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- 1 - COMMISSIONE EUROPEA DIREZIONE GENERALE PER LA SALUTE E I CONSUMATORI Salute pubblica e valutazione dei rischi Minacce per la salute Strategia per la pianificazione generale della capacità di intervento Guida tecnica alla pianificazione generale della capacità di intervento nelle emergenze per la salute pubblica 2009 12 01 Introduzione Le minacce attuali e future stanno costringendo i paesi di tutto il mondo a rivedere, adeguare e rendere obbligatori piani per le emergenze sanitarie su larga scala. In passato i piani esistenti erano spesso rivolti a gestire le conseguenze di eventi collegati a particolari malattie o ad altre minacce per la salute. Di conseguenza, molte energie venivano spese per migliorare piani intesi a fronteggiare le emissioni deliberate di agenti chimici, biologici, radiologici e nucleari (CBRN), che si pensava potessero essere utilizzati come potenziali strumenti per atti terroristici. Con l’avvento della SARS ci si è resi conto che nuovi agenti, non noti in precedenza, potrebbero causare molte vittime e ingenti perdite economiche. Contemporaneamente, enormi inondazioni e ondate di calore estreme hanno dimostrato le conseguenze che i cambiamenti climatici possono avere sulla salute. Inoltre, una pandemia influenzale rappresenta ancora oggi una fonte di preoccupazione per le autorità sanitarie di tutto il mondo, mentre la recente pandemia (H1N1) ha messo in luce l’importanza di adottare un approccio coordinato oltre che la necessità di disporre di strutture ben definite e complete per il buon esito di ogni misura di controllo intrapresa. L’organizzazione di salvaguardie e la preparazione degli interventi per far fronte a questo ampio ventaglio di minacce comportano implicazioni enormi. Ben presto si è compreso che, per far fronte a ciascuna emergenza, sarebbe stato necessario mobilitare lo stesso numero di persone e lo stesso quantitativo di risorse. È quindi emersa la necessità di elaborare un nuovo piano generale delle capacità di intervento nelle emergenze sanitarie, costituito dal più elevato numero possibile di componenti semplificate e armonizzate, per affrontare le diverse tipologie di emergenze come le azioni di natura CBRN (nucleare, radiologico, biologico, chimico), le minacce ambientali e altri eventi che potrebbero mettere a repentaglio la salute. Riconoscendo queste sfide, il Consiglio, riunitosi il 6 maggio 2003 e il 2 giugno 2003, ha chiesto alla Commissione di considerare l’eventualità di “elaborare un piano generale delle capacità di intervento sulle malattie trasmissibili e sulle minacce sanitarie”. Nel 2005 è stata pubblicata una comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul potenziamento del coordinamento relativo alla pianificazione generale della capacità di intervento a livello europeo in materia di emergenze sanitarie. Alla comunicazione era allegato un documento tecnico di orientamento dal titolo “Una strategia verso la pianificazione generale della capacità di intervento”. Il documento era incentrato in particolare sulle malattie contagiose. Oltre alle malattie trasmissibili e alle minacce biologiche esiste tuttavia un ampio spettro di altre minacce. Le minacce chimiche sono sempre più considerate un grave pericolo per la salute pubblica. Ogni giorno il settore industriale produce una serie di agenti chimici, che vengono poi trasportati e immagazzinati in quantità

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COMMISSIONE EUROPEA DIREZIONE GENERALE PER LA SALUTE E I CONSUMATORI Salute pubblica e valutazione dei rischi Minacce per la salute

Strategia per la pianificazione generale della capacità di intervento

Guida tecnica alla pianificazione generale della capacità di intervento nelle emergenze per la salute pubblica

2009 12 01

Introduzione

Le minacce attuali e future stanno costringendo i paesi di tutto il mondo a rivedere, adeguare e rendere obbligatori piani per le emergenze sanitarie su larga scala. In passato i piani esistenti erano spesso rivolti a gestire le conseguenze di eventi collegati a particolari malattie o ad altre minacce per la salute. Di conseguenza, molte energie venivano spese per migliorare piani intesi a fronteggiare le emissioni deliberate di agenti chimici, biologici, radiologici e nucleari (CBRN), che si pensava potessero essere utilizzati come potenziali strumenti per atti terroristici.

Con l’avvento della SARS ci si è resi conto che nuovi agenti, non noti in precedenza, potrebbero causare molte vittime e ingenti perdite economiche. Contemporaneamente, enormi inondazioni e ondate di calore estreme hanno dimostrato le conseguenze che i cambiamenti climatici possono avere sulla salute. Inoltre, una pandemia influenzale rappresenta ancora oggi una fonte di preoccupazione per le autorità sanitarie di tutto il mondo, mentre la recente pandemia (H1N1) ha messo in luce l’importanza di adottare un approccio coordinato oltre che la necessità di disporre di strutture ben definite e complete per il buon esito di ogni misura di controllo intrapresa. L’organizzazione di salvaguardie e la preparazione degli interventi per far fronte a questo ampio ventaglio di minacce comportano implicazioni enormi. Ben presto si è compreso che, per far fronte a ciascuna emergenza, sarebbe stato necessario mobilitare lo stesso numero di persone e lo stesso quantitativo di risorse. È quindi emersa la necessità di elaborare un nuovo piano generale delle capacità di intervento nelle emergenze sanitarie, costituito dal più elevato numero possibile di componenti semplificate e armonizzate, per affrontare le diverse tipologie di emergenze come le azioni di natura CBRN (nucleare, radiologico, biologico, chimico), le minacce ambientali e altri eventi che potrebbero mettere a repentaglio la salute.

Riconoscendo queste sfide, il Consiglio, riunitosi il 6 maggio 2003 e il 2 giugno 2003, ha chiesto alla Commissione di considerare l’eventualità di “elaborare un piano generale delle capacità di intervento sulle malattie trasmissibili e sulle minacce sanitarie”.

Nel 2005 è stata pubblicata una comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul potenziamento del coordinamento relativo alla pianificazione generale della capacità di intervento a livello europeo in materia di emergenze sanitarie. Alla comunicazione era allegato un documento tecnico di orientamento dal titolo “Una strategia verso la pianificazione generale della capacità di intervento”. Il documento era incentrato in particolare sulle malattie contagiose.

Oltre alle malattie trasmissibili e alle minacce biologiche esiste tuttavia un ampio spettro di altre minacce. Le minacce chimiche sono sempre più considerate un grave pericolo per la salute pubblica. Ogni giorno il settore industriale produce una serie di agenti chimici, che vengono poi trasportati e immagazzinati in quantità

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significative in tutta Europa e nel mondo. Al contrario, gli operatori sanitari sono poco preparati, in generale, a gestire le emergenze chimiche, poiché la maggior parte delle istituzioni sanitarie pubbliche negli Stati membri dell’Unione europea si è concentrata sul controllo delle malattie trasmissibili. Lo stesso vale per le emergenze radionucleari e per altri settori come le problematiche sanitarie delle emergenze collegate ai cambiamenti climatici.

In altri settori critici si osservano nuovi sviluppi. Ne è un esempio il pacchetto di politiche della Commissione europea sulla sicurezza chimica, biologica, radiologica e nucleare (CBRN) nonché il piano d’azione dell’UE sulla lotta alle minacce CBRN. Altri esempi sono il meccanismo comunitario di protezione civile e lo strumento finanziario per la protezione civile.

Il documento del 2005 è stato rivisto di recente per tener conto dei nuovi sviluppi e delle esperienze acquisite. Esso è incentrato sulle questioni generiche e, a parte qualche capitolo iniziale, è articolato in sezioni dedicate agli aspetti biologici, chimici, radionucleari e ai cambiamenti climatici.

Il documento è destinato a essere impiegato per la pianificazione sia a livello di Unione europea sia a livello nazionale nei vari Stati membri. È stato redatto dalla Commissione europea in consultazione con gli Stati membri attraverso il Comitato per la sicurezza sanitaria e le sue unità, specialmente l’unità Pianificazione generale della capacità d’intervento (GPP).

Portata e obiettivi della pianificazione generale della capacità di intervento

La maggior parte degli Stati membri, se non tutti, possiedono piani di gestione delle “emergenze” o delle “urgenze” o delle “crisi” (compresi i piani di continuità operativa), che possono essere d’applicazione generale oppure riguardare situazioni o minacce specifiche come le catastrofi naturali, gli incidenti industriali o legati ai mezzi di trasporto, gli incendi di vasta portata o altri eventi causati dall’uomo, deliberatamente o meno. Un piano generale di gestione delle emergenze comprende una serie di attività per proteggere le comunità, la proprietà e l’ambiente, e solitamente è basato su un approccio “globale”, un approccio “multirischio”, un approccio “multisettoriale e intersettoriale” (o “multiagenzia” o “integrato”), che circoscrive tutti gli elementi necessari ad assicurare che gli Stati membri abbiano una “comunità preparata a intervenire”. La pianificazione della capacità di intervento nelle emergenze sanitarie rappresenta una componente cardine essenziale per questi piani generali di gestione delle emergenze.

La pianificazione può contribuire a ridurre l’onere posto dalla minaccia sanitaria in termini di mortalità e morbidità, ospedalizzazione e richiesta di beni e servizi sanitari, nonché a mantenere i servizi fondamentali, a proteggere i gruppi vulnerabili, a ridurre al minimo il danno economico e sociale e a garantire un rapido ritorno alla normalità. Gli Stati membri hanno, in varia misura, sviluppato capacità di pianificazione preventiva e di reazione alle minacce sanitarie che richiedono un intervento rapido. A livello di Unione europea la pianificazione generale della capacità di intervento interessa minacce ed emergenze di portata europea, ossia eventi, incidenti, situazioni e circostanze che minacciano o possono minacciare la salute pubblica in più di uno Stato membro. Riguarda inoltre situazioni in cui la cooperazione e il coordinamento sul piano transfrontaliero sono fondamentali.

L’obiettivo generale dell’azione dell’UE nella pianificazione generale della capacità di intervento a livello sanitario è assistere gli Stati membri nell’elaborazione di piani nazionali, includendovi la dimensione europea con il suo corpus di leggi nei vari settori che hanno ripercussioni sui piani d’emergenza. La strategia elaborata nel presente documento dovrebbe fornire l’ossatura su cui innestare elementi chiave atti ad affrontare tipologie genericamente diverse di minacce alla salute, sia attese (come l’influenza pandemica, la contaminazione tossica o microbiologica dei prodotti alimentari, il rilascio di sostanze pericolose) sia inattese (per esempio, un’epidemia analoga alla SARS). Le minacce alla salute potrebbero essere dovute ad agenti biologici, chimici, fisici o radionucleari oppure ad atti o eventi intenzionali, accidentali o naturali. La strategia dovrebbe portare alla creazione e al miglioramento dell’interoperabilità dei piani nazionali, perlopiù attraverso l’introduzione di meccanismi di coordinamento e di strumenti di analisi e comunicazione in grado di perfezionare la collaborazione tra i principali attori all’interno degli Stati membri e della Commissione.

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Il fulcro dell’azione tratteggiata da tale strategia consiste nel fare confronti, nel redigere liste di controllo (obiettivi da raggiungere), nel fornire un meccanismo per la revisione, la convalida e la verifica e nel formulare raccomandazioni al fine di migliorare e armonizzare i piani nazionali e le procedure dell’UE in modo da ridurre le debolezze e le incompatibilità. Tali azioni potrebbero scaturire in una serie di misure e raccomandazioni a livello nazionale nonché in un sistema di coordinamento/comunicazione esteso all’intera Unione europea con procedure e meccanismi concordati. A tale proposito, il ruolo di ciascun attore (CE e Stati membri) dovrà essere definito preliminarmente. In seno alla CE si dovrebbe fare affidamento su agenzie quali l’ECDC, l’ECHA, l’EFSA, l’EMEA e l’EUROPOL (divenuta agenzia dall’inizio del 2010).

Gli obiettivi dei piani generali sulla capacità di intervento a livello UE sono i seguenti:

Mettere in evidenza gli aspetti sanitari minimi che devono essere considerati nei piani di ciascuno Stato membro.

Individuare i punti di rilievo per la Commissione europea e le agenzie, oltre che l’organizzazione e le procedure a supporto dei piani degli Stati membri.

Incoraggiare lo scambio reciproco di informazioni, il confronto e la trasmissione di riscontri in correlazione ai piani degli Stati membri.

Fornire un modello per la preparazione di un nucleo di elementi fondamentali per le varie tipologie di minaccia sanitaria e di liste di controllo per una buona prassi di intervento.

Individuare la dimensione europea con il suo corpus di leggi in vari settori, che hanno ripercussioni sui piani d’emergenza e che rendono possibile l’interoperabilità dei piani nazionali.

Chiarire i bisogni e gli obiettivi della pianificazione e del coordinamento di approcci improntati alla salute pubblica nelle emergenze sanitarie: le emergenze che interessano la salute umana sono dominate perlopiù da eventi riconducibili alle malattie trasmesse da uomo a uomo, attraverso il cibo o altri prodotti oppure da piante o animali, o ancora causate da agenti biologici, chimici, fisici o radionucleari o provocate da catastrofi naturali. Questa pianificazione dovrà tener conto e fare riferimento anche ai meccanismi scientifici esistenti e alla legislazione internazionale, nazionale ed europea in materia di prodotti alimentari, prodotti, salute delle piante e salute animale, oltre che in materia di rilascio di agenti nell’ambiente.

Chiarire e spiegare la necessità di una collaborazione di tipo intersettoriale; suggerire migliori prassi per aiutare gli Stati membri a elaborare piani nazionali affidandosi a un approccio “multirischio”.

Definire un’azione adeguata a livello europeo in risposta a tutte le principali tipologie di emergenza sanitaria aventi un impatto a livello internazionale.

Preparazione degli interventi e risposta Valutazione dello status quo Impatto Minaccia Ripristino dello status quo Follow-up e piano Risposta Prevenzione Mitigazione Danno Evento

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Metodi e strumenti della pianificazione generale della capacità di intervento a livello di UE

L’esperienza ha mostrato che la capacità di rispondere a una “minaccia internazionale” alla salute è profondamente influenzata dall’analisi che della minaccia è stata fatta in precedenza e dall’esistenza di piani per un’azione coordinata. Il presente documento esamina il tipo di pianificazione necessaria affinché la Comunità europea sia pronta a individuare e a reagire in maniera efficace a una minaccia sanitaria. L’esistenza di piani nazionali della capacità di intervento, regolarmente aggiornati, negli Stati membri rappresenta un prerequisito indispensabile per poter reagire in maniera adeguata alle minacce che incombono a livello di Comunità europea.

Un piano della capacità di intervento dovrebbe essere articolato in una serie di componenti che riguardano le principali problematiche insite nell’organizzazione delle risorse per poter agire in modo coordinato, efficace ed efficiente rispetto ai costi in caso di emergenza. Per ciascun aspetto chiave dovrebbe essere delineata una serie di punti meritevoli di attenzione che dovranno essere preliminarmente esaminati con attenzione, e si dovrebbero definire interventi adeguati per poter assicurare la risposta desiderata. A tal fine sarebbe estremamente utile redigere e utilizzare una lista di controllo della capacità di intervento che definisca gli aspetti minimi fondamentali della capacità di intervento per gli Stati membri, la Commissione e le agenzie comunitarie impegnate nella protezione della salute. La lista di controllo non sostituisce i piani relativi alla capacità di intervento, bensì è utile come guida nell’elaborazione, revisione o valutazione della completezza dei piani in questione.

Per ciascun argomento chiave della pianificazione della capacità di intervento esistono quattro aspetti critici che devono essere considerati:

- il “Risultato atteso”, ossia l’obiettivo che il piano si prefigge di raggiungere, una volta definiti tutti gli elementi;

- i ruoli rispettivamente degli Stati membri, della Commissione e delle agenzie nel conseguimento di tale risultato: chi è responsabile di cosa e attraverso quale attività di risposta;

- il grado di interdipendenza e il valore aggiunto della cooperazione e degli impegni vincolanti a livello UE o internazionale, compresi per esempio validi elenchi di contatti e documenti orientativi;

- l’esistenza di procedure ben definite per contattare le autorità responsabili negli Stati membri.

Il quadro per la cooperazione nella pianificazione generale della capacità di intervento è caratterizzato da tre importanti attività:

• in primo luogo, la condivisione dei piani nazionali e l’esecuzione di confronti e valutazioni oltre che l’introduzione di miglioramenti, sulla base degli aspetti principali individuati e delle liste di controllo predefinite;

• in secondo luogo, l’individuazione del contributo e del ruolo della legislazione comunitaria e gli interventi da attivare affinché i piani ne tengano pienamente conto, nonché un’analisi della necessità di ulteriori misure;

• in terzo luogo, la definizione di interventi adeguati e la preparazione di diagrammi di flusso che illustrino la sequenza di eventi e azioni da attivare affinché i piani e le reazioni siano interoperativi e compatibili tra loro.

La pianificazione della capacità di intervento non è un percorso rapido: sarebbe irrealistico pensare di poter predisporre un piano generale di emergenza sanitaria dettagliato, esaustivo e affidabile nell’arco di qualche settimana o persino di qualche mese. Tra i motivi per cui è indispensabile del tempo per redigere questi piani spicca la necessità di adottare un approccio multisettoriale, che tenga conto anche degli attori della sanità pubblica o ne definisca con esattezza il ruolo nell’ambito di ogni progetto politico e legislativo o di ogni forma di pianificazione. Infine, per garantire una partecipazione adeguata all’attuazione di tali piani è importante coinvolgere tutti i livelli dell’amministrazione e della società civile, fino alle singole comunità.

Adottare un approccio multisettoriale significa coinvolgere su più livelli le autorità di governo e la popolazione, ciascuno con le sue competenze specifiche, tra cui l’elaborazione di politiche, l’esame e la stesura di leggi, la salute alimentare, la salute di piante e animali, l’assistenza sanitaria, le diagnosi di laboratorio, lo sviluppo di test di laboratorio, le competenze a livello di comunicazione e gestione dei disastri

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naturali. Coinvolgere la comunità significa fare un uso ottimale delle conoscenze, dell’esperienza, delle risorse e delle reti a livello locale. E questo è l’unico modo per assicurare il sostegno alle decisioni politiche.

La pianificazione generale della capacità di intervento a livello di UE può favorire la redazione di piani nazionali poiché mette in evidenza i fattori critici dell’emergenza e della capacità di intervento a livello nazionale nonché la dimensione europea di ciascuna parte interessata. Parallelamente, le componenti di portata europea proprie di questi piani e la legislazione UE esistente (in tutti i settori di rilievo tra cui le disposizioni sul coordinamento e le consultazioni in materia di salute, sicurezza alimentare, legislazione veterinaria ecc.) suggeriscono cosa è bene fare a livello europeo nell’eventualità di un’importante emergenza sanitaria. È anche fondamentale considerare la legislazione internazionale esistente, come il regolamento sanitario internazionale (OMS 2005).

Tale documento tratta in particolare il tema della salute pubblica e affronta i principali aspetti critici propri della pianificazione generale della capacità di intervento, vale a dire: gestione delle informazioni, comunicazione, consulenza scientifica/basata su dati di fatto, strutture per la gestione delle crisi sanitarie, capacità d’intervento del settore sanitario, collaborazione e gestione dei piani a livello intersettoriale. Ciascuno di questi aspetti critici è presentato in un capitolo a se stante. Ciascun capitolo inoltre spiega in maniera dettagliata i compiti principali del settore sanitario, precisando che le responsabilità possono interessare strutture diverse nei vari Stati membri.

I capitoli seguenti forniscono indicazioni sui principi e sulla scelta di strumenti e procedure in ciascun settore, nonché se del caso sul quadro giuridico. Infine, ogni capitolo è integrato, se del caso, da ulteriori sezioni per esporre considerazioni specifiche nel caso di eventi biologici, chimici, radionucleari e conseguenti ai cambiamenti climatici. Nell’allegato 4 figurano esempi del quadro giuridico pertinente.

La gestione delle minacce sanitarie è suddivisa in varie tappe: individuazione della minaccia, cura delle persone colpite, contenimento della diffusione della malattia / eliminazione della minaccia.

Sono necessari studi per valutare la capacità degli strumenti disponibili di gestire queste tappe e, in molti casi, per sviluppare nuovi strumenti. Spesso questi strumenti non vengono sviluppati nell’ambito dei consueti programmi di ricerca oppure devono essere perlomeno adattati ai requisiti specifici delle operazioni di gestione delle minacce sanitarie. Vengono inoltre definite procedure idonee per individuare i requisiti specifici, per trovare applicazioni utilizzabili e per adattarle alla gestione delle minacce sanitarie.

Alcuni di questi studi possono essere condotti nella fase preparatoria ma, per la natura estremamente peculiare e imprevedibile delle nuove minacce, è indispensabile realizzare studi sia durante sia successivamente a un’emergenza. I piani consentono di procedere in questo senso e prevedono un rapido accesso alle risorse finanziarie. Un settore specifico di interesse, a tale proposito, è lo sviluppo di medicinali. Tuttavia, il presente documento tecnico di orientamento non tratta, nello specifico, delle azioni di ricerca.

compiti del settore sanitario

dipartimento incaricato

dipartimento sanitario

altro dipartimento

invio ricezione

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Indice

STRATEGIA PER LA PIANIFICAZIONE GENERALE DELLA CAPACITÀ DI INTERVENTO ................................ 1 GUIDA TECNICA ALLA PIANIFICAZIONE GENERALE DELLA CAPACITÀ DI INTERVENTO NELLE EMERGENZE PER LA SALUTE

PUBBLICA ............................................................................................................................... 1 INTRODUZIONE ...................................................................................................................................... 1 PORTATA E OBIETTIVI DELLA PIANIFICAZIONE GENERALE DELLA CAPACITÀ DI INTERVENTO ................ 2 METODI E STRUMENTI DELLA PIANIFICAZIONE GENERALE DELLA CAPACITÀ DI INTERVENTO A LIVELLO DI UE 4

1. GESTIONE DELLE INFORMAZIONI....................................................................8 1.1 SORVEGLIANZA PREVENTIVA........................................................................................................... 8 1.2 VALUTAZIONE DEI RISCHI SULLA BASE DEI DATI DI SORVEGLIANZA PREVENTIVA RACCOLTI DA FONTI DI

INFORMAZIONE MEDICA, DI SORVEGLIANZA E DA ALTRE FONTI DI INFORMAZIONE................. 9 1.3 SORVEGLIANZA SUCCESSIVA ALL’EMERGENZA ............................................................................. 10 1.4 DIAGNOSI CLINICA E DI LABORATORIO .......................................................................................... 11 1.5 CAMPIONAMENTO AMBIENTALE .................................................................................................... 13 1.6 MONITORAGGIO DEGLI EFFETTI INDESIDERATI DELL’AZIONE DI CONTRASTO DELLA MINACCIA SANITARIA 14 1.7 REGISTRAZIONE, DOCUMENTAZIONE E GESTIONE DEGLI ARCHIVI.................................................. 14

2. COMUNICAZIONE..................................................................................................15 2.1 SISTEMI E PROCEDURE DI SEGNALAZIONE ...................................................................................... 15 2.2 OBBLIGHI PER LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI E PER LA CONSULTAZIONE/INFORMAZIONE PREVENTIVA

SULLE CONTROMISURE ......................................................................................................... 16 2.3 COMUNICAZIONE E GESTIONE DEI DATI ......................................................................................... 17 2.4 COMUNICAZIONI TRA PARTI INTERESSATE ..................................................................................... 18 2.5 COMUNICAZIONE DEI RISCHI / IN CASO DI CRISI CON ORGANI DI INFORMAZIONE E GRUPPI DEL PUBBLICO 18 2.6 INTERVENTO POLITICO................................................................................................................... 22

3. CONSULENZA SCIENTIFICA/BASATA SU DATI DI FATTO ........................23 3.1 CONSULTAZIONE RAPIDA (ESPERTI, ORGANI ESPERTI) PER LA CONSULENZA.................................. 23 3.2 VALUTAZIONE QUANTITATIVA — MODELLAMENTO ............................................................ 24 3.3 VALUTAZIONE DELLA VULNERABILITÀ.......................................................................................... 26 3.4 VALUTAZIONE DEI RISCHI E POSSIBILI CONTROMISURE (PRINCIPI DI CONTROLLO) ......................... 27 3.5 DEFINIRE LA PROTEZIONE COLLETTIVA (DIMENSIONE INTERNAZIONALE)...................................... 28 3.6 SCELTA DELL’AZIONE CORRISPONDENTE, RISORSE PER L’AZIONE E MODALITÀ DI ATTUAZIONE DELL’AZIONE 29

4. STRUTTURE PER LA GESTIONE DELLE CRISI SANITARIE ......................30 4.1 ATTIVAZIONE: DARE L’ALLARME ALL’AUTORITÀ COMPETENTE (STATI MEMBRI, COMMISSIONE EUROPEA, AGENZIE

DELL’UE) ............................................................................................................................. 31 4.2 ATTIVAZIONE: DECIDERE L’ATTIVITÀ DI RISPOSTA ........................................................................ 31 4.3 RISPOSTA: LA STRUTTURA DI COMANDO E CONTROLLO (CCS) ...................................................... 33 4.4 METTERE IN COLLEGAMENTO I RESPONSABILI DELLA GESTIONE DELL’EVENTO SANITARIO........... 34 4.6 ASPETTI SPECIFICI DEGLI EVENTI DI NATURA BIOLOGICA, CHIMICA, RADIONUCLEARE E DEI DISASTRI DOVUTI AI

CAMBIAMENTI CLIMATICI ..................................................................................................... 38 4.7 LISTA DI CONTROLLO PER LE STRUTTURE DI COMANDO E CONTROLLO .......................................... 38

5. CAPACITÀ DI INTERVENTO DEL SETTORE SANITARIO...........................40 5.1 INDAGINI ....................................................................................................................................... 40 5.2 GESTIONE DEGLI INCIDENTI ........................................................................................................... 40 5.3 CAPACITÀ DI INTERVENTO DEGLI OSPEDALI .................................................................................. 44 5.4 GESTIONE DELLE VITTIME .................................................................................................... 47 5.5 ASPETTI SPECIFICI DEGLI EVENTI BIOLOGICI......................................................................... 47 5.6 ASPETTI SPECIFICI DEGLI EVENTI CHIMICI ............................................................................ 49 5.7 ASPETTI SPECIFICI DEGLI EVENTI RADIONUCLEARI ............................................................... 51 5.8 ASPETTI SPECIFICI DEGLI EVENTI CAUSATI DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI ............................ 54

6. COLLABORAZIONE INTERSETTORIALE .......................................................55 6.1. PIANIFICAZIONE DELLE EMERGENZE E DEGLI INTERVENTI ............................................................ 55 6.2 PASSERELLE TRA DISCIPLINE/SETTORI ........................................................................................... 56 6.3 PASSERELLE TRA SICUREZZA E SALUTE ......................................................................................... 57 6.4 PIANO DI CONTINUITÀ OPERATIVA ................................................................................................. 59 6.5 TRASPORTO DI CAMPIONI............................................................................................................... 60 6.6 IMPLICAZIONI ETICHE DELLE CONTROMISURE................................................................................ 60

7. GESTIONE DEI PIANI ............................................................................................62 7.1 FOLLOW-UP E VERIFICA DEI PIANI.................................................................................................. 62 7.2 FORMAZIONE ................................................................................................................................. 62 7.3 VERIFICA E VALUTAZIONE DEI PIANI, COMPRESE LE ESERCITAZIONI .............................................. 63 7.4 OBIETTIVI RIGUARDANTI I TEMPI DI RISPOSTA ............................................................................... 63

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7.5 OBIETTIVI RELATIVI ALLA COPERATURA ....................................................................................... 64 7.6 ANALISI COMPARATIVA ................................................................................................................. 64 7.7 VALUTAZIONE E FOLLOW-UP DI EVENTI ED ESERCITAZIONI ........................................................... 65

ALLEGATO 1: REQUISITI MINIMI PER LE SALE CRISI .................................................66 ALLEGATO 2: ELENCO DELLE ABBREVIAZIONI USATE..............................................71 ALLEGATO 3: DEFINIZIONI ...................................................................................................74 ALLEGATO 4: QUADRO NORMATIVO.................................................................................78 ALLEGATO 5: CAPACITÀ DELLA COMUNITÀ NELLA GESTIONE DELLE CRISI ...80

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1. Gestione delle informazioni

Gestire le informazioni significa raccogliere, elaborare, utilizzare e divulgare le informazioni relative a un’emergenza, quindi le attività di sorveglianza sia preventiva sia successiva all’emergenza, le analisi dei rischi, le analisi cliniche, di laboratorio e ambientali dei campioni, il controllo degli effetti collaterali e l’archiviazione. Tutte le informazioni pertinenti dovrebbero convergere in un unico quadro.

1.1 Sorveglianza preventiva

Risultati attesi

Per un’individuazione precoce dei potenziali problemi per la salute pubblica o delle emergenze su scala internazionale che possono determinare una crisi pubblica di vaste proporzioni è indispensabile disporre di meccanismi e strumenti di sorveglianza preventiva che consentano di decidere se l’evento in questione merita la piena attenzione di tutte le parti interessate. Tali strumenti e meccanismi ruotano attorno alla raccolta, collazione, analisi e interpretazione di dati e alla loro divulgazione ai soggetti che, per poter intervenire, hanno bisogno di informazioni.

La Commissione mette a disposizione una piattaforma per lo scambio dei metodi e degli strumenti e gli Stati membri decidono in merito all’attuazione. Il settore sanitario gioca un ruolo primario nell’identificazione precoce dei potenziali eventi o emergenze di carattere sanitario di portata internazionale che potrebbero causare una grave crisi pubblica. Non si deve dimenticare che i primi segnali che annunciano un evento possono provenire da settori diversi da quello sanitario: dai mezzi di comunicazione o da altri settori come la protezione civile, il settore alimentare o veterinario, le forze dell’ordine e i servizi di sicurezza o altro ancora. È pertanto necessaria una vasta rete che possa garantire lo screening, la verifica e la condivisione delle informazioni (compreso un meccanismo per la condivisione di informazioni riservate).

Le malattie trasmissibili e le minacce biologiche rappresentano minacce ormai accertate; esiste tuttavia un ampio spettro di eventi che sempre più sono considerati gravi minacce per la salute pubblica. Ogni giorno il settore industriale produce una serie di agenti chimici e radionucleari che vengono trasportati e immagazzinati in quantità significative in tutta Europa. Gli operatori sanitari, al contrario, sono poco preparati, in generale, a gestire le emergenze chimiche e radionucleari, poiché la maggior parte delle istituzioni sanitarie pubbliche negli Stati membri dell’Unione europea si è concentrata sul controllo delle malattie trasmissibili. Altre fonti di enormi disastri che è bene non sottovalutare sono riconducibili a eventi ambientali (inondazioni, valanghe, smottamenti, terremoti), esplosioni, incidenti di trasporto e incendi di vaste proporzioni (con un elevato numero di vittime con ustioni).

Cfr. anche il capitolo 2.1 Sistemi e procedure

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la sorveglianza preventiva per incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� Sistema per il riconoscimento precoce da parte di medici e istituzioni sanitarie � Individuazione e verifica delle minacce sanitarie � Collazione, indagine, analisi, valutazione, screening dei mezzi di informazione e di altre fonti di informazione,

e trasmissione di dati epidemici e di dati sulla sorveglianza delle malattie, con capacità di individuazione di eventi “sospetti”

� Sistema di “verifica delle notizie ufficiose” per valutare e verificare la veridicità di eventi che potrebbero rappresentare una minaccia sanitaria

� Accesso a strutture di laboratorio di elevata qualità per confermare o escludere una diagnosi (per esempio, in relazione ad agenti biologici, chimici e radionucleari)

� Linee guida per l’indagine e la denuncia dei casi, l’investigazione e adeguate attività di follow-up (che potrebbero anche protrarsi per lunghi periodi di tempo), contenenti altresì i parametri da applicare per le situazioni riconosciute come potenziali casi di impiego di agenti terroristici e di altro genere

� Accesso a esperti per la collazione e interpretazione delle relazioni e avvio di ulteriori indagini � Collegamenti tra e con le strutture sanitarie nazionali per garantire che le relazioni producano reazioni

appropriate e rapide, e sistema per la segnalazione tempestiva alle autorità competenti. � Chi sono le autorità/strutture competenti? La disponibilità delle autorità è nota? � Le problematiche di natura sanitaria sono previste nella gestione di un incidente? Qual è la base per l’integrazione di

tali problematiche? Esiste un diagramma di flusso?

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� Esistono dei collegamenti operativi, che siano anche effettivamente utilizzati, con le autorità responsabili della sorveglianza epidemiologica?

� Esistono dei collegamenti operativi, che siano anche effettivamente utilizzati, con i servizi della protezione civile? � Esistono dei collegamenti operativi, che siano anche effettivamente utilizzati, con le autorità e i servizi fitosanitari e

alimentari? � Esistono dei collegamenti operativi, che siano anche effettivamente utilizzati, con le autorità e le strutture

responsabili della gestione degli incidenti chimici/radionucleari? � Esistono dei collegamenti operativi, che siano anche effettivamente utilizzati, con l’OMS e con altre organizzazioni

sanitarie internazionali? � Sono previsti collegamenti operativi con le strutture e le autorità di polizia? L’intervento è obbligatorio a partire da

quando?

Interoperabilità

Scambio intracomunitario di informazioni che richiede: � collegamenti operativi con le istituzioni dell’UE e con le autorità e strutture responsabili della sorveglianza

epidemiologica di cui alla decisione n. 2119/98/CE (definite nell’articolo 1 della decisione) � collegamenti operativi con l’OMS (compresi i punti focali nazionali IHR) e con altre organizzazioni internazionali

adeguate � collegamenti operativi con i meccanismi previsti dall’UE per la salute degli animali, la salute delle piante, la

sicurezza alimentare, la protezione civile e le minacce radiologiche, oltre che con le forze di polizia e l’EUROPOL � collegamenti operativi con le agenzie dell’UE (per esempio, ECDC, ECHA, EFSA) (informazioni sulle epidemie e

valutazione dei rischi).

1.2 Valutazione dei rischi sulla base dei dati di sorveglianza preventiva raccolti da fonti di informazione medica, di sorveglianza e da altre fonti di informazione

Risultati attesi

Per poter elaborare un approccio comune alle minacce sanitarie incombenti è necessario assicurare un collegamento tra le informazioni provenienti da fonti diverse (informazioni di carattere medico, sorveglianza, scambio multisettoriale) e le parti interessate a livello di UE, nonché integrare tali informazioni con le risorse tecniche esistenti e gli esperti presenti nell’UE tramite uno strumento comune sviluppato allo scopo.

Sono disponibili strumenti per valutare e verificare le informazioni ufficiose di epidemie / minacce sanitarie.

È possibile utilizzare uno “strumento di informazione medica” elettronico per esaminare, più volte al giorno, una serie di articoli di interesse, selezionati in base a parole chiave, in varie lingue e su scala mondiale. A tal fine è opportuno selezionare parole chiave adeguate che coprano tutte le tipologie di minacce sanitarie come le malattie trasmissibili o le minacce chimiche e radionucleari e i pericoli posti dai cambiamenti climatici. Questo strumento di monitoraggio elettronico è provvisto di funzioni analitiche e di uno strumento per l’individuazione rapida di focolai di malattie, delle crisi sanitarie e di possibili altre minacce alla salute pubblica.

Un’analisi attenta dei dati di sorveglianza esistenti attraverso protocolli di sorveglianza attualmente in uso (rete di sorveglianza dedicata) rileva i cambiamenti di tipo temporale e geografico, per esempio, del livello epidemico di malattie con potenziale epidemico/pandemico. L’attività sistematica in corso di raccolta, collazione, analisi e interpretazione dei dati contribuirà a migliorare l’uniformità, la tempestività e la completezza dei dati trasmessi. Il sistema fornirà descrizioni dettagliate di gruppi di casi suddivisi per epoca, luogo e popolazione colpita.

Attualmente non esiste un sistema di sorveglianza per l’individuazione delle esposizioni ad agenti chimici o radionucleari, nonostante siano in corso progetti di ricerca europei che studiano, per esempio, la possibilità di utilizzare i dati dei centri antiveleni di tutta Europa per individuare aggregazioni di eventi chimici, e sondare la possibilità di individuare precocemente le minacce tramite sistemi di sorveglianza sindromica.

In tutti i tipi di eventi (vale a dire di natura biologica, chimica, radionucleare o naturale (cambiamenti climatici)) è fondamentale individuare chiaramente l’agenzia/l’autorità competente in ciascuno Stato membro, che sia responsabile degli effetti sulla salute dell’uomo, e che dovrà reagire di conseguenza. In tutto il mondo mancano, per esempio, esperti di epidemiologia ambientale e tossicologia, che vengono reclutati solitamente dal mondo accademico o della ricerca. Sarà creata una rete comune di esperti a livello di UE per migliorare e favorire la collaborazione transfrontaliera e lo scambio di esperti.

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Per ogni evento individuato sarà valutata la minaccia potenziale in base ai medesimi criteri e a categorie predefinite di comune accordo a livello di Unione europea.

Ogni fase della valutazione produce un semplice punteggio, che tutti i membri del personale in servizio dovrebbero essere in grado di calcolare. Questo processo di valutazione porta a una valutazione della minaccia e, se del caso, mette in moto un meccanismo di risposta.

Il grado di attuazione di un sistema di questo genere in ciascuno Stato membro dipenderà dalle risorse disponibili e dalla percezione della sua necessità. La creazione di collegamenti tra tutte le risorse disponibili nell’UE in questo settore e il sostegno fornito tramite ulteriori risorse a livello europeo rappresenteranno uno strumento estremamente efficace per l’analisi dei rischi. Tale strumento sarà fondamentale per l'elaborazione di approcci comuni alle minacce poste da eventi internazionali agli Stati membri dell’UE.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per l’analisi dei rischi basata su dati di sorveglianza preventiva raccolti da fonti di informazione medica, di sorveglianza e da altre fonti di informazione: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � Contatti con agenzie incaricate dell’analisi delle informazioni (quotidiana/routinaria) � Principi per la valutazione delle minacce concordati a livello di UE per tutti i tipi di minaccia sanitaria (biologica,

chimica, radionucleare, tecnica, naturale) � Una serie di risorse per l’analisi dei rischi e una struttura per coordinarne le attività � Risorse per un’analisi dei rischi tempestiva a livello nazionale � Individuazione di punti di contatto adeguati in ciascuno Stato membro e all’interno di ogni organizzazione

internazionale per le diverse tipologie di minaccia sanitaria � Collaborazione con altri partner nazionali e internazionali per lo scambio delle informazioni necessarie e per

l’analisi delle stesse

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la definizione di procedure (rete di contatti e processo di dichiarazione) per la collaborazione con un’ampia gamma

di attori nel campo dell’analisi dei rischi, in modo da coprire tutte le tipologie di minacce sanitarie � l’elaborazione concordata di principi per la valutazione delle minacce e la condivisione delle migliori prassi � la creazione degli strumenti necessari da parte della Commissione e degli esperti tecnici in servizio presso le

agenzie dell’UE (per esempio, ECDC, ECHA, EFSA) � la creazione da parte delle agenzie dell’UE (per esempio, ECDC) di strutture per l’analisi dei rischi a livello di UE e

lo sviluppo di capacità per rafforzare i sistemi nazionali all’occorrenza � collegamenti operativi con l’OMS (compresi i punti focali nazionali IHR) e con altre organizzazioni internazionali

adeguate � collegamenti operativi con agenzie non europee e con altre iniziative internazionali (per esempio, GHSAG)

1.3 Sorveglianza successiva all’emergenza

Risultati attesi

Una volta individuato l’evento critico, le informazioni relative all’epidemia e le attività di sorveglianza dovranno essere più mirate e le priorità dovranno essere adeguate alla natura della minaccia rilevata nonché ai bisogni mutevoli (per esempio, segnalazione dei casi, monitoraggio della diffusione, gravità, gruppi a rischio, ecc.) .

I sistemi sanitari (istituti e professionisti in generale) dovrebbero essere in grado di gestire le attività di sorveglianza per tutte le tipologie di agente interessate e per ogni genere di eventi. Dovrebbero essere istituiti sistemi di sorveglianza adeguati, solitamente ad hoc, in base alle caratteristiche delle popolazioni colpite. I sistemi sanitari possono dover fare affidamento su fonti diverse e comunicare con esse per ottenere informazioni sui casi (laboratori diversi, medicina legale, dipartimenti di patologia, ecc.). Inoltre, a livello di UE possono essere interessati dall’evento più soggetti, come la protezione civile, le agenzie dell’UE ecc.

Si provvederà a garantire il flusso di informazioni, a integrare le segnalazioni dai laboratori e a mettere a punto specifiche attività di sorveglianza. Le operazioni di collazione dei dati saranno eseguite in maniera centralizzata e le informazioni presentate in maniera da renderle facilmente comprensibili al pubblico e ai responsabili delle decisioni politiche.

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In questa fase sarà garantito uno stretto coordinamento tra Stati membri a livello di UE grazie a procedure consolidate di scambio di informazioni, di coordinamento delle contromisure, di valutazione dei dati raccolti e di altro genere. Saranno inoltre definiti standard comuni per la sorveglianza in diversi settori (umano, veterinario ecc.), tra cui le definizioni dei casi. La Commissione europea e l’ECDC saranno gli organismi responsabili del coordinamento delle attività in materia di salute pubblica a livello transnazionale e sosterranno gli Stati membri nelle attività transfrontaliere di valutazione e controllo delle minacce. Saranno infine coinvolte altre agenzie, a seconda della natura della minaccia e delle misure attivate (per esempio, l’EMEA per i medicinali e i vaccini, l’EFSA per la sicurezza alimentare).

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la sorveglianza successiva all’emergenza: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � Collegamenti attivati con gli organismi di sorveglianza in settori diversi da quello sanitario (salute animale,

ambiente, centri antiveleni ecc.) � Nel caso degli eventi CBRN, contatti con l’agenzia competente e con l'esercito per una valutazione rapida e

adeguata della dispersione � Procedure per un rapido inizio della sorveglianza attiva e per la definizione dei criteri necessari � Procedure che consentono rapide modificazioni della sorveglianza (adeguamenti alla situazione) � Sorveglianza clinica dei casi umani, tra cui la morbidità e la mortalità specifiche per età, e dei ricoveri tenendo

conto degli agenti biologici, chimici, radionucleari e di altra natura � Sorveglianza epidemiologica comprese le capacità di indagine sul campo e la ricerca di contatti � Periodica valutazione dell’impatto dei programmi di prevenzione tra cui i programmi di vaccinazione (comprese le

reazioni avverse) o altri programmi di prevenzione � Flessibilità nel passaggio da una modalità di segnalazione specifica a una normale (variazioni della sorveglianza /

segnalazione nel tempo).

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la definizione di procedure per la collaborazione con un’ampia selezione di attori nei settori CBRN

� la condivisione delle procedure per la valutazione della dispersione � un programma di sorveglianza post-emergenza a livello di UE dovrebbe coinvolgere l’OMS e le agenzie (per

esempio, ECDC e ECHA) che dispongono al proprio interno di organi competenti nell’individuazione delle minacce; il programma dovrebbe prevedere sistemi per: � attivare rapidamente interventi di sorveglianza a livello UE, preferibilmente congiunti; � vagliare il processo di valutazione e verificare le informazioni; � procedere alla collazione, indagine, analisi, valutazione e trasmissione delle informazioni mediche e dei dati

sulla sorveglianza delle malattie; � garantire la collaborazione a livello di UE con un sostegno ai singoli Stati membri; � utilizzare le procedure consolidate e fare ricorso alle apparecchiature necessarie per contenere i danni e curare

le vittime. � le agenzie dell’UE (per esempio, ECDC) pubblicano una valutazione delle minacce e mettono a punto un

meccanismo di attivazione, le linee di comunicazione e una struttura logistica � collegamenti operativi con l’OMS (compresi i punti focali nazionali IHR) e con altre organizzazioni internazionali

adeguate � collegamenti operativi con agenzie non europee e con altre iniziative internazionali (per esempio, GHSAG)

1.4 Diagnosi clinica e di laboratorio

Risultati attesi

È fondamentale che, per ogni minaccia alla salute pubblica, si possa identificare e confermare in tempi rapidi l’agente interessato. Ogni piano messo a punto deve prevedere l’identificazione degli agenti non noti, la conferma degli agenti noti e l’attivazione di capacità di intervento per uno Stato membro che debba sostenere attività di laboratorio gravose.

Per quanto concerne le attività di laboratorio, i piani dovrebbero rispondere alle summenzionate esigenze per quanto riguarda il campionamento sia clinico che ambientale, e prevedere un meccanismo di coordinamento capace di creare collegamenti tra i vari attori nel caso siano coinvolti più soggetti. Di questa duplice attività (analisi dei campioni clinici e ambientali) si dovrebbe sempre tener conto anche in una fase successiva.

Per quanto concerne le attività di laboratorio, la struttura introdotta dovrebbe possedere procedure per la trasmissione dei dati da parte dei laboratori, la conferma dei risultati (secondo laboratorio, secondo paese) e

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l'assicurazione della qualità). Dal punto di vista clinico, i medici dovrebbero essere in grado di riconoscere la sindrome e dovrebbero poter accedere a linee guida adeguate predisposte da un apposito sistema.

Quanto agli agenti non noti, l’esistenza di un sistema internazionale che consenta di raggiungere un rapido accordo sulle procedure di laboratorio e la collazione dei dati clinici si è dimostrata fondamentale. Per gli agenti noti dotati di un elevato potenziale di minaccia, una conferma secondaria a livello internazionale migliorerebbe la fiducia nella diagnosi posta. Nel caso in cui si producesse in uno Stato un massiccio incremento di campioni da esaminare, sarà indispensabile offrire assistenza mettendo in rete i laboratori nazionali e internazionali. Queste reti devono necessariamente possedere piani di assicurazione della qualità comuni.

A livello di Stato membro sarà fornita assistenza per le attività di laboratorio mentre, per quanto riguarda le questioni che trascendono le capacità nazionali o nel caso in cui non siano disponibili capacità a livello nazionale, è possibile organizzare nella Comunità una forma di collaborazione tra laboratori al fine di ottimizzare l’uso delle risorse raccolte nell’UE.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la diagnosi clinica e di laboratorio: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � Rete, scambio tra laboratori (chi fa che cosa) � Quali sono le risorse disponibili? � Strutture consolidate per la comunicazione con i laboratori e con i medici per garantire che i laboratori riferiscano i

casi diagnosticati alle rispettive autorità competenti. � Procedure per la rapida identificazione degli agenti/agenti patogeni non noti durante un evento nei campioni clinici

e ambientali � Descrizione clinica della sindrome: accordo sulle ulteriori analisi e indagini da effettuare tra cui la ricerca di

agenti patogeni e anticorpi nei liquidi organici (per esempio, sangue, siero, plasma, liquor, feci, liquidi per il lavaggio, materiale bioptico, urine).

� Gli Stati membri devono garantire che la manipolazione degli agenti pericolosi in laboratorio avvenga in adeguate condizioni di sicurezza (per esempio, livello di biosicurezza da concordare e da garantire in maniera uniforme in tutti gli Stati membri)

� Procedure per la conferma rapida degli agenti nocivi noti durante un evento nei campioni clinici e ambientali � Gli Stati membri individuano e designano uno o più laboratori di riferimento per l’agente nocivo in questione.

Per quanto concerne gli agenti con un potenziale elevato o molto elevato di minaccia, il materiale raccolto dai pazienti o l’agente isolato è inviato al laboratorio di riferimento che dovrà determinarne il genotipo e stabilire le condizioni adeguate per la conservazione del ceppo vitale isolato (raccolta dei ceppi).

� Il trasporto di materiale nocivo dovrebbe avvenire secondo procedure concordate che tengano in considerazione i regolamenti ONU e IATA.

� Definizione da parte degli Stati membri di procedure per stabilire la capacità di intervento e di requisiti per far fronte a un marcato incremento della domanda nel caso in cui il personale di laboratorio a livello locale e persino nazionale possa essere impegnato nell’analisi di un’enorme quantità di campioni.

� Possibilità di definire in tempi rapidi, nel corso di un evento, e di distribuire a laboratori e medici linee guida per la diagnosi dei casi e l’isolamento degli agenti patogeni.

� Accordo internazionale nel caso la capacità nazionale sia inadeguata a fronteggiare determinati agenti e per la conferma secondaria di agenti patogeni con elevato potenziale distruttivo e di altri agenti ambientali.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � un programma dell’UE nelle agenzie UE (per esempio, ECDC) in base al quale gli organismi nazionali competenti

forniscono una struttura per la rapida definizione di procedure comuni a livello europeo per la diagnosi e la conferma delle malattie e per l’isolamento degli agenti durante un evento � Procedure per la raccolta (e il trasporto) dei campioni: in base alla sindrome rilevata, gli esperti clinici e di

laboratorio forniscono informazioni sulle questioni relative al campionamento � Il livello di biosicurezza dovrebbe essere concordato e dovrebbe essere uniforme in tutti gli Stati membri � Elenco dei laboratori di riferimento per gli agenti pericolosi e creazione di collegamenti con l’OMS � Aspetti relativi alla conferma: nel caso di una diagnosi di laboratorio confermata per quanto concerne la

presenza di un patogeno ad altissimo potenziale distruttivo e nel caso in cui non possa essere escluso un rilascio intenzionale nell’ambiente, la conferma del risultato positivo delle analisi di laboratorio è delicata. Essa dev’essere effettuata tramite una procedura indipendente, concordata a livello comunitario.

� La Commissione assiste nella redazione di accordi bilaterali e multilaterali per garantire una conferma aggiornata dei risultati e fornisce piattaforme per lo scambio di informazioni e comunicazioni.

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� Procedure per raggiungere un accordo su vari aspetti dell'assistenza di laboratorio per una gamma di agenti ad alto potenziale distruttivo.

� Per quanto concerne gli agenti biologici, ivi comprese le malattie infettive, l’ECDC sta creando un meccanismo di attivazione, delle linee di comunicazione e una struttura logistica, e offre alla Commissione il proprio sostegno nella redazione di accordi bilaterali e multilaterali, ove richiesto dagli Stati membri, al fine di rafforzare e supportare la formazione e le capacità di intervento in caso di un aumento del carico di lavoro nei laboratori.

� Piattaforme organizzate per la raccolta e lo scambio di informazioni � Un programma europeo che preveda una struttura per la rapida definizione di procedure a livello di UE per

l'assicurazione della qualità al fine di garantire un’elevata sensibilità e specificità degli strumenti diagnostici, che solitamente non sono disponibili in commercio.

� Un programma europeo che preveda una struttura per la costituzione rapida di squadre d’indagine nel caso di richieste di sostegno in loco, al fine di garantire un supporto epidemiologico nella raccolta, collazione e analisi dei dati durante un evento.

1.5 Campionamento ambientale

Risultati attesi

In ogni Stato membro saranno approntati piani nazionali e procedure per la raccolta di campioni ambientali. Tali piani conterranno misure di protezione per il pubblico e per il personale addetto alle indagini, una definizione degli attori e dei rispettivi ruoli, un elenco delle apparecchiature minime necessarie e i protocolli per l’invio e l’analisi di campioni ambientali nei laboratori.

Un gruppo di lavoro istituito dalla Commissione elaborerà raccomandazioni per gli Stati membri al fine di armonizzare le procedure e i protocolli per il campionamento ambientale. I campioni ambientali raccolti ai fini della determinazione degli agenti pericolosi dovrebbero essere adeguatamente imballati, etichettati, contrassegnati e inviati in conformità con i regolamenti nazionali e internazionali applicabili.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per il campionamento ambientale: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � Strategie di campionamento

� L’obiettivo della strategia di campionamento è definito per quanto concerne scopo, metodo di campionamento e numero di campioni

� Accesso alle informazioni pertinenti per quanto concerne gli edifici, le strutture tecniche e di gestione (per esempio, ventilatori, filtri, tubature, impianti di condizionamento, ecc.)

� Definizione dei limiti di rischio � Definizione delle aree geografiche di dispersione e degli oggetti in movimento nell’area da sottoporre

a campionamento � Definizione della percentuale di controlli negativi (bianchi di campo) nel numero complessivo di

campioni e delle modalità per l’ottenimento dei campioni. � Campionamento globale: i campioni globali possono aiutare gli investigatori a caratterizzare la presenza di

contaminazione nei materiali edili come rivestimenti, grumi di polvere nei filtri dell’aria, sedimenti di polvere (per esempio, sui falsi puntoni) e arredamento d’ufficio. Tuttavia, poiché l’estrazione per esempio di spore da campioni globali può creare problemi di esposizione per il personale dei laboratori, è necessario adottare precauzioni appropriate (per esempio, chiusura dei campioni in un doppio imballaggio) al fine di prevenire la diffusione secondaria delle spore dai campioni globali contaminati.

� Definizione dei limiti di rilevamento � Definizione delle procedure per la raccolta dei campioni globali

� Il campionamento delle superfici con panni o tamponi (i campioni di superficie sono raccolti strofinando o tamponando un mezzo assorbente inumidito su una superficie non porosa)

� Definizione dei mezzi compatibili con le procedure analitiche di laboratorio � Campioni di superficie raccolti tramite l’aspirazione con filtri per particolati ad alta efficienza (HEPA) (la raccolta

di campioni per aspirazione offre il vantaggio di coprire superfici non porose di ampie dimensioni o polverose e superfici porose come i rivestimenti, le tegole, i filtri dei sistemi di ventilazione e i rivestimenti in tessuto dei sedili)

� Definizione di metodi per superfici e materiali diversi � Campioni d’aria

� Definizione delle procedure per la raccolta di contaminanti diversi

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: definizione di standard comuni per un campionamento adeguato e, successivamente, elaborazione di procedure per la decontaminazione e il trasporto concordate tra autorità sanitarie e/o altre autorità competenti.

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1.6 Monitoraggio degli effetti indesiderati dell’azione di contrasto della minaccia sanitaria

Risultati attesi

L’esistenza di un quadro legale e di procedure permetterà la raccolta dei dati in tempo reale.

Le misure intraprese per contrastare la minaccia sanitaria riguarderanno settori diversi e, possibilmente, offriranno strategie di contenimento, la ricerca di contatti, l’isolamento dei casi, la decontaminazione oltre che l’intervento medico e un programma di vaccinazione. A seconda della natura delle varie misure, sarà necessario monitorare attentamente e puntualmente i possibili effetti negativi e gli eventi avversi, che dovranno essere valutati a livello nazionale ed europeo.

In base allo stato di allerta e ai medicinali, ai dispositivi e ad altri prodotti medici impiegati per contrastare la minaccia sanitaria, le istituzioni in grado di fornire informazioni sugli eventi avversi possono essere diverse nei vari Stati membri.

Sarà messo a punto un sistema per il monitoraggio degli effetti indesiderati, con una banca dati condivisa (dati in ingresso) e dati aggregati in uscita, definizioni (definizione dei casi, criteri di selezione, procedure per la vaccinazione, vaccini, elenco delle controindicazioni), variabili individuate e punti di contatto, raccomandazioni sul potenziale trattamento. Particolarmente importante è che il monitoraggio degli effetti indesiderati dei medicinali orfani usati al di fuori degli ambiti autorizzati (per esempio, gli antidoti) sia previsto dalla legislazione nazionale e in altri sistemi pertinenti come il meccanismo di farmacovigilanza.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per il monitoraggio degli eventi avversi: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � I piani nazionali comprendono la creazione o l’estensione di sistemi per il monitoraggio degli eventi avversi

Interoperabilità � Il monitoraggio degli eventi avversi nell’UE in seno all’ECDC (a eccezione degli eventi avversi di carattere

farmacologico, che sono di competenza dell'EMEA), in collaborazione con gli organismi nazionali competenti, è messo a punto di concerto con le autorità competenti degli Stati membri per gli agenti biologici, comprese le malattie infettive.

1.7 Registrazione, documentazione e gestione degli archivi

Risultati attesi

Nel corso di una qualsiasi crisi sanitaria (come un’epidemia, un’esposizione di massa, ecc.), le informazioni si susseguono con estrema rapidità e può essere estremamente difficile tener traccia delle risposte. Una volta superata la crisi, si potrebbero costituire commissioni incaricate della raccolta di informazioni fattuali, mentre nel corso dell’evento è necessario adottare prassi di documentazione adeguate. I piani dovrebbero descrivere gli interventi attuati per assicurare che le informazioni pertinenti (comprese le fonti) siano registrate e conservate al fine di poter essere valutate in un momento successivo all’emergenza, oltre che per il monitoraggio sanitario di lungo termine e per il follow-up degli operatori del soccorso e dei membri del pubblico colpiti.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la registrazione, documentazione e gestione degli archivi: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � Registrazione giornaliera e sistematica dei dati in entrata e delle risposte � Descrizione degli interventi di coordinamento a livello locale, nazionale e interregionale

Interoperabilità � Le persone di contatto per le attività di coordinamento sono note a livello nazionale ed europeo � Dopo ciascun evento, viene svolta una valutazione attiva dell’evento stesso � Si procede al coordinamento comunitario dei sistemi di registrazione esistenti e alla definizione del ruolo di

ciascuna agenzia.

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2. Comunicazione

La distribuzione di informazioni accurate e tempestive a tutti i livelli è fondamentale per ridurre al minimo i casi indesiderati e imprevisti di perturbazione sociale e le conseguenze economiche, oltre che per ottimizzare i risultati positivi della risposta. È possibile garantire una gestione delle informazioni così come descritta nel precedente capitolo soltanto se si avrà una trasmissione delle informazioni accurata e tempestiva in relazione ai seguenti compiti e sistemi di comunicazione: sistema e procedure di segnalazione, norme sulla trasmissione e la consultazione delle informazioni, comunicazione dei dati, comunicazione e gestione operativa tra parti interessate, comunicazione dei rischi/in caso di crisi agli organi di informazione e al pubblico.

Una comunicazione efficace costituisce un elemento fondamentale per la gestione delle emergenze. Oltre a

coinvolgere il pubblico affinché adotti un comportamento sicuro, la comunicazione proattiva può favorire la

segnalazione dei casi e sensibilizzare i soggetti in prima linea, ridurre la confusione e consentire l’uso

ottimale delle risorse. Tutto ciò è necessario per assicurare una risposta efficace. Una buona comunicazione

aiuta altresì a mantenere la fiducia del pubblico nelle autorità sanitarie nel corso di un evento, riducendo al

minimo potenziali disordini di carattere economico e sociale.

Nella comunicazione con gli organi di comunicazione e con il pubblico, devono essere applicati i principi di

una buona comunicazione dei rischi.

2.1 Sistemi e procedure di segnalazione

Risultati attesi

Chi riferisce che cosa a chi, lungo quale catena gerarchica? Un flusso chiaro di dati in ingresso, un flusso di informazioni e dati da trasferire e le responsabilità di ciascuno nella raccolta, analisi e segnalazione dei dati di sorveglianza e/o di controllo. I risultati probabili sono SOP (procedure operative standard), software e accordi.

Un meccanismo di coordinamento che preveda anche una strategia di comunicazione rappresenta un elemento cardine per un piano generale delle capacità di intervento.

Tale strumento dovrebbe integrare elementi utili per il rilevamento di eventi insoliti e di minacce sanitarie basati su:

fonti di informazioni gratuite (accesso a MedISys e ad altre fonti di informazioni analoghe) per la trasmissione di notifiche e allarmi rapidi (EWRS, RAS BICHAT, RAS CHEM, RASFF, RAPEX e altri pertinenti nel caso di una crisi sanitaria, come l’IHR).

una piattaforma web comune per la gestione delle crisi (HEDIS), dove le autorità sanitarie possano reperire relazioni sulla situazione e sulle attività, mappe riportanti la situazione e qualsiasi informazione pertinente che possa favorire il processo decisionale.

Tali strumenti devono essere disponibili 24 ore al giorno, per tutti i giorni della settimana e dell’anno (24/7/365).

Stati membri, Commissione e agenzie

A seconda della gravità della situazione, devono essere considerati tre diversi sistemi: � sistemi di allarme rapido e di notifica immediata � sistemi di allarme preventivo � sistemi di supporto alla gestione delle crisi

In ogni caso, tali sistemi devono essere affidabili, flessibili, sicuri e disponibili 24 ore su 24, senza interruzioni per tutti i giorni dell’anno. Ciò implica l’adesione ai seguenti principi: � individuazione delle autorità / strutture / dei servizi incaricati della segnalazione. Inclusione della componente

sanitaria negli altri sistemi e viceversa. � La definizione di procedure operative standard, compresi gli algoritmi pertinenti, in una fase precoce; tali procedure

devono essere attuate e rispettate da tutte le parti interessate, e devono indicare le modalità per la trasmissione delle notifiche e dei messaggi di allarme dalle autorità locali alle autorità nazionali e non solo (per esempio, a livello di UE e di OMS).

� I criteri per la notifica devono essere concordati tra le parti.

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� Può essere istituito un sistema di funzionari di sostegno. � L’esistenza di un canale di comunicazione bidirezionale (duplice) è un prerequisito indispensabile (onde evitare la

perdita di informazioni), posto sotto la responsabilità di autorità competenti e dotato di punti di contatto sempre disponibili (24 ore su 24, tutti i giorni). � Ruolo di ciascuno: l’autorità competente è un funzionario di alto livello presso un ministero o un’istituzione,

investito dell’autorità per adottare e attuare decisioni; il punto di contatto operativo tutti i giorni 24 ore su 24 trasmette tutte le notifiche all’autorità competente

� Applicare lo stesso principio ai servizi specializzati della Commissione che fungono da autorità competente e alla direzione per la sicurezza con sede a Bruxelles, che funge da punto di contatto sempre operativo.

� Uso delle tecnologie di comunicazione più avanzate che garantiscono rapidità degli scambi e riservatezza dei dati (cfr. l’allegato 1).

� Disponibilità di strutture di back-up. � Definizione delle tempistiche degli interventi, in base all’obiettivo e allo scopo della rete implicata. � Durante l’elaborazione del sistema è necessario considerare l’opportunità di ricorrere a strutture per la trasmissione

di informazioni estremamente sensibili. Ciò vale per le diverse tipologie di informazioni tra cui le informazioni non classificate sugli eventi (informazioni sensibili) o per le informazioni classificate (come RESTREINT UE, CONFIDENTIEL UE, SECRET UE o secondo le disposizioni della legislazione nazionale).

� Tutti i sistemi devono garantire la riservatezza, l’integrità, l’attendibilità, la disponibilità, la sostenibilità e l’affidabilità dei protocolli di comunicazione (certezza del ricevimento dei messaggi da parte dei destinatari).

� È necessario creare moduli di notifica adattati, in base alla complessità della risposta necessaria.

Interoperabilità

Le segnalazioni e le procedure a livello intracomunitario dovrebbero: � comunicare ai meccanismi comunitari di notifica e di allarme rapido l’autorità competente designata e il punto di

contatto sempre operativo � notificare agli Stati membri i punti di contatto responsabili dei sistemi di allarme in essere e designare la direzione

per la sicurezza (e/o il punto di ingresso centrale) a Bruxelles come punto di contatto operativo 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno

� vagliare il coinvolgimento di reti specializzate in materia di alimentazione, mangimi, questioni fitosanitarie, salute degli animali, protezione civile, sorveglianza chimica e radiologica, nonché di organismi di risposta, reti di polizia e altre reti specializzate, ecc. � Queste reti esistono già e assicurano il collegamento tra la Commissione e i ministeri pertinenti negli Stati

membri, oltre che le organizzazioni internazionali incaricate della protezione della salute (OMS1, Consiglio d’Europa, OCSE, AIEA, OPCW, FAO, UIE, GHSI2 ecc.).

2.2 Obblighi per la trasmissione delle informazioni e per la consultazione/informazione preventiva sulle contromisure

Risultati attesi

Esisterà nell’UE un quadro strutturato per la segnalazione immediata e per la consultazione nel campo delle minacce sanitarie, degli eventi e delle contromisure adottate dall’UE e di rilevanza internazionale.

La comunicazione sulle minacce sanitarie (preavvisi) tra autorità/strutture sanitarie avverrà senza indugio e sarà diretta alle autorità competenti, affinché possano attivare piani di intervento. Un’attenzione particolare va riservata al ruolo e al profilo dei cosiddetti “meccanismi IHR”.

Gli Stati membri riferiranno immediatamente agli altri Stati membri, in collegamento con la Commissione, l’evento e le contromisure adottate, per consentire a loro e all’UE di attivare immediatamente contromisure adeguate (per esempio, nel caso delle malattie trasmissibili) per contenere la diffusione verso altri paesi. Gli Stati membri adottano contromisure, ma se, per esempio, tali misure interessano i viaggiatori, gli altri Stati membri dovrebbero esserne preventivamente informati.

I servizi competenti della Commissione riceveranno la notifica delle contromisure da adottare e garantiranno il follow-up con le parti interessate negli Stati membri e con i servizi della Commissione e le loro strutture specializzate. Una procedura UE per l’informazione e la consultazione preventiva dovrà essere conforme al mandato giuridico delle istituzioni comunitarie e rispettare le restrizioni proprie del settore sanitario (salute

1 Particolare attenzione dev’essere prestata al ruolo e al profilo dei “punti focali IHR”, che sono stati individuati da tutti gli Stati membri come punto di contatto nazionale ai sensi del regolamento sanitario internazionale (2005) (IHR). 2 GHSI: Iniziativa per la sicurezza sanitaria globale.

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dell’uomo) oltre che del settore della salute degli animali e delle piante. Il quadro giuridico è importante perché le contromisure potrebbero danneggiare il funzionamento del mercato interno comunitario. Saranno concordate linee guida sui livelli e sull’intensità della minaccia, oltre che metodi e una terminologia comuni.

Stati membri, Commissione e agenzie � Accordo su e attuazione di:

� linee guida sui livelli e sulle proporzioni della minaccia, oltre che metodi e una terminologia comuni � un elenco delle contromisure (obbligatorie notificabili / da comunicare) � una procedura sulla comunicazione e la consultazione delle contromisure (attività in corso al riguardo:

decisioni della Commissione in materia di dichiarazione “di guardia” e contromisure) � se possibile, algoritmi per ciascuna situazione.

� Procedure per lo scambio di informazioni e la cooperazione tra servizi responsabili di: protezione della salute degli animali, prodotti alimentari, salute delle piante e dell’uomo. � La salute dell’uomo viene sistematicamente considerata nelle procedure pertinenti?

Interoperabilità

La trasmissione di informazioni e la consultazione a livello intracomunitario richiedono: � l’istituzione di un quadro giuridico mediante due decisioni della Commissione (proposta di decisione della

Commissione che istituisce una procedura e forme di collaborazione per la consultazione e l’informazione, e proposta di decisione della Commissione concernente una procedura per dichiarare rapidamente un allarme comunitario, che necessita di azioni concertate straordinarie e temporanee a livello comunitario nell’ambito della rete comunitaria per la sorveglianza epidemiologica e il controllo delle malattie trasmissibili).

� La definizione di accordi con i servizi competenti della Commissione per permettere l’adozione di decisioni su contromisure che potrebbero influenzare gli scambi commerciali, l’economia, la vita sociale ecc. (ARGUS e comitato di coordinamento di crisi (CCC)).

� I servizi competenti della Commissione ricevono la notifica delle contromisure da adottare e garantiscono il follow-up con le parti interessate negli Stati membri e con altri servizi della Commissione competenti.

� Inclusione dell’OMS e dell’IHR rivisto, se del caso.

2.3 Comunicazione e gestione dei dati

Risultati attesi

Un flusso chiaro di dati in ingresso, un flusso di informazioni e dati da trasferire e le responsabilità di ciascuno nella raccolta, analisi e segnalazione dei dati di sorveglianza e/o di controllo, dalla prima notifica fino alle strutture per la gestione della crisi sanitaria (cfr. il capitolo 4). I risultati probabili sono SOP, software e accordi. Se necessario, è possibile inserire la questione della sicurezza nel nucleo del sistema, accanto a linee multiple. Lo scopo è prevenire, contenere e ripristinare lo status quo dopo attacchi alla rete. Dev’essere avviata un’analisi dei rischi.

Saranno individuati i partner a livello locale, nazionale, UE e internazionale, con cui saranno condivisi i dati e le informazioni del caso.

La rapidità nella rilevazione ma anche la tempestiva condivisione dei preavvisi e delle informazioni è di fondamentale importanza. Oltre allo strumento e alle procedure di comunicazione è indispensabile garantire l’integrità delle informazioni oggetto di scambio, convalidarne i contenuti, autenticare il mittente e verificare la corretta ricezione del messaggio inviato. Moduli di notifica precostituiti potrebbero migliorare la rapidità della trasmissione e la chiarezza delle informazioni condivise. Il meccanismo dovrebbe prevedere una funzione di consultazione degli archivi oltre che attribuire alla Commissione il ruolo di moderatore.

Stati membri, Commissione e agenzie

Requisiti minimi che devono essere soddisfatti dagli strumenti e dalle procedure di comunicazione che mettono in collegamento i servizi negli Stati membri, presso la Commissione e le agenzie: � moduli di notifica precostituiti (per trasmettere rapidamente messaggi chiari) � creazione di canali di comunicazione sicuri per le informazioni sensibili o classificate � autenticazione del mittente � convalida dei contenuti � verifica della corretta ricezione dei messaggi inviati � misure di sicurezza per garantire la disponibilità dei servizi e dei dati, l’integrità dei dati, l’autenticazione dei nodi e

il mantenimento della sicurezza

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� Questi requisiti sono soddisfatti presso i servizi che si occupano delle quattro tipologie di minaccia (biologica, radiologica, nucleare e chimica)?

Interoperabilità

La comunicazione dei dati e la gestione delle minacce sanitarie richiederebbero un intervento a livello intercomunitario per lo meno per: � mantenere una piattaforma (HEDIS3) per definire e aggiornare periodicamente:

� standard per la raccolta di dati e risultati epistemiologici (attualmente in corso di sviluppo nell’ambito dei sistemi TESSy ed EPIS presso l’ECDC);

� la creazione di canali di comunicazione sicuri per le informazioni sensibili; � standard nella segnalazione elettronica dei dati e risultati di laboratorio raccolti; � standard per l’inoltro e la sicurezza dei dati; � lo sviluppo di descrizioni comuni di metadati; � l’integrazione di informazioni da fonti plurime, mantenendo i collegamenti tra entità, oggetti ed eventi; � la presentazione di informazioni strutturate, comprese le relazioni sulla situazione, le relazioni sulle attività e i

calendari per gli eventi imminenti, con procedure giornaliere fisse per il rinnovo delle azioni; � la gestione dell’accesso alla piattaforma per partner come le autorità sanitarie nazionali, le autorità nazionali

competenti, le agenzie europee, le direzioni della Commissione e i partner internazionali; � strutture di collegamento e di controllo presso le sedi di ciascun partner.

2.4 Comunicazioni tra parti interessate

Risultati attesi

Le procedure di comunicazione tra le parti interessate forniscono informazioni accurate e tempestive a tutti i livelli. La sanità pubblica rivestirà un ruolo cardine in qualità di principale fonte di informazioni.

Stati membri, Commissione e agenzie

Per una buona comunicazione tra tutte le parti interessate in caso di minaccia sanitaria sarà necessario creare un meccanismo per la divulgazione immediata e coerente delle informazioni: � tra organismi nazionali e autorità regionali, ossia tutte le informazioni disponibili, soprattutto le informazioni di

carattere sanitario, per tutti i servizi essenziali; � dal livello regionale al livello locale e alle singole strutture sanitarie, tra cui le strutture d’emergenza che possono

essere istituite nella Comunità per trasmettere tali informazioni.

Interoperabilità

Requisiti per una buona comunicazione a livello intracomunitario: � siti web specifici con accesso ristretto per gli operatori sanitari e altri gruppi (responsabili delle decisioni); � SOP per analizzare e informare le strutture e le autorità competenti al fine di garantire lo scambio di informazioni

tra Stati membri; � aggiornamenti periodici per tutte le parti interessate.

2.5 Comunicazione dei rischi / in caso di crisi con organi di informazione e gruppi del pubblico

Risultati attesi

Sebbene la comunicazione dei rischi e la comunicazione in caso di crisi rappresentino discipline estremamente diverse tra loro, spesso gli obiettivi sono simili. Quando si ha a che fare con un evento di rischio o di crisi, il fattore più importante nella comunicazione è garantire che informazioni tempestive, adeguate e accurate siano effettivamente inviate alle persone giuste.

La comunicazione dei rischi consiste nello scambio e nella divulgazione di informazioni adeguate sui rischi per consentire ai responsabili delle decisioni, alle parti interessate e al pubblico di adottare decisioni appropriate. Essa contribuisce a definire il rischio in maniera più sistematica, a valutare e a considerare i comportamenti delle parti interessate e le prospettive psicosociali nel processo decisionale e nelle comunicazioni, e a incoraggiare una pianificazione e trasmissione efficace delle comunicazioni.

3 HEDIS= Sistema di informazione sulle emergenze sanitarie e le malattie.

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I principi della comunicazione dei rischi possono essere applicati anche in maniera diversa o abbreviata alla comunicazione in caso di crisi e di emergenza. Come accade per la comunicazione dei rischi, la funzione di comunicazione in una crisi o in un’emergenza dovrebbe essere parte integrante della gestione dei rischi.

La comunicazione in caso di crisi prevede uno scambio di comunicazioni in una situazione che, in qualche modo, mette in discussione il senso di adeguatezza, le tradizioni, i valori, la sicurezza, la salute, l’incolumità o l’integrità del governo.

La comunicazione in caso di emergenza avviene ogniqualvolta vi sia l’impellenza di comunicare con un gruppo selezionato di persone a fronte di una situazione anomala che richiede un intervento tempestivo, oltre alle consuete procedure, per poter limitare danni, ferite o la morte di persone, beni o dell’ambiente. Frequentemente, le comunicazioni sono di carattere squisitamente operativo e hanno lo scopo di stimolare o di orientare un’azione immediata.

Più che mai la comunicazione è riconosciuta come indispensabile per consentire a organizzazioni e governi di gestire i rischi in maniera efficace. Per questo motivo la comunicazione deve giocare un ruolo fondamentale nelle diverse fasi della preparazione, prevenzione, risposta e ripristino dello status quo nel corso di un’emergenza o di una crisi sanitaria.

La natura del rischio è notevolmente cambiata. I settori della scienza e della tecnologia, entrambi in rapida evoluzione, creano nuovi rischi, accentuati dall’integrazione delle economie e delle comunicazioni a livello mondiale; a ciò si aggiunga il fatto che la popolazione si aspetta di essere esposta a minori rischi e di poter avere un controllo maggiore sulla loro esposizione ai rischi.

I problemi che emergono a fronte di rischi per la salute pubblica, come l’influenza pandemica e gli eventi di natura chimica, biologica e radionucleare, esercitano enormi pressioni sulle risorse. La gestione efficace di questi eventi dipende in larga misura da un pubblico informato, partecipe e collaborativo. Favorendo il dialogo e lo scambio di informazioni essenziali tra parti interessate e autorità, la comunicazione dei rischi promuove la trasparenza e rafforza la fiducia, la credibilità delle autorità e il rispetto reciproco.

È importante coinvolgere gli organi di informazione fin dal principio nella pianificazione delle capacità di intervento. Gli organi di informazione, purché si abbia un rapporto ben consolidato, possono fornire un’assistenza professionale significativa durante la fase di risposta. Il loro contributo è indispensabile per:

• informare i cittadini rapidamente in un linguaggio semplice • aiutare i cittadini a ridurre i rischi • mobilitare la società • spiegare e rafforzare il sostegno a misure di controllo impopolari • rappresentare la voce dei comuni cittadini • fornire prospettiva e contesto.

Stati membri, Commissione e agenzie

Perché la comunicazione dei rischi o la comunicazione in caso di crisi sia efficace deve essere creata una solida squadra di responsabili della comunicazione, con risorse umane adeguate in termini sia numerici sia di capacità (conoscenza multidisciplinare, ventaglio di competenze e formazione necessaria). Durante una crisi deve essere possibile rafforzare queste squadre rapidamente riorganizzando il personale interno o tramite un aiuto reciproco tra servizi o agenzie e istituzioni.

Tutti i piani devono prevedere una strategia di comunicazione, che deve includere:

Fase preventiva � Individuazione di un polo per la stampa e allestimento delle apparecchiature e degli impianti � Individuazione dei locali in cui saranno ospitati gli addetti alla comunicazione e allestimento delle

apparecchiature e degli impianti � Creazione e mantenimento di reti di comunicazione � Individuazione del personale chiave addetto alla comunicazione e assegnamento dei ruoli oltre che delle riserve

[portavoce per le questioni di salute pubblica durante un’emergenza nei confronti di un pubblico variegato, con modalità diverse (portavoce in rappresentanza di etnie diverse, portavoce dei giornalisti, relatori negli incontri a livello comunitario, ecc.)]

� Sviluppo di un valido sistema interno di informazione e collegamento

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� Definizione del ruolo di comunicatore in una situazione di gestione di una crisi (per esempio, strettamente legato alla squadra responsabile della gestione dell’emergenza, depositario della credibilità e della fiducia organizzative, capace di pianificare strategie di comunicazione, rappresentante del pubblico nelle riunioni della dirigenza di alto livello)

� Approvazione delle linee guida per la comunicazione elaborate dall’OMS (fiducia, preavviso, trasparenza) e disponibilità ad agire conformemente alle stesse

� Creazione di un elenco di messaggi chiave e indicazione delle modalità d’impiego nel corso di una crisi � Progetti di comunicati stampa e dichiarazioni stampa (relativi a messaggi chiave) � Redazione di FAQ (relative a messaggi chiave) � Preparazione di materiale pubblicitario da utilizzare durante una crisi � Creazione di informazioni web che possano essere divulgate immediatamente, se del caso � Scelta del tipo di informazioni da raccogliere; raccolta e collazione delle informazioni � Valutazione e comprensione delle parti interessate e dei timori del pubblico � Selezione delle informazioni oggetto della comunicazione; individuazione dei destinatari, preparazione dei

messaggi e loro convalida � Creazione di un elenco dei principali organi di informazione (media specialistici e generalistici) � Miglioramento delle relazioni con gli organi di informazione [creare contatti con il personale chiave,

comprendere il loro modo di lavorare, fornire loro istruzioni sul loro ruolo e stabilire in che modo possano collaborare].

Per poter integrare tutte le attività delle parti interessate è fondamentale che vi siano procedure e protocolli a tutti i livelli di gestione della crisi (locale, regionale, nazionale e internazionale, transgovernativo e transettoriale).

Le simulazioni e la formazione devono essere considerati parte integrante del processo di pianificazione delle emergenze. Prima di pianificare una simulazione è importante che i membri adeguati del personale siano formati per poter svolgere adeguatamente il proprio ruolo. La formazione destinata alle figure chiave responsabili della comunicazione e ai loro sostituti potrebbe comprendere:

� Redazione di testi (per esempio, preparazione di istruzioni, redazione di comunicati stampa, dichiarazioni ecc.) � Redazione di testi per siti web � Valutazione della copertura mediatica � Uso efficace di Internet � Uso di social network per la comunicazione � Esistenza di procedure e protocolli

Durante l’evento

Il responsabile delle relazioni con i media coordina anche le informazioni destinate al pubblico e risponde direttamente al controllore o al responsabile delle operazioni di emergenza. Il coordinatore delle informazioni è tenuto a:

� mantenere linee di autorità e responsabilità per la squadra addetta all’informazione pubblica; � interpellare il direttore delle agenzie, il servizio di comando del Centro per le situazioni di emergenza (EOC) e

le sedi gerarchicamente superiori per raccogliere informazioni aggiornate e suggerimenti sulle informazioni destinate alla pubblicazione, sulle politiche relative all’incidente, sugli sviluppi scientifici e sulla situazione;

� redigere un calendario per la divulgazione delle informazioni di emergenza, compresi i messaggi pubblicitari per le procedure di allarme d’emergenza (su radio e televisione) e i simboli;

� presentare messaggi sotto forma di pacchetto mediatico tra cui articoli, informazioni generali e messaggi, con registrazioni audio e/o video, se possibile e appropriato;

� consultare le autorità responsabili della gestione dell’emergenza per individuare le problematiche principali e le priorità, e predisporre un profilo del pubblico bersaglio;

� predisporre un calendario di lavoro e di soccorso per la squadra responsabile dell’informazione al pubblico, in modo da garantire il funzionamento ininterrotto del servizio (2–3 turni di lavoro al giorno) per almeno più giorni consecutivi.

Nell’attività di informazione ai media sono anche compresi il controllo dei mezzi di informazione e l’assicurazione della capacità di reazione. Questa attività comprende:

� smistamento delle richieste e delle domande dei media � risposta alle richieste dei media (per esempio, conferenze stampa giornaliere, aggiornamenti dei siti web) � produzione di avvisi per i media, comunicati stampa, schede informative, b-roll � monitoraggio dei mezzi d’informazione attraverso un’analisi ambientale e dell’andamento (per esempio,

servizio CLIP, monitoraggio della copertura delle notizie attuali, MedISys e altre fonti di informazione

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analoghe) per stabilire quali messaggi sono necessari, quali informazioni non corrette devono essere rettificate, per individuare i timori degli organi d’informazione e il loro interesse durante la crisi

� valutazione della capacità telefonica disponibile per sondare il bisogno di linee aggiuntive in caso di emergenza � risposta al pubblico che chiede informazioni direttamente all’agenzia al telefono (per esempio, sulla linea di

soccorso), per iscritto o tramite posta elettronica � tempestività e accuratezza delle informazioni pubbliche sui siti Internet � pubblicazione di recapiti dell’agenzia � monitoraggio del pubblico tramite un’analisi ambientale e dell’andamento per stabilire quale tipo di messaggi

sono necessari, quali informazioni non corrette devono essere rettificate, per individuare i timori degli organi d’informazione e il loro interesse durante la crisi

� pronta disponibilità dei servizi di traduzione � siti web da attivare (domande e risposte, analisi della situazione, notifiche, mappe).

Fase successiva all’emergenza

Il piano di comunicazione deve prevedere anche la possibilità di informare in merito ai vari aspetti dell’evento, nonché di analizzarli, e di fare tesoro degli insegnamenti appresi per ottimizzare il piano di comunicazione d’emergenza.

Per esempio, sarà necessario: � capire ciò che ha funzionato e quali piccoli interventi hanno fatto veramente la differenza o avrebbero potuto

farla se fossero stati attivati; � capire se il piano di comunicazione ha funzionato bene; � valutare la copertura delle notizie e il suo impatto.

Interoperabilità

Con il passare del tempo è emerso un vasto consenso sulla necessità che l’Unione europea e i suoi Stati membri, qualora dovessero fronteggiare una grave minaccia sanitaria, puntino ad adottare un approccio coordinato sugli aspetti critici della comunicazione. È pertanto indispensabile istituire una rete di comunicatori per la sicurezza sanitaria che metta in comunicazione le autorità nazionali per la gestione dei rischi, le agenzie europee competenti e la Commissione europea. I membri della rete condividono esperienze e migliori prassi sulla comunicazione dei rischi e delle minacce sanitarie in caso di crisi, e si comunicano le misure adottate dai gestori della crisi, le raccomandazioni in materia di salute e gli interventi di gestione dei rischi.

La Commissione gestisce questa rete e ne supporta le attività, che consistono nel: � gestire gli aspetti comuni concernenti le capacità di intervento, anche nei seguenti ambiti:

CBRN, influenza pandemica e altre importanti epidemie di malattie infettive; � comunicare le misure adottate dai gestori della crisi, le raccomandazioni riguardanti la salute e

gli interventi di gestione dei rischi; � preparare i contributi destinati alla pubblicazione online durante un evento; scambiare e, se

possibile, armonizzare i messaggi adatti alla pubblicazione durante l’evento; � intrecciare forti collegamenti tra i membri della rete e consolidare la fiducia tra partner; � fornire esperti in comunicazione in caso di crisi e linee guida per i responsabili delle decisioni e

per gli organi decisori, per esempio su come presentare le misure sanitarie al pubblico; � contribuire a definire una strategia di comunicazione generale per la gestione delle minacce

sanitarie individuate dal Comitato per la sicurezza sanitaria, dalla Commissione e dall’ECDC oltre che da altre agenzie europee;

� discutere preventivamente i messaggi tra partner nel corso di una crisi sanitaria, tramite la piattaforma della Commissione dedicata (HEDIS);

� monitorare le reazioni dei media durante una crisi e riferire alla rete; � garantire la coerenza con le agenzie di valutazione dei rischi e con le loro attività di

comunicazione correlate.

I compiti previsti comprendono: � definizione di procedure per lo scambio (quando procedere allo scambio di informazioni e quali informazioni

trasmettere);

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� sviluppo di protocolli per la cooperazione (analisi comune dell’evento, comprensione del linguaggio utilizzato, adozione di una linea concordata, accordo sulla tempestività di un’azione) e il coordinamento (lavoro di squadra);

� condivisione delle strategie di comunicazione, dei comunicati stampa, delle istruzioni e dei timori del pubblico nei rispettivi paesi;

� creazione e manutenzione di elenchi di contatti; � individuazione di strumenti di comunicazione tra partner (e-mail, piattaforme web, conferenze audio e video,

ecc.) � coerenza dell’approccio nei confronti degli organi di informazione tra Stati membri; � traduzione delle Domande/Risposte pubblicate in Internet; � confronto dei contenuti dei siti Internet e dei quotidiani in tutti gli Stati membri; � definizione di standard comuni; � condivisione degli insegnamenti appresi negli Stati membri.

2.6 Intervento politico

Risultati attesi

La comunicazione è necessaria per fornire informazioni accurate e tempestive, a partire dagli attori principali fino alle autorità politiche. Le autorità politiche saranno messe a conoscenza del piano e dovranno richiedere informazioni sugli eventi tramite i canali indicati prima di adottare decisioni o di rispondere alle questioni politiche correlate all’evento.

Stati membri, Commissione e agenzie

Ciascun piano deve perlomeno garantire che la gerarchia politica: � sia informata e regolarmente aggiornata sul piano o sui piani adottati, sul ruolo e le competenze dei vari attori e sui

punti di contatto � abbia individuato i principali membri della sua squadra di risposta all’emergenza � comprenda i sistemi esistenti e le procedure per la gestione degli eventi critici � per adottare le decisioni del caso utilizzi i canali che forniscono informazioni puntuali e accurate

Un intervento politico a livello intracomunitario prevede che: � il Consiglio e la Commissione ricevano informazioni tempestive delle decisioni di rilievo a livello comunitario; � se del caso, siano accelerate le riunioni del Consiglio per l’adozione di decisioni di rilievo a livello comunitario.

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3. Consulenza scientifica/basata su dati di fatto

In questo contesto, una consulenza scientifica o basata su dati di fatto rappresenta il processo di integrazione delle informazioni attraverso una consultazione rapida e, al tempo stesso, il meccanismo per l’individuazione delle vulnerabilità esistenti e di possibili soluzioni attraverso la valutazione dei rischi, compreso il supporto per determinare azioni e contromisure appropriate e per stabilire le risorse necessarie e le modalità per avviare l’azione.

3.1 Consultazione rapida (esperti, organi esperti) per la consulenza

Risultati attesi

Sarà messo a punto un sistema per fornire pareri di esperti negli Stati membri e a livello di Unione europea. Il sistema sarà messo a disposizione dei ministeri e di altri organi competenti negli Stati membri per garantire la presenza di un gruppo di esperti nazionali designati, per potenziare l’assistenza reciproca tra Stati membri e per favorire una risposta comune dell’UE alle crisi sanitarie. Saranno definiti i criteri per una consultazione ad hoc delle reti (remota o personale) e saranno predisposte le attrezzature per le videoconferenze. Tuttavia, al momento di redigere gli elenchi di esperti sarà necessario stabilire se tali esperti saranno nominati dagli Stati membri o dall’UE. Inoltre, si dovrà fare in modo di non sovraccaricare gli esperti nel caso in cui questi siano designati come figure di riferimento per i governi nazionali e per l’UE (nonché forse per l’OMS ecc.).

In base alle procedure esistenti saranno nominati esperti, saranno attivati i comitati già previsti (per esempio il Comitato per la sicurezza sanitaria, i punti di contatto EWRS) e saranno creati potenziali nuovi comitati scientifici.

Dovranno inoltre essere definite procedure per far fronte ad altri tipi di minacce come le minacce chimiche e radiologiche.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la consultazione rapida in caso di incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � Sono disponibili elenchi di singoli esperti? � Sono disponibili elenchi di punti di contatto? � Esistono procedure d’urgenza per la consultazione rapida degli esperti? � Tali procedure prevedono:

� esperti del settore sanitario con specializzazioni diverse (come valutazione delle minacce e dei rischi, capacità di intervento e di risposta)?

� esperti in tossicologia? � esperti specializzati nel settore specifico delle tossine? � esperti specializzati nel settore specifico della gestione degli effetti delle radiazioni sulla salute?

� Esistono collegamenti operativi che permettono la consultazione di esperti in epidemiologia, laboratori, salute animale, salute delle piante ed esperti in sicurezza alimentare?

Interoperabilità

Collegamenti operativi per lo scambio o la consultazione di esperti a livello intracomunitario, che richiedono: � disposizioni per la consultazione di singoli esperti per ciascuna tipologia di evento

� Elenchi (directory, registro, inventario) di esperti nazionali/punti di contatto disponibili nel caso si verifichino un evento CBRN (chimico, biologico, radio-nucleare), un disastro naturale (per esempio in seguito ai cambiamenti climatici) o effetti di disturbo alle infrastrutture

� Punti di contatto a livello comunitario per accedere a esperti o a elenchi pertinenti � Definizione del ruolo delle agenzie dell’UE (per esempio, l’ECDC) come punti di riferimento per l’individuazione

di esperti del settore sanitario e loro ruolo nella gestione/aggiornamento dell’elenco di esperti sanitari � Collegamenti operativi con e tra le strutture dell’UE che raccolgono al proprio interno organi esperti in settori affini

come la salute animale, la salute delle piante, l’alimentazione, la protezione civile, le questioni radiologiche � Collegamenti operativi con e tra esperti scientifici disponibili presso l’ECDC e i comitati scientifici nel settore della

sicurezza dei consumatori, della sanità pubblica e dell’ambiente (decisione 2004/210/CE), come il Comitato scientifico sui rischi sanitari emergenti e recentemente identificati (CSRSERI)

� Procedure urgenti per convocare rapidamente le strutture di cui alla decisione n. 2119/98 come la componente incaricata della vigilanza ESCON o per istituire gruppi di esperti nominati (ex gruppo di lavoro per la SARS)

� Collegamenti operativi con l’OMS, il Gruppo d’azione sulla sicurezza sanitaria mondiale (GHSAG) e altre organizzazioni internazionali competenti.

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3.2 Valutazione quantitativa — Modellamento

Tutti gli aspetti trattati in questa sezione si possono applicare, in linea di principio, a tutte le malattie infettive, agli eventi correlati ai cambiamenti climatici o agli eventi di natura biologica, chimica e radionucleare.

Negli ultimi anni sono stati usati modelli matematici per analizzare la diffusione e il controllo delle malattie infettive che rappresentano una minaccia sanitaria e per fornire una consulenza ai responsabili delle decisioni nel settore della capacità di intervento a livello sanitario, della valutazione dei rischi e della gestione delle crisi. I modelli matematici possono inoltre fornire una valutazione quantitativa di un’epidemia e possono essere utilizzati per prevedere l’efficacia delle misure di controllo proposte. Il modellamento degli agenti infettivi si sta rapidamente trasformando in uno strumento estremamente importante per i responsabili delle decisioni in ambito sanitario e, a fronte della limitata esperienza in questo settore, il valore aggiunto offerto dall’UE di un approccio coordinato al riguardo risulta alquanto prezioso.

L’uso combinato del telerilevamento, dei sistemi di informazione geografica (GIS), delle tecniche di statistica spaziale e dei modelli matematici può essere di aiuto (a) per perfezionare i modelli di distribuzione delle specie vettore, (b) per individuare le aree che sono principalmente a rischio di invasione da parte dei nuovi vettori, (c) per individuare i vettori che pongono la più grave minaccia in una determinata area e (d) per modellare le modalità con cui vettori, parassiti e ospite umano interagiscono in maniera dinamica in condizioni di estrema variabilità climatica o di cambiamento climatico.

Il modellamento della dispersione degli agenti chimici è più altamente sviluppato rispetto al modellamento della dispersione degli agenti infettivi. Il modellamento della dispersione di una nube chimica dopo un incidente chimico (accidentale o deliberato) è stato considerato uno strumento prezioso per i gestori del rischio della protezione civile, poiché la stima dell’esposizione della popolazione colpita è di importanza primaria per poter mettere a punto interventi di risposta adeguati (per esempio, un’evacuazione). Il modellamento delle zone di rischio è attualmente uno dei requisiti dei piani di sicurezza per gli impianti chimici ai sensi della direttiva Seveso (2003/105/CE).

Il modellamento della dispersione delle radiazioni è stato sviluppato nel settore della radioprotezione e alcune attività sono già state condotte presso la Commissione, dove il Centro comune di ricerca ha fornito il know-how tecnico e scientifico, in collaborazione con le attività delle DG TREN, DG RELEX e DG JLS.

In questi ambiti è pertanto necessario rafforzare le capacità e l’esperienza in modo da consentire alla Comunità di far fronte efficacemente alle conseguenze sanitarie e agli effetti sull’uomo dell’esposizione ad agenti nocivi.

Devono essere messi a disposizione strumenti affidabili per il modellamento, l’interpretazione dei risultati e il loro utilizzo nell’ottimizzazione delle azioni di risposta. Il modellamento deve interessare due diversi ambiti: 1) il modellamento della dispersione dell’agente nocivo nell’ambiente, e 2) il modellamento dell’esposizione della popolazione all’agente nocivo.

Risultati attesi

Potenziare le capacità nel settore del modellamento e quindi nella valutazione quantitativa delle minacce sanitarie emergenti in Europa, tra cui le malattie infettive, i disastri dovuti ai cambiamenti climatici, gli eventi biologici, chimici e radionucleari.

Creare una rete europea sul modellamento matematico (European NEtwork on mathematical MOdelling, NEMO) per raggruppare le capacità di modellamento in campo epidemiologico in Europa, ed estendere i vantaggi degli strumenti di modellamento agli Stati membri che non possiedono tali capacità o che le possiedono soltanto in misura minima. La rete NEMO può servire come gruppo di consulenti esperti nella gestione delle crisi per le autorità responsabili delle decisioni in ambito sanitario a livello nazionale ed europeo. Una stretta collaborazione tra Stati membri, la DG SANCO, l’ECDC, l’EFSA e il Centro comune di ricerca è indispensabile per creare l’infrastruttura necessaria per il funzionamento di una rete di modellamento operativa a livello europeo. La rete fungerà da piattaforma per tutte le minacce sanitarie summenzionate, le malattie infettive, i disastri dovuti ai cambiamenti climatici, gli eventi di natura biologica, chimica e radionucleare; la sua composizione varierà a seconda dell’argomento trattato.

Quanto alle minacce chimiche è richiesta una stretta collaborazione tra le varie autorità negli Stati membri, presso i centri di risposta nazionali (per esempio, l’EAPCCT – Associazione europea dei centri antiveleni e

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dei tossicologi clinici, le istituzioni sanitarie nazionali), la DG SANCO e il Centro comune di ricerca al fine di creare i modelli e le procedure di comunicazione adeguati per una rete operativa a livello europeo.

Il modellamento dell’esposizione di una popolazione ad agenti nocivi è fondamentale per fornire alle autorità e agli operatori del pronto intervento previsioni affidabili circa il numero di vittime e la gravità degli effetti per la salute. Queste informazioni inoltre possono incidere sulla sicurezza delle squadre di pronto intervento.

Migliorare la valutazione quantitativa della dispersione degli agenti nocivi e fornire stime affidabili del loro impatto sulla popolazione esposta. I modelli di dispersione tuttavia non possono sostituire le misurazioni della contaminazione che si effettuano in loco con adeguati strumenti analitici dopo un incidente.

Anche riguardo alle minacce radiologiche sarebbe necessaria una stretta collaborazione tra le varie autorità negli Stati membri, i comitati scientifici per gli effetti delle radiazioni atomiche nazionali, la DG SANCO, le agenzie dell’UE e il Centro comune di ricerca, allo scopo di creare modelli e procedure di comunicazione adeguati per una rete operativa a livello europeo.

Il risultato generale sarebbe un’aumentata disponibilità di strumenti di modellamento affidabili e convalidati, appositamente creati per rispondere alle esigenze delle autorità responsabili delle decisioni in ambito sanitario a livello nazionale ed europeo.

Stati membri

Lista di controllo per il modellamento in caso di incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � Il modellamento (malattie infettive, disastri dovuti ai cambiamenti climatici, eventi di natura chimica e

radionucleare) è previsto nella pianificazione a livello nazionale � Individuazione della capacità esistente nel campo del modellamento delle minacce sanitarie a livello nazionale

(negli organi di gestione dei rischi e delle crisi, presso le istituzioni accademiche e altri istituti di ricerca) � Determinazione del livello di esperienza nel settore della valutazione quantitativa a livello nazionale � Attuazione di modelli e metodi esistenti per la valutazione quantitativa delle minacce sanitarie emergenti (e

creazione di modelli e metodi nuovi) � Individuazione delle possibilità di formazione nel settore del modellamento matematico e della valutazione

quantitativa in generale � Individuazione di adeguati insiemi di dati per il funzionamento dei modelli esistenti e di potenziali nuovi modelli.

Ciò può comportare una ricerca e una collaborazione sostanziali tra i vari settori a livello nazionale � Approntamento di sistemi per l’ottenimento e la condivisione di dati, prima e durante le epidemie � Strutture per la comunicazione dei risultati e la condivisione di conoscenze e metodi con le autorità sanitarie di altri

Stati membri � Livello soddisfacente di esperienza nel settore della valutazione quantitativa � Affidabilità e applicabilità degli strumenti esistenti per far fronte alle minacce poste dagli agenti nocivi in questione

alle condizioni del caso (per esempio, spazi aperti, aree urbane, spazi confinati quali stazioni della metropolitana, stadi ecc.)

� Rafforzamento delle capacità per la convalida del modellamento in tempo quasi reale a supporto delle azioni di risposta e del modellamento della dispersione in mezzi diversi (per esempio, contaminazione delle acque)

� Livello soddisfacente di esperienza nel settore della valutazione quantitativa.

Agenzie � Sistema per l’acquisizione di dati e una possibile vigilanza su tutto il territorio europeo. Individuazione di adeguati

insiemi di dati da utilizzare a livello di UE � Approntamento di un sistema per l’ottenimento e la condivisione di dati, prima e durante le epidemie/emergenze � Disponibilità di dati adeguati per gli approcci di modellamento e un’ulteriore valutazione quantitativa � Aumento della capacità di consulenza scientifica e interpretazione del modellamento � Valutazione dei rischi qualitativa � Consulenza sulle vie di esposizione agli agenti nocivi e sulle dosi previste/stimate per i diversi gruppi della

popolazione al fine di avviare azioni di tutela sanitaria � Incremento del numero di esperti in materia di consulenza scientifica e miglioramento della comprensione degli

effetti sanitari di un’esposizione ad agenti nocivi

Commissione

Lista di controllo per la gestione di incidenti con conseguenze per la salute pubblica:

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� Il modellamento (malattie infettive, disastri dovuti ai cambiamenti climatici, eventi di natura chimica e radionucleare) è previsto nella pianificazione

� Creazione e coordinamento di una rete europea per modellare la dinamica della trasmissione e il controllo di potenziali gravi minacce sanitarie in rapida evoluzione (SANCO-Centro comune di ricerca)

� Individuazione della capacità di modellare le minacce sanitarie (dovute a malattie infettive, conseguenze dei cambiamenti climatici, eventi di natura chimica e radionucleare) nell’UE-27, soprattutto in seno agli organi di gestione dei rischi e delle minacce sanitarie in situazioni di crisi negli Stati membri, e selezione degli istituti sanitari nazionali competenti

� Organizzazione di riunioni per presentare e discutere i nuovi sviluppi nel settore (1-2 workshop all’anno) � Creazione di collegamenti tra Stati membri per lo scambio di dati e di know-how sul modellamento � Attuazione di modelli e metodi esistenti per la valutazione quantitativa delle minacce sanitarie emergenti (e

creazione di modelli e metodi nuovi) � Individuazione delle possibilità di formazione nel settore del modellamento matematico e della valutazione

quantitativa in generale per scienziati degli Stati membri attualmente privi di capacità � Incremento dell’esperienza e della capacità di modellamento e di valutazione quantitativa di tipo epidemiologico in

seno alla Commissione (Centro comune di ricerca, DG SANCO) � Definizione di livelli di esposizione acuta per la protezione della popolazione (compresi i gruppi ad alto rischio

come i lattanti, gli anziani, le donne gravide) e degli operatori del pronto intervento � Definizione di un elenco concordato di agenti prioritari e analisi dei risultati dei progetti dell’UE � Rafforzamento delle capacità per la convalida del modellamento in tempo quasi reale a supporto delle azioni di

risposta e del modellamento della dispersione in mezzi diversi (per esempio, contaminazione delle acque) � Affidabilità e applicabilità degli strumenti esistenti per far fronte alle minacce poste da agenti chimici alle

condizioni/agli scenari del caso (per esempio, spazi aperti, aree urbane, spazi confinati quali stazioni della metropolitana, stadi ecc.) Collegamento con i risultati di eventuali progetti dell’UE

� Rafforzamento delle capacità per la convalida del modellamento in tempo quasi reale a supporto delle azioni di risposta e del modellamento della dispersione in mezzi diversi (per esempio, contaminazione delle acque)

Interoperabilità

Collegamenti operativi per una capacità di modellamento di previsione a livello intracomunitario, che richiedono: � una piattaforma per la valutazione quantitativa dell’esperienza di modellamento a livello comunitario sotto forma di

rete di esperti; � la definizione del ruolo delle agenzie dell’UE come punto di contatto per la vigilanza, l’esperienza in campo

sanitario e la valutazione qualitativa dei rischi a livello europeo; la fornitura di dati adeguati per le ipotesi di modellamento;

� la definizione del ruolo del Centro comune di ricerca in qualità di punto di contatto per la valutazione quantitativa dei rischi, per la consulenza scientifica soprattutto in materia di modellamento e per il coordinamento della rete di esperti a livello europeo;

� il flusso intracomunitario di risultati verso la DG SANCO, che è responsabile della gestione dei rischi a livello europeo;

� l’elaborazione di un formato comune per lo scambio di informazioni (compresi i dati in entrata, i dati in uscita e i presupposti di base) tra modelli, utenti e autorità;

� definizioni armonizzate; � l’elaborazione di un formato comune per modelli, utenti e autorità per lo scambio di informazioni (compresi i dati in

entrata, i dati in uscita e i presupposti di base).

3.3 Valutazione della vulnerabilità

Risultati attesi

I piani nazionali comprenderanno la capacità di valutare la vulnerabilità delle strutture e dei sistemi nazionali in base ai criteri comuni preconcordati a livello comunitario. Sarà introdotto un meccanismo comunitario per approvare la valutazione.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la valutazione della vulnerabilità in caso di incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � Gli Stati membri designano i propri esperti e partecipano a un sistema di consultazione e impiego di tali risorse. Gli

Stati membri sviluppano processi di valutazione della vulnerabilità che tengono conto delle diverse variabili, tra cui le questioni di sicurezza

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� Ogni Stato membro ha inserito all’interno del proprio piano nazionale la capacità di valutare la vulnerabilità delle proprie strutture e dei propri sistemi nazionali. Ciascuna valutazione nazionale è reciprocamente accettata a livello comunitario in base a criteri comuni preconcordati di valutazione della vulnerabilità

� Infrastrutture critiche come approvvigionamento dell’acqua, distribuzione di generi alimentari e minaccia di patogeni aerosolizzabili

� I piani nazionali contengono, all’interno della valutazione della vulnerabilità, dati sugli impianti chimici (produzione e immagazzinamento, per esempio impianti Seveso o punti di contatto nazionali OPCW) tramite una collaborazione intersettoriale con le autorità competenti

� Valutazione della vulnerabilità delle infrastrutture critiche individuate � Insieme di requisiti minimi standard per la valutazione della vulnerabilità � Processo di valutazione della vulnerabilità � Sistema di accreditamento � Intercollegamento tra e collaborazione con le strutture, le autorità e altre strutture e servizi del settore sanitario

Interoperabilità

Collegamenti operativi per una capacità intracomunitaria nel settore della valutazione della vulnerabilità, che richiedono: � pareri scientifici del comitato scientifico costituito ai sensi della decisione n. 2004/210/CE e dell’ECDC al fine di

proporre infrastrutture essenziali e un insieme di standard minimi per la valutazione della vulnerabilità per gli Stati membri.

� Ciascuna valutazione nazionale è reciprocamente accettata a livello comunitario in base a criteri comuni preconcordati di valutazione della vulnerabilità. Esiste un meccanismo comunitario per approvare la valutazione.

� Collaborazione con la DG ENV per sorvegliare l’applicazione delle direttive Seveso e con il Centro comune di ricerca per quanto concerne la sorveglianza sugli incidenti chimici. Scambio delle informazioni necessarie (mappe, lezioni apprese da precedenti eventi ecc.).

� Collaborazione e inclusione della proposta nell’ambito della Strategia sugli aspetti interni della lotta contro il terrorismo del Consiglio/della Commissione in materia di infrastrutture critiche, guidata dalla DG JLS (Programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche, EPCIP) (comunicazione sulla protezione delle infrastrutture critiche nella lotta contro il terrorismo).

� Inclusione del processo di valutazione della vulnerabilità e del meccanismo di accreditamento nella legislazione pertinente.

3.4 Valutazione dei rischi e possibili contromisure (principi di controllo)

Risultati attesi

A livello di UE saranno attivati un meccanismo e un processo decisionale per dichiarare un allarme comunitario e selezionare la migliore alternativa per rispondere a una potenziale minaccia. Il sistema consentirà una circolazione rapida delle informazioni tra gli Stati membri e la Commissione. Potrà essere usato nei primissimi giorni di un’emergenza per collegarsi alle strutture operative di emergenza, per le teleconferenze e per la consultazione rapida tra Stati membri e Commissione. Una mailbox o un sito Internet dedicati e protetti consentiranno di gestire la condivisione delle informazioni nel corso dell’evento. Le (contro)misure sanitarie per il controllo delle malattie saranno inevitabilmente diverse nei vari paesi, a seconda delle infrastrutture sanitarie e della natura dell’evento (biologico, chimico, ambientale, collegato a una catastrofe naturale o a una situazione complessa, ecc.). Potrebbero comprendere l’individuazione e la quarantena dei contatti; misure per accrescere la distanza sociale; misure per ridurre l’intervallo tra la comparsa dei sintomi e l’isolamento dei soggetti malati; la disinfestazione; restrizioni agli spostamenti; il monitoraggio delle entrate e delle uscite da un territorio; il controllo dei vettori ecc.

Saranno necessarie prove scientifiche ed epidemiologiche, oltre che considerazioni di carattere sociale, economico e logistico, per sostenere l’attuazione delle misure sanitarie. In questa fase della gestione dei rischi, i gruppi di tecnici e di decisori si incontreranno per individuare le soluzioni di gestione disponibili, confrontare e soppesare i vari rischi per la salute con i fattori economici, politici e sociali. Essi potranno avvalersi di criteri decisionali quali studi sul rapporto costi/benefici, analisi dell’efficacia dei costi, analisi del rapporto rischi/benefici o analisi comparativa dei rischi.

Saranno elaborate informazioni, linee guida e prove scientifiche su misure di controllo generiche e specifiche da prendere in considerazione nelle emergenze sanitarie.

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Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la valutazione dei rischi e le contromisure da adottare in caso di incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � Processo decisionale per contromisure sanitarie sulla base di prove scientifiche ed epidemiologiche

� comprese le strutture sanitarie � che tenga conto delle considerazioni sociali, economiche e logistiche per sostenere l’attuazione delle misure

sanitarie � Supporto legale in settori diversi da quello sanitario per l’attuazione delle contromisure � Impegni a livello internazionale per la notifica e la collaborazione (compreso l’IHR).

Interoperabilità

Collegamenti operativi per una capacità di fornire prove scientifiche ai decisori a livello intracomunitario, che richiedono: � una o più decisioni della Commissione per determinare le procedure di informazione, consultazione e

coordinamento sulle misure per organizzare le attività di controllo e prevenzione delle malattie trasmissibili attraverso la rete comunitaria (decisione di preinformazione)

� una decisione della Commissione relativa a una procedura per dichiarare rapidamente un allarme sanitario a livello comunitario che implichi azioni concertate di carattere straordinario e temporaneo a livello comunitario nell’ambito della rete di sorveglianza epidemiologica e di controllo delle malattie trasmissibili nella Comunità (decisione n. 2119/98/CE) (e ai sensi della legislazione in materia farmaceutica) (dichiarazione “di guardia”)

� informazioni, linee guida e prove scientifiche comuni su misure di controllo generiche e specifiche da prendere in considerazione nelle emergenze sanitarie.

� riunioni ai sensi della decisione n. 2119/98/CE (ESCON, EWRS) — decisione della Commissione EWRS � riunioni con altre strutture (per esempio, Comitato veterinario permanente e Comitato per la sicurezza sanitaria) � la consulenza dell’ECDC, dei comitati scientifici, dell’EFSA, dell’EMEA ecc. � un centro o più centri di crisi comunitari collegati con le relative strutture scientifiche, collegamento con ARGUS e

con una cellula di crisi centrale presso la Commissione / il Consiglio (nel frattempo collegamento con l’unità di crisi RELEX, il MIC, l’unità di crisi JLS ecc.)

� il collegamento con gli Stati membri e con il centro operativo per le emergenze sanitarie della Comunità e ruolo dell’ECDC

� un programma relativo alla Strategia sugli aspetti interni della lotta conto il terrorismo (coordinatore controterrorismo dell’UE – del Consiglio – della Commissione)

� un programma CBRN � un meccanismo di protezione civile (decisione n. 2001/792/CE del Consiglio, del 23 ottobre 2001, che istituisce un

meccanismo comunitario inteso ad agevolare una cooperazione rafforzata negli interventi di soccorso della protezione civile)

� la collaborazione con l’OMS attraverso una rete comunitaria sulle malattie trasmissibili.

3.5 Definire la protezione collettiva (dimensione internazionale)

Risultati attesi

Saranno elaborate linee guida comuni sulla notifica reciproca preventiva delle misure di controllo generali e specifiche da applicare per ambasciate, personale di volo internazionale e trasporti. Tali linee guida saranno utili per poter adottare decisioni a diversi livelli gerarchici in caso di comparsa di una minaccia. Le decisioni che dovranno essere adottate vanno dalle raccomandazioni destinate alla popolazione (per esempio, se cancellare o meno delle riunioni o se chiudere le scuole o altri luoghi pubblici) alle misure individuali quali raccomandazioni al personale di volo o al pubblico in generale.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per l’uso delle linee guida: � Comunicazione e aggiornamento delle linee guida alle autorità competenti � Feedback a livello centrale (Stati membri — Commissione)

Interoperabilità � Ruolo delle agenzie dell’UE (per esempio, ECDC, ECHA) in termini di consulenza � Collegamento con i servizi competenti della Commissione presso le DG TREN — EMPL — RELEX e non solo � Collegamento con l’OMS-IHR per un aggiornamento rapido.

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3.6 Scelta dell’azione corrispondente, risorse per l’azione e modalità di attuazione dell’azione

Risultati attesi

Una volta individuati i principi da applicare al controllo (cfr. 3.5), è fondamentale condividere informazioni e risorse, dal punto di vista scientifico e logistico, sull’azione corrispondente da attivare e sulle sue modalità di attuazione. Se del caso, si prenderanno in considerazione le domande riguardanti le risposte attivate, in collaborazione con autorità quali la protezione civile, le forze dell’ordine, l’esercito, ecc. Dopo che gli Stati membri avranno individuato e gestito l’intervento, la Commissione potrà a sua volta intervenire a colmare eventuali lacune se il suo contributo fornisse valore aggiunto. Saranno messi a disposizione elenchi di organizzazioni che collaborano nella Comunità, comprensivi di informazioni sulla loro capacità di assistere nelle attività di risposta alle emergenze e di ripristino dello status quo. Saranno predisposti elenchi di beni necessari per il ripristino dello status quo non disponibili nella comunità locale e che dovranno essere importati. Sarà possibile ottenere rapidamente informazioni sui regolamenti doganali e fiscali in materia di importazione e transito di beni necessari per l’attivazione dell’intervento di risposta e ripristino (e non solo). Saranno disponibili informazioni sulle risorse essenziali per la risposta e il ripristino che consentiranno di avviare una reazione rapida tra cui, per esempio, sistemi di approvvigionamento dell’acqua, sistemi di risanamento, reti sanitarie, rifugi e materiali alternativi, porti e reti di trasporto, depositi, sistemi di comunicazione.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per gli incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � Elenco delle autorità e delle strutture responsabili della gestione dei soccorsi (delle conseguenze dell’emergenza) � Elenco di punti di contatto � Elenco in cui sia descritta l’azione obbligatoria da attivare, passo dopo passo, a seconda della portata dell’evento

(per esempio, per il campionamento è necessario che vi siano punti di contatto equipaggiati; è indispensabile che sulla scena di un crimine intervengano le forze di polizia)

� a), b) e c) (i punti summenzionati) prevedono un collegamento con le strutture e le autorità sanitarie.

Interoperabilità

Collegamenti operativi per una capacità intracomunitaria di determinazione dell’intervento di risposta, che richiedono: � elenchi di organizzazioni che collaborano nella Comunità, comprensivi di informazioni sulla loro capacità di

assistere nelle attività di risposta alle emergenze e di ripristino dello status quo. � Elenchi di beni necessari per il ripristino dello status quo non disponibili nella comunità locale e che dovranno

essere importati o che potrebbero essere supportati tramite un’iniziativa comunitaria. � Informazioni sui regolamenti doganali e fiscali in materia di importazione e transito di beni necessari per

l’attivazione dell’intervento di risposta e ripristino (e non solo). � Informazioni sulle risorse essenziali per la risposta e il ripristino dello status quo, che consentiranno di avviare una

reazione rapida tra cui, per esempio, sistemi di approvvigionamento dell’acqua, sistemi di risanamento, reti sanitarie, rifugi e materiali alternativi, porti e reti di trasporto, depositi, sistemi di comunicazione (protezione delle infrastrutture critiche – EPCIP).

� EUROPOL (rete dei servizi di contrasto, LEN). � Altri meccanismi di risposta: meccanismo della protezione civile, EMEA, DG Ricerca. � Esercito. � Programmi su strategie …(cfr. sopra). � Organizzazioni internazionali tra cui OMS, UIE, OMS-IPCS, OPCW.

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4. Strutture per la gestione delle crisi sanitarie

In linea di principio, ogni Stato membro sarà responsabile ai sensi dell’articolo 152 del trattato CE della gestione di una crisi sanitaria sul proprio territorio, soprattutto per quanto concerne le malattie trasmissibili. Le modalità specifiche adottate per coordinare i necessari controlli urgenti nelle situazioni di crisi saranno mantenute, con l’assistenza delle squadre di intervento, se del caso.

L’organizzazione delle strutture di gestione delle crisi sanitarie dovrebbe tener conto del fatto che esistono diverse legislazioni dell’UE per le malattie trasmesse dai prodotti alimentari e da altri prodotti, o dalle piante, o dagli animali, oppure causate direttamente da agenti chimici, fisici o radionucleari. Nell’eventualità in cui sia individuata una minaccia biologica, il settore sanitario dovrà assumere un ruolo guida nella gestione della crisi, mentre nel caso di un evento chimico o radionucleare ciò potrebbe non essere richiesto, soprattutto tra i vari Stati membri dell’UE. In quest’ultima evenienza il settore sanitario solitamente è responsabile della gestione delle conseguenze dell’evento, per quanto concerne vittime, decessi ed effetti sulla salute della popolazione in generale.

Lo strumento adeguato per il coordinamento della gestione dei rischi è stato istituito per le malattie trasmissibili con la rete della Comunità europea di sorveglianza epidemiologica e di controllo delle malattie trasmissibili (decisione 2119/98/CE) e, in termini più generali, tramite il Comitato per la sicurezza sanitaria (conclusioni della presidenza durante la 2384a riunione del Consiglio (Sanità) del 15 novembre 2001, conclusioni del Consiglio del 22 febbraio 2007 (6226/07) e conclusioni del Consiglio del 16 dicembre 2008 (2916a riunione del Consiglio Occupazione, politica sociale, sanità e affari dei consumatori), che consente la comunicazione reciproca permanente, mediante mezzi appropriati, tra la Commissione europea e le autorità sanitarie competenti in ciascuno Stato membro responsabili della determinazione delle misure che potrebbe essere necessario attivare per proteggere la salute pubblica.

È a discrezione di ciascuno Stato membro decidere se una minaccia è tale da richiedere l’attivazione di una struttura di comando e controllo (CCS) operativa a livello nazionale, in ciascuno Stato membro. Vari fattori potrebbero essere presi in considerazione nella decisione di attivare la CCS, come i sistemi di allarme rapido, la necessità di estendere l’informazione, la consultazione e il coordinamento e pertanto la necessità di prolungare l’orario di lavoro.

Per poter adottare decisioni chiare e tempestive a livello degli attori/delle parti interessate è fondamentale sapere chi è incaricato della gestione e del controllo della minaccia. È inoltre fondamentale individuare ed eliminare le potenziali complicazioni legali, soprattutto nella cooperazione e collaborazione transfrontaliera. Pertanto, dovrebbe essere introdotto un quadro giuridico per gestire gli aspetti sanitari (per esempio, le epidemie, le pandemie, le campagne di vaccinazione, le restrizioni agli spostamenti, il trattamento, le emergenze).

I piani nazionali dovrebbero indicare, per ogni evento (malattie trasmissibili, attacchi di natura CBRN, conseguenze dei cambiamenti climatici, inondazioni), la persona o le persone responsabili delle decisioni; le persone investite dell’autorità di trasformare le decisioni in misure da attivare a livello nazionale; la persona o le persone incaricate di comunicare con le organizzazioni internazionali e gli Stati membri. La rete dei comunicatori dovrebbe avere il compito di informare gli organi d’informazione e il pubblico (cfr. il capitolo 2). Nel costituire tali strutture gli Stati membri dovrebbero tener conto, in particolare, dei collegamenti formali con altre organizzazioni internazionali (per esempio, delle relazioni tra l’OMS e i punti focali nazionali di cui all’IHR (2005)) e prevederli nella CCS. È anche fondamentale stabilire quali sono le persone incaricate degli elementi secondari della crisi (come le operazioni di triage, le indagini relative agli incidenti e/o alle epidemie, i divieti posti agli scambi commerciali, i consigli di viaggio, le restrizioni alla circolazione, ecc.). È pertanto necessaria una struttura di “collegamento/contatto” allo scopo di: (i) individuare le attività minime e i passi che dovranno essere intrapresi per un approccio coordinato; (ii) fornire supporto logistico alla struttura di comando e controllo per tale approccio coordinato; (iii) seguirne l’attuazione nelle diverse fasi dell’evento.

È indispensabile che le misure degli Stati membri per contrastare le minacce sanitarie siano coordinate.

Pertanto, dovrà essere attivata a livello di UE una struttura di “collegamento/contatto”, che dovrà stabilire un contatto permanente con: (i) la struttura di comando e controllo degli Stati membri attraverso la loro componente sanitaria (= SANCO HEOF), e con

(ii) la struttura di “collegamento/contatto” della Commissione europea (= ARGUS).

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A livello di UE, entrambe le strutture di “collegamento/contatto” sono in contatto permanente tra loro e, se del caso, con l’OMS.

Una parte fondamentale è garantire punti di contatto rapidi e corretti affinché non ci siano dubbi su come contattare gli altri attori o le parti interessate.

4.1 Attivazione: dare l’allarme all’autorità competente (Stati membri, Commissione europea, agenzie dell’UE)

Pianificazione dell’emergenza sanitaria

In ogni Stato membro e nella Commissione europea dev’essere individuato un unico “punto focale” responsabile delle questioni amministrative della pianificazione dell’emergenza sanitaria, ecc. Questo punto funzionale presente in ogni Stato membro e presso la Commissione europea è responsabile dell’amministrazione, dell’aggiornamento degli elenchi ecc., e questa sua funzione è garantita soltanto in orario d’ufficio.

Preferibilmente si dovrebbero usare strutture già esistenti, se del caso, onde evitare di introdurre a tal fine un altro livello di punti di contatto. Nel caso in cui esistano punti di contatto diversi per aree diverse (Comitato per la sicurezza sanitaria, IHR ecc.), uno di questi punti di contatto potrebbe essere nominato punto di contatto amministrativo per le emergenze sanitarie.

Il punto di contatto amministrativo per le emergenze sanitarie dovrebbe avere la responsabilità di collegare i punti di contatto esistenti.

Nome: punto di contatto amministrativo per le emergenze sanitarie.

Accesso funzionale immediato per le emergenze sanitarie

Deve esserci un unico punto di contatto funzionale operativo ogni giorno, 24 ore su 24, in ogni Stato membro, presso la Commissione europea e le agenzie, che possa essere contattato in caso di emergenza sanitaria, in situazioni non previste dalla legislazione e dai sistemi specifici dell’UE (ossia nei casi poco chiari). In tutti gli altri casi devono essere utilizzate le strutture esistenti.

Questo punto di contatto funzionale attivo ogni giorno 24 ore su 24, per tutto l’anno, se contattato, dovrà individuare l’organo operativo responsabile per quel particolare evento.

Nel caso in cui esistano punti di contatto diversi per aree diverse (RAS-BICHAT, RASFF, ECURIE, RAS-CHEM, RAPEX, EWRS, IHR ecc.), uno di questi punti di contatto potrebbe essere nominato punto di contatto funzionale 24/7/365.

Nome: Punto di contatto funzionale (24/7/365) per le emergenze sanitarie

Responsabile della gestione dell’evento sanitario

Nel presente capitolo la struttura/l’autorità/la figura responsabile della gestione della minaccia in corso dal punto di vista sanitario, e quindi della gestione della struttura di comando e controllo, è denominata “responsabile della gestione dell’evento sanitario” (Health Event Manager, HEM).

È essenziale che i piani nazionali definiscano il ruolo di tale struttura/autorità/posizione facendo riferimento agli atti giuridici pertinenti o alla costituzione.

Nome: responsabile della gestione dell’evento sanitario.

4.2 Attivazione: decidere l’attività di risposta

Risultati attesi

Saranno a disposizione strutture e procedure per raccogliere le informazioni generali necessarie per attivare una risposta a una minaccia e per trasmettere le informazioni a tempo debito.

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Sulla base delle informazioni ottenute, a livello di Stato membro e di Commissione europea sarà possibile adottare decisioni adeguate, in base alla natura, all’entità e ad altre caratteristiche della minaccia, attraverso le quali sarà possibile attivare l’intervento auspicabile.

Dopo l’individuazione della minaccia da parte del sistema nazionale, questa sarà classificata e attiverà un livello definito di azioni, a seconda della sua gravità. Tra gli esempi di eventi che consentono l’attivazione di una serie di interventi si annoverano un’epidemia grave e la diffusione progressiva su scala comunitaria di una malattia non nota, un’importante contaminazione di natura chimica, biologica o radionucleare (sistema di approvvigionamento dell’acqua transnazionale, la perdita di una fonte o un rilascio accidentale di radiazioni che interessa più di uno Stato membro), un’influenza pandemica (sebbene esistano per questa evenienza piani specifici), un rilascio intenzionale o accidentale confermato di un pericoloso agente CBRN (chimico, biologico, radio-nucleare), ecc. Questo livello di minaccia è classificato come PHEIC (emergenza sanitaria di portata internazionale) ai sensi del regolamento sanitario internazionale (2005) (IHR) e dev’essere riferito all’OMS tramite un collegamento che dev’essere mantenuto attivo per il tempo richiesto dall’IHR.

L’attività di risposta (descritta nei seguenti capitoli) sarà avviata sulla base della valutazione dei rischi e della gestione e comunicazione dei rischi, consentendo di prendere immediatamente in considerazione tutte le necessarie ipotesi di intervento di competenza dei servizi e delle autorità pertinenti. Questo meccanismo coinvolgerà i servizi competenti della Commissione europea e degli Stati membri e si applica a settori propri ed estranei al settore sanitario.

Tale meccanismo permetterà il coordinamento con e tra le autorità e le strutture competenti degli Stati membri per far sì che le attività e le risorse richieste possano essere utilizzate per contenere la minaccia.

Requisiti

Tali requisiti sono considerati un insieme di standard minimi. Riguardano perlopiù la logistica, le infrastrutture e le risorse umane.

Stati membri

� Attuazione dei relativi sistemi 24/7/365 di sorveglianza/notifica/informazione epidemiologica � Definizione di procedure per il raggiungimento tempestivo di un accordo sulla necessità di attivare una risposta a

una minaccia individuata/classificata � Definizione di procedure chiare per la notifica tempestiva dell’allarme a tutti i soggetti interessati a livello

nazionale/regionale � Definizione di linee guida chiare per le responsabilità dei diversi attori e procedure SOP (procedure operative

standard) per avviare attività di risposta (liste di controllo per ciascun posto) adeguate a ciascun tipo di minaccia (per esempio, biologica, chimica, radionucleare, naturale)

� Definizione di collegamenti adeguati tramite accordi/atti giuridici/memorandum d’intesa tra soggetti politici/parti interessate diversi (livello nazionale, regionale, locale)

� Periodico aggiornamento delle procedure e gestione delle infrastrutture � Formazione del personale coinvolto (principi di base della gestione delle crisi) � Organizzazione di esercitazioni a livello nazionale per conservare e migliorare la funzionalità/efficienza del sistema

e partecipazione a esercitazioni internazionali � Collegamento operativo con l’OMS (tramite la struttura creata ai sensi dell’IHR (2005)).

Agenzie

� Attuazione dei relativi sistemi 24/7/365 di sorveglianza/informazione epidemiologica (per esempio, IHR 2005,

EWRS, RAS-BICHAT) � Definizione di criteri per la pubblicazione di una valutazione delle minacce (classificazione in base alla gravità,

valore aggiunto dell’UE, contatto con uno o più Stati membri interessati, esperti) � Definizione di linee guida chiare per le responsabilità del personale coinvolto e procedure SOP per avviare attività

di risposta (liste di controllo per ciascun posto) adeguate a ciascun tipo di minaccia (per esempio, biologica, chimica, radionucleare, naturale)

� Periodico aggiornamento delle procedure e gestione delle infrastrutture � Formazione del personale coinvolto (gestione delle crisi) � Organizzazione di esercitazioni interne per conservare e migliorare la funzionalità/efficienza del sistema nelle

agenzie

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� Sviluppo di strumenti di sostegno agli Stati membri nell’attivazione degli interventi dopo una precedente analisi.

Commissione europea

� Istituire una squadra operativa 24/7/365 addetta all’acquisizione delle informazioni � Definizione di procedure per il raggiungimento tempestivo di un accordo sulla necessità di attivare una risposta

europea a una minaccia individuata/classificata � Definizione di linee guida chiare per i ruoli e le responsabilità del personale coinvolto e procedure SOP per avviare

attività di risposta (liste di controllo per ciascun posto) adeguate a ciascun tipo di minaccia (per esempio, biologica, chimica, radionucleare, naturale)

� Periodico aggiornamento delle procedure e gestione delle infrastrutture � Formazione del personale coinvolto (gestione delle crisi) � Organizzazione di esercitazioni interne per conservare e migliorare la funzionalità/efficienza del sistema � Organizzazione di esercitazioni a livello UE (anche su scala globale) interne per conservare e migliorare la

funzionalità/efficienza del sistema � Miglioramento degli aspetti legali per ottimizzare l’interoperabilità (tenendo presente l’IHR (2005))

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la definizione di procedure per le attività di risposta � una classificazione inequivocabile delle categorie/gradi delle minacce in tutti gli Stati membri � un’analisi delle procedure di attivazione in tutti gli Stati membri per accrescere l’interoperabilità � la definizione delle responsabilità delle agenzie dell’UE (per esempio, ECDC, ECHA, EURATOM) in questo

settore per quanto riguarda le procedure di attivazione e di allarme, le linee di comunicazione e la logistica � la comunicazione agli altri Stati membri delle procedure/degli organigrammi/degli algoritmi usati in ciascuno Stato

membro per accrescere l’interoperabilità (cfr. 4.1.1) � la definizione delle responsabilità delle agenzie dell’UE (per esempio, ECDC) in questo settore (procedure di

attivazione e di allarme, linee di comunicazione e logistica) � l’analisi delle procedure di attivazione in tutti gli Stati membri per accrescere l’interoperabilità � l’individuazione delle responsabilità delle agenzie dell’UE (per esempio, ECDC) in questo settore � l’organizzazione di esercitazioni a livello di UE (anche su scala globale) per migliorare l’interoperabilità � il miglioramento degli aspetti legali per migliorare l’interoperabilità (tenendo presente l’IHR (2005))

4.3 Risposta: la struttura di comando e controllo (CCS)

Cfr. anche il capitolo 4.5 Il Centro per la gestione delle situazioni di crisi sanitaria

Risultati attesi

La gestione delle emergenze è un compito estremamente complesso, il cui scopo è fare in modo che siano adottate le migliori decisioni possibili e che siano distribuite le limitate risorse per raggiungere gli obiettivi prioritari. A causa di questa complessità, la presenza di procedure e strumenti chiari (il più possibile semplici e di facile utilizzo) migliora enormemente l’efficacia del sistema. Per ottimizzare le attività delle squadre di lavoro è necessario garantire una supervisione e un coordinamento adeguati del personale e favorire la fiducia reciproca. Tali obiettivi dovrebbero essere perseguiti e valutati da tutte le parti interessate.

Strutture organizzative flessibili/adattabili permetteranno di ridurre al minimo l’impatto di eventi/effetti casuali inevitabili.

Ogni parte interessata dovrebbe essere tecnicamente preparata e conoscere bene la propria organizzazione e i propri strumenti, per poter sfruttare appieno tutte le capacità.

La struttura specifica di crisi dovrebbe essere integrata nelle consuete operazioni di gestione quotidiane.

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Stati membri (struttura di gestione delle crisi =CCS), agenzie (Centro per le situazioni di emergenza

= EOC) e Commissione europea (Centro per la gestione delle situazioni di crisi sanitaria - HEOF)

� I requisiti minimi per la CCS, per l’EOC e per l’HEOF sono (cfr. la lista di controllo per maggiori dettagli):

� il personale competente/designato può entrare in servizio con un breve preavviso � tutti i membri del personale sono stati informati/formati � è prevista la possibilità di organizzare uno o più turni aggiuntivi completi del personale, se la situazione di

crisi richiede un funzionamento delle strutture 24 ore su 24 per molti giorni � l’accesso all’edificio/al locale della CCS è garantito a tutte le parti interessate competenti 24 ore su 24, tutti i

giorni per tutto l’anno � le procedure operative standard sono descritte per tutte le funzioni � le liste di controllo delle procedure critiche sono facilmente accessibili � esistono elenchi di contatti � è creato un registro specifico per l’evento, al fine di assicurare un’adeguata documentazione delle azioni � la comunicazione tra i sistemi CCS, EOC, HEOF e RAS (EWRS, ecc.) è stabilita, verificata e sicura, senza il

rischio che si venga sopraffatti da un traffico di informazioni eccessivo o da problemi tecnici � dovrebbero essere garantite linee telefoniche dirette � si dovrebbero individuare e nominare strutture alternative per garantire la continuità delle operazioni nel caso

in cui la normale struttura sia inaccessibile � l’accesso alla linea telefonica/alle strutture per la videoconferenza è noto e garantito in conformità ai ruoli

assegnati all’interno della CCS � si deve creare una casella di posta elettronica funzionale dedicata alla crisi in corso � il sistema è suddiviso in livelli, per poter rispondere alle esigenze di un intervento più o meno dispendioso in

termini di risorse � il sistema è flessibile per poter rispondere a variabili inattese; i gestori del rischio sanitario, a ciascun livello,

godono della necessaria autonomia per rispondere alle circostanze mutevoli, pur dovendo riferire ai superiori � fornire, nel medesimo edificio/sullo stesso piano, strutture adeguate per rispondere alle esigenze di base dei membri

del personale � sviluppare soluzioni per far fronte a condizioni estreme (ossia black-out, mancanza di personale, mancato

funzionamento del sistema informatico)

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � il raggiungimento del miglior livello possibile di uniformità/armonizzazione delle strutture di gestione delle crisi

sanitarie nell’UE � l’organizzazione di esercitazioni (con la maggiore frequenza possibile) a livello nazionale e di UE � l’organizzazione di corsi di formazione a livello nazionale/di UE � la ripartizione di orario/personale/risorse di bilancio per le esercitazioni/la formazione; un organico competente e

dedicato potrebbe rivelarsi più efficace delle apparecchiature tecniche.

4.4 Mettere in collegamento i responsabili della gestione dell’evento sanitario

Risultati attesi

La conferma (tramite l’analisi delle informazioni sui rischi) che la minaccia possa essere classificata come grave o importante avrà come conseguenza l’attivazione (i) della struttura di comando e controllo descritta sopra e (ii) della struttura di collegamento/contatto descritta di seguito.

Tale conferma determinerà inoltre la classificazione della minaccia ai sensi dell’IHR (2005) come PHEIC e, quindi, l’attivazione di un collegamento con l’OMS.

I servizi della Commissione europea (SANCO-HEOF, con altri attori competenti) contatteranno lo Stato membro o gli Stati membri interessati per valutare la situazione (informazioni sulle circostanze che hanno determinato la minaccia, evoluzione possibile/attesa della situazione, ecc.)

La struttura di collegamento/contatto della SANCO-HEOF metterà a disposizione una capacità di cooperazione virtuale o in loco allo scopo di: (i) raccogliere e condividere tutte le informazioni pertinenti

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disponibili; (ii) migliorare la valutazione dei dati raccolti e (iii) individuare le opzioni di gestione del rischio appropriate.

L’obiettivo principale di questa struttura è la comunicazione continua sugli aspetti pertinenti della valutazione e della gestione della minaccia sanitaria, per fornire una panoramica globale della situazione a livello europeo in modo da assistere i responsabili della gestione dell’evento sanitario nelle loro attività.

Una volta conclusa la fase iniziale, sarà fissato un “ritmo per la gestione della crisi” che seguirà tempistiche condivise da tutti. Sarà messo a punto un calendario di lavoro quotidiano in cui saranno definite delle fasce orarie per lo scambio di informazioni tra Stati membri.

A seconda della situazione, questo calendario di lavoro (non vincolante) potrebbe essere modificato e la procedura (richiesta, pubblicazione delle informazioni sul sito Internet, audioconferenza o videoconferenza) potrebbe essere applicata più volte in un giorno oppure con meno frequenza (per esempio, ogni due giorni ecc.). Gli Stati membri che non saranno in grado di trasmettere i dati richiesti “puntualmente” potranno trasmetterli il giorno seguente. Non sarà consentita la trasmissione di dati durante l’audio- o la videoconferenza.

Stati membri

Requisiti � Una struttura di comando e controllo operativa � Il piano contiene indicazioni sui seguenti aspetti:

� le soglie e i gradi d’intensità dell’allarme che determinano l’attivazione dell’allarme a livello nazionale

� la Comunità europea ha concordato le soglie e l’intensità dell’allarme che determinano l’attivazione della comunità

� a seconda dell’intensità, le SOP per attivare/disattivare la sala/il personale/le apparecchiature di crisi e per designare un responsabile della gestione dell’evento sanitario incaricato della struttura di comando e di controllo

� per garantire la trasmissione rapida delle informazioni nelle crisi, un membro della squadra operativa presso la struttura di comando e controllo (non il responsabile della gestione dell’evento sanitario) dovrebbe essere incaricato del monitoraggio dei sistemi di allarme (per esempio, l’EWRS )

� il gestore del rischio sanitario e il suo sostituto si impegnano a collaborare a livello comunitario � la partecipazione dell’agenzia adeguata (o di più agenzie) nella gestione degli effetti sanitari, per categoria di

minaccia individuata. � Dovrebbe essere creata una struttura di collegamento/contatto nazionale incaricata di supportare la struttura di

comando e controllo per quanto riguarda la gestione nazionale degli effetti della crisi ad altri livelli (locale/ regionale) e in altri settori (polizia, trasporti, spostamenti, istruzione, approvvigionamento di generi alimentari) attraverso la gestione delle operazioni di triage, l’esame degli incidenti e/o delle epidemie, le proibizioni imposte agli scambi commerciali, i consigli di viaggio, le restrizioni alla circolazione. � In base all’intensità e all’impatto della minaccia, SOP per attivare/disattivare la struttura di

collegamento/contatto nazionale in altri settori. Dovranno essere chiaramente individuate e testate da tutte le parti interessate le autorità politiche, le gerarchie di comando e le varie mansioni tra strutture (in particolare per quanto concerne il processo decisionale con riferimento ai rischi sanitari).

� SOP per il collegamento con la rete di coordinamento dei servizi della Commissione, se necessario � Tutti gli aspetti legali del piano devono essere garantiti.

Agenzie

Requisiti � Una struttura di gestione delle crisi operativa � Il piano contiene indicazioni sui seguenti aspetti:

� la Comunità europea ha concordato le soglie e l’intensità dell’allarme che determinano l’attivazione della comunità.

� a seconda dell’intensità, le SOP per attivare/disattivare la sala/il personale/le apparecchiature di crisi e di designare una figura equivalente al responsabile della gestione dell’evento sanitario

� l’individuazione dell’autorità incaricata del comando generale e dell’autorità responsabile delle singole componenti della risposta

� la garanzia che gli aspetti legali del piano (tra i quali si annovera la riservatezza delle comunicazioni sull’EWRS) saranno assicurati.

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Commissione europea

Requisiti � Una struttura di gestione delle crisi operativa � Il piano contiene indicazioni sui seguenti aspetti:

� la Comunità europea ha concordato le soglie e l’intensità dell’allarme che determinano l’attivazione della comunità

� in base all’intensità e all’impatto della minaccia, SOP per attivare/disattivare la struttura di collegamento/contatto (HEOF) per permettere il coordinamento delle misure di contrasto alla minaccia sanitaria.

� SOP per creare una capacità di cooperazione virtuale o in loco per raccogliere e condividere tutte le informazioni pertinenti disponibili in maniera che siano chiare e utili per tutti i partner negli Stati membri, migliorando la valutazione dei dati raccolti e proponendo opzioni adeguate di gestione dei rischi

� SOP per informare gli Stati membri e le agenzie competenti dell’UE dell’attivazione effettiva di questa struttura di collegamento/contatto

� gli aspetti legali del piano devono essere assicurati. � Esiste una rete della Commissione europea (ARGUS) per sostenere l’azione degli Stati membri grazie al

coordinamento dei vari servizi. � In base all’intensità e all’impatto della minaccia, SOP per attivare il coordinamento della Commissione

europea (ARGUS). � L’individuazione dell’autorità politica incaricata del comando generale e dell’autorità politica responsabile

delle singole componenti della risposta

� L’esistenza di conoscenze di base sulle strutture di gestione delle crisi sanitarie esistenti in ogni Stato membro (cfr. 4.1.1).

� Miglioramento dei siti Internet RAS attivi.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � il funzionamento effettivo della struttura di collegamento/contatto che collega i responsabili della gestione

dell’evento sanitario responsabili degli Stati membri interessati, i servizi della Commissione europea e le agenzie. Ciò significa che i servizi sanitari della Commissione europea dovranno: � rafforzare la capacità virtuale esistente (HEDIS) � organizzare corsi di formazione ed esercitazioni (con la maggiore frequenza possibile) a livello nazionale e di

UE � ripartire l’orario/il personale/le risorse di bilancio per le esercitazioni/la formazione.

Risultati attesi

La struttura di collegamento/contatto per una crisi sanitaria è il Centro per la gestione delle situazioni di crisi (HEOF) della Commissione, in servizio a Lussemburgo. La sua attività è stata concordata a livello di Comunità europea e ufficialmente approvata tenendo conto dei principi di sussidiarietà. Se necessario, i responsabili della gestione dell’evento sanitario collaboreranno con le autorità e i servizi competenti di altri settori, secondo quanto precisato nei rispettivi piani nazionali.

Il Centro per la gestione delle situazioni di crisi funge da polo sanitario per il collegamento con le strutture centralizzate di gestione delle crisi a livello nazionale / comunitario. Tutte le parti interessate si trasmetteranno le informazioni. Saranno in grado di far confluire nel processo decisionale le informazioni pubblicate su un sito Internet sicuro monitorato dalla struttura di collegamento/contatto.

Il centro HEOF sarà uno strumento in grado di fornire ai responsabili delle decisioni:

(i) conoscenze e un’analisi rapide ed esaustive della situazione internazionale;

(ii) la trasmissione di informazioni sulle misure attuate in altri Stati membri;

(iii) un coordinamento efficiente delle risposte.

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Stati membri

Requisiti: � Ogni piano prevede l’impegno degli Stati membri a collaborare a livello comunitario nella gestione delle crisi o dei

rischi sanitari � SOP per il collegamento con il centro HEOF/EOF � SOP per la trasmissione di dati pertinenti agli strumenti della Commissione europea: se necessario, il sistema

RAS/lo strumento di cooperazione virtuale (HEDIS) � se possibile, la delega di un esperto (punto di contatto) al Centro (per esempio, HEOF a Lussemburgo) al fine di

migliorare l’interazione tra il Centro e gli Stati membri

Agenzie

Requisiti: � SOP per il collegamento con le parti interessate (Stati membri, HEOF, SANCO, ARGUS) � SOP per la trasmissione di dati pertinenti agli strumenti della Commissione europea: se necessario, il sistema

RAS/lo strumento di cooperazione virtuale (HEDIS) � Un chiaro mandato per l’ECDC e per qualsiasi altra agenzia interessata:

� aggiornamento della valutazione dei rischi in base all’evoluzione dei rischi e all’attivazione della risposta � su richiesta: fornire alla Commissione europea raccomandazioni per la gestione dei rischi:

(i) scambio di pareri scientifici: consultazioni ad hoc e in tempo reale per le misure precauzionali e di controllo (per esempio, assistenza nelle indagini epidemiologiche) (ii) raccolta/analisi dei dati, anche dalle squadre di esperti (per esempio, sulle procedure di isolamento)

� Delega di un esperto (punto di contatto) al Centro (per esempio, HEOF a Lussemburgo) al fine di migliorare l’interazione tra il Centro e l’Agenzia

Commissione europea

Requisiti: � SOP per il collegamento (per esempio, il centro HEOF) con gli Stati membri e le agenzie dell’UE. Ciò è

fondamentale affinché le azioni del Centro rispondano alle esigenze degli Stati membri nei momenti di crisi � SOP per il collegamento con la DG SANCO ARGUS � Informare, attraverso EWRS e RAS-BICHAT, che il follow-up della crisi, a partire da questo momento, riguarda

soltanto HEDIS � Relazione della situazione: creare una capacità virtuale attuale (HEDIS) in grado di garantire un ritmo di gestione

della crisi, che comprenda: � una raccolta di dati pertinenti (scientifici e/o operativi) che consenta la gestione il più possibile efficace della

crisi dovuta alla minaccia sanitaria in corso; � il monitoraggio delle fonti di informazione e la convalida dei dati (per esempio, forniti dagli Stati membri e/o

dalle agenzie); gli Stati membri devono poter fare affidamento su queste informazioni per adeguare la propria risposta di conseguenza;

� l’analisi dei dati per monitorare il coordinamento della risposta sul territorio dell’UE; � la visualizzazione rapida e concisa dei dati (conformemente ad alcune SOP, per esempio l’individuazione

della fonte) in maniera facilmente identificabile e prontamente localizzabile; SOP sulla condivisione delle informazioni con le agenzie (per esempio, l’ECDC) / le organizzazioni (per esempio, l’OMS) e sull’integrazione di tali informazioni nel sito Internet del Centro.

� Relazione sull’attività: SOP per coordinare la risposta sul territorio dell’UE, comprendente: � l’individuazione delle opzioni disponibili per prevenire, eliminare o ridurre a un livello accettabile il rischio

per la salute umana; l’aggiornamento di tali opzioni sulla base delle nuove informazioni disponibili e dell’evoluzione della situazione;

� l’assenza di conflitti nell’attuazione delle diverse strategie di controllo nazionali; � l’organizzazione del supporto logistico per le attività operative pianificate, su base continuativa, attraverso

l’attività di contrasto alla minaccia; � l’organizzazione della comunicazione al pubblico dei rischi implicati e delle misure intraprese coinvolgendo

la rete dei comunicatori del Comitato per la sicurezza sanitaria (cfr. 2.5 Comunicazione dei rischi/in caso di crisi con organi di informazione e gruppi del pubblico).

� La creazione di mappe, che forniscono un’eccellente panoramica della situazione. Le mappe devono essere costantemente aggiornate e devono mostrare chiaramente le informazioni chiave (epidemiologiche e/o operative)

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Interoperabilità

Attività intracomunitaria che determina un miglioramento dell’efficienza del Centro per la gestione delle situazioni di crisi: � Individuazione degli obblighi e dei bisogni dei potenziali utenti dello strumento in sito (HEDIS), per esempio

attraverso un’indagine tra le parti interessate: Stati membri, SANCO, HEOF, ECDC, OMS. � Esaminare e risolvere tutti i problemi tecnici con tutte le parti interessate:

� “Prerequisiti” del software per l’accesso al sito Internet, con informazioni su (i) dove/come trovare/scaricare tali informazioni in sicurezza; (ii) quando aggiornarle

� Questioni relative al server (velocità) � Problemi relativi alla password: reimpostare/promemoria � Resistenza del sistema allo stress e al sovraccarico

� Trasmissione di informazioni aggiornate alle parti interessate in merito ai nuovi sviluppi degli strumenti � Organizzazione periodica di corsi di formazione ed esercitazioni con tutti i potenziali utenti

4.6 Aspetti specifici degli eventi di natura biologica, chimica, radionucleare e dei disastri dovuti ai cambiamenti climatici

Per questa tipologia di eventi la struttura di gestione dev’essere integrata con esperti dei rispettivi settori, a seconda della situazione. A parte questo non sussistono ulteriori esigenze specifiche per la struttura di gestione di tali eventi.

4.7 Lista di controllo per le strutture di comando e controllo

Gestione del personale

Durante una crisi la gestione del personale è una delle strutture portanti. Un organico competente e dedicato potrebbe rivelarsi più efficace delle apparecchiature tecniche. La gestione del personale prevede:

� il personale in servizio presso la CCS dovrebbe saper far fronte a tutte le seguenti problematiche: aspetti strategici,

operativi, logistici, amministrativi, finanziari e di comunicazione � ogni figura professionale in servizio presso la CCS dovrebbe essere formata/qualificata per la funzione assegnata � il personale deve utilizzare la terminologia e le tecnologie con cui ha dimestichezza � il flusso di informazioni dovrebbe consentire a ciascun membro del personale di eseguire i propri compiti oltre che

le mansioni richieste dalle circostanze e di trasmettere le informazioni in maniera efficace � in caso di turni con personale non qualificato (secondo o terzo turno, difficoltà impreviste, membri di diverse

organizzazioni/agenzie) sono fornite informazioni per favorire l’esecuzione dei compiti da parte di questi soggetti: manuali di facile utilizzo, liste di controllo, guide settoriali tascabili, guide all’esecuzione dei compiti / manuali per le procedure di funzionamento standard

� la creazione di squadre potrebbe contribuire a migliorare le capacità di gestione della situazione le persone abituate a collaborare sono meno vulnerabili allo stress.

Procedure operative standard (SOP)

La presenza di SOP consolidate permette al personale di intervenire in maniera ottimale e consente l’attivazione di un’azione rapida per la gestione di una crisi. � Tutte le SOP sono state elaborate e verificate da tutte le parti interessate � Le responsabilità e le mansioni di ciascuna funzione sono chiaramente descritte (a livello strategico, operativo,

logistico, amministrativo, finanziario e di comunicazione) � La struttura gerarchica per le parti interessate è descritta � La relazione tra settori gerarchici è descritta � Sono stati approntati il diagramma di flusso per il processo decisionale e le misure che ogni servizio deve attivare � Sono descritti il rapporto/i collegamenti tra il settore sanitario e altri settori interessati dall’emergenza (a livello

nazionale/internazionale) � I preparativi relativi alle conferenze telefoniche o alle videoconferenze dovrebbero specificare: i partecipanti (e le

relative procedure), il luogo (stanze), il sistema usato (strumenti) � le SOP descrivono i passi da compiere per attivare un intervento più o meno dispendioso in termini di risorse

(sostituti, apparecchiature, strutture, risorse finanziarie) � le SOP prevedono una riassegnazione del personale (presso lo stesso servizio o un servizio diverso) in base alle

necessità, e garantiscono la continuità delle attività principali

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� la squadra addetta alla manutenzione attiva 24/7/365 dovrebbe conoscere le SOP per l’accesso alla CCS

Aspetti logistici e tecnici

Cfr. anche il documento “Requisiti minimi per le sale crisi” nell’allegato 1. � Monitoraggio dell’attivazione e validità del badge magnetico di ciascun membro del personale autorizzato ad

accedere all’edificio/ai locali della CCS � Facile accesso alle liste di controllo pertinenti (il personale sa dove reperirle) � Le liste di controllo per le procedure critiche sono periodicamente aggiornate � L’aggiornamento periodico degli elenchi di contatti, per quanto difficoltoso (cfr. anche la squadra addetta alla

manutenzione) � È disponibile il modello per il registro universale � La squadra addetta alla manutenzione tecnica è disponibile 24/7/365 � Per evitare problemi di connessione, le linee telefoniche dirette della CCS dovrebbero essere fornite da due diversi

provider � Dovrebbe essere allestita una sala relax, con possibilità di ristoro (cibo e bevande) per il personale � Ai membri del personale devono essere garantite strutture adeguate per riposarsi, dormire e per l’igiene personale,

affinché tali operazioni non interferiscano con il supporto operativo.

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5. Capacità di intervento del settore sanitario

Un evento sanitario eserciterà quasi sempre nuove pressioni sul settore sanitario. Per questo motivo è importante che la capacità d’intervento venga pianificata nella fase di adattamento ai nuovi requisiti. I principi per la gestione della crisi saranno invariabilmente diversi da paese a paese, a seconda dell’infrastruttura sanitaria, e diversa sarà anche la capacità di gestire eventi sanitari di ampie dimensioni. Se vi sarà la necessità di richiedere aiuti transfrontalieri, sarà fondamentale comprendere le procedure utilizzate nel paese ricevente. Per raggiungere questo grado di comprensione saranno create reti di comunicazione reciproca tra paesi e lo scambio di informazioni sulle attività pianificate sarà utile nell’elaborazione di nuovi piani nazionali. All’interno della Commissione e in alcuni Stati membri gli aspetti sanitari correlati al contesto preospedaliero saranno gestite dalla protezione civile.

5.1 Indagini

Risultati attesi

Le indagini in relazione all’evento e la valutazione della risposta da attivare sono prerequisiti indispensabili per la gestione di una minaccia sanitaria. Le risorse a tal fine necessarie saranno individuate prima del verificarsi di un incidente e saranno definite le procedure da seguire per l’impiego di tali risorse. Il fatto di concentrare le risorse investigative migliora la capacità di intervento e aumenta le probabilità che si possa organizzare una risposta internazionale a un evento di ampia portata al di fuori dell’UE.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per le squadre responsabili delle indagini e dell’attivazione della risposta: � I piani nazionali contengono disposizioni per la rapida attivazione delle squadre responsabili delle indagini e

dell'attuazione della risposta � I principi guida per le operazioni internazionali sono stati approvati � Chi sono le autorità/strutture competenti? � Le problematiche di natura non sanitaria sono contemplate in caso di incidente? Per esempio, l’intervento delle

forze dell’ordine, la sicurezza o altro? � Esistono dei collegamenti operativi, che siano anche effettivamente utilizzati, con l’OMS e con altre organizzazioni

sanitarie internazionali?

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � una capacità di risposta a livello di UE è operativa per le attività dell’UE e internazionali � collegamenti operativi con i punti focali all’interno dell’UE, dell’OMS e di altri organismi competenti (per esempio,

ESCON, meccanismi dell’UE sulla salute degli animali e delle piante e sull’alimentazione, protezione civile, problematiche radiologiche, forze di polizia, EUROPOL, OMS/GOARN, OMS/IHR ecc.)

� una chiara definizione del ruolo dell’ECDC come coordinatore e valutatore del processo nel caso di un evento causato da malattie trasmissibili

� lo sviluppo da parte dell’ECDC di un meccanismo di attivazione, di linee di comunicazione dedicate e di una struttura logistica nel caso di eventi che siano causati da malattie trasmissibili

� la creazione da parte dell’ECDC di un meccanismo per l’individuazione ad hoc di compiti specifici e squadre di intervento nel caso di eventi che siano causati da malattie trasmissibili.

5.2 Gestione degli incidenti

La presente sezione illustra le attività che il settore sanitario deve eseguire in caso di incidente.

5.2.1 Gestione degli incidenti e soccorso preospedaliero

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5.2.1.1 Primo soccorso e soccorso in ambulanza

Risultati attesi

Il soccorso preospedaliero è un anello fondamentale della “catena della sopravvivenza”. I piani nazionali dovrebbero dare una chiara visione del sistema di primo soccorso esistente, delle tecniche di supporto di base alle funzioni vitali (Basic Life Support, BLS) e dei servizi d’ambulanza, tra cui la trasmissione degli avvisi d’emergenza. Dovrebbero inoltre essere descritti i ruoli e le responsabilità degli attori e le risorse disponibili. Dovrà essere definito il ruolo del soccorso in ambulanza e le condizioni per il ricorso a tale servizio in funzione della natura di crisi e del sistema di gestione delle emergenze. I piani nazionali dovrebbero altresì mettere in rilievo lo stato attuale della cooperazione transfrontaliera nell’erogazione di cure sanitarie di emergenza.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per il primo soccorso e il soccorso in ambulanza: � I piani nazionali contengono disposizioni per l’erogazione del primo soccorso; i ruoli delle istituzioni di governo e

delle organizzazioni non governative sono definiti, ivi compresa la trasmissione degli avvisi di emergenza � Se del caso, collaborazione tra il settore sanitario e la protezione civile � Il ruolo dei servizi medici di emergenza (EMS) nella gestione delle crisi e delle emergenze è descritto nei piani

nazionali � I piani relativi alla capacità di intervento in situazioni di crisi e di emergenza per l’EMS sono obbligatori per legge e

sono disponibili � È prevista una formazione nella gestione delle situazioni di crisi e di emergenza per il personale dell’EMS � Le misure per la sicurezza dei pazienti (impiego di bracciali identificativi, scheda di triage ecc.) sono attuate

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � accordi di cooperazione a livello internazionale (protocolli) sull’aiuto medico di emergenza con altri paesi,

perlomeno per quanto concerne la cooperazione transfrontaliera reciproca � l’uso del numero di emergenza europeo 112

5.2.1.2 Medici generici e operatori dei servizi sanitari primari

Risultati attesi

Nel caso di alcuni eventi sanitari come le sindromi respiratorie epidemiche, l’influenza pandemica o le conseguenze sulla salute delle ondate di calore i medici generici e gli operatori dei servizi sanitari primari si trovano spesso in prima linea. I piani nazionali dovrebbero dare una chiara visione del ruolo e delle responsabilità degli attori responsabili della gestione di tali eventi e delle risorse disponibili; dovrebbe inoltre essere descritte l’organizzazione e le modalità con cui dovrebbe essere attivato un dialogo rapido ed efficace con i medici generici.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per i medici generici e gli operatori dei servizi sanitari primari: � I piani nazionali prevedono disposizioni, tra cui la flessibilità e il dialogo, per i medici generici e gli operatori dei

servizi sanitari primari; i ruoli, le responsabilità e, se necessario, l’assicurazione specifica in tali circostanze sono descritti nei piani nazionali

� Sono predisposte e trasmesse agli operatori sanitari linee guida per la gestione delle varie minacce � Sono elaborati e proposti programmi di studio, corsi di formazione, informazioni e raccomandazioni per la gestione � Anche per questi gruppi di operatori sono disponibili e consegnati i dispositivi di protezione individuale (DPI)

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a:

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� la condivisione di linee guida tra Stati membri, che possa sfociare nella produzione di buone prassi � una chiara definizione dei ruoli delle agenzie dell’UE (per esempio, ECDC) nell’assistenza e nella valutazione del

processo.

5.2.2. Triage e gestione di un numero elevato di casi

Risultati attesi

Un numero elevato di casi può essere gestito dal sistema sanitario nelle strutture di pronto soccorso o in altri locali in cui è possibile indirizzare i pazienti, o sul sito di un’esposizione possibile o reale. Il triage e le relative procedure sono indispensabili per fornire cure adeguate a un numero elevato di persone, indipendentemente dal luogo di erogazione delle cure. I piani per l’impiego delle ambulanze saranno strettamente correlati ai piani di triage e dovrebbero essere considerati come un unico blocco di attività per il quale sarà necessario attivare gli stessi interventi e la stessa collaborazione. Le diverse procedure variano a seconda degli Stati membri, in base alle tradizioni locali e ai sistemi sanitari esistenti. La Commissione incoraggia gli Stati membri a elaborare sistemi di triage e di gestione di un numero elevato di casi che siano fondati su requisiti, linee guida e procedure riconosciuti a livello internazionale. La Commissione sostiene le zone di confine nell’elaborazione di piani per la gestione collaborativa dei principali eventi, ivi comprese le strutture ospedaliere.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per il triage e la gestione di un numero elevato di casi: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� Le procedure di triage sono predisposte dagli esperti in catastrofi naturali e/o dagli specialisti in medicina di emergenza o dalla società in conformità alle linee guida internazionali

� Sono offerte a tutto il personale opportunità di formazione in questi metodi � Nelle zone di confine le strutture ospedaliere hanno sviluppato una collaborazione con le autorità sanitarie

confinanti � Sono attivi sistemi di ricerca dei pazienti, che vengono collegati con i sistemi di ricerca delle persone disperse

� In caso di incidente sono contemplate anche le problematiche di natura non sanitaria (per esempio, le squadre della protezione civile o altro)?

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � interventi di assistenza alle zone di confine nell’elaborazione di piani per la gestione collaborativa di eventi di vasta

portata � discussioni di coordinamento sui sistemi di triage e i protocolli di trattamento.

5.2.3 Supporto psicosociale

Risultati attesi

L’esperienza acquisita durante le crisi nazionali e internazionali ha messo in luce il fatto che la popolazione in generale e il personale sanitario in particolare, soprattutto i servizi di primo intervento, vivono una situazione di stress estremo durante e successivamente a un incidente. In tutte le fasi della situazione di crisi, ossia la preparazione, la crisi e le sue conseguenze, dovrebbe essere possibile contattare tempestivamente i servizi di consulenza che aiutino a mantenere alto il morale della popolazione nonché un organico adeguato nel settore sanitario.

Durante un evento importante c’è bisogno di risorse nazionali, un aspetto questo che è preso in considerazione dai piani regionali. L’informazione delle autorità nazionali e regionali è una componente importante di tale procedura. Queste attività saranno ritagliate su misura e adattate alle situazioni locali. Nelle situazioni di crisi le possibilità di condividere le risorse a livello transfrontaliero sono limitate. Per assicurare tali risorse saranno quindi organizzate esercitazioni sulla condivisione delle esperienze nel campo della pianificazione e dell’esecuzione effettiva dei piani.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo sul supporto psicosociale: i seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � Sono disponibili risorse e linee guida nazionali, compreso il trattamento del disturbo post-traumatico da stress

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� Linee guida che riflettono le specificità linguistiche, culturali, sociali e religiose della popolazione nelle sue reazioni allo stress

� Le squadre di supporto psicosociale di emergenza sono state istituite e sono operative a livello nazionale, regionale e/o locale.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � il sostegno all’elaborazione di linee guida e alla condivisione di esperienze in materia di supporto psicosociale.

5.2.4 Garantire forniture critiche sufficienti per il settore sanitario

Risultati attesi

Attraverso i piani nazionali per le strutture sanitarie si garantirà che tutte le forniture necessarie saranno disponibili anche nel corso di una crisi. I quantitativi e le tipologie di forniture dovrebbero essere discussi con le autorità locali al fine di assicurare che i bisogni delle strutture sanitarie siano inclusi nei piani generali della capacità di intervento per la società nel suo complesso.

Grazie ai piani nazionali, i dispositivi di protezione, i medicinali e le forniture (compreso l’immagazzinamento) di cui avranno bisogno le strutture sanitarie saranno messi rapidamente a disposizione in loco e conservati in strutture esterne (per esempio, negli ospedali di base).

Il contributo del settore sanitario è indispensabile nella fase in cui si discute in merito alle capacità di intervento per la società a livello sia nazionale che europeo.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per garantire forniture sufficienti per il settore sanitario: i seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � Elaborazione di linee guida nazionali sulle forniture assicurate alle strutture sanitarie nelle emergenze � I piani generali della capacità di intervento contengono disposizioni per le strutture sanitarie durante una crisi � I piani esaminano le opzioni per l'immagazzinamento dei prodotti e delle forniture non medicali, tra cui i dispositivi

di protezione individuale, e individuano le fonti di ulteriori forniture tra cui la distribuzione sicura di medicinali e le forniture medicali

� I piani comprendono alcuni medicinali essenziali per la cura di malattie che saranno richiesti in aggiunta (antibiotici, farmaci cardiovascolari, ecc.) e che saranno utili anche per il trattamento delle complicanze

� I piani stabiliscono il livello di assistenza che potrebbe essere fornito in strutture sanitarie alternative e contengono un piano di contingentamento per la fornitura di tali strutture alternative, con l’indicazione delle apparecchiature e delle forniture indispensabili per il livello di assistenza indicato.

� I piani generali della capacità di intervento contengono disposizioni per la distribuzione delle forniture alle strutture esterne durante una crisi: � i piani contengono una strategia per la distribuzione dei medicinali e delle forniture immagazzinati e per

l’organizzazione dei siti di distribuzione. � Il personale in servizio nei siti responsabili della distribuzione di medicinali e forniture sono stati istruiti e

formati. � Sono stati esaminati in maniera adeguata gli aspetti legali della distribuzione dei medicinali. � È stata prevista l’accessibilità di invalidi, senza tetto e gruppi di persone con problemi analoghi. � È stato previsto un piano di trasporto ai centri di cura delle persone sintomatiche che si presentano presso i siti

di distribuzione. � È organizzato un feedback sulla disponibilità delle forniture.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � una chiara definizione dei ruoli delle agenzie dell’UE (per esempio, ECDC) nell’assistenza e nella valutazione del

processo � un meccanismo comunitario e il coinvolgimento della Comunità negli aspetti operativi dell’immagazzinamento (con

i servizi sanitari, EMEA, DG-ENV ecc.) � la condivisione delle esperienze

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5.3 Capacità di intervento degli ospedali

5.3.1 Garantire piani generali della capacità di intervento degli ospedali (cfr. anche il capitolo 7 Gestione dei piani)

Risultati attesi

I piani nazionali individueranno e verificheranno i requisiti minimi dell’UE concordati di concerto per le strutture sanitarie. La gestione delle emergenze per le strutture sanitarie prevede elementi di attenuazione, intervento, risposta e ripristino dello status quo. Questi piani dovrebbero considerare fattori quali l’adeguatezza e l’idoneità delle strutture fisiche, delle strutture organizzative, delle risorse umane e dei sistemi di comunicazione.

Le infrastrutture sanitarie sono divenute nel tempo sempre più dipendenti da altri sistemi infrastrutturali, per cui la capacità di intervento all’interno del settore sanitario dovrà considerare tali dipendenze. L’analisi dei rischi e delle vulnerabilità dovrebbe estendersi a un esame della capacità di intervento in caso di interruzioni a vari sistemi infrastrutturali esterni e interni (aspetti relativi alla sicurezza degli ospedali) e dovrebbe fornire servizi in maniera tempestiva e costante (24 ore su 24, nonostante la crisi), anche per un periodo di tempo prolungato (piano di continuità operativa: cfr. anche il §6.3). Si dovrebbe tener conto in particolare dei sistemi per la fornitura di energia elettrica, acqua, gas medicali e sistemi informativi. Altri aspetti che interessano la sicurezza degli ospedali riguardano la capacità di intervento in caso di incendio nella struttura ospedaliera o di inondazione. Un’attenzione particolare andrebbe prestata altresì alla protezione degli ospedali dalla contaminazione con sostanze chimiche tossiche e alla diffusione di sostanze contagiose ecc. adeguando i sistemi di ventilazione e così via. La solidità è garantita integrando tali aspetti nell’analisi dei rischi e delle vulnerabilità, nella pianificazione delle strutture per l’erogazione dell’assistenza sanitaria, nei piani della capacità di intervento in caso di disastri esterni e interni e nelle attività successive all’evento perturbante.

La lista di controllo contiene domande che stimolano la valutazione e il dialogo con le parti interessate, sia nelle strutture sia a livello locale e non solo.

Stati membri, Commissione e agenzie

I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � I piani delle capacità di intervento in caso di emergenza relativi alle strutture sanitarie sono redatti in conformità con

le linee guida nazionali. � Esiste una commissione anti-disastri. La commissione è multidisciplinare ed è composta anche da membri con

funzioni amministrative. � Per l’elaborazione del piano è stata condotta un’analisi dei rischi e delle vulnerabilità. � L’ospedale possiede dei programmi di formazione obbligatori per far fronte alle calamità. � Esistono rifornimenti di riserva per l’energia elettrica, il riscaldamento, l’acqua e tutte le esigenze di natura

farmaceutica e logistica. � I sistemi di ventilazione sono modificati per evitare la contaminazione da agenti tossici (sostanze chimiche, agenti

biologici, e radionucleari ecc.). � Il piano prevede l'allontanamento di tutti i pazienti non gravi e dei visitatori dall’unità operativa, la cancellazione di

tutti i ricoveri e degli interventi chirurgici facoltativi, la determinazione dei posti letto già disponibili o prontamente disponibili.

� La struttura ospedaliera e i singoli reparti hanno elaborato procedure operative standard per la fornitura ininterrotta dei servizi in maniera tempestiva, 24 ore su 24, nonostante la crisi, anche su un arco di tempo esteso (piano di continuità operativa, cfr. anche 6.3).

� Le cartelle cliniche e il servizio accettazione sono organizzati in modo da gestire un afflusso di feriti. � La struttura ospedaliera ha individuato un'unità operativa di medicina d’urgenza o un responsabile delle emergenze

sanitarie che dovrà occuparsi delle risposte dell’ospedale durante l’attivazione del piano. � Sono predisposte schede delle funzioni o schede delle mansioni per tutto il personale coinvolto nella risposta ai

disastri . � Istruzioni al personale. � Contatto con altre strutture ospedaliere. � Elenco delle camere di isolamento / camere a pressione negativa.

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5.3.2 Capacità di trattamento

Risultati attesi

In presenza di molti feriti, è messa a dura prova la capacità di una struttura ospedaliera o sanitaria (medici generici e operatori dei servizi sanitari primari ecc.) di erogare cure. Con un rapido aumento della domanda, probabilmente si registrerà una carenza di risorse e apparecchiature. In molti paesi il principale impedimento sarà la disponibilità di personale.

In caso di eventi di piccola scala, saranno seguite le consuete procedure di accettazione dei pazienti. La pianificazione preventiva seguirà determinate linee guida, ricorrendo a soluzioni alternative nel caso in cui il numero di pazienti che si rivolgono alla struttura sanitaria sia troppo elevato; tra queste si annoverano il ricovero di coorti di pazienti con sindromi simili (ossia gruppi di pazienti ricoverati in una struttura designata) e la definizione di modalità di trattamento alternative. Le linee guida dovranno indicare anche la riassegnazione del personale e specificare di quanto dovrà essere ampliato l'organico. Dovranno essere redatte linee guida per la definizione delle priorità al momento di decidere quali gruppi di pazienti dovranno essere gestiti in strutture diverse.

Il trasferimento di pazienti tra Stati membri è già praticato, sia per il trattamento di condizioni acute (soprattutto nel caso degli ustionati) sia per le procedure pianificate. Il trasferimento di risorse, per esempio tramite ospedali mobili, è stato sperimentato perlopiù in campo militare. Occorre esaminare se le risorse sono sufficientemente abbondanti e tempestive per assistere effettivamente gli Stati membri nel corso di un evento di ampie dimensioni.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la capacità di trattamento: i seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � Sono state predisposte le linee guida per le capacità di intervento in ambito chirurgico � Sono state definite le procedure per il trasferimento di pazienti da paese a paese (specificando le cifre),

considerando il sostegno finanziario dei sistemi nazionali di assicurazione sanitaria � Condivisione delle informazioni sulle capacità di cura offerte tra Stati membri � I piani nazionali comprendono il coordinamento e la comunicazione con le strutture terapeutiche e:

� individuano i centri di cura di zona che più probabilmente potranno essere utilizzati per il trattamento dei soggetti sintomatici;

� individuano strutture alternative per il trattamento dei soggetti sintomatici; � definiscono un sistema per consentire la segnalazione costante del numero di casi sospetti e diagnosticati alle

autorità locali; � registrano i progressi compiuti per quanto concerne i sistemi di segnalazione in uso presso centri di cura che

attualmente non sono in grado di segnalare tempestivamente il numero effettivo di casi diagnosticati e sospetti alle autorità locali;

� gli epidemiologi prestano assistenza nello svolgimento di indagini epidemiologiche sul campo; i tossicologi e gli esperti in radiazioni assistono i medici nel trattamento dei feriti;

� individuano i dispositivi di comunicazione che potrebbero essere utilizzati per garantire la tempestiva segnalazione del numero di casi da parte dei centri di cura;

� individuano un coordinatore presso ciascun centro di cura con cui mantenere i contatti.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � l’individuazione di procedure per i trasferimenti internazionali sono concordate, con particolare riguardo per il

trasferimento di pazienti affetti da condizioni acute.

5.3.3 Unità operative di medicina d’urgenza

Risultati attesi

Nella maggior parte degli ospedali le unità operative di medicina d’urgenza potrebbero dover far fronte a un afflusso spontaneo di vittime in caso di incidenti di vasta portata (afflusso di pazienti senza preavviso), che richiede interventi di triage al di fuori dell’ospedale. La suddivisione delle attività tra le unità operative e le unità di cura intensiva potrebbe variare enormemente, così come altri fattori. Le differenze a livello nazionale sono notevoli. Tra i punti cruciali vi sono la condivisione del flusso di pazienti e l’arruolamento di esperti a seconda dell’agente responsabile. Altrettanto importante è il coordinamento delle attività di triage descritte sopra.

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Le possibilità di trasferire le risorse delle unità operative di medicina d’urgenza sono scarse, se si considerano le marcate differenze tra sistemi. Il flusso di persone che prestano servizio in un’unità operativa in paesi diversi che si registra tra Stati membri dimostra che alcune risorse possono essere trasferite. L’organizzazione dei sistemi nazionali sarà condivisa e sarà individuata la fattibilità del trasferimento delle risorse.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per le unità operative di medicina d’urgenza: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� Nelle unità operative esistono piani per la gestione di eventi sanitari di vasta portata; tali piani fanno parte integrante o sono collegati ai piani della capacità di intervento della struttura ospedaliera nelle crisi e nelle emergenze

� Esistono strutture per il coordinamento delle attività delle unità operative con altre attività extraospedaliere, al fine di contenere l’incidente

� In caso di incidente sono contemplate anche le problematiche di natura non sanitaria (per esempio, squadre della protezione civile e altro)?

� I piani relativi alla capacità di intervento in situazioni di crisi e di emergenza per le unità operative sono obbligatori e sono disponibili.

� È proposta una formazione in materia di gestione delle situazioni di crisi e di emergenza per il personale delle unità operative di medicina d'urgenza.

� Le misure per la sicurezza dei pazienti e per la documentazione (impiego di bracciali identificativi, schede di triage ecc.) sono attuate.

� Sono state definite procedure per il triage al di fuori della struttura ospedaliera.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione delle descrizioni del ruolo delle unità operative nei sistemi nazionali � la valutazione delle possibilità di condividere le risorse e i dati clinici in scenari definiti, soprattutto in caso di eventi

di portata transfrontaliera.

5.3.4 Unità di cura intensiva

Risultati attesi

Le unità di cura intensiva rivestono un ruolo specifico in molti degli scenari che dovrebbero essere previsti in un piano generale della capacità di intervento. Esse rappresentano una risorsa limitata, con apparecchiature costose che richiedono l’intervento di un elevato numero di persone altamente qualificate e capaci per ogni paziente. È evidente che spesso la domanda sarà di gran lunga superiore alle risorse disponibili. Ogni paese deve possedere piani per estendere al massimo tali risorse e possibilmente per disporre di un certo numero di apparecchiature e farmaci aggiuntivi da utilizzare in caso di emergenza. Anche con queste prospettive sarà necessario elaborare piani per definire le priorità tra diversi gruppi di pazienti.

Le indicazioni nazionali dovranno stabilire fino a che punto gli ospedali dovranno ampliare le proprie capacità di trattamento dei pazienti presso unità di cura intensiva e in che modo potranno essere determinate le priorità. L’adeguamento delle risorse per il trattamento di un numero elevato di vittime rende necessario un coordinamento a livello nazionale e la condivisione di esperienze a livello internazionale. La condivisione di risorse è stata considerata tra gli Stati membri per un numero di pazienti limitato nelle zone di confine, dove sono state introdotte procedure per la gestione di tali operazioni. In alcune zone una soluzione potrebbe essere quella delle risorse mobili e potrebbe così essere esaminata la possibilità di condividere tali risorse a livello internazionale.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per le unità di cura intensiva: i seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � Linee guida nazionali sul ruolo delle unità di cura intensiva nelle emergenze sanitarie � Nelle zone di confine le strutture ospedaliere hanno sviluppato una collaborazione con le autorità sanitarie

confinanti

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � un processo di pianificazione per definire accordi e condizioni con altri Stati membri per la condivisione di risorse e

personale

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� la creazione di reti tra unità di cura intensiva in presenza di numeri elevati di vittime e misure di contenimento che comprendano anche lo scambio di dati clinici.

5.4 Gestione delle vittime

Risultati attesi

La gestione dei pazienti deceduti in caso di incidenti con molti feriti comporta la valutazione di una serie di aspetti diversi. A tal fine sono pertanto obbligatori approcci plurisettoriali (servizi sanitari, polizia, protezione civile, agenzie forensi) e multiculturali. Grazie ai piani esistenti si garantirà la mobilitazione di risorse straordinarie qualora il numero di casi dovesse sopraffare il sistema. A seconda degli agenti responsabili del decesso dei pazienti, per proteggere il personale e per evitare la diffusione dell’agente nell’ambiente, potrebbe essere necessario introdurre procedure specifiche di manipolazione dei corpi. Infine, potrebbero essere coinvolti cittadini di molti paesi diversi e perciò ogni piano nazionale dovrà prevedere la gestione dei pazienti deceduti in base alle specificità della legislazione degli altri Stati membri.

Tali attività e le relative formalità burocratiche saranno coordinate a livello di UE.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la gestione delle vittime:

I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � Sono disponibili linee guida nazionali per la gestione di un numero elevato di vittime; tali linee guida tengono conto,

ove possibile, delle pratiche religiose e di altre pratiche culturali per le onoranze funebri � Linee guida nazionali per il rimpatrio di cittadini stranieri � I piani nazionali definiscono l’assistenza post-mortem e forniscono ai reparti di anatomia patologica e ai laboratori

clinici informazioni sulla presentazione di campioni da esaminare o da smaltire, e sull’uso di dispositivi di protezione individuale e sull’osservanza di norme al riguardo

� Le informazioni utili ottenute dagli anatomopatologi sono trasmesse alle autorità pertinenti, comprese le autorità sanitarie

� Esistono linee guida sulla gestione dei pazienti deceduti a causa di agenti trasmissibili

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � un approccio multisettoriale

5.5 Aspetti specifici degli eventi biologici

In caso di evento biologico, i bisogni che emergono sono di carattere specifico. A parte la consulenza degli esperti, i bisogni si concentrano su: ricerca di contatti, controllo delle infezioni e misure di protezione individuale, procedure di isolamento.

5.5.1 Ricerca di contatti

Risultati attesi

Le procedure di ricerca dei contatti sono un importante anello di collegamento tra le attività di assistenza sanitaria e le attività di vigilanza. Implicano un’ampia gamma di attività e di attori, a seconda dello scenario e degli agenti implicati. In entrambi i casi lo scopo è scoprire la causa dell’incidente e ridurre al minimo gli effetti futuri. La ricerca di contatti, tuttavia, potrebbe essere una procedura troppo complicata e dovrebbe essere adattata in modo da essere trasformata in un intervento ragionevole. Gli Stati membri possiedono un’ampia esperienza nella ricerca di contatti e le procedure esatte dipenderanno in larga misura dai sistemi e dalle leggi nazionali oltre che dal rispetto della protezione dei dati personali (cfr. anche 6.4 Informazioni ai passeggeri). La diffusione di una malattia a livello internazionale complica ulteriormente la situazione nel caso in cui sia già stata raccolta una certa esperienza per alcune malattie.

Le attività svolte nell’ambito di eventi internazionali saranno coordinate, le differenze tra sistemi comprese e riconosciute, e – ai fini della ricerca dei contatti – saranno concordate le definizioni. Le procedure

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permetteranno la ricerca di contatti tra le persone che viaggiano all’estero, anche verso altri continenti, e miglioreranno la capacità di intervento dell’UE.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la ricerca di contatti: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� Sono definiti gli incidenti in seguito ai quali verrà attivata la ricerca di contatti � Sono definite le responsabilità � È definita la procedura per il flusso di informazioni negli Stati membri � Per la ricerca dei contatti saranno stabiliti contatti a livello internazionale

� Si tiene conto dell’equilibrio tra obiettivi e possibile saturazione del processo? � Le problematiche di natura non sanitaria sono contemplate anche in caso di incidente (per esempio, forze

dell’ordine e altro)?

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la definizione di procedure per la ricerca di contatti a livello internazionale in conformità alle norme e ai

regolamenti in materia di protezione dei dati � una rapida attività di coordinamento della ricerca in tutta l’UE (EWRS, ECDC)

5.5.2 Controllo delle infezioni / misure di protezione individuale

Risultati attesi

Per molti degli agenti che è necessario considerare durante la pianificazione di un evento sanitario i motivi di apprensione si estendono anche alle misure di protezione individuale e al controllo delle infezioni. È possibile che siano necessarie precauzioni speciali per ridurre le possibilità di trasmissione, mentre per alcune malattie potrebbero essere utili nuovi criteri di isolamento. Saranno raccolte e ulteriormente elaborate a livello di UE conoscenze relative a procedure aggiuntive, che saranno sottoposte a valutazione. L’uso dei metodi sviluppati sarà adattato ai contesti nazionali. In alcuni casi questi metodi potrebbero significare l’impiego di apparecchiature specialistiche o di medicinali per la profilassi a priori e a posteriori. A tale proposito saranno create linee guida nazionali e risorse per l’immagazzinamento delle apparecchiature e per lo sviluppo di programmi di formazione sull’uso delle stesse. Per gli eventi di ampia portata che rendono necessario un supporto reciproco saranno proposti accordi internazionali sull’uso di tali apparecchiature.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per il controllo delle infezioni e per le misure di protezione individuale: i seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � Linee guida nazionali sul controllo delle infezioni e sui dispositivi di protezione individuale in caso di eventi

sanitari causati da agenti specifici, destinate agli operatori ospedalieri e agli assistenti sanitari primari (medici e personale paramedico/EMS)

� Sistema di immagazzinamento e/o di distribuzione a livello nazionale, regionale o locale costituito e organizzato per i dispositivi di protezione individuale

� Smaltimento dei rifiuti (guanti, mascherine ecc.).

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � un processo di pianificazione per definire accordi e condizioni con altri Stati membri per la condivisione di risorse e

personale � la creazione di reti tra Stati membri sull’elaborazione di procedure e linee guida per agenti specifici � una chiara definizione del ruolo dell’ECDC come coordinatore e valutatore del processo; la predisposizione di un

elenco concordato di misure di profilassi a priori e a posteriori � regole e linee guida per gli operatori responsabili del controllo delle infezioni

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5.5.3 Procedure di isolamento/quarantena

Risultati attesi

Per alcuni agenti considerati pericoli sanitari, l’isolamento dei pazienti rappresenta una contromisura importante assieme alle misure di quarantena. Esso limita infatti la diffusione della malattia al personale e ad altri pazienti. Nel caso di alcune malattie le procedure di isolamento sono già state concordate, con una definizione dei casi da isolare e delle situazioni in cui è possibile la dimissione del paziente. Procedure analoghe devono essere elaborate per altri tipi di malattie. In alcune aree saranno necessarie risorse specializzate e si dovranno redigere linee guida valide a livello nazionale sul volume di risorse necessario. Per quanto riguarda le nuove malattie, saranno introdotte procedure per elaborare rapidamente linee guida basate su un consenso comune a livello europeo, che tengano conto dell’OMS/IHR, sia pur con qualche forma di adattamento.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per le procedure di isolamento: i seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � Disponibilità di linee guida nazionali che tengano conto del contesto giuridico � Disponibilità di dati sulle risorse nazionali per l’isolamento/quarantena.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione di linee guida per le procedure di isolamento � una forma di sostegno proveniente da progetti per consentire la condivisione e l’elaborazione di linee guida.

5.6 Aspetti specifici degli eventi chimici

In caso di eventi chimici si riscontrano dei bisogni specifici: rilevazione dell’agente nei soggetti esposti, decontaminazione dei pazienti, dispositivi di protezione individuale, consulenza da parte dei centri antiveleni e di altri organismi competenti, protezione delle strutture sanitarie dalla contaminazione di nubi chimiche e dalla contaminazione secondaria da parte di vittime/pazienti (cfr. 5.3 Capacità di intervento degli ospedali, per quanto concerne le questioni di sicurezza negli ospedali). Si deve inoltre prestare attenzione alla contaminazione ambientale e alimentare gestita da altri settori (cfr. anche 6. Collaborazione intersettoriale).

5.6.1 Rilevazione dell’agente nei soggetti esposti

Risultati attesi

Potrebbe essere necessario essere in grado di rilevare se una persona è stata esposta e se sono essenziali interventi di decontaminazione o altre azioni. Gli Stati membri elaboreranno procedure per stabilire la necessità di rilevare/individuare l’agente nei soggetti esposti e di attivare l’intervento adatto. La condivisione di informazioni sui criteri e sulle procedure di rilevazione/individuazione tra Stati membri rafforzerebbe le possibilità di condividere a livello transfrontaliero le risorse per rilevare l’agente nei soggetti esposti.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la rilevazione dell’agente nei soggetti esposti: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� I piani nazionali contengono le linee guida e le procedure per la rilevazione dell’agente nei soggetti esposti in contesti preospedalieri e ospedalieri

� I piani nazionali contengono le linee guida e le procedure per la rilevazione dell’agente tra i soccorritori delle ambulanze e il personale ospedaliero, sulle autoambulanze e nelle strutture sanitarie

� Vengono elaborate procedure per un’ampia serie di minacce (per esempio, CBRN) � Le tempistiche e altri aspetti della capacità di intervento sono testati periodicamente � Le informazioni sulla capacità di rilevazione vengono aggregate a livello nazionale o regionale

� Chi sono le autorità/strutture competenti? � Le problematiche di natura non sanitaria sono contemplate anche in caso di incidente (per esempio, servizi di

soccorso, compresi i vigili del fuoco e le squadre di campionamento della polizia)?

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Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione di linee guida e metodi di rilevazione tra Stati membri, che possa sfociare nella produzione di buone

prassi � la condivisione di dati di validazione sui metodi di rilevazione � la valutazione delle possibilità di condivisione delle risorse attraverso le frontiere � una chiara definizione del ruolo dell’agenzia dell’UE competente nell’esame e nella valutazione del processo � la fornitura di informazioni alle agenzie competenti dell’UE al fine di un eventuale coordinamento delle attività.

5.6.2 Decontaminazione dei pazienti

Risultati attesi

Per garantire la sicurezza dei pazienti e del personale sanitario potrebbe essere necessario decontaminare i soggetti esposti prima del loro ricovero nella struttura sanitaria. Le procedure per stabilire la necessità di una decontaminazione e le capacità per avviare un’azione opportuna saranno elaborate dagli Stati membri; la condivisione di informazioni sui criteri e le procedure di decontaminazione tra gli Stati membri aumenterebbero le possibilità di condividere le risorse per la decontaminazione a livello transfrontaliero. Dovrebbe essere stabilita una stretta collaborazione con i settori responsabili della decontaminazione ambientale.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la decontaminazione dei pazienti: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� I piani nazionali comprendono linee guida e procedure per o la decontaminazione dei soggetti esposti in ambienti preospedalieri e ospedalieri o la decontaminazione dei soccorritori sulle ambulanze e del personale ospedaliero, delle

autoambulanze e delle strutture sanitarie � Vengono elaborate procedure per un’ampia serie di minacce (per esempio, CBRN) � Le tempistiche e altri aspetti della capacità di intervento sono testati periodicamente � Le informazioni sulla capacità di decontaminazione vengono aggregate a livello nazionale o regionale

� Chi sono le autorità/strutture competenti? La collaborazione tra loro è garantita? � Le problematiche di natura non sanitaria sono contemplate anche in caso di incidente (per esempio, squadre di

campionamento e altro)?

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione di linee guida e metodi di decontaminazione tra Stati membri, che possa sfociare nella produzione di

buone prassi � la condivisione di dati di validazione sui metodi di decontaminazione � la valutazione delle possibilità di condivisione delle risorse attraverso le frontiere � una chiara definizione dei ruoli delle autorità competenti dell’UE nell’assistenza e nella valutazione del processo

5.6.3 Dispositivi di protezione individuale (DPI)

Risultati attesi

In caso di eventi di natura soprattutto chimica (e biologica o radionucleare) è necessario che i primi soccorritori e i prestatori di cure sanitarie si proteggano dall’esposizione. Ciò può essere necessario in loco, durante il trasporto o presso la struttura sanitaria, prima che il paziente sia stato opportunamente decontaminato. Le procedure per la protezione del personale saranno elaborate dagli Stati membri. La condivisione delle informazioni sui dispositivi e sui criteri d’impiego tra gli Stati membri aumenteranno le possibilità di condividere le risorse attraverso le frontiere.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per i DPI: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� I piani nazionali contengono linee guida sui dispositivi di protezione individuale

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� I piani nazionali contengono linee guida e procedure sull’uso dei dispositivi di protezione individuale da parte dei soccorritori delle ambulanze e del personale ospedaliero

� Vengono elaborate procedure per un’ampia serie di minacce (per esempio, CBRN) � Le tempistiche e altri aspetti della capacità di intervento sono testati periodicamente � Informazioni sulla capacità e la disponibilità di dispositivi di protezione individuale a livello nazionale o

regionale � Chi sono le autorità/strutture competenti? � Le problematiche di natura non sanitaria sono contemplate anche in caso di incidente (per esempio, forze

dell’ordine, servizi di soccorso, ecc.)?

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione di linee guida sui criteri e i dati di validazione per i dispositivi di protezione individuale tra Stati

membri, che possa sfociare nella produzione di buone prassi � la valutazione delle possibilità di condivisione delle risorse attraverso le frontiere � una chiara definizione dei ruoli delle autorità competenti dell’UE nell’assistenza e nella valutazione del processo � lo smaltimento dei rifiuti (guanti, mascherine ecc.).

5.6.4 Consulenza scientifica/basata su dati di fatto da parte dei centri antiveleni e di altri organismi competenti

Risultati attesi

Il contributo degli esperti dei centri (di informazione) antiveleni e di altri organismi pertinenti migliora la risposta e la capacità di trattamento in caso di incidenti chimici. I centri antiveleni possono offrire una consulenza specifica ai soccorritori e ad altre unità di emergenza, alle unità di cura intensiva ecc., e possono offrire assistenza nella fornitura di antidoti.

Stati membri, Commissione e agenzie � Individuazione di organismi esperti per una consulenza scientifica/basata su dati di fatto:

� le agenzie dell’UE � i centri antiveleni � il Programma internazionale sulla sicurezza delle sostanze chimiche (IPCS), gli agenti e le istituzioni che

collaborano con esso e i suoi meccanismi di raccolta e smistamento � il Consiglio europeo dell’industria chimica (CEFIC) � le università, le agenzie nazionali e internazionali con conoscenze specifiche in materia di sostanze chimiche � le strutture della protezione civile

� Lista di controllo per i centri antiveleni: i seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � I piani comprendono un riferimento ai centri antiveleni per la fornitura di consulenza sia nella fase di risposta

(crisi) sia durante la valutazione dei rischi nella fase di pianificazione � I centri antiveleni scambiano informazioni con il responsabile della gestione dell’evento sanitario e con il

settore sanitario in generale � I centri antiveleni sono in grado di raccogliere dati sulle sindromi e di collaborare con le strutture competenti

del settore sanitario per individuare e monitorare le minacce sanitarie.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � un processo di pianificazione per definire accordi e condizioni con altri Stati membri per la condivisione di risorse,

conoscenze e personale � la creazione di reti tra Stati membri nell’elaborazione di procedure e linee guida per agenti specifici.

5.7 Aspetti specifici degli eventi radionucleari

Durante un evento radionucleare emergono bisogni di carattere specifico, vale a dire: consulenza di esperti, dispositivi per la rilevazione/l’individuazione degli agenti radionucleari, decontaminazione di pazienti, dispositivi di protezione individuale, conoscenze e capacità per il trattamento della sindrome da irradiazione acuta. Sono importanti una stretta collaborazione e cooperazione con altri settori. Si deve inoltre prestare

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attenzione alla contaminazione ambientale e alimentare gestita da altri settori (cfr. anche 6. Collaborazione intersettoriale) e agli aspetti di sicurezza negli ospedali (cfr. 5.3 Capacità di intervento degli ospedali).

5.7.1 Rilevazione dell’agente nei soggetti esposti

Risultati attesi

Potrebbe essere necessario essere in grado di rilevare se una persona è stata esposta e se sono essenziali interventi di decontaminazione. Gli Stati membri elaboreranno procedure per stabilire la necessità di rilevare/individuare l’agente nei soggetti esposti e di attivare l’intervento adatto. La condivisione delle informazioni sui criteri e sulle procedure di rilevazione/individuazione tra Stati membri aumenterebbe le possibilità di condividere a livello transfrontaliero le risorse per rilevare l’agente nei soggetti esposti.

Stati membri, Commissione e agenzie Lista di controllo per la rilevazione dell’agente nei soggetti esposti: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� I piani nazionali comprendono linee guida e procedure per la rilevazione dell’agente o nei soggetti esposti in ambienti preospedalieri e ospedalieri o tra i soccorritori sulle ambulanze e nel personale ospedaliero, sulle autoambulanze e nelle strutture

sanitarie � I metodi di rilevazione scelti sono convalidati � Vengono elaborate procedure per un’ampia serie di minacce (per esempio, CBRN) � Le tempistiche e altri aspetti della capacità di intervento sono testati periodicamente � Le informazioni sulla capacità di rilevazione vengono aggregate a livello nazionale o regionale

� Chi sono le autorità/strutture competenti? � Le problematiche di natura non sanitaria sono contemplate anche in caso di incidente (per esempio, servizi di

soccorso, compresi i vigili del fuoco e le squadre di campionamento della polizia)?

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione di linee guida e metodi di rilevazione tra Stati membri, che possa sfociare nella produzione di buone

prassi � la condivisione di dati di validazione sui metodi di rilevazione � la valutazione delle possibilità di condivisione delle risorse attraverso le frontiere � una chiara definizione dei ruoli delle autorità dell’UE responsabili dell’esame e della valutazione del processo � la fornitura di informazioni alle autorità competenti dell’UE al fine di un eventuale coordinamento delle attività. 5.7.2 Decontaminazione dei pazienti

Risultati attesi

Per garantire la sicurezza dei pazienti e del personale sanitario potrebbe essere necessario decontaminare i soggetti esposti prima del loro ricovero nella struttura sanitaria. Gli Stati membri elaboreranno le procedure per stabilire la necessità di una decontaminazione e rafforzeranno le capacità di avviare gli interventi opportuni; la condivisione di informazioni sui criteri e le procedure di decontaminazione tra gli Stati membri aumenterebbero le possibilità di condividere le risorse per la decontaminazione attraverso le frontiere.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la decontaminazione dei pazienti: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� I piani nazionali contengono le linee guida e le procedure per la decontaminazione dei soggetti esposti in contesti preospedalieri e ospedalieri

� I piani nazionali contengono le linee guida e le procedure per la decontaminazione dei soccorritori delle ambulanze e del personale ospedaliero, delle autoambulanze e delle strutture sanitarie

� Vengono elaborate procedure per un’ampia serie di minacce (per esempio, CBRN) � Le tempistiche e altri aspetti della capacità di intervento sono testati periodicamente

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� Le informazioni sulla capacità di decontaminazione vengono aggregate a livello nazionale o regionale � Chi sono le autorità/strutture competenti? � Le problematiche di natura non sanitaria sono contemplate anche in caso di incidente (per esempio, squadre di

campionamento e altro)?

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione di linee guida e metodi di decontaminazione tra Stati membri, che possa sfociare nella produzione di

buone prassi � la condivisione di dati di validazione sui metodi di decontaminazione � la valutazione delle possibilità di condivisione delle risorse attraverso le frontiere � una chiara definizione dei ruoli delle autorità competenti dell’UE nell’assistenza e nella valutazione del processo.

5.7.3 Dispositivi di protezione individuale (DPI)

Risultati attesi

In caso di eventi di natura soprattutto chimica (e radionucleare) è necessario che i primi soccorritori e i prestatori di cure sanitarie si proteggano dall’esposizione. Ciò può essere necessario in loco, durante il trasporto o presso la struttura sanitaria, prima che il paziente sia stato opportunamente decontaminato. Le procedure per la protezione del personale saranno elaborate dagli Stati membri. La condivisione delle informazioni sui dispositivi e sui criteri per l’impiego tra gli Stati membri aumenteranno le possibilità di condividere le risorse attraverso le frontiere.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo: � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� I piani nazionali contengono linee guida sui dispositivi di protezione individuale � I piani nazionali contengono linee guida e procedure per l’uso dei dispositivi di protezione individuale da

parte dei soccorritori delle ambulanze e del personale ospedaliero � Vengono elaborate procedure per un’ampia serie di minacce (per esempio, CBRN) � Le tempistiche e altri aspetti della capacità di intervento sono testati periodicamente � Informazioni sulla capacità e la disponibilità di dispositivi di protezione individuale a livello nazionale o

regionale � Chi sono le autorità/strutture competenti? � Le problematiche di natura non sanitaria sono contemplate anche in caso di incidente (per esempio, forze

dell’ordine, servizi di soccorso, ecc.)?

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione di linee guida sui criteri e i dati di validazione per i dispositivi di protezione individuale tra Stati

membri, che possa sfociare nella produzione di buone prassi � la valutazione delle possibilità di condivisione delle risorse attraverso le frontiere � una chiara definizione dei ruoli delle autorità competenti dell’UE nell’assistenza e nella valutazione del processo � lo smaltimento dei rifiuti (guanti, mascherine ecc.).

5.7.4 Sindrome da irradiazione acuta

I soggetti gravemente esposti alle radiazioni possono sviluppare la cosiddetta sindrome da irradiazione acuta, una condizione rara. Per il trattamento di questi soggetti è necessario consultare degli esperti e proteggere i pazienti da potenziali infezioni.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per l’isolamento dei pazienti: i seguenti requisiti minimi sono soddisfatti? � I piani nazionali contengono informazioni sulla disponibilità di medici esperti nel trattamento della sindrome da

irradiazione acuta

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� I piani nazionali contengono linee guida per il trattamento di un numero elevato di soggetti affetti dalla sindrome da irradiazione acuta, compresa la necessità di isolare numerosi pazienti e di utilizzare farmaci specifici (per esempio citochine).

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � il collegamento in rete di operatori esperti nel trattamento della sindrome da irradiazione acuta

5.8 Aspetti specifici degli eventi causati dai cambiamenti climatici

Nei piani delle capacità di intervento per la gestione delle crisi del settore sanitario, nella parte relativa all’analisi dei rischi e delle vulnerabilità, si dovrebbe tener conto di situazioni meteorologiche estreme. È importante una stretta collaborazione con altri settori e attori. Il personale sanitario dovrebbe ricevere un’adeguata istruzione e formazione. Per i pazienti che ricevono cure mediche al di fuori di una struttura ospedaliera devono essere assicurati l’identificazione e un adeguato supporto; dovrebbe inoltre essere garantita la capacità di intervento sotto forma di cure mediche ad altri gruppi vulnerabili della popolazione. La capacità di intervento deve tener conto della solidità delle strutture ospedaliere e della fornitura di beni essenziali, poiché situazioni meteorologiche estreme possono danneggiare le infrastrutture critiche. È indispensabile essere in grado di gestire un numero elevato di vittime; le camere mortuarie dovrebbero poter essere ampliate, se necessario, utilizzando container refrigerati o comunque con altri mezzi; a tal fine potrebbe essere valutata l’opportunità di una stretta collaborazione. Devono essere predisposti piani di evacuazione per ospedali e altre strutture mediche.

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6. Collaborazione intersettoriale

La presente sezione descrive in sintesi la pianificazione delle emergenze e degli interventi che dovrebbe essere realizzata in ogni Stato membro per poter gestire un evento sanitario di vasta portata. Un aspetto fondamentale della collaborazione intersettoriale riguarda l’utilizzo di modelli già esistenti, onde evitare la creazione di strutture parallele o la duplicazione degli interventi.

La sezione descrive inoltre le procedure di cooperazione con altre discipline o settori:

• per gestire gli aspetti correlati all’evento sanitario diversi dagli aspetti sanitari, al fine di preparare i soggetti interessati ad assistere i loro partner del settore sanitario;

• per preparare i partner del settore sanitario a occuparsi degli aspetti della mitigazione degli effetti che solitamente sono gestiti da altre unità.

Una buona pianificazione della capacità di intervento formulerà raccomandazioni relative alla sanità (pubblica) che consentano di garantire le funzioni civili vitali, nonché di ripristinare lo status quo nel caso di un evento sanitario di vasta portata.

Un aspetto solitamente considerato è la relazione tra forze dell’ordine e settore sanitario, motivo per cui è stata predisposta una sezione specifica sulle passerelle tra sicurezza e sanità.

L’allegato 5 fa una panoramica delle capacità della Comunità europea nel settore della gestione delle crisi, che risale al 2009. Esso illustra la complessità dell’argomento all’interno della Commissione europea e l’importanza della collaborazione intersettoriale.

6.1. Pianificazione delle emergenze e degli interventi

Risultati attesi

I piani nazionali di emergenza e intervento conterranno una chiara descrizione delle procedure e dei criteri utilizzati per creare immediatamente delle zone di sicurezza (perimetrazione), a seconda del tipo di minaccia sanitaria in corso. Tali zone hanno lo scopo di (i) limitare l’entità della minaccia; (ii) consentire il salvataggio delle vittime da parte di persone competenti; (iii) proteggere i soccorritori; (iv) permettere la protezione della popolazione circostante con appropriate contromisure; (vi) consentire un controllo adeguato dell’impatto ambientale; (vii) permettere alle forze dell’ordine di intervenire; (viii) impedire interferenze da parte dei media.

Le SOP descriveranno chiaramente le zone accessibili, specificando il personale autorizzato ad accedervi e a quali condizioni. Tutti i soccorritori saranno qualificati e avranno famigliarità con queste procedure. Sarà messo a punto un sistema per un'agevole individuazione del personale di salvataggio (uniformi, elmetti colorati, giacche). È inoltre definita l’interazione con altri attori nelle procedure di decontaminazione.

Stati membri

Il piano di emergenza e intervento contiene: � una chiara assegnazione delle mansioni tra le discipline/i settori di soccorso (settore medico; decontaminazione di

persone e ambienti; gestione dei rifiuti; intervento di smaltimento). � SOP chiare per la definizione di zone (perimetrazione, accesso al personale di soccorso e postazioni (posto di

comando operativo, unità di decontaminazione, posto medico avanzato, centro di crisi sul campo, comunicazioni e supporto logistico)). L’accesso a queste zone è vietato alla popolazione e ai giornalisti. Per entrambe le zone potrebbero essere necessarie misure di polizia e contromisure ambientali.

� SOP chiare tra discipline/settori di soccorso (comprensione comune di codici e linguaggio, procedure di comando approvate, coordinamento, sistemi di comunicazione comuni o compatibili).

� Piani di emergenza delle istituzioni sanitarie da attivare in base a criteri e soglie definiti dalla legislazione nazionale. � SOP che permettono di intensificare/ridurre la distribuzione delle risorse. � Un chiaro mandato di perquisizione in riferimento a beni di proprietà privata (terreni, veicoli, laboratori, ospedali,

medicinali) con chiare implicazioni legali e finanziarie. � Attuazione dell’IHR (2005) con una funzione di punto focale nazionale IHR per il collegamento con l’OMS � Attuazione della funzione di punto focale EWRS per il collegamento con la Commissione.

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Agenzie

� Consulenza scientifica e valutazione delle minacce

Commissione europea

Lista di controllo per la gestione di incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � elenco, inventariazione delle risorse di intervento in termini di personale e materiali per la gestione della risposta /

del soccorso; � SOP per l’intensificazione e la capacità di intervento; � procedure per il coordinamento dell’assistenza tra Stati membri.

Interoperabilità

Collegamenti operativi per la facilitazione intracomunitaria delle operazioni: � accordi di coordinamento transfrontaliero ed esercitazioni con il coinvolgimento di discipline/settori diversi � workshop per i pianificatori.

6.2 Passerelle tra discipline/settori

Risultati attesi

La capacità di intervento implica una chiara individuazione di tutti i settori e degli attori coinvolti nella gestione della principale minaccia sanitaria.

Saranno predisposti accordi, regolamenti o altre forme di regolamentazione tra tutte le parti interessate a tutti i livelli politici; saranno messe a punto procedure di collegamento e il personale sarà istruito su come attuare tali procedure.

Le responsabilità delle direzioni generali della Commissione e delle agenzie saranno chiaramente definite. All’interno della Commissione e in alcuni Stati membri le questioni sanitarie riguardanti il contesto preospedaliero saranno gestite dalla protezione civile.

Le autorità nazionali al punto di ingresso potranno avvalersi di accordi/misure di rintracciabilità adeguati. Inoltre, sarà introdotto un quadro giuridico per l’ottenimento di informazioni dalle compagnie aeree che hanno periodici “slot” negli aeroporti e dalle agenzie di viaggio, dai tour operator e dalle società marittime.

I piani nazionali conterranno informazioni generiche da trasmettere ai passeggeri prima e durante il viaggio (per esempio, manifesti e cartelline al punto di ingresso, informazioni sul controllo bagagli, ecc.) e invieranno tali informazioni alle compagnie aeree, alle agenzie di viaggio, ai tour operator e alle società marittime (informazioni ai passeggeri al momento dell’acquisto del biglietto).

Stati membri

Individuare e attuare i collegamenti tra settori, oltre al settore sanitario: � Ambiti di soccorso: vigili del fuoco, protezione civile, forze di polizia, identificazione delle vittime di disastri (DVI) � Settore dei trasporti, consulenza di viaggio e misure da attuare al punto di ingresso:

� SOP e quadro giuridico per la ricerca dei passeggeri o per le autorità presso il punto di ingresso o per le società di trasporto

� SOP per le informazioni ai passeggeri ai punti di ingresso � rete operativa per la trasmissione tempestiva delle informazioni ai soggetti interessati � elenco dei punti di contatto locali, regionali, nazionali e internazionali � la consulenza di viaggio e le misure da attuare ai punti di ingresso sono parte integrante del processo di

intensificazione degli interventi nei piani di crisi nazionali � gli esperti in ambito sanitario (a livello nazionale e internazionale) forniranno consulenza scientifica mentre le

autorità sanitarie nazionali forniranno sostegno � conformità con la legislazione in materia di punti di ingresso (IHR 2005 e altri) e protezione dei dati

Agenzie

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� Individuazione delle agenzie dell’UE al di fuori del settore sanitario � Collaborazione con la rete comunitaria � Procedure per assistere gli Stati membri, su richiesta, nella ricerca dei passeggeri � Quadro giuridico per la trasmissione di dati pertinenti ai soggetti competenti in materia di procedure di ricerca dei

passeggeri � Strumento sicuro e SOP per la trasmissione dei dati nelle procedure di ricerca dei passeggeri � Elenco dei punti di contatto locali, regionali, nazionali e internazionali � Consulenza scientifica/valutazione dei rischi in riferimento al trasporto di agenti pericolosi � Sostegno nell’individuazione del laboratorio più appropriato dell’UE per lo scopo desiderato � Collegamento in rete dei laboratori dell’UE

Commissione europea

Collegamenti operativi per la facilitazione intracomunitaria delle operazioni: � Assistenza agli Stati membri nell’applicazione delle misure di tracciabilità � Creazione di procedure in collaborazione con le autorità nazionali degli Stati membri e con le parti interessate nel

settore dei viaggi � Quadro giuridico europeo per la trasmissione di dati pertinenti ai soggetti competenti in materia di procedure di

ricerca dei passeggeri � Strumento sicuro per il coordinamento delle misure adottate nelle procedure di ricerca dei passeggeri su ampia scala � Elenco dei punti di contatto locali, regionali, nazionali e internazionali � Coordinamento delle misure attuate ai punti di ingresso � Collaborazione con la rete dei comunicatori.

Interoperabilità � Procedure di cooperazione tra i servizi della Commissione e le autorità nazionali competenti negli Stati membri � Quadro giuridico europeo per la trasmissione di dati ai soggetti competenti in materia di procedure per la ricerca dei

passeggeri � Piattaforma dell’UE per il dialogo tra aziende sanitarie e private nel settore dei viaggi (aeroporti, società aeree,

agenzie di viaggio, altre parti interessate e altri servizi implicati) � Attuazione dell’IHR (2005) � Collaborazione tra autorità europee interessate (Europol, Sanità, Trasporti, Giustizia, Economia) � Discussione a livello internazionale: IATA, OMS, tra gli altri

6.3 Passerelle tra sicurezza e salute

Risultati attesi

Gli Stati membri avranno introdotto dei meccanismi di coordinamento e di comunicazione tra le autorità sanitarie, di polizia e della protezione civile a livello nazionale al fine di attuare le misure sanitarie. Ogni autorità competente terrà aggiornate le proprie controparti negli Stati membri in collegamento con la Commissione.

Gli Stati membri prevedranno nei loro piani indagini epidemiologiche e investigazioni di polizia.

La Commissione, l’ECDC e l’EUROPOL sosterranno l’iniziativa di cooperazione perché molte delle contromisure comporteranno un intervento delle forze di polizia e della protezione civile. Le strutture di comando e controllo a livello nazionale e le strutture di collegamento e controllo a livello di UE sosterranno questo ruolo. Per ulteriori informazioni si rimanda al documento di lavoro dei servizi della Commissione del 17/6/2009 SEC(2009) 874

(http://s-sanco-europa/health/ph_threats/com/preparedness/prephome/cbrn_en.htm).

Stati membri

Lista di controllo per gli incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � Nella fase precedente l’incidente esistono pratiche, criteri e condizioni preliminari necessarie per consentire

l’interazione tra organismi di polizia e autorità sanitarie in questi ambiti: � sviluppo di relazioni di lavoro comuni prima del verificarsi degli incidenti � gestione di indagini comuni � creazione di sinergie nelle indagini condotte dalle forze dell’ordine e dalle autorità sanitarie

� La valutazione dei rischi e delle minacce, lo scambio di informazioni e la collaborazione sono organizzati prima di un evento

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� Definizione della minaccia e del rischio e principi per l’applicazione della valutazione dei rischi e delle minacce

� Interazione tra autorità sanitarie e organi di polizia in materia di rischi e minacce � Ostacoli/soluzioni per lo scambio di informazioni � Sviluppo di relazioni di lavoro congiunte e gestione comune delle indagini

� Sicurezza e gestione del personale � Ai datori di lavoro spetta la responsabilità di controllare e assistere il personale nella protezione dell’accesso

ai materiali pericolosi e di adeguarsi a misure di sicurezza intensificate per proteggere i materiali pericolosi e il patrimonio informativo.

� Controllo del personale e dei visitatori nei siti sensibili � Sicurezza delle strutture e gestione (del materiale biologico)

� Comprensione delle diverse prospettive assunte dalle autorità sanitarie e di polizia riguardo al rischio pubblico che potrebbe scaturire da un abuso dei materiali biologici solitamente immagazzinati e utilizzati in strutture pubbliche, scolastiche e industriali

� Determinazione di una comprensione comune di livelli di sicurezza ragionevoli che possono essere migliorati con l’intensificarsi della minaccia

� Elaborazione di programmi di lavoro comuni sul potenziamento della sicurezza, in particolare per quanto concerne gli agenti biologici.

� Sicurezza dei trasporti, controllo e affidabilità dei materiali � Preparazione di campioni da trasportare ai fini di un’ulteriore analisi � Definizione di requisiti per garantire la sicurezza dei materiali durante il transito � Promulgazione dei vari regolamenti internazionali distinta a seconda dei materiali biologici in transito � Formazione del personale addetto al transito dei materiali pericolosi � Tracciabilità e protezione dei materiali in transito, garantendo la legittimità dei destinatari e verificando la

corretta recezione dei campioni spediti � Valutazione comune dei rischi e delle minacce in caso di incidenti sospetti

� Riconoscimento da parte delle autorità sanitarie di incidenti che dovrebbero essere riferiti alle forze dell’ordine e ad altre autorità competenti

� Riconoscimento da parte delle forze dell’ordine e di altre autorità competenti di incidenti che dovrebbero essere riferiti alle autorità sanitarie

� Dispositivi di protezione individuale (DPI) � Valutazione del pericolo e fornitura di dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati � Restrizioni alla comunicazione � Resistenza e degrado della performance fisiologica e dei dispositivi � Standardizzazione dei gruppi di DPI (interoperabilità) rispetto alla necessità di differenziare gli standard dei

DPI per garantire pratiche di lavoro diversificate � Smaltimento dei DPI � Verifica della protezione dei DPI e rassicurazione del personale � Disponibilità di strutture di decontaminazione per il personale operativo delle autorità competenti/del settore

sanitario e delle forze dell’ordine � Definizione e attivazione di zone di sicurezza e zone critiche ai fini di un’indagine

� Definizione delle zone di sicurezza � Legislazione per sostenere le attività di lavoro nel sito dell'incidente � Fornitura di sistemi di lavoro sicuri per gli investigatori � Presenza di cordoni di polizia e sicurezza del sito/pubblica � Funzionari e autorità necessaria per invocare misure di sicurezza e controllo

� Aspetti relativi ai laboratori: conservazione della catena di prove � Individuazione e classificazione dei pericoli � Principi guida per la raccolta di campioni per scopi forensi (chi raccoglie cosa) � Percorsi nei laboratori

� Aspetti relativi ai laboratori – designazione, accreditamento, assicurazione della qualità e requisiti forensi per gli esami diagnostici e la conferma dei risultati diagnostici � Comprensione dei vari ruoli e processi utilizzati dai laboratori per l'esclusione o la conferma della diagnosi � Individuazione di laboratori specialistici e di riferimento appropriati � Utilizzo di laboratori non normalmente accreditati a fornire servizi forensi � Comprensione dei vari processi e livelli di prova usati nell’elaborazione del sospetto clinico di una malattia,

nell’ottenimento di conferme cliniche e nella fornitura di elementi di prova della malattia soddisfacenti � Conservazione di campioni di prova � Smaltimento di rifiuti di prova pericolosi

� Relazioni con gli organi di informazione e con il pubblico � Informare il pubblico e mantenere la fiducia garantendo un’informazione precoce, trasparenza e

comprensione dei bisogni del pubblico e della sua percezione dei rischi

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� Impedire la diffusione del panico e la perturbazione dell’ordine pubblico � Rassicurazione del pubblico, vigilanza e sensibilizzazione � Fare in modo che il pubblico agisca in modo da mitigare e ridurre al minimo l’impatto di un incidente � Garantire l’aiuto del pubblico nella prevenzione e nella sorveglianza dei crimini � Permettere un ritorno alla normalità con la massima tempestività � Garantire il diritto-dovere dei media di informare il pubblico

� Formazione ed esercitazioni � Regolarità e intensità della formazione � Livelli diversi di gestione possono richiedere interventi di formazione diversi � Formazione inter-agenzia rispetto a formazione intra-agenzia � I funzionari di prima linea necessitano di una formazione pratica � Dev’essere sottolineata la necessità di sensibilizzare tecnici e professionisti alleati.

Commissione europea � Strumenti di informazione medica e di allarme nell’UE e, se del caso, a livello internazionale e loro utilizzo

� Garantire che le persone appropriate abbiano accesso alle informazioni pubbliche e riservate nell’UE � Garantire la loro capacità di analizzare le informazioni raccolte da queste fonti in termini di bisogni e

vulnerabilità nazionali � Devono essere presenti sistemi nazionali di divulgazione e di allarme per garantire che le informazioni

raccolte possano essere utilizzate � Il settore sanitario dovrebbe collaborare con le forze dell’ordine nell’ambito di una cooperazione formale,

affinché le diverse competenze analitiche delle varie organizzazioni possano essere raccolte allo scopo di ottimizzare la quantità di informazioni raccolte e la qualità delle analisi effettuate.

� Le agenzie sanitarie implicate in queste collaborazioni devono garantire che il loro personale di collegamento rispetti le misure di sicurezza concordate per una gestione sicura delle informazioni sensibili, possieda un nulla osta di sicurezza ufficiale e fornisca alle forze dell’ordine valutazioni del rischio di qualità.

6.4 Piano di continuità operativa

Risultati attesi

Fare in modo che i servizi essenziali siano garantiti nel caso di un’emergenza sanitaria di vaste dimensioni, con una riduzione del personale del 30% circa. In ogni Stato membro saranno individuate le strutture critiche del settore sanitario e non solo. La pianificazione dovrebbe essere compito dei servizi stessi, che ne garantiscono la presenza all’interno dei rispettivi piani di emergenza esistenti, in collaborazione con le autorità competenti.

Stati membri

� Individuare tutti i servizi e le strutture critiche � Disporre di un piano di continuità operativa per le crisi sanitarie di vaste dimensioni, che definisca il ruolo delle

autorità e delle istituzioni sanitarie e individui le risorse fondamentali

Agenzie � Procedure per assistere gli Stati membri, su richiesta, nell’attuazione del piano di continuità operativa � Consulenza scientifica/valutazione dei rischi per le strutture/i servizi critici

Commissione europea

Attività a livello comunitario che porti a: � il coordinamento delle contromisure per il piano di continuità operativa.

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Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � un accordo sui servizi critici per l’attuazione del piano di continuità operativa � la gestione delle normali attività critiche in maniera il più possibile efficiente con una riduzione del personale del

30% circa.

6.5 Trasporto di campioni

Risultati attesi

Gli Stati membri specificheranno nei loro piani le modalità per il trasporto di agenti patogeni pericolosi all’interno (e, se necessario, al di fuori) dei confini nazionali. Per il trasporto di tali agenti esisteranno accordi tra laboratori approvati dall’autorità competente. Le autorità doganali saranno informate in merito ai trasporti autorizzati tra laboratori nazionali designati per le emergenze sanitarie.

La legislazione comunitaria regolamenterà il trasporto di pazienti e campioni ambientali nelle emergenze sanitarie. La legislazione comunitaria e nazionale sul trasporto di sostanze pericolose sarà periodicamente adeguata alle circostanze scientifiche e tecnologiche mutevoli notificate dalle organizzazioni internazionali.

Sarà messa a punto una normativa o linee guida in materia di misure protettive.

Stati membri, agenzie e Commissione europea

Lista di controllo per gli incidenti con conseguenze per la salute pubblica: � Misure di sicurezza per i trasporti (conformemente alle norme internazionali)

� Protezione civile o società di trasporto accreditate/autorizzate � Personale qualificato e attrezzature adeguate � Elenchi di contatti e SOP in conformità con il tipo di sostanza trasportato

� Accordi tra autorità, laboratori e società di trasporto � La legislazione tiene conto della situazione di emergenza:

� dogane � trasporti � laboratori designati.

Interoperabilità

Collegamenti operativi per il trasporto intracomunitario, che richiedono: � che sia individuato un vettore fidato per eventuali esigenze di trasporto � che il vettore verifichi se le merci sono effettivamente trasportate a destinazione � che a destinazione sia organizzato un prelievo adeguato � che vi sia un accordo che disciplini le questioni relative alle verifiche, al pagamento e alla riservatezza � che sia osservata la legislazione comunitaria in materia di trasporto di pazienti e campioni ambientali nelle

emergenze sanitarie � il trasporto di sostanze pericolose � che sia presente a livello nazionale una normativa o linee guide in materia di misure protettive � che sia osservata la legislazione internazionale in materia di trasporto di pazienti e campioni ambientali nelle

emergenze sanitarie (per esempio, IATA, OMS).

6.6 Implicazioni etiche delle contromisure

Risultati attesi

Le questioni etiche sono strettamente correlate alle questioni legali summenzionate e fanno parte integrante del quadro necessario per valutare l’accettabilità culturale di misure quali la quarantena e l’immunizzazione selettiva di gruppi a rischio predefiniti. I problemi etici emergono quando si registra una mancanza di mezzi per tutta la popolazione e quando soltanto gruppi selezionati di persone hanno accesso alle risorse disponibili.

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I piani nazionali contengono un quadro etico di riferimento per le risposte alle crisi sanitarie. I piani nazionali descrivono una procedura di verifica per garantire che gli aspetti etici delle decisioni politiche durante un’emergenza offrano un equilibrio tra diritti degli individui e diritti della popolazione.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per le implicazioni etiche delle contromisure � I piani nazionali esaminano:

� le questioni etiche correlate alla riduzione della disponibilità di una risorsa che scarseggia (per esempio, razionamento di test di laboratorio diagnostici, vaccini, farmaci antivirali o altri medicinali e apparecchiature)

� questioni relative alla vaccinazione obbligatoria per gli assistenti sanitari primari, gli operatori del sistema sanitario e i fornitori di servizi di base per la comunità

� problemi correlati alla limitazione della libertà personale, che possono sorgere in caso di isolamento e quarantena

� definizione di un quadro etico per la ricerca, soprattutto se questa è svolta sulle persone.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � una piattaforma tra servizi della Commissione e parti interessate:

� individuare i problemi con implicazioni etiche � fornire un quadro per valutare l’inclusione degli aspetti etici � formulare raccomandazioni.

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7. Gestione dei piani

La presente sezione descrive le procedure necessarie per gestire i piani definiti, permettendo una condivisione, valutazione, formazione, distribuzione e sperimentazione attente e reciproche.

7.1 Follow-up e verifica dei piani

Interoperabilità

Questa procedura di pianificazione suggerita deve essere seguita da un’azione per garantire che siano approntate le strutture, la legislazione, le disposizioni e le risorse necessarie. Dovrebbe essere chiarito a chi spetta la responsabilità del piano e dovrebbero inoltre essere concordati un meccanismo e la frequenza per la revisione e l’aggiornamento del piano stesso. Gli elenchi di distribuzione dovrebbero essere mantenuti aggiornati. Questa pianificazione comunitaria può fornire un modello per piani specifici in base all’evento oppure per l’elaborazione e l’aggiornamento di piani nazionali/regionali, che ovviamente non dovrebbero essere in contrasto tra loro. I piani pertanto dovrebbero contenere riferimenti incrociati. Le persone responsabili della pianificazione dovrebbero supervisionare e garantire l’esistenza di piani nazionali e dovrebbero essere coinvolte nell’elaborazione o nell’aggiornamento di questi piani. Sarà pertanto consigliabile che tutti i piani nazionali siano condivisi e convalidati attraverso un meccanismo concordato.

Il livello di scrutinio dei piani nell’UE richiede un’attenta considerazione, essendo sensibile dal punto di vista politico.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per il follow-up dei piani: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � Le autorità sanitarie o l’autorità competente intervengono per garantire che le strutture, la legislazione, le

disposizioni e le risorse necessarie per la pianificazione nazionale/regionale e locale siano state approntate � Si concordano le responsabilità per il piano e un meccanismo di revisione, con un’indicazione della frequenza delle

revisioni � I piani contengono un elenco di distribuzione che deve essere mantenuto aggiornato � Le autorità sanitarie o le autorità competenti presentano i vari piani alle proprie controparti per garantire che i piani

nazionali/regionali/locali siano coordinati a diversi livelli � È concordato un meccanismo per l’analisi, il confronto e la valutazione dei piani nazionali.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione dei piani da parte delle autorità sanitarie o delle autorità competenti e la loro presentazione alle

proprie controparti per garantire che i piani nazionali/regionali/locali siano coordinati nei diversi Stati membri � la fornitura di un inventario e di una banca dati per i piani nazionali � l’individuazione comune da parte degli Stati membri di un meccanismo per l’analisi, il confronto, la valutazione e il

controllo della compatibilità reciproca dei piani nazionali

7.2 Formazione

Risultati attesi

A livello di UE lo strumento più adeguato per la formazione potrebbe essere quello di “formare i formatori”, che possano tenere corsi adeguati a livello nazionale. In questo modo sarà possibile colmare eventuali lacune che potrebbero esistere nel materiale didattico (corsi, slide, studi di casi) e/o in termini di formatori. Saranno pertanto elaborate procedure e strutture e si provvederà a condividere il materiale didattico; sarà creata una “directory dei formatori” e i corsi saranno aperti anche agli “stranieri”.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la formazione: il piano contiene i seguenti requisiti minimi?

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� Linee guida per la formazione di tutto il personale interessato, compresi i dirigenti � I piani comprendono programmi didattici pertinenti per tutti i livelli interessati.

Stati membri, Commissione e agenzie

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la creazione di moduli dedicati alla “formazione dei formatori” a sostegno dei corsi organizzati a livello nazionale e

della produzione di materiale didattico (corsi, slide, studi di casi) � procedure e strutture per elaborare materiale didattico e una “directory dei formatori” per mettere a disposizione

materiali didattici e per elaborare corsi � il miglioramento della collaborazione tra Stati membri; lo scambio di moduli didattici, esperienze, ecc.

7.3 Verifica e valutazione dei piani, comprese le esercitazioni

Risultati attesi

Dopo aver definito la struttura e i contenuti di un piano della capacità di intervento è importante testare e valutare il piano stesso. Saranno organizzate periodicamente delle esercitazioni per verificare la coerenza e la fattibilità della pianificazione.

Una prima esercitazione potrebbe essere quella di passare in rassegna l’intero piano in maniera sistematica, “ripassando” le esperienze recenti con i vari soggetti interessati.

Un altro passo potrebbe essere quello di rivedere il piano con gli attori chiave e simulare assieme a loro i diversi scenari. Per testare i piani le esercitazioni dovrebbero essere intraprese a livello nazionale/regionale/locale. La valutazione e le lezioni apprese sono strumenti importanti per migliorare i piani.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per la verifica e la valutazione dei piani: � Orientamenti per le esercitazioni � I piani contengono indicazioni sulle procedure di esercitazione e sulle lezioni apprese � Una o più esercitazioni, che consentano ai soggetti coinvolti di testare e valutare i piani proposti

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la verifica periodica degli scenari a livello di UE � l’individuazione nel piano del maggior numero possibile di attori (non soltanto nel settore medico) (partner locali,

regionali, nazionali, nell’UE e a livello mondiale) � la condivisione delle lezioni apprese � la creazione di opportunità per definire buone prassi e linee guida nella Comunità.

7.4 Obiettivi riguardanti i tempi di risposta

Risultati attesi

Per quanto concerne gli obiettivi riguardanti i tempi di risposta, essi si riferiscono ai quadri temporali definiti per le funzioni o i compiti di risposta critici selezionati. Tali obiettivi rientrano tra quelli individuati per una capacità di risposta. Nelle esercitazioni dovranno essere utilizzati come criteri di valutazione.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per gli obiettivi riguardanti i tempi di risposta: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � I piani contengono indicatori specifici e obiettivi riguardanti i tempi di risposta, tra cui la verifica delle tempistiche

nei seguenti casi:

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� determinazione delle operazioni per la gestione delle emergenze � attivazione del Centro per la gestione delle situazioni di crisi (EOF) � l’EOF è pienamente funzionante (tutte le organizzazioni sono rappresentate) � notifica ai partner locali, nazionali e dell’UE � avvio delle azioni di mitigazione e fornitura di assistenza tecnica agli operatori in loco � perimetrazione di un’area � raccomandazione di azioni di tutela urgenti per il pubblico � preparazione dell’assistenza iniziale ai pazienti presso l’unità operativa di medicina d’urgenza

� I tempi di risposta sono testati a vari livelli

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione delle lezioni apprese e delle efficienze dei piani.

7.5 Obiettivi relativi alla copertura

Risultati attesi

Gli obiettivi relativi alla copertura per le funzioni o i compiti critici selezionati contribuiscono a verificare l’attuazione dei piani a livello interdipartimentale. Tali obiettivi rientrano tra quelli individuati per una capacità di risposta e dovrebbero essere usati come criteri di valutazione. La copertura di specifici gruppi bersaglio professionali prevista nei piani nazionali per determinate malattie (per esempio, vaccino contro l’influenza, disponibilità di dispositivi di protezione individuale e collettiva ecc.) permette ai gestori dei piani di valutare la corretta attuazione degli stessi.

Stati membri, Commissione e agenzie

Lista di controllo per gli obiettivi riguardanti la copertura: il piano contiene i seguenti requisiti minimi? � I piani contengono indicatori adeguati e obiettivi relativi alla copertura, tra cui le procedure per la rilevazione:

� della copertura delle operazioni per la gestione delle emergenze � della copertura di gruppi professionali bersaglio (per esempio, protezione civile, trasporti ecc.)

� Le tempistiche necessarie per raggiungere tali obiettivi sono verificate a diversi livelli.

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione delle lezioni apprese e delle efficienze dei piani.

7.6 Analisi comparativa

Risultati attesi

Per favorire il processo di pianificazione e l’elaborazione di uno standard minimo comune nell’UE per la pianificazione della capacità di intervento, la Commissione dovrebbe organizzare un forum annuale per l’analisi comparativa nell’ambito degli accordi di cooperazione esistenti.

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7.7 Valutazione e follow-up di eventi ed esercitazioni

Risultati attesi

Uno strumento importante per migliorare la capacità di intervento e la pianificazione è la valutazione di eventi ed esercitazioni, l’individuazione di ambiti suscettibili di miglioramento ma anche l’identificazione degli ambiti che funzionano correttamente.

Stati membri, Commissione e agenzie � I seguenti requisiti minimi sono soddisfatti?

� Preparazione di una struttura per il follow-up e l’analisi di un evento � Preparazione di una struttura per il follow-up e l’analisi delle esercitazioni � Preparazione di una struttura per l’integrazione delle esperienze e la trasmissione di riscontri sulle lezioni

apprese

Interoperabilità

Attività a livello intracomunitario che porti a: � la condivisione di esperienze e migliori prassi tra Stati membri � la condivisione di esperienze e migliori prassi tra diversi settori.

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ALLEGATO 1: Requisiti minimi per le sale crisi

1. Informazioni generali

Il coordinamento e la gestione delle emergenze sanitarie stanno generando un interesse crescente a livello di Unione europea. Il Comitato per la sicurezza sanitaria è uno dei principali pilastri della capacità di intervento e della risposta alle crisi sanitarie e, in quanto tale, ha incaricato la sezione per la pianificazione generale della capacità di intervento di aggiornare il documento tecnico del 2005 su tale argomento, compresi i requisiti minimi per le sale crisi.

Tra gli eventi che mettono a repentaglio la sicurezza sanitaria si annoverano i focolai di malattie infettive e la contaminazione dovuta a cibi, prodotti, animali o piante non sicuri oppure alla dispersione di agenti chimici, biologici, radiologici o nucleari nell’ambiente.

Uno scambio di informazioni rapido sull’evoluzione della situazione, la conoscenza delle misure intraprese o previste da altri paesi e la capacità di coordinare gli interventi e le attività di risposta svolgono tutti un ruolo cardine nella gestione efficace di una crisi. A tal fine è necessario anche concordare i messaggi chiave e una linea d’azione comune nelle relazioni con i media.

La creazione di locali speciali (sale crisi) presso i ministeri della Salute e/o altre autorità competenti negli Stati membri migliorerebbe i contatti tra tutte le parti interessate che contribuiscono alla valutazione dei rischi e alla gestione di un evento di ampia portata, a livello nazionale o internazionale.

Il presente documento fa tesoro dell’esperienza raccolta negli ultimi anni dall’unità per le minacce sanitarie del Centro per la gestione delle situazioni di crisi [HEOF] e individua gli strumenti e le strutture che idealmente dovrebbero essere utilizzati per far fronte alla sfida della comunicazione. L’elenco è puramente indicativo e vuole essere una guida, non uno strumento vincolante. Non tiene conto delle consuete norme in materia di salute e igiene in vigore nei diversi paesi, che devono essere comunque ottemperate.

2. Scopo di una sala crisi

Lo scopo principale è migliorare la comunicazione, la collaborazione e il coordinamento con altri partner nella gestione di un incidente, al fine di migliorare il quadro della situazione, tratteggiare scenari comuni, condividere e verificare le informazioni, garantire la coerenza delle misure intraprese e favorire il processo decisionale.

Le apparecchiature tecniche nella sala crisi dovrebbero consentire al personale di entrare in contatto con i partner in servizio presso altri centri operativi di emergenza a livello nazionale (per esempio altri settori di attività) o internazionale [Commissione europea, agenzie dell’UE (per esempio, ECDC, EMEA) e presso organizzazioni internazionali come l’OMS ecc.], intrecciando le attività della comunità addetta alla gestione delle emergenze sanitarie e permettendo i contatti con gli esperti in materia.

3. Strutture / spazi

I locali devono essere sufficientemente ampi da ospitare comodamente il numero di persone che dovrebbe utilizzarli durante una crisi. Dovrebbero inoltre essere disponibili alcune sale per le riunioni, di dimensioni diverse, tra cui:

una sala direzionale per i gestori delle crisi e i funzionari di alto livello;

un centro operativo per le comunicazioni, dove la squadra di esperti addetti alla raccolta di informazioni possa accedere alle informazioni;

una sala riunioni in cui sia possibile organizzare riunioni tradizionali e virtuali (audio- e videoconferenze);

un centro di coordinamento in cui sia possibile valutare e discutere la situazione e i possibili interventi;

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una sala riservata alla squadra responsabile delle comunicazioni con i mezzi di informazione, compreso uno spazio per le riunioni con la stampa;

una sala stampa per giornalisti (se l’unità di crisi è autorizzata a mantenere contatti diretti con la stampa); tuttavia, questo locale dev’essere distante dalle sale crisi per questioni di riservatezza;

sale secondarie (break-out rooms) per le riunioni degli esperti;

un’area di supporto (segreteria e logistica).

Le sale riunioni dovrebbero avere dimensioni diverse, essere dotate di sistemi di condizionamento d’aria efficaci e di un’adeguata illuminazione. Un’attenzione speciale dovrebbe essere riservata all’ergonomia di mobili e sedute.

Il personale dovrebbe avere accesso a una zona relax, in base ai probabili turni (diurni/ notturni/durata dei turni). Dovrebbe poter avere accesso a cibo e bevande (cucina?) e disporre di uno spazio per il relax.

Considerando i costi insiti nell’acquisto di strutture per la gestione delle crisi, dovrebbe essere possibile trasformare rapidamente i locali utilizzati per le normali attività di lavoro, adeguandoli in modo che si possa rispondere alle sfide poste da eventi di vaste dimensioni.

Si dovrebbero considerare livelli di attivazione diversi, per esempio:

livello verde – attivazione del monitoraggio per le attività quotidiane;

livello giallo – attivazione parziale, allorché si rilevi un evento preoccupante;

livello rosso – attivazione totale, con la messa a punto di tutte le funzioni primarie e di supporto al fine di rispondere in maniera efficace alla minaccia individuata.

Altri punti da considerare riguardano la sicurezza. Le sale crisi dovrebbero essere situate preferibilmente in una zona ad accesso limitato, dotata di un sistema di controllo degli accessi, di un sistema antincendio e di sistemi di sorveglianza (telecamere e custodi).

4. Apparecchiature

È possibile condividere le apparecchiature con altre parti interessate (per esempio, ministero dell’Interno o autorità della protezione civile), con le quali si può sottoscrivere un memorandum d’intesa.

Dotazioni minime Configurazione intermedia Configurazione ideale

Tecnologie dell’informazione � Computer con software

adeguati (compatibili con quelli di altre parti interessate, per esempio MS Office)

� Computer con software adeguati (compatibili con quelli di altre parti interessate, per esempio MS Office)

� Computer con software adeguati (compatibili con quelli di altre parti interessate, per esempio MS Office)

� Stampanti in bianco e nero

� Stampanti in bianco e nero

� Stampanti a colori

� Stampanti in bianco e nero

� Stampanti a colori � Plotter per mappe

(stampante di largo formato)

� Spazio su drive di rete adatto per il lavoro tra gruppi

� Spazio su drive di rete adatto per il lavoro tra gruppi

� Sistema di gestione dei documenti

� Spazio su drive di rete adatto per il lavoro tra gruppi

� Sistema di gestione dei documenti

� Software per la gestione

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delle crisi

� Firewall � Firewall � Firewall � Software di sicurezza

(antivirus, ecc.) � Software di sicurezza

(antivirus, ecc.) � Software di sicurezza

(antivirus, ecc.) � LAN dedicata � LAN dedicata � LAN dedicata � Supporto IT � Supporto IT � Supporto IT

Comunicazione

Dev’essere disponibile almeno un sistema tecnico adeguato per la gestione di informazioni classificate (dotazioni minime):

RESTREINT UE, CONFIDENTIAL UE o SECRET UE o delle corrispondenti informazioni classificate previste dalla legislazione nazionale. � Telefoni � Possibilmente telefoni

criptati, se non esiste un altro sistema per la gestione delle informazioni classificate

� Strumenti di comunicazione alternativi

� Telefoni � Telefoni cellulari

� Strumenti di comunicazione alternativi

� Telefoni � Telefoni cellulari � Telefoni satellitari � Telefoni criptati

� � Sistema di registrazione

� Fax � Possibilmente fax/PC

criptati, se non esiste un altro sistema per la gestione delle informazioni classificate

� Fax � Fax � Fax/PC criptati

� Accesso a Internet � Accesso a Internet � Accesso a Internet � � Accesso a mezzi di

informazione satellitari � Accesso a mezzi di

informazione satellitari � Mailbox funzionali

dedicate � Mailbox funzionali

dedicate � Mailbox funzionali

dedicate � � Sito Intranet dedicato

per le crisi � Sito Intranet e siti

Internet dedicati per le crisi

� WIFI � WIFI � WIFI � � � Accesso a un servizio di

assistenza telefonica esterno

� Audioconferenza Tripod

� Audioconferenza Tripod

� Accesso a un provider esterno per le audioconferenze, compreso uno strumento di gestione

� Audioconferenza Tripod

� Accesso a un provider esterno per le audioconferenze, compreso uno strumento di gestione

� Sistema di videoconferenza bilaterale (ISDN /IP)

� Sistema di videoconferenza a punti multipli (8 punti) (ISDN /IP)

� Sistema di videoconferenza a punti multipli (32 punti) (ISDN /IP)

� Proiettori con schermo � Proiettori con schermo � Proiettori con schermo

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grande grande � Schermi LCD

grande � Schermi LCD

� Smart Board

� � Invio di messaggi SMS e vocali automatici (esternalizzato a un provider o a un sistema specializzato)

Altri materiali � Cassaforte � Cassaforte � Cassaforte

� Distruggidocumenti � Distruggidocumenti

� Fotocopiatrice � Fotocopiatrice � Fotocopiatrice (in bianco e nero e a colori)

� Sistema di back-up � Sistema di back-up � Sistema di back-up, con soluzioni alternative in caso di interruzione della corrente elettrica – generatore o UPS (gruppo statico di continuità) con un’autonomia di alcune ore.

5. Accesso a software specifici e a siti web dedicati

Nelle sale crisi il personale responsabile di ciascun sistema dovrebbe avere accesso ai sistemi di allarme e/o informazione esistenti a livello nazionale, comunitario e internazionale.

A livello di UE ciò comprende anche l’accesso da parte del ministero della Salute o delle autorità competenti a:

• HEDIS [Sistema di informazione sulle emergenze sanitarie e le malattie] per informazioni sulla situazione e per la gestione della crisi

• EWRS [Sistema di allarme rapido e di reazione per le malattie trasmissibili]

• RAS BICHAT [Sistema di allarme rapido sugli attacchi e le minacce con agenti biologici e chimici]

• MedISys [Servizio di informazione medica]

Nel centro di crisi dovrebbero essere disponibili altri strumenti:

• software per la mappatura

• software per la modellazione

• accesso alle previsioni meteo.

6. Altro

Alcuni altri fattori essenziali da considerare allorché si allestisce una sala crisi:

a. formazione del personale;

b. definizione di procedure operative standard per l’allarme e la risposta;

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c. regolari esercitazioni in conformità dei piani, procedure operative standard e strumenti di informazione e comunicazione;

d. regolare verifica e utilizzo quotidiano di tutti gli strumenti e le strutture esistenti;

e. riferimenti/indicazioni sul centro di crisi nella pianificazione generale della capacità di intervento;

f. elaborazione di piani contingenti nel caso in cui il centro venga improvvisamente meno alla sua capacità di fornire sostegno per la gestione della crisi (strutture di back-up ecc.)

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Allegato 2: Elenco delle abbreviazioni usate

ARGUS Struttura di collegamento/contatto della Commissione europea

ASHT Sistema di allarme e sviluppo di un sistema di sorveglianza sanitaria per la diffusione deliberata di agenti chimici da parte di terroristi (progetto di Programma sanitario)

BCP Piano di continuità operativa

BICHAT Attacchi con agenti biologici e chimici

BLS Supporto di base alle funzioni vitali

BSN Rete di sorveglianza di base

B/W Bianco e nero

CBRN Eventi chimici, biologici e radiologici/nucleari

CCC Comitato di coordinamento di crisi

CEFIC Consiglio europeo dell’industria chimica

Kit di strumenti CIE La risposta sanitaria alle emergenze per incidenti chimici (progetto di Programma sanitario)

CP Punto di contatto

DG Direzione generale

DSN Rete di sorveglianza dedicata

DVI Identificazione delle vittime di disastri

EAPCCT Associazione europea dei centri antiveleni e dei tossicologi clinici

ECDC Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie

ECHA Agenzia europea delle sostanze chimiche

ECHO Direzione generale per gli aiuti umanitari

ED Unità operative di medicina d’urgenza

EDQM Dipartimento europeo per la qualità dei medicinali

EFSA Autorità europea per la sicurezza alimentare

EISS Progetto europeo di sorveglianza sull’influenza

EMEA4 Agenzia europea per la valutazione dei medicinali

EMPL Commissione per l’occupazione e gli affari sociali

EMS Servizi medici di emergenza

ENV Ambiente (DG)

EOC Centro operativo per le emergenze

EOF Centro per la gestione delle situazioni di crisi

EPCIP Programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche

EPIS Portale di informazione epidemiologica

ESCON Elemento di sorveglianza epidemiologica della rete comunitaria

UE Unione europea

4 EMA dal febbraio 2010

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UE-27 I 27 Stati membri dell’Unione europea

EUCURIE Sistema comunitario di scambio di informazioni radiologiche urgenti

EUNID European Network of Infectious Diseases Physicians (Rete europea dei medici specialisti in malattie infettive)

EUPHIN Rete europea d’informazione sanitaria pubblica

EURATOM Comunità europea dell’energia atomica

EVM Produttori europei di vaccini

EWRS Sistema di allarme rapido e di reazione

FAO Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l'Agricoltura

FMD Afta epizootica

GHSAG Gruppo d’azione sulla sicurezza sanitaria globale.

GHSI Iniziativa per la sicurezza sanitaria globale

GIS Sistema di informazione geografica

GOARN Rete globale di allarme e risposta (OMS)

GOP Medico generico

GSCT Scenari generici - diffusione di agenti chimici da parte di terroristi (progetto di Programma sanitario)

HEDIS Sistema di informazione sulle emergenze sanitarie e le malattie.

HEM Responsabile della gestione delle emergenze sanitarie

HEOF Centro per la gestione delle situazioni di crisi sanitaria

HEPA Filtri per particolati ad alta efficienza

HSC Comitato per la sicurezza sanitaria

HSSCD Progetto di sorveglianza sanitaria per le malattie trasmissibili

HTU Unità per le minacce sanitarie

IAEA Agenzia internazionale dell’energia atomica

IATA Associazione internazionale dei trasporti aerei

ICAO Organizzazione internazionale dell’aviazione civile

ICU Unità di cura intensiva

IHR Regolamento sanitario internazionale (IHR)

IP Protocollo Internet

IPCS Programma internazionale sulla sicurezza delle sostanze chimiche

IRIDE Inventario delle risorse per le malattie infettive in Europa

ISDN Rete numerica integrata nei servizi

JLS5 Giustizia, libertà e sicurezza (DG)

JRC Centro comune di ricerca

LAN Rete in area locale

LEN Rete dei servizi di contrasto

MedISys Servizio di informazione medica

5 DG HOME dal febbraio 2010

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MIC Centro di monitoraggio e informazione

MoU Protocollo d’intesa

MP Medicinali

SM Stati membri

NATO Organizzazione del Trattato Nord Atlantico

NEMO Rete sul modellamento matematico (NEtwork on mathematical MOdelling)

NFP Punto focale nazionale

ONG Organizzazione non governativa

OCSE Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici

UIE Ufficio internazionale delle epizoozie

OPCW Organizzazione per la messa al bando delle armi chimiche

PDA Assistente digitale personale

PHEIC Emergenza sanitaria di portata internazionale

DPI Dispositivi di protezione individuale

D e R Domande e risposte

RAPEX Sistemi di allarme rapido per i prodotti pericolosi

RAS- BICHAT Sistema di allarme rapido sugli attacchi con agenti biologici e chimici

RAS-CHEM Sistema di allarme rapido sulle sostanze chimiche

RASFF Sistema di allarme rapido per alimenti e mangimi

RD Ricerca e sviluppo

RELEX Relazioni esterne (DG)

SANCO Salute e consumatori (Santé et Consommateurs) (DG)

SARS Sindrome respiratoria acuta grave

SCENIHR Comitato scientifico sui rischi sanitari emergenti e recentemente identificati

SOP Procedure operative standard

TESSY Sistema europeo di sorveglianza

TREN6 Energia e trasporti (DG)

UPS Gruppo statico di continuità

WATA Associazione mondiale delle agenzie di viaggi

WG Gruppo di lavoro

OMS Organizzazione mondiale della sanità

6 Dall’inizio del 2010 la DG TREN è stata divisa in 2 direzioni generali: la DG TREN (Trasporti) e la DG ENER (Energia)

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Allegato 3: Definizioni Introduzione Nei piani della capacità d’intervento nel settore sanitario sono usati ripetutamente alcuni termini di cui esiste una definizione più o meno precisa. Per poter paragonare le attività pianificate nei vari Stati è necessario avere una comprensione comune di ciò che significano tali termini. La raccolta di termini riportati di seguito non tiene conto dei piani nazionali o del contesto in cui sono utilizzati. L’obiettivo è avere una comprensione comune di tali termini tra paesi diversi e favorire lo scambio di informazioni sui piani o durante una crisi. In generale, si dovrebbero utilizzare le definizioni di cui all’articolo 1 del regolamento sanitario internazionale (2005).

Autenticazione del mittente Stabilisce l’identità del provider di informazioni per via elettronica.

Autorizzazione di un utente Stabilisce cosa l’utente è autorizzato a fare. Il principio operativo applicato è quello del minor privilegio: i partecipanti, siano essi uomini o macchine, avranno soltanto i privilegi previsti per svolgere i propri compiti. Grazie a questo approccio si prevengono il sovraccarico di informazioni e la fuga di effetti avversi o la circolazione non autorizzata o la divulgazione di informazioni sensibili; inoltre, la vita privata dei pazienti è garantita nel miglior modo possibile poiché i dati personali sono trasmessi attraverso la rete.

Livello di biosicurezza Livello delle precauzioni per il biocontenimento necessarie per isolare gli agenti biologici pericolosi in una struttura chiusa.

Chiusura dei locali Misura per ridurre al minimo i contatti tra persone; potrebbe comprendere la chiusura di luoghi pubblici come le scuole, taluni ambienti di lavoro ecc.

Contatti (in caso di epidemia di

vaiolo) I contatti primari sono le persone che sono entrate in contatto con un caso confermato o probabile in un arco temporale che inizia 24 ore prima della manifestazione dei sintomi, in base alle definizioni dei casi, e fino al momento del distacco delle croste. Un altro gruppo di contatti sono i soggetti che sono venuti in contatto con materiali contagiosi. In tal caso i contatti possono essere suddivisi in due gruppi:

A Famigliari e persone che sono state direttamente in contatto (contatto cutaneo diretto) o che hanno avuto stretti contatti con il malato che potrebbero aver favorito la trasmissione respiratoria. Contatti con materiale infettivo

B Persone che hanno trascorso del tempo nello stesso ambiente o che hanno condiviso lo stesso sistema di condizionamento dell’aria con i soggetti infetti. Tale definizione comprende i passeggeri che hanno utilizzato lo stesso velivolo.

Contatti secondari o Contatti dei contatti

Famigliari o soggetti che sono stati direttamente in contatto con un contatto primario di tipo A.

Cordone sanitario Crea una barriera attorno a un’area geografica potenzialmente infetta per impedire la circolazione delle persone nella zona in questione e talvolta al di fuori di essa.

Crisi Una situazione grave, inattesa e spesso pericolosa, che richiede un’azione tempestiva; una situazione che può danneggiare o minacciare la vita, l’ambiente, un’infrastruttura critica o funzioni sociali essenziali, che può essere causata da una catastrofe naturale o provocata dall’uomo.

Comunicazione in caso di crisi La comunicazione in una situazione che, in qualche modo, mette in discussione il senso di adeguatezza, le tradizioni, i valori, la sicurezza, la salute, l’incolumità o l’integrità del governo.

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Decontaminazione Cfr. l’articolo 1 del regolamento sanitario internazionale (2005): una procedura per cui si adottano misure sanitarie per eliminare un agente o una materia infettiva o tossica dalla superficie corporea di un essere umano o di un animale, da un prodotto o dalla superficie di un prodotto destinato al consumo o da altri oggetti inanimati, compresi i mezzi di trasporto, che possono costituire una minaccia sanitaria.

Comunicazione in caso di

emergenza Ogniqualvolta vi sia l’impellenza di comunicare con un gruppo selezionato di persone a fronte di una situazione anomala che richiede un intervento tempestivo, oltre alle consuete procedure, per poter limitare danni, ferite o la morte di persone, beni o dell’ambiente. Spesso le comunicazioni sono di carattere squisitamente operativo e hanno lo scopo di stimolare o di orientare un’azione immediata.

Sistema di preavviso Un sistema attuato per l’individuazione di una crisi potenziale soprattutto attraverso bollettini, previsioni, avvisi.

Evacuazione L’azione di sgomberare un edificio considerato pericoloso dai suoi occupanti o di far abbandonare un’area ritenuta pericolosa dai suoi abitanti dirottandoli verso un luogo o un’area più sicuri. Il processo di trasportare dei feriti verso centri di cura d’urgenza.

Gruppi di soggetti ad alto rischio

di esposizione (in caso di

epidemia di vaiolo)

Denominati in alcuni piani operatori del pronto intervento; il termine solitamente è riservato a gruppi appositamente creati per gestire i primi casi di vaiolo. Si tratta di una qualsiasi persona che, con tutta probabilità, è tra le prime a venire a contatto con casi di vaiolo in un determinato paese. Di solito si tratta del personale sanitario, soprattutto in servizio presso il pronto soccorso, e dei soccorritori delle ambulanze. A seconda degli scenari probabili, dovrebbero essere presi in considerazione altri gruppi come la polizia, le autorità doganali e altri funzionari di frontiera.

Integrità delle informazioni Implica che le informazioni che transitano nel sistema, o sono custodite nel sistema, sono autentiche e rimangono integre. Per la trasmissione dei dati, i problemi di corruzione casuale dovrebbero essere gestiti a livello di protocollo con una correzione d’errore integrata. Per contrastare la corruzione intenzionale durante le trasmissioni di dati, il principio operativo sarà quello che ogni trasmissione di comunicazioni dovrà essere criptata, per via della natura dinamica, di comunicazione tra pari, delle reti.

Isolamento Cfr. l’articolo 1 del regolamento sanitario internazionale (2005). Indica la separazione dei soggetti malati o contaminati o dei bagagli, contenitori, mezzi di trasporto, beni o pacchi postali contaminati in modo da prevenire la diffusione dell’infezione o della contaminazione.

Emergenza di massa Un incidente di vaste proporzioni, in cui è coinvolto un elevato numero di persone, che determina una sproporzione eccezionale (in termini di dimensioni o di tempo) tra i bisogni medici e psicosociali, da un lato, e la capacità di risposta a tali bisogni, dall’altro lato.

Disastro Qualsiasi situazione di emergenza in cui la vita di tutti i giorni è perturbata improvvisamente. La popolazione, di conseguenza, necessità di protezione, cibo, indumenti, riparo, attenzioni mediche, cure sociali e altri interventi essenziali.

Informazione medica La categoria di informazioni che si ottengono con la raccolta, la valutazione, l’analisi e l’interpretazione di informazioni mediche, bioscientifiche e ambientali provenienti da fonti straniere che sono di interesse per la pianificazione strategica e per la pianificazione e gli interventi medici in campo militare, allo scopo di conservare la capacità di contrasto delle forze amiche e di formare valutazioni delle capacità mediche straniere nei settori militare e civile.

Attore Dipartimenti amministrativi e autorità, istituzioni, società e servizi della comunità (per esempio, ospedali, soccorritori, unità dei servizi medici di emergenza, …) a qualsiasi livello di funzionamento, che svolgono un

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ruolo fondamentale nella valutazione e nella gestione dell’evento.

Capacità di intervento Le conoscenze e le capacità sviluppate dal governo, dalle organizzazioni professionali addette alla risposta e al ripristino dello status quo, dalle comunità e dai singoli individui per anticipare efficacemente, rispondere e reagire agli impatti di una crisi probabile, imminente o attuale.

Pianificazione della capacità di

intervento Introduzione nei piani della dimensione locale, nazionale ed europea per quanto concerne i settori che possono incidere sui piani di emergenza: fornire una struttura per elaborare elementi essenziali per i diversi tipi di minacce sanitarie e per migliorare l’interoperabilità di questi piani, per far fronte alle minacce e alle emergenze che mettono a repentaglio o hanno probabilità di mettere a repentaglio la salute pubblica in più di uno Stato membro.

Farmaci prioritari Il termine “farmaci prioritari” indica i medicinali che sono necessari dal punto di vista sanitario/assistenziale ma non esistono o non vengono fabbricati perché viene a mancare la prospettiva di mercato. Il termine comprende i medicinali orfani, i medicinali per i bambini e gli anziani e i vaccini contro le principali minacce sanitarie dovute a malattie trasmissibili e al bioterrorismo.

Minaccia per la salute pubblica Si tratta di un evento (incidente), una condizione o un agente che, con la sua presenza, può danneggiare rapidamente, direttamente o indirettamente, una popolazione esposta, in maniera sufficiente da determinare una crisi.

Crisi sanitaria Una sequenza di eventi che scaturisce da una minaccia per la salute pubblica, in cui il limitato tempo disponibile per prendere decisioni e l’elevato grado di incertezza determinano un sovraccarico per la normale capacità di risposta e una minaccia per l’autorità.

Quarantena Ai sensi dell’articolo 1 del regolamento sanitario internazionale (2005), è la restrizione delle attività e/o la separazione dagli altri di persone sospette che non sono malate o di bagagli, contenitori, mezzi di trasporto o beni sospetti in modo da impedire la possibile diffusione di un’infezione o contaminazione.

Sistema di allarme rapido e di

notifica immediata Un sistema prevalentemente usato per la notifica rapida delle

emergenze e degli eventi gravi tra la CE, le autorità competenti

negli Stati membri e occasionalmente i partner nell’attuazione e gli

interlocutori della CE.

Ripristino dello status quo Il ripristino e, se del caso, il miglioramento delle strutture, dei mezzi di sostentamento e delle condizioni di vita delle comunità colpite dalla crisi, ivi compresi i tentativi di ridurre i fattori di rischio responsabili della crisi.

Risposta La fornitura di servizi di emergenza e di assistenza pubblica durante o immediatamente dopo una crisi per salvare delle vite, ridurre le conseguenze per la salute, l'ambiente e la società e garantire la sicurezza pubblica oltre che per rispondere ai bisogni di sussistenza delle popolazioni colpite.

Restrizioni alla circolazione Misure quali la chiusura dei trasporti pubblici (aeroporti, ferrovie ecc.) atte a fermare la diffusione della malattia.

Vaccinazione collettiva

circoscritta o strategia di ricerca

e contenimento

La strategia elaborata dall’OMS per debellare il vaiolo, più correttamente denominata “strategia di ricerca e contenimento” Il fondamento di tale strategia è l’identificazione precoce e l’isolamento dei soggetti malati, la ricerca attiva e la vaccinazione di tutti i contatti e il monitoraggio di tali contatti per individuare i primi segni della malattia in modo da essere in grado di isolarli in una fase precoce.

Rischio La combinazione della probabilità di una crisi e delle sue conseguenze negative.

Valutazione dei rischi Un processo fondato su principi scientifici articolato nelle seguenti fasi: I) identificazione dei pericoli; ii) caratterizzazione dei pericoli; iii)

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valutazione dell’esposizione; iv) caratterizzazione dei rischi

Comunicazione dei rischi Lo scambio e la divulgazione di informazioni adeguate sui rischi per consentire ai responsabili delle decisioni, alle parti interessate e al pubblico di adottare decisioni appropriate.

Gestione dei rischi Un processo, diverso dalla valutazione dei rischi, in cui si soppesano le alternative politiche consultando le parti interessate, si considerano la valutazione dei rischi e altri fattori pertinenti per la protezione della salute dei consumatori e per la promozione di prassi di commercio equo, e se necessario si selezionano le opzioni di prevenzione e controllo adeguati.

Gruppo permanente Gruppo disponibile per riunioni immediate (entro un periodo di 24 ore).

Settore Minacce Il settore tecnico come l’ambiente e gli esperti che possono essere necessari per far fronte alle conseguenze della minaccia: biologiche, chimiche o radionucleari.

Livello Un gruppo di attori chiave che operano a un determinato livello amministrativo. Durante un incidente di vasta portata, spesso c’è la necessità di stabilire un livello nazionale, che gestisca questioni strategiche di portata più ampia rispetto a quella nazionale. Nel caso di incidenti importanti si tratterebbe dell’unità per le minacce sanitarie, DG SANCO.

Nel contesto attuale, esistono quattro livelli che devono essere considerati per attivare un’azione:

• le strutture e i comitati di coordinamento dell’UE;

• gli Stati membri, per esempio: ministeri della Salute, istituti sanitari, altri “organismi competenti”, laboratori, università;

• livello regionale, provinciale o nazionale: un livello che ogni Stato membro è tenuto a gestire

• livello locale o di unità, per esempio unità operative come gli ospedali.

Vulnerabilità Le caratteristiche e le circostanze di una comunità, di un sistema o di un bene che li rendono vulnerabili agli effetti distruttivi di una crisi.

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Allegato 4: Quadro normativo Quadro normativo pertinente per la pianificazione della capacità d’intervento e la risposta alle emergenze

sanitarie Regolamento sanitario internazionale (IHR). OMS 2005 Articolo 152 (articolo sulla sanità pubblica) nel Titolo XIII, Sanità pubblica Regolamento (CE) n. 851/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio (ECDC) Decisione n. 2119/1998/CE del Parlamento europeo e del Consiglio – Rete sulle malattie trasmissibili Conclusioni del Consiglio del 17 dicembre 2001: organo informale di cooperazione e coordinamento da parte dei ministri della Salute e del commissario europeo responsabile della salute e della tutela dei consumatori Conclusioni del Consiglio del 22 febbraio 2007: proroga transitoria del mandato del Comitato per la sicurezza sanitaria 2007-09 Conclusioni del Consiglio del 16 dicembre 2008 (dopo la riunione informale dei ministri della Salute di Angers, 8-9 settembre 2008). Fornire una base giuridica per il Comitato per la sicurezza sanitaria; iniziativa legislativa per adottare lo status del Comitato per la sicurezza sanitaria nei confronti delle sfide sanitarie Decisione n. 2000/57/CE della Commissione – Sistema allarme rapido e di reazione (EWRS) Decisione n. 2000/96/CE della Commissione – Elenco delle malattie trasmissibili e dei problemi sanitari speciali soggetti a sorveglianza epidemiologica. Decisione n. 2002/253/CE della Commissione – definizione dei casi ai fini della dichiarazione delle malattie trasmissibili Decisione n. 2004/210/CE della Commissione che istituisce comitati scientifici nel settore della sicurezza dei consumatori, della sanità pubblica e dell’ambiente Direttiva 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 ottobre 1995, relativa alla tutela delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati Regolamento (CE) n. 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2000, concernente la tutela delle persone fisiche in relazione al trattamento dei dati personali da parte delle istituzioni e degli organismi comunitari, nonché la libera circolazione di tali dati Direttiva 94/3/CE della Commissione, del 21 gennaio 1994, che stabilisce una procedura per la notificazione dell’intercettazione di una spedizione, o di un organismo nocivo, proveniente da paesi terzi che presenta un imminente pericolo fitosanitario COM(2004)698 relativa a Prevenzione, preparazione e risposta in caso di attacchi terroristici COM(2004)701 – Preparazione e gestione delle conseguenze nella lotta al terrorismo COM(2009)273 pacchetto CBRN – adottato nel giugno 2009 Comunicazione orizzontale sul rafforzamento della sicurezza chimica, biologica, radiologica e nucleare nell’Unione europea

Piano d’azione CBRN dell’UE contenente misure specifiche per le singole componenti CBRN (preparazione contro gli attacchi biologici, riduzione del rischio radiologico e nucleare, minacce chimiche) nei settori della prevenzione, dell'individuazione e della risposta oltre che un insieme di azioni orizzontali trasversali (allegato alla comunicazione)

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Documento di lavoro dei servizi della commissione sulle passerelle tra sicurezza e salute, che presenta le buone prassi per la cooperazione tra forze di polizia e autorità sanitarie in caso di risposta agli incidenti CBRN

Direttiva 95/50/CE del Consiglio, del 6 ottobre 1995, sull’adozione di procedure uniformi in materia di controllo dei trasporti su strada di merci pericolose Direttiva Seveso II (96/82/CE) del Consiglio sulla sicurezza degli impianti fissi per l’immagazzinamento di quantitativi elevati di sostanze pericolose e sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti Valutazione dell’impatto ambientale (VIA) - Direttiva (85/337/CEE) e direttiva VIA modificata (97/11/CE) Direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente (direttiva SEA), GU L 197 del 21.7.2001, pag. 30 Direttiva 2003/105/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2003, che modifica la direttiva 96/82/CE del Consiglio sul controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose Regolamento (CE) n. 648/2005 (codice doganale comunitario) Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH) Decisione n. 2007/162/CE, Euratom del Consiglio che istituisce uno strumento finanziario per la protezione civile, GU L71 del 10.3.2007, pag. 9 Decisione n. 2007/779/CE, Euratom del Consiglio che istituisce un meccanismo comunitario di protezione civile (rifusione), GU L 314 dell’1.12.2007, pag. 9 Decisione della Commissione, del 20 dicembre 2007, recante modifica della decisione 2004/277/CE, Euratom per quanto concerne le modalità di applicazione della decisione 2007/779/CE, Euratom del Consiglio che istituisce un meccanismo comunitario di protezione civile Direttiva 2008/114/CE del Consiglio, dell’8 dicembre 2008, relativa all’individuazione e alla designazione delle infrastrutture critiche europee e alla valutazione della necessità di migliorarne la protezione Direttiva 2008/68/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 24 settembre 2008, relativa al trasporto interno di merci pericolose Direttiva 89/618/Euratom del Consiglio concernente l'informazione della popolazione Direttiva 96/29/Euratom del Consiglio che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza per l’UE Regolamento (CE) n. 1592/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 luglio 2002, recante regole comuni nel settore dell’aviazione civile e che istituisce un’Agenzia europea per la sicurezza aerea

Regolamento (Euratom) n. 3954/87 del Consiglio relativo ai prodotti alimentari in caso di emergenza Decisione n. 87/600/Euratom del Consiglio concernente lo scambio rapido d’informazioni

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Allegato 5: Capacità della Comunità nella gestione delle crisi

Inventario delle capacità di gestione delle crisi presso la Commissione europea e le agenzie comunitarie (2009)

Il presente inventario, redatto nel 2009, fornisce una panoramica olistica della gestione delle crisi, basata sulle capacità e gli strumenti disponibili in più di venti servizi della Commissione europea e numerose agenzie. Esso considera il ciclo complessivo della prevenzione dei disastri, delle capacità di intervento, della risposta e del ripristino dello status quo. Comprende le capacità da mobilitare in caso di eventi che si verifichino all’interno e all’esterno dell’Unione europea. L’approccio adottato è quello cosiddetto “multirischio”: le crisi moderne sono sempre più sfaccettate e questa caratteristica deve essere propria anche della risposta alle crisi. Le capacità sono qui considerate non per settore ma per funzione: in altre parole, non si è considerato chi fa cosa, bensì cosa può essere utilizzato per far fronte a un determinato problema.

La tabella seguente è un estratto dal summenzionato inventario, e specifica le funzioni cui contribuisce la DG SANCO.

Funzione DG responsabili DG associate Agenzie associate

Crisi nell’UE

Prevenzione Valutazione dei rischi e pianificazione

(ENV7) ECHO

(JLS) HOME, JRC, REGIO, SANCO, TAXUD

FRONTEX

Sicurezza sanitaria, comprese le grandi minacce sanitarie a rapida evoluzione

SANCO JRC, (JLS) HOME ECDC

Controterrorismo (JLS) HOME SANCO, (ENV) ECHO, JRC, MARKT, TAXUD

Europol

Materiali pericolosi (JLS) HOME, SANCO

(TREN) ENER, ENTR, JRC, ENV, TAXUD

Europol

Capacità di

intervento Sicurezza sanitaria, comprese le grandi minacce sanitarie a rapida evoluzione

SANCO (JLS) HOME, JRC, (ENV) ECHO, TAXUD

ECDC, Europol

Controterrorismo (JLS) HOME SANCO, (ENV) ECHO, (TREN) ENER, JRC

Europol

Materiali pericolosi (JLS) HOME, ECHO

(TREN) ENER, JRC, SANCO, TAXUD

Europol, ECDC

Risposta Sicurezza sanitaria, comprese le grandi minacce sanitarie a rapida evoluzione

SANCO (ENV) ECHO, (JLS) HOME, JRC, AGRI, TAXUD

ECDC, EFSA, Europol

Gestione delle emergenze

SG, ENV, SANCO JRC, (TREN) ENER, MOVE, (JLS) HOME, INFSO

ECDC, EMSA, FRONTEX

Crisi al di fuori dell’UE

Prevenzione Cooperazione ELARG, RELEX REGIO, (ENV)

7 Nel febbraio 2010 la responsabilità della protezione civile è passata dalla DG ENV alla DG ECHO

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regionale e transfrontaliera con e tra paesi confinanti

ECHO, SANCO

Capacità di

intervento Capacità di intervento in caso di catastrofi e mitigazione delle stesse

ECHO (ENV), AIDCO, DEV, (JLS) HOME, SANCO

Risposta Capacità di gestione delle emergenze e coordinamento presso la sede di Bruxelles

SG, RELEX, ECHO, (ENV) SANCO

ELARG, DEV, JRC, (TREN) MOVE, ENER

ECDC, EMSA, EFSA, FRONTEX, ENISA

Direzioni generali (DG)

AGRI Agricoltura e sviluppo rurale

AIDCO Cooperazione EuropeAid

DEV Sviluppo

ECHO Aiuti umanitari e protezione civile

ELARG Allargamento

ENTR Imprese e industria

ENV Ambiente

INFSO Società dell’informazione e media

JLS Giustizia, libertà e sicurezza

JRC Centro comune di ricerca

MARKT Mercato interno e servizi

REGIO Politica regionale

RELEX Relazioni esterne

SANCO Salute e consumatori

SG Segretariato generale

TAXUD Fiscalità e unione doganale

TREN Energia e trasporti

Corrigendum (2010):

La DG ECHO è attualmente responsabile della protezione civile (mentre prima tale compito era affidato alla DG ENV).

La DG TREN è stata suddivisa in due unità: la DG MOVE, responsabile di mobilità e trasporti, e la DG ENER, responsabile dell’energia.

La DG JLS è stata anch’essa suddivisa in due nuove strutture: la DG Affari interni (HOME) e la DG Giustizia (JUSTICE).

Agenzie della Comunità europea

ECDC Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie

EFSA Autorità europea per la sicurezza alimentare

EMSA Agenzia europea per la sicurezza marittima

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ENISA Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione

Europol Ufficio europeo di polizia (che diverrà un’agenzia della Comunità europea nel 2010)

FRONTEX Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne

Corrigendum (2010):

ECHA: Agenzia europea delle sostanze chimiche

EMA: Agenzia europea per i medicinali