Strategia d'Impresa

81
1 2014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini Strategia d’impresa Federico Frattini Politecnico di Milano

description

Trattazione base di stratedia d'impresa; modello di Porter, modello di Abbel e BSC. Slides delle lezioni del Politecnico di Milano

Transcript of Strategia d'Impresa

12014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Strategia d’impresa

Federico Frattini

Politecnico di Milano

22014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Definizioni di Strategia

• Determinazione delle finalità e degli obiettivi di lungo periodo di un’impresa e attuazione delle line di condotta e allocazione delle risorse necessarie alla realizzazione di tali obiettivi (Chandler)

• Una strategia è il modello o lo schema che coordina gli obiettivi, le politiche e le linee di condotta principali di un’organizzazione in una sintesi unitaria e coerente. Una strategia ben formulata consente di ordinare e distribuire le risorse di un’organizzazione secondo una disposizione unica ed attuabile, fondata sulle sue competenze ed I suoi limiti interni, sulla capacità di prevedere le mutazioni dell’ambiente e le relative mosse di avversari intelligenti (Quinn)

• La scelta di una strategia è la messa a fuoco di una formula circa il modo di competere di un’impresa, gli obiettivi da raggiungere e le politiche necessarie per realizzare detti obiettivi (Porter)

• La strategia è il piano complessivo per lo spiegamento di risorse necessarie a stabilire una posizione di vantaggio (Grant)

32014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Definizioni di Strategia

• La strategia è quindi un insieme di decisioni che:

1. Hanno effetti di lungo termine sull’impresa, non facilmente reversibili

2. Richiedono, per essere attuate, un elevato impegno di risorse

3. Sono finalizzate al perseguimento degli obiettivi di lungo termine dell’impresa, cioè massimizzare il valore economico per gli azionisti

42014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Mini Business Case “Seta SpA”

Seta SpA è un’impresa non quotata di medie dimensioni che opera nel settoretessile “fashion”. Più precisamente Seta produce accessori in seta (in particolare cravatte e foulards) che vende a distributori e dettaglianti. Seta SpAè un operatore B2b che gode di una buona reputazione nel trade ma è sconosciuta ai consumatori finali.

I suoi prodotti principali – cravatte e foulards – sono considerati dagliintermediari di buona qualità ma troppo costosi, anche perchè il serviziologistico di Seta SpA non è eccellente, in termini sia di lead time che di flessibilità.

Negli ultimi due anni le performances competitive e finanziarie di Seta SpAhanno subito un sensibile declino: calo del 25% nelle vendite, del 10% neimargini e del 40% negli utili.

L’imprenditore – che è anche Presidente e Ceo dell’azienda – attribuisce questaperformance ai cambiamenti in atto nel mercato e nello scenario competitivo: un’attenzione sempre crescente dei clienti ai costi, alla qualità, al lead time e alla flessibilità; una competizione sempre maggiore dovuta soprattutto alleaziende operanti nei paesi a basso costo della manodopera.

Nei panni del consulente assunto dall’imprenditore:Che decisioni suggerireste ?Quali analisi svolgereste ?

52014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Il processo strategico

CREAZIONE DI VALORE ECONOMICO

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

GENERAZIONE, VALUTAZIONE E SELEZIONE DELLE ALTERNATIVE STRATEGICHE

PIANIFICAZIONE, IMPLEMENTAZIONE E

CONTROLLO

VISION & MISSION – OBIETTIVO:

62014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Il processo strategico

VISION & MISSION – OBIETTIVO:CREAZIONE DI VALORE ECONOMICO

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

GENERAZIONE, VALUTAZIONE E SELEZIONE DELLE ALTERNATIVE STRATEGICHE

SWOT ANALYSIS

PIANIFICAZIONE, IMPLEMENTAZIONE E

CONTROLLO

72014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

I livelli strategici

Strategia corporate

Strategia SBU A

Strategia di R&D

Strategia di produzione

Strategia HR

Strategia finanziaria

Strategia del marketing &

vendite

Strategia SBU B

Strategia di R&D

Strategia di produzione

Strategia HR

Strategia finanziaria

Strategia del marketing &

vendite

Strategia SBU C

Strategia di R&D

Strategia di produzione

Strategia HR

Strategia finanziaria

Strategia del marketing &

vendite

82014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Analisi esterna e Analisi interna

SETTORE E

CONTESTO

Contesto

economico-

sociale

Settore di

attività

Competizione

IMPRESA

Risorse e

competenze

Struttura e

sistemi

organizzativi

CREAZIONE DI VALORE ECONOMICO

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

SWOT ANALYSIS

VISION & MISSION – OBIETTIVO:

92014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Analisi esterna:il contesto economico e sociale

SETTORE E

CONTESTO

Contesto

economico-

sociale

Settore di

attività

Competizione

IMPRESA

Risorse e

competenze

Struttura e

sistemi

organizzativi

P.E.S.T.

analysis

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

102014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La P.E.S.T. analysis (1/2)

Quali sono le opportunità e le minacce che derivano dal contesto economico e sociale?

112014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La P.E.S.T. Analysis (2/2)

122014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

L’output della P.E.S.T. analysis

OpportunitàPer l’impresa nascono opportunità quando una tendenza dell’ambiente crea il potenziale per costruire o rafforzare un vantaggio competitivo.

• I cambiamenti demografici in atto possono cambiare la domanda dei tuoi prodotti?

• Puoi vendere la tua tecnologia (o i tuoi brevetti) ad altri player?

Minacce Le minacce sorgono quando le tendenze dell’ambiente esterno mettono in pericolo la redditività dell’impresa.

• La normativa che sta per essere introdotta ridurrà il tuo livello di efficienza?

• Le nuove tecnologie che stanno per essere disponibili potranno ridurre i tuoi vantaggi competitivi?

132014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Analisi esterna:il settore di attività

SETTORE E

CONTESTO

Contesto

economico-

sociale

Settore di

attività

Competizione

IMPRESA

Risorse e

competenze

Struttura e

sistemi

organizzativiModello delle 5

forze competitive

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

142014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive (1/4)

Quali sono le caratteristiche strutturali rilevanti di un settore e qual è la sua redditività?

152014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive (2/4)

Secondo l’approccio tradizionale, l’attrattività di un’area di business è tanto più elevata quanto minore è il grado di competizione in senso lato nell’ambito dell’area stessa, e viceversa … in un’area a minore competizione l’impresa è in grado di mantenere un livello di profittabilità più elevato

n.b. il concetto di grado di competizione in senso lato affianca alle figure dei competitori diretti, indiretti e potenziali, anche quelle dei clienti e dei fornitori dell’impresa

… nasce il modello delle 5 forze di Porter

162014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive (3/4)

1. Rivalità

interna

4. Potere contrattuale

verso i fornitori

5. Potere contrattuale verso i clienti

3. Competitori potenziali

2. Competitori

indiretti(Prodotti

sostitutivi)

172014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive (4/4)

Le cinque forze sono:

la rivalità interna, per l'effetto di depressione dei prezzi e/o di incremento dei costi che essa può provocare;

la presenza di competitori indiretti, per l'effetto depressivo sulla domanda, in termini di volumi e prezzi, che essi possono provocare con i prodotti sostitutivi;

l'esistenza di competitori potenziali, per l'effetto di sbilanciamento fra offerta e domanda, e di conseguente depressione dei prezzi, che la loro entrata potrebbe provocare; ma anche per i costi e per i vincoli che l'erezione di barriere di difesa può comportare;

il potere contrattuale nei riguardi dei clienti e dei fornitori: che definisce i termini degli scambi, dal punto di vista dei prezzi e delle caratteristiche delle transazioni, e quindi la ripartizione dei margini fra i diversi attori della filiera (ivi compresi i clienti finali della filiera stessa).

182014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive: 1. la rivalità interna

La Rivalità interna può dipendere da:

numero di imprese operanti nell’area di business;

tasso di crescita del mercato;

differenziazione dei prodotti;

costi di conversione (switching costs);

incidenza dei costi fissi;

barriere all’uscita (presenza di impianti specializzati, problemi di immagine, interdipendenze strategiche, vincoli politici o sociali).

192014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive: 2. i competitori indiretti

L’effetto dei competitori indiretti (ovvero delle imprese che offrono prodotti diversi che soddisfano i medesimi clienti e le medesime esigenze) è tanto più elevato quanto maggiore è l’elasticità della domanda della specifica area di business al prezzo.

… se la domanda è elastica al prezzo un incremento di quest’ultimo porta ad una riduzione della quantità venduta a favore dell’area di business cui appartengono i prodotti sostitutivi

… se la domanda è anelastica (es. benzina), un aumento di prezzo porta a riduzioni meno che proporzionali (al limita nulle) della quantità venduta.

202014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive: 3. i competitori potenziali (1/2)

L’influenza dei competitori potenziali può essere analizzata, ribaltando la prospettiva, verificando la presenza o meno di barriere all’ingressoche proteggano l’area di business, inibendo o rendendo costosa e incerta nel risultato l’entrata.Ad esempio:

economie di scala e di apprendimento;

fedeltà al prodotto;

fabbisogno finanziario;

costi di conversione (switching costs);

accesso ai canali di distribuzione;

svantaggi assoluti di costo (es. presenza di coperture brevettuali);

vincoli istituzionali (es. licenze).

212014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Focus: le economie di scala (1/3)

Se si riporta su una curva il costo unitario minimo in funzione di ciascun livello produttivo Qi (ossia quello ottenibile selezionando il modello di produzione per esso più efficiente) si ottiene un andamento decrescente che tende a stabilizzarsi in corrispondenza della DOM (Dimensione Ottima Minima)

… quanto più la DOM è elevata

in confronto alla dimensione del mercato

tanto più è rilevante l’effetto barriera.

DOMQ2Q1 Q3

Q

Cu

222014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Focus: le economie di scala (2/3)

Esempio di economie di scala:I costi di produzione di tre auto di medie dimensioni.

232014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Focus: le economie di scala (3/3)

La dimensione “Valore economie di scala” (ordinate) è

una funzione direttamente proporzionale ai costi.

242014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Focus: le economie di apprendimento (1/2)

Un effetto simile a quello di scala, misurato però sui volumi cumulati a partire dall’inizio dell’attività stessa, si osserva con la learning curve.

L’aumento della quantità prodotta cumulata determina, infatti, una graduale riduzione dei costi dovuta all’accumulazione di esperienza e di competenze tecniche.

Cu

Q cumulataQ 10Q 100Q 1.000Q

… l’effetto è tanto più difendibile quanto più la conoscenza rimane tacita ed ha

natura collettiva all’interno dell’impresa

252014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Focus: le economie di apprendimento (2/2)

262014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive:3. i competitori potenziali (2/2)

… non va tuttavia sottovalutato l’effetto delle reazioni attese da parte delle imprese presenti nell’area di business

L'area di business risulta ancora più protetta se i potenziali entranti sono scoraggiati a tentare l'avventura dalla tradizione di risposte dureda parte delle imprese dell'area. Risposte che usualmente si concretizzano in:

- incrementi consistenti dell'offerta, con l'utilizzo di capacità lasciate volutamente insature,

- e parallele riduzioni temporanee dei prezzi, per togliere spazi di mercato ai nuovi entranti proprio nel momento della loro maggiore esposizione finanziaria (a causa degli investimenti fatti per entrare nell'area) e quindi della loro maggiore necessità di fare fatturato.

… e che dipendono generalmente dal livello delle risorse in gioco.

272014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive: 4-5. il potere contrattuale verso i clienti/fornitori (1/2)

Il potere contrattuale nei confronti dei clienti può dipendere da:

concentrazione relativa

il potere contrattuale dei clienti è maggiore se il settore a valle rispetto all’impresa presenta una concentrazione sensibilmente più elevata (caso limite monopsonio)

caratteristiche del prodotto

il potere contrattuale dei clienti aumenta se:

- i prodotti sono poco differenziati;

- i costi di conversione sono bassi;

- il prodotto ha uno scarso impatto sulle prestazioni finali del prodotto finale in cui è “inglobato” (nel caso di prodotti intermedi) .

282014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive: 4-5. il potere contrattuale verso i clienti/fornitori (2/2)

caratteristiche del clienteil potere contrattuale dei clienti aumenta se:

- mostra concrete possibilità di integrazione a monte

- dispone di informazioni dettagliate sul prodotto

- l’acquisto del prodotto rappresenta una frazione elevata dei suoi costi totali

Il potere contrattuale dei fornitori è simmetrico rispetto a quanto visto sino ad ora (l’impresa in esame è cliente dei propri fornitori)

292014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le 5 forze competitive:la dinamicità della rivalità

L’intensità della competizione all’interno di un settore varia nel tempo a seguito di diversi eventi; ad esempio:

• quando un settore raggiunge la maturità, il suo tasso di crescita diminuisce, causando un aumento del grado di competizione e conseguente la riduzione dei profitti;

• un’acquisizione può introdurre nel settore un player molto diverso da quelli esistenti (per esempio l’acquisizione di Miller Beer da parte di Philip Morris);

• una innovazione tecnologica può modificare radicalmente l’intero contesto competitivo.

302014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La sesta forza: i prodotti complementari

• I prodotti complementari sono beni, servizi e risorse che risultano interessanti e utili solo se e quando sono affiancati da un insieme di beni complementari.

• Talvolta, le imprese producono sia il bene principale sia quelli complementari (per esempio Kodak produceva sia le macchine fotografiche sia le pellicole); invece, in altri casi, si affidano ai beni o ai servizi complementari offerti da altre imprese (per esempio, i produttori di hardware spesso contano su altre imprese per la fornitura del software o per l’assistenza).

• Mentre i prodotti sostitutivi hanno un impatto negativo sul valore, l’impatto dei prodotti complementare è positivo.

• Più alto è il numero di prodotti complementari, maggiore è il profitto potenziale del settore.

312014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Il modello delle 5 forze “più” i prodotti complementari

1. Rivalità

interna

4. Potere contrattuale

verso i fornitori

5. Potere contrattuale verso i clienti

3. Competitori potenziali

2. Competitori

indiretti(Prodotti

sostitutivi)

322014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

L’output delle 5 forze competitive (1/3)

L’analisi delle 5 forze competitive fornisce uno schema semplice ma efficace per l’analisi della concorrenza di un settore. In particolare, permette di:

• individuare le caratteristiche strutturali rilevanti di un settore;

• analizzare il grado di redditività del settore e prevederne l’andamento futuro.

332014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

L’output delle 5 forze competitive (2/3)

Numero imprese

Tasso di crescita

mercato

Differenziazione

dei prodotti

Costi di

conversione

Incidenza dei

costi fissi

Costo delle

giacenze

Barriere all’uscita

Esempio di l’analisi delle determinanti della forza“Rivalità interna” nel settore automotive.

342014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Il processo strategico

CREAZIONE DI VALORE ECONOMICO

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

GENERAZIONE, VALUTAZIONE E SELEZIONE DELLE ALTERNATIVE STRATEGICHE

SWOT ANALYSIS

PIANIFICAZIONE, IMPLEMENTAZIONE E

CONTROLLO

VISION & MISSION – OBIETTIVO:

352014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Analisi esterna: le basi della competizione

SETTORE E

CONTESTO

Contesto

economico-

sociale

Settore di

attività

Competizione

IMPRESA

Risorse e

competenze

Struttura e

sistemi

organizzativi

Differenziali

competitivi

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

362014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

I differenziali competitivi (1/2)

Cosa vogliono i clienti?

Come affrontare la concorrenza?

ANALISI DELLA DOMANDA

ANALISI DELLA CONCORRENZA

•Chi sono i nostri clienti?

•Che cosa vogliono?

• Quali sono le principali dimensioni competitive?

•Come si raggiunge una posizione competitiva superiore?

372014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

I differenziali competitivi (2/2)

I differenziali competitivi si distinguono in

- differenziali di costo (misurano l’efficienza dell’impresa nello svolgere le proprie attività);

- differenziali di attrattività (misurano l’efficacia dell’impresa nello svolgimento delle proprie attività e sono finalizzati a rendere il prodotto in qualche modo “unico” agli occhi del cliente).

Differenziale competitivo

Differenziale di costo

Differenziale di attrattività

382014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

I differenziali di costo

Le principali determinanti di costo sono:

economie di scala e di apprendimento;

grado di saturazione della capacità produttiva;

localizzazione;

fattori istituzionali (spesso legati alla localizzazione o a specifiche caratteristiche dell’impresa [es. agevolazioni per l’imprenditorialità femminile, per il mezzogiorno, …]).

392014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

I differenziali di attrattività

Le principali determinanti dell’attrattività del prodotto sono:

qualità, ovvero l’insieme delle prestazioni che caratterizzano

nominalmente il prodotto (qualità prestazionale) e la loro conformità

alle prestazioni effettive (qualità di conformità);

tempestività, in termini sia di tempo di consegna al cliente che di time

to market;

servizio, che può’ essere incorporato, cioè non scindibile dal prodotto

(ad esempio, i cibi precotti) oppure complementare (ad esempio,

garanzia di assistenza, modalità di finanziamento, ...);

varietà/customizzazione, ovvero l’ampiezza della gamma di

prodotti/servizi commercializzati ed il loro grado di personalizzazione

per segmenti specifici di clientela;

immagine, intesa sia come reputazione dell’impresa che come

reputazione dei marchi con cui sono commercializzati i prodotti.

402014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

L’output dell’analisi dei differenziali (1/2)

L’analisi dei differenziali competitivi consente di identificare i Key Success Factors (KSF) del business. I KSF sono quelle variabili che il management può influenzare attraverso le sue decisioni e che possono impattare in maniera significativa la posizione competitiva in un settore dell’intera impresa. (Hofer e Schendel, 1978)

Alcuni esempi sono:

AcciaioEfficienza di costo attraverso impianti di scala adeguata, bassi costi di localizzazione, rapidità di adattamento alle variazioni di capacità, efficienza nell’uso del lavoro.

Abbigliamento alla modaVelocità di risposta al forte cambiamento nella moda, nello stile nella reputazione, e nella qualità.

412014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

L’output dell’analisi dei differenziali (2/2)

Grande distribuzioneEfficienza operativa, negozi di dimensioni adeguate, acquisti accentrati, bassi costi di manodopera.

AutomotiveCosti del processo, qualità del prodotto, rispetto dell’ambiente, sicurezza delle autovetture, affidabilità del prodotto, servizio post-vendita.

422014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Gli output dell’analisi esterna

ANALISI DEL SETTORE E

DEL CONTESTO

•La P.E.S.T. analysis

•Le 5 forze competitive

•I differenziali competitivi

Opportunità e

minacce

Caratteristiche

strutturali del

settore

Key Success

Factors

Redditività del

settore

432014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Analisi interna:l’impresa e il vantaggio competitivo

SETTORE E

CONTESTO

Contesto

economico-

sociale

Settore di

attività

Competizione

IMPRESA

Risorse e

competenze

Struttura e

sistemi

organizzativi

Value Chain

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

442014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore (1/5)

attività primarie

attività di supporto

La value chain permette di classificare tutte le attività che concorrono alla realizzazione dell’output sulla base del contributo, in termini di valore, che esse danno a tale realizzazione.

Una prima fondamentale distinzione si ha tra:

attività primarie, ovvero quelle direttamente e correntemente volte a rendere disponibile l’output sul mercato

attività di supporto, ovvero quelle che permettono lo svolgimento in modo continuativo delle attività primarie

452014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore (2/5)

La struttura tradizionale della catena del valore, storicamenteutilizzata per le imprese industriali è la seguente

ACQUISIZIONE DEGLI INPUT

GESTIONE DELLE RISORSE UMANE

SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE

ATTIVITA’ INFRASTRUTTURALI (GOVERNO)

LOGISTICA IN ENTRATA

OPERATIONSLOGISTICA IN USCITA

MARKETINGE VENDITE

SERVIZI

462014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore (3/5)

ATTIVITA’ PRIMARIE

• Logistica in entrata: attività associate al ricevimento, immagazzinamento, trasporto e distribuzione dei materiali in input al processo di trasformazione

• Operations: attività che costituiscono il processo di trasformazione degli input in prodotti finiti

• Logistica in uscita: attività connesse all’immagazzinamento del prodotto finito e alla distribuzione ai clienti

• Marketing e vendite: attività finalizzate a far conoscere il prodotto ai clienti al fine di indurre all’acquisto (pubblicità, promozione, gestione dei canali di vendita, ecc.)

• Servizi: ad esempio installazione, assistenza tecnica post vendita, fornitura

472014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore (4/5)

ATTIVITA’ SECONDARIE

• Acquisizione degli input: attività connesse all’acquisizione di tutti gli input (materie prime, componenti, macchinari, tecnologie, servizi, ecc.) necessari per il funzionamento dell’impresa (ad esempio: selezione dei fornitori, negoziazione, qualificazione)

• Gestione delle risorse umane: attività di selezione, assunzione, formazione, sviluppo ed incentivazione del personale

• Sviluppo delle tecnologie: attività di ricerca e sviluppo, di ingegnerizzazione, …

• Attività infrastrutturali: quali la direzione, l’amministrazione, la finanza, la gestione della mensa aziendale, …

482014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore: esempio

492014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore (5/5)

La ricerca dei differenziali competitivi attraverso la catena del valore richiede l’analisi di tre componenti:

• modalità di gestione delle singole attività

• legami tra attività

• perimetro d’impresa.

attività primarie

attività di supporto

Gestione

attivitàLegami attività

Perimetro impresa

502014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore:il legame tra le attività

I differenziali che derivano dai legami tra le attività sono generati dalla capacità dell’impresa di gestire in modo efficiente ed efficace le relazioni tra:

• le diverse attività svolte all’interno dell’impresa;

• le attività svolte all’interno dell’impresa e quelle, legate all’output, svolte dai fornitori o dai clienti dell’impresa stessa.

Un esempio del primo caso è l’integrazione, nel processo di innovazione, delle attività di generazione dei requisiti funzionali (marketing), progettazione delle caratteristiche tecniche (R&D) e verifica di fattibilità delle soluzioni, in termini di tecnologie attualmente disponibili (produzione) e competenze del personale (HR).

Un esempio del secondo caso è la gestione integrata dei sistemi per l’emissione e la ricezione degli ordini dell’azienda a monte e di quella a valle, che permette di ridurre notevolmente il livello delle scorte di entrambe le imprese.

L’ottica di processo ha avuto un ruolo fondamentale nell’ultimo decennio nel successo di alcune imprese. Si pensi ad esempio alle tecniche di gestione del tipo just in time per i legami fornitori/impresa nel processo produttivo, al ValueStream Management o al concurrent engineering, ed in generale ai rapporti evoluti con clienti e fornitori, nel processo di innovazione.

512014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore:il perimetro di impresa

I differenziali competitivi possono essere generati dalle scelte fatte in termini di livello di integrazione verticale, ovvero di quanta parte delle attività complessive è svolta in house e quanta delegata all’esterno (outsourcing).

INTEGRAZIONE VERTICALE

Vantaggi

(Possibili differenziali positivi)

• Minori costi di approvvigionamento e trasporto

• Fornitura dedicata (tempi, qualità, ecc.)

• Riduzione pressione da fornitori/clienti

• Economie da processi congiunti

• Integrazione degli utili

Svantaggi

(Possibili differenziali negativi)

• minore efficienza rispetto al fornitore

• scarsa motivazione all’innovazione

• minore flessibilità

• maggiore capitale investito

522014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Utilizzo della catena del valore nell’analisi dei costi (1/3)

SEQUENZA DI ANALISI

1. IDENTIFICARE LE ATTIVITÀStabilire il quadro di riferimento della catena del valore indicando le principali attività dell’impresa.

2. ALLOCARE I COSTI TOTALICome prima fase di analisi, una valutazione approssimativa della ripartizione del costo totale di prodotto per attività è sufficiente per identificare quali sono le attività più rilevanti in base alla loro contribuzione al costo totale e quali offrono maggiori probabilità di riduzione di costo.

3. IDENTIFICARE LE DETERMINANTI DI COSTOVedi slide successiva.

532014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Utilizzo della catena del valore nell’analisi dei costi (2/3)

FO

RN

ITU

RE

DI

CO

MP

ON

EN

TI E

MA

TE

RIA

LI

AC

QU

IST

I

LIV

EL

LO

DE

LL

E

SC

OR

TE

R&

D,

PR

OG

ET

TA

ZIO

NE

,

ING

EG

NE

RIZ

ZA

ZIO

N

E

PR

OD

UZ

ION

E D

EI

CO

MP

ON

EN

TI

AS

SE

MB

LA

GG

IO

CO

LL

AU

DO

/

CO

NT

RO

LL

O

QU

AL

ITA

SC

OR

TE

PR

OD

OT

TI

FIN

ITI

SE

RV

IZI

DI

AS

SIS

TE

NZ

A /

AS

SIS

TE

NZ

AA

I

RIV

EN

DIT

OR

I

VE

ND

ITE

E

MA

RK

ET

ING

DIS

TR

IBU

ZIO

NE

I prezzi dei materiali acquistati

dipendono da:

•l’entità dell’ordine

•il valore totale degli acquisti

nel tempo di ogni fornitore

•la localizzazione dei fornitori

•il potere contrattuale relativo

•il grado di collaborazione

Value chain di

un’impresa

automobilistica

Determinanti di costo

•Investimenti in

R&D

•Produttività

dell’R&D

•Numero e

frequenza dei

nuovi modelli

•Vendite per

modello

•Dimensione

dell’impianto per

ciascun tipo di

componente

•Obsolescenza

della tecnologia di

processo

•Localizzazione

degli impianti

•Durata del

processo

produttivo per

componente

•Livello di utilizzo

della capacità

produttiva

•Dimensione

degli impianti

•Numero

modelli per

impianto

•Grado di

automazione

•Livelli salariali

•Impegno e

flessibilità dei

dipendenti

•Livello di

utilizzo della

capacità

produttiva

•Livello

degli

obiettivi

di qualità

•Frequen

za dei

difetti

•Ciclicità e

non

prevedibilità

delle vendite

•Flessibilità e

reattività di

produzione

•Disponibilità

dell’attesa dei

consumatori

•Numero

concessionari

•Giro d’affari per

concessionario

•Supporto

commerciale atteso

•Frequenza e gravità

dei difetti che

richiedono

riparazioni/sostituzio

ni

542014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Utilizzo della catena del valore nell’analisi dei costi (3/3)

4. INDIVIDUARE POTENZIALI RIDUZIONI DI COSTO

Ad esempio:

• Acquisti: concentrare gli acquisti su meno fornitori al fine di accrescere

le economie negli acquisti.

• R&D/Design/Progettazione: ridurre la frequenza delle variazioni di

modello; ridurre il numero di modelli in una singola gamma di modelli

globali; progettare per ottenere l’intercambiabilità dei componenti e delle

piattaforme.

• Produzione dei componenti: sfruttare le economie di scala

concentrando la produzione di ciascun tipo di componente in un singolo

impianto; ricorrere alla subfornitura di componenti dove la scala di

produzione o la durata del ciclo produttivo sono subottimali o dove i

fornitori dispongono di un vantaggio tecnologico; per i componenti ad alta

densità di manodopera (come ad esempio sedili, cruscotti, materiali per

gli interni) trasferire la produzione in paesi con bassi livelli dei salari;

migliorare l’utilizzazione di capacità attraverso la razionalizzazione

dell’impianto o la fornitura di componenti ad altri produttori.

552014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Utilizzo della catena del valore nell’analisi di attrattività (1/2)

Un esempio di utilizzo della catena del valore nell’analisi di attrattività nel settore della produzione di materiali metallici (differenziali da gestione attività).

FO

RN

ITU

RE

DI

AC

CIA

IO E

D

AL

LU

MIN

IO

AC

QU

IST

O

GE

ST

ION

E D

I

MA

GA

ZZ

INO

PR

OG

ET

TA

ZIO

NE

E D

ES

IGN

PR

OD

UZ

ION

E

GE

ST

ION

E D

I

MA

GA

ZZ

INO

DIS

TR

IBU

ZIO

N

E

VE

ND

ITE

AS

SIS

TE

NZ

A E

SU

PP

OR

TO

TE

CN

ICOValue chain

dell’azienda

produttrice

Materie prime di alta qualità

Affidabilità delle forniture

anche nei casi in cui le

materie prime scarseggino.

•Contenitori per usi o

destinazione specifica

•Contenitori dal design

particolare

•Contenitori con

caratteristiche di particolare

solidità o leggerezza•Solidità del prodotto

•Qualità del prodotto

•Flessibilità della

lavorazione

Manutenzione tempestiva e

competente delle linee di

confezionamento dei clienti.

Supporto tecnico di qualità

elevata

Elaborazione degli ordini

rapida ed efficace.

Velocità e flessibilità di

consegna

Capacità di soddisfare

ordini inaspettati e a

breve scadenza da

parte dei clienti.

562014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Utilizzo della catena del valore nell’analisi di attrattività (2/2)

Determinanti di attrattività

1. La progettazione di contenitori personalizzati per i

clienti può favorire la loro attività di marketing.

2. Una qualità elevata dei contenitori riduce i costi di confezionamento dei clienti, poiché evita interruzioni e

ritardi nelle loro linee di confezionamento.

3. Il mantenimento di scorte elevate e l’offerta di consegna rapida consentono ai clienti di economizzare il livello

delle proprie scorte.

4. Una gestione efficiente degli ordini può ridurre i costi relativi agli ordini dei clienti.

5. Un supporto tecnico efficiente e rapido può ridurre i costi dovuti ai guasti delle linee di confezionamento.

FO

RN

ITU

RE

DI

AC

CIA

IO E

D

AL

LU

MIN

IO

AC

QU

IST

O

GE

ST

ION

E D

I

MA

GA

ZZ

INO

PR

OG

ET

TA

ZIO

NE

E D

ES

IGN

PR

OD

UZ

ION

E

GE

ST

ION

E D

I

MA

GA

ZZ

INO

DIS

TR

IBU

ZIO

N

E

VE

ND

ITE

AS

SIS

TE

NZ

A E

SU

PP

OR

TO

TE

CN

ICO

Value chain dell’azienda

produttrice

Value chain

dell’azienda

cliente

1

2

AC

QU

IST

O

GE

ST

ION

E

DI

MA

GA

ZZ

INO

LA

VO

RA

ZIO

NE

CO

NF

EZ

ION

AM

EN

TO

MA

RK

ET

ING

DIS

TR

IBU

ZI

ON

E

Un esempio di utilizzo della catena del valore nell’analisi di attrattività nel settore della produzione di materiali metallici (differenziali da legami attività).

3

4

5

572014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Utilizzo della catena del valoreIl ruolo del benchmarking (1/3)

Un esempio di utilizzo nel settore automotive (Caso Volkswagen).

Attività Importanzaa Forza

relativab

Commenti

Attività

infrastrutturali

5 4

Posizione finanziaria indebolita da un

cash flow limitato e dai costi di

ristrutturazione.

6 3Mancanza storica di un forte

orientamento finanziario.

4 8La relazione con i governi nazionali è

importante nei mercati emergenti.

Acquisizione

degli input7 5

Tradizionalmente debole.

Rinforzata dall’entrata di Lopez.

a Entrambe le scale variano da 1 a 10 (1=molto basso; 10=molto alto).b Le risorse e le capacità della Volkswagen sono confrontate con quelle di GM, Ford, Toyota, Chrysler, Nissan, Fiat, e PSA, il 5 rappresenta la parità.

582014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Utilizzo della catena del valoreIl ruolo del benchmarking (2/3)

Attività Importanzaa

Forza relativab

Commenti

Sviluppo delle tecnologie

7 5

Nonostante i punti di forza tecnici, il budget dell’R&D, i brevetti e le innovazioni recenti sono inferiori a GM, Ford, Toyota e Honda.

9 4

Sviluppo prodotto: tradizionale debolezza di Volkswagen; non riesce a ripetere il successo del Maggiolino o di Vanagon.

7 9La progettazione è la competenza centrale di Volkswagen.

6 6

La ricerca e sviluppo è un punto di forza di Volkswagen, che diventa meno importante quando la tecnologia sisposta sui fornitori.

a Entrambe le scale variano da 1 a 10 (1=molto basso; 10=molto alto).b Le risorse e le capacità della Volkswagen sono confrontate con quelle di GM, Ford, Toyota, Chrysler,

Nissan, Fiat, e PSA, il 5 rappresenta la parità.

592014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Utilizzo della catena del valoreIl ruolo del benchmarking (3/3)

Attività Importanzaa Forza

relativab

Commenti

Operations

7 3

L’analisi della localizzazione evidenzia:

alti costi in Germania, debolezza negli

Stati Uniti, posizione forte in Europa

orientale e America Latina.

8 6Investimenti significativi per il

miglioramento delle unità di produzione.

8 5

Problemi di costi di produzione elevati,

scarsa flessibilità e qualità non

differenziale ampiamente risolti.

Logistica in

uscita8 4

Rete dei concessionari

geograficamente meno estesa rispetto

a Ford, GM o Toyota.

Marketing e

vendite9 4

Debole nel riconoscere e rispondere ai

bisogni dei consumatori nei diversi

mercati nazionali.

a Entrambe le scale variano da 1 a 10 (1=molto basso; 10=molto alto).b Le risorse e le capacità della Volkswagen sono confrontate con quelle di GM, Ford, Toyota, Chrysler,

Nissan, Fiat, e PSA, il 5 rappresenta la parità.

602014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La catena del valore e i differenziali di attrattività

ACQUISIZIONE DEGLI INPUT

GESTIONE DELLE RISORSE UMANE

SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE

ATTIVITA’ INFRASTRUTTURALI (GOVERNO)

LOGISTICA IN ENTRATA

OPERATIONSLOGISTICA IN USCITA

MARKETINGE VENDITE

SERVIZI

• Qualità di MP e componenti

• Prodotti con 0 difetti

• Ampia gamma di prodotti

• Rapidità di consegna

• Creazione della

reputazione di marca

• Assistenza tecnica ai

clienti

• Credito agevolato ai

clienti

• Prodotti con

caratteristiche uniche

• Rapido sviluppo di nuovi

prodotti

• Formazione per

assicurare elevato livello

di servizio ai clienti

• Infrastruttura informativa

che permette di dare

rapide risposte ai clienti

612014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Gli output dell’analisi dell’impresa:punti di forza e di debolezza

Un punto di forza può essere:

• una capacità specialistica di marketing;

• un prodotto o un servizio nuovo e innovativo;

• la localizzazione del business;

• la qualità dei processi e delle procedure;

• ogni altro aspetto del business che aggiunge valore al prodotto o al servizio.

Un punto di debolezza può essere:

• una mancanza di capacità di marketing;

• avere un prodotto o un servizio indifferenziato (rispetto ai competitor);

• bassa qualità dei prodotti o dei servizi;

• bassa reputazione.

622014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Il processo strategico

CREAZIONE DI VALORE ECONOMICO

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

GENERAZIONE, VALUTAZIONE E SELEZIONE DELLE ALTERNATIVE STRATEGICHE

SWOT ANALYSIS

PIANIFICAZIONE, IMPLEMENTAZIONE E

CONTROLLO

VISION & MISSION – OBIETTIVO:

632014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

LA SWOT analysis:

Punti di forza Punti di debolezza

Opportunità Minacce

Analisi INTERNA

Analisi ESTERNA

Lancio nuovi prodottiEntrata in nuovi mercati…..

Nuovi business modelemergentiCompetitors aggressiviProdotti Sostitutivi……

BrandQualità del prodottoValore percepitoFedeltàEfficacia distributivaEconomie di scala……

Copertura geograficaDisponibilità di capitaliCash FlowCapacità di leadershipRapidità di risposta e flessibilitàEfficienza……

Far leva sui punti di forza (strenght) per cogliere delle opportunità

Mettere in atto azioni di difesa per migliorare i punti di debolezza e proteggersi dalle minacce

642014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Il processo strategico

MISSION/OBIETTIVICREAZIONE DI VALORE ECONOMICO

ANALISI ESTERNA ANALISI INTERNA

GENERAZIONE, VALUTAZIONE E SELEZIONE DELLE ALTERNATIVE STRATEGICHE

SWOT ANALYSIS

PIANIFICAZIONE, IMPLEMENTAZIONE E

CONTROLLO

A LIVELLO DI BUSINESS UNIT

652014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La strategia di business unit (1/4)

Secondo l’approccio tradizionale di Porter, sono possibili tre strategie generali:

Leadership di costo: fa leva su effetti di scala e quindi su una politica di pricing aggressiva che permetta di guadagnare rilevanti quote di mercato (es. Rayanair) … il rischio più elevato è che l’innovazione tecnologica possa annullare la fonte dei differenziali di costo

Differenziazione: fa leva sulla percezione di unicità del prodotto/servizio offerto e spinge al riconoscimento di un premium price elevato (es. Mercedes) … una differenza di costo eccessiva nei confronti dei competitori può, nel lungo periodo, minare gli effetti di brand

Focalizzazione: si concentra su un determinato gruppo di clienti, o su un particolare segmento di prodotto o su un’area geografica limitata facendo leva su uno o più differenziali (es. Gore-Tex)… l’ingresso di nuovi competitori può rapidamente erodere la profittabilità del segmento

662014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La strategia di business unit (2/4)

Differenziali competitivi

di costo di attrattività

Arena competitiva

Area di business

LEADERSHIP DICOSTO

DIFFERENZIAZIONE

Singoli segmenti

FOCALIZZAZIONE

672014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La strategia di business unit (3/4)

Un caso semplificato di generazione di un’azione strategica nel settore dell’automotive.

Migliorare l’ecocompatibilità

delle autovetture

Azione strategica

Possibilità di accedere ai nuovi

finanziamenti della UE e degli USA

destinati agli investimenti in tecnologie

pulite e di sfruttare gli incentivi di acquisto

per i veicoli a basse emissioni, ibridi ed

elettrici.

Minaccia/Opportunità

L’impatto ambientale delle auto è diventato

una prestazione fondamentale per il

consolidarsi di una coscienza critica

sempre più forte e per i frequenti blocchi

alla circolazione imposti alle auto più

inquinanti.

KSF

Ci si aspetta un aumento di importanza

della determinante di rivalità interna

“Differenziazione dei prodotti”.

Determinanti della competizione

Si riscontra un differenziale competitivo negativo rispetto ai competitors in termini di prestazioni

ambientali di alcuni prodotti (lieve dal punto di vista tecnico, operations, grave da quello della qualità

percepita, marketing e vendite)

Punti di forza e di debolezza

682014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Il Business Model Canvas

692014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La strategia corporate

Il livello corporate della strategia considera principalmente il portafoglio prodotti dell’impresa.

L’obiettivo di creazione di valore economico viene tradotto nella ricerca del mix ottimale fra la focalizzazione (al limite la presenza di un solo prodotto) e la diversificazione del portafoglio prodotti dell’impresa

Un portafoglio prodotti diversificato, in particolare, si definisce:

• correlato, se esistono comunanze fra i diversi prodotti a livello di produzione e concezione in senso lato (nei processi produttivi, nei materiali utilizzati, nelle fasi di ricerca e progettazione) o se i prodotti possono essere collocati in cascata (l’impresa è in parte fornitrice di se stessa)

• conglomerale, se i prodotti sono totalmente separati

702014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La strategia corporate:il portafoglio conglomerale

Vantaggi

• effetto banca

• migliore utilizzo delle risorse umane

• diversificazione del rischio

• condivisione delle attività comuni (soprattutto infrastrutturali)

Svantaggi

• gestione della complessità organizzativa

• gestione della eterogeneità culturale

Ad esempio, De Agostini: editoria, Lottomatica, assicurazioni e attività finanziarie, private equity

712014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La strategia corporate:il portafoglio correlato

Vantaggi

• condivisione delle risorse (economie di scala)

• condivisione delle competenze

• somiglianza dei mercati

Svantaggi

• maggiore rischio

• maggiore complessità gestionale

Ad esempio, Fiat: auto, veicoli industriali, macchine per l’agricoltura e per le costruzioni,…

722014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La strategia corporate:le matrici di analisi del portafoglio (1/2)

L’analisi del portafoglio a livello corporate identifica il contributo alla creazione di valore del portafoglio prodotti guardando a:

l’attrattività dell’area di business

la posizione competitiva dell’impresa all’interno della specifica area di business

… il posizionamento dei prodotti in portafoglio rispetto alle due variabili considerate dà origine ad una matrice

ATTRATTIVITA’ DELL’AREA DI BUSINESS

POSIZIONE COMPETITIVA DELLA SBU ALL’INTERNO DELL’AREA DI

BUSINESS

732014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

La strategia corporate:le matrici di analisi del portafoglio (2/2)

L’obiettivo dell’analisi è

supportare la scelta del portafoglio prodotti dell’impresa

analizzare i possibili differenziali competitivi derivanti dalla gestione di un portafoglio di Business Unit

identificare le linee-guida per la definizione delle strategie a livello di singola Business Unit

742014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le matrici di analisi del portafoglio:la matrice BCG (1/3)

Sviluppata dalla società di consulenza Boston Consulting Group

Le due variabili chiave sono declinate secondo:

-l’attrattività dell’area di business è misurata dal tasso di crescita atteso

del mercato;

- la posizione competitiva dell’impresa all’interno della specifica area di

business è misurata in termini di quota di mercato relativa, ovvero di

rapporto fra la quota di mercato detenuta dall’impresa e quella del leader di

mercato o dell’immediato inseguitore

Gli obiettivi principali della matrice BCG sono:

-verificare l’effetto banca

- supportare la scelta di portafoglio con un’analisi di tipo finanziario

- identificare strategie di business a livello di Business Unit coerenti con

l’implementazione di un “circolo virtuoso”

752014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le matrici di analisi del portafoglio:la matrice BCG (2/3)

STAR

CASH COW

QUESTION

MARK

DOG

Quota di mercato relativa

Tasso di

crescita del

mercato

Basso

Bassa

Alto

Alta

?

1

10%

762014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le matrici di analisi del portafoglio:la matrice BCG (3/3)

Il “circolo virtuoso”: utilizzare il cash delle cash cow per finanziare i question mark e “spostarli” verso il segmento star

Quota di mercato relativa

Tasso di crescita del

mercato

Basso

Bassa

Alto

Alta

?

1

10%

772014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Matrice BCG – Nestlè

Nestle is a multinational food and beverage producer, based in Switzerland. The firm currently has the 69th highest revenue in the world, generating $98,484m worth of sales in 2012.

Nestle sell over 8,000 brands, ranging from bottled water to pet food, of which 29 brands have sales of approximately $1 billion. However, Nestle’s CEO, Paul Baulk, recently announced plans to divest (sell-off) under-performing brands due to poor sales.

It is highly likely that the marketers at Nestle have used the Boston Consulting Group Matrix (BCG Matrix) to identify which brands to sell off.

This post will look at what Nestle’s BCG Matrix is likely to look like.

782014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Matrice BCG – Nestlè

792014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le matrici di analisi del portafoglio:la matrice GE-McKinsey (1/2)

Sviluppata dalla società di consulenza McKinsey per la GeneralElectric

Le due variabili chiave sono declinate secondo:- l’attrattività dell’area di business è misurata da un indice

sintetico (media pesata) che tiene conto di più fattori (tasso di crescita del mercato, dimensione complessiva, grado di competizione, …)

- la posizione competitiva dell’impresa è in modo analogo funzione pesata di diversi fattori (quota di mercato, capacità produttiva, reputazione, …)

Gli obiettivi principali della matrice BCG sono:- supportare l’allocazione equilibrata delle risorse finanziarie- supportare la scelta di portafoglio individuando diverse opportunità

e gradi di investimento/disinvestimento

Rispetto alla matrice BCG prende in esame più fattori, ma è più laboriosa ed introduce un maggior grado di soggettività

802014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Le matrici di analisi del portafoglio:la matrice GE-McKinsey (2/2)

I = Investire per rafforzare la posizione sul mercato

C = Conservare la posizione attraverso il bilanciamento tra le fonti e gli impieghi di cassa

M = Mietere o disinvestire

Attrattività dell’area

Bassa

Alta

Posizione competitiva

DeboleForte

I

I

I

C

C

C

M M

M

812014 - Riproduzione riservata – Federico Frattini

Strategia d’impresa

Federico Frattini

Politecnico di Milano