su un alto monte copia - Luigi Novarese · In quel tempo, Gesù giunse a una ci8à della Samarìa...

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Ripercorrere gli i+nerari di Gesù è sorprendente, dal deserto a un monte elevato a un pozzo ove avviene un incontro di rara altezza e bellezza tra un ebreo di nome Gesù e una donna samaritana. Il brano della Samaritana che l’Evangelista Giovanni ci presenta in questa III Domenica di Quaresima è un vero e proprio i+nerario di fede, una piccola mappa per incontrare Gesù e quindi la felicità. Il primo insegnamento che Giovanni ci lascia è quello di una vicinanza in+ma e streEssima di Dio alla nostra vita. Non dobbiamo andare lontano per incontrare il Signore, non dobbiamo percorrere i+nerari lunghissimi o pericolosi per poterlo vedere o ascoltare. Anzi, non dobbiamo cercarlo affaIo perché è Lui che ci aIende, è Lui che ci aspeIa, nei caldi meriggi, seduto sull’orlo del pozzo di Giacobbe quando andiamo per aEngervi l’acqua che disseta l’arsura esistenziale, quella sete di felicità legata alla finitudine della nostra natura umana.

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Page 1: su un alto monte copia - Luigi Novarese · In quel tempo, Gesù giunse a una ci8à della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:

Ripercorrere gli i+nerari di Gesù è sorprendente, dal deserto a un monte elevato a un pozzo ove avviene un incontro di rara altezza e bellezza tra un ebreo di nome Gesù e una donna samaritana. Il brano della Samaritana che l’Evangelista Giovanni ci presenta in questa III Domenica di Quaresima è un vero e proprio i+nerario di fede, una piccola mappa per incontrare Gesù e quindi la felicità. Il primo insegnamento che Giovanni ci lascia è quello di una vicinanza in+ma e streEssima di Dio alla nostra vita. Non dobbiamo andare lontano per incontrare il Signore, non dobbiamo percorrere i+nerari lunghissimi o pericolosi per poterlo vedere o ascoltare. Anzi, non dobbiamo cercarlo affaIo perché è Lui che ci aIende, è Lui che ci aspeIa, nei caldi meriggi, seduto sull’orlo del pozzo di Giacobbe quando andiamo per aEngervi l’acqua che disseta l’arsura esistenziale, quella sete di felicità legata alla finitudine della nostra natura umana.

Page 2: su un alto monte copia - Luigi Novarese · In quel tempo, Gesù giunse a una ci8à della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:

Trovo 10 minu+ per raccogliermi in silenzio. Preparo la Bibbia, aperta al vangelo di Giovanni 4, 5-42, e un cero che accendo iniziando la preghiera.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Invoco lo Spirito SantoVieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perché non mi aIacchi alla cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali. Vieni in me, Spirito Santo, Spirito dell'amore: riversa sempre più la carità nel mio cuore. Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di verità: concedimi di pervenire alla conoscenza della verità in tuIa la sua pienezza. Vieni in me, Spirito Santo, acqua viva che zampilla per la vita eterna: fammi la grazia di giungere a contemplare il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. Amen.Sant’Agos*no

Il testoIn quel tempo, Gesù giunse a una ci8à della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affa*cato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad aFngere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano anda* in ci8à a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei, infaF, non hanno rappor* con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che * dice: “Dammi da bere!”, tu avres* chiesto a lui ed egli * avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bes*ame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non con*nui a venire qui ad aFngere acqua». (forma breve)

Mi colloco nella scena evangelica

Il pozzoIl Vangelo di oggi ci presenta l’incontro di Gesù con la donna samaritana, avvenuto a Sicar, presso un antico pozzo dove la donna si recava ogni giorno per attingere acqua. Quel giorno, vi trovò Gesù, seduto, «affaticato per il viaggio» (Gv 4,6). Egli subito le dice: «Dammi da bere» (v. 7). In questo modo supera le barriere di ostilità che esistevano tra giudei e samaritani e rompe gli schemi del pregiudizio nei confronti delle donne. La semplice richiesta di Gesù è l’inizio di un dialogo schietto, mediante il quale Lui, con grande delicatezza, entra nel mondo interiore di una persona alla quale, secondo gli schemi sociali, non avrebbe dovuto nemmeno rivolgere la parola. Ma Gesù lo fa! Gesù non ha paura. Gesù quando vede una persona va avanti, perché ama.. Ci ama tutti.

Non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi. Gesù la pone davanti alla sua situazione, non giudicandola ma facendola sentire considerata, riconosciuta, e suscitando così in lei il desiderio di andare oltre la routine quotidiana.Quella di Gesù era sete non tanto di acqua, ma di incontrare un’anima inaridita. Gesù aveva bisogno di incontrare la Samaritana per aprirle il cuore: le chiede da bere per mettere in evidenza la sete che c’era in lei stessa. La donna rimane toccata da questo incontro: rivolge a Gesù quelle domande profonde che utti abbiamo dentro, ma che spesso ignoriamo. Anche noi abbiamo tante domande da porre, ma non troviamo il coraggio di rivolgerle a Gesù! La Quaresima, cari fratelli e sorelle, è il tempo opportuno per guardarci dentro, per far emergere i nostri bisogni spirituali più veri, e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera. L’esempio della Samaritana ci invita ad esprimerci così: “Gesù, dammi quell’acqua che mi disseterà in eterno”.Papa Francesco, Angelus 24 marzo 2014

Cosa chiede oggi a me il Signore? Quale acqua gli posso dare?

L’incontroIl Vangelo dice che i discepoli rimasero meravigliati che il loro Maestro parlasse con quella donna. Ma il Signore è più grande dei pregiudizi, per questo non ebbe timore di fermarsi con la Samaritana: la misericordia è più grande del pregiudizio. Questo dobbiamo impararlo bene! La misericordia è più grande del pregiudizio, e Gesù è tanto misericordioso.

Tanto! Il risultato di quell’incontro presso il pozzo fu che la donna fu trasformata: «lasciò la sua anfora» (v. 28), con la quale veniva a prendere l’acqua, e corse in città a raccontare la sua esperienza straordinaria. “Ho trovato un uomo che mi ha detto tutte le cose che io ho fatto. Che sia il Messia?” Era entusiasta. Era andata a prendere l’acqua del pozzo, e ha trovato un’altra acqua, l’acqua viva della misericordia che zampilla per la vita eterna. Ha trovato l’acqua che cercava da sempre! Corre al villaggio, quel villaggio che la giudicava, la condannava e la rifiutava, e annuncia che ha incontrato il Messia: uno che le ha cambiato la vita. Perché ogni incontro con Gesù ci cambia la vita, sempre. E’ un passo avanti, un passo più vicino a Dio. Papa Francesco, Angelus 24 marzo 2014

Ricordo l’incontro che ha cambiato la mia vita

offre un’altra acqua, un’altra acqua che ci avvicina al Signore. Siamo chiama+ a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cris+ana, iniziata nel BaIesimo e, come la Samaritana, a tes+moniare ai nostri fratelli. Che cosa? La gioia! Tes+moniare la gioia dell’incontro con Gesù, perché ho deIo che ogni incontro con Gesù ci cambia la vita, e anche ogni incontro con Gesù ci riempie di gioia, quella gioia che viene da dentro. E così è il Signore. E raccontare quante cose meravigliose sa fare il Signore nel nostro cuore, quando noi abbiamo il coraggio di lasciare da parte la nostra anfora. Angelus 4 agosto 2014

Qual è la tua anfora interiore, quella che G pesa, quella che G allontana da Dio?

L’anforaIn questo Vangelo troviamo anche noi lo s+molo a “lasciare la nostra anfora”, simbolo di tuIo ciò che apparentemente è importante, ma che perde valore di fronte all’«amore di Dio». TuE ne abbiamo una, o più di una! Io domando a voi, anche a me: “Qual è la tua anfora interiore, quella che + pesa, quella che + allontana da Dio?”. Lasciamola un po’ da parte e col cuore sen+amo la voce di Gesù che

Page 3: su un alto monte copia - Luigi Novarese · In quel tempo, Gesù giunse a una ci8à della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:

Trovo 10 minu+ per raccogliermi in silenzio. Preparo la Bibbia, aperta al vangelo di Giovanni 4, 5-42, e un cero che accendo iniziando la preghiera.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Invoco lo Spirito SantoVieni in me, Spirito Santo, Spirito di sapienza: donami lo sguardo e l'udito interiore, perché non mi aIacchi alla cose materiali, ma ricerchi sempre le realtà spirituali. Vieni in me, Spirito Santo, Spirito dell'amore: riversa sempre più la carità nel mio cuore. Vieni in me, Spirito Santo, Spirito di verità: concedimi di pervenire alla conoscenza della verità in tuIa la sua pienezza. Vieni in me, Spirito Santo, acqua viva che zampilla per la vita eterna: fammi la grazia di giungere a contemplare il volto del Padre nella vita e nella gioia senza fine. Amen.Sant’Agos*no

Il testoIn quel tempo, Gesù giunse a una ci8à della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affa*cato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad aFngere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano anda* in ci8à a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei, infaF, non hanno rappor* con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che * dice: “Dammi da bere!”, tu avres* chiesto a lui ed egli * avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bes*ame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non con*nui a venire qui ad aFngere acqua». (forma breve)

Mi colloco nella scena evangelica

Il pozzoIl Vangelo di oggi ci presenta l’incontro di Gesù con la donna samaritana, avvenuto a Sicar, presso un antico pozzo dove la donna si recava ogni giorno per attingere acqua. Quel giorno, vi trovò Gesù, seduto, «affaticato per il viaggio» (Gv 4,6). Egli subito le dice: «Dammi da bere» (v. 7). In questo modo supera le barriere di ostilità che esistevano tra giudei e samaritani e rompe gli schemi del pregiudizio nei confronti delle donne. La semplice richiesta di Gesù è l’inizio di un dialogo schietto, mediante il quale Lui, con grande delicatezza, entra nel mondo interiore di una persona alla quale, secondo gli schemi sociali, non avrebbe dovuto nemmeno rivolgere la parola. Ma Gesù lo fa! Gesù non ha paura. Gesù quando vede una persona va avanti, perché ama.. Ci ama tutti.

Non si ferma mai davanti ad una persona per pregiudizi. Gesù la pone davanti alla sua situazione, non giudicandola ma facendola sentire considerata, riconosciuta, e suscitando così in lei il desiderio di andare oltre la routine quotidiana.Quella di Gesù era sete non tanto di acqua, ma di incontrare un’anima inaridita. Gesù aveva bisogno di incontrare la Samaritana per aprirle il cuore: le chiede da bere per mettere in evidenza la sete che c’era in lei stessa. La donna rimane toccata da questo incontro: rivolge a Gesù quelle domande profonde che utti abbiamo dentro, ma che spesso ignoriamo. Anche noi abbiamo tante domande da porre, ma non troviamo il coraggio di rivolgerle a Gesù! La Quaresima, cari fratelli e sorelle, è il tempo opportuno per guardarci dentro, per far emergere i nostri bisogni spirituali più veri, e chiedere l’aiuto del Signore nella preghiera. L’esempio della Samaritana ci invita ad esprimerci così: “Gesù, dammi quell’acqua che mi disseterà in eterno”.Papa Francesco, Angelus 24 marzo 2014

Cosa chiede oggi a me il Signore? Quale acqua gli posso dare?

L’incontroIl Vangelo dice che i discepoli rimasero meravigliati che il loro Maestro parlasse con quella donna. Ma il Signore è più grande dei pregiudizi, per questo non ebbe timore di fermarsi con la Samaritana: la misericordia è più grande del pregiudizio. Questo dobbiamo impararlo bene! La misericordia è più grande del pregiudizio, e Gesù è tanto misericordioso.

Tanto! Il risultato di quell’incontro presso il pozzo fu che la donna fu trasformata: «lasciò la sua anfora» (v. 28), con la quale veniva a prendere l’acqua, e corse in città a raccontare la sua esperienza straordinaria. “Ho trovato un uomo che mi ha detto tutte le cose che io ho fatto. Che sia il Messia?” Era entusiasta. Era andata a prendere l’acqua del pozzo, e ha trovato un’altra acqua, l’acqua viva della misericordia che zampilla per la vita eterna. Ha trovato l’acqua che cercava da sempre! Corre al villaggio, quel villaggio che la giudicava, la condannava e la rifiutava, e annuncia che ha incontrato il Messia: uno che le ha cambiato la vita. Perché ogni incontro con Gesù ci cambia la vita, sempre. E’ un passo avanti, un passo più vicino a Dio. Papa Francesco, Angelus 24 marzo 2014

Ricordo l’incontro che ha cambiato la mia vita

offre un’altra acqua, un’altra acqua che ci avvicina al Signore. Siamo chiama+ a riscoprire l’importanza e il senso della nostra vita cris+ana, iniziata nel BaIesimo e, come la Samaritana, a tes+moniare ai nostri fratelli. Che cosa? La gioia! Tes+moniare la gioia dell’incontro con Gesù, perché ho deIo che ogni incontro con Gesù ci cambia la vita, e anche ogni incontro con Gesù ci riempie di gioia, quella gioia che viene da dentro. E così è il Signore. E raccontare quante cose meravigliose sa fare il Signore nel nostro cuore, quando noi abbiamo il coraggio di lasciare da parte la nostra anfora. Angelus 4 agosto 2014

Qual è la tua anfora interiore, quella che G pesa, quella che G allontana da Dio?

L’anforaIn questo Vangelo troviamo anche noi lo s+molo a “lasciare la nostra anfora”, simbolo di tuIo ciò che apparentemente è importante, ma che perde valore di fronte all’«amore di Dio». TuE ne abbiamo una, o più di una! Io domando a voi, anche a me: “Qual è la tua anfora interiore, quella che + pesa, quella che + allontana da Dio?”. Lasciamola un po’ da parte e col cuore sen+amo la voce di Gesù che

Page 4: su un alto monte copia - Luigi Novarese · In quel tempo, Gesù giunse a una ci8à della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:

Con il cuore di Maria

La Vergine Maria ci aiu+ ad aEngere costantemente alla grazia, a quell’acqua che scaturisce dalla roccia che è Cristo Salvatore, affinché possiamo professare con convinzione la nostra fede e annunciare con gioia le meraviglie dell’amore di Dio, misericordioso e fonte di ogni bene.

Parliamo a Maria perché parli al Figlio, e Lui ci sorprenderà

Con il Beato Luigi NovareseChi ha toccato con mano l’azione soprannaturale può essere del Regno annunciatore più convinto; così di ogni infermo e di ogni uomo che, dall’incontro con Cristo abbia acquistato la luce della fede trasformando la sua esistenza, Gesù fa di lui un annunciatore del Regno. In questo modo infaE avveniva nei Suoi incontri con ogni classe di persone, dalla donna seduta al pozzo di Giacobbe e dalla Maddalena, da cui aveva scacciato seIe diavoli, agli innumerevoli ammala+ che da Lui avevano avuto la propria guarigione. Era la salute totale, dell’anima e del corpo, che si sprigionava dal Cuore di Cristo; il beneficato a sua volta diventava un riconoscente annunciatore delle Sue meraviglie. L’Ancora: n. 4 – aprile 1980 – pag. 5-63

Concludo pregandoCome il cervo anela alle sorgen+ delle acque,così l’anima mia sospira a te, Dio.Ha sete l’anima mia del Dio vivo.Quando verrò e mi presenteròdavan+ al volto del mio Dio?O fonte di vita, vena d’acqua viva,quando verrò dalla terra desertasenza strade e senz’acque, alle acque della tua dolcezza, per vedere la tua potenza e la tua gloriae saziare con le acque della tua misericordia la mia sete?Ho sete, Signore, sorgente di vita, dissetami.Ho sete del Dio vivo.Quando verrò e starò, Signore,davan+ al tuo volto?Sant'Agos*no

Traccio un segno di croce su me stesso, spengo la candela e chiudo la Bibbia.Cerco di conservare nel cuore la Parola meditata.