SULLE NOTE DI UN'INTERVISTA - scuolecornate.it dai plessi/Giornalino n 2 2015... · Il melograno è...

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Q uest'estate la nostra scuola è stata imbiancata da alcuni alunni e dai loro genitori, che hanno dedicato un po' di tempo delle loro vacanze a rendere le nostre aule più luminose e più accoglien- ti. Il loro servizio ha offerto una rinfrescata alle aule delle singole clas- si con un nuovo e caldo colore scelto dagli alunni a seguito di una votazione svoltasi lo scorso anno scolastico. Purtroppo il tempo a disposizione non ha permesso di completare la loro “opera”...per questo noi vogliamo proporvi di darci un aiuto per completare questo capolavoro!!! Questo progetto consiste nel ridipingere le aule speciali, quali labo- ratori (scientifico, linguistico, informatico...) e le pertinenze (atrio, corridoi...) ma anche per lasciare una nostra im- pronta nella storia della nostra scuola. Quest'iniziativa verrà messa in atto durante al- cuni weekend fissati nel corso dell'anno scolastico e, se il tempo non doves- se bastare, vi chiediamo anche un po’ di tempo delle vostre vacanze esti- ve… Ma ci teniamo a ribadire che questo progetto è totalmente FACOL- TATIVO, ma ci piacerebbe se foste numerosi. Quest'attività, oltre ad avere un fine benefico, sarà anche un mo- do per divertirsi e conoscersi meglio. P.S. Ci saremo anche noi ;)!! Alice, Arianna Giornalino scolastico dei ragazzi di 3 a A Anno scolastico 2015/2016 Numero 2 Direttore: prof ssa Federica Chignoli Redazione: Christian P., Alice M., Nicole V., Arianna B., Beatrice R., Massimo P. (in collaborazione con tutta la 3^A) SULLE NOTE DI UN'INTERVISTA C ari lettori, oggi vi vogliamo proporre un'intervista esclusiva alla prof. ssa Radaelli(insegnante di musica). Il 7 novembre 2015 la prof. ssa Radaelli e alcuni allievi della scuola hanno partecipato, come ospiti d'ono- re, al concorso canoro in memoria del signor Franco Reitano (un ex insegnate della nostra scuola) presso il teatro di Concorezzo. L’esibizione consisteva nell'esecuzione di un brano chiamato “Flauto Dolce” scritto da Franco Reita- no con l'aiuto dei suoi alunni, ma can- tato dal fratello Mino Reitano. ...dopo questa piccola introduzione la- sciamo la parola alla prof. ssa Radaelli: Lei ha esteso questo progetto a tutte le classi o ha selezionato solo alcuni alunni? Io e il prof. Fiorella abbiamo deciso di lasciare libera la partecipazio- ne ai ragazzi che desideravano rappresentare la nostra scuola e che si sono resi disponibili ad un impegno extrascolastico; infatti le prove avvenivano al di fuori dell'orario curricolare. E' stato difficile insegnare il brano ai ragazzi? Assolutamente no! Anzi... è stato un piacere vedere i ragazzi entu- siasti di imparare il brano e rappresentare la nostra scuola in questa occasione unica e irripetibile. Un lato positivo di questa esperienza è stato vedere i ragazzi socia- lizzare fra loro e anche io mi sono accorta di averli conosciuti ancora meglio. E' restata sorpresa quando l'organizzatrice, cioè la nipote di Franco Reitano, le ha chiesto di partecipare al concorso? Dato che non avevo avuto più contatti da anni con la famiglia Reita- no, sono rimasta particolarmente sorpresa da quell'invito inaspettato e, nello stesso tempo, onorata di aver ricevuto quest'incarico da por- tare a termine con i miei ragazzi. Ha scelto lei che brano portare per l'esibizione? No, è stato il comitato organizzatore del concorso a richiedere l'ese- cuzione del brano “Flauto dolce”. Le prove per la preparazione del brano sono state utili e l'hanno resa felice del risultato ottenuto? Sì, perché i ragazzi si sono conosciuti meglio e si sono divertiti insie- me, hanno lavorato con serietà ed impegno e tutti i genitori hanno collaborato e hanno partecipato numerosi alla serata. Verso la fine dello spettacolo l'hanno chiamata sul palco per un pic- colo riconoscimento...cosa ha provato in quel momento? È rimasta orgogliosa del comportamento dei suoi ragazzi? Quando mi hanno chiamata sul palco, alla fine della serata, speravo non mi intervistassero, e così è stato. Quando ho ricevuto il meravi- glioso mazzo di fiori, con le luci puntate su di me, sono rimasta orgo- gliosa degli alunni che mi applaudivano in platea e della scuola che rappresentavo. Arianna e Alice

Transcript of SULLE NOTE DI UN'INTERVISTA - scuolecornate.it dai plessi/Giornalino n 2 2015... · Il melograno è...

Q uest'estate la nostra scuola è stata imbiancata da alcuni alunni

e dai loro genitori, che hanno dedicato un po' di tempo delle

loro vacanze a rendere le nostre aule più luminose e più accoglien-

ti.

Il loro servizio ha offerto una rinfrescata alle aule delle singole clas-

si con un nuovo e caldo colore scelto dagli alunni a seguito di una

votazione svoltasi lo scorso anno scolastico.

Purtroppo il tempo a disposizione non ha permesso di completare la

loro “opera”...per questo noi vogliamo proporvi di darci un aiuto

per completare questo capolavoro!!!

Questo progetto consiste nel ridipingere le aule speciali, quali labo-

ratori (scientifico, linguistico, informatico...) e le pertinenze (atrio,

corridoi...) ma anche per

lasciare una nostra im-

pronta nella storia della

nostra scuola.

Quest'iniziativa verrà

messa in atto durante al-

cuni weekend fissati nel

corso dell'anno scolastico

e, se il tempo non doves-

se bastare, vi chiediamo

anche un po’ di tempo

delle vostre vacanze esti-

ve…

Ma ci teniamo a ribadire che questo progetto è totalmente FACOL-

TATIVO, ma ci piacerebbe se foste numerosi.

Quest'attività, oltre ad avere un fine benefico, sarà anche un mo-

do per divertirsi e conoscersi meglio.

P.S. Ci saremo anche noi ;)!!

Alice, Arianna

Giornalino scolastico dei ragazzi di 3aA Anno scolastico 2015/2016 Numero 2

Direttore: prof ssa Federica Chignoli

Redazione: Christian P., Alice M., Nicole V.,

Arianna B., Beatrice R., Massimo P. (in collaborazione con tutta la 3^A)

SULLE NOTE DI

UN'INTERVISTA

C ari lettori,

oggi vi vogliamo proporre un'intervista esclusiva alla prof.ssa

Radaelli(insegnante di musica).

Il 7 novembre 2015 la prof.ssa Radaelli e alcuni allievi della scuola

hanno partecipato, come ospiti d'ono-

re, al concorso canoro in memoria del

signor Franco Reitano (un ex insegnate

della nostra scuola) presso il teatro di

Concorezzo. L’esibizione consisteva

nell'esecuzione di un brano chiamato

“Flauto Dolce” scritto da Franco Reita-

no con l'aiuto dei suoi alunni, ma can-

tato dal fratello Mino Reitano.

...dopo questa piccola introduzione la-

sciamo la parola alla prof.ssa Radaelli:

Lei ha esteso questo progetto a tutte le classi o ha selezionato solo

alcuni alunni?

Io e il prof. Fiorella abbiamo deciso di lasciare libera la partecipazio-

ne ai ragazzi che desideravano rappresentare la nostra scuola e che

si sono resi disponibili ad un impegno extrascolastico; infatti le prove

avvenivano al di fuori dell'orario curricolare.

E' stato difficile insegnare il brano ai ragazzi?

Assolutamente no! Anzi... è stato un piacere vedere i ragazzi entu-

siasti di imparare il brano e rappresentare la nostra scuola in questa

occasione unica e irripetibile.

Un lato positivo di questa esperienza è stato vedere i ragazzi socia-

lizzare fra loro e anche io mi sono accorta di averli conosciuti ancora

meglio.

E' restata sorpresa quando l'organizzatrice, cioè la nipote di Franco

Reitano, le ha chiesto di partecipare al concorso?

Dato che non avevo avuto più contatti da anni con la famiglia Reita-

no, sono rimasta particolarmente sorpresa da quell'invito inaspettato

e, nello stesso tempo, onorata di aver ricevuto quest'incarico da por-

tare a termine con i miei ragazzi.

Ha scelto lei che brano portare per l'esibizione?

No, è stato il comitato organizzatore del concorso a richiedere l'ese-

cuzione del brano “Flauto dolce”.

Le prove per la preparazione del brano sono state utili e l'hanno resa

felice del risultato ottenuto?

Sì, perché i ragazzi si sono conosciuti meglio e si sono divertiti insie-

me, hanno lavorato con serietà ed impegno e tutti i genitori hanno

collaborato e hanno partecipato numerosi alla serata.

Verso la fine dello spettacolo l'hanno chiamata sul palco per un pic-

colo riconoscimento...cosa ha provato in quel momento? È rimasta

orgogliosa del comportamento dei suoi ragazzi?

Quando mi hanno chiamata sul palco, alla fine della serata, speravo

non mi intervistassero, e così è stato. Quando ho ricevuto il meravi-

glioso mazzo di fiori, con le luci puntate su di me, sono rimasta orgo-

gliosa degli alunni che mi applaudivano in platea e della scuola che

rappresentavo.

Arianna e Alice

In ambito scientifico... Il melograno è una pianta arborea antichissima che proviene dalle

regioni del sud-ovest asiatico ed è coltivata sia in Italia che in Spa-

gna nelle zone dove il clima è più caldo. Appartiene alla famiglia delle

Punicaceae, è di natura perenne e viene utilizzato per scopi orna-

mentali in molti giardini. Il Melograno ha un'altezza variabile tra i 5 e

i 7 metri: è composto da un fusto molto tortuoso e legnoso, foglie

disposte in maniera opposta rispetto al ramo, molto lucide e di forma

allungata che, in genere, sono lunghe dai 4 ai 7 cm e larghe 2 cm. I

fiori, che anticipano il famoso frutto, sono generalmente di colore

rosso e sono composti da quattro petali. Il frutto del Melograno è una

vera e propria bacca di natura carnosa, di dura consistenza e dal co-

lore molto scuro. La sua forma è tondeggiante e ha un diametro va-

riabile dai 6 ai 13 cm. All’interno del frutto, suddiviso in tante picco-

lissime sezioni, si trovano i semi; essi, in gran parte delle varietà,

posseggono una polpa di color bianco o rosso acceso e contengono

un piccolissimo tegumento legnoso. Il melograno resiste bene alle

alte temperature estive, mentre, nelle zone meno calde, teme parec-

chio le piogge, l'elevata umidità del terreno e dell'aria durante l'au-

tunno, causando la precoce caduta delle foglie. I frutti sono usati an-

che per la preparazione di sciroppi, bibite e prodotti di pasticceria.

I metodi più diffusi per la riproduzione del melograno sono i seguen-

ti: la talea, che può essere effettuata con parti di ramo o anche di

radice, e i polloni radicati che crescono alla base del ceppo di piante

adulte. La propagazione (=riproduzione) per seme non è molto usata

perché in tal modo è difficile mantenere le caratteristiche della pianta

madre; in questi casi, su tali piantine è possibile praticare un innesto,

sia a spacco1 che a gemma dormiente2. È inoltre possibile ottenere

nuove piante di melograno tramite margotta3 e propaggine4. Il melo-

grano è una pianta pollonifera, quindi, se lasciata crescere in modo

naturale, assume un portamento cespuglioso, mentre mediante parti-

colari potature si possono ottenere svariate forme. Nei giardini è

molto apprezzata anche come pianta ornamentale per il bel colore

del fogliame e il decoro dei frutti quando sono maturi; per questo le

forme ad alberello con fusto a 1,5 m sono le più indicate (in questo

caso bisogna avere l'accorgimento di eliminare i polloni che crescono

al piede della pianta).

1:Innesti a spacco: è la tecnica di propagazione più usata. Questa tec-

nica consiste nell’effettuare un taglio perpendicolare al ramo madre e in

seguito infilare un rametto nella feritoia e ricoprirli con una cera che li

tiene fissati.

2: Innesti a gemma. Gli innesti a gemma sono molto praticati in frutti-

coltura perché hanno un'alta probabilità di attecchimento. L’innesto è

costituito da una gemma con della corteccia e uno scudetto di legno re-

trostante.

3:tramite margotta. Si ottiene avvolgendo con una tela contenente

terra un ramo e legando il sacco alle 2 estremità. La parte di ramo a

contatto con la terra emette radici avventizie; quando le radici sono ben

sviluppate il ramo viene tagliato al di sotto del legaccio inferiore, mentre

terra e telo vengono rimossi.

4:tramite propaggine: si effettua piegando i rami flessibili ed interran-

do la parte apicale sino ad una profondità di circa 10 cm. Tale tecnica

viene effettuata principalmente in autunno e nella primavera. Quando

spuntano le radici si taglia il ramo.

Christian

In questo articolo vi racconterò di come

venne interpretato nella mitologia il melo-

grano e il motivo per il quale è stato deci-

sivo per la protagonista di questo mito.

I miti greci raccontano di Persefone, figlia

della Dea Demetra e del Dio Zeus, venne

rapita dallo zio Ade, dio degli inferi, che la

portò nell'oltretomba obbligandola a spo-

sarlo. Si dice che una volta negli Inferi le

venne offerta della frutta ed ella mangiò

senza appetito solo sei semi di melograno.

Persefone, dandosi per vinta, ignorava il

fatto che chi mangiasse i frutti degli Inferi vi sarebbe rimasto per l'e-

ternità.

(Secondo altre interpretazioni, il frutto che nel mito stabilisce il con-

tatto con il regno dell'oltretomba non è il melograno ma l'oppio la cui

capsula è peraltro straordinariamente simile al frutto del melograno)

La madre Demetra reagì

disperata al rapimento, im-

pedendo la crescita di essi,

scatenando un inverno duro

che sembrava non avere

mai fine. Zeus intervenne e

si giunse ad un accordo:

Persefone sarebbe rimasta

nell'oltretomba solo per un

numero di mesi equivalente al numero di semi da lei mangiati, poten-

do così trascorrere con la madre il resto dell'anno. Persefone avrebbe

trascorso sei mesi con il marito negli inferi e sei mesi con la madre

sulla Terra. Demetra allora accolse con

gioia il periodico ritorno di Persefone

sulla Terra, facendo rifiorire la natura

in primavera ed in estate. La rappre-

sentazione del suo ritorno in terra era

locata presso i prati di Vibo Valentia,

celebri per i fiori dai colori sgargianti e

per la loro bellezza.

Massimo

2^ parte

I l Giardino dei giusti di Gerusalemme è stato voluto da Moshe

Bejski nel 1960.

Moshe Bejski era un ebreo, salvato da Oskar Schindler durante il pe-

riodo nazista.

Moshe Bejski nacque nel 1921 vicino a Cracovia da genitori ebrei.

Egli, vivendo in una società in cui gli ebrei erano visti con disprezzo,

pensava che avrebbero potuto vivere in pace soltanto in uno stato

completamente ebraico. Il suo sogno però non si avverò e fu costret-

to da gravi problemi cardiaci a rimanere a Cracovia, esposto alle

persecuzioni.

La Polonia venne invasa dai nazisti nel 1939 e, nel 1942, egli venne

deportato nei campi di lavoro a Cracovia dai quali riuscì a fuggire.

Yad Vashem è il nome del Giardino dei Giusti di Gerusalemme, il

luogo che in questa città ricorda la tragedia della Shoah.

Fu costruito nel 1953 e da quel momento l’istituto di ricerca storica

lavora per dare un nome ai 6 milioni di vittime dell'Olocausto, ma

anche a tutti coloro che misero a repentaglio la propria vita per sal-

vare quella di un ebreo. Nel Talmud, il testo classico dell'ebraismo

secondo solo alla Bibbia, si afferma che “Chi salva una vita salva

il mondo intero”.

Secondo lo Yad Vashem, i Giusti sono coloro che aiutarono degli

ebrei correndo rischi concreti, ma senza chiedere nulla in cambio.

Attualmente sono complessivamente 24 mila i Giusti tra le nazioni

riconosciuti dallo Yad Vashem, un numero in continua crescita.

Il 2010 è stato l'anno in cui sono salite a 45 le nazionalità dei giusti.

L 'Italia è ormai vicina a quota 500 e il dato interessante è che si

tratta di un numero in rapido aumento. Il primo nostro connazionale

a cui venne assegnato il titolo di giusto tra le nazioni fu nel febbraio

1964 don Arrigo Beccari, il parroco di Nonantola (Modena), che salvò

un centinaio di ragazzi ebrei.

Materialmente l'onoreficenza consiste in un diploma e una medaglia

su cui sono incise le frasi: “CHI SALVA UNA VITA SALVA IL MONDO

INTERO” e “UN SEGNO DI GRATITUDINE DA PARTE DEL POPOLO

EBRAICO”.

Oggi ormai allo Yad Vashem il giardino è diventato un simbolo: non

ci sarebbe sufficiente spazio per onorare tutti in questo modo. Esiste

però una grande parete su cui vengono aggiunti di volta in volta tutti

i nuovi nomi.

“L'esperienza dei Giusti dice che in ogni situazione qualsiasi persona

può fare la differenza. La lezione vera non è coltivare il culto di nuovi

eroi, ma educare tutti a essere più sensibili alle tragedie degli altri”.

Nicole, Beatrice

Dopo alcuni anni il di assenza, ritorna nelle scuole il Progetto del

Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze (CCRR).

Ma cos'è il CCRR?

Innanzitutto è stato istituito per un maggiore coinvolgimento degli

alunni nella vita civile dell'amministrazione ed è uno strumento so-

cio-educativo rappresentativo dei bambini e dei ragazzi di Cornate

d'Adda. Li accompagna nella loro crescita e promuove la partecipa-

zione dei giovani alla vita della comunità locale; ha funzioni proposi-

tive e consultive da esplicare tramite pareri, proposte o richieste nei

confronti degli organi comunali su temi, problemi, esigenze e istanze

che muovono dal mondo giovanile sulle seguenti aree di interessi:

Ambiente

Cultura, sport e tempo libero

Istruzione

Solidarietà

Salute, sicurezza

Informazione e comunicazione.

Ricordiamo che...

Il giorno 23 febbraio è prevista la prima assemblea di classe in

orario scolastico, nella quale i rappresentanti eletti raccoglieranno le

proposte e le segnalazioni da rivolgere all'Amministrazione Comuna-

le.

Christian, Massimo

Oskar Schindler

Il film di Steven Spielberg, Schindler's list, ha raccontato una storia

vera, quella di Oskar Schindler, un imprenditore tedesco che faceva

affari con i nazisti, ma che quando scoprì il destino degli ebrei, de-

cise di spendere i propri soldi per comprare da ufficiali corrotti la

vita degli ebrei che, in seguito, assunse per lavorare nella sua fab-

brica di pentole.

Giorgio Perlasca

Un altro caso fu quello di Giorgio Perlasca, un fascista italiano. Per-

lasca, che si trovava a Budapest, nel caos generale della guerra si

finse console di Spagna e riuscì a salvare più di 5000 ebrei, fornen-

do loro visti di espatrio.

Cupola dei Giusti

Yad Vashem

Alla scoperta

dell’Europa

con la II D Primo giorno a Madrid: Ore 10.30 visita Reina Sofia Il Museo Nacional Centro de Arte Rei-

na Sofia è un museo d’ arte moderna e

contemporanea dedicato a tutta la pro-

duzione artistica dall’inizio del Nove-

cento ad oggi. Inaugurato l’11 settem-

bre 1992 dai Reali di Spagna, ha sede

nell’antico Ospedale generale di Ma-

drid, edificio settecentesco originaria-

mente eretto per volere de Carlo III.

Ore 12.30 visita al Palazzo Reale Il Palazzo Reale di Madrid, è la

residenza ufficiale dei re spagnoli. Si trova a Madrid e fu costruito

nello stesso luogo dove si trovava un altro palazzo, chiamato Alcázar,

distrutto da un incendio. Il Palazzo

Reale di Madrid è ancora oggi la

residenza ufficiale del re di Spa-

gna, nel quale si tengono tutte le

manifestazioni ufficiali e le cerimo-

nie di Stato. Il re ha la sua resi-

denza privata in un palazzo più

modesto, il Palazzo della Zarzuela.

Ore 13.45 pranzo in hotel Degustazione di piatti tipici tra cui pata-

tas bravas (patate fritte, ma servite con l’aggiunta di una salsa pic-

cante), Oreja a la plancha (si tratta di orecchio alla griglia in genere

preparato con aglio o salsa piccante.), Rabo Estofado (si tratta di uno

stufato di coda di toro servito con molto sugo e patate.)

Ore 15.45 passeggiata alla Gran

Via

La Gran Via è una delle principali

strade di Madrid in Spagna. Comincia

dalla Calle de Alcalá e termina nel-

la Plaza de España. È un importante

luogo di riferimento della città fin

dalla sua costruzione all'inizio delXX

secolo dal punto di vista commercia-

le, turistico e come posto di ritrovo.

Ore 17.15 passeggiata lungo la Puerta de Sol La Puerta del Sol è

una delle piazze più importanti e famose di Madrid. Fu il salotto di

città e la culla prima di ogni attività commerciale, culturale e ammini-

strativa di Madrid.

Ore 20.00 cena a base di Paella di carne e verdure La paella è

un piatto tradizionale della cucina valenciana in Spagna. Il piatto, a

base di riso, zafferano e frutti di mare o car-

ne viene preparato nella tipica padella da cui

prende il nome, la paella o paellera.

Secondo giorno a MADRID:

Alle ore 10.30 visita alla Basilica di San

Francesco il Grande

La Basilica Reale di San Francesco il Grande è un importante luogo di

culto cattolico di Madrid. L'edificio si distingue per la sua cupola, con-

siderata la terza più grande a pianta circolare della cristianità e per la

sua lussuosa decorazione interna.

Ore 14.00 visita al Palazzo di cristallo

Il Palazzo venne costruito nel 1887 in occasione dell’ esposizione delle

Isole Filippine. Il palazzo venne costruito da Ricardo Bosco che si ispi-

rò al Crystal Palace di Joseph Paxton.

Dalle ore 16.00 visita alla Casa de Campo

Casa de Campo è il più grande parco pubblico della città di Madrid.

La Casa di Campo fu una proprietà storica della Corona spagnola ed

una riserva di caccia della famiglia reale. Dopo la proclamazione della

Seconda Repubblica, è stata ceduta dallo Stato al popolo di Madrid.

Ore 19.30 visita al Tempio di Debod

Il tempio di Debod è un tempio dell'antico Egitto localizzato attual-

mente aMadrid in Spagna.

Il tempio di Debod fu un regalo dell'Egitto alla Spagna (1968), come

ricompensa per l'aiuto spagnolo.

L'Egitto donò quattro templi salvati a quattro diverse nazioni che ave-

vano collaborato al salvataggio: Dendur agli Stati Uniti d'America,

Ellesija all'Italia, Taffa ai Paesi Bassie Debod alla Spagna.

Ore 20.45 cena a base di cocido madrileño Il cocido madrileño è uno stufato a base di ceci, vari tipi di carne, in-

saccati e verdure cotti a lungo a fuoco lento. è un piatto eccezionale.

Oltre ad essere delizioso, rappresenta una vera e propria istituzione a

Madrid; una pietanza antichissima eppure ancora fortemente radica-

ta nella vita quotidiana del madrileno moderno.

Ore 21.45 visita al Museo Thyssen

Il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid è un'importante pinacoteca e

centro culturale della capitale spagnola. Si trova lungo il Paseo del

Prado, a pochi passi dal museo del Prado. In queste aperture serale si

incontrano anche molti madrileni!

Terzo giorno: Salamanca Ore 10.30 visita alla cattedrale vecchia

La cattedrale vecchia di Santa Maria è uno dei due principali luoghi di

culto cattolici del comune di Salamanca, sede vescovile dell'omonima

diocesi. È detta Cattedrale vecchia per distinguerla dall'adiacen-

te Cattedrale Nuova.

Ore 11.30 visita alla cattedrale nuova

La cattedrale di Santa Maria dell'Assedio si

trova a Salamanca, in Spagna. Il 17 giu-

gno 1887 è stata dichiarata, con decreto

reale, monumento nazionale.

Ore 13.00 pranzo in hotel

La casa offre il Cocido. Il cocido ("bollito") è un piatto tipi-

co spagnolo. Originario della capitale Madrid, può essere cucinato in

vari modi e con diversi ingredienti: esistono infatti numero-

si cocidos spagnoli, ogni regione presenta più di una variante del co-

cido di Madrid, il bollito alla madrileña.

Ore 15.30 passeggiata nella Plaza Mayor

La Plaza Mayor è il centro della vita urbana della città di Salamanca.

Per la sua vicinanza alla chiesa di San Martín, venne chiamata in

principio Plaza de San Martín. Appe-

na costruita, le dimensioni erano

maggiori delle attuali. A quel tempo,

venne considerata la più grande

del Cristianesimo nella quale si rea-

lizzassero contemporaneamente tut-

te le funzioni di una piazza.

Ore 17.30 visita del convento di S. Esteban

Il convento di San Esteban è un edificio religioso di Salamanca. La

chiesa ha una pianta a croce latina a navata unica. Spettacolare il

coro che si trova su una volta semiellittica costruito fra il 1651 e il

1658.

Ore 19.45 cena nel ristorante El Alquimista

Degustazione di los farinatos: salsiccia fritta servita con le uova.

Ore 21.15 visita de La casa de las conchas

La Casa de las Conchas (Casa delle Conchiglie)

di Salamanca (Spagna) è un edificio in stile gotico. Si distingue pro-

prio per la facciata ornata da conchiglie. Nel 1929 viene dichiarato

Monumento Nazionale. Dal 1993 venne situata al suo interno

la biblioteca pubblica.

Quarto giorno: Cordoba

Ore 10.30 visita alla grande moschea.

La grande moschea di Cordova, oggi cattedrale dell'Immacolata Con-

cezione di Maria Santissima in Cordova,

è una delle principali espressioni

d e l l ' a r t e a r a b o - i s l a m i c a e

d e l l ' a r c h i t e t t u r a g o t i -

ca e rinascimentaledell'Andalusia.

Ore 11.30 visita della Puerta del

Puente

E’ una delle tre porte che rimangono dalla città di Cordoba

Dal 1931, la porta, insieme con il ponte romano e la Torre di Cala-

horra è dichiarato di interesse culturale.

Ore 12.45 degustazione di verdura fritta con Alfajores

Gli Alfajores sono dei biscotti tipici con farcitura.

Alcuni vengono inoltre ricoperti di zucchero a velo.

Ore 14.30 visita del Alcazar del los reyes cristianos

L'Alcázar de los Reyes Cristianos è un palazzo-fortezza di Cordova

costruito nel 1328 da Alfonso XI sul luogo in cui sorgeva un antico

palazzo arabo.

Ore 17.00 visita al Palacio de la Merced

Il Palacio de la Merced, un ex convento della Merced Calzada, è la

sede del Consiglio Provinciale di Cordoba.

Ore 19.00 visita del Ponte romano

Il ponte romano di Cordova è un ponte che si trova a Cordova sul fiu-

me Guadalquivir. il ponte è stato costruito dai romani nei primi anni

del I secolo a.C., forse in sostitu-

zione di uno precedente in legno.

Oggi ha 16 arcate, una in meno di

quelle originali, ed è lungo 247

metri e largo circa 9 metri.

Ore 20.30 visita della torre de

la calahorra La Torre de la Cala-

horra è una fortezza di origine

islamica concepita come ingresso

e protezione del ponte romano di

Cordoba.

Ore 21.45 cena in hotel Degustazione di pesce. Si consiglia di ter-

minare la cena dolce tipico: l’alfajo-

res

Quinto giorno: Granada Ore 10.45 visita dell’ Alhambra

L’ Alhambra è un complesso palaziale andaluso a Granada.

E’ stata indicata fra i 21 candidati finalisti per essere indicate

come una delle sette meraviglie del mondo moderno.

Il complesso copre più di 100.000 m2 di superficie.

Ore 11.30 visita della cattedrale di Granada e Generalife

La cattedrale metropolitana dell'Incarnazione è il principale tempio

cattolico della città di Granada e la chiesa ma-

dre dell'omonima arcidiocesi.Il complesso, che comprende la cappella

Reale è una delle maggiori opere in stile rinascimentale spagnolo.

Ore 12.45 degustazione di Tortilla e di Pipirrana

La tortilla spagnola, nota come tortilla de patatas, è una "frittata di

uovo sbattuto" e patate. Si tratta di una delle pietanze più classiche

della cucina spagnola che si può trovare in qualsiasi bar o ristorante.

Ore 14.30 camminata lungo il versante della Sierra Nevada

La Sierra Nevada è un complesso montuoso nella regione

dell'Andalusia. Il gruppo montuoso si estende nella parte centrale e

sud-orientale della provincia di Granada e in parte nella zona sud-

occidentale della provincia di Almería.La catena comprende il picco più

elevato della penisola iberica, il monteMulhacén, che rappresenta, do-

po i rilievi delle Alpi, anche la maggior elevazione dell'Europa occiden-

tale.

Ore 17.30 visita al museo archeologico di Granada Il Museo Ar-

cheologico di Granada, assieme alle istituzioni museali di Barcellona e

Valladolid, è uno dei primi musei archeologici della Spagna All’interno

del museo si possono osservare reperti preistorici rinvenuti nella Cue-

va de Cariguela di Pinar, oggetti di epoca greca e romana ed esem-

plari di astrolabi appartenenti alla cultura musulmana, risalenti al XIV

secolo.

Ore 19.30 cena a base di Gazpacho È una zuppa fredda tradiziona-

le che puoi trovare in varie regioni della Spagna. Il più popolare è

quello andaluso che si prepara con ingredienti diversi tra cui pomodo-

ri, peperoni e aglio.

Ore 21.30 visita del Monastery of Sainy Jerome Il Monastero di

San Girolamo è unacattolica romana chiesa e monastero

a Granada.Architettonicamente è nello stile rinascimentale

Sesto giorno: Barcellona

Ore 10.30 visita guidata alla Sagrada Familia La Sagrada Família,

è una grande basilica cattolica tuttora in costruzione, capolavoro

dell'architetto Antoni Gaudí. E’ uno dei principali simboli della città,

nonché una delle tappe obbligate

del turismo di massa.

Ore 11.45 visita al Barri Gòtic Il Barri

Gòtic è il centro della città vecchia di

Barcellona. È parte del distretto Ciutat

Vella ed è delimitato ad est dalla Via

Laietana che lo separa dal quartiere del

Born.

Ore 13.00 pranzo La gastronomia di

Barcellona risente inevitabilmente dei

fattori geografici della Catalogna, e della

cultura millenaria che si è stratificata nel

tempo. Definita anche “cucina di merca-

to”, per la consuetudine di preparare i

piatti in base alle stagioni, i prodotti ga-

stronomici sono il mix delle abitudini montane, dei cibi collinari e del

pesce pescato nel Mediterraneo. A questo bisogna aggiungere le in-

dubbie influenze della cucina mediterranea e araba. La regina tra i

primi piatti di Barcellona è la paella. Anche se la città originaria è Va-

lencia, anche qui ci sono molte varianti in base alla stagione e ai pro-

dotti disponibili.

Ore 14.20 passeggiata lungo il Parco Guell Il Parco Guell è una

delle opere di Gaudi. E’ patrimonio dell’ UNESCO. Sarebbe dovuto di-

ventare una città giardino. In esso si trovano le azulejos, le famose

piastrelle tipiche spagnole.

Ore 16.00 visita della Casa Milà Casa Milà, detta La Pedrera (cava

di pietra), fu costruita tra il 1905 e il 1912da Antoni Gaudí. Dal 1984

è stata dichiarata dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, insie-

me ad altre opere di Gaudí.

Ore 17.30 passeggiata nel Parco della Cittadella Il Parco della

Cittadella è stato per molti anni il solo parco della città di Barcellona.

Prende il suo nome dal fatto che fu costruito sugli antichi terreni della

fortezza cittadina a immagine e somiglianza dei Giardini del Lussem-

burgo di Parigi.

Ore 19.30 cena tipica con degustazione di crema catalanaLa

crema catalana è un dessert tipico della Catalogna. Si presenta come

una base soffice e cremosa, sormontata da una pellicola croccante di

zucchero caramellato.

Ore 21.30 visita del Museo del cioccolato Il museo del cioccolato

di Barcellona è un museo dedicato al mondo del cioccolato. È ospitato

nel duecentesco ex convento di Sant'Agostino.

Settimo giorno: Barcellona

Ore 10.45 visita della cattedrale di Barcellona La cattedrale della

Santa Croce e Sant'Eulalia è la cattedrale-metropolitana di Barcello-

na; nel 1867 è stata insignita del titolo di basilica minore. Si trova nel

Barri Gòtic del capoluogo catalano.

Ore 11.30 visita al Palau de la Musica Ascolto delle canzoni tipi-

che catalane e assistere al ballo tradizionale della sardana. La prima

cosa che si nota è la serietà sui volti dei ballerini nel cerchio. Questo

accade da un lato perché la danza è tecnicamente molto più complica-

ta di quanto sembri, ma anche perché la sardana è un ballo solenne

essendo un simbolo fondamentale dell’identità culturale catalana.

Ore 13.00 pranzo a base di Coca Escalivada Si consiglia la degu-

stazione de La Coca Escalivada che è una focaccia con peperoni e me-

lanzane arrostite.

Ore 14.30 visita del Museo Nazionale Il Museu nacional d'art de

Catalunya, conosciuto anche con la sigla MNAC, vanta una collezione

di arte romanica tra le più complete del mondo .

Ore 16.30 visita della Sagrat Cor Il tempio Expiatori del Sagrat

Cor è una basilica cattolica e

romana.

Ore 18.30 visita alla Casa

AmatllerLa Casa Amatller è

un edificio modernista di Bar-

cellona, costruito dall'archi-

tetto Josep Puig i Cadafalch

tra il 1898 e il 1900.

Ore 20.30 cena in hotel