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1 Introduzione

Scopo dello studio è stato la conoscenza della flora arborea, arbustiva e lianosa lungo le sponde del fiume

Lambro Meridionale, al fine di valutare la qualità della vegetazione esistente e, conseguentemente,

individuare i progetti di riqualificazione o di potenziamento ambientale più idonei.

Sono state considerate per lo più le specie legnose e lianose in quanto più congrue per un’analisi speditiva,

tuttavia sufficientemente esaurienti per avere un quadro generale preliminare dello stato di conservazione

della vegetazione lungo il corso d’acqua.

1.1 Perché le fasce riparie sono importanti?

La fascia riparia costituisce parte integrante dell’ecosistema fluviale: senza la vegetazione ripariale e il

proprio suolo, il corso d’acqua non può svolgere le funzioni ecosistemiche che gli sono proprie, non è in

grado di autosostenersi e di contrastare i disturbi e le pressioni sia esogeni che endogeni, di origine

naturale o antropica.

Tre i molteplici servizi ecosistemici svolti, la fascia riparia fornisce apporti trofici alle comunità acquatiche

favorendo lo sviluppo di ecosistemi complessi, costituisce un corridoio ecologico; consolida le sponde

contrastando l’erosione, svolge un’azione filtro tra l’acqua e la terra per diversi inquinanti diffusi (come

quelli tipici dispersi in ambiente agricolo), trattiene i nutrienti.

1.2 Cos’è la vegetazione ripariale potenziale

Per la descrizione delle diverse formazioni vegetali perialveali è utile fare riferimento a uno schema teorico

che ha come elemento di partenza il fiume e che ordina lungo fasce parallele al corso stesso le principali

formazioni vegetali che si incontrano spostandosi verso l’entroterra.

La prima fascia è quella che comprende il letto del fiume (alveo di magra) dove la vegetazione è formata da

piante acquatiche, sia flottanti che ancorate al fondo. Nella seconda fascia, in cui l’alveo è sgombro

dall’acqua per periodi relativamente brevi (alveo di morbida), si instaura una vegetazione erbacea pioniera

di greto, effimera.

La terza e la quarta fascia sono collocate sopra il livello delle acque. Qui crescono i salici, che formano

fitocenosi di due tipi: saliceti iniziali arbustivi e saliceti arborescenti. I primi si trovano nelle zone

periodicamente inondate e sono formati da salice rosso, salice da ceste e salice fragile (Salix purpurea, S.

triandra, S. fragilis); la componente erbacea è molto variabile, può essere assente o formata da specie

rampicanti.

I saliceti arborescenti si sviluppano nella fascia più arretrata rispetto ai salici arbustivi, formando dei veri

boschi composti prevalentemente da salice comune (Salix alba), associato a pioppi, ontano nero. Lo strato

arbustivo, non molto sviluppato, è formato da giovani salici; il sottobosco erbaceo è molto sviluppato ed è

formato da specie nitrofile, come l’ortica (Urtica dioica), il luppolo (Humulus lupulus). Il bosco occupa la

quinta fascia; gli alberi dominanti sono pioppo bianco e nero (Populus nigra, P. alba) e ontano nero (Alnus

glutinosa), dove la falda è superficiale. L’ontaneta a ontano nero è un bosco igrofilo, con sottobosco povero

di arbusti, con uno strato erbaceo costituito soprattutto da carici (Carex) e megaforbie.

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Al limite delle piene periodiche inizia la sesta fascia, caratterizzata dalle foreste pluristratificate dove gli

alberi dominanti sono olmi (Ulmus sp.), farnia (Quercus pretaea) e pioppo nero, spesso mischiati con la

vegetazione della fascia precedente.

Nell’ultima fascia, la settima, gli ontani tendono a diventare sporadici, così come i pioppi, mentre prende il

sopravvento la farnia, che forma boschi misti con il ciliegio (Prunus avium) con l’olmo (Ulmus minor) e il

carpino bianco (Carpinus betulus); qui si inserisce il querco-carpineto, bosco mesoigrofilo di farnia (Quercus

petraea) e carpino bianco (Carpinus betulus); il suo strato erbaceo è formato soprattutto da geofite, come

Primula vulgaris, Anemone nemorosa, Convallaria majalis.

Più indipendente dalla falda freatica, ma sempre della settima fascia, è il querco-ulmeto, bosco misto di

farnia e olmo (Ulmus minor), il cui sottobsco è formato soprattutto da megaforbie, piante erbacee con un

apparato fogliare molto sviluppato.

Fasce riparie a Siziano (PV), costituite da robinia, pioppo, sambuco e rovo. Manca la fascia strettamente igrofila, composta dal

pioppo-saliceto.

Insieme alle due specie vegetali principali si trovano anche altre piante legnose come il ciliegio selvatico

(Prunus avium), il frassino maggiore (Fraxinus excelsior), i tigli (Tilia platyphyllos e T. cordata) e la robinia

(Robinia pseudoacacia); il sottobosco è formato da uno strato arbustivo ricco, con sambuco (Sambucus

nigra), biancospino (Crataegus monogina), sanguinello (Cornus sanguinea), ligustro (Ligustrum vulgare) e

nocciolo (Corylus avellana).

La vera foresta planiziale troverebbe la massima espressione più lontano dal letto del fiume, dove il suolo è

più profondo ed evoluto, ma quest’area è ora generalmente occupata da coltivi.

Una variazione da questo schema vegetazionale si riscontra nelle lanche o nelle anse di meandro meno

interessate dalla dinamica fluviale, dove si creano condizioni di ristagno di acqua. Qui si trova una

vegetazione tipicamente acquatica, disposta in modo ordinato e che gradualmente si affranca dall’acqua,

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partendo dalle piante completamente sommerse a quelle natanti, a quelle radicate sul fondo, ma a foglie

galleggianti e poi erette sul pelo dell’acqua, fino alla periferia popolata da canne di palude e grandi carici.

Quando l’acqua della lanca viene completamente assorbita dal terreno, quest’ultimo costituisce il substrato

ottimale per l’instaurarsi della foresta planiziale. (Sartori, a cura di, 1988).

2 Metodi

L’area di studio è stata analizzata preliminarmente, con il programma QGIS, attraverso le DUSAF 2012 e le

ortofoto 2012, con le quali si sono rilevate le aree di potenziale interesse. In particolare ci si è soffermati

sulle lanche, sui boschi, sui prati da sfalcio e sulle oasi e sui PLIS rientranti in un buffer di 500 m dal fiume;

di queste sono stati selezionati 22 punti, dove è stato successivamente effettuato il rilievo floristico,

limitatamente alla componente arbustiva e arborea (settembre 2014). In questo modo si è cercato di avere

un quadro esaustivo della fascia vegetata lungo le sponde del Lambro Meridionale.

Rilievo vegetazionale presso l’Oasi del Lamberin, in comune di Opera (MI)

È stata poi realizzata una scheda per il campionamento (di cui un esempio è riportato sotto) dividendo gli

ambienti strettamente fluviali dalle lanche. La scheda, oltre a fornire informazioni su luogo e data del

rilievo, è strutturata come segue:

STAZIONE: vengono elencati gli ambienti dominanti dell’area, quali prati, coltivi, filari, boschi, fasce

boscate;

AMPIEZZA: vi si inserisce la superficie indicativa dell’area analizzata;

COMPOSIZIONE: si descrive la struttura del bosco, elencando i diversi strati, partendo dall’arboreo

seguito dall’alto arbustivo, dal basso arbustivo, dall’erbaceo, fino alla copertura di specie a

portamento lianoso; per lo strato erbaceo si indica solo la sua presenza/assenza;

ALTEZZA: si indica l’altezza media degli strati presenti;

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COPERTURA PERCENTUALE: indicata, ove possibile per i diversi strati della vegetazione; le

osservazioni sono basate sull’ombra che riproduce al suolo la chioma al massimo dell’espansione

fogliare.

SPECIE PRESENTI: si elencano le specie presenti nella stazione di rilievo e la loro dominanza, in

genere dal più presente al meno presente.

Nella scheda riguardante gli ambienti di lanca è stata aggiunta una riga alla tabella per evidenziare la

presenza di vegetazione acquatica, mentre le schede speditive, più sintetiche, sono servite per rilevare dei

punti aggiuntivi non selezionati inizialmente, ma che sono stati osservati durante l’attività di campo.

Punti selezionati per il rilievo speditivo della vegetazione lungo il corso d’acqua

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3 Risultati

3.1 La vegetazione reale: cosa resta degli antichi splendori

Sulla base dell’analisi dei dati DUSAF (2012), tagliati su un buffer di 500 m dalla sponda del Lambro

Meridionale (vedere tabella sottostante), è possibile ricavare la percentuale di ambienti antropizzati ed

habitat seminaturali che caratterizzano l’area di studio.

La tabella sottostante mostra come la maggior percentuale di superficie (57,9%) sia occupata da coltivi,

soprattutto risaie (25%) e seminativi semplici (grano, soia, mais 24%). Le aree antropizzate occupano circa

¼ della superficie totale (25,2%), soprattutto il tessuto residenziale discontinuo (8,4%) e gli insediamenti

industriali, artigianali e commerciali (5,7%).

Le aree seminaturali occupano solo il 16,9% della superficie oggetto di studio, in particolare i prati

permanenti senza specie legnose rappresentano il 5%, mentre le formazioni ripariali il 4,7%. Le altre

tipologie occupano meno dell’1% della superficie oggetto di studio.

Osservando inoltre la carta dei tipi forestali reali del sito cartografico di Regione Lombardia

((www.ersaf.lombardia.it), la vegetazione lungo il Lambro Meridionale è formata da:

formazioni antropogene non classificabili,

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robinieto misto,

robinieto puro;

saliceto di ripa.

Sono escluse dall’analisi le fasce vegetate che non sono classificate come bosco ai sensi dell’art. 42 della

L.R. 31/2008 (Testo unico delle leggi regionali in materia di agricoltura, foreste, pesca e sviluppo rurale),

ossia le pioppete ad uso produttivo e le formazioni con copertura della componente arborea o arbustiva ≤

20%, nonché da superficie ≤ 2.000 mq e larghezza ≤ 25 m.

Stralcio della Carta dei Tipi Forestali Reali di Lombardia (agg. 2011)

Si tratta quindi di un paesaggio vegetale più destrutturato rispetto alle potenzialità descritte nel capitolo

precedente e con una biodiversità specifica, di conseguenza, impoverita.

Gli atlanti delle specie esotiche (es. Banfi e Galasso, 2010) forniscono inoltre un quadro più completo sulla

situazione attuale della vegetazione lungo le rive dei fiumi e, più in generale, dell’ambito planiziale.

Numerose specie esotiche sono infatti fortemente invasive ed hanno colonizzato la quasi totalità di alcuni

tratti di sponde fluviali. Tra essi si ricordano Parthenocissus quinquefolia, Sycios angulatus, Broussonetia

payrifera, Ailanthus altissima, Reynoutria japonica.

Da questa seppur breve analisi emerge come il paesaggio che circonda il Lambro Meridionale non soffra

particolarmente di eccessiva urbanizzazione, intesa come impermeabilizzazione del suolo, ma che, di

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contro, sia costituito da una matrice agricola poco eterogenea. Gli habitat seminaturali talvolta

rappresentano fasce residuali a margine del coltivo stesso e, anche per la loro rarità, mantengono un

elevato potenziale a livello ambientale. Ci si riferisce in particolare a due tipologie di habitat, confermate

anche nel corso dei sopralluoghi:

le fasce riparie;

le zone umide.

Le fasce riparie, come anticipato nei paragrafi precedenti, hanno un’estensione spesso poco significativa, in

termini sia di discontinuità lungo il corso d’acqua sia di spessore. Solitamente le fasce riparie hanno una

profondità di non più di 15 m e sono caratterizzate soprattutto da robinia nello strato arboreo, rovo in

quello arbustivo, Parthenocissus quinquefolia, Sicyos angulatus per quanto riguarda le rampicanti. Si tratta

quindi per lo più di specie esotiche infestanti, che tendono a soffocare il sottobosco impedendo di fatto

l’instaurarsi della vegetazione potenziale.

In alcuni punti di rilievo si sono osservati piccoli nuclei boschivi residuali che mantengono le specie legnose

proprie del contesto ecologico: a Magherno e Siziano piccole fasce riparie con ontani neri e salici, a Opera

in prossimità dell’oasi del Lamberin una fascia a ontano nero lungo la pista ciclopedonale, a Landriano e

Torrevecchia Pia piccoli nuclei con salici arborei ed arbustivi.

RRIINNSSAALLDDAARREE LLEE FFAASSCCEE RRIIPPAARRIIEE LLAADDDDOOVVEE PPOOSSSSIIBBIILLEE EE PPOOTTEENNZZIIAARREE II NNUUCCLLEEII BBOOSSCCHHIIVVII RREESSIIDDUUAALLII IINN

MMOODDOO CCHHEE DDIIVVEENNTTIINNOO VVEERREE EE PPRROOPPRRIIEE SSTTEEPPPPIINNGG SSTTOONNEESS LLUUNNGGOO IILL CCOORRSSOO DDEELL FFIIUUMMEE SSOONNOO OOBBIIEETTTTIIVVII

PPEERRSSEEGGUUIITTII AATTTTRRAAVVEERRSSOO IILL LLIIBBRREETTTTOO DDEELLLLEE BBUUOONNEE PPRRAATTIICCHHEE EE LLAA RREEDDAAZZIIOONNEE DDII SSTTUUDDII DDII FFAATTTTIIBBIILLIITTÀÀ

MMIIRRAATTII..

Le zone umide sono molteplici e identificate per lo più con le lanche. Lungo il corso del fiume si può parlare

di un vero e proprio sistema di lanche (se ne sono contate 22 attive lungo il corso d’acqua), moltissime

delle quali ricche di vegetazione, che rappresentano un patrimonio di biodiversità con un potenziale

elevatissimo, dal momento che garantiscono la sopravvivenza di una comunità igrofila molto complessa e in

via di rarefazione, proprio a causa della diminuzione delle zone umide.

IIMMPPLLEEMMEENNTTAARREE EE CCOOLLLLEEGGAARREE TTRRAA LLOORROO LLEE LLAANNCCHHEE AATTTTIIVVEE IINN MMOODDOO CCHHEE DDIIVVEENNTTIINNOO VVEERREE EE PPRROOPPRRIIEE

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DDEELLLLEE BBUUOONNEE PPRRAATTIICCHHEE EE LLAA RREEDDAAZZIIOONNEE DDII SSTTUUDDII DDII FFAATTTTIIBBIILLIITTÀÀ MMIIRRAATTII..

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Rilievo presso Magherno (PV). Si notino le pioppete d’impianto e la bordura di Sicyos angulatus lungo la sponda.

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Esempi di lanche ben conservate rispettivamente a Locate di Triulzi, Pieve Emanuele e Villanterio.

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Tabella riassuntiva dei rilievi speditivi, con la stima delle abbondanze relative delle singole specie.

(1) tipologia: 1 bosco; 2 fascia boscata; 3 urbano;4 arbusteto;5 filare. (2) erbaceo = 1 presente 2 assente. (3)Phytolacca americana: la specie è stata inserita comunque

nonostante si tratti di un’erbacea, in quanto spesso infestante.

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3.2 Elenco floristico

Nel seguente elenco floristico sono descritte tutte le specie rilevate nello studio, ordinate secondo Pignatti

(1982), ognuna con la seguente formattazione:

FAMIGLIA Genere specie, autore Forma biologica-tipo corologico Indici di Ellenberg (L T C U R N S) PINACEAE Picea excelsa, (Lam.) Link P scap (SV) - Eurosib. 5 3 6 0 0 0 0 Cedrus deodara, Loud. SALICACEAE Populus alba, L. P scap - Paleotemp. 5 8 7 5 8 6 0 Populus nigra, L. P scap - Paleotemp. 5 7 6 8 7 7 0 Salix alba, L. P scap - Paleotemp. 5 6 6 7 8 7 0 Salix caprea, L. P caesp - Eurasiat. 7 4 5 6 7 4 0 JUGLANDACEAE Juglans regia, L. P scap - Avv. Naturalizz. 6 6 6 5 6 6 0 BETULACEAE Carpinus betulus, L. P scap - Europ.-Caucas. 4 6 4 X X X 0 Corylus avellana, L. P caesp - Europ.-Caucas. 6 5 4 5 5 8 0 Alnus glutinosa, (L.) Gaertner P scap - Paleotemp. 5 5 5 9 6 8 0 Alnus cordata, (Loisel.) Desf. P scap - Endem.

4 4 4 6 4 6 0 FAGACEAE Quercus rubra, L. P scap - Avv. Naturalizz. 5 6 6 5 4 6 0 Quercus robur, L. P scap - Europ.-Caucas. 7 6 6 6 5 6 0 ULMACEAE Ulmus minor, Miller P caesp - Europ.-Caucas. 5 7 5 X 8 X 0 MORACEAE Morus nigra, L. P scap - Avv. Naturalizz. 8 7 5 5 5 5 0 Ficus carica, L. P scap (SV) - Eurimedit.-Turan. 7 8 6 X 5 X 0 CANNABACEAE Humulus lupulus, L. P lian - Europ.-Caucas. 7 6 4 8 6 8 0 Humulus scandens, (Lour.) Merrill T scap - Avv. Naturalizz. 7 6 5 8 6 8 0 RANUNCOLACEAE Clematis vitalba, L. P lian - Europ.-Caucas. 7 7 4 5 7 7 0 LAURACEAE Laurus nobilis, L. P caesp (SV) - Stenomedit. 2 7 4 8 4 6 0

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PLATANACEAE Platanus hybrida, Brot. P scap - Eurimedit. 9 7 5 8 X 6 0 ROSACEAE Malus domestica, Borkh. P scap - Avv. Naturalizz. 7 7 5 5 5 5 0 Crataegus monogyna, Jacq. P caesp - Paleotemp. 6 7 5 4 6 3 0 Crataegus azarolus, L. P scap - Orof. Sw-Europ. 6 8 3 3 7 3 0 Rubus, Sp. NP (SV) - Eurimedit. 5 8 5 4 5 8 0 Prunus avium, L. P scap - Pontica 4 5 6 5 7 5 0 LEGUMINOSAE Robinia pseudoacacia, L. P caesp - Avv. Naturalizz. 5 7 5 4 X 8 0 SIMAROUBACEAE Ailanthus altissima, (Miller) Swingle P scap - Avv. Naturalizz. 6 7 5 5 5 5 0 AQUIFOLIACEAE Ilex aquifolium, L. P caesp (SV) - Eurimedit. 4 5 4 5 4 5 0 ACERACEAE Acer platanoides, L. P scap - Europ.-Caucas. 5 6 4 X X X 0 Acer campestre, L. P scap - Europ.-Caucas. 5 7 4 5 7 6 0 Acer pseudoplatanus, L. P scap - Europ.-Caucas.

4 X 4 6 X 7 0 Acer negundo, L. P scap - Avv. Naturalizz. 8 7 5 5 5 5 0 RAMNACEAE Frangula alnus, Miller P caesp - Europ.-Caucas. 6 5 4 7 5 5 0 VITACEAE Parthenocissus quinquefolia, (L.) Planchon P lian - Avv. Naturalizz. 5 7 5 5 5 5 0 ARALIACEAE Hedera helix, L. P lian (SV) - Eurimedit. 4 5 4 5 X X 0 CORNACEAE Cornus sanguinea, L. P caesp - Eurasiat. 7 5 5 7 8 X 0 EBENACEAE Diospyros lotus, L. P scap - Avv. Naturalizz. 9 7 5 5 5 4 0 OLEACEAE Fraxinus excelsior, L. P scap - Europ.-Caucas. 4 5 4 7 7 7 0 Ligustrum vulgare, L. NP - Europ.-Caucas. 7 6 4 X 8 X 0 CONVOLVULACEAE Calystegia sepium, (L.) R.Br. H Scand - Paleotemp. 8 6 5 6 7 9 0 CAPRIFOLIACEAE Sambucus nigra, L. P caesp - Europ.-Caucas. 7 5 4 5 X 9 0 CUCURBITACEAE Sicyos angulatus, L. T scap - Avv. Naturalizz.

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7 7 5 6 5 5 0 TILIACEAE Tilia europaea CORNACEAE

Aucuba japonica CAPRIFOLIACEAE Lonicera japonica Asiat.

In alcune zone sono state rilevate anche le specie a portamento erbaceo più rilevanti (per la loro quantità); esse sono: LEMNACEAE Spirodela polyrrhiza, (L.) Schleid. I nat - 940 Subcosmop. 7 6 5 12 X 7 0 URTICACEAE Urtica dioica, L. H scap - 940 Subcosmop. X X X 6 X 8 0 PHYTOLACCACEAE Phytolacca americana, L. G rhiz - 980 Avv. Naturalizz. 9 8 5 5 5 4 0 ASTERACEAE Helianthus tuberosus, L.

G bulb - 980 Avv. Naturalizz. 8 7 5 7 X 6 0 CIPERACEAE Carex acutiformis, Ehrh. G rhiz - 520 Eurasiat. 7 5 5 9 7 5 0 Carex sp. POACEAE Phragmites australis, (Cav.) Trin. G rhiz - Subcosmop. 7 5 X 10 7 5 1 BAMBUSACEAE Phyllostachys spp. Asiat.

Rilievo presso Landriano (PV)

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3.2.1 Note sulla flora

Si segnala la presenza di Echinocystis lobata, da confermare, presso Locate di Triulzi (MI), lungo una roggia

tra il Lambro Meridionale e C.na Castello.

Sono state inoltre recentemente segnalate dall’Università degli Studi di Pavia diverse stazioni di Leucojum

aestivum (campanellino estivo) presso il comune di Marzano. Si tratta di una specie erbacea rara, inserita

nell’elenco delle specie minacciate IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) e tutelata

dalla L.R. della Lombardia 10/2008. La stessa specie è stata inoltre segnalata da un consulente naturalistica

del comune di Vidigulfo (PV), anche lungo le sponde del Ticinello.

3.3 Spettro corologico e forme biologiche

Spettro corologico (sopra) e spettro biologico (sotto) della flora rilevata

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La corologia è quella branca della geobotanica che si occupa dello studio della distribuzione degli areali

delle specie vegetali: attraverso lo spettro corologico si evidenziano i corotipi (gruppi di specie aventi

uguale distribuzione) dominanti di un territorio, per trarne una prima valutazione ecologica.

Osservando lo spettro corologico si può notare come le specie esotiche (avv. naturalizz.) siano il 28% delle

specie rilevate. Questo si può spiegare attraverso le caratteristiche ecologiche delle specie esotiche e

cosmopolite ed in particolare dalla maggiore adattabilità ecologica che permette loro di invadere con più

facilità ecosistemi degradati e poco strutturati. (Banfi & Galasso, 2010).

Tuttavia è importante anche la presenza di specie europee-caucasiche che occupano il 31% del totale delle

specie rilevate e che sono specie autoctone, così come le specie eurimediterranee e paleotemperate che

occupano rispettivamente il 9% e il 14% del totale.

Le forme biologiche “sintetizzano l’informazione relativa al portamento della pianta ed agli adattamenti di

cui questa dispone per superare la stagione avversa” (Pignatti, 1982), che nell’area di studio è

rappresentata dalla stagione invernale.

Le forme biologiche presenti sono per la maggior parte sono fanerofite, in misura minore sono anche

presenti camefite, nanofanerofite ed elofite, coerentemente con i rilievi che hanno riguardato la porzione

arbustiva ed arborea. Osservando le percentuali di copertura si può notare che la più alta appartiene alla

vegetazione con portamento lianoso (30%), seguita dalla porzione arborea (27%) dallo strato erbaceo (24%)

e da quello arbustivo (19%). Le coperture si sono calcolate basandosi sull’ombra che riproduce al suolo la

chioma al massimo dell’espansione fogliare.

Considerando la presenza percentuale dello strato erbaceo nelle diverse aree, esso varia generalmente dal

10-20% nelle aree più urbanizzate o molto coltivate, fino a raggiungere anche il 90-100% nelle aree più

lontane dai centri urbani e dai campi.

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4 Conclusioni

Dalle analisi effettuate emerge che il territorio che circonda il Lambro Meridionale è ricco di potenzialità in

termini di biodiversità di habitat e specie, individuati nello specifico nelle FFAASSCCEE RRIIPPAARRIIEE e nelle

numerosissime LLAANNCCHHEE attive (ben 22 lungo l’intero corso fluviale).

LLAA SSEECCOONNDDAA FFAASSEE DDEELL PPRROOGGEETTTTOO CC..AA..LL..MMEE.. SSII ÈÈ QQUUIINNDDII OORRIIEENNTTAATTAA NNEELL PPOOTTEENNZZIIAAMMEENNTTOO DDII QQUUEESSTTII

MMIICCRROO--HHAABBIITTAATT,, IINN MMOODDOO DDAA RREENNDDEERREE TTUUTTTTOO IILL CCOORRSSOO DDEELL FFIIUUMMEE UUNN CCOORRRRIIDDOOIIOO EECCOOLLOOGGIICCOO

EEFFFFEETTTTIIVVOO PPEERR LLEE SSPPEECCIIEE AANNIIMMAALLII EE VVEEGGEETTAALLII IIGGRROOFFIILLEE..

TTAALLEE OOBBIIEETTTTIIVVOO EE’’ SSTTAATTOO PPEERRSSEEGGUUIITTOO SSIIAA AATTTTRRAAVVEERRSSOO UUNNAA PPRROOGGEETTTTAAZZIIOONNEE DDIIRREETTTTAA SSIIAA

AATTTTRRAAVVEERRSSOO LLIINNEEEE GGUUIIDDAA MMIIRRAATTEE RRIIVVOOLLTTEE AAII CCOOMMUUNNII,, TTRRAADDUUCCIIBBIILLII IINN PPRROOGGEETTTTII OO RREEGGOOLLAAMMEENNTTII..

Come si vedrà nelle tavole inerenti gli studi di fattibilità, infatti, sono stati predisposti numerosi progetti,

alcuni dei quali poco costosi e a micro-scala, altri più ambiziosi ed a scala più vasta, ma tutti volti al

potenziamento dei due habitat principali che rendono il fiume un vero ecosistema vitale e in grado di

automantenersi.

Tratto del corso d’acqua a Sant’Angelo Lodigiano (LO)

Page 19: S:LAVORI in corso297-CALME-MILANO cartigliocartiglioCALME ... · Scopo dello studio è stato la conoscenza della flora arborea, ... 1.2 Cos’è la vegetazione ... La vera foresta

5 Bibliografia

Banfi E., Galasso G., 2010. La flora esotica lombarda. Regione Lombardia e Museo di Storia Naturale di

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Grillini B. et al., 2011. Atlante dei climi e microclimi della Lombardia. Centro Meteorologico Lombardo ed.

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Sartori F. a cura di, 1988. La Pianura Padana-Natura e ambiente umano. Istituto geografico De Agostini,

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