Stradivari - Biografia

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    Biografia[modifica | modifica wikitesto]

    Stradivari nella sua bottegaNon abbiamo notizie certe sulla nascita di Stradivari, salvo il nome del padre,Alessandro, e la data approssimativa, situata tra la fine del 1643 e il 1649; che sia nato a Cremona desunto dal fatto che nelle etichette degli strumenti si definiva Cremonensis[3]. Senza dubbio, la madre non pu essere identificata con la tradizionale Anna Moroni in quanto questa era sposa di un Alessandro Stradivari morto nel 1630, ben prima della nascita di Antonio. Un violino riporta l'etichetta Antonius Stradivarius Cremonensis Alumnus Nicolaij Amati, Faciebat Anno 1666[4], unica testimonianza di un discepolato presso l'illustre liutaio cremonese Nicola Amati.

    Il monumento a Stradivari (Cremona)Il violino e la pertinenza dell'etichetta sono state oggetto di discussione; a favore dell'autenticit si sono espressi Alfred e Athur Hill, in Antonio Stradivari

    : His Life and Work, un testo del 1902 considerato ancora di primaria autorevolezza, e pi recentemente Simone Fernando Sacconi e Charles Beare[4]. Tuttavia lo stesso Beare - considerando il fatto che i violini dell'anno seguente gi contengonoil cartiglio standard che egli appose per il resto della vita: Antonius Stradivarius Cremonensis Faciebat Anno [data][5], senza il riferimento ad Amati - si chiede se non si possa ipotizzare una dichiarazione mendace dello Stradivari, chel'Amati avrebbe imposto di correggere[4].

    Dai registri della parrocchia di Sant'Agata, sappiamo che Stradivari si stabil inquel quartiere di Cremona nel 1667, anno in cui spos la sua prima moglie: Francesca Ferraboschi; in questa casa, che gli era stata data dall'architetto Francesco Pescaroli presso la cui bottega era stato apprendista da bambino[6], nacqueroi primi sei figli della coppia, tra i quali Francesco e Omobono, che pi tardi fur

    ono anch'essi liutai. Gli strumenti che realizz in questo periodo erano chiaramente influenzati dagli schemi di Nicola Amati.[4] Sorprendentemente, di questo periodo rimangono solo una ventina di strumenti, quindi si ipotizza che parte del suo lavoro fino agli anni ottanta fosse alle dipendenze di altri liutai, ad esempio Amati e Francesco Ruggieri. La produzione a suo nome di pregevole qualit, sebbene non geniale.[3] Tra gli strumenti di questo periodo, un tipico esempio il violino chiamato "Sellire".[7] Nel 1680 Stradivari acquist una casa, con annesso laboratorio, in piazza San Domenico (oggi piazza Roma), nel quale lavor fino alla morte.

    La casa e il laboratorio di Stradivari a Cremona, in piazza San Domenico(disegno)

    Violino del 1687-1689 "Spagnolo II" conservato al Palacio Real di MadridNel 1684 mor Nicola Amati e con lui il personaggio pi carismatico della produzioneliutaria della citt. Il figlio Girolamo (II), nonostante avesse dato un importan

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    te contributo alla costruzione degli strumenti del padre negli ultimi vent'anni,non riusc a mantenere l'elevatissima qualit della bottega e quindi da questo momento le commesse pi importanti passarono a Stradivari, nonostante lo sviluppo negli stessi anni dell'attivit di Andrea Guarneri e successivamente del figlio Giuseppe (a sua volta padre del pi famoso Bartolomeo Giuseppe Antonio, detto "del Ges").[8] Infatti, la sua produzione risult aumentare considerevolmente, cominciando ascostarsi dal modello amatizzante con un irrobustimento generale dello strumento, soprattutto negli angoli.

    La vernice era ancora spesso quella color miele di Amati, arricchita talvolta dauna tonalit tendente all'arancio, mentre il suono generalmente pi potente.[3] Dopo il 1690, emerse prepotentemente la sua originalit: agli spigoli duri del decennio precedente vengono ora accostati un filetto pi largo, effe pi accentuate, curvature pi forti nella tavola armonica, maggiore intensit e profondit della vernice.[3] I violini si orientano verso maggiori dimensioni (36 cm di lunghezza della cassa), avvicinandosi ai modelli bresciani, soprattutto Giovanni Paolo Maggini, e ne acquistano una maggiore pienezza e profondit di voce.[7]

    Nel 1698 mor la prima moglie e l'anno seguente Antonio spos Antonia Zambelli Costa, dalla quale ebbe altri cinque figli. Da questo periodo, il figlio Francesco fuinserito a tempo pieno nel laboratorio, mentre Omobono solo parzialmente. Tuttavia, il lavoro era totalmente dominato dal padre, che lasciava solo occasionalmente ai figli la produzione completa di uno strumento, normalmente di genere pi economico, composto con legni di seconda qualit; molti di questi strumenti portavan

    o l'etichetta sub disciplina Stradivarii, indicando che erano stati costruiti sotto la supervisione del padre.[3] Il ventennio 1700-1720 (definito da alcuni il"periodo d'oro") vide l'ultimo e definitivo incremento della lavorazione stradivariana. A questo appartengono la gran parte degli strumenti pi noti del maestro,come il Betts (1704), l'Alard (1715) e il Messia (1716), che presentano la tipica forma "matura", ora affrancata da qualsiasi influenza di Nicola Amati, e la caratteristica vernice arancio-bruno.

    Anche il suono ha una particolare ricchezza, potenza e facilit di emissione. A questo periodo appartengono anche alcuni ottimi violoncelli; Stradivari abbandon lamisura grande che aveva caratterizzato i suoi violoncelli del passato (successivamente tutti vennero ridotti per adattarli alle esigenze del repertorio solistico) e pervenne tra il 1707 e il 1710 ad elaborare la cosiddetta "forma B", che v

    enne usata come modella dalla maggior parte dei costruttori per tutto il XVIII secolo. Il suono di questi strumenti del tutto paragonabile in qualit e potenza aquello dei violini.[3] Oltre ai violini, Stradivari cre anche arpe (ad oggi ne esiste una sola[9]), chitarre, viole, violoncelli, bassetti, liuti, tiorbe, violeda gamba di varie taglie, mandole e mandolini, pochette di varie fogge[10]: si stima oltre 1100 strumenti musicali in tutto; circa 500 - 600 di questi strumentisono ancora esistenti.

    Antonio Stradivari continu a lavorare fino agli ultimi giorni della sua vita. Moril 18 dicembre 1737 all'et di 93 anni.Venne sepolto nella basilica di San Domenico, nella tomba di famiglia che si trovava all'interno della cappella del Rosario. Nel 1869, la chiesa e il monasteroannesso vennero abbattuti perch pericolanti ed al loro posto si trovano oggi i g

    iardini pubblici di piazza Roma, dove conservata una copia della semplice lapidefunebre, che riporta la data in cui aveva acquistato la tomba per s e i suoi familiari: 1729.[11]. La lapide originale dal 18 dicembre 2014 esposta nella sala del Museo del Violino di Cremona, in un'apposita sezione che mostra anche la riproduzione in vetro della cappella di famiglia, il testamento olografo, l'atto dimorte e quello di sepoltura.