famigl iare. Vede le compagne magre e s lanciate e, facendo un confronto con se stessa , cerca di imitar le. I n iz ia , cos ì , una dieta propostale dal padre che, vedendola insoddisfatta , cerca di a iutar la , nel modo più fac i le e… sbagl iato. E lena, infatt i , ha più di un sempl ice problema f is ico.

Lo stesso accade nel la realtà .

Le persone anoress iche o bul imiche v ivono quasi sempre questo genere di s i tu-azioni : sono scontente del la propria vita e tendono ad isolars i , evitando di condi-v idere le loro di f f icoltà , s ia con i parent i , magar i occupat i a seguire le loro, che con gl i amic i , magar i t roppo per fett i .

Attualità

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ANORESSIA E BULIMIA:

conseGuenze di fattori psicoLoGici

o deLL’imitazione?

L’i so lamento progress ivo dal le persone v ic ine, causa scarsa autost ima e spinge a t rovare un s istema per appar i re più attraent i , ad esempio smettere di mangi-are o vomitare i past i . Vedendosi sempre t roppo grass i o ancora non suff ic iente -mente magr i , s i cont inua su questa strada e quando s i decide di smettere è tardi , i l nostro stomaco è diventato t roppo piccolo per r iusc i re a contenere anche un solo boccone.

C ’è chi sost iene, però, che sugl i aspett i ps icologic i prevalga la responsabi l i tà dei media .

La T V e i social network propongono dei model l i che, apparentemente, non hanno a lcun problema f is ico e compor tamentale : a l t i , magr i , d i bel l ’aspetto e con molta f iducia in se stessi . Sembra normale che, coloro che s i sentono insignif icanti , deb -bano quasi aver vogl ia di imitar l i .

Cer to, tutto questo ha un ruolo r i levante come causa di d isturbi a l imentar i , ma la gran par te del le persone ha la capacità di d ist inguere la realtà dal la f inz ione e capire che quei personaggi apparentemente per fett i , “d ietro le quinte”, hanno i problemi comuni di tutt i g l i esser i umani .

I d isturbi a l imentar i , pur potendo essere causa di imitaz ione, sono s icuramente p i ù f re q u e n t i n e l l e p e r s o n e c h e h a n n o p a s s a to, o s t a n n o p a s s a n d o, d e i b r u t t i momenti in famigl ia o t ra compagni .

Andrea E l isa G aion

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Quante volte, par lando o ascoltando qualcuno, sent i te error i d i grammatica?

Tante.

I più frequenti , in genere, sono l ’uso del l ’ar t icolo davanti a i nomi propri , l ’inversione del pro -nome “gl i ” con i l “ le”, ma soprattutto, i l d isuso del congiunt ivo, fondamentale per la nostra l ingua e sbagl iato costantemente da svar iate persone:

dai ragazzi inf luenzat i dai tant i s lang e, a volte, anche dal d ia letto ;

dagl i adult i poco abituat i a par lare i ta l iano, SEMPRE ( e non solo quando conviene) ;

dai personaggi famosi t roppo occupat i t ra te lecamere e microfoni , per stare attent i a come s i espr imono;

da a lcuni “professor i ” che lo considerano compl icato e, d i conseguenza, s i l imitano a leg-gere la def in iz ione sul l ibro, senza dare impor tanza agl i er ror i commessi dagl i a lunni nel la v i ta reale.

Ed, in par te, questi “insegnanti” hanno ragione: i l congiuntivo è diff ic i le e r ichiede molto eser -ciz io; s i potrebbe dire che s ia una del le tante caratter ist iche complicate del la nostra l ingua… insomma, sarebbe più sempl ice se venisse abol i to. A noi potrebbe sembrare strano, ma f ra t rent ’anni , magar i , sarebbe cosa normale per tutt i , nessuno r ischierebbe più l ’esaur imento e ins ieme vivremmo tutt i p iù fe l ic i . Cominciamo subito, facc iamo questo esper imento, tanto capite lo stesso… dimenticavo di d i re, infatt i , che la cosa più impor tante è questa : far ar r iv-are i l messaggio a l l ’inter locutore!

Qui d i seguito r ipor to un testo, preso da un l ibro, con qualche “ins igni f icante” r i tocco:

‹Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto a l la v i ta di c i t tà : car tel l i , semafor i , vetr ine, insegne luminose, manifest i , per studiat i che erano a colpire l ’attenzione, mai fermavano i l suo sguardo che pareva scorrere sul le sabbie del deser to. I nvece, una fogl ia che ingia l l iva su un ramo, una piuma che s i impigl iava ad una tegola , non gl i s fuggivano mai : non c ’era tafano sul dorso d ’un caval lo, per tugio di tar lo in una tavola , buccia di f ico spiaccicata sul marciapiede che Marcovaldo non notava, e non faceva oggetto di ragionamento, scoprendo i mutamenti del la stagione, i des ider i del suo animo, e le miser ie del la sua es istenza. ›

“ M a r c o v a l d o e l e s t a g i o n i i n c i t t à ” d i I t a l o C a l v i n o

Congiuntivo: usato poco e male Attualità

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Come potete notare, ho appor tato qualche leggera modif ica… ora, t ra come ho scr i tto io e come scr iverebbe un capo S ioux, non c ’è più a lcuna di f ferenza.

Vi immaginate, par lare e scr ivere cos ì solo per rendere più sempl ice la nostra l ingua?

S e la pensate come ho scr i t to pr ima, “ f ra t rent ’anni sarebbe cosa normale per tutt i ”, s iete l iber i d i espr imer vi senza nessuna forma aggraziata , è un vostro dir i t to (come minimo passate per ignorant i ) .

B isogna considerare, però, che i l congiunt ivo è sempre stato par te integrante del la nostra grammatica e che è un modo con cui s i r iesce ad espr imere del le s fumature di s igni f icato, a l t r imenti impossibi l i .

Ora , s ta a voi la scelta .

Andrea E l isa G aion

Congiuntivo: usato poco e male

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Nel corso degl i anni Novanta, l ’Europa e l ’America del Nord, le più for t i potenze mondial i , spinsero l ’intero Pianeta verso la g lobal-izzaz ione. Furono loro a guidarne l ’avanzamento credendo, cos ì , d i poter nuovamente egemonizzare l ’As ia , a l l ’epoca, t ra i cont i -nent i a l mondo meno svi luppat i nonostante le grandi quant ità di potenzial i r isorse produttive possedute. Oggi, però, viviamo in una realtà dove i l “confine” tra r icchezza e pover tà sta subendo uno tra i p iù grandi spostamenti del la stor ia . L’As ia , infatt i , temendo una egemonia da par te del l ’Occidente, ha invest i to numerose quan-t i tà di denaro nel lo sv i luppo del propr io cont inente rendendolo, s u l p i a n o e co n o m i co, u n a t ra l e p o te n ze p i ù gra n d i a l m o n d o. Diversamente è accaduto in Europa, dove gl i invest imenti per un raf for zamento socio - economico terr i tor ia le sono stat i molto l im-i tat i . La società contemporanea europea, infatt i , s ta v ivendo una sost i tuz ione a i rappor t i umani di interdipendenza da una realtà mediata dal lo scambio di merci . La società , graz ie a l l ’oggett iv i tà e a l l ’impersonal i tà del denaro, e dovendo r ispettare pochi v incol i nel l ’ut i l izzo di quest ’u l t imo, s i sente l ibera di agire come r i t iene oppor tuno senza renders i conto che, cos ì facendo, sta subendo una for te “de -personal izzazione”. Con la progress iva impor tanza del l ’economia, infatt i , la strat i f icazione socia le v iene identi f icata dal la r icchezza disponibi le. È propr io per questa ragione che la società contemporanea, guidata dal l ’impulso del voler “appar i re” anziché “essere”, spende ingenti somme di denaro in acquisti futi l i . Se lo spreco sistematico r ispecchia un aspetto negativo della soci-età odierna, che così facendo è dest inata ad un cont inuo impov-er imento, d iv iene, invece, un e lemento essenzia le per i pol i t ic i e gl i economist i . Quest i ult imi , infatt i , r i tengono che, nonostante i l for te spreco di r isorse monetar ie impover isca fut i lmente la popo -laz ione, questo s ia necessar io a f ronte del la funzione produtt iva di ogni paese che, senza di esso, subirebbe un calo nel la produz-ione e quindi un calo economico nel le vendite.

Nuovi ricchi e

nuovi poveri

Attualità

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Sembra quindi che, così facendo, la pol i t ica dei paesi europei incentiv i a l consumo, anteponendo la scelta socia le dei s ingol i c i t tadini , non-ostante possa por tar l i ad un ulter iore impover imento, a i real i b isogni ed interess i indiv idual i . Lo sv i luppo economico non coinc ide quindi con un aumento del reddito, bensì con un migl ioramento del la qual i tà del la v i ta ; tutto c iò, o l t re a r isultare controproducente per le s ingole famigl ie, va ad estendere maggiormente le divers i tà economiche pre -sent i nel nostro pianeta . I grandi invest imenti economici per la lotta a l la pover tà non mirano, dunque, a l vero nocciolo del problema. Viv-iamo in un'epoca in cui i paesi un tempo pover i d iventano sempre più r icchi , mentre i paesi potenzia lmente r icchi vengono “guidat i ” da per-sone che l i conducono, passo dopo passo, a l lo spreco mater ia l ist ico e monetar io con i l solo scopo di incrementarne i l processo produtt ivo. I l cont inente europeo guarda con ammiraz ione a quel lo as iat ico che cont inua , imper ter r i to, ad invest i re denaro per f inanz iare quel l i che possono essere i settor i graz ie a i qual i la popolaz ione potrà ar r icchi -rs i . La nostra realtà economica è in cont inuo decl ino; sta subendo una for te cr is i d i suss istenza che anziché essere l imitata , graz ie a l l ’a iuto dei nostr i pol i t ic i e dei nostr i economist i , v iene addir i t tura st imolata . “ Viv iamo nel l ’epoca del più grande spostamento dei conf ini t ra r icche -zza e pover tà . […] I debol i s i sono scoper t i for t i , i detentor i del la vec-chia egemonia culturale s i sentono incalzat i .” (F. R ampini , “La speranza indiana”, M ondador i , M i lano 2007) .

Valer ia

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L’ I ta l ia è ormai sempre più un Paese mult ietnico, dove, come in ogni a l t ro Paese occi -dentale, l ’immigrazione è un fenomeno sempre più discusso.

Tema del pross imo Consigl io Europeo sarà , infatt i , i l dramma dei r i fugiat i che attraver-sano i l Mediterraneo sui barconi del la speranza. Secondo l 'ex Pr imo Ministro Enr ico Letta “queste t ragedie non sono occas ional i o dest inate a terminare con l ’ar r ivo del catt ivo tempo. Sono l ’epi logo di una fuga di massa”.

Per questo, Letta r ichiede a l l ’UE i l “r iconoscimento che la quest ione di Lampedusa s ia quest ione europea". I noltre, nel suo discorso, accenna a l l ’u l t ima tragedia , accaduta la notte t ra i l 4 e i l 5 agosto 2013, quando 250 migrant i sono stat i soccors i dal la Guardia Cost iera i ta l iana a c i rca 100 migl ia dal le coste i ta l iane, prostrat i e in pess ime condiz ioni d i sa lute, d ichiarando che l ’UE “per la sua stor ia e per le sue più nobi l i ragioni fonda-t ive non può stare a guardare. S e lo fa muore, ins ieme a cent inaia di uomini , donne e bambini ”.

Quest i episodi non sono l ’unico problema causato dal l ’immigrazione: i l mult icultural -ismo è ormai una del le caratter ist iche dominant i del la società contemporanea.

M entre, f ino a mezzo secolo fa , ch i emigrava in a l t r i Paes i aveva scarse poss ib i l i tà d i mantenere i contatt i con la propr ia terra nat iva , oggi , con la modernizzazione dei mezzi d i comunicazione, questo è poss ibi le, cos icché un immigrato ha modo di conser vare la propr ia cultura e la propr ia l ingua, t rasmetter la a i f ig l i e , se poss iede i mezzi , può tor-nare nel la c i t tà natale per t rascorrere, ad esempio, le vacanze.

I l mult icultural ismo preoccupa i l Tea Par t y in Amer ica come i l Front Nat ional in Francia e scatur isce discuss ioni sempre più accese anche in I ran.

La presenza di una plural i tà di culture molto diverse t ra loro rende di f f ic i le la s i tuazi -one anche in I ta l ia .

MulticulturalismoCaratter ist ica dominante del la società contemporanea

Attualità

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G l i i m m i g r a t i t e n d o n o a d o c c u p a r e post i d i lavoro per per metters i , g ius-t a m e n t e , u n a d e g u a t o s t i l e d i v i t a , m e n t r e , s o p r a t t u t t o i c l a n d e s t i n i , s i d e d i c a n o a d a t t i v i t à i l l e c i t e . A l l o r a ecco che nel la mente degl i i ta l iani s i fa spazio l ’idea sempre più general iz -zata che gl i immigrati “rubino” i l lavoro e che s iano pr incipalmente dei cr imi-nal i… e non mancano, inoltre, confl i tt i dovut i a l la re l igione.

Tu t t a v i a , i l m u l t i c u l t u r a l i s m o p u ò e s s e re p o s i t i vo : i n u n a s o c i e t à c a rat-t e r i z z a t a d a u n a m e n t a l i t à a p e r t a , q u e s to fe n o m e n o p e r m e t te d i a m p l i -are le propr ie conoscenze, d i mettere a confronto idee e opinioni d i f ferent i e d i apprezzare abitudini e us i d ivers i .

È i m p o r t a n t e r i c o r d a r e a n c h e l a c a u s a p r i n c i p a l e d e l l ’ i m m i g r a z i o n e : l ’a s p e t t at i va d i u n a v i t a m i g l i o re p e r sé e per la propr ia famigl ia che spinge uomini e donne ad abbandonare la pro -pr ia patr ia per fuggire da s i tuazioni d i pover tà o di guerra e intraprendere un v iaggio tor tuoso e coste l lato d i per i -col i che a volte, pur troppo, s i r ivelano mor tal i .

P o s i t i v a o n e g a t i v a c h e s i a , l ’ i m m i g r a z i o n e e , d i c o n s e g u e n z a , i l m u l t i c u l t u r a l i s m o , s o n o r e a l t à innegabi l i .

Deb

Caratter ist ica dominante del la società contemporanea

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In vista della giornata internazionale della violenza contro le donne, l ’Associazione Europea Disturbi da Attacco di Panico (Eurodap) ha real izzato, su un campione di 1200 persone, 700 donne e 500 uomini , di età compresa tra i venti e i sessant ’anni , un sondaggio: sette uomini su dieci r i tengono che, spesso, i loro compor tamenti v io lent i s iano causat i dal le donne. Dai dat i del R appor to Eures emerge, infatt i , che t ra i l 2000 e i l 2012 in I ta l ia sono state assass inate duemiladuecento donne con una media di 171 omicidi l ’anno, uno ogni due giorni d i cui i l 70 ,7% av ve -nut i nel l ’ambito “ fami l iare o af fett ivo”. Nel 48% dei cas i i l colpevole è i l mar i to, nel 23% l ’ex par tner e nel 12% i l convivente. M entre l ’intero Pianeta è in a l larme, l ’ I ta l ia s i posiz iona a l settantunesimo posto del “Global gender gap repor t 2013”, s t i lato dal Wor ld Economic Forum, per quanto r iguarda la par i tà di genere ; sec-ondo i l rat ing del lo scorso anno, le dispar ità t ra i sess i sono diminuite nel la mag-gior par te dei Paesi , mentre l ’ I ta l ia , vede una r iduzione par i solo a l l ’1% dal 2006 a l 2013. Sono c i f re che a l larmano, sono c i f re che fanno r i f lettere. Come s ia pos-s ibi le che in un Paese industr ia l izzato e in cont inuo sv i luppo come l ’ I ta l ia , dove le donne hanno af f rontato dure lotte per i l r iconoscimento dei propr i d i r i t t i e del la par i tà dei sess i , esse s iano tuttavia discr iminate, è arduo da spiegare. Bast i pensare che i l reato di Sta lk ing s ia stato introdotto nel le leggi i ta l iane solo nel 2013 nonostante le v iolenze sul le donne abbiano una realtà molto più vecchia . La nostra “bel la I ta l ia”, infatt i , nonostante s ia uno dei paesi membri del l ’Unione Europea, fat ica a r i spettare le d i rett ive che in mer i to a c iò sono state, invece, molto chiare : esse impongono i r i sarc imenti dei danni da par te del lo Stato a l le v i t t ime di v iolenza qualora i colpevol i non s iano in grado di far lo, raccomandano un centro ant i v io lenza ogni d iec imi la persone ed un centro di accogl ienza ogni cinquantamila abitanti (raccomandazione UE-Exper t meeting sulla violenza contro le donne) . L’ I ta l ia , conosc iuta nel mondo come detentr ice d i numeros i record, r i sponde a tutto c iò con una quasi assoluta inadempienza per quanto r iguarda i r isarcimenti al le vitt ime dei danni subit i , con la presenza di ben cinquecento posti letto a f ronte dei c inquemila settecento che dovrebbe avere, e con solo c inquan-taquattro case r i fugio, le così dette “women’s shelter ”, r ispetto a l le molte cent in-a ia present i , invece, negl i a l t r i Paes i del l ’Unione Europea.

Donne che la legge

non protegge

Attualità

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D o n n e co s t re t te a s u b i re , d o n n e c h e s i i m b at to n o n u ova m e nte n e i p ro p r i a g gre s -sor i poiché “ la legge non protegge” e che, nonostante c iò, vengono r i tenute colpe -vol i del le v iolenze subite. “M i piacerebbe che voi uomini provaste quel lo che provo io, la sera , quando torno da lavoro e sento la pesantezza di tutt i i vostr i sguardi che mi seguono mentre cammino sul la st rada verso casa . S ento r iaf f iorare i l iv id i , sento la v io lenza del suo corpo sul mio e l ’ans ia mi per vade, abbasso lo sguardo, af f retto i l passo. Ho paura , nessuno mi protegge, lo Stato non mi a iuta”, questa la test imoni-anza di una ragazza appena ventenne che ha subito v iolenze dal suo ex ragazzo, una del le tante test imonianze. Appena due anni fa , nel comune di Treviso, una ragazza fu stuprata nel sottopassaggio del la Staz ione dei Treni , ne par larono i giornal i , ma è poss ibi le che nessuno abbia sent i to le gr ida? Poss ibi le che in quel la mezz ’ora c i rca nessuno s ia passato d i l ì ? Centoventotto, sono le donne ucc ise in I ta l ia da l l ’in iz io del l ’anno. Centoventotto o più sono i mostr i colpevol i d i ta l i atrocità , solo di qual-che decina se ne conosce i l nome.

Lo s t ato i t a l i a n o d e ve a f f ro nt a re i l p ro b l e m a d e l fe m m i n i c i d i o, l e d o n n e vo g l i o n o camminare a testa a l ta .

Valer ia Cicat ie l lo

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È fantast ica l ’ar ia che s i respira nel mese di febbraio, in essa c ’è un odore inconfondibi le d i pess imismo. B eh, s ta ar r ivando S an Valent ino, la cos iddetta “ festa degl i innamorat i ”. Al la v igi l ia d i San Valent ino, s i nota una cer ta “div is ione”, quasi t ra “c lass i socia l i ”, nonché una cer ta r iva l i tà t ra gl i impegnat i ed i s ingle. Dal la par te degl i impegnat i , a lcuni sono molto entusiast i che questa festa st ia ar r ivando e quasi preoccupat i per i l regalo da fare (o r icevere) , a l t r i sono indi f ferent i o speranzosi che pass i presto. I s ingle, invece, sono tutt i ugual i : lo stesso sguardo fulminante s ia nei confront i d i quel l i che sono entusiast i , i qual i chiedono loro consigl i per i regal i , e sembra lo facciano apposta , s ia nei confront i d i tutta quel la gente impegnata che odia questa festa , sempl icemente perché, a lmeno loro, i l par tner lo hanno.

I n questo scontro, una cosa l i mette d ’accordo: la s tat is t ica d ice che 1 s ingle su 10 e 2 f idanzat i su 10 ( fascia di età compresa tra i 15 e 50 anni) r i tengono San Valentino una festa inuti le o per nul la s imbolica ma solo avente scopo commerciale. Al la domanda ci sono state anche r isposte cur iose come: “ I s ingle possono r inchiuders i in camera a mangiare gelato con una scusa” oppure “ut i le per far l ’amore” e potremmo andar avant i .

Forse però la maggior par te del le persone, contrar ia o meno a questa festa , non sa che tutto è in iz iato con un imprenditore del la metà del l ’ ‘800, Esther Howland, che cominciò a produrre i “ Valent ine” nonché i b igl iett i d i San Valent ino e che, d ietro a l lo scopo commer-c ia le, attr ibuì un s igni f icato s imbol ico e re l igioso. La festa del Santo sost i tuisce i l per i -odo dei “Lupercal ia”, r i to pagano dedicato a l la fer t i l i tà che durava dal 13 a l 15 febbraio. Pe r c r i s t i a n i z z a re q u e s t a fe s t a , s ce l s e ro a p p u nto S a n Va l e nt i n o d a Te r n i , p at ro n o d e g l i innamorat i e protettore degl i epi lett ic i .

Perché patrono degl i innamorat i? Le stor ie sono tante e var iano da cultura a cultura , ma la leggenda più impor tante è quella r i fer ita ad un matr imonio, quello tra i l protestante Sabino e la cr ist iana Serapia . Un amore intenso, separato dal volere dei genitor i d i le i , come nei f i lm. Ma a loro c iò non impor tava e vol lero sposars i lo stesso. S i r ivolgono al vescovo Val-ent ino che battezza Sabino, ma Serapia s i ammala gravemente. Sabino non vuole lasciar la e chiede di sposar la lo stesso, i l vescovo accetta . Qualche giorno dopo morirono entrambi .

E perché proprio i l 14? San Valentino venne invitato dall ’imperatore a r iconcil iarsi col paga-nesimo ma lu i r i f iutò e cercò di convincere l ’imperatore a diventare cr ist iano. Per questo venne messo in carcere e, pr ima di venir lapidato, fece r iacquistare la v ista a l la f ig l ia c ieca del suo carcer iere; le sue ult ime parole furono: “…dal tuo Valentino …” . I l 14 venne ucciso .

Inutile San Valentino a tutti

Creatività

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Inutile San Valentino a tutti

La maggior par te delle persone che r itengono San Valentino una festa inut i le, s i è r i fugiata nel la c lass ica f rase, la quale è un sano pr incipio usato (s i spera) da tutte le coppie con un minimo di buon senso: “… ma l ’amore si deve dimostrare ogni giorno …”. L’ipocris ia r iassunta in una frase, semplice -mente perché è dimostrato che lo stesso 80% del le coppie che non credono in questa festa , c i r imangono male se i l p a r t n e r n o n f a u n p e n s i e r i n o ; u n p o’ c o m e u n b a m b i n o quando scopre che Babbo Natale non è passato.

Ma c i pensate un po’ come sarebbe l ’anno senza feste?

La vita sarebbe monotona, vuota. Senza Halloween non ci s i r i troverebbe a guardare f i lm horror con gl i amici e, al posto del “dolcetto o scher zetto”, s i avrebbe i l d i lemma davant i a l la T V “divano o letto?”

S enza i l Natale e la Pasqua, i credent i come raf for zereb -bero la loro fede?

La fantas ia dei bambini sarebbe molto più l imitata senza “Babbo Natale” e i l “Conigl io Pasquale” e poi , d ic iamoci la ver i tà , quante volte a l l ’anno mangereste ass ieme a nonni , z i i , cugini d i ogni grado su una enorme tavolata con un buffet reale? Sono queste le cose che contano dav vero, è questa “ l ’ut i l i tà” de l le feste : s tar ass ieme a l le persone a cui s i vuole più bene, unire le persone.

La stessa cosa vale per San Valent ino. Un po’ d i romanti -c ismo credo che faccia piacere a tutt i g l i innamorat i , spe -c i a l m e n t e a c h i t o r n a a c a s a d o p o u n a g i o r n a t a d u r a d i lavoro o di studio. Un momento che ser ve pure a togl iere i mi l le ed un pensiero per la testa , un momento di pausa per poi r icominciare, un’oppor tunità di cambiare la sol i ta g i o r n at a . I n u n m o n d o d e t t ato d a l m ate r i a l i s m o è d i f f i -c i le r iconoscere c iò che vale dav vero, ma un piccolo gesto, come un bacio, è molto più impor tante di una scatola d i Baci Perugina.

Alv ise Toniolo

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Plural i tà di color i , l inguaggi , sonor i tà , codic i e fedi connotano ormai lo scenar io socia le i ta l iano; un cale idoscopio etnico che r i f lette ident i tà e appar tenenze i cui contorni sono sempre più s fumati per i l gioco di mescolanze cultural i cont inue nel lavoro, nel la vita e in par ticolare nel la scuola, che r isulta ormai essere sempre più un crocevia di culture. La presenza di un alunno straniero può costituire un' impor tante oppor tunità per la scuola che lo accogl ie, ed offre a tutt i la possibi l i tà di sper imen -tare un laborator io quot idiano di confronto di abitudini e valor i d ivers i .S ono, infatt i , por tator i d i culture e di pensier i che s i d istaccano da quel l i occiden-ta l i , rappresentando una forma di a l ternanza con cui confrontars i .Tuttavia , c iò v iene sent i to, ancora da a lcuni , come un problema, un ostacolo che ral lenta i l normale svolgimento del le lezioni . Ma a mio parere, la presenza di a lunni s t r a n i e r i p u ò e s s e r e c o n s i d e r a t o c o m e u n f a t t o r e d i a r r i c c h i m e n t o c u l t u r a l e e un'occas ione per a l largare l 'or izzonte conoscit ivo attraverso lo scambio reciproco non solo di costumi e tradiz ioni , ma anche di esper ienze, valor i del mondo, renden -dosi cos ì conto che nel la d ivers i tà c 'è maggiore r icchezza.Pe r m o l t i r a g a z z i , l a m i g r a z i o n e p u ò r a p p re s e n t a re u n 'o p p o r t u n i t à c o n c re t a d i real izzare speranze e progett i . Così come i l b i l inguismo degl i a lunni st ranier i che dovrebbe essere una r isorsa conser vata e apprezzata nella scuola poiché nella l ingua d 'or igine s i conser vano le sue radic i e la sua appar tenenza. Olt retutto, la scuola del ter zo mi l lennio, con l 'attuale processo di g lobal izzazione e l 'acceleraz ione dei cambiamenti cultural i e tecnologic i , deve mettere l 'apprendimento del le l ingue a l centro del le att iv i tà educat ive.I ragazzi d i seconda generazione, se giunt i in I ta l ia attraverso i l r icongiungimento famil iare, devono affrontare sf ide spesso impreviste in una fase così del icata quale quel la del l 'adolescenza; essi s i t rovano a subire la decis ione di emigrare in un Paese d i cu i spesso non conoscono la l ingua e in cui devono costru i re da capo legami socia l i e ta lvolta anche fami l iar i .Spesso i minor i che giungono in I ta l ia per v ivere con i genitor i hanno t rascorso l ' in fanz ia con i nonni , amic i o a l t r i fami l iar i ne l paese d 'or igine, l ' incontro con i genitor i r i sulta per tanto un momento d ' impatto for te, quasi se ess i fossero dive -nut i f ig l i d i sconosciut i .M igrare, nel l 'adolescenza, s igni f ica spesso per i l ragazzo dover r idurre in un pr imo momento, la capacità di comunicare con i coetanei , che par lano una l ingua diversa e in questo per iodo, v ivono una sor ta di regressione che l i por ta a v ivere spazi f is ic i e socia l i d i d imensioni r idotte, che coincidono in iz ia lmente con l 'ambiente fami l -iare per cui spesso tendono a socia l izzare pr incipalmente con i coetanei connazi -onal i o con a l t r i s t ranier i , perché con loro sentono di condiv idere la condiz ione di estraneità verso la società di accogl ienza, ins ieme al le di f f icoltà l inguist iche e comunicat ive.

Esperienza di integrazione

News dall ' istituto

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Ciò che l i accomuna, infatt i , è i l v issuto reale e s imbolico del la migrazione, intesa come spostamento "profondo", r idef in iz ione dei legami e del le appar tenenze, del la propr ia ident i tà e progetto di v i ta .Quest i ragazzi v ivono ta lvolta for t i contrast i a l ivel lo emotivo: se da un lato accettano con entusi -asmo l 'ar r ivo in I ta l ia per poter stare v ic ino a i genitor i , dal l 'a l t ro hanno nostalgia degl i amici e dei parent i r imast i nel paese d 'or igine.I giovani st ranier i imparano f in da piccol i a sent i rs i sospesi t ra divers i model l i educat iv i e costruis-cono la loro ident i tà nel la compless i tà a cui i l mondo l i sottopone. I l non r iusc i re a sent i rs i p iena-mente par te né di una cultura né del l 'a l t ra , l i por ta a sper imentare una dual i tà di sent imenti e d i conf l i t t i che s i creano in loro stess i .I noltre, la sensazione di non essere compresi , l ' impossibi l i tà d i instaurare un dia logo con i genitor i e i f requent i scontr i p iù o meno accesi , r ientrano nel le di f f icoltà che spesso i bambini , ma soprat-tutto gl i adolescent i , v ivono nel rappor to con i genitor i .I minori stranier i spesso por tano un vissuto di fat ica per le eccessive aspettative che i genitor i hanno su di loro. I n a l t re parole sentono di dover compensare i sacr i f ic i dei genitor i , r i tenut i "colpevol i " d i attr ibuire a i f ig l i un car ico di aspettat ive re lat ive a un loro progetto, quel lo del la migrazione.I l peso di questa aspettat iva è maggiormente sent i to poiché molto spesso a l des ider io dei genitor i d i vedere i f ig l i integrat i nel l 'ambito scolast ico, s i associa un'a l t ra aspettat iva che vuole i f ig l i d is -tant i dal mondo di accogl ienza per c iò che r iguarda i va lor i , le t radiz ioni e le regole fami l iar i .I n a l t r i termini non r isulta af fatto fac i le la posiz ione dei minor i s t ranier i che s i t rovano a l l ' incrocio di due mondi : quel lo del la famigl ia e quel lo del la società .Nelle culture asiatiche c 'è, per esempio, poca abitudine ad esprimere i l proprio amore con gesti affet -tuosi , e questo per i f ig l i nat i qui o ar r ivat i da piccol i , che incontrano a l t re modal i tà come quel la i ta l iana di espress ione diretta e f i s ica del l 'a f fetto t ra genitor i e f ig l i , può essere v issuto e interpre -tato in termini d i d isaf fez ione dei loro genitor i nei loro confront i .I genitor i spesso non r iescono ad a iutare i l f ig l io nel corso del l ' inser imento scolast ico dato che non possono essere guida di or ientamento del mondo esterno, non ne conoscono i l funzionamento, le regole e non ne padroneggiano la l ingua. I ragazzi s i t rovano così sol i ad af f rontare questo pr imo processo di separazione dal la famigl ia e dal l ' inser imento nel la s fera socia le. Per cui la scuola rappresenta la f igura di un laborator io socia le fondamentale in grado di promuovere l ' integrazione e l ' interaz ione, dove l ' incontro t ra le compo -nent i d iverse del la società può diventare estremamente f ruttuoso per r id isegnare re laz ioni e or iz-zont i , r icordandoci che non s iamo indiv idui i solat i , ma sempre immers i in una r icca rete di rappor t i socia l i , inf in i te interaz ioni e rec iproche inf luenze.Personalmente, posso ass icurare che migrare in un paese in cui la v is ione del mondo, lo st i le di v i ta , le t radiz ioni , g l i us i e i costumi sono del tutto di f ferent i può essere un'esper ienza che t i cambia la v i ta . S ent i re che i l paese in cui se i ospite è fe l ice di accogl ier t i ed è pronto a mettere a tua dispo -s iz ione tutt i g l i s t rumenti necessar i agl i s tudent i del paese stesso, t i fa sent i re par te del mondo e

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Io ed i l mio bambino mor to

Era gennaio, faceva f reddo.

S ent ivo la sua presenza nel mio grembo,

ma non mi appar teneva.

Non lo volevo,

non gl i volevo bene.

Provavo solo rabbia , provavo solo r i f iuto.

Pochi mi l l imetr i d i v i ta ,

non abbastanza per essere amati .

A febbraio era già scomparso.

Non ero t r iste,

mi sent ivo l ibera .

L ibera dal mio bambino mor to.

Valer ia

Riflessioni

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A

I l p e r i o d o c h e a s p e t to co n t a n t a i m p a z i e n z a o gn i anno è l ’estate e non solo per i t re mesi d i vacanze, ma anche, perché è i l per iodo in cui vado nei post i p iù bel l i del mondo, che sono sempre gl i s tess i da quando l i ho v ist i la pr ima volta , ma che non f in is-cono mai d i s tupirmi .

S o n o l e m o n t a gn e, q u e l l e b e l l i s s i m e “co s t r u z i o n i ” natural i di roccia, l ì da mil ioni di anni, sempre uguali , sempre le stesse, ma che conser vano in loro le più b e l l e m e r av i g l i e , e d i o n o n m i s e n to ve r a m e n te a casa , f inché non le raggiungo.

Par to al la mattina, r iempio la borraccia di acqua fred-diss ima, ghiacciata , quasi , e comincio a camminare ; vogl io raggiungere la c ima.

I l sent iero non è sempl ice e i l d is l ivel lo è notevole, ma è quello che bisogna affrontare per potersi godere megl io l ’a r r ivo ed è in quei moment i che una per-sona capisce realmente quanto vale.

Dopo ore passate a camminare, s i sente la fat ica che spinge a tornare indietro, ma s i va avant i .

Cinque ore, o poco di più, per raggiungere i l traguardo; non è esattamente la cima: per raggiungerla ser virebbe molto più di qual-che oretta , ma è fantast ico lo stesso.

C i s i s e n t e i n c i m a a l m o n d o, i l c h e è s t rano a d i rs i , perché a quel l ’a l tezza non s i può pensar di essere nemmeno in c ima a l l ’ I t a l i a , m a n o n o s t a nte t u t to s e m b ra d i essere sul l ’Everest o sul K2.

S i guarda in a l to e vedi i l c ie lo ed i l so le a t re pass i da te ; sono ta lmente v ic in i che s e m b r a d i p o t e r l i t o c c a r e … m e n t r e g i ù c i so no l e ca se e le p er sone, inv is ib i l i d a quanto lontane.

I n quei momenti non s i pensa a nient ’a l t ro s e n o n a r i m a n e re u n a v i t a i n t e r a , m a è t a rd i e b i s o gn a to r n a re i n d i e t ro, s i g u a r -dano quei bel l iss imi panorami per un’a ltra vo l t a , p e r i m p r i m e r l i b e n e n e l l a p ro p r i a memoria e poi s i cambia direzione, questa volta verso casa , per preparars i a tornare l ì , i l g iorno dopo.

I n c ima a l mondo . . .

Riflessioni

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Io sono caos

Riflessioni

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Le mani in tasca per nascondere i pugni st rett i , le labbra chiuse come a nascon-dere un sorr iso amaro.

Quand’è che sono diventata questo?

In testa la consapevolezza di essere nata piangendo, presenza irrequieta da sempre. “ Testa calda” diceva nonna.

M i rendo conto di aver sempre giocato col fuoco, d i essermi sempre scottata , d i non aver mai messo protez ioni , d i non aver mai accettato compromess i , d i non aver mai ascoltato mia madre, d i aver goduto ad ogni s ingola az ione immorale,

ingiusta , incauta io abbia commesso.

Di aver sempre f into i l pent imento, perché io non mi pento, io v ivo, r ido e sogno troppo for te per essere raggiunta dai r imors i .

E por tare rumore, e d isordine, e brevi e intensi att imi nel la v i ta d i chiunque mi incroci , è questa che sono.

Io sono caos.

Xhi lda Barret i

#1

Riflessioni

28

La rosa screz ia le sue labbra .

Del icatezza .

S ei la mia debolezza più for te.

Cosa può succedere quando i l fuoco brucia?

La fenice canta per i l tuo sorr iso.

Sei le for ze del la natura e i l t remore di una fogl ia .

S ei pura purezza .

Sei la creatura che sa lverà i l d iavolo dal paradiso.

S cegl iera i l ’inferno.

Ti lascerai amare.

Zoe.

Deb

#2

Riflessioni

29

Cosa osser viamo del mondo, del le persone, d i noi stess i?

Crediamo di conoscere la st rada che percorr iamo ogni matt ina , ma a l r i torno c i appare sempre un po’ d iversa ; crediamo di sapere tutto di un amico e poi una sera scopr iamo che s i buca; crediamo

di sapere tutto di noi stess i ma di f ronte ad una quals ias i scelta c i meravigl iamo.

E s iamo giovani e zeppi d i problemi , una mente piena di progett i ; s iamo creature di energia intrappolata .

Vogl iamo usci re, l iberarc i , perché s iamo grandi dentro.L iber tà .

Una parola di quel le vuote, una di quel le cose di cui sent i par lare sempre e non conoscerai mai .

S iamo ombre di mar ionette, s iamo condiz ionat i da ogni movimento di un f i lo d ’erba. S iamo i l cane che a l guinzagl io accogl i fe l ice i l propr io padrone, fe l ice di essere pr igioniero.

Chi ha mai pensato di l iberars i?

Quant i hanno accarezzato l ’idea di essere l iber i abbandonandola in mezzo a i giochi?

Dov ’è c iò che c i spetta? Abbandonato tra i r i f iut i cerebral i d i generazioni avide.

Cos’è i l nostro mondo se non lo spettro dei mondi passat i? Deb

#3

30

Succede che di sol i to s i ha bisogno di t roppo per avere t roppo pocoPerdiamo le soddisfaz ioni

Ci sediamoCi r ia lz iamo

Ci s foghiamo e c i rendiamo conto che nul la ser ve a nul la e tutto ser ve a tuttoAncora gelos ia

Ci sono idee che vanno nascoste per soprav vivere quando t i bruciano gl i occhiToccare

Toccare, la sensazioneOgni cosa è t roppo bel la quando s i nasconde dietro la bruttezza

Si ha bisogno di respirare e t i fa male tutto i l corpo, ma cont inui perché non puoi farne a meno

Ogni cel lu la del tuo corpo esplode ed implode ins ieme al doloreE i l rosso prevale

Ti da fast id ioPerderai ogni af fetto e lo sa i

I l buio, l ’ombra e la luce per tutt iM entre per te è solo buio

BuioBuio, s i lenzio e ur la

Stel lePlast ica

Stel le di p last icaPotrest i . . .

I nchiostro, e invece è sangueGuardi le scr i t te indelebi l i sui mur i mental i

E pensi che non sei soloChe ce ne sono un sacco come te, ma nessuno sa di esser lo

Vorrest i poter essere solo ass ieme a qualcun a l t roE’ un buco di c iambel la

I l ca lore che t i cola sul braccioE i l f reddo degl i sguardiE un pizz ico di orgasmo

Deb

#3Riflessioni

#4

non c'è tempocerca nel posto

dove tutto è nascostoinf i lat i in un or i f iz io

i l dottore sta in s i lenziomi prescr ivono i ca lmanti

pensando che me ne st ia t ranqui l lamagar i da sola

di rose un'a iuolaho soffer to spesso

ma t i ho detto una bugiai l mio fantasma t i guarda nel buio e t i spia

se t i p iace l 'eroina sono cazz i tuaho bussato tante volte ma dio non mi vuole a casa sua

e quel la volta che mi ha presome ne sono andata su un treno

ho perso la cogniz ionedel le persone

ho capito che non sono tutte buonemi hanno fatto del male

la mia anima sotto assediola mia volontà turbata

nel lo sguardo i l r iverberodi una f iamma d'accendino

un pezzo di l imone e un cucchia inosolo una voltasolo una voltasolo una volta

ma t i r i t rovi intrappolatoincatenato

nel profondo di un corpoche t i appar teneva

ma ora ur l i e non t i sent ipiangi ma non s i bagnano gl i occhi

hai i l sorr iso sul le labbrama è cucito come bottoni sugl i occhi

e hai un buco in testaun vuoto nel la mente

hai d imenticato i sent imentii progett i sono mor t i

non sa i ar r ivare a domaniviv i in un mondo di specchi

e hai un buco nel cuore

Caval luccio mar inonel la stanza di un bambino

che per prendere un pal loncinoin un tombino

è mor toperdendo i l braccio

senza sensoin un fosso di pett in i

dissolt i da r isatedi fo l lett i sa late

ovattatenon c 'è nessun rumore

i l mondo sa di maree la notte va col soleho problemi a capire

per non dire respirareho i raggi negl i occhi

chius isogno i l paese dei balocchi

non c i posso sperarepuoi entrare

nel mio mondo soffusoi color ii sapor i

ogni cosa assentenon è presente

Riflessioni

31

non c 'è tempocerca nel posto

dove tutto è nascostoinf i lat i in un or i f iz io

i l dottore sta in s i lenziomi prescr ivono i ca lmanti

pensando che me ne st ia t ranqui l lamagar i da sola

di rose un'a iuolaho soffer to spesso

ma t i ho detto una bugiai l mio fantasma t i guarda nel buio e t i spia

se t i p iace l 'eroina sono cazz i tuaho bussato tante volte ma dio non mi vuole a casa sua

e quel la volta che mi ha presome ne sono andata su un treno

ho perso la cogniz ionedel le persone

ho capito che non sono tutte buonemi hanno fatto del male

la mia anima sotto assediola mia volontà turbata

nel lo sguardo i l r iverberodi una f iamma d'accendino

un pezzo di l imone e un cucchia inosolo una voltasolo una voltasolo una volta

ma t i r i t rovi intrappolatoincatenato

nel profondo di un corpoche t i appar teneva

ma ora ur l i e non t i sent ipiangi ma non s i bagnano gl i occhi

hai i l sorr iso sul le labbrama è cucito come bottoni sugl i occhi

e hai un buco in testaun vuoto nel la mente

hai d imenticato i sent imentii progett i sono mor t i

non sa i ar r ivare a domaniviv i in un mondo di specchi

e hai un buco nel cuore

e un buco nel le venee la notte va col solei l mondo sa di mare

non c 'è nessun rumoreovattate

di fo l lett i sa latedissolt i da r isate

in un fosso di pett in isenza senso

perdendo i l braccioè mor to

in un tombinoche per prendere un pal loncino

nel la stanza di un bambinocaval luccio mar ino

Deb

32

<<loro fanno la v i ta da bravi c i t tadini ,

facendo sempre quel lo che s i d ice s ia giusto e che bisogna fare, senza mai fare quel lo che a loro piace veramente

E un giorno a l la volta perdono i l sorr iso, la vogl ia di v ivere

Appass iscono

E mi dispiace un sacco per loro

Loro che c i guardano male mentre pass iamo;

loro che commentano i nostr i capel l i , i nostr i vest i t i , i nostr i pearc ing, i nostr i color i , i tatuaggi

E dentro la loro invidia brucia come una fenice

E quei color i che noi por t iamo sono solo la nostra arma, quel la che ogni volta che uno di loro c i vede colpisce la loro codardia

Noi poss iamo solo cont inuare così

E s iamo fe l ic i

Perchè a noi non c i capiterà mai d i perdere quel l 'energia di v ivere.>>

Deb

#5Riflessioni

33

"Le fonti si confondono col fiume,

i venti del cielo sempre in

dolci moti si uniscono;

niente al mondo è celibe

e tutto per divina legge

in una forza si incontra e di confonde".

Va ler ia Cicat ie l lo

Deb

Alvise Toniolo

Andrea E l isa G aion

COLLABORATORI ESTERNI

Giada Bonotto

Cor inne Barandel

Xhi lda Barret i

Xuelan L i

CAPO REDAZIONE

Prof.ssa . Sandra Antoniett i

Prof.ssa Paola Vendramin

GRAFICA

Alessandro Mar ion

Leonardo Mattei

REDAZIONE

35

molto di più di un foglio di carta