Studi Romagnoli 2014

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Archivi e Province Com’è noto fin dal 1963 col Decreto del Presidente della Repubblica n° 1409 del 30 settembre 1963 si è stabilito che “Gli organi che provvedono alla conservazione degli archivi e dei documenti di cui alla lettera a) del primo comma dell'art. 1 sono: a) l'archivio centrale dello Stato, con sede in Roma; b) gli archivi di Stato, con sede nei capoluoghi di Provincia. In non più di quaranta Comuni, nei quali esistano archivi statali rilevanti per qualità e quantità, possono essere istituite sezioni di archivio di Stato (art. 3)”. Si istituisce così un’Amministrazione articolata in un centinaio di Istituti con sede in ogni capoluogo di provincia con identiche e parallele attribuzioni il cui compito è “a) conservare: 1) gli archivi degli Stati italiani pre-unitari; 2) i documenti degli organi legislativi, giudiziari ed amministrativi dello Stato non più occorrenti alle necessità ordinarie del servizio; 3) tutti gli altri archivi e singoli documenti che lo Stato abbia in proprietà o in deposito per disposizione di legge o per altro titolo; b) esercitare la vigilanza: 1) sugli archivi degli enti pubblici; 2) sugli archivi di notevole interesse storico di cui siano proprietari, possessori o detentori, a qualsiasi titolo, i privati. L'Amministrazione degli archivi di Stato ha altresì facoltà di consultare, ai fini della ricerca scientifica e dei servizi di documentazione, gli archivi e i documenti indicati nella lettera b) del precedente comma. (art. 1)”. È interessante notare che le norme non sono state sostanzialmente ritoccate né, col passaggio dell’Amministrazione degli Archivi di Stato al Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (poi, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, poi Ministero dei Beni delle Attività Culturali e del Turismo) né con la promulgazione del Codice dei Beni Culturali e Ambientali (2004) e successive modifiche. Va da sé che con l’istituzione di sempre nuove province (ultima delle quali la Provincia di Fermo istituita nel 2004 con la Legge n° 147 dell’11 giugno 2004) a mano si sono creati nuovi Archivi di Stato nati – per così dire – per lo più erigendo ad Archivio di Stato precedenti Sezioni di Archivio di Stato, di cui hanno ereditato l’intero patrimonio archivistico (e il personale): ultimo dei quali appunto l’Archivio di Stato di Fermo, nato dalla precedente Sezione di Archivio di Stato di Fermo. Una particolarità dell’ordinamento Italiano è che, almeno finora, l’organizzazione periferica degli uffici statali ha seguito quella degli Enti Autonomi Territoriali (e non viceversa come in altri Stati); così ad ogni nuova istituzione di Provincia è stata seguita dall’istituzione di nuovi uffici ed organi statali con sede nel nuovo capoluogo di Provincia. Col tempo si è, poi, giunti all’istituzione di Province bicipiti (Pesaro e Urbino, Forlì-Cesena) o addirittura tricipiti (Barletta-Andria-Trani) con conseguente ulteriore complicazione dello schema. La Provincia di Rimini è una delle otto nuove Province italiane istituite nel 1992 (insieme a Biella, Vibo Valentia, Crotone, Prato, e viene istituita con Decreto legislativo n° 252 del 6 marzo 1992, ma le prime le elezioni provinciali si sono svolte nel 1995, portando alla presidenza della Provincia Ermanno Vichi (1995-1999) cui succede Ferdinando Fabbri (1999-2009) e, infine, Stefano Vitali (2009-2014). Parallelamente, il 1 gennaio 1999 diviene operativa l’istituzione dell’Archivio di Stato di Rimini che,

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  • Archivi e Province

    Com noto fin dal 1963 col Decreto del Presidente della Repubblica n 1409 del

    30 settembre 1963 si stabilito che Gli organi che provvedono alla conservazione degli

    archivi e dei documenti di cui alla lettera a) del primo comma dell'art. 1 sono: a) l'archivio

    centrale dello Stato, con sede in Roma; b) gli archivi di Stato, con sede nei capoluoghi di

    Provincia. In non pi di quaranta Comuni, nei quali esistano archivi statali rilevanti per

    qualit e quantit, possono essere istituite sezioni di archivio di Stato (art. 3). Si istituisce

    cos unAmministrazione articolata in un centinaio di Istituti con sede in ogni

    capoluogo di provincia con identiche e parallele attribuzioni il cui compito a)

    conservare: 1) gli archivi degli Stati italiani pre-unitari; 2) i documenti degli organi legislativi,

    giudiziari ed amministrativi dello Stato non pi occorrenti alle necessit ordinarie del servizio;

    3) tutti gli altri archivi e singoli documenti che lo Stato abbia in propriet o in deposito per

    disposizione di legge o per altro titolo; b) esercitare la vigilanza: 1) sugli archivi degli enti

    pubblici; 2) sugli archivi di notevole interesse storico di cui siano proprietari, possessori o

    detentori, a qualsiasi titolo, i privati. L'Amministrazione degli archivi di Stato ha altres facolt

    di consultare, ai fini della ricerca scientifica e dei servizi di documentazione, gli archivi e i

    documenti indicati nella lettera b) del precedente comma. (art. 1).

    interessante notare che le norme non sono state sostanzialmente ritoccate n,

    col passaggio dellAmministrazione degli Archivi di Stato al Ministero per i Beni

    Culturali e Ambientali (poi, Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, poi Ministero

    dei Beni delle Attivit Culturali e del Turismo) n con la promulgazione del Codice

    dei Beni Culturali e Ambientali (2004) e successive modifiche. Va da s che con

    listituzione di sempre nuove province (ultima delle quali la Provincia di Fermo

    istituita nel 2004 con la Legge n 147 dell11 giugno 2004) a mano si sono creati nuovi

    Archivi di Stato nati per cos dire per lo pi erigendo ad Archivio di Stato

    precedenti Sezioni di Archivio di Stato, di cui hanno ereditato lintero patrimonio

    archivistico (e il personale): ultimo dei quali appunto lArchivio di Stato di Fermo,

    nato dalla precedente Sezione di Archivio di Stato di Fermo.

    Una particolarit dellordinamento Italiano che, almeno finora,

    lorganizzazione periferica degli uffici statali ha seguito quella degli Enti Autonomi

    Territoriali (e non viceversa come in altri Stati); cos ad ogni nuova istituzione di

    Provincia stata seguita dallistituzione di nuovi uffici ed organi statali con sede nel

    nuovo capoluogo di Provincia. Col tempo si , poi, giunti allistituzione di Province

    bicipiti (Pesaro e Urbino, Forl-Cesena) o addirittura tricipiti (Barletta-Andria-Trani)

    con conseguente ulteriore complicazione dello schema.

    La Provincia di Rimini una delle otto nuove Province italiane istituite nel 1992

    (insieme a Biella, Vibo Valentia, Crotone, Prato, e viene istituita con Decreto legislativo

    n 252 del 6 marzo 1992, ma le prime le elezioni provinciali si sono svolte nel 1995,

    portando alla presidenza della Provincia Ermanno Vichi (1995-1999) cui succede

    Ferdinando Fabbri (1999-2009) e, infine, Stefano Vitali (2009-2014). Parallelamente, il

    1 gennaio 1999 diviene operativa listituzione dellArchivio di Stato di Rimini che,

  • semplicemente, eredita in toto il patrimonio della precedente Sezione di Archivio di

    Stato di Rimini.

    I 7 Comuni dellAlta Valmarecchia

    Il Comune di Pennabilli, insieme ad altri sei comuni (Casteldelci, Maiolo,

    Novafeltria, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello) dellAlta Valmarecchia, in

    considerazione della loro particolare collocazione territoriale e dei peculiari legami storici,

    economici e culturali con i comuni limitrofi della medesima provincia come recita lart. 1

    della legge n 117 del 3 agosto 2009 a decorrere dal 15 agosto 2009 stata distaccato

    dalla Provincia di Pesaro-Urbino e fa ora parte della Provincia di Rimini e, quindi,

    della regione Emilia-Romagna, di cui il comune pi meridionale. Il distacco,

    ovviamente, viene incontro a una precisa volont popolare espressa in un referendum

    tenutosi il 17-18 marzo 2006, che, paradossalmente, giunge, in pratica, a ridosso di una

    serie convergente di iniziative legislative che porteranno (e de facto hanno gi portato)

    alla liquidazione delle Province come Enti Autonomi Territoriali ed il risultato finale

    (finale per adesso) di una lunga storia pi che secolare: la storia della riaggregazione

    della Valle del Marecchia alla Romagna. da rilevare, comunque, che allinizio si era

    pensato di riaggregare allEmilia-Romagna a unarea ancora maggiore. Cos come da

    notare che, al contrario, nel 2008 due comuni della Val Conca (che pure ha una

    connotazione romagnola altrettanto forte) ovvero Mercatino Conca e Monte

    Grimano Terme, seppur di strettissima misura, non hanno approvato analogo distacco

    dalla Regione Marche ed aggregazione alla Regione Emilia-Romagna.

    Quello dell'Alta Valmarecchia rimane, dunque, il primo caso - e finora l'unico -

    di distacco e relativa aggregazione di comuni fra due regioni nella storia dell'Italia

    repubblicana, in attuazione del dettato dell'art. 132 della Costituzione. La variazione

    ha interessato un'area di 328 km nella quale vivevano all'epoca 18.160 abitanti. La

    Regione Marche (il 13 ottobre 2009) aveva proposto ricorso alla Corte costituzionale,

    ritenendo che il parlamento avesse indebitamente ignorato il parere negativo della

    Regione; nel luglio 2010 la Corte si pronunciata sul ricorso giudicandolo infondato,

    e confermando cos il distacco-aggregazione dellAlta Valmarecchia.

    Siccome il vento , per, decisamente cambiato e da un autonomismo e

    particolarismo amministrativi tanto spinti si passati ora allesatto contrario: in nome

    della revisione della spesa e dellefficienza amministrativa si fa avanti unesigenza,

    soprattutto da parte degli amministratori, di semplificazione, unione e fusione dei vari

    Enti Autonomi Territoriali. Dopo avere chiesto per decenni sempre nuove Province e

    nuovi Comuni ora i cittadini sembra agitati da unopposta esigenza insopprimibile di

    aggregazione e fusione: indicative in tal senso sono le proposte di Provincia Unica di

    Romagna, Comune Unico dellAlta Valmarecchia cos come le fusioni: fallita quella

    di San Mauro Pascoli e Savignano sul Rubicone (il comune di Gatteo si era gi

    precedentemente sfilato dalla proposta), attuata quella fra Torriana e Poggio Berni che

    ha dato vita al nuovo Comune Poggio Torriana; proposte, infine, oltre a quella di tutti

  • i Comuni del Montefeltro, quella dei quattro Comuni di Morciano di Romagna, San

    Clemente, Gemmano, Montefiore Conca nel Comune di Conca nonch quella dei

    Comune di Montescudo e di Montecolombo nel Comune di Montenovo. La storia

    amministrativa Italiana sembra affetta profondamente da questo pendolarismo fra

    tendenze estreme ed opposte. Da un punto di vista storico (e archivistico) le variazioni

    pongono sempre sfide interessanti: compito dellarchivista conservare la

    documentazione delle cessate amministrazioni e ricostruire le vicende che hanno

    portato alla creazione e alla soppressione

    La Riforma degli Uffici Giudiziari

    I Decreti Legislativi n 155 e n 156 del 7 settembre 2012 (pubblicato il 12

    settembre 2012) hanno imposto una profonda revisione della geografia giudiziaria del

    Paese, prevedendo la soppressione di 31 sedi di Tribunale, di tutte le 220 sedi

    distaccate e di 31 procure nonch di 667 Giudici di Pace. In particolare nella TABELLA

    A, (Elenco degli Uffici dei Giudici di Pace soppressi) allegata allarticolo 1, comma 1 del n

    156 compare la riga:

    ANCONA PESARO NOVAFELTRIA

    La competenza del Giudice di Pace di Novafeltria, soppresso dal Decreto n 156,

    si estendeva al territorio dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Montecopiolo,

    Novafeltria, Pennabilli, San Leo, SantAgata Feltria e Talamello.

    Da notare che Novafeltria come Pennabilli pur facendo parte fin dal 15 agosto

    2009 della Provincia di Rimini, dal punto di vista delle circoscrizioni giudiziarie faceva

    ancora parte del distretto di Ancona e del Circondario di Pesaro, con un tipicamente

    Italiano ingorgo istituzionale. La legge 29 marzo 2012, n. 39 metteva, tuttavia, ordine,

    in questo senso, sopprimendo nel circondario del tribunale di Pesaro i comuni di

    Casteldelci, Maiolo, Montecopiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria

    e Talamello; inserendo, invece, nel circondario del tribunale di Rimini i comuni di

    Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello;

    inserendo nel circondario del tribunale di Urbino il comune di Montecopiolo e

    sopprimendo nel mandamento del giudice di pace di Novafeltria il comune di

    Montecopiolo inserendo, contemporaneamente nel mandamento del giudice di pace

    di Macerata Feltria il comune di Montecopiolo.

    Altrettanto degno di nota il caso della Sezione di Tribunale di Urbino: secondo

    la sentenza della Corte Costituzionale n 237/2013, la sua soppressione stata

    dichiarata incostituzionale, perch il Governo nell'adottare il decreto legislativo ha

    ecceduto la delega ricevuta dal Parlamento, in quanto Urbino capoluogo, insieme a

    Pesaro, della Provincia di Pesaro e Urbino. Evidentemente, allora, Cesena non

  • capoluogo insieme a Forl della Provincia di Forl-Cesena, perch analoga eccezione

    non stata contemplata per la Sezione di Tribunale di Cesena.

    La riforma giudiziaria del 1999

    Daltro canto una precedente estesa riforma degli organi giudiziari Italiani aveva

    investito non solo la distribuzione geografica degli stessi, ma competenze ed

    organizzazione, portando alla soppressione delle Preture nel 1999. A conclusione di

    un lungo dibattito, il Decreto Legislativo n 51 del 19 febbraio 1998 ha cos istituito, a

    partire dal 2 giugno 1999, il giudice unico di primo grado, sopprimendo l'ufficio di

    Pretura.

    La giurisdizione di primo grado - tradizionalmente divisa tra tribunale e pretore

    - ora affidata anche ai Giudici di Pace, istituiti nel 1992 ed operativi dal 1995 in circa

    850 sedi sparse sul territorio. Il Giudice di Pace un giudice (monocratico) onorario

    non professionale (ovvero, come si suole dire, "non togato"), con un incarico a tempo

    definito (quattro anni, rinnovabili per una sola volta), che ha competenza sulle cause

    civili di minor valore. Il Giudice di Pace ha assunto, dunque, una buona parte delle

    funzioni proprie del Pretore: non stupisce che gli archivi dei Pretori siano presto finiti

    in quelli dei Giudici di Pace secondo lo schema che abbiamo pi volte incontrato. In

    questo caso pi che la semplice viscosit amministrativa da considerare che le cause

    non concluse dei Pretori sono state passate ai Giudici di Pace, quando e se competenti

    e che, comunque, ne costituiscono i precedenti.

    Il versamento del 2013

    In seguito al riordinamento del 1999 e allistituzione del Giudice di Pace di

    Novafeltria eredita le funzioni e gli archivi dei Pretori che in precedente per periodi

    diversi avevano avuto competenza sui comuni di Casteldelci, Maiolo, Montecopiolo,

    Novafeltria, Pennabilli, San Leo, SantAgata Feltria e Talamello.

    In questo senso al momento della soppressione il 29 settembre 2013 il Giudice di

    Pace di Novafeltria (lultimo) ha deciso di versare tutta la documentazione considerata

    storica che aveva in deposito presso i propri uffici. Si tratta per lo pi di archivi di

    istituzioni cessate o soppresse i cui archivi per continuit amministrativa erano stati

    presi in carico dalle istituzioni successive. Si trattato di un grosso versamento per

    lArchivio di Stato di Rimini di 854 buste cos ripartite:

    Pretura di Novafeltria

    - Cause Penali e Civili, 1861-1900, 230bb. (elenco di consistenza);

    Pretura di Pennabilli

    - Cause Penali e Civili, 1861-1922, 130bb. (elenco di consistenza);

    Pretura di SantAgata Feltria

  • - Cause Penali e Civili, 1861-1900, 225bb. (elenco di consistenza);

    Pretura di San Leo

    - Cause Penali e Civili, 1861-1923, 152bb. (elenco di consistenza);

    - Benefici ecclesiastici, 1878-1889, 109bb. (elenco di consistenza);

    Governo di Pennabilli

    - Atti Civili e Criminali, 1846-1858, 8bb. (elenco di consistenza);

    Balza subito agli occhi che lunico archivio che canta fuori dal coro quello del

    Governo di Pennabilli. Naturalmente, chiaro che le carte del Governo di Pennabilli

    sono finite in questo elenco di consistenza in virt del fatto che la Pretura di Pennabilli

    ovvero lIstituzione del Regno di Italia che succede al Governo di Pennabilli ne eredita

    la documentazione per via di quel fenomeno, in cui ci si imbatte tanto spesso,

    normalmente noto come viscosit amministrativa per il quale la documentazione

    non segue passo passo le vicende di un ufficio o di un ente, ma anche le precede o vi

    succede con una certa indeterminazione temporale.

    Si tratta dellunica istituzione pre-unitaria presente ed per questo che

    linteresse si puntato immediatamente e linteresse si puntato immediatamente

    anche perch negli Archivi di Stato di Forl e di Rimini e nella Sezione di Archivio di

    Stato di Cesena presente copiosa documentazione relativa alla Legazione Apostolica

    di Forl e a tutti gli archivi ad essa collegati fra cui quella dei Governi.

    Mentre, per, la documentazione proveniente dalle cessate Preture non pone

    particolari difficolt in quanto listituto della Pretura con lUnit di Italia

    uniformemente presente sul territorio nazionale e con le stesse attribuzioni in linea

    con la tendenza livellatrice del nuovo Stato unitario, il Governo di Pennabilli

    apparteneva a una Legazione Apostolica (quella di Pesaro e Urbino) diversa rispetto

    a quella degli altri Governi la cui documentazione stata acquisita dallArchivio di

    Stato di Rimini e, ovviamente, con una storia amministrativa completamente diversa;

    anche se innegabile che la riforma di Pio VII degli ordinamenti dello Stato Pontificio

    mirava, appunto, a imporre ununiformit amministrativa a una realt politica caotica

    e particolaristica come quella degli Stati della Chiesa (e il plurale non casuale).

    Fondi di Governi Pontifici presso lArchivio di Stato di RIMINI

    Governo di Rimini (1815-1860)

    Non sono state conservate le carte amministrative, ma solo quelle giudiziarie, che

    si riferiscono a

    Atti criminali [1845-1860], 70bb.

    Sentenze [1859-1860], 151regg.

    Governo di Coriano (1817-1862)

  • Governo di II ordine dipendente dal Governo distrettuale di Rimini. Si

    conservata solo la documentazione giudiziaria distinta nelle due serie dei processi

    penali e di quelli civili

    Atti civili [1795-1864], 189regg.

    Atti criminali [1859-1860], 151regg.

    Governo di Saludecio (1815-1859)

    Governo di II ordine dipendente dal Governo distrettuale di Rimini.

    Cause civili [1815-1860], 177bb.

    Governo di Pennabilli (1846-1859)

    Governo di II ordine dipendente dal Governo distrettuale di Urbino.

    Cause civili [1815-1860], 6bb.

    Cause criminali [1846-1859] 6bb.

    Il quadro normativo e istituzionale

    I soggetti produttori

    Cos come abbiamo passato in rassegna la storia amministrativa delle

    amministrazioni locali coinvolte per spiegare come mai le carte di Pennabilli siano

    finite presso lArchivio di Stato di Rimini dobbligo fornire indicazioni sullassetto

    normativo e istituzionale del Governo di Pennabilli nellambito dellAmministrazione

    Pontificia della prima met del secolo XIX. Il Governatore contrariamente a quanto

    il nome potrebbe far pensare afferiva al ramo giudiziario. Era un giudice civile e

    penale di primo grado. Si distingueva fra Governatori di I e di II ordine. I primi erano

    a capo di un distretto ed erano, perci, detti Governatori Distrettuali.

    Il motu proprio di Pio VII del 6 luglio 1816

    A questo proposito il motu proprio del 6 luglio 1816 di Pio VII davvero

    fondamentale, una sorta di Statuto Fondamentale dello Stato Pontificio, che riordina

    e ridisegna interamente la sua struttura amministrativa con lapparenza di

    ripristinarlo. Lo Stato Ecclesiastico recita il motu proprio allart. 1 ripartito in 17

    delegazioni. Le Delegazioni sono ripartite in tre classi e qualora il Delegato Apostolico

    sia un cardinale assumer il titolo di Legato. Le delegazioni di seconda recupera

    quelle, cio, che le potenze vincitrici di Napoleone (e soprattutto lAustria) erano state

    estremamente riluttanti a restituire al Pontefice, che, quindi, le aveva recuperate in

    un secondo momento saranno tutte e quattro Legazioni (Bologna, Ferrara, Ravenna

    e Forl). Sopravvive, per tanto, nelluso comune la denominazione le Legazioni o le

  • Legazioni di Romagna per indicare questa parte del territorio dello Stato Pontificio.

    Si pu dire che questa classificazione di prestigio delle Delegazioni e la conservazione

    del titolo di Cardinale Legato sono un relitto amministrativo del periodo precedente,

    ma ben evidente che dietro il Legato o Delegato apostolico il Legislatore intravvede

    pur mitigata e travestita magari da Cardinale la figura del Prefetto quale si

    configurava nellordinamento precedente e quale ritorner nello Stato Italiano. Infatti,

    il Delegato o Legato eserciter sotto il potere dei superiori Dicasteri tutto ci che

    conservato nelle sue rispettive attribuzioni ovvero la giurisdizione su tutti gli affari

    amministrativi e di governo, eccettuati (ovviamente) gli affari ecclesiastici e gli affari

    giudiziari.

    In particolare il motu proprio di Pio VII ha aggregato alla Legazione di Pesaro e

    Urbino l'Alta Valmarecchia, scorporandola dalla Romagna. Penna (dei Billi) sede di

    un Governo di II ordine (dipendente dal Governo Distrettuale di Urbino).l

    Leditto di Gregorio XVI del 5 luglio 1831

    Su pressione delle potenze europee Gregorio XVI nel 1831 fu costretto a rimettere

    mano allassetto amministrativo e istituzionale dello Stato Pontificio, intervenendo sui

    Consigli municipali e provinciali, il sistema giudiziario e la commissione per le

    Finanze. Listituzione delle Province e una certa liberalizzazione del sistema dei

    consigli provinciali cercheranno di andare blandamente incontro alle esigenze dei

    liberali cos come la timidissima laicizzazione dellapparato pubblico.

    Penna dei Billi finisce nella Provincia di Pesaro e Urbino.

    Leditto di Pio IX del 22 novembre 1850

    Chiusa lesperienza della Repubblica Romana anche Pio IX intervenne

    profondamente sullassetto dello Stato e per lultima volta. A meno di un decennio

    dalla perdita di quasi tutto il suo territorio e soprattutto dalla perdita proprio delle

    Legazioni, queste sono profondamente riformate. Il territorio dello Stato

    riorganizzato sulla base di solo quattro legazioni (Romagne, Marche, Umbria e

    Marittima e Campagna) e il Circondario di Roma (talvolta in precedenza indicato

    come Comarca con termine amministrativo spagnolo e portoghese): tre (Romagne,

    Marche e Umbria) andranno perse proprio nel 1859 in seguito ai referendum e

    allannessione al neo-costituito Regno di Italia. Sar la fine di un periodo tanto

    turbolento e incerto per quelle regioni.

    Le Legazioni precedenti sono abbassate al rango di Delegazioni (Provinciali)

    dipendenti dal Legato come ulteriori suddivisioni amministrative.

    Penna dei Billi rientra nella Delegazione Provinciale di Pesaro e Urbino

    allinterno della Legazione delle Marche.

  • Soggetti conservatori

    Chi volesse, per tanto, svolgere ricerche sugli atti giudiziari prodotti a Pennabilli

    e/o nei comuni limitrofi nel corso dellet moderna si troverebbe cos di fronte alla

    paradossale situazione di doversi recare in tre diverse sedi archivistiche: Rimini,

    Pesaro e Urbino (di cui due legate, essendo la sede di Urbino una Sezione di Archivio

    di Stato dipendente dallArchivio di Stato di Pesaro). Siamo, cio, di fronte a tre

    distinti soggetti conservatori; soggetti conservatori che si sono alternati nel corso

    degli anni seguendo la naturale evoluzione delle sedi di Archivio di Stato come

    previsto dalla legislazione in materia. Istituito nel 1955 lArchivio di Stato di Pesaro

    (allora come Sezione, Archivio di Stato dal 1963) era listituto competente per tutta

    la documentazione statale prodotto nel territorio dellallora Provincia di Pesaro.

    Sempre nel 1955, comunque, (come Sottosezione) era stata istituita la Sezione di

    Archivio di Stato di Urbino: in fondo la Provincia di Pesaro e Urbino sempre stata

    bicipite; i Della Rovere, ultimi duchi di Urbino, a cui era stata devoluta da Giulio II,

    avevano fatto di Pesaro la sede centrale del ducato, costruendovi un Palazzo Ducale e

    tenendovi corte, ma anche portandovi gli archivi.

    Presso lArchivio di Stato di Pesaro conservato, perci, il Giudiziario di

    Pennabilli cos come descritto nel Sistema Informativo degli Archivi di Stato (SIAS)

    , censito pi distesamente come Cancelleria Civile e Criminale di Pennabilli nella

    Guida degli Archivi di Stato Italiani. Si tratta di un fondo cospicuo di 400 volumi, ora

    ricondizionati in 128 buste che copre il lungo periodo che va dal 1600 (cio, dallultimo

    duca Francesco Maria II della Rovere a tutto il primo periodo di dominazione

    pontificia).

    La documentazione del Tribunale civile e criminale di Urbino (1817-l860),

    competente anche per il territorio del Comune di Pennabilli , invece, conservata

    presso la Sezione di Archivio di Stato di Urbino Larchivio comprende le carte dei

    precedenti Tribunale civile di prima istanza (cui subentr il Pretore) e Tribunale criminale,

    poi, unificati.

    Consistenza e stato di conservazione

    Il fondo del Governo di Pennabilli si presentava come una piccolo gruppo di 8

    buste allinterno del fondo della Pretura di Pennabilli in condizioni poco meno che

    buone. stato pertanto ricondizionato e reimbustato in 12 nuove buste. La

    documentazione risulta in fascicoli (che individuano ciascuno una causa). Non

    sempre quanto scritto nella fascetta che raggruppa i fascicoli corrisponde con quanto

    effettivamente contenuto. Il fondo necessita anche di una rispolveratura. Alcune

    buste raggruppano fino a 30-40 fascicoli a volte suddivisi in sottofascicoli per una

    consistenza globale di circa 350 fascicoli. Sarebbe interessante rilevare statisticamente

  • il numero delle cause (civili e criminali ovvero penali) per anno per i vari Governatori

    pontifici per confrontare i diversi tassi di litigiosit della popolazione nelle varie parti

    dello Stato Pontificio. Le cause civili vedono spesso lAmministrazione stessa come

    parte in causa avverso singoli cittadini.

    Ovviamente, data la storia archivistica e la scarsa consistenza del fondo non vi

    particolare certezza che le carte conservate presso lArchivio di Rimini siano tutte

    quelle prodotte dal Governo di Pennabilli. Al termine dellinventariazione bisogner

    integrare in regime di inventariazione partecipata quella presente presso lArchivio

    di Stato di Rimini con quella dellArchivio di Stato di Pesaro ed eventualmente con

    quella di altri archivi.