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STUDI E RICERCHE IN AGRICOLTURA AMBIENTE E TERRITORIO COLLANA DI SCIENZE AGRARIE

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STUDI E RICERCHE IN AGRICOLTURAAMBIENTE E TERRITORIO

COLLANA DI SCIENZE AGRARIE

Direttore

Giacomo S MDipartimento scienze agro–ambientali e territorialiUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Comitato scientifico

Francesco BDipartimento scienze agro–ambientali e territorialiUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Salvatore CDipartimento scienze agro–ambientali e territorialiUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Maria Lisa CDipartimento scienze agro–ambientali e territorialiUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Bernardo Corrado D GDipartimento scienze agro–ambientali e territorialiUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Raffaele LDipartimento scienze agro–ambientali e territorialiUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Giuseppe MDipartimento scienze agro–ambientali e territorialiUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Pietro RDipartimento scienze agro–ambientali e territorialiUniversità degli Studi di Bari “Aldo Moro”

Mladen TIstituto Agronomico Mediterraneo di Bari

Roula KIstituto Agronomico Mediterraneo di Bari

Pandi ZIstituto Agronomico Mediterraneo di Bari

STUDI E RICERCHE IN AGRICOLTURAAMBIENTE E TERRITORIO

COLLANA DI SCIENZE AGRARIE

La collana, diretta dal Dipartimento di Scienze agro–ambientali e terri-toriali dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, accoglie studi ericerche che riguardano le Scienze agrarie, con particolare riferimentoalla definizione di sistemi e di soluzioni innovative per una gestionesostenibile dell’agroambiente e, più in generale, del territorio rurale edelle sue risorse. La collana è rivolta a tutti coloro che vogliono appro-fondire gli aspetti multidisciplinari ed interdisciplinari delle Scienzeagrarie, con l’obiettivo di coniugare esigenze di sviluppo economico,sociale, di tutela dell’ambiente e delle produzioni alimentari. Pianifi-cazione e gestione sostenibile dei sistemi agroalimentari, forestali ezootecnici negli areali mediterranei rappresentano il peculiare ambitoscientifico della collana, sia a livello di ricerca che a livello didattico.

Franco Rosa

Biotech Management

Prefazioni diAlberto De ToniLuca Fumagalli

Gianluca Tell

Copyright © MMXVIAracne editrice int.le S.r.l.

[email protected]

via Quarto Negroni, Ariccia (RM)

()

----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: marzo

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con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: marzo

Indice

Prefazionedi Alberto F. De Toni

Prefazionedi Luca Fumagalli

Prefazionedi Gianluca Tell

Capitolo I Introduzione alle biotecnologie

1.1. Introduzione alle biotecnologie — 1.2. L’interesse economico delle bio-tecnologie — 1.3. Settori di sviluppo biotech — 1.4. Storia delle biotecnologie — 1.5. Analisi dello sviluppo biotech – 1a fase: casualità — 1.6. Storia dello sviluppo biotech – 2a fase: causalità — 1.6.1. Il metodo scientifico–sperimentale di Mendel (1822–1884) — 1.6.2. Enunciazione delle leggi genetiche — 1.6.3. Elenco delle scoperte più significative del periodo della causalità — 1.7. Storia dello svilup-po biotech – 3a fase: determinismo — 1.7.1. Evoluzione recente delle biotecnolo-gie — 1.7.2. Analogie fra DNA e sistema informativo — 1.7.3. mRNA – messaggero — 1.7.4. Sintesi proteica — 1.7.5. Proteine ed enzimi — 1.8. Storia dello sviluppo biotech – 4a fase: la biologia sintetica — 1.9. Commercializzazione delle sco-perte biotech — 1.9.1. Casi di commercializzazione di nuove tecnologie biotech.

Capitolo II Progresso biotech

2.1. Innovazioni e progresso biotecnologico — 2.2. Traiettorie di sviluppo biotech — 2.2.1. Il modello di sviluppo biotech: la curva logistica — 2.3. Classifica-zione delle imprese biotech — 2.3.1. Classificazione proposta dal MIUR — 2.4. Aree di specializzazione biotech — 2.4.1. Bioinformatica — 2.4.2. Analisi di se-quenze ed allineamento — 2.4.3. Espressione genica — 2.4.4. Sistemi di espressione

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Indice

— 2.4.5. Sperimentazione clinica — 2.4.6. Chimica combinatoria — 2.4.7. Sequen-ziamento genico — 2.4.9. Farmacogenetica e farmacogenomica — 2.4.10. Diagno-stica biotech — 2.4.11. Microarray — 2.4.12. Proteomica — 2.4.13. Trascrittomica — 2.4.14. Produzioni su larga scala — 2.4.15. Società internazionali operanti nel settore biotech — 2.4.16. Ambiti prioritari della ricerca biotech — 2.5. Applicazio-ni biotech — 2.5.1. Biotech verdi: produzioni agricole ed agroalimentari — 2.5.2. Estrazione di sostanze bioattive — 2.5.3. Produzione di farmaci da piante OGM — 2.5.4. Valutazioni economiche — 2.5.5. Settore agroalimentare — 2.5.6. Prodotti nutraceutici — 2.5.7. Il caso del mais BT — 2.5.8. OGM di 2a generazione — 2.5.8. Carburanti di 2a generazione da materiali cellulosici — 2.5.9. I bio–carburanti di 3a e 4a generazione — 2.6. Biotech bianche (BTB): applicazioni biotech industriali — 2.6.1. Bioraffineria: riciclo di scarti, sottoprodotti o rifiuti bioindustriali — 2.6.2. Bioraffinerie di residui organici — 2.6.3. Esempio di bioraffineria: produzione di bioplastiche da siero di latte — 2.7. Biotech rosse: innovazioni in campo medi-cale e farmaceutico — 2.7.1. Vettori virali — 2.7.2. Ingegneria tessutale — 2.7.3.

Microrganismi Geneticamente Modificati — 2.7.4. MicroRNA.

Capitolo IIIAnalisi economica delle biotecnologie

3.1. Premessa — 3.1.1. I soggetti d’impresa — 3.2. Macroeconomia — 3.2.1. La ricchezza nazionale — 3.2.2. Contributo delle biotecnologie al sistema economico nazionale — 3.3. Microeconomia — 3.3.1. Domanda — 3.3.2. Offerta — 3.3.3. Equilibrio di mercato — 3.4. Farmacoeconomia — 3.4.1. Analisi costo–beneficio — 3.4.2. Percezione di valore del trattamento: Customer value proposition (CVP) — 3.4.3. Analisi sperimentale della catena mezzi–fini: la conjoint analysis — 3.5. Economia e strategie — 3.6. La organizzazione in rete del settore biotech — 3.6.1. Il network biotech — 3.6.2. Il network della innovazione bio–tecnologica — 3.6.3. Vantaggi nell’appartenere alla rete biotech — 3.6.4. Esempi di Network organization — 3.6.5. I cluster biotech — 3.6.6. Il cluster biomedicale (CBM) della regione Friuli Venezia Giulia — 3.6.7. Organizzazioni in rete e cluster — 3.6.8. Parchi scientifici e tecnologici — 3.7. Economia industriale biotech — 3.7.1. Lo schema struttura – condotta – performance — 3.7.2. Struttura del settore industriale — 3.7.3. Impresa, impianti ed economie di scala — 3.8. Dinamiche del mercato biotech in USA — 3.8.1. Anticorpi monoclonali — 3.8.2. Ormoni — 3.8.3. Fattori di crescita — 3.8.4. Proteine di fusione — 3.8.5. Citochine ed enzimi terapeutici — 3.8.6. Fattori ematici, vaccini ricombinanti e anticoagulanti — 3.9. La situazione italiana del settore biotech — 3.9.1. Concentrazione, localizzazione e specializza-zione — 3.9.2. Tre indicatori del modello COSPELO — 3.9.3. Il settore red biotech — 3.9.4. Il settore Green biotech — 3.9.5. Il settore White biotech — 3.9.6. Finan-ziamenti biotech — 3.10. Proprietà intellettuale e brevetti.

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— 2.4.5. Sperimentazione clinica — 2.4.6. Chimica combinatoria — 2.4.7. Sequen-ziamento genico — 2.4.9. Farmacogenetica e farmacogenomica — 2.4.10. Diagno-stica biotech — 2.4.11. Microarray — 2.4.12. Proteomica — 2.4.13. Trascrittomica — 2.4.14. Produzioni su larga scala — 2.4.15. Società internazionali operanti nel settore biotech — 2.4.16. Ambiti prioritari della ricerca biotech — 2.5. Applicazio-ni biotech — 2.5.1. Biotech verdi: produzioni agricole ed agroalimentari — 2.5.2. Estrazione di sostanze bioattive — 2.5.3. Produzione di farmaci da piante OGM — 2.5.4. Valutazioni economiche — 2.5.5. Settore agroalimentare — 2.5.6. Prodotti nutraceutici — 2.5.7. Il caso del mais BT — 2.5.8. OGM di 2a generazione — 2.5.8. Carburanti di 2a generazione da materiali cellulosici — 2.5.9. I bio–carburanti di 3a e 4a generazione — 2.6. Biotech bianche (BTB): applicazioni biotech industriali — 2.6.1. Bioraffineria: riciclo di scarti, sottoprodotti o rifiuti bioindustriali — 2.6.2. Bioraffinerie di residui organici — 2.6.3. Esempio di bioraffineria: produzione di bioplastiche da siero di latte — 2.7. Biotech rosse: innovazioni in campo medi-cale e farmaceutico — 2.7.1. Vettori virali — 2.7.2. Ingegneria tessutale — 2.7.3.

Microrganismi Geneticamente Modificati — 2.7.4. MicroRNA.

Capitolo IIIAnalisi economica delle biotecnologie

3.1. Premessa — 3.1.1. I soggetti d’impresa — 3.2. Macroeconomia — 3.2.1. La ricchezza nazionale — 3.2.2. Contributo delle biotecnologie al sistema economico nazionale — 3.3. Microeconomia — 3.3.1. Domanda — 3.3.2. Offerta — 3.3.3. Equilibrio di mercato — 3.4. Farmacoeconomia — 3.4.1. Analisi costo–beneficio — 3.4.2. Percezione di valore del trattamento: Customer value proposition (CVP) — 3.4.3. Analisi sperimentale della catena mezzi–fini: la conjoint analysis — 3.5. Economia e strategie — 3.6. La organizzazione in rete del settore biotech — 3.6.1. Il network biotech — 3.6.2. Il network della innovazione bio–tecnologica — 3.6.3. Vantaggi nell’appartenere alla rete biotech — 3.6.4. Esempi di Network organization — 3.6.5. I cluster biotech — 3.6.6. Il cluster biomedicale (CBM) della regione Friuli Venezia Giulia — 3.6.7. Organizzazioni in rete e cluster — 3.6.8. Parchi scientifici e tecnologici — 3.7. Economia industriale biotech — 3.7.1. Lo schema struttura – condotta – performance — 3.7.2. Struttura del settore industriale — 3.7.3. Impresa, impianti ed economie di scala — 3.8. Dinamiche del mercato biotech in USA — 3.8.1. Anticorpi monoclonali — 3.8.2. Ormoni — 3.8.3. Fattori di crescita — 3.8.4. Proteine di fusione — 3.8.5. Citochine ed enzimi terapeutici — 3.8.6. Fattori ematici, vaccini ricombinanti e anticoagulanti — 3.9. La situazione italiana del settore biotech — 3.9.1. Concentrazione, localizzazione e specializza-zione — 3.9.2. Tre indicatori del modello COSPELO — 3.9.3. Il settore red biotech — 3.9.4. Il settore Green biotech — 3.9.5. Il settore White biotech — 3.9.6. Finan-ziamenti biotech — 3.10. Proprietà intellettuale e brevetti.

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Capitolo IV Genesi dell’impresa biotech

4.1. Premessa — 4.2. Il valore dell’impresa biotech — 4.3. Genesi dell’im-presa biotech: spin off e start up — 4.4. Genesi dell’impresa biotech: lo spin off — 4.4.1. Tipologie di spin off — 4.4.2. Casi di spin off biotech italiani — 4.5. Finanziamenti — 4.5.1. Tipologie di Private Equity — 4.5.2. Stadi di sviluppo del progetto e strategie di finanziamento — 4.5.3 Sviluppo del progetto farmaco — 4.5.4. Fasi della sperimentazione clinica — 4.6. Fonti di finanziamento — 4.6.1. Amici e familiari — 4.6.2. Crowdfunding — 4.6.3. Mini bond — 4.6.4. Business Angels — 4.6.5. Venture capitalist — 4.6.6. Incubatori — 4.6.7. Fasi dell’investi-mento — 4.7. Prospettive di crescita del settore biotech — 4.8. Disposizioni

legislative per le Start up.

Capitolo VAnalisi finanziaria delle biotecnologie

5.1. Il valore dell’impresa biotech — 5.2. Criteri di valutazione aziendale — 5.3. Analisi dell’investimento (capital budgeting) — 5.3.1. Analisi multiperio-dale: i flussi di cassa — 5.3.2. Categorie di ricavi e costi — 5.4. Analisi finanzia-ria (Capital budgeting) — 5.4.1. Descrizione dei quattro indici per determinare il “capital budgeting”) — 5.4.2. VAN – Attualizzazione dei redditi futuri — 5.4.3. Scelta fra investimenti alternativi in base al VAN — 5.4.4. Tasso di attualizzazione e rischio — 5.4.5. Tasso interno di rendimento (TIR) — 5.4.6. Valutazioni sul TIR — 5.4.7. Determinazione del valore sui rendimenti futuri ed azionari — 5.4.8. VAN e rendita azionaria — 5.4.9. Rendimento del cassettista — 5.4.10. Rendimento dello speculatore — 5.4.11. Valutazione del valor capital secondo l’approccio reddituale — 5.5. Metodi di valutazione del capitale economico — 5.5.1. Metodi diretti di valutazione — 5.5.2. Metodi indiretti — 5.5.3. Metodo teorico dei flussi di dividen-do — 5.5.4. Metodo teorico dei flussi finanziari — 5.5.5. Metodo teorico dei flussi reddituali — 5.6. L’uso di Excel nella programmazione degli investimento — 5.6.1. Calcolo del TIR — 5.6.2. Calcolo del PBP – Periodo di recupero del capitale investito — 5.6.3. La valutazione del rischio — 5.7. Casi speciali.

Capitolo VI Gestione del Progetto biotech

6.1. Introduzione — 6.2. Il diamante di Porter — 6.2.1. Organizzazione della produzione — 6.2.2. Layout dello stabilimento — 6.2.3. Layout di produzione — 6.3. La gestione dei progetti (Project management) — 6.3.1. Il ciclo di vita del progetto — 6.3.2. Scheda di monitoraggio finale del progetto — 6.4. Analisi di

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progetto – Il diagramma di Gannt — 6.4.1. Cronoprogramma — 6.5. Tecniche di pianificazione reticolare: PERT e CPM — 6.5.1. Accuratezza della stima — 6.5.2. Soluzione con la tecnica di programmazione lineare — 6.5.3. Ottimizzazione col metodo di Dijkstra — 6.5.4. Schema di pianificazione del progetto secondo tecni-che reticolari — 6.6. Business Plan — 6.6.1. Analisi dell’ambiente competitivo — 6.6.2. Strategia di marketing — 6.6.2. Assetto organizzativo — 6.6.3. Management team — 6.6.4. Pianificazione finanziaria — 6.6.5. Pianificazione economica — 6.7. Case study – BB Biotech — 6.7.1. Volatilità di mercato — 6.7.2. Investimenti in piccole e medie imprese — 6.7.3. Tendenze biotech — 6.7.4. Previsioni — 6.7.5. Strategia d’investimento.

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progetto – Il diagramma di Gannt — 6.4.1. Cronoprogramma — 6.5. Tecniche di pianificazione reticolare: PERT e CPM — 6.5.1. Accuratezza della stima — 6.5.2. Soluzione con la tecnica di programmazione lineare — 6.5.3. Ottimizzazione col metodo di Dijkstra — 6.5.4. Schema di pianificazione del progetto secondo tecni-che reticolari — 6.6. Business Plan — 6.6.1. Analisi dell’ambiente competitivo — 6.6.2. Strategia di marketing — 6.6.2. Assetto organizzativo — 6.6.3. Management team — 6.6.4. Pianificazione finanziaria — 6.6.5. Pianificazione economica — 6.7. Case study – BB Biotech — 6.7.1. Volatilità di mercato — 6.7.2. Investimenti in piccole e medie imprese — 6.7.3. Tendenze biotech — 6.7.4. Previsioni — 6.7.5. Strategia d’investimento.

Prefazione di Alberto F. De Toni

Le scienze della vita, e in particolare le biotecnologie, sono le scienze emergenti di questo secolo. Rappresentano una grande sfida per co-struire un nuovo futuro con progressi decisivi in ambiti tra loro molto diversi.

I suoi progressi segnano una tappa fondamentale del grande viag-gio della scienza. Dalla produzione agricola a quella agro-industriale, dalle problematiche ambientali, fino al mondo della salute. In questo ultimo settore, in cui i cambiamenti sono senza dubbio i più rilevanti, a cambiare è il modo di fare ricerca di nuovi farmaci e gli stessi far-maci sono diversi rispetto al passato. Già oggi le biotecnologie nel set-tore della salute consentono di sviluppare farmaci e strumenti diagno-stici che hanno permesso di prevenire e curare malattie fino a ieri non preventivabili né curabili. Un risultato che ha ricadute positive sul Si-stema sanitario nazionale in termini di risparmi sul fronte della spesa.

Ma le biotecnologie possono essere usate non soltanto come stru-mento di prevenzione e cura. Sono infatti altrettanto importanti nel settore agrario, in quello medico e in quello agro-industriale. E rap-presentano anche un fattore di crescita e competitività, oltre che di sviluppo occupazionale qualificato e giovanile. Le università e i centri di ricerca pubblici e privati possono fornire nuova linfa alle imprese attive nel comparto biotech presenti sul territorio da diversi punti di vista.

Nonostante sulla carta l’Italia sia il terzo paese europeo per fatturato e numero d’imprese biotech, ci sono ancora molte difficoltà, sia per quanto riguarda lo sfruttamento dei fondi stanziati dalla Comunità eu-ropea per ricerca e sviluppo tecnologico, sia per l’accesso al credito del-le piccole e medie imprese biotech, sia per lo sviluppo di start-up e mi-cro imprese che vedranno utili effettivi solo dopo alcuni anni.

Ma se non si affrontano le sfide non si costruisce il futuro. La Commissione europea ha identificato le biotecnologie tra le

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in grado di contribuire, in termini di valore ag-giunto, al rilancio di molteplici settori dell'industria tradizionale e alla gestione di molti obiettivi che la nostra società deve raggiungere.

È evidente quindi come le nano tecnologie applicate alla biologia rappresentino una nuova frontiera della scienza e il futuro per molti ragazzi, ma che molta sia la strada ancora da percorrere per rendere questo settore competitivo.

Il libro del professor Franco Rosa ha il pregio di affrontare il tema a tutto tondo e riesce a illustrare in modo completo gli aspetti econo-mici, tecnologici, organizzativi e di comunicazione che ruotano intor-no ad una start up del settore biotech. Rappresenta un manuale com-pleto in grado di fornire sia un compendio indispensabile a chi vuole ampliare la conoscenza di questo ambito in costante espansione, sia un valido aiuto ai giovani che vogliono fare impresa nel biotech.

Difronte ad un settore con prospettive di crescita decisamente inte-ressanti e la cui portata dei cambiamenti in arrivo è ancora in gran parte da scoprire, e vista la qualità delle competenze delle università italiane, non è difficile pronosticare per i giovani italiani che intra-prenderanno la scelta legata alle scienze biotecnologiche prospettive interessanti sia in Italia sia all'estero. È proprio il caso di dire che per i biotecnologi il futuro è appena iniziato.

Alberto F. De Toni

Rettore dell’Università degli Studi di Udine

2 Prefazione10 Prefazione

in grado di contribuire, in termini di valore ag-giunto, al rilancio di molteplici settori dell'industria tradizionale e alla gestione di molti obiettivi che la nostra società deve raggiungere.

È evidente quindi come le nano tecnologie applicate alla biologia rappresentino una nuova frontiera della scienza e il futuro per molti ragazzi, ma che molta sia la strada ancora da percorrere per rendere questo settore competitivo.

Il libro del professor Franco Rosa ha il pregio di affrontare il tema a tutto tondo e riesce a illustrare in modo completo gli aspetti econo-mici, tecnologici, organizzativi e di comunicazione che ruotano intor-no ad una start up del settore biotech. Rappresenta un manuale com-pleto in grado di fornire sia un compendio indispensabile a chi vuole ampliare la conoscenza di questo ambito in costante espansione, sia un valido aiuto ai giovani che vogliono fare impresa nel biotech.

Difronte ad un settore con prospettive di crescita decisamente inte-ressanti e la cui portata dei cambiamenti in arrivo è ancora in gran parte da scoprire, e vista la qualità delle competenze delle università italiane, non è difficile pronosticare per i giovani italiani che intra-prenderanno la scelta legata alle scienze biotecnologiche prospettive interessanti sia in Italia sia all'estero. È proprio il caso di dire che per i biotecnologi il futuro è appena iniziato.

Alberto F. De Toni

Rettore dell’Università degli Studi di Udine

2 Prefazione10 Prefazione

Prefazione

In un settore come quello delle biotecnologie, ancora relativamente giovane e soggetto, almeno nella prima fase di vita delle sue Aziende, a un modello di business che privilegia il consumo delle risorse eco-nomiche e quindi l’esigenza di un loro approvvigionamento per la ne-cessaria prosecuzione della sperimentazione, l’attenzione ai mercati finanziari e alle opportunità che offrono può costituire un fattore meri-tevole di attenzione.

Rivolgersi al mercato per reperire fondi per lo sviluppo di una real-tà biotech può sembrare tuttavia un azzardo in un periodo come que-sto, in cui le Borse sono caratterizzate da un andamento altalenante e da una elevata volatilità e anche i potenziali investitori mantengono un atteggiamento piuttosto prudente nelle scelte di allocazione dei loro investimenti.

Ma, come dimostra l’esperienza, soprattutto statunitense, il biotech si dimostra un settore finanziariamente in crescita e nel quale i solidi fondamentali non sembrano alimentare il rischio-bolla, come accaduto nel comparto della new economy all’inizio degli anni 2000.

Basti pensare, infatti, che nel solo quarto trimestre dello scorso an-no, il Nasdaq Biotech Index (l’indice borsistico di riferimento del set-tore) ha messo a segno un progresso dell’11,2% in USD, che ha porta-to a un rendimento complessivo del 34,4% in USD nell’arco dell’intero 2014. Questo dato dimostra come il mercato statunitense, che è uno dei più maturi per questo settore, sia sufficientemente in grado di riconoscere le potenzialità delle Aziende biotecnologiche, anche in fase di start up, e questo costituisca un incentivo per le Socie-tà a vedere nella quotazione alla Borsa di New York un modo per ot-tenere risorse per garantire la prosecuzione e lo sviluppo delle proprie attività.

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di Luca Fumagalli

Inoltre, le previsioni per il prossimo futuro rimangono incoraggian-ti: la crescita dovrebbe continuare ad essere garantita da una pipeline promettente di commercializzazione e sviluppo di nuovi farmaci in-novativi, nonché da un aumento a doppia cifra dei proventi e degli uti-li del settore. Alla luce di queste prospettive di crescita, anche i multi-pli delle valutazioni restano interessanti. Tra i vari attori del comparto biotecnologico, a distinguersi ulteriormente saranno con ogni probabi-lità soprattutto le aziende dotate di piattaforme terapeutiche, in parti-colare quelle che si occupano di sviluppare farmaci in fase di sviluppo e candidati all’approvazione, basati sull’RNA.

La situazione italiana (ed europea in generale) risulta però molto diversa da quella oltreoceano: il mercato non è infatti altrettanto matu-ro e pronto a riconoscere fin da subito le qualità e opportunità intrin-seche di questo settore. Soprattutto le aziende ancora all’inizio della loro vita si trovano in una situazione nella quale è molto difficile poter tramettere correttamente agli operatori di mercato l’impossibilità di generare utili fin quando non avverrà la commercializzazione del far-maco (e questo necessita di diversi anni di attesa) e la necessità di pensare invece a un ritorno degli investimenti sul lungo termine. La scarsezza di Società biotech quotate non depone poi a favore di un ampio interesse degli investitori.

Nonostante questo quadro di partenza, però, negli ultimi anni si è assistito a una progressiva presa di coscienza da parte di settori sem-pre più ampi e importanti della comunità finanziaria italiana delle op-portunità che un investimento oculato in questo tipo di realtà può comportare, sulla scia dei continui buoni rendimenti registrati sulle piazze finanziarie internazionali.

Per una start up biotech la decisione di una quotazione rimane quindi una scelta da ponderare con attenzione. È vero infatti che le opportunità di sviluppo rimangono particolarmente interessanti, ma occorre mettere in conto un’attività continuativa di sensibilizzazione e “educazione” degli operatori finanziari, magari con l’aiuto di uno spe-cialist finanziario con una provata esperienza nel settore. Fonti finan-ziarie potrebbero arrivare anche dall’entrata nella composizione socie-taria di uno o più Società di investimento, in grado di guidare la start

4 Prefazione12 Prefazione

Inoltre, le previsioni per il prossimo futuro rimangono incoraggian-ti: la crescita dovrebbe continuare ad essere garantita da una pipeline promettente di commercializzazione e sviluppo di nuovi farmaci in-novativi, nonché da un aumento a doppia cifra dei proventi e degli uti-li del settore. Alla luce di queste prospettive di crescita, anche i multi-pli delle valutazioni restano interessanti. Tra i vari attori del comparto biotecnologico, a distinguersi ulteriormente saranno con ogni probabi-lità soprattutto le aziende dotate di piattaforme terapeutiche, in parti-colare quelle che si occupano di sviluppare farmaci in fase di sviluppo e candidati all’approvazione, basati sull’RNA.

La situazione italiana (ed europea in generale) risulta però molto diversa da quella oltreoceano: il mercato non è infatti altrettanto matu-ro e pronto a riconoscere fin da subito le qualità e opportunità intrin-seche di questo settore. Soprattutto le aziende ancora all’inizio della loro vita si trovano in una situazione nella quale è molto difficile poter tramettere correttamente agli operatori di mercato l’impossibilità di generare utili fin quando non avverrà la commercializzazione del far-maco (e questo necessita di diversi anni di attesa) e la necessità di pensare invece a un ritorno degli investimenti sul lungo termine. La scarsezza di Società biotech quotate non depone poi a favore di un ampio interesse degli investitori.

Nonostante questo quadro di partenza, però, negli ultimi anni si è assistito a una progressiva presa di coscienza da parte di settori sem-pre più ampi e importanti della comunità finanziaria italiana delle op-portunità che un investimento oculato in questo tipo di realtà può comportare, sulla scia dei continui buoni rendimenti registrati sulle piazze finanziarie internazionali.

Per una start up biotech la decisione di una quotazione rimane quindi una scelta da ponderare con attenzione. È vero infatti che le opportunità di sviluppo rimangono particolarmente interessanti, ma occorre mettere in conto un’attività continuativa di sensibilizzazione e “educazione” degli operatori finanziari, magari con l’aiuto di uno spe-cialist finanziario con una provata esperienza nel settore. Fonti finan-ziarie potrebbero arrivare anche dall’entrata nella composizione socie-taria di uno o più Società di investimento, in grado di guidare la start

4 Prefazione12 Prefazione

up nel processo di sviluppo e di accompagnarle fino a (o anche dopo) la fase di listing.

La strada risulta innegabilmente lunga e di non facile realizzazione, ma si stanno progressivamente mettendo le premesse perché anche questo settore, favorito magari dalla sua anticiclicità e dai suoi vastis-simi margini di crescita, possa raggiungere un adeguato livello di con-sapevolezza e si possa proporre agli operatori finanziari come un’alternativa credibile per investimenti in grado di dare ritorni inte-ressanti in un orizzonte di medio-lungo periodo.

5Prefazione 13Prefazione

Luca Fumagalli

Prefazione

Nelle prossime decadi l’umanità dovrà affrontare quattro sfide di

crescente intensità:

a) come nutrire nove miliardi di persone entro il 2050; b) come riciclare l’enorme massa di rifiuti prodotti dall’umanità; c) come provvedere alla domanda crescente di energia; d) come migliorare la qualità della vita di queste persone.

L’uso dei sistemi biologici, ed in particolare della conoscenza di questi, per migliorare il benessere umano (le Biotecnologie) hanno sempre caratterizzato ed accompagnato l’evoluzione dell’uomo sulla Terra; pensiamo solo all’uso che gli Egizi già facevano del lievito per la produzione della prima ‘birra’ artigianale. Nel corso dei secoli, l’implementazione biotecnologica ha seguito più o meno uno sviluppo di tipo lineare. Con la scoperta, nel 1953, della struttura del DNA e con il miglioramento tecnologico in ambito analitico, le conoscenze dei sistemi biologici si sono, invece, accumulate in maniera esponen-ziale ed oggi viviamo probabilmente il secolo che verrà etichettato come secolo della Biologia applicata e quindi quello delle Biotecno-logie, nel senso più ampio del termine.

Le Biotecnologie hanno il potenziale di affrontare e risolvere molte sfide sia a livello industriale che nel campo sanitario. I nuovi farmaci “biologici”, le biotecnologie agrarie ed i progressi della medicina ri-generativa e dell’oncologia molecolare hanno contribuito a migliorare sensibilmente il nostro benessere e la qualità della vita.

Le Biotecnologie svolgono un ruolo centrale nel raggiungimento degli obiettivi europei nelle aree: ambientale, economica e sociale, in-cluso lo sviluppo di risposte efficaci ed innovative alle esigenze di sa-lute della popolazione, l’implementazione dell’uso delle risorse ener-

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di Gianluca Tell

getiche rinnovabili, il miglioramento dei processi produttivi eco-sostenibili come pure la creazione di nuovi mercati non alimentari per la produzione agricola.

La crescita dell’industria farmaceutica e agraria, come pure la ri-cerca in campo sanitario, richiedono il costante apporto di conoscenze e competenze di personale altamente qualificato con elevato livello di professionalizzazione di tipo pratico e la propensione al ‘

’. Siamo pronti ad affrontare questa nuova sfida culturale, nel sen-so di riuscire a trasmetterla, insegnarla ed implementarla attraverso la Scuola e l’Università?

L’ambito culturale, in continuo divenire, che caratterizza le Bio-tecnologie, dal punto di vista didattico-formativo, ha come obiettivo quello di formare una figura professionale in grado di: i) contribuire alla produzione di beni e servizi biotecnologici negli ambiti Industria-le-Farmaceutico-Diagnostico, Salute dell'uomo e degli animali, Sicu-rezza degli alimenti, Ambiente, Agricoltura, nel quadro delle normati-ve vigenti italiane e comunitarie ; ii) di eseguire criticamente protocol-li sperimentali, secondo un rigoroso codice di deontologia professio-nale, basati su metodiche biomolecolari e cellulari, biochimiche, mi-crobiologiche, di genomica e proteomica, bio-computazionali; iii) di maturare una mentalità orientata al ed al lavoro di gruppo, affrontando anche aspetti di regolamentazione, responsabilità e bioetica, economici e di gestione aziendale, di comunicazione e per-cezione pubblica dei prodotti di imprese biotecnologiche. Quali stra-tegie didattica adottare? Vecchi rimedi per nuove sfide. È necessaria la presenza di una forte componente di discipline di base, in particola-re quelle in grado di fornire sia conoscenze teoriche che competenze pratiche e metodologiche impiegate nei diversi ambiti multidisciplina-ri. Uno studente così formato avrà acquisito anche un'elevata flessibi-lità nella risoluzione progettuale rivolta alla pianificazione ed allo svi-luppo di problematiche di carattere biotecnologico e potrà contribuire all’implementazione tecnologica della conoscenza.

Queste sono le sfide culturali che il XXI secolo ci propone e che vanno affrontate con uno spirito costruttivo di grande apertura menta-le ed in un quadro di cambiamenti repentini delle esigenze produttive e di mercato. Si tratta di una sfida che potremo affrontare grazie alle

8 Prefazione16 Prefazione

getiche rinnovabili, il miglioramento dei processi produttivi eco-sostenibili come pure la creazione di nuovi mercati non alimentari per la produzione agricola.

La crescita dell’industria farmaceutica e agraria, come pure la ri-cerca in campo sanitario, richiedono il costante apporto di conoscenze e competenze di personale altamente qualificato con elevato livello di professionalizzazione di tipo pratico e la propensione al ‘

’. Siamo pronti ad affrontare questa nuova sfida culturale, nel sen-so di riuscire a trasmetterla, insegnarla ed implementarla attraverso la Scuola e l’Università?

L’ambito culturale, in continuo divenire, che caratterizza le Bio-tecnologie, dal punto di vista didattico-formativo, ha come obiettivo quello di formare una figura professionale in grado di: i) contribuire alla produzione di beni e servizi biotecnologici negli ambiti Industria-le-Farmaceutico-Diagnostico, Salute dell'uomo e degli animali, Sicu-rezza degli alimenti, Ambiente, Agricoltura, nel quadro delle normati-ve vigenti italiane e comunitarie ; ii) di eseguire criticamente protocol-li sperimentali, secondo un rigoroso codice di deontologia professio-nale, basati su metodiche biomolecolari e cellulari, biochimiche, mi-crobiologiche, di genomica e proteomica, bio-computazionali; iii) di maturare una mentalità orientata al ed al lavoro di gruppo, affrontando anche aspetti di regolamentazione, responsabilità e bioetica, economici e di gestione aziendale, di comunicazione e per-cezione pubblica dei prodotti di imprese biotecnologiche. Quali stra-tegie didattica adottare? Vecchi rimedi per nuove sfide. È necessaria la presenza di una forte componente di discipline di base, in particola-re quelle in grado di fornire sia conoscenze teoriche che competenze pratiche e metodologiche impiegate nei diversi ambiti multidisciplina-ri. Uno studente così formato avrà acquisito anche un'elevata flessibi-lità nella risoluzione progettuale rivolta alla pianificazione ed allo svi-luppo di problematiche di carattere biotecnologico e potrà contribuire all’implementazione tecnologica della conoscenza.

Queste sono le sfide culturali che il XXI secolo ci propone e che vanno affrontate con uno spirito costruttivo di grande apertura menta-le ed in un quadro di cambiamenti repentini delle esigenze produttive e di mercato. Si tratta di una sfida che potremo affrontare grazie alle

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esponenziali conoscenze accumulate dopo la scoperta della struttura del DNA che, difficilmente, sessanta anni fa si poteva immaginare di avere la fortuna di affrontare oggi. È un’opportunità straordinaria che consentirà di definire questo secolo l’era della Biologia moderna in cui le conoscenze descrittive potranno diventare conoscenze applicate alle esigenze della vita quotidiana.

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Gianluca Tell