STUDIO DEL LAVORO ED ERGONOMIA -...

33
Impianti industriali Torna indice 1 Studio del lavoro ed ergonomia © Politecnico di Torino Pagina 1 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele Politecnico di Torino CeTeM STUDIO DEL STUDIO DEL LAVORO LAVORO ED ED ERGONOMIA ERGONOMIA Contenuti della lezione Definizione di studio del lavoro definizione di ergonomia progettazione di posti di lavoro movimentazione manuale dei carichi esempi di posti di lavoro industriale il rischio da videoterminale

Transcript of STUDIO DEL LAVORO ED ERGONOMIA -...

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 1 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

STUDIO DEL STUDIO DEL LAVORO LAVORO

EDED

ERGONOMIAERGONOMIA

Contenuti della lezione

•Definizione di studio del lavoro

•definizione di ergonomia

• progettazione di posti di lavoro

• movimentazione manuale dei carichi

• esempi di posti di lavoro industriale

• il rischio da videoterminale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 2 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Obiettivi della lezione

•Apprendere gli elementi basilari dello studio del lavoro

•Definire i concetti essenziali dell’ergonomia

• Conoscere le regole di base per la progettazione di un posto di lavoro

• Individuare alcuni mezzi di ausilio ai posti di lavoro

• Applicare le metodiche di analisi ergonomica più diffuse

Studio del lavoro

Lo studio del lavoro riguarda l’applicazione di metodologie specifiche inerenti lo studio dei metodi e della misurazione del lavoro, cioè di quelle tecniche adottate per assicurare il migliorimpiego possibile delle risorse umane e materiali a disposizione in ambito aziendale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 3 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Studio del lavoro

Lo studio del lavoro comprende

Lo studio dei metodi: consiste nella sistematica raccolta, analisi ed esame critico dei sistemi esistenti o progettati per compiere un determinato lavoro e nello sviluppo e nell’applicazione del metodo piùfacile ed efficiente per compiereil lavoro stesso

La misurazione del lavoro: è l’applicazione di metodiche per definire il tempo di lavoro relativo ad un compito specifico, determinando il tempo richiesto per svolgerlo secondo un predefinito standard di prestazione

Studio dei metodi

Lo studio dei metodi si applica per :

- migliorare il processo di lavoro (eliminare il lavoro inutile, ridurre, semplificare e standardizzare i movimenti);- migliorare il layout dello stabilimento, dei reparti e del posto di lavoro;- l’economia dello sforzo umano e la riduzione della fatica non necessaria;- il miglioramento dell’impiego dei materiali, delle macchine, della manodopera (addestramento);- il miglioramento dell’ambiente di lavoro.

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 4 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Rivoluzione IndustrialeRivoluzione Industriale: inizio organizzazione lavoro umano

A. SMITH (1760) : A. SMITH (1760) : suddivisione lavoro

F. TAYLOR (1890) : F. TAYLOR (1890) : suddivisione del tempo del lavoro

H. FORD (1910) : H. FORD (1910) : ideazione della catena di montaggio

Introduzione all’ ergonomia

Evoluzione del concetto di Evoluzione del concetto di TaylorTaylor::

L’uomo adatto al posto adatto

in

L’uomo adatto nel posto adattato

ERGONOMIA

definizione di ergonomia

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 5 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Ergonomia:Ergonomia: studio delle condizioni ottimali ottimali per lo svolgimento del lavoro umano e dei modi per realizzarlo, tenendo conto soprattutto del benessere fisico dei lavoratori.

L’ergonomia è una materia di studio multidisci-plinareche comprende concetti di:

a) medicina generale (anatomia, antropologia)b) medicina del lavoroc) fisiologiad) psicologiae) sociologiaf) fisicag) tecnologia

definizione di ergonomia

Obiettivi:

Realizzazione delle condizioni di

Massima sicurezzaMassimo benessere

Massimo rendimentoattraverso l’armonizzazione del sistema composto dai fattori

UomoMacchinaAmbiente

nell’ambito dell’ambiente di lavoro.In particolare, il binomio uomo-macchina deve essere progettato come complesso.

definizione di ergonomia

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 6 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

-- FATTORE UOMOFATTORE UOMO

-- FATTORE MACCHINAFATTORE MACCHINA

-- FATTORE AMBIENTEFATTORE AMBIENTE

progettazione di posti di lavoro

FATTORE UOMOFATTORE UOMO

- Antropometria

- Lavoro e fatica

- Alimentazione

- Componenti psico-sensoriali

progettazione di posti di lavoro

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 7 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Sagome antropometriche con possibilità di movimento delle articolazioni

progettazione di posti di lavoro

POSTO DI LAVOROPOSTO DI LAVOROTIPO UFFICIOTIPO UFFICIO

progettazione di posti di lavoro

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 8 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

POSTO DI LAVORO TIPO UFFICIOPOSTO DI LAVORO TIPO UFFICIO

- Altezza media del piano di appoggio dei piedi dal suolo

(inclinato di circa 30°): mm 70÷150- Altezza sedile dal suolo: mm 420-550

- Altezza del piano di lavoro dal suolo:- Lavori grossolani: mm 670 ÷750

- Lavori scritturali: mm 720 ÷840

- Lavori di precisione: mm 720 ÷960

- Lavori visivi di precisione: mm 980-1060

- Angolo visivo ottimale sul piano verticale: 38°- Angolo visivo ottimale sul piano orizzontale: 60°

progettazione di posti di lavoro

POSTO DI LAVOROPOSTO DI LAVOROTIPO INDUSTRIALETIPO INDUSTRIALE

progettazione di posti di lavoro

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 9 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

POSTO DI LAVOROTIPO INDUSTRIALE

progettazione di posti di lavoro

POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEPOSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALE- Altezza media del piano di appoggio dei piedi dal suolo (inclinato

di circa 30°): mm 255÷330 mm

- Altezza sedile dal suolo: : 735-940 mm (si noti che tale

altezza corrisponde alla lunghezza della gamba, in modo che

l’operaio, in piedi o seduto, sia sempre allo stesso livello rispetto

al piano di lavoro)- Altezza del piano di lavoro dal suolo: 850-1150 mm- Altezza gomito rispetto al suolo: 990-1170 mm

- Altezza spalla rispetto al suolo: 1320-1570 mm

- Altezza occhio dal suolo: 1370-1730 mm

Sul piano frontale le quote sono relative a:

- Ampiezza zona libera frontale: 1470-1630 mm

- Distanza tipica del dorso dell’esecutore a filo banco: 240 mm

progettazione di posti di lavoro

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 10 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

In generale lo studio del posto di lavoro deve tener presente:

- La soppressione dei movimenti inutili;- La diminuzione della fatica;

- L’aumento della produttività;

- Il miglioramento della qualità;

- La creazione di posti speciali per invalidi.

progettazione di posti di lavoro

ESEMPI DI POSTI DI ESEMPI DI POSTI DI LAVORO TIPO LAVORO TIPO INDUSTRIALEINDUSTRIALE

progettazione di posti di lavoro

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 11 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

ESEMPI DI POSTI ESEMPI DI POSTI DI LAVORO TIPO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEINDUSTRIALE

progettazione di posti di lavoro

progettazione di posti di lavoro

FATICA FATICA = diminuzione reversibile delle performance,

accompagnata da una riduzione della soddisfazio-ne ed

un aumento della sensazione di sforzo.

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 12 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

CONCETTI DI BASE PER UNA CORRETTAANALISI ERGONOMICA

1)Far compiere i movimenti degli arti superiori in direzioni opposte e simmetriche, con inizio e fine nel

medesimo istante.2) I compiti precisi debbono essere normalmente affidati

alla mano destra.3) Le operazioni di lavoro devono interessare il minor

numero di gruppi muscolari possibile.4) Limitare al massimo i movimenti del tronco.5) Sfruttare l’energia cinetica degli oggetti e degli utensili

per ridurre lo sforzo muscolare.

progettazione di posti di lavoro

6) Evitare posizioni statiche con mantenimento in estensione dei segmenti corporei

7) Movimenti continui e curvilinei sono preferibili a movimenti in linea retta, brevi e con brusche variazioni di direzione.

8) Sfruttare la forza di gravità per il carico e lo scarico dei pezzi (scivoli, espulsori, ecc.)

9) Disporre i materiali in posizioni dedicate e precise

CONCETTI DI BASE PER UNA CORRETTAANALISI ERGONOMICA

progettazione di posti di lavoro

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 13 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

10) Prevedere piani di appoggio registrabili per gli arti superiori ed inferiori.

11) Far eseguire le operazioni in una zona raccolta di fronte alla persona.

12) Curare l’illuminazione del posto di lavoro.13) Disporre materiali ed utensili in modo da realizzare la

migliore sequenza di movimenti.14) Colorare in modo diverso gli attrezzi e utensili

CONCETTI DI BASE PER UNA CORRETTAANALISI ERGONOMICA

progettazione di posti di lavoro

FATTORE MACCHINAFATTORE MACCHINA

- LAYOUT / SPAZI

- COMANDI E ATTREZZI

- AUTOMAZIONE

- COMANDI - DISPOSITIVI DI SICUREZZA

progettazione di posti di lavoro

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 14 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

FATTORE AMBIENTEFATTORE AMBIENTE

- INQUINAMENTO DA

- Agenti chimici

- Rumore

- Vibrazioni

- CONDIZIONI MICROCLIMATICHE

- ILLUMINAMENTO

progettazione di posti di lavoro

Studio dei tempi del lavoro

La misurazione dei tempi del lavoro mira a scoprire, ridurre ed infine eliminare il tempo non produttivo: il tempo in cui non viene eseguito alcun lavoro effettivo, qualunque ne sia la causa.La misurazione del lavoro è l’applicazione di tecniche per stabilire iltempo necessario a un lavoratore qualificato per svolgere un compitospecifico ad un livello definito di prestazione

Il tempo del lavoro incide su una quota rilevante dei costi di fabbricazione, quali: i costi delle macchine, i costi della manodopera, alcune parti delle spese generali. La riduzione di tale tempo pertanto influisce positivamente sui costi della produzione.

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 15 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Misurazione del lavoro

RILIEVO DIRETTO: permette di definire, mediante un numero limitatodi osservazioni, il tempo necessario per eseguire un certo lavoro. Consenteinoltre di valutare il ritmo e la velocità con cui l’operaio esegue il lavoro

METODI STATISTICI: permettono di stabilire, mediante dei cicli diosservazioni istantanee, il tempo che viene normalmente dedicato ad unacerta operazione

TEMPI PREDETERMINATI: permettono di estrapolare il tempo totalenecessario per eseguire una certa operazione partendo da valutazioni standard di azioni elementari, in funzione prevalentemente del materiale lavorato e della tipologia di macchina utilizzata

Misurazione del lavoro

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 16 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Misurazione del lavoro

Il tempo standard, ottenuto al termine del processo di misurazione / valutazione, viene poi incrementato con due ulteriori parametri:

- Il rendimento che rappresenta l’efficienza con cui un operatore esegue un determinato lavoro e quindi dalla sua capacità di sviluppare lavoro nell’unità di tempo

- Le maggiorazioni che aumentano la durata del tempo di lavoro per consentire al lavoratore delle pause fisiologiche, delle soste ristoratrici o per motivi tecnici

La Movimentazione Manuale dei CarichiLa Movimentazione Manuale dei Carichi

D. Lgs. 626/94, titolo V e allegato VI

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 17 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

PASSI PRINCIPALI DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO DERIVANTE DALLA MOVIMENTAZIONE MANUALE

DEI CARICHI

• INDIVIDUAZIONE DEI COMPITI A RISCHIO

• MECCANIZZAZIONE DEI PROCESSI

• UTILIZZO DI ATTREZZATURE DI AUSILIO

• RIORGANIZZAZIONE DEI COMPITI

• USO CONDIZIONATO DELLA FORMA MANUALE

• INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEGLI ADDETTI

• SORVEGLIANZA SANITARIA

La Movimentazione Manuale dei Carichi

VI E’ UN POSSIBILE RISCHIO DI LESIONI DORSO LOMBARI, OVVERO

RICORRE UNO O PIU’ DEGLI ELEMENTI DELL’ALLEGATO VI

IL LAVORO COMPORTA ATTIVITA’ DI MOVIMENTAZIONE MANUALE

(carichi superiori ai 3 kg di peso)

E’ POSSIBILE AUTOMATIZZARE, MECCANIZZARE O AUSILIARELA/LE OPERAZIONI

ATTIVARE LE PROCEDURE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

IL RISCHIO E’ SUFFICIENTEMENTE CONTENUTO

DETERMINARE LE MISURE DI PREVENZIONE E CONTENIMENTO DEL RISCHIO

ATTUARE LE MISURE

TERMINE DELLAVALUTAZIONE

SI

SI / FORSE

NO

IL RISCHIO E’ INSIGNIFICANTE

NO

VI E’ UN POSSIBILERISCHIO RESIDUO

SI

SI / FORSE

NO

NO

NO

SI

NO

SI

SCHEMA DI FLUSSO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CONNESSO A MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 18 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Sollevamento Sollevamento –– Il Metodo NIOSHIl Metodo NIOSH

Condizioni di Applicabilità del metodo NIOSH

sollevamento in posizione in piedisollevamento eseguito con due manialtre attività (trasporto, spinta, ecc.) minimaliadeguata frizione tra piedi e pavimento (attrito trascurabile)movimenti non bruschicarico non freddo/caldo, instabile, ecc.microclima favorevolesollevamenti eseguiti con un solo arto: applicare fattore 0,6sollevamenti eseguiti da due persone: applicare fattore 0,85 –

considerare il peso sollevato /2

La Movimentazione Manuale dei Carichi

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 19 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Valutazione del Rischio 1) Indice Sollevamento ≤ 0,75

La situazione appare accettabile: basso rischio di lesioni dorso-lombari

2) 0,75 ≤ Indice Sollevamento ≤ 1,25

La situazione è vicina ai limiti e una quota della popolazione potrebbe risultare non protetta

3) Indice Sollevamento > 1,25La situazione evidenzia possibili rischi di lesioni dorso-lombari

4) Indice Sollevamento > 3

La situazione è del tutto inaccettabile

La Movimentazione Manuale dei Carichi

ZONA DI

PRELIEVO

BANCALE

DI

DEPOSITO

180°

NO

ZONA DI

PRELIEVO

BANCALE DI

DEPOSITO

90°

SI’

BANCALE

DI

DEPOSITO

ZONA DI

PRELIEVO

SI’

Fare in modo che la zona di prelievo e quella di deposito sianoangolate al massimo di 90°.

Progettazione del Posto di Lavoro

La Movimentazione Manuale dei Carichi

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 20 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Lo Stoccaggio dei Prodotti in Magazzino

Piano pavimento:

Non utilizzare per i

prodotti

1° ripiano:

Posizionare i bancali con i prodotti da prelevare manualmente (picking)

2° e altri ripiani (h>200cm):

Posizionare i bancali da prelevare con carrello elettrico a forche regolabili in altezza.

Lo Stoccaggio dei Prodotti sugli ScaffaliQuando la merce deve essere prelevata spesso:

non usare il piano del pavimento;

non usare ripiani posti sopra l’altezza delle spalle (145-155 cm);

mettere i prodotti più pesanti a 60-80 cm da terra e i prodotti più leggeri più in basso o più in alto.

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 21 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Gli Strumenti Ausiliari della Movimentazione

CARRELLI

PARTNER O SOLLEVATORE

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 22 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Strumenti per mantenere i piani di lavoro, di carico e scarico alla stessa altezza

Piattaforme autoregolabili al peso:

Ne esistono di svariate misure e capacità di carico

Carrelli a 4 ruote

Regolabili in altezza

SOLLEVAREA SCHIENAFLESSASOLLEVAREIN MODOBRUSCO

SPOSTARE UNOGGETTO INTORSIONE

MANTENEREUN OGGETTOLONTANO DALCORPO

INARCAREINDIETRO LASCHIENA

Comportamenti da Evitare

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 23 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Alcuni Utili ConsigliI carichi devono essere sollevati con la schiena diritta e il tronco eretto; è necessario quindi che il peso venga afferrato e sollevato senza curvare la schiena ma piegandosi sulle ginocchiain modo da portare il corpo in posizione accoccolata mantenendo la schiena in posizione eretta.

Evitare di ruotare solo il tronco ma girare tutto il corpo usando le gambe

Per riporre oggetti in alto, usare uno sgabello o una scaletta

ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEBanco di lavoro meccanizzatoBanco di lavoro meccanizzato

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 24 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEBanco di lavoro meccanizzatoBanco di lavoro meccanizzato

ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEBanco di lavoro meccanizzatoBanco di lavoro meccanizzato

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 25 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEDisposizione banchi di lavoro Disposizione banchi di lavoro

ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALELinee di montaggio

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 26 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALELinee di montaggioLinee di montaggio

Il Lavoro al Il Lavoro al VideoterminaleVideoterminale

D. Lgs. 626/94, titolo VI e allegato VII

Circolari 16/2001 e 5/2001

Linee Guida D.M. 02/10/2000

Il rischio da videoterminale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 27 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Rischio per la Vista

condizioni sfavorevoli di illuminazione

eccesso o insufficienza di illuminazione generale;

la presenza di riflessi da superfici lucide;

la luce diretta proveniente dalle finestre o da fonti artificiali non adeguatamente schermate;

presenza di superfici di colore estremo (bianco o nero);

la scarsa definizione dei caratteri sullo schermo.

Il rischio da videoterminale

Il VDT rispetto alle fonti di luce

Il rischio da videoterminale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 28 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Il rischio da videoterminale

Il rischio da videoterminale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 29 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

In caso di illuminazione artificiale con lampade a soffitto non schermate, la linea tra l’occhio e la lampada deve formare con l’orizzontale un angolo non inferiore a 60°

Il rischio da videoterminale

Rischio per la Vista

Impegno visivo statico, ravvicinato e protratto

Gli oggetti sono distanti dagli occhi meno di un metro, i muscoli per la messa a fuoco dell’immagine e per la motilità oculare sono fortemente sollecitati; l’impegno aumenta quanto più l’oggetto èvicino e quanto più a lungo è fissato nel tempo.

Difetti visivi non o mal correttiIl lavoro al videoterminale non causa malattie agli occhi ma puòevidenziare un difetto visivo non corretto in modo ottimale

Il rischio da videoterminale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 30 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Posizionare lo schermo del video di fronte in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po’ più in basso dell’orizzonte che passa per gli occhi dell’operatore e a una distanza dagli occhi di circa 50-70 cm

Il rischio da videoterminale

Rischio per la VistaAltre condizioni ambientali sfavorevoli

buona parte dei disturbi oculari (bruciore, lacrimazione, secchezza) può anche essere determinata da fattori ambientali quali l’impianto di condizionamento poco efficiente, affollamento di fotocopiatrici in locali poco aerati, fumo di tabacco, secchezza dell’aria, ecc.

Falsi Allarmi

radiazioni ionizzanti

radiazioni non ionizzanti

Il rischio da videoterminale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 31 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Rischi Posturali

posizioni di lavoro inadeguate per errata scelta e disposizione degli arredi e del VDT;

posizioni di lavoro fisse e mantenute per tempi prolungati anchein presenza di posti di lavoro ben strutturati;

movimenti rapini e ripetitivi delle mani: digitazione o uso del mouse per lunghi periodi.

Il rischio da videoterminale

Il Posto di Lavoro al VDT

Il rischio da videoterminale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 32 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

Il rischio da videoterminale

Il rischio da videoterminale

Impianti industriali Torna indice

1 Studio del lavoro ed ergonomia

© Politecnico di Torino Pagina 33 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele

Politecnico di Torino CeTeM

I Fattori Psichici - Stressrapporto conflittuale uomo - macchina: è la macchina a

determinare i tempi e il processo di lavoro, è difficile da usare, può perdere i dati, ecc.

il contenuto e la complessità del lavoro: arido, monotono e ripetitivo nelle operazioni di data-entry, eccessivamente complesso nei lavori di programmazione.

Carico di lavoro: troppo elevato oppure scarso

Responsabilità: troppo bassa oppure alta

Rapporti con i colleghi e coi superiori: assenti o conflittuali;Fattori ambientali: rumore, microclima, ecc.

Il rischio da videoterminale