Sulla Consistenza Di Alcune Differenze Biometriche Delle Specie Mullus Barbatus ...

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This article was downloaded by: [Central Michigan University] On: 08 October 2014, At: 12:05 Publisher: Taylor & Francis Informa Ltd Registered in England and Wales Registered Number: 1072954 Registered office: Mortimer House, 37-41 Mortimer Street, London W1T 3JH, UK Bolletino di zoologia Publication details, including instructions for authors and subscription information: http://www.tandfonline.com/loi/tizo19 Sulla Consistenza Di Alcune Differenze Biometriche Delle Specie Mullus Barbatus e Mullus Surmuletus Dott. Paola Corradini a a Istituto di Zoologia ed Anatomia e Fisiologia comp. della R. Univ. di Padova Published online: 14 Sep 2009. To cite this article: Dott. Paola Corradini (1935) Sulla Consistenza Di Alcune Differenze Biometriche Delle Specie Mullus Barbatus e Mullus Surmuletus , Bolletino di zoologia, 6:1, 333-345, DOI: 10.1080/11250003509435638 To link to this article: http://dx.doi.org/10.1080/11250003509435638 PLEASE SCROLL DOWN FOR ARTICLE Taylor & Francis makes every effort to ensure the accuracy of all the information (the “Content”) contained in the publications on our platform. However, Taylor & Francis, our agents, and our licensors make no representations or warranties whatsoever as to the accuracy, completeness, or suitability for any purpose of the Content. Any opinions and views expressed in this publication are the opinions and views of the authors, and are not the views of or endorsed by Taylor & Francis. The accuracy of the Content should not be relied upon and should be independently verified with primary sources of information. Taylor and Francis shall not be liable for any losses, actions, claims, proceedings, demands, costs, expenses, damages, and other liabilities whatsoever or howsoever caused arising directly or indirectly in connection with, in relation to or arising out of the use of the Content.

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Bolletino di zoologiaPublication details, including instructions forauthors and subscription information:http://www.tandfonline.com/loi/tizo19

Sulla Consistenza Di AlcuneDifferenze Biometriche DelleSpecie Mullus Barbatus e MullusSurmuletusDott. Paola Corradini aa Istituto di Zoologia ed Anatomia e Fisiologia comp.della R. Univ. di PadovaPublished online: 14 Sep 2009.

To cite this article: Dott. Paola Corradini (1935) Sulla Consistenza Di AlcuneDifferenze Biometriche Delle Specie Mullus Barbatus e Mullus Surmuletus , Bolletino dizoologia, 6:1, 333-345, DOI: 10.1080/11250003509435638

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DOTT. PAOI,X CORRADISI lstiliito di Zoologia ed Anatoinia c‘ Fisiologia comp, della R. Uiiiv. di Padova

Dirrttore : Prof. P. PASQUIM.

Sulla consistenza di alcune differenze biometriche delle specie Mullus barbatus e Mullus surmuletus.

I 1 p r o b l e r n a .

Se si esaminano dei Mtilltis si vedc che vicino a individui si- curamente classificabili, come M. bnvbatiis L. e ad altri individui sicuramente classificnbili come M. srrvimtetrts L., ve ne 13 un certo numero che presentano cnratteri intermedi tra questi due gruppi, onde 6 incerto e arbitrario classificarli in una delle due specie.

Sc si scorre la bibliografia, si vede che questa incertezza nella identificazione e definizione delle due specie la ebbero i sistematici.

Cosi PLINIO conoscevn una sola triglia, mentre SALVIANI (1554) parla di due triglie. I1 primo a riconoscere 1’ esistenza delle due specie fu perb il LINNEO (1735).

Second0 LINNEO esistono due specie di Altrlltrs : Mtrllits bnv- 6akts, chiamato a Venezin a Barbone s e nel resto d’Italia Triglia 3 : lunghezza da 15 a 22,5 cm., raramente pesa pi& di 200 gr. Testa compressa in alto, fortemente inclinata verso il muso, occhi situati in alto, colore giallo oliva sopra le squame, sotto rosso vivo.

Afztlkrs swiiiirtetirs, quasi eguale e spesso coniuso con il pre- cedente.

Differenze :

35cm. di lunghezza. 1. - Afirllirs srrnituletirs : pih grande, raggiungendo anche

2. - Le pinne e la coda sono pih r o s e nel U. bnvbatirs. 3. - La seconda pinna dorsale ha 8 raggi nel N . srrviiiriletzrs

4. - Le scaglie del 111. suvnitrletus sono pih grosse e piii

5. - Gli occhi sono rossi nel M. strviiurlettts e argentati nel

e 9 nel M. Dnubnlits.

aderenti.

‘If Darbnllfs.

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6. - I1 M. swmdetris ha, Iungo i lianchi , quattro striscic longitudinali gialle.

Queste stesse differenze furono riscontrate anche dal CUVIER, il quale perb aggiunge che il LU. bar’bnlits P pih comune nel hIedi- terraneo mentre il 131. stirniuletris P pih comune ne1:’Oceano.

I1 BUFFON continua a distinguere le due specie e GLINTHER d i piu precisi caratteri distintivi :

MitlEiis barbatzrs : profilo anteriore del muso avvicinantesi alla verticale. La mascella superiorc si espande a1 di 13 della verticale a1 margine anteriore dell’occhio.

ilfirlliis sirrrtiirlettts ; profilo anteriore dcl muso molto obliquo, il mascellare superiore raggiunge appena la verticale at margine anteriore dell’occhio.

DE LA ROCHE perb sostiene ch’e si tratta di specie unica. CANESTI~~NI suppose che la differenla fosse dovuta a condizioni

ecologiche. Egli, osservando i Rlullidi del golfo di Napoli arrivb non solo alla distinzione tra Jf. barbatits e Jf. siwttuletus , ma avanzb anche il dubbio che il Afiillirs strriinrlettrs, da lui chiamato Triglia maggiore, si suddividesse a sua volta in tre varietR : 1) Tri- glia saponara di sapore disgustoso, vivente su fondo fangoso. 2) Triglia di fango, vivente su fondo fangoso. 3) Triglia d’Aurito, di colore bruno, vivente su fondo algoso.

Come si vede la questione tendeva a divenire sempre meno chiara.

Nel 1884, DAY e STEINDACHNER, emettevano due ipotesi opposte; sostenendo il D A Y l’esistenza del J1. stir‘iiiiilettis come varieta del N. bnvbniirs, mentre il secondo,”da studi fatti su non meno di 75 campioni, concluse doversi ritenere i Miillus appartenenti a un’u- nica specie, oscillando il lor0 profilo rostrale entro un massimo ed un minimo di curvatura.

hlOREAU (1881) riprendeva la questione sostenendo la diversit3 delle due specie. Cosl facevano JORDAN ed EVERAIAN, sempre pih o meno, adducendo le stesse differenze.

I1 FAGE (1909) in uno studio biometrico, concludeva awettando l’ipotesi di STEINDACHNER.

Ultimamente il NINNI espose la sua convinzione che il Jfiiflzrs barbatits ed il M. sttrnitdetus fossero veramente due specie distin- te ; questo in conseguenza rti suoi studi fatti sugli avannotti dei due tipi, ch’egli afferma compaiono nel golfo di Venezia in tempi net- tamente distinti.

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Sulla consistenza di alcunc differenze biotnetriche ecc. 335

L o BIANCO (1909) e piii tardi hIONTALENTI, pure avendo accu- ratamente studiato il genere, con entrano nel merito della classi- ficazione.

REhlOTTl (1933) invece, basandosi principalmente s u ricerche istologiche sulla ghiandola tiroide dei llilillus, si dichiara d’accordo con il FAGE.

Essendo le nostre conoscenze quali ho esposto, la prof. &I<- TOLINI, mi consiglib di r iprendere in esame I’argomento , facendo particolari ricerche sulle curvature craniali e sulla colorazione delle scaglie, caratteri questi che, a detta degli autori suaccennati , co- stituiscono i capisaldi della teoria della dualit3 della specie.

I1 problema che mi sono posta e ra quindi decidere se vi fos- se ro una o due specle di Miillas.

L e o s s e r v a z i o n l .

Come ho d e t t o , l e principali differenze t m le presunte due specie sono le seguenti:

1. - Differenze nel profilo craniale : pi& appuntito quello del ill. stir i imlett is, pih tozzo quello del bnrbnttrs.

2. - Differenze di colore , sia pure contrastanti tra i vari osservatori.

3. - Differenze nel numero dei raggi della prima pinna dorsale.

I1 carattere pih facilmente studiabile sembrerehbe essere il colore.

RIa le osservazioni su esso lasciano, come d i r b , un senso di dubbio quando ci s i basi unicamente sull’osservazione superficiale. Bisogna quindi ricorrere allo studio dei profili craniali , anche per il fatto che la massima parte degli autori pone i l profilo craniale come elemento base per una eventuale distinzioiie. hIi disposi cosi a controllare, in primo Iuogo, questo carattere pe r esaminarne par- titamente la consistenza. A tale scopo occorreva rilevare in mod0 pratico quanto esatto, i i profilo def rnaggior numero possibile di illtfllus. S i poteva pensare di ricorrere ai sistemi in us0 nell’ An- tropometria, ma dovetti scartare questi sistemi per t r e ragioni : anzitutto la scarsa resistenza delle ossa dei pesci da misurare avrebbe reso alquanto problematico l’uso d i compassi o di appa- recchi per puntegginre, .poi, essendo neccssario portarmi sui luoghi di smercio del pesce, per le relative misurazioni, il trasporto degli

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apparecchi sarebbe risultato quasi impossibile ; in terzo luogo , le partite di pesci, per mgioni commerciali, venivano lnsciate a mia disposizione solo per poco tempo e l’uso di apparecchi antropome- trici richiede un lung0 lavoro.

Dopo vari tentativi, con apparecchi rudimentali, decisi di fare ricorso a un sistema obbiettivo-camera oscurn, procedendo, per il rilievo, nella maniera seguente : it Jfulfus venivn fissato, mediante una Finza emostatica, alla base dell’ appendice caudale e veniva quindi appeso in posizione verticale, di modo che esso assumeva, in modo praticamente esatto, col proprio asse d’inerzia longitudi- nale, una direzione parallela ad una linea di forza del campo di gravitazione. Un filo a piombo, posto dinnanzi a1 Afirllirs traguar- dato con la sinfisi boccale, materializzava l’asse d’inerzia, o meglio la rispettiva proiezione dell’asse stesso su di un piano parallel0 a1 piano meridian0 principale del campione in esame.

L’immagine del Afirffus fissato nella maniera descritta, veniva, attraverso un comune obbiettivo fotografico, raccolta in ufia camera oscura e proiettata su una lastra di vetro smerigliato ; quivi il pro- file veniva convenientemente riprodotto mentre , a parte , veniva rilevata la lunghezza reale dell’animale dalla sinfisi boccale alla base dell’appendice caudale, considerando questi come tragu?rdi base che venivano riportati anche nella riproduzione.

con- servando la scala originaria e, dal rapporto tra la lunghezza reale e quella apparente, misurata sul profilo, si poteva ricavare Ia scala di riproduzione. Questa scala di riproduzione non risultava neces- sariamente fissa, ma variava da rilevamento a rilevamento e qual- che volta anche durante una stessa serie di misurazioni, per even- tuali tentativi di migliorare le condizioni di visibilita. Tutte le misure relative ai protili vennero riportate ad una scala determi- nata dal rapporto 1/1,235. In tai modo, ricostruendo i profili si sa- rebbe potuta avere una perfetta omogeneit8, ma questo non sarebbe bastato. Volendo infatri una serie di niisure perfettamente compa- rabili, si sarebbero dovuti misurare solamente individui della stessa lunghezza, perch& e intuitivo che anche il profilo craniale dipende dalle dimensioni dell’animale e quindi dalla sua e t i e dal suo svi- luppo sornatico. Questa possibilita venne scartata perche ci interes- sava misurare il maggior nuniero di individui possibile di tutte le dimensioni. Per eliminare questo inconveniente dovemnio riportarc le lunghezze dei Miillus a una medesima lunghezza.

I1 profilo rilevato veniva riportato su carta millimetrata

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Sulla consistenza di alcune differenze biometriche ecc. 337

Per quanto ho esposto soprn, le misure sulle quali mi bnso furono ricavate usufruendo della formula seguente :

Lunghezza reale - Lunghezza 900 mlm Dimensione reale Dimensione apparente

-

Riportati i profili dei p i x i su carta millimetrata, le proiezioni craninli potevano venir riferite ad un sistema di coordinate carte- siane ortogonali, per rilevarne le rispettive caratteristiche. Gli nssi vennero disposti nella maniera seguente : l'asse S passava per la sinfisi boccale e coincideva con la proiezione del lilo a piombo rim portata sul profilo originale, I'asse Y distava dalla sinfisi boccale m/m 1,5.

La curva craniale, cosl riferita, venne sostituita da una poli- gonale a cinque l a t i , per r i t rovare , in mod0 abbastanza esatto, il centro o i centri di curvatura. L' incontro delle perpendicolari abbassate dai punti nlediani di due inti successivi dava quindi il eentro d i curvatura medio del tratto d i curva sotteso dai due lati. I n tal mod0 osservai che s i potevano avere due tipi di pro- fili: nell'uno i centri di curvatura si addensavano attorno ad un unico punto, mostrando che il centro di curvntura dell'intera curva craniale e ra unico, nell'altro s i nvevano due punti di addensamen- to ; dimostrazione questa palese che la curva craniate poteva venir scomposta in due tratti di curva pcrfettamente distinti. So ta i su- bito, come prima grossolana osservazione, che sin negli esemplari tipo bclrbcltirs, sia riegli esemplnri tip0 sirwiidetiis, distinzione que- s ta basata sul parere dei pescetori, si presentavano indil'ferente- mente individui ad una o a due curvature. Questa osservnzione e di per se stessa di capitale importanza e conferina sempre pih i dubbi sollevati contro la cossistenza d i questo caratrere distintivo.

Furono successivamente rilevate l e coordinate dei centri di curvatura e le lunghezze dei rispettivi raggi , riportando queste misure :lla lunghezza iissa di 900 mlm, usufruendo della formula SGpra scritta, cosi pure i ccntri di curvntura vennero riportati su di un unico foglio d i c:nrt;i millimetrata, tenendo nettnmente di- stinte, le misure provenienti dal brir6nttrs d a quelle provenienti da' suwiidetirs.

Eseguito il diagramma in questione. con tutte le cure del CRSO,

si potevano presentare t re pos4bilit3, quindi tre diverse interpre- tazioni :

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338 P. Corradini

1) I1 fascio di curve ed i rispettivi centri di curva tura si sa- rebbero potuti separare in due unit5 nette e distinte , costituenti degli insiemi non aventi alcuna parte in comune. Se in un insieme si fossero raccolti i dati riferentisi a1 111. ba~brrtzts e in un altro quelli riguardanti il 111. szmizzdelzrs, le specie s i sarebbero cosl po- tute coniiderare come distinguibili e quindi distinte.

2) I due insiemi, di curve e centri di curvatura, avrebbero potuto avere una zona in comune, rimanendo poi nettamente di- stinte alle rispett ire estremita. L’ interpretazione di questo fatto sarebbe stata dubbia e molteplice. Si sarebbe magari potuto rite- nere I’esistenza orieinaria di una specie m i c a in via di separazio- ne in due specie distinte.

3) I due insiemi s i sarebbero potuti presentare come com- pletamente confusi ed inscindibili, costituendo un tutto unico ed omogeneo ; questo sia per I’insieme dei centri di curvatura, come per quello costituito dnlle curve. In questo caso la conclusione pub essere una sola : e impossibile distiriguere le due specie esaminando la curva craniale.

Esaminando il diagramma riassuntivo delle nostre ricerche, appare chiaro di trovarci di fronte all’ultirna eventualita. Le curve rappresentanti i profili delle d u e supposte specie appaiono raggrup- pate in un tutto omogeneo, distribuite benza alcun ordine. Lo stesso si pub dire per i centri di curvatura.

E logic0 che, se nessuna ragione morfologica distingue le sup- poste specie N. brrrbntzis e H. szirnmletzrs , l e curvature craniali ed i rispettivi centri di curvatura s i distribuiranno uniformemente attorno ;i punti medi, seguendo unicamente la legge del caso. S i presentn un esempio tipico di distribuzione d i colpi in un bersa- glio ed il formarsi delle rose di tiro, ben note nello studio delle armi da fuoco e sovente trasportate anche nel campo della fisica molecolare.

P e r provare questa ipotesi , dividemmo il campo occupato dai centri d i curvaturn, in striscie verticili e costruimmo u n diagramma portando sulle nscisse il numero delln striscia e sulle ordinate il nz- mero dei centri contenuto nella striscia stessa (Fig. 1). Tenendo di- stinti, in un primo tempo gli elementi proverlienti dal M. barbntzrs da quelli del 111. sir~rittiletirs, ottenemmo due curve separate e co- struimmo in seguito una t e r m curva, considerando l’insieme come unico. Ottenemmo cosi tre curve sirnili e , cib ch’& vernmente im- portante, presentanti un massimo nellrr stessa striscia, cib t h e stn

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Sulla consistenzn di nlcune differenze bionielriche ccc. 339

chiaramente a dimostrare come le due supposte specie nddensino la mnggior pnrte dei loro individui attorno ad un’unicn curvntura txedia. Giunti a questo punto, abbiamo cercnto di renderci ragione di alcuni fatti che risultano da un’osservazione.

Fig. 1.

Innanzi tutto quello che risulta pih evidente nel diagramma 1, e la distribuzione dell’insieme dei centri di curvatura entro una curva a rnanifeste caratteristiche ellittiche.

Se e,ffettivarnente i centri di curvatura s i distribuiscono nel diagramma come altrettanti colpi sopra un bersaglio , seguendo quindi in questa distribuzione la legge degli errori, l’area ricoperta avrebbe dovuto essere un circolo, non un ellisse.

Partendo da questa ipotesi. feci una nuova prova: provai a misurare un gran numero d i volte uno stesso RIullide, togliendolo dnl sostegno ad ogni rilievo. Si ottenne cosi un grnn numero di

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profili dello stesso individuo e su di essi, con i l solito sistema, fu determitiata la curvatura ed il centro di curvntura. S i osservb al- lorn che le curve craniali costituivano un fascio strettissimo attorno a113 curva media, COSR questa facilmente prevedibile. ma si osservb pure che i relativi centri di curvaturn si distribnivano entro una piccola ellissi, avente il diametro maggiore diretto nelln stessa di- rezione dell'asse maggior , lliedio tracciabik sul diagrnmma gene- rale. La distribuzione dei punti it insomma quella che hanno i pro- iettili su d i un bersaglio obliquo rispetto aIla traiettoria deI pro- iettile. G o 6 a dire i profili del Afzrllus e i lor0 centri di curvatura, variano come gli errori che si commettono misurando un individuo e questa 6 la legge fondamentale che regol'a la variabil i t j fluttuante di una popolazione omogenen.

h bene anche porre in evidenza che il profiio cefalico deve considerarsi completamente delimitato dalle O S S ~ craniali, come ri- s2lta da radiogrzfie eseguite nell'Istituto d i Anatomia umana.

Poterono venir radiografati alcuni campioni e misure compa- rative eseguite sui profili ricavati dni RIullidi e le rispettive radio-

.grafie, dimostrarono in mod0 assoluto che il profilo cefalico viene determinato precisamente dalle ossn craniali (Fig. 2).

Con il mezzo delle stesse radiogrnlie, vidi anche che 1' asse principale d'inerzia del ilfzillzrs passava precisamente per la sinfisi boccale e cadrva en t ro la base dell'iippendice caudale.

Ricordo infine che 6 stato affermato da qualche autore, tra cui il GUNTHER, che nel Mzrllus Dnvbntzis la mascella superiore si estende a1 di Ih della verticale a1 margine anteriore dell'occhio, nel Mzrllrrs sztvriizilelzrs rnggiunge appena questo margine.

k i e n d o dette radiografie, era possibile benissimo controllare tale distinzione.

La costituzione mascellare anatomica dei campioni d i cui ese= guii la radiografia (Fig. 2) dimostrb che ern impossibile distinguere negli individui che avevamo d i fronte, in base a questo carattere, due specie, estendendosi la mascella indifferentemente in tutti i quattro campioni, a1 d i 121 del margine posteriore dell'occhio.

Passando agli altri caratteri : it setiz'altro da scartare 1' ipotesi di GREGOROVIUS che r l f . bnvbattrs fosse, il maschio e 11. srtrtnzile- tzrs la femmina.

Si manifestb senza fondamento anche la pretesa distinzione second0 il iiumero d i rnggi della prima pinna dorsale.

Sugli stessi campioni sui quali rilevai il profilo cseguii delle

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Sulla consistenza di alcune differenze biometriche ecc. 34 1

ricerche sul colore, approfittando del 8 Code des couteurs s di KLINCKSIEK e VALETTE. Trovai delle differenze d i colore, ma anche una tale gamma d i sfumature da non rendere possibile nlcuna di- stinzione. Effettivamente certi esemplari di Afzdlirs (indifferente- mente ili. bnrbatns e AI. sirriitirletirs) presentavano una colorazione

rosea tendente a1 rosso aranciato vivo (colori compresi nell’atlante coi nn. 51, 56. 61, 56, 71) ed altri unn colorazione pure rosea, ma tendente a1 grigio (colori cornpresi nell’atlante coi nn. 52. 57, 62, 67, 72) ma dnto che questa varinzione di colore, d i per se molto problematica, include sia ill. barbntits che A L S I ~ I ’ ~ I I I I I C I I I S , non it possibile prendere questo carattere come canone d i distinzione.

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Rimane c quanto ho esposto sempre un’obbiezione; perchit i pescatori ed i commercianti, sotto gli occhi dei quali passano mi- -gliaia di esemplari, mantengono nettamente la distinzione , attri- buendo alle due specie (triglin di fango e triglia di scoglio) un valore commerciale diverso ? Anche a questa domanda possiamo rispondere. Anzitutto bisogna ricordare quanto it stato sopra ac- cennato, l’esistenza cioe di due tipi di ~ ~ 1 ~ ~ 2 1 ~ ~ s ~ caratterizzati dalle condizioni ecologiche diverse, I’uno proprio tlelle scogliere, l’altro dei fondi fmgosi. Distinzione anatomica tra i due tipi: nessuna ; l’lrnbitrrt diverso che a sun volta influisce !iul pigmento della pelle, che si adatta per una, chiamamola cosi, forma di mimetismo, a1 co- lore locale.

E chiaro che anche dall’lmbitat prendono gii individui, consi- deranti dal punto di vista commerciale, valore diverso. L’ambiente di fango o di scoglio pub far variare il gusto della carne del l’individuo.

Viene fatto a questo punto di porci un’altra damanda: non potrebbero le diverse condizioni ambiente otfrire diversita di cibo ai vari individui, cosi da influenzarne i caratteri e dirigerli verso due lipi opposti? E stato questo punto uno dei pritni che ho vo- luto assodare , prima di intraprendere gli altri studi e dall’ esame del contenuto gastric0 di parecchi individui 6 risultato che essi si nutrono, second0 quanto giB vide BERTOLINI (1926) indifferente- mente dei medesimi cibi, piccoli crostacei o anellidi marini che differiscono specificamente quelli dello scoglio da quelli del fango.

Sul mercato dunque noi troviamo, sotto nomi diversi, individui di un’unica specie che i pescatori hanno distinti in gruppi, tenendo conto della localit3 di pesca. Essi seguono I’ abitudine forse com- mercialmente pratica, in quanto e un fatto che i buongustai ap- prezzano rnaggiormente la carne di alruni individui, piuttosto che di altri. La =liversit2 di sapore noi pensiamo possa veramente sus- sistere non come conseguenza di diversita di nutrizione nei due tipi, ma piuttosto perhe i piccoli Anellidi o Crostacei, cibo comune ai due gruppi, possono essere di gusto dissirnile, caisato dsl fondo su cui vivono e si nutrono. L’influenza percib sui RIullidi dell’am- biente non sarebbe diretta, ma secondaria e legata a1 differente Sapore delle prede che costituiscono il loro nutrimento.

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Sulla corisistenza di alcunc differenze biometriche ecc. 343

Discussione dei risultati e conclusioni.

I n base a quanto ho esposto si viene alla conclusione che tutti i caratteri distintivi Ira lc due specie di iTfzrZZzrs, sono inconsistenti. Taluni seguono la legge della varia'bilith fluttuante con ampio po- ligono di variabilita (profilo cefalico, colore) altri sono frutto d i errate osservazioni (sporgenza maggiore o minore della mascella, numero di raggi delle pinne). Si conclude quilidi che le due specie di lllzrllzts sono una sola, cui, per la legge dclla prioritb, spetta i l nome di Jl. barbatus L. ecsendo qucsto il primo ricordato d a

Restano a questa specie due Jinbitni, I'luzbifnt di fango e I ' J w - bifnt di scoglio, che agendo verosirnilmente con la diversa nutri- zione, deterrninano forse un diverso gusto delle carni.

Notevole it la vasta oscillazione del tip0 d i curva craninle. Co- noscere i fattori determinanti questa oscillazione sarebbe d i grnnde interesse ed a me sembra che un prirno passo verso la conoscenza d i questi fattori t: stato fatto per opera d i REMOTTI le cui ricerche fanno intravedere la presenza di due diverse 8 costituzioni nel ill. bnrbatris: una i p o t i r o i d e a , l'altra i p e r t i r o i d e a , corrispondenti n due diversi profili.

LINNEO.

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344 P. Corradini

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I1 Congresso Internazionale di Genetica.

I1 Coinitat0 Perrnanente dei Congressi Internazioiiali di Geiietica ha accettato 1’ jiivito della Presidenza dell’ Accadeinin dellc Scienze dclla U. S . S.R. per tenere il VII Congresso Interriaziotiale di Geiictica nell’ agosto 1937 a Mosca c Lcningrado. L’Accndemia dclle Scicrize cd i suoi k t i t u t i , conie pure varie altre istittizioiii scientifiche della U. S. S. R. hanno assunto i l compito di organizznre i l Coiigrcsso niedesi nio.

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