Strozzinews2013
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S STROZZITROZZINNEWEWSSTURLATURLA GIORNALE SCOLASTICO DELLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO “DE TONI “DELL’IC STURLA
4 GIUGNO 2013 ANNO VII NUMERO SPECIALE
Il nostro giornale scolastico che è stato ribat-
tezzato “StrozziNewsSturla”, dopo la nascita lo
scorso settembre dell’I.C. Sturla, è ideato e
coordinato dal prof. Maurizio Braggion, che si
è avvalso anche quest’anno della preziosa col-
laborazione di Vittorio De Benedictis, capore-
d a t t o r e d e l S e c o l o X I X .
La redazione del giornale coinvolge da alcuni
anni gli alunni del laboratorio pomeridiano di
giornalismo, quelli di alcune classi di via Era e
allievi della scuola ospedaliera del Gaslini.
Gli argomenti di questo numero speciale sono
come al solito i più disparati, si parla di grandi
personaggi del presente e del passato, di fatti
accaduti in Italia e all’estero, di scuola, del bul-
lismo, del femminicidio, di problemi ambienta-
li e giovanili, di sport,giocato e non, e di molto
altro ancora. C’è anche spazio per la fantasia,
con un’ intervista immaginaria a Carlo Magno
e una rivisitazione di Cappuccetto Rosso, per
un progetto della Scuola Ospedaliera.
“StrozziNews Sturla ”sarà presentato, come già
avviene da anni ,nell’Aula magna del Gaslini,
i l g i o r n o 6 g i u g n o ,
Sarà presente, come ospite d’onore, assieme a
Vittorio De Benedictis e alla Dirigente scolasti-
ca dell’I.C. Sturla, dott.ssa Alba Benvenuto,
l’attrice teatrale, televisiva e cinematografica
Carola Stagnaro, che verrà da Roma, dove sta
girando una nota fiction Mediaset, proprio per
l’occasione. A proposito di ospiti, tra quelli
intervenuti negli anni scorsi si ricordano due
sportivi, l’allenatore Novellino e l’arbitro in-
ternazionale Farina e due amministratori citta-
dini, l’allora presidente della provincia Repetto
e l’ex Sindaco di Genova, Vincenti, e il giudice
minorile Sansa.
Ricordiamo che il nostro giornale ha vinto in
questi anni numerosi premi , oltre a quelli de
“Il Giornale in classe” del Secolo XIX, si è
aggiudicato i premi “Regiornalando”, Penne
Sconosciute, per due volte, il diploma di gran
merito al Premio nazionale scolastico Albo-
scuole e, lo scorso anno, il premio, Giornali-
Noi, a Mirabilandia.
Direttore: Martina Ottino
Vicedirettori Federico Barbano Lorenzo Debernardis,Alessio Serra
Caporedattori Lorenzo Berisso, Francesco Mondillo, Enrico Piacenza, Matteo Corino, Davide Verdina,Vittoria Pascale,
Andrea Silvestri, Viktoria Klets, Sofia Negri, Gabriele Raffo
Redattori Febe Ausonia, Daniele Bini, Giulia Bonavera, Matti-
a Brisighella, Francesca Cama, Mattia Caprotti, Giulio Costi,
Martina Degiorgi, Lorenzo Frascolla, Elena Guenna, Nick
Piero Lema Valdez, Alessia Mauceri, Giorgia Moscatelli, Ga-
briele Parisi, Rebecca Orlando, Ajithan Sivantharajah,Sajithan
Sivantharajah, Adriano Soddu, Marco Taini, Carola Anchieri,
Matilde Arnaboldi, Maia Stefania Baldi, Chakaniya Chandran,
Matteo D’Atri, Roberto De Dominicis, Mattia Del Bono, Fran-
cesco Galletti, Alessio Lugo, Gian Filippo Marano, Beatrice
Matta, M. Esther Mwanza, Elena Pallotta, Anis Redjemi, Ilaria
Saia, Noemi Sante, Riccardo Solarino, Lorenzo Taverna, Fran-
cesco Vagge, Irene Iula. Hanno collaborato alla realizzazione
di questo numero, oltre agli alunni citati, altri del plesso di via
Era e gli alunni della scuola ospedaliera del Gaslini.
Fotoreporter Adriano Soddu
StrozziNewsSturla è stato ideato e coordinato dal prof. Mauri-
zio Braggion. Hanno collaborato le proff. Carla Guglieri e
Maria Francesca Rossi. Si ringraziano inoltre le professores-
se Irene Monaco, Elisabetta Grasso, Daniela Cavallin, Danie-
la Olcese, Rita Garbato, Angela Vernizzi, Cristina Delorenzi,
Silvia Parigi, Enrica Ponte, Gabriella Demicheli e Sonia Ar-
maniaco.
LA REDAZIONE
Pagina 2
EDITORIALE
Anno VI NUMERO SPECIALE
Anno VII NUMERO SPECIALE
Pagina 3
di E. Piacenza e F. Barbano
Quello che è successo a Boston al
termine della Maratona è stato
terribile. Le immagini trasmesse
dalle tv americane hanno mostra-
to tanti corpi a terra.
Tutto è stato causato dall'esplo-
sione di due bombe alle 14,50
locali, scoppiate a distanza di
venti secondi l’una dall’altra. Tre
sono stati i morti, tra cui un bam-
bino di otto anni, e oltre 130 i
feriti, alcuni gravi. Molti dei feriti
sono arrivati in ospedale con an-
cora la pettorina della gara.Lo
spazio aereo su Boston era stato
subito chiuso dalle autorità.
Il giorno dopo la nostra ed altre
classi hanno partecipato al Porto
Antico di Genova alla Marcia dei
Valori, nel corso della quale si
parlato anche di sport e valori. .
Pensiamo che sia stato un pecca-
to che un grande evento sportivo
come la Maratona di Boston sia
potuto finire nel terrore e nel san-
gue.I colpevoli sono stati per for-
tuna individuati.
BOSTON MARATONA DI SANGUE
di Enrico Piacenza
Come avevamo
scritto l’anno scor-
so, quello delle
morti bianche e
degli infortuni sul
lavoro, è un feno-
meno in continuo
aumento in Italia. In Liguria benché, in particolare a
Genova, siano diminuiti gli infortuni , sono aumenta-
te le morti sul lavoro. Lo ha detto il senatore Tofani,
della Commissione parlamentare che si occupa del
tema, aggiungendo che i dati vanno comunque ap-
profonditi, anche perché si deve considerare che l'oc-
cupazione da allora è diminuita dello 0,7 per cento.
E' tuttavia preoccupante, in Liguria , come detto l'au-
mento delle morti bianche, passate da 16 a 19. A
Genova sono comunque scese da otto a sei.
Per evitare o diminuire le morti sul lavoro, bisogne-
rebbe aumentare il livello di sicurezza. Purtroppo, i
costi maggiori spingono molte aziende a non investi-
re sulla sicurezza dei lavoratori. Di recente, si è par-
lato anche delle patologie sul lavoro legate all' a-
mianto che , quando si sbriciola diventa fatale. Esse
sono abbastanza diffuse in Liguria. Secondo gli e-
sperti, il picco delle malattie ad esso legate, si rag-
giungerà nel 2020.
MORTI BIANCHE E INFORTUNI IN LIGURIA
Pagina 4
di Francesco Mondillo
Lo scorso 14 dicembre Adam Lanza, 20 anni, nel-
la foto, si è suicidato dopo aver sterminato
un’intera classe della Sandy Hook Elementary
School di Newtown, nello stato americano del
Connecticut , con due pistole e un fucile d’assalto
semiautomatico. Oltre ai 20 bambini, di età tra i
sei e i sette anni, ha ammazzato sette adulti, cin-
que insegnanti , la preside e la psicologa scolasti-
ca. Quest'ultima, che era ad un passo dalla pensio-
ne, non ha esitato a lanciarsi contro Adam Lanza.
In precedenza anche la madre, Nancy, di 52 anni,
era stata uccisa dal ragazzo. La donna, trovata
morta nella villa in cui viveva con Adam, aveva
la passione per le armi, che collezionava. Era sta-
ta lei a insegnare al figlio a sparare. Il presidente
americano, Barack Obama, si è commosso parlan-
do in diretta tv alla nazione, dopo il fatto.
"Dobbiamo agire - ha detto- per evitare che trage-
die come queste si ripetano" Successivamente si è
recato nella città della strage, dove ha iniziato il
suo discorso dicendo ” Con tutta l’America mi
stringo attorno alle famiglie dei bambini scompar-
si”. Il Presidente degli Stati Uniti ha poi parteci-
pato a una cerimonia religiosa. Obama, che è pa-
dre di due figlie, era profondamente emozionato e
turbato. Per la cronaca, quello di dicembre è stato
il quarto massacro in un scuola statunitense, dopo
quelli avvenuti a Fort Hood nel 2009, Tucson nel
gennaio 2011, Aurora, nel Colorado, nel luglio
2012. Il Presidente si è augurato che, in futuro, le
persone che abbiano commesso reati criminali o
che abbiano problemi psicologici non possano più
comprare armi. Negli Stati Uniti, infatti, la vendita
è purtroppo libera anche per questa gente.
Speriamo che la legge entri in vigore presto, per-
ché fatti terribili come quello di Newtown non
devono più succedere.
PATRIA PROIBITA PER I PRETI CINESI
di Viktoria Klets, Sofia Negri
Quella di cui parleremo è un’altra delle terribili
tragedie avvenute negli Stati Uniti, legate all’uso
delle armi e alla libertà che hanno tutti i cittadini
di possederle. La polizia di Brunswick, in Geor-
gia, ha arrestato due adolescenti accusati di aver
ucciso un bambino di 13 mesi e di aver ferito sua
madre, durante un tentativo di rapina. Sherry
West, la madre, nella foto, stava portando il figlio
Antonio a fare una passeggiata con il passeggino,
vicino a casa.Ad un certo punto, le si sono avvici-
nati i due adolescenti che le hanno chiesto dei
soldi,minacciandola, altrimenti, di sparare al bim-
bo. Al suo rifiuto, i due hanno colpito il piccolo
alla testa, uccidendolo, e ferito lei a una gamba.
Il capo della polizia di Brunswick ha fatto sapere
che uno dei due assassini, diciasettenne, accusato
come l'altro di omicidio di primo grado, sarà pro-
cessato come adulto,a differenza dell'amico di 14.
E’ orribile quello che hanno fatto questi due ra-
gazzi. Non si può togliere la vita ad un bimbo di
pochi mesi, per punire la madre che non ha dato
loro dei soldi!
NUOVA STRAGE IN SCUOLA USA
ADOLESCENTI USA UCCIDONO BIMBO NELLA CULLA
La redazione
L”attrice Carola Sta-
gnaro ha incontrato
due nostre classi, la II
C e la II B , accompa-
gnate dai proff. Mau-
rizio Braggion e An-
gela Vernizzi, per il
progetto “Dal palco-
scenico alla cattedra:
gli attori si racconta-
no!,ideato e coordinato dallo stesso prof Brag-
gion,con la collaborazione della prof Elisabetta Gras-
so. La Stagnaro, che,come ha ricordato il prof
all’inizio dell’incontro,ha nel suo repertorio teatrale
Eur ip ide ,Shakespeare ,Mol i e re , Büchner ,
Jarry,Fo,Labiche,N. Simon,Chiarelli, Giacosa, Du-
mas, Flaiano, al cinema è’ stata diretta da Nanni Mo-
retti,in Ecce Bombo, Alberto Lattuada, in Una spina
nel cuore,Dario Argento ,in Tenebre e Ope-
ra,Massimo Troisi,in Le vie del signore sono finite,
Nikita Michalkov,in Oci Ciornie,con Mastroianni e la
Mangano. Star nelle soap Vivere e Centovetrine,ha
lavorato in tv in Un posto al sole, Don Matteo,La
squadra,Il generale Dalla Chiesa ecc. Conclusa la
presentazione, abbiamo parlato di cinque cattive”del
teatro drammatico: Clitennestra,Elettra,Medea, Fedra
e Nora di Ibsen, diventate tali -come ha ricordato Ca-
rola-per vendicare i torti subiti. A loro è stato dedica-
to un recente lavoro della Stagnaro,,un monologo dal
titolo, Le cattive: Donne di crimine e di potere da
Eschilo ad Ibsen,testo di:M. Rubino,regia di
D.Ardini,in scena il 23 e 24 marzo agli Emiliani.
L’attrice, dopo averci fatto recitare alcune battute da
Casa di Bambola di Ibsen, ha interpretato splendida
Mente due brevi monologhi di Nora e Medea, tra-
smettendone con poche battute la rabbia e le emozio-
ni, Applausi a scena aperta. Successivamente hanno
letto il monologo di Medea alcuni di noi ricevendo
suggerimenti preziosi sull’intonazione. Spazio,infine
alle domande.”A che età ha cominciato? “A 14 an-
ni,con Il tumulto dei Ciompi. Dopo il liceo, ho fatto il
DAMS e l’Accademia. Dalla Fantesca, con il grande
Fantoni,in poi, ho avuto parti importanti.””Qual è il
lavoro che ricorda con maggiore piacere? “ “Il film
La signorina Else, tratto da Schnitzler, con Moschin e
la Morriconi.” E quello che l’ha divertita di più?”
“Rumors , di Neil Simon” “Preferisce fare teatro,
cinema o televisione? “Teatro. E’ il primo amore.”
“Ha interpretato la cattivissima Donatella in Centove-
trine, c’è qualcosa di lei nel personaggio? “ Solo
l’ironia. Io sono buona!”“Come si è sentita la prima
volta che doveva entrare in scena? “Molto emoziona-
ta,come ora, a volte recito un mantra per stemperare
la tensione ””Le è mai successo di dimenticare una
battuta!” Sì,in un lavoro di Jarry.Mi sono cavata
d’impaccio, uscendo di scena”. La Stagnaro, che in-
segna tra l’altro in una scuola di teatro per malati di
Parkinson,ha risposto di amare la lettura,andare a
cinema e a teatro,pattinare. Rispondendo all’ultima
domanda, ha detto di essersi trovata bene con tutti i
grandi registi con cui ha lavorato, da Nanni(Moretti)
in avanti.Su tutti, ha indicato però il russo Michal-
kov. Alla fine, grandi applausi, spazio agli autografi,
con dedica, e foto di gruppo. Il secondo appuntamen-
to del progetto è stato quello con Enrico Bonavera
(articolo pubblicato sul Secolo XIX)
INCONTRO CON CAROLA STAGNARO
Pagina 5
Anno VI NUMERO SPECIALE
di Federico Barbano e Enrico Piacenza
Di recente, abbiamo letto un interessante articolo di
Monica Mazzotto, sulla Stampa, su uno scimpanzé di
circa trent'anni, furbo ed aggressivo, chiamato Santino,
che vive nello zoo di Furuvik, in Svezia. La giornalista,
parlando dell’intelligenza degli animali ha fatto riferi-
mento a un noto studioso Giorgio Vallortigara dell'Uni-
versità di Trento, che sostiene che gli animali non rie-
scono a pianificare il loro futuro. "Per pensare che ci
sia una sorta di visione del futuro - ha scritto lo studio-
so - il ratto dovrebbe cercare di ottenere qualcosa a cui,
in quel momento, non è interessato, ma che sa che po-
trebbe desiderare in un momento e in un contesto futu-
ro". Altri studiosi la pensano diversamente e ritengono
che gli animali non siano spinti solo dall'istinto, ma che
possano pianificare il futuro. Michael Delgado
dell’Università di Berkeley, ad esempio, analizzando
l’abilità degli scoiattoli nel fare le provviste per
l’inverno, ha osservato che essi cercano alimenti diver-
si, per nasconderli in modi e luoghi differenti. Ancor
più interessanti, riguardo alla preparazione di azioni
future, sono gli studi dell’’Università svedese di Lund,
su Santino, che vive, come detto, nello zoo di Furuvik.
Questo animale, qualche tempo fa, la mattina, quando i
cancelli dello zoo erano ancora chiusi, raccoglieva dei
sassi , per tirarli poi contro i visitatori, che probabil-
mente non sopportava, Recentemente , dopo essersi
reso conto che i visitatori indietreggiavano quando lo
vedevano avvicinarsi, ha cominciato a nascondere i
sassi sotto un po’ di paglia. Appena le persone erano
vicine, fingendo disinteresse, si avvicinava alla paglia e
rapidamente afferrava le pietre, tirandole contro i mal-
capitati, sicuramente sbalorditi dalla sua furbizia. Se-
condo i ricercatori, che per 10 anni hanno studiato San-
tino, l’animale ha dimostrato che anche un primate non
umano, può con la sua mente pianificare il futuro. Gli
stessi ricercatori hanno fatto anche un altro esperimen-
to significativo, notando che due scimpanzé e un oran-
go, posti di fronte alla scelta tra poter mangiare un frut-
to subito o prendere una cannuccia con cui avrebbero
potuto assaporare, dopo un’ora, una deliziosa zuppa di
frutti, hanno preferito la cannuccia.
ANIMALI, NON SOLO ISTINTO
Pagina 6 Anno VII NUMERO SPECIALE
di Alessio Serra
La Città della scienza, nata nel 1986
per la promozione e divulgazione
scientifica,si trova, o potrei dire si
trovava, a Napoli, nel quartiere opera-
io di Bagnoli. .Quasi l’intera struttura,
creata riconvertendo gli spazi prima
occupati dagli stabilimenti dell'Italsi-
der, anche per ridurre la perdita di
posti di lavoro, è andata a fuoco, a
causa di un incendio, doloso, la sera
del 4 marzo. Il primo insediamento
della Città della scienza avvenne nel
1996, nel 2001 fu inaugurato lo
Science Centre e tra il 2003 e il 2010
vennero aperti il Centro congressi,il
Centro di alta formazione, il Business
Innovation Centre e Corporea, il mu-
seo sul corpo umano. Si poteva entra-
re al museo tramite una serie di in-
gressi ciascuno dedicato a una disci-
plina scientifica. All’interno della
Città della scienza c’era anche la Pa-
lestra della scienza, con tema princi-
pale la fisica classica., che dava la
possibilità di conoscere la dinamica
dei vari fenomeni naturali e la storia
dell’evoluzione della specie umana. Il
Planetario era dotato di un mega-
schermo a cupola, capace di riprodur-
re il sistema solare. Grazie all’ incli-
nazione della sala, era possibile vede-
re perfettamente tutto il megascher-
mo. L’officina dei piccoli permetteva
invece ai bambini di apprendere la
scienza giocando. Per le mostre tem-
poranee esisteva un padiglione di
1700 m². Aveva fatto parte della fon-
dazione IDIS della Città della scienza
la grande Rita Levi Montalcini, di cui
si parla a lungo in questo giornale. .
Purtroppo in quel fatidico giorno di
marzo la Città della scienza è stata
incendiata. Nel momento in cui scri-
vo, i colpevoli non sono ancora stato
scoperti, ma si spera che questo acca-
da presto. Personalmente,mi auguro
qualcosa di più, ossia che la Città del-
la scienza venga ricostruita prima
possibile.
lala LA CITTA’ DELLA SCIENZA VA IN FUMO
di Daniele Barbano e Enrico Piacenza
Ci ha colpito molto il gravissimo avvenimento suc-
cesso a Genova nei giorni scorsi, precisamente il 7
maggio, quando la ‘Jolly Nero’, nave container della
linea Messina‘, 240 metri per 40.000 tonnellate di
stazza lorda, ha urtato e distrutto la torre di controllo
del porto di Genova, causando la morte di nove per-
sone. Si pensa che la tragedia sia avvenuta per
un’avaria ai comandi del motore. I rimorchiatori han-
no cercato di fermare l’abbrivio della nave, ma le
corde hanno ceduto e la Jolly Nero è finita a 3 nodi (6
km orari) contro la torre.I morti, purtroppo, come
detto sono 9. La nave stava uscendo dal porto per
dirigersi verso Napoli ,da dove sarebbe poi dovuta
salpare alla volta di Port Said, in Egitto.Erano presen-
ti ai funerali delle vittime il Presidente della Repub-
blica Napolitano e quello della Camera Boldrini
TRAGEDIA NEL PORTO DI GENOVA NOVE LE VITTIME
Pagina 7
di Piero Lema
A Zizzolo, in provincia di Milano,
un 54enne ubriaco, una domenica
dello scorso novembre, ha investito
e ucciso con il suo Suv una giovane
scout, Altea Trini (nella fo-
to),mentre stava pedalando con il
suo gruppo scout,. Altea è morta sul
colpo. Il tasso alcolico dell'uomo
era tre volte superiore al massimo
permesso dalla legge. I compagni di
classe della povera ragazza, che
frequentava la IV dello scientifico
ad indirizzo biologico, increduli per
la morte di Altea, al rientro a scuo-
la, erano disperati. Il suo banco è
stato riempito di mazzi di fiori.
I compagni hanno detto ai giornali
che Altea era seria e solare. Non
vogliono credere che sia morta.
Questa vicenda mi ha colpito mol-
to, non si può morire in questo mo-
do a soli 17 per colpa dell'inco-
scienza di qualcuno.
UNA SCOUT IN BICI INVESTITA E UCCISA
Anno VI NUMERO SPECIALE
Pagina 8
di Andrea Silvestri
La mia squadra del cuore, il Genoa Cricket and A-
thletic Club, fu fondato da alcuni inglesi il 7 settem-
bre 1893 presso il consolato del Regno Unito di
Gran Bretagna ,a Genova. Nasceva così la prima
squadra di calcio italiana. Per gli amanti delle stati-
stiche, la più antica squadra inglese è invece lo
Sheffield Football Club, nato nel 1857. Il vero fon-
datore del Genoa fu il dottor James R. Spensley, che
era stato mandato a Genova, per curare i marinai
inglesi . Grazie a lui , dal 10 aprile 1897 il club fu
aperto anche agli italiani, prendendo, dal 2 gennaio
1899, il nome di Genoa Cricket and Football Club.
Il grande Spensley era il tuttofare della società, face-
va infatti il medico, l'allenatore, il portiere e a volte
il centrale difensivo. Era ovviamente anche il capi-
tano del Genoa, che, guidato da lui, vinse il primo
campionato italiano di calcio, nel 1898, e i successi-
vi scudetti, sino al 1904. Spensley morì durante la
prima guerra mondiale, pare nel tentativo di salvare
un soldato ferito. Nel 1977 il Comune di Genova gli
dedicò una lapide, ricordando il suo amore per l'Ita-
lia e per Genova e il fatto di aver portato in Italia il
gioco del calcio e lo scoutismo, che tolse molti ra-
gazzi dalla strada. A lui è stata intitolata una via, nei
pressi dello stadio Luigi Ferraris di Genova gli è sta-
t a a n c h e i n t i t o l a t a u n a v i a .
Sul libro "1886 Il Secolo XIX 1986" , che ripercorre
la storia del più importante quotidiano genovese, ho
trovato, nell’anno 1897, un interessante articolo inti-
tolato: "Il gioco del calcio spiegato al lettore", nel
quale si riportano alcune informazioni sul nuovo
gioco, che ancora pochi conoscevano.
SPENSLEY E LA NASCITA DEL GENOA
Anno VII NUMERO SPECIALE
di Andrea Silvestri
Sono stato molto colpito dalla morte di Pietro Men-
nea, il grande atleta italiano scomparso dopo una
lunga malattia. Mennea fa parte di un'altra epoca
dello sport, comunque già prima che morisse avevo
sentito molto parlare di lui e visto qualche video su
internet delle sue gare. Per lui non era importante
solo lo sport, ma anche la sportività. Qualche tempo
fa mi era stato chiesto a scuola di raccontare una mia
giornata proprio all'insegna dello sport e della sporti-
vità. L'avevo fatto , ricordando una mia gara di ba-
sket, disputata due mesi prima.
In pullman,io e i miei compagni di squadra ci erava-
mo recati in Trentino per disputare una gara di palla-
canestro, dovevamo affrontare una squadra del po-
sto che era davvero fortissima.
Il risultato, come si pensava, non è stato positivo,
abbiamo infatti perso la gara, ma la sconfitta non ha
reso meno emozionante quella nostra giornata di
sport.
Vincere è bello, ci mancherebbe, ma non aveva poi
torto De Coubertin, come ci ha ricordato ill profes-
sore, quando diceva che l'importante è partecipare,
non vincere.
RIFLESSIONI SU MENNEA E LA SPORTIVITA’
di Martina Ottino
Il 21 maggio, a Parigi,alle 16, è accaduto un fatto
davvero sconvolgente e incomprensibile, che mi ha
molto colpito. Un uomo di 78 anni, Domenique Ven-
ner, nella foto,storico e saggista di estrema destra si
è ucciso, sparandosi in bocca, dietro l'altare princi-
pale della Cattedrale di Notre Dame, per protestare
contro la legge sulle nozze gay, varata dal presidente
Hollande. Nella chiesa c'erano 1500 persone. Sull'al-
tare Venner, che qualche giorno prima aveva detto
che avrebbe compiuto un "“gesto simbolico e spetta-
colare”contro quella legge, ha lasciato cinque lettere,
per spiegare il suo gesto. La polizia sta esaminandole,
ma le parole dell'uomo non lasciano dubbi. Dopo
aver parlato della manifestazione che ci sarebbe stata
qualche giorno dopo contro le nozze gay, ha definito
"infame" la legge approvata da poco. Ha concluso
scrivendo "Bisogna essere in sé fino all'ultimo istan-
te".
TRAGICO GESTO A NOTRE DAME
Pagina 9
di Francesco Mondillo
Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev , nella foto, due ragaz-
zi di origine cecena, sono ritenuti dall'FBI i responsa-
bile della strage della Maratona di Boston. Raggiunti
dalla polizia, i due fratelli che fuggivano rispettiva-
mente su un Suv e una berlina sono scesi dalle auto e
hanno cominciato a sparare all’impazzata, scagliando
contro gli agenti anche cinque granate. Alla fine,
Dzhokhar, ferito alla gola, è stato catturato, mentre
Tamerlan è morto . L’Fbi è convinta che i due non
abbiano agito da soli. Si cercano infatti almeno altri 12
terroristi. Qualche giorno dopo, Dzhokhar è stato in-
terrogato dagli investigatori. Non potendo parlare,a
causa della ferita, ha risposto alle domande dei poli-
ziotti scrivendo. Speriamo che sia fatta presto chiarez-
za su questo terribile avvenimento, che ha trasformato
una festa di sport in una tragedia.
MARATONA DI BOSTON VERITA’ VICINA
di Francesco Mondillo
Domenica 18 maggio, nel quartiere di San Paolo, a Bari,mentre la gente stava tornando a casa per il pranzo,
sono stati uccisi tre giovani. I killer, per uccidere, si sono serviti di una mitraglietta kalashnikov e di una pisto-
la calibro nove. I colpi hanno danneggiato anche la saracinesca di un negozio e la parete di una casa. Gli agen-
ti della scientifica hanno recuperato in strada decine di bossoli. Una delle vittime, che indossava il giubbotto
antiproiettile , risultato purtroppo inutile per i colpi della mitraglietta, era il figlio di un boss attualmente in
carcere. Gli altri due giovani sono morti poco dopo all'Ospedale San Paolo. Pare che la causa di quanto è suc-
cesso sia la guerra tra clan. Il fatto è avvenuto mentre la gente della zona stava tornando a casa per il pranzo.
BARI REGOLAMENTO DI CONTI TRE MORTI
Anno VII NUMERO SPECIALE
Pagina 10
di Federico Barbano e Enrico Pia-
cenza
Il 6 maggio scorso i pendolari
liguri hanno manifestato contro i
disagi causati dai treni regionali.
La protesta si è svolta alla stazio-
ne di Genova Brignole, dove sono
state occupate le carrozze di pri-
ma classe. Il loro portavoce ha
detto che i pendolari hanno volu-
to in questo modo far sentire la
loro voce e la loro rabbia contro
Trenitalia, per la riduzione delle
carrozze dei treni(“Non si può-
hanno detto- viaggiare stipati co-
me delle bestie “) e per la situa-
zione negativa del trasporto ferro-
viario regionale. Tutto questo
malgrado l'aumento delle tariffe.
Chi viaggia in treno, non può che
condividere la loro protesta che si
è conclusa nella biglietteria di
Brignole, dove i pendolari hanno
intonato l 'inno nazionale.
Speriamo che Trenitalia dia loro
ascolto
PROTESTE DEI PENDOLARI GENOVESI
di Davide Verdina
A maggio, a Genova, in via Fiasella è successo un
fatto davvero curioso. All' ora di pranzo vi è stato un
“fuggi fuggi” generale della gente che si trovava
all'esterno di un bar, a causa di uno sciame d'api.
Pare che le api stessero creando un alveare, sotto le
fronde di un alberello, a pochi passi dal déhor del
locale. Il padrone del bar , che quel giorno ha perso
buona parte dell'incasso, ha subito chiamato i vigili .
Disturbate, le api si sono spostate e hanno invaso
l'auto, un' Audi a5, del console onorario tailandese.
Fortunatamente, è poi intervenuto un esperto apicol-
tore, Stefano Repetto, che è anche ispettore capo
della Polizia, che ha radunato gli insetti e li ha con-
dotti in un’arnia.
PERICOLO API NEL CENTRO DI GENOVA
Quest’anno a partire dal 1 giugno la Walt Disney Company Italia riporterà sul grande schermo
i capolavori del cinema d’animazione in una versione restaurata in digitale. Con “Disney
Classici al Cinema', anche i più piccoli potranno vedere al cinema Gli Aristogatti, Il Libro del-
la Giungla e Le Avventure di Peter Pan.
di Alessio Serra
Via San Lorenzo, che solo da pochi anni è zona
pedonale, è sicuramente una delle strade più am-
pie e importanti di Genova. Essa collega Piazza
Matteotti e il Palazzo Ducale alla zona del Porto
Antico. Prima che diventasse pedonale, mi hanno
detto che tutti i palazzi erano sporchi di smog. Per
l'Expo del 1992, gli edifici della via vennero ri-
strutturati e fu vietato l’accesso alle auto.
Con la Cattedrale, in Piazza san Lorenzo, i bei
palazzi nobiliari, i numerosi locali, i negozietti
carini, le gelaterie, gli artisti di strada, la via ri-
chiama molti turisti, così come tutto il nostro cen-
tro storico, comunque,secondo me, rispetto allo
scorso anno, qualcosa è cambiato.
La crisi si percepisce anche lì. Basti pensare ai
negozi che chiudono ogni mese.
Ci sono stato, l’ultima volta, una domenica
d’inizio primavera. Era piena di gente. C’era chi
giocava sui grandi leoni della Cattedrale, chi foto-
grafava il Duomo, chi mangiava un gelato, chi
semplicemente faceva una bella passeggiata al so-
le, visibilmente contento di essere lì, come lo ero
io.
VIA SAN LORENZO E DINTORNI
LA SCUOLA OSPEDALIERA
Dal 1976 presso i reparti del Ga-
slini c’è una sezione della nostra
scuola, rivolta ad un numero mol-
to alto di alunni (600/700 per an-
no scolastico), provenienti da di-
verse regioni italiane, ripartiti in
15 reparti o ricoverati ambulato-
rialmente in Day-hospital. In certi
casi i ricoveri sono molto prolun-
gati e la frequenza a scuola può
avvenire solo in ospedale.
Al Gaslini, insegnano nove nostre
insegnanti di tutte le materie e i
maestri della Scuola Statale
dell’Infanzia e della Primaria
dell’I.C. Sturla.
Pagina 11
Dal 14 al 17 Febbraio due nostre classi, la 3C e la
3G, nella foto, accompagnate dalle prof. Bitritto,
Cavallin, Delehaye, Delorenzi e Palomba, hanno
visitato Barcellona, la bellissima città catalana.
Grazie a questo viaggio di istruzione, inserito in un
progetto che iniziato ad ottobre ,abbiamo potuto
osservare di persona quanto avevamo studiato con
la prof. Palomba e con l’assistente Comenius, Eva
Pernia Gonzales. A Barcellona, abbiamo visitato
tra l'altro la Sagrada Familia, il Parco Guell, le
celebri case di Gaudì, il Barrio Gotico, il mercato
“Boqueria” e il Museo Picasso, di cui avevamo
p a r l a t o a l u n g o i n c l a s s e .
Abbiamo trovato la città catalana davvero
affascinante e ricca di suggestioni.
3 C e 3 G
DUE NOSTRE CLASSI A BARCELLONA
di Giorgia Moscatelli
L a
popolazione italiana è in lieve crescita, siamo infatti 59,4
milioni, ma lo è solo grazie agli stranieri regolari che
sono oltre 4 milioni.Noi italiani siamo infatti diminuiti di
250 mila unità, inoltre, con il 25 % delle coppie senza
figli, rimaniamo il paese più vecchio d'Europa, basti pen-
sare che il 20 % della popolazione ha superato i 65 anni
di età. Anche gli over 85, sono aumentati, come pure gli
ultracentenari, oltre l'83 % dei quali sono donne. In
Lombardia vive la maggior parte di essi, seguita dall'E-
milia Romagna e dal Veneto. La Liguria ha comunque
sempre la percentuale più alta di persone anziane, con un
tasso di mortalità è del 13,4 %
di Federico Barbano e Enrico Piacenza
E’ trascorso quasi un anno e mezzo dal disastro acca-
duto all Isola del Giglio , per le note responsabilità del
comandante Schettino, che è stato recentemente licen-
ziato dalla Costa Crociere. Per Schettino la Procura ha
chiesto il processo per omicidio colposo plurimo (per
le 32 vittime) e lesioni colpose plurime (i 157 feriti).
Egli dovrebbe rispondere anche di naufragio colposo,
abbandono della nave e di persone incapaci e di man-
cata collaborazione con l'autorità marittima. Lo scorso
gennaio, per ricordare l’anniversario della tragedia e
la morte di tanti innocenti, i traghetti hanno suonato i
clacson e gigli bianchi sono stati lanciati in acqua. La
nave purtroppo si trova ancora nel punto in cui è af-
fondata e chissà per quanto tempo resterà lì. Unico
fatto positivo è che lo scoglio strappato dalla Concor-
dia è sato riposizionato al suo posto
PROCESSO SCHETTINO. GIUSTIZIA SIA FATTA
Pagina 12
POPOLAZIONE ITALIANA IN LIEVE CRESCITA
di Francesco Galletti, Mattia Del Bono, Roberto Dedominicis e Lorenzo Taverna
Il giardiniere di Caravaggio, Angelo Cerioli, di 52 anni, titolare di un negozio di giardinaggio, deve rispondere
dell'omicidio volontario di un romeno di 43 anni, che con i suoi complici stava rubando proprio nel suo negozio.
Cerioli, che in passato aveva subito altri furti, ha sorpreso i ladri intenti a rubargli alcune motoseghe,e ha sparato
due colpi dalla finestra di casa, che hanno colpito alla schiena uno dei componenti della banda, uccidendolo sul
colpo. L'uomo ha detto di aver sparato i due colpi solo per spaventare i ladri, non per uccidere.
NEL BERGAMASCO GIARDINIERE UCCIDE LADRO
Pagina 12 Anno VII NUMERO SPECIALE
SCUOLA OSPEDALIERA DEL GASLINI.
di A. Sezione ospedaliera del Gaslini
In Albania vivo con i miei zii e gli zii di mio papà,
in un posto in campagna, con attorno le montagne.
Tutti noi abbiamo delle mucche, delle pecore, delle
galline ecc. Con il latte delle mucche facciamo il
burro, lo yogurt e altre cose. Il latte, poi, lo
vendiamo ogni giorno. Per le mucche abbiamo
comprato delle terre e ogni estate le portiamo lì e
loro mangiano l'erba dalle 5 di mattina alle 5 di
sera. Abbiamo le serre dove facciamo crescere le
verdure e abbiamo altre terre dove teniamo gli
alberi da frutta. Le pecore le mandiamo il più delle
volte sulle montagne dove c'è più erba. Quand'ero in
Albania, io e i miei cugini sorvegliavamo le mucche
al pascolo. Mentre le mucche mangiavano noi
giocavamo e quando si allontanavano, con i nostri
cani, andavamo a prenderle. La mattina io andavo a
scuola, mentre il pomeriggio guardavo le mucche.
Noi, per mangiare, compriamo solo il riso e la pasta,
il resto è di nostra produzione e la verdura che
coltiviamo è molto più buona di quella del mercato.
Ora siamo in Italia da un anno, qui mi piacciono
t a n t o l e p a l m e e i l m a r e .
La scorsa estate sono rientrato in Albania per le
vacanze, comunque pensiamo di tornarci per
sempre quando starò bene.
VITA NEI CAMPI IN ALBANIA
Luana Sezione ospedaliera del Gaslini
Mi chiamo Luana e vengo
da Palermo. Sono ricoverata
al Gaslini da due mesi e
sono stanchissima di stare
in ospedale. Non ne posso
più, mi manca tanto la mia
casa, con la mia bella camera tutta gialla, con i po-
ster appesi alle pareti dei miei cantanti e attori pre-
feriti, Alessandro, Zac Afron, Giusy, i pupazzi di
Hello Kitty. Quando tornerò a casa, mio zio dipin-
gerà le pareti della mia stanza di bordeaux, il mio
colore preferito. Qui a Genova, mi mancano tanto i
miei fratelli, un maschio di dodici anni e una fem-
minuccia di due. E i miei sette cugini, di età diver-
se, con i quali gioco spesso a carte e a tombola. Tra
loro, solo Francesco, il più grande, che ha 21 anni,
lavora, tutti gli altri studiano ancora. Il mio cugino
preferito, è comunque Alessio, di 18 anni, con il
quale ho davvero un buon rapporto.Francesco fre-
quenta il liceo e sa cantare davvero molto bene.
Viene spesso a trovarmi e, ogni volta, canta per me.
Presto compirò16 anni, spero per l’occasione, di
poter fare una grande festa, alla quale inviterò i
miei cugini, i nonni, gli zii. Accanto a loro, ovvia-
mente, ci saranno, a festeggiare il mio compleanno,
i miei fratelli e i genitori.
VOGLIA DI TORNARE A CASA
Anno VII NUMERO SPECIALE Pagina 13
.di L.Debernardis e A. Serra
Vogliamo parlare di Maurizio Croz-
za, il grandissimo comico genovese,
che quest'anno ha imperversato su-
gli schermi televisivi, sempre in di-
retta, con Ballarò e ” Crozza nel
paese delle meraviglie ”, di cui non
abbiamo perso una puntata e nel
quale ha messo in bocca a Bersani il
divertentissimo “sta-acqua-qua ra-
gassi” Ma vediamo in breve la sua
biografia. Crozza , diplomatosi a 21
anni al Teatro Stabile di Genova,
dopo avere iniziato con il teatro
drammatico, lasciò lo Stabile per il
cabaret , al teatro dell’ Archivolto,.
Lì , insieme a Ugo Dighero, Marcel-
lo Cesena, Mauro Pirovano e Carla
Signoris, sua futura moglie, formò
il gruppo dei Brancoviz, con cui
partecipò in televisione a program-
mi satirici come Avanzi e Tunnel. La
fama gli arrivò però con la
Gialappa’s Band. Nel 1995 Mauri-
zio esordì nel cinema con Peggio di
così si muore di Marcello Cesena.
Quattro anni dopo tornò sul grande
schermo in Tutti gli uomini del defi-
ciente.
La sua fama aumentò negli anni con
la partecipazione a Quelli che … il
calcio, condotto da Simona Ventura,
e La grande notte del lunedì
sera . Nel 2005 tornò a teatro con il
monologo Ognuno è libero e prese
parte in televisione a Rockpolitik di
Adriano Celentano. L'anno dopo fu
protagonista di Crozza Italia, su
La7, di cui era anche autore . Dal
2007 Maurizio cura la copertina di
Ballarò. Su La7 ha condotto Crozza
Alive, Italialand. e Crozza Nel Pae-
se Delle Meraviglie, trasmessa
quest’anno come abbiamo detto. Dal
matrimonio con l’attrice Carla Si-
gnoris, intervistata due anni fa dal
nostro giornale scolastico, Maurizio
ha avuto due figli : Giovanni e Pie-
tro(i nomi ce li ha detti suo nipote
Nicolò, nostro compagno di scuo-
la).Tra le sue imitazioni recenti più
simpatiche , ci sono sicuramente,
secondo noi, quelle di Pier Luigi
Bersani, che diverte un mondo con
il suo accento emiliano e le metafo-
re, del tipo ”Non stiam mica qui a
smacchiare i giaguari?”, riferita a
Berlusconi,di Flavio Briatore, inte-
ressato solo all'apparenza,che dà
consigli per risolvere i problemi
degli italiani e dei masai , del prof.
Antonino Zichichi, con la Teoria
del Caos e frasi come “La mia car-
riera politica è stata più veloce di un
protone” , del presidente Giorgio
Napoletano(nella foto), che in Croz-
za Nel Paese Delle Meraviglie , è
rappresentato in vestaglia, seduto
dietro la scrivania, intento a leggere
le notizie dei giornali, con il coraz-
ziere 1 e il corazziere 2, che gli im-
pediscono di dire quello che pensa
dei politici d’oggi, dell’allenatore
della Juve Antonio Conte e del ma-
gistrato Antonio Ingroia, sempre
stanco e svogliato, mentre risponde
alle domande dei giornalisti, sulla
partecipazione del suo partito alle
elezioni o parla della sua destinazio-
ne al Tribunale di Aosta..
“” “”ST’ACQUA QUA RAGASSI”
Pagina 14 Anno VII NUMERO SPECIALE
di Alessia Mauceri
Il 9 marzo scorso , a Backnang, a 50 km da Stoccar-
da, una mamma e i suoi sette bambini sono morti in
un incendio, scoppiato probabilmente a causa di un
guasto alla stufa a legna, che scaldava l'appartamen-
to, se così si può chiamare, visto che si trovava al
primo piano di una ex fabbrica di pellame. Subito si
era temuto che si trattasse di un attacco xenofobo
contro la minoranza turca. L'intervento dei vigili del
fuoco e stato difficile per la conformazione della
fabbrica, con molte parti in legno. L'incendio è stato
domato solo a mattina avanzata Come ho detto, ci
sono state otto vittime appartenenti tutte a una fami-
glia di turchi, composta dalla madre e dai suoi figli,
la più grande di 16 anni e il più piccolo di soli 6
mesi, altre tre persone ,un bambino di 11 anni , la
nonna e lo zio, sono state salvate dai vigili del fuo-
co, dopo che erano uscite sul balcone . Successiva-
mente il fuoco si è spostato anche all'appartamento
vicino, due persone che l’abitavano, ferite, sono
s t a t e p o r t a t e s u b i t o i n o s p e d a l e .
Secondo me è terribile sapere che nel 2013 ci siano
famiglie obbligate a vivere, nella civile Germania,
in fabbriche abbandonate.
di Viktoria Klets e Sofia Negri
Due donne, madre e figlia,
Francesca Di Grazia, 55 anni, e
Martina Incocciati, 18 anni,sono
state sgozzate lo scorso 5 aprile
dall’ex marito della madre, un
cittadino indiano di 37 anni. Il
fatto è avvenuto a Cisterna di
Latina. Le vittime sono state
trovate in una camera chiusa. Il
giallo è stato risolto dalle forze
dell’ordine in sole 48 ore. Pare
che tutto sia stato dovuto a una
lite, legata ad un ricatto. La Di
Grazia, infatti, coinvolta, pare,
in un giro di permessi di sog-
giorno per alcuni parenti
dell’uomo, minacciava di parla-
re,pretendendo per il suo silen-
zio ottomila euro. . Tutto era
cominciato alle 21 di venerdì,
quando i vicini di casa di Fran-
cesca e Martina avevano dato
l’allarme, preoccupati del fatto
che la madre e la giovane figlia,
da ore non rispondessero al tele-
fono. Al loro arrivo i carabinie-
ri , in cucina, hanno visto uno
spettacolo agghiacciante. In un
lago di sangue c’era il corpo di
Francesca, con la gola tagliata.
Poco distante da lei, in camera
da letto, c’era il corpo della ra-
gazza, con i segni di numerose
ferite d’ arma da taglio sul cor-
po e una mortale alla gola.
L’assassino era l’ex marito della
donna, come abbiamo detto.
Prima ha ucciso l’ex compagna,
da cui era separato, poi, la ra-
gazza,testimone dell’omicidio.
L’uomo è stato intercettato nella
notte dai carabinieri, grazie ai
tabulati telefonici e arrestato
(nella foto). Interrogato, come
detto, ha ammesso il duplice
delitto di fronte al magistrato,.
L’uomo, che si era presentato in
casa della donna per tentare un
chiarimento, l’aveva colpita,
mentre stava preparando il caf-
fè. La figlia, svegliata dai rumo-
ri, nel tentativo di difendersi,
aveva ferito al volto l’assassino,
prima di cadere sotto i suoi col-
pi
TRAGICO INCENDIO A STOCCARDA
Pagina 15
UCCISE A CISTERNA CASO RISOLTO
Il 31 maggio è stato inaugurato a Grosseto il primo autobus europeo completamente a trazione elettrica. E’
lungo 12 metri, ha oltre 200 km di autonomia e cicli di ricarica di sette anni.
Pagina 16
di Francesco Mondillo
GTA 5, il settimo capitolo della serie di videogiochi
Grand Theft Auto, sarà, dicono, qualcosa di
enorme, uno dei videogiochi più straordinari mai
creati, anche per l’estensione delle mappe. Di certo
è il titolo più atteso da noi appassionati. Il sito
Amazon l'ha inserito, non a torto, secondo me, fra i
Most Wanted, cioè fra i videogiochi più desiderati.
Avrebbe dovuto essere acquistabile dal 15 marzo,
altri parlavano di aprile, altri ancora di giugno. Pare
invece che uscirà il 17 settembre per Ps3 e
XBox360. Non resta che attendere. La novità di
GTA 5 è la presenza di tre personaggi giocabili,
l'ex-rapinatore di banche Michael; il consumatore di
droga Trevor, che ha una linea tatuata attorno al
collo e la scritta “Tagliare qui”; e Franklin, il
liquidatore fallimentare di una concessionaria
armena di auto di lusso, che può rallentare il tempo
mentre guida . La mappa di Los Santos, città fittizia
nello stato immaginario di San Andreas, è la più
ampia mai realizzata. Potremo esplorarla con vari
mezzi: biciclette mountain bikes e da strada, moto
da cross, auto e camion, elicotteri, aerei, moto
d’acqua. Nel mondo subacqueo saranno presenti
anche squali e tesori da trovare. Il passaggio da un
personaggio all'altro avverrà in maniera molto
veloce. Ogni personaggio avrà un punteggio,
considerando una serie di abilità: mira, forza,
capacità stealth, ossia abilità a non farsi scoprire,
capacità nel guidare mezzi volanti e auto.
Durante alcune scene la telecamera si allontanerà
dal personaggio in azione, per "rientrare" in quello
prescelto.
Da appassionato, come detto, attendo con grande
curiosità l’uscita di GTA 5 e sono pronto a
recensirlo in futuro per il nostro giornale scolastico
GTA 5 GRANDE ATTESA
Anno VII NUMERO SPECIALE
di Davide Verdina
Ruzzle è un gioco di abilità, per due giocatori,
diventato molto famoso. E’ disponibile sia sui
cellulari Android che per l' Iphone. Personalmente
lo trovo divertente e istruttivo. Per vincere, bisogna
trovare in due minuti il maggior numero di parole,
cercando di sfruttare i bonus. Ci sono due piccoli
problemi, Ruzzle non è compatibile con tutti i
cellulari e per giocare bisogna essere on line e
c r e a r e u n a c c o u n t G o o g l e .
Ah dimenticavo, di questo gioco, ci sono due
versioni, una gratis e una a pagamento. Si può
giocare in due, come ho detto, o fare pratica del
gioco (la pratica,però, si trova solo nella versione a
pagamento. A mio parere, Ruzzle è un gioco
davvero molto bello, non so cosa ne pensate voi.
Fatemelo sapere.
RUZZLE IL GIOCO DEL MOMENTO
Secondo una recente ricerca del nuovo catasto dei ghiacciai italiani, in Lombardia negli ultimi
cinquant’anni il numero dei ghiacciai è aumentato, passando da 167 a 209, a causa di numerose fram-
mentazioni, ma la superficie totale si è ridotta del 23 %, passando da 115 kmq, degli anni ?50, agli at-
tuali 89 kmq
.di E. Piacenza e G. Bonavera
Abbiamo letto che la passeggiata del
Colle dei Cappuccini, a Montevar-
chi, dal mese di marzo è stata intito-
lata alla grande scienziata italiana
Rita Levi Montalcini, premio Nobel
per la Medicina (nella foto la conse-
gna del premio da parte del re di
Svezia), scomparsa, come si sa, a
dicembre del 2012, a 103 anni. Spe-
rando che presto anche Genova si
ricordi di lei, vogliamo ricordarla.
La scienziata, che era stata nominata
senatore a vita da Carlo Azeglio
Ciampi nel 2001, era nata a Torino
il 22 aprile 1909. Dopo aver studiato
medicina all’università di Torino e
in seguito con l’istologo Giuseppe
Levi, iniziò quegli studi sul sistema
nervoso che avrebbe proseguito per
tutta la sua vita. Si laureò nel 1936,
giusto due anni prima che fossero
emanate le terribili leggi razziali
fasciste, che la costrinsero, in quan-
to ebrea, ad emigrare in Belgio, do-
ve continuò, anche se con difficoltà,
le sue ricerche, dedicandosi sino al
1944, allo studio dei meccanismi di
formazione del sistema nervoso dei
vertebrati. Le sue ricerche furono
molto apprezzate, tanto che fu chia-
mata dal dipartimento di Zoologia
della Washington University, dove
sarebbe rimasta fino al 1977. Pro-
prio negli Usa, tra il 1951 e il 1952,
scoprì il fattore di crescita nervoso,
conosciuto come Ngf (Nerve
Growth Factor), una molecola pro-
teica che ha un ruolo fondamentale
nella crescita e differenziazione sia
delle cellule nervose sensoriali che
di quelle simpatiche.Negli ultimi
anni si è scoperto che l’Ngf è impor-
tante anche per le cellule del sistema
nervoso centrale, del sistema immu-
nitario ematopoietico e per le quelle
coinvolte nelle funzioni neuroendo-
crine. La Montalcini si occupò dello
studio di questa molecola proteica e
del suo meccanismo d’azione, per
una trentina d’anni, ottenendo, come
detto, nel 1986 il Premio Nobel per
la medicina, ex equo con
l’americano Stanley Cohen. Nella
motivazione del premio, c’era scrit-
to tra l’altro ” In precedenza, i neu-
robiologi non avevano idea di quali
processi intervenissero nella corretta
innervazione degli organi e dei tes-
suti dell’organismo.”
Dal 1961 al 1969, la Montalcini di-
resse il Centro di ricerche di Neuro-
biologia del Consiglio nazionale
delle Ricerche, nel quale lavorò ,
anche come super esperto. Le sue
indagini si concentrarono sullo spet-
tro di azione del Ngf,, utilizzando
tecniche sempre più sofisticate.
Abbiamo letto che la Levi Montalci-
ni, oltre al Nobel, ha ricevuto tre
lauree honoris causa dalle
Universita’ di Uppsala (Svezia),
Weizmann-Rehovot (Israele) e St.
Mary (Usa) e i premi Saint-Vincent,
Feltrinelli, e”Albert Lasker”.
Insomma, alla fine dello scorso an-
no, abbiamo perso una donna straor-
dinaria, una persona che ha dato
moltissimo per la scienza medica.
Pensiamo che sia giusto ricordarla
per ciò che era, per la sua grandez-
za!
Ti ringraziamo Rita per ciò che sei
stata, per ciò che hai fatto, e per ciò
che hai cambiato… Grazie!
RICORDANDO RITA LEVI MONTALCINI
Pagina 17 Anno VII NUMERO SPECIALE
Pagina 18
di Filippo Airoldi ex direttore di Strozzi News
Ripubblichiamo , in occasione della morte di don Gallo,
l’articolo scritto lo scorso anno dal nostro ex direttore ,
Filippo Airoldi , sull’incontro con il sacerdote genovese.
La chiesa del Don Bosco di via Carrara era gremita
per l’incontro con Don Andrea Gallo, celebre
sacerdote genovese, organizzato dalla prof. Garbato,
insegnante di tecnologia nel plesso di via Vecchi.
L’incontro ha avuto come tema l’importanza dei
valori per noi giovani.
Don Gallo ha esordito cantando insieme a noi
alunni, “Il pescatore” del suo amico di Fabrizio De
Andrè. A 83 anni e mezzo ha dimostrato di avere
ancora una salute ferrea, saltellando mentre cantava.
Ci ha raccontato di quando ha preso gli ordini
sacerdotali, dopo anni di studi, prima a Genova e
poi a Roma. Il sacerdote che lo stava nominando
dopo avergli chiesto il nome gli ha detto : “Con quel
cognome non potrai certamente diventare Papa” Un
PapaGallo sarebbe stato davvero impensabile”, ha
ironizzato lo stesso sacerdote.
Don Gallo, invitato per parlare soprattutto della
Costituzione, dopo la pubblicazione del suo nuovo
libro “Sana e robusta Costituzione”, ha esordito su
questo discorso citando l’articolo 3 : “Tutti i
cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali”. Ha ricordato, poi,
di quando, ai tempi del fascismo, la parità di diritti
non era nemmeno immaginabile.
Ci ha detto di leggere la Bibbia con la Costituzione
sottomano.
Successivamente ci ha spiegato gli orrori delle due
Guerre Mondiali, chiedendoci se conoscevamo il
numero di morti nei due conflitti.
Dopo un’ora in cui ha parlato solamente lui, noi
ragazzi abbiamo letto un articolo della Costituzione
e lo abbiamo commentato.
Don Gallo ci ha lasciati cantando “Bella ciao”.
ADDIO A DON GALLO
Anno VII NUMERO SPECIALE
di Francesco Mondillo
Lo scorso novembre i finanzieri di Seregno, con
alcuni filmati, sono riusciti a smascherare un falso
invalido di 41 anni che per 12 anni era riuscito a
fingersi cieco! Dal Duemila, anno in cui aveva
ottenuto il riconoscimento della cecità assoluta,
l'uomo aveva percepito dall’Inps, come pensione di
invalidità civile, 162 mila euro. Il falso invalido è
stato denunciato dalla Procura di Monza, per truffa
aggravata e continuata ai danni dello Stato. Tempo
prima a Viterbo era stata denunciata una finta
cieca, che prendeva la pensione da ben 33 anni. I
carabinieri, con alcuni filmati, avevano dimostrato
che l'anziana non era affatto cieca e faceva
tranquillamente la spesa, il bucato e lavori di
giardinaggio. Speriamo che lo Stato riesca a riavere
indietro da queste persone tutti i soldi che hanno
percepito ingiustamente.
FALSI INVALIDI VERGOGNA ITALIANA
Pagina 19
di Beatrice Matta
“My Fair Traviata”, nella foto, rappresentato
all'Auditorium Montale del Carlo Felice. è uno spet-
tacolo film- crossing, ideato e realizzato dal musicista
e regista del “Teatro dei ragazzi” Alessandro Salva-
dori, che ne ha curato anche il testo. Con lui ha colla-
borato la prof M. Grazia Ferri, insegnante della no-
stra scuola. Le musiche dello spettacolo sono ovvia-
mente tratte da "La Traviata" di Giuseppe Verdi . A
recitare siamo stati noi ragazzi del” Laboratorio Tea-
trale” dell'Istituto Comprensivo di Sturla, che abbia-
mo affiancato Violetta, il soprano Sara Cappellini
Maggiore e Alfredo, il tenore Alessandro Fantoni . Al
pianoforte c’era il maestro Enrico Grillotti. Vi sono
state in tutto sei recite, con diversi cast. Il lavoro, che
ha alternato aspetti comici e drammatici ed effetti
speciali, era ricco di musica,ovviamente, con arie del-
la vera Traviata, eseguite, come detto da un tenore e
un soprano. La storia è stata elaborata da Salvadori in
modo tale che i personaggi della Traviata interagisse-
ro con quelli del famoso film My Fair Lady. Alcuni
di essi sono stati peraltro modificati. Gli quattro spet-
tacoli del mattino sono stati realizzati venerdì 10 e
venerdì 17 maggio, quello serale il giorno 11 maggio.
Ogni spettacolo, diviso in quattro atti, è durato circa
un'ora e mezzo, compresi i cambi di scena, effettuati
da noi ragazzi. Quest'anno, specie durante le prove
generali, abbiamo potuto interagire più volte con i
cantanti e prendere confidenza con gli effetti specia-
li. Ma veniamo alla storia. Nel primo atto si inizia
con una grande festa a casa di Violetta Valery, la pro-
tagonista della Traviata. I vari invitati seguono
un’etichetta un po’... antiquata, d’altri tempi. La pa-
drona di casa, è corteggiata da tutti, specie da un gio-
vanotto, Alfredo, suo futuro amore, che le è stato pre-
sentato da una conoscente, Margherita,aggiunta dal
regista. Pare che da tempo lui ne sia innamorato e la
osservi, non visto.Alla festa partecipa Lisa, protago-
nista di My fairLady, che vende fiori per gli invitati .
Ad educarla saranno Flora, personaggio della Travia-
ta, nonché migliore amica di Violetta, e Mary, ag-
giunta del regista. Alla fine dell'atto Flora e Marie,
accompagneranno Lisa a casa loro, per renderla una
signora . La storia procede più o meno come nella
Traviata, ma è resa divertente dall'entrata di un altro
personaggio: Dolittle, la madre di Lisa . Lo spettaco-
lo si concluderà con un finale inatteso, diverso da
quello della Traviata.
Mi è piaciuto tantissimo partecipare al Teatro dei ra-
gazzi, un bellissimo progetto che, oltre ad appassio-
narmi, mi ha fatto apprendere la disciplina del teatro.
MY FAIR TRAVIATA ALL’AUDITORIUM
Pagina 20
Redazione
Il 16 aprile 2013 è stato il giorno della prima
"Marcia dei valori", con protagonisti gli studenti
genovesi. Questa data diventerà quella della citta-
dinanza responsabile. Lo ha ricordato ufficialmen-
te la nostra prof . Rita Garbato, ideatrice e vera
anima del progetto denominato“Strada facendo”,
che si è svolto negli spazi esterni del Porto Antico,
alla presenza della Rai e delle tv locali. Hanno par-
tecipato , oltre alle classi terze della nostra scuola
e alla II C, accompagnate dai prof. Maurizio Brag-
gion, Cristina Delorenzi, Carla Guglieri, Valeria
Chiesa, Piero Artuso, alunni dei comprensivi di
Quarto e Sori e del Liceo D’Oria, tra loro il nostro
ex direttore Filippo Airoldi, che ha anche collabo-
rato all'organizzazione. In totale erano presenti
circa 300 ragazzi. L’attività è inserita in un pro-
getto più ampio di educazione alla cittadinanza
responsabile, il cui obiettivo finale è quello di for-
mare dei futuri cittadini responsabili, partecipi e
consapevoli. L’iniziativa, che è stata introdotta
dall’assessore regionale Claudio Montaldo, si è
svolta, come abbiamo detto, negli spazi esterni del
Porto Antico, dove vi erano varie “postazioni” sui
vari temi oggetto dell’incontro. Noi studenti ab-
biamo seguito un percorso prefissato, confrontan-
doci con i vari relatori. Le postazioni erano in
tutto undici. Nello stand della “Solidarietà”,
c’erano le varie associazioni di volontariato che
c i
hanno spiegato le loro finalità. Nel polo informati-
vo sull’.Accoglienza / Uguaglianza si sono con-
frontate con noi le associazioni che si occupano di
immigrati . Nello stand della “Salute” ci hanno
parlato tra l’altro dei pericoli di fumo, alcool e
droga. Nello stand della “Giustizia” , dove abbia-
mo incontrato il dott. Sansa, presidente del Tribu-
nale dei Minori, si è parlato di giustizia e costitu-
zione. Per la “Pace” c’era il laboratorio organizza-
to da LaborPace della Caritas. Nel polo informati-
vo sull’ Istruzione abbiamo incontrato la dott.ssa
Pongiglione, ex dirigente scolastica. Nello stand
dell’Onestà ci ha conquistato don Nicolò Anselmi,
già responsabile nazionale della Pastorale giovani-
le. C’erano poi gli stand della “Famiglia”, con
l’avvocato Panfili, del “Lavoro” , dove abbiamo
incontrato l’Ing. Luigi Mor, e dello “ Sport”. In
quest’ultimo polo informativo , erano presenti
Luca Chiappino, allenatore della Primavera del
Genoa, che- come ha ricordato il prof. Braggion-
ha guidato il Genoa alla vittoria dello scudetto Pri-
mavera e della Coppa Italia nel 2010 , e il capitano
dei giovani rossoblu Marchiori,che ha esordito
l’anno scorso in serie A, contro il Napoli.
Uno scoop, per concludere, a partire dal prossimo
anno l’iniziativa della prof Garbato sarà rivolta ad
un numero sempre maggiore di ragazzi, perché
sarà estesa anche ad altre province liguri e italiane.
a p. 29 le opinioni degli alunni della II C
LA MARCIA DEI VALORI AL PORTO ANTICO
Anno VII NUMERO SPECIALE
Secondo la Banca Mondiale, circa un miliardo e 200 mila persone nel mondo vivono ancora senza elet-
tricità. C’è la speranza di poterla fornire all’intera popolazione mondiale nel 2030.
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dI Giulia Bonavera e Lorenzo Frascolla
A fine maggio a Corigliano Calabro, Davide, un
ragazzo di 17 anni ha accoltellato, dopo una lite,
Fabiana Luzzi,, nella foto, la sua ragazza, di 16 e
subito dopo ne ha carbonizzato il corpo. Pensava-
secondo quello che scrivono i giornali- che l’avesse
tradito nel periodo in cui si erano lasciati. Il ragaz-
zo, dopo l’omicidio, si era presentato all’ospedale
con delle ustioni al viso. I poliziotti, insospettiti,
dopo la scomparsa di Fabiana, avevano iniziato a
interrogarlo. Lui aveva detto di essere stato aggre-
dito, ma i poliziotti non gli hanno creduto. A un
certo punto dell’interrogatorio, il ragazzo, che sarà
processato dal Tribunale dei minori, ha confessato.
La famiglia di Fabiana chiede giustamente giusti-
zia. Lorenzo
Trovo incredibile che si possano compiere gesti
come questo, tanto più a 17 anni. E’ ingiusto spez-
zare una vita per motivi assurdi ,come la gelosia.
Penso al dolore della famiglia. Non c’è dramma più
grande che quello di perdere un figlio e soprattutto
in questo modo. Come si può a 17 anni essere così
insensibili, non sentirsi in colpa, non versare una
lacrima, come pare sia successo al ragazzo? E’ giu-
sto voler rieducare, ma per atti come questo ci vor-
rebbe l’ergastolo. In ogni caso, nessuno restituirà
Fabiana ai genitori. Quando questo ragazzo capirà
la gravità di ciò che ha fatto, sarà troppo tardi. Alla
base di episodi come questo, comunque, c’è una
scarsa considerazione per le donne.
Ci sono ancora molti bambini, ragazzi, persone che
dicono che “le donne non servono a niente” Con
questa mentalità, come si può andare avanti?Donne
umiliate, picchiate, uccise, questo si legge ogni
giorno. Spero , al di là di questo episodio,che le
nuove generazioni siano diverse, imparino dagli
errori., anzi dagli orrori degli adulti. Giulia
L’UCCISIONE DI FABIANA
di Giulia Bonavera
Se la prendono con i diversi, quando diversi sono
loro. Il problema del bullismo è in continua diffu-
sione.La cosa peggiore oggi sono forse i video di
risse su YouTube. Nel 61 % dei casi di bullismo, si
parla di violenze legate al noto sito. Esiste, anche
se è meno diffuso, anche il bullismo tra ragazze
che talvolta è più violento e spietato di quello tra
ragazzi. La maggior parte delle vittime resta colpi-
ta duramente dal punto di vista psicologico. Tra le
vittime, c'è chi parla e denuncia il fatto di essere
stato o stata presa di mira e chi invece si chiude in
sé ,cadendo in depressione. E successo a Romenti-
no, Novara, a Carolina Picchio, 14 anni , che. per-
seguitata dai bulli e presa in giro su internet, ha
deciso lo scorso gennaio di farla finita e si è but-
tata dal balcone del terzo piano dell’abitazione
del padre. Pare che fosse apparso in rete un vi-
deo, registrato durante una festa a cui aveva
partecipato Carolina, poche ore prima di uccider-
si, in cui alcuni ragazzi la deridevano. Tutto que-
sto deve finire! Non è comunque un problema solo
italiano. Anche Amanda Todd, canadese, si è ucci-
sa, nel novembre dello scorso anno, dopo essere
stata perseguitata per mesi da un giovane cono-
sciuto su Facebook, che poi aveva diffuso una sua
f o t o s u l s o c i a l n e t w o r k .
E’ necessario parlare, impedendo che i bulli abbia-
no la meglio!Non aspettano altro che di vederti
cadere. Bisogna comunque capire che sono loro, e
non gli altri ragazzi, ad avere un problema. Se non
è possibile eliminare il bullismo, bisogna almeno
cercare di diminuirne la diffusione.
BULLISMO E MORTE
Anno VII NUMERO SPECIALE
Pagina 22
di Sara sezione ospedaliera del Gaslini.
.
Mi chiamo Sara e ho 13 anni. Nella mia vita, anche
se breve, ho vissuto tante esperienze, molte delle
quali, purtroppo, non sono belle, ma proprio grazie
ad esse ho capito il vero valore della vita. Fino a nove
anni la mia vita andava per il meglio, ho avuto una
bella infanzia, giochi, amici, insomma qualsiasi cosa
che a una bambina di nove anni non può mancare.
Purtroppo una terribile notizia oscurò la mia felicità.
Era il 13 febbraio del 2009 e stavo giocando con mio
fratello. Egli a un certo punto cadde a terra. Spaventa-
ta, tremante, andai a chiamare mia madre. Lo portaro-
no subito al Pronto Soccorso. Le preoccupazioni au-
mentavano ,le paure crescevano ed io ero come una
candela che pian piano si spegneva. Poco tempo do-
po arrivò la diagnosi di tumore al cervello. Da quel
momento la mia vita cambiò e misi da parte i diver-
timenti. Nella mia mente cercavo di capire cosa aves-
se fatto di male per meritarsi questo, ma tuttora non
trovo risposta. Mio fratello superò l' operazione, ma ci
furono piccole complicazioni: per cui continuò con
chemio, altre operazioni, radioterapia. A un certo
punto un altro ostacolo si intromise nella sua vita: la
necessità di un trapianto del midollo osseo. La preoc-
cupazione era grande, ma quella volta mi sentii dav-
vero utile per mio fratello. Io ero infatti l'unica com-
patibile nella famiglia, avrei potuto essere la sola do-
natrice. Quando me lo dissero, ne fui felicissima,
perché sapevo che a quel punto avrei potuto aiutarlo
concretamente. Non ero più impotente, potevo contri-
buire alla sua guarigione. Adesso sono qui , a Geno-
va, abbiamo ancora superare questo ennesimo ostaco-
lo.Poco tempo fa è stato il giorno del suo diciottesi-
mo compleanno,il pensiero di non poterlo festeggiare
con lui era massacrante. Dovevo fare qualcosa, se lo
meritava, mentre ci pensavo, guardavo fuori dalla fi-
nestra e mi è venuta un'illuminazione. Un bello stri-
scione, ecco quel che ci voleva. Io e mia sorella, nei
giorni seguenti ci siamo informate se questo deside-
rio poteva realizzarsi. Abbiamo parlato con l'ufficio
delle relazioni col pubblico del Gaslini che ci ha dato
la propria disponibilità immediata. Ci hanno consi-
gliato come fare per richiedere il permesso al Diretto-
re Generale del Gaslini, dottor Petralia. Noi abbiamo
fatto come ci avevano detto. Grazie a una lette-
ra,scritta in collaborazione con l'associazione "La Ta-
na dell'Orso", abbiamo potuto parlare con il dottor
Bruschettini, prima, e contattare poi il Direttore Ge-
nerale, il quale ha accettato con grande disponibilità
la nostra richiesta. A quel punto, il dirigente sanitario
dott. Del Buono e l'ing. Tufaro, hanno affidato la mia
richiesta al geometra Ottavio Bracco, che si è impe-
gnato per la realizzazione di questo striscione. Egli ha
preso molto a cuore la mia richiesta. All'inizio c'era-
no piccole cose da sistemare. Come sarebbe stato lo
striscione, il luogo dove installarlo, la grandezza, il
costo ecc., ma grazie alla grande disponibilità delle
persone, le risposte sono arrivate subito. La preoccu-
pazione per il costo dello striscione, per fortuna, è
durata poco, grazie all' immensa bontà della ditta
UPM Modena spa, che ce l'ha regolato. Con le lacri-
me agli occhi, ho ringraziato il geometra e la Ditta per
un gesto così umanitario. Un altro grande gesto è sta-
to compiuto dalla ditta Cavena che si e si è fatta cari-
co gratuitamente dell montaggio dello striscione. Gra-
zie a questi e altri gesti amorevoli, ho trovato la forza
necessaria per poter vivere meglio. Ho capito che il
mondo è bello e che la vita vale la pena di essere vis-
suta. La stessa forza, l'ho, credo, trasmessa a mio fra-
tello, che, vedendo un gesto del genere, è diventato
più carico, più forte, maggiormente motivato. Insom-
ma, grazie a tante splendide persone, sono riuscita a
trasmettere a mio fratello la forza giusta per affrontare
e superare l'ennesimo ostacolo sulla strada della no-
stra felicità.
UNO STRISCIONE DI SPERANZA
di Martina Ottino e Febe Ausonia
foto Adriano Soddu
Il 5 aprile alle ore 7 30 noi della II C
siamo partiti in pullman da Piazza
Sturla per Lucca, la città delle
“cento chiese”, accompagnati dai
prof. Braggion, Bitritto e Grasso.
Durante la prima parte del viaggio di
andata eravamo ancora un po' addor-
mentati, quindi siamo stati insolita-
mente tranquilli. Dopo due ore , ab-
biamo fatto una pausa in autogrill e
lo abbiamo praticamente svaligiato.
Arrivati a Lucca, siamo stati accolti
da una fitta pioggia. Siamo perciò
corsi verso il luogo dell'appunta-
mento con la guida, che ci ha portati
in fretta e furia nella chiesa di San
Paolino. E' una chiesa rinascimenta-
le, ad aula unica, con volta a botte,
molto buia all'interno. Dentro la
chiesa, la guida ci ha spiegato alcu-
ne cose sulla città, ci ha parlato ad
esempio delle famose mura, che a-
vremmo poi ammirato. Quando sia-
mo usciti, aveva smesso di piovere.
Ci siamo subito diretti verso un'altra
chiesa, la Basilica di San Michele, in
stile gotico, con motivi romanici,
eretta a partire dal 1070, che si trova
nella piazza omonima. Lì, un tempo,
vi era l'antico Foro Romano. Sulla
facciata , ornata da quattro ordini di
logge, dominava la grande statua in
marmo dell'arcangelo Michele. Le
decorazioni rappresentano dei mo-
stri che simboleggiano i peccati che
devono restare all'esterno della
Chiesa. Sulla cupola si vede la sta-
tua di San Michele, intento a di-
struggere un drago con una lancia.
La guida ci ha spiegato che la testa
del Santo è più grande del corpo, per
farla risaltare. Se all'esterno la basi-
lica era piena di decori, all'interno
l'abbiamo trovata piuttosto spoglia.
La chiesa è a tre navate, con transet-
to e abside semicircolare Al suo in-
terno c'è un crocifisso di legno su
cui è stato dipinto un Gesù molto
particolare Si capisce che è vivo,
perché ha gli occhi aperti ,non porta
la corona di spine, non ha ferite, non
c'è il sangue sul suo corpo, e i piedi
non sono sovrapposti. Inoltre ha
quattro dita e braccia molto lunghe,
rispetto al corpo, per abbracciare
idealmente tutti i fedeli. Questa
chiesa ci ha un po' stupito, perché,
come detto, l'interno non ha niente
a che fare con l'esterno ,è spoglia,
senza ornamenti e molto scura. Sia-
mo rimaste colpite dal crocifisso di
Scuola Lucchese, perché da lontano
sembra fatto di cartone, ma in realtà
è ligneo. Poi abbiamo ammirato,
vicino all'altare, un dipinto a tempe-
ra bellissimo e con colori intensi, la
Pala Magrini o I Quattro Santi, di
Filippo Lippi del 1483. Rappresenta
quattro Santi: San Rocco, San Seba-
stiano, San Girolamo e Sant'Elena.
Usciti da San Michele, camminando
un bel po', abbiamo raggiunto la
Cattedrale di San Martino, nella pic-
cola piazza omonima. Secondo la
tradizione fu fondata da San Fredia-
no nel VI secolo. La facciata si ispi-
ra a quella del Duomo di Pisa, ma vi
sono elementi legati allo stile Roma-
nico lucchese. Dopo aver osservato,
al centro della navata sinistra, il co-
siddetto "tempietto del Volto San-
to", costruzione quattrocentesca che
contiene il celebre "Volto Santo di
Lucca", ossia un crocifisso ligneo
eseguito tra l'XI e il XIII sec., abbia-
mo ammirato. all'interno della chie-
s a , v i c i n o a l l a s a c r e s t i a ,
il "Monumento funebre a Ilaria del
Carretto", realizzato da Jacopo della
Quercia. Il monumento di Ilaria,
moglie di Dionigi, già signore di
Lucca, è in marmo bianco. Il corpo
della donna, morta giovanissima, è
rappresentato disteso sul letto; ai
suoi piedi c'è un cagnolino che pian-
ge. L'animale , ci è stato detto, vuol
rappresentare il marito che piange la
morte della moglie. La guida ci ha
raccontato una leggenda, secondo
cui toccare il naso di Ilaria e del ca-
gnolino, porterebbe fortuna. Qualcu-
no di noi si è alzato per farlo, ma a
quel punto ci è stato detto che era
vietato. Una cosa è sicura, se la gui-
da non ci avesse raccontato quella
storia, nessuno avrebbe cercato di
compiere quel gesto. La stessa gui-
da, usciti dalla chiesa, ci ha accom-
pagnato in Piazza Anfiteatro ,dove
ci ha consigliato di rimanere per
mangiare, tenuto conto dell'inaspet-
tato miglioramento del tempo, con il
sole che aveva iniziato a far capoli-
no. Quella piazza ci è piaciuta tan-
tissimo, tanto che ci siamo rimasti
per quasi tutta la giornata, lasciando-
la solo per una bella passeggiata per
la città, sino alla parte alta. In Piazza
Anfiteatro abbiamo mangiato , com-
prato souvenir nei caratteristici ne-
gozietti, scattato foto, giocato ecc
Nel pomeriggio c'è stato anche il
simpatico assalto alle due torte di
compleanno di una di noi due.
Alle 17.30 abbiamo lasciato Lucca
per tornare a Genova. Il rientro in
pullman è stato divertente, anche se
eravamo piuttosto stanchi. “Questa
gita mi piaciuta molto, perché è stata
interessante e divertente”, ha scritto
Giorgia. una nostra compagna, Con-
dividiamo in tutto e per tutto.
LA NOSTRA GITA A LUCCA
Pagina 23
SCUOLA OSPEDALIERA DEL GASLINI.
Andrea B. Sezione ospedaliera del Gaslini
Cappuccetto Rosso è
una ragazza che vive
in una piccola
villetta fuori città.
El la obbedisce
sempre ai genitori
ed è molto diligente.
E' una ragazza che
h a un f i s i c o
slanciato, atletico,
grazie alle molte
o r e d e d i c a t e
all' attività fisica. Ha
uno sguardo di
ghiaccio, dovuto al
colore molto chiaro
dei suoi occhi e i suoi capelli biondi scivolano sul
suo corpo come perle e diamanti. Un pomeriggio la
mamma, molto stanca a causa del lavoro, le chiede
di andare dalla nonna a portarle da mangiare, perché
quest' ultima ha l'influenza e non può uscire a
comprare. Cappuccetto Rosso, chiamata così per il
fatto che adora indossare il basco rosso, obbedisce
senza ribattere. La ragazza ha intenzione di recarsi a
casa della nonna in autobus. Prende un mezzo e
scende poche fermate prima della destinazione per
fare due passi. Camminando sotto il sole, le viene
sete e allora decide di andare nel bar in cui si reca di
solito suo padre. Dopo aver bevuto, nota che il bar
mette a disposizione dei computer collegati a
Internet. Cappuccetto Rosso entra su Facebook ed è
subito attirata da una richiesta di amicizia da parte
di una persona che dice di conoscere molto bene
suo padre. Quella persona vuole fissare un
appuntamento, le dice che non se ne pentirà. La
ragazza, ingenuamente, acconsente. I due decidono
di incontrarsi qualche minuto dopo nel parco
limitrofo. Non appena la ragazza si reca all'
appuntamento, scopre che la persona che credeva
coetanea è in realtà molto, molto più grande di lei.
Vorrebbe andarsene, con la scusa di doversi recare
dalla nonna, ma l'uomo tenta di aggredirla.
Cappuccetto Rosso si mette ad urlare. Per fortuna
alcuni suoi compagni di classe stanno passando di lì
giusto in quel momento. Essi fanno allontanare
l'uomo, che sarà poi arrestato. La mamma, quando
viene a sapere cosa le è successo, rimprovera la
figlia, che promette di non commettere più simili
imprudenze.
CAPPUCCETTO ROSSO E FACEBOOK
Ricordo che, dalle mie parti, in
Calabria,durante i festeggiamenti
del Carnevale, nel momento del-
la sfilata dei carri allegorici,
mentre tutti i bambini volevano
divertirsi e provare a tirare i co-
riandoli, c'era un gruppo di ra-
gazzi molto dispettosi che tirava
delle uova sulle macchine, sulle
vetrine dei negozi e, se capitava,
sulla gente, tanto che bisognava
fare molta attenzione a non pren-
d e r l e i n f a c c i a .
Io penso che comportamenti co-
me questi siano molto stupidi.
Bisogna avere rispetto verso le
altre persone e lasciare che il
Carnevale sia una festa, in cui ci
si possa solo divertire.
Francesco Sezione Ospedaliera
Pagina 24
Pagina 25
dal Secolo XIX (le foto sono tratte dal sito del giornale)
La scuola italiana non è certo all’avanguardia in Europa
per ciò che riguarda la Media Education. Basti pensare
ai 15.000 istituti scolastici transalpini coinvolti nella
“24° Settimana della stampa e dei media nella scuola”
che si svolgerà alla fine di questo mese a Nizza.Da
noi,numeri del genere sono impensabili.Anche per
questo va salutato con favore l’interessante seminario “Il
tema in forma di articolo” promosso dal Secolo XIX e
dalla Biblioteca De Amicis, con il sostegno della
Direzione scolastica regionale. Strutturato su tre
incontri, dedicati sia alla scrittura giornalistica che al
giornalismo scolastico, ha visto la partecipazione di
docenti e studenti della secondaria di primo e secondo
grado (ricordiamo, tra le altre, le scuole Cassini,
Colombo, D’Oria, Firpo, Gobetti, I.C Sturla, Einaudi,
Pertini) . Con Francesco Langella, storico direttore della
Biblioteca nel ruolo di moderatore,sono intervenuti i
giornalisti Claudio Paglieri, Vittorio De Benedictis e
Giuliano Galletta. Claudio Paglieri, caposervizio
sportivo del Secolo XIX e apprezzato scrittore ha
invitato gli studenti ad essere sempre semplici e chiari
per affrontare nel modo migliore il tema sotto forma di
articolo.Nel secondo incontro, dal titolo ”Motivare alla
scrittura. Scrivere di tutto di più”. Vittorio De
Benedictis, che al Secolo si occupa di politica
nazionale,ha esordito,parlando a un uditorio molto inte-
ressato, di diversi argomenti, Relativi sia alla
professione giornalistica,che alla sua attività,riferendo
anche simpatici aneddoti, Subito dopo ha intervistato i
professori Braggion e Muià sulla loro esperienza
nell’ambito del giornalismo scolastico. Muià, dopo aver
detto che è tempo di archiviare la parola “giornalino”un
po’ sminuente, ha parlato del suo Noi News, periodico
dell’Einaudi, ha fatto cenno all’entusiasmo dei
componenti della sua redazione, appena rinnovata,
Braggion,dopo aver detto di apprezzare il titolo
dell’incontro, quel “motivare alla scrittura, scrivendo di
tutto di più”, da sempre un suo principio ispiratore, ha
citato il periodico scolastico Strozzi News dell’IC
Sturla.redatto con il prezioso contributo degli alunni
della scuola ospedaliera. Si è parlato della necessità di
diffondere la “cultura del giornalismo di classe”.
L’auspicio dei due docenti,condiviso da Francesco
Langella, è quello di poter far emergere,anche a seguito
di questo seminario, altre buone pratiche, nell’ambito
del giornalismo scolastico genovese,che è ancora molto
vitale, malgrado i continui tagli all’Istruzione. Rientra in
quest’ottica, l’idea di pubblicare una tantum un giornale
scolastico open, aperto ai contributi di studenti e scuole
interessati, L’ultimo incontro del seminario è stato
quello con Giuliano Galletta, redattore culturale del
Secolo,scrittore e artista, che ha parlato, a un uditorio
straboccante del rapporto tra il giornalismo e i nuovi
media,
BIBLIOTECA DE AMICIS SI PARLA DI NOI
Anno VII NUMERO SPECIALE
di Francesco Mondillo
Una notizia curiosa arriva dalla Cina, Un padre , un certo Feng, esa-
sperato perché il figlio di 23 anni, video dipendente, stava sempre at-
taccato al PC per giocare ad un celebre sparatutto, di nome Battlefield
3 , d'accordo con la madre, ha ingaggiato un “killer” per uccidere il
personaggio virtuale del figlio ogni volta in cui fa il log in.
Il padre si augura che le continue morti del personaggio, spingano il
ragazzo ad abbandonare la vita virtuale per quella reale.
Pagina 25
di Matteo Corino e Davide Verdina
Sembrava che Federica Iammatteo,
una ragazza milanese di 23 anni,
alta e bionda, sportiva, fosse morta
per essersi fatta fare un tatuaggio
sulla spalla sinistra. L'avevano scrit-
to tutti i giornali, l’avevamo scritto
anche noi su internet. I risultati
dell'autopsia richiesta dal pm Vitto-
ria Mazza, hanno stabilito che la
ragazza è morta a causa di una
sepsi meningococcica, che aveva
invaso il suo organismo e non di una
grave infezione dovuta al tatuaggio.
Giovedì 18 aprile, nel pomeriggio,
Federica era andata a farsi tatuare la
spalla destra in un centro , dove ave-
va già fatto altri tatuaggi. Il giorno
dopo, come aveva confidato a un'a-
mica, non si era sentita bene, diceva
di avere freddo e sentire formicolii
alle dita delle mani e dei piedi.
All'ospedale San Giuseppe, dove si
è recata con la madre, il suo stato è
sembrato subito grave, tanto che è
stata trasferita al Policlinico, in ria-
nimazione. Quando gli altri familia-
ri sono arrivati in ospedale, la ragaz-
za era intubata. I medici hanno det-
to loro che non era il caso, che re-
stassero lì, avrebbero telefonato in
caso di peggioramento della situa-
zione. Purtroppo la drammatica tele-
fonata è arrivata sabato mattina alle
3. Il cuore di Federica aveva cessa-
to di battere. La magistratura ha
fatto subito controllare dai NAS il
centro in cui la ragazza aveva fatto
il tatuaggio, ma la situazione igieni-
co sanitaria era risultata nella nor-
ma. Si era pensato perciò che po-
tesse essere stato l'inchiostro a pro-
curare la morte della ragazza. Non è
s t a t o c o s ì , c o m e d e t t o .
Il fatto, comunque, che sia possibile
morire per un tatuaggio, fa pensare
che questi centri vadano controllati
severamente e puniti tutti gli abusi-
vi.
ìFEDERICA NON E’ COLPA DEL TATUAGGIO
Pagina 26
di Giorgia Moscatelli e Martina Ottino
Un fatto gravissimo è successo nel
mese di maggio a Imperia dove un
uomo sulla sessantina, che lavorava in
un teatro con alunni delle medie per le
prove generali dello spettacolo di fine
anno, ha convinto con una scusa alme-
no cinque ragazzine fra i 13 e i 14 an-
ni, a seguirlo. Poi, dopo averle condot-
te lontano dalle insegnanti e dai com-
pagni, ha iniziato a infastidirle, dicen-
do loro che non stava facendo nulla di
male. Prima due di loro, poi le altre
ragazze, sono fuggite e hanno raccon-
tato tutto alle insegnanti. L'uomo è
stato prontamente denunciato.
MOLESTA STUDENTESSE A TEATRO
di F. Barbano e E.Piacenza
La crisi non ha
mai colpito così
duramente i la-
voratori italiani.
Secondo quanto
riporta il mini-
stero del Welfa-
re, nell'ultimo trimestre del 2012
hanno perso il lavoro quasi
330mila lavoratori e un milione
di persone lo ha perduto nel cor-
so dell'intero anno. Col risultato
che i licenziamenti sono aumen-
tati, anche per colpa della riforma
Fornero, del 13,9% rispetto al
2011. I disoccupati sono in totale
2,7 milioni. Il dramma della di-
soccupazione si è comunque ag-
gravato in tutta l'Unione Europea
,dove vi sono 26,3 milioni di
disoccupati. Denunciando la si-
tuazione, l'Organizzazione inter-
nazionale del lavoro, ha detto
che, per evitare il rischio di di-
sordini sociali, è necessario, an-
che in Italia, favorire la creazione
di nuovi posti di lavoro.
di Mattia Caprotti
.Presso la Corte d'Appello di To-
rino sono stati richiesti vent'anni
di prigione per i responsabili
dell' Eternit. Tante persone sono
morte per colpa dell'amianto la-
vorato nelle sue due fabbriche e
di questo devono rispondere due
alti dirigenti della società, lo
svizzero Stephan Schmidheiny e
il belga Louis de Cartier, già con-
dannati in primo grado a 13 anni.
In passato l'amianto è stato utiliz-
zato nella costruzione di capan-
noni, palestre e muri. Sono morte
in Italia , a causa dell’amianto
lavorato dalla società Eternit,
2191 persone, di cui 1649 pro-
prio a Casale Monferrato, altre
nello stabilimento di Bagnoli,. In
primo grado si era stabilito che
Eternit risarcisse il Comune di
Casale Monferrato con 25 milio-
ni e la regione Piemonte con 20
milioni . Ai familiari erano stati
dati in media 30 mila euro cia-
scuno. De Cartier,che ha oggi 92
anni è l'unico capo dell'Eternit
degli anni 70 ancora vivo.
ETERNIT GIUSTIZIA PER LE VITTIME
di D.Verdina e M. Corino
Nel novembre del 2012, A., un
ragazzino di 12 anni che frequen-
tava la prima media, ferito in un
incidente di caccia, è morto.. I
medici dell’ospedale di Nuoro
hanno provato a salvarlo, ma inu-
tilmente. Il dodicenne, appassio-
nato di caccia, si era appostato,
durante una battuta di caccia al
cinghiale, dietro a un cespuglio
nelle campagne di Irgoli. Lì, è
stato colpito alla testa da una fuci-
lata, sparata da un carabiniere, poi
indagato per omicidio colposo. Il
pallettone per uccidere i cinghiali
è micidiale, come un proiettile di
pistola. Il ragazzo, trasportato
d ’ u r g e n z a i n e l i c o t t e r o
all’ospedale di Nuoro, era in con-
dizioni disperate,ma i genitori
speravano ovviamente che il figlio
potesse essere salvato. Purtroppo
il lungo intervento chirurgico per
estrarre il pallettone è stato inuti-
le. Dispiace tantissimo che sia
andata così. E’ comunque assurdo
che un bambino abbia partecipato
a una battuta di caccia. Pochi
giorni prima un altro ragazzo era
morto, sempre a causa della cac-
cia. Si trattava di un sedicenne
andato a caccia con un amico. I
due, a un certo punto, avevano
visto un animale. Uno dei due
aveva sparato, colpendo involon-
tariamente l’amico e uccidendolo.
Se non si può abolire la caccia(
otto italiani su dieci sono favore-
voli all’abolizione) bisognerebbe
almeno impedire ai minori di
prendere in mano un fucile.
CACCIA NUOVA TRAGEDIA
Pagina 27
di Elena Guenna, ha collaborato Re-
becca Orlando
Lo scorso novembre Martina Bozza-
no, nella foto, una ragazza sedicen-
ne genovese,è morta sul palco del
teatro, dove lei e le altre allieve sta-
vano facendo le prove di uno spetta-
colo che sarebbe iniziato poco dopo.
La ragazza si è accasciata a terra e,
nella caduta, si è ferita al viso. In
seguito, non ha più ripreso cono-
scenza ed è morta in ambulanza,
mentre la stavano portando all' o-
spedale. Martina danzava da quando
aveva 4 anni, era la sua più grande
passione. Aveva anche preso parte a
un musical : Jesus Christ Superstar,
il suo primo impegno da professio-
nista. Quel sabato sera, alle ore 21,
nel piccolo teatro Von Pauer, si sa-
rebbe dovuta registrare una puntata
della trasmissione “Stella danzan-
te”. La tragedia è avvenuta alle
20.15. Per ironia della sorte lo spet-
tacolo era stato rinviato una setti-
mana prima. Martina, che viene de-
scritta come una ragazza solare e in
gamba,era una ballerina prometten-
te. Desiderava diventare una profes-
sionista della danza e il suo sogno si
stava per realizzare, anche perché
aveva molto talento. Aveva vinto un
premio nel 2012 al concorso
“Variazioni” ed aveva partecipato a
uno spettacolo di beneficenza per le
vittime del terremoto in Emilia. La
ragazza ben conciliava la passione
per la danza con l’impegno scolasti-
co. Martina frequentava infatti la
terza liceo al Pertini. Il dirigente
scolastico di quella scuola ha confi-
dato di essersi trovato in difficoltà
di fronte ai compagni della giovane
i l g i o r n o d o p o i l f a t t o .
Ha detto di aver cercato, anche se
con poco successo, di consolare i
compagni di Martina, dopo il minu-
to di silenzio.
LA STELLA DI MARTINA NON BRILLA PIU’
Pagina 28
di Noemi Sante, Francesco Vagge,
Vittoria Pascale e Matteo D’Atri
I
Il 31 gennaio, Regione Liguria, Co-
mune, Trenitalia e associazioni dei
consumatori, riunitisi, avevano rag-
giunto un accordo per aumentare a
partire dal mese di marzo il costo del
biglietto del bus, anche per poter
mantenere il biglietto integrato, utile
a viaggiare su tutti i bus cittadini e
sui treni nei percorsi urbani.. E' pas-
sato solo un anno e mezzo da quando
il biglietto era passato da 1 euro e 20
a 1 euro e 50, Si era deciso su propo-
sta delle associazioni dei consumatori
un rincaro minimo del 5 %, che a-
vrebbe portato il biglietto “semplice”
treno più bus da 1,50 a 1,60. .L’ ac-
cordo non era comunque stato firma-
to. Finalmente, a marzo, ,Comune,
Regione, Amt e Trenitalia hanno fir-
mato. L’accordo è valido fino a di-
cembre . L'in-
tegrato passa a 1,60 euro, ma ci sarà
un biglietto del costo di 1,50 euro
s o l o p e r i l b u s .
A noi pare che il costo del biglietto
del bus a Genova, sia troppo caro, per
un servizio che spesso lascia molto a
desiderare.
AUMENTO DEL BIGLIETTO AMT
Pagina 29
classe II C
Alla “Marcia dei valo-
ri”ero nel primo gruppo.
La tappa iniziale del mio
percorso è stata quella
sulla pace, a cui ha fatto
seguito quella dell'onesta
che mi è piaciuta tantissimo. Don Anselmi(nella
foto) è stato simpaticissimo e gentile. Mi sono di-
vertita, perche ci ha proposto dei giochi, basati sull'
onesta e la fiducia. L'ultima tappa è stata quella del
lavoro. In quello stand ci hanno detto , tra l'altro,
che con la situazione che c 'è oggi in Italia, i giovani
devono essere disponibili a fare qualsiasi tipo di
lavoro, anche se magari non piace loro.Hanno detto
anche che per trovare lavoro la laurea può essere
i m p o r t a n t e M a r t i n a O t t i n o
Ero nel gruppo giallo. L’ assessore Montaldo ha
fatto un discorso introduttivo. Nello stand dell'one-
stà,don Anselmi ci ha proposto un gioco maschi
contro femmine. Hanno vinto i maschi, perché il
don aveva dato alle femmine solo tre galleggianti,
invece dei quattro consegnati ai maschi. E’ servito
come esempio, per dirci che quello che aveva fatto
lui era stato scorretto: aveva barato. Per colpa di
qualcuno si può compromettere il gioco . Ci ha invi-
tato ad essere sempre corretti e sinceri, oltre che
uniti. Nello stand dell'istruzione l'ex Preside Pongi-
glione ci ha detto che andare a scuola è un obbligo
per noi ragazzi ed è un dovere per i genitori man-
darci i figli . Ci ha ricordato che tanti bambini e
ragazzi nel mondo anziché frequentare la scuola,
sono costretti a lavorare, e si tratta solitamente di
lavori molto duri e poco retribuiti. Alessia Mauceri
Il 16 aprile la nostra classe, con altre della scuola, è
andata al Porto Antico per la Marcia dei valori, ac-
compagnata dal prof. Braggion. Come prima tappa ,
io e i ragazzi del mio gruppo,siamo stati nello stand
dello sport, dove abbiamo incontrato Alberto Mar-
chiori, capitano della Primavera del Genoa, che ha
già esordito in serie A, e l'allenatore Chiappino, che
hanno risposto alle nostre domande e ci hanno par-
lato dei valori dello sport. Alberto è stato molto
gentile ad autografarmi una sciarpa del Genoa. Alle
11.30 sono stato nello stand della solidarietà, dove
un signore, anche lui di nome Alberto, ci ha parlato
tra l'altro del bullismo. I bulli, ci ha detto, si mostra-
no forti all'esterno, ma in realtà dentro di loro sono
d e b o l i . S a j i t h a n S i v a n a n t h a r a j a h
Ho trovato molto interessante lo stand della fami-
glia. Una signora, l'avvocato Panfili, ci ha spiegato
che la famiglia è sempre stata importante, ma lo è
ancor di più nei momenti di crisi, come questo. Essa
ci accetterà sempre-ha aggiunto- per ciò che siamo.
Ci ha anche ricordato che a volte diciamo che una
persona è come una madre, una sorella.
Si prende sempre come esempio un membro della
famiglia, perché la famiglia dà sicurezza,
p r o t e z i o n e . M a t t i a B r i s i g h e l l a
"Io ero nel gruppo blu . Abbiamo ascoltato l'asses-
sore Montaldo che ci ha parlato dell' importanza dei
valori . Dopo la tappa sul lavoro, sicuramente inte-
ressante, ve ne è stata una bellissima, quella dell'o-
nestà con don Anselmi. . Oltre a farci riflettere su
questo argomento importante, don Nicolo ci ha fatto
divertire un mondo proponendoci un giochino dopo
l'altro. Tra essi ricordo quello delle cordicelle e dei
galleggianti. Don Anselmi ha barato volontariamen-
te dando un galleggiante in meno a una ragazza per
farci capire che se non si è onesti si rovina tutto e si
possono danneggiare gli altri. Bello è stato anche un
g i o c o b a s a t o s u l l a f i d u c i a .
Interessante è stato pure l'incontro con la prof. Pon-
giglione ,che, parlandoci dell'importanza dell'istru-
zione,ci ha detto che dobbiamo essere felici di poter
a n d a r e a s c u o l a . F e b e A u s o n i a
Eravamo divisi in gruppi, Ciascun gruppo aveva tre
valori .Il primo stand che ho raggiunto col mio
gruppo è stato quello della pace. Ci hanno chiesto
tra l'altro come ci comportiamo quando litighiamo, i
motivi dei litigi e come facciamo pace. Il secondo
stand,,il più interessante, è stato quello della salute.
Ci hanno spiegato i rischi per sé e per gli altri di
guidare dopo aver bevuto e che si corrono facendo
uso di sostanze stupefacenti. Ci hanno anche sotto-
posto al test del palloncino. Nello stand dell'ugua-
glianza, un esponente della Caritas parlando di e-
marginazione, ci ha chiesto se siamo mai stati e-
sclusi o se abbiamo mai escluso qualcuno. In segui-
to abbiamo parlato del bullismo. Penso che questo
incontro sia stato costruttivo e che ci possa aiutare a
diventare cittadini responsabili e ad affrontare le
difficoltà in un paese che è sempre più in crisi.
Giorgia Moscatelli. La marcia dei valori è stata, oltre
che istruttiva, divertente. Giulio Costi
NOSTRE RIFLESSIONI SULLA MARCIA DEI VALORI
Anno VII NUMERO SPECIALE
SCUOLA OSPEDALIERA DEL GASLINI.
di Ani Sezione Ospedaliera del Gaslini
Mi chiamo Ani e sono a Genova per curarmi
all’ ospedale Gaslini. Lo scorso 28 novembre ho
visto alla televisione che si stava festeggiando
l'indipendenza dell'Albania, il mio Paese.
Quella del novembre del 2012 è stata una festa
nazionale importante, perché si sono ricordati i
cent'anni della nostra indipendenza, della libertà che
abbiamo ottenuto nel 1912. Per 500 anni dal 1385
al 1912, da noi avevano infatti comandato i Turchi.
Questa festa si chiama Pavarsia, in italiano
“Libertà”, ma anche “festa della bandiera”. . A
Tirana, la capitale, è stata preparata per l’occasione
una torta enorme, di 18 tonnellate e 550 metri
quadri, con al centro l’aquila nera fatta con crema
di cioccolato. I
ballerini in quell’occasione hanno ballato danze
albanesi, con costumi tradizionali, mentre cantanti e
mus icis t i hanno cantato e suonato .
Infine il nostro capo di governo, Sali Berisha, e il
presidente Bujas Nishani hanno tenuto un discorso.
Dopo la parata, è stato il turno di un festival di
musica albanese. Tutto si è concluso con ko scoppio
dei fuochi d'artificio.
FESTA DELLA BANDIERA E CENTENARIO
Caro Alfredo ,come stai? Sono stato operato alla gamba destra. Oggi sto me-
glio, tra qualche giorno mi potrò alzare e presto tornerò a casa. Spero di rive-
derti presto ciao da Francesco (sezione ospedaliera del Gaslini)
Moi je m'appelle Doha et je suis une jeune fille marocaine. Je suis venue en
Italie, à Gênes. pour suivre un programme à l’hôpital Gaslini. Ici les profes-
seurs et les infermières sont très gentils avec moi et avec mon père. Quand je
ne suis pas à l'hôpital j'habite dans une maison avec d'autres familles. Je veux voir ma mère et ma soeur!
Voilà J'ai parlé un petit peu de moi. Doha(sezione ospedaliera del Gaslini)
Pagina 30
di Christian Galleano
Al giorno d’oggi in Italia , a causa della crisi, ci sono
moltissimi disoccupati. Molte aziende licenziano i
lavoratori in esubero, altre faticano a pagare il salario
ai lavoratori. Chi è privato del lavoro, e magari è sen-
za cassa integrazione, si ritrova in condizioni disa-
strose, ad esempio per ciò che riguarda l’acquisto di
cibo e vestiti, insomma ha difficoltà a procurarsi ciò
che gli serve per vivere. Penso, al di là di questo, che
il licenziamento sia una cosa terribile, specie per chi
aveva ottenuto il lavoro con fatica e determinazione,
senza mai scoraggiarsi. Inoltre trovo che non sia
giusto che tanta gente si ritrovi disoccupata, senza
colpa, mentre altre persone, pur svolgendo male e
svogliatamente le loro mansioni, non vengono licen-
ziate. Per non dire di quelli che lavorano con
l’inganno, penso ai medici abusivi o ai finti invalidi. .
Da grande mi piacerebbe fare l’architetto. Questo
lavoro mi ha entusiasmato fin da piccolo, forse per
la mia bravura nel disegno. Spero da grande di far
bene il mio lavoro e di essere apprezzato per questo.
Voglio perciò impegnarmi a fondo, con molta deter-
minazione.Mi piacerebbe progettare molti palazzi
,per la cui costruzione possano essere impiegati tanti
lavoratori, alcuni dei quali magari licenziati altrove
ingiustamente. Sarebbe bello poter dare loro una se-
conda possibilità, farli sentire ancora utili, importanti.
Penso poi che sarebbe bello che tutti i lavoratori u-
nissero le loro forze e lavorassero con impegno ed
entusiasmo per favorire il progresso della società, per
contribuire a migliorarla nelle cose che non vanno
bene. Secondo me, è proprio di questo che ha biso-
gno l’ Italia.dell’unione. Ognuno nella nostra società
ha un ruolo:e nessuno deve pensare che
l’occupazione che svolge non sia importante.
Un netturbino, per esempio, è importante quanto un
i m p r e n d i t o r e o u n d o t t o r e .
Siamo tutti utili allo stesso livello e ognuno ha il
compito di contribuire al progresso della società.
L’Italia ha inoltre un grande bisogno di essere ben
governata,per uscire da una crisi dagli esiti disastrosi,
Comunque il futuro del nostro Paese dipende anche
e soprattutto da noi.
IL FUTURO DEL PAESE DIPENDE SOLO DA NOI
Pagina 31
di Alessia Vergano
Io non so ancora bene cosa mi
aspetto dal futuro e nemmeno
come sia realmente la vita
all’interno di un ufficio, di una
fabbrica, di un negozio,
insomma, come sia la vita dei
lavoratori. Tra loro, quelli che
si lamentano, che dicono di
essere sempre di corsa, di avere mille impegni e di
non avere mai del tempo libero, secondo me, se
fossero disoccupati , rimpiangerebbero la loro vita
attuale. Personalmente, se dovessi scegliere ora un
lavoro, non saprei quale indicare. Anch’io mi rendo
conto solo in parte, dell’importanza e della fortuna di
avere un lavoro. La vita degli adulti è comunque
basata su di esso: sui guadagni che si ricavano dal
lavoro, spesso anche sui risultati a cui porta. Penso
che, se le persone fossero tutte senza lavoro e senza
impegni, saremmo un popolo di persone ignoranti e
pigre. Per la strada si vedrebbe gente che vaga,altri
passerebbero le giornate sdraiati,a guardare la tv...
Senza il lavoro lo Stato crollerebbe.Esso infatti
c o n t r i b u i s c e a t e n e r l o i n p i e d i .
Quello che chiedo io per il futuro non è una vita da
riccona miliardaria, senza lavoro, che si fa servire e
trascorre la maggior parte della vita nell’ozio totale.
Anzi, sin da ora, da studentessa, sto cercando di
apprendere al meglio il significato autentico della
parola “lavoro”, perché, un domani, voglio
impegnarmi al massimo, qualunque sarà il mio
impiego, per avere risultati soddisfacenti e, perché no,
buoni guadagni.Mi piacerebbe anche che il lavoro
potesse essere davvero un diritto di tutti, come dice
l’articolo della Costituzione, anche se so benissimo
che questo non dipende da me.
PARLANDO DEL FUTURO
Pagina 32
Un estratto dall’articolo uscito sul Secolo
XIX
STROZZI NEWS”, l’ormai storica testata
giornalistica della media secondaria Bernardo
Strozzi d iGenova, ideata e coordinata dal
prof Maurizio Braggion, nell’ambito del
“Giornale in classe” del Secolo XIX, con la
collaborazione di Vittorio De Benedictis,ha
trionfato, tra le
scuole secondarie di I grado,nella X edizione
del Gran Premio nazionale di Giornalismo
Scolastico “Giornalinoi”, promosso da Mira-
bilandia, il celeberrimo Parco della Riviera
Romagnola.Proprio a Mirabilandia,alla fine
di ottobre, si è tenuto l’evento finale, con la
consegna degli ambiti riconoscimenti alle re-
dazioni delle scuole vincitrici. Di fronte a stu-
denti ed istituti scolastici provenienti da varie
parti d’Italia,“Strozzi News”, diretto lo
scorso anno da Filippo Airoldi e Lorenzo
Murru, ha preceduto in finale, “A tutta pen-
na” della scuola pugliese R.Moro di Barlet-
ta,classificatasi seconda e “Scuola.doc”, gior-
nale scolastico della media marchigiana
Strampelli di Fluminata, Macerata,giunta ter-
za. “Con i suoi quasi trent’anni di pubblica-
zioni,“L’ippogrifo” del Liceo Classico V. E-
manuele II di Jesi, ha vinto invece tra le scuo-
l e s u p e r i o r i , p r e c e d e n d o
rispettivamentel’IISS“LeonardodaVinci
di Fasano , con il giornale “Argento vivo” e il
Liceo Sociale Carducci di Ferrara con ”Il
Carduccino.” Sono intervenuti alla premia-
zione Giovanni Scafoglio, responsabile Even-
ti di Mirabilandia,che ha risposto alle nume-
rose domande degli alunni sul Parco,Barbara
Malano (Progetti Didattici) e Roberto Albor-
ghetti,direttore del mensile Okay! il quale ha
ricordato che il “tema top 2012”, è stato, sui
vari giornali scolastici,il terremoto in Emilia,
evento di cui ha parlato pure“ Strozzi-
News”(che può essere letto all’indirizzo:
h t tp : / / i s su u . co m/b ern a rd o s t ro zz i /
docs/strozzinews2012 )
IL NOSTRO GIORNALE TRIONFA A MIRABILANDIA
Anno VII NUMERO SPECIALE
SEBASTIAN E I CIOCCOLATINI AVVELENATI
di Martina Ottino,Vittoria Pascale
e Martina Degiorgi
Ci ha colpito tantissimo la vicen-
da del piccolo Sebastian Lupescu,
un bambino rumeno di 5 anni, che
viveva a Naro in provincia di A-
grigento, morto dopo aver ingeri-
to del veleno, il Carbofuran, un
potente pesticida, inodore e inco-
lore, usato in agricoltura e nella
compos izione di pest i c i -
di,appunto, topicidi e diserbanti,
contenuto in alcuni cioccolatini,
lasciati in una busta, assieme a
una bottiglia di vino e alcune a-
rance, davanti alla porta di casa.
Non è servito a niente il soccorso
dei medici dell’ospedale di Mes-
sina.Fortunatamente i suoi due
fratelli, di 7 e 10 anni, che aveva-
no ingerito anche loro il veleno
nei cioccolatini, si sono salvati e,
una volta dimessi dall’ospedale,
sono stati ospitati per qualche
tempo in casa di parenti. Grazie
ai fondi raccolti nelle chiese del
paese, la piccola salma verrà tra-
sportata in Romania. Il mistero
del tragico avvelenamento potreb-
be essere risolto dalla polizia
scientifica che analizzerà even-
tuali tracce di Dna lasciate nella
confezione dei cioccolatini. Essi
erano stati aperti, dall’assassino,
poi imbottiti di veleno, e quindi
richiusi. Si è saputo che la madre,
Marica, aveva ricevuto pochi
giorni prima un messaggio con
su scritto “Via dall’Italia”.
I carabinieri pensano comunque
che la causa del delitto possa es-
sere ricercata in una vendetta nei
confronti della famiglia e non nel
razzismo.C’è anche chi sostiene
che forse l’ intenzione non era
q u e l l a d i u c c i d e r e .
Il pesticida che ha causato la mor-
te del piccolo Sebastian era stato
bandito tempo fa dall’Unione Eu-
ropea per la sua pericolosità.
I genitori del piccolo, che hanno
detto ai carabinieri di non avere
nemici, chiedono, giustizia
Come dar loro torto, il colpevole
deve essere catturato e giudicato
al più presto.
Pagina 33
di Viktoria Klets
Ultimamente si è parlato tanto di
Josefa Idem, l'ex canoista, prima
eletta in Parlamento e da poco
nominata ministro allo Sport,
Pari Opportunità e Politiche gio-
vanili nel nuovo governo Letta.
Parlando di lei, tanti hanno giu-
stamente definito miracolosa, per
l'età che aveva, la sua semifinale
nel K1 (kayak individuale). all'O-
limpiade di Londra, nella quale
aveva ottenuto il quinto posto.
Lei, un'atleta di 48 anni, aveva
battuto ancora una volta le ven-
tenni, arrivando in finale. Ho vi-
sto la sua gara. Josefa era partita
dietro ("Ero tranquilla, perchè mi
sentivo leggera" ha detto), poi è
schizzata davanti alle altre. La
finale non è andata forse come
sperava, Josefa ha comunque lot-
tato fino alla fine per il terzo po-
sto , concludendo la gara, come
detto, al quinto. Nata in Germa-
nia, Josefa aveva iniziato a ga-
reggiare con la nazionale tede-
sca. Dal 1990 si è trasferita in
Italia e ha iniziato a militare nel-
la squadra azzurra. Josefa ha vin-
to in vent'anni 38 medaglie tra
Giochi olimpici, mondiali ed eu-
ropei e partecipato a 8 edizioni
delle Olimpiadi. Al termine della
gara di Londra, aveva annunciato
il suo ritiro dalle gare. Grande
Josefa, atleta dell'immortali-
tà(sportiva),sei stata un esempio
per tanti giovani.Spero che sarai
anche un ottimo ministro.
JOSEFA DA MITO DELLO SPORT A MINISTRO
USA BIMBI KILLER INVOLONTARI
di Martina Ottino
Negli stati Uniti lo scorso dieci
aprile due bambini sono diventati
involontariamente dei killer, per
l'imprudenza e le poche precau-
zioni dei genitori che tenevano
armi cariche in casa. I due fatti
hanno evidenziato, ancora una
volta, i pericoli legati alla pre-
senza di troppi fucili e pistole
nelle case delle famiglie ameri-
cane. Il primo episodio è accadu-
to nella contea di Wilson, nei
pressi di Nashville, in Tennessee,
dove un bimbo ha afferrato una
pistola carica durante una gri-
gliata e ha ucciso la moglie del
vice sceriffo. La donna, di 48
anni, si trovava con alcuni pa-
renti, quando il marito ha iniziato
a mostrare la propria collezione
di armi.Il bambino di 4 anni si è
avvicinato ad una di esse, l’ha
presa, l’ ha puntato sulla donna e
ha fatto fuoco, uccidendola sul
colpo. Il secondo episodio è suc-
cesso a Toms River,nel New
Jersey, dove un altro bambino, di
4 anni, ha trovato in casa un fuci-
le calibro 22. Uscito in giardino,
ha fatto fuoco sul figlio dei vicini
di casa, di 6 anni, che si trovava
a 15 metri di distanza. Il bimbo,
colpito alla testa, è stato ricove-
rato in condizioni critiche ed è
morto in ospedale. I due gravi
episodi sono coincisi con il
d i s c o r s o d i O b a m a
all’Università di Hatford, nel
quale il Presidente ha lanciato
un appello, di cui parliamo am-
che in altra parte del giornale,
agli americani affinché spingano
il Congresso di Washington a
varare nuove norme per limitare
l'acquisto delle armi.
Pagina 34
di Martina Ottino
A Imperia si è
verificato un
nuovo grave
episodio di
violenza con-
tro le donne.
Nel 2012,in
Italia, le don-
ne uccise sono state 113, E' una cosa inspiegabile
ed inaccettabile. Se ne è parlato tanto lo scorso 25
novembre, quando si è tenuta la giornata interna-
zionale contro la violenza sulle donne, istituita
dall'Onu nel '99, in ricordo di tre sorelle uccise nel
1960 nella Repubblica Dominicana per motivi po-
litici. E' stato anche aperto un sito dedicato a que-
sto grave problema. Ma veniamo al fatto di Impe-
ria. Un uomo di circa 45 anni, Sandro Putrino, il
26 dicembre scorso si è precipitato a casa della
cognata, che stava ospitando sua moglie,Olga, con
cui l’uomo litigava sempre più frequentemente e
che l’aveva denunciato tempo prima. Quel giorno
si è consumata la tragedia. Sandro Putrino ha uc-
ciso entrambe le donne, prima la moglie , a pochi
metri dalla porta di casa, mentre tentava di scappa-
re dalla sua furia, poi, dopo qualche minuto, la
cognata, che aveva tentato di salvarsi dalla sua
follia, nascondendosi nell'azienda floricola di fami-
glia. Tutto è stato inutile, purtroppo, pure lei è
stata uccisa. I vicini, sentite le grida di aiuto delle
due donne, preoccupati, hanno subito chiamato i
carabinieri . Prima del loro arrivo, l'uomo si è col-
pito col fucile all' addome, procurandosi una ferita
profonda. Un istante prima, ha chiamato il nipote
e gli ha detto di aver commesso una pazzia. Al
momento dell' arrivo delle ambulanze, le due don-
ne, erano già morte, mentre l'uomo è stato ricove-
rato in condizioni gravissime prima all' ospedale di
Bordighera, poi al San Martino, di Genova, dove è
stato operato. Rimasto per qualche giorno in coma
farmacologico, è morto a causa di un aggravamen-
to delle sue condizioni.
CONTINUA IL FEMMINICIDIO IN ITALIA
Una notizia terribile arriva da Nuova Delhi dove a fine maggio una bambina indiana di 11 anni è sta-
ta bruciata viva da due donne che hanno voluto punirla per aver fatto la spia su un furto di frutta in un
orto
di Ajithan Sivantharajah
Ho letto la storia di Paola una ra-
gazza di 19 anni che sta ora fre-
quentando l' università e che da
grande vuol fare la ricercatrice.
Paola, perché era bella, è stata vit-
tima per anni del bullismo. Veniva
presa in giro dalle compagne invi-
diose. Lei era debole. Ha subito il
bullismo per alcuni anni, dalla
terza media al terzo anno di liceo.
Aveva dovuto perfino cambiare
due volte scuola. Alcune compa-
gne le facevano di tutto, ad esem-
pio le strappavano i quaderno dei
compiti e la costringevano a ve-
stirsi da maschio, senza trucco. Un
giorno le avevano addirittura ta-
gliato la frangia nel bagno della
scuola, Alcuni compagni maschi,
in quei momenti, ridevano, altri
non dicevano niente.I professori,
secondo i suoi familiari, non han-
no mai visto nulla.Paola, dispera-
ta, non studiava più e, di notte,
dormiva con la luce accesa per gli
incubi. Per fortuna, dopo tante
sofferenze, uno psicologo l'ha pre-
sa in cura, facendole prima di tutto
cambiare scuola. E in un paio
d'anni la sua vita è tornata norma-
le. Monica Mosca, la giornalista
che ha scritto l'articolo, dice che
non è facile parlare a casa di quel-
lo che si subisce a scuola. Ci si
vergogna. Poi tanti genitori non si
accorgono che il figlio è vittima
del bullismo. Uno studio america-
no appena pubblicato, su oltre
1712 vittime del bullismo, dice
che questi ragazzi non riescono da
adulti a superare le ferite subite.
STOP AL BULLISMO
Pagina 35
Anno VII NUMERO SPECIALE
di Riccardo Solarino, Gian Filippo Marano, Elena Pal-
lotta, Matteo D’Atri, Gabriele Raffo
Un'evasione da film è avvenuta a Bellizzi Irpino, in
provincia di Avellino, dove cinque malviventi sono
fuggiti con una fune fatta con lenzuola annodate, sca-
valcando poi il muro di cinta del carcere ,grazie a un
bidone della spazzatura. Gli evasi sono stati intercettati
nel Potentino da un'auto della polizia. Nella fuga uno
di loro è stato arrestato. Ma ecco le varie fasi della fu-
ga. I detenuti per prima cosa hanno rimosso un blocco
di mattoni del muro del bagno della loro cella, poi ,da
quel foro, si sono calati giù usando alcune lenzuola
annodate. Raggiunto poi il muro di cinta hanno posi-
zionato un contenitore per i rifiuti, utilizzando come
scala alcune pedane. Al momento dell'evasione, sco-
perta la mattina dopo, vi era un solo agente in servizio
notturno e non c'era la vigilanza armata sui cammina-
menti. Gli ultimi interventi per l'adeguamento delle
strutture del carcere risalgono a una decina di anni fa.
Leggere questa vicenda ci ha sorpreso molto. Ci ha
dato da pensare il fatto che, probabilmente, per colpa
della crisi e dei tagli, ci fosse una sola guardia e che
nessuno della sorveglianza abbia sentito i rumori dei
detenuti che hanno potuto uscire indisturbati dal carce-
re.
BELLIZZI IRPINO EVASIONE DA FILM
Un esperimento eseguito da ricercatori dell'Istituto dei Tumori di Milano alle Spiagge Bianche di Rosigna-
no, ha mostrato come il fumo di 2 sigarette a 5 metri di distanza può arrivare a produrre picchi di idrocarbu-
ri policiclici aromatici (Ipa) 7 volte maggiori dei valori di base e più che doppi di quelli misurati in Piazza
Grande, a Livorno, la sera all'ora di punta.
La scena dell'opera Macbeth si svolge in Scozia, per la maggior parte nel castello di Macbeth
e solo all’inizio del quarto atto al confine tra Scozia e d'Inghilterra. Macbeth nobile feuda-
tario di re Duncano , si serve dell'aiuto delle streghe per conoscere il futuro. Spinto dalla sua
sete di potere, con l’aiuto della moglie uccide il suo Re per prendere il trono..Poi continua ad
uccidere per eliminare le persone che potrebbero contendergli legittimamente il trono. Viene
però tormentato da visioni spaventose.
Pagina 36
di Alessio Serra
Quest’anno ricorre, come è noto, il bicentenario della
nascita di uno dei più grandi, per me il più grande,
compositore italiano, Giuseppe Verdi.Forse pochi
sanno che il nome completo del grande musicista è
Giuseppe Fortunino Francesco Verdi. Giuseppe
nacque il 10 Ottobre 1813 nelle campagne della bassa
Parmense, per essere precisi a Le Roncole,frazione di
Busseto. Suo padre, Carlo, piacentino di umili origini,
faceva l’oste, ma vendeva anche prodotti alimentari,
la madre, Luigia Uttini faceva la filatrice. Quando
venne notificata la sua nascita, scrissero i nomi
Joseph Fortunin François, perché allora quei territori
appartenevano all’impero Napoleonico. Malgrado le
umili origini, di cui ho detto, Verdi coltivò sin da
subito la sua vocazione musicale. Importante fu per
lui l’organista della chiesa di Busseto, Pietro
Baistrocchi,che lo indirizzò verso lo studio della
musica e dell’organo. A dodici anni andò a lavorare
nel negozio di Antonio Barezzi, grande appassionato
di musica e direttore della società “Filarmonica”.
Barezzi fu importantissimo per Verdi, lo aiutò infatti
nel proseguimento dei suoi studi. Verdi, che frequentò
il ginnasio e la biblioteca della Scuola dei Gesuiti a
Busseto, prese lezioni dal maestro della Filarmonica
del Paese, Ferdinando Provesi, che gli insegnò i
principi della composizione musicale e della pratica
strumentale. Nel 1828, a 15 anni, compose una
sinfonia ispirata a “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini,
che una volta fu addirittura eseguita al posto di quella
di Rossini. A diciannove anni, nel 1832, grazie a una
borsa di studio del Monte di Pietà e all’aiuto di
Barezzi, si recò a Milano, dove provò ad entrare in
Conservatorio, ma non fu ammesso, perché troppo
grande. Decise perciò di proseguire privatamente gli
studi. Suo maestro fu il cembalo della Scala Vincenzo
Lavigna, che era pure professore di solfeggio del
Conservatorio. Tornato nella sua Busseto, Verdi fu
nominato maestro di musica del comune e direttore
della banda.Nel 1835 sposò la figlia di Barezzi,
Margherita, da cui avrebbe avuto due figli.Si trasferì a
Milano, vicino a porta Ticinese, e nel 1838 ottenne
un contratto con la casa di edizioni musicali Ricordi.
Poté così esordire come compositore di opere.
Nel 1839 egli riuscì a far rappresentare la sua prima
opera alla Scala.Si trattava dell’”Oberto ,Conte di San
Bonifacio”,su libretto originale di Antonio Piazza, che
a v e va i n i z i a t o q u a t t r o a n n i p r i ma .
L’opera ebbe un buon successo e quattordici repliche.
Visto il risultato positivo dell’Oberto, l’impresario
della Scala, Bartolomeo Merelli, gli commissionò una
seconda opera :“Un giorno di regno”, a soggetto
comico. Rappresentata alla Scala, fu però un fiasco
clamoroso. Fu sonoramente fischiata e non ebbe
neppure una replica,
segue a p.44
IL BICENTENARIO DI GIUSEPPE VERDI
Anno VI NUMERO SPECIALE
di Francesca Cama e Martina Ottino
I nostri cacciato-
ri, visto che da
noi prede ce ne
sono sempre
meno, vanno a
cacciare in alcu-
ni paesi d'Euro-
pa dell'Est, dove
leggi permissive permettono addirittura la caccia
all'orso, c’è tanta selvaggina, ma soprattutto, vi sono
in genere, pochi controlli. Ma non sempre è così.
L'undici ottobre dello scorso anno la polizia romena
ha infatti arrestato 20 cacciatori italiani per violazio-
ne della legislazione sulle armi e bracconaggio. Per-
quisendo l'albergo dove alloggiavano i cacciatori, i
poliziotti hanno sequestrato un vero e proprio arse-
nale, composto da 30 fucili e 9000 cartucce. Inoltre
hanno trovato ben 1200 uccelli morti, uccisi dopo
averli attirati con richiami elettromagnetici. Come
dicevamo, c'è anche tra i nostri cacciatori chi predi-
lige la caccia all'orso. Sempre in Romania ne è per-
messa la caccia, quando la loro eccessiva prolifera-
zione rischia di provocare danni . Ecco così che al-
cune agenzie di viaggi promuovano la caccia all'or-
so! Gli ambientalisti rumeni hanno recentemente
protestato contro questo tipo di turismo che rischia
provocare un vero e proprio massacro di orsi.
Non possiamo che essere d'accordo con loro, la cac-
cia all'orso e il turismo venatorio devono finire al
più presto.
CACCIATORI ALL’ESTERO
di Martina Ottino
A Brooklyn,il
serial killer che
ha ucciso tre
negozianti me-
diorientali, tutti
con il numero
otto nel loro
indirizzo, ha un nome, si chiama Salvatore Perrone, ha
64 anni e fa, anzi faceva, il rappresentante di abbiglia-
mento, vendendo da anni vestiti porta a porta. La poli-
zia di New York ha trovato in casa della fidanzata
dell’uomo una valigia con dentro una pistola, due col-
telli insanguinati e dei guanti neri. Gli inquirenti prima
dell'arresto avevano considerato quello dell'otto un
indizio da non trascurare, per il significato particolare
che ha quel numero in diverse culture. L’incubo è in-
cominciato il 6 luglio dello scorso anno, con
l’omicidio di Mohammed Gebelli , un uomo di 65 an-
ni, che gestiva un negozio di vestiti al numero 7718,
nel quartiere Bay Ridge. Nessuno si era accorto di nul-
la, sinché, vedendo le luci accese del negozio oltre
l’orario di chiusura, i passanti hanno dato l’allarme.
All’interno , la polizia ha trovato il cadavere di Gebe-
li,ucciso da un proiettile sparato al collo. Il corpo
dell'uomo era stato coperto e la cassa del negozio la-
sciata vuota. Meno di un mese dopo, il due agosto, è
stato ucciso Isaac kadare, un altro negoziante, un uo-
mo di 59 anni , proprietario di un 99- cent store, colpi-
to con una calibro 22 sopra l’ occhio. Il cadavere era
stato coperto da un panno e la cassaforte era, anche
questa volta, vuota. L’indirizzo del negozio era il
1877, della 86th street. Sembrava finita.Invece il 16
novembre l’incubo per i negozianti della Grande Mela
era tornato. Dopo l’orario di chiusura, qualcuno aveva
notato che le luci in una boutique al numero civico 834
erano ancora accese e ha chiamato la Polizia. Le forze
dell'ordine hanno trovato il cadavere del proprietario,
tale Vahidipour Rahmatollah,di 78 anni, ucciso da tre
colpi, di cui due sparati in testa con una calibro 22 e
uno al petto.Il cadavere era stato coperto con un tessu-
to. Stavolta tutti i soldi erano ancora in cassa.
In attesa di una confessione, la polizia, che è riuscita
ad arrestare il killer grazie a un video che lo riprende-
va mentre trafficava con una borsa in ma-
no,pensa,come movente, all'odio razziale o che i nego-
zianti uccisi non avessero voluto comprare
all’ambulante i vestiti che vendeva.
PRESO SERIAL KILLER DEI NEGOZIANTI
Pagina 37 Anno VII NUMERO SPECIALE
di Alessia Mauceri
Nei giorni 8 e 9 marzo si è disputato a Monaco di
Baviera, l’Head Trophy di nuoto(nella foto una delle
gare). Ho gareggiato anch’io con la mia squadra, la
Nuotatori Genovesi. Siamo partiti venerdì pomerig-
gio con l’ aereo. Sabato la giornata era iniziata alle
7. Alle 8:30 eravamo in piscina ( la piscina si chiama
Olimpiaturm, perché lì si sono svolte le Olimpiadi di
nuoto). I 100 m delfino, la mia gara, si sono disputa-
ti al pomeriggio. L’agitazione era al massimo, anche
se c’erano tutti i miei compagni a rassicurarmi. Sic-
come la vasca era da 50m temevo di peggiorare il
mio tempo che era stato ottenuto in vasca da 25m. Il
mio allenatore mi ha detto che ero quarta e dovevo
dare il massimo, per arrivare terza. Io ero nella batte-
ria 16, per cui quando è stata chiamata la batteria 12
sono andata a bordo vasca . Dopo un po’ è arrivato il
mio turno, così mi sono sistemata gli occhialini e la
cuffia , un fischio e sono salita sul blocco , ” take
your marks…” e via. Mi sono lanciata in acqua. In
quel momento tutta la mia ansia è scivolata via, ma è
entrata in gioco la fatica. Ce l’ho messa tutta e alla
fine il mio sforzo è stato ripagato. Sono arrivata ter-
za e ho migliorato il mio tempo. Domenica ho gareg-
giato al mattino nei 200m delfino. Ero ancora più
agitata. La paura era quella di non riuscire ad arriva-
re in fondo. Invece le cose sono andate benissimo. Alla
fine, pur avendo peggiorato il mio tempo, sono giunta ad-
dirittura prima. E’ stata proprio una bellissima trasferta.
STROZZI NEWS P AGINA 38
Pagina 38
LA MIA TRASFERTA IN GERMANIA
di Vittoria Pascale e Gabriele Raffo
Abbiamo visto su un giornale la foto di un ragazzino
di 11 anni, la nostra età, Si chiama Cody McCasland e
recentemente è stato premiato in Vaticano. Cody, che
è senza gambe, con le sue protesi ,salta, fa il triathlon
per bambini, corre in pista, come faceva Pistorius,
prima del tragico fatto accaduto di recente.
La madre dice che è un ragazzo come gli altri, non un
eroe. Gli sono bastati pochi anni per farsi conoscere in
tutto il mondo. Nonostante la mancanza delle gambe,
questo straordinario ragazzo è sempre vivace e pieno
di vita. Proviamo per lui una grande ammirazione.
CODY UN BAMBINO STRAORDINARIO
Anno VII NUMERO SPECIALE
“Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere” Piero Calamandrei
di Martina Ottino e Enrico Piacenza
.Un’altra vittima della strada a Genova. E’ Riccar-
do Denaro, operaio dell’Ansaldo di 56 anni,morto
sabato 8 dicembre alle ore 23.00 in via Rivarolo.
Lo scontro è stato violentissimo e inspiegabile.
l’uomo, a bordo del suo scooter, non ha potuto evi-
tare l’impatto con una Fiat Punto, guidata da un
anziano di 75 anni, che, per errore, procedeva con-
tromano. L’ intervento della Croce Rossa è risultato
inutile, Denaro è infatti rimasto a terra, morto sul
colpo. Sul caso hanno lavorato gli specialisti della
polizia municipale, che hanno indagato sullo stato
dell’ asfalto e sulla traiettoria ,destinata a non la-
sciare scampo, dell’auto investitrice. Vien da chie-
dersi, se sia giusto far guidare l’auto a persone così
anziane, come l’uomo che guidava la Punto, che,
probabilmente, come ha sostenuto, non si è nem-
meno reso conto di quanto stava accadendo. L'uo-
mo ha detto di essersi trovato davanti lo scooter e
di non aver potuto evitare l’ impatto.L’anziano
sarà stato certamente iscritto sul registro degli inda-
gati per omicidio colposo. Dalle prime indagini è
stato escluso lo stato di ebbrezza: l’esame del pal-
loncino è risultato infatti negativo. ma sullo stato
di salute dell'anziano automobilista permangono
dubbi vista la dinamica dell’ incidente e la manovra
con la quale ha invaso la corsia di marcia opposta,
uccidendo l’operaio di San Teodoro. Secondo un
rapporto della Commissione Europea, i nonni alla
guida, a causa dei riflessi appannati, possono essere
un pericolo per loro e per gli altri , infatti, da una
indagine, il tasso di incidenti mortali fra gli over 75
è risultato cinque volte superiore alla media ed è
doppia l'eventualità di lesioni gravi.
ANZIANI AL VOLANTE NUOVA VITTIMA A GENOVA
STUDENTI A TERRA IL TRENO SE NE VA
di Vittoria Pascale Venerdì 7 dicembre, alcuni ragaz-
zini della scuola Richeri di Albaro,
arrivati in anticipo in stazione,
stavano salendo su un treno Inter-
city che avevano prenotato tempo
prima, ma, dopo aver fatto una
corsa per raggiungere il binario
nove, che si trovava in fondo al
treno, si sono visti chiudere in
faccia le porte del treno, che su-
bito dopo è ripartito. Pare che
nessuno avesse sentito il fischio
d e l c a p o t r e n o .
Alcuni genitori, per istinto, hanno
spinto i loro figli lontano dalle
rotaie.
In seguito il treno è stato bloccato.
E' un fatto piuttosto grave. Ci au-
guriamo che siano stati nel frat-
tempo chiariti i motivi di quanto
avvenuto.
Pagina 39
Secondo uno studio di Save the
Children, i bambini che soffrono
di malnutrizione cronica hanno
in media il 20% di probabilità in
più di essere analfabeti rispetto ai
coetanei che possono contare su
una dieta equilibrata. Per i rap-
presenti dell’organizzazione .
“Nonostante i progressi fatti regi-
strare in altri ambiti, come il di-
mezzamento della mortalità in-
fantile negli ultimi vent’anni, la
malnutrizione rappresenta un
vero e proprio tallone di Achille
per lo sviluppo, che rischia di far
naufragare i successi raggiunti se
non viene affrontata adeguata-
mente.
di Lorenzo Berisso
Lo scorso venerdì
22 marzo la nostra
classe, la II A, no-
nostante lo sciopero
degli autobus, ha
visitato accompa-
gnata dalla Professo-
ressa Carla Guglieri, il Galata Museo del Mare di
Genova. Ci siamo andati soprattutto per parteci-
pare a un interessante laboratorio sulla pirateria.
Il Galata, che è stato inaugurato nel 2004, è il
più grande museo del suo genere nel Mediterra-
neo ed è l’ unico in Italia, dedicato alla marineria
mercantile.Nel museo, tra le cui attrazioni vi è
anche il sommergibile Nazario Sauro, sono stati
tra l'altro ricostruiti una galea genovese del Sei-
cento e la tolda di un brigantino dell'Ottocento,
che si possono esplorare in tutte le loro parti,
grazie alle tecnologie multimediali, come pure
l'interno di un piroscafo che trasportava gli emi-
granti nelle Americhe, e quelli di un cantiere na-
vale e di una falegnameria dell'Ottocento. Inoltre,
sono esposti modellini, quadri, mappe e mappa-
mondi storici. Un ampio spazio, poi, è dedicato,
come accennato, all'emigrazione verso l'Ameri-
ca, tra la fine del XIX secolo e l' inizio del XX.
Si riceve, all'inizio del percorso, un passaporto
che, di volta in volta, passato sotto lettori di codi-
ci a barre, ti permette di vivere tutte le tappe del
tuo viaggio verso l'America, compresa la traver-
sata con il piroscafo, dalle cuccette di terza clas-
se, con i racconti dei compagni d'avventura, alla
zona pranzo, alle aree di seconda classe e di pri-
ma, Il laboratorio sulla pirateria è stato molto
interessante. Si è parlato di storia della pirateria,
della vita di pirati e corsari, del ruolo della donna
e dell'intolleranza religiosa. Tornando al museo,
l'ho trovato molto vario, si passava dal ritratto di
Andrea Doria alle galee, ai dipinti e alle statue
che rappresentano varie scene, di mare e non. Al
Galata ho ammirato quadri di una strana bellezza,
che definirei paranormale, rappresentanti paesag-
gi marittimi o navi. La guida del museo è stata in
grado di coinvolgerci . Ha ricordato tra l’altro
che la maggior parte delle armature e armi pre-
senti sono spagnole e che sono quasi tutte auten-
tiche.Per farci capire com’era la vita di bordo,
sono stati interessanti anche brevi filmati, proiet-
t a t i i n va r i l u o gh i de l mu se o .
Insomma, chi visita il Galata può dire di aver ben
speso i soldi per il biglietto. Il museo è infatti
davvero interessantissimo.
NOSTRA VISITA AL MUSEO DEL MARE
di Federico Barbano
Lo scorso dicembre, di venerdì, sono partito
alle sei di mattina per Como, dove si sarebbe
disputata la Coppa invernale, con i compagni di
canottaggio dell'Urania di Vernazzola. Le tre
ore di viaggio, sono passate velocemente , dato
che abbiamo scherzato insieme per tutto il
viaggio e durante la sosta a un autogrill. Appe-
na arrivati, ci siamo vestiti con gli indumenti
della società sportiva. Dato il freddo, abbiamo
i n d o s s a t o m o l t e m a g l i e .
Pur non arrivando primi nelle singole gare, ab-
biamo vinto la gara a squadre grazie ai punti
o t t e n u t i c o m p l e s s i v a m e n t e .
Un terzo posto, infatti,fruttava sette punti e così
via. Insomma, abbiamo avuto la grande soddi-
sfazione di tornare a casa con in mano la coppa.
Pagina 40 Anno VII NUMERO SPECIALE
TRIONFO URANIA A COMO
.dI Beatrice Matta
Quel pomeriggio, tornata a casa, mi
misi le mani tra i capelli dalla dispe-
razione e mi buttai sul divano, anco-
ra con la giacca sulle spalle, agitan-
do continuamente a destra e manca
il foglio con i compiti delle vacanze
estive. Un panico implacabile mi
invadeva, anche perché tra i compiti
ce n'era uno particolarmente impe-
gnativo.“Scrivi un'intervista imma-
ginaria all'imperatore del sacro Ro-
mano Impero , Carlo Magno”. Non
sapevo proprio da dove iniziare e
avevo poche informazioni utili per
scrivere quel testo. Comunque non
ci tenevo proprio a presentarmi do-
po le vacanze con un'intervista più
corta della famosa poesia Mattina di
Ungaretti: “M'illumino d'immenso”.
Avrei potuto risolvere i miei proble-
mi, tornando indietro nel tempo,
con qualche aggeggio supertecnolo-
gico, per poter intervistare Carlo
Magno di persona. Be' la cosa non
era impossibile, come lo sarebbe
stata qualche tempo fa. Sapevo in-
fatti che macchine del genere esiste-
vano. Me ne aveva parlato negli
ultimi giorni di lezione un mio com-
pagno di scuola che aveva letto tem-
po prima un manuale di ben 4 mila
pagine su come costruire una mac-
china in grado di portarti indietro
nel tempo. Lui era nientemeno che
Francescus V., vero cervellone, non-
ché, come detto, compagno di clas-
se. La mia sorpresa fu grande nello
scoprire, andando a casa sua, che
anziché la classica macchina, stile
"Ritorno al futuro" aveva già messo
a punto un congegno particolare
capace di farti viaggiare nel tempo.
Si trattava di un orologio ultratem-
porale,così l'aveva chiamato, capace
non solo di portarti indietro nel tem-
po, ma perfino nel futuro. Mi mo-
strò sull'orologio una finestrina in
vetro che indicava le date di ogni
periodo fino al nostro anno, modifi-
cabili mediante una levetta, regola-
bile avanti e indietro, secondo la
data a cui si voleva arrivare. "Non
appena si regola la data, grazie a un
meccanismo difficile da spiegare-
mi disse-si apre un tunnel tempora-
le, grazie al quale si finisce nell'epo-
ca passata o futura scelta". Ero sba-
lordita ed entusiasta al tempo.. Vo-
levo fortissimamente andare nel
passato, per cui fui felice che lui mi
facesse provare il suo congegno.
Qualche giorno dopo tornai da lui e
gli chiesi di regolare l'orologio sulla
data del 2 marzo 742. In seguito
avrei fatto da sola. Lo fece, ci salu-
tammo. Dissi la data sopra nomina-
ta perché era quella di nascita di
Carlo Magno. Entrata nel tunnel
temporale,mi ritrovai nel palazzo
del re dei Franchi, che in quel mo-
mento era Pipino il Breve, il padre
di Carlo. Mi ricevette, incuriosito
dal mio strano abbigliamento. Ne
approfittai per chiedergli un po' di
cose, compresa la ragione dell'usur-
pazione del trono del suo predeces-
sore Childerico III. Mi raccontò di
essere figlio di Carlo Martello, il
grande vincitore della battaglia di
Poitiers, che era stato come lui Mae-
s t r o d i P a l a z z o . Q u a n t o
all’usurpazione, mi disse solo che
non gli bastava essere capo
dell’esercito, voleva diventare re.
Per questo fece prigioniero il re dei
Franchi e ne prese il posto. Gli chie-
si anche se aveva desiderato quel
figlio , nato ormai da poche ore e
annotai tutto sul taccuino. Subito
dopo, salutato Pipino, regolai l'oro-
logio per spostarmi nell’anno 768,
quello in cui Pipino il Breve decise
di dividere il regno tra i due figli,
Carlo Magno e Carlomanno, dopo la
sua morte. Arrivata, iniziai ad
“intervistare”, si fa per dire, il pro-
tagonista del mio viaggio nel tempo,
Carlo Magno. Egli mi raccontò che
il re longobardo Desiderio aveva
dato le sue due figlie in spose a lui e
al fratello, per unire i due regni con
un' alleanza. Mi colpì l’aspetto di
Carlo. Era decisamente largo e piut-
tosto robusto di corporatura, inoltre
era davvero alto. Ricordai che sul
libro di storia c’era scritto che misu-
rava sette volte il suo piede. Il suo
capo era rotondo, aveva occhi gran-
di e vivaci e il naso molto lungo. Il
suo aspetto corrispondeva proprio
alla descrizione della sua biografia
scritta dal monaco Eginardo, che
avevo letto. . Mi raccontò che era
desideroso di espandere il suo regno
che comprendeva allora solo una
piccola parte dell'Occidente della
Francia. A quel punto, dopo esser-
mi ricordata che Carlo entrò in di-
saccordo con il fratello, che morì nel
771, lasciandolo unico re, passai
alla data dell' 800 in cui egli venne
incoronato da papa Leone III Impe-
ratore d’Occidente. Atterrai più o
meno a 300 metri dalla Basilica di
San Pietro, che stentai a riconoscere.
Feci tutta la strada a piedi. Arrivai
quando tantissima gente si era radu-
nata per acclamare il nuovo impera-
tore .
segue a p. 50
INTERVISTA IMMAGINARIA A CARLO MAGNO
Pagina 41 Anno VII NUMERO SPECIALE
di Irene Iula
In questo periodo, in Italia, ma anche
nel resto dell’Europa esistono molte
tensioni fra i cittadini. C’è gente che
addirittura ruba per sopravvivere.
Tutto questo dipende dalla crisi!
Lavorare è un diritto di tutti, come
dice la Costituzione e, secondo me, è
vero. Nella società italiana, molte più
persone potrebbero avere un lavoro,
basterebbe organizzarsi meglio. Si
potrebbero, ad esempio, aprire nuovi
ambulatori così da dar lavoro ai gio-
vani medici o ridurre le tasse alle
aziende per favorire l’occupazione.
Ovviamente, la mancanza di soldi è
un grave ostacolo per migliorare lo
stato di cose..
Ma io mi chiedo: “Come mai non ci
sono più soldi?”. Tutte le persone
pagano tasse molto alte e il governo
dove li mette i nostri soldi?
Ormai l’indice di disoccupazione è
molto elevato. Molte persone si tro-
vano in una situazione non bella:
formano una famiglia, ma non hanno
un lavoro e senza lavoro, purtroppo,
niente soldi e la scarsità di soldi porta
a una vita piena di tensioni. Non si
può vivere più in serenità, perché non
si riesce nemmeno a pagare l’ affitto
per la casa.
Le speranze di trovare lavoro sono
anche legate al titolo di studio(con
una laurea c’è qualche speranza in
più) o all’appartenenza a una fami-
glia che ha già un’attività propria. Ma
lo studio spesso non basta. Molti
giovani, malgrado si siano dati da
fare, impegnandosi negli studi, ora
non hanno un lavoro! Altri,pur aven-
do una laurea in medicina, psicologi-
a, matematica, giurisprudenza o in
lingue, si ritrovano a svolgere man-
sioni che richiedono la licenza media.
Ancora non ho capito come abbia
fatto la società a ridursi in queste
condizioni!
Come se non bastasse, oltre ai disoc-
cupati, ci sono molte persone che,
nonostante il loro impegno, vengono
licenziate. Di recente è successo a
una persona di mia conoscenza. Era
veramente dispiaciuto e addirittura
mangiava poco, quando lui si
“sbranerebbe” qualsiasi cosa. Il suo
principale problema era: come avreb-
be fatto a mantenere la famiglia;un
altro problema che si poneva era co-
me avrebbe fatto con l’affitto di casa.
Riflettendo sulla sua situazione, ho
capito quanto sia importante il lavoro
e che, senza di esso, non si può conti-
nuare a vivere sereni e tranquilli.
Da grande vorrei fare un viaggio in
vari stati dell’Europa per vedere la
condizione di vita della gente. Se c’è
più disoccupazione o se ce n’è meno
che da noi. Poi, una volta tornata in
Italia, vorrei scrivere un libro, facen-
do notare i pregi e,se è il caso,i difetti
degli altri Stati.
Quando ero piccola, dicevo di voler
fare la geologa o lo chef, due lavori
completamente diversi fra loro, ma,
secondo me, appaganti per se stessi e
utili per gli altri. Facendo lo chef
avrei potuto cucinare tanti buoni piat-
ti per la gente, mentre, facendo la
geologa, avrei potuto impedire di far
costruire delle case o degli uffici do-
ve un terreno poteva franare. Così
avrei potuto salvare molte vite!
Queste sono comunque scelte del
passato, quella attuale per la scuola
superiore è molto tormentata.
Pagina 42
I GIOVANI E IL LAVORO
di Carola Anchieri, Maia Baldi e L. Debernardis
G e o r g e ,
nella foto,
l ’ u l t i m a
t a r t a r u g a
g i g a n t e
dell' arcipe-
lago delle
Galapagos
è morto il 24 giugno, ma, grazie all'aiuto del suo
DNA, gli scienziati potranno clonare la specie. La
data di nascita di George non è certa però sicuramente
risale a prima del 1912, quella di morte invece è sicura
è morto, come detto, il 24 giugno 2012. Dal 1912,
quando fu avvistato, è stato fatto accoppiare più volte,
ma le uova prodotte dalle sue compagne appartenenti
a sottospecie diverse dalla sua non hanno mai dato
risultati George è morto di vecchiaia alla veneranda
età di cent'anni. Esemplari del suo materiale genetico
sono conservati nel museo Galata Galapagos.
ADDIO GEORGE ...
Questo testo è stato premiato
dall’Associazione Maestri del Lavo-
ro(vedi foto)
di Davide Verdina e Matteo Corino
Ci ha colpito una no-
tizia che pare fanta-
scientifica, ma è rea-
le. Gli scienziati della
Nasa vogliono identi-
ficare alcuni asteroidi
"interessanti" che vo-
lano nello spazio vi-
cino alla Terra, per
trascinarli con navicelle robotiche in un’orbita lunare
stabile, in modo da metterli a disposizione degli
scienziati, per scopi di ricerca ed esplorazione. La Na-
sa pensa addirittura di poter far salire a bordo di un
asteroide i primi astronauti nel 2021. Per ora sta ten-
tando di trovare i 100 milioni di dollari necessari per
far partire il prossimo anno il programma di ‘cattura’
di un asteroide. Secondo il senatore
americano Nelson ,il piano, che mette insieme le co-
noscenze scientifiche sulle attività estrattive legate a-
gli asteroidi e lo sviluppo di metodi per deviarli, forni-
rà nuove soluzioni per le future spedizioni dell’ uomo
su Marte. Gli astronauti
saranno inviati sugli asteroidi con la capsula Orion o
lo Space Exploration Vehicle, in fase di sviluppo.
Portare un asteroide vicino alla Luna costerà secondo
gli esperti circa 2,6 miliardi di dollari.
NASA OPERAZIONE ASTEROIDI
Pagina 43 Anno VIi NUMERO SPECIALE
di Federico Barbano e Enrico Piacenza
Lo scorso 18 febbraio febbraio, a Bruxelles,sulla pista
dell’aeroporto Zaventem, vi è stata una rapina
spettacolare, che qualcuno ha già chiamato la rapina del
secolo. E’ stato infatti portato via dai ladri un carico
di dieci chili di diamanti grezzi del valore di 50 milioni
di dollari,circa 38 milioni di euro. I diamanti,
provenivano da Anversa ed erano diretti in Svizzera.
Mentre alcuni addetti stavano per caricare nella stiva di
un aereo svizzero il prezioso carico, portato a
Bruxelles con un furgone blindato di una società di
trasporto valori, un'Audi station wagon e un furgone
Mercedes,dopo aver sfondato le reti di protezione,
hanno fatto irruzione sulla pista, Il furgone portavalori
è stato tamponato e gli otto banditi, armati e con a
disposizione dei visori laser, si sono fatti consegnare il
carico di diamanti senza sparare un colpo. Subito dopo,
sono ripartiti a tutta velocità. Con il loro preziosissimo
bottino.
RAPINA DEL SECOLO A BRUXELLES
Il lato positivo della crisi è, secondo un’analisi della Coldiretti, che due italiani su tre evitano gli sprechi di cibo e non
lasciano più scadere gli alimenti conservati in casa. Necessità fa virtù!
Pagina 44
segue da p. 36
L’insuccesso fu dovuto forse anche ai terribili lutti
familiari che colpirono Verdi in quegli anni, perse
infatti la moglie Margherita e i due figli, Virginia
Maria e Icilio Romano. Rimasto solo, meditò di
lasciare la lirica, fu però convinto a non rinunciare. Si
narra che Merelli gli diede in quel periodo un libretto
di soggetto biblico, il Nabucco, scritto da Temistocle
Solera. Verdi, ancora troppo scosso dalle vicende
familiari, lo mise via , senza neppure leggerlo. Una
sera il libretto gli cadde proprio sulle pagine del "Va,
pensiero". Quella notte, non riuscendo a prendere
sonno, si alzò e rilesse il testo tante volte. Alla fine,
cominciò a musicarlo, per poi proseguire con tutto il
libretto. L’opera, rappresentata il 9 marzo 1842 al
Teatro alla Scala, ebbe un successo trionfale, tanto da
essere replicata per ben 64 volte in quello stesso anno.
.Nei successivi dieci anni, Verdi scrisse pià o meno
un’opera all’anno, Ricordiamo "I Lombardi alla prima
crociata", andata in scena alla Scala l’11 febbraio
1843 , “La battaglia di Legnano”, “I due Foscari",
“Giovanna d’Arco", "Alzira", "Attila", Il corsaro", "I
Masnadieri" ""Macbeth ed "Ernani", quest’ultima
tratta dal dramma di Victor Hugo, su libretto di
Francesco Maria Piave,Il 27 gennaio 1849 andò in
scena “La battaglia di Legnano” , seguita da “Luisa
Miller” e “Stiffelio”, che venne rappresentato a
Trieste il 16 novembre 1850. Al Grand Opéra di
Parigi, Verdi mise in scena “I Lombardi”.Nella
primavera dell’anno seguente egli si trasferì, insieme
a Giuseppina Strepponi ,che avrebbe sposato nel
1859, ,in una tenuta nel Piacentino, poco distante da
Busseto,.In quegli anni compose opere immortali,
come: “Rigoletto” (rappresentata nel 1851), “Il
Trovatore” e “La Traviata” (rappresentate entrambe
nel 1853), “I Vespri Siciliani” (rappresentata al Teatro
de l’Opera di Parigi, nel giugno 1855), “Simon
Boccanegra” (in scena alla Fenice nel marzo 1857),
“Un ballo in maschera” (rappresentato a Roma nel
1859). Nel 1861 nasceva il Regno d’Italia. Da
quell’anno al 1865,Verdi fu deputato.
.Nel 1862 venne rappresentata al Teatro Imperiale di
Pietroburgo”La forza del destino”. Il “Don Carlos”
andò invece in scena per la prima volta al Teatro de
l’Operà di Parigi, l',11 marzo 1867, mentre “Aida” fu
rappresentata al Teatro dell’Opera del Cairo, nel
dicembre del 1871. Era stata infatti commissionata
per l’inaugurazione del canale di Suez.
Verdi morì al Grand Hotel et De Milan di Milano il
2 7 g e n n a i o 1 9 0 1 , a 8 7 a n n i .
Una folla composta da undicimila persone seguì il
feretro di Verdi che è sepolto presso la Casa di
Riposo per i Musicisti, di Milano.
Quest'anno ricorre, come ho detto, il suo bicentenario
ed io penso che sia giusto ricordarlo anche sul nostro
giornale scolastico, vista la sua grandezza! Mi
sembra giusto finire questo articolo con la famosa
frase : “VIVA VERDI”
IL BICENTENARIO DI GIUSEPPE VERDI
Anno VII NUMERO SPECIALE
Il Papa, all’Angelus, davanti a
centomila fedeli , ha detto:
“Tutto si perde con la guerra,
tutto si guadagna con la pace”. .
Lo ha fatto lanciando un appello
per la liberazione dei sequestrati
in Siria, dove è in corso una
guerra civile da più di due anni.
Ricordiamo che tra i
sequestratic’è il giornalista ita-
liano Domenico Quirico.
Pagina 45
di Lorenzo De Bernardis, Vittoria Pascale e Sofia Negri
Il cardinale Juan Mario Bergoglio, diventato Papa
Francesco. dopo il Conclave, è nato da una famiglia
di origine italiana. Abbiamo letto che, in gioventù, il
nuovo Papa ebbe seri problemi di salute, infatti all’età
di 21 anni ,a causa di una grave polmonite, gli fu a-
sportata la parte superiore del polmone destro. A
quell’epoca, infatti le malattie polmonari erano curate
chirurgicamente, per la scarsità di antibiotici . Si dice
che, a causa dell’età e di questo problema di salute,
alcuni “vaticanisti” lo avessero escluso dalla lista dei
papabili. Il successore di Papa Ratzinger doveva esse-
re, secondo costoro, più giovane ed energico . Laurea-
to in chimica all’università di Buenos Aires, Bergo-
glio si mantenne agli studi. per un certo periodo,
svolgendo lavori umili,ad esempio facendo le pulizie .
Decise in seguito di entrare in seminario e l”11 Marzo
1958 cominciò il suo noviziato nella compagnia di
Gesù . Nel 1963 si laureò in filosofia e dall'anno se-
guente insegnò in vari istituti e collegi argentini.
Venne ordinato sacerdote il 13 dicembre 1969 e l'an-
no dopo si laureò nella facoltà di Teologia San Josè,
di San Miguel. Nel 1979 partecipò al Consiglio epi-
scopale latino americano. Fra il 1980 e il 1986 fu ret-
tore delle facoltà di Filosofia e Teologia e parroco
della parrocchia del Patriarca San Josè, nella Diocesi
di San .Miguel. Il 20 maggio 1992 Juan Bergoglio
venne nominato vescovo di Buenos Aires da Giovan-
ni Paolo II . Nel 1998 diventò arcivescovo e nel 2001
fu nominato cardinale sempre nella capitale . Dopo la
nomina a cardinale, criticò aspramente quei sacerdo-
ti di Buenos Aires che si erano rifiutati di battezzare i
bambini nati da coppie non sposate o i figli di madri
nubili, perché, così facendo, allontanavano il popolo
di Dio dalla salvezza, . Bergoglio, che era uno dei
candidati più in vista per l’elezione a Pontefice nel
Conclave del 2005. fu il cardinale più votato dopo
Ratzinger. Il 13 Marzo 2013, come tutti sanno,è stato
eletto Papa al quinto scrutinio ed ha scelto, un nome
che lascia ben sperare, quello di Francesco.
L’ELEZIONE A PAPA DI JUAN MARIO BERGOGLIO
TRAGEDIA A ROMA MORTI CLOCHARD
di Andrea Silvestri
Ogni anno, d’inverno, esplode il problema dei senza
tetto, dei clochard. Due di loro, sono morti all’inizio
di quest’anno nel pieno centro di Roma per asfissia
e i loro corpi sono stati poi carbonizzati dalle fiam-
me. La notizia ci ha rattristato molto, troviamo che
non sia possibile in pieno XXI secolo, morire così. I
due poveretti , un sabato notte, avevano scelto come
rifugio un’uscita d’emergenza del sottopasso roma-
no di Corso d’Italia. Sono morti a causa di un incen-
dio. Nella zona vivono in condizioni disperate deci-
ne di senzatetto. I due sono morti per asfissia e car-
bonizzati a causa di un falò, acceso, bruciando
qualche cartone, per difendersi dal freddo.
Il tunnel in poco tempo si è trasformato in un
i n f e r n o d i f u o c o .
Qualche anno fa proprio a Roma, alla stazione Ter-
mini , era stato aperto un Centro polifunzionale per
i senza dimora, con lo scopo di dare sollievo alle
persone senza una casa che vivono vicino alle sta-
zioni ferroviarie.
IMPORTANTE SCOPERTA SU NEFERTITI
di Lorenzo Frascolla
Circa un secolo fa, il 6 dicembre
1912, alcuni archeologi ,guidati
dall’egittologo tedesco Ludwig
Borchardt, trovarono il famoso
busto di Nefertiti e lo trasferirono
in Germania con l’inganno. L'E-
gitto ne chiede da tempo la resti-
tuzione.Nefertiti era la moglie di
Akhenaton, il Faraone che amava
farsi ritrarre con lei e i figli per
tramandare il senso dell’amore
per la sua regina e per la sua dina-
stia. Recentemente si è parlato
ancora di Nefertiti, in quanto al-
cuni archeologi belgi, diretti da
Harco Williams, professore di
Egittologia alla Cattolica di Lova-
nio, hanno trovato un'iscrizione
importante, scavando in una cava
a nord di Amarna,in Egitto. Essa
dimostrerebbe che Nefertiti rima-
se la moglie del faraone Akhena-
ton e che divenne regina dopo il
sedicesimo anno di regno del con-
sorte. Insomma Nefertiti non solo
non era morta, come si credeva,
ma aveva cambiato nome e rinun-
ciato al ruolo di sposa reale a
fianco del marito. Dopo essersi
chiamata prima Neferneferuaten e
quindi Smenkhkare, sarebbe di-
ventata regina, per poi lasciare il
trono a Tutankhamon, figlio di
Akhenaton e di un'altra moglie,
morto, poi giovanissimo
Pagina 46
di Mattia Brisighella
Sono stati trovati da un gruppo
di archeologi. nei fondali del
Porto Antico, reperti del sesto
secolo avanti Cristo. I frammenti
recuperati sono parti di anfore,
piatti e vassoi di epoca etrusca e
romana,. In un’anfora c'erano
noccioli di pesche, albicocche ed
altri frutti , in un'altra fave e le-
gumi. Pare che si siano conser-
vati grazie agli strati di sabbia,
che hanno creato un ambiente
anaerobico .Si pensa che nella
zona dietro l'Acquario ci potesse
essere in epoca romana una spe-
cie di discarica marina, non si sa
ancora quanto grande . Gli scavi
sono dovuti alla costruzione del-
la vasca dei delfini, progettata da
Renzo Piano, che sarà lunga 90
m e t r i e l a r g a 3 0 .
Non si può ancora sapere cos'al-
tro riserverà l'intero fondale.
Il compito degli archeologi è
comunque quello di tutelare tutto
ciò che merita di essere preser-
vato.
TROVATI REPERTI ROMANI ALL’EXPO
Un ragazzino di 14 anni sarebbe morto a causa dei turni massacranti di lavoro in una
fabbrica di prodotti elettronici nel sud della Cina. Lo avrebbero trovato morto nel
letto del dormitorio dell’azienda presso cui lavorava . Secondo testimonianze rac-
colte tra i dipendenti, i giovani operai, spesso studenti lavoratori, anche di età infe-
riore ai 16 anni, lavorano con turni di 12 ore, con due interruzioni per consumare i
pasti, e con la possibilità di dover lavorare per altre 12 ore, come straordinario, se la
ditta lo richiede.
di Lorenzo Berisso
Uno dei miei atleti preferiti è il
campione di motocross Antonio
"Tony" Cairoli. Cairoli, nato nel
settembre del 1985 a Patti,in Sici-
lia, esordisce all’età di sette anni
nel minicross vincendo diversi ti-
toli regionali, per poi gareggiare
nelle categorie élite, cadetti e nell'
Europeo 85. Nel 2001 comincia a
correre con le moto "da grandi"
nella categoria 125, vincendo il
titolo regionale e nazionale cadetti.
Nel 2003 esordisce nel FIM Moto-
cross World Championship e l'an-
no dopo su una Yamaha 250 vince
la sua prima gara,. Non solo, ottie-
ne il terzo posto nella classifica
finale . Nel 2005 è secondo nel
campionato italiano 125 e diventa
campione mondiale nella classe
MX2, malgrado un grave infortu-
nio nel Gran premio d’Olanda .
Nel 2006 si piazza secondo nel
mondiale MX2, dietro Pourcel, ma
si laurea Campione Europeo Super
Cross.Nel 2007, Cairoli domina il
mondiale , vincendo quasi tutte le
gare in programma . Ottiene il tito-
lo, quando mancano ancora due
gare alla fine del mondiale. Dalla
stagione 2008 gareggia per la Ya-
maha. Nel corso del 2008, non può
difendere il suo titolo di campione
del mondo per un infortunio al gi-
nocchio. Nel 2009 inizia la sua pri-
ma stagione nel mondiale categori-
a MX1, tra i grandi del motocross ,
vincendo la seconda gara della sta-
gione, in Turchia, e aggiudicandosi
il titolo, con una gara di anticipo.
Nel 2010 gareggia con la nuova
KTM SXF 350 sempre nel mon-
diale MX1,vincendo nuovamente
il titolo mondiale. Replicherà nel
2011 e nel 2012. Con l'ultima vit-
toria il grande Tony ha raggiunto il
sesto titolo mondiale in carriera.
Attualmente il campione siciliano
sta dominando il Mondiale 2013.
Cairoli è diventato uno dei più
grandi motocrossisti italiani di
sempre, soprattutto grazie al suo
spirito sportivo, non si arrende mai
e lotta sempre per inseguire il suo
sogno. Come se non bastasse aiuta
i compagni, in difficoltà. come è
successo nel 2012 con David Phi-
lippaerts. Insomma, oltre che un
grande motociclista, Tony è un ve-
ro sportivo, un esempio per tanti
ragazzini che hanno iniziato a pra-
ticare il motocross a livello agoni-
stico.
P AGINA 47
Pagina 47
TONY CAIROLI UN RE DEL MOTOCROSS
Anno VI NUMERO SPECIALE
José Alberto Mujica Cordano ( noto anche come Pepe) , nato a
Montevideo il 20 maggio 1935, è il presidente dell’ Uruguay.
Ne parlo perché ha dimostrato di essere una persona semplice e
modesta. Appena eletto, quando gli hanno chiesto di trasferirsi
in un bellissimo palazzo ha risposto di no. ha detto di voler re-
stare nella sua casetta , continuando a coltivare la terra e ad al-
levare gli animali. Una cosa curiosa riguardante Mujica è che
egli possiede come automobile, dal lontano 1970, un Maggioli-
no (!!!).Insomma, una persona singolare, che rinuncia ai privi-
legi, e, per molti versi, è da ammirare per la sua semplicità.
di Lorenzo Debernardis
Pagina 48
di Alessio Serra
A oltre un anno dalla
sua morte, Steve Jobs,
noto in tutto il mondo
per prodotti tecnologi-
ci all'avanguardia,
come l’I Pad, l’I Pod e
il Mac,manca a tutti. .
Steve Paul Jobs era
nato il 24 Febbraio del
1955 a San Francisco.
Era figlio di Joanne
Carole Schieble e di
Abdulfattah Jandali,
di origine siriana. Ap-
pena nato, era stato dato in adozione a Paul e Clara
Jobs,che vivevano a Mountain View, nella contea di
Santa Clara, in California, Steve la cui sorella biologi-
ca Mona Simpson , è diventata una famosa scrittrice,
giovanissimo, nel 1974, andò a lavorare all'Atari con
l' amico Steve Wozniak. Ecco come l'allora proprieta-
rio dell'Atari Nolan Bushnel ricorda il futuro fondato-
re di Apple”Steve era una persona molto intelligente e
difficile. Stavo per licenziarlo perché non gli piaceva
lavorare insieme agli altri, quindi gli ho detto ‘Bene, ti
metterò nel turno di notte… che non abbiamo ancora’.
Ho sempre creduto che per quanto una persona possa
essere difficile, è giusto provare a trovare soluzioni,
quindi è ciò che abbiamo fatto. Steve e Wozniak ven-
nero nel turno di notte e svilupparono Breakout, che
naturalmente fu un grande successo. Una volta volevo
.mandare Steve in Germania per lavoro e lui voleva
andare in India a passare un po’ di tempo con un qual-
che Swami. Il volo India-Germania era meno costoso,
quindi mi ha convinto a pagargli il viaggio in India”
Lì , Jobs prese una malattia infettiva e fu rispedito in
California per curarsi. Poco dopo fondò Apple. .Steve
e Wozniak , dice ancora Nolan Bushnel“ mi offrirono
la possibilità di essere un investitore e, con una cifra
di 50.000 dollari, possedere un terzo di Apple. Molto
intelligentemente ho detto di no. E onestamente qual-
che volta me ne sono pentito “. Bushnel ha aggiunto
che Steve Jobs è sempre stato un buon amico, un gran-
dioso visionario, e anche un uomo veramente come si
deve. “Non ha mai sopportato di buon grado gli scioc-
chi,- ha concluso l’ex proprietario di Atari- e credo
che sia una cosa giusta, perché credo che al mondo
abbiamo fin troppi sciocchi!.
UN MAGICO ELISIR D’AMORE
di Francesco Mondillo
A metà aprile si sono svolti, con qualche contestazione,
a lontra, nella cattedrale di St. Paul, i funerali di Mar-
garet Thatcher, chiamata la Lady di ferro ,unico primo
ministro donna nella storia inglese. La Thatcher, che
aveva 87 anni, ed era malata da anni, è morta a causa
di un ictus in una suite dell'albergo Ritz, non lontano
da Buckingham Palace. Aveva 87 anni ed era malata
da anni. La Thatcher vinse con il partito conservatore
le elezioni per tre volte, governando dal 1979 al 1990,
quindi per il più lungo periodo dagli inizi del XIX se-
colo. Figlia di un droghiere, fu amata da alcuni e odiata
da molti altri. Negli anni Ottanta si scontrò duramente
con i sindacati e decise la privatizzazione di buona par-
te dell’industria britannica. La regina Elisabetta, che in
passato aveva avuto contrasti con lei, ha detto di essere
triste per la sua morte. .
LA MORTE DI MARGARETH THATCHER
NOLAN BUSHNEL RICORDA STEVE JOB
FESTIVAL DI SANREMO
di Andrea Silvestri
La 63° edizione del Festival della
canzone italiana,meglio noto co-
me Fesrival di Sanremo, ottima-
mente presentata da Fabio Fazio e
Luciana Littizzetto, è stata vinta,
come è noto, da Marco Mengoni e
non da chi, secondo me, avrebbe
meritato davvero di vincere, inten-
do dire Elio e le Storie Tese
(davvero fantastici!). Se fosse sta-
to premiata davvero la qualità,
non ci sarebbe stata partita ed Elio
e le Storie Tese, con la loro ” Can-
zone mononota” avrebbero sbara-
gliato il campo. Sul gradino più
alto del Festival è salito invece ,
come detto, Marco Mengoni con
il brano “L’essenziale”. Terzi so-
no arrivati i Modà, con “Se si po-
tesse non morire”, Non voglio
essere monotono, quasi parafra-
sando il titolo di Elio, ma da qual-
che tempo sento e risento mille
volte su Youtube “La canzone
mononota” e mi piace sempre di
più. Mi piace talmente tanto da
stupirmi che il pubblico televisivo
le abbia preferito il pur gradevole
brano di Marco. Pazienza. Co-
munque, il Festival mi è piaciuto e
non vedo l’ora di assistere alla
prossima edizione.L’unica nota
stonata sono stati i fischi durante
l’intervento di Crozza, che stava
i m i t a n d o B e r l u s c o n i .
Per finire, la classifica completa
di Sanremo 2013
1. Marco Mengoni
2. Elio e le storie Tese
3. I Modà
4. Malika Ayane
5. Raphael Gualazzi
6. Daniele Silvestri
7. Max Gazzè
8. Chiara
9. Annalisa
10. Maria Nazionale
11. Simone Cristicchi
12. Marta sui tubi
13. Simona Molinari e Peter
Cincotti
14. Almamegretta
Pagina 49
Michael Jackson , morto il 25 giugno 2009 è entrato nel Guinness dei Primati per
essere stato il musicista di maggior successo di tutti i tempi, con oltre un miliardo
di dischi venduti! "Thriller", il famoso album del 1982, è il disco più venduto di
sempre, con oltre 115 milioni di copie. Contiene nove singoli: "Wanna Be Startin'
Somethin'", "Baby be mine", "The girl is mine", cantata assieme a Paul Mc Car-
tney, Thriller, il pezzo principale, "Beat it" , "Billie Jean", "Human nature", "Pretty
young thing PYT" e "The lady is my life".
.segue da p. 41
Io non riuscii a passare per vedere il
momento più importante della ceri-
monia. Sapevo comunque dal futuro
che Carlo aveva chinato la testa davan-
ti al Papa per ricevere dalle sue mani la
corona imperiale . Confesso che mi
dava un po’ fastidio essere lì da sola
al freddo, il giorno di Natale, nel qua-
le non avrei ricevuto nemmeno un
regalo. E dire che nel mio tempo era
estate.! Mi sarei rifatta qualche mese
dopo! Quando la zona fu liberata dal-
la gente, mi allontanai per farmi cata-
pultare ad Aquisgrana, la residenza
preferita di Carlo Magno. Su ordine
di Carlo, mi fecero entrare. Mi avvi-
cinai a lui per intervistarlo, anzi per
proseguire il nostro dialogo. Fu genti-
le, si ricordava bene di me. Mi disse,
ma io già lo sapevo, che alla morte di
suo fratello aveva ereditato l'intero
regno e che le sue conquiste avevano
raggiunto le stelle. Tutte le zone con-
finanti, ad esempio, erano state con-
quistate. Aveva avuto qualche proble-
ma solo con i Saraceni, alleati con i
Baschi in quel di Roncisvalle. Mi
disse che aveva guidato con successo
i suoi Franchi alla conquista di quasi
tutta l'Europa occidentale. Mi parlò in
particolare della sconfitta dei Longo-
bardi, nel 777, Longobardi che
l’avevano attaccato dopo che egli
aveva ripudiato la moglie, figlia del
loro re. Aggiunse di aver fondato il
regno di Aquitania e sottomesso pri-
ma la Baviera, poi i Frisoni e gli Ava-
ri. Quanto ai Sassoni, li stava per pie-
gare, dopo 26 anni di guerra. Prende-
vo appunti freneticamente. Carlo se
ne andò, per raggiungere i suoi solda-
ti. Subito dopo il mio orologio andò
in tilt , con uno sconfortante poff di
accompagnamento. Ero nei guai. Cer-
cai di chiamare Franciscus V. con il
mio nuovo supercellulare, che tenevo
sempre nascosto dalla vista di Carlo,
e, per fortuna, riuscii a mettermi in
contatto con lui , grazie alla modalità
Tempo -cell 2000 da lui ideata e suo
grande vanto. Gli spiegai dov'ero e
che cosa era successo. "Oh no! -disse
lui- lo sapevo che avrei dovuto legge-
re la pagina in cui si parlava di mette-
re un goccio di Coca Cola super die-
tetica nel foro del bordo. E dire che
mi sembrava uno scherzo!" Mi pro-
mise che mi avrebbe costruito un al-
tro orologio e chiuse la chiamata.
Quella sera Carlo mi invitò a cena .
Lui era molto grasso e doveva seguire
una dieta un po’ particolare, che gli
vietava di mangiare arrosto, anche
perché aveva una malattia, la gotta,
che gli gonfiava le gambe, a causa di
questo cibo, che lui adorava. Era
molto spaccone e assai autoritario
con i servi. Mi spiegò che in quel
tempo le tasse imposte dagli ammini-
stratori non bastavano per pagare i
soldati C'era bisogno di una continua
espansione territoriale. Di colpo, si
materializzò davanti a me Franci-
scus, il mio salvatore, che ci salutò.
Carlo e tutti gli altri fuggirono, terro-
rizzati da quella strana apparizione.“
Ho detto qualcosa di sbagliato? chie-
se lui interrogativo? “ Franciscus ave-
va in mano due berretti di metallo.
Mi spiegò che si trattava di berretti
mono temporali impermeabili, con-
tro un eventuale collasso, mentre si
attraversava il varco temporale. Mi
disse, aggiustandosi gli occhiali, che
su ognuno di essi c’era un bottone
verde per le videochiamate multinu-
meri. , valide anche per i numeri più
strani come quelli negativi e quelli
con la virgola, ma soprattutto che
erano dotati di propulsori per farci
volare o correre più veloci. Il tutto
l’aveva realizzato con DNA nucleare
mutante, bicarbonato di sodio, piom-
bo ed essenza di te alla pesca, per
ricaricare le pile! Il mio compagno
inventore mi disse poi che dovevamo
tornare nella nostra epoca, per non
causare una nota " influenza tempora-
le infliggitiva".Mi spiegò che stavol-
ta, per cambiare epoca, dovevamo
semplicemente regolare la data scritta
sulla parte frontale del cappello e poi
indossarlo. Lo facemmo immediata-
mente, prima di essere attaccati da
Carlo e dai suoi Paladini, e, in brevis-
simo tempo, tornammo a casa. Io ero
più affranta che mai per l'intervista
troncata improvvisamente. Lui, intui-
to il mio problema, mi mise davanti
un ebook su Carlo Magno, che aveva
fatto apparire con il suo apparecchio
dentale materializzatore. Lì lessi che
Carlo sottomise, come aveva previ-
sto, i Sassoni e altri popoli, poi che
divise il suo regno in contee e mar-
che, governate da Conti e Marchesi
Inoltre lessi che, prima della sua mor-
te si dedicò alla preghiera, ritirandosi
proprio ad Aquisgrana, dove morì il
28 gennaio dell’814.
INTERVISTA IMMAGINARIA A CARLO MAGNO
Pagina 50 Anno VII NUMERO SPECIALE
Tra i 74 romanzi in concorso, i giurati del Premio letterario Rapallo Carige per la Donna scrittrice, arrivato alla
diciannovesima edizione, ne hanno scelto tre, quelli di Emanuela Abbadessa : Capo Scirocco, di Anna Maria
Falchi: "L'isola delle lepri" e di Carola Susani "Eravamo bambini abbastanza" . La vincitrice sarà proclamata il 15
giugno, a Villa Porticciolo , a Rapallo. Il Premio Speciale della Giuria stato invece assegnato a Serena Dandini per
il volume "Ferite a morte", storia delle vittime del femminicidio
di Federico Barbano
I ristoranti cinesi stanno conquistando Genova, come
del resto le altre nostre città, a spese dei locali italiani .
Si tratta principalmente di ristoranti a gestione familia-
re . Un certo Renai Chan fu il primo cinese ad aprire
un ristorante a Genova, che chiamò “Da Chan” ,ora ne
possiede molti altri. Nonostante la crisi, riesce a non
chiudere i suoi ristoranti, grazie ai molti clienti abitua-
li, che vanno da lui per i prezzi contenuti. Una curiosi-
tà, la gran parte dei cinesi che sono venuti a Genova
proviene dalla stessa zona , lo Zhejiang, nel Sud-est
della Cina, a pochi chilometri da Shanghai.
A TAVOLA SI PARLA CINESE
di Gabriele Parisi
Nel XV se-
colo nacque-
ro i primi
fogli volan-
ti, molto
diversi dalle
pagine del
giornale di
oggi. Dentro
c'erano noti-
zie di vario
genere, si
mescolava-
no infatti
realtà e superstizioni. Nel 1455 Gutenberg inventò la
stampa a caratteri mobili. Nel corso del Cinquecento
nacquero tipografie nelle più importanti città europee,
nelle quali si riuscivano a stampare fino a 3000 fogli
al giorno. In Italia il primo foglio venne stampato a
Bologna intorno al 1470. In seguito furono pubblicate
le Gazzette dal nome di un avviso pubblicato nella
Repubblica di Venezia messo in vendita al prezzo di
una moneta d'argento detta gazeta,. Le gazzette aveva-
no già le caratteristiche di un giornale ma uscivano
poche volte all'anno. I giornali cominciatono a uscire
con regolarità solo nella seconda metà del Seicento,
quando era aumentato il numero di lettori che apparte-
nevano alla borghesia, interessata alla politica e alla
cultura. Il primo quotidiano della storia uscì a Lipsia,
in Germania, nel 1660. Da allora in Europa si diffuse-
ro molti giornali ,sempre più ricchi di notizie di ogni
genere. Nel 1788 a Londra fu fondato il Times, che
ancora oggi è uno dei quotidiani più importanti del
mondo. Proprio in Inghilterra nacquero nell'Ottocento
i giornali da un penny rivolti a tutti, anche al popolo.
BREVE STORIA DEI GIORNALI
Pagina 51
Anno VII NUMERO SPECIALE
Per il sesto anno la Fondazione Teatro Carlo Felice ha sostenuto il progetto “Teatro Déi Ragazzi”, ideato cinque anni fa da Alessandro
Salvadori,contrabbassista dell’Orchestra del Carlo Felice e regista, in collabora-
zione con la prof.ssa Ferri. In questo progetto, alcune opere in cartellone al Carlo Felice vengono rivisitate e messe in scena, lasciando spazio a scene
divertenti ed eliminando i finali tragici. La nostra scuola con Salvadori ha
messo in scena nel mese di maggio “My Fair Traviata, rivisitazione della Tra-
viata di Verdi, Se ne
parla a p. 4.
GANGNAM STYLE TORMENTONE VINCENTE
Anno VII NUMERO SPECIALE Pagina 52
di Matteo Corino e Davide Verdina
Pare che la moda stia per finire e che lo stesso can-
tante che l’ha lanciata, di recente, abbia detto di es-
serne stufo, comunque la canzone-tormentone dello
scorso autunno è stata Gangnam Style del rapper e
ballerino sudcoreano Park Jae-Sang, in arte Psy. La
Gangnam -mania si è espressa in una serie di Fla-
shmob in tutto il mondo, Italia compresa, con masse
di giovani riuniti nelle piazze o in vari luoghi pubbli-
ci per ballare tutti insieme, al ritmo ovviamente di
Gangnam Style. A Roma,ad esempio, il 10 Novembre
2012, in Piazza del Popolo, circa trentamila ragazzi
hanno ballato la Gangnam Style con i propri smar-
tphone. Più di 4000 ragazzi si sono invece dati ap-
puntamento il 24 novembre nella nostra città, in Piaz-
za De Ferrari.Alcuni amici che ci sono andati hanno
detto che è stato bello.Che dire, per concludere? Be’
possiamo dire che a noi questa musica piace molto.
Per chi non lo sapesse, Psy è nato a Seul, nel Gan-
gnam District, dal quale deriva anche il titolo della
sua canzone-inno.
di Vittoria Pascale
Il gruppo anglo irlandese degli One Direction sta portan-
do con successo in giro per il mondo.il Take Me Home
Tour . Dopo l’Europa sarà la volta degli Stati Uniti.
Il gruppo, che è formato, come è noto, da 5 ragazzi: Harry Styles, Niall Horan, Liam Payne, Zayn Malik e Louis
Tomlinso , tutti della stessa età,. si era fatto conoscere
con il talent show X Factor, nella versione inglese. Tra i
loro brani, uno dei miei preferiti è” What Makes You
Beautiful”, che è stata inserita anche nel gioco della Wii
Just Dance 4. Il gruppo che nel 2012 ha partecipato ai
Brit Awards 2012 e ricevuto il Brit Award per “Best
British Single” si è esibito con successo anche in Italia,
a Milano e Verona. I biglietti per il concerto mila-
nese erano stati venduti in quindici minuti.
Ecco la loro discografia:
Album studio 2011 - Up All Night 2012 - Take Me
Home Singoli 2011 - What Makes You Beautiful2011 -
Gotta Be You 2012 - One Thing 2012 - More Than This
2012 - Live While We’re Young 2012 - Little Things
2012 - Kiss You 2013 - One Way or Another enage
Kicks)
ONE DIRECTION TRIONFO EUROPEO
Il nuovo tormentone dell'estate 2013 si chiama Gentleman ed è sempre del coreano Psy, che con il Gangnam
Style aveva fatto ballare tutto il mondo. Anche in questo brano ci sono il balletto e un ritmo martellante . Si par-
la di uno strano 'gentleman' che lascia scivolare giù dalle sedie le splendide donne che corteggia, subendo, poi,
la stessa sorte. Il brano, che abbiamo ascoltato su internet, ci ha già conquistato.
La musica esprime ciò che non può essere detto e su cui è impossibile rimanere in silenzio.Victor Hugo, Canti del crepuscolo, 1835
di Federico Barbano e Enrico Piacenza
Una grave tragedia è successa il 18 marzo in una scuola
materna di Napoli, la Minucci, Patrizio, un bimbo di 4
anni, è morto soffocato durante la pausa pranzo a causa:
di un piccolo pezzo di mozzarella, andatogli di traverso.
Il piccolo è stato subito trasportato all’ospedale Carda-
relli, dove è purtroppo giunto senza vita.
Abbiamo letto che un gruppo di parenti del piccolo Pa-
trizio, giunto dopo poco in auto davanti alla scuola, ha
cominciato ad inveire contro le maestre.
A soccorrere il bimbo, trasportandolo subito in auto
all’ospedale, erano state due persone che lavorano in
una piccola pizzeria di fronte alla scuola Minucci, ri-
chiamate dalle urla delle maestre che invocavano aiuto.
I due, un uomo e una donna, hanno caricato il piccolo
nell’auto e lo hanno accompagnato all’ospedale, che si
trova poco distante da lì. Come detto, però, il piccolo
Patrizio vi è giunto cadavere. I medici del Cardarelli
hanno potuto solo estrargli quel piccolo boccone di
mozzarella, non più grande di un’oliva, che lo ha soffo-
cato. La fine assurda di questo bimbo ci ha molto colpi-
to, non si può morire così!
MOZZARELLA FATALE A NAPOLI
di Viktoria Klets e Sofia Negri
Secondo le indagini "Timss" e
“Pirls” gli alunni italiani di 9-10
anni sono nella media europea, ma
stanno peggiorando rispetto ai coe-
tanei asiatici. Si può dire che da
questo studio sull’apprendimento
scolastico dei bambini, relativo al
2011, la scuola italiana esce tra luci
e ombre. Luci perché i risultati ot-
tenuti sono superiori alla media:
nella lettura, dove con 541 punti
siamo al sedicesimo posto, in ma-
tematica, dove, con 508 punti, sia-
mo al ventitreesimo posto e nelle
scienze, dove siamo al diciottesi-
mo. Ombre, perché il nostro risul-
tato è misero rispetto ai Paesi asia-
tici e del nord Europa. L’altra noti-
zia dell’indagine è la fine del mo-
dello finlandese. La Finlandia, che
aveva il sistema scolastico più effi-
ciente al mondo, è stata superata
dagli asiatici sia nell'apprendimen-
to della lingua materna, misurata
con la capacità di lettura, che, so-
prattutto,in matematica, con gli
studenti di Singapore e Hong kong
a guidare la classifica .
A SCUOLA PRIMEGGIANO GLI ASIATICI
Pagina 53 Anno VII NUMERO SPECIALE
Sul sito spassogenova.blogspot.com è ospitato un interessante lavoro interdisciplinare realizzato dalla classe 2G della
nostra scuola. Il progetto è stato ideato è coordinato dalla prof. Daniela Cavallin,con la collaborazione delle
prof..Carmela Punturieri e Giovanna Torrente Gli alunni hanno analizzato testi e brani musicali dedicati a Genova e rea-
l i z z a t o a l o r o v o l t a u n p i c c o l o t r i b u t o a l l a l o r o c i t t à c o n b r a n i , c a n z o n i e d i s e g n i .
Pagina 54
di Vittoria Pascale e Martina Ottino
D e r e k , c o s ì
l ’ a v e v a n o
chiamato. Era un
c a m o s c i o ,
s a l v a t o , i r o n i a
della sorte, da un
c a c c i a t o r e .
L ’ a v e v a n o
o p e r a t o
felicemente alla testa per un grosso ascesso che gli
comprimeva il cervelletto. Superato il coma, si era
ripreso ed era pronto a tornare nei boschi. Ma la
storia non è purtroppo a lieto fine. Il mattino del
primo gennaio il camoscio è stato infatti ritrovato
morto nella gabbia del professor Giuseppe
Quaranta, della clinica per animali selvatici. Il
povero animale non aveva retto ai botti della notte
di Capodanno. E’ morto come migliaia di animali,
a causa di uno stupido modo di divertirsi degli
umani, quello di sparare i botti. Gli esperti hanno
detto che Derek conosceva la doppietta e il rumore
dei botti deve avergli ricordato gli spari. Un
cacciatore, come detto, stavolta aveva
rappresentato per lui la temporanea salvezza.
L’uomo, vedendolo agonizzante, aveva chiamato le
guardie faunistiche della provincia di Torino.
Per il camoscio vi era solamente una speranza,
q u e l l a d i e s s e r e o p e r a t o .
Derek, primo camoscio, a subire un intervento al
cervello, si era svegliato dal coma ed era tornato ad
alimentarsi da solo. A metà gennaio l'avrebbero
liberato in natura. E’ una vicenda davvero molto
triste.
MUORE DI PAURA CAMOSCIO SALVATO DA CACCIATORE-
di Sofia Negri
Un tale Jefferson Miranda è stato arrestato per
l’omicidio di un agente di San Paolo. Si è scusato
con i familiari della vittima, dicendo che era in de-
bito, del corrispondente dei nostri 4 mila euro, con
una associazione criminale che ha come principale
ragione di esistere l’eliminazione dei poliziotti. Sic-
come tardava a mettersi in regola con le quote asso-
ciative, gli avevano dato 10 giorni per far fuori un
agente della polizia militare. Allo scadere
dell’ultimatum gli avevano concesso altre 24 ore,
accettando in saldo anche la morte di un agente del-
la polizia civile. Così è finita la vita di Joao Antonio
Pires di 62 anni, poliziotto, prossimo alla pensione,
freddato, in novembre, all’uscita di un centro com-
merciale, a Juritiba, nello stato di San Paolo.
Il Pcc è la più temibile organizzazione del Brasile
fondata l’1 Agosto del 1993 da una decina di dete-
nuti dal carcere di Taubatè. La sua prima fonte di
finanziamento è rappresentata dai contributi degli
iscritti. Il Pcc ha ramificazioni in 21 dei 27 stati del
Brasile e controlla 135 delle 152 prigioni.
INCREDIBILE VICENDA IN BRASILE
Anno VII NUMERO SPECIALE
Abbiamo letto che Giuseppe Verdi ,il più famoso
autore italiano del melodramma, nella sua villa di
Sant' Agata, aveva eretto una tomba per ricordare
un cane che, durante la vecchiaia , gli fu vicino. Era
una femmina di maltese che aveva chiamato Lulù .
La piccola colonnina di pietra che ricorda dove è
sepolta, fu costruita per volontà di Verdi e di Giu-
seppina Strepponi. Sopra è incisa la scritta: «Alla
memoria di un vero amico».
di Andrea Silvestri
.La notte di Capodanno rischiamo
un po' tutti, a causa dei cosiddetti
botti , di essere vittima di spaventi,
è il caso di dirlo, da infarto. anche
perché la “stupidità umana” spinge
molti a modificare i botti o farne
un uso inappropriato. Lo scorso
primo gennaio In una cittadina di
montagna piemontese, Salice
d’Ulzio, si è verificata una scena
da brivido. Precisamente alle
00:30, vicino a un bar chiamato
“Assietta”, è esploso un botto e-
norme che ha fatto un rumore ter-
ribile da far perdere l'udito. Io ero
lì con mio padre ed ho potuto ve-
dere (e purtroppo sentire) gli effet-
ti dell’esplosione, provocata pro-
babilmente da ragazzi molto alte-
rati che lanciavano botti in conti-
nuazione. In mezzo a loro, c'erano
alcuni tifosi del Torino che urlava-
no improperi vari contro la Juve.
Io cercavo di tapparmi le orecchie
per attutire un po' quei rumori as-
sordanti. A un certo punto io e mio
padre siamo passati,per sba-
glio,vicino a un petardo che subito
dopo è scoppiato. Siamo scappati
più veloce che potevamo. Quelli
che avevano piazzato il petardo si
sono messi a ridere a crepapelle.
Quando siamo arrivati a casa, ab-
biamo tirato un respiro di sollievo
e siamo andati a dormire.Io, den-
tro di me, pensavo che ero stato
fortunato, perché il botto non mi
aveva colpito.
Ogni tanto sentivo ancora delle
esplosioni, ma non mi facevano
più paura, perché sapevo di essere
al sicuro dentro casa.
CAPODANNO Di PAURA A SALICE
Pagina 55
Anno VII NUMERO SPECIALE
dI Lorenzo Berisso
La notte di San Silvestro del 2012, si sono registrate
come tutti gli anni, malgrado i divieti in molti comuni,
parecchie vittime, a causa di botti, petardi e fuochi
d'artificio. Stavolta i morti sono stati due e i feriti 361,
di cui 53 bambini con meno di 12 anni. I fatti più gravi
sono successi a Calandrino, in provincia di Napoli,
dove un uomo è morto a causa di un'esplosione mentre
stava sistemando dei fuochi d'artificio davanti al suo
ristorante e a Roma, dove un'esplosione di petardi ha
ucciso un uomo e ferito quattro bambini. A Genova
non sono successi fatti particolarmente gravi, comun-
que un bambino, rimasto ustionato lievemente da un
petardo, è stato medicato al Gaslini. Ci sono stati an-
che da noi numerosi interventi dei vigili del fuoco, per
spegnere incendi. Uno a Quarto Alto. Racconterò bre-
vemente i fatti. Alle ore 23:30 del 31 dicembre un
"razzetto", lanciato da via Delle Genziane, è "atterrato"
su via Bandi, scatenando un incendio che ha coinvolto
due auto ed un motorino. Subito sembrava che non
fosse successo niente, ma dopo alcuni minuti si è senti-
ta una forte puzza di fumo e l’ incendio ha fatto la sua
comparsa. Oltre alle auto, come detto, ha preso fuoco,
anche un motorino. Subito, sono stati avvisati i pom-
pieri, arrivati prontamente sul luogo dell'incendio,
NOTTE DI SAN SILVESTRO ANCORA VITTIME
CONSIGLI DI LETTURA ...IL PICCOLO PRINCIPE
di Francesca Cama
Ho letto recentemente "Il Piccolo Principe" (Le
Petit Prince) , l'opera più nota di Antoine de Saint-
Exupéry, pubblicato il 6 aprile 1943. La storia co-
mincia nel Sahara, dove un aviatore precipita con il
suo aereo . Essendo solo, deve provvedere perso-
nalmente ad aggiustare il motore. Ha acqua da bere
solo per una settimana. La mattina seguente egli
incontra un curioso bambino che con la sua vocina
gli chiede di disegnargli una pecora e in seguito gli
rivelerà di essere il principe di un lontano pianeta,
l'asteroide B612, dove viveva solo, con una rosa
vanitosa e scorbutica di cui si prendeva cura. La
lontananza dal suo pianeta( aveva già vagato per
diversi pianeti, incontrando personaggi strani, ma
tutti capaci di insegnargli qualcosa) gli fa scoprire,
malgrado tutto, l'amore per la sua rosa e il rapporto
profondo che esisteva tra loro. Ora gli serve una
pecora che mangi tutti i rami di baobab che stanno
crescendo, per evitare che soffochino il suo pianeta
e con esso la rosa..Prima di arrivare sulla terra, il
Piccolo Principe ha vagato per diversi pianeti, in-
contrando personaggi strani e assurdi, ma ognuno
capace di insegnargli qualcosa. Sul primo pianeta
abitava un re che voleva comandare, sul secondo un
uomo vanitoso, sul terzo un ubriaco che beveva per
dimenticare la vergogna di farlo, sul quarto un uo-
mo d'affari che contava le stelle del cielo pensando
che gli appartenessero. Il quinto era molto piccolo e
ci stavano solo un uomo e un lampione. Sul sesto,
che era invece molto grande, c'era un geografo,
che, stando sempre seduto alla sua scrivania, non
conosceva il proprio pianeta. Egli aveva detto al
Piccolo principe di andare a visitare la terra.
Consiglio a tutti la lettura di questo classico davve-
ro immortale.
Pagina 56
Anno VII NUMERO SPECIALE
di Martina Ottino
Recentemen-
te ho letto
" Come usci-
re di casa e
r i t o r n a r c i
sana e salva,
ovvero La
s i c u r e z z a
dall'A alla
Z", di Jane Goldman e l'ho trovato davvero interes-
sante, nonostante sia stato scritto un po' di anni fa. Il
libro è rivolto alle ragazze, ma, secondo me, può es-
sere utile anche ai ragazzi, infatti pensare alla propria
sicurezza è molto importante. Cercare di evitare ri-
schi inutili, - ha ragione l’autrice-non fa di noi dei
paurosi. Dopo tutta la settimana divisa tra lo studio e
le varie attività sportive, in cui ciascuno di noi è im-
pegnato, ci meritiamo di uscire un po' con gli amici,
per divertirci tutti insieme. Per non correre rischi,
l''importante è usare il buon senso, come in tutte le
cose. Anzitutto è opportuno evitare di bere alcolici o
bevande che li contengano, solo perché gli amici in-
sistono o perché lo fanno tutti e non si vuole essere
tagliati fuori dal gruppo. Sono motivazioni davvero
sciocche, le stesse che spingono tanti giovani a fuma-
re. Bisogna inoltre stare alla larga da ogni tipo di dro-
ga, non dimenticando che tutte le droghe, anche quel-
le leggere, danno assuefazione e provocano una forte
dipendenza fisica. Se i nostri amici insistono per farci
provare, è il momento di cambiare compagnia. Un
altro giusto consiglio della Goldman, quando si esce,
è di dire sempre a casa dove andiamo, anche se ci
sembra una cosa non da grandi.
COME USCIRE E TORNARE A CASA SANA E SALVA
Anno VII NUMERO SPECIALE
Pagina 57
di Lorenzo Debernardis e Alessio
Serra
Dopo quella di Van Gogh è stata
allestita a Genova un’altra mo-
stra importante, quella dedicata a
Joan Mirò, dal titolo "Poesia e
luce", che si è conclusa all'inizio
di aprile e ha avuto oltre 96 mila
visitatori. La maggior parte delle
80 opere esposte nell'appartamen-
to del Doge erano state dipinte
nei trent'anni in cui il grande arti-
sta catalano visse a Palma di
Maiorca, cioè dal 1956 fino al
1983. Oltre ai dipinti erano espo-
sti terrecotte, bronzi e acquerelli.
Mirò nacque a Barcellona nell'a-
prile del 1893 e morì a Palma di
Maiorca il giorno di Natale del
1983. Figlio di un orefice e orolo-
giaio, fu, come del resto Picasso,
pittore, scultore e ceramista. Ini-
ziò a disegnare a otto anni. Il pa-
dre gli fece fare studi commercia-
li, ma Joan continuò a coltivare la
passione per l’arte, seguendo le-
zioni di disegno. Visse per qual-
che tempo a Mont-roig del Camp,
che considerò ,in seguito, come
Maiorca, fondamentale per la sua
ispirazione. Nel 1912, dopo una
lunga malattia, tornò a Barcello-
na, dove iniziò a dedicarsi allo
studio della pittura, diventando
amico del ceramista Josep Llo-
rens Artigas e del pittore Enric
Cristòfol Ricart. Frequentò
l’accademia “Galì” e fece parte
del Circolo Artistico di Sant Lluc.
Era interessato alle opere impres-
sioniste, fauviste e cubiste espo-
ste nella galleria Dalmau di Bar-
cellona. Proprio in casa di Josep
Dalmau, nel 1917, conobbe
Francis Picabia, pittore dadaista
Nel 1918 Mirò tenne la sua prima
mostra personale proprio alla
Galleria Dalmau,. Fu però un fia-
sco. i critici bocciarono infatti i
suoi quadri ritenuti , pensate un
po', inespressivi. Miró iniziò
proprio in quello stesso anno a
dipingere alcune opere che per
l'attenzione ai dettagli saranno
chiamate particolariste. L'anno
dopo ritrasse con la stessa tecni-
ca il paese di Montroig, creando
un capolavoro, che intito-
lò"Montroig. Nel 1919 andò per
la prima volta a Parigi, dove co-
nobbe e frequentò Pablo Picasso.
L'anno dopo, attirato dalle avan-
guardie artistiche, si stabilì pro-
prio a Parigi. Viveva e lavorava
nello studio in Rue Blomet 45. Il
suo stile era influenzato dai da-
daisti ,ma anche dall'arte astratta.
In quell'anno ci fu la sua prima
personale parigina, alla galleria
La Licorne, che ebbe scarso suc-
cesso. Nel 1923 Mirò conobbe
Hemingway , che comprò il suo
dipinto "Montroig: la fattoria",
inoltre entrò in contatto con alcu-
ni scrittori surrealisti Breton, A-
ragon, Eluard, Prevert e Péret. In
quell’anno cominciò a dipingere
" Terra arata" e " Paesaggio cata-
lano" . Una sua mostra, nel 1925
alla galleria Pierre, ebbe grande
successo. In seguito, Mirò parte-
cipò a mostre surrealiste con
Arp, Ernst, Klee, Man Ray, Mas-
son e Picasso, inoltre, su richie-
sta di Diaghilev, preparò con
Max Ernst la scenografia e i co-
stumi per il balletto "Romeo e
Giulietta", rappresentato a Mon-
tecarlo dai Balletti Russi. Nel
1926 l'artista andò ad abitare a
Montmartre dove vivevano alcuni
suoi importanti amici artisti. Nel
1928 egli realizzò i primi colla-
ges. Una mostra alla galleria Ge-
orges Bernheim di Parigi lo rese
famoso. Nel 1929 l'artista si spo-
sò a Palma di Maiorca con Pilar
Juncosa e iniziò le prime speri-
mentazioni con le litografie,
l’acquaforte, la scultura ,la pittura
su carta catramata e vetro. Nel
1930 presentò i suoi collage in
una galleria di Bruxelles e alla
galleria Pierre di Parigi ed espose
anche a New York .Nel 1931
nacque, a Barcellona sua figlia
Maria Dolores.L’anno dopo lavo-
rò ancora con i balletti russi di
Diaghilev, realizzando le scene
per il balletto "Jeux d'enfants.
segue a p.70
MIRO’ UN GRANDE ARTISTA A GENOVA
di Sofia Negri e Viktoria Klets
Kal Kyi, una donna di 33 anni ,
madre di 4 figli si è data fuoco
nei pressi di un monastero nella
provincia del Sichuan,per pro-
testare contro l’occupazione
cinese del Tibet. Dal 2009, 110
persone hanno compiuto questo
gesto, 14 dall’inizio dell’anno.
Kal Kyi è morta poco dopo
essersi data fuoco. Il suo corpo
è stato portato in un monastero
per evitare che venisse preleva-
to dalle autorità cinesi. . Kal è
la sedicesima donna ad immo-
larsi dal 2009. L’ultima è stata
Kunchok Wangmo lo scorso 13
Marzo nella stessa zona.
DONNA SI IMMOLA PER IL TIBET
di Martina Ottino
Una giovane danese ,Carina Melchior , lo scorso
novembre si è risvegliata dal coma, causato da un
drammatico incidente stradale. E' successo
all’Aarhus Hospital, un noto ospedale danese.
Si è svegliata improvvisamente e ha sorriso, dopo
essere stata data per spacciata dai medici e soprat-
tutto poco prima che i suoi organi venissero e-
spiantati. I genitori di Carina, scoperto che i medi-
ci stavano per togliere gli organi alla figlia, mentre
lei era ancora viva, hanno deciso di denunciare i
responsabili dell'ospedale. Si sono domandati, e ce
lo chiediamo anche noi, cosa sarebbe capitato a
Carina se non si fosse svegliata in tempo. I medici
affermano che la ragazza era in coma, ma smenti-
scono che ci si stesse preparando al trapianto di
organi. Aggiungono di essersi limitati a preparare
i genitori della ragazza all’eventualità di un e-
spianto. Fatto sta che Carina si è fortunatamente
svegliata e i medici sono rimasti probabilmente
spiazzati. Secondo i genitori, lo stato della ragazza
non era cosi grave da prevedere la donazione degli
organi. ” Ci hanno detto-sostengono i genitori-
che non c’era niente da fare e che avrebbero sal-
vato altre vite con gli organi di nostra figlia.” Do-
po un po’ di giorni il primario ha ammesso che
c’era stata una diagnosi sbagliata e che sono cose
che possono capitare a chiunque. Come abbiamo
detto, la famiglia citerà in giudizio l’Aarhus Ho-
s p i t a l e c h i e d e r à i d a n n i .
L'avvocato dei Melchior, Nils Fjeldberg, ha rac-
contato che Carina gli ha domandato più volte se
i s a n i t a r i v o l e s s e r o u c c i d e r l a .
Il nostro pensiero è che errori del genere non pos-
sano e non devono più accadere né in Danimarca,
né altrove.
Pagina 58 Anno VII NUMERO SPECIALE
IL RISVEGLIO DI KARINA
di Alessio Serra
Recentemente c’ è stato il decen-
nale della morte di Giorgio Ga-
ber, morto il 21 gennaio 2003.
Per ricordarlo, Fabio Fazio gli ha
dedicato una puntata speciale di
“Che tempo che fa”. Quella pun-
tata l’ho vista anch’io, anche per-
ché mi piacciono molto i lavori
di questo musicista, Gaber, lo
riconoscono tutti, è stato uno dei
più grandi cantautori italiani. Il
suo vero nome era Gaberscik.
Nacque a Milano il 25 gennaio
del 1939, da madre veneziana e
padre istriano. Fu anche comme-
diografo, regista teatrale, attore.
Con Sandro Luporini diede inizio
al “teatro -canzone”. Dopo aver
interpretato a teatro il famoso
pezzo “signor G” , fu chiamato
affettuosamente proprio così dai
suoi fans. Gaber che aveva un
fratello, Marcello, che, amava
suonare la chitarra, da bambino
volle imparare anche lui e ci riu-
scì molto bene. Suonare lo stru-
mento gli servì anche per curare
il braccio sinistro colpito da para-
lisi. Nel 1954 Gaber iniziò a esi-
birsi con un complesso( allora i
gruppi si chiamavano così) :
“Ghigo e gli arrabbiati”.Due anni
dopo entrò a far parte dei Rock
Boys, il gruppo di Adriano Ce-
lentano, assieme a Enzo Jannacci,
Nel 1957 Gaber formò il suo pri-
mo complesso, i “Rocky Moun-
tains Old Times Stompers” . Con
lui c’erano oltre a Jannacci, Luigi
Tenco, Paolo Tomellari e Gian
Franco Reverberi. L’impegno
musicale non gli impedì nel 1958,
a 19 anni, di diplomarsi ragionie-
re. Subito dopo si sarebbe iscritto
alla facoltà di Economia e Com-
mercio, della Bocconi, pagando
gli studi con le serate, L'anno del-
la maturità, partì per Genova, la
nostra città, dove trascorse la sta-
gione estiva, suonando nei locali
con l’amico Tenco. Ne 1959, Ga-
ber partecipò, con Mina, Celenta-
no, Little Tony e altri , a una se-
rata rock al Palazzo del Ghiaccio
di Milano e formò con Enzo Jan-
nacci il duo, I Due Corsari, che
incise il 45 giri “24 ore”, con re-
tro “Ehi! Stella”. Il loro maggior
successo fu però il 45 giri: “Una
fetta di limone”, del 1960. Gaber
cominciò la sua carriera solista
con “Ciao, ti dirò”, scritta con
Luigi Tenco, per la Ricordi. Negli
anni successivi avrebbe inciso,
sempre per la Ricordi, grandi suc-
cessi come “Non arrossire”, “Le
nostre serate”, “Le strade di not-
te”, “Il Riccardo”, “Trani a go-
gò”, “La ballata del Cerruti”,
“Torpedo blu”, “Barbera e cham-
pagne”. Nel 1965, Gaber sposò
la cantante Ombretta Colli, che fu
la compagna della sua vita e da
cui ebbe una figlia: Dalia Debo-
rah. Negli anni Sessanta Gaber
partecipò a quattro edizioni del
Festival di Sanremo. Nel 1961 si
presentò con il brano “Benzina e
cerini”, nel 1964 cantò “Così feli-
ce”, nel 1966 “Mai mai mai” e
nel 1967 “E allora dai!”. Gaber
condusse anche vari spettacoli
televisivi. Nell’edizione del 1969
di “Canzonissima” propose un
pezzo importante, “Com’è bella
la città”. Nella stagione 1969-70
con Mina, fu protagonista di una
fortunata tournée, che fu ripetuta
l’anno seguente nei teatri di molte
città italiane, Gaber si esibiva nel
primo tempo, Mina nel secondo.
Nel 1970 uscì l’album “Sexus et
politica”, in cui eseguiva canzoni
su testi di autori latini. Ormai
famosissimo, nel 1970 Gaber pre-
sentò quello che sarebbe stato il
suo ultimo varietà televisivo: “E
noi qui, del sabato sera”. Da quel
momento abbandonò gli schermi
televisivi e si dedicò completa-
mente al palcoscenico. La svolta
avvenne quando il Piccolo Teatro
di Milano gli permise di allestire
il suo primo spettacolo musicale:
”Il signor G”, in cui alternava,
con ironia, canzoni a monologhi
sull’amore, la politica, la società,
la speranza. Tra i lavori più im-
portanti del suo teatro-canzone, si
ricordano. “Far finta di essere
sani (1972), “Libertà obbligato-
ria” (1976), “Polli d’allevamento
(1978), “ Il grigio (1989), “ E
pensare che c’era il pensiero
(1995) e “ Un’idiozia conquistata
a fatica (1998)”; Nel 1981-82 fu
regista e attore con Guccini e Al-
loisio dello spettacolo teatrale
“Gli ultimi viaggi di Gulliver” .
Nel 1982/83 interpretò “Il caso di
Alessandro e Maria” con Marian-
gela Melato. Dal 1989 al 1991,
portò in scena “Aspettando Go-
dot” di Samuel Becket. Dopo
molte stagioni teatrali, il 13 Apri-
le 2001, un anno prima di morire,
Gaber pubblicò l’album “La mia
generazione ha perso”. nel quale
spiccava un singolo molto ironico
e attuale “Destra-Sinistra”: In
quello stesso anno, già provato
dalla malattia( un tumore), parte-
cipò al programma “125 milioni
di caz..te “ con il vecchio amico
Adriano Celentano; insieme a
lui,ad Antonio Albanese, a Dario
Fo e a Enzo Jannacci , cantò “Ho
visto un re” di Dario Fo.
Gaber morì nel pomeriggio del
giorno di Capodanno del
2003,prima che fosse pubblicato
l’ultimo suo disco, “Io non mi
s e n t o i t a l i a n o ” .
Si trovava nella casa di campagna
di Montemagno di Camaiore..
Gaber è sepolto nel Cimitero Mo-
numentale di Milano.
DIECI ANNI FA MORIVA IL SIGNOR G
Pagina 59
Anno VII NUMERO SPECIALE
VISITA A VILLA SERRA DOPO IL RESTYING
di Matilde Arnaboldi, M. Esther
Mwanza, Beatrice Matta, Anis
Redjemi
A Comago ,comune d i
Sant’Olcese c'è una bellissima
villa in stile inglese che il mar-
chese Orso Serra volle costruire
a metà dell’Ottocento,in segno di
ammirazione per la civiltà bri-
tannica. L’abbiamo visitata il
giorno 24 maggio, accompagnati
dai prof Sonia Fratti, Maurizio
Braggion ed Enrica Ponte. Ab-
biamo letto sul Secolo che, all'i-
nizio dell'anno, il patrimonio
verde della villa.è stato rigenera-
to. Sono stati censiti 1.112 al-
beri, che sono stati poi potati e
messi in sicurezza; quelli abbat-
tuti sono stati sostituiti da altri
della stessa specie e qualità. Tra
gli alberi presenti nella Villa ri-
cordiamo 356 piante di alloro,
128 di acero, 74 di leccio, 66 di
tasso, 65 di cerro, 61 di carpino
nero. Ci sono poi i cipressi e gli
abeti rossi che si specchiano nel
bellissimo laghetto, nel quale vi
sono i cigni, le oche grigie e gli
aironi. Il parco è diretto da Fabio
Calvi, il quale, ricordando i re-
centi lavori, ha detto che c' è sta-
to qualche problema burocratico
con la Soprintendenza ai Beni
Culturali che ha preteso la certi-
ficazione di malattia anche per
far abbattere le piante introdotte
a Villa Serra in un secondo mo-
mento. Ma veniamo alla nostra
visita. La guida, davvero bravis-
sima, dopo averci fatto percorre-
re il bosco, ci ha fatto fermare
sotto un gazebo, nei pressi del
laghetto. Lì abbiamo compilato
una scheda su ciò che avevamo
visto durante il percorso naturali-
stico. Vicino alla villa, c’era un
albero di liriodendro odorifera,
una pianta un po’ particolare in
autunno,infatti, le sue foglie
diventano dorate. Ha inoltre dei
fiori gialli, molto profumati.
Lungo il bosco abbiamo visto
delle piante di magnolia, che non
c’entrano con il paesaggio ingle-
se, ma che hanno una fioritura
bellissima, e una pianta molto
comune, l’agrifoglio, utilizzata
per abbellire le case a Natale. E’
stato interessante sapere che esi-
stono le piante maschio e quelle
femmina di agrifoglio e che solo
queste ultime possiedono le
“palline rosse”. Inoltre abbiamo
a p p r e s o c h e l e f o g l i e
dell’agrifoglio assumono la par-
ticolare forma zigrinata solo
quando percepiscono le vibrazio-
ni causate dallo spostamento di
veicoli e persone. Abbiamo visto
anche un albero di Giuda, che ha
la caratteristica di veder crescere
i fiori anche sul tronco e una
pianta d’acero, con foglie di co-
lore diverso nella parte superiore
e inferiore.”
Ecco alcuni nostri pareri su ciò
che ci ha maggiormente colpito e
incuriosito di Villa Serra. Anis è
stato colpito dal lago con i cigni,
a Elena, Chakaniya e Andrea
sono piaciuti i piccoli dei cigni,
che hanno intenerito moltissimo
anche Beatrice. Noemi e France-
sco sono stato colpiti rispettiva-
mente dal collo dei cigni e dalla
capacità che essi hanno di pie-
garlo, Lorenzo e Ilaria sono
stati colpiti dalla lunghezza del
collo dell’airone, Carola dalla
vegetazione e dagli animali pre-
senti, ma avrebbe desiderato esa-
minare più a fondo gli animali
stessi e visitare l’interno della
villa, Esther è stata incuriosita in
modo particolare dal salice pian-
gente. Matilde è stata colpita
dalle diverse sfumature dei colo-
ri degli alberi e Matteo dal bel
p r a t o a l l ’ i n g l e s e .
Dopo l’attività didattica, i prof ci
hanno lasciato liberi di giocare,
sino all’ora di ripartire per Geno-
va.
Pagina 60
LITANIA RAP della II G
Genova mia di Albaro /da lontano si vede il faro / Genova città marinara / da lei nessuno si separa
Genova amica mia / da te non vado via / Genova il tuo mare / non voglio mai scordare /
Genova mari e monti / sassi,scogli tramonti / Genova poeti e canzoni / De André, Paoli e Caproni /
Genova istituto comprensivo Sturla / professori, alunni e urla/Genova dove vado a scuola / e quando è chiu-
sa facciamo la ola Poesia scritta a "52 mani", ispirandosi a Litania di Giorgio Caproni.
VIOLINO BREVE STORIA
di Alessio Serra
Sperando che possa inte-
ressare i lettori, voglio
ripercorrere in breve la
storia del violino. Si pensa
che il violino, strumento
interamente costruito in
legno, costituito dalla cas-
sa armonica (necessaria
per la risonanza) e dal ma-
nico, sia nato come stru-
mento di musicisti ambu-
lanti, durante i primi de-
cenni del XVI secolo, da
una fusione di strumenti diversi, quali le vielle e le
ribeche,I primi esemplari ,furono detti “protoviolini”
.Essi erano costruiti in “famiglie”.Venezia ,nel XVI
secolo, ne era il principale centro di produzione. Nel
‘500 si delinearono la forma del violino e della viola
da braccio. Se il soprano il contralto e la viola da
braccio potevano avere solamente tre corde, il basso
poteva averne quattro e raramente anche a cinque. In
Italia, i primi violini, con la stessa forma e accordatu-
ra sono probabilmente apparsi per la prima volta , a
Cremona ,a Brescia e a Venezia. Essi furono costruiti
quasi contemporaneamente in varie altre parti
d’Europa:, ad esempio in Francia, a Parigi e Lione,
in Germania, nei Paesi Bassi (Bruxelles ed Anversa),
a Praga.
Pagina 61
di Ester Verdiani
Il giorno 8/4/2013 la mia classe, la II A, si è recata
alla biblioteca Brocchi di Nervi per incontrare il noto
scrittore Carlo Martigli, autore di molti romanzi di
successo per ragazzi, parecchi dei quali pubblicati sul-
la collana “Super Brividi” con lo pseudonimo Johnny
Rosso. E’ una collana che va per la maggiore tra noi
ragazzi, io stessa avevo letto un suo libro che si inti-
tola “La chiesa stregata”. Martigli ci ha spiegato come
si costruisce un libro. Ci ha detto che è necessario
pensare per prima cosa al finale. L’ispirazione può
anche venire dalle proprie paure. Ci ha spiegato che le
parole sono magia e che vengono tenute in considera-
zione da molti scrittori, non solo in base al loro signi-
ficato, ma anche per il suono e per i colori che evoca-
no. Alla fine, Martigli ha letto i nostri testi horror.
Le parti dell’incontro che mi sono piaciute di più so-
no state due:
-quando ci ha fatto ripetere più volte la frase “leggere
rende liberi”
-quando, come ho scritto, ha letto i nostri testi horror.
Mi ha stupito ed entusiasmato che uno scrittore di
gran fama come Martigli abbia letto i testi di ragazzi
della nostra età. Questo incontro è stato molto utile a
tutti noi, perché ci ha insegnato alcune tecniche per
scrivere, ci ha fatto capire come si costruisce un libro
e come si fa a trovare lo scrittore che c’è in noi, attra-
verso episodi vissuti in prima persona, modificati co-
m e v u o l e l a f a n t a s i a .
Al termine delle due ore, Marfigli ci ha autografato la
sua foto, scrivendo una piccola dedica.
E’ stato davvero molto emozionante incontrare uno
scrittore, inoltre ci siamo divertiti tanto.
In conclusione consiglio a tutti di leggere i suoi libri
perché sono belli e coinvolgenti.
INCONTRO ALLA BROCCHI CON CARLO MARTIGLI
Anno VII NUMERO SPECIALE
SCUOLA OSPEDALIERA DEL GASLINI.
A lato c’è il mio Cappuccetto Rosso in arabo. Da
Questa fiaba nella versione araba ha un finale un
po' diverso. Dopo che la nonna e Cappuccetto
Rosso sono state salvate, il cacciatore riempie la
pancia del lupo con la farina. Quando IL lupo si
sveglia, si sente pesante e corre verso il mare per
bere, si abbassa e finisce dentro l'acqua e annega.
La nonna, contenta, prepara un dolce per il
cacciatore e la nipotina.
CAPPUCCETO ROSSO ARABO
di A. sezione ospedaliera del Gaslini
KESULEKUQJA
Ne nje fshat te vogel buze nje lumi,jetonte nje vogelushe
e vogel me nenen e saj. Vajza ishte shume e bukur kishte
nje fytyre te trendafilte,sy te kalter,floke kacurrela. Per-
tej pyllit jetonte gjyshja e saj qe e donte shume mbesen e
vet,se ciles I kishte dhuruar nje mantel te bukur ne
ngjyre te kutqe. Ksulekuqja pasi mbaronte punet e shte-
pise shkonte ne pyll per tu kujdesur per kafshet e vogla.
Por nje menjgjes pranvere gjyshja e saj ishte e semure
dhe keshtu nena pergatiti nje shporte te madhe plot e per
plot me gjera te mira gjithshtu ne shporte vendosi nje
shurup per kollen. ..
CAPPUCCETTO ROSSO ALBANESE
CAPPUCCETTO ROSSO RUMENO
M. sezione ospedaliera primaria del Gaslini
Scufita rosie
A fost odata ca niciodata o fetita pe care o chema
scufita rosie. Intr-o zi mama ei o trimite la bunicuta
sa-i duca de mancare. Drumul spre bunicuta era
prin padure. Asa ca scufita se intalneste cu lupul.
Acesta ii spune
- unde mergi scufita rosie
- ma duc la bunicuta ca e bolnava
- culege-i niste flori sa se bucare, spune lupul
In timp ce scufita culege flori, lupul o ia inainte la
bunicuta. Cum ajunge cum o si mananca pe bunicu-
ta se imbraca in hainele ei si se pune in pat.
Intre timp ajunge si scufita rosie. ...
segue a p. 71.
Pagina 62
di Davide Verdina e Matteo Corino
Ci
ha molto colpito una notizia accaduta lo scorso dicem-
bre. Ancora una volta le vittime sono bambini, per la
precisione 11 bambine, dilaniate da una mina, una
delle tante lasciate alla fine della guerra civile, nell’
est dell’ Afghanistan, vicino al confine con il Paki-
stan. Come tutti i giorni, alcune bambine stavano rac-
cogliendo legna da ardere in un bosco. Pare che la mi-
na sia esplosa dopo essere stata urtata accidentalmente
con un’ascia da una di loro. Dieci , di età compresa tra
i 9 e i 14 anni, sono morte sul colpo, mentre un’ altra
è deceduta durante la corsa disperata all’ ospedale. E’
stato impressionante leggere che la terribile esplosione
ha reso impossibile il riconoscimento dei corpi delle
vittime.
La strage delle piccole innocenti è avvenuta nella pro-
vincia di Nangarhar, in una giornata difficile per le
forze di pace internazionali, attaccate dai talebani ,a
Kabul, la capitale, dove un’ autobomba, esplosa da-
vanti alla sede di una società americana, aveva ucciso
una persona e ne aveva ferite alcune decine.
AFGHANISTAN MINA UCCIDE 11 BIMBE
di Enrico Piacenza
Lo scorso luglio Thomas Lubanga, l’ex capo delle
milizie della Repubblica Democratica del Congo, che
seminò terrore e morte nel suo Paese, è stato condan-
nato dal Tribunale penale internazionale dell'Aja a 14
anni di prigione, per crimini contro l'umanità . Nel
2002 e 2003 fu responsabile della morte di sessanta-
mila persone. L'accusa aveva chiesto l’ergastolo o
almeno 30 anni di galera. L'uomo, che ha oggi 52 an-
ni, era accusato, come due suoi rivali di una decina di
anni fa, Germain Katanga e Mathieu Ngudjolo,di aver
arruolato con la forza migliaia di bambini-soldato di
otto, dieci anni e di aver scatenato una guerra di reli-
gione ,per arricchirsi con l'oro presente nel sottosuolo
del Paese. I bambini-soldato, chiamati Kadoga erano
convinti di combattere per la propria religione, invece
qualcun altro pensava soltanto ad arricchirsi grazie
anche a loro.
E' incredibile che tutto ciò sia potuto succedere, che
tanti bambini siano stati costretti a lasciare le loro case
e le famiglie, per uccidere o morire in guerra, invece
di andare a scuola. Fortunatamente Lubanga è stato
condannato, anche se, secondo me, avrebbe sicura-
mente meritato una pena più severa.
BAMBINI SOLDATO CONDANNATO LUBANGA
Pagina 63 Anno VII NUMERO SPECIALE
Ci sono varie organizzazioni umanitarie, come per esempio Emergency che sostiene con i suoi medici le popo-
lazioni dei paesi dov’è presente la guerra o l’Unicef, che attraverso tante attività, aiuta i bambini. Sarebbe bel-
lissimo poter partecipare per lavoro o come volontaria all’attività di una di queste associazioni. Irene Iula
di Enrico Piacenza e Federico Barbano
Una grave tragedia è successa all’inizio di genna-
io sulle neve del Cermis, in Val di Fiemme, in
provincia di Trento. Tutto a causa
dell’imprudenza. Ecco quanto accaduto. Otto
persone, appartenenti a una comitiva di russi,
sono scese, di notte, sopra una motoslitta con
rimorchio, su una pista nera, tra l'altro vietata, la
Olimpia 2;. Ad una curva, hanno sbandato, sfon-
dando la recinzione e precipitando in un crepac-
cio, profondo 100 metri. Il bilancio è pesante:
sono infatti morte sei persone, tra cui un 16enne
e una 25enne, due sono invece rimaste ferite gra-
vemente. I feriti sono stati trasportati con un eli-
cottero dell’esercito, uno all’ospedale di Cavale-
se, l’altro di Trento. La ricerca dei corpi è stata
resa complessa, oltre che dal buio, anche dal fatto
che erano finiti oltre il limite della pista, dove
non c’è neve, ma vi sono solo rocce e bosco fit-
to. Nel giorni successivi si è saputo che il tragico
incidente è dovuto solo all’imprudenza e non al
l’alcool o a un guasto ai freni.
Basti pensare che il carrello rimorchio, su pattini,
sul quale si trovavano due ragazzi, non era abili-
tato al trasporto di persone. .
La stessa motoslitta, di proprietà della società che
gestisce la funivia, serviva solo per trasportare
gli oggetti e le vivande dal fondovalle all’albergo
in cui erano alloggiati i turisti russi.
Gli stranieri morti erano venuti in Italia per il
Natale russo, che si celebra il 6 gennaio.
CERMIS IMPRUDENZA FATALE
,di Matteo Corino, Davide Verdina, Viktoria Klets,
Sofia Negri
La zona attorno all’arcipelago venezuelano,
detta Los Roques, in cui il 4 gennaio è sparito
nel nulla un aereo con a bordo sei persone, tra
cui il figlio dello stilista Ottavio Missoni, è rite-
nuta una specie di giungla aerea a causa dei
traffici di droga. Si escogitano trucchi di ogni
genere per nasconderla sugli aerei, molti dei
quali volano senza controllo. Insomma, le rotte
legali che portano i turisti sulle spiagge bian-
che, si intrecciano con quelle clandestine dei
narcotrafficanti. Sono già stati quattro gli inci-
denti che hanno coinvolto italiani in quella zo-
na. Nel 1997 scomparve un Cessna 402 con a
bordo due persone. Nel 2004 morirono in quat-
tro.Nel 2006 sparì un aereo con tre persone.Il
4 gennaio del 2008 era stata la volta di un veli-
volo con a bordo 14 persone, tra cui otto italia-
ni.
Pagina 64 Anno VII NUMERO SPECIALE
LOS ROQUES LA ROTTA MALEDETTA
Vitktoria Klets e Sofia Negri
Con una sentenza esemplare, il
tribunale di Milano, nel gennaio
di quest’anno, ha condannato
una donna sudamericana a tre
mesi di prigione per un fatto
accaduto nel novembre
2011.Vediamo i fatti. La donna,
di professione colf, era stata
incaricata dalla padrona di casa,
assente per motivi di lavoro, di
occuparsi del suo cane, una cuc-
ciola di chihuahua. Mentre la
donna era fuori con la cagnetta,
l’animale è scappato ed è stato
investito da una moto. Sin qui,
niente di strano. Sono cose che,
purtroppo possono succedere.
Grave è ciò che è avvenuto do-
po. Presa dal panico, la colf ha
r a c c o l t o i l c o r p i c i n o
dell’animale ferito e lo ha av-
volto nel cellofan, per poi get-
tarlo, come un oggetto, in un
cassonetto. Ha poi mentito alla
proprietaria, dicendo che il cane
era scappato e non aveva potuto
riprenderlo. Caso vuole che un
uomo, passando di lì, abbia sen-
tito i lamenti del povero anima-
le e l’abbia portato da un veteri-
nario, salvandolo. Il giudice,
come detto, ha condannato la
donna, che era stata ripresa dal-
la telecamera di una banca men-
tre buttava il cane, a tre mesi di
prigione , stabilendo però la
sospensione della pena.
CANE NELLA SPAZZATURA CONDANNATA
Pagina 65 Anno VII NUMERO SPECIALE
Vittoria Pascale con la collabora-
zione di Gabriele Raffo
Nel 1866 Ernst Haeckel, nella
foto, un famoso naturalista tede-
sco, inventò la parola ecologia.
L’ecologia avrebbe dovuto de-
scrivere l’ambiente in cui vivo-
no i vegetali e gli animali, uomo
compreso, e gli scambi di mate-
ria ed energia che avvengono
nell'ambiente stesso. Dopo che
fu prodotta la bomba atomica,
alcuni scienziati organizzarono
il primo movimento ecologista,
denunciando i pericoli delle ar-
mi per l’umanità. In seguito vi
f u r o n o l a d e n u n c i a
dell’inquinamento radioattivo e
di quello chimico. Nel 1950,
ad esempio, si scoprì che il
DDT, un insetticida inventato
negli anni ‘30 e impiegato dap-
pertutto dopo il 1944, solubile
nei grassi, veniva assorbito dagli
animali e dalle piante e quindi
entrava nella catena alimentare,
con gravi rischi per la salute
umana. Le indagini furono este-
se alle altre forme di inquina-
mento. Ci si accorse che l'ossido
di carbonio e di azoto e l' anidri-
de solforosa causavano un au-
mento delle malattie cardiache e
polmonari, oltre che danni
all’agricoltura. all’ambiente e
alle opere d’arte. Anche
l’agricoltura poteva diventare
causa d’inquinamento con i pro-
dotti chimici usati per rendere
più produttivo il terreno e per
combattere i parassiti. Oggi,
oltre all' inquinamento dell' ac-
qua, del suolo e dell'aria sono
sempre più diffusi quello acusti-
co ed elettromagnetico. Ci sono
poi il dissesto idrogeologico, la
deforestazione, la desertificazio-
ne lo scioglimento dei ghiacciai.
In tutto questo l'uomo ha gravi
colpe. Ci aspetta un futuro terri-
bile se non cambierà il nostro
modo di rapportarci con l'am-
biente.
INQUINAMENTO ED ECOLOGIA
“Genova è il viluppo topografico più intricato del mondo e anche una seconda visita vi aiuta poco a
dipanarlo” Henry James da “Italian Hours”
di Martina Ottino e Vittoria Pascale
Abbiamo letto sul Secolo XIX che si è aggravata la
posizione dell’ atleta sudafricano Oscar Pistorius,
accusato dell’omicidio della fidanzata, la ex modella
Reeva Steenkamp, uccisa a metà febbraio, nella notte
di San Valentino. Nella sua lussuosa villa di Pretoria
è infatti spuntata una mazza da cricket insanguinata.
Ciò non ha comunque impedito la liberazione
temporanea dell’atleta, dopo il pagamento della cau-
zione. Pistorius, il primo sportivo paralimpico ad aver
partecipato ai Giochi per normodotati, accusato fin da
subito di omicidio volontario, era stato arrestato il
giorno dopo il delitto. Reeva, come si sa, era stata
uccisa con quattro colpi di pistola. Pistorius aveva
detto ai magistrati di aver scambiato la fidanzata per
un ladro e di averla per questo uccisa. La polizia non
gli ha però creduto. Un importante giornale sudafrica-
no ha scritto che la testa di Reeva era fracassata. Non
si esclude che a ridurla così sia stata la mazza e che
Pistorius abbia sparato alla giovane in testa, in un
secondo tempo, per mascherare la cosa. Un’altra ipo-
tesi è che sia stata Reeva a usare la mazza per cerca-
re, anche se inutilmente, di difendersi.
Più probabilmente, secondo gli investigatori , Pisto-
rius, dopo aver colpito Reeva al bacino, in camera,
l’ha seguita . in bagno, sparandole altre tre volte ad
un braccio, a una mano e alla testa.. I vicini dicono
di aver sentito urlare e litigare, quella notte.
Dopo l’omicidio, Pistorius ha contattato al telefono il
padre che ha confermato di aver ricevuto una telefo-
nata del figlio alle 3.20.Proprio il genitore è stato il
primo ad accorrere sul luogo del delitto.
PISTORIUS FINE DI UN MITO
Pagina 66
di Enrico Piacenza e Andrea Barbano
Lo scorso 30 gennaio la discoteca Kiss nel centro di
Santa Maria, nel sud del Brasile, si è trasformata in
una trappola mortale per oltre duecento giovani e gio-
vanissimi , soprattutto studenti universitari, che stava-
no assistendo all’esibizione di una band musicale, il
gruppo Gurizada Fandangueira. Pare che la causa di
tutto sia stato un razzo pirotecnico sparato dal palco-
scenico dal cantante del gruppo. Il bengala ha colpito
il soffitto della discoteca, infiammando il materiale di
plastica usato per l’isolamento acustico. Con lo scop-
pio dell’incendio, che ha sprigionato una fitta fumata
nera, altamente tossica, è saltato l’impianto di illumi-
nazione del locale, lasciando nel buio i ragazzi impau-
riti, che hanno assaltato le uscite della discoteca. Pur-
troppo molte porte erano bloccate. Alcuni ragazzi so-
no rimasti calpestati. Il bilancio è terribile : 232 morti
e oltre 130 feriti.Quella sera, prima dei Gurizada Fan-
dangueira, si erano esibiti altri due gruppi, i Pimenta e
i Seus Comparsas. Tutto è accaduto poco dopo le due.
Si parla tanto di sicurezza. Nel caso del Kiss nessuno
l’ha considerata, purtroppo. Abbiamo letto infatti che
si trovavano nel locale circa 2000 persone, un numero
superiore alla sua capacità. Come se non bastasse, i
buttafuori hanno impedito in un primo momento che il
pubblico scappasse dalla sala, per evitare che qualche
giovane se ne andasse senza pagare!
Il capitano della polizia Edi Paulo Garcia ha detto che
“la gran parte delle vittime è morta per asfissia, a cau-
sa dell’inalazione di fumi tossici,pochissimi per le
bruciature. ..
Da quanto abbiamo scritto, appare evidente che ci so-
no molte colpe in questa tragedia. Ci auguriamo che i
responsabili siano colpiti severamente.
BRASILE, TRAGEDIA IN DISCOTECA
Pagina 67
di Mattia Del Bono, Beatrice Matta,Ilaria Saia e Cha-
kaniya Chandran
Alice Pyne ,
una ragazza
d e l n o r d
dell'Inghilterra,
di 17 anni, è
morta il 13
gennaio scorso
per un tumore
del sangue che l'aveva colpita quattro anni prima.
Questa ragazza coraggiosa ha commosso la Gran
Bretagna e il Mondo, riuscendo a realizzare , prima
di morire, tutti i desideri che aveva elencato in una
sua lista, ad esempio conoscere i suoi idoli: Paul
McCartney, Robbie Williams e i Take That, pren-
dere il tè con il primo ministro inglese Cameron ,
nuotare a fianco delle balene. La notizia della morte
di Alice è stata comunicata dalla madre, Vicky, sul
blog della figlia. La donna , dopo aver detto che
Alice non ce l'aveva fatta ha scritto.”Siamo scon-
volti e sappiamo che le nostre vite non saranno più
le stesse”. Alice era riuscita a dare speranza a molti
bambini e ragazzi, convincendo tantissime persone
ad iscriversi ad un’associazione di donatori di mi-
dollo osseo. La stessa Alice aveva fondato con la
sorella un'associazione, la “Alice’s Escape”, per
garantire ai bambini gravemente malati e incurabi-
li come lo era lei, di fare qualche giorno di vacanza
gratis. con le loro famiglie. L'associazione, grazie
ad Alice, è riuscita a raccogliere oltre centomila
sterline. Alice e la sorella Milly erano state premia-
te per la loro iniziativa con una medaglia d'oro dal
capo del governo inglese Cameron, che aveva assi-
curato loro il suo impegno per sostenere l'associa-
zione benefica no profit da loro fondata. Prima di
chiudere per sempre gli occhi questa straordinaria
ragazza aveva lasciato il suo testamento on line,
scrivendo su internet “Milly andrà avanti sulla stra-
da che io ho tracciata”. Pare che Milly non abbia
perso neppure un attimo, infatti, per alimentare il
fondo di solidarietà destinato ai piccoli malati ha
fatto sapere, a poche ore dalla morte di Alice, di
voler tentare la scalata dell'Himalaya.
I DESIDERI DI ALICE
UNA PIOGGIA DI METEORITI
di Federico Barbano e Enrico Piacenza
A metà febbraio una pioggia di meteoriti si è ab-
battuta sulla città russa di Cheliabinsk, situata sui
Monti Urali(vedi foto). Abbiamo letto di 1200
persone ferite, fortunatamente quasi tutte non gra-
vemente, dalle schegge di cristalli volanti generate
dall’esplosione.Tra esse c’erano 200 bambini.
Tutto è successo all’improvviso, poco dopo le set-
te del mattino. Tra la gente, c’è chi ha pensato a
un incidente aereo, chi a una guerra, chi, addirittu-
ra, alla fine del mondo. Gli abitanti della città col-
pita e quelli di altre cinque città della regione, so-
no stati svegliati di colpo dallo schianto a bassa
quota del meteorite, del peso, di 10 tonnellate che
si è disintegrato nell’atmosfera, ad un’altitudine di
circa 32 miglia, lanciando dovunque frammenti
infuocati, Intorno si è diffusa una luce bianca ac-
cecante. Oltre ai feriti, di cui abbiamo detto, sono
state danneggiate migliaia di abitazioni ( si parla
di tremila edifici,con danni di un miliardo di rubli
corrispondenti a 25 milioni di euro). Non è stato
colpito,per fortuna,l’impianto nucleare di Mayak.
E’ stato osservato che il bilancio sarebbe stato
molto più grave se lo sciame avesse colpito una
zona della Terra più abitata di quella.
Anno VII NUMERO Pagina 68
di Alessio Serra e Lorenzo Debernardis
Da tantissimi anni sono vendute in Italia le figurine dei
calciatori Panini, che noi ragazzi raccogliamo nei no-
stri album. Furono Giuseppe e Benito Panini a fondare
nel 1961 l’azienda che chiamarono con il loro nome.
Essi in un anno riuscirono a vendere 3 milioni di pac-
chetti, con all’interno due figurine. Ogni pacchetto co-
stava 10 lire. Per la cronaca, la prima figurina stampa-
ta fu quella del calciatore Bruno Bolchi. In quel primo
album c’erano anche le foto dei calciatori del Grande
Torino, morti in un incidente aereo, nel 1949.
Sino al 1969-1970 i calciatori erano rappresentati sulle
figurine con il busto intero, nell’album 1971-1972 a
mezzo busto e nel ‘1972– 1973 in movimento.
Negli anni Novanta ci fu un momento di “crisi” per la
Panini , che aveva appena cambiato gestione, tanto che
la raccolta del ‘92 - ‘93 ebbe il minor numero di figu-
rine,fatta eccezione per la prima edizione . Ne furono
infatti stampate solo 413. .Nel 1994 le mascotte delle
squadre vennero sostituite dalle caricature dei giocato-
r i , d i s e g n a t e d a A c h i l l e S u p e r b i .
Nel 1996-’97, per festeggiare i 35 anni, sono state
aggiunte le figurine con le copertine degli album degli
anni precedenti . Dal 1998, ad ogni squadra di serie A
vengono dedicate quattro pagine, due in più degli anni
precedenti, il numero delle pagine è aumentato così
fino a 160, mentre quello delle figurine ha raggiunto
quota 700. Nella copertina della cinquantesima edizio-
ne è stato rappresentato lo stadio Sant’ Elia di Cagliari.
In quell’ album c’era anche da attaccare una figurina
speciale, la numero 00 , a simboleggiare i
cinquant’anni Panini. La copertina dell’album di
quest’anno rappresenta lo stivale italiano con i volti dei
giocatori-simbolo di ogni squadra italiana di serie A
.Sono state anche aggiunte le sezioni:” il Calcio che
cambia ” (con le nuove regole ) e ”Lo show del goal “..
Il logo ufficiale della raccolta è un calciatore, con ma-
glia rossa, calzoncini bianchi e calzettoni gialli e neri,
ritratto mentre esegue una rovesciata. Ho letto che la
Panini si è ispirata a una famosa rovesciata di Carlo
Parola, durante un Fiorentina-Juventus del 15 gennaio
1950. Nel 1963-1964 era stata raffigurata in copertina
un’altra rovesciata , quella di Magnini con la maglia
della Nazionale.
Sempre a proposito di copertine , Francesco Totti è il
calciatore che è comparso più volte in prima pagina,
addirittura sei.
FIGURINE PANINI CHE PASSIONE!
Redazione
Il 29 novembre il calciatore della
Samp Andrea Costa ha incontrato,
nella palestra del King, le nostre
prime e gli alunni delle quinte del-
la "Giustiniani", "Govi" e
"Vernazza", per un progetto che ha
lo scopo di avvicinare noi ragazzi
al tifo corretto e al fair play, in-
somma ai valori dello sport .Erano
presenti anche Marco Caroli, di-
rettore Marketing della Sampdoria,
che ha parlato delle iniziative del
club per mettere in risalto i valori
dello sport, e Alessandro Masini,
presidente dell' associazione arbitri
genovese, che si è soffermato
sull'importanza degli arbitri duran-
te la partita e sulla necessità .di ris-
pettare le loro decisioni.
INCONTRO CON ANDREA COSTA AL KING
Pagina 69
Anno VII NUMERO SPECIALE
Redazione
La professoressa Maria Francesca
Rossi ci ha parlato del progetto in-
terculturale “Cappuccetto rosso. La
bambina che corre attraverso
l’Europa e il mondo”, di cui è refe-
rente . Ci ha detto che esso ha
coinvolto la I B della nostra scuola
e la sezione ospedaliera della
scuola dell’infanzia, primaria e del-
le medie. Ecco le sue parole. “Ci
siamo ripromessi di coinvolgere i
giovani pazienti provenienti da tutta
Italia e dal paesi europei ed extra
europei e di migliorare la qualità
della continuità dei saperi a partire
dalla scuola dell’Infanzia, inoltre ci
siamo riproposti di incentivare e
valorizzare la comunicazione e la
collaborazione fra i docenti dei vari
ordini e delle varie discipline del
Comprensivo di Sturla e della sezio-
ne ospedaliera per realizzare attività
didattiche comuni . Abbiamo scelto
la fiaba di Cappuccetto Rosso ,che
unisce paesi di varie culture,per
poter coinvolgere i giovani pazienti
di tutte le provenienze geografiche
in un progetto interculturale, che
possa portarli alla scoperta e alla
condivisione di valori comuni“ Alla domanda su quali docenti
hanno partecipato al progetto ci ha
detto che oltre a lei hanno partecipa-
to i prof, che citiamo in ordine alfa-
betico, Braggion, Foroni, Laddaga,
Olcese, Parigi e la maestra Gloria.
PROGETTO INTERCULTURALE AL GASLINI
di Francesco Mondillo
Una notizia davvero curiosa è successa a Genova, nel
quartiere di Oregina.Siete curiosi? Beh, se dicessi che
nella notte di sabato 20 aprile Rosario ha messo in fuga
i ladri, nessuno si stupirebbe, pensando che sia il nome
di una persona o al massimo di un cane da guardia, il
fatto strano è che Rosario è un pappagallo, di 5 anni. I
ladri hanno sfondato una vetrina e sono entrati in un
negozio di animali, all'interno del quale c'era solo il
pappagallo, che stava dormendo nella sua gabbietta.
Pare che invece di giorno Rosario sia libero di svolaz-
zare all'interno del negozio e che spesso si rivolga ai
clienti dicendo " 'ti vedo, non rubare, ti vedo, finisci
male. “ I ladri, penetrati nel negozio, dopo aver messo
sottosopra ogni cosa, hanno tirato fuori dalla gabbia il
pappagallo, forse per portarlo via o per farlo star zitto.
Pare, viste le macchie di sangue, che a quel punto Ro-
sario, rimasto anch'esso ferito a una zampa, li abbia
attaccati.
Il giorno dopo alcuni negozianti della via, accortisi del
furto, hanno avvisato il proprietario del negozio.
Rosario, nonostante la vetrina fosse sfondata, se ne sta-
va lì, in un angolo, ferito.
PAPPAGALLO DA GUARDIA LADRI IN FUGA
Allo Stadio Carlini di Genova San Martino la squadra della nostra scuola,
guidata dal prof. Volpi e formata formata da Cambiaso, Cappato, Di Vie-
tro, Distante, E. Olivieri, Guidi Berveglieri, Andacs, Schoen, Tassarotti,
Pozzo, Maggi, M. Olivieri, Montini, ha vinto la fase provinciale dei Gio-
chi Sportivi Studenteschi di rugby, sconfiggendo in finale l’ Ist. Compr. S.
Giovanni Battista,
di Daniele Bini
Lo scorso autunno ci sono stati al Festival della
Scienza di Genova 220.000 visitatori in 11 giorni,
con un aumento del 10 per cento rispetto all'anno pri-
ma, malgrado i due giorni di allerta meteo e le disdet-
te delle scuole, a causa della protesta degli insegnanti
contro il Governo .Nell'ultima edizione ci sono stati
350 eventi, realizzati in 75 luoghi, tra cui il mercato
del Carmine. Il Festival del 2012 è stato dedicato all'
immigrazione, il prossimo, quello del 2013, che ini-
zierà il 23 ottobre e si concluderà il 3 novembre sarà
dedicato alla Bellezza.
FESTIVAL DELLA SCIENZA UN GRAN SUCCESSO
Anno VII NUMERO SPECIALE
Pagina 70
Segue da p. 57
Per alcuni anni, si stabilì nuova-
mente a Barcellona. Nel 1933
illustrò il libro "Enfances" di Ge-
orges Hugnet. Nel 1936, allo
scoppio della guerra civile spa-
gnola, andò a Parigi . L'anno do-
po realizzò un grande dipinto
murale,titolato " Il falciatore",per
il padiglione della Spagna repub-
blicana all'Esposizione universale
di Parigi. Nel 1938 Mirò lasciò
Parigi per la Normandia. Nel
1940, però, a causa dell’invasione
nazista della Francia tornò in
Spagna, vivendo a Maiorca e a
Montroig. Nel 1941 le sue opere
furono esposte al Museum of Mo-
dern Art di New York. Nel 1944
Mirò iniziò a lavorare con la cera-
mica e l'anno seguente realizzò le
sue prime sculture in bronzo. Nel
1947 l'artista eseguì un enorme
dipinto murale per la sala risto-
rante di un importante albergo di
Cincinnati. Sempre negli Stati U-
niti, nel 1950 iniziò a realizzare
dei murali per la sala da pranzo
della Harkness Commons, dell'U-
niversità di Harvard. Nel 1948
tornò a Parigi ed espose alla gal-
leria di Aimé Maeght, il suo mer-
cante per l'Europa. Nel 1954 Mirò
realizzò oltre 200 opere in cera-
mica. Nello stesso anno la Bien-
nale di Venezia gli assegnò il
Gran Premio internazionale per la
grafica.Nel 1956 l'artista si trasfe-
rì definitivamente a Palma di
Maiorca, nella casa progettata
dall'architetto Josep Lluís Sert.
Tre anni dopo Mirò ricevette ne-
gli Stati Uniti il Premio Guggen-
heim, per la realizzazione, a Pari-
gi, di due murales per l'UNESCO.
Nel 1966 sue opere furono espo-
ste a Kyoto e Tokyo. Nel 1967
un'opera murale in ceramica, pro-
dotta in collaborazione con Arti-
gas, fu installata, al Solomon R.
Guggenheim Museum di New
York. Nel 1968 venne organizza-
ta a Barcellona un'importante sua
mostra retrospettiva. In quello
stesso anno egli ricevette la lau-
rea onoraria della Harvard
University.Nel 1972 nacque a
Barcellona, la Fondazione a lui
dedicata. Due anni dopo fu orga-
nizzata un'altra sua grande mo-
stra retrospettiva al Grand Palais
di Parigi. Nel 1982 Mirò realizzò
la sua ultima opera, una scultura.
Morì, come detto, a Palma di
Maiorca, il 25 dicembre del 1983
e fu sepolto a Barcellona.
MIRO’ UN GRANDE ARTISTA A GENOVA
SCUOLA OSPEDALIERA DEL GASLINI.
Proponiamo tra i lavori svolti dagli alunni della sezione Ospedaliera con la prof. Sonia Armaniaco, il bel
fumetto sotto a sinistra, a destra una copertina dell’immortale “lupo Alberto”
SPAZIO ALLA CREATIVITA’
CAPPUCCETTO ROSSO RUMENO
segue da p. 62
Dopo l’inizio in romeno, voglio proseguire con il mio
Cappuccetto Rosso in italiano..
Ma il lupo che era partito troppo precipitosamente
cadde per errore nel ruscello.Quando arrivò dalla
nonna, era tutto bagnato così lei, preoccupata, lo
asciugò, gli fece bere un the bollente e lo mise nel
letto, con la sua cuffietta e la sua camicia da notte.
Quando la nonna uscì per raccogliere tanta legna
secca per il caminetto, arrivò Cappuccetto Rosso. “Che orecchie grandi hai, nonnina! Che occhi
grandi hai, nonnina!Che piedi grandi hai,
nonnina!Che bocca grande hai, nonnina! Quando il
lupo stava per saltarle addosso e mangiarla, si trovò
davanti agli occhi la canna del fucile del
cacciatore, amico della nonna, che nel frattempo
era entrato con lei. Il lupo saltò subito fuori dal
letto, per scappare nel bosco, ma la nonnina riuscì
comunque a tagliargli la coda con l’ascia e ne fece
un berretto per il cacciatore.
Pagina 71
di Filippo Agosti
Il giorno 19 aprile 2013 io e la mia classe siamo an-
dati a visitare il centro storico di Genova. Abbiamo
incontrato la guida in Piazza de Ferrari e per prima
cosa siamo entrati nella Chiesa del Gesù appartenente
all’ordine dei Gesuiti ,che è in stile barocco,come
dimostrano la grande quantità d’oro e gli altri orna-
menti molto elaborati e la notevole varietà di marmi
utilizzati,più di 40.I quadri più celebri di questa chie-
sa sono stati dipinti da P.P.Rubens.La prima tela è
quella di Sant’Ignazio che guarisce l’ossessa. Rubens
era venuto a Genova come ambasciatore,ma con il
tempo,dipinse diverse opere,dedicando la sua atten-
zione soprattutto alla prospettiva ed alla luce. L’altro
quadro principale è quello della Circoncisione di Ge-
sù che è stato criticato, perché la Madonna è ritratta
in modo troppo realistico, infatti si gira per non vede-
re il dolore del figlio. Finita la visita della chiesa, sia-
mo andati in Via Garibaldi, chiamata prima Via Au-
rea, poi Via Nuova, aperta nel 1550. In quel periodo
l’area era stata suddivisa in lotti acquistati dalle fami-
glie. Infatti in questa via ci sono i palazzi nobiliari più
importanti della città, tra cui : Palazzo Tursi,attuale
sede del Comune,Palazzo dei Lomellini, Palazzo
Rosso chiamato anche Palazzo Brignole, e Palazzo
Bianco. Arrivati in fondo alla via siamo andati in sali-
ta di San Francesco dove abbiamo fatto delle riprese
nel punto in cui una targa ricorda il soggiorno del
poeta francese Paul Valery (vedi foto) nella nostra
città.
segue a p.77
A SPASSO PER GENOVA TRA STORIA CULTURA
Pagina 72
Il nostro giorna-
le scolastico è
idealmente ge-
mellato con
“Noi News , un
altro libero peri-
odico, nato da
un’idea del pro-
fessore e giorna-
lista pubblicista,
Pasquale Muià,
che ha parteci-
pato con il pro-
fessor Braggion
agli incontri del
seminario "Il tema in forma di articolo. Realizzato dal
1991 dai suoi studenti dell'Istituto Einaudi, Noi News
ha come obiettivo la libera circolazione delle idee in
ambito scolastico. Abbiamo deciso di riportare a se-
guire un bell’articolo del periodico sul dopo scrutini.
I conti tornano alla fine dell'anno dopo gli scrutini.
Ammessi, rimandati e non ammessi alla classe succes-
siva...Ma perché non promuovere tutti evitando la fati-
ca agli insegnanti e agli studenti? Perché la scuola pre-
para delle competenze. Vorremmo un medico che non
sa come è fatto il corpo e non conosce le medicine?
Faremmo fare una casa a un architetto che non sa nul-
la di geometria e costruzioni? Faremmo fare i resocon-
ti fiscali da un commercialista che non sa niente di
matematica? Insomma la scuola serve non solo a for-
mare umanamente ma a preparare persone capaci e
utili alla società grazie al loro sapere. Un insegnante
che valuta la nostra abilità in una materia fa il suo la-
voro onesto, preferirebbe dare voti solo sufficienti, ma
non può truffare la società facendo passare tutti. Una
persona incompetente è un pericolo pubblico, come
uno che ha la patente ma non sa guidare. Quindi se
non siamo passati alla classe successiva è giusto che
sia così, ci rimboccheremo le maniche per il prossimo
anno!(fonte http://lnx.noinews.ecg-genova.eu)
SPAZIO A...NOI NEWS
CARTOONIST DI RAPALLO PREMIATO CHENDI
di Martina Ottino e Enrico Piacenza
Rapallo nel novembre
scorso anno scorso anno
ha celebrato nelle sale
dell´antico castello sul
mare tre compleanni: i
primi 40 anni della mo-
stra internazionale dei
Cartoonists di Rapallo, i
60 anni di attività del
grande fumettista e sce-
neggiatore di Topolino,
Carlo Chendi, e i
vent´anni del premio “U
Giancu” assegnato ogni anno a un fumettista comico
e a un soggettista. La mostra dei cartoonists era nata
nel lontano 1972, con il proposito di valorizzare il
fumetto come forma d´arte autonoma. Chi si è recato
a visitare la mostra, tra le tante tavole originali, ha
ammirato la realizzazione integrale di “Zio Paperone
mecenate per forza” di Carlo Chendi, disegnato da
Giorgio Cavazzano, a partire dalla sceneggiatura e
dai disegni, per arrivare alle pagine stampate. Per la
cronaca , abbiamo letto che esso fu pubblicato nel
1993, sul numero 1964 di Topolino, che vendette
1.063.000 copie, un record che non è stato ancora
battuto. Carlo Chendi, parlando dei fumetti ha detto:
“E´ un´arte del secolo scorso, nata insieme al cinema,
soprattutto negli Stati Uniti, perché il pubblico di mi-
granti parlava molte lingue, e il cinema muto e i fu-
metti erano in grado di comunicare in tutte quelle
lingue."
Pagina 73
di Alessio Serra
La pizza, che ha le sue origini in un pane schiacciato
napoletano del XVI secolo, era considerata all'inizio
un cibo per i poveri, e non una ricetta da cucina, e
veniva venduta per strada. Prima del XVI secolo era
ricoperta da una salsa bianca, in seguito essa fu sosti-
tuita con olio d’oliva,pomodoro e pesce. Nel 1843, il
grande Alexandre Dumas padre parlò dei diversi con-
dimenti della pizza. Si dice che quasi 50 anni dopo un
tale Raffaele Esposito, per onorare la regina Marghe-
rita di Savoia, abbia creato la famosissima, “Pizza
margherita” ,condita con pomodoro ,basilico e mozza-
rella, per riprendere i colori della bandiera italiana.
Secondo gli “storici" della pizza, comunque, una piz-
za con quegli ingredienti era stata preparata ben pri-
ma della venuta a Napoli di Margherita di Savoia e la
parola "Margherita" farebbe riferimento al famoso
fiore. La pizza è un pane a cui sono stati aggiunti nel
tempo vari ingredienti per darle diversi sapori. . I pani
di forma piatta, come la pizza, provengono dell’area
del Mediterraneo. Oltre ad essa, è sopravvissuta la
focaccia, che alcuni fanno risalire agli antichi Etru-
schi. La pizza deriva da prodotti simili, diffusi sin
dall’antichità nelle loro diverse varianti, ai quali veni-
vano aggiunti diversi tipi di condimento (come la
focaccia barese e quella genovese), ma non il pomo-
doro, che cominciò a diffondersi in Europa ed in Ita-
lia solo verso la fine del XVI secolo, importato
dall’America Meridionale.Dal tardo XVIII secolo era
comune per i poveri della zona intorno a Napoli ag-
giungere il pomodoro alle loro focacce, nacque così la
pizza napoletana. Mi hanno detto che una pizza per
potersi definire davvero napoletana, deve essere mor-
bida e sottile e avere i bordi alti (detti anche
“cornicione”); inoltre va cotta seguendo parametri
precisi e deve avere ingredienti garantiti ,come la
mozzarella di bufala dop. La pizza napoletana, nomi-
nata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità,rappresenta
nel mondo non solo Napoli, ma anche il nostro Paese.
PIZZA, UNA LUNGA MAGIA
Anno VII NUMERO SPECIALE
BLOCCATI I LAVORI SPARISCONO I MATTONCINI
di Sajithan Sivantharajah
Gli operai di Iren, l'azienda del
gas genovese, nel 2011 avevano
dovuto fare dei lavori urgenti per
alcune perdite di gas nell'antica
stradina di Sampierdarena che va
da via Vasco de Gama al Pro-
montorio . Gli operai , dopo aver
levato i mattoncini rossi della
“creuza”, avevano sistemato i
tubi e ricoperto provvisoriamente
la stradina con l'asfalto. Da allo-
ra, per più di un anno, i lavori si
sono però fermati e gli operai
non hanno potuto togliere la co-
pertura provvisoria di asfalto, per
rimettere i mattoncini. La So-
vrintendenza, che protegge i beni
artistici, aveva infatti bloccato i
lavori, perchè la Iren non le aveva
chiesto il permesso per scavare! Il
risultato è che nel frattempo qual-
cuno ne ha approfittato per rubare
i preziosi mattoncini rossi che
erano stati lasciati lungo il mu-
retto che circondava un palazzo,
in attesa di essere rimessi dov'era-
no.
Pagina 74
di Lorenzo Berisso
.Ho trovato davvero interessante
e originale l’idea di una coppia
di coniugi padovani: Massimo
Furegon, perito agrario, e la mo-
glie Sabrina Lincetto, educatrice,
che hanno pensato di mettere a
disposizione i 20 asini asini della
loro fattoria, insomma asini veri,
per “domare” l’aggressività dei
ragazzini difficili, tra cui i cosid-
detti bulli. Il progetto educativo
che coinvolge alcune scuole del-
le province di Padova e Vicenza,
prevede che i bambini e i ragazzi
imparino ad accarezzare e a coc-
colare gli asinelli, a strigliarli e a
dare loro da mangiare. La cura
degli animali aiuterà i ragazzi
più difficili a sfogare
l’aggressività. In particolare,
secondo gli organizzatori del
progetto, li stimolerà a dare il
massimo e a tirare fuori le pro-
prie emozioni. Visto il successo
dell’iniziativa, la Asl 16 ha pen-
sato di adoperare gli asini anche
per le persone con problemi psi-
chiatrici.
IN VENETO ASINI “DOMA”BULLI
Trovo davvero bella la decisione del sindaco di
Londra Boris Johnson di costruire una pista ciclabi-
le lunga 25 km che attraverserà tutta la capitale.
Sarebbe altrettanto bello che le città italiane seguis-
sero l'esempio. Io amo molto questo fantastico
mezzo di trasporto, il migliore per spostarsi, ri-
spettando l'ambiente. Io ho una bici e la uso sem-
pre, ma soprattutto in estate, quando mi diverto
moltissimo, facendo tanti bei giri nel verde. Con-
fesso che mi dispiacerebbe un mondo non averce-
la. Tra le belle giornate sulle due ruote, ne ricordo
una in modo particolare, trascorsa dalle parti di
Camogli. Terminato un favoloso giro in compagnia,
ho mangiato un gelato buonissimo.
di Andrea Silvestri
STORIA DI ARIA IL PARTIGIANO BAMBINO
di Irene Iula
L’8 maggio
è venuto a
farci visita
nella nostra
classe Ma-
rio Ghiglio-
ne, un parti-
giano italia-
no. Quando
io ed i miei
c o mp a g n i
l ’abbiamo
visto, eravamo emozionatissimi
e saltavamo per la gioia. Il nome
di battaglia di Mario era Aria.
Entrò nella Resistenza a soli 14
anni.Il 9 settembre, il giorno do-
p o l a p r o c l a m a z i o n e
dell’Armistizio, scappò di casa e
si arruolò nella Brigata Bisagno
e successivamente entrò nel
CLN. Nella Pasqua del 1944 ci
fu il rastrellamento della Bene-
dicta, a causa del quale morirono
tantissimi giovani. Aria e il suo
gruppo riuscirono fortunatamen-
te a scappare. .Successivamente
passarono per Orbicella dove,
dal 7 al 10 ottobre, ci fu un altro
rastrellamento. Nell’estate del
1944 conobbe una persona che
stimava molto e che prese come
punto di riferimento: Don Berto
Ferrari.Don Berto era un prete
antifascista, che poi diventò il
cappellano della Brigata Parti-
giana. Sempre in quel periodo
conobbe anche Giovanni Villa, il
cui nome di battaglia era Pancho,
che aveva pochi più anni di lui e
con il quale strinse un’amicizia
bellissima che però finì per colpa
dei nazisti.Ritornati ad Orbicella,
si prepararono a combattere di
nuovo contro i tedeschi. Aria
vide morire due suoi compagni.
A un certo punto, si sentì tirare
per la giacca. Era Pancho che lo
voleva portare via. Così scappa-
rono.Si rifugiarono nel bosco,
dove gli alberi erano molto alti,
ma, all’arrivo delle truppe nemi-
che, uno di loro si fece scoprire,
saltando per la paura. I soldati
tedeschi iniziarono a sparare e
Aria ed i suoi compagni scappa-
rono e si nascosero dietro a dei
massi, dove però furono scoperti.
“Aria” ci ha detto: “Mi sono sen-
tito sollevare da un tedesco; un
gigante ai miei occhi di ragaz-
zo”.Pancho gli aveva detto di
togliersi di dosso tutte le armi
che aveva, ma lui si era dimenti-
cato la bomba a mano, che gli fu
trovata durante la perquisizione.
Furono portati tutti e sette dietro
al muro di una chiesa, dove sa-
rebbero stati fucilati.Un compa-
gno di Aria si mise piangere per
la paura, dicendosi innocente.I
tedeschi decisero di non fucilare
i ragazzi ma di impiccarli. Li
fecero entrare uno per volta nella
chiesa.Aria stava per entrare,
quando si sentì tirare per un
braccio.I tedeschi lo portarono
dietro la chiesa e gli legarono le
mani; lo fecero inginocchiare e
gli fecero posare la testa sopra
una panca. Aria pensò che gli
tagliassero la testa, invece lo pic-
chiarono. Ci disse che mai in
vita sua soffrì così tanto per do-
lore. Gli fu comunque risparmia-
ta la vita, almeno per il momen-
to. Quasi svenuto, lo caricarono
su un camion. Un tedesco lo pre-
se per il ciuffo, gli alzò la testa e
lo obbligò ad assis tere
all’impiccagione di Pancho, che
fino all’ultimo non perse la sua
dignità, non cedette alla paura;
osò anche sputare in faccia al
tedesco in segno di disprezzo.
Mario fu trasferito in un castello
dove avrebbe dovuto lavorare
per la costruzione del fossato,
intorno.Fu trasferito poi in un
altro castello. Lì gli fu chiesto se
voleva andare in Germania o
stare lì. Scelse di restare in quel
luogo. Lì conobbe due ragazze
che gli dissero di agire per alcuni
gruppi della Resistenza e si of-
frirono di aiutarlo a scappare.
Mario però aveva paura di fuggi-
re perché i nazisti lo avevano
minacciato: se lui fosse scappa-
to, avrebbero ucciso i suoi geni-
tori. Il ragazzo una sera chiese di
poter andare in bagno. In
quell'occasione non fu accompa-
gnato da alcun soldato. Malgra-
do i timori per i genitori, decise
di scappare. Corse velocissimo,
uscì dal castello e si gettò sul filo
spinato. Si impigliò e si ferì, ma,
liberatosi pian piano, riuscì a
saltare, scavalcando la recinzio-
ne. Le due donne e un altro parti-
giano erano sotto , nel fossato,
che l’aspettavano. Una delle due
donne indossava un vestito bian-
co che si sporcò del sangue di
Aria.Lo aiutarono a camminare e
poi lo portarono da un medico
per curare le ferite che aveva
dappertutto.Aria tornò a casa nel
maggio 1945 e riabbracciò amici
e parenti. Dieci anni dopo la fine
della guerra, ritornò nello stesso
posto dove era stato rinchiuso la
seconda volta e da dove era
scappato. Andò in una casa e
bussò alla porta. Gli aprì una
donna. Lui domandò se c’era un
certo Sergio. Lei lo riconobbe!
Era la donna che indossava il
vestito bianco. Lei andò subito a
prendere quel vestito, ancora
sporco di sangue, che aveva con-
servato.In pochi minuti tutti gli
abitanti del paese erano intorno
ad Aria, per festeggiare il suo
ritorno.Questa è la storia di un
partigiano bambino che, nono-
stante fosse il più piccolo, riuscì
a sopravvivere e a combattere
per la propria e l’altrui libertà.
Pagina 75
di Francesco Mondillo
Un certo Christopher Knight di 47 anni, dal 1986, anno
in cui fuggì da casa, a martedì 9 aprile 2013, ha vissuto
nei boschi del Maine, nel nord-est degli Stati Uniti, sen-
za mai vedere nessuno. Quel giorno di aprile è stato fer-
mato da un guardacaccia e arrestato dalla polizia, per-
ché accusato di un migliaio di furti nelle case e fattorie
della zona, compiuti per sopravvivere. L'ultimo, quello
in un campeggio per disabili,il Pine Tree Camp, dove
stava rubando per la cinquantesima volta del cibo, gli è
costato l'arresto. Un poliziotto aveva infatti piazzato un
sensore dotato di allarme nel magazzino, dove quelli del
campeggio tenevano le scorte alimentari. Negli anni,
Knight avrebbe rubato lì e in altri luoghi, oltre al cibo,
quel che gli poteva servire per vivere nei boschi, ad e-
sempio vestiti e bombole del gas. L'uomo, la notte, dor-
miva in una tenda,costruita tra due alberi, avvolto in
numerosi sacchi a pelo; aveva steso alcuni teli cerati tra
gli alberi intorno, per proteggersi dal vento e dal freddo.
Basti pensare che durante i mesi invernali le temperatu-
re nel Maine possono raggiungere i 12 gradi sotto lo
zero! L'uomo aveva una bombola a gas per cucinare,
alcune stoviglie, e una radio. Sul "comodino", ricavato
da una sezione di albero,teneva una copia sdrucita di
Robinson Crusoe e un coltello a serramanico. Knight
aveva creato alcune trappole rudimentali, per impedire
ai topi di portargli via le provviste.. Questa vicenda mi
ha molto colpito. Sinceramente non so come questa per-
sona abbia potuto sopravvivere per quasi 30 anni nei
boschi. Non credo comunque che Knight, una volta
scontata la pena , possa tornare a vivere normalmente,
tra i suoi simili.
USA ,FERMATO ROBINSON DEI NOSTRI GIORNI
di Matteo Corino e Davide Verdina
Recentemente, all'interno di
un’imbarcazione inglese affonda-
ta nel 1592 nella Manica, al lar-
go dell’Isola Alderney, è stato
trovato un cristallo, chiamato da-
gli antichi “Pietra del Sole”, usato
un tempo dai marinai vichinghi,
allora padroni dei mari del nord.
Lo utilizzavano per navigare ,
visto che non conoscevano l'a-
strolabio,
usato dalle flotte del Mediterraneo,
e che non era stata ancora inventata
la bussola. La pietra del sole servi-
va per individuare la presenza del
Sole anche nella tempesta, poco
dopo il tramonto o nonostante un
cielo spesso pieno di nuvole. Per
secoli la letteratura nordica aveva
parlato della "Pietra del Sole"come
di un mito, considerandola introva-
bile.
RITROVATA LA PIETRA DEL SOLE
Pagina 76 Anno VII NUMERO SPECIALE
L'anima del progetto Giornale in classe del Secolo XIX, al quale partecipiamo da sette anni, è la dottoressa
Alessandra Nasini , referente didattica del Secolo XIX. E' lei che ha voluto e organizzato i tre incontri alla De
Amicis del seminario "Il tema in forma di articolo, rivolti ai docenti, ma soprattutto ai ragazzi delle scuole
secondarie genovesi.La pagina settimanale, dedicata sul Secolo alla scuola, vero fiore all'occhiello del quoti-
diano di Piccapietra, è invece curata con grande passione da Donata Bonometti.
segue da p.72
Siamo saliti poi a Spianata Castelletto, nella foto, il
punto più panoramico di Genova da cui si vedono la
distesa dei tetti grigi di ardesia del centro storico ed
alcuni edifici che svettano al di sopra: la torre del tea-
tro Carlo Felice, il grattacielo di Piazza Dante e di
Brignole; a ponente la collina di Carignano con la
Basilica e la torre Grimaldina, la parte più antica di
palazzo Ducale, la Lanterna, costruita nel 1543 ,ed
ora simbolo della città, e tutti gli edifici portuali , fra
cui l’Acquario.
Il porto vecchio è una baia naturale usata anticamente
solo fino al Mandraccio e ampliata nel XVI secolo. Il
promontorio che divideva Genova da Sampierdarena
è stato abbattuto, permettendo la costruzione di strade
che collegassero direttamente le due parti. Finito di
osservare lo skyliner di Genova, abbiamo fatto me-
renda sulle panchine di Spianata. Successivamente
abbiamo raggiunto i “carrugi” e, attraversando via
della Maddalena e via San Luca ,fino a via del Cam-
po, abbiamo raggiunto l’emporio dei cantautori ge-
novesi, " Via del Campo 29 rosso". La via è stata resa
famosa da Fabrizio De Andrè nell’omonima canzone.
Nel Museo dedicato a De Andrè sono conservati og-
getti appartenenti ad alcuni famosi cantautori genove-
si , oltre a De Andrè, Bruno Lauzi, Gino Paoli, Um-
berto Bindi e Luigi Tenco. Ci sono anche testimo-
nianze di Benito Merli, che abbiamo scoperto essere
il nonno del mio compagno Francesco Maggi. In que-
sta gita mi è piaciuto visitare soprattutto la chiesa del
Gesù e Spianata Castelletto. Nella prima mi hanno
colpito gli stucchi d’oro, in particolare quelli che de-
corano il soffitto. La seconda mi ha impressionato
perché ho visto la città a volo di uccello anche senza
salire troppo in alto.
A SPASSO PER GENOVA TRA STORIA CULTURA
Pagina 77
di Marco Taini e redazione
Il giorno 21 maggio la nostra classe, la II C, assieme
alla II A, ha incontrato, per l'orientamento, il profes-
sor Andrea Barabino del Liceo D'Oria(vedi foto). E-
rano presenti i prof. Braggion, organizzatore
dell’iniziativa, e Vernizzi. L'incontro, che è durato
circa un'ora, è stato davvero piacevole e interessante.
Barabino ci ha parlato, con l'aiuto di alcune diapositi-
ve, di etimologia e di prestiti linguistici.
Ci ha detto ad esempio che guerra deriva dall'antico
germanico "werra", da cui l' inglese "war", mentre
bellico e bellicoso derivano dal latino "bellum"
(guerra), che polemico deriva dal greco "pólemos"
(sempre guerra), moneta dal latino "Ammonitrice",dal
tempio di Giunone Moneta sul Campidoglio, vicino al
quale c'era la zecca, che banca deriva da banco,ed
indicava il tavolo dei cambiavalute, mentre bancarotta
deriva da banca rotta nel vero senso della parola, in-
fatti a chi falliva rompevano il banco, economia deriva
dal greco "oikos" (casa) , mentre ospedale dal latino
"hospitalis" (ospitale); in italiano la 'h' iniziale è
scomparsa,a differenza del francese e dell' inglese.
INTERESSANTE INCONTRO CON UN PROF. DEL D’ORIA
,di Adriano Soddu
Venerdi 3 Maggio,la nostra classe, la 2 C, nel-
la foto, si è recata al Porto Petroli,
accompagnata dai Prof .Braggion e
Bitritto.Abbiamo preso il treno dalla stazione di
Sturla, e siamo scesi alla stazione di Pegli.
Dopo una breve camminata ci siamo ritrovati a
Multedo, sede del Porto Petroli. Nel
laboratorio, ci sono state fatte vedere alcune
interessanti diapositive sulle plastiche, poi due
simpatiche ricercatrici dell'Università di
Chimica ci hanno guidato in una grande stanza
arredata con dei banchi, dietro i quali abbiamo
lavorato a gruppi.
segue a p. 80
NOI PICCOLI CHIMICI AL PORTO PETROLI
A cura della redazione
Negli ultimi giorni di scuola, per il progetto"Dal
Palcoscenico alla scena", ci ha fatto visita il bra-
vissimo attore Enrico Bonavera, padre di Giulia,
una nostra compagna. E' stato un incontro molto
interessante e divertente, su cui torneremo prossi-
mamente, perché siamo purtroppo in chiusura del
giornale scolastico. Bonavera ci ha parlato della
sua attività teatrale, delle maschere della Com-
media dell'Arte, a cominciare da quella di Arlec-
chino, che interpreta da anni nel "Servitore di due
padroni" per la regia del grande Giorgio Strehler,
e ci ha mostrato alcune tecniche di recitazione.
Dopo aver interpretato in modo straordinario e
divertentissimo un dialogo dal Don Giovanni di
Molière, quello tra Pierrot e Carlotta, prima in
patois, poi in italiano, Bonavera lo ha fatto reci-
tare a noi, In seguito, dopo averci fatto ascoltare
un dialogo surreale tra marito e moglie, di Jone-
sco, ce lo ha fatto riproporre. Nell'ultima parte
dell'incontro, Bonavera ha indossato o tenuto tra
le mani alcune bellissime maschere di D. Sartori,
interpretando i vari personaggi, da Pantalone, a
Brighella, ad Arlecchino. Alla fine c'è stato spa-
zio per le nostre domande. Le foto sono del no-
stro fotografo ufficiale, Adriano Soddu.
ENRICO BONAVERA DA APPLAUSI
Pagina 78 Anno VII NUMERO SPECIALE
di Febe Ausonia e Giulio Costi
Un pensionato di Voltri, di 85 anni, rimasto vedovo
da poco, è stato vittima di due truffatori. L’uomo,
dopo aver visto in tv la televendita di un bracciale
d'oro che costava poco meno di 100 euro, un prezzo
che gli era parso accettabile, ha telefonato in tra-
smissione. Purtroppo i due rappresentanti che, in se-
guito, si sono presentati più volte a casa sua, si sono
rivelati dei truffatori. I due sono riusciti a portargli
via addirittura 36000 euro, facendogli comprare nu-
merosi oggetti a prezzi astronomici . I fatti sono an-
dati così. il pensionato aveva visto in Tv lo spot
pubblicitario di una famosa gioielleria di Firenze e
aveva chiamato il numero verde. Pochi giorni dopo
si erano presentati da lui i due rappresentanti , che,
accorgendosi che il vecchio non era molto lucido,
ne hanno approfittato per mostrargli il resto del cata-
logo e per convincerlo a comprare più oggetti. Ritor-
nati altre volte, gli hanno sottratto tutti i suoi rispar-
mi. Come se non bastasse, i prodotti ordinati spesso
non arrivavano neppure a destinazione. .Quando il
vecchio, in un momento di lucidità, ha cominciato a
sospettare qualcosa, i truffatori lo hanno minacciato
con la pistola. Fortunatamente, poco tempo dopo, il
figlio del pensionato si è accorto che il conto del ge-
nitore era stato dilapidato. Dopo aver appreso
cos’era successo, ha denunciato i due.
Il negozio di Firenze che aveva dato loro l'incarico
di vendere gioielli in tv è risultato estraneo alla truf-
fa.
INGANNATO PENSIONATO GENOVESE
di Marco Taini Giovanna Iurato oggi ex prefetto dell'Aquila, appena
insediata in quell’incarico, visitò i luoghi devastati dal
terremoto. Una volta arrivata davanti alle macerie di
una casa, davanti ai ragazzi rimasti orfani, finse di
commuoversi. E' stata lei a dirlo poco dopo al telefo-
no. Lo ha rivelato un' intercettazione del suo cellulare.
Come se non bastasse, l'allora prefetto rideva parlando
dei danni provocati da quella tragedia naturale. Il capo
della polizia l'ha definita una persona squallida, forse
cattiva. La Iurato, a causa del suo comportamento,
sarà probabilmente interdetta dai pubblici uffici.
Questo fatto mi ha colpito molto. L'ex prefetto non si
è dimostrata degna del suo incarico.
IL PREFETTO IURATO E IL FINTO PIANTO
Pagina 79
Il Comune di Genova non pare molto attento ai Social Network. Alcuni cittadini hanno denunciato su
Twitter la situazione di degrado della scalinata che porta da Via Castagnola a via Sturla, ma, dopo un
mese, tutto è rimasto come prima. Uno scalino dissestato, in particolare, rischia di far cadere la gente.
Comune, se ci sei batti un colpo!
Pagina 80
di Lorenzo Debernardis
Da anni noi uo-
mini distruggia-
mo l’
habitat del pan-
da gigante (le
immagini ripre-
se da satellite
hanno eviden-
ziato che esso è
diminuito del
50% durante gl i u l t imi 15 anni ) .
Il bambù, che serve al Panda come nutrimento è
utilizzato per creare abiti e cappelli o ,comunque,
non per fabbricare oggetti di prima necessità.
I panda (il cui nome scientifico è ailuropoda mela-
noleuca, nome che deriva dal greco antico e che
significa letteralmente piede di gatto) sono una
specie in estinzione che va salvaguardata vanno
protetti e fatti riprodurre, come sta facendo il WWF
. E il bambù è fondamentale. Infatti, malgrado il
panda sia anche carnivoro, la sua dieta è soprattutto
q u e l l a d i u n e r b i v o r o .
Si nutre con circa 38 kg di germogli di bambù,
piante che muoiono dopo la fioritura.
La durata della vita di un panda è di 10-15 anni
(anche oltre 20 in cattività, il record è 32 anni). La
riproduzione in cattività è comunque un vero even-
to. La femmina può allevare solo un piccolo e se ne
partorisce due, un cucciolo viene abbandonato. I
cuccioli di panda gigante pesano alla nascita da 90
a 130 grammi, mentre un adulto può pesare oltre
100 kg. I piccoli restano con la madre per diciotto
mesi, tempo in cui imparano a procurarsi il cibo e a
s f u g g i r e a i p r e d a t o r i .
Il Panda gigante è conosciuto in Occidente dal
1869, grazie a un missionario francese di nome
Armand David, che donò al Museo di Storia Natu-
rale di Parigi la pelle di un esemplare di panda, pro-
curatagli da un cacciatore. Oltre alla distruzione del
suo habitat, di cui ho detto, la maggiore minaccia
per la sopravvivenza del panda gigante è il bracco-
naggio, la caccia illegale, per cibarsene o venderne
le pellicce, che va assolutamente fermata.
SALVIAMO IL PANDA GIGANTE
NOI PICCOLI CHIMICI AL PORTO PETROLI
Segue da p.78
Il primo esperimento riguardava le varie reazioni
di alcune caramelle a contatto dell'acqua a varie
temperature. Con l’acqua fredda, le caramelle
diventavano molle e viscide, con la calda si
scioglievano.
Il secondo esperimento è servito per farci vedere
come creare del poliuretano espanso(polimero
sintetico), unendo due sostanze liquide che si
chiamano diolo e diisocianato.
Finiti questi esperimenti, è stato il turno delle foto,
dopo abbiamo salutato le nostre guide e ci siamo
recati verso la spiaggia di Pegli, dove abbiamo
giocato allegramente. Col treno di ritorno, siamo
riusciti a rientrare a scuola per le 13.40. E’ stata
una bellissima mattinata!
Malala Yousafzai , coraggiosa ragazzina pakistana della regione dello Swat
di quasi 16 anni , si batte da tempo , grazie al suo blog , per il diritto
all’istruzione. Per il suo impegno,lo scorso autunno, è stata ferita alla testa
e al collo dai talebani i quali , dal 2008 a oggi , hanno distrutto nel suo paese
750 scuole e ucciso tante studentesse come lei. Curata a Londra , Malala è
candidata al Nobel per la pace. Il prossimo luglio , a New York , per il suo
compleanno, ci sarà il 'Malala Day', una giornata internazionale istituita in
suo onore dall’Onu.
PAROLE E DISEGNI LO SPAZIO DI ALESSIO SERRA
Si può ben dire che tre mele han cambiato la
storia. Quella di Adamo ed Eva, prima di
tutto, quella di Newton poi, infine la mitica
Apple dell'altrettanto mitico Steve Jobs
Il fiore si nasconde nell'erba, ma il vento sparge il suo profumo
Chissà cosa li spingerà a volare, forse
la speranza di una nuova vita.
Una matita, alcuni colori. Ho deciso
di portarmi Firenze a casa....
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