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N. 3 - ANNO X - DICEMBRE 2016 Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale Tariffa a regime libero - 70% GENOVA Carissime colleghe e carissimi colleghi, l'ultimo quadrimestre del 2016 è stato densissimo di ini- ziative volte a promuovere la professione verso la cittadi- nanza oltre che la formazione verso gli iscritti. Come vedrete, prosegue la serie dei numeri monografici che hanno lo scopo di diventare supporti di rapida con- sultazione per chiunque lo desideri. Questo numero in particolare, è dedicato ai gruppi di lavoro dell’Ordine che portano avanti con impegno e competenza un fertile compito di approfondimento che diventa occasione for- mativa. I GdL infatti, rappresentano la forma più autentica di partecipazione attiva e di costruzione di sinergie a van- taggio della collettività. Ringrazio pertanto i coordinatori e i membri dei GdL per- ché hanno contribuito non solo alla creazione di questo numero, ma anche alla buona riuscita di due importanti manifestazioni: la prima Giornata Nazionale della Psico- logia e l’Open day inserito nel contesto degli eventi del Festival della Scienza. La Giornata Nazionale della Psicologia, che è stata ce- lebrata sul territorio nazionale il 10 ottobre, è stata pro- mossa dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi per favorire una corretta informazione sulle tematiche della professione e approfondire i temi più sensibili, quali la promozione della persona, delle relazioni umane, della convivenza, la lotta alle diverse forme di disagio e fragilità, il benessere dei singoli, delle organizzazioni e delle comu- nità. Il benessere al centro dell’attenzione e al centro degli interventi dello psicologo nelle varie aree della profes- sione. Questo è stato il focus della manifestazione parte- cipata e gradita da molti colleghi presenti e aperta anche alla cittadinanza. All’insegna della promozione della psi- cologia si è svolto anche l’evento inserito nel Festival della Scienza, manifestazione ormai nota e popolare che ci ha accolto nelle sue fila. L’Ordine ha partecipato con soddi- sfazione e orgoglio aprendo la sede ai cittadini. La sala gremita è stata il segno più tangibile che il nostro impegno è un buon investimento nel fare cultura psicologica e nel divulgarla. Abbiamo ritenuto importante organizzare un seminario con l'avvocato Ponari, che si occupa da molto tempo, di tutti gli aspetti deontologici e legali che attengono alla no- stra attività; ci ha parlato di privacy, adempimenti ed ob- blighi, temi cruciali per la nostra pratica professionale per garantirne la correttezza e la tutela del cittadino e nostra da contenziosi. Per condividere con i colleghi i dettami del nostro Codice Deontologico abbiamo stampato un formato tascabile Prosecuzione collaborazione con Ufficio scola- stico regionale Attuazione del progetto Psicologo in farmacia con Ordine dei farmacisti di Genova e Federfarma Collaborazione con le Commissioni Patenti della Regione Liguria per la realizzazione di un protocollo orientato alla valutazione neuropsicologica per il rinnovo patente degli over 80 Studio di un progetto per sostegno psicologico a favore di minori ospiti di Comunità Educative Assistenziali Assegnazione di 4 borse di studio per la parteci- pazione al work shop sul corso sui bandi europei e la costruzione di reti professionali Realizzazione Codice Deontologico formato ta- scabile a disposizione degli iscritti Inserimento delle slide dei convegni organizzati dal- l’Ordine sul nostro sito, alla voce “Atti dei convegni”. Ecco il link: http://www.ordinepsicologi-liguria.it/ la-formazione/atti-convegni.html Nuovo sito web: ultime fasi della realizzazione Notizie dal Consiglio: di cosa ci stiamo occupando Supplemento al Giornale degli Ordini degli Psicologi della Liguria

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N. 3 - ANNO X - DICEMBRE 2016

Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abbonamento postale

Tariffa a regime libero - 70% GENOVA

Carissime colleghe e carissimi colleghi,

l'ultimo quadrimestre del 2016 è stato densissimo di ini-ziative volte a promuovere la professione verso la cittadi-nanza oltre che la formazione verso gli iscritti.Come vedrete, prosegue la serie dei numeri monograficiche hanno lo scopo di diventare supporti di rapida con-sultazione per chiunque lo desideri. Questo numero inparticolare, è dedicato ai gruppi di lavoro dell’Ordine cheportano avanti con impegno e competenza un fertilecompito di approfondimento che diventa occasione for-mativa. I GdL infatti, rappresentano la forma più autenticadi partecipazione attiva e di costruzione di sinergie a van-taggio della collettività.Ringrazio pertanto i coordinatori e i membri dei GdL per-ché hanno contribuito non solo alla creazione di questonumero, ma anche alla buona riuscita di due importantimanifestazioni: la prima Giornata Nazionale della Psico-logia e l’Open day inserito nel contesto degli eventi delFestival della Scienza.La Giornata Nazionale della Psicologia, che è stata ce-lebrata sul territorio nazionale il 10 ottobre, è stata pro-mossa dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologiper favorire una corretta informazione sulle tematichedella professione e approfondire i temi più sensibili, quali

la promozione della persona, delle relazioni umane, dellaconvivenza, la lotta alle diverse forme di disagio e fragilità,il benessere dei singoli, delle organizzazioni e delle comu-nità. Il benessere al centro dell’attenzione e al centro degliinterventi dello psicologo nelle varie aree della profes-sione. Questo è stato il focus della manifestazione parte-cipata e gradita da molti colleghi presenti e aperta anchealla cittadinanza. All’insegna della promozione della psi-cologia si è svolto anche l’evento inserito nel Festival dellaScienza, manifestazione ormai nota e popolare che ci haaccolto nelle sue fila. L’Ordine ha partecipato con soddi-sfazione e orgoglio aprendo la sede ai cittadini. La salagremita è stata il segno più tangibile che il nostro impegnoè un buon investimento nel fare cultura psicologica e neldivulgarla.Abbiamo ritenuto importante organizzare un seminariocon l'avvocato Ponari, che si occupa da molto tempo, ditutti gli aspetti deontologici e legali che attengono alla no-stra attività; ci ha parlato di privacy, adempimenti ed ob-blighi, temi cruciali per la nostra pratica professionale pergarantirne la correttezza e la tutela del cittadino e nostrada contenziosi. Per condividere con i colleghi i dettami del nostro CodiceDeontologico abbiamo stampato un formato tascabile

• Prosecuzione collaborazione con Ufficio sco la -stico regionale

• Attuazione del progetto Psicologo in farmacia conOrdine dei farmacisti di Genova e Federfarma

• Collaborazione con le Commissioni Patenti dellaRegione Liguria per la realizzazione di un protocolloorientato alla valutazione neuropsicologica per ilrinnovo patente degli over 80

• Studio di un progetto per sostegno psicologico afavore di minori ospiti di Comunità EducativeAssistenziali

• Assegnazione di 4 borse di studio per la parteci-pazione al work shop sul corso sui bandi europei ela costruzione di reti professionali

• Realizzazione Codice Deontologico formato ta-scabile a disposizione degli iscritti

• Inserimento delle slide dei convegni organizzati dal -l’Ordine sul nostro sito, alla voce “Atti dei convegni”.Ecco il link: http://www.ordinepsicologi-liguria.it/la- formazione/atti-convegni.html

• Nuovo sito web: ultime fasi della realizzazione

Notizie dal Consiglio: di cosa ci stiamo occupando

Supplemento al Giornale degli Ordini degli Psicologi della Liguria

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Psicologi e Psicologia in Liguria2 DICEMBRE

Editorialedalla prima

per averlo a portata di mano nella pratica quotidiana. Ri-cordo che la consigliera G. Callero, referente per la de-ontologia, è a disposizione degli iscritti per dubbi oconsultazioni in materia.Non si interrompe la nostra attività di tutela della profes-sione sia contrastando l'esercizio abusivo, sia promuo-vendo una maggiore conoscenza della nostra pro -fessione in tutte le occasioni possibili. Grazie al lavoro del nostro ufficio stampa, nelle personedi Marco Gaviglio, giornalista e Elisa Zanolli, video maker,abbiamo ottenuto l’attenzione dei giornali e delle televi-sioni regionali che ci hanno dedicato ampi spazi in oc-casione dei nostri eventi più significativi.

La segreteria invia regolarmente il monitoraggio sui bandirivolti agli psicologi che si configurano come opportunitàdi misurarsi con nuove frontiere del mercato del lavorocome ad esempio nel sociale e rappresenta una leva dicrescita e di inserimento professionale nei diversi settoridi interesse per lo psicologo (educazione, formazione,sicurezza, sport, orientamento, adolescenza, salutementale, disabilità, devianza, età evolutiva, gerontologia,patologie specifiche, etc). Per sollecitare gli iscritti a sviluppare la propria imprendi-torialità continuiamo ad organizzare corsi focalizzati sul-l’acquisizione di competenze per partecipare ai bandistessi. Parallelamente continua l’investimento di risorse nell’or-ganizzazione di corsi e di seminari gratuiti, anche viastreaming, per realizzare momenti formativi, con perso-nalità di fama internazionale come Anne Alvarez e DoraKnauer. Troverete un report di questi eventi nelle prossime paginee ampia documentazione sul nostro sito.

In questo numero presenteremo le Raccomandazionidello psicologo in farmacia. Si tratta di un progetto cheha impegnato le nostre risorse per tanto tempo e che haprodotto delle linee guida condivise con l’Ordine dei Far-macisti di Genova e con Federfarma. La presentazione si inserisce nell'ambito dell'iniziativa"Lo psicologo in farmacia" già sperimentata con suc-cesso in molte città italiane tra le quali Milano, Roma, To-rino, Bologna e Napoli e ora pronta ad approdare in viaufficiale, al di là dei singoli rapporti già intercorsi tra psi-cologi e farmacisti, anche a Genova.

Un altro focus di sicuro interesse è stato il convegno “An-ziani alla guida” per sensibilizzare le autorità e la popo-lazione rispetto ad un problema socio-sanitario cheriguarda da vicino una regione come la nostra, tra le piùanziane d’Italia giungendo a proporre alla Regione unaconvenzione per l'accreditamento di professionisti qua-lificati nel rilascio dei referti richiesti dalla Commissioneper il rinnovo della patente, in modo da ovviare alle ca-renze di organico nei servizi pubblici, accorciare i tempidi attesa e adottare uno standard di valutazione omoge-neo per tutto il territorio.

Le forti scosse di terremoto che hanno distrutto il centroItalia in questi ultimi mesi, hanno colpito tutti noi che,proprio perché abituati a metterci nei panni degli altri par-tecipiamo e comprendiamo il dolore della perdita deipunti di riferimento fondamentali della propria vita. Il nostro intervento, in questi casi, assume un'importanzastrategica sui luoghi colpiti; alcuni colleghi, con genero-sità e spirito umanitario, si sono proposti per fornire unaiuto professionale che, ricordo, prevede un formazionespecifica, esclude l’improvvisazione e va coordinato daassociazioni accreditate con la Protezione Civile.Il Consiglio esprime vicinanza e partecipazione ai colleghipsicologi e alla popolazione colpita.

Lascio alle parole dei colleghi la descrizione dettagliatadegli argomenti di questo numero e Auguro a tutti unsereno Natale e un proficuo anno nuovo!

La PresidenteLisa Cacia

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Psicologi e Psicologia in Liguria 32016

Sistema Tessera Sanitaria: accreditamento e invio dati

In primo piano

Entro il 31 gennaio 2017 sono tenuti all’invio dei dati sa-nitari dei propri pazienti al Sistema Tessera Sanitaria tuttii professionisti psicologi che a partire dall’anno 2016hanno intestato fatture/ricevute sanitarie a persone fi-siche (non ad ASL, Centri etc.) per prestazioni clini-che/sanitarie, quindi esenti da IVA. (Un elenco delleprestazioni cliniche è consultabile al paragrafo 8 del do-cumento Vademecum per neo Psicologi, scaricabile dalsito dell’Ordine nell’area Neo Iscritti.) ▪ Per accedere al Sistema TS occorre registrarsi, entro

il 31 ottobre 2016, sul sito www.sistemats.it seguendoil seguente percorso nel menu di sinistra: Sistema TSinforma/730-Spese Sanitarie/Registrazione-Accredi-tamento al Sistema TS.

▪ I dati inviati vengono utilizzati dall’Agenzia delle Entrateper essere inseriti nella dichiarazione dei redditi pre-compilata, tra gli oneri detraibili, che ogni anno la

stessa rende disponibile per ciascun contribuente. ▪ è previsto dalla normativa che ciascun soggetto possa

esercitare l’opposizione per non rendere disponibiliall’Agenzia delle Entrate i dati sulle proprie spese sa-nitarie, e quindi, per non farle inserire nella dichiara-zione precompilata.

▪ Rimane impregiudicata la possibilità per ciascun sog-getto di inserire autonomamente tra gli oneri detraibilidella dichiarazione dei redditi tutte le spese sanitariein proprio possesso, comprese quelle per le quali èstata esercitata opposizione.

▪ Tutti coloro che svolgono prestazioni sanitarie senzapartita IVA con prestazioni occasionali, non sono tenutiad inviare al Sistema Tessera Sanitaria i dati relativi alleprestazioni erogate in quanto è vincolante il possessodi un numero di partita IVA per concludere la fase diaccreditamento.

1. Successivamente all’erogazione della prestazione Il paziente può in ogni momento, successivamente all’erogazione dellaprestazione, e comunque entro il mese di febbraio di ogni anno per lespese sanitarie sostenute nell’anno precedente, esercitare la propria op-posizione accedendo al portale del STS con la propria tessera sanitaria otramite le credenziali fisconline rilasciate dall’Agenzia delle Entrate. Quipuò consultare l’elenco delle spese sanitarie e selezionare quelle che nonintende rendere disponibili per le finalità sopra menzionate. 2. Al momento dell’erogazione della prestazione Il paziente può chiedere al professionista al momento dell’erogazione dellaprestazione sanitaria l’annotazione della propria opposizione sul docu-mento fiscale rilasciato. Il professionista dovrà escludere i dati sanitaricontenuti in tale ricevuta sanitaria/fattura da quelli da inviare telematica-mente al STS ogni anno. Rimane in ogni caso impregiudicata la possibilità per i soggetti interessatidi esercitare l’opposizione secondo la prima modalità indicata qualora nonabbiano chiesto al professionista l’annotazione.

ATTENZIONE* Tutti i dati delle ricevute/fatture emesse fino al 13/11/2016 dovrannoessere obbligatoriamente inviati telematicamente all’Agenzia delle En-trate senza possibilità di consultare il paziente-contribuente; quest’ultimopotrà esprimere il proprio diniego all’inserimento in dichiarazione dellespese mediche sostenute nel periodo 01.01.2016 – 13.11.016 acce-dendo dal 1° al 28 febbraio 2017 al sito www.sistemats.it tramite PIN730 precompilato o fisconline, comunicando l’opposizione per ciascunaspesa medica sostenuta. Per le spese sanitarie sostenute dal 2017 inpoi il paziente-contribuente potrà accedere al Sistema Tessera Sanitariatramite PIN 730 precompilato o fisconline.

* Le fatture emesse dal 14/11 in avanti dovranno raccogliere ilconsenso/diniego del paziente con una formula del tipo:

Sulle ricevute sanitarie/fatture emesse dal 14/11/2016 - sia nel docu-mento fiscale consegnato al paziente sia nella copia che rimane in pos-sesso del professionista - dovrà essere riportata (anche tramite timbro)una specifica annotazione del tipo: “I dati del presente documento nonsono trasmessi al Sistema Tessera Sanitaria ai fini della predisposizionedel mod. 730/Unico precompilato per opposizione del cliente ex DM31.7.2015 e art. 7, D. Lgs. N. 196/2003”

INFORMAtIVA PER I PAZIENtI Al fine di rendere nota al proprio paziente la possibilità esercitare il dirittodi opposizione di cui sopra, potrebbe essere predisposta un’informativa(che può essere anche affissa presso lo studio) secondo il seguente tenore: “OPPOSIZIONE ALLA TRASMISSIONE DEI DATI DELLE SPESE SANITARIEPER IL MOD. 730 / UNICO PRECOMPILATO DA PARTE DEL PAZIENTE.Il Decreto del Mef del 1/9/2016 ha introdotto l’obbligo per gli PSICOLOGIdi inviare al Sistema Tessera Sanitaria (STS) i dati delle spese sanitariesostenute dai pazienti. Tali dati saranno trasmessi dal STS all’Agenzia delleEntrate per l’elaborazione del mod. 730/Unico precompilato. Ai sensi di quanto stabilito dal DM 31/7/2015 e dalla normativa sulla pri-vacy, il paziente può esercitare l’opposizione all’invio dei dati, prima del-l’emissione della fattura, tramite esplicita richiesta verbale da annotare infattura. Qualora il paziente non si opponga, i dati sanitari confluiranno nel mod.730/Unico precompilato e risulteranno accessibili anche ai soggetti ai qualiil paziente è fiscalmente a carico”.

M. Irene SassiSegreteria Ordine Psicologi Liguria

Modalità di esercizio del diritto di opposizione alla trasmissione dei dati tramite il sistema ts

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Psicologi e Psicologia in Liguria4 DICEMBRE

Cosa succede intorno a noiLa protezione assistita: la valorizzazionedell’assistenza psicologica nel sistema di protezione

Questo il titolo del Seminario tenutosi a Roma lo scorso21 luglio presso il Ministero dell’Interno, con la parteci-pazione del Presidente Giardina, durante il quale si è di-scusso dell’importanza dell’intervento psicologico a favoredi testimoni, collaboratori di giustizia e operatori coinvoltinei programmi di protezione. è prevista a tale scopo ladefinizione di linee guida, che saranno presto oggetto diun Protocollo d’intesa.

31° CongressoInternazionale di Psicologia.Yokohama, Giappone

Il Presidente Giardina e il Consigliere Segretario De Carlohanno partecipato al 31° Congresso Internazionale diPsicologia, tenutosi a Yokohama dal 24 al 29 luglio2016, con il titolo “Diversity in Harmony: Insights fromPsychology”. Più di 8000 i colleghi partecipanti, provenienti da 87Paesi e 47 gli interventi di psicologi italiani in relazione altema del contributo che la psicologia contemporaneapuò offrire allo scopo di favorire qualsiasi tipo di integrazione,individuale e collettiva.

Minori stranieri nonaccompagnati

Un nuovo incontro si è tenuto a Roma tra rappresentantidel Ministero dell’Interno e i Presidenti del Consiglio Na-zionale degli Assistenti Sociali e del Consiglio Nazionaledell’Ordine degli Psicologi, al fine di avviare una collabo-

razione per la definizione di percorsi di protezione infavore dei quasi 12.000 minori non accompagnati giuntinel nostro Paese solo dallo scorso mese di gennaio e diquelli già presenti da tempo nel territorio nazionale. IPresidenti dei due Ordini professionali prevedono ulterioriincontri a breve proprio per “mettere a punto una seriedi interventi che ormai non sono più rinviabili”.

Sostegno agli utenti debolicoinvolti nel recente sisma

Il CNOP ha stanziato la somma di 50.000 euro peravviare azioni di supporto psicologico in favore di bambini,disabili e anziani coinvolti nel recente sisma che hacolpito l’Italia centrale.

Si tratta di interventi non più legati all’emergenza, bensìa carattere stabile e continuativo, “affinché le persone ele comunità possano ritrovare al loro interno risorse emotivazioni per ricostruire il loro progetto di vita. I pro-fessionisti verranno selezionati secondo le procedurepubbliche dell’ente che gestisce il post sisma conmodalità che verranno condivise con il CNOP, sul cuisito internet verranno condivise.

Nuovi LEA, decisione storicaper la Psicologia italiana

La conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, leRegioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hasancito l’intesa per l’aggiornamento dei Livelli Essenzialidi Assistenza (LEA). Decisione storica per la Psicologia italiana, in quantodopo più di un trentennio di attività nel Servizio Sanitarionon restava alcuna traccia di questo lavoro: i codici con-

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Psicologi e Psicologia in Liguria 52016

Cosa succede intorno a noi

nessi alle prestazioni psicologiche erano sotto le voci“psichiatria” e “neurologia”. Ora la Psicologia italiana sivede riconoscere la propria autonomia scientifica e pro-fessionale e il suo lavoro sarà distinguibile e misurabile,consentendo così al Governo di pianificare anche nuoveassunzioni.

Il CNOP sostienela campagna 2016-2017“Ambienti di lavoro sani esicuri a ogni età”

Il CNOP ha aderito alla campagna 2016-2017 “Ambientidi lavoro sani e sicuri a ogni età” dell’Agenzia Europea

per la salute e la sicurezza del lavoro (EU-OSHA), i cuiquattro obiettivi sono: promuovere il lavoro sostenibile ela salute per tutta la durata della vita lavorativa, prevenireproblemi di salute dei lavoratori, offrire a datori di lavoroe lavoratori modalità di gestione della sicurezza e dellasalute sul lavoro, tenendo conto dell’invecchiamento deilavoratori e infine incoraggiare lo scambio d’informazionie buone prassi.

10 ottobre 2016: Giornata Nazionale dellaPsicologia

Il 10 ottobre si è celebrata per la prima volta la GiornataNazionale della Psicologia, ideata e promossa dal CNOPin collaborazione con i diversi Ordini Regionali.

La scelta di questa giornata non è stata certo casuale:lo stesso giorno ricorre la Giornata Nazionale della SaluteMentale.

Gabriele Schiaffino

Ambienti di lavoro sani e sicuri ad ogni età

Guida alla campagna

Promozione di una vita lavorativa sostenibile

www.healthy-workplaces.eu#EUhealthyworkplaces

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Psicologi e Psicologia in Liguria6 DICEMBRE

Gruppi di lavoroIl comune obiettivo dei gruppi di lavoro èdi costituire uno spazio di confronto e di scambio tra colleghi che operano nella stessa area professionale ed anche supportare alcune iniziative del Consiglio.Allo stato attuale sono attivi 19 gruppi di lavoro che hanno raccolto l’adesione di 300 iscritti ed una partecipazione pari a circa il 60%. Gli obiettivi di coinvolgimento degli iscritti al nostro Ordine e di approfondimento teorico e tecnico delle principali aree di interesse professionalesono ad oggi raggiunti pienamente, attraverso l’organiz-zazione di eventi formativi rivolti agli iscritti ma anche at-traverso iniziative più recenti rivolte alla popolazione qualila giornata della psicologia del 15 ottobre, la presenta-zione delle “raccomandazioni dello psicologo in farmacia”del 24 ottobre e l’Open day del Festival della Scienza del5 novembre.Queste ultime iniziative, raccontate in report dedicati al-l’interno di questo numero del giornale, sono state pen-sate e realizzate nell’intento di far conoscere il piùpossibile alla popolazione le potenzialità della psicologiae degli psicologi con relazioni, poster, spot video eanche attraverso materiale informativo carteceo, distri-buito negli info point che abbiamo allestito nelle imme-diate vicinanze della nostra sede ordinistica.Un’altro impegno da parte di coordinatori e componentidei gruppi di lavoro, ai quali vanno i più sentititi ringra-ziamenti, è stato quello di proporre per questo numeroun’articolo di approfondimento o di informazione sullostato dell’arte a cura del gruppo di lavoro. In questa sezione gli articoli proposti spaziano da temirelativi alla complessità rappresentata dall’area della Psicologia Clinica Psicosomatica alle conseguenze psi-cologiche dell’evento traumatico stradale con un’inte-ressante intervista alla prof.ssa Anna Maria Giannini,Professore Ordinario presso la Facoltà di Medicina ePsicologia della “Sapienza”, Università di Roma. Il GdL Psicologia Sociale descrive il lavoro svolto finoad oggi di approfondimento e confronto con altre realtàprofessionali per giungere ad una definizione di funzioni,ruolo e ambito di intervento dello psicologo che operanei Servizi Sociali. Il GdL Psicologia dell’emergenza e psicotraumatolo-gia si è concentrato sull'elaborazione, somministrazionee valutazione dei risultati di un questionario relativo alla percezione e l'attribuzione cognitiva ed esperienziale di

alcune parole di uso comune inerenti l’emergenza, som-ministrato ad un campione di 120 soggetti, di cui ne staelaborando i dati.Il GdL Psicologia dello sport dopo la ricerca-interventoper le scuole calcio “Osservare a tutto Campo” ci in-forma del nuovo progetto che vede gli psicologi delgruppo impegnati nell’organizzazione di un originale tor-neo di tennis nel quale la Psicologia dello Sport vieneapplicata al tennis. Dalla psicologia appicata allo sportsi passa alle riflessioni relative al GdL ascolto teatraledove attraverso il training attoriale il gruppo di lavorosperimenta la possibilità di passare dal “soliloquio ob-bligato del disordine all’ordine del dialogo”.Il GdL ospedaliera propone un importante articolo sualcuni aspetti psicologici che possono essere coinvoltinell'esperienza dolorosa del paziente adulto e del bam-bino, indicando alcuni strumenti di valutazione del sin-tomo algico attraverso l’ascolto dell’esperienza delpaziente tramite colloquio e la misurazione con l’uso discale e questionari. Il GdL di Etnopsicologia descrive il progetto che li haconvinti ad organizzare un ciclo di incontri dall’evocativotitolo “dialoghi di confine” rivolto a differenti professio-nalità che operano con persone migranti in un’ottica la-boratoriale in cui condividere le rispettive prassi. Il GdL Psicologia del lavoro approfondisce il tema at-tualissimo del Tecnostress, analizzando le conseguenzenegative sullo stato psicofisico e qualità della vita dellepersone ed evidenziando il ruolo che lo psicologo del la-voro può svolgere nelle aziende del terzo millennio. Chiude questa breve rassegna di contributi l’interes-sante articolo proposto dal GdL Psicologia giuridicatratto dalla rivista “Minorigiustizia” su un tema partico-larmente complesso e delicato sulla valutazione dellecapacità/incapacità genitoriali. Buona lettura!

Mara Donatella Fiaschi Vicepresidente Ordine Psicologi Liguri e referente dei coordinatori dei GdL

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Psicologi e Psicologia in Liguria 72016

Alcune riflessioni in tema di Psicosomatica

Chi si occupa di Clinica ha presente il dilemma dei disturbi“psicosomatici”; gli sarà senz’altro capitato di avere ache fare con persone che tendono ad esprimere il propriomalessere attraverso sintomi fisici che a prima vista pos-sono apparire scarsamente di natura psicogena, quantopiuttosto legati al corpo. Ovviamente nel paziente “psicosomatico” qualunque ap-profondimento medico ha dato esito negativo, ma ciònon interrompe la “voce” del corpo che lamenta tutto ildolore e il disagio di una condizione di malessere, né èsufficiente per trovare una soluzione al disagio. La rela-zione con questi pa-zienti è difficile, mettespesso a dura prova lareazione controtran-sferale del terapeutache ha la sensazionedi totale impotenza;prova noia di fronte anarrazioni che si ripe-tono e si assomigliano,così come i sintomiche paiono avvicen-darsi attraverso una ri-petitività non conteni-bile. Il problema ècomplesso: il filo cheapre la strada alla psicopatologia più grave è talvolta sot-tile. La terapia è lunga e apparentemente infruttuosa. Sisono fatte tante ipotesi su questi pazienti; a partire daipreziosi contributi della psicoanalisi più recentementesono stati considerati i costrutti di alessitimia, di deficit dimentalizzazione, di disregolazione affettiva e tanto si èscritto sulla qualità dei sintomi o sui possibili approcci dicura o sui tratti di personalità dello “psicosomatico”.è ben noto ai clinici quanto questi pazienti pongano pro-blemi in terapia, alla stregua talvolta di pazienti psichiatricipiù gravi.Il Gruppo di lavoro sulla psicosomatica, guidato da subitoda forte spirito speculativo, nasce proprio da queste ri-flessioni, con la consapevolezza che il problema è benpiù complesso di quanto si creda. Ci accorgiamo prestoche, al di là delle teorizzazioni preziose, si pone l’esigenzadi una maggiore chiarezza sia epistemologica che pratica.I contorni del problema sono nebulosi e non orientano

verso strategie terapeutiche. Il dibattito fra mente e corpo è storia vecchia: dal Mitodella Caverna di Platone sono passati quasi 2500 annima il problema della dicotomia fra psiche e soma non èancora risolto. Di fronte al paziente che ha il mal di pancia continuiamoa chiederci se il problema è una disfunzione addominaleorganica o se il sintomo sia attribuibile allo stress che ri-cade sul suo fragile intestino tenue, bersagliato daglieventi di vita. In altri termini ci domandiamo tuttora dovefinisca il corpo e cominci la mente e viceversa. E il dibat-

tito prosegue non ri-sparmiando neppure ipazienti che restanoincreduli di fronte allenostre interpretazionipiù audaci dei loro sin-tomi. Forse allora è ar-rivato il tempo in cui bi-sogna cambiare puntodi vista e accettarel’idea che ciò che vasotto il nome di “psi-cosomatica” indichi unproblema epistemolo-gico legato proprio alladifficoltosa cono-

scenza dell’intreccio fra corpo e mente comprensibile inteoria ma così difficile da considerare nella pratica cli-nica.L’intervento di Franco Baldoni, invitato dal nostro Gdl nel2012 va proprio in questa direzione e ci aiuta nell’obiettivodi fare chiarezza nella complessità, in un sistema in cuinon si parla più di causalità lineare tra eventi ma di cau-salità complessa multifattoriale.Di fatto la psicosomatica, termine coniato nel 1818 da J.Heinrot, è una scienza che si propone di studiare e aiutarel’uomo considerando i suoi aspetti psicologici, biologicie sociali. Essa rappresenta un contenitore nel quale af-feriscono i contributi di altri paradigmi. In tal senso sipuò parlare di “metaparadigma” trasversale a tutti gli altriorientamenti sorti a partire da Freud in poi. Dalla psicoa-nalisi alla prospettiva psicofisiologica, da quella compor-tamentista a quella cognitivista o ancora dalla teoria del-l’attaccamento alla prospettiva sistemica, dal contributo

Gruppi di lavoro

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Psicologi e Psicologia in Liguria8 DICEMBRE

bio-psico-sociale a quello delle neuroscienze, ciascun fi-lone fornisce un modello di studio che partecipa alla co-noscenza del problema e che da solo non è sufficiente acomprendere la complessità oggetto di queste brevi ri-flessioni.L’approccio psicosoma-tico accetta i contributimaturati da questi modellidiversi, senza per questodiventarne parte o con-fondersi con essi. Di fattola sua grande novità èproprio la trasversalità e ilriconoscimento checorpo e mente sonoaspetti di un unico orga-nismo complesso, che lascienza studia attraversomodi e approcci diversi aseconda che utilizzi tec-niche di studio biologicheo psicologiche. Non esi-stono verità assolute, maporzioni diverse di veritàinseribili ed integrabili inuna rete poliedrica e variegata che muta al variare delmetodo di studio. Ciascuna malattia, nessuna esclusa, è psicosomaticaperché vede sempre il contributo di corpo e mente coin-volte in una relazione complessa e di difficile individua-zione. Non ci aiuta parlare di cause psichiche contrap-poste a cause organiche in quanto possiamo avere unarappresentazione psicologica o biologica secondo ilpunto di vista che adottiamo. In realtà le malattie nonsono né solo psichiche né solo somatiche. Ciò, se da unlato è riduttivo perché implica la rinuncia dell’onnipotenzaterapeutica anelata da sempre, dall’altro apre la via versouno scenario eclettico e multiforme dove qualunque con-tributo teorico, orientamento epistemologico o esperienzainteriorizzata può fornire potenziali strumenti di studio,comprensione e cura. Apparentemente ciò non ci facilitaa inquadrare il paziente psicosomatico, perché comples-sifica ulteriormente il quadro, ma ci tranquillizza e ci pre-dispone a riflettere sforzandoci di integrare la grande ric-chezza di contributi differenti.Ciò che deve essere invece ben chiaro, è che di fronte aidisturbi dei nostri pazienti, siamo al cospetto di manife-stazioni che riguardano non solo il corpo o la mente, mal’intera struttura complessa e incredibilmente sofisticata

che è la persona nella sua interezza.Di fronte a tale complessità non possiamo che lasciareun poco da parte teorie, modelli e tecniche, seppur utili,e metterci in ascolto della sofferenza di ciò che il pazienteci può e vuole narrare attraverso la via espressiva che inquel momento si può permettere, sia essa somatica che

verbale. Se condividiamol’affermazione che tutte lemalattie possono essereconsiderate psicosoma-tiche possiamo dire cheil terapeuta dovrebbe cer-care di mantenere unequilibrio tra “l’ascolto” diaspetti corporei e psico-logici nell’ottica di un veroapproccio integrato. L’attenzione sul piano cli-nico e non solo teoricodegli aspetti bio-psico-sociali secondo il modellodi Engel (1977), è ciò cheha permesso la presenzaa livello nazionale di psi-cologi operanti all’internodi strutture ospedaliere ocoinvolti in dirette espe-

rienze di collaborazione con medici di medicina generale.Queste ultime collaborazioni, pur impiegando psicologinon ancora riconosciuti sul piano istituzionale, rappre-sentano un promettente scenario di approccio integratoalla malattia, approccio che, seppur riconosciuto e au-spicato da molto tempo, non si concretizza facilmente intermini di risorse dedicate. Ciò accade per varie ragioniche qui non è possibile trattare per motivi di spazio, di-ventando quasi uno slogan.Per superare la dicotomia mente e corpo si dovrebbeprevedere una valutazione del paziente a 360 gradi giàall’inizio della richiesta di consultazione, come accade inalcune realtà pubbliche e private, permettendogli così dientrare facilmente in contatto sia con il medico che conlo psicologo, evitando invii da un medico all’altro, pre-scrizioni di analisi strumentali o farmacologiche che si ri-velano spesso improprie e costose.La bibliografia è consultabile sul sito dell’Ordine alla pa-gina “Giornale dell’Ordine” nel menù “Comunicazione”(http://www.ordinepsicologi-liguria.it/la-comunicazione/giornale-dell-ordine.html).

Mara Donatella Fiaschi, Sabrina RavazzaGdL Psicosomatica e Psicologia della Salute

Gruppi di lavoroAlcune riflessioni in tema di Psicosomatica

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Gruppi di lavoro

Dalla Psicosomatica Psicoanalitica ad altri approcci della Psicosomatica

contemporaneadell’Ordine degli Psicologi della Liguria

La Psicosomatica, nella concezionepiù ampia e attuale volta al su-peramento del dualismomente-corpo di ottica posi-tivista, è oggetto di studioe di interesse della Psico-logia, della Psicoanalisi edella Medicina. Le più re-centi teorizzazioni affron-tano l’argomento con di-versi paradigmi e modelliche vale la pena appro-fondire e valutare. L’Ordine degli Psicologidella Liguria ha dedicato altema attenzione ed energia edin particolare, dal 2004 ad oggi, hapromosso Eventi ed Incontri Pubblici di no-tevole rilevanza scientifica, ha organizzato Se-minari e Corsi di formazione ed infine ha costituitoun Gruppo di lavoro stabile di Psicosomatica, tra iGruppi di lavoro del Consiglio. Nel tempo, è stato accumulato un patrimonio di rilevantespessore culturale che oggi può essere utile riprenderesoprattutto con lo scopo di ampliare l’orizzonte informa-tivo dei giovani psicologi liguri ed eventualmente indicarelinee di sviluppo per la formazione. Si ricordano qui di seguito le prime due tappe del per-corso attuato.Nel 2004, mentre ricoprivo la carica di Vice Presidentedell’Ordine degli Psicologi della Liguria, entrai in contattocon l’Istituto di Psicosomatica Psicoanalitica Aberasturydi Perugia che aveva chiesto all’Ordine la concessionedel Patrocinio per un Evento Pubblico di rilievo interna-zionale che si sarebbe svolto a Genova. Infatti, alla fine della parte seminariale svoltasi a Camoglidal 27 al 29 settembre, il 30 settembre 2004 si tenne aGenova, a Palazzo San Giorgio, la giornata conclusiva

del IV Incontro Internazionale “IlDramma nell’Anima e la Ma-

lattia nel Corpo”. Durante laGiornata vennero presen-

tati al pubblico genovesei risultati scientifici e gliavanzamenti della ri-cerca conseguiti se-guendo il modello diPsicosomatica psicoa-nalitica del Prof. L.Chiozza. L’incontro si conclusecon la Lezione Magi-strale: “Il dramma nel-l’anima e la malattia nelcorpo”. In quella sede il

Prof. Chiozza presentòun’interessante introdu-

zione alla sua teoria psicoana-litica relativa all’ammalare e al gua-

rire; il relatore, critico nei confronti della psicosomaticatradizionale, sostiene una teoria della patogenesi comeespressione di una crisi esistenziale che viene rappre-sentata in modo peculiare attraverso il “linguaggio d’or-gano”; poiché tutte le malattie sono espressione di unacrisi interiore. Egli estende in modo rigoroso l’interpreta-zione psicoanalitica allo studio della malattia somatica. Ilsuo metodo di cura e di ricerca è definito “Studio Pato-biografico” ed è stato messo a punto ormai in quasi cin-quant’anni di lavoro presso il Centro Weizsaecker deConsulta Médica di Buenos Aires e presso il Centro diPerugia. Nel corso degli anni lo Studio Patobiografico, tecnicafondamentale del modello, è stato applicato a numero-sissime malattie somatiche quali diabete, malattie del fe-gato, cancro, obesità, cardiopatie, ischemiche, iperten-sione arteriosa ed altre ancora, mettendone in evidenza

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Psicologi e Psicologia in Liguria10 DICEMBRE

Gruppi di lavoro

specifiche “fantasie d’organo”. Lo “Studio Patobiografico” permette al paziente di rico-struire minuziosamente il percorso del proprio “drammabiografico”, fino a quel momento a lui inaccessibile e dicoglierne i nodi traumatici. Dunque la persona malata,oltre che essere aiutata dalla assunzione dei ritrovati dellamedicina può al tempo stesso trarre beneficio da una ri-cerca approfondita su di sé secondo il metodo psicoa-nalitico.L’evento riscosse interesse ed in seguito alcuni iscritti al-l’Ordine mi chiesero di organizzare con il Centro di Peru-gia un ciclo di formazione per approfondire i temi affron-tati. Il Consiglio dell’Ordine fu concorde e così presicontatto con l’Istituto. Vennero programmati, organizzatied attuati 5 incontri di studio dal titolo “Prospettive per laPsicologia. Dalla Psicosomatica alla interpretazione Psi-coanalitica della malattia organica”. I Seminari si tennero tra maggio ed ottobre 2005 a Ge-nova, presso la Sede dell’Ordine. Furono condotti daidocenti nominati dall’Istituto di Perugia: Dott. Carlo Brutti- Psicoanalista, Dott.ssa Rita Parlani - Psicoanalista;Dott.ssa Liliana Zonta - Psicoanalista. Furono seguiti da un gruppo costante di psicologi. Ven-nero trattati argomenti che affrontarono sia il contestogenerale dei vari approcci alla psicosomatica sia i fonda-menti epistemologici e teorico-clinici della psicoterapiapsicoanalitica secondo lo sviluppo di Luis Chiozza. Venne messa a fuoco la particolarità del modello anchese, volutamente, per serietà di approccio formativo, nonfurono trattati argomenti relativi alle tecniche e quindinon furono affrontati né lo studio Patobiografico né l’im-postazione psicoanalitica. Tuttavia la forma seminariale e la chiarezza di esposizionegarantirono ai partecipanti un attivo coinvolgimento ed ilraggiungimento di un buon livello di conoscenza dei con-tenuti teorici sviluppati. è nell’estate del 2011 che si costituisce il Gruppo di lavoro sulla Psicosomatica e Psicologia della Salutesu iniziativa della dott.ssa Mara Donatella Fiaschi. In con-tinuità con le iniziative precedenti vengono organizzatiseminari di approfondimento teorico ma anche appro-fonditi due progetti di psicologia della salute quali: “lopsicologo con il medico di medicina generale” e “lopsicologo in farmacia”.Per la prima giornata di studio, nell’ottobre del 2012, èstato scelto come relatore il prof. Franco Baldoni, medicopsicologo-psicoterapeuta, docente di Metodologia Clinica

presso l’Università di Bologna ed autore di numerosiscritti. L’obiettivo perseguito ed ampiamente raggiunto è statoquello di offrire una panoramica della psicosomatica con-temporanea, esponendo i principali modelli teorici arric-chiti da dati di ricerca più recenti e su alcune problema-tiche terapeutiche. In merito ad esperienze di psicologiadella salute è stato invitato, nel maggio del 2013, il prof.Luigi Solano, psicoanalista SPI e professore associatoUniversità della Sapienza, che ha condiviso con gli psi-cologi ed alcuni medici di medicina generale e di altrespecialità presenti al convegno la sua esperienza di col-laborazione dello psicologo nello studio del Medico diMedicina Generale. Gli approfondimenti teorici sono proseguiti nello stessoanno con due seminari in tema di: “Ecobiopsicologiacome psicosomatica della complessità”, il 28 settembre2013, a cura di docenti dell’Istituto Aneb di Milano ed unaltro seminario in tema di: “PNEI: evidenze scientificheed esperienze pratiche sulla comunicazione mente ecorpo”, il 9 novembre 2013, a cura della SIPNEI Liguria.Il modello ecobiopsicologico, nello spostare il campo diosservazione dall’individuo alla relazione che i suoi organied apparati intrattengono con le immagini psichiche cor-rispondenti, considera l’uomo e la sua fisiologia comeun “sistema organizzato” costituito da reti di relazioni,aperto a un flusso informativo. La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia si può definirecome un paradigma che studia i rapporti tra i sisteminervoso, endocrino ed immunitario e dimostra che all'in-terno dell'organismo umano vi è una fitta rete di comuni-cazione bidirezionale e diffusa, non gerarchica tra i diversiorgani ed apparati, che avviene grazie all'utilizzo di segnalichimici condivisi, in reciproca relazione con l'ambientefisico e sociale. Attualmente il Gruppo di lavoro si sta impegnando nel-l’organizzare una giornata di studio sulle psicoterapie amediazione corporea.

Mara Donatella FiaschiSabrina Ravazza

GdL Psicosomatica e Psicologia della Salute

Dalla Psicosomatica Psicoanalitica ad altri approcci della Psicosomatica contemporanea

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Progetto Ania Cares: le vittime e le famiglie al centro

Intervista ad Anna Maria Giannini, Professore Ordinario presso la Facoltà di Medicina

e Psicologia, “Sapienza” Università di Roma, Consigliere dell’Ordine degli Psicologi Lazio.

Ogni anno 1.2 milioni di persone nel mondo muoiono inseguito ad incidenti stradali e milioni di utenti della stradariportano lesioni gravi ed a lungo termine (WHO, 2015). Alivello globale, gli incidenti stradali sono stimati essere lanona causa di morte e la principale tra i giovani di etàcompresa fra i 15-29 anni (WHO, 2015). In Italia, nel2015, si sono verificati 173.892 incidenti stradali con le-sioni a persone, con la morte di 3.419 persone ed il feri-mento di altre 246.050, di cui 16 mila feriti gravi (ISTAT,luglio 2016). I primi dati ISTAT pubblicati registrano, pur in presenza diun trend decrescente negli ultimi 15 anni, un aumentodel numero di vittime ed un costante aumento del rap-porto tra feriti gravi e vittime, condizione che allontana ilnostro Paese dall’obiettivo europeo per la sicurezza stra-dale per il 2020. Il numero dei feriti gravi con esiti invalidanti costituisceun’emergenza sanitaria a livello mondiale. Gli orientamentieuropei intendono definire obiettivi e strategie capaci diindividuare misure in grado di migliorare l’efficienza degliinterventi di primo soccorso e dell’assistenza post-inci-dente per ridurne l’impatto. Il Progetto ANIA Cares nasce in linea con queste esigenze:realizzato dalla Fondazione ANIA per la sicurezza stradale,organizzazione no-profit rappresentativa delle imprese diassicurazione operanti nel ramo della responsabilità civileauto, con il coordinamento scientifico della Facoltà di Me-dicina e Psicologia, “Sapienza” Università di Roma, Re-sponsabile scientifico Prof. Anna Maria Giannini, ed incollaborazione con la Polizia Stradale. “Dopo aver subitoun primo grave trauma fisico o psicologico – ricorda Anna

Maria Giannini – le vittime ed i familiari ne sopportano unsecondo, che il più delle volte, non viene riconosciuto.Per questo, si è voluto compiere un atto di civiltà che po-trebbe colmare questo gap di attenzione nei confronti deimacrolesi e dei parenti delle persone decedute”.

Il Progetto prevede l’intervento di supporto psicologico aigravi traumatizzati di incidente stradale ed ai familiari dellevittime. Nell’ambito del Progetto è stata definita una pro-cedura di intervento innovativa e basata su un modello diPronto Soccorso Psicologico, specificamente dedicatoalle vittime di questo tipo di trauma. Afferma la Prof. Gian-nini: “il Progetto, unico nel suo genere a livello internazio-nale, ha come principale obiettivo quello di sviluppareuna rete di assistenza per fornire un aiuto qualificato persuperare le spesso gravi conseguenze psicologiche do-vute ai danni fisici permanenti o alla perdita di una personacara”.Per realizzare questo ambizioso obiettivo, si è previsto ilcoinvolgimento di esperti di fama nazionale ed interna-zionale della Psicologia del trauma e del suo trattamentotra i quali il Dott. Roger Solomon, Direttore clinico delcentro Post Critical Incident – PCI, ed il Prof. RichardMollica, Direttore del Harvard Program of RefugeeTrauma. è stato approntato un protocollo d’intervento,attraverso la sperimentazione su alcuni casi, redatto lelinee guida per gli psicologi che lavoreranno con le vittimeo/e i familiari, nonché le linee guida per Polizia Stradale eCompagnie assicurative. 80 Psicologi, già selezionati at-

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Gruppi di lavoro

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Gruppi di lavoro

traverso un bando e specificamente formati, opererannonelle città pilota (Milano, Roma, Firenze e Campobasso).L’obiettivo è la realizzazione di Unità di Pronto interventopsicologico (inizialmente attive nelle città pilota e poiestendibili sul territorio nazionale) che, attraverso numeroverde attivo 24h su 24, interverranno su chiamata dellestrutture di emergenza degli Ospedali, della Polizia Stra-dale e locale, delle Assicurazioni o delle vittime stesse.

Come sottolinea la Prof. Giannini, “l’innovatività del pro-getto consiste non solo nel mettere in primo piano l’in-tervento psicologico alle vittime, ma anche creare sinergietra le parti operative coinvolte nell’evento traumatico stra-dale”. Il Progetto è stato costruito a partire dai bisogni reali eprofondi delle vittime lasciate sole con le emozioni, i sen-timenti e il dolore per la perdita e l’esperienza vissuta.Quando parliamo di vittima si considera chi fa espe-rienza diretta dell’evento traumatico, chi ha assistitodirettamente all’evento, o che viene a conoscenzadi un evento traumatico accaduto ad un membro dellafamiglia (DSM 5; APA, 2013). Occorre considerare che il trauma stradale (evento iden-tificato con l’acronimo IPEV, ossia morti Improvvise, Pre-mature, Evitabili e Violente; Lori et al., 2013) è solitamenteun evento causato da un’azione umana, riconducibilead errori del conducente o trasgressioni delle norme stra-dali. Le reazioni allo stress sono in parte diverse a se-conda che l’evento sia provocato dall’uomo, oppure siaun disastro tecnologico o un disastro naturale (Rodriguez,

Kohn, 2008) e una maggiore percezione della propriaresponsabilità correla positivamente con la probabilità disviluppare sintomi post-traumatici (Blanchard et al.,1996). “Il senso di colpa e il vissuto di responsabilitàreale o presunta, o il sentimento di rabbia intensa, sonoaspetti che possono incidere sul percorso di recupero esullo stile di fronteggiamento dell'evento traumatico conconseguenze sul piano dell'elaborazione del lutto e sullo

sviluppo di esiti psicopatologici” – afferma la Prof. Gian-nini. La complessità e la specificità dell’intervento, rendonoperò imprescindibile il ruolo della formazione professio-nale, affinché lo Psicologo specialista, in collaborazionecon altre professionalità, possa offrire un valore aggiuntoe un contributo riconosciuto. “La “Sapienza” ha attivato un Corso di Alta Formazionein Pronto Soccorso Psicologico (http://www.uniroma1.it/didattica/corsiformazione/pronto-soccorso-psicologico-29134) – spiega la Prof. Giannini – aperto a Psicologi in-teressati a sviluppare competenze per attuare interventiin contesti critici e di macro e micro-emergenze, alloscopo di creare professionalità psicologiche specifichee specialistiche”.

Articolo realizzato con la cortese collaborazione della Dott.ssaFrancesca Baralla - Psicologa, Psicoterapeuta, PhD “Sapienza”Università di Roma

Daniela FrisoneCoordinatore GdL Psicologia del Traffico

Psicologi e Psicologia in Liguria12 DICEMBRE

Progetto Ania Cares

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Il lavoro dello psicologo all’interno del servizio sociale

Il Gruppo di lavoro “Psicologiae Servizio Sociale” è com-posto da professionisti chelavorano da tempo all’internodei Servizi Territoriali per diversiEnti Locali, maturando saperiche hanno ritenuto importantecondividere, anche per potermigliorare il servizio rivolto allepersone che appartengonoalle fasce deboli e fragili dellapopolazione. In un momentodi così grande difficoltà a livelloeconomico e sociale è diventato essenziale avere comeobiettivo la promozione della salute delle persone e nonsolo la loro cura, e questo implica una reale integrazione deisettori sociale e sanitario.Il gruppo è nato sia per l’esigenza di confronto su un ambitodi lavoro diffuso nella nostra regione, ma in cui sono pochele occasioni di scambio tra colleghi, sia perché si tratta diun settore lavorativo ancora potenzialmente in espansione,a differenza di quello strettamente sanitario che appare oggiessere purtroppo in contrazione. La prima difficoltà incontrata è stata l’inquadramento, ladefinizione del ruolo e delle funzioni, pertanto il nostroGruppo di lavoro ha ritenuto indispensabile partire racco-gliendo ed analizzando la normativa che fa da cornice legi-slativa/giuridica e che definisce ruolo e funzioni della nostrafigura professionale nell’ambito della erogazione del serviziopubblico locale. Una ulteriore sollecitazione ci è arrivata dal Piano Socio-Sanitario Integrato Regionale 2013-2015 che pone comeun obiettivo specifico del Piano “Raccogliere le esperienzeterritoriali relative alle attività della figura professionale dellopsicologo (nei Comuni, nelle ASL, nelle scuole, ecc) al finedi definire una proposta tecnica di ruolo dello psicologooperante in contesto sanitario e dello psicologo operantenel contesto sociale da sottoporre alla valutazione degli or-gani politici”. Un primo riferimento per definire l’azione professionale ècertamente l’art.1 della legge n.56 del 1989 sull’ordinamentodella professione di psicologo che esplicita che “la profes-sione di psicologo comprende l’uso degli strumenti cono-scitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attivitàdi abilitazione–riabilitazione e di sostegno in ambito psicolo-gico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali ealle comunità. Comprende altresì le attività di sperimenta-

zione, ricerca e didatticain tale ambito”.Un chiaro riferimento delruolo e della collocazionedello Psicologo a livelloistituzionale è contenutonella L.R. 12/2006, cheattiene alla “Promozionedel Sistema Integrato diServizi Sociali e SocioSanitari”. All’art. 7 ven-gono descritte le funzionidell’Ambito Territoriale

Sociale stabilendo che “Lo Sportello di Cittadinanza prov-vede alla erogazione delle prestazioni sociali di base di in-formazione, consulenza, servizio sociale professionale, as-sistenza domiciliare, sostegno socio-educativo, aiutopersonale e familiare, attraverso l’Unità Operativa Multipro-fessionale in cui sono presenti competenze psicosociali,educative e amministrativo-contabili”. Emerge come lo psicologo nel servizio sociale promuovaun approccio multidisciplinare relativo al disagio sociale eintervenga direttamente con gli strumenti della psicologiasociale e di comunità nel promuovere l’integrazione dei ser-vizi alla persona e al nucleo familiare, con attività di sostegnopsicologico individuale e di gruppo, volte a ottimizzare le ri-sorse in percorsi attivi di assistenza.Infine si è cercato di comprendere la realtà della situazioneterritoriale a livello regionale, che si sapeva essere moltovariegata, all’interno dei Servizi territoriali, rispetto alla nostrafigura professionale.A tale scopo, innanzitutto, è stata fatta una mappatura degliAmbiti Territoriali Sociali della nostra regione e dei profes-sionisti impiegati negli stessi; dopodiché è stata predispostauna serie di domande, inserite poi in un questionario onlinesottoposto, attraverso l’Ordine, ai colleghi, sia dipendentidegli Enti sia assunti con contratto di lavoro autonomo ditipo libero professionale, risultati in attività nei territori co-munali regionali.Il GdL ha, altresì, ritenuto importante ampliare lo sguardoandando ad indagare se, ed eventualmente come, altre re-altà territoriali regionali avessero affrontato il tema del ruolodello psicologo nel servizio sociale. Un lavoro che ancora sista sviluppando anche attraverso il contatto del nostro Or-dine, con altri Ordini Regionali.

GdL Psicologia e Servizio Sociale

Gruppi di lavoro

Psicologi e Psicologia in Liguria 132016

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Il Gruppo di Psicologia dello Sportscende sulla terra rossa

L’obiettivo per il quale si è dato l'avvio nel gennaio 2012 alGruppo di lavoro di Psicologia dello Sport risiede innanzi-tutto nella valorizzazione della disciplina in un contesto diemergente e poco conosciuto in Italia e ancor meno in Li-guria.Volendo inquadrare, in modo sintetico, la Psicologia delloSport potremmo dire che analizza i processi mentali e glieffetti della pratica sportiva sulla persona e che ha comecompito quello di sostenere l’atleta nella gestione delle ri-chieste situazionali, valutando capacità e sfruttando le ca-ratteristiche.Anche in questo caso, sinteticamente, si possono indivi-duare due differenti ambiti di intervento. Da una partequello Psicologico-Educativo: dove si lavora in modo piùdiretto su Orientamento, Motivazione, Crescita Personale,Autostima, Identità e Relazione e dove l’obiettivo è quellodi “un sano sviluppo nello sport e grazie allo sport”. L’altroaspetto è quello dell’Efficienza Sportiva. Qui l’interventoavrà come obiettivo l’ottimizzazione della prestazione at-traverso strumenti specifici e standardizzati sia diagnostici(colloqui, test, questionari, griglie di osservazioni) sia utilial lavoro dello psicologo in studio sia alle attività in campo(colloqui, griglie, tecniche di rilassamento, tecniche di vi-sualizzazione, etc.).Lo Psicologo dello Sport non è un tecnico, non si occupadi strategie e tattiche sportive, ma, pur avendo una cono-scenza delle discipline sportive, riveste un ruolo ben definito:quello di esperto di tematiche psicologiche e psico-peda-gogiche. Il Gruppo di lavoro si è occupato dei diversi aspetti sopra-descritti della Psicologia dello Sport attraverso ricerche,pubblicazioni, convegni e varie attività di divulgazioni. Nelcorso del tempo ha attivato e mantenuto partnership conenti e associazioni in ambito sportivo. Questi lavori, uniti al consolidamento del Gruppo negli

anni, hanno aperto la strada ad attività dimostrative piùpratiche che permettano ad atleti, allenatori, tecnici, geni-tori e ad ogni tipo di sportivo di fare esperienza ed entrarein contatto con la Psicologia dello Sport. Il primo passo è stato “Osservare a tutto Campo”; il pro-getto di ricerca osservazionale per le scuole calcio pro-mosso ed organizzato dal Secolo XIX dove l’Ordine degliPsicologi della Liguria era uno dei Partner. Gli Psicologidel Gruppo di lavoro hanno lavorato a titolo dimostrativocon diversi strumenti: osservazioni, somministrazione diquestionari e brevi lavori di gruppo.Dopo questa esperienza Il Gruppo di lavoro Psicologia eSport scende di nuovo in campo, questa volta sulla terrarossa, organizzando un originale torneo di tennis, ufficial-mente riconosciuto dalla Federazione e, dunque, regola-mentato secondo i principi federali. L’idea nasce nel Gruppo di Psicologia e Sport della Liguria,e proprio la Liguria sarà la Regione pilota, successivamenteverrà sviluppato in modo analogo dagli Ordini del Piemontee del Lazio e con le rispettive Federazioni Tennis Regionali.L’aspetto innovativo è che il torneo offrirà momenti di provetecniche nelle quali i giovani tennisti gareggeranno perraggiungere la finale e aggiudicarsi i primi due posti deltorneo e, in parallelo ci saranno spazi dedicati alla prepa-razione mentale e alla sensibilizzazione circa la Psicologiadello Sport applicata al tennis. La premessa di pensieroalla base è quella di valorizzare, oltre al risultato, anche ilprocesso e i percorsi utili per raggiungerlo. Saranno orga-nizzati altresì, durante il tempo dello svolgimento del tor-neo, incontri di formazione e sensibilizzazione sulla psico-logia in ambito sportivo, nello specifico nel tennis, dedicatiai tecnici ai dirigenti delle società, alle famiglie dei giovanitennisti partecipanti.

Marta Boccalatte, Tamara MesemiGdL Psicologia dello Sport

Gruppi di lavoro

Psicologi e Psicologia in Liguria14 DICEMBRE

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Psicologi e Psicologia in Liguria 152016

Gruppi di lavoro

L’Ordine in disordineIl gruppo sull’Ascolto teatrale nasce all’inizio del 2015. Iltitolo un po’ misterioso suscitava curiosità mista ad ansiedi prestazione. La domanda più frequente era: “Non hoesperienze teatrali…posso comunque partecipare?”. Il nu-

mero di adesioni sulla carta eramolto superiore a quello deglieffettivi partecipanti, complicecredo la difficoltà di immaginarein cosa consistesse la parteci-pazione.Ad ogni domanda rispondevo:“Utilizziamo tecniche ed eserciziteatrali con l’obiettivo di ap-profondire quanto e cosa sap-piamo di quello che noi co-munichiamo agli altri e di quelloche gli altri vogliono comuni-carci”, o giù di lì. Faccio unapiccola premessa: quandoparlo di tecniche parlo di im-

provvisazioni verbali e non verbaliguidate da premesse, quandoparlo di esercizi parlo di un trai-ning che coinvolge soprattuttoesercizi corporei che sollecitanola percezione di cosa cambiain noi sotto il profilo emotivo enello spazio condiviso. Non èperciò né un lavoro di appro-fondimento teorico, né un lavorodi promozione e tantomeno unlavoro di condivisione di espe-rienze inerenti alla professione.è piuttosto la proposta di untraining esperienziale che possa promuo-vere la consapevolezza di ciò che percepiamo nel nostrointeragire.Quello che andavamo ad indagare nell’azione teatrale, ildrama, era l’inconsapevolezza di quello che comunicavamoin qualità di attori ma, soprattutto, la complessa e sfuggenteconsapevolezza di spettatori su ciò che era stato agito,consapevolezza che aveva nello spazio di Ascolto lapossibilità di essere “sfogliata” un po’ come, mi si perdoniil paragone casalingo, una caotica insalata di campo cheper poter mangiare dobbiamo lavare, selezionare, buttare,tagliare, riconoscere, annusare.Era evidente che chi si avvicinava a questo specifico lavorodi “sfogliatura” della drammatizzazione, propria e altrui,

doveva abituarsi a questa disordinata insalata appena rac-colta, prefigurando invece l’azione teatrale un po’ comeuna busta di insalata da supermercato che ci facciamoandar bene sia per convenzione: “...se c’è scritto sarzettosarà ben sarzetto!” che per impotenza di consumatori divegetali senza orto, piuttosto che lo spazio simultaneo edisordinato di intenzioni, contenuti, domande inespresse emute affermazioni.Quello che voglio dire è che il lavoro che si andava aprecisare era proprio quello di autorizzarsi come spettatoria dire cosa c’era secondo noi in quell’insalata, indipenden-temente dalla scritta e dalle buone intenzioni selettive delproduttore oppure, per l’attore, poter riconoscere che nel-l’insalata aveva messo anche quello che non voleva, o

foglie di cui non conosceva nep-pure l’esistenza, o che avevamesso in tavola un piatto noncommestibile.Elemento discriminante in que-sta operazione di sfogliatura èstato affidarsi alla consapevo-lezza somatica di quanto an-dava accadendo nell’azioneteatrale, sia come spettatoriche come attori.Consapevolezza somaticache riguarda sia la perce-zione di cosa va accadendo

nel nostro corpo che la perce-zione del movimento corporeo nello spazio condiviso, in unequilibrio di spostamenti, intensità e direzioni nell’azionereciprocamente condizionatadei corpi, che partendo ine-vitabilmente dal disordine,arrivano all’ordine di un dia-logo tanto sconosciutoquanto realizzato. Il Gruppodi lavoro credo racconti adogni incontro il processoche questo il tipo di trainingpromuove attraverso l’ana-lisi dell’Ascolto: il passaggiodal soliloquio obbligato deldisordine all’ordine del dia-logo.

Simonetta GuarinoCoordinatore GdL

Ascolto Teatrale

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Gruppi di lavoro

PsicotraumatologiaGdL Psicologia nelle Emergenze

Nel 2016 l'attività del nostro GdL si è concentrata sull’ela-borazione, somministrazione e valutazione dei risultati diun questionario, inerente la percezione e l'attribuzione co-gnitiva ed esperienziale, rispetto ad alcune parole di usocomune inerenti l'emergenza. L’idea-stimolo per questolavoro proviene da una componente del gruppo che si erachiesta, al di là delle definizioni degli "addetti allavoro", che cosa intendevano, davvero,le persone, quando si trattava di dareun significato ad alcune parole chevengono usate, con una certafrequenza, in diversi contestiquotidiani. Quindi l'idea era di prepararee proporre un “questionario”,sufficientemente congruo, maanche di agile somministrazione,tale da poter essere sottoposto“random”, alla popolazione genovese, senzauna specifica connotazione di target.Dopo un iniziale periodo di prova, è stata decisa unaversione definitiva che prevedeva:

1. una premessa dove si garantiva l'assoluto anonimato edove si dichiarava che non esistevano risposte "giusteo sbagliate", ma che ognuno poteva esprimere tranquil-lamente il proprio punto di vista

2. una parte anagrafica in cui si chiedeva età, sesso, livellod'istruzione, attuale occupazione, stato civile ed eventualifigli.

La scelta di questi dati anagrafici ha richiesto una serie diincontri per decidere quali indicatori potevano essere piùutili ed eventualmente discriminanti per meglio comprenderele risposte, senza risultare troppo invadenti, ma chiedendo,allo stesso tempo, un “impegno/motivazione” personale. Un secondo livello di discussione ha riguardato le “parolechiave” da presentare. Si è giunti alla conclusione dichiedere il personale significato da attribuire alle seguentiparole:Spavento/shock - Trauma - Delusione - Stress.Abbiamo scelto la possibilità di dare risposte aperte edunque narrative; di seguito alla “definizione” veniva richiestodi descrivere un esempio o una personale esperienza, ri-spetto a quel tipo di termine. Il questionario quindi è stato proposto, dai componenti delgruppo, alle persone che potevano essere raggiunte da

ognuno, nel proprio ambiente quotidiano.La somministrazione ed il ritiro dei questionari, proprio perl'eterogeneità delle situazioni, ha richiesto un notevole in-tervallo temporale.Alla fine sono stati raccolti circa 120 questionari compilati(anche se non tutti completi).

La trascrizione di tutto questo materiale “scritto amano”, la creazione di un database in cui

suddividere in macro- sezioni le risposte,per quanto non in termini “statistici”,

non è ancora del tutto ultimata dalGruppo di lavoro. In via preliminare, possiamo direche i questionari rispondono pie-namente all’ipotesi di partenzae ricoprono un range molto am-

pio ed eterogeneo dei dati anagraficidi età, sesso, stato civile, figli, espe-

rienze di studio e di professioni. In senso generale lo spavento/shock ed il

trauma sono riferiti non tanto ad eventi estranei,diversi o correlati alla loro intensità, quanto piuttosto allaloro “transitorietà”. Quindi lo “spavento-shock” è un evento che ha una duratalimitata nel tempo, mentre il “trauma” produce effetti,negativi, che hanno una permanenza maggiore e delle ri-cadute più a lungo termine. Anche se, poi, nell'uso comune,questa distinzione viene meno.La delusione è più spesso collegata agli esiti negativi neirapporti sociali, in genere rispetto alle proprie aspettative.Mentre lo stress è quasi sempre correlato alle situazioni distudio e di lavoro.A questo punto è scaturita, nel Gruppo di lavoro, una ri-flessione riguardo a come presentare le conclusioni diquesto lavoro. Ovvero, se fosse più interessante forniredei dati finali e riassuntivi, come risultato della ricerca delGruppo di lavoro, o se potesse essere più stimolante, peri nostri colleghi e per le persone interessate, avere la pos-sibilità di leggere, per intero, le definizioni soggettive, dateda ciascuna persona che, al di là dell'elaborazione statistica,forniscono, con le loro sfumature del linguaggio, una inte-ressante "visione" del pensiero e del vissuto “altrui”.Compatibilmente con il tempo e le risorse personali delgruppo, cercheremo di mettere a disposizione dei colleghitutto il materiale, sperando di fare cosa gradita e accoltafavorevolmente.

Psicologi e Psicologia in Liguria16 DICEMBRE

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Psicologi e Psicologia in Liguria 172016

Gruppi di lavoro

Pausilipon: quando la psicologia lenisce il dolore

L’International Asso-ciation for the Studyof Pain (IASP, 1979),definisce il dolorecome: “sgradevoleesperienza sensorialeed emotiva, associataa un effettivo o po-tenziale danno tissu-tale o comunque de-scritta come tale”;sottolineando la com-plessità e la sogget-tività del dolore, nonproporzionale al tipoo all’estensione del danno tissutale, ma dipendente da in-terazione, integrazione ed elaborazione di fattori fisici, psi-cologici, culturali e spirituali. L’Organizzazione Mondialedella Sanità (OMS) e molte società internazionali si sonobattute perché la gestione ottimale del dolore diventasseun diritto fondamentale dell’essere umano.Da un punto di vista normativo, l’interesse ad un approcciomultiprofessionale per la rilevazione e il trattamento deldolore in ambito ospedaliero nasce con il progetto “Ospedalesenza dolore” nel 2001 e viene ribadito nella più recente L.38/2010, “Disposizioni per garantire l'accesso alle curepalliative e alle terapie del dolore.”Nel presente lavoro verranno brevemente delineati alcuniaspetti psicologici che possono essere coinvolti nell'espe-rienza dolorosa del paziente.

Il dolore nell’adulto

Negli anni ’50, Bonica, ha sottolineato come i fattoripsicologici siano importanti nello studio del dolore, esercitandoforti influenze nell’esperienza e nell’espressione del doloreindividuale. I processi fisiologici indotti da lesioni, che com-prendono il sistema nervoso autonomo, l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene e il sistema immunitario, portano alla costi-tuzione della consapevolezza somatica: insieme ad essiemergono le risposte emotive e i riconoscimenti cognitividei cambiamenti nel corpo che tali processi creano. Gli aspetti psicologici del dolore riguardano tre componentiinteragenti e spesso compresenti:– affettiva: funzionamento delle vie neurali che si attivano

in risposta ad unostimolo doloroso erisposta emotiva aldolore che, sovente,emerge attraversorabbia, paura e tri-stezza– cognitiva: spiega-zioni al proprio dolo-re; attenzione selet-tiva verso di esso;credenze sul dolore,stile di adattamentoe risposta alle situa-zioni dolorose

– comportamentale: modi di agire in relazione al dolore,comportamenti frequenti possono essere iper-reattività nellaricerca del percorso di cura e ritiro dalle attività.

La valutazione del sintomo algico richiede sia l’ascolto del-l’esperienza del paziente tramite colloquio, sia la misurazionecon l’uso di scale e questionari. Le scale possono esseredi tipo unidimensionale, che valutano un’unica caratteristicadel dolore, solitamente l’intensità, sono molto pratiche eveloci da somministrare ma forniscono un’informazioneparziale. Le più utilizzate sono:– scala verbale: descrittori dal più debole "assente" al più

intenso “fortissimo”;– scala numerica: serie di numeri da 0 a 10 il cui punto di

inizio e di fine rappresentano gli estremi del dolore provato;– scala analogo visiva: linea di 10 cm con due punti di inizio

e fine, contrassegnati con “assenza di dolore” e “il dolorepeggiore mai sentito”.

Le scale multidimensionali prendono in considerazione laqualità del dolore e il suo impatto sulla vita quotidiana dellapersona. Le più utilizzate sono: McGill Pain Questionnairee Brief Pain Inventory.Tunks e Merskey affermano che il trattamento psicoterapicoè indicato sia quando il sintomo doloroso è conseguenzadi un disagio psichico, ma anche quando il dolore è effettoprimariamente di una malattia organica. L’importanza degliinterventi psicologici nel trattamento del dolore cronico èevidenziata anche da una Cochrane review che indicacome utili in ottica terapeutica i seguenti approcci: cognitivocomportamentale, psicodinamico, sistemico-familiare eterapia di gruppo.

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Gruppi di lavoro

Il dolore nel bambinoIl dolore, come detto precedentemente, è un’esperienzacomplessa; anche nel bambino la reazione ad esso è in-fluenzata dalla percezione individuale e mediata da diversifattori: età, stadio di sviluppo, stato emotivo, temperamento,cultura, esperienze, abilità di coping, contesto. Gli ultimi due decenni sono stati fondamentali nello sviluppodella comprensione del dolore pediatrico e del suo tratta-mento, tuttavia vi sono ancora alcuni falsi miti che possonoin parte influenzare l’esperienza dolorosa dei bambini: alungo si è ritenuto che i neonati non avessero un sistemanervoso sufficientemente maturo per sperimentare dolore;in realtà, a causa dell’incompleta maturazione dei sistemidi controllo, i neonati e i nati pretermine possono sperimentarecome dolorose anche stimolazioni che non lo sono, comel’handling.I bambini ospedalizzati affrontano diverse procedure dolorosedurante i ricoveri: alcune ricerche riportano una media di6,3 al giorno in un range che arriva fino a 50.Neonati e bambini che hanno sperimentato dolore nelleprime fasi di vita, mostrano cambiamenti a lungo terminenella percezione del dolore e nei comportamenti correlati,con ripercussioni negative sugli aspetti fisiologici e psicologici.Pertanto, per trattare il dolore in modo efficace, è necessarioin primis misurarlo tenendo conto di tutte le componenti.La scelta degli strumenti varia a seconda dell’età e nonpuò prescindere dall’autovalutazione, a meno che non in-tervengano delle limitazioni che la rendano non applicabile.Le scale più indicate per la misurazione del dolore in etàpediatrica, in bambini competenti, sono: 1. Scala FLACC da usare con minori di 3 anni, o in

presenza di deficit motori o cognitivi;2. Scala con le facce di Wong-Baker per bambini > 3 anni;3. Scala numerica per bambini ≥ 8 anni.Qualora siano presenti dei dubbi è possibile ricorrere alla va-lutazione dei genitori, dei curanti o alla valutazione deiparametri fisiologici (es. frequenza cardiaca, sudorazione

palmare), consigliati quando sia presente un deficit cognitivoo motorio. Il bambino competente si trova al centro del pro-cesso, come parte attiva, incoraggiato a pensare, sperimentare,esplorare, fare domande. Diventa fondamentale, quindi, lasua preparazione all’esame doloroso (informazioni su tempisticae procedura) che riduce lo stress e aumenta la sensazionedi autocontrollo. Anche la partecipazione attiva dei genitoricontribuisce a ridurre lo stress e l’esperienza dolorosa. Inquest’ottica si inserisce l’intervento antalgico che prevedel’utilizzo di farmaci e di Tecniche non farmacologiche (TNF),che possono essere insegnate anche ai care givers. La scelta della tecnica dipende da: età del bambino,situazione clinica, tipologia del dolore, grado di collaborazionedel bambino, risorse disponibili. Spesso si utilizza unapproccio multimodale (Tabella 1). Le TNF possono essere raggruppate in tre grandi cluster:– metodi cognitivi (es. preparazione, musica, immaginazione

guidata, distrazione, ipnosi) con l’obiettivo di deviare l’at-tenzione dal dolore, focalizzandola selettivamente sustimoli diversi o incompatibili con esso

– metodi comportamentali (es. rilassamento muscolare,esercizi di biofeedback, controllo della respirazione) conl’obiettivo di modificare alcuni fattori emozionali, compor-tamentali, familiari e situazionali che interferiscono con larisposta al dolore

– metodi fisici (es. caldo/freddo, massaggio, TENS, ago-puntura).

Prendiamo in considerazione la tecnica della desensibiliz-zazione in cui il bambino, attraverso la concentrazionementale, riesce ad abbassare la sensibilità di una precisazona corporea; ne sono esempi la tecnica del “guanto ma-gico” e quella “dell’interruttore”. La bibliografia è consultabile sul sito dell’Ordine alla pagina“Giornale dell’Ordine” nel menù “Comunicazione” (http://www.ordinepsicologi-liguria.it/la-comunicazione/ giornale-dell-ordine.html)

GdL Psicologia Ospedaliera

ANNI

0 - 2

2 - 4

4 - 6

6 - 11

11 - 13

METODI

Contatto fisico: toccare, accarezzare, cullare. Ascoltare musica.

Giocare con pupazzi, raccontare o leggere storie, respirazione, guanto magico.

Respirazione, racconto di storie, gioco con pupazzi, guanto magico,visualizzazione, coinvolgimento.

Musica, respirazione, contare, guardare la TV, visualizzazione, gioco dell’interruttore.

Musica, respirazione, visualizzazione, gioco dell’interruttore

Tabella 1 • Tecniche non farmacologiche più adeguate per fascia di età

Psicologi e Psicologia in Liguria18 DICEMBRE

Pausilipon

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Psicologi e Psicologia in Liguria 192016

Gruppi di lavoro

Lo spaesamento1

“Ciò che cura agisce come una storia, con la singolarità e la sensibilità proprie della cultura d’origine ma legittimando e consolidando

un’apertura alla complessità e al pluralismo”.

F. Dubosc

Perché spaesarsi?

Abbiamo proposto a chi, con differenti professionalità, sitrova ad operare con persone migranti, e quindi ad affacciarsialla comunicazione interpersonale con la variabile dellamulticulturalità, una serie di incontri in cui offrirci vicende-volmente l’opportunità per riflettere insieme su alcuni

concetti chiave, capaci di rendere evidenti le nostre prassicomunicative e terapeutiche.Una sorta di “laboratorio di ibridazione” in cui condividere irispettivi “saper fare” sviluppati nell’operare quotidiano, os-servandone limiti e risorse.Ne dobbiamo dedurre che, vista la massiccia risposta epartecipazione, si tratti di un tipo di confronto di cui c’è no-tevole necessità.Pensiamo che, per affinare la necessaria disposizionementale di ascolto e decentramento che coinvolga semprepiù anche la sfera culturale, sia necessario imparare alavorare in gruppi eterogenei (per formazione, specificitàprofessionale e culture di provenienza), per riconoscere etrasformare la tendenza alle “logiche univoche”, che nonsanno rendere conto delle complessità che abitano dentroe fuori di noi.Vogliamo prendere coscienza dei pregiudizi culturali chepossiamo avere, della tendenza a “dare per scontato”

come fosse naturale ciò che invece è culturale, dei probabilimalintesi in cui la relazione tende a restare impigliata, maanche renderci consapevoli delle possibili strategie cheaiutano il dialogo, i termini o le domande che favorisconola fiducia e l’apertura, sono solo alcuni degli stimoli che cihanno aiutati nella riflessione.Il tema chiave con cui abbiamo aperto non poteva che

essere quello dello “spaesamento”: il sentirsi fuori dalproprio contesto abituale, il senso di estraneità, di non fa-miliarità, di sospensione e di impasse, tipici di quando ven-gono a cadere i riferimenti soliti, che sostengono la visionegià data di se stessi, dell’altro, della vita.Di solito è “qualcosa che accade”, nostro malgrado, unasensazione che viviamo come sgradevole, che incute ansia,turbamento, incertezza, da cui tendiamo a sfuggire, mettendoin atto qualche sorta di evitamento: operando qualchesemplificazione rispetto al molteplice che ci si presenta, ri-portando il tutto a registri già conosciuti (e in questoperdendo il contatto con l’altro), oppure ritirandoci in unasorta di rassegnazione, assolutizzando la difficoltà di co-municazione come insuperabile.L’occasione è piuttosto quella di imparare a stare dentro lospaesamento, dandosi il tempo, pazientando e confidandonella possibilità che diventi strumento prezioso alla comu-nicazione stessa.

1. Il titolo è quello del primo incontro Dialoghi di confine del quale il presente articolo è una sintesi

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Gruppi di lavoro

Forse possiamo considerare quell’esperienza conturbantecome una sorta di “passaggio iniziatico” alla complessitàdei contesti umani multiculturali: per entrare in dialogo èindispensabile accettare una sorta di spaesamento (nelsenso di uscire dai criteri che ci sono familiari), mettere inbilancio una fisiologica difficoltà comunicativa (non sololinguistica) e imparare ad esplorarla.Ciò comporta l’accettazione di una complessità e pluralitàdi sensi e significati che chiede spazio, pazienza, tolleranzadel “non sapere” e del “non capire”.Diventare consapevoli di come, che ci piaccia o no, ci por-tiamo sempre appresso, più o meno consciamente, latendenza ad una qualche “logica totalizzante” che, a voltein forme più esplicite, altre in forme più subdole, ci disponea pensare alle nostre ragioni dando loro più peso, più im-portanza, più potere rispetto a quelle dell’altro, è l’unicastrada per cominciare a trasformarle.Si tratta di aprirsi a tracciare insieme un orizzonte condiviso(narrazione co-creata), incuriosendosi per cercare di scopriregli strumenti dell’altro. è interessante notare come in quel“sostare nello spaesamento” spesso ci troviamo ad offrireall’altro una possibilità di attivarsi, di attingere alle proprierisorse culturali che diventano ingrediente fondamentaledella nuova narrazione e della cura.Superata la fase iniziale, lo “spaesarsi” può diventare in-tenzionale, qualcosa che impariamo ad attuare, nellarelazione con l’altro, che ci aiuta ad uscire, almeno inparte, dai nostri riferimenti culturali e dai pregiudizi, chepermette un atteggiamento relazionale più efficace.

Assaggi

Le occasioni di spaesamento in una scuola dedicata aglistranieri sono molto frequenti: in generale insegnare pre-suppone comprendere la disposizione dell'altro e granparte del lavoro consiste nel permettere alle persone diessere intelligenti, quindi, in primo luogo, di “esserci” contutte le diversità di cui sono titolari. Alcuni esempi:Che giorno è oggi? Oggi è sicuramente il 19 settembre2016 , però altrettanto certamente è 16 Dhul-hijja 1437, ilmese del pellegrinaggio per il calendario musulmano, se-condo il calendario ebraico oggi è il 16 Elul 5776; per icinesi siamo arrivati al 4713. Quindi oggi è un giorno qua-lunque nell'universo al quale apparteniamo come particellainfinitesima di materia e forse spirito... e consiste soltantoin una delle rotazioni di uno dei numerosi pianeti orbitantiintorno ad una tra i miliardi di stelle tra cui ci troviamo agalleggiare per un po’. In qualche modo è accaduto checasualmente abbiamo preso contatto con alcune dellenostre convenzioni relative al tempo e, se riusciamo a non

scappare subito da questo attimo di sospensione, proprioquesto ci può aiutare a percepire una comune appartenenzaal genere umano. Sfuma l'idea di "naturale" che ci accom-pagna e ci rassicura in molte aree dell'esistenza. Il significatodi naturale scolorisce in quello di comune, condiviso, manon più al livello dei contenuti, bensì al livello meta delbisogno al quale un certo contenuto risponde. Scopriamo“naturale” aver paura della scuola o le formule di cortesia. Come ti chiami? Ci tocca imparare i nomi e c'è chi perevitare sarebbe disposto a farsi chiamare Maria o Francesco,affermando che per gli italiani è più facile. Qualcunoosserva che non sono parole italiane e allora cosa c'entra?La flessibilità che ci vuole per accettare di pronunciarenuovi suoni difficili da articolare o sentiti come "ridicoli" ètanta. Ogni lingua ha i suoni per i nomi degli uomini e delledonne e sono parole belle, rispettabili, che portano significati,ricordi, auguri, ci tocca allargare i confini del possibile efarlo con delicatezza perché sentire il proprio nome stravolto,quei bei suoni con i quali mi chiamavano mia madre, miopadre, diventano una parolaccia che mi dice solo quantosono lontano da casa.Come sei venuto? Si possono aprire scenari di sopraffazionee brutalità. Forse è questione di soglia. Per “noi”, occidentali,italiani, la soglia oltre la quale percepiamo violenza è piuttostobassa, parlare della morte “naturale” di qualcuno è già ab-bastanza difficile. Nessuno dei “nostri” abituali discorsi sullaviolenza può essere adatto. Si avverte una complessità dibisogni che chiede di essere elaborata. E c'è chi la violenzal'ha agita per salvarsi o per dovere, come poliziotto osoldato, e anche di queste esperienze a volte qualcosaarriva; infine la violenza antica, coloniale, che ci torna indietrosotto forma di tracce, gli anglofoni e i francofoni, il Senegaled il Gambia, le feste per l'indipendenza, i pakistani che siritrovano alla Foce per giocare a cricket! La percezione di-cotomica della sicurezza come fatto naturale, e tutta laviolenza relegata nel mondo criminale, sparisce. Ci restanodomande. Non riusciamo a conservare quell’immagine disocietà, di mondo giusto, almeno tendenzialmente, con laquale siamo arrivati fin qui. I contorni non sono più cosìnitidi. Lo spaesamento vissuto a scuola si potrebbe forseraccontare come perdita dell'ingenuità. Prendiamo atto distare nel bel mezzo di un' ingiustizia, sociale ed economicache ha radici lontane e se nonostante questo, vogliamocontinuare a cercare modi umani di accogliere abbiamo daelaborare novità. Non basta l'istituzione per questo generedi cose, non bastano i ruoli professionali, bisogna essere in-telligenti, bisogna esserci, personalmente.

Agnese Galotti, Enrica SpadacciniGdL Etnopsicologia

2. La data del del primo incontro Dialoghi di confine.

Psicologi e Psicologia in Liguria20 DICEMBRE

Lo spaesamento

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Psicologi e Psicologia in Liguria 212016

Gruppi di lavoro

L’intervento sociale e giudiziario nel caso di genitorialità incapaceCriteri e strumenti di valutazione delle capacità genitoriali

Giovanni B. Camerini 1, Gaetano De Leo 2, Gustavo Sergio 3, Laura Volpini 4

1. La valutazione della genitorialità tra beneficità e legalità

La cosiddetta “valutazione della genitorialità” è un’attivitàdi diagnosi maturata in un’area di ricerca multidisciplinareche valorizza i contributi della psicologia clinica e dello svi-luppo, della neuropsichiatria infantile, della psicologia dellafamiglia, della psicologia sociale e giuridicae della psichiatria forense. Intesain senso ampio riguarda due ver-santi, genitori e bambino, ed ov-viamente la loro relazione.Essa è particolarmente fecondaper le applicazioni operative chene possono derivare sia in funzionedegli interventi psicosociali di pre-venzione e di riabilitazione realizzatidai servizi sociosanitari sotto l’egidadel principio di beneficità, che delledecisioni assunte dal tribunale per iminorenni e dal tribunale ordinario perla tutela giurisdizionale dei diritti dei mi-norenni coinvolti direttamente o indiret-tamente in procedimenti giudiziari.Al di là dei casi in cui la valutazione dellecapacità genitoriali è rivolta a determinarele modalità dell’affidamento dei figli legittimio naturali nei procedimenti separativi (artt.155 sgg. c.c.;legge 1 dicembre 1970 n.898 di disciplina dei casi di scio-glimento del matrimonio; art.317 bis c.c.) tre sono leipotesi graduate in relazione alla gravità della situazione incui si tratta di determinare la capacità dei genitori.a) La prima (artt.2-5 legge 4 maggio 1983 n.184) siriferisce ai casi riguardanti un minore temporaneamenteprivo di un ambiente familiare idoneo quando i genitori ogli altri familiari interessati sono in grado di collaborare coni servizi socio sanitari. In tale ipotesi il servizio locale predi-spone un progetto di aiuto che contempla talvolta anche ilcollocamento del minore presso una famiglia in grado diaccogliere il bambino e di provvedere temporaneamenteal suo mantenimento, educazione ed istruzione. In questocaso dunque le capacità genitoriali sono valutate comepotenzialmente adeguate e comunque recuperabili anche

grazie a un intervento psicosociale di riabilitazione. Dunquela reversibilità della situazione di pregiudizio del minore e dicarenza delle capacità di assistenza materiale e educativadella sua famiglia costituisce il carattere precipuo di questaprima ipotesi, che prevede una risposta assistenziale, chenon incide sul regime giuridico delle responsabilità degli

adulti nei confronti del minore affidato al-l’iniziativa ed alla responsabilità del serviziosociale locale.b) La seconda situazione è quella “estre-ma” del minore in stato di abbandono,e cioè privo di assistenza morale emateriale anche da parte dei membridella famiglia estesa (artt.8-21 leggen.184/1983). Riconosciuto il principiodi diritto che attribuisce un carattereprioritario al diritto del minore dicrescere nella famiglia di origine (art.1 legge n.184/1983), occorre valu-tare l’incapacità genitoriale sullabase della reale obiettiva situazioneesistente in atto. Vanno perciòindividuate – e rigorosamente ac-certate e provate – le gravi ragioni

che impedendo ai genitori ed aiparenti di assicurare irreversibilmente (rispetto ai

tempi evolutivi) una normale crescita ed adeguati riferimentieducativi al minore, impongono la sua sottrazione allafamiglia di origine per garantire il suo diritto a crescere edessere educato nell’ambito di un’altra famiglia. A taleindagine corrisponde quella riguardante la condizione –psico-fisica, educativa e familiare – del bambino, lo strettorapporto di questa con tale mancanza di capacità erisorse, e la sua gravità che deve essere tale da non con-sentire lo sviluppo della personalità neppure al minimo.c) La terza situazione considerata è per così dire intermedia,pur essendo in se stessa caratterizzata da una certa im-portanza. Essa si verifica quando uno o entrambi i genitoriviolano più o meno gravemente i doveri parentali o tengonouna condotta comunque pregiudizievole per il minore(artt. 330-333 c.c.). La condotta del genitore, anche seturba lo sviluppo personale ed educativo del figlio non ètale da compromettere in modo irreversibile il suo diritto di

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crescere ed essere educato nell’ambito della propriafamiglia. Si tratta di una situazione che proprio per il suocarattere intermedio comporta sia una risposta giudiziaria– sul piano del regime giuridico delle responsabilità parentalinei confronti del minore – che eventualmente una rispostaassistenziale da parte dei servizi, che potranno eventualmentemettere in campo anche l’affidamento familiare del minore.

2. I criteri per la valutazione psicosociale della capacità genitoriale

I criteri presenti in letteratura per la valutazione della geni-torialità in senso generale riguardano parametri individualie relazionali relativi ai concetti di parenting e di funzionegenitoriale, trattati ampiamente nella letteratura italiana einternazionale, che riguardano lo studio delle abilità cognitive,emotive e relazionali del ruolo e delle funzioni genitoriali.Secondo Bornstein5 la “capacità genitoriale” corrispondead un costrutto complesso, non riducibile alle qualitàpersonali del singolo genitore, ma che comprende ancheun’adeguata competenza relazionale e sociale. L’idoneitàgenitoriale viene definita dai bisogni stessi e dalle necessitàdei figli in base ai quali il genitore attiverà le proprie qualitàpersonali, tali da garantirne lo sviluppo psichico, affettivo,sociale e fisico. Il parenting si propone come una competenza articolatasu quattro livelli: a) nurturant caregiving che comprende l’accoglimento e

la comprensione delle esigenze primarie (fisiche e ali-mentari);

b) il material caregiving che invece riguarda le modalitàcon cui i genitori preparano, organizzano e strutturano ilmondo fisico del bambino;

c) il social caregiving che include tutti i comportamentiche i genitori attuano per coinvolgere emotivamente ibambini in scambi interpersonali;

d) il didactic caregiving riferito alle strategie che i genitoriutilizzano per stimolare il figlio a comprendere il proprioambiente.

Guttentag et altri6, partendo da quattro componenti correlatead uno stile parentale comprensivo e “responsivo” quali: a) la capacità di rispondere alle richieste, b) la capacità di mantenere un’attenzione focalizzata, c) laricchezza del linguaggio, c) il calore affettivo, osservano che questi criteri sono

correlati a specifici pattern di abilità pa-rentale.A sua volta Visentini7, in una meta-analisidella letteratura scientifica, individua ottofunzioni genitoriali: a) la funzione protettiva; b) la funzione affettiva; c) la funzione regolativa genitoriale; d) la funzione normativa; e) la funzione predittiva; f) la funzione significante; g) la funzione rappresentativa e comuni-

cativa; h) la funzione triadica.La valutazione psicosociale generale dellacapacità genitoriale si specifica poi in re-lazione ad alcune prospettive più particolari

che ne dipendono: la condizione di pregiudizio in cui puòvenirsi a trovare un minore, il suo stato di abbandono, lamaggiore idoneità dell’uno o dell’altro genitore separati aprendere con sé stabilmente il figlio.

2.1. Le condizioni di pregiudizio

Particolarmente importante è la ricerca di criteri scientificicon cui valutare, nella prospettiva della tutela del minore,se le condizioni familiari in cui il minore si trova mettono arischio il suo sviluppo psicosociale e rappresentano, cioè,una situazione di pregiudizio.I complessi criteri utilizzati per la valutazione delle condizionidi pregiudizio del minore sono collegati in letteratura:

a) al maltrattamento fisico, alla trascuratezza, al maltratta-mento psicologico;

b) all’abuso sessuale;

c) al rapporto tra psicopatologia e violenza subita durantel’infanzia;

d) alla patologia psichiatrica, alla devianza, alla tossicodi-pendenza e all’alcolismo del/dei genitori;

Gruppi di lavoro

Psicologi e Psicologia in Liguria22 DICEMBRE

L’intervento sociale e giudiziario nel caso di genitorialità incapace

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Psicologi e Psicologia in Liguria 232016

Gruppi di lavoro

e) più recentemente, ai fattori che influenzano gli esitievolutivi nella violenza assistita familiare.

Uno dei modelli più recenti che si occupa dei criteri di va-lutazione della genitorialità che possono indicare una si-tuazione di rischio per il bambino è il modello process-oriented adattato da Di Blasio8. Il modello valorizza innanzitutto i fattori individuali (biologici,genetici, psicologici), i fattori familiari e sociali (coppia,bambino, fratria, amici, lavoro, famiglia estesa), i fattoridella società e dell’ambiente (ambiente fisico e salute,servizi e risorse della comunità, condizioni economiche efamiliari, supporti del governo) e le reciproche interazionitra questi, come livelli che influen-zano il funzionamento genitoriale.

2.2. Lo stato di abbandono

Secondo l’art.8, comma 1, dellalegge n.184/1983 sono adottabilii minori di cui sia accertata la si-tuazione di abbandono perchéprivi di assistenza morale e mate-riale da parte dei genitori o deiparenti tenuti a provvedervi purchéla mancanza di assistenza nonsia dovuta a causa di forza mag-giore di carattere transitorio.La legge n.149/2001, escludendoche la dichiarazione di adottabilitàpossa essere pronunciata “anche d’ufficio”, sembra averprodotto una maggiore prudenza, probabilmente proprioin relazione ad una maggiore attenzione e valutazionedelle competenze genitoriali della famiglia allargata.I criteri psicosociali per la valutazione dello stato di abban-dono si riferiscono ovviamente all’abbandono non comeevento materiale ma in senso soggettivo come vissuto delminore che si vive come abbandonato o con legami malatirispetto alle persone che dovrebbero averne cura.Nella considerazione di questo abbandono soggettivovanno pertanto valutati anche i fattori di rischio e pregiudizioper una crescita sufficientemente sana, allorché gli interventidi sostegno attivati dai servizi sociosanitari nei confrontidei genitori e della famiglia allargata non siano risultati suf-ficienti a prevenirli.

2.3. La capacità dei genitori in caso di separazione

La legge 8 febbraio 2006 n.54, in modifica delle norme dicui agli artt.155 sgg. c.c., ha introdotto nel diritto di famigliaun modello generale dei rapporti dei genitori con i figli mi-norenni quando la crisi della coppia sfocia nella cessazione

della convivenza9, disciplina applicabile dunque non soloin sede di separazione giudiziale, ma anche di scioglimento,cessazione degli effetti civili o nullità del matrimonio, nonchénei procedimenti relativi ai figli di genitori non coniugati(art.4 legge n.54/2006).In particolare viene riconosciuto il diritto del figlio minorennedi mantenere anche in caso di separazione dei genitori unrapporto equilibrato e continuativo con ciascuno di essi, inmodo da ricevere da entrambi cura, educazione ed istru-zione, e quello di conservare rapporti significativi con gliascendenti ed i parenti di ciascun ramo genitoriale. Abolitoil nesso necessario tra affidamento del minore ed esercizio

della potestà, la legge disegna un nuovo regime giuridicoper consentire la realizzazione di tali diritti con l’affidamentocondiviso, modulato dal giudice laddove i genitori non ab-biano raggiunto un accordo, e attraverso l’esercizio con-giunto della potestà, eventualmente limitato alle decisionidi maggior interesse relative all’istruzione, educazione, allasalute, quando il giudice stabilisce l’esercizio separatodella potestà sulle questioni di ordinaria amministrazione.Nelle valutazioni consulenziali, in relazione a questo regimegiuridico rivolto a soddisfare il diritto del minore alla bigeni-torialità ed il dovere dei genitori ad assolvere ai loro compiti,non si tratta pertanto solo di valutare le capacità potenzialidi ciascun genitore rispetto agli specifici bisogni del figlio,quanto di accertare in concreto anche la capacità di: a) assolvere i compiti parentali nei confronti di quelbambino/adolescente nelle condizioni di vita determinatedalla rottura della coppia; b) disegnare conseguentemente il progetto dell’affidamentocondiviso, che comprenderà il collocamento ripartito oprincipale del figlio, ed in tal ultimo caso i tempi e lemodalità (e le occasioni) della sua presenza presso

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ciascun genitore nonché la misura ed il modo con cuiciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, allacura, all’istruzione, ed alla educazione della prole.Il progetto di affidamento dunque sarà diretto a soddisfareil diritto del bambino alla bigenitorialità sia sotto il profilopersonale che patrimoniale data l’inscindibilità delle tutelenon solo in senso temporale ma anche funzionale. Lescelte specifiche naturalmente saranno modulate conesclusivo riferimento all’interesse morale e materiale delminore (principio di beneficità).Su questo tema dei criteri di affidamento del figlio c’è unavastissima letteratura straniera e italiana, che contiene in-dicazioni molto specifiche. Camerini10 di recente ha propostodi utilizzare come criteri (ovviamente principali): a) l’accessoall’altro genitore, individuando gli elementi di cooperazionee disponibilità, o viceversa, la difficoltà sostanziale rispettoal diritto/dovere dell’altro genitore a partecipare alla crescitae all’educazione dei figli; b) la competenza genitoriale deidue coniugi nei termini della qualità della relazione di attac-camento in base al concetto di “genitore psicologico”; c)l’attenzione ai bisogni reali dei figli; d) la capacità da partedi ciascuno dei due genitori di attivare riflessioni ed elabo-razioni di significati relativi sia agli stati mentali dei figlistessi sia alle loro esigenze evolutive in base alla così detta“funzione riflessiva”.

3. Gli strumenti e metodi di valutazione delle capacità genitoriali

Diversi strumenti per la valutazione della genitorialità e deilivelli di rischio relativi a comportamenti e dinamichegenitoriali e familiari sono presenti in letteratura.Uno di quelli più recenti utilizzati per l’analisi delle interazionifamiliari è il Trilogue Play Clinico (LTPc) introdotto dalgruppo di Losanna (LTP) e adattato da Mazzoni e MalagoliTogliatti11.Altri strumenti che vengono impiegati specie nel mondoanglosassone sono:

– il Darlington Family Assessment System12, che considera:a) la prospettiva del figlio; b) la prospettiva dei genitori; c)la prospettiva genitore/figlio; d) la prospettiva dell’interafamiglia;

– la Familiy Environment Scale13, che usa tre sottoscale:a) relazioni; b) crescita personale; c) perpetuazione delsistema;

– il Mc Master Familiy Assessment Device14, basato sul-l’analisi dei compiti che il “sistema familiare” deve sapereaffrontare efficacemente e sui diversi livelli di funzionamento;

– il Parental Bonding Instrument (PBI) che misura i livelli dicontrollo anaffettivo genitoriale.

Alessandra GuidaliCoordinatore Gdl Psicologia Giuridica

Titolo Rivista: MINORIGIUSTIZIAAutori/Curatori: Giovanni B. Camerini, Gaetano De Leo,

Gustavo Sergio, Laura VolpiniAnno di pubblicazione: 2007 - Fascicolo 3

1. Neuropsichiatra infantile, Università di Modena e Reggio Emilia.

2. Professore ordinario di Psicologia sociale e giuridica, Università diBergamo e Università di Roma “La Sapienza”. Gaetano De Leo èdeceduto a fine dicembre 2006. Il testo che pubblichiamo è l’ultimosuo contributo di studioso intelligente e innovativo destinato allanostra rivista.

3. Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni diVenezia.

4. Docente di Psicologia giuridica, Università di Roma “La Sapienza”.

5. M.H. Bornstein, Handbook of Parenting, 4 voll., Lawrence ErlbaumAssociates. Mahwah, 1995.

6. C.L. Guttentag, C. Pedrosa-Josic, S.H. Laundry, K.E. Smoth, P.R.Swank, “Individual Variability in Parenting Profiles and Predictors ofChange: Effects of an Intervention With disadvantaged Mothers”, inJournal of Applied Developmental Phychology, vol. 27(4), 2006, pp.349-369.

7. G. Vicentini, Definizione e funzioni della genitorialità, 2003, inwww.genitorialità.it, 2003.

8. P. Di Blasio (a cura di), Tra rischio e protezione: La valutazione dellecompetenze parentali. Unicopoli, Milano, 2005.

9. Cfr. F. Tommaseo, “L’ambito di applicazione della legge sull’affidocondiviso”, in Minorigiustizia, 2006, n. 3, pp. 104 ss.

10. G.B. Camerini, “Aspetti legislativi e psichiatrico-forensi nei procedimentiriguardanti i minori”, in V. Volterra (a cura di), Psichiatria forense, cri-minologia ed etica psichiatrica (Trattato Italiano di Psichiatria, TIP),Masson, Milano, 2006.

11. M. Malagoli Togliatti, S. Mazzoni, “Osservare, valutare e sostenerela relazione genitori-figli: il Lausanne Trilogue Play Clinico (LTPc)”,Raffaello Cortina, Milano, 2006.

12. In: I.M. Wilkinson, “Family Assessment”, Gardner Press, New York,1993.

13. R. Moos e B. Moos, A typology of family environments, “FamilyProcesses”, n. 15, 1994.

14. N.B. Epstein, D.S. Bishop e L.M. Baldwin, Mc Master Model offamily functioning: A view of the normal family. In: F. Walsh (a curadi), “Normal family processes”, Guildford, New York, 1982.

Gruppi di lavoro

Psicologi e Psicologia in Liguria24 DICEMBRE

L’intervento sociale e giudiziario nel caso di genitorialità incapace

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Psicologi e Psicologia in Liguria 252016

Gruppi di lavoro

TECNOSTRESS: il rischio d’impresa del terzo millennio

Sono trascorsi più di 30 anni da quando C. Brod (1984)pubblicò il testo Technostress: the human cost of computerrevolution, dando il via alle ricerche sul tema dello stressderivante dall'uso di tecnologie e il suo impatto sul pianopsicologico. Brod definiva il tecnostress come “un modernodisturbo di adattamento causato dall'incapacità di farfronte alle nuove tecnologie informatiche in un modosano” per indicare lo stress derivante dall’uso, sempre piùimperante, della tecnologia con effetti negativi sulla di-mensione emotiva e cognitiva, sui comportamenti e sullamotivazione dell’essere umano.Per Brod i disturbi principali erano ansia, depressione,fatica mentale, attacchi di panico, incubi e attacchi dirabbia causati dall’incapacità di gestire le moderne tec-nologie informatiche; conseguenze che anche gli studiattuali tendono a confermare. Per il dott. G. Regosa,studioso contemporaneo del rischio in oggetto, il tecnostressè uno stato di disfunzione e di alterazione degli equilibripsicocorporei dell’organismo, che può diventare cronicoe logorare l’individuo.Entrambi rilevano come i cambiamenti della tecnologia, edi chi la utilizza ai fini del raggiungimento dei propriinteressi professionali o personali, hanno portato, portano

e soprattutto porteranno a un forte cambiamento dellaqualità della vita, che a loro parere si manifesterà anchecon una diminuzione della produttività in ambito lavorativoe un aumento del rischio di favorire incidenti e infortuni sullavoro.Negli anni, diversi studiosi si sono occupati di questotema evidenziando le ricadute negative sullo stato psicofisicodelle persone: senso di impotenza sul controllo del tempoe dello spazio personale, sovraccarico di informazioniprovenienti da fonti diverse, fino alla riduzione della fiduciae del confort nell’uso delle tecnologie digitali.Ma approfondiamo ancora meglio il concetto di tecnostress,descrivendo le diverse dimensioni che lo compongono.La prima dimensione è legata alle difficoltà di un buon bi-lanciamento vita/lavoro (equilibrio minacciato dalla con-nettività sempre e ovunque), tema molto attuale dal mo-mento in cui si parla sempre più di mobility work e smartwork.La seconda dimensione è generata dalla necessità di uncontinuo apprendimento e aggiornamento delle compe-tenze, condizione di skill discrepancy in cui le competenzeesistenti non sono sufficienti e le persone trascorrono unaconsistente parte di tempo ad imparare a utilizzare nuove

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tecnologie digitali. Questo accade per esempio per l’ag-giornamento software, per l’utilizzo di nuove app e nuoviprocessi, mentre le persone si aspetterebbero di utilizzarele ICT per velocizzare i propri compiti.La terza dimensione riguarda il sovraccarico cognitivo,derivante dalla grande mole d’informazioni da gestire. So-vraccarico che può portare anche a conseguenze para-dossali: da uno studio del Reuters Business Informationsvolto su un campione di 1.313 manager in USA, UK,Hong Kong, Singapore e Australia, è stata identificata laInformation Fatigue Syndrome. Il 73% di soggetti sentivail bisogno di acquisire enormi quantità di informazioni peravere successo nella propria vita lavorativa e la tecnologiaha reso possibile questo aumento di accessibilità alle in-formazioni. è però emerso che 2 intervistati su 3 hannosubito dei cambiamenti negativi nella loro vita personale elavorativa a causa del sovraccarico delle informazioni.L’ultima dimensione è quella del multitasking, ossia dellosvolgimento di più azioni contemporaneamente e su diversidispositivi (es. telefono, computer, iPad) con potenziali ri-cadute sulla capacità di concentrazione e quindi sullaproduttività.In ognuna di queste dimensioni si può generare uno o piùfattori di burnout: appaiono quindi evidenti le minacce chele organizzazioni devono prevenire. Per tale motivo occorreprogettare e implementare dei programmi d’intervento,per affrontare e, se possibile, prevenire il tecnostress.è indubbio, infatti, che la nostra società si stia evolvendosotto l’influenza della nuova tecnologia e delle mutevolicondizioni economiche e sociali, e anche i nostri luoghi la-vorativi, le nostre modalità di lavoro e i relativi processi diproduzione sono costantemente in evoluzione. Questerecenti situazioni occupazionali comportano rischi nuovied emergenti e sfide che, a loro volta, richiedono approccipolitici, amministrativi e tecnici che garantiscano elevatilivelli di sicurezza e salute sul lavoro. Tra questi rischi iltecnostress si configura come uno di quelli che necessitasoprattutto di “consapevolezza” da parte sia dei soggettia rischio, sia delle aziende a cui spetta l’obbligo di pre-venzione e protezione dei lavoratori.Infatti, secondo il procuratore R. Guariniello “il tecnostressva valutato, altrimenti si applica la violazione della normache prevede l’arresto o l’ammenda”: questo perché, se sianalizza quanto espresso dall’art.28 del d.Lgs. 81/08 es.m.i. (ovvero che devono essere valutati “tutti rischi”), èinnegabile che il tecnostress sia oggi presente nelle nostreorganizzazioni e quindi debba essere anch’esso valutato.In linea con la necessità di valutazione, aggiungiamo chegià una sentenza del 2007 dello stesso Guariniello riportavache il tecnostress è una nuova malattia professionale e

che nel 2013 il dott. G. Lucibello, direttore generale del-l’INAIL, dichiarò: “INAIL è in linea per prevenire le nuovemalattie professionali come il tecnostress lavoro correla-to”.Tuttavia la valutazione specifica del rischio tecnostressnon è prevista nelle principali check list ad oggi utilizzateper la valutazione del rischio stress lavoro correlato, com-presa quella dell’INAIL stesso.Uno dei campi di studio di noi psicologi del lavoro puòessere proprio la creazione di tale check list o di altristrumenti di analisi che possano supportare persone eaziende in primis a evolvere nella consapevolezza diquesto fenomeno, e successivamente a valutare il tecnostress.Quale potrebbe essere il ruolo delle aziende? Non solomotori di interesse e preoccupazione per la tutela dei la-voratori, non solo esecutrici di futuri obblighi legislativispecifici che in questa sede auspichiamo, ma anche, instretta connessione con il ruolo attivante degli psicologidel lavoro, co-protagoniste nell’analisi del fenomeno edelle possibili soluzioni. Ingenuo sarebbe pensare a misuredi tipo meramente contenutistico e restrittivo nell’utilizzodelle tecnologie informatiche. Esse divergerebbero dagliobiettivi produttivi delle aziende, già oggi pronte, nonsenza ottime ragioni, a considerare l’uso massivo delletecnologie informatiche sul lavoro e le modalità multitaskingdi comunicazione come un fenomeno crescente sia socialeche lavorativo incontrovertibile. Una campagna di infor-mazione sui rischi connessi e il favorire comportamenti diuso consapevole sono azioni che dovranno affiancarsi eintrecciarsi con accorgimenti tecnici e strategie pratiche,in gran parte ancora da individuare, che consentano unariduzione dei danni derivanti dalla sovraesposizione. Inaltre parole servirà il contributo delle aziende e il loroknow-how (con particolare riferimento a quelle che operanonel settore informatico) e con esso la capacità specificadegli psicologi del lavoro di interloquire e coinvolgere leimprese. In questo senso l’Italia può vantare un illustreprecedente: l’invenzione della segreteria telefonica, consi-derabile un primo dispositivo ante litteram contro il tecno-stress, brevettata dall’italiano A. Piovesan nel 1965.Un intervento, il nostro, per favorire e sostenere l’utilizzodella tecnologia in modo sano, perché possa esserci solodi utilità nel raggiungimento dei nostri obiettivi personalie/o professionali, senza rappresentare un rischio per lanostra salute e sicurezza; rischio che oggi si può definire“Il Rischio di Impresa del terzo millennio”.

P. Dusi, M. Gargioni, M. Schiavetta GdL di Psicologia del Lavoro

Gruppi di lavoro

Psicologi e Psicologia in Liguria26 DICEMBRE

Tecnostress

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Psicologi e Psicologia in Liguria2016 27

LA VERGOGNA

Leggilibri

Perché, approfondendo il tema dellaresilienza, parlare di vergogna? Eperché merita approfondire il temadella vergogna? Perché se ne parlapochissimo.Tutt’al più è oggetto di ‘racconti si-lenziosi’ o discorsi non condivisi che,come ci dice Boris Cyrulnik in unodei suoi volumi più recenti (CodiceEdizioni, 2011) dove la elegge a prin-cipale sentimento da analizzare, cia-scuno terrà nella profondità dellapropria intimità.Una vera e propria storia senzaparole, un “basso parlante, che mor-mora in sottofondo un racconto in-confessabile”.Niente più di un bisbiglio, un sussurro;ma anche un sentimento che viene messo in scena nelproprio teatro intimo, di cui non si può parlare per timoredi quello che potrebbero dirne gli altri. Un destino cheforse può essere anche dominato, non solo subito.Conoscersi meglio vuol dire comprendere e comprendersimeglio anche esplorando aspetti poco trattati e quindimolto silenziosi, certo, ma non per scelta, più per vergo-gna.Il cammino che l’autore intraprende, con questo scritto,appare quasi una discesa in profondità relativamente aduno specifico aspetto che solo in apparenza apparedistante dal contributo autobiografico del suo precedentescritto, ‘Autobiografia di uno spaventapasseri’ (2009, cfr.http://www.giorgiomacario.it/?p=59 ), pure dedicato allestrategie per superare le esperienze traumatiche.Gli apporti conoscitivi e riflessivi connessi all’evoluzionedella vergogna nell’uomo, riportati nel volume, sono innu-merevoli: resilienti (il sentimento di vergogna che impediscequalsiasi tentativo di resilienza), psicologici (la psicologiadella vergogna) e psicoanalitici; narrativi e biografici (ilcaso di Marcel adottato all’età di 10 anni, che si vergognanel non saper rispondere agli slanci affettivi della madreadottiva), ma anche culturali e interculturali (una stessaferita può dunque sperimentare passaggi di genere diversoa seconda della cultura di accoglienza); sociali, antropologici(in altre civiltà scoperte di recente -1951- presso i baruyadella Nuova Guinea gli adulteri erano sventrati e il lorofegato strappato messo a seccare su pali piantati nella

piazza del villaggio) ed etnologici (leosservazioni dei comportamenti diGermaine Tillion presso i berberi);etologici e neurobiologici (Neurobio-logia di una timidezza acquisita); in-tersoggettivi (“Guardami quando tiparlo” si richiede in maniera perentoriaad un bambino in occidente, mentrein molte altre culture gli adulti per-cepirebbero l’affrontarsi degli sguardicome sfacciataggine) e molti altriancora.In realtà l’apporto autobiograficosembra respirare sottotraccia in tuttii riferimenti riflessivi, espressi conmodalità “razionalmente empatiche”o “empaticamente razionali” che dirsi voglia: le riflessioni, le considera-

zioni, le rappresentazioni, ma anche le sofferenze, le vul-nerabilità, i traumi ed ancora le reazioni resilienti, i riscatti,le ri-uscite dalla sofferenza, pur supportate da solidiimpianti metodologici ed approfondimenti storico-antro-pologici e scientifici, appaiono permeate da vissuti edesperienze personali che si avvertono sconfinate.L’ammissione finale è, questa sì, scopertamente autobio-grafica: “La narrazione della mia infanzia mi è un po’ sfug-gita… ho reso pubblica una storia che credevo intima”,relativa all’attribuzione della medaglia dei Giusti a MargueriteLajujie, istitutrice che durante la Seconda Guerra Mondialesi prese cura dell’Autore, mentre i genitori di Cyrulnik mo-rivano durante la deportazione, restituisce una dimensioneumana dell’autore di rara limpidezza.“Dopo la vergogna di essere senza famiglia, di esserestato cacciato dalla società, considerato meno di unuomo, improvvisamente sorprendevo, nello sguardo altruiuna curiosità, quasi un’ammirazione che trovavo divertenteed immeritata.Niente era cambiato nella realtà. Tutto aveva subito unametamorfosi nella loro rappresentazione di questa realtà.E non provavo più vergogna!”Un percorso dalla vergogna alla fierezza, esente da scor-ciatoie e ricette semplificanti, che pone un’ulteriore ed im-portante tessera nel mosaico dell’universo resiliente cheBoris Cyrulnik ha contribuito a creare per il progresso del-l’umanità.

Giorgio Macario

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Cinema e psicologia

Otto e mezzoGuido Anselmi, re-gista di 43 anni, èalla vigilia di girareun film che cre-deva di aver chiaronella mente e cheinvece nell'appli-cazione degeneranel caos. La suaè un'età di amaribilanci, di malin-coniche riflessionisu se stesso e sulproprio rapportocon la realtà interna ed esterna che lo induce ad interrogarsiossessivamente. Da subito si presenta uno screzio frarealtà e sogno, luogo quest’ultimo in cui il regista si rifugia,nei momenti di maggior confusione e disagio. Già dalleprime scene si coglie il conflitto fra costrizione e libertà: ilsoggetto angosciato è prigioniero nell'abitacolo di unamacchina e nessuno sembra accorgersi di lui, segue la li-berazione, una liberazione che lo fa salire verso l'altocome privo di peso e che lo costringe ad ancorarsi,tramite una fune, ad una realtà che rischia di perdere. Allostesso modo, con la stessa antitesi, vengono presentatefigure opposte, l'amante interpretata da una sensualeSandra Milo, arrendevole e nel contempo sciocca, concui può fare sogni erotici di cui però si vergogna e lamoglie, intelligente, severa, sofferente, che prende deifarmaci per dormire, che non desidera e verso la qualeprova un senso di colpa. E poi insorgono i ricordi dellasua infanzia, le atmosfere sensuali, un clima dove il prota-gonista è cullato dalla sensibilità e dall'accoglienza delledonne, in fondo Guido sogna ancora quel paradisoperduto infranto da una libido a cui si è contrapposta unamorale severa che fa degenerare gli equilibri e che locaccia dal paradiso terrestre, dall'epoca dell'oro, perrenderlo addirittura imputato e condannato con l'infamiadella vergogna. Il ricordo dell'innocente scoperta dellafemminilità (il celebre episodio di Saraghina, interpretatoda Edra Gale, la popputa vagabonda che balla sullaspiaggia), viene giudicato dalla morale religiosa e familiare.La scoperta della sessualità è condannata da una speciedi tribunale inquisitorio dal quale uscirà stigmatizzato, lamadre non sa difenderlo, il suo pianto e la sua disperazionesi allineano alla condanna religiosa, il prete che lo confessagli intima che la Saraghina è il diavolo.

Così intervengo-no le fantasie adocchi aperti di pu-rezza: le terme, lamisteriosa Cardi-nale simbolo dellabellezza. Il registasi rifugia nella sta-zione termaledove cerca diprendere temporispetto agli im-pegni della pro-duzione che lo in-

calzano. L'immagine del critico (Super-Io) che rappresentala sua coscienza e aspira ad una noiosa perfezione rompel'incantesimo delle terme quando lo richiama verso gli im-pegni della realtà, nelle immagini successive sognerà diimpiccarlo.Ma proprio nelle terme ritrova la provocazione, un amico,Mario Pisu, accompagnato da una donna giovane moltoavvenente, interpretata da Barbara Steel, gli confida inmodo ammiccante di aver lasciato la moglie per viveremomenti di grande passione con la giovane amante. Si ri-presenta ancora l'enigma: sbarazzarsi della moglie, chenella scena del bacio edipico con la madre ne risulta unaprosecuzione o accettarla e riuscire a sbarazzarsi di unacapricciosa libido che rappresenta un'illusoria libertà?Guido Anselmi vorrebbe saper scegliere, individuare unastrada nitida e chiara in mezzo al caos, la ricerca dellaVerità è uno dei pochi valori che gli sono rimasti ma chenon sa come perseguire. Nel protagonista si alternanomomenti in cui prevale il disordine pulsionale a momentiin cui ricade nei suoi schemi morali, una lotta tra le istanzemorali, frutto dell'educazione religiosa, familiare e il sognodi una pulsionalità istintiva senza regole, sostenuta dallacomplicità delle donne. Il sogno benefico ritorna quando incalzato dal disagio im-magina che l'amante e la moglie, due parti della sua per-sonalità in conflitto si possano conciliare, infine, nellascena dell'harem in cui tutte le donne e le sue partiemotive risultano in pace, ordinate, in una dimensionepoetica e artistica in cui l'immaginario stempera le costrizionidella realtà.

Fulvio RespiniPsicologo Psicoterapeuta

Psicologi e Psicologia in Liguria28 DICEMBRE

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Psicologi e Psicologia in Liguria2016 29

Sezione Tavolo Amaltea

Errata Corrige

Inseriamo in questo numero l’articolo inviato dallacollega Edith Ferrari Tumay, Pronto Soccorso dell'E.O.Ospedali Galliera di Genova, che per errore non èstato inserito nella sezione Tavolo Amaltea del numeroscorso. Ci scusiamo con gli autori. L’articolo è statoinserito anche nella copia digitale della rivista che as-sume pertanto la sua veste completa.

Il modello SOStegno Donna promosso da WeWorld inpartnership con l’Ospedale Galliera, ha la finalità di in-crementare le attività di accoglienza e di presa in caricodelle donne vittime di violenza che accedono al P.S. Un modello di intervento di prevenzione e contrasto delfenomeno della violenza contro le donne che vede lapresenza di due psicologhe-psicoterapeute all’internodello sportello SOStegno Donna presso il PS dell'OspedaleGalliera. La collaborazione tra WeWorld e il Galliera nasce e

sviluppa ulteriormente l’esperienza già maturata all’internodel PS dell’ente ospedaliero con il Progetto Ginestraoperativo da sei anni.Il modello SOStegno Donna prevede un percorso clinicoed assistenziale mediante un intervento interdisciplinare(infermiere, medico, psicologa) per le vittime di maltrat-tamenti psicologici e/o fisici e/o sessuali ripetuti neltempo e perpetrati all’interno di rapporti intimi, familiari eamicali.Il modello riguarda la violenza relazionale che spessoè silenziosa ed invisibile, confonde ed intreccia aspettiaffettivi ed aggressivi/invasivi, provocando l’umiliazionee l’annullamento della libertà di essere, di esprimersi, dicrescita, così come l’individualità della persona che ne èvittima.Il personale ospedaliero oltre a verificare l'entità dei dannifisici subiti dalla donna è anche formato ad un ascoltosensibile necessario a individuare i traumi del corpo checelano traumi di natura psicologica/emotiva. Infatti, nei casi in cui la violenza viene negata è il corpo

Modello SOStegno DonnaWeWorld e il Galliera in Pronto Soccorso

con le donne vittime di violenza

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Sezione Tavolo Amaltea

che parla per primo, attraverso i segni che la violenza la-scia.

Le psicologhe vengono chiamate dall'infermiere al mo-mento del triage prima della visita o subito dopo la visitamedica in tutti quei casi in cui c'è stata violenza o c'èuna violenza sospetta. Le psicologhe svolgeranno un colloquio dopo l'accessoin PS, la donna pertanto è in un momento di particolarevulnerabilità, spesso ancora non sa né che cosa riferirerispetto a ciò che le è accaduto né quale sia la funzionedel colloquio che sta per svolgere. Risulta importante presentare alla donna il servizio chelo sportello SOStegno Donna vuole svolgere e domandarese è interessata ad usufruirne; in alcuni casi è necessariodare appuntamento in un giorno successivo. Per la donna svolgere il colloquio è un diritto non un do-vere.

Fondamentale è stare in ascolto, non avere subito dellesoluzioni pronte all'uso (a parte nei casi particolarmente

gravi per il pericolo di recidiva) né degli obiettivi daraggiungere (p.e. forzare una eventuale denuncia). Tutto ciò che la psicologa ritiene utile fare, come con-tattare eventuali Servizi territoriali, e/o che si devonofare, come la segnalazione al Tribunale Ordinario e/oMinorile, deve essere comunicato alla paziente, inmodo tale da evitare che la donna si senta ancorauna volta costretta o ingannata.

Dopo il primo colloquio in PS la psicologa valutal'opportunità di proseguire per altri incontri (dinorma 8) nei quali, a partire dal trauma riportato,si approfondiranno le dinamiche della relazioneviolenta, le modalità della donna di affrontarle, lesue risorse, la sua implicazione soggettiva in ciòche le sta accadendo.La finalità del lavoro clinico è offrire la possibilitàalla donna di rielaborare i vissuti traumatici inmodo da poterli integrare nella propria storiapersonale in forme e rappresentazioni connotateaffettivamente.

Nel racconto delle donne, si evince un appiattimento delvissuto, un'incapacità di mentalizzare e simbolizzare cheinvalida non solo le funzioni del pensiero, ma le stessepossibilità dell’ascolto psicologico, teso a favorire unpercorso di autonomia del soggetto, ciò ci rimanda inparticolare, come corrispettivo teorico e clinico, a quellaparte delle considerazioni freudiane che indaga le formedella distruttività, della ripetizione nello psichico e dellapulsione di morte. Il percorso con le donne include l'atti-vazione della RETE antiviolenza territoriale.

Edith Ferrari Tumay • Luisa Marchini Psicologhe-psicoterapeute presso

il Pronto Soccorso dell’E.O. Ospedali Galliera di Genova

Paolo CremonesiDirettore S.C. Medicina e

Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza

Agnese SchenaCollaboratrice amministrativa

progetto SOStegno Donna,Pronto Soccorso dell’E.O.

Ospedali Galliera di Genova

Psicologi e Psicologia in Liguria30 DICEMBRE

Modello SOStegno Donna

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Eventi e notizie

La psicoterapia centrata sulla genitorialità

Applicazioni cliniche nel periodo perinatale

Sabato 10 settembre inuna affollata sala riunionidell’Ordine degli Psico-logi si è svolto il semi-nario della professoressaDora Knauer sul modellodella psicoterapia cen-trata sulla genitorialità(PCP). Molti gli aspetti interes-santi legati a questa me-todologia che si è svi-luppata a Ginevra, av-valendosi di un approc-cio empirico e di studilongitudinali compiuti su casi seguiti per oltre vent’anni ealla tecnica che ad essa si associa, efficace nel diminuirela sintomatologia del bambino e nell’elaborare le conflittualitàintrapsichiche dei genitori che vengono ad acutizzarsiquando vivono il lutto di non essere più solo figli. Innanzitutto coloro che mirano a divenire terapeuti dellagenitorialità, ci ha esortato la Knauer, devono diventare“genitori” dei loro pazienti e lavorare sui fantasmi delpassato, non per ritrovare le storie personali di mamma epapà, ma piuttosto per agire sullo spazio relazionalemadre/padre e bambino, proponendosi come Io ausiliarioper sostenere la relazione. Fin dalle prime preziose ore di vita, il bebè guarda il mondoche lo circonda con interrogativi e comincia ad esserefilosofo nel pensare. La sua psiche è in contatto con gliaspetti fantasmatici della mente della madre e, per questo,il lavoro di interrogazione su chi accudisce il bambino èfondamentale per attribuire senso.Ma come può il bebè arrivare alla sua soggettivazione?Come fare per fargli usare le sue proprie capacità di astra-zione? Le operazioni di astrazione si effettuano a partiredalla sensorialità (tatto, gusto, olfatto, udito e vista inordine di formazione strutturale) e avvengono già nella vitaintrauterina. La co-regolazione sensoriale tra madre ebambino prima e poi tra madre/padre e bambino permettelo scambio; lo sviluppo del bambino è favorito al meglio sec’è co-regolazione tra le sue motivazioni e le richieste-

aspettative genitoriali. Quattro sono gli scenaridella genitorialità propostinel modello PCP: Geni-torialità “Normale” nellaquale prevale l’immaginedi un bambino amato dagenitori capaci di offrirebuone limitazioni educa-tive; Genitorialità Nevro-tica dove sono presentiidentificazioni proiettiveempatiche ma costrittive,oppure complementari eidealizzate, compensa-

torie delle mancanze genitoriali; Genitorialità Masochisticanella quale il bambino è vissuto come difficile e faticoso e igenitori rivivono la propria esperienza di figli che nonhanno rispettato e soddisfatto i propri genitori; GenitorialitàNarcisistica, la più complessa e resistente al trattamento,nella quale prevalgono identificazioni proiettive deformantied evacuatrici su un bambino vissuto come avido e ostile.A conclusione della mattinata, è stato proiettato un videodi approfondimento che mostrava l’applicazione direttadella metodologia, attraverso la tecnica ad essa associata,su un caso complesso di Genitorialità Masochista. Attraverso le immagini è stato possibile osservare diretta-mente la professoressa durante i colloqui con una mammae la sua bambina e apprezzare sia la modalità di raccoltadei dati clinici sia la scelta degli elementi psicologici datrattare. Il pomeriggio è poi proseguito con due supervisioni di casiclinici riguardanti entrambi una Genitorialità di tipo Nevrotico,proponendo ai partecipanti riflessioni su temi di grande at-tualità nell’ambito perinatale: maternità multiple, fecondazionimediche assistite, nascite premature, coppie genitorialiomosessuali. Alla discussione di uno dei due casi clinici siè affiancata la logopedista intervenuta nella fase di riabili-tazione del caso, consentendoci una visione preziosa del-l’intervento multidisciplinare nella prima infanzia e un vivacedibattito conclusivo. Il tutto è avvenuto in un clima disteso di condivisione e as-

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Psicologi e Psicologia in Liguria32 DICEMBRE

Eventi e notizie

senza di giudizio, aspetti non scontati in una supervisioneallargata, garantito dallo stile didattico della professoressaKnauer che ringraziamo ancora per la professionalità e ladisponibilità offerta. Per chi desiderasse approfondire l’argomento il riferimentobibliografico è: A cura di Nathalie Nanzer, Manuale di psi-coterapia centrata sulla genitorialità, Raffaello CortinaEditore, 2016, Milano.

Laura Pecori

Sabato 15 Ottobre l’Or-dine ha celebrato la Giornata Nazionale della

Psicologia, con un evento che ha visto la partecipazionedi numerosi colleghi e cittadini. L’iniziativa è nata conl’intento di creare una maggiore vicinanza tra la psicologiae la cittadinanza e di ridurre la diffidenza e i pregiudizi dicui ancora oggi è vittima la nostra professione. La giornata ha avuto avvio con la presentazione della re-ferente per la deontologia, dott.ssa Callero, del CodiceDeontologico in formato libretto, realizzato dal Consiglioper essere distribuito a tutti i colleghi come strumentoguida per il lavoro e segno distintivo della nostra profes-sionalità. A testimonianza della centralità dell’etica nella professionesi è tenuta anche l'annuale celebrazione dell'ImpegnoSolenne, cerimonia che vede i nuovi iscritti assumerepubblicamente le loro responsabilità di fronte ai colleghi ealle istituzioni, impegnandosi al rispetto del codice deon-tologico.

Alcuni Gruppi di lavoro hanno poi presentato learee di pratica professionale, ponendo l’accentosulla psicologia come promotrice di benessere esalute nei diversi ambiti di vita delle persone.La giornata si è conclusa con la presentazionedello spot "Chi ha paura dello psicologo?", rea-lizzato dall'attrice e psicologa Simonetta Guarinoper smascherare con simpatia i dieci luoghicomuni più frequentemente accostati alla pro-fessione, traendo spunto dalle cartoline sui

pregiudizi realizzate da Luca Mazzucchelli, VicePresidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia (èpossibile visionare il video spot sul canale youtubedell’Ordine al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=P8hNpoSCP4w).Nel corso della mattinata è stato allestito un info pointsotto la sede dell’Ordine, con materiale divulgativo a di-sposizione della cittadinanza. L’evento si è concluso con un aperitivo in musica offerto acolleghi e cittadini. In parallelo è stato inoltre allestito unpercorso interattivo per dare l'opportunità ai visitatori discoprire quanto sia articolata la Psicologia, "proponendoposter tematici a cura dei GdL su alcune aree professionali",distribuendo materiale informativo e rispondendo aglieventuali dubbi, curiosità e domande. Grande è stata la soddisfazione per l'interesse mostratodai visitatori e per il successo ottenuto.

Marta ViolaLara Belloni

15 ottobre, evento nell’ambito della Giornata Nazionale della Psicologia

La psicoterapia centrata sulla genitorialità

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Eventi e notizie

Festival della Scienza. Open-day dell’Ordine

L'Ordine degli Psicologi della Liguria ha preso parte allaquattordicesima edizione del Festival della Scienza, tenutasia Genova dal 27 ottobre al 6 novembre 2016 con il titolo“Segni”, aprendo ancora una volta le porte della propriasede ai cittadini. Nato da un'idea della dott.ssa Valentina Guiducci, condivisae sostenuta dall'intero Consiglio, il 5 novembre l'incontro“Segni e psicologia: quale relazione?” ha visto alternarsiin una Tavola Rotonda professionisti iscritti al nostroOrdine, che hanno proposto interessanti riflessioni sultema della relazione, appunto, tra i segni e la psicologia,all'interno dei vari ambiti della nostra disciplina, che po-

tessero interessare da vicino i non addetti ai lavori. Si è parlato in particolare della Psicologia delle relazioni dicoppia, della Psicologia della comunicazione, di Psicologiadell’invecchiamento, di Psicosomatica, di Psicologiadell'età evolutiva e Psicologia del lavoro. In parallelo è stato inoltre allestito un percorso interattivoper dare l'opportunità ai visitatori di scoprire quanto siaarticolata la Psicologia, distribuendo materiale informativoe rispondendo agli eventuali dubbi, curiosità e domande. Grande è stata la soddisfazione per l'interesse mostratodai visitatori e per il successo ottenuto.

Gabriele Schiaffino

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Eventi e notizie

DICEMBRE

Incontro con Mario PonariL’avvocato Mario Ponari, Consulente del Cnop in materiadi trattamento di dati personali, ha illustrato i riferimentinormativi, gli obblighi e gli adempimenti relativi al trattamentodei dati personali per gli psicologi libero professionisti, di-pendenti pubblici o del privato sociale.

Il seminario è stato un’occasione di confronto su alcunearee della nostra pratica professionale, alla luce delle

regole stabilite dal Codice Deontologico degli Psicologiitaliani; sono stati infatti illustrati alcuni principi cardine nelnostro agire professionale, soprattutto quando ci troviamoa compiere delle scelte.

Giuliana Callero Referente Deontologia

Ordine Psicologi

Il ruolo dell’emozione nel pensiero el’effetto dell’incuria emotivaAnne Alvarez, 23 settembre 2016

La mattina di venerdì 23 settembre, presso la sala confe-renze dell’Istituto Nautico, Anne Alvarez ha letto il suoultimo lavoro in cui esplorava ulteriormente il ruolo del-l’emozione nello sviluppo del pensiero, richiamando lanostra attenzione sull’effetto dell’incuria emotiva. L’incuria emotiva è un fenomeno generalmente più difficileda rilevare rispetto al maltrattamento e all’abuso ma nonper questo il suo effetto può essere meno devastante perlo sviluppo emotivo e cognitivo.Dopo la lectio magistralis, nel pomeriggio Anne Alvarezha discusso un caso clinico da lei portato con i colleghipresenti in aula. Nel fare questo Alvarez è stata coadiuvatada un piccolo gruppo di discussione formato da AntonellaRava, Maria Paola Ferrigno e Luca Panarello, rappresentantirispettivamente del Centro Psicoanalitico Genovese,dell’A.I.P.P.I. e del Gruppo di Lavoro di Psicologia delloSviluppo presso l’Ordine degli psicologi.La presenza di queste sigle, a cui si aggiunge il Centro

Studi Martha Harris di Savona, da me rappresentatodurante la mattina, si spiega in quanto questo evento èstato possibile grazie alla collaborazione tra l’Ordine degliPsicologi della Liguria in collaborazione con questeimportanti associazioni psicoanalitiche presenti sul territorioligure.Si potrebbe dire che la spinta evolutiva verso l’integrazione(in senso kleiniano) sia in grado di produrre cultura psi-coanalitica. Già lo scorso anno, grazie alla collaborazione di questetre associazioni, era stato possibile avere a Genova GiannaPolacco che in quell’occasione aveva tenuto una conferenza,patrocinata dall’Ordine, sul difficile e complesso lavorocon bambini di strada. Non si può che auspicare che questa collaborazione siasolo agli inizi.

Marco Morando

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Eventi e notizie

Profili giuridici e deontologici del consenso

Nell’esercizio dellapropria professione,lo psicologo è chia-mato a confrontarsicon tutta una serie dinorme dalla cui ap-plicazione può trarrevantaggio.Sotto questo profilo,il professionista do-vrà per esempio adeguarsi alla aumentata consapevolezzadel paziente circa i propri diritti, il proprio patrimonio infor-mativo e la propria riservatezza, valori il cui rispetto diventafondamentale per lo psicologo.Data la vastità delle tematiche coinvolte, in questa sede cisi limiterà esclusivamente a delle riflessioni sul consenso,inteso come “qualsiasi manifestazione di volontà libera,specifica ed informata con la quale la persona interessataaccetta che i dati personali che la riguardano siano oggettodi un trattamento” (Dir. 95/46/CE).Va in primo luogo sottolineata la differenza tra il consensoinformato di cui all’art.24 del codice deontologico deglipsicologi italiani ed il consenso al trattamento dei dati per-sonali di cui all’art.23 d.lgs 196/03 (Codice Privacy).Nel primo caso il consenso è presupposto di legittimitàdella prestazione sanitaria, così come previsto dall’art.32Cost.Lo psicologo dunque “nella fase iniziale del rapporto pro-fessionale” dovrà fornire al paziente “informazioni adeguatee comprensibili circa le sue prestazioni, le finalità e le mo-dalità delle stesse, nonché circa il grado e i limiti giuridicidella riservatezza”.“Pertanto opera in modo che chi ne ha diritto possa espri-mere un consenso informato” (Art.24 C.D.).Nel secondo caso il consenso, riconducibile normativa-mente all’art.23 del Codice Privacy, riguarda invece le fi-nalità della raccolta, le modalità di trattamento e di con-servazione del dato del paziente.Anche in questa circostanza il consenso deve essere pre-ceduto da una “informativa” nella quale il professionistadovrà illustrare al paziente, tra l’altro, i limiti di diffusionedei dati che lo riguardano, fornire garanzie sul correttotrattamento e la conservazione.è bene ricordare a questo proposito, che un valido con-senso può essere prestato solo da soggetti capaci di in-

tendere e volere,dotati cioè della ca-pacità di porre vali-damente in essereatti idonei a incideresulle proprie situa-zioni giuridiche cheper l’ordinamentogiuridico italiano siacquista al compi-

mento del diciottesimo anno di età.Bisogna dunque prestare molta attenzione al consensoprestato dai genitori per conto di un minore.La recente modifica dell’art.334 c.c. ha infatti introdotto ilprincipio secondo il quale, salvo che non sia diversamentestabilito, “Le decisioni di maggiore interesse per i figli rela-tive all'istruzione, all'educazione, alla salute (…) sono as-sunte di comune accordo” anche in caso di genitori se-parati, divorziati o non conviventi.Per le questioni attinenti alla semplice organizzazione dellavita quotidiana, la responsabilità genitoriale potrà inveceessere esercitata disgiuntamente da ciascuno dei geni-tori.è opportuno precisare in proposito che la responsabilitàgenitoriale non viene meno neanche in caso di affido esclu-sivo ad uno dei genitori, a meno che nel provvedimentogiudiziario non sia specificato che l’affidatario possa pren-dere in esclusiva anche le decisioni di maggiore interesseper i figli. Si parla in questo caso di affido super esclusivo.In conclusione, dato che gran parte delle violazioni deon-tologiche derivano dalla violazione dell’art.31 secondo cui“le prestazioni professionali a persone minorenni o inter-dette sono, generalmente, subordinate al consenso di chiesercita sulle medesime la potestà genitoriale o la tutela”non sembra superfluo precisare che:• lo psicologo potrà assistere il minore solo con il consenso

scritto di entrambi i genitori;• in alternativa con il consenso di uno solo dei genitori,

unitamente ad un provvedimento giurisdizionale che gliassegni in via esclusiva anche la scelta relativa ai prov-vedimenti di maggior interesse;

• al compimento della maggiore età il paziente (non piùminore) dovrà comunque essere chiamato a prestareun nuovo consenso.

Mario Ponari

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Eventi e notizie

Psicologi e Psicologia in Liguria36 DICEMBRE

Raccomandazioni per gli interventipsicologici nelle farmaciewww.ordinepsicologiliguria.it • wwwordinefarmacistigenova.it

Lunedì 24 ottobre 2016 l’Ordine degli Psicologi della Li-guria e l’Ordine dei Farmacisti di Genova, in collaborazionecon Federfarma Genova, hanno presentato le "Racco-mandazioni per gli interventi psicologici nelle farmacie"elaborati dai rispettivi gruppi di lavoro. La presentazione di queste linee guida si inserisce nel-

l'ambito dell'iniziativa "Lo psicologo in farmacia" già spe-rimentata con successo in molte città italiane e supportatada alcuni Ordini Professionali tra i quali : Friuli Venezia Giu-lia, Campania, Piemonte, Veneto ecc… che hanno siglatonegli anni protocolli d’intesa e/o raccomandazioni per so-stenere gli iscritti nei progetti proposti, anche nel rispettodell’etica e della deontologia professionale. Il punto di partenza è stato il riconoscimento della farmaciacome “casa della salute” e non solo come luogo dispen-

satore di farmaci.Nelle “raccomandazioni”, che sono pubblicate sul nostrosito, vengono indicate le principali finalità della collabora-zione: promuovere e diffondere i principi del benesserepsicofisico, fornire ascolto, orientare la persona rispettoalla possibilità di un eventuale sostegno (sia pubblico sia

privato) e far conoscere i servizi presenti sul territorio, pro-porre attività di educazione sanitaria con conferenze in-formative sui temi della salute rivolte ai farmacisti e/o clientidella farmacia. Un esempio di educazione al benessere psicofisico è rap-presentata dai cicli di incontri su argomenti di promozionedella salute che compongono il “Calendario del benesserepsicologico in farmacia” così come sperimentato con suc-cesso in altre Regioni Italiane.

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Eventi e notizie

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Lo psicologo in farmacia: un’esperienza in Liguria

Negli ultimi anni si èsentito molto parlare diprogetti di collabora-zione tra Psicologi eFarmacie, spessosenza la necessariachiarezza rispetto adobiettivi e metodi. Dal lavoro svolto all'in-terno del Gruppo di La-voro di Psicologia Cli-nica Psicosomatica ePsicologia della Saluteè emersa sempre di piùla necessità di fornire unmodello, che potesse aiutare noi professionisti ad operareuna collaborazione efficace sia per le farmacie che perl’utenza. A partire da questo bisogno sono state delineatealcune linee guida che sono state presentate il 24 ottobrescorso, frutto dei dati raccolti dal sondaggio sviluppatodal Gruppo nel 2015 e dalle esperienze provenienti daaltre regioni che, seppure in modi diversi, evidenzianol'utilità di un intervento clinico di primo livello e dei pro-grammi di Educazione sanitaria che le Farmacie possonoerogare (legge 69/09) al fine di promuovere una Culturadella Salute.

Per approfondire cisembra utile provare adescrivere la nostraesperienza che, seb-bene non abbastanzaestesa da rappresen-tare quest'area di inter-vento, può offrire unospunto di riflessionesulle potenzialità e lecriticità di questo tipodi lavoro. Il servizio è stato inqua-drato a partire dalleraccomandazioni ela-

borate dal gruppo di lavoro dell’Ordine, nell'ottica dellapromozione del benessere psico-fisico e della prevenzioneprimaria e secondaria. La collaborazione, attiva da circa un anno e mezzo sulterritorio genovese, è stata avviata, dopo un primo con-tatto, con la presentazione di un progetto scritto per ren-dere più chiari obiettivi e tipologia del servizio. In particolare si è cercato di sottolineare l'importanza deiprincipi del Codice Deontologico degli Psicologi Italiani,soprattutto in materia di privacy e rispetto del setting, in

Altri punti considerano il rispetto di un “setting” appropriatoe l’impegno degli Ordini a garantire che i propri iscritti agi-scano sempre a tutela del decoro e della privacy, a garan-zia di un servizio svolto secondo i principi del Codice De-ontologico degli Psicologi italiani e dei Farmacisti e nelrispetto della privacy delle persone che fruiscono delleprestazioni psicologiche; la gratuità della prima consulenzaindividuale e di tutte le iniziative riguardanti l’informazionee l’educazione alla salute psicologica.L’Ordine degli Psicologi della Liguria e l’Ordine dei Farma-cisti di Genova si propongono di avviare momenti di for-mazione/monitoraggio per gli Psicologi e Farmacisti chegià svolgono o intendono svolgere collaborazioni, al fine

di raccogliere contributi utili al miglioramento e all’efficaciadei servizi forniti alla comunità attraverso tale collabora-zione.

Con questa iniziativa l'Ordine degli Psicologi della Liguriarimarca la propria volontà di stare tra i cittadini e di abitarei contesti per promuovere il benessere psicologico eun'idea di salute che non va intesa solo come assenza dimalattia, bensì come uno stato di equilibrio tra le compo-nenti bio-psico-sociali.

Mara Donatella FiaschiGdl Psicosomatica e Psicologia della salute

Raccomandazioni per gli interventi psicologici nelle farmacie

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Psicologi e Psicologia in Liguria38 DICEMBRE

modo da tutelare gliutenti, la farmacia e iprofessionisti stessi.L’intervento si è con-figurato secondo duemodalità: uno spor-tello d’ascolto e diconsulenza psicolo-gica, volto ad orien-tare e sostenere lapersona, e giornated’informazione ri-spetto a tematiche disalute specifiche e dialcuni disturbi psico-patologici, volte adincrementare la co-noscenza della po-polazione.Per quanto riguardalo sportello d’ascoltoè stato proposto unprimo colloquio gratuito all’interno di uno spazio adeguatofornito dalla farmacia. Questo ha permesso di orientare la persona rispetto allaproblematica espressa, considerando anche un eventualeinvio a colleghi e servizi. Nei casi in cui si è concordato il proseguimento del per-corso psicologico, si sono proposti quattro colloqui atariffa agevolata in accordo con la farmacia, ma questavolta in studio secondo le modalità comunemente utilizzatenell’ambito dell’attività privata. Per quanto riguarda le giornate a tema, sono state pro-poste tre tipologie di eventi in base alle osservazioni con-divise con il personale della farmacia e si è deciso di de-dicarne due agli anziani e una ai genitori e caregivers dibambini in età prescolare. I destinatari di tale progetto sono stati i clienti della farma-cia, gli abitanti del quartiere e tutta la cittadinanza, conl’obiettivo di avvicinare al servizio di ascolto la popolazioneche solitamente non usufruisce di alcun intervento psico-logico e favorire l’emergere dei bisogni legati all’individuoe alla comunità. La risposta della popolazione è stata buona: non si trattadi grandi numeri, ma più che altro dell'interesse verso unservizio che rende più immediata e semplice la richiestadi aiuto, la conoscenza di tematiche psicologiche e si

configura come in-tervento psicosocialesul territorio.Attualmente il pro-getto è in fase di am-pliamento con nuovecollaborazioni, in di-verse zone della cittàe nuove modalità diintervento. Già in questo annocomunque, si è po-tuto constatarequanto la farmaciapossa essere utiliz-zata come spazio diprimo incontro configure di aiuto, unluogo in cui le per-sone possano sen-tirsi più a loro agionel ricercare il con-tatto con uno psico-logo.

Inoltre la possibilità di calibrare gli interventi delle giornateinformative in base alle esigenze sentite direttamente sulterritorio, è stata sicuramente una buona occasione di ri-flessione sulla nostra professionalità e sui modi in cui essapuò coniugarsi. Le maggiori difficoltà sono state riscontrate invece rispettoalla complessità della promozione del servizio e le modalitàdi invio effettuate che devono essere maggiormente con-cordati in dettaglio con farmacisti e personale. Alla base delle difficoltà quindi, si evince una scarsa co-noscenza del ruolo e del lavoro che uno psicologo svolge. Per il futuro è auspicabile un confronto più formale tra leparti che permetta di chiarire le possibilità e le modalitàdel servizio. In questo modo sarà possibile rendere chiaro anche allapopolazione l'importanza di un intervento precoce e fornireuna base per la promozione di una Cultura della Salutecomune.

Elisa Carrozza psicologa-psicoterapeuta i.f.

Federica Seta psicologa-psicoterapeuta i.f.

Eventi e notizieLo psicologo in farmacia

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Psicologi e Psicologia in Liguria40 DICEMBRE

Ti invitiamo a inviare il tuo indirizzo mail personale a [email protected] per ricevere ogni mese lanewsletter degli eventi e ogni altra infor mazione sulla pro-fessione. Comunica inoltre il tuo indirizzo di posta ordinariaaggiornato per ricevere il giornale dell'Ordine direttamentea casa tua.

Orario apertura segreteria Lunedì 10 - 13 Martedì 10 - 14Mercoledì 14 - 18 Giovedì 10 - 14

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GIORNALE DELL’ORDINE DEGLIPSICOLOGI DELLA LIGURIA

n. 3 anno IX Dicembre 2016

Chiuso in redazione il 30-11-2016

REDAZIONE:Ordine degli Psicologi della Liguria

Piazza della Vittoria 11/b piano ammezzato 16121 Genova

telefono 010.541.225 - fax [email protected]@ordinepsicologiliguria.it

www.ordinepsicologiliguria.it

Direttore Responsabile: Lisa CaciaDirettore Editoriale: Alessandra BrameriIn redazione: Lara Belloni, Cristina Radif,

Gabriele Schiaffino, Marta Viola

Registrato il 7 marzo 2001 presso il Tribunale di Genova al n° 13

Stampa: TIPOGRAFIA SANT’ANNAvia Madre F. Rubatto, 12-16 r. - 16124 Genova

tel. 010 2514274

Chi volesse sottoporre articoli per eventuali pubblicazionipuò inviare testi a [email protected] materiale inviato non viene restituito e la pubblicazionedegli articoli non prevede nessuna forma di retribuzione.

Save the date 2017

L’organico della redazione ha subito un nuovo cambiamento peradeguarlo alle nuove esigenze dell’intensificazione dell’attività. È entrata a far parte del team che si occupa della rivista ordinisticaMarta Piccoli.

Per maggiori informazioni consultare il sito web o le mail provenienti dalla segreteria

21 Gennaio Convegno con ISABEL FERNANDEZIl ruolo del trauma nella salute mentale e fisica Il contributo della terapia E.M.D.R. in collaborazione con EMDR Italia

18 Febbraio Convegno NUOVI MODELLI DI CURAPrevenzione e terapie non farmacologiche e integratedella sofferenza e dei disturbi psichiciin collaborazione con SIPNEI e UNIGE

1 Aprile Seminario con FRANCO LOLLIPrima di essere io. Il vivente, il linguaggio, la soggettivazionein collaborazione con ALIPSI

19 Maggio Incontro con OttO KERNbERG

Maggio Convegno ADOLEscENtI E WEbin collaborazione con Distretto Sociosanitario 10

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