STUDI ROMANI

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Anno LIX - NN. 1-4 GennAio-Dicembre 2011

SOMMARIO

SAGGI E STUDI

AlessAnDro PerGoli cAmPAnelli, Nova construere sed amplius vetusta servare. Cas-siodoro e la nascita della moderna idea di restauro . . . . . . . . . . .

stefAno colonnA, Francesco Colonna romano Protonotario apostolico (Bolla di nomina 15 maggio 1473). Cenni biografici su Filippo Barbarigo di Lorenzo (con la tav. I f.t.) .

fiorellA Proietti, Rinaldo Iacovetti nella chiesa di S. Sebastiano a Sutri (con le tavv. II-IX f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

feDerico bellini, Michelangelo, la strada e la Porta Pia (con le tavv. X-XV f.t.) . .

sofiA bAstA, Il tabernacolo di Santa Croce in Gerusalemme dietro l’altare grande: pre-cisazioni cronologiche sulle sculture di David e Salomone (con le tavv. XVI-XVII f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

lucA cAlenne, Nel segno di Arpocrate e della prudenza: le contiguità tematiche tra gli scritti di Girolamo Aleandro il giovane, le allegorie floreali di Andrea Lilli ed il programma iconografico del ciclo pittorico del Palazzetto Mattei di Villa Celimon-tana (con le tavv. XVIII-XXXI f.t.) . . . . . . . . . . . . . . .

stefAno PierGuiDi, Vanta questa Casa di havere quaranta quadri grandi per Altari. Sul-la collezione Giustiniani (con le tavv. XXXII-XXXIX f.t.) . . . . . . . .

frAncescA De cAPrio, Maria Casimira Sobieska e una guida antiquaria di Roma .

eleonorA De lonGis, Andrea Brighenti: un poeta latino per Villa Borghese . . . .

fAbrizio Vistoli, Cesano dei Chigi: il Borgo e la Casa padronale (con le tavv. XL-XLIV f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

enrico silVerio, Un’interpretazione dell’idea di Roma. La Sala XXVI della Mostra Augustea della Romanità . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

PREMIO «CULTORI DI ROMA» 2011

Christoph Luitpold Frommel (reD.) . . . . . . . . . . . . . . . . .

NOTE E INTERVENTI

sAnte PolicA, Roma moderna vista dalla Francia. Itinerari insoliti e qualche scivolone .

simone PiAzzA, Inattesa scoperta sull’Aventino: il pannello altomedievale del nartece di Santa Sabina (con la tav. XLV f.t.) . . . . . . . . . . . . . . . .

RECENSIONI

elenA biAncA Di GioiA: Domenico Guidi 1625-1701. Uno scultore barocco di fama europea, di C. Giometti; tommAso mAnfreDi, Sandro Benedetti, Architettura del Cinquecento romano, a cura di L. Marcucci . . . . . . . . . . . . .

Vita dell’Istituto Nazionale di Studi Romani: Corpo accademico e organi direttivi al 30 dicembre 2011 – Assemblee dei Membri – Il «Premio Cultori di Roma» – Il «Certamen Capitolinum»: l’esito del LXII e il bando del LXIII – L’LXXXV anno accademico dei Corsi – Nuove pubblicazioni (lA reDAzione) . . . . . . .

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FRANCESCA DE CAPRIO

MARIA CASIMIRA SObIESkA E uNA GuIDA ANtIquARIA DI ROMA

estratto da: StuDI ROMANIAnno LIX, nn. 1-4 - Gennaio-Dicembre 2011

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Maria CasiMira sobieska e una guida antiquaria di roMa (1)

1. intitolata Relatione fatta dall’Illustrissimo Signor Cavaliere Pisa-ni alla S. Maestà Reale della Regina di Polonia di tutte l’Antichità di Roma in beneficio de’ Cavalieri qui in Roma Oltramontani (2), questa guida antiquaria è conservata in un manoscritto della biblioteca ales-sandrina di roma. Come chiarisce il titolo essa è redatta nella forma di una relazione a Maria Casimira sobieska, regina di Polonia, ed è destinata ai cavalieri che la accompagnarono nel suo esilio a roma. il titolo posto al principio della trattazione è: Informatione breve a’ Cavalieri Oltramontani di tutte le Antichità più degne e memorande di Roma (3). in entrambe le intitolazioni si fa riferimento al fatto che la guida si rivolge ai soli cavalieri stranieri (appunto cavalieri oltramon-

(1) queste pagine sono parte del lavoro preparatorio all’edizione della guida antiquaria di roma del Pisani. nelle note verranno usate le seguenti abbreviazioni:

asV = archivio segreto VaticanoauCL = archivio dell’ufficio delle Celebrazioni LiturgichebaL = biblioteca alessandrina - romabaV = biblioteca apostolica Vaticana.(2) baL, Ms. 143, 5, Relatione fatta dall’Illustrissimo Signor Cavaliere Pisani […], ff. 198r-

223r. abbiamo preferito la lettura Signor Cavaliere Pisani; ma nel manoscritto potrebbe leg-gersi anche Signor Canonico Pisani.

(3) Per i titoli, cfr. baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., ff. 198r e 199r. il secondo titolo, come il primo, sottolinea il carattere esclusivamente antiquario della guida e la sua specifica desti-nazione ai cavalieri oltramontani. su quest’opera cfr. G. Platania, Maria Casimira Sobieska a Roma. Alcuni episodi del soggiorno romano di una regina polacca, in Effetto Roma. Il viag-gio, roma 1995, pp. 19 ss.; id., Viaggio a Roma sede d’esilio (Sovrane alla conquista di Roma, secoli XVII-XVIII), roma 2002, pp. 61 ss.; F. de CaPrio, Una guida manoscritta per il segui-to di Maria Casimira Sobieska, in Compagni di viaggio, a cura di V. de Caprio, Viterbo 2008, pp. 81 ss. il manoscritto, del XViii secolo, è descritto nel Catalogus codicum manuscriptorum prae ter orientales qui in Bibliotheca Alexandrina Romae adservantur, confecit Henricus nar-ducci, bibliothecarius, romae, ex typographia romana sumptibus Fr. bocca, 1877.

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tani ) che accompagnano la regina di Polonia; e non, invece, più in generale, ai forastieri, come si usava indicare nelle guide: vale a dire, sia agli stranieri, sia agli italiani provenienti da altri stati della peni-sola, o anche, complessivamente, ai non romani (4).

La sua datazione non è certa, ma come vedremo è poco proba-bile che essa sia posteriore al primo soggiorno a roma della regina e forse che si discosti troppo dal momento del suo arrivo e quindi dal giubileo del 1700. Comunque, fuori di ogni dubbio, la guida non potrebbe essere stata composta prima del marzo-giugno 1699, in cui si situano l’arrivo di Marysienka a roma e l’udienza solenne avuta dal papa, e dopo la seconda metà del 1715 (la regina morirà a blois nel gennaio 1716). e questo significa che, stando ai dati forniti dai repertori delle guide della città in italiano, l’inedita relatione per la sobieska è l’unica guida turistica dedicata in maniera esclusiva alle antichità di roma scritta nell’arco di tempo di questi 16 anni, fatta eccezione solo per la ristampa della vecchia guida di Famiano nar-dini del 1704 (5). Ma in realtà guide antiquarie di roma non saranno pubblicate per un periodo ancora più lungo. già soltanto per que-sto motivo la Relatione del Pisani meriterebbe un’attenzione maggio-re di quanta ne abbia ricevuta.

il manoscritto è stato segnalato e studiato per la prima volta entro la vasta documentazione raccolta da gaetano Platania nella sua rico-struzione del lungo e movimentato esilio a roma della regina vedova di Polonia, Maria Casimira sobieska, e dei suoi familiari (6). La minu-

(4) o anche ai Cavalieri forastieri, come avviene in qualche caso. Cfr., per esempio, l’edi-zione del 1693 del Mercurio Errante di Pietro rossini: descrizioni delle « grandezze di roma dedicate all’Illustrissimi Signori Cavalieri Forastieri » (cfr. nota 20).

(5) Cfr. o. Pollak, Le guide di Roma. Materialen zu einer geschichte der römischen to-pographie, a cura di L. schudt, Wien-augsburg 1930; Bibliografia delle guide di Roma in lin-gua italiana dal 1480 al 1850, a cura di g. sicari, roma 1990; Guide e descrizioni di Roma dal XVI al XX secolo nella Biblioteca della Fondazione [Marco besso], a cura di g. scano, roma 1992.

(6) Cfr. G. Platania, Gli ultimi Sobieski e Roma: fasti e miserie di una famiglia reale po-lacca tra Sei e Settecento (1699-1715): studi e documenti, Manziana 1989; id., Viaggio a Roma sede d’esilio: sovrane alla conquista di Roma, secoli 17-18, roma 2002 (in particolare, pp. 61 ss.). Cfr. anche, sulla presenza romana della figlia di Maria Casimira sobieska, teresa Cune-gonda, G. Platania, Viaggiatrici e cerimoniale pontificio. Regine in viaggio negli stati del papa, in Immagini di donne in viaggio per l’Italia, a cura di F. de Caprio, Viterbo 2011, pp. 49 ss. (in particolare pp. 81 ss.). Per una biografia della regina di Polonia, cfr. M. koMaszynski, Pikena królowa Maria Kazimiera d’Arquien-Sobieska, kraków 1995.

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ta ricostruzione di quelle vicende, sorretta da un imponente lavoro di scavo negli archivi, le proietta sullo sfondo della politica continenta-le della santa sede ed è parte di una lunga indagine sui rapporti fra la santa sede e il regno di Polonia nel seicento, e sugli avvenimenti politico-diplomatici relativi al re giovanni iii sobieski, l’artefice del-la liberazione di Vienna e della vittoria dell’esercito polacco-imperia-le sui turchi (7), e a sua moglie.

Con l’improvvisa scomparsa del sovrano per un attacco apopletti-co (17 luglio 1696), in Polonia si era aperta una complessa e delicata lotta per la successione al trono, che – giova ricordarlo – non era ere-ditario. Maria Casimira, che era stata al centro di molte ed audaci tra-me, ne uscì sconfitta e dovette compiere la scelta dolorosa dell’esilio: partì per roma in un piovoso 2 ottobre 1699 accompagnata da due dei suoi figli, alessandro (1677-1714) e Costantino (1680-1726).

La Relatione a Marysienka si apre con una brevissima sintesi della storia romana che si riduce in sostanza a una scarna ossatura crono-logica e ai nomi dei sette re e dei fondatori della repubblica, in os-sequio alla tradizione delle guide di partire con un sommario storico e una periodizzazione di base. sorprende invece che la sintesi storica si fermi alla repubblica e non si estenda anche all’impero (la roma papale sarebbe comunque esclusa dall’essere questa una guida solo antiquaria). È una deviazione rispetto alla consuetudine secondo cui l’introduzione storica delle guide di roma si basava su una triparti-zione o su una quadripartizione delle epoche (monarchica, repubbli-cana, imperiale, cristiana o moderna).

seguono venti capitoli di diversa estensione: sono più ampi i pri-mi, mentre gli ultimi sono poco più di brevi elenchi di nomi. Ma non si tratta solo di una differente lunghezza.

i primi capitoli tracciano dei precisi itinerari di visita, accompa-gnando passo passo il turista e indicando i più importanti monumen-

(7) G. Platania, Lettere alla corte di Roma del cardinale Enrico de La Grange d’Arquien suocero di Giovanni Sobieski, udine 1989; id., Il Baltico attraverso gli inediti Avvisi mano-scritti di Polonia conservati in Vaticano (1700-1704), Manziana 1992; id., Venimus, vidimus et Deus vicit: dai Sobieski ai Wettin: la diplomazia pontificia nella Polonia di fine Settecento, Co-senza 1992; id., Rzeczpospolita, Europa e Santa Sede tra intese ed ostilità: saggi sulla Polonia del Seicento, Viterbo 2000; e, a cura del medesimo, Polonia e Curia romana: corrispondenza del lucchese Tommaso Talenti segretario intimo del re di Polonia con Carlo Barberini protetto-re del regno (1681-1693), Viterbo 2004; id., L’Europa di Giovanni Sobieski: cultura, politica, mercatura e società, Viterbo 2005.

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ti antichi che egli incontrerà nel percorso. Per questa scelta di proce-dere secondo degli itinerari, la Relatione del Pisani si discosta dalle guide esclusivamente antiquarie, che per tradizione non adottavano il metodo itinerario nella loro esposizione. Per esempio la già citata Roma antica di Famiano nardini, che fu ristampata nel 1704, non se-gue questo metodo: il libro i è dedicato alla fondazione, alle mura e alle porte di roma; il libro ii ai sette colli in generale e alla divisio-ne della città in regiones; i libri successivi descrivono singolarmente ciascuna delle 14 regioni augustee (8).

tutta la prima parte della Relatione si basa sul metodo itinerario che invece tendeva ormai a prevalere nelle guide di tipo generalisti-co, cioè in quelle dedicate insieme sia alla roma classica sia a quel-la moderna e cristiana.

il primo capitolo (intitolato Del Foro Romano al presente Campo Vaccino) delinea l’itinerario di visita al Foro partendo dalla sommità del Campidoglio; anche se manca la descrizione della piazza in quan-to moderna (quella del Campidoglio sarà infatti semplicemente citata nel capitolo intitolato Piazze moderne): « al venire in giù del Campi-doglio verso l’oriente, alla sinistra erano le scale gemonie, chiamate da’ Latini Scalae Gemoniae, a gemitibus reorum, da dove furono pre-cipitati seiano e Vitellio. Leggete in svetonio la vita di tiberio. Par-lando Valerio Massimo … trattando del sagrificio di seiano » (9).

Che il percorso inizi dal Campidoglio non è comunque una scel-ta obbligata. dal Campidoglio cominciano, per esempio, due itinerari del Mercurio Errante, sia quello per la visita della città moderna nel libro i, sia quello per la visita di roma classica nel libro iii (10). Ma un’altra guida, Roma ricercata nel suo sito, anch’essa dedicata sia alla città antica sia a quella moderna, consacra la prima giornata di visi-ta al Borgo Vaticano, la seconda a trastevere, e solo la sesta all’area

(8) F. nardini, Roma antica. Alla Santità di N.S. Clemente XI, edizione seconda, roma, gaetano Zenobj, 1704. La prima edizione risale al 1666 (ma nei cataloghi ne è registrata an-che una con la data del 1665).

(9) baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., f. 199r. i puntini sospensivi sono nel manoscritto. Le fonti indicate erano canoniche. sia svetonio, Vita di Tiberio (LV, 1-2), sia Valerio Massi-mo, Detti e fatti memorabili (iX, 11, 4) parlando della morte di seiano non citano però le gemonie. svetonio le indica esplicitamente invece nella Vita di Vitellio (XVii, 4: apud Ge-monias minutissimis ictibus excarnificatus atque confectus est).

(10) P. rossini, Il Mercurio Errante delle grandezze di Roma, tanto antiche che moderne, roma, antonio de’ rossi, 1704, Libro i, pp. 2 ss.; Libro iii, pp. 4 ss.

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capitolina (Da S. Salvatore del Lauro per Campo Vaccino e per le Ca-rine) (11). o ancora, il Viaggio curioso di Roma sagra e gentile fa par-tire la visita dal Palatino cui segue il Campidoglio (12). La Descrizione di Roma antica inizia con le mura nel loro divenire storico e solo nel capitolo dedicato ai sette colli introduce la visita del Campidoglio (13). dopo le scale gemonie, nella Relatione del Pisani viene indicato il carcere tulliano; poi il tempio designato come tempio di Giove Ven-dicatore, quello di antonino e Faustina, il tempio della Pace, l’arco di tito, il tempio di giove statore, i rostri ecc. il percorso termi-na davanti al tempio della Concordia. La descrizione di ogni monu-mento è condensata in pochi cenni sintetici. uno spazio maggiore ri-spetto alla descrizione è assegnato all’informazione relativa a notizie curiose, aneddoti, usanze, riti, episodi storici legati a ciascun luogo. sono anche indicati i nomi di alcune delle chiese che sono state co-struite sui monumenti del Foro; ma più che altro questi nomi servo-no solo per offrire al visitatore dei punti di orientamento, dei riferi-menti toponomastici. se sono soltanto menzionati i loro nomi, è del tutto omessa la descrizione delle chiese, dell’esterno e a maggior ra-gione del loro interno. Cosa invece che le guide di roma fanno re-golarmente, anche nelle loro parti antiquarie. in esse una descrizione più o meno sintetica dell’esterno e dell’interno delle chiese edifica-te nel Foro è una presenza costante. allo stesso modo sono omesse completamente le informazioni, di cui le guide di roma sono gene-rosamente infarcite, su episodi più o meno storici legati alle diverse chiese, spesso desunti dall’agiografia cristiana. si potrebbe pensare che questo dipenda solo dall’estrema sinteticità della guida del Pi-sani. Ma in realtà la sua Relatione non rinunzia a dare schematiche informazioni e particolari di natura diversa. scelgo un esempio fra i tanti possibili: « Venendo in giù, a’ piedi (del Campidoglio) è la pri-gione di s. Pietro e s. Paolo, chiamata per avanti Carcer Tulianus,

(11) F. Martinelli, Roma ricercata nel suo sito, et nella scuola di tutti gli Antiquarii, e de-scritta con breve e facil modo per visitare li luoghi antichi e moderni della città, […] Seconda impressione […] Accresciuta dal modo di acquistare il Giubileo dell’Anno Santo MDCL, roma, alberto tani, 1650 (la giornata Vi inizia a p. 61).

(12) P. de’ sebastiani, Viaggio curioso di Roma sagra e profana, gentile. Per contentare i Forastieri, in roma, per il Moneta, 1683.

(13) Descrizione di Roma antica formata nuovamente. Con le autorità di Bartolomeo Mar-liani, Onofrio Panvinio, Alessandro Donati, Famiano Nardini, in roma, Michel angelo e Pier Vincenzo rossi, 1692.

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ove morirono Cetego e Lentulo congiurando con Catilina; vedete la vita di Cicerone in Plutarco » (14). se guardiamo le guide fra sei e set-tecento, vi troviamo certamente la menzione rapidissima della morte di Cetego e Lentulo, così come vi troviamo il rinvio a Plutarco. Ma in esse uno spazio ben maggiore viene dedicato alle leggende cristia-ne: all’impronta della guancia di s. Pietro impressasi nella pietra del Carcere Mamertino; alla sorgente miracolosa, dall’acqua del sapore del latte, fatta scaturire per battezzare i carcerieri convertiti. Cui può seguire anche la descrizione della Chiesa di s. giuseppe costruita so-pra il carcere. in questi casi, insomma, non è la sintesi ciò che carat-terizza la guida del Pisani, ma la natura fortemente selettiva delle in-formazioni che essa fornisce.

Lo stesso carattere è presente anche nell’itinerario che si snoda lun-go la Via appia (15); in quello che va dal Foro boario alla Porta s. Pao-lo (in esso è degna di nota l’illustrazione del cosiddetto arco di gia-no in cui il Pisani si discosta parecchio dalle spiegazioni a quel tempo correnti) (16); in quello intorno a Campo de’ Fiori (17); in quello intorno a Porta salaria (18). alcuni capitoli, inoltre, offrono dei brevissimi itine-rari collegati a singoli monumenti (Del Panteone, o la Rotonda).

invece altri capitoli restano più fedeli alla tradizione organizzati-va delle guide antiquarie in quanto sono di carattere tematico: uno raggruppa eventi storici (il capitolo Delle rovine di Roma l’anno 363 riunisce i diversi saccheggi subiti dalla città, da quello di brenno a quello del 1527) (19); gli altri riuniscono insieme specifiche tipologie di monumenti o di luoghi (gli archi trionfali, le porte, i ponti, gli acque-dotti; e poi, i sette colli, le piazze moderne, le vie principali). inoltre negli ultimi due dei capitoli indicati (vie e piazze) la guida del Pisa-ni si apre alla modernità uscendo fuori dal suo ambito strettamente antiquario. spesso questi ultimi capitoli tematici sono tanto brevi da essere dei semplici elenchi di toponimi. Ma la loro presenza è una costante nelle guide dell’epoca.

(14) baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., f. 199v.(15) Della Via Appia e Porta Capena al presente di San Sebastiano, ff. 203r-206r.(16) Del Foro Boario e Velabro, ff. 206r-209r.(17) Del Campo di Fiora, ff. 212v-213v.(18) Della Porta Salaria o Collina, ff. 209v-212v.(19) baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., ff. 217v-218v.

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già da questo schema risulta che la breve Relatione del Pisani, che occupa 25 fogli del manoscritto, presenta parecchi motivi di interesse.

essa offre la rara documentazione di una guida turistica semi-pri-vata. non è un caso che la guida non sia stata stampata; e per ora non risulta nemmeno che essa abbia avuto una certa circolazione ma-noscritta. Ma non si tratta solo del fatto che essa ha girato poco. si tratta soprattutto del fatto che essa è stata composta appositamente perché avesse una circolazione molto limitata, scritta per un circuito definito e socialmente ben individuato di utilizzatori. e questo certa-mente è un caso poco frequente nella guidistica.

Ma la natura semi-privata di una guida, scritta esclusivamente per un’utenza particolare e ben delimitata, mette in evidenza anche un’altra sua particolarità: il contrasto fra un’impostazione che esclu-de ogni riferimento religioso fino a sembrare laica e la sua destinazio-ne a un’utenza che è invece fortemente impegnata a darsi una con-notazione devozionale.

La Relatione del Pisani, concentrandosi solo sugli aspetti stretta-mente antiquari, rimuove tutte le informazioni che hanno a che fare con la roma moderna e di conseguenza anche con la sfera del culto e della devozione cattolici. il fatto in sé non sarebbe sorprendente; anche se a cavallo fra sei e settecento si preferisce la formula della guida turistica di carattere generalistico, che affianca la visita ai mo-numenti della roma pagana con quella dei monumenti di roma mo-derna, la roma cristiana, soprattutto delle sue chiese e delle sue basi-liche. basterà ricordare, fra le guide di maggior successo, il Mercurio errante delle grandezze di Roma, tanto antiche che moderne dell’anti-quario pesarese Pietro rossini, che, uscito nel 1693, sarà ristampato fino alla fine del settecento, quando dovrà cedere, così come avverrà anche per molti altri testi, di fronte all’impetuosa fortuna della guida di Mariano e giuseppe Vasi. il Mercurio errante di rossini è infatti diviso in tre libri: Nel primo si tratta delli Palazzi principali di Roma e sue rarità di Statue, pitture et altre Curiosità. Nel secondo delle Vil-le tanto dentro, che fuori, nel Circuito, e Distretto della medesima. Nel terzo si contengono tutte le antichità, che di presente si vedono in essa, e suo contorno (20). Ma, in una città come roma, ricchissima di resti monumentali del passato classico, le guide puramente antiquarie non

(20) P. rossini, Il Mercurio Errante delle grandezze di Roma, tanto antiche che moderne; cioè de’ Palazzi, Ville, Giardini, et altre rarità della medesima, in roma, per giovanni Molo, 1693.

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sono comunque una rarità. ricordo solo, fra fine seicento e inizi set-tecento, il fortunatissimo e più volte ristampato (con qualche variante nel titolo) Ritratto di Roma antica formata nuovamente […] Nella qua-le si descrivono gli Archi, Acquedotti, Basiliche, Curie, Fori, Librerie, Naumachie, Obelischi, Palazzi, Pitture, Ponti, Teatri, Anfiteatri, Tem-pij, Terme, Vie et altri Edifici Romani (21); oppure la guida di Famiano nardini, Roma antica, già citata, che vide anch’essa molte ristampe, con aggiunte ed ampliamenti, fino ai primi dell’ottocento (22).

Che ci troviamo di fronte a una guida esclusivamente antiqua-ria, dunque, non sorprende. qualche riflessione tuttavia s’impone se si pensa che questa è una guida antiquaria che però per la struttura (parzialmente itineraria) e per l’impianto (colto ma non erudito) ap-pare più vicina alle guide generalistiche piuttosto che a quelle anti-quarie. e ancora di più, se si pensa che essa è una guida scritta mol-to probabilmente a ridosso di un anno santo e sicuramente destinata al nutrito seguito di una regina che si è presentata a roma nella ve-ste di penitente devota, venuta alla tomba di san Pietro per i riti del giubileo del 1700.

2. Come era conveniente per una grande sovrana il cui marito ave-va salvato l’occidente cristiano dai turchi, Maria Casimira sobieska era giunta a roma accompagnata da una numerosissima corte: « sal-vo l’errore del calcolo e qualche sbaglio che si potesse essere preso nel numero, sono tra uomini et donne in tutto numero 187. Caval-li in circa 200 più o meno con li cocchieri, cavalcanti mozzi di stal-la a proporzione » (23).

il seguito era composto da gentiluomini, segretari, aiutanti di ca-mera, mastri di casa, lacchè (24); e poi quattro gentildonne oltre a eleo-

(21) in roma, nella libreria di Michel’angelo rossi, 1688; riedito nel 1689; poi nel 1697, nella libreria di Michel’angelo e Pier Vincenzo rossi, col titolo di Descrizione di Roma antica.

(22) riedizioni nel 1666, nel 1704, nel 1771, nel 1818.(23) baV, Fondo Boncompagni Ludovisi, cod. F. 42, Avviso manoscritto, f. 61r. si tratta di

una comitiva di 120 persone al seguito, di rango diverso (una trentina sono di alto rango), senza contare però i cocchieri e gli addetti alla stalla. baV, Fondo Chigi, M V V., Nota delle persone che si trovano con la Regina servendola nel suo viaggio da Bologna a Roma, f. 205v.

(24) asV, Nunziatura di Venezia, vol. 147, ff. 95r-96v (Nota delle persone che accompagna-no la Maestà della Regina vedova di Polonia nel suo viaggio in Roma). il documento è edi-to nell’Appendice documentaria contenuta in G. Platania, Viaggio a Roma sede d’esilio, cit., pp. 174 ss.

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nora sardi (25), aia della giovanissima Maria Casimira la giovane (26), ni-pote della regina, con tre donne di servizio al seguito; otto donne di camera della stessa sovrana e dodici serve completavano il quadro. ed ancora c’erano: il vescovo di Livonia (27), cappellano della regi-na, accompagnato da due preti e da un cameriere personale; il mag-giordomo di Marysienka con quattro domestici. Con otto persone al seguito c’era l’ambasciatore di baviera, l’abate Pompeo scarlatti (28), molto amato dalla sovrana vedova di Polonia « la quale lo stima mol-to e tutto conferisce con esso lui » (29). a questi personaggi dobbiamo aggiungere il cancelliere e il cavaliere d’onore della regina, ed anco-ra tre gentiluomini di corte, il barone Filippo scarlatti primo scudie-re, il comandante delle guardie (30), il soprintendente della stalla, due cappellani d’onore, il confessore (31) e un frate cappuccino (32), il se-

(25) Maria eleonora sardi nata presso Varsavia il 29 agosto 1677, portata al fonte battesi-male da benedetto Mafredi « già stato segretario particolare della regina Maria Luisa gonza-ga nevers ». La sardi sposa il 1° settembre il lucchese Carlo de’ nobili a roma. Cfr. F. F. de dauGnon, Gli Italiani in Polonia dal IX secolo al XVIII, Crema 1905, t. i, p. 267; G. Plata-nia, Gli ultimi Sobieski e Roma. Fasti e miserie di una famiglia reale polacca tra Sei e Settecen-to (1699-1715), roma 1990, pp. 13, 98, 311.

(26) Maria Casimira detta la giovane (1695-1723), figlia di giacomo sobieski (1667-1734) e di Hedvige elisabetta amelia di neubourg (1673-1722).

(27) nicola Popławski (1636-1711), nativo di Poławy in Podlachia, studia a Cracovia e roma, canonico di Poznan e Varsavia, decano di Plock, vescovo di inflandia, Verden e Pil-ten (Livonia) dal 1685 al 1710; poi arcivescovo metropolita di Lwów (Lemberg) dal 21 luglio 1710 al 30 gennaio 1713. Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, vol. V (1667-1730), Patavii 1952, pp. 243, 408; a. Przybos, s.v., in “Psb”, t. 27, 1983, pp. 614-616; P. niteCki, Biskupi Kosciota w Polsce: słownik biograficzny, Warszawa 1992, pp. 169-170.

(28) scrive il Platania che l’abate Pompeo scarlatti « si era ritrovato in Polonia non già come fiduciario della regina, ma come inviato del duca di baviera, divenendo ben presto in-dispensabile alla sovrana ». G. Platania, Gli ultimi Sobieski e Roma, cit., p. 14.

(29) asV, Segreteria di Stato. Germania, vol. 235, Andrea Santacroce a Fabrizio Paolucci, Vienna 6 dicembre 1698, f. 942r.

(30) si tratta di monsieur desforges, comandante della guardie. Cfr. k. WaliszeWski, Marysienka Marie de la Grange d’Arquien Reine de Pologne femme de Sobieski (1641-1716), Paris 1898, p. 369.

(31) Ludovico d’amsterdam (1663-1720) al secolo Carlo eugenio schmidt, olandese, con-fessore personale della sovrana polacca. Cfr. J. l. GadaCz, Słownik Polskich kapucynów, vol. ii, Wrocław 1985-1986, pp. 272-273; P. Hildebrand, Le père Louis d’Amsterdam († 1720) confesseur de la reine de Pologne e i Minori Cappuccini, in « italia Francescana », 11 (1936), pp. 25-27.

(32) Fulgenzio da Parigi (1646 circa-1711) al secolo Fulgenzio Francuz, francese, com-pagno del precedente. Cfr. J. l. GadaCz, słownik Polskich kapucynòw, cit., vol. i, p. 428; vol. ii, pp. 272-273.

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gretario, il protomedico, il chirurgo della regina (33) e quello della fa-miglia (ciascuno di essi con uno o due servitori al seguito), monsieur desgranges maestro delle cerimonie (34), e poi sei paggi, sei aiutanti di camera, quattro portieri, due mozzi di camera, dieci lacchè, quat-tro cuochi con i loro aiutanti e bottiglieri, addetti alla credenza del-la regina, cocchieri ed addetti al servizio di stalla, ed infine dai due-cento ai duecentosessanta cavalli circa.

non è possibile datare con sicurezza la stesura della Relatione del Pisani, se non entro i due termini estremi già indicati: l’arrivo a roma e la partenza della regina per l’ultimo viaggio in Francia. La datazione tuttavia deve essere posta abbastanza vicina all’arrivo e co-munque, come suggerisce anche il Platania (35), nel primo periodo del soggiorno in città della sobieska. La quale, per altro, era arrivata a roma convinta che ci si sarebbe fermata solo per un paio d’anni (36). inoltre non avrebbe avuto alcuna funzione pratica una guida turi-stica dei monumenti antichi, se fosse stata scritta a distanza di alcu-ni anni dall’arrivo, quando la corte si era già perfettamente integra-ta nella città.

L’anno 1700, il primo del soggiorno di Marysienka a roma, è l’anno del giubileo indetto da innocenzo Xii Pignatelli il 18 mag-gio 1699. esso fu aperto nel giorno di natale del 1699 col rito della Porta santa in san Pietro; rito al quale – ospite d’onore – assisté an-che Maria Casimira, oltre a Cosimo iii, granduca di toscana (per il giubileo era giunto anche antonio Franese, principe di Parma). Mor-to innocenzo Xii il 29 settembre 1700, il giubileo venne poi chiu-so la vigilia di natale di quell’anno dal suo successore Clemente Xi albani (37). Fu dunque, quello dell’arrivo della sobieska a roma, un

(33) si tratta di Monsieur Fleurant che segue la regina in esilio a roma e successivamente a blois. Cfr. k. WaliszeWski, Marysienka Marie de la Grange d’Arquien, cit., p. 367.

(34) Cfr. k. WaliszeWski, Marysienka Marie de la Grange d’Arquien, cit., p. 369.(35) « Maria Casimira non mancò di farsi “turista” in questo primo periodo del suo sog-

giorno romano. (…) ed è a questo periodo che si riferisce il manoscritto » (G. Platania, Ma-ria Casimira Sobieska a Roma, cit., pp. 18 s.).

(36) Cfr. W. roszkoWska, Maria Casimira Sobieska a Roma, in Polonia e Italia. Rapporti storici, scientifici e culturali, roma 1977, pp. 43-46.

(37) Cfr. F. Posteria, Memorie istoriche del presente anno di giubileo 1700. Parte prima. Nella quale sono compresi i primi sei mesi dell’anno; parte seconda. Nella quale sono compre-si gl’ultimi sei mesi dell’anno. Il tutto raccolto con diligenza, e studio da Francesco Posterla ro-mano, roma, g. F. buagni e P. Leone, 1701.

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anno in cui i riti devozionali per l’acquisto delle indulgenze, le visi-te alle chiese, le funzioni religiose ebbero un rilievo eccezionale; e ad essi si adeguò anche il tipo di visita alla città da parte di viaggiatori; che ora si presentavano nella veste di pellegrini. aumenta dunque la necessità di guide specifiche per il visitatore devoto, per il pellegri-no, mentre diminuisce la richiesta di guide specifiche per le antichi-tà romane. dai repertori delle guide di roma in italiano risulta che nell’anno 1700, malgrado il consueto aumento dei flussi dei visitato-ri negli anni santi, vengono stampate o ristampate solo quattro gui-de generali, dedicate cioè alla roma classica ed a quella cristiana, fra cui anche quella del rossini citata. e, a riprova della capacità della guidistica di rispondere alle esigenze legate alle nuove circostanze, la ristampa del 1700 del Mercurio errante di rossini, nel capitolo Delle nove Chiese di Roma, e prima della Chiesa di S. Pietro, è subito pron-ta a inserire un richiamo alle devozioni del giubileo alla fine della descrizione della basilica Vaticana: « nel sortire dalla Chiesa vedre-te la Porta santa la quale il Papa suole aprire ogni venticinque anni, che è l’anno del giubileo; presentemente è aperta (per gratia di dio) per essere l’anno giubileo 1700. Vi sono sei mila anni d’indulgenze a chi visita questa sacrosanta basilica » (38). quasi il doppio, ben sette, nell’anno del giubileo sono invece le guide dedicate esclusivamente alla città cristiana, al pellegrinaggio, alle devozioni e ai riti dell’an-no santo (e anche negli anni successivi queste guide per i pellegrini continuarono ad essere ristampate con frequenza) (39). infine, a ulte-

(38) non cito dalla ristampa del 1700 alla quale faccio riferimento nel testo, ma dalla suc-cessiva edizione dell’opera di rossini, edita nel 1704, in cui il brano si è significativamente conservato. P. rossini, Il mercurio errante delle grandezze di Roma, tanto antiche che moderne, roma 1704, Libro i, p. 161 (per il capitolo Delle nove Chiese di Roma, cfr. pp. 154 ss.).

(39) nel 1700 escono: a. baldassarri, Il Cristiano Pellegrinante per l’Anno Santo in Roma; tre guide di F. MarCHese Anno Santo speso bene, documenti utilissimi per acquistare il San-tissimo Giubileo; Considerazioni devotissime e brevi da farsi nel viaggio della quattro Basiliche per conseguire il Giubileo dell’anno santo; Itinerario sacro per li concorrenti al presente Giu-bileo dell’Anno Santo); G. b. VaCCondio, Notizie storiche delle quattro basiliche di Roma; due guide anonime (Il vero modo di visitare le quattro chiese di Roma per conseguire il San-tissimo Giubileo dell’anno Santo; Vero modo di orare in occasione di visitare le quattro basili-che destinate dalla santità di Nostro Sig. Papa Innocenzo XII per il Giubileo dell’anno Santo. nel 1702 esce C. b. Piazza, Eorterologio ovvero le sagre stationi romane e feste mobili, loro origine, rito, e venerazione nella chiesa romana; opera che avrà numerose ristampe, almeno fino al 1858. nel 1710 esce s. Gallonio, Nuova guida angelica perpetua Romana per visita-re le chiese dentro e fuori Roma. nel 1718 viene stampato d. de Martiis, Il peccatore pelle-grino nel giro delle sette chiese. infine nel 1719 esce, in due tomi, C. b. Piazza, Emerologio

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riore conferma di questo trend editoriale, nel 1700 e poi negli anni successivi fino al 1739 non risulta stampata nessuna guida di roma di carattere esclusivamente antiquario, dedicata cioè ai soli monumenti classici, al di fuori della ristampa di quella del nardini del 1704 che abbiamo ricordato.

insomma nel primo quarantennio del settecento, stando ai re-pertori, la Relatione del Pisani e la Roma antica del nardini costitui-scono i soli due esempi di guide esclusivamente antiquarie di roma in italiano.

Ma se per la scelta del metodo itinerario e per il carattere non erudito la Relatione si differenzia dalle guide antiquarie, per altri ver-si essa si differenzia anche dalle guide generalistiche di roma, che si rivolgevano sia al pellegrino sia al generico “turista”; guide in cui la visita ai monumenti dell’antichità classica veniva accompagnata dalla visita a quelli della roma cristiana (40). non solo è priva di qualsiasi informazione sulle pratiche devozionali che si svolgevano nei luoghi di culto. Ma in essa manca anche qualsiasi descrizione delle princi-pali chiese e delle basiliche cristiane. di tanto in tanto esse vengo-no citate; ma, come avviene anche nelle altre guide antiquarie, solo quando la loro menzione serve per dare informazioni di altro tipo: soprattutto come punto di riferimento per orientarsi in città. Persino la basilica di san Pietro è menzionata una sola volta, ma soltanto in riferimento all’obelisco della sua piazza, e perciò è citata nel capito-lo sugli obelischi romani: « Ve n’è uno a s. giovanni Laterano e l’al-

di Roma Cristiana, Ecclesiastica e Gentile. alcune di queste opere saranno ristampate in oc-casione del giubileo del 1725.

(40) Per esempio, proprio in occasione del giubileo del 1700 venne ristampata da anto-nio de rossi una vecchia monumentale guida in tre volumi, la cui edizione, che richiese un impegno economico non trascurabile, mostra che se ne prevedeva una buona vendita con l’afflusso dei pellegrini: Roma sacra antica e moderna figurata e divisa in tre parti. Nella pri-ma delle quali si contengono tutte le chiese, reliquie, stationi, indulgenze, ospedali, monasteri, […]. Nella seconda si contiene la genealogia di Romolo, la serie de i Re, consoli, e imperatori, teatri, anfiteatri, naumachie, cerchii, fori, curie, palazzi e altre antichità. Nella terza si contiene la descrittione della stato presente secondo l’ordine di quattordici rioni, con le loro strade, piaz-ze, fontane, palazzi, gallerie, musei, librarie, ville, giardini, statue, quadri, studii, accademie, in roma, per ant. rossi, l’anno del giubileo 1700. a spese di Vincenzo de romanis. era quin-di una guida giubilare e devozionale (guida alle chiese, alle reliquie, alle indulgenze); una gui-da monumentale e antiquaria; infine una guida alla visita della città basata sulla sua riparti-zione nei 14 rioni moderni. Cfr. o. Pollak, Le guide di Roma. Materialen zu einer geschichte der römischen topographie, a cura di L. schudt, Wien-augsburg 1930, p. 248.

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tro nella Piazza del Popolo tirato dal gran Circo. il terzo nella Piaz-za di s. Pietro tirato dal Circo di nerone » (41).

Ma passiamo al secondo ordine di considerazioni, legato alle for-mali motivazioni diplomatiche addotte per il viaggio di Marysienka.

sebbene fosse un viaggio di esilio ed avesse una finalità eminen-temente politica, come ha dimostrato gaetano Platania, esso venne però presentato come un devotissimo viaggio, privo anche di finalità turistico-culturali: « elesse la stanza di roma, non mica per pascer la curiosità degli occhi con la vista delle moderne grandezze della ma-gnificenza de’ palazzi, della vaghezza de’ giardini, della bizzarria del-le fonti, delle rare vestigia dell’antichità ». dunque né la visita alla roma antica né la visita alla roma moderna furono il desiderio della regina. essa venne solo « per visitare quelle sagre basiliche santifica-te già dalla presenza corporale di tanti campioni di Cristo e venera-re quelle divote spelonche sotterranee più illustrate dalla virtù e dal sangue de’ santi Martiri che dalla chiara luce del sole » (42).

quello di Marisenka volle presentarsi chiaramente come un vero e proprio pellegrinaggio devozionale verso i principali luoghi sacri del cattolicesimo, con meta finale la roma del giubileo del 1700 (43).

avendo sua maestà Casimira regina di Polonia stabilito il devotissimo voto di trasferirsi a roma e visitare di passaggio la tomba di sant’antonio da Padova e la santissima Casa di Loreto, altro non attese in fine se non di abbracciare li Prin-cipi alessandro e Costantino, suoi dilettissimi figli, ritrovandosi per allora in sle-sia il principe giacomo primogenito. […] il giovedì dedicato all’angelo Custode, consacratasi l’anima con la santissima Comunione, e ricevuta la benedizione nel-la Chiesa de’ Padri domenicani, dopo li continui atti della natia pietà verso li po-veri sudditi et altri in grandissimo numero accorsivi, per non poter tolerare sen-

(41) baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., f. 219v. sulla guidistica in generale, cfr. G. riCCi, Gli incunaboli del Baedeker, in « ricerche storiche », 2 (1977), pp. 345-381; F. zanelli Qua-rantini, Dal “Burattino Veridico” al “Baedeker”: appunti di transcodificazione in due secoli di guide di viaggio, in Sapere linguistico e Sapere enciclopedico, a cura di L. Pantaleoni - L. sal-mon kovarski, bologna 1995, pp. 335 ss.; G. Platania, Un fedele amico per ogni viaggiatore: la “Guida alla conversazione”. Il caso del “Burattino Veridico” del secentista Giuseppe Miselli, in Compagni di viaggio, cit., pp. 53 ss.

(42) il testo è tratto da un riassunto manoscritto dell’opera di antonio bassani citata alla nota 44, scritto del frate minore bernardo Filippi. Lo cito da G. Platania, Maria Casimira Sobieska a Roma, cit., p. 12.

(43) sul carattere politico del viaggio della regina di Polonia, cfr. G. Platania, Il viaggio politico di Maria Casimira Sobieska, in Donne in viaggio. Viaggio religioso, politico, metafori-co, a cura di M. L. silvestre - a. Valerio, bari 1999, pp. 130 ss.

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za singulti la dolorosa partenza della loro Clementissima Padrona, in fine si partì, et incognitamente principiò il devotissimo viaggio alle ore 11 con strade assai dif-ficili per le molte piogge, quasi che anche il cielo volesse unire le sue lagrime ad impedirla (44).

sono le parole con cui, facendosi portavoce di esigenze propagan-distiche sia della regina, sia degli ambienti pontifici, dà inizio al suo racconto del viaggio di Maria Casimira il padovano antonio bassa-ni, canonico di Warmia, che era entrato al servizio del cardinale de la grande d’arquien, padre della sovrana, e lo aveva seguito fino a roma (45).

il viaggio politico di esilio si ammanta da viaggio penitenziale e religioso: e il primo anno di soggiorno romano vede la regina di Po-lonia, e con lei il suo seguito di rango, partecipare assiduamente ai riti e alle cerimonie del giubileo, come s’è accennato, fin dal solen-ne rito dell’apertura della Porta santa.

Maria Casimira si presenta in città non come una ex regina, ma come una sovrana a pieno titolo, sia pure nella veste della penitente e devota pellegrina per il giubileo. La sua visita perciò viene regola-ta con un cerimoniale appositamente definito, che non a caso assume come punto di riferimento quello già stabilito per la visita di un’al-tra sovrana, Cristina di svezia, giunta anch’essa in esilio ma in abi-to penitenziale, splendidamente accolta a roma a glorificazione del potere pontificio di alessandro Vii (46). nel riferimento al precedente di Cristina di svezia, insomma a onore e gloria della cristianità e di papa innocenzo Xii, si saldano insieme la dimensione regale e quel-la penitenziale (47). L’istruzione col Cerimoniale per Sua Maestà per il

(44) a. bassani, Viaggio a Roma della Serenissima Reale Maestà di Maria Casimira, Regi-na di Polonia vedova dell’Invittissimo Giovanni III per il voto di visitare i Luoghi Santi et il Supremo Pastor della Chiesa Innocenzo XII, domenico ercole, roma 1700, p. 1.

(45) baV, Fondo Chigi, M V V., Nota della famiglia ch’è a Roma con il Cardinale d’Ar-quien, f. 205r.

(46) sulla presenza a roma di Maria Casimira per il giubileo, ma anche sulla relazio-ne del Pisani, cfr. G. Platania, Maria Casimira Sobieska a Roma, cit. pp. 9 ss. il viaggio del-la sobieska è narrato da antonio bassani come viaggio di carattere penitenziale ma anche trionfale (a. bassani, Viaggio a Roma della S.ra Reale Maestà di Maria Casimira, Regina di Polonia, cit.).

(47) « La regina Maria Casimira de la grange, vedova di giovanni iii re di Polonia, ri-soluta coll’esempio di Cristina sovrana di svezia in tempo di alessandro Vii, di trasferirsi a roma, per quivi terminare i suoi giorni in opere di carità, vi giunse a’ 24 di Marzo dell’an-

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trattamento de’ Signori Cardinali, infatti, fa esplicitamente riferimen-to alle regole stabilite per il soggiorno di Cristina di svezia (48). e im-plicitamente fanno riferimento a queste stesse regole anche le norme per accogliere a roma la regina di Polonia stabilite dalla Congrega-zione Cerimoniale tenutasi alla fine del 1698 (49). al precedente del cerimoniale stabilito per la regina di svezia faceva riferimento anche l’istruzione affidata dalla cancelleria della sobieska a giovanni bat-tista scarlatti (50).

questo introduce anche un altro significato del ruolo della regina penitente e pellegrina nelle cerimonie giubilari. La sua assidua pre-senza ai riti, alle visite alle chiese ed alle opere di carità, molto sot-tolineata dai contemporanei, vuole indicare certamente la sua devo-zione. Ma la pellegrina è anche la regina di Polonia che si ritiene tale a tutti gli effetti, e inoltre è la moglie di quel giovanni iii sobieski che ha salvato l’occidente cristiano dal pericolo turco. La presenza della regina alle cerimonie dell’anno santo introduce sulla scena so-lenne del giubileo anche l’eco della vittoria di Vienna, ne rinnova il ricordo, caricando gli atti devozionali della sobieska di un diver-so risvolto politico-ideologico legato all’idea di un cattolicesimo an-cora trionfante.

3. dunque, per un gruppo di cortigiani che aveva accompagnato una regina devota nel suo pellegrinaggio a roma per l’anno santo venne appositamente confezionata una guida antiquaria che esclude-

no corrente 1699, e fu ricevuta con magnificenza nel palazzo del principe d. Livio odescal-chi, duca di sirmio e di bracciano » (G. de noVaes, Elementi della storia de’ sommi pontefi-ci, stamperia del Magistrato Civico, siena 18052, tomo Xi, p. 171).

(48) baV, Fondo Boncompagni Ludovisi, F. 42, Cerimoniale per Sua Mestà per il trattamen-to de’ Signori Cardinali, ff. 50r-54r: « quanto al titolo da darsi da sua Maestà a’ signori Car-dinali possa osservarsi quello che loro diede la regina di svetia trattandoli con l’eminenza. […] nel farsi incontrare, in tempo della regina di svetia, andavano due scudieri con le lan-cie spezzate et il Capitano delle guardie fino alla carrozza del signor Cardinale ».

(49) auCL, Casella 12, vol. 35, Cerimoniale da praticarsi con la Mestà della Regina Ma-ria Casimira vedova del fu Giovanni III di Polonia in occasione della sua venuta a Roma, esa-minato ed approvato dalla Sacra Congregazione Ceriminiale tenuta a quest’effetto nel Palazzo Apostolico sotto dicembre 1698, ff. 670v-672. il documento è edito in Appendice a F. de Ca-Prio, Notarelle sul viaggio d’esilio a Roma di Maria Casimira Sobieska regina di Polonia, in M. JaCoV - s. PiFFeri - F. de CaPrio, Saggi vari, Viterbo 2004, pp. 93 s.

(50) « […] colla spedizione di quei brevi de’ quali fu honorata la regina Christina di sve-zia da alessandro Vii di gloriosa memoria » (baV, Fondo Chigi, M V V., f. 192v).

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va sistematicamente qualsiasi riferimento alle chiese, ai riti e ai luo-ghi della pietà cattolica, oltre che ad altri elementi della tradizione devozionale.

il fatto che la guida del Pisani sia indicata nel manoscritto del-la biblioteca alessandrina come Relatione fatta alla S. Maestà Rea-le della Regina di Polonia fa pensare che essa sia stata espressamente commissionata all’autore; e che questi abbia eseguito delle disposi-zioni in merito al suo contenuto, ricevute forse direttamente o alme-no ispirate da Maria Casimira sobieska. La regina, insomma, non sa-rebbe la semplice dedicataria dell’opera, oggetto solo di un omaggio cortigiano, ma da lei o dalla sua cerchia sarebbe partito l’input ini-ziale. Più che a libere scelte compiute dal Pisani, le innovative par-ticolarità della sua Relatione potrebbero dipendere da qualche sug-gerimento ricevuto.

i personaggi al seguito di una regina impegnata fin dall’arrivo a roma nel seguire le numerose pratiche devozionali legate ai riti del-l’anno santo, cerimonie religiose ma anche occasioni mondane, do-vettero subito avere conoscenza della roma sacra, quella descritta nelle numerose guide per il giubileo che abbiamo già ricordato. in-vece era l’altra roma, quella degli antichi monumenti, che per poter essere facilmente conosciuta doveva contare sull’aiuto di un’apposi-ta guida antiquaria.

Per questo c’era solo l’imbarazzo della scelta fra i tanti volumi in commercio. si poteva scegliere nel settore delle guide generalistiche di roma, relative alla città antica ed a quella moderna; oppure si po-teva scegliere in quello delle guide antiquarie. nel campo delle guide generalistiche, oltre che a quelle in italiano si sarebbe anche potuto fare riferimento a una delle guide in polacco che ormai circolavano da tempo. andrzej Litwornia si è occupato proprio della prima guida di roma in polacco uscita nel 1614; inoltre scrive che dopo il 1610 a Cracovia apparvero le prime “guide” dell’italia in generale e di al-cune città in particolare (51).

(51) a. litWornia, La prima guida di Roma in lingua polacca (1614), in « alma roma », 32 (1991), pp. 37 ss. tra il 1610 e il 1615 fu in Polonia ristampato il poemetto Le principa-li città italiane. Cfr. a. litWornia, Le “delizie” italiane negli stereotipi di opinioni dei polacchi del Seicento, in Cultura e nazione in Italia e Polonia dal Rinascimento all’Illuminismo, a cura di V. branca e s. graciotti, Firenze 1986, pp. 331 ss. sul Confronto tra la vecchia e la nuova Roma del poeta stanisław grochowski (1610), che non è una guida, cfr. b. bilinski, Figure e momenti polacchi a Roma. Strenna di commiato, Wrokław 1992, p. 110, n. 22.

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Più adatta allo scopo di dare alla corte uno strumento di infor-mazione relativo solo alla città antica, era la scelta di affidarsi a una guida esclusivamente antiquaria. Come abbiamo visto anche in que-sto settore i testi a stampa non mancavano di certo. Ma abbiamo an-che visto che questi testi conservavano ancora una struttura legata al passato: avevano un impianto eccessivamente erudito ed erano orga-nizzate raggruppando i monumenti secondo le diverse tipologie, le fasi della storia antica, le regioni augustee; mentre nelle guide il me-todo più funzionale alla visita appariva ormai quello itinerario che poi trionferà definitivamente nel corso del settecento.

L’idea davvero innovativa della committenza della Relatione del Pisani, fu quella di far scrivere una guida antiquaria nuova, che si ri-vela molto moderna rispetto alle altre guide antiquarie: è organizzata in parte col metodo itinerario come le migliori guide generalistiche; è estremamente sintetica e quindi semplice e maneggevole, al con-trario delle ingombranti e voluminose guide del tempo; è rigidamen-te selettiva escludendo ogni riferimento alla roma cristiana che non sia utile a orientarsi nella città; infine vuole apparire dotta, ben do-cumentata e perciò affidabile, ma evitando di apparire erudita, come invece erano le guide antiquarie allora disponibili. e questo fa pen-sare più a suggerimenti da parte di una committenza che conosceva bene le proprie esigenze, che non a una geniale intuizione di un au-tore non esperto, che non risulta abbia scritto altre guide.

insomma la Relatione del Pisani sembra uno strumento perfetta-mente funzionale per le esigenze turistico-culturali della corte mobi-le che accompagna Maria Casimira sobieska. essa perciò ci apre an-che qualche spiraglio su aspetti poco noti di questa corte. all’interno di questo gruppo fortemente gerarchizzato si distribuiscono mansioni e ruoli precisi: da quelli di accompagnamento della regina, a quelli di rappresentanza, di assistenza religiosa e medica, fino a quelli della lo-gistica, della pianificazione delle singole tappe del percorso, delle que-stioni pratiche legate allo spostamento di un così gran numero di per-sone. tutto è in funzione della regina; così come lo sono i resoconti del suo viaggio, scritti sia da personale della corte sia da quanti sono addetti all’accoglienza o semplicemente assistono al suo passaggio. essi perciò registrano numero, nomi e ranghi degli accompagnatori ma solo perché danno lustro alla regina in viaggio. questo seguito, che mostrò tutto il suo sfarzo nell’entrata solenne a roma, è osservato solo come un’appendice della sovrana, ma mai considerato in se stesso.

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Per questo, sappiamo parecchio su numero e composizione di que-sta corte mobile; sappiamo abbastanza sulle sue esigenze materiali (di alloggio, vitto, vestiario), ricostruibili anche con altri strumenti di do-cumentazione. dai testi odeporici sappiamo invece molto meno sulle sue esigenze spirituali o culturali, che naturalmente dovevano essere esigenze complesse e varie, data l’eterogeneità sociale ed intellettuale degli appartenenti al seguito. infine sappiamo parecchio dell’indotto culturale, di omaggio, prodotto dal viaggio della regina (testi lettera-ri, teatrali, orazioni, panegirici, indirizzi di saluto, scritte sugli archi trionfali, emblemi); ma conosciamo veramente poco dell’indotto cul-turale stimolato dalle esigenze spirituali della sua corte. La guida del Pisani mostra che questo particolare tipo di indotto culturale c’era. e inoltre ci fornisce qualche indizio sui gusti e le curiosità dei nostri Cavalieri oltramontani. essa, che non è una guida giubilare ed esclu-de di proposito ogni riferimento alla roma cristiana, mostra un altro risvolto, sul versante per così dire turistico-culturale, delle esigenze spirituali della corte di Marysienka; risvolto che affianca quello reli-gioso e penitenziale intorno al quale, invece, fu costruita e resa pub-blica l’immagine del viaggio della regina a roma.

Vario è il campionario di curiosità dei cavalieri ultramontani sug-gerito dalla guida. La Relatione non solo descrive monumenti ed iti-nerari, ma in genere li mette in relazione con momenti particolari e spunti curiosi della vita nell’antica roma; riferisce perciò leggende ed antiche tradizioni, usanze particolari, aneddoti. insomma la guida cerca di soddisfare le curiosità di questi cavalieri stranieri ai quali è rivolta, di stuzzicare il loro interesse, di soddisfare esigenze di svago, di conoscenza, d’intrattenimento. Per questo occupano uno spazio abbastanza ampio, rispetto alla sinteticità della Relatione, le descri-zioni delle sfilate a cavallo, le allusioni maliziose, gli spunti piccan-ti desumibili dalle fonti. nell’itinerario della Via appia incontriamo, per esempio, questo brano sulle cavalcate rituali dell’antica roma, che certamente doveva incontrare una particolare sensibilità dei no-bili polacchi per le fastose e scenografiche cavalcate di parata; una sensibilità che tante ambascerie a roma avevano ben mostrato nel corso del seicento:

Più avanti è la Madonna del Pianto o della Pianta de’ piedi di Cristo, altre vol-te tempio di Marte nel quale si dava audienza agli ambasciatori degl’inimici avanti d’introdurli nella città […]. Li romani anticamente due volte l’anno principiavano le loro cavalcate da questo tempio. questi cavalieri in questa pompa erano ornati

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di vestimenti di porpora chiamati trabeae, e portavano in mano corone d’olive. La prima cavalcata si faceva il giorno de’ Lupercali, o festa a’ Lupi che si celebrava in onore e memoria di romulo e remo. Vedete Plutarco parlando di romulo. La se-conda cavalcata si faceva all’onore di Marte a gli idi di luglio; nel quale giorno tut-ti li Cavalieri si radunavano nella piazza publica avanti di Castore e Polluce, per di là montare a piedi, menando loro cavalli nel Campidoglio, passar davanti il Censo-re, il quale esaminava le loro azioni. e questo si nomina probatio equitum, e perciò è che Propertio dice – Censoremque tuum trabeate salutas. durante l’imperio, augu-sto usurpò quest’autorità, facendo passare i cavalieri avanti il suo trono dove quel-li che avevano ammesso qualche lascivia o ingordigia erano arrestati et ignominio-samente in presenza dell’imperatore gli era levato il cavallo. e perciò è che ovidio nel suo esilio per giustificarsi dice ad augusto – Vitamque meam moresque probabas illo, quem dederas, praeteruntis equo. et altrove dice – Carminaque edideram, cum te delicta notantem praeterii toties ipse quietus eques (52).

questo interesse per le ricche parate a cavallo sicuramente era presente in Maria Casimira, che lo manifestò pienamente nello sfar-zo con cui predispose il proprio corteo per l’udienza pubblica di in-nocenzo Xii il 22 giugno 1699. nelle istruzioni affidate a giovanni battista scarlatti, i punti 9, 10 e 11 insistevano in particolare sul-la volontà della regina di entrare a « roma totalmente incognita » (53). Ma, dopo l’ingresso in incognito, le cose andarono ben diversamente. scrive il Platania circa i preparativi voluti dalla regina per il sontuo-so corteo che l’avrebbe portata all’udienza pubblica del papa: « Per-fettamente a conoscenza delle famosissime cavalcate condotte per le vie cittadine con grandiosità e stupore generale da alcuni insigni po-lacchi che l’avevano preceduta in un recente trascorso, volle ripetere – da parte sua – questo appuntamento con il popolino romano, cer-cando ovviamente di offuscare quanto avvenuto già in passato » (54).

(52) baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., ff. 204r-v.(53) baV, Fondo Chigi, M V V., Instruzione data dalla Cancelleria della Regina Maria Ca-

simira di Pollonia al Signor Giovanni Battista Scarlatti per valersene in congiuntura di dover egli presentare alla Santità di Nostro Signore l’annessa lettera della Maestà Sua credenziale in lui medesimo che dovrà accompagnarla coll’espressione più ossequiose della filiale riverenza di Sua Maestà verso la Santa Sede, f. 192r-v. Le istruzioni continuavano con estrema chiarezza: « 10° Prega pertanto sua Maestà il sommo Pontefice d’ordinare che gli si lasci questa liber-tà di viaggiare a suo modo e che nessuno de’ signori Cardinali Legati, governatori, et al-tri abbino di incommodarsi per sua causa […]. 11° intende sua Maestà d’entrare totalmen-te incognita e di notte in roma e d’andare a scendere senza strepito in una casa privata per ivi fermarsi 4 o 5 giorni ».

(54) G. Platania, Viaggio a Roma sede d’esilio, cit., p. 79. Cfr. anche id., Gli ultimi So-bieski a Roma, cit., pp. 100 ss.

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di lì a poco, il 10 aprile 1701, i cavalieri di Maria Casimira avrebbe-ro sfilato anche nella solenne cavalcata per il possesso di Clemente Xi, eletto papa il 23 novembre e incoronato l’8 dicembre del 1700: « Venivano appresso li gentiluomini di detti eminentissimi (cardina-li), et avanti quelli dell’eminentissimo acciaioli più anziano. Cavalca-vano li gentiluomini di camera della Maestà della regina di Polonia, mandati a servire s.s., a’ quali succedeva una schiera di cavalieri ro-mani e forastieri circondati da comitiva grandissima di staffieri e lac-ché con varie e nobili livree » (55).

a solleticare la curiosità dei cavalieri della regina si presta anche il racconto dei riti per smettere di amare da parte dei giovani roma-ni o il racconto della festa di Venere celebrata dalle antiche cortigia-ne di roma, oppure l’allusione maliziosa di ovidio al tempio di isi-de. Vicino a Porta Collina, scrive la guida di Pisani, vi era il tempio di Venere Verticordia che, nota l’autore, « si chiama ancora ericina dal monte erix in sicilia »:

La gioventù romana innamorata andava a questo tempio ad offerire voti e far preghiere per esser sanati dal male d’amore; ove, dopo qualche preghiera et il voto appeso, l’innamorato d’ordine del pontefice andava ad estinguere una torcia nella Fontana dello scordo d’amore, e l’ammalato se ne tornava guarito […]. nel mese d’aprile le corteggiane facevano in questo tempio la festa chiamata Veneralia, in ono-re di questa Venere, la quale esse invocavano per la conservazione delle loro bellez-ze e de’ loro amici (56).

in una specie di contrappunto, la guida inserisce queste immagini dei giovani amanti romani e delle cortigiane fra una maliziosa allusio-ne di giovenale all’ormai perduta virtù delle matrone (57) e l’immagine della castità delle Vestali con le pene che esse subivano quando era-no violate col loro consenso: « Vicino questa Porta, dentro la città, vi stava una grotta sotterranea nella quale seppellivano tutte vive, con un poco di pan, di latte et oglio, le Vestali volontariamente violate.

(55) Cito da F. CanCellieri, Storia de’ solenni possessi de’ sommi pontefici, Luigi Lazza-rani, roma 1802, p. 326.

(56) baL., Ms. 143, 5, Relatione, cit., ff. 211v-212r.(57) « anibalo venne a questa Porta Collina con 2000 cavalli; dice (…) giovenale – Stan-

tes Collina in turre mariti ». L’allusione si coglie riandando al passo di giovenale citato: « La povertà e la semplicità della vita facevano una volta caste le donne latine; la casa modesta le teneva lontane dai vizi, e la fatica e i sonni brevi, le mani rovinate e indurite dalla lana etru-sca; e infine il fatto che annibale fosse vicino alla porta e il marito di guardia sulla torre Col-lina » (satira Vi, vv. 287 ss.).

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questo luogo era chiamato Campus sceleratus. di queste cerimonie e della lor punitione e del lor fondatore vedete in Plutarco la Vita di Numa; Lispio, De Vestalibus. giovanele della lor morte dice: – Viola-ta iacebat sanguine adhuc vivo terram subitura sacerdos ».

descrivendo il Foro romano, il Pisani scrive che i giovani roma-ni andavano a conquistare le donne presso il tempio di iside. iden-tificata con io, trasformata da giunone in giovenca e in queste sem-bianze amata da giove, iside « rende molte donne quello che lei fu per giove », come scrive ovidio nel passo citato dal Pisani:

Più su sono le rovine del tempio della Pace, costrutto da Vespasiano e tito dop-po havuta la vittoria contro li giudei e la presa di gierusalemme. in questo tempio questi imperatori fecero mettere dopo il loro trionfo le trombette d’argento, la tavola d’oro et il candeliero a sette rami; cose prese nel tempio di salomone e che si vedo-no in rilievo all’arco del loro trionfo. il Portico di questo tempio era ornato di die-ci colonne alla corinzia, e di otto nel dentro, de’ quali una è avanti la Chiesa di san-ta Maria Maggiore. in faccia di questo tempio è la Chiesa di s. Francesca romana, altre volte tempio di osiri e di isis, del sole e la Luna. in questo luogo la gioventù romana si radunava per vedere le dame. ovid. 2 De arte amandi - Nec fuge Niligerae Memphitica templa Iuvencae: non vi scordate d’andare al tempio di isis (58).

Come non pensare anche ai risvolti piccanti del soggiorno roma-no della corte di Maria Casimira e agli scandali che coinvolgeranno di lì a poco i figli della regina, soprattutto Costantino con la celebre prostituta romana tolla? (59)

4. non è stato possibile identificare chi sia il Pisani autore dell’ope-retta, del quale non conosciamo nemmeno il nome di battesimo. dal manoscritto non si ricava nemmeno con certezza il suo status, se egli cioè sia un canonico (nel manoscritto: Can) o un cavaliere (nel ma-noscritto: Cau); che non è alternativa di poco conto. nel Catalogo dei manoscritti della biblioteca alessandrina, l’indice dei nomi indica l’au-tore del nostro testo come canonico: « Pisani, Canonicus »; così avviene anche nella descrizione del codice: « ill.mo s.r Can. Pisani » (60). Ma il

(58) baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., ff. 200 r e v. oV., ars, i, 77 (le edizioni moderne hanno linigerae).

(59) Cfr. su questa vicenda cfr. G. Platania, Viaggio a Roma sede d’esilio, cit., pp. 88 ss., con ampia documentazione.

(60) Catalogus codicum manuscriptorum, cit., pp. 150 e 97 s.

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manoscritto autorizza sia la lettura Cau (cioè Cav), sia la lettura Can, data l’estrema affinità nella scrittura dei due termini e in assenza di altri riscontri esterni o interni all’operetta. Per Can farebbe propen-dere l’autorevolezza del Catalogo. esso però, sempre a proposito di questo codice, presenta un’incoerenza che credo sia il segno proprio della difficoltà di lettura alla quale mi sto riferendo. nella trascrizio-ne del titolo nella descrizione del manoscritto, nel Catalogo si legge: « […] in beneficio de Cau.ri qui in roma »; invece nell’indice degli autori il titolo riporta: « […] in beneficio de Can.ci qui in roma ». dunque anche i destinatari dell’opera appartenenti al seguito della sobieska oscillerebbero fra l’essere canonici o cavalieri, ecclesiastici o laici. Ma in questo caso si tratta di un evidente errore di lettura del Catalogo. quella esatta è sicuramente cavalieri: la ripetizione del titolo all’inizio del manoscritto riporta infatti per esteso l’espressione Caualieri Oltramontani (61). non c’è nemmeno bisogno di considerare che i canonici al seguito della regina di Polonia non erano tanti da giustificare un’opera scritta appositamente per loro uso.

dal testo si ricava che questo Pisani dovette essere un romano oppure che egli si trovava a roma quando stese la Relatione. scrive infatti: « in beneficio de’ Cavalieri qui in roma oltramontani ». dal testo possono ricavarsi anche delle utili indicazioni sul suo profilo cul-turale. La guida cita molte fonti letterarie, sia greche sia latine, per illustrare i monumenti e per richiamare episodi storici, leggendari, usanze e tradizioni legate ai diversi luoghi della roma antica. si trat-ta di brani di poeti e di prosatori, in gran parte storici, spesso ripor-tati in latino direttamente nel testo, talora anche con l’aggiunta del-la traduzione italiana (62).

Pisani appare come un uomo colto, capace di maneggiare con si-curezza il latino; ma va anche considerato che la Relatione è un’ope-ra di compilazione e che le fonti in essa citate sono più o meno le stesse in tutte le guide.

(61) baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., f. 199r.(62) soprattutto presenti, anche per il carattere spesso aneddotico dei riferimenti antichi,

sono le Storie di Livio, le Vite di svetonio, le Vite parallele di Plutarco, ovidio (Fasti, Ars amatoria, Amores, Remedia amoris, Tristia). Fra l’altro cita Valerio Massimo, Cicerone, ta-cito, orazio, giovenale, Properzio, Lucano, Virgilio. oltre a questi, più sporadicamente, la guida cita anche autori posteriori: giovanni rosini (Corpus Antiquitatum Romanarum), era-smo da rotterdam, giusto Lipsio (De Amphiteatro, De Vestalibus); onofrio Panvinio (De lu-dis circensibus). baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., ff. 207r, 211r, 218v, 219v.

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Ciò che invece costituisce un indicatore importante della forma-zione culturale del Pisani è che la guida, mentre riporta le fonti let-terarie, non riporta mai le fonti epigrafiche, che invece erano una parte importantissima e costante negli apparati documentari presenti nelle guide turistiche e soprattutto in quelle antiquarie. anzi, questa assenza va considerata come una vera e propria anomalia della Re-latione. L’unica epigrafe riportata, ma in forma semplificata, è quel-la relativa alla tomba di Cecilia Metella: « di là si va a s. sebastia-no, dove in faccia della strada di lontano si vede una bella torre, la quale resta del sepolcro di Cecilia Metella moglie di Crasso, come fa fede l’iscrizione: Ceciliae Metellae Crassi » (63).

La presenza costante delle fonti letterarie e l’assenza costante di quelle epigrafiche, insieme alle prime vero e proprio cavallo di bat-taglia degli antiquari, mostra che il Pisani è un letterato avente una buona cultura classica; ma non è un archeologo-antiquario. È un in-dizio che, in mancanza di altri elementi, non può essere trascurato per cercare di individuare l’autore dell’operetta.

un altro elemento importante da tener presente è che l’autore del-l’opera non può essere anche l’estensore della copia conservata nel manoscritto della biblioteca alessandrina.

il testo è chiaramente opera di un autore colto, fornito di una buona preparazione letteraria classica, capace di orientarsi nei testi antichi. invece il manoscritto è stato copiato da una persona che ha una cultura diversa: a volte compie errori che mostrano una profon-da ignoranza della storia antica e una vistosa imprecisione nelle co-noscenze della letteratura e della lingua latine e forse in qualche caso persino della lingua italiana.

il manoscritto della biblioteca alessandrina è una copia di un altro manoscritto, fatta in maniera abbastanza frettolosa e disattenta, che presenta alcuni errori tipici di un lavoro di copiatura (64). Ma il copi-sta dovette avere qualche difficoltà linguistica e culturale nel capire il testo del quale stava facendo la copia. in molti casi non riesce a leg-gere il testo di partenza e al posto del passaggio a lui incomprensi-bile lascia degli spazi bianchi, in cui segna dei puntini sospensivi. in

(63) baL, Ms. 143, 5, Relatione, cit., f. 205v. il testo dell’epigrafe posta sul monumento è, nella guida antiquaria del nardini già citata, « Ceciliae q. Cretici F. Metellae Crassi » (cito dall’edizione del 1666, p. 85).

(64) Per esempio ripetizioni di parole, salti o lacune.

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alcuni casi, inoltre, compie incomprensibili errori lessicali e gramma-ticali nel trascrivere i brani latini. in altri casi legge male nomi anche famosissimi nella storia e nella leggenda di roma o li banalizza (per esempio Seiano diventa Segiano, forse da un Sejano). talvolta ripetu-tamente il copista sbaglia il genere di qualche nome italiano. Viene il dubbio o che si tratta di un copista molto ignorante; o che si tratta di un copista che ha una molto mediocre conoscenza del latino e della storia romana; conosce abbastanza l’italiano ma non è di madrelin-gua italiana. Comunque per nostra fortuna, a parte le lacune, gli er-rori del copista in genere possono essere facilmente corretti.

La consultazione dei principali repertori non ha fatto emergere indizi capaci di indirizzare la ricerca per identificare il Pisani della Relatione. si può ragionevolmente pensare a baldassarre Pisani, un giurista che esercitava l’avvocatura a napoli ed era all’epoca molto rinomato anche fuori del regno pure come poeta. era un non roma-no dunque, nato a napoli il 6 aprile 1650; ed era un laico, sposato e padre di numerosi figli (65). addottoratosi in legge a diciannove anni, nel 1669, a ventidue era giudice del tribunale dell’arte della lana a napoli. nel 1683 gli venne offerta la cattedra di umanità dall’uni-versità di Padova che rifiutò per continuare a dedicarsi professional-mente al diritto. egli è il personaggio più ragguardevole e meglio co-nosciuto degli altri Pisani presenti nei repertori, ma soprattutto di lui sono attestati anche i rapporti con la cultura romana e persino con i vertici del potere pontificio. Fu infatti in corrispondenza con Loren-zo brancati (1612-1693), nominato cardinale da innocenzo Xi, che nel conclave seguito alla morte di questo papa nel 1689 ebbe addi-rittura qualche possibilità di essere eletto suo successore (66). e non bisognerebbe dimenticare che innocenzo Xii Pignatelli (1691-1700), il papa dell’arrivo di Maria Casimira sobieska, era napoletano come Pisani. autore di poesie in italiano ed in latino, di testi drammatici e di trattati giuridici, il Pisani scrisse anche un’Ode pindarica alla S.

(65) scrive il suo biografo, giacinto gimma, che quando il marchese del Carpio, viceré di napoli lo nominò a capo della ruota nella regia audienza di Lecce, Pisani face in modo che la decisione fosse revocata perché « il numero de’ figliuoli in età puerile e la moglie in-ferma gli proibivano trasferir la sua casa in quella Provincia » (G. GiMMa, Elogi Accademici della Società degli Spensierati di Rossano, descritti dal dottor signor D. Giacinto Gimma, pub-blicati da g. tremigliozzi, napoli, Carlo troise stampatore, 1703, p. 342).

(66) G. GiMMa, Elogi Accademici, cit., p. 346. La Relatione non compare nell’elenco del-le opere a stampa e manoscritte del Pisani contenuto in quest’opera (p. 351).

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di Papa Alessandro VIII nel giorno della sua consacrazione, pubblica-ta a napoli nel 1689 (67). a roma il Pisani nel 1702 risultava mem-bro dell’accademia dei Pellegrini (68), che era stata fondata nel 1694 con l’intento di gareggiare con l’accademia dell’arcadia, fondata nel 1690 (69). sarà poi annoverato fra gli arcadi il 27 marzo 1710 col nome di Calisio acaio (70). non sappiamo però se sia stato fisicamen-te a roma e se sia stato cavaliere. La massima parte delle notizie bio-grafiche oggi disponibili su di lui si basano su un’unica fonte, la sua biografia scritta da giacinto gimma nel 1702, che quindi si ferma a quell’anno; informandoci che il Pisani nel 1702 continuava ad eser-citare con successo la professione forense a napoli. questa biogra-fia inoltre vuole soprattutto mettere in evidenza le benemerenze del Pisani in quanto letterato e membro autorevole dell’accademia degli spensierati di rossano (71). si renderebbe perciò necessaria un’appo-sita ricerca d’archivio per risolvere la questione della possibile attri-buzione della Relatione a baldassarre Pisani.

FranCesCa de CaPrio

(67) Cfr. C. Miniero riCCio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, bo-logna 1967 (ristampa anastatica dell’edizione del 1844). su baldassarre Pisani, cfr. Lettere dal Regno ad Antonio Magliabechi, a cura di a. quondam e M. rak, napoli 1978, pp. 927 ss. (profilo biografico e 27 lettere del Pisani); l. Montella, Introduzione a b. Pisani, I sonetti, a cura di L. Montella, salerno 1999, pp. 11 ss.; g. rizzo, Ancora su una polemica tardo-secente-sca a Napoli: B. Pisani tra F. Meninni e G. Battista, in « Critica letteraria », 2002, pp. 453 ss.

(68) G. GiMMa, Elogi Accademici, cit., p. 350.(69) Cfr. M. P. donato, Accademie romane. Una storia sociale (1671-1824), napoli 2000,

pp. 67 ss.(70) Cfr. L’Arcadia del can. G. M. Crescimbeni, roma 1711, p. 373. Cfr. anche Gli Arcadi

dal 1690 al 1800. Onomasticon, a cura di M. giorgetti Vighi, roma 1977, p. 46.(71) G. GiMMa, Elogi Accademici, cit., pp. 337 ss. Per la datazione della biografia del Pi-

sani riferita nel testo, scrive gimma: « giunto a napoli alli 15 di Febbraio del presente anno 1702 […] » (p. 348). su gimma e il suo ruolo nella trasformazione dell’accademia, cfr. ora a. iurilli, Notizia biografica e Notizia bibliografica, in G. GiMMa, Idea della storia dell’Italia letterata, a cura di a. iurilli - F. tateo, bari 2011, pp. 279 ss. e pp. 287 ss.

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Finito di stampare il 15 marzo 2013