Le Balaustre in Vetro CNR e UNI Romagnoli

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LE BALAUSTRE IN VETRO CNR DT 210/2013: “Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione ed il controllo di costruzioni con elementi strutturali di vetro” e UNI 7697:2014: “Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie” 1 Ing. Gabriele Romagnoli – Ufficio Tecnico Faraone 10/03/2015

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dispensa sul vetro

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  • LE BALAUSTRE IN VETRO

    CNR DT 210/2013: Istruzioni per la progettazione, lesecuzione ed il controllo di costruzioni con

    elementi strutturali di vetroe

    UNI 7697:2014: Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie

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    Ing. Gabriele Romagnoli Ufficio Tecnico Faraone

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    INTRODUZIONEIL VETRO

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    Il vetro un materiale intrinsecamente fragile, pertanto nonda segnali della sua imminente rottura.

    Il suo comportamento sotto carico elastico lineare fino arottura improvvisa.Non presenta fase plastica tipica dei materiali duttili comelalluminio.

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    Possibili cause di rottura del vetro:

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    Gli spessori standard di produzione del vetro float sono 2, 3, 4, 5, 6, 8, 10, 12, 15, 19, 22 e 25mm.I vetri per edilizia possono distinguersi a seconda delle lavorazioni che possono modificare lepropriet meccaniche e di rottura del vetro.Le principali tipologie di vetro si distinguono in:

    Il processo di tempra viene realizzato sulle lastre di vetro ricotto tagliate e lavorate (presenza dieventuali fori e particolari finiture dei bordi).La lastra viene riscaldata fino a circa 650 e poi raffreddata rapidamente mediante soffiaggio diaria. Questo processo avviene solitamente in orizzontale, con la lastra che scorre sui rulli delforno.

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    Il processo di tempra comporta:

    Compressioni sulla superficie del vetro che risultano benefiche in quanto provocano lachiusura delle microcricche da cui propagano le fratture; Aumento della resistenza meccanica a flessione e trazione e migliore comportamento neiconfronti degli sbalzi termici.

    Questo stato tensionale genera un accumulo di energia elastica che viene rilasciataimprovvisamente quando il vetro viene rotto. Per questo, in caso di rottura, si formano unamoltitudine di piccoli frammenti non taglienti.

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    La stratifica permette di unire tra loro due o pi lastre di vetro mediantedei fogli di intercalare, in genere polimerico.

    Stratificare due o pi vetri un modo intelligente per conferire duttilitad un materiale per sua natura fragile (lo stesso principio vale per illegno lamellare).

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    Differenza nel comportamento meccanico delle lastre in vetro:

    SFOR

    ZO

    DEFORMAZIONE

    VETROSTRATIFICATO

    SFO

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    DEFORMAZIONE

    VETROMONOLITICO

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    Rispetto ad un vetro monolitico di pari spessore, uno stratificato ha i seguenti vantaggi:

    La presenza di difetti (cricche, inclusioni di NiS,etc..) meno probabile in spessori ridotti (leggestatistica di Weibull);

    La rottura di uno o tutti i vetri non pregiudica laresistenza e stabilit dellintera struttura (post-rottura);

    A seguito della rottura i frammenti di vetro,potenzialmente pericolosi per persone e cose,vengono trattenuti dallintercalare.

    Fornisce duttilit e ridondanza alla sezione.

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    Gli intercalari per la stratifica si distinguono sostanzialmente in duemacro-categorie:

    Elastici (PVB, EVA)

    Rigidi (SentryGlas, Saflex DG41, X-Lab)

    La principale peculiarit dellintercalare quella di trasferire gli sforzi ditaglio tra le lastre inflesse.

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    Maggiore rigidezza dellintercalare polimerico significa maggioresolidarizzazione delle lastre.

    Il coefficiente di trasferimento del taglio rappresenta la capacitdellintercalare di solidarizzare le lastre.ll coefficiente utilizzato per il calcolo dello spessore equivalente delvetro stratificato ed definito dalla formula seguente:

    Questo coefficiente assume valori compresi

    tra 0 e 1Modulo di taglio dellintercalare [MPa]

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    Il modulo di trasferimento del taglio G rappresenta la principalecaratteristica di resistenza di un intercalare per stratifica.I suoi valori di resistenza decrescono sensibilmente allaumentare dellatemperatura e del tempo di applicazione del carico:

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    30C 60C 10 giorni

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    I casi limite sono rappresentati nelle figure seguenti:

    =0 Coefficiente di trasferimento del

    taglio uguale a zero.

    =1 Coefficiente di trasferimento

    del taglio uguale a uno.

    E il caso di un PVB(Gint=0,05 MPa)

    sottoposto ad alte temperature (>30C)

    E il caso di un SG(Gint=250 MPa)

    sottoposto a basse temperature (

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    vetro LE BALAUSTRE IN VETRO

    GENERALITA

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    Si definisce balaustra (o parapetto) il sistema di protezioneper evitare la caduta, costituito dallassemblaggio di diversielementi (passamano, colonna o pannelli , piantoni) realizzaticon materiali diversi, formanti una barriera ad andamentoorizzontale.

    Definizione (da UNI 10809:1999):

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    Le tipologie strutturali di parapetti vetrati sono sostanzialmente 3:

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    La normativa:Attualmente in Italia stiamo assistendo ad una sorta di rivoluzione per quantoriguarda il panorama normativo sulle balaustre in vetro. Elencandole in ordinecronologico, si possono definire le seguenti normative:

    Definisce le modalit di prova di spinta staticasu balaustre di qualsiasi tipo e materiale

    Definisce le modalit di prova del pendolo su balaustre di qualsiasi tipo e materiale

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    Definisce i requisiti geometrico-prestazionali delle balaustre.Tra i requisiti pi significativi si possono elencare i seguenti:

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    requisiti geometrico-prestazionali delle balaustre

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    Definisce la modalit di prova e le caratteristiche geometrico fisiche del pendolo rigido.

    Definisce la classe di prestazione dei vetri mediante numeri e lettere.Ad esempio, affinch un vetro stratificato appartenga alla classe di prestazione minima 1(B)1 vuol dire:

    Tipologia di vetro

    Classe nella quale il campione si ritiene sicuro (non pericoloso)

    Classe nella quale il campione si ritiene sicuro e capace di

    contenere la caduta nel vuoto

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    Definisce le modalit di progettazione, i carichi da applicare e le verifiche su tutte le strutture in Italia.

    Definisce le modalit di progettazione e le verifiche per gli elementi in vetro strutturale.

    Definisce le classi di prestazione minime per gli elementi in vetro in accordo alla UNI EN 12600:2004

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    08 DM 14/01/2008NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI

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    Il DM 14/01/2008 o norme tecniche per le costruzioni la legge che definisce i carichie le verifiche sulle strutture in Italia.Daltra parte tale norma non contempla, in modo particolare, strutture in vetro ealluminio, rimandando ad altri documenti di comprovata validit tra cui norme UNI eistruzioni CNR (cap.12).La norma prescrive di progettare e verificare le strutture in accordo agli stati limite:

    SLU (Stato Limite Ultimo) Condizione superata la quale avvieneil collasso e la perdita di equilibrio diuna struttura.

    SLE (Stato Limite di Esercizio) -Condizione superata la qualeavvengono spostamenti e deformazionieccessive che possano limitare lusodella costruzione.

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    AZIONI SULLE COSTRUZIONILe azioni vengono classificate dal DM 14/01/2008 secondo la variazione della lorointensit nel tempo:

    AZIONI PERMANENTI (G): Agiscono durante tutta la vita nominale della

    costruzione.PESI PROPRI

    AZIONI VARIABILI (Q): Agiscono con valori estremamente variabili nel

    tempo

    VENTONEVE

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    CARICHI ANTROPICI SULLE STRUTTURECarichi orizzontali lineari

    da applicare su corrimano oppure a pareti a quota

    1,2 mN.B. Sono verifiche locali

    Non essendoci una categoria specifica per i parapetti, il Consiglio Superiore dei LavoriPubblici ha interpretato le spinte sulle balaustre come quelle relative alle sole categorie C2(balconi, ballatoi e scale) e C3 (ambienti privi di ostacoli per il libero movimento delle persone).

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    Pertanto i carichi da applicare sulle balaustre sono, a seconda della destinazione duso:

    Categoria C2 - 2 kN/m;Categoria C3 - 3 kN/m.

    La scelta del profilo adatto, del sistema di fissaggio e del relativo vetro risultadeterminante per garantire le prestazioni di resistenza alla spinta di unabalaustra!

    Si ricorda inoltre che il DM 14/01/2008 prevede che la verifica sui parapetti possaessere soddisfatta anche per via sperimentale, evitando pertanto il calcolo analitico(paragrafo 3.1.4.1 del DM):

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    Per confermare e garantire la funzionalit dellintero sistema profilo+vetro+fissaggio, laFaraone molto soddisfatta quando vengono richieste prove di collaudo in cantiere,soprattutto per lavori di una certa importanza

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    13 CNR-DT 210/2013 ISTRUZIONI PER LA PROGETTAZIONE, LESECUZIONE

    ED IL CONTROLLO DI ELEMENTI STRUTTURALI IN VETRO

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    DT 210/2013:E un documento, emanato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed approvatodefinitivamente il 5/12/2013. Per adesso lunico riferimento in Italia per quanto riguarda laprogettazione degli elementi strutturali in vetro, rappresentando un notevole aiuto ai tecnici delsettore.Il DT , per sua natura, un documento non cogente (non una legge ma istruzioni); tuttavia,essendo chiamato in causa nel cap.12 del DM14/01/2008, costituisce un riferimento dicomprovata validit:

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    Il DT 210/2013 un documento corposo (conta oltre 350 pagine) e complesso,sicuramente di non facile lettura data la specificit degli argomenti trattati.

    In estrema sintesi, il DT210/2013 introduce e approfondisce i seguenti concetti:

    1 - GERARCHIA DELLE STRUTTURE IN VETRO

    2 - ROBUSTEZZA E RIDONDANZA STRUTTURALE

    3 - STATO LIMITE DI COLLASSO (POST ROTTURA)

    4 - RESISTENZA DELLE STRUTTURE IN VETRO

    5 - DEFORMABILITA LIMITE DELLE STRUTTURE IN VETRO

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    1 GERARCHIA STRUTTURALEIl DT210 considera delle classi di conseguenza a seguito del collasso di un elemento strutturalein vetro in termini economici, sociali, ambientali e perdita di vite umane; a secondadellimportanza dellelemento stesso.Le classi di conseguenza sono 4, in ordine crescente di intensit:

    CLASSE DICONSEGUENZA

    RISCHIOCONNESSO AL

    COLLASSO

    DESTINAZIONEDUSO COMUNE TIPOLOGIA STRUTTURALE

    CC0 Molto limitato Elementi non strutturali N.D.

    CC1 Limitato Presenza occasionale di persone Facciate verticali continue e puntuali

    CC2 Medio Edifici residenziali e ufficiCoperture, pinne, solai, travi portanti,

    parapetti con pericolo di caduta

    CC3 Alto Edifici pubblici, palchi,tribune Pilastri in vetro

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    Per le applicazioni pi comuni, il DT210 riporta una tabella con la classificazione degli elementistrutturali in vetro, in base alle conseguenze:

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    La classificazione di un elemento strutturale influisce principalmente sullaassegnazione della resistenza del vetro.

    Come si evince dalla tabella, i parapetti con pericolo di caduta nel vuoto appartengonoalla classe 2 nella verifica pre-rottura ed alla classe 1 nella verifica post-rottura.

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    2 ROBUSTEZZA E RIDONDANZA STRUTTURALESecondo il DT210, la robustezza strutturale la capacit di un elemento, o di una partestrutturale, di evitare danni sproporzionati come conseguenza di una causa che abbia provocatoun danno limitato.La robustezza pu essere ottenuta:

    - Evitando o riducendo i rischi ai qualila struttura pu essere soggetta;

    - Progettando un sistema che possasopportare in sicurezza la rotturaaccidentale di un elemento strutturaleo il verificarsi di un danno localizzato.

    Per progettare strutture in vetro robuste siapplicano i principi della ridondanza, cherappresenta un requisito fondamentale,data la natura fragile del materiale vetro.

    Strutture pi robuste:

    Strutture meno robuste:

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    Secondo il DT210, la ridondanza strutturale la capacit della struttura di ridistribuire al suointerno lo stato di sforzo, in modo tale che il collasso di una sua parte non provochi il collassodellintera struttura.La ridondanza pu essere ottenuta a due livelli:1 RIDONDANZA DI SEZIONE: lelementostrutturale mantiene una residua capacit resistenteanche a seguito della rottura di una sua parte.Luso del vetro stratificato nelle strutture rappresentauna valida applicazione della ridondanza di sezione.

    2 RIDONDANZA DI SISTEMA: trasferimento deicarichi con meccanismi alternativi anche a seguitodella rottura di una sua parte.Linserimento del corrimano nelle balaustre in vetrorappresenta una valida applicazione della ridondanzadi sistema.

    ridondanza

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    3 STATO LIMITE DI COLLASSO (POST ROTTURA)Lo stato limite di collasso (SLC) una importantenovit introdotta dal DT210 e rappresenta unacondizione decisamente sfavorevole per le strutture invetro, dovendo verificare lo stratificato anche inpresenza di una lastra rotta con un tempo diritorno di 10 anni.

    Per il documento CNR sempre necessarioassumere che vi possa essere la rottura prematura diun vetro, ad esempio per un difetto interno.

    Il comportamento post rottura dipende principalmente:

    dal tipo di vetro utilizzato (ricotto, indurito, temprato); dallo schema di vincolo (incastro alla base, appoggio su due lati, vincoli puntuali, etc..) dalla eventuale associazione con altri materiali (intercalari per stratifica).

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    Una lastra inflessa di vetro stratificato, caricata in modo progressivo, presenta tre fasi:

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    Indicazioni del CNR-DT210 sulla composizione dei vetri stratificati per garantire la capacitpost-rottura di una lastra:

    Secondo lesperienza Faraone i vetri ricotti e i vetri induriti da un lato garantiscono la stabilitadella balaustra con entrambi i vetri rotti, dallaltro non danno altrettanta sicurezza per provedi spinta e durto secondo le normative vigenti in Italia, rispetto ai vetri temprati (a parit dispessore).

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    Indicazioni del CNR-DT210 sulla tipologia di vincolo per garantire la capacit post-rottura diuna lastra:

    Da notare che, tra le tipologie di vincolo, non viene menzionato lincastro alla base tipicodelle balaustre tutto vetro.

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    Indicazioni del CNR-DT210 sulla composizione dei vetri per parapetti e barriere

    Secondo le prove sperimentali e lesperienza Faraone, i vetri di unabalaustra possono essere cos composti:

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    Secondo il CNR-DT210, per soddisfare lo stato limite di collasso nei parapetti ci sono duepossibilit:

    Costi elevati dei parapetti; Maggiore difficolt di posa a causa del peso.UTILIZZARE 3 LASTRE DI VETRO

    Nel Faraone Lab abbiamo verificato che anche con il classico doppio temprato,utilizzando intercalari rigidi (SentryGlas, XLab) e rompendo una lastra, si raggiungonoresistenze alla spinta superiori ai 400 kg/m!

    Prova di spinta a tre cicli di carico su:

    vetro 10(T)+1,52 SG+10(T)con una lastra rotta.

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    Secondo il CNR-DT210, per soddisfare lo stato limite di collasso nei parapetti ci sono duepossibilit:

    UTILIZZARE UN CORRIMANOSUFFICIENTEMENTE RIGIDO

    Mancanza della totale trasparenza delparapetto.

    Nel Faraone Lab abbiamo verificato che ilcorrimano permette il trasferimento deicarichi lineari alle lastre integre adiacenti,garantendo la ridondanza di sistema edottenendo il soddisfacimento della verificaallo stato limite di collasso (SLC).

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    4 RESISTENZA DEL VETRO

    Il DT-210 definisce la resistenza di progetto a trazione del vetro come la somma di duecontributi, mediante una formula che tiene conto delle diverse variabili che entrano in gioco:

    La resistenza del vetro, poich determinata dalla forte sensibilit alla presenza di microdifettisuperficiali, dipende da molti fattori.

    Contributo vetro float Contributo trattamenti termiciDurata carico

    Finitura del bordo edistanza fori dal bordo

    Profilo superficialedel vetro

    Dimensioni lastra Resistenza vetro floatResistenza vetrotemprato (o indurito)

    Processo di tempraCoefficienti di sicurezzadipendenti dalla CC

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    5 DEFORMABILITA LIMITE DELLE STRUTTURE IN VETROAl capitolo 7 del CNR-DT210 vengono riportate le limitazioni di deformabilit delle strutture invetro (facciate, vetri a fissaggio puntuale, vetri calpestabili e balaustre in vetro):

    Per quanto riguarda i parapetti, i limiti di deformabilit sono compresi tra 20mm (altezza parapetto 1 m) e 25 mm (altezza parapetto maggiore ugualea 1,25 m).

    22 mm

    1100

    mm

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    Negli esempi di calcolo il CNR considera il pannello di vetro perfettamente incastrato alla basesenza tenere conto del profilo di alluminio.Quindi le inflessioni calcolate analiticamente sono minori di quelle che si avrebbero nella realtperch non tengono in considerazione lapertura del profilo dalluminio ed i giochi dovuti aifissaggi ed eventuali registri.

    Tali verifiche di deformabilit sono molto restrittive, imponendo dei limiti che nella realt vengono sempre superati (con carichi al metro maggiori o uguali a 200 kg/m):

    CICLO 1 Fase carico FORZA [kN/m] 1 kN/m 2 kN/m 3 kN/m Comp. 1 [mm] 34 65 110 Comp. 2 [mm] 35 74 113

    Media [mm] 34,5 69,5 111,5 Maggiore del 215 %rispetto al limite CNR

    NINFA 3 VETRO

    10(T)+10(I)+0,8 EVA

    Maggiore del 406 % rispetto al limite CNR

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    Nel Faraone Lab abbiamo verificato che per stare allinterno dei limiti di deformabilitdel DT-210 bisogna utilizzare un pannello composto da tre lastre da 10 mm con unprofilo di incastro rigido (Ninfa 3.3), che annulli ogni possibilit di assestamento delvetro allincastro.

    CICLO 1 Fase carico FORZA [kN/m] 1 kN/m 2 kN/m 3,2 kN/m Comp. 1 [mm] 5 11 14 Comp. 2 [mm] 4 10 21

    Media [mm] 4,5 10,5 17,5

    Minore dei 22 mm imposti dal DT-210

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    697:

    2014 UNI 7697:2014

    CRITERI DI SICUREZZA NELLE APPLICAZIONI VETRARIE

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    Le novit introdotte dal documento UNI riguardano principalmente la scelta dellatipologia di vetro da impiegare a seconda della prestazione minima richiesta.

    Nella norma sono presenti due prospetti, vincolanti per la scelta dei vetri nelle varieapplicazioni:

    PROSPETTO 1: Applicazioni usuali, valide in generale.

    PROSPETTO 2: Applicazioni specifiche in ambienti di altoaffollamento (scuole, edifici adibiti ad attivit sportive, ospedali,etc..)

    Solo al prospetto 1 si parla di parapetti e balaustre in vetro!

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    UNI 7

    697:

    2014

    Riguardo i parapetti vetrati, al prospetto 1 vengono riportate le seguenti prestazioniminime del vetro:

    La balaustra deve essere progettataper far fronte ai seguenti carichi:

    6.1 Carichi dinamici: climatici,vento, folla, traffico pedonale, etc..;

    6.7 Urti dovuti allimpatto di unapersona (secondo UNI EN 12600).

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    Ai fini della sicurezza, devonoessere considerati i rischi seguenti:

    7.2 Caduta nel vuoto da unaaltezza > 1 metro.

    rischi da considerare

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    UNI 7

    697:

    2014

    Il parapetto deve essere progettato per una classe di prestazione minima 1B1 che non riferitaalle sole caratteristiche del vetro ma allintero sistema vetro+balaustra+ancoraggio, comeenunciato al paragrafo 9.3 della stessa UNI 7697:2014:

    classe di prestazione minima

  • 10/03/2015 54

    UNI 7

    697:

    2014

    1B1?Come visto precedentemente, la prestazione minima 1B1 definita nella norma UNI EN12600:2004. Il pendolo per la prova ha una massa di 50 kg ed costituito da due pneumatici inpressione che impattano al centro della balaustra in vetro.

    Laltezza del pendolo rispetto al punto di impatto di 1200 mm, in questa configurazione lenergiae la velocit di impatto del corpo sono, rispettivamente:

    Energia=600 Joule Velocit=17,5 km/h

  • 10/03/2015 55

    UNI 7

    697:

    2014

    ..un paio di esempi..Ninfa 3 vetro 10(T) + 1,52 PVB + 10(T) Ninfa 190 vetro 8(T) + 1,52 PVB + 8(T)

    Altezza caduta: 1200 mmPunto di impatto: corrimano

    Energia: 600 J

  • 10/03/2015 56

    UNI 7

    697:

    2014

    Facendo un paragone in termini umani come se una persona di 86 kg si schiantasse contro ilparapetto ad una velocit di 13,5 km/h.Per raggiungere una tale velocit, lattuale velocista record del mondo sui 100 metri H.Bolt (chepesa esattamente 86 kg) avrebbe bisogno di uno spazio di 3,5 metri, partendo da fermo.

    3,5 m

    600 J !

    Quindi risulta chiaro che limpatto secondo UNI 12600 molto violento, soprattutto se siconsiderano balaustre installate in spazi angusti come rampe di scale, ballatoi e balconi di edificiresidenziali dove difficilmente si trovano percorsi liberi da ostacoli per 3,5 metri!

  • 10/03/2015 57

    UNI 7

    697:

    2014

    post rottura

    Rispetto alla vecchia versione, questa nuova UNI introduce un nuovo requisito per le balaustredenominato PR (post-rottura).Ci implica che i vetri impiegati per realizzare i parapetti non devono collassareimmediatamente nel caso in cui tutte le lastre risultino rotte.Si tratta di garantire un adeguato comportamento post-rottura mediante la scelta accorta di vetriricotti, induriti, temprati combinati e vincolati opportunamente prevedendo limpiego di intercalaripolimerici adatti (di seguito si riporta la nota 4 al prospetto 1 della UNI 7697:2014).

  • 10/03/2015 58

    UNI 7

    697:

    2014

    nota 4 del prospetto 1 della UNI 7696:2014

    Pertanto non pi ammesso lutilizzo di vetri tempratistratificati con il classico PVB o EVA, ma nel pacchettodovrebbe esserci almeno: un vetro ricotto; un vetro indurito; un intercalare rigido (SentryGlas o similare)

  • 10/03/2015 59

    UNI 7

    697:

    2014

    Lutilizzo del corrimano pu essere una valida alternativa per il soddisfacimento del requisito PR post rottura:

    Il corrimano evita il collasso immediato della lastra in caso dirottura di tutti i vetri (verifica nel Faraone Lab):

    SISTEMA NINFA 3. Prova a rottura post-critica su 3 pannelli composti da lastre 8 mm(temprato)+0,8 mm EVA +8 mm (indurito). Ilpannello sinistro e centrale sono stati rotti aseguito della prova di spinta. Grazie allapresenza del corrimano, il pannello integro adestra sostiene il peso degli altri due,evitandone il collasso.

  • 10/03/2015 60

    Conclusioni Secondo il DM14/01/2008 un parapetto pu essere verificato/certificato anche per viasperimentale tenendo conto del sistema di vincolo e fissaggio nelle reali condizioni diinstallazione. I carichi sono, a seconda della categoria, o 2 kN/m o 3 kN/m;

    Secondo il CNR DT-210 un parapetto in vetro va verificato, oltre che allo SLU e alloSLE, anche allo SLC prevedendo la rottura prematura di un vetro;

    Secondo la UNI 7697 bisogna garantire il requisito minimo 1B1 per i parapetti in vetrocon rischio di caduta, inoltre in caso di rottura di entrambi i vetri il pannello non devecollassare immediatamente (requisito PR);

    Lutilizzo del corrimano un valido compromesso per garantire i requisiti post rotturaimposti sia dal CNR DT-210 che dalla UNI 7697.

  • GRAZIE PER LATTENZIONE!

    Ing. Gabriele [email protected]

    6110/03/2015

    LE BALAUSTRE IN VETROCNR DT 210/2013: Istruzioni per la progettazione, lesecuzione ed il controllo di costruzioni con elementi strutturali di vetroe UNI 7697:2014: Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarieSlide Number 2Slide Number 3Slide Number 4Slide Number 5Slide Number 6Slide Number 7Slide Number 8Slide Number 9Slide Number 10Slide Number 11Slide Number 12Slide Number 13Slide Number 14Slide Number 15Slide Number 16Slide Number 17Slide Number 18Slide Number 19Slide Number 20Slide Number 21Slide Number 22Slide Number 23Slide Number 24Slide Number 25Slide Number 26Slide Number 27Slide Number 28Slide Number 29Slide Number 30Slide Number 31Slide Number 32Slide Number 33Slide Number 34rSlide Number 36Slide Number 37Slide Number 38Slide Number 39Slide Number 40Slide Number 41Slide Number 42Slide Number 43Slide Number 44Slide Number 45Slide Number 46Slide Number 47Slide Number 48Slide Number 49Slide Number 50Slide Number 51Slide Number 52Slide Number 53Slide Number 54Slide Number 55Slide Number 56Slide Number 57Slide Number 58Slide Number 59Slide Number 60GRAZIE PER LATTENZIONE!Ing. Gabriele [email protected]