STUDIO DEL LAVORO ED ERGONOMIA -...
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1 Studio del lavoro ed ergonomia
© Politecnico di Torino Pagina 1 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele
Politecnico di Torino CeTeM
STUDIO DEL STUDIO DEL LAVORO LAVORO
EDED
ERGONOMIAERGONOMIA
Contenuti della lezione
•Definizione di studio del lavoro
•definizione di ergonomia
• progettazione di posti di lavoro
• movimentazione manuale dei carichi
• esempi di posti di lavoro industriale
• il rischio da videoterminale
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Obiettivi della lezione
•Apprendere gli elementi basilari dello studio del lavoro
•Definire i concetti essenziali dell’ergonomia
• Conoscere le regole di base per la progettazione di un posto di lavoro
• Individuare alcuni mezzi di ausilio ai posti di lavoro
• Applicare le metodiche di analisi ergonomica più diffuse
Studio del lavoro
Lo studio del lavoro riguarda l’applicazione di metodologie specifiche inerenti lo studio dei metodi e della misurazione del lavoro, cioè di quelle tecniche adottate per assicurare il migliorimpiego possibile delle risorse umane e materiali a disposizione in ambito aziendale
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Studio del lavoro
Lo studio del lavoro comprende
Lo studio dei metodi: consiste nella sistematica raccolta, analisi ed esame critico dei sistemi esistenti o progettati per compiere un determinato lavoro e nello sviluppo e nell’applicazione del metodo piùfacile ed efficiente per compiereil lavoro stesso
La misurazione del lavoro: è l’applicazione di metodiche per definire il tempo di lavoro relativo ad un compito specifico, determinando il tempo richiesto per svolgerlo secondo un predefinito standard di prestazione
Studio dei metodi
Lo studio dei metodi si applica per :
- migliorare il processo di lavoro (eliminare il lavoro inutile, ridurre, semplificare e standardizzare i movimenti);- migliorare il layout dello stabilimento, dei reparti e del posto di lavoro;- l’economia dello sforzo umano e la riduzione della fatica non necessaria;- il miglioramento dell’impiego dei materiali, delle macchine, della manodopera (addestramento);- il miglioramento dell’ambiente di lavoro.
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Rivoluzione IndustrialeRivoluzione Industriale: inizio organizzazione lavoro umano
A. SMITH (1760) : A. SMITH (1760) : suddivisione lavoro
F. TAYLOR (1890) : F. TAYLOR (1890) : suddivisione del tempo del lavoro
H. FORD (1910) : H. FORD (1910) : ideazione della catena di montaggio
Introduzione all’ ergonomia
Evoluzione del concetto di Evoluzione del concetto di TaylorTaylor::
L’uomo adatto al posto adatto
in
L’uomo adatto nel posto adattato
ERGONOMIA
definizione di ergonomia
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Ergonomia:Ergonomia: studio delle condizioni ottimali ottimali per lo svolgimento del lavoro umano e dei modi per realizzarlo, tenendo conto soprattutto del benessere fisico dei lavoratori.
L’ergonomia è una materia di studio multidisci-plinareche comprende concetti di:
a) medicina generale (anatomia, antropologia)b) medicina del lavoroc) fisiologiad) psicologiae) sociologiaf) fisicag) tecnologia
definizione di ergonomia
Obiettivi:
Realizzazione delle condizioni di
Massima sicurezzaMassimo benessere
Massimo rendimentoattraverso l’armonizzazione del sistema composto dai fattori
UomoMacchinaAmbiente
nell’ambito dell’ambiente di lavoro.In particolare, il binomio uomo-macchina deve essere progettato come complesso.
definizione di ergonomia
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-- FATTORE UOMOFATTORE UOMO
-- FATTORE MACCHINAFATTORE MACCHINA
-- FATTORE AMBIENTEFATTORE AMBIENTE
progettazione di posti di lavoro
FATTORE UOMOFATTORE UOMO
- Antropometria
- Lavoro e fatica
- Alimentazione
- Componenti psico-sensoriali
progettazione di posti di lavoro
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Sagome antropometriche con possibilità di movimento delle articolazioni
progettazione di posti di lavoro
POSTO DI LAVOROPOSTO DI LAVOROTIPO UFFICIOTIPO UFFICIO
progettazione di posti di lavoro
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POSTO DI LAVORO TIPO UFFICIOPOSTO DI LAVORO TIPO UFFICIO
- Altezza media del piano di appoggio dei piedi dal suolo
(inclinato di circa 30°): mm 70÷150- Altezza sedile dal suolo: mm 420-550
- Altezza del piano di lavoro dal suolo:- Lavori grossolani: mm 670 ÷750
- Lavori scritturali: mm 720 ÷840
- Lavori di precisione: mm 720 ÷960
- Lavori visivi di precisione: mm 980-1060
- Angolo visivo ottimale sul piano verticale: 38°- Angolo visivo ottimale sul piano orizzontale: 60°
progettazione di posti di lavoro
POSTO DI LAVOROPOSTO DI LAVOROTIPO INDUSTRIALETIPO INDUSTRIALE
progettazione di posti di lavoro
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POSTO DI LAVOROTIPO INDUSTRIALE
progettazione di posti di lavoro
POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEPOSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALE- Altezza media del piano di appoggio dei piedi dal suolo (inclinato
di circa 30°): mm 255÷330 mm
- Altezza sedile dal suolo: : 735-940 mm (si noti che tale
altezza corrisponde alla lunghezza della gamba, in modo che
l’operaio, in piedi o seduto, sia sempre allo stesso livello rispetto
al piano di lavoro)- Altezza del piano di lavoro dal suolo: 850-1150 mm- Altezza gomito rispetto al suolo: 990-1170 mm
- Altezza spalla rispetto al suolo: 1320-1570 mm
- Altezza occhio dal suolo: 1370-1730 mm
Sul piano frontale le quote sono relative a:
- Ampiezza zona libera frontale: 1470-1630 mm
- Distanza tipica del dorso dell’esecutore a filo banco: 240 mm
progettazione di posti di lavoro
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In generale lo studio del posto di lavoro deve tener presente:
- La soppressione dei movimenti inutili;- La diminuzione della fatica;
- L’aumento della produttività;
- Il miglioramento della qualità;
- La creazione di posti speciali per invalidi.
progettazione di posti di lavoro
ESEMPI DI POSTI DI ESEMPI DI POSTI DI LAVORO TIPO LAVORO TIPO INDUSTRIALEINDUSTRIALE
progettazione di posti di lavoro
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ESEMPI DI POSTI ESEMPI DI POSTI DI LAVORO TIPO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEINDUSTRIALE
progettazione di posti di lavoro
progettazione di posti di lavoro
FATICA FATICA = diminuzione reversibile delle performance,
accompagnata da una riduzione della soddisfazio-ne ed
un aumento della sensazione di sforzo.
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CONCETTI DI BASE PER UNA CORRETTAANALISI ERGONOMICA
1)Far compiere i movimenti degli arti superiori in direzioni opposte e simmetriche, con inizio e fine nel
medesimo istante.2) I compiti precisi debbono essere normalmente affidati
alla mano destra.3) Le operazioni di lavoro devono interessare il minor
numero di gruppi muscolari possibile.4) Limitare al massimo i movimenti del tronco.5) Sfruttare l’energia cinetica degli oggetti e degli utensili
per ridurre lo sforzo muscolare.
progettazione di posti di lavoro
6) Evitare posizioni statiche con mantenimento in estensione dei segmenti corporei
7) Movimenti continui e curvilinei sono preferibili a movimenti in linea retta, brevi e con brusche variazioni di direzione.
8) Sfruttare la forza di gravità per il carico e lo scarico dei pezzi (scivoli, espulsori, ecc.)
9) Disporre i materiali in posizioni dedicate e precise
CONCETTI DI BASE PER UNA CORRETTAANALISI ERGONOMICA
progettazione di posti di lavoro
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10) Prevedere piani di appoggio registrabili per gli arti superiori ed inferiori.
11) Far eseguire le operazioni in una zona raccolta di fronte alla persona.
12) Curare l’illuminazione del posto di lavoro.13) Disporre materiali ed utensili in modo da realizzare la
migliore sequenza di movimenti.14) Colorare in modo diverso gli attrezzi e utensili
CONCETTI DI BASE PER UNA CORRETTAANALISI ERGONOMICA
progettazione di posti di lavoro
FATTORE MACCHINAFATTORE MACCHINA
- LAYOUT / SPAZI
- COMANDI E ATTREZZI
- AUTOMAZIONE
- COMANDI - DISPOSITIVI DI SICUREZZA
progettazione di posti di lavoro
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FATTORE AMBIENTEFATTORE AMBIENTE
- INQUINAMENTO DA
- Agenti chimici
- Rumore
- Vibrazioni
- CONDIZIONI MICROCLIMATICHE
- ILLUMINAMENTO
progettazione di posti di lavoro
Studio dei tempi del lavoro
La misurazione dei tempi del lavoro mira a scoprire, ridurre ed infine eliminare il tempo non produttivo: il tempo in cui non viene eseguito alcun lavoro effettivo, qualunque ne sia la causa.La misurazione del lavoro è l’applicazione di tecniche per stabilire iltempo necessario a un lavoratore qualificato per svolgere un compitospecifico ad un livello definito di prestazione
Il tempo del lavoro incide su una quota rilevante dei costi di fabbricazione, quali: i costi delle macchine, i costi della manodopera, alcune parti delle spese generali. La riduzione di tale tempo pertanto influisce positivamente sui costi della produzione.
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Misurazione del lavoro
RILIEVO DIRETTO: permette di definire, mediante un numero limitatodi osservazioni, il tempo necessario per eseguire un certo lavoro. Consenteinoltre di valutare il ritmo e la velocità con cui l’operaio esegue il lavoro
METODI STATISTICI: permettono di stabilire, mediante dei cicli diosservazioni istantanee, il tempo che viene normalmente dedicato ad unacerta operazione
TEMPI PREDETERMINATI: permettono di estrapolare il tempo totalenecessario per eseguire una certa operazione partendo da valutazioni standard di azioni elementari, in funzione prevalentemente del materiale lavorato e della tipologia di macchina utilizzata
Misurazione del lavoro
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Misurazione del lavoro
Il tempo standard, ottenuto al termine del processo di misurazione / valutazione, viene poi incrementato con due ulteriori parametri:
- Il rendimento che rappresenta l’efficienza con cui un operatore esegue un determinato lavoro e quindi dalla sua capacità di sviluppare lavoro nell’unità di tempo
- Le maggiorazioni che aumentano la durata del tempo di lavoro per consentire al lavoratore delle pause fisiologiche, delle soste ristoratrici o per motivi tecnici
La Movimentazione Manuale dei CarichiLa Movimentazione Manuale dei Carichi
D. Lgs. 626/94, titolo V e allegato VI
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PASSI PRINCIPALI DELLA RIDUZIONE DEL RISCHIO DERIVANTE DALLA MOVIMENTAZIONE MANUALE
DEI CARICHI
• INDIVIDUAZIONE DEI COMPITI A RISCHIO
• MECCANIZZAZIONE DEI PROCESSI
• UTILIZZO DI ATTREZZATURE DI AUSILIO
• RIORGANIZZAZIONE DEI COMPITI
• USO CONDIZIONATO DELLA FORMA MANUALE
• INFORMAZIONE E FORMAZIONE DEGLI ADDETTI
• SORVEGLIANZA SANITARIA
La Movimentazione Manuale dei Carichi
VI E’ UN POSSIBILE RISCHIO DI LESIONI DORSO LOMBARI, OVVERO
RICORRE UNO O PIU’ DEGLI ELEMENTI DELL’ALLEGATO VI
IL LAVORO COMPORTA ATTIVITA’ DI MOVIMENTAZIONE MANUALE
(carichi superiori ai 3 kg di peso)
E’ POSSIBILE AUTOMATIZZARE, MECCANIZZARE O AUSILIARELA/LE OPERAZIONI
ATTIVARE LE PROCEDURE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO
IL RISCHIO E’ SUFFICIENTEMENTE CONTENUTO
DETERMINARE LE MISURE DI PREVENZIONE E CONTENIMENTO DEL RISCHIO
ATTUARE LE MISURE
TERMINE DELLAVALUTAZIONE
SI
SI / FORSE
NO
IL RISCHIO E’ INSIGNIFICANTE
NO
VI E’ UN POSSIBILERISCHIO RESIDUO
SI
SI / FORSE
NO
NO
NO
SI
NO
SI
SCHEMA DI FLUSSO PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO CONNESSO A MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI
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© Politecnico di Torino Pagina 18 di 33 Data ultima revisione 20/10/2005 Autore: Carlo Rafele
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Sollevamento Sollevamento –– Il Metodo NIOSHIl Metodo NIOSH
Condizioni di Applicabilità del metodo NIOSH
sollevamento in posizione in piedisollevamento eseguito con due manialtre attività (trasporto, spinta, ecc.) minimaliadeguata frizione tra piedi e pavimento (attrito trascurabile)movimenti non bruschicarico non freddo/caldo, instabile, ecc.microclima favorevolesollevamenti eseguiti con un solo arto: applicare fattore 0,6sollevamenti eseguiti da due persone: applicare fattore 0,85 –
considerare il peso sollevato /2
La Movimentazione Manuale dei Carichi
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Valutazione del Rischio 1) Indice Sollevamento ≤ 0,75
La situazione appare accettabile: basso rischio di lesioni dorso-lombari
2) 0,75 ≤ Indice Sollevamento ≤ 1,25
La situazione è vicina ai limiti e una quota della popolazione potrebbe risultare non protetta
3) Indice Sollevamento > 1,25La situazione evidenzia possibili rischi di lesioni dorso-lombari
4) Indice Sollevamento > 3
La situazione è del tutto inaccettabile
La Movimentazione Manuale dei Carichi
ZONA DI
PRELIEVO
BANCALE
DI
DEPOSITO
180°
NO
ZONA DI
PRELIEVO
BANCALE DI
DEPOSITO
90°
SI’
BANCALE
DI
DEPOSITO
ZONA DI
PRELIEVO
SI’
Fare in modo che la zona di prelievo e quella di deposito sianoangolate al massimo di 90°.
Progettazione del Posto di Lavoro
La Movimentazione Manuale dei Carichi
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Lo Stoccaggio dei Prodotti in Magazzino
Piano pavimento:
Non utilizzare per i
prodotti
1° ripiano:
Posizionare i bancali con i prodotti da prelevare manualmente (picking)
2° e altri ripiani (h>200cm):
Posizionare i bancali da prelevare con carrello elettrico a forche regolabili in altezza.
Lo Stoccaggio dei Prodotti sugli ScaffaliQuando la merce deve essere prelevata spesso:
non usare il piano del pavimento;
non usare ripiani posti sopra l’altezza delle spalle (145-155 cm);
mettere i prodotti più pesanti a 60-80 cm da terra e i prodotti più leggeri più in basso o più in alto.
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Gli Strumenti Ausiliari della Movimentazione
CARRELLI
PARTNER O SOLLEVATORE
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Strumenti per mantenere i piani di lavoro, di carico e scarico alla stessa altezza
Piattaforme autoregolabili al peso:
Ne esistono di svariate misure e capacità di carico
Carrelli a 4 ruote
Regolabili in altezza
SOLLEVAREA SCHIENAFLESSASOLLEVAREIN MODOBRUSCO
SPOSTARE UNOGGETTO INTORSIONE
MANTENEREUN OGGETTOLONTANO DALCORPO
INARCAREINDIETRO LASCHIENA
Comportamenti da Evitare
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Alcuni Utili ConsigliI carichi devono essere sollevati con la schiena diritta e il tronco eretto; è necessario quindi che il peso venga afferrato e sollevato senza curvare la schiena ma piegandosi sulle ginocchiain modo da portare il corpo in posizione accoccolata mantenendo la schiena in posizione eretta.
Evitare di ruotare solo il tronco ma girare tutto il corpo usando le gambe
Per riporre oggetti in alto, usare uno sgabello o una scaletta
ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEBanco di lavoro meccanizzatoBanco di lavoro meccanizzato
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ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEBanco di lavoro meccanizzatoBanco di lavoro meccanizzato
ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEBanco di lavoro meccanizzatoBanco di lavoro meccanizzato
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ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEDisposizione banchi di lavoro Disposizione banchi di lavoro
ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALELinee di montaggio
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ESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALEESEMPI DI POSTO DI LAVORO TIPO INDUSTRIALELinee di montaggioLinee di montaggio
Il Lavoro al Il Lavoro al VideoterminaleVideoterminale
D. Lgs. 626/94, titolo VI e allegato VII
Circolari 16/2001 e 5/2001
Linee Guida D.M. 02/10/2000
Il rischio da videoterminale
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Rischio per la Vista
condizioni sfavorevoli di illuminazione
eccesso o insufficienza di illuminazione generale;
la presenza di riflessi da superfici lucide;
la luce diretta proveniente dalle finestre o da fonti artificiali non adeguatamente schermate;
presenza di superfici di colore estremo (bianco o nero);
la scarsa definizione dei caratteri sullo schermo.
Il rischio da videoterminale
Il VDT rispetto alle fonti di luce
Il rischio da videoterminale
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Il rischio da videoterminale
Il rischio da videoterminale
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In caso di illuminazione artificiale con lampade a soffitto non schermate, la linea tra l’occhio e la lampada deve formare con l’orizzontale un angolo non inferiore a 60°
Il rischio da videoterminale
Rischio per la Vista
Impegno visivo statico, ravvicinato e protratto
Gli oggetti sono distanti dagli occhi meno di un metro, i muscoli per la messa a fuoco dell’immagine e per la motilità oculare sono fortemente sollecitati; l’impegno aumenta quanto più l’oggetto èvicino e quanto più a lungo è fissato nel tempo.
Difetti visivi non o mal correttiIl lavoro al videoterminale non causa malattie agli occhi ma puòevidenziare un difetto visivo non corretto in modo ottimale
Il rischio da videoterminale
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Posizionare lo schermo del video di fronte in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un po’ più in basso dell’orizzonte che passa per gli occhi dell’operatore e a una distanza dagli occhi di circa 50-70 cm
Il rischio da videoterminale
Rischio per la VistaAltre condizioni ambientali sfavorevoli
buona parte dei disturbi oculari (bruciore, lacrimazione, secchezza) può anche essere determinata da fattori ambientali quali l’impianto di condizionamento poco efficiente, affollamento di fotocopiatrici in locali poco aerati, fumo di tabacco, secchezza dell’aria, ecc.
Falsi Allarmi
radiazioni ionizzanti
radiazioni non ionizzanti
Il rischio da videoterminale
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Rischi Posturali
posizioni di lavoro inadeguate per errata scelta e disposizione degli arredi e del VDT;
posizioni di lavoro fisse e mantenute per tempi prolungati anchein presenza di posti di lavoro ben strutturati;
movimenti rapini e ripetitivi delle mani: digitazione o uso del mouse per lunghi periodi.
Il rischio da videoterminale
Il Posto di Lavoro al VDT
Il rischio da videoterminale
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Il rischio da videoterminale
Il rischio da videoterminale
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I Fattori Psichici - Stressrapporto conflittuale uomo - macchina: è la macchina a
determinare i tempi e il processo di lavoro, è difficile da usare, può perdere i dati, ecc.
il contenuto e la complessità del lavoro: arido, monotono e ripetitivo nelle operazioni di data-entry, eccessivamente complesso nei lavori di programmazione.
Carico di lavoro: troppo elevato oppure scarso
Responsabilità: troppo bassa oppure alta
Rapporti con i colleghi e coi superiori: assenti o conflittuali;Fattori ambientali: rumore, microclima, ecc.
Il rischio da videoterminale