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Provincia di Perugia Sulle orme di Ignazio Danti nella Perugia del ‘500 Istituto Tecnico Industriale Statale “Alessandro Volta”

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Provincia di Perugia

Sulle orme di

Ignazio Dantinella Perugia del ‘500

Istituto TecnicoIndustriale Statale“Alessandro Volta”

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Ignazio Danti

La Famiglia Danti

Pier Vincenzo Danti (Perugia ? - 1512) nonno di IgnazioOrafo, matematico, astronomo, letterato, autore dell’Astrolabiodell’Università di Perugia, traduttore e commentatore del Trat-tato della Sfera del Sacrobosco.

Giovan Battista Danti (Perugia 1478 - Venezia 1517) - fratello del nonno di Ignazio Matematico, ingegnere, architetto militare, inventore di un para-cadute, con cui si gettò da una torre di Perugia, e di una mac-china per volare ad ali battenti, chiamata “ornitottero” che avreb-be sperimentato sul Trasimeno.

Giulio Danti (Perugia 1500 - 1575) - padre di IgnazioOrafo e architetto, iscritto alla matricola dell’arte degli orafi nel1525. Collaborò con Antonio da Sangallo alla costruzione dellaRocca Paolina; numerose commissioni gli vennero affidate daiPriori e dal Collegio della Mercanzia. Nel 1555 fu eletto Priore.A lui sono attribuite le facciate della ex Chiesa di S. Isidoro inPiazza della Repubblica e quella della Madonna della Luce inVia dei Priori.

Teodora Danti (Perugia 1498 - 1573) - sorella di Giulio, zia di IgnazioApprezzata pittrice della scuola del Perugino, poetessa e mate-matica.

Vincenzo Danti (Perugia 1530 - 1576) - fratello di IgnazioScultore, architetto e autore di trattati. Nel 1557 fu a Firenze alservizio dei Medici e per un certo periodo di tempo anche inSpagna. Scrisse un trattato “Delle Perfette Proporzioni, Firenze1567”. Autore della statua di Giulio III davanti al Duomo di Perugia.Progettò insieme a Bino Sozi la Chiesa della Confraternita dellaMorte. Nel 1573 donò alla costituenda Accademia del Disegnodi Perugia i quattro gessi michelangioleschi dell’ Aurora, delCrepuscolo, del Giorno e della Notte, fu uno dei primi importan-ti sostenitori della nuova istituzione.

Girolamo Danti (Perugia 1547- 1580) - fratello di IgnazioPittore, iscritto all’arte degli orafi nel 1575, lavorò con il fratelloIgnazio nella decorazione dei Palazzi Vaticani. Autore degliaffreschi della sagrestia di San Pietro a Perugia (Storie di SanPietro e San Paolo), e di una Pala commissionata dal Collegiodi Pietra e Legname, oggi al Museo Capitolare.

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La vita di Egnatio Danti

Ignazio Danti

Egnatio Danti nacque nel 1536 a Perugia; fubattezzato il 29 aprile con il nome di CarloPellegrino nella chiesa di S. Domenico.Cambiò il nome in Egnatio il 7 marzo 1555,quando entrò nell’ordine Domenicano. Natonella famiglia dei Rinaldi (secondo alcuni testiRanaldi), per tradizione importanti orafi ed

architetti, Egnatio utilizzò solo in alcune sue stampe il cognomeoriginale della famiglia, preferendo il soprannome Danti (daDante Alighieri) con cui essa veniva indicata per lo spessoreculturale della maggior parte dei suoi componenti. Fu introdot-to allo studio delle Scienze ed avviato nella sua crescita cultu-rale principalmente da tre familiari: dal padre Giulio, da cuiapprese il disegno e lo studio degli strumenti di misurazione;dal nonno Pier Vincenzo, che gli insegnò la costruzione di varistrumenti meccanici; dalla zia Teodora, studiosa d’astronomia,che lo istruì nella matematica e nella geometria. Durante i primianni della sua giovinezza lavorò presso la bottega di orafo delpadre, nella quale affinò le sue conoscenze di meccanica e didisegno e perfezionò le sue abilità nella costruzione di stru-menti di vario tipo. Tra il 1562 ed il 1575 fu a Firenze, presso lacorte dei Medici, per insegnare matematica e discipline scienti-fiche ai figli di Cosimo e per eseguire dipinti cartografici, delleregioni del mondo allora conosciuto, sui pannelli del guardaro-ba di Palazzo Vecchio.

Delle cinquantatre cartelle (quattordici raffiguranti regionidell’Europa, undici dell’Africa, quattordici dell’Asia ed altrettan-te dell’America), trentacinque furono realizzate da Danti, che lecorredò di didascalie recanti le indicazioni della graduazione edil rapporto scalare di rappresentazione. Questi dipinti sonogiunti fino a noi ben conservati poiché, durante il periodo in cuiFirenze fu capitale d’Italia, Vittorio Emanuele II, non apprezzan-do l’opera, fece ricoprire le cartelle con pennellature posticce.Quando nel 1566 papa Pio V acquistò un’ampia area di terre-no fuori le mura di Bosco Marengo (vicino ad Alessandria), suacittà natale, per erigervi un convento domenicano, Danti fuchiamato a realizzare il progetto dell’annessa chiesa di S.Croce. Tornato a Firenze, Cosimo I lo indicò come insegnante

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Ignazio Danti

per la cattedra di matema-tica a Pisa a partire dalnovembre 1571 e, semprein quell’anno, chiese perlui all’ordine dei Dome-nicani il permesso di vive-re presso il convento di S.Maria Novella a Firenze.Nel 1572 costruì per lafacciata della chiesa an-nessa al convento un quadrante marmoreo con otto orologisolari, cui aggiunse nel 1574 un’armilla equinoziale, per deter-minare esattamente l’equinozio primaverile e misurare con pre-cisione l’anno astronomico. Grazie ai suoi calcoli, rilevò unerrore di 11 giorni nel calendario: l’equinozio di primavera, infat-ti cadeva l’11 marzo e non il 22. Da quel momento egli diventòuna figura di riferimento importante per la riforma del calenda-rio. Quando Cosimo morì, Danti stava lavorando ad un impor-tante progetto: la realizzazione del collegamento di Firenze siaal mare Tirreno che al mare Adriatico, tramite un canale conchiuse, laghi artificiali e perforazioni sotto l’Appennino. Il pro-getto fu definitivamente abbandonato, quando nel 1575Francesco I, figlio di Cosimo, che non gradiva la presenza acorte di Egnatio, chiese al padre generale dei domenicani diallontanarlo da Firenze: il 22 gennaio 1576 Danti lasciò così lacittà per trasferirsi a Bologna.A Stefano Monsignori fu affidato il compito di portare a terminel’opera pittorica iniziata dal Danti sui pannelli del guardaroba dicorte. A Firenze, inoltre, egli lasciò molti dei suoi strumenti: dueastrolabi, costruiti per Cosimo I e per il cardinale Ferdinando,che si trovano ancora oggi presso l’Istituto e Museo di Storiadella Scienza; mappamondi di varie grandezze e il suo primoanemoscopio verticale, custodito nella Villa delle Rose. Il 28 novembre 1576, a Bologna, ottenne la cattedra di mate-matica per le classes pomeridianae; l’incarico, della durata di 4anni, prevedeva l’insegnamento della sfera di Sacrobosco,della teoria dei pianeti, dell’astronomia di Tolomeo e di quella diEuclide. Durante il suo soggiorno a Bologna costruì altri ane-moscopi verticali che vennero installati nel cortile del palazzoarcivescovile per il cardinale Paleotti; nel giardino di LorenzoCosta; nella villa Bianchetti ad Ozzano e nel chiostro del con-

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Ignazio Danti

vento di S. Domenico, dove egli dimorava e dove si trova ancora.Nella chiesa dello stesso convento costruì anche la cappelladelle reliquie, andata distrutta, ed uno gnomone in S. Petronio,sostituito successivamente dalla meridiana di Cassini.Nel 1577, un anno dopo la morte del fratello Vincenzo, tornò aPerugia, dove realizzò due anemoscopi: uno per il palazzo deiSignori e uno per la villa Ghislieri. Redasse, su sollecitazionedello stesso Ghislieri, governatore pontificio, la corografia delcontado perugino e della città, rilevando le misure angolari,necessarie per la costruzione delle carte corografiche e topo-grafiche, con il Radio latino, strumento da lui stesso costruito.

Nel 1580, su richiesta di Papa Gregorio XIII, si recò a Romacome cosmografo e matematico pontificio per collaborare allariforma del calendario e per progettare la decorazione dellalunga galleria nel braccio occidentale del Belvedere Vaticano,detta poi delle Carte geografiche. Per la Galleria, oggi compre-sa nei Musei Vaticani, disegnò i cartoni delle 40 carte geografi-che rappresentanti regioni, città e possedimenti italiani, succes-sivamente affrescate da vari pittori. Nel 1583 fu accolto tra imembri dell’Accademia di S. Luca a Roma e, l’11 novembredello stesso anno, Papa Gregorio XIII lo nominò vescovo diAlatri, carica che era da alcuni giorni vacante. Quando glivenne conferita la nomina, Danti stava collaborando conGiovanni Fontana alla riparazione del porto di Claudio pressoFiumicino e nel 1586 fu da questi richiamato per sovraintende-re alle opere di traslazione dell’obelisco vaticano, che dovevarisultare in asse con la basi-lica: utilizzandolo come unognomone segnò alla suabase solstizi, equinozi e larosa dei venti. Sulla via delritorno ad Alatri, aValmontone, si ammalò dipolmonite e il 19 ottobre1586 morì: fu sepolto nellacappella della Madonna del Suffragio, nella chiesa di S. Paoloin Alatri. Un suo ritratto appare nel monumento a Gregorio XIIIin S. Pietro al Vaticano. Lasciò al nipote Giulio le carte di fami-glia, i suoi libri (tra cui forse un commento incompiuto suVitruvio) e tutti i suoi averi.

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Alcune importanti opere di Egnatio Danti

- La prospettiva di Euclide… Tradotta dal R. P. M. EgnatioDanti Cosmografo del serenissimo Gran Duca di Toscana…Insieme con la prospettiva di Eliodoro Larisseo cavata dallaLibreria Vaticana e tradotta dal medesimo, nuovamentedata in luce, Firenze, 1573;

- Trattato dell’uso della sfera, Firenze, 1573;

- Le scienze matematiche ridotte in tavole dal Rev. P. MaestroEgnazio Danti pubblico professore di esse nello Studio diBologna, Bologna, 1577;

- Anemographia M. Egnatii Dantis Mathematicarum ariston inalmo Bononiensi Gymnasio Professoris in Anemoscopiumverticale instrumentum ostensorem ventorums. His acces-sis ipsius instrumenti constructio..., 1578;

- Trattato del Radio latino inventati dall’Ill.mo et Ecc.moSignor Latino Orsini con i commenti del R. P. Egnatio Danti,Roma, 1583.

Tratto da: Personaggi e Astronomia: Scienziati umbri - Volume I;2003A cura di: Marta Cistellini, Sara Grasselli, Elisa Mascioli (StarLab I.T.I.S “A. Volta” Piscille - Perugia)

Ignazio Danti

Lapide nel Chiostro di San Fiorenzo

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Itinerario1. Rocca Paolina - Piazza Italia

Dal parcheggio di PiazzaPartigiani, bus-terminal re-gionale ed interregionale,si prende la scala mobileche in breve tempo portaal centro storico, attra-versando la RoccaPaolina.

La Rocca Paolina fucostruita quando Ignazioera ancora bambino, ecioè tra il 1540 e il 1543,per volere di Papa PaoloIII che, in seguito allaguerra del Sale, volle pu-nire la rivolta della popo-lazione perugina controuna tassa sul sale impo-sta dallo Stato Pontificio.Per erigere questa poderosa fortezza militare, progettata daAntonio da Sangallo e alla cui costruzione collaboraronoGiulio Danti padre di Ignazio e l’architetto perugino GaleazzoAlessi, fu raso al suolo un intero quartiere della città medieva-le privandolo dei centri di vita privata e collettiva quali case,strade, piazze, chiese, torri, oltre alle case della Signoria deiBaglioni che racchiudevano grandi ricchezze ed opere d’arte.Lo spazio occupato dalla rocca incise complessivamente sugran parte dell’assetto urbanistico medievale, ma ancor più checome manufatto, il rilievo assunto dalla fortezza fu quello di

simbolo del dominio papale sulla città,destinato a durare per tre secoli, privan-do Perugia dell’autonomia di cui di fattoaveva goduto fino ad allora.

La Rocca Paolina

La Rocca Paolinaal tempo di Ignazio Danti

Itinerario

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Itinerario

La rocca fu distrutta dai perugini stessi, dopo la liberazionedella città da parte delle truppe piemontesi di Vittorio EmanueleII nel 1860. Quello che ne resta sono i sotterranei che fannoriemergere l’antica città medievale.

Attraverso l’ultima rampa della scala mobile si accede a PiazzaItalia, sorta dopo l’abbattimento della rocca, e circondata daeleganti palazzi, per la maggior parte ottocenteschi. Da sinistrain senso antiorario il Palazzo della Banca d’Italia dell’architettoArienti, Palazzo Donini del sec. XVIII, oggi sede della GiuntaRegionale, Palazzo Cesaroni del sec. XIX, oggi sede delConsiglio Regionale, Palazzo Calderini, che prende il nomedell’architetto progettista, primo condominio della città, e ilPalazzo della Provincia, sede della Prefettura e della Ammi-nistrazione Provinciale.

Quest’ultimo fu realizzato nel 1870 dall’architetto milaneseAlessandro Arienti, che dal 1865 per ben 30 anni ha prestato lasua opera per dare un nuovo volto alla città di Perugia, dopo300 anni di dominio pontificio. Nella prestigiosa Sala deiRicevimenti della Prefettura, sono rappresentati in sei arazzidel pittore perugino Domenico Bruschi (1874) gli uomini più illu-stri della città che nel corso dei secoli si sono distinti nel campodelle armi, delle scienze, delle lettere e delle arti. Nell’arazzodegli Uomini delle Lettere spicca, fra legisti, poeti e letterati, lafigura di Ignazio Danti, ben riconoscibile perché vestito dafrate domenicano, con delle carte geografiche in mano.

Arazzo degli Uomini delle Lettere, Sala dei Ricevimenti della Prefettura

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Itinerario

2. Piazza della Repubblica Corso Vannucci

Imboccando il Corso Vannucci, asse principale della viabilitàcittadina fin dal tempo di etruschi e romani, ci dirigiamo versola vicina Piazza della Repubblica.

Sulla nostra destra vediamo,inglobata in un edificio moder-no adibito a negozio, la faccia-ta cinquecentesca dell’anticachiesa di Sant’Isidoro, attri-buita al padre di Ignazio, l’ar-chitetto Giulio Danti. Dellachiesa, che aveva origini due-centesche, non rimane piùnulla.

Si prosegue per il Corso versoil centro. Questa arteria princi-pale della città rende omaggioal pittore Pietro Vannucci,detto Il Perugino (1450-1523),maggior esponente del Rinascimento in Umbria. Il suo capola-voro sono gli affreschi del Nobile Collegio del Cambio (ingres-so più avanti a sinistra lungo il Corso); anche la GalleriaNazionale dell’Umbria (ingresso dal portale principale delPalazzo dei Priori), conserva numerose sue opere.

Alcune traverse laterali, come Via Mazzini e Via Calderini, checollegano il Corso con la parallela Via Baglioni e PiazzaMatteotti, sono il risultato di interventi urbanistici avvenuti nellaseconda metà del ‘500. Via Mazzini fu creata alcuni anni dopola costruzione della Rocca Paolina dall’architetto peruginoGaleazzo Alessi, che disegnò anche la facciata della chiesa diSanta Maria del Popolo (1547), a metà strada a destra, orasede della Borsa Merci. Via Calderini fu realizzata per voleredel Cardinale Domenico Pinelli alla fine dell’500 ad opera del-l’architetto Valentino Martelli.In questi nuovi spazi cittadini si insediano a partire della fine del‘500 le grandi famiglie patrizie, trasferendosi dalle loro pro-prietà rurali extra urbane nel centro della città. Ovunque sorgo-no palazzi nobiliari, alcuni costruiti ex novo, mentre altri sonoristrutturazioni di antiche sedi di vita artigiana e mercantile.

Ex Chiesa di S. Isidoro

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Itinerario

3. Piazza IV Novembre - Piazza Danti

Si arriva in piazza IV Novembre, una volta chiamata PiazzaGrande. In mezzo alla piazza splende la Fontana Maggiore,opera scultorea di Nicola e Giovanni Pisano (1278), mentre ailati si affacciano gli edifici del potere politico e religioso: da unaparte il Palazzo dei Priori, sede del Comune di Perugia e dellaGalleria Nazionale dell’Umbria, dall’altra parte il Palazzo delVescovado già Palazzo del Podestà, e il Duomo dedicato a SanLorenzo. Quest’ultimo è preceduto da una larga scalinata dallaquale domina da un alto piedistallo la Statua in bronzo diGiulio III.

E’ opera giovanile dello scultore, orafo ed architetto VincenzoDanti (1530 - 1576) fratello di Ignazio, artista in seguito moltoapprezzato a Firenze. L’opera fu commissionata dal Comune,che volle così dimostrare la sua gratitudine al Pontefice cheaveva restituito le magistrature civiche soppresse da Paolo IIIdurante la Guerra del Sale. E’ un pregevole esempio di sculturamanierista; i minuziosi dettagli della tiara e del mantello dimo-strano una grande abilità da orafo. In origine il monumento si tro-vava dall’altro lato della Cattedrale, nell’attigua piazza Danti,dedicata non soltanto allo scultore Vincenzo, ma a tutta la fami-glia Danti. La scultura fu spostata nel 1899 per fare spazio alla

rete del tram. VincenzoDanti ebbe anche il compi-to di riportare l’acqua allaFontana Maggiore, compitoche assolse consultandotra l’altro il matematico pe-rugino Girolamo Bigazziniche fu, ai suoi tempi, detto“Principe de’ Matematici” e“lume di tutta l’Italia nellespeculative Scientie Mate-matiche”. La Cattedrale di SanLorenzo, maestoso edificiogotico del ‘400, presenta unportale sulla fiancata latera-le del ‘500 disegnato daGaleazzo Alessi, sopra ilquale è una grande nicchia

Piazza IV Novembre

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Itinerario

con il Crocefisso, co-siddetto “del Sale”posto lì dai peruginidurante la Guerra delSale, quando affidaro-no la salvezza dellaloro città al Cristo. All’interno numeroseopere del ‘500: nellaCappella di San Ber-nardino a destra del-l’ingresso una dramma-tica “Deposizione dellaCroce” (1569) del pittoreurbinate Federico Ba-rocci, mentre la vetra-ta con la predicazionedi San Bernardino(1565) è di Jacopo Ro-sato e Arrigo Fiam-mingo. Le statue di angeli evirtù cristiane della mano di Vincenzo Danti, che una volta si tro-vavano all’interno della cappella, sono andate perdute. Altre opere di autori del tempo di Ignazio sono “Il Martirio di SanSebastiano” di Orazio Alfani, e gli affreschi della sacrestia “Fattidella vita di San Lorenzo” (1573-76) di Giovanni AntonioPandolfi. E’ interessante osservare nella Cappella del Gonfa-lone, nella navata sinistra, lo Stendardo dipinto da Berto diGiovanni nel 1526 in occasione di una pestilenza: è una detta-gliatissima “fotografia” di Perugia prima della costruzione dellaRocca Paolina. Dal chiostro cinquecentesco della cattedrale si accede al MuseoCapitolare che custodisce una notevole collezione di codici,arredi liturgici, sculture e dipinti, fra cui la Pala di Sant’Onofrio diLuca Signorelli (1484) e una Pala d’altare eseguita dal pittoreGirolamo Danti, fratello minore di Ignazio.

Statua in bronzo di Giulio III

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Itinerario

4. Chiesa dell’Angelo della PaceAccademia del Disegno

Da Piazza Danti si imbocca Via del Sole, e poi Via delle Prome,per salire al quartiere Porta Sole, il più alto della città (493 slm),dove si può godere di un bellissimo panorama verso nord-nord-est, dal rione di Porta Sant’Angelo alle cime del-l’Appennino Umbro-Toscano. Il campanile visibile sulla destraappartiene alla chiesa di Santa Maria Nuova ed è attribuito aGaleazzo Alessi.

L’ultimo edificio sulla sinistra, prima delle scalette che scendo-no lungo le mura Etrusche verso l’Arco Etrusco e l’Universitàdegli Stranieri, è la Chiesa dell’Angelo della Pace. Fu costrui-to verso la metà del ‘500, forse su progetto di Galeazzo Alessi,come loggiato, e con la chiusura degli archi divenne chiesadedicata all’Angelo della Pace, dopo che Paolo III, al terminedella guerra del Sale aveva costretto con la forza i Perugini allapace. A sinistra della chie-setta si trova un edi-ficio con un piccoloportale manierista,che ospitò fino al1812 l’Accademiadel Disegno, l’attua-le Accademia delleBelli Arti. L’Accademia del Di-segno fu fondata nel1573 dal p i t toreOrazio Alfani e dal-l’architetto e scultoreBino Sozi, e trovòcome principali so-stenitori i fratelli Vin-cenzo e Ignazio Danti,entrambi membri del-l’Accademia del Dise-gno di Firenze.In concomitanza del-

Ingresso dell’Accademia del Disegno

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Itinerario

l’istituzione del-l ’Accademia delDisegno fu proprioVincenzo Danti adonare, a scopi di-dattici, i gessi ori-ginali delle statuemichelangiolescheraffiguranti Il Gior-no, La Notte, Il Cre-puscolo, e l’Auro-ra, che costituironoil primo nucleo della Gipsoteca, ora ubicata nel complesso del-l’ex-convento di San Francesco al Prato. Di fronte è il seicentesco Palazzo Conestabile della Staffa, cheospita dal 1969 la Biblioteca comunale Augusta, con un fondodonato nel 1581 dal bibliofilo e libraio Prospero Podiani, con-temporaneo di Ignazio Danti.

Panorama da Porta Sole con il campanile della Chiesa S. Maria Nuova

Particolare della Chiesa dell’Angelo della Pace

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Itinerario

5. Piazza Michelotti - Piazza Piccinino

Si sale quindi a Piazza Michelotti, una volta uno dei luoghi piùsignorili della città, dove si affacciano alcuni edifici antichi fracui il Palazzo Veracchi Crispolti, al n. 1, con un bel portalemanieristico, e al n. 5 il Palazzo Cesarei, entrambi del ‘500. A sinistra del Palazzo Cesarei si prende Via Mattioli, coperta dauna volta a botte, per scendere poi le scalette di Via Cesareiche conducono in Piazza Piccinino, al centro della quale è ilPozzo Sorbello, o Pozzo Etrusco, interessante opera idraulicaetrusca di una profondità di 37 metri (per la visita al n. 18 diPiazza Danti).

L’impianto della anticapiazza medievale subìuna profonda trasforma-zione nella seconda metàdel ‘500: a seguito deiprogrammi urbanistici delCardinale Crispo, furonoabbattuti numerosi edificiper allargare la piazza,per fare posto alla Chiesadella Compagnia dellaMorte, costruita dal 1575al 1603 su progetto diVincenzo Danti e BinoSozi. La severa facciatapresenta un bel portalemanierata del 1606. La Compagnia della Mo-rte fu uno dei numerosis-simi ordini religiosi che sistabilirono a Perugia conl’intento di consolidare la presenza del clero in città dopo l’in-surrezione popolare della Guerra del Sale. La confraternita sioccupava di dare degna sepoltura ai morti poveri.

Si progesue per pochi metri verso sinistra, in Via Bontempi,dove è l’ingresso laterale della chiesa e da dove si accede allasede della confraternita tutt’ora attiva. Imboccando la suggesti-va Via Volte della Pace, strada medievale coperta da volte, siarriva in Piazza Matteotti.

Chiesa della Compagnia della Morte

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Itinerario

6. Piazza Matteotti

Prima di proseguire ver-so il centro della piazza,è possibile fare una pic-cola deviazione a sinistraper Via Alessi, dedicataal grande architetto peru-gino Galeazzo Alessi,allievo di Giulio Danti,contemporaneo di IgnazioDanti.

Scendendo imbocchia-mo a sinistra Via Carto-lari, dove al n. 7 è la suacasa natale con una lapi-de che recita: “... Architetto perugino ilquale di splendidi edifizimolte città d’Italia ornate venne in gran fama...”La tomba di Galeazzo Alessi si trova poco più avanti nellaChiesa di San Fiorenzo. Nel chiostro dell’annesso convento,una volta sede della Scuola Normale Maschile “Ignazio Danti”una lapide ricorda “la varia coltura scientifica e artistica... e labontà d’insegnamento” di Ignazio Danti.

Ritornati in Piazza Matteotti ritroviamo sulla nostra sinistra laChiesa del Gesù, costruita verso la metà del ‘500 dall’ordinedei Gesuiti.Questo ordine, fondato nel 1534 da Ignazio di Loyola, si espan-se rapidamente in tutta Europa, e fu un importante strumentodello Stato Pontificio per divulgare il pensiero della Controrifor-ma.

Più avanti, sempre sullo stesso lato, dopo il Palazzo delCapitano del Popolo (1473-81), oggi sede del Tribunale, conbellissimo portale con statua della Giustizia, troviamo l’anticoedificio dello Studio Generale o Università Vecchia (1467-1476), dove Ignazio Danti seguì gli studi universitari. Vanto dell’Università perugina sono gli insegnamenti giuridici

Chiesa del Gesù

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Itinerario

che anche nel Cinquecento hanno buona reputazione con inse-gnanti quali Giovan Paolo Lancellotti, Marcantonio Eugeni,Rinaldo Rinolfi, maestri di Alberico Gentili che, addottoratosinel 1582 a Perugia e diventato Regius Professor of Civil Law aOxford, pubblicherà nel 1598 il “De Iuri Belli” considerata operabasilare nella genesi della scienza del diritto internazionale.

Sono di questa epoca l’emergere di interessi naturalistici ebotanici, con l’istituzione di una cattedra dei semplici, e l’intro-duzione dell’anatomiatra la fine del secolo el’inizio del successivo;per gli insegnamentidella filosofia si ricordaTaddeo Guidelli, figu-ra di rilievo al Conciliodi Trento, mentre l’in-segnamento dellamatematica fino al1510 ebbe in LucaPacioli l’esponente dimaggior rilievo.Al di fuori dell’univer-sità il dibattito culturalesi arricchisce con la fio-ritura di accademiequali l’Accademia let-teraria degli Insensatifondata nel 1561, della quale fecero parte Cesare Caporali,Sforza Oddi, Filippo Alberti, Francesco Angeloni e CesareCrispolti autore della “Raccolta delle cose segnalate” pubbli-cata nel 1597 e considerata la più antica guida di Perugia. IlCrispolti partecipò attivamente anche all’attività dell’ Acca-demia musicale degli Unisoni, fondata nello stesso anno, il1561, di cui fecero parte tra gli altri l’architetto e matematicoRaffaello Sozi, il matematico Girolamo Bigazzini ed il musicistaVincenzo Cossa, maestro di cappella nella Cattedrale di S.Lorenzo.L’Università perugina rimase qui fino al 1811, l’edificio ospitaoggi la Corte d’Appello.

Piazza Matteotti - Università Vecchia

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7. Corso CavourChiesa di S. Domenico

In fondo a Piazza Matteotti prendiamo Via Oberdan, ove si tro-vava in origine la sede dell’Ospedale di Santa Maria dellaMisericordia, con l’omonima chiesa, oggi sede di esposizionitemporanee, come testimoniano i numerosi stemmi ancora visi-bili lungo tutto l’asso viario. Si scende poi per le Scalette diSant’Ercolano, ove sulla destra è la Chiesa dedicata aSant’Ercolano, uno dei santi patroni di Perugia, con doppiascalinata aggiunta nel ‘600. Si raggiunge Corso Cavour, e siprosegue verso sinistra. Dopo aver incrociato Via XIVSettembre, ai Tre Archi, giunti in Piazza Giordano Bruno, trovia-mo la imponente Chiesa di San Domenico, con l’annessoconvento, sede dell’Archivio di Stato e del Museo Archeologicodell’Umbria.

Il convento, sorto nel 1237, fu uno dei primi istituiti dopo lamorte di San Domenico (1170-1221). Fu un importantissimocentro di formazione dell’ordine, dove nel ‘500 trovò validoappoggio la Santa Inquisizione, il cui palazzo è nella zonaretrostante l’abside. La chiesa, costruita in stile gotico a partiredal 1304, fu ripetutamente rimaneggiata. Dopo un grave crollo

l’edificio fu ricostruito nel1632 da Carlo Maderna, cheabbassò notevolmente l’al-tezza delle volte. Il campani-le, che originariamente eramolto più alto, fu mozzatoper volere di Paolo III, perragioni di stabilità, ma ancheperché temeva che dall’altosi potesse spiare all’internodella vicina Rocca Paolina.La scala esterna e il portonesono del 1596. L’interno custodisce numero-se opere d’arte, fra cui i lgrandissimo finestrone go-tico a vetrate dipinte e laCappella del Rosario, con ilmonumento funebre a Bene-Chiesa S. Domenico

Monumento funebre della Famiglia Danti

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detto XI. In questa chiesa, il 29 aprile 1536, Ignazio fu battezzato con ilnome di Carlo Pellegrino di Giulio di Dante, e fu qui che a 19anni entrò nell’ordine dei Domenicani sotto il nome di frateIgnazio.In fondo alla chiesa, sul pilastro a sinistra dell’altar maggiore, èil Monumento funebre della famiglia Danti, voluto dallo stes-so Ignazio. Nel 1575 era morto il padre Giulio e nel 1576 il fra-tello Vincenzo. Ignazio con l’altro fratello Girolamo ne fecero ildisegno. In alto, entro una cornice di marmo, sporge il busto diVincenzo, scolpito da Valerio Cioli, secondo alcuni, o dallostesso Vincenzo Danti secondo altri. L’epigrafe latina, dettatada Ignazio, ricorda i nomi ed i meriti del nonno Pier Vincenzo,del padre Giulio e del fratello Vincenzo. La lapide era già inci-sa, ma il monumento non ancora del tutto composto, quandoanche Girolamo morì, nel 1580. Ignazio allora aggiunse inun’altra cornice, posto in basso: “mentre insieme stavamo pre-parando il monumento ai nostri cari, tu, Girolamo, morivi,lasciando in lacrime il tuo fratello, nello smarrimento il tuo pic-colo figlio, e per tutti il rimpianto.”

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Chiesa di San Domenico

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8. Chiesa di San Pietro

Si prosegue per CorsoCavour, passando sottol’Arco di San Pietro (diAgostino di Duccio). Infondo alla via che scen-de sulla sinistra c’è laPorta San Girolamo, fat-ta costruire dal Cardina-le Alessandro Riario nel1582, secondo il rinno-vamento urbanistico pro-gettato dall’architettoe scultore Valentino Mar-telli (1550-1630) allar-gando in questo modo ilcerchio delle mura me-dievali. Dello stesso progetto fa parte la Porta San Costanzo, a destradella Chiesa di San Pietro, in fondo a Borgo XX Giugno.

La chiesa è una delle piùantiche e più ricche diPerugia. Sorta nel Xsecolo su una preceden-te basilica paleocristiana,fu la più importante epotente abbazia bene-dettina dell’Umbria. Allafine del ‘500 furono ese-guiti alcuni notevoli inter-venti architettonici: larealizzazione del chiostronuovo, o chiostro delleStelle, progettato daGaleazzo Alessi (1571),poi la sistemazione delprimo chiostro su proget-to di Valentino Martelli(1592-1608) , che fuanche l’autore dell’altareSan Pietro

Porta San Costanzo

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maggiore. L’interno è un vero scrigno d’arte e custodisce operedi varie epoche: se ci concentriamo sul tempo di Ignazio Dantisegnaliamo opere di Orazio Alfani “Assunzione dellaVergine”, “Resurrezione di Cristo”, nella parete destra dellanavata, le grandiose tele sopra le colonne divisorie delle nava-te dipinte da Antonio Vassillacchi detto l’Aliense con episodi

del Vecchio e del Nuovo Testamento, e dello stesso autoreanche il grandioso dipinto nella contrafacciata: Trionfodell’Ordine Benedet-tino (1594)La Sacrestia è affrescata alle pareti con “Storie di SanPietro e di San Paolo” (1574) del fratello di Ignazio, GirolamoDanti, che ha anche eseguito le decorazioni dell’altare. Lemaioliche del pavimento (1563-64) sono state eseguite daGiacomo Mancini detto il Frate.

Usciti dalla chiesa, davanti all’ingresso ai Giardini delFrontone, sorge il Monumento ai caduti del XX Giugno 1859,opera dello scultore Giuseppe Frenguelli del 1909, in memoriadella strage avvenuta a seguito di una incursione delle truppedel Governo Pontificio per reprimere e punire la città ribelle,ultimo gesto di un dominio pontificio durato per più di trecentoanni, che consolidò il suo potere proprio nel tempo di IgnazioDanti con la Guerra del Sale e la costruzione della RoccaPaolina. Si scende per l’alberata via Romana, che conduceall’Orto Botanico.

Itinerario

Affresco “Storie di San Pietro e di San Paolo” di Girolamo Danti

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Itinerario

L'Italia fu, nel corso del XVI secolo, la culla di un rinnovato inte-resse per l'osservazione naturalistica e per la classificazionedelle piante. A questo si aggiunse un'esigenza di tipo didattico,rivolta agli studenti delle Università, che portò alla nascita deiprimi orti botanici. Notizie certe sulla fondazione di un Ortobotanico a Perugia risalgono al 1768 quando fu nominatoAnnibale Mariotti a ricoprire la cattedra di Botanica, anche se,verso la metà del XVI secolo, quando furono fondati gli Ortibotanici universitari di Padova e di Pisa, anche a Perugia pro-babilmente si sentì la necessità di possedere un appezzamen-to di terreno in cui collezionare delle specie vegetali; di questoappezzamento comunque non si ha documentazione in meritoalla sua esistenza.

Arrivati alla rotonda della Pallotta, si prende a sinistra la picco-la strada via Piscille, e, al primo incrocio, si gira a destra, perla strada vicinale Pallotta. Si prosegue in discesa, mantenen-dosi sempre sulla strada principale. Dopo il sottopassaggiodella ferrovia, nelle vicinanze della chiesetta di Piscille, sisbuca sulla strada provinciale Assisana, che si percorre per unbreve tratto verso sinistra. Si imbocca una stradina a sinistrache porta alla stazione della ferrovia FCU di Piscille, per poiproseguire verso destra in direzione del Planetario “IgnazioDanti”.

Planetario “Ignazio Danti”

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Fonti e Biografia

Storia di Perugia dalle origini al 1860Luigi Bonazzi - Perugia 1875 - 79

Arte e musica in Umbria tra Cinquecento e SeicentoAtti del convegno di Studi Umbri, Gubbio - Gualdo Tadino 30 novembre/2 dicembre 1979

Le città nella storia d'Italia: PerugiaAlberto Grohmann - Ed. Laterza - Roma-Bari 1981

Egnatio DantiGiuseppe Capone - Arti grafiche Tofani Alatri - 1986

Perugiaa cura di Massimo Montella. Electa Editori Umbri - Perugia 1993

Perugia nascosta - caminare per vicoli Comune di Perugia - Assessorato al turismo - giugno 2007

Siti internet

www.unisi.it/docentes/perugia/cenni/cenni1.html(Lo Studio di Perugia - Carla Frova)

www.cartesio-episteme.net/BIGAZ.html(Girolamo Bigazzini: un matematico perugino del ‘500 - UmbertoBartocci e Emanuela Ughi)

www.horti.unimore.it/cd/Perugia/obpg_home.html(Orto botanico di Perugia)

www.cisg.it/index.jsp(Alberico Gentili)

palimpsest.stanford.edu/byform/mailinglists/exlibris/2003/05/msg00057.html (Accademia degli Insensati)

Ignazio Danti

Stampa: Tipografia Grifo - PerugiaFoto: Regione dell’Umbria, Ineke Lindijer, Michele Castellani

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Ignazio Danti

NATURAVVENTURAAssociazione Culturale

www.naturavventura.it

NaturAvventura Associazione Culturale nasce a Perugia oltre 20anni fa, ad opera di un piccolo gruppo di appassionati e tutt’oggi,benché conosca ogni anno un numero di aderenti piuttosto rile-vante, mantiene un modo di operare molto semplice, diretto etotalmente basato sul volontariato dei soci.Passare insieme ad altre persone una parte del proprio tempolibero coniugando la socializzazione con la conoscenza della cittàe del territorio: un vero associazionismo democratico, che con-sente di realizzare insieme esperienze che singolarmente nonsarebbero raggiungibili.L’Associazione propone quindi alle socie ed ai soci giornate emomenti di svago che consentano, durante un’escursione, unaserata, un fine settimana di approfondire la conoscienza del terri-torio e di ciò che vi è avvenuto in passato e ciò che vi avvieneoggi, anche cogliendo aspetti minori, a volte i più significativi: ècosì che si conoscono i monti del Centro Italia, l’Etruria Rupestre,il trekking urbano, per l’Associazione già di moda nel 1991, i tea-tri delle città dell’Umbria visti nei loro angoli più reconditi, le sera-te culturali o i viaggi e gli incontri nei territori e con le associazio-ni delle città gemellate con Perugia.

E’ per questa nostra storia che il Planetario Ignazio Danti, promo-tore assieme all’Istituto A.Volta e alla Provincia di Perugia dell’e-vento “Sulle orme di Ignazio Danti nella Perugia del ‘500”, ci hainvitato a realizzare un trekking urbano che avesse per protagoni-sta il grande scienziato perugino e la sua famiglia, attraverso laloro presenza in città. L’invito non poteva che trovare l’impegno el’entusiasmo della nostra Associazione.E’ stato pertanto pensato un itinerario a disposizione dei peruginie dei visitatori della nostra città che camminando quasi per interonella sua splendida parte storica, ci fa incontrare e conoscere laPerugia del ‘500, la presenza della famiglia Danti come detto, sinoa condurre il “viandante” alla scoperta del Planetario dedicato adIgnazio, con la possibilità di far ritorno al punto di partenza con iltreno FCU. Un itinerario accessibile a tutti, che tutti, pubblicazione alla mano,possono percorrere autonomamente e quindi utile non soltanto achi ha già l’abitudine a camminare o a gruppi scolastici, ma anchea famiglie, gruppi di amici, singoli ed associazioni.Un risultato positivo attraverso la collaborazione fra Istituzioni,Scuola e Associazionismo.

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·PiscillePlanetario “I. Danti”

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