Studi Romagnoli 2014
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Archivi e Province
Com noto fin dal 1963 col Decreto del Presidente della Repubblica n 1409 del
30 settembre 1963 si stabilito che Gli organi che provvedono alla conservazione degli
archivi e dei documenti di cui alla lettera a) del primo comma dell'art. 1 sono: a) l'archivio
centrale dello Stato, con sede in Roma; b) gli archivi di Stato, con sede nei capoluoghi di
Provincia. In non pi di quaranta Comuni, nei quali esistano archivi statali rilevanti per
qualit e quantit, possono essere istituite sezioni di archivio di Stato (art. 3). Si istituisce
cos unAmministrazione articolata in un centinaio di Istituti con sede in ogni
capoluogo di provincia con identiche e parallele attribuzioni il cui compito a)
conservare: 1) gli archivi degli Stati italiani pre-unitari; 2) i documenti degli organi legislativi,
giudiziari ed amministrativi dello Stato non pi occorrenti alle necessit ordinarie del servizio;
3) tutti gli altri archivi e singoli documenti che lo Stato abbia in propriet o in deposito per
disposizione di legge o per altro titolo; b) esercitare la vigilanza: 1) sugli archivi degli enti
pubblici; 2) sugli archivi di notevole interesse storico di cui siano proprietari, possessori o
detentori, a qualsiasi titolo, i privati. L'Amministrazione degli archivi di Stato ha altres facolt
di consultare, ai fini della ricerca scientifica e dei servizi di documentazione, gli archivi e i
documenti indicati nella lettera b) del precedente comma. (art. 1).
interessante notare che le norme non sono state sostanzialmente ritoccate n,
col passaggio dellAmministrazione degli Archivi di Stato al Ministero per i Beni
Culturali e Ambientali (poi, Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, poi Ministero
dei Beni delle Attivit Culturali e del Turismo) n con la promulgazione del Codice
dei Beni Culturali e Ambientali (2004) e successive modifiche. Va da s che con
listituzione di sempre nuove province (ultima delle quali la Provincia di Fermo
istituita nel 2004 con la Legge n 147 dell11 giugno 2004) a mano si sono creati nuovi
Archivi di Stato nati per cos dire per lo pi erigendo ad Archivio di Stato
precedenti Sezioni di Archivio di Stato, di cui hanno ereditato lintero patrimonio
archivistico (e il personale): ultimo dei quali appunto lArchivio di Stato di Fermo,
nato dalla precedente Sezione di Archivio di Stato di Fermo.
Una particolarit dellordinamento Italiano che, almeno finora,
lorganizzazione periferica degli uffici statali ha seguito quella degli Enti Autonomi
Territoriali (e non viceversa come in altri Stati); cos ad ogni nuova istituzione di
Provincia stata seguita dallistituzione di nuovi uffici ed organi statali con sede nel
nuovo capoluogo di Provincia. Col tempo si , poi, giunti allistituzione di Province
bicipiti (Pesaro e Urbino, Forl-Cesena) o addirittura tricipiti (Barletta-Andria-Trani)
con conseguente ulteriore complicazione dello schema.
La Provincia di Rimini una delle otto nuove Province italiane istituite nel 1992
(insieme a Biella, Vibo Valentia, Crotone, Prato, e viene istituita con Decreto legislativo
n 252 del 6 marzo 1992, ma le prime le elezioni provinciali si sono svolte nel 1995,
portando alla presidenza della Provincia Ermanno Vichi (1995-1999) cui succede
Ferdinando Fabbri (1999-2009) e, infine, Stefano Vitali (2009-2014). Parallelamente, il
1 gennaio 1999 diviene operativa listituzione dellArchivio di Stato di Rimini che,
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semplicemente, eredita in toto il patrimonio della precedente Sezione di Archivio di
Stato di Rimini.
I 7 Comuni dellAlta Valmarecchia
Il Comune di Pennabilli, insieme ad altri sei comuni (Casteldelci, Maiolo,
Novafeltria, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello) dellAlta Valmarecchia, in
considerazione della loro particolare collocazione territoriale e dei peculiari legami storici,
economici e culturali con i comuni limitrofi della medesima provincia come recita lart. 1
della legge n 117 del 3 agosto 2009 a decorrere dal 15 agosto 2009 stata distaccato
dalla Provincia di Pesaro-Urbino e fa ora parte della Provincia di Rimini e, quindi,
della regione Emilia-Romagna, di cui il comune pi meridionale. Il distacco,
ovviamente, viene incontro a una precisa volont popolare espressa in un referendum
tenutosi il 17-18 marzo 2006, che, paradossalmente, giunge, in pratica, a ridosso di una
serie convergente di iniziative legislative che porteranno (e de facto hanno gi portato)
alla liquidazione delle Province come Enti Autonomi Territoriali ed il risultato finale
(finale per adesso) di una lunga storia pi che secolare: la storia della riaggregazione
della Valle del Marecchia alla Romagna. da rilevare, comunque, che allinizio si era
pensato di riaggregare allEmilia-Romagna a unarea ancora maggiore. Cos come da
notare che, al contrario, nel 2008 due comuni della Val Conca (che pure ha una
connotazione romagnola altrettanto forte) ovvero Mercatino Conca e Monte
Grimano Terme, seppur di strettissima misura, non hanno approvato analogo distacco
dalla Regione Marche ed aggregazione alla Regione Emilia-Romagna.
Quello dell'Alta Valmarecchia rimane, dunque, il primo caso - e finora l'unico -
di distacco e relativa aggregazione di comuni fra due regioni nella storia dell'Italia
repubblicana, in attuazione del dettato dell'art. 132 della Costituzione. La variazione
ha interessato un'area di 328 km nella quale vivevano all'epoca 18.160 abitanti. La
Regione Marche (il 13 ottobre 2009) aveva proposto ricorso alla Corte costituzionale,
ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della
Regione; nel luglio 2010 la Corte si pronunciata sul ricorso giudicandolo infondato,
e confermando cos il distacco-aggregazione dellAlta Valmarecchia.
Siccome il vento , per, decisamente cambiato e da un autonomismo e
particolarismo amministrativi tanto spinti si passati ora allesatto contrario: in nome
della revisione della spesa e dellefficienza amministrativa si fa avanti unesigenza,
soprattutto da parte degli amministratori, di semplificazione, unione e fusione dei vari
Enti Autonomi Territoriali. Dopo avere chiesto per decenni sempre nuove Province e
nuovi Comuni ora i cittadini sembra agitati da unopposta esigenza insopprimibile di
aggregazione e fusione: indicative in tal senso sono le proposte di Provincia Unica di
Romagna, Comune Unico dellAlta Valmarecchia cos come le fusioni: fallita quella
di San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone (il comune di Gatteo si era gi
precedentemente sfilato dalla proposta), attuata quella fra Torriana e Poggio Berni che
ha dato vita al nuovo Comune Poggio Torriana; proposte, infine, oltre a quella di tutti
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i Comuni del Montefeltro, quella dei quattro Comuni di Morciano di Romagna, San
Clemente, Gemmano, Montefiore Conca nel Comune di Conca nonch quella dei
Comune di Montescudo e di Montecolombo nel Comune di Montenovo. La storia
amministrativa Italiana sembra affetta profondamente da questo pendolarismo fra
tendenze estreme ed opposte. Da un punto di vista storico (e archivistico) le variazioni
pongono sempre sfide interessanti: compito dellarchivista conservare la
documentazione delle cessate amministrazioni e ricostruire le vicende che hanno
portato alla creazione e alla soppressione
La Riforma degli Uffici Giudiziari
I Decreti Legislativi n 155 e n 156 del 7 settembre 2012 (pubblicato il 12
settembre 2012) hanno imposto una profonda revisione della geografia giudiziaria del
Paese, prevedendo la soppressione di 31 sedi di Tribunale, di tutte le 220 sedi
distaccate e di 31 procure nonch di 667 Giudici di Pace. In particolare nella TABELLA
A, (Elenco degli Uffici dei Giudici di Pace soppressi) allegata allarticolo 1, comma 1 del n
156 compare la riga:
ANCONA PESARO NOVAFELTRIA
La competenza del Giudice di Pace di Novafeltria, soppresso dal Decreto n 156,
si estendeva al territorio dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Montecopiolo,
Novafeltria, Pennabilli, San Leo, SantAgata Feltria e Talamello.
Da notare che Novafeltria come Pennabilli pur facendo parte fin dal 15 agosto
2009 della Provincia di Rimini, dal punto di vista delle circoscrizioni giudiziarie faceva
ancora parte del distretto di Ancona e del Circondario di Pesaro, con un tipicamente
Italiano ingorgo istituzionale. La legge 29 marzo 2012, n. 39 metteva, tuttavia, ordine,
in questo senso, sopprimendo nel circondario del tribunale di Pesaro i comuni di
Casteldelci, Maiolo, Montecopiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria
e Talamello; inserendo, invece, nel circondario del tribunale di Rimini i comuni di
Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello;
inserendo nel circondario del tribunale di Urbino il comune di Montecopiolo e
sopprimendo nel mandamento del giudice di pace di Novafeltria il comune di
Montecopiolo inserendo, contemporaneamente nel mandamento del giudice di pace
di Macerata Feltria il comune di Montecopiolo.
Altrettanto degno di nota il caso della Sezione di Tribunale di Urbino: secondo
la sentenza della Corte Costituzionale n 237/2013, la sua soppressione stata
dichiarata incostituzionale, perch il Governo nell'adottare il decreto legislativo ha
ecceduto la delega ricevuta dal Parlamento, in quanto Urbino capoluogo, insieme a
Pesaro, della Provincia di Pesaro e Urbino. Evidentemente, allora, Cesena non
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capoluogo insieme a Forl della Provincia di Forl-Cesena, perch analoga eccezione
non stata contemplata per la Sezione di Tribunale di Cesena.
La riforma giudiziaria del 1999
Daltro canto una precedente estesa riforma degli organi giudiziari Italiani aveva
investito non solo la distribuzione geografica degli stessi, ma competenze ed
organizzazione, portando alla soppressione delle Preture nel 1999. A conclusione di
un lungo dibattito, il Decreto Legislativo n 51 del 19 febbraio 1998 ha cos istituito, a
partire dal 2 giugno 1999, il giudice unico di primo grado, sopprimendo l'ufficio di
Pretura.
La giurisdizione di primo grado - tradizionalmente divisa tra tribunale e pretore
- ora affidata anche ai Giudici di Pace, istituiti nel 1992 ed operativi dal 1995 in circa
850 sedi sparse sul territorio. Il Giudice di Pace un giudice (monocratico) onorario
non professionale (ovvero, come si suole dire, "non togato"), con un incarico a tempo
definito (quattro anni, rinnovabili per una sola volta), che ha competenza sulle cause
civili di minor valore. Il Giudice di Pace ha assunto, dunque, una buona parte delle
funzioni proprie del Pretore: non stupisce che gli archivi dei Pretori siano presto finiti
in quelli dei Giudici di Pace secondo lo schema che abbiamo pi volte incontrato. In
questo caso pi che la semplice viscosit amministrativa da considerare che le cause
non concluse dei Pretori sono state passate ai Giudici di Pace, quando e se competenti
e che, comunque, ne costituiscono i precedenti.
Il versamento del 2013
In seguito al riordinamento del 1999 e allistituzione del Giudice di Pace di
Novafeltria eredita le funzioni e gli archivi dei Pretori che in precedente per periodi
diversi avevano avuto competenza sui comuni di Casteldelci, Maiolo, Montecopiolo,
Novafeltria, Pennabilli, San Leo, SantAgata Feltria e Talamello.
In questo senso al momento della soppressione il 29 settembre 2013 il Giudice di
Pace di Novafeltria (lultimo) ha deciso di versare tutta la documentazione considerata
storica che aveva in deposito presso i propri uffici. Si tratta per lo pi di archivi di
istituzioni cessate o soppresse i cui archivi per continuit amministrativa erano stati
presi in carico dalle istituzioni successive. Si trattato di un grosso versamento per
lArchivio di Stato di Rimini di 854 buste cos ripartite:
Pretura di Novafeltria
- Cause Penali e Civili, 1861-1900, 230bb. (elenco di consistenza);
Pretura di Pennabilli
- Cause Penali e Civili, 1861-1922, 130bb. (elenco di consistenza);
Pretura di SantAgata Feltria
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- Cause Penali e Civili, 1861-1900, 225bb. (elenco di consistenza);
Pretura di San Leo
- Cause Penali e Civili, 1861-1923, 152bb. (elenco di consistenza);
- Benefici ecclesiastici, 1878-1889, 109bb. (elenco di consistenza);
Governo di Pennabilli
- Atti Civili e Criminali, 1846-1858, 8bb. (elenco di consistenza);
Balza subito agli occhi che lunico archivio che canta fuori dal coro quello del
Governo di Pennabilli. Naturalmente, chiaro che le carte del Governo di Pennabilli
sono finite in questo elenco di consistenza in virt del fatto che la Pretura di Pennabilli
ovvero lIstituzione del Regno di Italia che succede al Governo di Pennabilli ne eredita
la documentazione per via di quel fenomeno, in cui ci si imbatte tanto spesso,
normalmente noto come viscosit amministrativa per il quale la documentazione
non segue passo passo le vicende di un ufficio o di un ente, ma anche le precede o vi
succede con una certa indeterminazione temporale.
Si tratta dellunica istituzione pre-unitaria presente ed per questo che
linteresse si puntato immediatamente e linteresse si puntato immediatamente
anche perch negli Archivi di Stato di Forl e di Rimini e nella Sezione di Archivio di
Stato di Cesena presente copiosa documentazione relativa alla Legazione Apostolica
di Forl e a tutti gli archivi ad essa collegati fra cui quella dei Governi.
Mentre, per, la documentazione proveniente dalle cessate Preture non pone
particolari difficolt in quanto listituto della Pretura con lUnit di Italia
uniformemente presente sul territorio nazionale e con le stesse attribuzioni in linea
con la tendenza livellatrice del nuovo Stato unitario, il Governo di Pennabilli
apparteneva a una Legazione Apostolica (quella di Pesaro e Urbino) diversa rispetto
a quella degli altri Governi la cui documentazione stata acquisita dallArchivio di
Stato di Rimini e, ovviamente, con una storia amministrativa completamente diversa;
anche se innegabile che la riforma di Pio VII degli ordinamenti dello Stato Pontificio
mirava, appunto, a imporre ununiformit amministrativa a una realt politica caotica
e particolaristica come quella degli Stati della Chiesa (e il plurale non casuale).
Fondi di Governi Pontifici presso lArchivio di Stato di RIMINI
Governo di Rimini (1815-1860)
Non sono state conservate le carte amministrative, ma solo quelle giudiziarie, che
si riferiscono a
Atti criminali [1845-1860], 70bb.
Sentenze [1859-1860], 151regg.
Governo di Coriano (1817-1862)
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Governo di II ordine dipendente dal Governo distrettuale di Rimini. Si
conservata solo la documentazione giudiziaria distinta nelle due serie dei processi
penali e di quelli civili
Atti civili [1795-1864], 189regg.
Atti criminali [1859-1860], 151regg.
Governo di Saludecio (1815-1859)
Governo di II ordine dipendente dal Governo distrettuale di Rimini.
Cause civili [1815-1860], 177bb.
Governo di Pennabilli (1846-1859)
Governo di II ordine dipendente dal Governo distrettuale di Urbino.
Cause civili [1815-1860], 6bb.
Cause criminali [1846-1859] 6bb.
Il quadro normativo e istituzionale
I soggetti produttori
Cos come abbiamo passato in rassegna la storia amministrativa delle
amministrazioni locali coinvolte per spiegare come mai le carte di Pennabilli siano
finite presso lArchivio di Stato di Rimini dobbligo fornire indicazioni sullassetto
normativo e istituzionale del Governo di Pennabilli nellambito dellAmministrazione
Pontificia della prima met del secolo XIX. Il Governatore contrariamente a quanto
il nome potrebbe far pensare afferiva al ramo giudiziario. Era un giudice civile e
penale di primo grado. Si distingueva fra Governatori di I e di II ordine. I primi erano
a capo di un distretto ed erano, perci, detti Governatori Distrettuali.
Il motu proprio di Pio VII del 6 luglio 1816
A questo proposito il motu proprio del 6 luglio 1816 di Pio VII davvero
fondamentale, una sorta di Statuto Fondamentale dello Stato Pontificio, che riordina
e ridisegna interamente la sua struttura amministrativa con lapparenza di
ripristinarlo. Lo Stato Ecclesiastico recita il motu proprio allart. 1 ripartito in 17
delegazioni. Le Delegazioni sono ripartite in tre classi e qualora il Delegato Apostolico
sia un cardinale assumer il titolo di Legato. Le delegazioni di seconda recupera
quelle, cio, che le potenze vincitrici di Napoleone (e soprattutto lAustria) erano state
estremamente riluttanti a restituire al Pontefice, che, quindi, le aveva recuperate in
un secondo momento saranno tutte e quattro Legazioni (Bologna, Ferrara, Ravenna
e Forl). Sopravvive, per tanto, nelluso comune la denominazione le Legazioni o le
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Legazioni di Romagna per indicare questa parte del territorio dello Stato Pontificio.
Si pu dire che questa classificazione di prestigio delle Delegazioni e la conservazione
del titolo di Cardinale Legato sono un relitto amministrativo del periodo precedente,
ma ben evidente che dietro il Legato o Delegato apostolico il Legislatore intravvede
pur mitigata e travestita magari da Cardinale la figura del Prefetto quale si
configurava nellordinamento precedente e quale ritorner nello Stato Italiano. Infatti,
il Delegato o Legato eserciter sotto il potere dei superiori Dicasteri tutto ci che
conservato nelle sue rispettive attribuzioni ovvero la giurisdizione su tutti gli affari
amministrativi e di governo, eccettuati (ovviamente) gli affari ecclesiastici e gli affari
giudiziari.
In particolare il motu proprio di Pio VII ha aggregato alla Legazione di Pesaro e
Urbino l'Alta Valmarecchia, scorporandola dalla Romagna. Penna (dei Billi) sede di
un Governo di II ordine (dipendente dal Governo Distrettuale di Urbino).l
Leditto di Gregorio XVI del 5 luglio 1831
Su pressione delle potenze europee Gregorio XVI nel 1831 fu costretto a rimettere
mano allassetto amministrativo e istituzionale dello Stato Pontificio, intervenendo sui
Consigli municipali e provinciali, il sistema giudiziario e la commissione per le
Finanze. Listituzione delle Province e una certa liberalizzazione del sistema dei
consigli provinciali cercheranno di andare blandamente incontro alle esigenze dei
liberali cos come la timidissima laicizzazione dellapparato pubblico.
Penna dei Billi finisce nella Provincia di Pesaro e Urbino.
Leditto di Pio IX del 22 novembre 1850
Chiusa lesperienza della Repubblica Romana anche Pio IX intervenne
profondamente sullassetto dello Stato e per lultima volta. A meno di un decennio
dalla perdita di quasi tutto il suo territorio e soprattutto dalla perdita proprio delle
Legazioni, queste sono profondamente riformate. Il territorio dello Stato
riorganizzato sulla base di solo quattro legazioni (Romagne, Marche, Umbria e
Marittima e Campagna) e il Circondario di Roma (talvolta in precedenza indicato
come Comarca con termine amministrativo spagnolo e portoghese): tre (Romagne,
Marche e Umbria) andranno perse proprio nel 1859 in seguito ai referendum e
allannessione al neo-costituito Regno di Italia. Sar la fine di un periodo tanto
turbolento e incerto per quelle regioni.
Le Legazioni precedenti sono abbassate al rango di Delegazioni (Provinciali)
dipendenti dal Legato come ulteriori suddivisioni amministrative.
Penna dei Billi rientra nella Delegazione Provinciale di Pesaro e Urbino
allinterno della Legazione delle Marche.
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Soggetti conservatori
Chi volesse, per tanto, svolgere ricerche sugli atti giudiziari prodotti a Pennabilli
e/o nei comuni limitrofi nel corso dellet moderna si troverebbe cos di fronte alla
paradossale situazione di doversi recare in tre diverse sedi archivistiche: Rimini,
Pesaro e Urbino (di cui due legate, essendo la sede di Urbino una Sezione di Archivio
di Stato dipendente dallArchivio di Stato di Pesaro). Siamo, cio, di fronte a tre
distinti soggetti conservatori; soggetti conservatori che si sono alternati nel corso
degli anni seguendo la naturale evoluzione delle sedi di Archivio di Stato come
previsto dalla legislazione in materia. Istituito nel 1955 lArchivio di Stato di Pesaro
(allora come Sezione, Archivio di Stato dal 1963) era listituto competente per tutta
la documentazione statale prodotto nel territorio dellallora Provincia di Pesaro.
Sempre nel 1955, comunque, (come Sottosezione) era stata istituita la Sezione di
Archivio di Stato di Urbino: in fondo la Provincia di Pesaro e Urbino sempre stata
bicipite; i Della Rovere, ultimi duchi di Urbino, a cui era stata devoluta da Giulio II,
avevano fatto di Pesaro la sede centrale del ducato, costruendovi un Palazzo Ducale e
tenendovi corte, ma anche portandovi gli archivi.
Presso lArchivio di Stato di Pesaro conservato, perci, il Giudiziario di
Pennabilli cos come descritto nel Sistema Informativo degli Archivi di Stato (SIAS)
, censito pi distesamente come Cancelleria Civile e Criminale di Pennabilli nella
Guida degli Archivi di Stato Italiani. Si tratta di un fondo cospicuo di 400 volumi, ora
ricondizionati in 128 buste che copre il lungo periodo che va dal 1600 (cio, dallultimo
duca Francesco Maria II della Rovere a tutto il primo periodo di dominazione
pontificia).
La documentazione del Tribunale civile e criminale di Urbino (1817-l860),
competente anche per il territorio del Comune di Pennabilli , invece, conservata
presso la Sezione di Archivio di Stato di Urbino Larchivio comprende le carte dei
precedenti Tribunale civile di prima istanza (cui subentr il Pretore) e Tribunale criminale,
poi, unificati.
Consistenza e stato di conservazione
Il fondo del Governo di Pennabilli si presentava come una piccolo gruppo di 8
buste allinterno del fondo della Pretura di Pennabilli in condizioni poco meno che
buone. stato pertanto ricondizionato e reimbustato in 12 nuove buste. La
documentazione risulta in fascicoli (che individuano ciascuno una causa). Non
sempre quanto scritto nella fascetta che raggruppa i fascicoli corrisponde con quanto
effettivamente contenuto. Il fondo necessita anche di una rispolveratura. Alcune
buste raggruppano fino a 30-40 fascicoli a volte suddivisi in sottofascicoli per una
consistenza globale di circa 350 fascicoli. Sarebbe interessante rilevare statisticamente
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il numero delle cause (civili e criminali ovvero penali) per anno per i vari Governatori
pontifici per confrontare i diversi tassi di litigiosit della popolazione nelle varie parti
dello Stato Pontificio. Le cause civili vedono spesso lAmministrazione stessa come
parte in causa avverso singoli cittadini.
Ovviamente, data la storia archivistica e la scarsa consistenza del fondo non vi
particolare certezza che le carte conservate presso lArchivio di Rimini siano tutte
quelle prodotte dal Governo di Pennabilli. Al termine dellinventariazione bisogner
integrare in regime di inventariazione partecipata quella presente presso lArchivio
di Stato di Rimini con quella dellArchivio di Stato di Pesaro ed eventualmente con
quella di altri archivi.