Studio delle caratteristiche degli strumenti usati ... · Limite della binomiale quando p → 0 e n...

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SOMMARIO DELLE MISURE DIRETTE Studio delle caratteristiche degli strumenti usati, evidenziare possibili errori sistematici, correggerli. – p. 1/2

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SOMMARIO DELLE MISURE DIRETTE

Studio delle caratteristiche degli strumenti usati, evidenziare possibilierrori sistematici, correggerli.

– p. 1/21

SOMMARIO DELLE MISURE DIRETTE

Studio delle caratteristiche degli strumenti usati, evidenziare possibilierrori sistematici, correggerli.

Effettuare misure ripetute, se possibile. Trattazione statisticadell’indeterminazione.

– p. 1/21

SOMMARIO DELLE MISURE DIRETTE

Studio delle caratteristiche degli strumenti usati, evidenziare possibilierrori sistematici, correggerli.

Effettuare misure ripetute, se possibile. Trattazione statisticadell’indeterminazione.

Se non è possibile, assumere come indeterminazione l’inverso dellasensibilità dello strumento.

– p. 1/21

SOMMARIO DELLE MISURE DIRETTE

Studio delle caratteristiche degli strumenti usati, evidenziare possibilierrori sistematici, correggerli.

Effettuare misure ripetute, se possibile. Trattazione statisticadell’indeterminazione.

Se non è possibile, assumere come indeterminazione l’inverso dellasensibilità dello strumento.

Applicare il criterio del 3σ per l’eventuale rigetto di dati anomali.

– p. 1/21

SOMMARIO DELLE MISURE DIRETTE

Studio delle caratteristiche degli strumenti usati, evidenziare possibilierrori sistematici, correggerli.

Effettuare misure ripetute, se possibile. Trattazione statisticadell’indeterminazione.

Se non è possibile, assumere come indeterminazione l’inverso dellasensibilità dello strumento.

Applicare il criterio del 3σ per l’eventuale rigetto di dati anomali.

Stima più attendibile della grandezza misurata: x

– p. 1/21

SOMMARIO DELLE MISURE DIRETTE

Studio delle caratteristiche degli strumenti usati, evidenziare possibilierrori sistematici, correggerli.

Effettuare misure ripetute, se possibile. Trattazione statisticadell’indeterminazione.

Se non è possibile, assumere come indeterminazione l’inverso dellasensibilità dello strumento.

Applicare il criterio del 3σ per l’eventuale rigetto di dati anomali.

Stima più attendibile della grandezza misurata: x

Stima dell’interminazione: σx.

– p. 1/21

SOMMARIO DELLE MISURE DIRETTE

Studio delle caratteristiche degli strumenti usati, evidenziare possibilierrori sistematici, correggerli.

Effettuare misure ripetute, se possibile. Trattazione statisticadell’indeterminazione.

Se non è possibile, assumere come indeterminazione l’inverso dellasensibilità dello strumento.

Applicare il criterio del 3σ per l’eventuale rigetto di dati anomali.

Stima più attendibile della grandezza misurata: x

Stima dell’interminazione: σx.

Significato statistico: semiampiezza dell’intervallo di confidenzacentrato sulla media e avente probabilità di includere il valore veropari al 68%

– p. 1/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSONDistribuzione discreta detta degli eventi rari.

– p. 2/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSONDistribuzione discreta detta degli eventi rari.

Limite della binomiale quando p → 0 e n → ∞, tale per cui λ = np

rimane finito.

– p. 2/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSONDistribuzione discreta detta degli eventi rari.

Limite della binomiale quando p → 0 e n → ∞, tale per cui λ = np

rimane finito.

Corrisponde a realizzare un grandissimo numero di provebernoulliane, ove la probabilità di successo della singola prova èestremamente bassa.

– p. 2/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSONDistribuzione discreta detta degli eventi rari.

Limite della binomiale quando p → 0 e n → ∞, tale per cui λ = np

rimane finito.

Corrisponde a realizzare un grandissimo numero di provebernoulliane, ove la probabilità di successo della singola prova èestremamente bassa.

Si applica alle misure di conteggio, ovvero allo studio di fenomeni(nello spazio o nel tempo) di cui siamo interessati al numero dioccorrenze, indipendentemente dall’ordine. Fenomeniintrinsecamente discreti, soggetti a fluttuazioni.

– p. 2/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSONDistribuzione discreta detta degli eventi rari.

Limite della binomiale quando p → 0 e n → ∞, tale per cui λ = np

rimane finito.

Corrisponde a realizzare un grandissimo numero di provebernoulliane, ove la probabilità di successo della singola prova èestremamente bassa.

Si applica alle misure di conteggio, ovvero allo studio di fenomeni(nello spazio o nel tempo) di cui siamo interessati al numero dioccorrenze, indipendentemente dall’ordine. Fenomeniintrinsecamente discreti, soggetti a fluttuazioni.

Esempio 1: decadimento radioattivo di un nucleo instabile. Il numerodi nuclei che potenzialmente possono decadere è molto grande (peruna mole di materiale radioattivo il numero di nuclei è dell’ordine di1023, numero di Avogadro). La probabilità di"successo" (decadimento) per ogni nucleo è molto piccola.Esempio 2: conteggi di fotoni provenienti da una sorgente celeste permezzo di un fotorivelatore (ad es: CCD) – p. 2/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

La distribuzione di Poisson può essere anche derivata direttamentein un modo che mostra come essa possa essere applicata asituazioni reali.

– p. 3/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

La distribuzione di Poisson può essere anche derivata direttamentein un modo che mostra come essa possa essere applicata asituazioni reali.

Consideriamo un rivelatore in grado di contare il numero di fotoniprovenienti da una sorgente celeste (stella, galassia) nell’intervallo ditempo ∆t.

– p. 3/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

La distribuzione di Poisson può essere anche derivata direttamentein un modo che mostra come essa possa essere applicata asituazioni reali.

Consideriamo un rivelatore in grado di contare il numero di fotoniprovenienti da una sorgente celeste (stella, galassia) nell’intervallo ditempo ∆t.

La distribuzione di Poisson si basa su tre assunzioni di base,elencate nella diapositiva che segue.

– p. 3/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

La distribuzione di Poisson può essere anche derivata direttamentein un modo che mostra come essa possa essere applicata asituazioni reali.

Consideriamo un rivelatore in grado di contare il numero di fotoniprovenienti da una sorgente celeste (stella, galassia) nell’intervallo ditempo ∆t.

La distribuzione di Poisson si basa su tre assunzioni di base,elencate nella diapositiva che segue.

La generalità delle assunzione permette di utilizzare questo tipo dimodello per analizzare diversi sistemi reali.

– p. 3/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Si assumano le seguenti ipotesi:

1. La Probabilità di contare un fotone in ∆t è proporzionale a ∆t

quando ∆t è infinitesimo:

P (1; dt) = λ dt

– p. 4/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Si assumano le seguenti ipotesi:

1. La Probabilità di contare un fotone in ∆t è proporzionale a ∆t

quando ∆t è infinitesimo:

P (1; dt) = λ dt

2. La probabilità di osservare più di un fotone in intervallo infinitesimo dt

sia trascurabile rispetto a quella che ne arrivi esattamente uno. Inaltre parole, o contiamo un fotone o non ne contiamo nessuno.

P (1; dt) + P (0; dt) = 1 se l’intervallo di tempo dt è infinitesimo.

– p. 4/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Si assumano le seguenti ipotesi:

1. La Probabilità di contare un fotone in ∆t è proporzionale a ∆t

quando ∆t è infinitesimo:

P (1; dt) = λ dt

2. La probabilità di osservare più di un fotone in intervallo infinitesimo dt

sia trascurabile rispetto a quella che ne arrivi esattamente uno. Inaltre parole, o contiamo un fotone o non ne contiamo nessuno.

P (1; dt) + P (0; dt) = 1 se l’intervallo di tempo dt è infinitesimo.

3. Il numero di fotoni che arrivano in un intervallo finito sia indipendentedal numero di fotoni che arrivano in un altro intervallo disgiunto →eventi compatibili indipendenti.

– p. 4/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Si assumano le seguenti ipotesi:

1. La Probabilità di contare un fotone in ∆t è proporzionale a ∆t

quando ∆t è infinitesimo:

P (1; dt) = λ dt

2. La probabilità di osservare più di un fotone in intervallo infinitesimo dt

sia trascurabile rispetto a quella che ne arrivi esattamente uno. Inaltre parole, o contiamo un fotone o non ne contiamo nessuno.

P (1; dt) + P (0; dt) = 1 se l’intervallo di tempo dt è infinitesimo.

3. Il numero di fotoni che arrivano in un intervallo finito sia indipendentedal numero di fotoni che arrivano in un altro intervallo disgiunto →eventi compatibili indipendenti.

Problema: Qual è la probabilità che in un intervallo di tempo t ilfotorivelatore conti esattamente un numero prefissato x di fotoni ?

– p. 4/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Dalle ipotesi assunte si ha:

P (1; dt) = λ dt =⇒ P (0; dt) = 1 − λ dt

– p. 5/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Dalle ipotesi assunte si ha:

P (1; dt) = λ dt =⇒ P (0; dt) = 1 − λ dt

Qual è la probabilità che in un intervallo di tempo t si osservino x = 0

fotoni ?

– p. 5/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Dalle ipotesi assunte si ha:

P (1; dt) = λ dt =⇒ P (0; dt) = 1 − λ dt

Qual è la probabilità che in un intervallo di tempo t si osservino x = 0

fotoni ?

Essa è pari alla probabilità composta che zero fotoni arrivino in t − dt

e zero fotoni arrivino nel successivo intervallo dt. Poichè i dueintervalli temporali non sono sovrapposti, gli eventi sono compatibiliindipendenti:

P (0; t) = P (0; t − dt) P (0; dt)

– p. 5/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Dalle ipotesi assunte si ha:

P (1; dt) = λ dt =⇒ P (0; dt) = 1 − λ dt

Qual è la probabilità che in un intervallo di tempo t si osservino x = 0

fotoni ?

Essa è pari alla probabilità composta che zero fotoni arrivino in t − dt

e zero fotoni arrivino nel successivo intervallo dt. Poichè i dueintervalli temporali non sono sovrapposti, gli eventi sono compatibiliindipendenti:

P (0; t) = P (0; t − dt) P (0; dt)

Utilizzando le assunzioni 1. e 2. si ha:P (0; t) = P (0; t − dt) [1 − P (1; dt)] = P (0; t − dt) [1 − λdt], da cui

P (0; t) − P (0; t − dt)

dt= −λP (0; t − dt)

– p. 5/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSON

Questa corrisponde all’equazione differenziale:

d

dtP (0; t) = −λP (0; t) −→ P (0; t) = e−λt + cost.

– p. 6/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSON

Questa corrisponde all’equazione differenziale:

d

dtP (0; t) = −λP (0; t) −→ P (0; t) = e−λt + cost.

Da P (0; 0) = 1 si ottiene la costante di integrazione cost = 0

– p. 6/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSON

Questa corrisponde all’equazione differenziale:

d

dtP (0; t) = −λP (0; t) −→ P (0; t) = e−λt + cost.

Da P (0; 0) = 1 si ottiene la costante di integrazione cost = 0

– p. 6/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Consideriamo la probabilità che x fotoni arrivino nell’intervallo t + dt.In base alle assunzioni fatte ci sono solo due possibilità:

– p. 7/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Consideriamo la probabilità che x fotoni arrivino nell’intervallo t + dt.In base alle assunzioni fatte ci sono solo due possibilità:

1. x fotoni arrivano in t e 0 arrivano in dt.

– p. 7/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Consideriamo la probabilità che x fotoni arrivino nell’intervallo t + dt.In base alle assunzioni fatte ci sono solo due possibilità:

1. x fotoni arrivano in t e 0 arrivano in dt.

2. x − 1 fotoni arrivano in t e 1 arrivano in dt

– p. 7/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Consideriamo la probabilità che x fotoni arrivino nell’intervallo t + dt.In base alle assunzioni fatte ci sono solo due possibilità:

1. x fotoni arrivano in t e 0 arrivano in dt.

2. x − 1 fotoni arrivano in t e 1 arrivano in dt

Poichè le due combinazioni sono incompatibili si deve applicare ilteorema della probabilità totale; e ricordando le relazioniP (1; dt) = λ dt

P (x; t + dt) = P (x − 1; t) · P (1; dt) + P (x; t) · P (0; dt)

= P (x − 1; t) λ dt + P (x; t) (1 − λ dt)

Quindi si ottiene l’equazione differenziale:

P (x; t + dt) − P (x; t)

dt≡

d

dtP (x; t) = −λP (x; t) + λP (x − 1; t)

– p. 7/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Si tratta di un’equazione differenziale recursiva che lega P (x; t) aP (x − 1; t). Riscriviamola nella forma:

d

dtP (x; t) + λP (x; t) = λP (x − 1; t)

– p. 8/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Si tratta di un’equazione differenziale recursiva che lega P (x; t) aP (x − 1; t). Riscriviamola nella forma:

d

dtP (x; t) + λP (x; t) = λP (x − 1; t)

Moltiplichiamo tutti i termini per eλt:

eλt d

dtP (x; t) + λ eλt P (x; t) = λ eλt P (x − 1; t)

– p. 8/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Si tratta di un’equazione differenziale recursiva che lega P (x; t) aP (x − 1; t). Riscriviamola nella forma:

d

dtP (x; t) + λP (x; t) = λP (x − 1; t)

Moltiplichiamo tutti i termini per eλt:

eλt d

dtP (x; t) + λ eλt P (x; t) = λ eλt P (x − 1; t)

Il membro di sinistra può essere espresso come una derivata totale:

d

dt

[

eλtP (x; t)]

= λ eλt P (x − 1; t)

– p. 8/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

d

dt

[

eλtP (x; t)]

= λ eλt P (x − 1; t)

Integriamo rispetto a t:

eλtP (x; t) =

∫ t

0

λ eλτ P (x − 1; τ)dτ + cost.

– p. 9/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

d

dt

[

eλtP (x; t)]

= λ eλt P (x − 1; t)

Integriamo rispetto a t:

eλtP (x; t) =

∫ t

0

λ eλτ P (x − 1; τ)dτ + cost.

Si noti che per t = 0 −→ P (x; 0) = 0, l’integrale è identicamentenullo per cui la costante di integrazione è pure cost = 0. Otteniamoquindi:

P (x; t) = λe−λt

∫ t

0

eλτ P (x − 1; τ)dτ

– p. 9/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Applichiamo la relazione recursiva per x = 1 per ottenere P (1; t).

P (1; t) = λ e−λt

∫ t

0

eλτ P (0; τ)dτ

= λ e−λt

∫ t

0

eλτ e−λτdτ

= λ e−λt

∫ t

0

= λ t e−λt

– p. 10/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Applichiamo la relazione recursiva per x = 1 per ottenere P (1; t).

P (1; t) = λ e−λt

∫ t

0

eλτ P (0; τ)dτ

= λ e−λt

∫ t

0

eλτ e−λτdτ

= λ e−λt

∫ t

0

= λ t e−λt

Quindi applichiamo la formula recursiva per x = 2 per ottenereP (2; t); poi per x = 3 per ottenere P (3; t) e così via.

– p. 10/21

Distribuzione di Poisson:MODELLO CONCETTUALE

Applichiamo la relazione recursiva per x = 1 per ottenere P (1; t).

P (1; t) = λ e−λt

∫ t

0

eλτ P (0; τ)dτ

= λ e−λt

∫ t

0

eλτ e−λτdτ

= λ e−λt

∫ t

0

= λ t e−λt

Quindi applichiamo la formula recursiva per x = 2 per ottenereP (2; t); poi per x = 3 per ottenere P (3; t) e così via.

Infine, per un valore arbitrario si ha:

P (x; t) =(λt)x

x!e−λt

– p. 10/21

DISTR. DI POISSON: VALORE DI ASPETTAZIONE

x è la variabile casuale discreta, e λ è un parametro, il cui significatoè quello di rate o tasso medio di arrivo dei fotoni nell’unità di tempo(in unità di [ fotoni /s]).

– p. 11/21

DISTR. DI POISSON: VALORE DI ASPETTAZIONE

x è la variabile casuale discreta, e λ è un parametro, il cui significatoè quello di rate o tasso medio di arrivo dei fotoni nell’unità di tempo(in unità di [ fotoni /s]).

Per comprendere meglio, valutiamo il valore di aspettazione, ovvero ilnumero atteso di fotoni nell’intervallo di tempo t

– p. 11/21

DISTR. DI POISSON: VALORE DI ASPETTAZIONE

x è la variabile casuale discreta, e λ è un parametro, il cui significatoè quello di rate o tasso medio di arrivo dei fotoni nell’unità di tempo(in unità di [ fotoni /s]).

Per comprendere meglio, valutiamo il valore di aspettazione, ovvero ilnumero atteso di fotoni nell’intervallo di tempo t

Ponendo µ = λt, otteniamo:

P (x; µ) =µx

x!e−µ

– p. 11/21

DIST. DI POISSON VALORE DI ASPETTAZIONE

E(x) =+∞∑

x=0

xµx

x!e−µ

=+∞∑

x=1

xµx

x!e−µ

= µ e−µ

+∞∑

x=1

µx−1

(x − 1)!

= µ e−µ

+∞∑

y=0

µy

y!

= µ e−µeµ

= µE(x) = µ = λt da cui si comprende che λ rappresenta il tasso mediodi arrivo dei fotoni.

– p. 12/21

DIST. DI POISSON VALORE DI ASPETTAZIONE

E(x) =+∞∑

x=0

xµx

x!e−µ

=+∞∑

x=1

xµx

x!e−µ

= µ e−µ

+∞∑

x=1

µx−1

(x − 1)!

= µ e−µ

+∞∑

y=0

µy

y!

= µ e−µeµ

= µE(x) = µ = λt da cui si comprende che λ rappresenta il tasso mediodi arrivo dei fotoni.

Si noti che λt corrisponde al parametro n p della distribuzionebinomiale.

– p. 12/21

DISTRIBUZIONE DI POISSON: VARIANZA

E(x2) =+∞∑

x=0

x2 µx

x!e−µ

= µ+∞∑

x=1

xµx−1

(x − 1)!e−µ

= µ+∞∑

x=1

[

(x − 1) + 1] µx−1

(x − 1)!e−µ

= µ

[

+∞∑

y=0

yµy

y!e−µ +

+∞∑

y=0

µy

y!e−µ

]

= µ

[

+∞∑

y=0

y P (y) +

+∞∑

y=0

P (y)

]

= µ (µ + 1)

V ar(x) = E(

x2)

−[

E(x)]2

= µ (µ + 1) − µ2 = µ coincide E(x).

– p. 13/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSON

– p. 14/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSON

link: Come dipende la dist. di Poisson dal parametro µ

All’aumentare di µ la poissoniana diventa sempre piùsimmetrica fino a convergere verso a distribuzione diGauss.

– p. 15/21

LA DISTRIBUZIONE DI POISSON

link: Come dipende la dist. di Poisson dal parametro µ

All’aumentare di µ la poissoniana diventa sempre piùsimmetrica fino a convergere verso a distribuzione diGauss.

La poissoniana può essere utilizzata per approssimarela binomiale nel caso in cui il numero di prove n → ∞ ep → 0, in modo tale che n p sia finito. La poissonianacorrispondente è quella definita dal parametro µ = np.

P (x; n) =n!

x! (n − x)!pxqn−x =

n!

x! (n − x)!

µ

n

x(

1 −µ

n

)n−x

≈µx

x!e−µ

– p. 15/21

Una tipica applicazione astronomicaIn Astronomia un tipico fenomeno rappresentato dalla statistica diPoisson è il conteggio di dei fotoni provenienti da una sorgenteluminosa su di un dispositivo fotorivelatore.

– p. 16/21

Una tipica applicazione astronomicaIn Astronomia un tipico fenomeno rappresentato dalla statistica diPoisson è il conteggio di dei fotoni provenienti da una sorgenteluminosa su di un dispositivo fotorivelatore.

Anche assumendo che il sensore sia esposto ad una sorgenteuniforme, la risposta che ne deriva non è uniforme: ogni elementorivelatore, detto pixel, registrerà un numero di fotoni incidentileggermente diverso e l’aspetto globale dell’immagine astronomica èquello di un’immagine granulosa, rumorosa, che varia senza alcunapossibilità di previsione da un pixel all’altro e in funzione del tempo.

– p. 16/21

Una tipica applicazione astronomicaIn Astronomia un tipico fenomeno rappresentato dalla statistica diPoisson è il conteggio di dei fotoni provenienti da una sorgenteluminosa su di un dispositivo fotorivelatore.

Anche assumendo che il sensore sia esposto ad una sorgenteuniforme, la risposta che ne deriva non è uniforme: ogni elementorivelatore, detto pixel, registrerà un numero di fotoni incidentileggermente diverso e l’aspetto globale dell’immagine astronomica èquello di un’immagine granulosa, rumorosa, che varia senza alcunapossibilità di previsione da un pixel all’altro e in funzione del tempo.

Il numero di fotoni che giungono in un intervallo di tempo (o dispazio) sul singolo pixel segue la statistica di Poisson, poichè i) ilnumero di fotoni totali è enorme, ii) mentre è bassa la probabilitàdiincidenza, iii) ed essi sono eventi indipendenti l’uno dall’altro.

– p. 16/21

Una tipica applicazione astronomica

Dunque se n è il numero di fotoni conteggiati da un certo pixel(convenzionalmente si parla di segnale S = n), l’indeterminazione sulconteggio (convenzionalmente si parla di rumore N - dall’inglesenoise) è N =

√n, per cui il parametro “rapporto segnale-rumore”, è

dato da S/N =√

n.

– p. 17/21

Una tipica applicazione astronomica

Dunque se n è il numero di fotoni conteggiati da un certo pixel(convenzionalmente si parla di segnale S = n), l’indeterminazione sulconteggio (convenzionalmente si parla di rumore N - dall’inglesenoise) è N =

√n, per cui il parametro “rapporto segnale-rumore”, è

dato da S/N =√

n.

Maggior numero di fotoni, migliore è la qualità dell’immagineastronomica.

– p. 17/21

Una tipica applicazione astronomica

Dunque se n è il numero di fotoni conteggiati da un certo pixel(convenzionalmente si parla di segnale S = n), l’indeterminazione sulconteggio (convenzionalmente si parla di rumore N - dall’inglesenoise) è N =

√n, per cui il parametro “rapporto segnale-rumore”, è

dato da S/N =√

n.

Maggior numero di fotoni, migliore è la qualità dell’immagineastronomica.

Grande apertura dei telescopi (collecting area) / lunghi tempi diesposizione.

– p. 17/21

Una tipica applicazione astronomica

Pannello sinistro: immagine uniformemente illuminataPannello destro: immagine con rumore di Poisson.

a): Immagine simulata di galassie e stelleb): Immagine simulata con aggiunta di rumore poissoniano.

– p. 18/21

LA DISTRIBUZIONE UNIFORME CONTINUA

La variabile casuale x solo valori in [a, b], tuttiequiprobabili.

– p. 19/21

LA DISTRIBUZIONE UNIFORME CONTINUA

La variabile casuale x solo valori in [a, b], tuttiequiprobabili.

La densità di probabilità f(x) =cost in [a, b], nullaesternamente all’intervallo.

– p. 19/21

LA DISTRIBUZIONE UNIFORME CONTINUA

La variabile casuale x solo valori in [a, b], tuttiequiprobabili.

La densità di probabilità f(x) =cost in [a, b], nullaesternamente all’intervallo.

la cost. deriva dalla condizione di normalizzazione.

f(x) = 0 per x < a e per x > b;

f(x) =1

b − a= cost. per a ≤ x ≤ b.

– p. 19/21

LA DISTRIBUZIONE UNIFORME CONTINUA

– p. 20/21

LA DISTRIBUZIONE UNIFORME CONTINUA

Valore di aspettazione E(x) =a + b

2

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LA DISTRIBUZIONE UNIFORME CONTINUA

Valore di aspettazione E(x) =a + b

2

Varianza V ar(x) =(b − a)2

12

– p. 21/21

LA DISTRIBUZIONE UNIFORME CONTINUA

Valore di aspettazione E(x) =a + b

2

Varianza V ar(x) =(b − a)2

12

σ =b − a√

12≈ 0.3(b − a)

– p. 21/21

LA DISTRIBUZIONE UNIFORME CONTINUA

Valore di aspettazione E(x) =a + b

2

Varianza V ar(x) =(b − a)2

12

σ =b − a√

12≈ 0.3(b − a)

Usata per trattare gli errori ogni qual volta si sa consicurezza che una certa variabile è contenuta in uncerto intervallo, ma non si ha alcun motivo per ritenerealcuni valori più plausibili di altri.

– p. 21/21