SULLE VIE DEI COLORI · dell’Arcangelo per cercare s ... Al supermercato con il cane non s’ha...

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GIUGNO LUGLIO 2013 Euro 4,50 www.camminareweb.it Anno 9 - N. 41 - Bimestrale - Fusta Editore - Distribuzione per l’Italia: MESSAGGERIE PERIODICI Spa Via E. Bugatti, 15 - 20142 Milano - Poste Italiane S.p.A sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (comp. in legge 27/02/04 n. 46) Art. 1 c. 1: LO/MI - I SSN 1974-5397 SULLE VIE DEI COLORI Emozioni a piedi nei quadri di Giorgio Morandi IL CALENDARIO DELLE CAMMINATE IN TUTTA ITALIA ITINERARI Il Cammino dell’Arcangelo per cercare sè stessi e Dio FITWALKING L’estate comincia in salita TRAIL Addio all’asfalto il mondo è sterrato TREKKING Nel gruppo, l’asino fa la differenza! SALUTE Andar per erbette come le anatre da cortile

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GIUGNO LUGLIO 2013Euro 4,50

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SULLE VIEDEI COLORIEmozioni a piedi nei quadridi Giorgio Morandi

IL CALENDARIO DELLECAMMINATEIN TUTTA ITALIA

ITINERARIIl Camminodell’Arcangeloper cercare sèstessi e Dio

• FITWALKINGL’estatecominciain salita

• TRAILAddio all’asfaltoil mondoè sterrato

• TREKKINGNel gruppo,l’asino fala differenza!

SALUTEAndar per erbettecome le anatre da cortile

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di Osvaldo [email protected]

A piedi, attraverso crinalie paesaggi agresti, si può confonderel’immaginazionecon la realtà, la poesiacon la narrazione, come nei quadri dei grandi artisti

Camminare non èmai per caso

editoriale

Giugno Luglio 2013 /camminare 3

I protagonisti dell’ultimo video di CesareCremonini, “Stella di Broadway”, al terminedella canzone guardano dal terrazzo di ungrattacielo, in silenzio, la città scenario dellaloro storia: «È come essere in una canzone»,sussurra il ragazzo alla sua compagna, che glirisponde: «Chi può dirlo… forse siamo in unacanzone».L’immagine è bella perché confondel’immaginazione con la realtà, la poesia con lanarrazione, proprio come avviene nei quadridei grandi artisti.Certamente sarà a questo genere di sensazioniche avranno mirato i responsabili del Parcostorico di Montesole, nel Bolognese, dedicandoal pittore Giorgio Morandi il sentieronaturalistico che attraversa i luoghi da lui piùamati e disegnati. Camminare tra quei crinali,edifici rurali, alberi e torrenti, è come entrare inun quadro, appunto, farne parte, condividernedall’interno le luci e i colori, ma anche iprofumi e i rumori, a diretto confronto con lostato d’animo e il sentimento dell’autore che liha rappresentati.Allo stesso modo, non sarà difficile avvertirel’antico incalzare dei passi dei pellegrini tra

Benevento e Monte Sant’Angelo, sull’ultimotratto della Via Micaelica, seppure oggi ci simetta in cammino più per ritrovare se stessiche per ricercare Dio, come inveceaccadeva nel Medioevo, ma tant’è.Una cosa, comunque, sembra accomunarei camminatori di oggi a quelli di ieri: losterrato. Sono sempre di più coloro che lopreferiscono all’asfalto, non ultimi quantipassano dalla corsa al cammino.C’è chi, come i torinesi della Compagniadell’asinello, scopre nell’asino un compagnodi viaggio che diventa parte del gruppo enon solo portatore di viveri e carichilogistici. E chi, come lo scrittore Fratus, perrestare a Torino, cammina alla scopertadegli alberi secolari della sua e delle altrecittà, per coglierne l’essenza spirituale, chefa della natura un tutt’uno con la propriaesistenza.Camminare, insomma, non è mai per caso,come potrebbe dire, parafrasando se stesso,il pensionato bancario e felice narratore apiedi, Manfredi Salemme. Di lì in poi, ognicammino ha la sua storia da raccontare.

na

DIRETTORE RESPONSABILE:Osvaldo [email protected]

CAPO REDATTORE:Alma [email protected]

IN REDAZIONE:Giorgio DamilanoMaurizio Damilano

HANNO COLLABORATO:Santo AlfonzoGianni AudisioSergio BeccioAlessandra CazzolaChiara CiminelliGiacomo CollodoroVincenzo Di GironimoGualtiero FalcoRoberta FerrarisMarta FerreroTiziano FratusGiorgio GarelloGiorgia GravaMaura MarchioriVito PaticchiaSerena RibottaStefania SiccardiVilma TarantinoFranziskus Vendrame

CONTRIBUTI FOTOGRAFICI:Giorgio e Maurizio DamilanoSergio BeccioAlma BrunettoMarta FerreroTiziano FratusPaolo FustaVito Paticchia

Giugno Luglio 2013

DIREZIONE E REDAZIONE:Fusta Editorevia Colombaro dei Rossi 2 B 12037 Saluzzo (CN);tel. e fax 0175.211955; [email protected] - [email protected]

EDITOREFusta [email protected] - [email protected]

PUBBLICITÀ:MAP Italia srl - Corso Beato Giovenale Ancina, 812037 Saluzzo (Cn);tel. 0175.248132 - fax 0175.248986

Luca ZaramellaP.zza IV Novembre, 101 - Maerne di Martellago (VE)Tel. 041.641302 - Fax 041.5030061

STAMPA:Reggiani spa - Brezzo di Bedero (VA)

DISTRIBUZIONE PER L’ITALIA: MESSAGGERIE PERIODICI Spa Via E. Bugatti, 15 - 20142 Milano

Registrazione Tribunale di Saluzzo: n. 161ISSN 1974-5397

Una copia: 4,50 euro;Abbonamento annuale (6 numeri): 23 euroAbbonamento annuale dall’estero: 55 euroNumeri arretrati: 6 euro

FOTO DI COPERTINA:Paola Rocci

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Ventuno a Oltreponte

sommario

www.camminareweb.it

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3 Editorialedi Osvaldo Bellino

6 Camminare insiemelettere, domande, fax, facebook, curiosità

7 IncontriManfredi Salemme e Rosario Cataniadi Alma Brunetto

9 Fitwalking allenamentoL’estate comincia in salitadi Maurizio Damilano

12 Report camminare per sport

14 Fuori stradaTrail runners da dove arrivano e dove vannodi Andrea Fergola

16 Lorenzo Trincheriaddio all’asfaltoil mondo è... sterratodi Gualtiero Falco

18 TourMonvisoTrailil grande giornosi avvicinadi Gualtiero Falco

21 Con i bastonciniNordic walkingscoprire e giocarea portata di bastoncinidi Alessandra Cazzola e Serena Ribotta

23 Newscon i bastoncini

24 EscursionismoIl Cammino dell’Arcangeloper cercare se stessi e Diodi Vincenzo Di Gironimo e Vilma Tarantino

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30 trekking someggiatoSi fa presto a dire asinoMa chi lo conosce veramente?di Chiara Ciminelli

34 Itinerari in ItaliaLe vie dei coloridi Giorgio Morandidi Vito Paticchia

40 Camminare in cittàAppunti dai taccuiniper cercatori di alberidi Tiziano Fratus

42 Speciale MonvisoOstana, damigella del “re di pietra”La perla della Valle Podi Sergio Beccio

50 EssereDonnaAl supermercato con il canenon s’ha da fare!di Maura Marchiori

52 InSaluteSigaretta addiol’antidoto è camminaredi Santo Alfonzo

54 Andar per erbettecome le anatre da cortiledi Marta Ferrero

56 Dimagrire non vuol diredeperire, al contrario...di Giorgia Grava

58 Evoluzione o involuzionedella specie?di Giacomo Collodoro

60 Autoanalisi della posturaPer iniziare, bisogna saperedi Franziskus Vendrame

62 Ci troviamo a...

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per vivere territori. A tutti questi certamenteserve avere delle indicazioni e delle descri-zioni su posti e strade nuove da percorrerema, stando anche alla sua lettera, serve an-che altro. La domanda è: cosa? Indicazionipiù semplici sugli attrezzi e sugli accessoriche un semplice camminatore può utilizzarenelle proprie uscite, o piccoli suggerimenti sucome vestirsi e calzarsi per questi tour, ocome affrontare al meglio piccoli problemialla cute, alle dita, alle unghie, ecc. che sipossono verificare anche in chi non fa attivitàsportiva? Abbiamo elencato una serie di que-siti che ci sono venuti in mente pensando allasua lettera, ma di esigenze, anche per un“semplice camminatore” ce ne saranno an-cora altrettante. Quindi la sfida è lanciata:amanti del cammino scriveteci e dateci indi-cazioni sugli argomenti che vi stanno a cuoree noi cercheremo di trarne un sunto e di ac-contentare anche le vostre esigenze.

Consigliper ripartireGentili esperti della rivista Camminare. Mirivolgo a voi per un quesito che mi tiene inansia. Pratico molte attività sportive com-preso il cammino a passo veloce. Mi è ca-pitato quest’inverno di rimanere alcunimesi ferma per diversi problemi e ora sonoalla ripresa, ma come? Con che intensità efrequenza farlo? Ho notato in un paio di

uscite fatte una grossa differenza di effi-cienza da prima dello stop. Potete aiu-tarmi? Anna RosaGentile Anna Rosa, la sua ansia rispecchiaquella di molte persone che interpretano laloro attività sportiva in modo piuttosto presta-tivo. Niente di male per carità, ma le sue per-plessità potrebbero cadere o diminuire se l’ap-proccio fosse meno spinto. Riprendere conaspettative immediatamente alte, specie se lasosta ha richiesto tempo e perdita di forza e re-sistenza muscolare e aerobica, può rilevarsi unerrore grandissimo specie se non si è un atletaseguito da uno staff specializzato di preparatorie fisioterapisti. Allora il consiglio è questo: ri-spetti una certa gradualità e non avrà bisognodi molto tempo per ritrovarsi alla forma del pe-riodo antecedente lo stop. Ritmo e distanzevanno tenute sotto controllo nelle prime uscite.Meglio un’andatura più rilassata che permettaqualche chilometro in più per poi passare adintensificare il ritmo nelle settimane successive.Aumentare ritmo e distanza uscita dopo uscitanelle prime 2 3 settimane può essere suffi-ciente a ritornare allo stato di partenza. Puravendo perso efficienza, una persona che hasempre svolto attività motoria, alla ripresa dauna sosta forzata anche lunga non parte maida zero ma conserva nel suo dna sportivotutto quanto fatto in passato ed i tempi del ri-torno alla piena efficienza non sono quindilunghissimi, ma occorre permettere a fisico emuscolatura un minimo periodo di riadatta-mento.

SemplicementecamminareSono un appassionato di cammino. Non mirifaccio a delle tecniche in particolare, Fit-walking, Nordic Walking, Trekking, masemplicemente cammino. La vostra rivista,che seguo ormai da anni, offre tanti argo-menti ma anche tante sezioni particolar-mente tecniche di preparazione e allena-mento o di informazione e notizie sulleattività e manifestazioni delle diverse di-scipline del cammino (ad esempio il Fit-walking e il Nordic walking) e spesso tra-scura di dare informazioni più terra terra achi come me appunto semplicemente cam-mina. Potreste pensarci per venire in con-tro anche alle nostre esigenze? ClaudioCarissimo Claudio, intanto grazie della let-tera. Gli stimoli ed i suggerimenti servonosempre. Intanto, come avrà notato essendoun lettore di lungo corso, cerchiamo perquanto possibile di inserire anche articolisu percorsi, itinerari, visite, ecc., che nonsono percorsi o itinerari esclusivamente va-lidi per chi pratica una forma più sportiva delcammino. Detto questo la sua lettera ci sti-mola su alcuni ragionamenti che facciamo inquesta sede a beneficio di tutti, ma che cer-tamente approfondiremo come redazione.Ci sono persone che camminano per il gu-sto di camminare, per pensare e meditarementre camminano, per gustare panorami e

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Giugno Luglio 2013 /camminare 7

Manfredi Salemme e Rosario Catania come li potremmodefinire? Stakanovisti del cammino, scatenati per l'en-durance? No, in realtà niente di tutto questo, due per-

sone che possiedono un grande cuore, sia metaforicamente, chefisicamente. Da molti anni Manfredi organizza eventi a favore del-l'ADMO, Associazione Donatori Midollo Osseo (di cui è testimo-nial) e di conseguenza Rosario, nel 2011, è stato coinvolto per lostesso motivo. Il fatto più curioso è che vivono a molti chilometridi distanza. In questo caso ci sarà una bella intervista doppia,ponendo ad entrambi le stesse domande.

«Nord chiama Sud, Manfredi chiama Rosario. Siete due ap-passionati dello sport di endurance e avete in comune ancheil nordic walking. Come vi siete conosciuti, qual è la vostrastoria e come mai vi cimentate in queste imprese “estreme”?»

MANFREDI: Ci siamo conosciuti nel 2011, su Facebook, io stavoideando e programmando il Mons Gibel per ADMO e Rosario,esperto e appassionato vulcanologo e conoscitore del territorio,mi ha dato un grosso aiuto. Normalmente chi fa trekking usa ibastoncini e, per entrambi, migliorare la tecnica del nordic wal-king è stato fondamentale per cercare di superare i propri limiti.Tutto è nato a Barrea (AQ), dove nell'agosto del 2010 ho pensatodi camminare ininterrottamente fino allo sfinimento... ma mi sonoarreso a sole 12 ore. Pensare di superarmi è stato facile, l'annosuccessivo ho camminato, sempre a Barrea per 24 ore e nel

di Alma Brunetto

Camminarenienteè per caso

incontriMANFREDI SALEMME

ROSARIO CATANIA

ROSARIO CATANIA è nato nell'omonima città l'8 no-vembre 1942 e vive a La Punta, paese alle pendici dell'Etna. Da sem-pre appassionato di atletica leggera, si diletta in età scolare alla mar-cia, in seguito percorre chilometri su chilometri con il trekking e ilnw. Vive alle pendici di un vulcano e ben presto si innamora dellageologia, compiendo imprese sempre più complesse, in luoghi di-sagiati ad alta quota e in condizioni meteo anche avverse.

MANFREDI SALEMME è un ex bancario inpensione di 66 anni, nato in provincia di la Spezia, che vive aCogorno (Ge). È uno sportivo amatoriale a 360°, che predilige glisport individuali. Ha scoperto il cammino, casualmente, comeforma antica attraverso un gesto naturale. Da qui è iniziatal'avventura e dal 2008 è un grande testimonial ADMO. Ha percorsocentinaia di chilometri nei posti più disparati e ha scritto anchedue libri: Niente è per caso e Fuori dalle rotte fuori dal tempo.http://manfredisalemme.blogspot.it

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incontriste del nostro corpo. Nelle 12 ore ho percorso 62 km, nella 24ore 91 km, nella 36 ore 156 km e nella 36 ore di Catania unavescica mi ha fatto fermare dopo 27 ore.

ROSARIO: Camminare con i bastoncini per molte ore, mi ha por-tato a scoprire un mondo nuovo. Quello dell'uomo che ritrova sestesso, nel lento e lungo cammino verso una meta prefissata,che impara ad autogestire le difficoltà, che si incontrano e su-perando qualsiasi crisi si presenti. Camminare in solitudine per-mette di riscoprire momenti e situazioni personali, che lafrenesia di ogni giorno ci costringe a dimenticare... La miaprima esperienza no-stop è stata la scalata del vulcano Etna,dal mare ai crateri sommitali, percorrendo in notturna circa 40km con un dislivello di quasi 3000 metri, in 8 ore. Successi-vamente ho allungato il numero di ore, tentando la prima voltaun percorso ad anello chiuso dentro l'autodromo di Pergusa(EN), quindi su asfalto, la mia prima endurance 24h percor-rendo 90 km, poi ripetuta sulla pista sintetica di atletica dellacittadella universitaria di Catania, portando i km a 111, infineil tentativo riuscito di raggiungere il limite di 36 ore no-stop,per me impensabile un anno prima, coprendo una distanza paria 150 km. Ho sempre "dedicato" queste imprese a ciò che mista più a cuore. Il tour del Mons Gibel a mio padre, la scalatadell' Etna a questa meravigliosa terra di Sicilia, la 24 ore di Per-gusa a Manfredi Salemme, la 36 ore a mia figlia Elena.

«Per concludere vi domando, al di là del fatto, che la gentevi possa prendere per pazzi, a girare su un anello per tuttoquel tempo, le vostre prove hanno una forte valenza scien-tifica. Un team di medici monitora i valori, qual è l'obiet-tivo di questi test?

MANFREDI: A me piace stupire la gente e spesso mi fingo anchepiù vecchio di quel che sono, per stupire ancora di più, nonvedo negli occhi della gente ironia ma solo rispetto per quelloche faccio. Riguardo alla location delle prove sì, sono anelli daripetere più e più volte, ma sono diversi i momenti, c'è il sole,la pioggia, la notte, l'alba... è come la vita, giorno dopo giorno,è un pezzo di vita da vivere con determinazione e poi durantequesta “vita” anche noi non siamo mai gli stessi, non esiste maiun momento simile all'altro. Riguardo alla valenza scientifica iocollaboro con la Facoltà di Scienze motorie dell'Università di Ve-rona, che spende tempo ed energie per studiare i benefici del-l'attività sportiva durante la terza? quarta? età.

ROSARIO: Nata in Finlandia negli anni 30, la camminata nor-dica è una sorta di sci di fondo su terra. La tecnica sfrutta ilmovimento naturale della camminata, che alterna braccio egamba opposti, con l'aiuto di appositi bastoncini. Grazie allaspinta in più, il passo si allunga mantenendo la fluidità del mo-vimento e coinvolgendo quasi tutti i distretti muscolari, con no-tevole beneficio cardiovascolare. Il Nordic Walking si puo'praticare ovunque, anche in città e a tutte le età, basta sce-gliere il percorso giusto. L'uso dei bastoncini, che allegerisconoil carico sulle articolazioni inferiori, lo rende adatto anche a chisoffre di patologie particolari. Il contributo dell' Unità operativadel team di medici, che vede impegnate le università di Cata-nia, Enna e Verona, è fondamentalmente quello di monitorarein noi atleti, lo stress ossidativo e infiammatorio, le rispostebioenergetiche all'esercizio prolungato, nonché gli aspetti psi-cologici.

Camminare in solitudine per molte oreconduce a scoprire un mondo nuovo,quello dell’uomo che ritrova se stesso,verso una meta prefissata2012 per 36 ore. Rosario è stato stimolato da queste mieperformances, ed ha cominciato anche lui a cercare di trovareil proprio limite.

ROSARIO: Ho conosciuto Manfredi durante l'evento pro ADMO,Mons Gibel 2011, attraverso il social network Facebook. Nonavevo mai incontrato Manfredi prima e, sin dal primo mo-mento, sono rimasto colpito dal modo, talvolta estremo, di vi-vere ed affrontare la vita. Ho potuto camminare con lui, fiancoa fianco, per 100 km, attorno al vulcano attivo più alto d'Eu-ropa, scoprendo un nuovo modo di gestire la camminata. Hocapito in quel contesto, che camminare bene e a lungo, fabene alla salute, e anche se talvolta estremamente stancante.Riuscire a coprire decine e decine di chilometri con le pro-prie gambe, regala una meravigliosa sensazione di successoe pienezza interiore. Così ho iniziato a perfezionarne anche latecnica, adattando il trekking alla camminata nordica, quindiutilizzando i bastoncini, non più come strumento di sostegno,ma con un ruolo attivo, di progressione; da allora non possopiù fare a meno dei miei compagni di viaggio... i bastoncini!

«Camminare con i bastoncini 24 - 36 - 48 ore cosa si-gnifica e a cosa si pensa durante tutto questo tempo,quanti chilometri sono stati percorsi durante le varie per-formance?»

MANFREDI: La saggezza e l'esperienza sono traguardi, che lavita ci permette di raggiungere, solo dopo aver vissuto giornoper giorno, così è l'obiettivo da raggiungere in una sfida di en-durance: passo dopo passo, con la consapevolezza solo deltempo e dei km che abbiamo dietro di noi, senza guardare opensare all'arrivo, ma sempre concentrati e attenti alle rispo-

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L’estate è ormai alle porte, non cene siamo forse accorti a causa delvecchio adagio, quest’anno più

che mai veritiero: “non ci sono più lemezze stagioni”. Sembra proprio chequesto 2013 vedrà un passaggio tra labrutta stagione e l’estate abbastanza re-pentino, questo significa certamente do-versi adattare in tempi immediati anuove situazioni fisiche per chi pratica ilFitwalking. Le prime improvvise giornatedi caldo a 30 gradi ci troveranno impre-parati alla giusta termoregolazione, ma-gari con l’abbigliamento non adatto osenza il necessario supporto idrico, laconseguenza potrà essere una maggiorefatica durante l’esercizio, problemi dicrampi per l’eccessiva sudorazione, piùdifficoltà di recupero. Bisogna pertantotener presente di correggere immediata-mente alcune abitudini e cercare di beredi più prima, durante e dopo l’esercizio,integrare i sali minerali che si perdonocon l’aumento della sudorazione, comin-ciare senza esitazione a svestirsi per evi-tare i problemi indicati, cominciare acambiare gli orari del proprio allena-mento scegliendo quelli meno caldi e so-leggiati. In pratica siamo al cambio che ciaccompagnerà fino al prossimo inverno.Questo periodo è però quello in cui legiornate sono più lunghe e le possibilitàdi svolgere l’allenamento di Fitwalkingaumentano, con le dovute attenzioni, ifitwalkers più preparati possono mirare alavori più impegnativi e specifici, dedi-cando con maggiore facilità più tempoalla propria preparazione. È anche il pe-riodo in cui molti, soprattutto i soggetti

Attenzionea non farsicogliere di sorpresadal repentinocambiodi temperatura

meno attivi, si lanceranno nella ricerca diuna nuova e migliore condizione fisica,svolgendo più attività sportiva del solito.L’arrivo della bella stagione non puòquindi che essere da stimolo: ad intensi-ficare l’allenamento per chi già pratica ead iniziare l’attività per i neofiti. Vediamoora come sfruttare al meglio l’opportunitàche il periodo estivo offre a queste due ca-tegorie di sportivi.Partiamo dai più esperti che già si ci-mentano nel Fitwalking con costanza,quelli che magari durante l’anno si con-cedono anche delle verifiche sportive at-traverso manifestazioni più o meno impe-gnative a livello chilometrico. Il maggioretempo a disposizione e magari la voglia diprogrammare qualche bella manifesta-zione per l’autunno sono certamente sti-moli ad incrementare il proprio allena-mento sia in termini di chilometri percorsiche di cadenza delle uscite settimanali;ciò va benissimo ma si inserisce nel solcopiù o meno della normalità della prepara-zione di tutto l’anno. Possiamo invece ap-profittare del periodo e, magari delle ferieo delle domeniche estive, per inserire nelprogramma dei lavori alternativi che nonsempre riusciamo a fare nel resto del-l’anno e che potranno aiutarci a migliorarela nostra condizione muscolare ed atletica.Dare un po’ di spazio al lavoro più mu-scolare e di potenza, sarà un’esperienzanuova che, magari inizialmente, po-tremmo trovare anche più dura e difficilema che poi ricompenserà i nostri sforzi. A livello aerobico e anaerobico (semplifi-cando: in presenza o scarsità di ossigeno)si può aumentare, con lavori specifici sia

di Maurizio Damilano

FITWALKINGALLENAMENTO

L’estatecominciain salita

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camminare per sport

di resistenza che di resistenza veloce, laforza attraverso un miglioramento dellaresistenza, consentendo così di cammi-nare in debito d’ossigeno. I mezzi normalmente usati sono: l’incre-mento della velocità, l’introduzione di la-vori in salita, l’uso di sovraccarichi. Oranell’attività del fitwalker il mezzo che ri-teniamo migliore per incrementare in ar-monia la potenza è quello del lavoro insalita. Ed allora cos’è meglio del periodo

Il primo consiglio è beredi più (e più spesso) esvestirsi senza esitazioneper evitare fatica, crampie difficoltà nel recupero

delle ripetizioni in salita con recu-pero dello stesso tratto fatto in di-scesa a passo blando. Anche inquesto caso settimana dopo setti-mana potremo aumentare la lun-ghezza o durata di queste ripeti-zioni ed il loro numero. Iniziatemagari da 5/6 volte su tratti di200/300 metri (circa 2 – 5 minutia seconda del grado di salita) e poiin base alla vostra sensazione po-trete aumentare la distanza o il nu-mero di ripetute, o entrambe, conl’andare delle sedute.

Settimana dopo settimana constate-rete come la muscolatura diventerà piùforte, resistente e potente. Lo stessotipo di lavoro può essere fatto al maresu terreni soffici (sabbia, fondo sab-bioso delle pinete marine, purché vi siala possibilità di mantenere un’adeguatatecnica). Se si è in città diventerà dif-ficile eseguire i lavori lunghi in salita,ma si potranno adattare 2 uscite setti-manali con le ripetute usufruendo an-che solo di un cavalcavia. Come dicevamo l’estate è anche la sta-gione delle new entry, le temperaturemiti e le giornate più lunghe invoglianoa “scrollarsi di dosso” l’intorpidimentoinvernale. Le parole d’ordine per avvi-cinarsi al Fitwalking sono: pazienza ecostanza. Non bisogna strafare su-bito, perché ci si perderà presto, e non

estivo per iniziare? Una bella gita in mon-tagna con la famiglia, le ferie in una localitàmontana ed anche l’ambiente marino pos-sono aiutarci. E se non si possono fare que-ste scelte logistiche, non c’è da preoccu-parsi, si possono trovare soluzioni anche incittà. Inserire nei mesi estivi una o dueuscite specifiche con salite ci vedrà giungereall’autunno con una forma invidiabile.

Ecco allora alcuni suggerimenti. • Inserire un’uscita alla settimana di Fit-

walking di pura salita con un chilome-traggio che settimana dopo settimanapotrà aumentare e con una intensità diritmo che potrà variare tra 3 tipologie dilavoro: - più lungo con ritmo costante medio, - meno lungo con alternanza di trattilenti e tratti veloci, - di lunghezza media con un ritmo me-diamente sostenuto.

• Inserire poi una seconda seduta di al-lenamento simile ma più specifica. Ef-fettuare una fase di riscaldamento sem-pre in ascesa con un’andaturastandard, come nella seduta descrittaprima per alcuni chilometri (il totale diquesta fase dipende anche dal grado dipreparazione del fitwalker stesso) poi inun tratto di salita ripida ma non ripidis-sima (occorre che il grado di salita per-metta di mantenere il più intatta possi-bile la tecnica e la postura) effettuare

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camminare per sport

Non bisogna subitostrafare e nemmenoabbandonare alle primedifficoltà. Ci voglionopazienza e costanzabisogna abbandonare alle prime diffi-coltà. Seguite i consigli dati sopra perquanto riguarda la scelta dell’orario, l’idra-tazione il vestiario e poi iniziate. Se si ècompletamente digiuni non occorre inte-stardirsi sulla performance. • Fate delle uscite un giorno si ed un

giorno no al vostro passo naturale, ve-loce o lento ha poca importanza se loscopo è quello di iniziare per non smet-tere più. Unico consiglio da tener pre-sente è di cominciare a sentire un leg-gero affanno e che la pelle sudidurante il vostro allenamento. Sforza-tevi di sentire che i piedi spingono conforza aiutando l’apertura del passo adallargarsi. L’oscillazione molto ampiadelle braccia vi potrà aiutare.

• Dopo alcune uscite la vostra cammi-nata sarà migliorata ed è quindi il mo-mento di entrare in un programma piùspecifico. Inserite pure le uscite ognigiorno o 2 giorni si e uno no. Iniziateda 20 minuti ed aumentate di 2/3 mi-nuti a seduta fino a quando arrivate aduna quarantina di minuti. Di lì in poipotete alternare delle sedute legger-mente più corte (25/30 minuti) ad al-tre leggermente più lunghe (45/50 mi-nuti). Nelle sedute più corte cercate ditenere un passo più veloce di quellostandard. Se il vostro grado di prepa-razione al momento di iniziare questoprogramma non è quello di chi parteda zero potete regolare la durata dellesedute aumentando leggermente inbase anche alle vostre sensazioni fisi-che che, se non si è digiuni di sport,certamente si sapranno interpretare.Con questo semplicissimo programmaarriverete all’autunno che sarete di-ventati dei veri Fitwalkers, pronti acontinuare la vostra attività fisico spor-tiva anche per tutto l’inverno senzanessuna difficoltà e con sempre mag-giore passione e soddisfazione.

Lo stretching non è utile solo allo sportivo ma è una forma di prevenzione e disussidio a molte piccole patologie che riguardano muscoli, articolazioni e scheletro.Secondo le teorie che negli anni si sono sviluppate, la pratica di esercizi di allungamento in-cide favorevolmente sia per quanto attiene la normale efficienza fisica che per le prestazionidi tipo sportivo.

Vengono indicati quindi benefici in diversearee e settori:1. Benefici sul sistema cardiocircolato-

rio e respiratorioContribuisce a ridurre e poi stabiliz-zare problemi di alta pressione.Migliora gli aspetti inerenti la respira-zione.Incide sull’aumento della capacità pol-monare favorendo un miglior utilizzodell’espansione toracica.Incide su di un miglior lavoro dellefunzioni del circolo in genere.

2. Benefici sul sistema nervosoMigliora la propria autostima.Contribuisce a ridurre lo stress fisico enervoso favorendo il rilassamento.Migliora la capacità coordinativa.

3. Benefici sul sistema muscolare e tendineoÈ un’ottima forma di allenamento mu-scolare favorendone la contrazione.Stimola muscoli e tendini ad unamaggiore elasticità e flessibilità.Migliora la capacità di movimento el’apprendimento o l’esecuzione di ge-sti tecnici specifici.Incide anche sulla fase di recuperodiminuendo la sensazione di faticaimmediata ed aiutando la muscola-tura a rilassarsi.È una forma di prevenzione rispetto adinfortuni e incidenti muscolari, tendi-nei o articolari.

4. Benefici sulle articolazioniStimola il lavoro articolare e contri-buisce alla corretta “lubrificazione” ar-ticolare.In presenza di malattie degenerative,o in fase di prevenzione delle stesse,risulta essere molto utile per atte-nuarne i problemi.L’esercizio ripetuto aiuta l’articolazionea mantenersi attiva e rallenta la calci-ficazione del tessuto connettivo.

Sfruttando lo schienale di una panchina o un muretto, po-sizionarsi di fronte ad una distanza che consenta di solle-vare una gamba in modo che il ginocchio della stessa ri-sulti piegato e sufficientemente in alto. Il piede che restaa terra deve essere diritto in avanti con il tallone fisso aterra, mentre l’ altra gamba deve essere quasi tesa indie-tro. Raggiunta la posizione spingere il bacino in avanti. Lemani si possono tenere appoggiate alla vita. Si avvertiràtensione all’interno della coscia e all’ inguine.

Principianti: 2 serie da 20” perciascuna gambaalternandole

Evoluti: 3,4 serie sino a 40” perciascuna gambaalternandole

Principianti: 3, 4 serie da 15”alternativamente per gamba

Evoluti: 5, 6 serie sino a 45”alternativamente per gamba

Principianti: 2 ripetizione da 15”

Evoluti: 4 ripetizioni da 25”a

Sfruttando uno scalino, con il piede diritto davanti soste-nersi con la parte anteriore del piede sino all’altezza del me-tatarso, lasciando che il peso del corpo faccia estenderel’articolazione verso il basso. Come variante e per aumen-tare la tensione si può flettere leggermente il ginocchio dellagamba su cui si sta lavorando. Non molleggiare. Per man-tenere l’equilibrio è possibile appoggiarsi ad un sostegnosenza influire sulla tensione che si crea sul tendine.

In piedi, con le gambe leggermente divaricate, intrecciare le ditadelle mani con le braccia estese indietro. Sollevare le bracciaverso l’alto con le dita intrecciate, mentre la testa sarà drittacon lo sguardo in avanti e il busto in linea con testa e gambe.Si avvertirà tensione nelle spalle, nel petto e nelle braccia. Unavariante facile è di estendere le braccia verso l’alto e con i tal-loni fissi a terra spingere le mani intrecciate verso l’alto.

REPORTcamminareper sport

Fitwalking a Trieste...unisciti anche tu!Provo il desiderio di scrivere per raccontarela mia esperienza fatta a Trieste nel campodel Fitwalking nel campo del Fitwalkingdopo l’acquisizione della qualifica di istrut-trice a Saluzzo. Era dal lontano 2009 cheaspettavo di trovare un gruppo di fitwalkernella mia città per aggregarmi a loro e noncamminare più sola, ma questo purtropponon è mai accaduto.Da qui la mia decisione di diventare istrut-trice per raggiungere il mio scopo e farmipromotrice di questa disciplina. L'entusia-smo è tanto, la buona volontà anche, iltempo ora ce l'ho (purtroppo sono una deitanti disoccupati italiani). Ho preso così co-raggio e mi sono presentata ad un circoloricreativo della mia città che, incuriosito,mi ha offerto un’occasione affidandomi gra-tuitamente la sala convegni. La macchinasi è messa in moto subito e, nonostante lemie aspettative, il giorno della presenta-zione sono intervenute 30 persone. La con-ferenza è andata benissimo: non avevo maiparlato in pubblico e la mia comprensibilepaura era il blocco da panico... invece,quando mi sono trovata davanti alla plateauna vocina mi ha sussurrato all'orecchio:“è finalmente arrivato il momento cheaspettavi da anni, metticela tutta, ora di-pende soltanto da te, o adesso o maipiù!”... ed ho così cominciato a parlare,parlare del fitwalking, della mia esperienza,di che cos'è e cosa dovrebbe essere losport. Ho parlato per un'ora con entusia-smo, sciolta e senza problemi... Alcuni mieiamici presenti hanno sgranato gli occhiquasi non mi riconoscessero! Cosa può farela forza della passione!!!

A fine conferenza ho invitato i presenti aduna “camminata per conoscerci meglio” inoccasione di una non competitiva due do-meniche dopo.Alla camminata, nonostantela pioggia e lo spettro di 8 Km a piedi maipercorsi da ognuno di loro, si sono presentatiin 7. Li ho definiti “I temerari del fitwalking”!Dopo questa prima iniziativa, sempre gra-zie al Circolo ricreativo Fincantieri – WartsilaItalia, ho avuto modo di creare un gruppodi cammino che ad oggi conta 15 simpatiz-zanti, il mio progetto è di farne i miei pro-moter a Trieste perchè la visibilità conta piùdi mille parole. Mi auguro che, quando civedranno camminare tutti insieme per le viedella città, la gente incuriosita si avvicineràe comincerà a fare domande, ad informarsisu cosa stiamo facendo e spero soprattuttolo facciano coloro che, come me, da annicamminano a Trieste da soli credendo chenon ci sia alternativa.” Valentina Fiorella

Abbiamo voluto pubblicare questa testimo-nianza inviata in redazione da un’Istruttrice,perché rappresenta a pieno lo spirito delFitwalking e quanto questa disciplina possaessere stimolante non solo dal punto divista fisico anche psicologico. Il non avere un avversario da battere, unaclassifica finale a cui tendere o un tra-guardo agonistico da raggiungere non si-gnifica che il Fitwalking non possa esserestimolante, la sfida è con se stessi, l’obiet-tivo è superare i limiti che si crede di avere:percorrere lunghe distanze a passo di cam-mino, terminare una maratona… oppuresuperare la propria timidezza.

A Cagliari, giovanifitwalkers cresconoÈ ormai una tradizione a Cagliari il 25aprile vuol dire anche Fitwalking è statoinfatti nuovamente proposto il Fitwal-king al Poetto su un percorso di 10 Kmappunto lungo il litorale Poetto, la fa-mosa spiaggia di Cagliari. Malgrado iltempo inclemente, pioggia e fortevento, circa 50 persone, i fedelissimi,hanno portato a termine il percorso pre-stabilito, segno di una maggiore consa-pevolezza degli effetti benefici di tale at-tività sportiva e del desiderio ditrascorrere una mattinata all'insegna delbenessere. Rispetto alle edizioni pre-cedenti si è registrata una maggiore af-fluenza di giovani fitwalkers. L'evento èstato diretto dall'istruttrice di FitwalkingElisabetta Putzulu.

Sul lago di Candiail poker dell’ErbaluceIl Canavese è ormai una realtà impor-tante nel mondo delle manifestazioni po-distiche, sia per la quantità e varietà dimanifestazioni proposte, sia per il parti-colare fascino dei paesaggi che fanno dacornice. Il Fitwalking è ritornato sul Lago di Can-dia per il terzo anno consecutivo con unasua “prima” d’eccezione quale la 2 GiorniInternazionale in un’Evento accompa-gnato da uno stupendo week-end estivo.Ne sono stati testimoni i 280 atleti chesabato 13 e domenica 14 aprile si sonodati appuntamento per la prima tappa del“poker dell'Erbaluce 2013” sulle rive diquella piccola perla che è il lago di Can-dia. La formula della due giorni è stata unascelta felice: abbiamo cominciato il sa-bato pomeriggio con una marcia guidatadi una decina di chilometri percorsi econtinuato il giorno dopo con atleti pro-venienti da tante regioni: oltre dal Pie-monte, dalla Valle d'Aosta, Lombardia,Liguria e Marche.Gli Organizzatori, vista la buona riuscitadell’appuntamento, si sono ripromessi diorganizzare per il prossimo anno unevento aperto ai tanti modi di interpretareil cammino, dal fitwalking al fitwalkingCross, dal nordic walking al trekking.

Giugno Luglio 2013 /camminare 12

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REPORTcamminareper sport

A Barcellona, 20 annidopo l’OlimpiadePubblichiamo un report, inviato da un fit-walker di Scarnafigi Gian Franco Bertola,che unisce emozioni appena vissute e ri-cordi, accomunati dalla città di Barcel-lona.

Se penso a Barcellona mi viene in mentel'estate del 1992, quando una nutritaschiera di scarnafigesi si spostò nella ca-pitale della Catalunya per sostenere il no-stro campione Maurizio Damilanoimpegnato nella gara olimpica dei 20 kmdi marcia. La gara non andò come nelleprevisioni della vigilia, Maurizio si classi-ficò quarto ad un passo da quella meda-glia che gli avrebbe aperto le portedell'esclusivo club degli atleti vincitori diuna medaglia a tutte le edizioni delleOlimpiadi a cui avevano partecipato. Ov-viamente questo dettaglio non intaccò mi-nimamente una carriera eccezionale. Ilgiorno dopo ci trovammo a mangiare pa-ella in un locale di Barceloneta intrattenutidal mitico, insostituibile, indimenticabileParide, grande tifoso di Maurizio. Nono-stante tutto l'atmosfera era allegra e lospessore umano del trio (Maurizio, Gior-gio e Sandro) prevalse sulla delusione peril risultato sportivo.Mai avrei immaginato di ritrovarmi a di-stanza di oltre 20 anni a ripercorrere lestesse strade a passo di Fitwalking in com-pagnia di mia moglie Carla e di un ag-guerrito gruppo di fitwalkers di Cardè,Torre San Giorgio e Saluzzo e un runner diSavigliano. In realtà l'espressione “in com-pagnia” è un po’ forte perché verso il 10°km mi trovo già ad inseguire il gruppettodei miei amici. Del resto per me non è unasorpresa perché attualmente non sono an-cora in grado di reggere il loro ritmo india-volato e se voglio arrivare fino in fondodevo rallentare.Ho sempre pensato che fare una mara-tona di corsa, di Fitwalking o una granfondo in bici sia come fare un viaggio den-tro se stessi e oggi ho l'occasione di verifi-care l'esattezza della mia teoria. In realtàcamminare per 42 km per le strade di

A passo di fitwalkingda Barchi a Fano

questa città è una vera festa, dalla par-tenza all'arrivo è un susseguirsi di bandeche suonano, la gente sul percorso ti in-cita chiamandoti per nome (è scritto sulpettorale), i bimbi ti chiedono il 5 e nonsi possono deludere, ci sono gruppi et-nici che si uniscono con le bandiere percercare un po’ di visibilità, quindi nonpuò essere un viaggio interiore perchénon sei mai solo e tutti ti fanno sentireprotagonista.Molti atleti corrono o camminano con lamusica nelle orecchie. Il mio amicoMarco me lo aveva consigliato “Portatila musica perché tanto ti staccano e ri-mani solo”. Io invece preferisco ascol-tare il rumore e le voci di questa cittàche oggi è in festa e per 6 ore è piùumana e silenziosa del solito.I km scorrono veloci, molto di più diquanto avessi immaginato, 10, 20, 30,la fatica aumenta e qualche crampo ini-zia a farsi sentire, poi inizia il conto allarovescia -5, -4, ecc. il ritmo cala ulte-riormente ed ecco in fondo il traguardoa Plaza d'Espagna dopo 5 ore e 31 mi-nuti di emozioni.

Il 5 maggio, in una giornata caratterizzata daqualche goccia di pioggia si è svolta la Colle-Marathon, da Barchi a Fano, che ha visto alvia oltre 1200 atleti.Il Fitwalking Fano ha partecipato schierandoin totale 61 camminatori, di cui 18 per la 17Km e 43 per la 5 Km. In un clima di festadello sport i Fitwalkers esperti hanno per-corso il tratto più lungo mentre gli appassio-nati del cammino gli altri 5 Km. Passandoattraverso bellissimi borghi, con forte coin-volgimento emotivo per aver preso parte aduna delle più numerose maratone d’Italia, siè consolidata la consapevolezza che il cam-mino e soprattutto il Fitwalking sta dando lapossibilità a molte persone, fino ad ora pocoattive, di avvicinarsi ad una pratica sportivasalutare e soprattutto alla portata di tutti. Il Fitwalking Fano ha annoverato anche par-tecipanti provenienti da fuori comune piùlontani come Jesi e San Benedetto del Tronto. Nonostante le molte fatiche per l’organizza-zione e per i Km fatti, la piena soddisfazionedei partecipanti alla Maratona camminata hadato un riscontro positivo per sperare di con-fermare la presenza del Fitwalking alla pros-sima ColleMarathon, con un prospetto dimaggiori presenze rispetto a questa edizione. Gioia di partecipazione e molte altre situa-zioni positive restano alla base dello spiritoche muove tutto l’operato del Fitwalking, lapassione per il cammino.

Da alcuni anni a questa parte èfacile imbattersi in notizie spor-tive che parlano di Trail Running

e delle manifestazioni ad esso collegate,alcune delle quali sono diventate fami-liari anche da chi non segue questa di-sciplina (Tor de Geants, Ultra Trail duMont Blanc). Solitamente i cronisti ten-dono a mettere in evidenza due aspettidi questo sport, la bellezza dei paesagginaturali in cui si svolgono queste mani-festazioni e la difficoltà legata alla di-stanza e ai dislivelli da superare. Gliatleti spesso vengono presentati comeveri e propri ironman. La norma di que-ste gare è il superamento dei 70 chilo-metri di percorso con dislivelli attivisuperiori ai 4000 metri. Ma comestanno le cose realmente? Chi sonoquesti runners? Che preparazione atle-tica hanno? Innanzitutto bisogna fareuna precisazione: il Trail running, in Ita-lia, è un movimento spontaneo, cioènato e cresciuto attraverso la passionedei suoi praticanti, passione ereditata inparte dai nostri cugini transalpini. Adoggi non è una disciplina con una suafederazione e precisi regolamenti. Que-sto movimento si è evoluto ed ha ini-ziato ad organizzarsi in manifestazionisportive, partendo da quella che era larete sentieristica normalmente usata daicamminatori e molto spesso le manife-stazioni sportive ricalcano i classicidella camminata, come ad esempio inLiguria, la Rigantoca. Manifestazione dioltre 42 km che parte dal Parco citta-dino genovese del Peralto, attraver-sando l'Alta Via Appenninica Ligure, perraggiungere l'abitato di Caprile alle pen-

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Trail runnersda dove arrivanoe dove vannodi Andrea Fergola

Presidente Ergus Trail Team

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STRADA

dici del monte Antola, in area parco re-gionale. Questa bella “passeggiata” èsempre stata considerata dai cammina-tori liguri un vero e proprio classico, nonsolo per gli aspetti paesaggistici, maanche per tutti i ricordi legati al periodobellico, che vide molte famiglie dellacittà di Genova trovare rifugio dai bom-bardamenti nei piccoli borghi dell'entro-terra. Il connubio tra TR e camminatasportiva non è casuale, quello che ac-comuna queste due attività outdoor nonè solo dovuto all'uso degli stessi spazi

Atleti che vengonopresentati come verie propri ironman,ma dei qualisi conosce poco,perchè in Italiail loro movimentonon è ancoraistituzionalmenteorganizzato

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Nelle lunghe distanze non si può mantenereil gesto della corsa per lungo tempo, nonsolo per i dislivelli, ma per ragioni fisicheMediamente si calcola un'andatura di 4 kmh nelle manife-stazioni di trail running e di circa 7 km orari nelle manife-stazioni di skyrunning. In secondo luogo vanno sempre tenute presenti le condi-zioni meteo, ricordandosi che salendo di quota o cambiandovallata, le condizioni climatiche possono mutare repentina-mente e di conseguenza si rende necessario un materialetecnico idoneo, che non deve essere considerato un pesoinutile di cui fare a meno, o sciocche manie degli organiz-zatori, ma un equipaggiamento fondamentale per la propriasicurezza.Insieme alla prudenza e alla moderazione non dimenti-chiamo i nostri “compagni di viaggio”, la natura e il territo-rio che ci circonda, rispettiamoli, non sentiamoci padronima ospiti e trattiamoli con il massimo rispetto.Buon trail a tutti.

camminare fuori strada

ma all'intrinseca dipendenza tra corsa e camminata, infattila corsa è la naturale evoluzione della camminata.Sebbene attualmente vi sia una tendenza di molti organiz-zatori a sviluppare percorsi sempre più impegnativi, ancheper favorire la sponsorizzazione degli eventi da parte di dittespecializzate, e nonostante le super distanze proposte cheriempiono la bocca di molti trailers, ciò che prevale in que-ste gare è la camminata, perchè nelle lunghe distanze nonsi può mantenere il gesto della corsa per lungo tempo, nonsolo per via dei dislivelli molto importanti, ma soprattuttoper questioni fisiche. Non a caso molti atleti che arrivanodalla corsa su strada hanno più difficoltà a concluderle ri-spetto a quelli provenienti dal mondo dei camminatori.I camminatori che volessero confrontarsi con qualche garadi TR è bene che abbiano ben presenti alcune semplici no-zioni, per altro molte delle quali già applicate nelle escur-sioni di trekking.La prima cosa è informarsi sulle caratteristiche tecniche delpercorso e controllare che i “cancelli” orari, entro i quali bi-sogna transitare in un determinato punto del percorso, sianoalla propria portata.

Trail: dove e quando6 LUGLIOPIEMONTESevero Baceno (VB)30 Km, 17 kminfo: www.alpedeverotrail.it

7 LUGLIOPIEMONTERimasco (VC)Alpine Runner Rifugio Massero10,5 kmInfo: www.alpinerunner.it

VALLE D’AOSTAChatillon4ª Alpemarathon dello Zerbion42 km competitiva e non Info: www.gruppomontecervino.org

13 LUGLIOLOMBARDIATorno (CO)Marathon Trail Lago di Como115 km (D+ 6500mt)Info: www.marathontraillagodicomo.it

14 LUGLIOPIEMONTEBobbio Pellice (TO)Tre Rifugi Val Pellice Trail33,6 Km (D+ 2205mt), 54,2 Km (D+ 3818mt)Info: www.3rifugivalpellice.it

21 LUGLIO PIEMONTEPiedicavallo (BI)Trail del Bangher 43 km (D+ 3900mt), 14 kmInfo: www.traildelbangher.it

21 LUGLIO VENETONovezza del Monte Baldo (VR)Trail della speranza25 km (D+ 1250mt), 35 km (D+ 2000mt)Info: www.montefortiana.org

26-28 LUGLIOLOMBARDIAVezza D’Oglio (BS)Adamello Supertrail160 km in 6 tappeInfo: www.adamellosupertrail.it

25 LUGLIOTRENTINO ALTO ADIGESüdtirol Ultrarace124 km (D+ 7666 mt)Info: www.suedtirol-ultrarace.it4 AGOSTOSICILIALinguaglossa (CT)EtnaTrail30 km (D+ 1780mt)Info: www.etnatrail.it10 AGOSTOPIEMONTEStresa (VB)Stresa Night Trail20 kmInfo: www.nightrunning.it1 SETTEMBREPIEMONTECrissolo (CN)Tour Monviso TrailKm. 43 – Dislivello + Mt. 3000Info: www.tourmonvisotrail.it

25 AGOSTOPIEMONTEBardonecchia (TO)1º Bardonecchia Thabor Trail30 km (D+ 2600 mt)Info: www.sge20.com

15 SETTEMBREPIEMONTECanosio - Marmora (CN)Valle Maira Sky Marathon46 km (D+ 2493 mt), e non competitiva di 11 kmInfo: www.vallemairaskymarathon.com

21 SETTEMBREPIEMONTECastelnuovo Bormida (AL)Castelnuovo Night Light a coppie18 kmInfo: [email protected]

22 SETTEMBREPIEMONTEOULX (TO)5º Trail di Oulx50 km (D+ 2500mt), 23 Km, 11 KmInfo: www.oulxtrailers.net

29 SETTEMBREPIEMONTES. Stefano Belbo (CN)Trail del Moscato50 Km (D+ 2570 mt), 20 Km. (D+ 1000 mt)PIEMONTESettimo Vittone (TO)Km 19, Km 32Info: [email protected]

Lorenzo Trincheri, ultramaratoneta li-gure di Dolcedo, classe 1970, daanni è un’importante pedina della

nazionale della 100 km. Grande protago-nista di imprese estreme, predilige lacorsa in natura. Fa parte dell’ultima ge-nerazione di corridori di Trail, quelli che,dopo le imprese di Marco Olmo, assicu-rano il futuro azzurro nella specialità.

Perché dopo tanti anni di asfalto haiscelto proprio il Trail?

«È stato un amore a prima vista. Correre“fuoristrada”, sullo sterrato, su e giù perle colline, nei boschi, su sentieri e mulat-tiere, mi rende libero e felice, anche se èfaticoso. Ma la fatica è l’emblema dellecorse di resistenza, e noi che amiamo

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Lorenzo Trincheriaddio all’asfaltoil mondo è... sterratodi Gualtiero Falco

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STRADA

questa specialità cerchiamo quellapura, non ci nascondiamo dall’affron-tare sentieri e stradine ricche di sali-scendi, ostacoli naturali: fondamentaleè che all’arrivo si abbia la consapevo-lezza di aver fatto qualcosa per noi digrande, difficile, impegnativo, da ricor-dare fino alla prossima volta».

Anche se sei uno specialista di ul-tramaratona (Lorenzo è stato piùvolte azzurro sulla 100 km. dove haun personale di 6h 58’ 55”, n.d.r.),prediligi quindi la corsa lontano dal-l’asfalto…

«Non c’è terreno migliore per gustarsifino in fondo il vero piacere della corsa,distrarsi dalle apprensioni e dai nervo-sismi quotidiani e sentirsi liberi di cor-rere su percorsi incontaminati, che ciportano indietro di anni, magari quandoeravamo bambini. Specialmente inmontagna si ha l’occasione di rilassarsie ricaricare le batterie a livello psicofi-sico, scoprendo che, oltre ai rumori ealle corse contro il tempo delle variemezze maratone e maratone su strada,c’è un altro mondo, forse più genuino emigliore. Quante volte durante gli alle-namenti si cambiano volentieri i solitigiri per fare una variante su sentieri ostrade sterrate… Questo mi accadespontaneamente. Sono convinto che ciònasca dall’esigenza di evadere dallaconsuetudine per affidarsi al fascino delmondo off road».

In Liguria non mancano sentieri dif-ficili e anche paesaggisticamentemolto belli.

«È vero, il trail per me non è solo sport,ma anche un viaggio alla riscoperta di

L’ultramaratonetadi Dolcedo, grandeprotagonista di impreseestreme, spiega l’amorea prima vista per il trail

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All’arrivo si ha la consapevolezza di averfatto qualcosa per noi di grande, difficile,impegnativo, da ricordare fino alla prossimavolta. Il fascino delle emozioni autentichetracciati abbandonati, un viaggio che permette di soffer-marsi sulla storia, sulle leggende e sopratutto sulla vita delpassato. Questa disciplina inoltre mi ha sempre offerto oc-casioni di incontro con persone semplici, che magari ancheingenuamente credono ancora nei valori dello sport vero!Fatto solo di sudore e fatica».

Sei stato tra i protagonisti delle ultime edizione dellaMarathon des Sables, conquistando il 6º posto assolutonel 2009. Cosa ti ha insegnato il deserto?

«Cullavo il sogno di correre nel deserto da molto tempo. Nel2007 ho corso per la prima volta tra le dune, la 100 km delSahara, poi, dal 2008, mi sono presentato al via della mi-tica Marathon des Sables, considerata una delle gare podi-stiche più dure al mondo. Avevo visto alcune foto e ne avevosentito parlare… Ho fatto varie esperienze di corsa, dallemezze maratone alle maratone, alle gare in salita, alle 100km, però mi dicevo sempre: “Un giorno andrò laggiù”. Cisono voluti anni, ma è proprio questo il bello dei grandisogni: non li realizzi dalla sera alla mattina, li costruisci un

camminare fuori strada

po’ alla volta, con tenacia e costanza. I veri sogni sono così:non svaniscono all’alba, ma ti accompagnano per tutta lagiornata, per anni e anni. Nel deserto si è completamenteliberi, puri, perchè spogliati di ogni ricchezza, ma ugualinella nostra povertà. Si riscopre il vero valore della amiciziae della solidarietà. E forse questo l’insegnamento più grandeche viene proprio dal deserto vissuto non da turisti, ma dafaticatori che, pur sporchi, sofferenti, quasi sconfitti, con-serviamo, anzi riscopriamo la nostra dignità di uomini e cisentiamo vicini un l’altro».

In che direzione sta andando l’Ultratrail?«Si sta evolvendo, talvolta in maniera smisurata, diventandoquasi una moda più che uno sport. Sono sempre di più gliorganizzatori che propongono gare lunghissime, con disli-velli senza senso. La cosa è controproducente, le gare di-ventano massacranti, troppo dure e pericolose. E anche ilsenso della corsa va a farsi benedire: ci sono gare di ultra-trail dove vedi gente che non corre e non cammina più, sitrascina...».

Quali consigli daresti ad un giovane che vuole avvici-narsi a questa disciplina?

«Non dobbiamo essere per forza tutti degli “iron man”. Moltigiovani vogliono affrontare subito gare lunghissime, rima-nere “fuori” per molte ore. Al trail bisogna invece avvicinarsicon gradualità, senza esagerare, a piccoli passi. Poi, si po-tranno affrontare anche corse più impegnative, ma non bi-sogna mai superare i propri limiti. La prudenza ed il buonsenso vengono prima di tutto».

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REPORT

Il ValleVaraitaTrail baciato dal soleUno squarcio di sole nella mattinata ha consentito lo svolgimentodel1° Valle Varaita Trail organizzato a Brossasco impeccabilmentedalla Podistica Valle Varaita in collaborazione con il Comune. Congrande soddisfazione gli organizatori Ricky Marchetti e Luca Dalmassohanno centrato alla prima edizione l'obiettivo dei 300 partecipanti(220 al percorso lungo e oltre 80 hanno percorso i 7 km). Con gli oltre80 volontari hanno curato i minimi particolari con grande soddisfa-zione degli atleti e partecipanti mettendo così sicuramente le basi perfar diventare questa manifestazione un appuntamento annuale danon perdere.In un percorso impegnativo di 25 km variato all'ultimo per il maltempodei giorni precedenti sono partiti a fianco di campioni del calibro deifratelli Dematteis, Paolo Bert, Elena Bagnus tutti i concorrenti che nelvero spirito trail si sono misurati con se stessi nelle salite e discesedel Vallone di Gilba passando per antiche chiese e sentieri spettaco-lari e tornando poi in paese attraversandolo tra le bancarelle dellaclassica Fiera del Legno.

C’è chi lo percorre in quattro giorni,chi in due e chi riesce a ridurrel’uscita in una sola giornata.

Il Giro del Monviso, che diventerà gara diTrail il 1 settembre prossimo, è da sempreun “classico” per gli amanti dell’escursio-nismo in montagna. Gli itinerari attorno alRe di pietra sono molto battuti sia per i pa-norami mozzafiato, sia per la possibilità diavere sempre a “portata di gambe” un ri-fugio alpino, che garantisce sicurezza,possibilità di rifocillarsi e di riposare.I punti di partenza scelti per l’escursione,dove lasciare l’auto al sicuro e dove sor-seggiare un buon caffè prima di incam-minarsi, sono tre: Crissolo, Pian del Re,oppure la borgata Castello di Pontechia-nale.

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Tour Monviso Trailil grande giornosi avvicinadi Gualtiero Falco

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STRADATECNICA

IL TOUR MONVISO TRAILSarà la Podistica Valle Infernotto con laregia del Parco del Po Cuneese a proporreil “Tour Monviso Trail” la prima domenicadi settembre. Questo l’itinerario scelto per i corridoridelle alte quote: partenza nel concentricodi Crissolo, salita al Pian del Re, Colle Tra-versette, con transito nel Buco di Viso, Re-fuge du Mont Viso, Colle Vallanta, RifugioVallanta, Grange Gheit, Passi di S. Chiaf-fredo e Gallarino, Rifugio Quintino Sella ediscesa finale su Crissolo. In tutto 43 chi-lometri con 3.000 metri di dislivello dasuperare.Un percorso molto simile era stato sceltoper tre edizioni del “Giro del Monviso” di-sputato negli anni Ottanta, quando ancora

Appuntamentodomenica 1 settembreal cospettodel “re di pietra”.I consiglie le curiositàin preparazionedell’evento

Foto

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camminare fuori strada

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il termine “Trail” non faceva parte del no-stro vocabolario, ma si parlava ancora –e secondo noi in maniera più appropriata– di corsa in montagna.

ANCHE PER FITWALKERS E CAMMINATORIMa non è tutto qui: nella stessa giornataci sarà la possibilità, per chi non amacorrere e preferisce camminare, di ci-mentarsi su un percorso ridotto ma al-trettanto bello. Il percorso dedicato acamminatori, fitwalkers e nordic-wal-kers, sarà lungo 20 chilometri con undislivello complessivo di 1400m. Par-tenza da Crissolo, salita al Pian del Re,ancora salita fino al Rifugio QuintinoSella, e discesa dalle Balze di Cesareper tornare a Crissolo. Si transiterà nellospettacolare scenario della base dellepareti nord ed est del Monviso.

COME PREPARARSIGli appassionati di Trail e corsa in mon-tagna sanno bene come prepararsi.Trattandosi di una gara lunga e fisica-mente molto impegnativa, i corridori evo-luti percorrono parecchi chilometri inmontagna dopo aver affrontato, già in in-verno, un’adeguata preparazione fisicagenerale, con esercizi di potenziamentomuscolare ed una sufficiente base aero-bica.Per loro, il periodo primaverile, risultaquindi essere quello cosiddetto di “tra-sformazione”, dove cioè si bada ad esal-tare le qualità di velocità e di tecnica,potendosi basare su ciò che si è semi-nato in inverno.Coloro che “provano il percorso“ per in-tero sono comunque pochi, general-mente i professionisti più esperti: nelcaso del Monviso Trail è consigliabilespezzettare le uscite, in modo da riuscirea conoscere interamente il percorso main sedute differenti, senza affaticarsitroppo.Vi proponiamo tre uscite “andata e ri-torno”, per conoscere ogni angolo deltracciato di gara:1. partendo da Crissolo si può salire a

Pian del Re ed arrivare al Buco diViso. È una ricognizione importantepoiché si tratta dei primi chilometridi gara e quindi ci si può fare un’idea

di come dosare le energie. Non solo:per chi non è mai passato nel “Bucodi Viso” (un tunnel scavato nella roc-cia di 80 metri che, nel 1.500, eraparte integrante della via del sale dalMar Mediterraneo al Piemonte), c’è lapossibilità di capire quali sono le dif-ficoltà che il delicato passaggio pre-senta, se utilizzare una pila, unfrontalino luminoso e di come supe-rare il piccolo camino posto all’uscita.Assolutamente da provare.

2. lasciando l’auto in Borgata Castello aPontechianale (Val Varaita), si può sa-lire al Rifugio Vallanta, al Colle omo-nimo ed eventualmente scendere alrif. Monviso. I camminatori ci impiegano general-mente tre ore per la sola andata; dicorsa ovviamente, le cose cambiano.È una buona opportunità per provarealcune tra le discese più tecniche delpercorso.

3. Dalla già citata Borgata Castello, sisale alle Grange Gheit e poi, svol-tando a destra, si raggiungono i Passidi S. Chiaffredo e Gallarino ed even-tualmente il rifugio Quintino Sella.Anche in questo caso chi cammina ciimpiega tre ore a salire e circa 2 peril ritorno.

Il discorso cambia per i camminatori,dove le uscite possono essere ridotte sianella percorrenza che nella durata.Due uscite, una da Crissolo fino al Rifu-gio Quintino Sella passando dal Pine delRe, e l’altra con la medesima meta mapassando dalle Balze di Cesare, possonoessere sufficienti.Da sottolineare che quelle riportate sonoindicazioni di massima: soprattutto chicorre a buon livello deve affrontare unapreparazione finalizzata, affrontandoanche gare più brevi nel “periodo agoni-stico” precedente il trail, affinando la re-sistenza alla velocità, la tecnica di corsain salita ed in discesa, e tutte le qualitànecessarie per affrontare con lucidità esicurezza i sentieri quando nelle ultimefasi di gara si è ormai stanchi. Non biso-gna mai dimenticare, infatti, che ci sitrova in montagna, con tutti i rischi e pe-ricoli che inevitabilmente ne possono de-rivare.

1 settembre 2013

[email protected]

ISCRIZIONI APERTE

PREPARATIper la nuova appassionante sfida attorno al Re di Pietra!

TOUR MONVISO TRAILKm 43

CAMMINATA PICCOLO TOURKm 20

ideale per escursionistifitwalkers e nordic walkers!

ORGANIZZATA DALLA

Comune di Crissolo

aspettando...

sulla pagina dedicata del sito www.wedosport.net

Mare e montiuna marciaindimenticabileMare, monti, walking, fitwalking, nor-

dicwalking, running e molta espe-rienza, sono gli ingredienti, che ac-

coglieranno i partecipanti dell'edizionenumero 29 della Mare e Monti di Arenzano(GE). La manifestazione è in programmasabato 7 e domenica 8 settembre, con per-corsi totalmente rinnovati da cui è possibilegodere di panorami e vedute mozzafiato. AdArenzano lo spartiacque appenninico rag-giunge la minima distanza dal mare cre-ando un magico effetto: da un lato l'azzurrodel mare e dall'altro una balconata caratte-rizzata da un colore grigio-verdastro, tipicodelle sue rocce d’origine oceanica.L’evento è una “carrellata di discipline delpianeta walking running”, che prende avviovenerdì 6 settembre con l’omonima HalfMarathon, per chi ama misurarsi con iltempi tra suggestive scogliere e macchiamediterranea, e la Kids run, per i più piccoli,per proseguire nel week-end con la marciaa passo libero, il fitwalking e il nordicwal-king. Il tutto animato da tante iniziative di in-

trattenimento all’insegna del folclore inter-nazionale e dalla fiera dei sapori, allestita nelcentro storico.Chi si iscriverà all'evento avrà l’occasione divisitare la cittadina con i suoi gioielli verdi.Già nota per il magnifico parco NegrottoCambiaso, che fu residenza estiva dei ge-novesi marchesi Pallavicino, Arenzano si èda poco arricchita di un altro polmone verde,lo splendido parco con la villa in stile li-berty, dove il conte Figoli amava ricevere isuoi ospiti illustri, tra cui il Carducci. Essereospiti di Arenzano è quindi occasione di as-soluto prestigio e partecipare alla Mare eMonti è un richiamo anche per gli appas-sionati delle aree più remote del globo, dallaLituania a Taiwan. Vi sembra poco? Cosa aspettate a iscrivervi?www.maremontiarenzano.org

Ad Arenzano il 7 e 8settembre la camminata apasso libero tanto amatadagli stranieri, per trascorrere un weekend tra migliaia diappassionati, in unpaesaggio mozzafiato

FITWALK

ING

EVENTO

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Tel. +39.010.9138240 - Fax 010 9138291 [email protected] www.maremontiarenzano.org

i Comune di Arenzano

Quante volte abbiamo sentito dire(e noi stesse abbiamo scritto) cheil Nordic Walking è una tipologia

di attività fisica aerobica di grande effi-cacia, idonea a persone di ogni età e inqualsiasi forma fisica? Tantissime sonole occasioni (sul web, nei libri, su rivistesettimanali e mensili) grazie alle quali ilNordic Walking è diventato sempre piùconosciuto: ormai un po’ dappertutto nelnostro Paese vediamo persone armate dibastoncini andare a camminare nei par-chi, in montagna, lungo le nostre costeo alla scoperta delle città.Ma il Nordic è anche un gioco che piaceai bambini e ai ragazzi, offrendo loro oc-casioni di scoperta e sperimentazionedel proprio corpo, della natura che li cir-conda, di un modo diverso e articolatoper imparare la storia e la geografia delterritorio... Dopo anni di esperienza con ragazzi didiverse età abbiamo fatto diventare ilNordic Walking il filo conduttore di unpercorso più ampio, aperto a svariate co-noscenze e articolabile secondo le di-verse fasce di età: è il nostro progettoGiocaNordic, elaborato per offrirlo allescuole di ogni ordine e grado. L’obiettivo è quello di camminare con ibastoncini attraverso differenti ambiti,andando oltre il “semplice” movimento/aspetto tecnico per far scoprire:• l’ambiente e il territorio naturale come

una palestra a cielo aperto dove i ra-gazzi, mediante attività ludiche e di-dattiche, sperimentano l’interrelazionedi elementi naturalistici, culturali, an-tropologici, sviluppando lo studio degliecosistemi e delle loro componenti,

di Alessandra Cazzola e Serena Ribotta

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delle leggi e degli equilibri naturali, delrapporto dell’uomo con il suo territorio,della storia delle sue principali trasfor-mazioni;

• l’orienteering e con esso la capacità diosservazione e la rappresentazionedello spazio, sviluppando la coordina-zione motoria e la concentrazione e mi-gliorando la propria capacità di sceltae di autonomia, oltre che lo spirito dicollaborazione che un ragazzo sviluppain maniera naturale, riconoscendo leproprie capacità ma soprattutto accet-tando i propri limiti prima di migliorarli;

• l’educazione ad una sana alimenta-zione, parte fondamentale dell’inse-

Nordic walkingscoprire e giocare aportata di bastoncino

CON I

BASTONCINITECNICA

Dall’esperienzacon i ragazzidi diverse età,nasce il GiocaNordic,un progetto per impararea conoscere se stessie la natura

cognizione dell’ambiente e dei punti di riferimento spaziali,memorizzando luoghi e sequenze attraverso una vera e pro-pria caccia al tesoro, e alla scoperta della biodiversità dietrocasa propria mediante lo studio di ambienti, alberi, fiori epiante in pieno sviluppo primaverile.Le attività si sono poi chiuse con una gita di un’intera giornataimmersi nella natura della Campagna Romana e del litoralelaziale, al fine di verificare e testare direttamente le relazionicon l’ambiente e ciò che i ragazzi hanno appreso a scuolanello svolgimento delle attività proposte. Ha fatto da corniceuna fattoria didattica ben organizzata, dove si sono potuti ve-dere attuati nella pratica i princìpi dell’agricoltura biologica edelle energie alternative.Per saggiare i livelli di gradimento e di comprensione, alla finedell’iniziativa abbiamo lanciato sei parole-chiave (insieme,amicizia, natura, giocare, camminare, nordic walking), asse-gnando agli allievi il compito di utilizzarle – tutte o in parte –per formare frasi o slogan che riassumessero l’esperienza vis-suta. La creatività dei giovani walkers si è espressa con formefantasiose tra le quali è stato difficile scegliere la frase piùbella, il pensiero più sentito, l’esperienza più realistica. Abbiamo deciso di pubblicarle tutte nelle immagini che se-guono, anche per dare un meritato riconoscimento all’impe-gno e alla fantasia degli autori in erba.

L’abitudine all’attività fisica è la premessaindispensabile per una crescita salutare ecompleta che migliora la qualità della vita.Camminando si ascolta e si racconta...

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camminare con i bastoncini

gnamento fin dai primi anni di scuola: conoscere e speri-mentare attraverso il gioco cibi e sapori e via via appro-fondire i gruppi alimentari riconoscendo le proprietà e lequalità nutrizionali dei cibi permette ai ragazzi di arrivaread un’alimentazione sempre più consapevole ed equili-brata;

• l’abitudine all’attività fisica, premessa indispensabile peruna crescita salutare e completa, una migliore qualità divita, un’educazione alla pratica sportiva, un sperimenta-zione di momenti di vita attiva all’aria aperta, un coinvol-gimento anche socializzante. Camminando si ascolta, siracconta, si scopre, si sperimenta e si condivide con i com-pagni, imparando ad osservare il sé e l’altro (anche diver-samente abile);

• la storia, la cultura e l’architettura attraverso esperienze diUrban Nordic Walking dentro le città, abbinando il risve-glio dei sensi intorpiditi con la curiosità per scorci inesplo-rati, combinando itinerari a tema attraverso le strade dellapropria città con temi da concordare con il corpo docentein base al programma scolastico e all’interesse generaledei ragazzi.

Insieme agli istruttori della Scuola Italiana Nordic Walkingspecializzati sulle attività con i bambini, al preside e ai do-centi della scuola media Capozzi di Roma abbiamo orga-nizzato 4 incontri con circa una settantina di ragazzi di11-12 anni che, entusiasti, hanno partecipato alle diverseattività proposte. Il primo incontro si è svolto nella palestradella scuola; dopo aver assistito ad una breve presentazionedella proposta didattica, i ragazzi hanno giocato, sperimen-tando i primi approcci di tecnica del Nordic Walking e del-l’orienteering. Durante altri due incontri, svolti in due parchi della città, igiochi e le avventure con i bastoncini sono stati rivolti alla ri-

presentanza di 7 regioni. Il percorso lungo 10km si snoda nella parte centrale della Val Cal-cino, un geosito importante, che pare risalga a40milioni di anni fa e la partenza e l'arrivo sonoin piazza del Campo. Il campionato fa parte delcircuito Piave Nordic Walking. La novità del-l'edizione 2013 è rappresentata dalla gita chel'organizzatore, Alex Geronazzo, ha promossodomenica 16 per gli ospiti: la visita al montePalon, un percorso sulla memoria voluto dalgruppo Alpini Possagno. Sarà un tuffo nel pas-sato per ricordare quanti sulle cime del Grappahanno combattuto e sono morti nella PrimaGuerra Mondiale. Info: www.camponordic.blogspot.com.

WalkinVarennebuona la primaLa pioggia scesa copiosa nelle settimane pre-cedenti, aveva un po' demotivato lo staff della“Vigone che corre”, che ha organizzato concura la 1a edizione della WalkinVarenne. Ma inbarba al cattivo tempo del 1° maggio, la cam-minata ha avuto un grande successo. Ci sonostati 500 partecipanti, se il tempo non fossestato freddo e minaccioso, sicuramente al-meno 800 si sarebbero iscritti. I camminatorihanno percorso 8,5 km, lungo un tracciato chesi è snodato nella campagna vigonese ed haattraversato le cascine Rondello e Barutella,sfiorando Il Grifone, pensionato del grande Va-renne. All'arrivo i nordic e fitwalker sono statiaccolti da un abbondante ristoro, premi a sor-teggio ed un ricco pacco gara. Tra i gruppi piùnumerosi premiati ci sono stati il Fitwalking diVillafranca e il Nordic Walking Volpiano.

Dal Cristo pensanteal Cristo degli abissiUn percorso a tappe di nordic walking, uncammino spirituale, di amicizia e solidarietà èin sintesi il Cammino dal Cristo Pensante alCristo degli Abissi 2013. Gli ideatori e orga-nizzatori sono Pino Dellasega ed Anna Sessi,istruttrice Croce di Vie – Genova. Nell'edizione2013 si camminerà per l'Africa. Il contributoraccolto nelle tappe verrà consegnato all'istrut-tore Aldo De Michele, che da anni collaboraalla realizzazione di pozzi per l'acqua in Ma-lawi. L’evento, nato nel 2012, ha visto gemel-lare il Cristo degli Abissi di S. Fruttuoso diCamogli al Cristo Pensante nelle Dolomiti edha avuto il patrocinio dell'Ente Parco di Porto-fino e del Parco Naturale di Paneveggio – Paledi S. Martino, con la collaborazione di tantiistruttori e molti camminatori, che hanno per-corso i sentieri delle 15 tappe. Il 22/23 giugnoprossimi dal Cristo Pensante sul Monte Ca-stellazzo, partirà la 2a edizione, che vedrà l'or-ganizzazione di ben 34 tappe di nordicwalking su tutto il territorio del Nord Italia e ter-minerà con il lungo week end del 27/28/29settembre nella baia di S. Fruttuoso. Per info:[email protected] - www.incammino.infowww.nordicwalkingtime.it - www.trekkingdelcri-stopensante.it - [email protected]

Camminare in pacecon se stessiAntonella Arnese e Justina Claudatus sono leideatrici di Sentieri interiori. Si tratta di uncorso rivolto alla ricerca del benessere, attra-verso la ricerca di se stessi, per cancellare lepaure e le ansie, che la vita quotidiana por-tano. Antonella, istruttrice di nw e Justina,medico psicoterapeuta lo attuano con la pra-tica del nordic walking e il breathwalk, abbi-nata alla psicoterapia. La meditazione cam-minata e il modellameno simbolico sono un

NEWScamminare con i bastoncini

ottimo connubio, che si prendono cura delcorpo e dell'anima. In pratica, insegnano unpercorso di conoscenza e di cura, per trovareun momento di pace con se stessi. Una va-canza di gruppo e orienteering metaforico,camminando tra le Dolomiti. Per info:www.passichetrasformano.it.

Sei ore di nordica Prà del MoroIl 23 marzo a Prà del Moro di Feltre si è tenutala “Sei ore di nw”. Si sono presentate 12squadre formate da 14 componenti (12 wal-kers+2 riserve), che hanno percorso unanello di 800 metri, sotto l'occhio vigile di 13istruttori, che hanno sorvegliato la correttaandatura dei walkers. Poche le regole da ri-spettare: usare correttamente i bastoncini,non correre, non tagliare il percorso, penauna sosta forzata di 5 minuti, ma che non siè resa necessaria. Al colpo di pistola finale tuttifermi, appoggiando il testimone per terra, perattendere la conta dei metri che potevanofare la differenza, eseguita da Johnny Schie-venin, promotore dell’evento. La classifica dimerito è stata: 1° Tosti & Toasts A, 2° Era-nordic – son storno a forza de girar intorno, 3°Freewalker Team, 4° Palestra Elisa, 5° MayStraky, 6° Nordic Walking Cavarzano, 7° To-sti & Toasts B, 8° Argo nw team A, 9° Era-nordic – ancora angiro e po’ basta, 10° TeamNonno Rambo A, 11° Team Nonno Rambo B,12° Argo nw team B. L'appuntamento è oraper il 2014!

Nordic sprinta Campo AlanoTutto è pronto per la 2a edizione del Campio-nato Italiano di NW sprint sperimentale. Sabato15 giugno alle 16 da Campo Alano di Piave(Bl) prenderà il via l'evento, che nel 2012 havisto la partecipazione di 150 iscritti in rap-

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Il pellegrinaggio può essere conside-rato un’avventura spirituale intrapresada molti per dare un valore aggiunto

alla propria esperienza di vita. Nel Me-dioevo ci si metteva in cammino essen-zialmente per andare alla ricerca di Dio,oggi per ritrovare se stessi.Camminare su vie storiche inoltre favori-sce sia la conoscenza che la tutela delterritorio su cui queste insistono, per cuiil Gruppo Terre Alte delle sezioni del ClubAlpino Italiano di Benevento e Foggia hariproposto il tracciato storicamente più at-tendibile del tratto finale della Via Micae-lica, la grande via di pellegrinaggioeuropea.Già a partire dal V - VI secolo il Santua-rio pugliese, scrive il Prof. Otranto, erameta di pellegrinaggi di genti di ogni con-dizione ed estrazione sociale... che… tra-

sformarono il pellegrinaggio al Garganoda fenomeno locale o italico in fenomenodi ampiezza e rilevanza europea, facendodell' internazionalità il suo segno distin-tivo.L’apertura della Via può essere datata al708 quando sul Monte Tumba, in Nor-mandia, viene fondato il Santuario di“Saint Michel au peril de la mèr”, su re-liquie fatte prelevare dal Gargano dal Ve-scovo Oberto.A partire dal X secolo viene costruita sulMonte Pirchiriano, in Val di Susa, laSacra di San Michele, a metà strada traNormandia e Gargano. Ed ecco deline-arsi il percorso della Via che vede cometappe più importanti Mont Saint Michel –Sacra di San Michele in Val di Susa –Roma – Benevento – Monte Sant’ Angelosul Gargano.L’ itinerario si sviluppa generalmente sullaVia Francigena da Mont Saint Michel aRoma, sull’ Appia da Roma a Benevento,sulla Traiana da Benevento a Troia e daTroia a Monte Sant’Angelo sul Garganosulla Via Francesca detta anche “Strataperegrinorum o Strata Michaelica. Inizia così un flusso di pellegrini tra ipaesi franchi e il Santuario Garganico,considerato come meta finale o cometappa intermedia prima di imbarcarsi perla Terra Santa.il Gruppo Terre Alte con Vilma Tarantinoe Michele Del Giudice nel riproporre ilCammino dell’ Arcangelo ha privilegiatosentieri, carrarecce e tratturi, soprattuttoper dare un contributo alla rinascita dellezone interne del nostro Appennino.I percorsi sono stati individuati intervi-stando anziani protagonisti di pellegri-

ESCURSIONISMO

Il Cammino dell’Arcangeloper cercare se stessi e DioIl Gruppo Terre Altedelle sezioni Caidi Benevento e Foggiaripropone il tracciatostoricamente piùattendibile del trattofinale della ViaMicaelica, la grandevia di pellegrinaggioeuropeo

di Vincenzo Di Gironimo e Vilma Tarantino

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naggi, consultando archivi abbaziali eparrocchiali, studi e ricerche effettuatedalle Università di Bari, Foggia, delle Ca-labrie, ma soprattutto verificandoli “coni piedi”, consumando scarponi e poten-ziando muscoli. Durante la ricerca e la ricognizione delpercorso, le cattive sorprese non sonomancate. Tanti sentieri, carrarecce, trat-turi regolarmente riportati sulle carte dell’I.G.M. ed esistenti anche nella “memo-ria storica” dei vecchi fruitori erano spa-riti perché privatizzati o resi impraticabilidalla meccanizzazione agricola o tra-sformati in strade asfaltate.Questo ha comportato lunghe deviazioniper rispettare i punti nodali (antichi ho-spitalia, chiesette, abbazie…) visitati daipellegrini prima di raggiungere la meta.Lavorando in sinergia, sia per gli studi ele ricerche che per le concrete espe-rienze sul terreno, alla fine il Gruppo èriuscito a realizzare l’itinerario che è statoinaugurato il 25 aprile 2009 e che, innove tappe, partendo da Benevento,raggiunge Monte Sant’Angelo, attraver-sando il Sannio, l’Irpinia, la Daunia, finoal Gargano.L’obiettivo finale di procedere versoRoma, completando la Via Micaelicasarà raggiunto quest’anno, in occasionedelle manifestazioni ufficiali per i 150anni del Club Alpino Italiano. L’itinerariocompleto si svilupperà in due periodi:dal 20 al 29 aprile, da Monte Sant’An-gelo a Benevento, e dal 9 al 28 settem-bre 2013 da Benevento a Roma. Larealizzazione del secondo tratto, di cui siparlerà in un prossimo articolo, è operadei Gruppi di Caserta e del Lazio (Sora

CAMMINAREESCURSIONISMO

Dalla Normandiaal Gargano, attraversoMont Saint Michel,la Sacra di San Micheledi Susa, Roma, Beneventoe Monte Sant’Angelo

ed Esperia), coordinati rispettivamente daGiuseppe Spina e da Diego Magliochetti.(tratto finale della Via Micaelica)

IL PERCORSOIl Cammino dell’Arcangelo è un sentierounitario da Benevento a Monte Sant'An-gelo, 200 km nel cuore del meridioned’Italia, attraverso il Sannio, l’Irpinia e laDaunia fino al promontorio garganico. Unpercorso storico, culturale e spirituale chemette insieme diversi aspetti di terre perlo più sconosciute. Dall’Arco di Traianofino alla grotta di San Michele, sono nar-rati secoli di storia e di leggende. Si rac-conta di santi e briganti, di pellegrini ecrociati, di mercanti, avventurieri e guer-rieri. Il sentiero segue l’antico tracciato

dell’Appia Traiana vettore di armi, dimerci ma anche di idee e di fede, attra-versa la “terra di mezzo” con scorci in-cantevoli, scenari da catturare e custodiredi una terra nobile e segreta, per giun-gere poi nella ricca terra di Puglia con lesue cattedrali, i castelli, i distesi campi digrano, il lussureggiante e brullo Gargano,fino alla grotta dell’Arcangelo Michele .Si parte dall’Arco di Traiano di Benevento,dopo la convalida della credenziale e labenedizione impartita da Don Mario DeSantis nella chiesa di San BartolomeoApostolo. Appena giunti a Benevento siavverte, subito, la necessità di visitare imonumenti di questa splendida e anticacittà Il teatro romano, la chiesa di SantaSofia, l’hortus conclusus, le mura longo-barde, la chiesa di Sant’Ilario e tanti altri

L’Arco di Traiano

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piccoli gioielli raccordati da un centrostorico elegante ed ospitale. Si scendeper via san Pasquale, alla volta di Pie-trelcina, paese natale di Padre Pio, de-viazione dall’Appia Traiana voluta peronorare il grande Santo. Dopo aver su-perato Ponte Valentino, ponte romanoben conservato e dopo la spettacolareconfluenza del fiume Tammaro nel fiumeCalore si comincia a salire tra i secolariuliveti esposti dolcemente a mezzogiornofino al centro di Pietrelcina. Qui si respiraaria di sacralità, i rintocchi del campanileportano pensieri di pace e ognuno si in-terroga sulla forte e composita figura delgrande Santo. Il giorno seguente, dopoun’ora di cammino, si arriva nel cuore delmistero di Padre Pio, a Piana Romana,dove Egli ebbe le prime stimmate nel pic-colo podere di famiglia. Dopo un paio diKm si incontra la chiesetta di san Mi-chele, costruita da pietre di diverse epo-che con iscrizioni latine e pregiati bas-sorilievi, situata in comune di PagoVeiano. La seconda tappa è tra le più im-pegnative di tutto il Cammino ma anche

CAMMINAREESCURSIONISMO

La via Traiana offriva un rettifilo tale da consentire ai cavalli il galoppo... Attraverso Ponte San Marco e Ponte dei Ladroni si giunge a Buonalbergo, piccolo centro sannita con le stimmate della provincia meridionale

tra le più suggestive per gli ampi scenariche si aprono sui paesaggi dell’entroterrasannita. Guadato il fiume Tammaro lo sicosteggia per un paio di km, fino al fran-toio Minicozzi, punto di squisita acco-glienza, si prende poi un sentiero in sa-lita che porta nel comune diSant’Arcangelo Trimonte a ridosso di unosplendido altipiano che, secondo studirecenti, coincide con la traccia autenticadella Traiana. È questo un punto spe-ciale e suggestivo, sembra sentire ancorail fragore dei carri romani e poi successi-vamente di quelli longobardi o anche ilpasso pesante dei crociati o quello più fel-pato e leggero dei pellegrini. In questotratto la Traiana offriva un rettifilo tale daconsentire ai cavalli il galoppo. AttraversoPonte San Marco e Ponte dei Ladroni(ruderi romani) si giunge a Buonalbergo,piccolo centro sannita con le stimmatedella provincia meridionale. Ristrutturatoin pietra bianca, è in via di spopolamentoma con gente vivace, pronta all’acco-glienza e all’integrazione. A BuonalbergoMonte Sant’Angelo

Ponte delle Chianche

Abbiamo tutta la pianadi Foggia ai nostri piedie all’orizzonte si intravedeil profilo del sacro Monte.È un momento magico

CAMMINAREESCURSIONISMO

è d’obbligo la visita alla Madonna dellaMacchia, statua lignea del XII° secolo. Ilmonumento più importante resta il Pontedelle Chianche, spettacolare ponte ro-mano a sei arcate per una lunghezza di120 metri con lastricato intatto sopra learcate. Si prosegue quindi con la terzatappa verso Aequum Tuticum di ArianoIrpino. Seguendo il fiume Miscano si la-scia il Sannio e si entra in terra d’Irpinia.Antica terra di transito con insediamentirisalenti al neolitico posizionati su collinedi gesso come quello della starza diAriano Irpino attraversato dal Camminoe quello di Casalbore, poco vicino. Terradi misteri e leggende che affiorano di-screti come le bolle della malvizza diMontecalvo Irpino, “mofeta” prospicienteun antico santuario della dea Mefite. IlCammino si inoltra nelle pieghe di untempo remoto e si intreccia con i segniancora oggi evidenti per chi sa costruirepasso dopo passo il suo lento andare.Guadato per l’ennesima volta il fiumeMiscano, si risale per un dolce e pano-ramico sentiero fino ad Aequum Tuti-cum, in località Sant’Eleuterio di ArianoIrpino. Ancora un tuffo nella storia, men-tre tutt’intorno il paesaggio cambia dra-sticamente e si comincia ad intuire ilvarco per le Puglie. Aequum Tuticummostra i suoi scavi che molti autori ri-conducono alla leggendaria Touxion, ca-pitale giuridica, militare e spirituale degliantichi e temuti Sanniti. Guardando adoccidente si capisce la posizione strate-gica di quest’antica città, un ampio pa-norama mostra l’intera valle del Miscanocon in lontananza la vallata dove sorgeBenevento, in fondo verso nord il mas-siccio del Matese mentre a meridionel’inconfondibile colore azzurrognolo di

Montevergine (Partenio) e ancora versosud il monte Tuoro con il suo caratteristicoprofilo e infine sullo sfondo i Picentini. Unattimo di profonda quieta in un territorioscarsamente antropizzato dove è ancorapossibile sentire per le campagne suoniprovenienti da masserie lontane. Dopo gliscavi si guadagna in fretta il tratto checonduce all’elegante tenuta di Macchia-cupa dove il pellegrino troverà il suo con-forto e ristoro. La quarta tappa è forse lapiù affascinante, a cavallo tra due regionie tre province, è la tappa che ci porta de-finitivamente in Puglia. È la tappa chemeglio rappresenta la transizione nell’ac-cezione più ampia del termine. Si dissol-vono i cromatismi abituali e si percepisceuna diversa incidenza della luce. Si av-verte a pelle il passaggio verso est, il ter-ritorio diventa brullo e disabitato. Salendoverso località San Vito sembra non ci siaaltro che il vento a portare sapori e pro-fumi di questa terra nuova e affascinante.Raggiunto, qui, il punto più alto del cam-mino si svalica con un paesaggio moz-zafiato. Abbiamo tutta la piana di Foggia

ai nostri piedi e all’orizzonte si intravedeil profilo del sacro Monte. È un momentomagico, tanti urlando di gioia estendonole braccia al forte vento a cui affidano ipropri pensieri, le proprie attese e spe-ranze guardando in direzione della metache qui si mostra per la prima volta. Dalvalico, agevolmente, si scende verso la ta-verna del Cancarro sul vecchio tracciatodella Traiana e si prosegue per Troia at-traverso sterrate e tratturelli. Troia è laprima cittadina che incontriamo in Puglia,il pellegrino con il suo bordone, orgo glio -samente attraversa il corso principale,fino alla splendida cattedrale in stile ro-manico. Il suo rosone, suddiviso in 11spicchi da altrettante colonne, è unosplendido esempio di tecnica scultorea atraforo. Costruita tra 1093 e il 1125 è de-dicata alla Beata Maria Vergine Assuntae reca le preziose porte in bronzo di Ode-risio da Benevento. È certamente uno deigioielli più preziosi incontrati sul cam-mino, ma altre meraviglie ci attendonoper le suggestive vie della Puglia. Laquinta tappa ci porta a Lucera, siamo

La fortezza di Lucera

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nel cuore del basso Tavoliere, sterminaticampi di grano ondeggiano al sole e solochi ha il privilegio di andare a piedi sco-pre che il Tavoliere nasconde dolci rilievi(fino a 400 metri) invisibili ai più. Per se-coli terre di pascoli e di greggi, cuoredella transumanza ma anche terre diconquista e di bonifiche. Lucera incantaper le sue bellissime chiese e cattedrali,di rilievo il castello di Federico II° chesvetta sulla parte alta della cittadina. Sicomincia a gustare la tipica cucina pu-gliese fatta di odori e sapienti sapori, diricette custodite e tramandate nel tempoche evocano l’antico gusto delle cosebuone. Dal castello di Federico II° co-mincia la sesta tappa, si prende un sen-tiero in discesa nella pineta e poi unasterrata conduce il pellegrino ancora tral’inebriante colore del grano fino a SanSevero. Cittadina moderna e ben orga-nizzata, San Severo è la più florida dellaDaunia, fu fondata tra l’età longobarda equella bizantina proprio grazie al conti-nuo afflusso di pellegrini diretti alla Grottadell’Arcangelo. La settima tappa da SanSevero conduce al Santuario di Stignano,praticamente ai piedi del Gargano. Fini-sce così la parte più dura, quella purifi-catoria del cammino, un po’come la Pa-

lencia per Santiago, dove le parole sonopiù rare e forse più intense. È il momentodella riflessione. Con l’ottava tappa tuttocambia, il cuore è più leggero e la metasi fa più vicina. Dal Santuario allegra-mente si affronta l’ascesa, ripida e sim-bolica, del promontorio garganico tra in-dimenticabili scenari, prati trapuntati dimargherite, orchidee dai colori più sva-riati, odore di timo ed origano. Torna ilverde dei boschi e la sua frescura. Si è nelcuore del Parco regionale del Gargano. Siarriva al convento di San Matteo per unabreve sosta e poi di nuovo nell’incanto delbosco che salendo si dirada e dà spazioal cuore calcareo del Gargano con le bian-che rocce e la bassa vegetazione. Giuntia Coppa l’Arena (936 m) si gode di unosplendido paesaggio con tutta la Capita-nata ai piedi e davanti una macchiabianca ad indicare San Giovanni Ro-tondo. L’arrivo a San Giovanni è vera-mente suggestivo, si arriva dalla monta-gna e si scende direttamente nel centrospirituale del paese con una connessionequasi immediata alla sacralità del luogo.Il pellegrino godrà dei luoghi di PadrePio, della bellissima opera di Renzo Pianocon i ricchissimi mosaici in oro, si tufferànei percorsi di tanti altri pellegrini ma so-

CAMMINAREESCURSIONISMO

sterà all’ombra della croce d’avanti allavecchia chiesa, unico reperto immodifi-cato negli anni.Si è pronti per l’ultima tappa, la grotta del-l’Arcangelo è veramente vicina. Il sen-tiero è godibilissimo: si passa nei pressidei ruderi della chiesetta di Sant’Egidio edi San Nicola (XI sec.) poi si sale dolce-mente fino alla sommità con a destra ilgolfo di Manfredonia, l’antica Siponto cheevoca immagini di pellegrini, crociati emercanti che un millennio fa percorre-vano lo stesso sentiero per poi imbar-carsi per la Terra Santa. Ognuno raccogliei propri pensieri e le proprie emozioni.Una piccola sosta alla chiesetta di SantaMaria degli Angeli per sistemarsi, ritoc-carsi e poi in silenzio verso il terribilis lo-cus. L’Arcangelo Michele con la spadanella mano destra e la bilancia a sinistraaccoglie nel suo speco i pellegrini, ai suoipiedi il drago ad indicare oggi come ieril’infinita ed eterna lotta di tutta l’uma-nità. Chissà se il pellegrino moderno avràdato risposta ad una delle tante attese,certamente avrà conosciuto ed amato unterritorio segreto e meraviglioso comel’animo di chi ha ceduto al richiamo delCammino.

La Cattedrale di Troia

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Giugno Luglio 2013 / camminare 30

Si fa presto a dire asinoMa chi lo conosce veramente?

LA COMPAGNIACondivisione, emozione, empatia, pren-dersi cura, ascoltare, osservare, scoprire,imparare... a tutto questo – e non solo –facciamo riferimento per tentare di spie-gare in sintesi da cosa nasce l'avventura de“La Compagnia dell'Asinello”.L'inizio lo si può collocare dall'incontro conElio Giuliano, guardiaparco presso il ParcoOrsiera Rocciavré (TO) e alcuni accompa-gnatori naturalistici della Valle: affiancarlodurante le sue escursioni giornaliere e itrekking insieme ai suoi tre asini Rita, Car-bonello e Filiberto ci ha coinvolto semprepiù fino a convincerci ad accogliere a nostravolta nella primavera del 2012 tre asinelli:Pippo, Rodolfo ed Elvira.

In viaggio con laCompagnia dell’asinelloper riscoprire le grandi qualità di untestimone d’eccezionedella nostra cultura e della nostra storia

trekking someggiato

L'obiettivo che ci poniamo è di riscopriree far riscoprire l'asino in quanto splendidoanimale dalle grandi potenzialità, ma cheha rischiato nel recente passato di scom-parire. L'asino come testimone e protago-nista di una cultura che affonda le radicinel passato dei nostri nonni e che vor-remmo riscoprire e valorizzare; compa-gno di viaggio con cui fare esperienza dicondivisione della gioia ma anche della fa-tica del viaggio, di paure da superare in-sieme, di cura l'uno dell'altro, di scopertae riscoperta di percorsi, luoghi e ambienti;amico paziente con cui giocare, con cuicoccolarsi.

di Chiara Ciminelli

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DOVE OPERIAMOPresso l'azienda agricola ONALP di Susa(TO) da settembre a giugno insieme allaCompagnia dell’Asinello scuole e gruppipossono svolgere attività di scoperta e in-contro dell’asino ma non solo: tutte le ini-ziative proposte ruotano intorno alla va-lorizzazione della cultura rurale delpresente e del passato, quali per esempiola cura dell’orto e l’affascinante mestieredell’apicoltore. Da luglio a settembre ci si sposta neipressi del Rifugio Amprimo, nel ParcoOrsiera-Rocciavrè. Dal “campo base”prendono vita le iniziative estive: campidi una settimana rivolti ai bambini dellascuola primaria per scoprire la natura delParco attraverso passeggiate ed escur-sioni sempre in compagnia degli asini.Trekking rivolti ai ragazzi della scuola se-condaria di primo e secondo grado: verie propri viaggi passando attraverso i rifugidel Parco. Trekking rivolti alle famiglieanche e soprattutto con bimbi.

L’ESPERIENZA DEL TREKKING SOMEGGIATOGli asini partecipano al trekking sia inqualità di portatori che di insuperabilicompagni di viaggio. La loro presenzapuò alleviare la fatica e il disagio di cam-minare con uno zaino molto pesante,cosa quasi inevitabile se si affronta unatraversata di più giorni. Gli asini sonoparte del gruppo. Non soltanto portatori,ma compagni di viaggio. Il peso e le di-mensioni del bagaglio che portano deveessere consono alle dimensioni e alla po-tenzialità di ciascun animale. Per moltipotrà essere una rara occasione per av-vicinare questi animali che dimostranouna stupefacente familiarità con l’uomo

trekking someggiato

Nei trekking someggiati,gli asini sono partedel gruppo, non soloportatori, ma compagnidi viaggio

tivi per la riuscita del viaggio. Dopo ilprimo giorno utile a capire come relazio-narsi con gli asini, come condurli e pren-dersene cura e mettere a punto la prepa-razione del materiale, il gruppo può partirealla volta della prima meta: il posto tappagta dell'Alpe Toglie. Il giorno successivo sisale al bivacco delle Bergerie dell'Orsieradove, visto il numero ridotto di posti letto,chi vuole può provare l’esperienza di unanotte in tenda in montagna. La tappa suc-cessiva è quella più dura con la svegliaalle 5,30, la colazione scaldata sulla stufaa legna del bivacco, la preparazione e ilcarico del materiale sugli animali e poi lapartenza per raggiungere i 2595 m delcolle dell'Orsiera e raggiungere così la valChisone. Dal rifugio Selleries si riparte poialla volta della Val di Susa da raggiungerevalicando il colle del Sabbione a 2569m.L'arrivo al rifugio Toesca vede i ragazzisoddisfatti e felici delle imprese compiutema ormai provati dai giorni di viaggio.L’ultimo giorno finalmente il ritorno al ri-fugio Amprimo lasciato 5 giorni addietro.

(soprattutto con i bambini) oltre che unaintelligenza e una sensibilità inaspettata.La cura, la preparazione e la conduzionedegli animali deve essere condivisa datutto il gruppo: alla fine di ogni tappa siprepara il recinto per la notte scegliendouna zona dove ci sia un poco di erba dabrucare: sarà questo l’unico carburantedei nostri portatori. Se possibile gli asinivanno fatti bere, ma in caso di necessitàpossono rimanere senza acqua anche perpiù di un giorno.La proposta che rivolgiamo ai ragazzi con-siste in un vero e proprio trekking che sisvolge con l'aiuto di 3 asini per il tra-sporto del materiale necessario per il viag-gio (tende, viveri, vestiario). I ragazzi sonoi veri protagonisti dell'esperienza propostae vengono coinvolti in tutti i lavori neces-sari che si presentano nella giornata: lacura degli animali (tanto la pulizia quantol'alimentazione), la costruzione del recintoall'arrivo presso la nuova tappa, la posadel basto sugli animali, il carico del ma-teriale. I ragazzi non vengono mai consi-derati utenti o clienti, ma protagonisti at-

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Giugno Luglio 2010 / camminare 32

I VIAGGI PER ADULTI E FAMIGLIEUn viaggio facile, adatto a famiglie conbambini, è quello che proponiamo sulsentiero dei Franchi una variante della ViaFrancigena della Valle di Susa. Questaformula d'accompagnamento è rivolta atutti gli escursionisti che non si ritengonodegli esperti dell'outdoor, ma in cerca dicuriosità e appassionati alla conoscenzadei luoghi, alle famiglie alla ricerca diuna vacanza rilassante e istruttiva, a tuttele persone alla ricerca di bei momenti dacondividere con una guida locale. La in-dichiamo per famiglie con bambini a par-tire da 4 anni: questo non esclude chepossano partecipare bambini di età infe-riore. Lo faremo non da soli, ma con uncompagno di viaggio fidato: l'asino. Unasino che accompagna un'escursionepuò trasportare tende, provviste, sacchi-letto: la loro presenza può alleviare la fa-tica e il disagio di camminare con unozaino molto pesante, cosa quasi inevita-bile se si affronta una traversata di piùgiorni. Calma, tenerezza, pazienza, em-patia sono le qualità che contraddistin-guono questo animale.

Un’altra proposta sempre in compagnia de-gli asini, ancora sulla Via Francigena val-susina, si snoda su una parte delle due sto-riche varianti della Via Francigena che, apartire dal Moncenisio e dal Monginevroportano il pellegrino verso il fondovalle, sinoalle porte di Torino e viceversa: ai moltipellegrini ed escursionisti che attraversanola Via Francigena in Valle di Susa, è offertal'opportunità di riassaporare l'anima di que-sta terra e di ricostruire un mosaico storico,naturalistico e culturale unico attraverso unturismo sostenibile, dolce, che rinfranchilo spirito, la mente e il corpo. Una via mae-stra percorsa in passato da migliaia di fedeliche dall’Europa si recavano in pellegrinag-gio a Roma, cuore della cristianità. Pellegrinie uomini di Chiesa, eserciti e mercanti,hanno varcato il Monginevro o il Monceni-sio fin dall’antichità. Un'opportunità spe-ciale per integrare la conoscenza del terri-torio legata alle specialità gastronomichedella tradizione.Il tratto valsusino della Via Francigena ha tral'altro da poco ricevuto la certificazione uf-ficiale da parte del Ministero per i Beni e leAttività Culturali.

LAVORARE E CAMMINARE CONGLI ASINI PER...La riscoperta dell'asino é un processo diriavvicinamento tra l'uomo e la Natura:l’avvento delle macchine agricole e degliautocarri negli anni cinquanta hanno resol'asino, nel giro di pochissimo tempo, inu-tile. La presenza dell’asino nelle campa-gne si riduce drasticamente nel giro dipochi anni. Progressivamente le campa-gne vengono abbandonate, la popolazionesi concentra sempre più negli insedia-menti urbani. Da questo momento iniziaa crescere la distanza fra uomini ed ani-mali. Si perde la familiarità con gli animalidomestici, che sono stati storicamente piùvicini all’uomo. Rimangono, al contrario,tenacemente radicati dentro di noi e nellacredenza popolare i pregiudizi e i luoghicomuni sugli animali che contribuisconoa mantenere dei falsi cliché: per quanto ri-guarda l’asino, ad esempio, è opinionecomune pensare che sia stupido e te-stardo, che morda e tiri calci. L’incontrocon gli animali diventa un evento ecce-zionale che avvicina l’uomo all’asino e vi-ceversa in un percorso di reciproca cono-scenza. Perciò, durante un trekking, unapasseggiata, un incontro con una scuolao i lavori dell’orto, l’asino non è uno stru-mento di lavoro al nostro servizio ma èprima di tutto un compagno con cui viveredelle esperienze, condividendo la fatica,superando le paure, acquisendo sicurezzeaffidandosi l’uno all’altro.

LA COMPAGNIA DELL’AsiNELLOwww.lacompagniadellasinello.itinfo@lacompagniadellasinello.it

trekking someggiato

quindi si riesce sia a recuperare me-glio le sedute di allenamento sia a re-sistere maggiormente in un ultratrail(che è lo scopo di questo sport).Un'altra nota positiva è che il piedenon scivola nella scarpa come invecea volte succedeva con le solette tra-dizionali.Quindi il mio giudizio è positivo; perquanto mi riguarda userò le soletteda 1 mm per i tipi di allenamenti egare che faccio attualmente equando ne avrò occasione proveròancora le 2 mm in gare di ultratrailper verificare se, oltre ai normali van-taggi di maggiore ammortizzazionedurante la corsa, effettivamente per-mettono anche un minor tempo direcupero dopo la competizione.

sceltipervoi

Negli ultimi mesi ho avuto mododi testare le solette Noene. Laprima sensazione è stata quella

di una perdita di spinta forse dovuta alfatto del cambio della suolata originariadella scarpa oppure ad una maggiorepesantezza della scarpa stessa (anchese abbastanza trascurabile). Tuttaviadopo qualche minuto non si percepiscepiù e non ho avuto problemi a tenere ilmio solito ritmo.Non mi hanno dato fastidio l'unico pro-blema è che negli scatti avevo come l'im-pressione di “freno”.I maggiori benefici forse sono stati a fineallenamento quando effettivamenteavevo meno male alle articolazioni e allapianta del piede sinistro dove da un po’soffro di un inizio di periostite. Anche idolori muscolari dovuti all'esercizio sem-bravano abbastanza ridotti. Per quanto riguarda le solette più spesseda 2 mm penso che siano più adatte adelle camminate lunghe in montagna oper atleti che si dedicano a distanze lun-ghe come gli ultratrail.Mentre le solette da 1 mm sono quasiassimilabili alla soletta originale, quelleda 2 mm si percepiscono maggiormentenella prestazione. La scarpa sembrameno reattiva e più pesante, cosa che inuna corsa di breve distanza non è moltodesiderabile, ma forse in un ultratrail ilvantaggio di un maggiore ammortizza-mento, e l'assenza di gesti atletici comescatti potrebbero far si che la soletta siaun ottimo alleato per alleviare i doloriprovocati dai microtraumi dei numerosiappoggi. In discesa soprattutto le ginoc-chia risentono di meno sollecitazioni e

Le solette vannoscelte in basealle necessità

Giugno Luglio 2013 / camminare 33

Il piede non scivolanella scarpa comeinvece succede consolette tradizionali

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SILVIA Serafini (1989 - ITA)Nel 2012: 1° Marathon du Montcalm 42 km 1° London's Royal Park 50 km 1° Sentiero delle Grigne 42 km 1° Trail Oulx 48 km 1° Transcivetta, 1° SkyRace Carnia,1° Red Rock SkyMarathon 1° Le Finestre di Pietra 37 km 1° Transpelmo 2° Giir di Mont 33 km 2° Mont-Blanc Marathon 42 km2° Kilian's Classik 42 km 2° Trail dell'Orsa, 5° Les Templers 70 km5° Endurance Challenge San Francisco 80 km 5° Mt. Kinabalu 22 km

Titoli 2012: Campionessa Italiana Skyrace e Ultra SkyMarathon

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Da oltre 20 anni la Provincia di Bologna, in collaborazione con la sezione CAI di Bo-logna che fornisce programma e accompagnatori, organizza un piano annuale diescursioni da marzo a dicembre con una filosofia specifica: percorrere lunghi trac-ciati a piedi raggiungendo il punto di partenza e di ritorno utilizzando i mezzi pub-blici (bus e treno). L’edizione 2013 di “Trekking col treno” prevede delle tappetematiche legate alla identità repubblicana della nostra Costituzione e al tema dellalinea Gotica: per quest’ultima, è lo stesso Vito Paticchia ad accompagnare le escur-sioni con note storiche e lettura di testi specifici.L'intero programma è scaribabile dai siti di Camminareweb; Sezione CAI di Bolognae Provincia di Bologna, mentre la versione web mobile è sul sito www.trekkingcol-treno.it

Vergato - Monte Salvaro - Creda - Pian di VenolaSi attraversa un ampio territorio compreso tra le valli del Reno e del Setta, all'internodel Parco storico di Montesole, nato per tutelare luoghi e memoria dei drammaticieventi che qui si svolsero nell'autunno '44 e che sono stati il contesto storico del film

Itinerari in Italiadi Vito Paticchia

Emozioni a piedisui sentieri del Parcostorico di Montesoleche ispiraronola migliore produzionepittorica dell’artistabolognese

Le vie dei coloridi Giorgio Morandi

Parco storico di Monte Sole (BO): escursionisti dell'edizione 2013 del TrenoTrekking

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con segnavia bianco/rosso. L'antico sentiero CAI in questotratto è abbandonato e impraticabile, invaso da rovi e arbu-sti, ma resta punto di riferimento per risalire i campi che locosteggiano in direzione di un edificio che si affaccia sulla de-stra orografica del fiume Reno, Cà Termone. Superata que-st'ultima località, si incrocia via Carviano che attraversiamorisalendo ancora in direzione E con alla nostra destra la piùesterna di tre strutture metalliche che incanalano le acque ditre fossi mentre alla nostra sinistra abbiamo sempre il vecchiosentiero CAI: percorsi circa 400 metri lo attraversiamo in unampio varco e lo risaliamo per 300 metri tenendolo alla nostradestra fino ad incrociare per la seconda volta la via per Car-viano. Arrivati sull'asfalto, a poco meno di 50 metri, alla no-stra destra e in direzione SE, è ben visibile il bivio per La Càche si raggiunge in leggera salita in pochi minuti.La piazzetta del piccolo borgo ci accoglie con un pilastrino vo-tivo di forma cilindrica; una veranda colonnata al primo pianoed un fontanile/lavatoio con acqua sorgiva della retrostantecollina. Si gira intorno alla fontana e si risale per l'antica mu-lattiera fino ad un edificio recentemente restaurato, La Pa-dernella. Il sentiero sale su ampio sterrato con grossealberature e sbiaditi segnavie del CAI, incrocia una carrarec-cia, svolta su un tratto asfaltato, supera un edificio bianco apiù piani, Castagnolo, fa una doppia curva in salita prima diarrivare nei pressi di una cabina Enel: siamo a Poggio di Car-viano, altro borgo medievale dai solidi edifici in sasso costruitiin posizione dominante sulla valle del Reno e lungo l'arteriache collega Vergato a Grizzana Morandi. E proprio a GiorgioMorandi, il Parco storico di Montesole ha dedicato un percorso

Dislivello: +810 –975

Distanza: 21 km

Tempi di percorrenza: 7 ore

L'itinerario è proposto con l'uso deltreno: l'inizio (Vergato) e l'arrivo(Pian di Venola) sono collegati aBologna dalla storica lineaferroviaria Bologna-Porretta conservizio ininterrotto per tutto l'arcodella giornata e per tutto l'anno.

Mappa in scala 1:25.000 del Parco storico di Monte Sole con evidenziato il percorso da Vergato a Pian di Venola

Da oltre vent’anni la Provincia diBologna, in collaborazione con il Cai,organizza escursioni a piedi con punti di partenza e arrivoraggiungibili con i mezzi pubblicidi Giorgio Diritti “L'uomo che verrà”. Il tema è stato ampia-mente trattato nella guida “Sulle tracce della Linea Gotica” e inun precedente articolo di “Camminare”: oggi preferiamo gui-dare lettori ed escursionisti a conoscere architetture e paesaggiche segnarono profondamente la produzione pittorica di Gior-gio Morandi che di questi luoghi fu assiduo frequentatore.

Da Piazza XXV Aprile, con le spalle alla stazione di Vergato,seguendo il segnavia CAI 174, si prende a dx in via A. Fini, sisupera via L. Lolli e si prosegue in via A. Comani che va a co-steggiare la SS 64 in direzione di Bologna per terminare conun piccolo tratto e uno stretto sentiero che immette sul pontestradale del fiume Reno. Siamo in via Poggio di Carviano e su-perati i binari della linea ferroviaria Bologna-Porretta, si entranel comune di Grizzana Morandi, località America ed Europa.Al primo bivio, si svolta a dx in via Carviano che si percorre perqualche centinaio di metri fino all'incrocio con la strada perQuaderna. Qui si abbandona l'asfalto e si punta dritti sullascarpata di fronte, in direzione di un pilone della linea elettrica

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naturalistico che partendo da Casa Veggetti collega i luoghifrequentati dall'artista prima che si trasferisse nell'edificio difronte ai fienili di Campiaro.Seguendo indifferentemente i segni bianco-rossi del CAI o icartelli del Parco, si imbocca in direzione Est una comoda ster-rata passando davanti a pregevoli abitazioni in sasso ben con-servate o in via di restauro, si supera un pozzo circolare fino araggiungere una casa rurale in posizione dominante sul cri-nale, Fornello, il cui toponimo richiama la presenza di un fornoa legna adiacente all'edificio principale.In linea d'aria siamo a poco meno di 1 km da Vergato. Sedutisul prato antistante casa Fornello, con un invidiabile panoramasulla valle del Reno punteggiata da campanili, chiese, piccoliborghi, edifici rurali circondati da prati o da boschi, possiamoimmaginare le emozioni di Giorgio Morandi che è stato l'inter-prete più alto e profondo di questi paesaggi: colline, crinali,

Il percorso naturalistico dedicato aGiorgio Morandi parte da Casa Veggettie collega i luoghi frequentatidall’artista prima che si trasferissedi fronte ai fienili di Campiaro

calanchi, torrenti, alberi, edifici ai quali l'artista ha trasferito ipropri stati d'animo e sentimenti. Un territorio collinare con-teso nel Medioevo dal potere della Chiesa, dalle prepotenze difamiglie e signorotti locali, dall'espansionismo del libero co-mune di Bologna per garantirsi la giurisdizione su acque, bo-schi, commerci e collegamenti con la Toscana; indifeso nelcorso della seconda guerra mondiale, percorso e saccheggiatodagli eserciti in lotta, rappresentato dallo stesso Morandi inpaesaggi essenziali ed esistenziali, severi, tragicamente violatial pari delle popolazioni di queste terre.Un breve tratto di crinale prima di imboccare il sentiero che siallontana dalla valle del Reno per inoltrarsi nella vallecola delrio Sabbioni, caratterizzata dalla presenza di versanti collinariargillosi, per lunghi tratti privi di vegetazione, che depositanonell'alveo del torrente scaglie e frammenti di argilla che il motoimpetuoso delle acque trasforma in grani finissimi di sabbiatrasportata e riversata nel fiume Reno. Il sentiero è ampio e at-traversa un bosco di ornielli, roverelle e acacie mentre sulfianco della collina si apre un fosso che raccoglie acque sot-terranee che alimentano una provvidenziale sorgente, pocoprima di incrociare una stalla per cavalli dell'azienda agrituri-stica Dell'Orso. Il sentiero confluisce sulla carrareccia di ac-cesso all'azienda che poco dopo va abbandonata per inoltrarsinel bosco e raggiungere la testa della valle, dove un grandeedificio, Molinello di sotto, posto sulla sponda sinistra del tor-rente testimonia l'antica attività. Superato il ponte, si sale sulla

Panoramica di Vergato e della Valle del Reno

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naio di metri. Sul pianoro campeggiano una enorma croce inferro, un pilatrino votivo e un riparo in caso di pioggia: ma leemozioni più forti le garantisce il panorama sulla valle delReno, che dall'autunno alla primavera può essere ammiratocomodamente seduti. Si discende dagli 825 m di quota e ser-peggiando tra postazioni, ricoveri e osservatori che difensori eattaccanti apprestarono in quel lungo inverno del '44-'45, inpochi minuti si vanno ad incrociare i segnavie 172 e 100: siprende quest'ultimo (direzione SE) e lo si segue per un brevetratto in ripida discesa fino ad un bivio, nei pressi di un edifi-cio rurale riconoscibile dalla presenza di una scala esterna inlegno, il Casone. Si abbandona il sentiero 100 per il percorsonaturalistico del Parco che ci conduce all'incrocio con una car-rareccia dove troviamo un altro complesso architettonico dipregevole fattura: Montumiano, tuttora abitato da una famigliadi agricoltori. L'insieme sprigiona una attrazione e un fascinoparticolari: per l'ampio cortile protetto dalle chiome di alberisecolari; i fabbricati di servizio (pagliaio, stalle e stalletti, canile,pozzo e forno) distribuiti con sapiente razionalità intorno aquelli principali; i profili dei monti alle sue spalle, quello trian-golare di Monte Sole e quello curvilineo di monte Caprara checi accompagneranno per il resto della escursione. Superatal'azienda agricola, si arriva sulla strada comunale che attra-versiamo per dirigerci verso la località Creda, posta su di unpianoro panoramico ai piedi del Monte Sterlese. Da questopunto abbiamo due possibilità: proseguendo sul sentiero na-

Monte Salvaro fu espugnato da unità sudafricane nell’ottobre 1944,dopo furiosi combattimenti contro i tedeschi

destra orografica del torrente che prosegue la sua vorticosacorsa fra profonde pareti di roccia scavate nel corso di mil-lenni: anche la superficie di calpestio sulla quale si procede,per lunghi tratti è caratterizzata dalla presenza di enormi bloc-chi di arenaria resa scivolosa, in questa piovosa primavera,dalle acque che scendono in maniera disordinata dal versanteoccidentale della valle. Una lunga rete di protezione, con ampivarchi aperti dalla rabbiosa forza di qualche cervo, protegge unbosco di castagni fino ad un cancello di ingresso collocato adun bivio con segnavie e cartelli del Parco. Si lascia il sentiero174 che proseguendo per Cà la Fame si ricongiunge al sen-tiero 100 poco prima di Cà la Sete, mentre noi si continua sulpercorso naturalistico che, superata una curva dove conver-gono le acque di tre fossi con ampi balzi dei rispettivi torrenti,risale, su larga carrabile, il fondo di un canalone che conducea Cà di Minghello, due grandi corpi di fabbricati in sasso conarchitetture tipiche di queste valli. Si costeggia la recinzionedell'orto portandosi sul crinale in direzione NE e seguendo icartelli del Parco si arriva a quota 735 dove i ruderi di un fab-bricato, I Monti, sono lì a testimoniare l'asprezza dell'ultimaguerra. Si sale di un centinaio di metri fino al crinale cheguarda a est sulla valle del Setta, incrociando il sentiero 100che porta a Monte Salvaro. Nell'ottobre del 1944 unità suda-fricane dopo furiosi combattimenti corpo a corpo riuscirono astrappare questo massiccio ai tedeschi che si ritirarono più anord, su monte Caprara e monte Sole, dopo che una opera-zione contro la brigata partigiana Stella rossa, guidata dal mag-giore delle SS Walter Reder, aveva incendiato e distrutto borghie casolari massacrando 770 civili, in maggioranza donne, an-ziani e bambini nella più orribile strage di civili in Italia. Pocomeno di mezz'ora per raggiungere la cima (chiamata ancheCrocione) di monte Salvaro e superare il dislivello di un centi-

L'edificio di Molinello di sotto con le acque torrentizie del Rio Sabbioni

Il percorso Morandi al Poggio di Carviano

turalistico alla nostra sinistra, direzione WNW, sempre sustrada asfaltata, si scende rapidamente fino a Serra di sotto eda qui si raggiunge la stazione ferroviaria di Pioppe di Salvaroin poco più di 1 ora. Invece, abbandonando la segnaletica delParco, ci avventuriamo nella lunga e stretta valle alla sinistraorografica del Rio di Torricella seguendo i tracciati di antichisentieri talvolta evidenti talvolta labili, ma avendo impressi co-stantemente due precisi punti di riferimento: la direzione N-NE che punta verso il fiume Reno e, dall'altra parte della valle,la cabina dell'Enel nei pressi di Casa di Cò: Da qui si raggiungesu strada asfaltata la stazione ferroviaria di Pian di Venola:tempo complessivo poco più di 2 ore.Superata Creda, si scende leggermente di quota fino ad incro-ciare un sentiero che conduce alla località Rovine, un topo-nimo che rammenta l'estrema fragilità di questo territoriosoggetto a continui e persistenti fenomeni franosi. E due franeandiamo a superare appena recuperate dai contadini del postoall'uso veicolare di trattori e fuoristrada al fine di effettuare intempo utile il taglio del bosco. Ritrovato il solido fondo di unacarrareccia, si profilano i tetti spioventi di Cà di sotto, unaazienda agricola con due grandi edifici, fienile e stalla: nel cor-tile, un fontanile alimentato da una sorgente perenne offre si-curo refrigerio agli eventuali visitatori, oggetto di amichevoleaccoglienza da parte della famiglia Bortolotti. La cabina del-l'Enel, sull'altra sponda, è sempre più vicina ma occorre attra-versare il Rio di Torricella che nella stagione autunnale o nellapiovosa primavera di questo 2013, è gonfio di acque torren-ziali. Lo si può attraversare in due punti: a NE, poche decinedi metri prima della confluenza nel Reno, all'altezza di un saltooriginato da una briglia in sassi dove un robusto tronco, prov-videnzialmente sospeso ad altezza d'uomo permette, mante-nendo la calma, di superare le acque torbide e limacciose deltorrente passando da una sponda all'altra senza particolari dif-ficoltà; a SE, inoltrandosi in un pianoro trasformato in unospettrale acquitrinio sabbioso dove alberi, arbusti e tronchi ro-vesciati evitano di essere risucchiati dal fondo melmoso delterreno. Talvolta, quando il piede sembra sprofondare inesora-bilmente sbilanciando il corpo, senza un appiglio certo si ri-schierebbe di cadere nel panico. Guadagnata anche in questopunto la destra orografica del Rio e proseguendo in direzioneNE, si arriva ad incrociare il percorso naturalistico del Parcoche all'alteza di Cà di Cò abbandona la carrareccia e si im-mette sulla carrozzabile asfaltata che in 3 km e 300 m con-duce a Pian di Venola. Sulla strada si affacciano storici edifici in sasso che un tempoaccoglievano le numerose famiglie contadine che popolavanoquesto territorio collinare: Albareta, riconoscibile dalla pre-senza di una quercia secolare, una maestosa roverella inseritanell'elenco degli alberi monumentali che il Parco di Montesole

intende proteggere per tutelare e valorizzare il contesto am-bientale nel quale si consumò l'orrendo crimine nazista. Alba-reta, insieme ad altri edifici che incroceremo lungo il cammino,è un complesso rurale di straordinaria bellezza che desta am-mirazione per la distribuzione armonica di tutti i suoi elementicostitutivi: edificio centrale per la famiglia, forno, pozzo, stallae stalletto, legnaia, lavatoio, abbeveratoio e, tocco finale, unpiccolo ruscello che scorre lateralmente in un letto di terra earenaria impreziosito da piante e fiori di varia natura.Superati in rapida successione Casone della Barca, che finoagli anni '50 forniva un servizio di traghetto da una sponda al-l'altra del Reno successivamente sostituito da una passerella inferro ora demolita; un pilastrino votivo il quale, all'ombra diun'altra grande roverella, volge le spalle al fiume Reno e a Si-bano, frazione di Marzabotto lungo la Porrettana, mentre a estguarda i Pianelli. Cà di Simone dove nel corso dell'anno è pos-sibile acquistare prodotti tipici di queste terre: in maggio, pre-libate ciliege della varietà Duroni e in autunno dolcissimimarroni, oltre a mele e pere di gran qualità. Arrivati al bivioper Sperticano e superato un ponte sul fiume Reno, ci diri-giamo verso la stazione di Pian di Venola che ci accoglie con isuoi servizi automatici di biglietteria e i profili dei versanti norddi Monte Caprara, Monte Abelle e Montesole.Un improvviso e prolungato fischio annuncia l'arrivo del treno,che è pronto a placare la nostra stanchezza ed accogliere i no-stri pensieri in una delle sue carrozze.

Un improvviso e prolungato fischioannuncia l’arrivo del treno, che èpronto a placare la nostra stanchezzae accogliere i nostri pensieriin una delle sue carrozze

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Cà di Minghello (Grizzana Morandi), storico edificio in sasso dell'Appennino bolognese

Limone Piemonte viene definita a ragione"la montagna delle due riviere". L'amenalocalità in provincia di Cuneo sorge a pocopiù di 1000 metri d'altitudine e si trova ametà strada tra il Piemonte, la Liguria e lacosta Azzurra. Una posizione che la rendefacilmente raggiungibile, sia in auto che intreno, tramite il Colle del Tenda. La cittadina è caratterizzata da un'ampiaarea pedonale nel centro storico e gode diun clima particolare tutto l'anno, grazieall'influenza del mare. Il turismo invernale mette a disposizionedue comprensori sciistici, ammodernatirecentemente. In estate, diventa il para-diso delle attività outdoor, che possonousufruire di sentieri e strade militari, siaper camminatori che per bikers, che pos-sono aggirarsi tra splendide vallate e for-tificazioni militari. Sono molti i percorsi,adatta sia ai principianti, che ai più esperti,che si snodano da Limone. Quelli più fre-quentati e conosciuti sono la via Romana,che da Limone porta a Limonetto, LouViasol un gradevole itinerario che partedal centro storico, molto curato e segna-lato con tacche verde-giallo e, infine,quello più storico e affascinante con le for-tificazioni, che attraversa in parte le valliRoya e Vermenagna. La località offre un interessante calendariodi eventi durante tutto l'anno, curati daun'attiva pro loco, presieduta da Elio Bot-tero. In ogni weekend c'è modo di sbiz-zarrirsi. Fiore all'occhiello dell'ente è La via

del sale, una granfondo in MTB giunta alla14a edizione, che si svolgerà il 30 giugno.C'è anche spazio per iniziative dedicate achi cammina e corre, come il 7 luglio conil Campionato italiano di marcia alpina diregolarità, promosso dalla Federazione ita-liana escursionismo e il gruppo alpini di Li-mone e l'11 agosto la Stralimone. E anchese sulle due ruote, non va dimenticata lamitica Ironbike, una delle gare di endu-rance al mondo più dure sulla MTB. Dal2006 Limone insieme a 27 comuni del-l'arco alpino, ha fondato l'associazione Al-pine Pearls, una risposta all'insegna delturismo ecocompatibile, caratterizzatodalla mobilità dolce e dalla tutela delclima. Il filo conduttore dell'iniziativa è unavacanza in piena tranquillità senza auto,con una mobilità che non inquina. Per rea-lizzare in modo concreto l'idea, è nata laMobility card, che offre tanti vantaggi, chevanno dagli sconti a prezzi convenientiper le attività sportive, come il nordic wal-king, trekking e tantissimi altri sport. Info: www.limonepiemonte.it

Limone Piemontetutti i colori della montagna

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Conosciamo le nostre città? Negli ultimi anni gli scrittori hanno iniziato a creare nuovemappe per conoscere quello che per lungo tempo era stato boicottato, la letteraturadopo il trauma dell’uccisione di Moro e l’azione delle BR e di tutte le forze extraparla-mentari armate si era chiusa in una torre d’avorio dove spesso la parola si reggeva sullespalle dei giganti del passato o su invenzioni letterarie, perdendosi in mille minime sto-rie intime e personali. La letteratura fine a se stessa, se così si può dire. Poi il mondoha spalancato il suo grande occhio e ci ha ipnotizzato: si sono aperte le finestre, si sonoaperte le porte, si sono ritrovati i vecchi scarponi impolverati e si è iniziato a centime-trare tutto quel che c’è intorno, di cui spesso avevamo sentito parlare ma senza mai ve-derlo. Le case editrici si sono accorte del cambiamento e hanno aperto nuove collaneper viaggiatori, come Contromano di Laterza, i libri sul paesaggio e sui paesi abban-donati, la paesologia di Arminio, le traittorie per ciclisti di Ediciclo e la sua Piccola filo-sofia di viaggio. Et voilà, il gioco è fatto. Vent’anni fa se ti occupavi di paesaggio e territoriti davano del leghista ottuso, oggi si diventa intellettualmente interessanti, senza di-menticare l’evoluzione che hanno avuto nella società il pensiero di Slow Food e degli“alti cibi” di Eataly, mentre sono diventati ipermoderni termini quali “prossimità”, “kmzero”, “decrescita felice” eccetera.Oggi lo scrittore di non fiction che la nostra società allatta viaggia, utilizza le potenzia-lità delle connettività (internet in tutte le sue piattaforme), fotografa, condivide espe-

Vent’anni fa se tioccupavi di paesaggioe territorio, ti davanodel leghista ottuso.Oggi si diventaintellettualmenteinteressanti

Appunti dai taccuiniper cercatori di alberi

Camminare in cittàdi Tiziano Fratus

Nella foto:falsa canfora monumentale nel parco di Villa Durazzo Pallavicini, a Genova Pegli

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rienza, traccia itinerari, guida talvolta passeggiate collettive, in-forma, si sposta, migra continuamente e scrive, riporta sui tac-cuini (e ancora più adorato e imitato diventa Bruce Chatwin) ciòche vede, ciò che tocca, ciò che gli raccontano, ciò che perce-pisce con i sensi, e poi lo proietterà insieme a documentazionie altri materiali nei libri che l’editoria è avida di pubblicare. A questo polmone editoriale ora si affiancano anche i “taccuiniper cercatori di alberi”, aggiungerei “secolari” ma non è di per séun aggettivo determinante. Da anni compongo e pubblico libridedicati alle mie “alberografie”, ai viaggi del cuore del paesag-gio che mi impegno a fare, camminando, seguendo le rotte in-dicate in vecchi e grandi libroni fotografici, suggerite in elenchidel Corpo Forestale dello Stato e in registri regionali, e ancora se-guendo i suggerimenti di altri appassionati naturalisti che la do-menica sgambettano nella nostra Italia (ma non solo) eraggiungono alberi dall’aspetto vetusto e spettacolare. Daquando mi sono scoperto “Uomo Radice” la mia esistenza ècambiata, quel nodo oscuro che si agitava dentro di me per laperdita di radici e di relazioni familiari, è stato sottratto e sosti-tuito da un qualcosa che sa di fronda, che mi unisce spiritual-

mente al mondo circostante. E non sempre con le parole tutto sipuò spiegare.Una parte del mio “alberografare” è dedicato agli spazi verdi vivinelle nostre città, dove ho misurato tronchi, classificato specie,cucito itinerari e dove talvolta guido passeggiate. E così ho in-contrato i maggiori dieci platani della città di Torino, così ho vistole araucarie, le canfore e le false canfore di parchi storici di Ge-nova, così ho mostrato ai milanesi i gioielli verdi nord-americanidel Sempione e dei giardini pubblici Indro Montanelli, così ho in-contrato le sequoie costali di Bologna, tracciato il chilometro bo-tanico nel parco di Villa Borghese a Roma, e infine ho disegnatogli itinerari dei ficus della Baia di Moreton (Ficus macrophylla)dei capoluoghi delle nostre due maggiori isole, Palermo e Ca-gliari. Ma ho scavallato anche i monti del cuore dell’Emilia Ro-magna, le valli del Piemonte, i declivi alpini fra Valle d’Aosta eTrentino Alto Adige, la pianura padana, l’entroterra ligure, maselvaggia Maremma con i suoi pini domestici, le sughere, legrandi querce, le cerrete e i castagneti, la Sila calabrese. Con l’editore Fusta ora iniziamo un percorso di “taccuini per cer-catori di alberi” dedicati alle città italiane, per scoprire gli alberipiù vetusti delle nostre amate e talvolta odiate concentrazioni ur-bane, per vedere con occhi nuovi, “occhi alla Thoreau” per dirlain termini letterari, riscoprendo spazi verdi che spesso attraver-siamo distratti dal nugolo di pensieri che ci ronza in testa e ci af-ferra l’anima, senza lasciarci respirare. Le prime due uscite sonodedicate alle città di Torino e Milano, la prima esce in coinci-denza con il Salone Internazionale del Libro e in allegato al quo-tidiano su cui ho il piacere di scrivere, «La Stampa», la secondauscirà a settembre, riprendendo una ricerca che avevo già con-cretizzato in una prima edizione andata presto esaurita. Poi saràla volta, crisi permettendo, di altre.

Da quando mi sono scoperto “Uomo Radice” la mia vita è cambiata e mi sento unito spiritualmente al mondo circostante

Ficus secolare nel parco di Villa Malfitano Whitaker a Palermo

Sequoia della California nel cuore di Bologna, Parco Melloni

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speciale Monvisodi Sergio Beccio

Natura, culturae architetturadel paeseche custodiscel’anima del Monviso

Contributi e testi di Antonio De Rossi, FredoValla, Costanzo Lorenzati, Marco Bovero,Rosina Peiretti tratti dal Dossier di candi-datura del progetto “La Porta del Monviso”L.R. 4 del 24.01.2000 e s.m.i. realizzato dalComune di Ostana nel 2008.

Valle Po, appunti geograficiIl Comune di Ostana è un Comune dell’alta Valle Po, una valle che sale rapidamente, nelbreve volgere di pochi chilometri, verso un austero territorio alpino dove sussistono severecondizioni climatiche capaci di condizionare i costumi di vita e la copertura vegetale del ter-ritorio, fino ad orientare le stesse scelte socio-economiche di questa terra.Oltre la frazione di Calcinere di Paesana la valle si apre in due sottobacini: Oncino, nella Valledel Lenta, sulla destra orografica del Po e Crissolo ed Ostana, interessati dal corso inizialedel Po, sulla sinistra orografica della valle. Il Gruppo montuoso del Monviso si inserisce geo-logicamente in quella che viene definita come “formazione dei calcescisti e delle pietre verdi(ofioliti) della Alpi Cozie meridionali” ed il profilo svettante del Monviso denuncia la sua gio-vane età geologica (mesozoica).

Spazi ambientaliOstana è una comunità occitana dell’alta Valle Po, un paese costituito da numerose borgatedisposte sul pendio in sinistra orografica del fiume Po; confina con i Comuni di Crissolo, On-cino, Paesana, (in Valle Po) e con Bagnolo Piemonte e Barge (Valle dell’Infernotto).Il territorio, tipicamente montano, è posto, nel suo insieme, su un lungo pendio volto a mez-zogiorno. Interrompono la linearità del declivio i solchi vallivi, incisi nel substrato sabbiosodalle acque del disgelo e dei fenomeni meteorici e numerosi pianori, diversi per forma e di-mensione. La zona dei pascoli comunali degrada dolcemente dalla linea di displuvio con Ba-

Ostana Borgata S.Antonio (Miribrart)

Ostana, damigelladel “re di pietra”La perla della Valle Po

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e terzo taglio, con il fogliame di frassini, aceri, olmi appositamenteimpiantati nelle zone a minore altitudine. Negli ultimi decenni que-sto ambiente si è radicalmente trasformato. In concomitanza conl’acuirsi del fenomeno migratorio, sono stati adibiti a pascolo i pratipiù in quota e si è avuta contemporaneamente la diminuzione dellaaree adibite a coltivi.

Il Genius loci di Ostana Ostana è posta in una spettacolare posizione panoramica sul ver-sante solatio della Valle Po, con vista piena sul gruppo del Monviso,dalla Cima delle Lobbie al Monte Granero. Un balcone naturale chepermette di godere di scorci di paesaggio alpino dalle diverse quotedi osservazione che il territorio offre: dai tornanti in prossimità delfiume alle borgate e ad capoluogo fino alle aree en plein air di Piandal Charm e degli alti pascoli fino al limite dei colli e dello spar-tiacque con la Valle Pellice e l’Infernotto. È sicuramente uno deipunti di osservazione più fortunati per una percezione complessivadel gruppo montuoso del Monviso e della Valle Po.

La volontà di OstanaUn’irresistibile volontà di rinascere distingue questo paese: nel1921 il Comune dichiarava 1187 abitanti, oggi sono appena alcunedecine, ma chi se n’è andato ci torna ogni volta che può, per pro-gettare, lavorare e sognare assieme a chi ancora ci vive. Il sogno è un paese che rinasce. Ostana, particolarmente d’estate,ma anche quando il sole invernale fa risplendere la sua vestebianca, è un fervore di iniziative comunitarie: feste campestri, ballie canti corali di gruppi spontanei, raduni di alpini, cottura delpane, iniziative al museo etnografico, cura collettiva dell’ambiente.

gnolo Piemonte (2300 m) al limite delle residenze estive (1600-1700 m) ed è caratterizzata da numerosi ammassi rocciosi affioranti,da fitti accumuli naturali di pietre e rocce (casse) e, in alcuni punti(Pilounaç, Péiro Groso, Piloun Sëvëlhoun, ecc), da grossi massi diforma grossolanamente cubica o cilindrica, in posizione isolata, di-stinguibili da lontano.La conformazione di questi ultimi può suscitare attenzione e curio-sità per l’escursionista moderno ma in anni non lontani essi costi-tuivano un fondamentale punto di riferimento per la pastorizia e lealtre attività. Sulla riva di destra di due corsi d’acqua sono presentirispettivamente, due imponenti rupi (Rouchaç, Rocho dal Ban-dìou). Pochi gli anfratti naturali di un certo rilievo. La Tompo daNéou, sul colle omonimo (zona Bricass o Trucchet, 2426 m), è unaconca rocciosa, infossata, dal fondo irregolare, con numerose aper-ture su cui la neve perdura anche nella tarda estate. Il fenomeno dàorigine alla sorgente all’interno dell’ex-miniera di ferro, sita sul ver-sante di Bagnolo Piemonte del Colle delle Porte. Il Përtùi dë l’Ou-stanëtto è un”buco” verticale che si apre in una pietraia del mede-simo pianoro, (2100 m). Alcuni storici dell’800 lo consideraronosede di una miniera di ferro. Negli anni della guerra ’40-’45 fu uti-lizzato come rifugio dagli uomini di Ostana. L’accesso al Përtùi desCaroutaçe (a monte di Meire Serlubei, 1500 m) è stato ostruito, sulfinire degli anni ’50, con grossi massi, al fine di evitare spiacevolidisgrazie. Racconti e leggende con diavoli e streghe, gatti e masqueaccomunano le tre località nella memoria orale locale. I pianori e le falde di cresta di questa fascia di territorio sono stateadibite, da sempre, a pascolo ovino. L’accorta regolamentazione dellacopertura dei capi, ha consentito, nel tempo, di mantenere una co-tica erbosa di pregio, con prevalenza del feoun, il trifoglio alpino. Nel-l’ultimo decennio, con il regredire della copertura bovina ed ovina, iltessuto erboso è venuto depauperandosi ed in alcuni punti a sfaldarsiperdendo, in parte, le antiche caratteristiche e la sua preziosità.Più a valle, dai 1600-2100 m, si pratica tuttora, anche se in formaridotta, il pascolo bovino. L’attività è coincisa nei secoli, con marcatiinterventi dell’uomo sull’ambiente. È la zona delle draie, i tratturi per-corsi dal bestiame, delle barme, i ripari sotto roccia ampliati e mu-rati, degli abiouròou, abbeveratoi che racchiudono le polle sorgivein “vasche” formate da zolle di terra intercalate da grosse pietre o la-stre infisse, delle grandi bialìëre, i canali di adduzione dell’acqua.Ad una altitudine di 1100-1400 m hanno sede gli insediamenti sta-bili di Ostana, costituiti da cinque grosse borgate e vari nucleisparsi. I fabbricati originari sono stati realizzati con materiali locali:muri perimetrali in pietra, tetti in lose, serramenti e balconate in le-gno. Gli appezzamenti privati limitrofi (che occupano all’incirca unterzo dell’intero territorio) sono stati adibiti, fino agli anni ’50, per laquasi totalità ai coltivi, adattando il terreno con un lavoro imponentee continuo. Di generazione in generazione si è provveduto ad aumentare la su-perficie terrazzando i declivi troppo ripidi; a regolare il deflusso delleacque imbrigliandole in letti dal fondo acciottolato, delimitato da mu-retti a secco, o, nelle zone umide, deviandole con appositi canali.Si sono realizzate strade e sentieri provvedendo alla loro manuten-zione in forma comunitaria. Nelle zone asciutte e assolate si è se-minato la segale, l’orzo, il grano saraceno e, in alcuni punti, ancheil frumento, garantendo la fertilità dei campi con la rotazione dellacoltivazione delle patate. Alcune varietà di queste ultime, nel se-condo dopoguerra, sono state utilizzate, per la loro bontà, a scopocommerciale. I prati irrigui producevano dell’ottimo foraggio, integrato al secondo

Per “le vie d’Oustano”(Archivio Associazione “I Rënèis”)

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La festa è incontro, occasione per lavorare assieme, per confron-tarsi su progetti che renderanno possibile un ritorno e l’accoglienzadi chi in questo paese vuole mettere radici, magari semplicementeper riscoprire il senso della propria vita e della propria appartenenzaalla tradizione linguistica occitana.In questi anni un lavoro attento ha trasformato Ostana in un piccololaboratorio di architettura alpina, grazie agli amministratori che cihanno creduto, alla popolazione che ha compreso e seguito le in-dicazioni per un restauro non folcloristico, e grazie anzitutto all’ar-chitetto Renato Maurino che questo laboratorio en plein air ha con-cepito.Camminando tra il capoluogo e le frazioni, si ha la possibilità di os-servare la qualità dei risultati raggiunti con la ristrutturazione o la co-struzione di nuovi edifici pubblici e privati, spazi e attrezzature: latradizione si confronta con la contemporaneità. E questo dialogo siconcretizza in soluzioni architettoniche che proseguono la sponta-neità geniale dei maestri muratori di un tempo. Questo è il miracolodi Ostana, un miracolo che dall’architettura si vuole travasare in al-tri campi: nell’economia, nella cultura e che si auspica di realizzareanche nella lingua occitana che ha radici antiche ma può servire alvivere contemporaneo… non solo in Valle Po, ma in tutte le Valli oc-citane.

Caratterizzazione architettonicaPietre su pietre. Il fascino della semplicitàUn paesaggio infinito dove si alternano i boschi, i prati e le case; pie-tre su pietre, legno su legno: questi materiali hanno costituito per se-coli gli unici elementi con i quali si costruivano le case, i ponti, lechiese, i mulini, le fontane, con semplicità e rigore, con naturalezzae fantasia. Si possono trovare le date incise sulle pietre d’angolo (imillesim), gli architravi più curvi e consumati dal tempo (i lindal),le più ardite sporgenze dei tetti (le pantalere), i terrazzi dove seccavala segale (le lobbie); troverete segni antichi e sapienti, semplici e fun-zionali. Certo le tracce del nostro tempo si sono sovente sovrappo-ste a quelle del passato, spesso le hanno irrimediabilmente com-promesse ma, recentemente, una nuova coscienza e brillanti esempidi recupero hanno proposto nuove architetture, ispirate al passatoma con soluzioni innovative. Passare nelle borgate, seguire le anti-che strade dai selciati usurati e alzare lo sguardo verso l’architetturadi questo paese, significa innamorarsi di Ostana e contemporanea-mente percorrere vie, percorsi alpini sulla montagna che costitui-scono un reticolo sapiente e ragionato sulla fatica dell’Alpe, un per-corso anch’esso tra architettura ed urbanistica che a ben guardare

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costituisce un patrimonio di equilibrio ambientale, paesaggistico edenergetico insuperabile, funzionale al lavoro di un tempo ma eter-namente comprensibile e percepibile ad ogni passo per chi vogliapercorrere queste strade con l’intenzione di capire antichi segni e ri-vivere anche con intelligenza la storia dell’uomo e del suo ambiente.L’esodo dei montanari ha ovviamente dato vita, a partire dagli annidell’ultimo dopoguerra, a un vasto processo di abbandono e degradodel cospicuo patrimonio architettonico esistente. All’inizio degli anniottanta, l’unico destino possibile sembra essere quello di un inarre-stabile declino. È in questo momento che capita qualcosa di ina-spettato: i discendenti degli emigranti, così come alcuni turisti pro-venienti dalle aree metropolitane della pianura, iniziano aristrutturare le costruzioni del paese per poterle utilizzare come se-conde case. Nel giro di una decina d’anni, Ostana muta completa-mente il proprio volto. Certamente questo fenomeno di riuso del pa-trimonio a fini “secondari” coinvolge un po’ tutte le valli piemontesie pare essere – sebbene sotterraneo e sempre sottovalutato – unodei principali elementi di dinamicità della montagna interna. Ciò cheperò deve essere sottolineato è che a Ostana questo processo av-viene con modalità fortemente diverse rispetto ad altri luoghi, dandovita a esiti architettonici di qualità che è una sorta di unicum.L’attenta cura nel recupero delle antiche abitazioni in pietra ha fatto sìche il paese si presenti come un modello di architettura alpina.L’esclusivo impiego della pietra e del legno e dei tetti coperti a losa,pur nell’evoluzione dei modelli abitativi, ha permesso di mantenere ladimensione umana del paese, meta di visite sia da parte di studiosi,sia di semplici turisti, attratti dalle bellezze architettoniche e naturali.

La cultura, la memoriaDi grande importanza per la cultura locale (ma utile anche perl’escursionismo evoluto) l’Atlante toponomastico del Piemonte mon-tano dedicato ad Ostana (da un progetto di Daniele Jallà e ArturoGenre per conto della Regione Piemonte e dell’Università degli Studidi Torino – Dipartimento di Scienze del Linguaggio) redatto per il ter-

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ritorio di Ostana con la collaborazione di Oreste Lorenzati. Sul-l’atlante, con un lavoro di ricerca durato 8 anni sono stati individuatii nomi dei luoghi di tutto il territorio di Ostana, nomi e toponimi chegeneralmente si vanno perdendo su ogni luogo rurale della monta-gna spopolata. Il degrado culturale della memoria va di pari passocon la mancanza degli abitanti, con il più ristretto utilizzo delle risorseagro-silvo pastorali ma anche di una nuova e diversa percezione dellospazio: uno dei tanti segni dell’impatto, sulla montagna, di nuovi mo-delli economici e culturali, propri dello sviluppo economico e socialedell’ultimo secolo. Sono queste perdite di identità fenomenologie ri-correnti nella storia umana ma si stanno acuendo in questo periodoper il territorio alpino in particolare. Con questa ricerca Ostana è riu-scita a costruire un quadro chiaro e consultabile della memoria delterritorio con i significati originali scanditi da un popolo ormai assentema che attraverso questi nomi di luoghi racconta la sua storia e lastoria della montagna che attende di essere rivisitata.L’occitano, la lingua di Ostana, fu la lingua dei Trovatori che diffu-sero una poesia “nuova”. Cantarono la vita cortese, la generosità ca-valleresca, l’amore. Lo stesso Dante Alighieri pensò di scrivere la Di-vina Commedia in lingua d’oc prima di scegliere il toscano. Eppurefino agli anni ’60 pochi in Italia sapevano di essere tali: dicevano diparlare il patois. La scoperta dell’identità avvenne grazie ai cultori deldialetto piemontese che avevano rapporti con il Felibrige (cenacolodi scrittori provenzali creato da Frédéric Mistral, premio Nobel per laletteratura nel 904). Questi con diversi intellettuali delle valli fon-darono nel 1961 l’escolo dòu Po (la Scuola del Po) per la conser-vazione della lingua e della cultura delle valli allora dette “proven-zali-occitaniche”. Da allora diversi passi sono stati fatti nelriconoscimento della lingua occitana: lo Stato italiano riconosce e tu-tela le lingue minoritarie nel 1999 con una legge dello Stato italianoin applicazione dell’art. 6 della Costituzione italiana. Negli ultimi gio-chi olimpici invernali di Torino 2006, durante la cerimonia di aper-tura dei giochi, è stato intonato il brano musicale, considerata l’innodella nazione occitana, “Se chanta” in onore dei popoli e delle terre

Pascolo estivo al Serre d’Ostana

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alpine occitane ospitanti i giochi. Ostana ha, nel tempo, sempreavuto particolare attenzione alla propria lingua proprio come stru-mento di identità e di rafforzamento dei vincoli di comunità che lacaratterizza, fino a far nascere un premio letterario per la lingua oc-citana alpina in questi anni.Nel centro del paese (La Villo), ospitato nei locali del vecchio palazzocomunale, è stato allestito il Civico Museo Etnografico “Ostana-AltaValle Po” gestito dall’associazione “I Rënèis” (c/o Municipio: piazzaCaduti per la Libertà) con gli oggetti e gli attrezzi della vita del se-colo scorso ricreando gli ambienti originali: stalla, cucina, ecc. Per permettere al visitatore di calarsi nella realtà di un tempo, sonostate approntate schede esplicative e documentarie, corredate da im-magini fotografiche che ritraggono momenti di vita ad Ostana neitempi passati. Un museo non tanto per “far memoria”, ma per com-prendere quanto vario e complesso fosse il mondo di questa terraOccitana. Le sale del museo sono allestite attraverso una ricostru-zione di ambienti il più possibile fedele ed arricchite con alcuni ma-nichini. Diverse sale raccolgono notizie sulla storia di Ostana rac-contata anche attraverso gli Statuti del 1425. Sono stati inoltrericostruiti ambienti di lavoro come la falegnameria e all’agricolturaè stata allestita una sala con la riproposizione della stalla e della can-tina con gli attrezzi specifici del lavoro.Il Museo viene rinnovato periodicamente proprio per superare la sta-ticità che potrebbe appannare la creatività e la proposta culturale del-l’attività museale che è arricchita dalle pubblicazione dei “quadernidi Ostana”. Inoltre strettamente connesse al Museo e alla fruizioneculturale del territorio sono state ripristinate le antiche vie ed i sen-tieri di collegamento esistenti tra i vari insediamenti abitativi. Natu-ralmente i percorsi sono caratterizzati da una puntuale segnalazionetoponomastica e da opuscoli descrittivi.L’associazione “i Rënèis” ha anche recuperato la rete degli antichipercorsi “Le vie d’Oustano”. In ogni stagione è interessante percor-rere questi itinerari escursionistici, suddivisi per tema, “le borgate”,“le meire”, “i pascoli”. Il territorio di Ostana è dotato infatti di un in-teressante patrimonio sentieristico che costituisce un reticolo com-plesso di percorsi, una fitta maglia di sentieri che si diramano lungoil versante montano, congiungendo, in modo affascinante per la ric-

Ostana si raggiunge con una diramazione della provinciale Paesana-Crissolo, realizzatasul finire del secolo scorso. La carrozzabile immette direttamente nel centro de La Villo,il capoluogo (1250 m) dove vi ha sede il palazzo municipale. Fanno parte del capoluogoalcune borgate sparse sul territorio limitrofo:• I Marquét (Borgata Marchetti), sono posti su un vasto pianoro, a valle di un ripido

affioramento roccioso e della strada di accesso al paese. Al centro dell’insediamentosi notano i ruderi di un’antica casa signorile, con architravi, stipiti e spigoli dei muriperimetrali in blocchi di pietra accuratamente squadrati, denominata “Torre degli En-ganna”.

• A monte del capoluogo, lungo il tracciato della “Strada comunale di San Nicolao”, sitrovano Lou Counh e I Bas (Cugn e Bass), dalle case allineate lungo la curva di li-vello.

• I Luis (Louis), a ridosso di uno sperone roccioso prominente.• San Bërnart (San Bernardo), dalla cappella dedicata al Santo. All’interno della chie-

setta è stato riportato alla luce un pregevole affresco medioevale.• I Martin, la cui denominazione è dovuta alla singolare diffusione del nome proprio,

ancora in uso in questo secolo.• La frazione Miribrart o Minibrart (Borgata Sant’Antonio) è posta a 1350 m di altitu-

dine, a monte della chiesa parrocchiale (1282 m, altezza ufficiale del Comune). Ilgrosso agglomerato è costituito da fabbricati accorpati. La Vio dal Sère (Strada Vi-cinale del Serre) attraversa perpendicolarmente l’abitato, conducendo alle mèire omo-nime.

• La Ruà (Borgata Cristiana) e Miriquiri (Borgata Miri Chiri), sono le denominazioni cheaccomunano nell’uso corrente la “Frazione Bernardi”, in riferimento al cognome estesoalla totalità dei capifamiglia qui residenti ad inizio secolo. L’appellativo di caratterereligioso risale probabilmente ai contrasti verificatisi secoli fa fra valdesi e cattolici.

• Fa parte della frazione il nucleo di Miridò de Gent. L’appellativo è dovuto alle prero-gative dell’abitato, dotato di “servizi” propri delle frazioni (portalettere, religioso, co-munitario), e così distinto dal confinante Miridò de Bestie.

• Champanho (Ciampagna), è la frazione più discosta, confinante con Crissolo. È rag-giungibile con la carrozzabile che si stacca dalla provinciale Bivio di Ostana-Ostanain località La Pouzëtto, realizzata a metà anni ’30, oppure seguendo il tracciato dellaVio de Ramà, l’antica “strada comunale di Ciampagna”. Quest’ultima si snodalungo zone particolarmente suggestive, a volte dirupate, fra abetaie e faggete, con im-provvisi squarci sulla testata della Valle Po.

• I primitivi insediamenti dei Vilhérm e Loumbard, sono scomparsi sotto la vegetazione,mentre il nucleo dei Ras (Borgata Raso) è posto in posizione avvallata.

• A monte di questo, lungo l’antica Vio de Poilo sono ubicati gli abitati de I Bodo (Bor-gata Boda), I Martin (Borgata Martino), I Lourens. Sulla facciata di un’abitazione diquesto ultimo gruppo è affrescato un dipinto risalente al 1802 e definito dalla popo-lazione locale Le Pënchure.

• Appartengono alla frazione I Champët (Ciampetti), Acò dë Baro, piccolo insediamentodisabitato dai primi decenni del secolo, Acò dal Mér, Acò di Riou (Borgata Rio),L’Oùerme (Borgata dell’Olmo), gruppi di case poste su un ampio pianoro, terminantein uno sperone roccioso dominante.

• A levante, su un costone, si scorge Lou Bric (Brich), e, a valle, Acò di Frézio (BorgataFlesia), Acò dar Lonc (Borgata Lungo). Completano la frazione le abitazioni di Le Vin-hëtte, site lungo la strada vicinale omonima, Ricovero e Lou Biviou, dotati entrambiin passato, di locali adibiti ad osteria e siti lungo la provinciale Paesana-Crisssolo.

• A monte della stessa è ubicato il nucleo di Acò dë Minichart (Borgata Miniciard), coni fabbricati risalenti in gran parte agli anni ’10-’20 e abbandonati nel decennio suc-cessivo. Gli abitanti erano originari di Ostana, ma risiedevano, un tempo, perma-nentemente a Le Bruzà, località sul Comune di Oncino.

• Una fitta rete di strade comunali e vicinali si dirama su tutto il territorio. Con il di-suso sono state in gran parte invase dalla vegetazione che ha reso i loro tracciati im-percorribili. In questi anni gli antichi sentieri hanno beneficiato di un sistematico ri-cupero (a cura del volontariato dei cittadini di Ostana e con l’appoggio concreto delComune) che ha permesso di ricostruire il reticolo di percorsi che ora rappresentanonuovamente un patrimonio del territorio mirato ad una fruizione turistica rispettosadell’ambiente e sensibile alla civiltà che nei secoli ha caratterizzato la vita di Ostana.

Come raggiungere Ostanae le sue borgate

Una delle sale del Museo etnografico di Ostana

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chezza dei luoghi, le numerose emergenze storiche e architettoni-che, in un territorio dotato di una grande prospettiva paesaggisticasul Monviso, sulla Valle Po e sulla circostante pianura.Nell’ambito delle azioni volte alla valorizzazione del territorio è fon-damentale la manutenzione e il ripristino delle antiche strade “Vied’Oustano”, dei manufatti tipici, utilizzati dalla comunità quali forni,mulini, edifici religiosi e gli spazi collettivi che rivestono certamentecarattere prioritario in una visione “dinamica” e “aperta” del concettodi museo.Per consentire un maggior approfondimento di quanto la strutturamuseale intende trasmettere al visitatore, non solo attraverso gli ele-menti raccolti nelle sale espositive, ma anche nel territorio che neè espressione, si è inteso dar vita a “sentieri didattici”, mediante col-locazione lungo i percorsi, di pannelli illustrativi costituiti da strut-tura lignea e lastre in alluminio di supporto delle pellicole con testied immagini relative ai temi trattati.La riscoperta dei ruderi dell’antica “pesta da canapa”, nei pressi delfiume Po poco a valle della località Bivio, ha permesso il recuperodi parte delle macchine costituenti il mulino. Non essendo possibilerecuperare l’intera struttura muraria, le macine recuperate sono statecollocate in un’area adiacente all’antico palazzo comunale, sede delMuseo. Queste, integrate dai necessari elementi di sostegno realiz-zati secondo una ipotetica com posizione strutturale, non disponendodi progetti e testimonianze sulla loro reale disposizione, riproduconol’ambiente di lavoro originario. Un pannello esplicativo cerca di ren-dere maggiormente comprensibile l’attività programmata.Con l’individuazione di due degli antichi maceratoi, il posiziona-mento delle macine della pesta della canapa e l’esposizione all’in-terno del Museo sia dei pettini della canapa sia di indumenti in teladi canapa, si è cercato di ricostruire il ciclo di produzione e lavora-zione della fibra tessile nella quale erano specializzati, nel dician-novesimo secolo , gli ostanesi, quali pettinatori da canapa (i bru-stiàire), che si recavano a svolgere tale lavoro anche nelle pianure,in particolare nel Canavese, utilizzando, per comunicare tra di loro,un gergo specifico appositamente inventato (grapiét).I pannelli collocati al Bivio, al Valentin e al Serre, offrono al visita-tore una visione di insieme del luogo e l’esatta collocazione dei ven-tidue cartelli realizzati. La grande cartina in scala 1:5000 riproducela parte più antropizzata del territorio comunale e riporta fedelmentei nuclei abitati, le strade carrozzabili, le antiche vie, i corsi d’acquae l’altimetria.

I diciannove pannelli collocati lungo le antiche vie, con immagini,testi e vignette, rievocano tradizioni, lavori, colture e momenti dellavita quotidiana, descrivono luoghi, abitazioni e costumi locali, cer-cano dunque di offrire spunti sulla cultura, sull’ambiente, sull’ar-chitettura e su quanto, nel tempo, ha segnato questi luoghi.L’offerta culturale e turistica è inoltre integrata da un esteso percorsoescursionistico: “Orizzonte Monviso”, un anello di oltre 50 Km di lun-ghezza che comprende tutti i comuni dell’alta Valle Po, percorribilia piedi ed in mountain bike. Questo percorso si snoda continua-mente ai piedi del Monviso e, in particolare, Ostana si trova su que-sto percorso, da dove è possibile godere di un paesaggio indimen-ticabile e di ineguagliabile bellezza sul “Re di Pietra”.

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BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO• “Monviso - Re di pietra” di Ezio Nicoli, edizioni Gribaudo• “Le Alpi” di Werner Bätzing, edizioni Bollati Boringhieri • “Il tramonto delle identità tradizionali” di Annibale Salsa,

edizioni Priuli e Verlucca• “La valle Po” Nuova Centosentieri, a cura di Piera e Giorgio

Boggia, edizioni L’Arciere• “Ostana - Atlante Toponomastico del Piemonte Montano”

Vol. 13, Regione Piemonte • Museo etnografico "Ostana Alta Valle Po" - Quaderno n. 1

Ostana: non solo ricordi a cura del Gruppo di ricerca Mare Tèra• Civico museo etnografico "Ostana Alta Valle Po" - Collana di

Quaderni a cura dell'Associazione Culturale I Rënèis• “Alle sorgenti del Turismo” di Gianni Aimar e Sergio Beccio,

edizioni Chambra d’Oc• “Geologia e Turismo” atti del terzo congresso nazionale,

Regione Emilia Romagna

COMUNITÀ MONTANA VALLI DEL MONVISO

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CAMMINARE con i bastoncini

Alma Brunetto

La tecnica del Nordic Walking e le sue declinazioniFino a non molto tempo fa i nordic walker erano guardati con un certo sospetto e una malcelataironia. Oggi non è più così. Da fenomeno misconosciuto a realtà consolidata, la camminata nordica,meglio conosciuta come Nordic Walking, ha acquisito negli anni recenti sempre più autorità e visibilità.La disciplina, che è ancora “giovane”, richiama sempre più consensi e adesioni, ma molto spesso c'èancora confusione sulla sua corretta pratica e sulle sue origini.Con questo piccolo, prezioso quaderno, che si pone come una guida agevole e di veloce consultazione,si vuole fare luce sul mondo dei due bastoncini offrendo al lettore una panoramica sintetica maesauriente sulla disciplina. Troverete in queste pagine notizie sulla storia, la teoria e la tecnica delNordic Walking e sulle nuove frontiere della camminata con i bastoncini. Il testo è rivolto a tutti: agli istruttori, che lo utilizzeranno come strumento divulgativo; a chi giàpratica la camminata nordica e ai neofiti, che lo useranno come veloce ripasso delle tecnicheprincipali; ai futuri walkers, che entreranno così a fare parte dei “camminatori per passione” con le ideegià chiare. Non un manuale per tecnici, ma una bussola per orientarsi con chiarezza nel mondo delNordic, una lettura che, ne siamo certi, appassionerà molti lettori.

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Vecchi e grandialberi di Torino

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*Medico specialista in cardiologiaComponente dello staff medico FIDAL Trentino

Phoebe si è davvero scatenata sul-l’argomento igiene. Dopo aver ci-tato la scrittrice Liala, idolo delle

donne del dopoguerra, mi aspetto chePhoebe mi sommerga ulteriormente didotte citazioni sull’argomento igiene.Come è noto Phoebe si diletta in cucina,ed i dolci che offre ai suoi amici sono unatentazione a cui nessuno sa resistere,nemmeno le sue amiche che si stannopreparando alla “prova costume” in pre-visione delle vacanze estive al mare. Ami-che che in vista dell'estate hanno incre-mentato il tempo che giornalmentededicano all'attività fisica: non solo laconsueta ora di fitwalking prima di cena,ma un'altra ora di fitwalking all'alba,prima di andare al lavoro. In questo modosi stanno garantendo un fisico mozza-fiato, e si sono anche permesse dosi ge-nerose di colombe ed uova Pasquali.Tornando a Phoebe, tutti i suoi amici lacanzonano perché si aggira in cucinacome fosse in sala operatoria: con ma-scherina e guanti usa-e-getta. Riesce per-sino a snocciolare le olive usando for-chetta e coltello, ed è riuscita a procurarsiqualche bisturi per alcune delicate ope-razioni di taglio delle carni.«Un cane al supermercato!» tuona

Phoebe, ed in questo momento sembraDon Chisciotte della Mancia in una dellesue famose crociate contro i mulini avento «sono andata dal Direttore a pro-testare. Sapete quanto io ami gli ani-mali, però tutto ciò che finisce sulla tavoladeve essere garantito dal punto di vistaigienico. I supermercati e le cucine nonsono davvero posti per animali; tantovarrebbe che noi si mangiasse in stallacome facevano i nostri avi nei secoliscorsi».«La mia bisnonna Augusta, memoria sto-rica della famiglia» si affretta a precisareSylvester «raccontava che in passato erad'uso fra i contadini, nei mesi invernali,frequentare le stalle per stare in un am-biente caldo dopo cena e chiacchierarecon gli amici»«D'accordo, d'accordo; tuttavia un po'd'igiene quando si tratta di cibo è d'ob-bligo, perché so per certo che gli animalipossono essere portatori di malattie» con-tinua Phoebe lanciandomi uno sguardoobliquo, ed aspettandosi che io riceva lapalla. Ricevo la palla e volentieri mi lan-cio nell'argomento.«È vero che gli animali possono essereportatori di varie malattie infettive e pa-

EssereDONNAdi Maura Marchiori *

Gli animali domesticipossono essereportatori di malattie.A ognunoil suo posto,le precauzionisono d’obbligo

Al supermercato con il canenon s’ha da fare!

IO NONPOSSOENTRAREPERCHÈ?

rassitarie, talvolta anche molto gravi per gli umani. Fra le piùcomuni, le infezioni da funghi: spesso cani e gatti randagi oabbandonati possono esserne affetti e contagiare la personache si occupa di loro. Fra le malattie più gravi dei secoli scorsitutti ricordano la peste bubbonica, che veniva trasmessatramite le pulci dai roditori affetti – ratti solitamente – alle per-sone. La leptospirosi è una malattia che viene trasmessa dall'ani-male infetto tramite le urine. Nell'uomo la leptospirosi causagravi danni a fegato e reni, e può persino causare meningiti.Roditori, cani, bovini, maiali e cavalli sono animali che pos-sono essere colpiti dalla leptospirosi ed infettare con le urinele persone che per lavoro vi sono a contatto: contadini, mon-dine nelle risaie, allevatori di animali.Un'altra malattia molto diffusa in Italia è l'Echinococcosi, do-vuta ad un vermiciattolo che ama vivere nell'intestino delcane; questo parassita forma nel corpo umano delle cisti chepossono raggiungere anche i 20 cm di diametro e causareproblemi negli organi che va ad infettare. Il cane può infet-tare tramite i propri escrementi anche altri animali, più fre-quentemente gli ovini. L'uomo solitamente viene contagiatoaccarezzando il cane o facendosi leccare le mani o il viso epoi portando le mani sporche alla propria bocca. Ho notatoche raramente i proprietari di animali domestici come cani egatti corrono a lavarsi le mani dopo aver toccato il loro fidoamico; ed ancora non riesco a capirne la ragione. Ho vistopersonalmente persone baciare il proprio cane, persino inqualche programma alla TV, e trovo sia una pratica davveroantigienica. Il cane può essere portatore di un'altra malattia non rara nelbacino del Mediterraneo e più diffusa in India: la Leishmaniosiviscerale. È una malattia molto grave dovuta ad un protozoo,che va a colpire fegato e milza, e non è per niente facile dacurare, anzi in molti casi è fatale».«Ho sentito parlare di una malattia trasmessa dagli uccelli»interviene Phoebe.«È vero, si chiama Psittacosi-Ornitosi. È dovuta ad un virusche colpisce prevalentemente i pappagalli, ma anche piccioni,anatre ed altri volatili. Anche questa malattia, se non ricono-sciuta in tempo ed adeguatamente trattata, può essere fatale.Alcuni anni fa, nel Bresciano, tre membri della stessa fami-glia morirono infettati dal loro pappagallo».«La mia bisnonna Augusta, grata di questa dotta lettura nonesiterebbe ora ad interromperla, chiedendo a gran voce unrinfresco con tè e qualche pasticcino» conclude Sylvester.

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Raramente i proprietari di animalidomestici corrono a lavarsi le manidopo averli toccati. Ho vistopersonalmente persone baciare ilproprio cane, persino in qualcheprogramma televisivo, e trovo sia unapratica davvero antigienica

EssereDONNA

Eventi di CollinaPo 2013IL SUPERGA PARK TOUR

23 giugno 2013 Nell'ambito delle attività del Parco regionale del Po edella Collina torinese è nato nel 2012 il SUPERGAPARK TOUR, idea-figlia del progetto del marchio COL-LINAPO. L’evento è realizzato in collaborazione con ilComune di Torino, la Circoscrizione 7, i Comuni di Bal-dissero torinese, Pino torinese, San Mauro torinese, Set-timo torinese e coinvolge gli operatori dell’area. Que-st’anno entra nei Festeggiamenti per il San Giovanni diTorino. Tra le attività previste potrete accedere a mostree presentazioni di libri presso il Centro visita del Parcoalla stazione di arrivo della Dentiera, al concerto Jazzalle 19 sul sagrato della Basilica oltre a raggiungere ilPlanetario di Torino lungo la panoramica, grazie alla na-vetta istituita dal parco. Si potrà anche visitare il parcoAvventura le Tre Querce e partecipare a camminate gui-date lungo i sentieri. La kermesse è annessa anche alladanza con l’Etnotango Festival con un programma gra-tuito e aperto a tutti (per i dettagli visita le news del sitowww.parchipocollina.to.it).Non mancano i momenti di rifocillamento con menunelle trattorie della località e merenda al sacco prepa-rabili al mercato di Coldiretti alla stazione di partenzadella Dentiera.Al tema del camminare sono dedicati due ampi spazi.Il primo è di carattere competitivo e consiste nel primo“URBAN TRAIL – SETTIMO TORINO SUPERGAUTSTS”, organizzata grazie alla A.S.D. Atletica Setti-mese. Una gara competitiva di 23 km, valida per ilCampionato Regionale UISP Trail 2013, per correre astretto contatto con la natura (che comprende ancheuna camminata di 10 km non competitiva lungo il Ponel Parco urbano di Settimo torinese). Le iscrizionichiuderanno il 22 giugno e comunque al raggiungi-mento di 300 iscritti per l’U.T.S.S., per la Non Com-petitiva di 10 km al raggiungimento dei 600 iscritti oil 23 giugno 30’ minuti prima dell’inizio. Per [email protected] tel. 338.2396943La seconda proposta invece è dedicata alle escursionied al Nordic Walking con proposte per raggiungere laCollina di Superga e di qui poter accedere grazie ad unservizio di navetta istituito nella giornata, a diversipunti di fruizione lungo la panoramica Superga Pino To-rinese. La partecipazione alle camminate è gratuita econ accesso libero.Vi aspettiamo, quindi, lungo tutta la giornata per avvi-cinare la collina di Superga e i colli circostanti, patri-moni di natura, di bellezza, di paesaggi e di culture enel quale il movimento e il cammino diventano occa-sione per prendere contatto con nuove energie e cono-scenze, a due passi dalla città e quindi accessibili atutti.

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*Responsabile servizio prevenzionee salute sul lavoro ASL CN-1, Piemonte

Diminuiscono in Italia i fumatori:nel 2011 erano il 22,7% dellapopolazione con più di 15 anni,

nel 2012 sono il 20,8% per un totaledi 10,8 milioni di persone. Questi i datipresentati alla “Giornata Mondialesenza tabacco 2012” e scaturiti dall’in-dagine commissionata dall’OsservatorioFumo Alcool e Droga dell’Istituto supe-riore di Sanità.Tuttavia, nonostante l’attuale crisi eco-nomica la rimanente popolazione di fu-matori non ha cambiato le proprieabitudini, si sente in buona salute epertanto non pensa minimamente asmettere. Sono noti i danni provocati dal fumosull’organismo: aumento della viscositàdel sangue e induzione della vasoco-strizione arteriosa periferica determi-nato dalla nicotina (ingrediente attivodel tabacco); diminuzione del flussoematico ai tessuti, compreso quellomuscolare. Non dimentichiamo il mu-scolo cardiaco! Il fumo di sigaretta rap-presenta un indice predittivo molto fortedi rischio coronarico. L’incidenza di in-farto cardiaco è 5 volte superiore nei fu-

matori rispetto ai non fumatori. Ma idanni riguardano principalmente i pol-moni, basti pensare che anche solo15aspirazioni di fumo nell’arco di 5 minuticausano un aumento delle resistenzepolmonari di tre volte. L’aumento di re-sistenza permane per 35 minuti inmedia e come tale interferisce con il la-voro respiratorio: aumenta il dispendioenergetico della respirazione, gravandosul consumo d’ossigeno totale ed inter-ferendo con le necessità metabolichedei muscoli periferici che lavorano conconseguente difficoltà nel compiere unaqualsiasi attività fisica. Molto propaganda è stata fatta per in-formare sui danni provocati dalla siga-retta ma molto resta ancora da farespecialmente considerando che oltrel’80% dei fumatori crede di essere inbuona salute. È indispensabile aumen-tare la consapevolezza del rischio e sti-molare ad intraprendere stili di vitasalutari.Come sempre un aiuto arriva dal frontedell’attività fisica: bacco e tabacco, losport aiuta a smettere! Alcuni studi condotti su individui adulti

Molta propaganda è statafatta per informare suidanni provocati dal fumo,ma molto resta ancora da fare, specialmenteconsiderando che l’ottanta per centodei fumatori crede diessere in buona salute

InSALUTEdi Santo Alfonzo*

Sigaretta addiol’antidoto è camminare

che cercano di smettere l’abitudine al fumo hanno eviden-ziato che una moderata attività sportiva può ridurre i sintomida astinenza da nicotina ed il craving (forte ed irresistibilebisogno, di assumere la sostanza). A questo proposito un gruppo di ricercatori della BrownUniversity di Providence ha svolto uno studio per valutaregli effetti dell’attività fisica sul desiderio di fumare e sul-l’astinenza da sigarette. Sono state coinvolte 60 donne,trenta delle quali sono state sottoposte a un programma di50 minuti di camminata, tre volte a settimana per un pe-riodo di 2 mesi. Il gruppo di controllo (le altre trenta donne)doveva esclusivamente guardare dei programmi sulla sa-lute. Di ogni appartenente ai due gruppi sono stati rilevatiil tono dell’umore e il desiderio di fumare immediatamenteprima e dopo ogni fase del programma. I ricercatori hannoosservato che gli effetti dell’attività motoria sul bisogno difumare sono evidenti e nello specifico l’attività fisica aiute-rebbe a posticipare la voglia di accendersi una sigaretta.L’effetto però non dura molto e tende a dissolversi nel girodi 1 o 2 giorni. La scoperta è comunque incoraggiante inquanto, come sostiene lo stesso D.Williams curatore dellostudio, “l’effetto può essere riattivato ogni volta che sisvolge l’esercizio fisico”.In altre parole gli effetti benefici dell’attività fisica si poten-ziano quando questa diventa un’abitudine integrata nel pro-prio stile di vita: una camminata a passo di fitwalking aiutaa smettere di fumare, ma è essenziale tenere duro, solo con

Una moderata attività sportiva, come il fitwalking, può ridurre i sintomida astinenza da nicotina, ma occorreessere costanti, altrimenti l’effettosvanisce nel giro di uno o due giorni.Fare movimento rimane fondamentaleper il benessere psicofisicocostanza “le bionde” verranno sconfitte davvero. Il risultato,pur se incoraggiante, richiede un maggiore impegno daparte degli aspiranti ex fumatori: «occorre svolgere attivitàfisica con sufficiente frequenza ed intensità, visto che i suoieffetti si esauriscono nel tempo».Può bastare un’attività fisica leggera, costante e quotidiana,come il camminare a passo sostenuto ininterrottamente per30-40 minuti tutti i giorni, meglio in zone non eccessiva-mente esposte a gas di scarico delle auto (parchi), in mododa ripristinare la circolazione ed ossigenare tutti i tessuti.Sigaretta addio il fitwalking è l'antidoto!Ecco i meccanismi secondo i quali l'attività fisica può es-sere un aiuto concreto per abbandonare la nicotina: innanzitutto fare movimento diventa fondamentale soprattuttoquando si è già deciso di smettere. Dopo soli 2 giorni dal-l’ultima sigaretta, la nicotina e i suoi metaboliti sparisconodall’organismo, e già dopo 12 ore i polmoni funzionanomeglio. Proprio coloro che iniziano a praticare attività fisicariscontrano immediato miglioramento nel proprio organi-smo, rinforzando così la loro motivazione a smettere. Inoltre, se è vero che il fumo danneggia le performancesportive, dal canto suo lo sport agisce aiutando chi vuolecombattere la propria dipendenza dalla sigaretta. Come lanicotina stimola il sistema nervoso centrale affinché rilascii mediatori del benessere (serotonina, dopamina, noradre-nalina), lo stesso fa lo sport: funge da stimolo per la libe-razione in circolo degli stessi mediatori ed è utile pervincere le crisi d’astinenza. Senza contare che l’eserciziofisico risulta un’ottima valvola di sfogo per incanalare edeliminare tensioni e stress accumulati nel corso della gior-nata. Chi pratica attività fisica, a seguito delle modifica-zioni biochimiche ed ormonali indotte nell’organismodall’allenamento, tende ad essere più sereno e soddisfattorispetto ai soggetti sedentari, a godere di un miglior be-nessere psicologico ed a presentare una maggiore vitalitàe gioia di vivere.

E ricordate... “La miglior sigaretta è quella che non è stata mai fumata” (prof. emerito A. Blasi)

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InSALUTE

Giugno Luglio 2013 / camminare 54

“Voglio andarmene subito e non im-porta dove. È la sindrome che gliornitologi chiamano inquietudine

migratoria. Succede quando gli uccellisentono tutti insieme l’istinto di cam-biare latitudine e allora cominciano afare rifornimento, pulire le penne remi-ganti, scaldare festosamente i motori.Nei cambi di stagione capita anche alleanatre da cortile, quando hanno un im-provviso attacco di claustrofobia e vo-gliono andarsene contro ogni logica, sa-pendo perfettamente di abbandonareun tetto sicuro.” (P. Rumiz).Questa è la sensazione di chi, a fine in-verno, cerca i primi segni della prima-vera: una primula fiorita, le prime fogliedi aglio ursino, il profumo delle prime vio-lette. Se poi una nevicata tardiva, qual-che giorno di pioggia rallenta il risvegliodelle erbe e gli appassionati si fannosempre più impazienti di assaporare laprima insalata di tarassaco, risotto alle or-tiche, insalatina di cujet, frittata di ro-mice, crepes con le foglie di papavero...Mi sto riferendo alla fitoalimurgia, ter-mine che designa l’uso di comuni piante

spontanee a scopo gastronomico. La fi-toalimurgia, termine che trae l’etimolo-gia dai vocaboli greci, phytón = pianta,alimos = che toglie la fame ed ergon =attività, afferisce all’etno-botanica.L’etno-botanica è una scienza al con-fine tra antropologia culturale e botanicache si occupa dell'uso delle specie ve-getali all'interno di una o più societàumane. L’antica prassi di autosostentamento ditutte le donne di tutti i popoli, che oggisi sta diffondendo quale buona prassiecologica, si conclude a tavola ma al-trettanto interessanti sono i passaggiprecedenti. Si tratta in ordine di: pas-seggiare lentamente in luoghi sufficien-temente lontani dall’inquinamento prov-visti di coltellino e cestino (ma anche frai propri vasi fioriti sul balcone di casa),riconoscere le piante commestibili, sa-pere quale parte raccoglierne e in qualefase fenologica, conservarle fino al mo-mento della preparazione del piatto, ri-spolverare vecchie semplici ricette, cu-cinare con pochi ingredienti poveri esani...

Alla scoperta dell’etnobotanica, la scienza cheunisce antropologiaculturale e botanicaoccupandosi dell’usodelle specie vegetali

InSALUTEdi Marta Ferrero

Andar per erbecome le anatre da cortile

Giugno Luglio 2013 /camminare 55

InSALUTE

Vale la pena di riscoprire tutte queste fasi, specie se si svol-gono tutte o in parte, in compagnia. Ognuno apprezza inmodo particolare uno dei tanti differenti aspetti che con-corrono alla fitoalimurgia: lo stare all’aperto, il seguire itempi delle stagioni, lo scoprire quanto la natura offra an-che solo sotto forma di erbacce, il riconoscimento botanico,la fitosociologia, la scoperta delle proprietà organolettichee delle virtù delle piante, il risparmio sulla spesa domestica,la bontà di una prassi che combatte l’inquinamento e riav-vicina al mondo naturale..., il riassaporare sapore e profumidi antiche ricette della cucina povera.Il pretesto di andare a cercare erbe, spesso in compagnia,è innanzi tutto un ottimo modo per trascorrere del tempo al-l’aria aperta, attenti a quel che in genere finisce sotto i piedisenza considerazione. Poche passioni poi, hanno bisognodi un equipaggiamento così essenziale e non solo sono acosto nullo, ma anzi integrano la nostra spesa con deliziosie sani ingredienti.Come ogni anno BricTour dopo aver organizzato una seriedi passeggiate con vocazione alimentare sulla collina tori-nese, a giugno si sposta verso la montagna dove l’erbettaè ancora tenera. La proposta è una raccolta consapevole dierbette: muniti di cesta, coltello e guanti ci si incamminaalla ricerca di comuni piante spontanee. Si tratta di un buonpretesto per una passeggiata, un ripasso della botanica, unariscoperta delle tradizioni, un risparmio sull’acquisto dellaverdura.L’ambizione di BricTour non è solo quella di trascorrere unapiacevole mattinata in posti belli, fra parole, riscoperta, ce-ste, ricette, attenzione alla bellezza delle diverse piante, madi far tornar la voglia e l’abitudine di dedicare del tempo araccogliere qualche erbaccia fra le tante che la natura of-fre e provare a cucinarla, proponendo piatti antichi ma sem-pre nuovi.

Ecco alcune delle proposte fitoalimurgiche estive e montanedi BricTour, altre ne saranno inserite su BricTour:

Domenica 2 giugno ore 9.30. Rifugio Colle del Lys - Viù ERBETTE E GERMOGLI DA GUSTARE. Passeggiata, raccolta e ricono-scimento; costo 8 euro. Per chi lo desidera pranzo a base di piantespontanee locali; costo 20 euro. (23 euro passeggiata e pranzo).

Domenica 16 giugno ore 9.30. Rifugio Colle del Lys - Viù PRATO IN TAVOLA. Passeggiata, raccolta e riconoscimento; costo 8euro. Per chi lo desidera pranzo a base di piante spontanee locali;costo 20 euro. (23 euro passeggiata e pranzo).

Domenica 7 luglio ore 9.30. Rifugio escursionistico Les Montagnards - Balme. ERBACCE IN CUCINA. Passeggiata, rac-colta e riconoscimento; costo 8 euro. Per chi lo desidera pranzo a basedi piante spontanee locali; costo 20 euro. (23 euro passeggiata epranzo).

Sabato 10 agosto ore 9.30 Agriturismo La Masinà - Pian dellaMussa. ANDAR PER ERBE. Passeggiata, raccolta e riconoscimento; co-sto 8 euro. Per chi lo desidera pranzo a base di piante spontanee lo-cali.

Munirsi di scarpe comode, cesto e/o sacchetti di stoffa, coltello e guanti.Info e prenotazione obbligatoria [email protected] 333/7470181 - www.brictour.it

Passeggiare lentamente con cestino ecoltellino in luoghi sufficientementelontani dall’inquinamento è un’occasione per star bene, con ilpretesto di cercare erbe da mangiare

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*dietista

Siamo alle porte dell’estate e la vo-glia di perdere qualche chilo e ri-mettersi in forma è il desiderio di

tanti. Il problema è che si aspetta troppoe poi si pretende che in breve tempo ar-rivino i risultati.Ecco allora presi d’assalto gli studi me-dici, i giornali e le riviste, internet, i rimedinaturali, e ancora nel peggiore dei casi ifarmaci “miracolosi”. Di fronte alla pa-rola dieta esiste veramente di tutto, espesso, nonostante ci sia molta informa-zione, di fronte al rotolino di grasso, aifianchi troppo pronunciati, o alla cellulite,si è disposti a tutto pur di liberarsene. Chinon ha sentito parlare di dieta dukan,dieta iperproteica, ipocalorica, dieta delsondino, dieta atkins, dieta con l’utilizzodegli integratori miracolosi bruciagrassi,che ti promettono di far perdere 4 chilialla settimana senza tante rinunce esenza movimento fisico...? Ma è possi-bile che le persone siano ancora così in-credule e disinformate?Cerchiamo allora di fare un po’ di chia-rezza. Innanzitutto dobbiamo ribadire chenon è solamente una questione di chili.

Dimagrire significa perdere del grasso,non muscolo o acqua o semplicementedei chili sulla bilancia.È necessario quindi rivolgersi a dei pro-fessionisti che abbiano degli strumentiper “fotografare” la nostra massa corpo-rea durante il trattamento. Questo è pos-sibile con un semplice esame bioimpe-denziometrico che ci permette di definirecon estrema precisione la quantità dimassa grassa, massa magra e acquacorporea (compresa quindi quella di ri-tenzione) e definire gli obiettivi.La maggior parte delle diete, si basa an-cora sul principio calorico, e quindiquello che si ottiene è un calo ponderale(anche importante) ma con una altret-tanto importante perdita di muscolo eacqua. Quindi è un deperimento e nonun dimagrimento, che porta inevitabil-mente ad una diminuzione del metabo-lismo basale (ossia il consumo energeticodi una persona a riposo). In parole po-vere, prima di una dieta ipocalorica o diuna delle diete precedentemente citate(che sono tutte fortemente ipocaloriche),la cilindrata del nostro motore era quella

Le dieci regole per riconoscere gli erroriche ci portanoall’aumento del peso.E sulle diete vanno fattedelle serie distinzioni

InSALUTEdi Giorgia Grava*

Dimagrire non vuol diredeperire, al contrario...

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di una macchina da corsa e poi si trasforma in quella diun’utilitaria. Questo significa che non appena la persona ri-comincia a mangiare un pochino di più (rispetto a quantostabilito dalla dieta) si ritrova con tutto il suo peso di par-tenza. È il classico e documentatissimo effetto yo-yo, ma lacosa grave è che, purtroppo, l’aumento è solo fatto di grasso.Tutto questo invece non succede se il nostro dimagrimentoavviene seguendo una dieta che non tenga conto delle calo-rie, ma piuttosto sia in grado di dare dei segnali metabolici at-traverso un’alimentazione sana abbinata a del movimentoquotidiano.Quali sono gli errori più comuni che ci portano all’aumentodel peso?1. Colazione insufficiente o assente. Sempre più lavori scien-

tifici documentano come una colazione ben fatta stimolicon forza il metabolismo e generi degli effetti positivi sulconsumo calorico.

2. Insufficiente apporto proteico. L’organizzazione Mondialedella Sanità (OMS) stabilisce che un individuo sano ne-cessita di circa 0.8-1 g di proteine per chilo di peso cor-poreo. Necessità che accresce in caso di organismo increscita, nella donna in gravidanza o allattamento, nellosportivo, ecc. Le proteine servono a costruire i nostri mu-scoli e tutto il materiale plastico del nostro corpo (ricam-bio cellulare, capelli, unghie, pelle, ecc.) Una carenzaproteica si traduce in un calo metabolico.

InSALUTE4. Eccessivo consumo serale di cibo. Se analizziamo la mag-

gior parte delle abitudini odierne ci rendiamo conto che: lacolazione è quasi inesistente, il pranzo viene spesso consu-mato fuori casa con qualcosa di veloce, e quindi è la cenache diventa il pasto più importante. Ma alla sera gli ormoniche regolano il nostro metabolismo hanno i valori più bassidella giornata e quindi siamo più predisposti all’accumulopiuttosto che al consumo (il contrario invece avviene nellaprima parte della giornata).

5. Cattiva gestione degli spuntini. Mangiare sregolato ci portaad avere fame in momenti sbagliati della giornata. Una co-lazione assente o insufficiente ci porterà a consumare ametà mattina qualcosa di dolce (snack, merendine, brio-ches e cappuccino, bibite, caffè zuccherati, ecc.) per l’ine-vitabile calo di energie. Stessa cosa accade nel pomeriggiose il pranzo non era equilibrato e sano. Questo rappresentaun continuo stimolo di ingrassamento.

6. Insufficiente quantità di fibre. La nostra alimentazione ètroppo raffinata (la pasta, il pane, la pizza, il riso e tutti i ce-reali nella maggior parte dei casi è sempre fatta con farinebianche). Assumiamo, quando va bene, 25-30 g di fibra algiorno, quando il nostro antenato del paleolitico ne assu-meva anche 100 g. La fibra genera sazietà, regola la fun-zionalità intestinale, riduce i tempi di assorbimento deicarboidrati, riduce il rischio di patologie intestinali (diverti-coli, stipsi, infiammazioni ecc.)

7. Abuso di Alcolici con sovraffaticamento epatico, aumentodella glicemia e di conseguenza dell’insulina.

8. Assunzione di cibi spazzatura con calorie vuote: coloranti,conservanti, grassi idrogenati, cibi raffinati e impoveriti deivalori nutrizionali ci portano ad un’intossicazione del nostroorganismo.

9. Masticazione veloce Mangiando veloce e senza masticaresi perde il segnale di sazietà provocando una cattiva dige-stione, infiammazione, iperalimentazione, intolleranze).

10.Stress e sregolatezza, insufficiente riposo notturno, sono deicattivi compagni poiché anch’essi inviano dei segnali distorticreando un aumento del cortisolo, generando infiamma-zione, e un segnale tardivo di sazietà, con accumulo digrasso soprattutto a livello addominale.

La soluzione? Cercare di concentrarsi sulla qualità del cibo cheassumiamo, sul corretto abbinamento tra carboidrati (che de-vono essere rigorosamente integrali), proteine e fibre, fare unacolazione ricca e bilanciata anche con delle proteine, un pranzosempre bilanciato, e una cena molto leggera, evitare lo zuc-chero, e i cibi spazzatura. L’attività fisica quotidiana permette dilimitare anche i danni dallo stress. (Parleremo di questi consi-gli nel dettaglio nel prossimo numero)Dieta GIFT è tutto ciò e se volete saperne di più potete consul-tare il sito www.dietagift.it

Non è solo una questione di chili.Occorre che il dimagrimento segua una dieta che non tenga conto solo delle calorie, ma dia segnali metabolici abbinandoalimentazione a movimento3. Eccesso di cibi raffinati e ad alto contenuto zuccherino.

Diversi studi scientifici attestano il ruolo obesogeno dellozucchero e il potente ruolo infiammatorio. Purtroppo nonè solo lo zucchero che aggiungiamo a bevande. Se fac-ciamo un esame di quanto esposto nei supermercati cirendiamo conto che non è così facile scegliere cibi chenon ne contengano (dolci, caramelle, bibite, succhi, mar-mellata, cereali per la colazione, gelati, biscotti, meren-dine, fette biscottate e a volte persino in alimenti come ilprosciutto, la fesa di tacchino ecc.). Queste ondate di zuc-chero nel nostro organismo generano risposte insulinicheesagerate e inviano dei segnali di ingrassamento al l’ipo-talamo (il nostro centro di regolazione metabolico)

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*Dottore in fisioterapia

Sono veramente pochi i cammina-tori, che possono affermare dinon aver mai avuto, una volta

nella vita, un episodio di lombalgia. Pur-troppo, per noi bipedi, l'evoluzione ci haportato dalla posizione quadrupedica aquella eretta da circa soli 2 milioni dianni. Tale sviluppo ci ha portati ad una ridu-zione della base d'appoggio e ad un tra-sferimento più in alto del baricentro.La colonna vertebrale per sopperire allamarcata retroversione del bacino, si èadattata con la strutturazione delle curvefisiologiche e, contemporaneamente, in-teri gruppi muscolari hanno modificatola loro funzione e la forza di gravità haamplificato la sua azione negativa sul-l'intera struttura.Aggiungiamo a tutto questo uno stile divita “moderno” legato a sedentarietà, so-vrappeso, postura viziata mantenuta alungo. Teniamo pure in considerazioneche allo stato attuale della nostra evolu-zione, la colonna vertebrale è ancora infase di adattamento alla forza di gravità. Inoltre, non possiamo certo affermareche la colonna vertebrale, con le sue at-tuali caratteristiche anatomo-funzionali,

risulti perfettamente adeguata, ad as-sorbire le nuove e sempre più numerosesollecitazioni, legate alle attività sportiveagonistiche cui la sottoponiamo, speciese intraprese in età puberale. Se poi consideriamo l'evoluzione dei“materiali” sportivi negli ultimi 40/50anni: ad esempio i fondi delle pisted'atletica leggera o dei campi da tennis,giusto per citarne un paio, e delle rela-tive attrezzature per calcarli: scarpe, rac-chette etc., è naturale che ci venga dadire: la frittata è fatta.Per fortuna non tutto è perduto, ed ècosì tragico. Da un punto di vista funzionale, la co-lonna vertebrale va considerata unastruttura portante ed elastica unica, ca-pace di garantire, in opposizione alleforze esterne, sia la stazione eretta, sial'equilibrio di forze e resistenze neces-sarie ad ogni attività di movimento fi-nalizzato, tra cui il cammino. Cosa possiamo fare per contrastare ildolore lombare?In fase acuta affidarci al riposo ed ai far-maci: paracetamolo, FANS, ed in man-canza di risposta, a quelli cortisonici.Un ruolo importante è svolto anche

L’evoluzione ci haportato dalla posizionequadrupedica a quellaeretta da “soli” duemilioni di anni, per cuidobbiamo mettere inconto che difficilmentepossiamo sfuggireal mal di schiena

InSALUTEdi Giacomo Collodoro*

Evoluzione o involuzionedella specie?

dalla terapia con agenti fisici: laser, ultrasuoni, tens, ter-moterapia endogena, tecar, idroterapia etc..La colonna vertebrale e l'intero corpo sono sostenuti dallestrutture capsulo legamentose e muscolo tendinee. La stazione eretta rappresenta una sfida all'azione dellaforza di gravità, il suo mantenimento presuppone un grossoimpegno sulle componenti statiche e dinamiche.Un corretto rapporto di forza e resistenza fra muscoli ago-nisti ed antagonisti, costituisce un obiettivo importante daperseguire per il benessere della colonna vertebrale, e l'ac-qua offre una resistenza idrodinamica personalizzata, per-chè direttamente proporzionale alla velocità di spostamento. Escludendo l'utilizzo di resistenze galleggianti o elastiche,durante il movimento in acqua sia il muscolo agonista, chequello antagonista, compiono un lavoro isotonico, concen-trico, scongiurando il rischio di un possibile squilibrio mu-scolare.Superata questa fase, ci vengono incontro le varie tecnicheposturali, dallo yoga al pilates, dalla rieducazione posturaleglobale ad altre innovative metodiche, più o meno scienti-ficamente provate, sia orientali che occidentali, che si ri-volgono in maniera olistica al nostro organismo.Una mano ci viene data dalle varie terapie di medicina ma-nuale, sia a breve, che a lungo termine: osteopatia, chiro-pratica, agopuntura, etc..Anche gli impacchi caldi contribuiscono a rilassare la mu-scolatura lombo-sacrale, mentre quelli freddi sono più effi-caci per ridurre lo stato infiammatorio, come pure i getti diacqua calda o fredda o alternata, sotto la doccia.Piedi piatti o altri disturbi, a volte plantari, possono predi-sporre al mal di schiena. L'impatto al suolo si ha con il piedee, se gli archi plantari non ammortizzano, si innesca unaspecie di effetto a catena, che termina con lo scaricare letensioni muscolo scheletriche sulla schiena. Stesso discorso vale per una carenza di forza dei muscoliplantari, pertanto, si possono avere ripercussioni sulla co-lonna vertebrale (vedi precedenti articoli sulle scarpe).Pertanto, affidiamo i nostri piedi a scarpe idonee alle nostrecaratteristiche di peso ed ai terreni, pendii e distanze, chedesideriamo affrontare.

Cerchiamo di evitare l’asfalto e lesuperfici rigide; vanno bene, invece,i fondi morbidi, come la terra e l’erba.Il retrorunning può essere un validostrumento preventivo e curativo,perchè fa lavorare distretti muscolariche non si mettono sempre in gioco

Glutei, addominali e tutti i muscoli del “core” ci aiutano, setonici, a costruire un corsetto naturale a protezione della no-stra colonna vertebrale durante ogni tipo di attività motoria.Muscoli degli arti inferiori poco elastici richiedono un mag-giore sforzo dei muscoli della schiena, ciò limita i movimentidel bacino, causando tensioni lombosacrali. Quindi, stretching, le già citate tecniche posturali o perio-dicamente un buono e sano massaggio decontratturantepossono aiutarci a proseguire il nostro cammino. Riduciamoil sovrappeso, seguendo una corretta alimentazione.Evitiamo di superare la distanza critica, in cui può ripresen-tarsi il disturbo, nelle fasi di ripresa e/o quando siamo stan-chi. Cerchiamo di evitare, per quanto possibile, l'asfalto etutte le superfici rigide, vanno bene, invece, i fondi morbidi:erba, terra, etc. ed irregolari con un certo pendio per far la-vorare tutte le articolazioni ed i muscoli del cingolo pelvico.Se siamo impossibilitati ad uscire (maltempo e varie) e nonpossiamo fare a meno di allenarci, va bene il tapis roulant.Il retrorunning può essere un valido strumento preventivoe curativo, fa lavorare distretti muscolari, che non si met-tono sempre in gioco, procedendo in avanti, costringe amantenere la colonna eretta, fa lavorare maggiormente lebraccia, scarica ginocchia e quadricipiti facendo fletteremeno gli arti inferiori e poggiando prevalentemente sullapunta dei piedi. In tal modo si danno informazioni neuro-muscolari nuove al cervelletto. Un ottimo spunto per cam-minare guardando il mondo da un'altra prospettiva.

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InSALUTE

*Chinesiologo, dottore in scienze motorie

Con l’inizio dell’anno e la pianifica-zione del proprio personale calen-dario di gare e manifestazioni, si

deve seriamente pensare a come ge-stire tempi ed energie da dedicare agliallenamenti. Chi ha alle spalle ormaialcune stagioni di corsa e cammino nonavrà particolari difficoltà ad ottimizzarequesta gestione, mentre per i neofitil’inesperienza potrebbe portare a sceltenon sempre adeguate al livello di pre-parazione. Ma per tutti questo è il pe-riodo da dedicare al controllo di “motoree telaio”, specialmente se nella stagionescorsa gli infortuni hanno minato perqualche tempo l’integrità del nostro or-ganismo. Le posture alterate sono unelemento predisponente agli infortuni.Una spalla bassa, un bacino ruotato,una gamba corta falsa, una flessione delcapo, i piedi disarmonici, ecc… sonotutte condizioni che possono creare unosquilibrio meccanico.

Concetto di posturaLa postura indica la posizione del corporiferita ai rapporti tra le sue parti e tra ilcorpo in toto ed il mondo esterno. Rap-

presenta una situazione statica, una fo-tografia del corpo umano in un datomomento. In effetti al posturologo que-sto concetto di postura interessa poco,poiché lui si occupa del sistema tonicoposturale, ovvero delle regole neurofi-siologiche che regolano la postura. Mauna immagine di riferimento è comun-que necessaria per poter descrivere tuttele posture che differiscono da quella diriferimento e che coprono la gammache va dall’alterazione alla patologia.Con questo numero vorrei darvi deglielementi che vi consentano di effettuareun’autoanalisi della vostra postura, an-che nel caso in cui non foste a cono-scenza di concetti di biomeccanica emedicina.

La postura normale vista di lato (fig 1)e vista difronte (fig 2).Nella figura 3, solo la condizione Aviene considerata normale, mentrequattro sono gli squilibri statici princi-pali: B è determinato dal piede valgoche normalmente condiziona la prona-zione nella corsa, C dai piedi piatti, Ddai piedi a doppia componente, E dai

Il controllo di “motore etelaio” è la prima cosada fare quando si intendeavviare il propriocammino sportivo.Ecco le istruzioni percapire come siamo messi

InSALUTEdi Franziskus Vendrame*

Autoanalisi della posturaPer iniziare, bisogna sapere...

Figura 3

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InSALUTEVa considerato che tutte queste pertur-bazioni, realizzano un disturbo staticopiù o meno complesso, responsabiledelle ipertensioni articolari posteriori edelle ipersollecitazioni muscolo lega-mentose. La statica non è retta da mu-scoli isolati, ma da un insieme di mu-scoli: le catene muscolari posturali.Tutta la disfunzione o disarmonia diqueste catene avrà come conseguenzaun disturbo del tono di postura.In sintesi:

disturbi statici =sollecitazioni muscolari anomale

E queste sollecitazioni possono eserci-tarsi a differenti livelli: articolari, capsu-lari, osteolegamentosi, muscolari, ten-dinei, aponeurotici (fasce).È chiaro che se la nostra statica di basesi presenta sollecitata, abbiamo mag-giori possibilità di infortunarci quandoandiamo a correre rispetto a chi ha unastatica normale. Va considerato che il90% delle persone ha una statica di-sturbata. È ovvio che la posturologianon si riduce a queste semplici osser-vazioni, ma se ci prendiamo 10 minutiper guardarci allo specchio, possiamocominciare a capire la nostra postura.Una consapevolezza che può aiutarci apianificare l’allenamento o magari a sce-gliere meglio le scarpe o ancora, a “sen-tirci” quando corriamo. Una postura nonequilibrata va sempre corretta: il vostrospirito trail vi ringrazierà perché cosìavrete modo di partecipare alla garadell’anno nella maniera migliore, al-meno dal punto di vista telaistico!

piedi vari che determinano la supina-zione nella corsa.I principali disturbi posturali visti difronte si possono individuare guardan-dosi allo specchio (fig 4). Normalmentela spalla bassa corrisponde alla latera-lità, la destra per i destrimani e la sini-stra per i mancini. Se il bacino è piùbasso dal lato della spalla bassa, il re-cettore posturale sregolato è l’occhio,quando invece il bacino è più basso dallato della spalla alta la causa è da ri-cercare principalmente nell’appoggiodei piedi.L’altra visione importante è certamentesul piano trasversale. Se potessimo ve-derci dall’alto avremmo modo di capirecome siamo ruotati. Le principali si-tuazioni sono intuibili osservando le fi-gure 5 e 6.

Figura 1 Figura 2

Figura 4

Figura 5

Figura 6

Va considerato che il 90 per cento delle persone ha unastatica disturbata. Una consapevolezza che può aiutare a pianificarel’allenamento

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9 GIUGNO - FOSSANO (CN)

3a STAFFETTA 12 ORE DEGLI ACAJAÈ in programma a Fossano la 3a edizione della Staffetta di Fitwalkingorganizzata dal Gruppo di Fitwalking dell’Avis Atletica Fossano 75CRF. La prova in pista è riservata a squadre di 12 fitwalkers che per-correranno un’ora ciascuno. È possibile iscrivere squadre anche conun numero inferiore di iscritti (minimo 8), verranno integrate con gliiscritti individuali. La staffetta avrà inizio alle 8 e termine alle 20 e sisvolgerà presso la pista di atletica in Viale della Repubblica. Il rica-vato della manifestazione sarà devoluto ad associazioni di volontariatodel fossanese. Per informazioni ed iscrizioni: [email protected] [email protected]

23 GIUGNO - CUNEO - SPINETTA

1° FITWALKING DELLE FRAZIONIPrima edizione del Fitwalking delle Frazioni di Cuneo organizzato dal-l’A.s.d. Stella Polare con il patrocinio del Comune di Cuneo, eventoa passo di Fitwalking che vedrà coinvolte le frazioni del comune diCuneo. Le cinque frazioni di Cuneo ospiteranno a turno la camminatache diventerà un appuntamento fisso del calendario eventi.Le prime frazioni coinvolte saranno Borgo San Giuseppe, Roata Ca-nale e Spinetta sede della partenza e dell'arrivo. Quanto raccolto dalleiscrizioni sarà devoluto alla frazione che parteciperà più numerosa. Ilcosto dell’iscrizione è di € 7,00 è possibile iscriversi il giorno dellamanifestazione sino a mezz’ora prima della partenza. Per informazioni: Asd Stella Polare 0171.631954

24 GIUGNO - MORETTA (CN)

FITWALKING DI MORETTAIn occasione della ricorrenza di San Giovanni si terrà il “Fitwalking diMoretta”. Ritrovo alle ore 18,00 presso la Pista di Atletica in Via For-nace 3, partenza alle ore 19,30, percorso 8 Km. Costo dell'iscrizione€ 5,00 è possibile pre-iscriversi oppure iscriversi in loco fino a 15minuti prima della partenza. Per informazioni ed iscrizioni: [email protected] - 0172.93547

30 GIUGNO - PISTOIA - SAN MARCELLO

ABETONE SEZ. FITWALKING DELLA PISTOIA - ABETONEPer gli amanti della camminata sportiva e del Fitwalking viene ri-proposta la sezione non competitiva dedicata al Fitwalking alla Pi-stoia Abetone. La prova parte da San Marcello per arrivare dopo 20Km di percorso suggestivo nel verde in Piazza delle Piramidi ad Abe-tone. Il ritrovo è previsto a San Marcello alle ore 8,00 e la partenzaalle 9,00. È possibile iscriversi entro il 23 giugno al costo di € 7,00(dopo il costo è di € 10,00) scaricando la scheda d’iscrizione sul sitodella manifestazione www.pistoia-abetone.net. Per informazioni: 0573.34761 - [email protected]

12 LUGLIO - TORRE SAN GIORGIO (CN)

TORRE CHE CORRE E CHE CAMMINATerza edizione per la manifestazione preserale proposta dall’Asd Li-bertas San Giorgio dedicata alla corsa e al Fitwalking.Ritrovo a Torre San Giorgio in Piazza Umberto II, partenza alle ore19,30 per affrontare il percorso di 7,5 Km che si snoda nella cam-pagna circostante. È possibile pre-iscriversi oppure iscriversi diretta-mente prima della partenza al costo di € 5,00. Al termine dellamanifestazione si terrà il pasta party, costo € 8,00. Per informazioni: Valter Pennicino 333.8944154.

14 LUGLIO - BECETTO SAMPEYRE (CN)

2° FITWALKING SENZA FRONTIERESeconda edizione per la manifestazione a passo di cammino de-dicata al progetto Nepal “Mario Vallesi” a cui sarà devoluto l’in-tero ricavato. Ritrovo alle 9 a Becetto, partenza alle ore 9,30,due i percorsi a disposizione uno di 6 Km e l’altro di 12 Km.Costo dell’iscrizione € 5,00 (pacco gara per i primi 150 iscritti),è possibile pre-iscriversi presso i punti iscrizione istituiti sul ter-ritorio oppure prima della partenza. Al termine della manifesta-zione , alle ore 13,00 polenta party: polenta, formaggi, salsicciae una bevanda al costo di € 7,00 (€ 5 per i bambini). Per informazioni: [email protected] - 348.6497875.

SEGNALIAMO QUESTE MANIFESTAZIONI CHE HANNO UNA SEZIONE DEDICATA COMPLETAMENTE ALFITWALKING. COLLEGANDOSI COL SITO UFFICIALEDEL FITWALKING SARÀ POSSIBILE DI VOLTA IN VOLTASCOPRIRE ALTRE MANIFESTAZIONI DEDICATE A QUESTA SPECIALITÀ

WWW.FITWALKING.IT

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Giugno Luglio 2013 / camminare 62

21 LUGLIO - REVELLO (CN)

5° FITWALKING DELLA SAGRA DELLA PESCAIn occasione della Sagra della Pesca di Revello verrà nuovamenteproposto l’appuntamento con il Fitwalking. Il ritrovo è fissato alle8,30 e la partenza alle 9,00. Due i percorsi a disposizione tra lecampagne ed i frutteti revellesi uno più breve di 7 Km ed uno di 15Km. Il costo dell’iscrizione è di € 5,00 per gli adulti e di € 2,00 peri bambini sino a 10 anni, pacco gara per i primi 150 iscritti e buf-fet all’arrivo. È possibile iscriversi prima della partenza. Per informazioni: Palestra Tempio del Fitness 0175.257900.

21 LUGLIO - LANZO (TO)

GIRONZOLANZO6° edizione per la Gironzolanzo manifestazione a passo di camminocaratterizzata dall’aspetto solidale. Tre i percorsi a disposizione 5 -10 e 15 Km che possono essere percorsi anche in compagnia delproprio cane. Il costo dell’iscrizione è di e 6,00. Per informazioni: www.casadelcammino.it - [email protected]

28 LUGLIO - CANTOGNO (TO)

1° FITWALKING DI CANTOGNOPrima edizione per questa manifestazione dedicata ai fitwalkers conpartenza ed arrivo a Cantogno. Ritrovo alle ore 8,00 nell’area dellafesta del paese, partenza alle ore 9,00, percorso di 10 Km circa.Costo dell’iscrizione € 5,00 è possibile iscriversi prima della par-tenza. Al termine della manifestazione possibilità di pranzare ad unprezzo agevolato. Per informazioni: Daniela 334.8932100

4 AGOSTO - CERESOLE REALE (TO)

3a MARATONA DEL LAGOAppuntamento con il cammino lungo le rive del lago di CeresoleReale, 4 percorsi a disposizione 7,5 - 15 - 30 - 42 Km. Per informazioni ed iscrizioni: www.casadelcammino.it [email protected]

1° SETTEMBRE - CARDÈ (CN)

FITWALKING TRA LE CASCINEViene nuovamente proposto a Cardè il Fitwalking tra le cascine or-ganizzato dalla Proloco, due i percorsi a disposizione uno di 7,5 eduno di 15,5 Km. Ritrovo alle ore 9,00 da Piazza del Municipio. Per informazioni: Stefano 0172.90168 - Mario 333.8541135.

8 SETTEMBRE - ARENZANO (GE)

MARCIA MARE E MONTIAppuntamento tradizionale con il Fitwalking alla Marcia Mare e Montidi Arenzano, unica tappa italiana del circuito internazionale MarchingLeague. Nella giornata di domenica sarà possibile partecipare allasezione Fitwalking con partenza e percorso dedicati. Per informazioni: www.maremontiarenzano.org

15 SETTEMBRE - ALBA (CN)

CORRI SOTTO LE TORRI - SEZ. FITWALKINGL’Authorized Fitwalking Center Triangolo Sport anche quest’anno ge-stirà la sezione Fitwalking della Corri Sotto le Torri. La partenza è fissataalle ore 10,00 da Piazza Garibaldi, l’arrivo è in Piazza Duomo dopo 8Km oppure 4 Km. È possibile iscriversi in loco prima della partenza. Per informazioni: www.triangolosport.it - [email protected]

Giugno Luglio 2013 /camminare 63

Becetto (Sampeyre)14 luglio 2013

fitwalking nordic walking camminata a passo liberolibero agli amici a quattro zampe

due percorsi di 6 e 12 kmcon 3 punti ristoro

Ritrovo ore 9

Partenza ore 9,30iscrizione € 5,00pacco gara ai primi 150 iscrittie varie premiazioni

Ore 13

Polenta party

L’intero ricavato sarà devoluto al progetto NEPAL “Mario Vallesi”

Info: Silvia Perona 348.6497875 [email protected]