STORIE DI VITA, PROFUGHI AL LA FOTOGRAFIA RISPOSTE: FAQ … · fessor Maurizio Ambrosini...

44
SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017 1 PROFUGHI AL SERVIZIO DELLA COMUNITÀ LA FOTOGRAFIA DELL’IMMIGRAZIONE IN TRENTINO RISPOSTE: FAQ SULL’ACCOGLIENZA E NUOVA DISCIPLINA STORIE DI VITA, DIALOGO E INCONTRO PROFUGHI vademecum 2017 sull’accoglienza in Trentino supplemento n. 1 al n. 340 de “il Trentino” impegno, inclusione, reciprocità

Transcript of STORIE DI VITA, PROFUGHI AL LA FOTOGRAFIA RISPOSTE: FAQ … · fessor Maurizio Ambrosini...

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

!1

PROFUGHI AL SERVIZIO DELLA

COMUNITÀ

LA FOTOGRAFIA DELL’IMMIGRAZIONE

IN TRENTINO

RISPOSTE: FAQ SULL’ACCOGLIENZA E NUOVA DISCIPLINA

STORIE DI VITA, DIALOGO

E INCONTRO

PROFUGHI vademecum 2017 sull’accoglienza in Trentino

supplemento n. 1 al n. 340 de “il Trentino”

impegno, inclusione, reciprocità

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Di fronte al “fenomeno profughi” la nostra percezione è direttamente influenzata da artefatti di matrice ideologica e fotografie distorte della presenza dei migranti nel contesto locale e nazionale. Di qui l'impor-tanza di offrire alla comunità uno stru-mento – come questo magazine – capace di trasmettere la conoscenza del tema del-la protezione internazionale con partico-lare riferimento al contesto locale, raccon-tando anche la meno visibile e straordi-naria quotidianità dell'accoglienza. Sul piano più tecnico va detto che l'assolu-

ta rilevanza del tema dell'asilo dal punto di vista umano, sociale e – in chiave geopolitica – internazionale non si ac-compagna, sul piano delle presenze, ad un “allarme sociale”. Tuttavia, questo è il messaggio che, spesso in chiave strumen-tale, arriva da più fonti alla comunità e che gli stessi cittadini, più o meno con-sapevolmente, veicolano nella piazza vir-tuale dei social e nella piazza reale delle grandi città come dei piccoli paesi. È un messaggio scientificamente fuor-viante che talvolta spinge i cittadini, al-larmati da un infondato “pericolo inva-sione”, ad ignorare la dimensione umana del fenomeno asilo e il dramma di chi chiede aiuto. Sappiamo, invece, che la componente “asilo” è assolutamente mi-noritaria rispetto alla generalità dei mi-granti presenti in Trentino e in Italia, a dimostrazione di come una percezione basata sul “sentito dire” possa canalizzare, allarmare e fomentare l'opinione pubblica in un dibattito segnato da un'emotività che genera il “nemico perfetto”, in questo caso i migranti forzati. Come Trentino governiamo, per quanto ci

!2

Conoscere per capire

di Luca Zeni, assessore provinciale alla Salute e Politiche sociali

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

compete, il fenomeno dei richiedenti pro-tezione internazionale attraverso una di-retta assunzione di responsabilità e di co-ordinamento da parte della Provincia au-tonoma di Trento, in virtù di un protocollo di intesa sottoscritto con il Commissariato del Governo. La dimensione operativa è gestita valorizzando la competenza di di-versi partner del terzo settore che concor-rono a definire un modello trentino di ac-coglienza che va oltre i bisogni primari. Ciò valorizzando le potenzialità delle per-sone accolte anche al servizio della comu-nità attraverso lavori di pubblica utilità. Aspetto centrale di questo modello è il principio di accoglienza diffusa dei mi-granti sul territorio - grazie al dialogo e alla collaborazione con gli enti locali - al fine di favorire percorsi di dialogo, incon-tro e inclusione sociale. Avvertiamo però l'esigenza di una visione più ampia, sovranazionale: una regia eu-ropea in materia di immigrazione - com-prendendo naturalmente il tema dell'asilo - capace di rispondere alle dinamiche geopolitiche che determinano i flussi mi-gratori, garantire equità fra gli Stati mem-bri in termini di accoglienza e capace so-prattutto di offrire sicurezza a chi, oggi, fugge dalla morte mettendo a rischio la propria vita.

Il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi e l'assessore provinciale Luca Zeni esprimono la propria ferma condanna sugli atti incendiari che hanno colpito strutture di accoglienza (o candi-date a tale scopo) in Trentino e più pre-cisamente a Lavarone, Soraga e Roncone. “Atti – affermano Rossi e Zeni – che non colpiscono solo i migranti e il progetto di accoglienza ma che offendono i valori più profondi della nostra comunità. Si tratta – proseguono presidente e assessore – di riprovevoli azioni che cercano di minare la serena convivenza. Il tentativo sembra essere quello di infrangere con la violen-za un equilibrio, una progettualità che giorno dopo giorno si traduce in ac-coglienza, dialogo e incontro, pur tra le difficoltà che inevitabilmente possono ac-compagnare questi percorsi. L'episodio di Roncone, proprio come quel l i di Lavarone e Soraga, appare come l'azione vigliacca di chi, consapevole di non avere il sostegno della comunità, cerca quindi di destabilizzare in modo criminale il cammino di accoglienza, trasmettendo un'immagine di intolleranza che non ap-partiene al nostro territorio.” “La quotidianità della convivenza – con-cludono il presidente Rossi e l’assessore Zeni – sta dimostrando che queste vio-lente manifestazioni di dissenso nulla hanno a che vedere con il reale sentire e l'effettiva risposta della comunità. E se da un lato è responsabilità di questa stessa comunità non sottovalutare tali atti di violenza, dall’altro è altrettanto impor-tante non interpretarli come un segnale di odio da parte di molti, bensì come in-degne provocazioni da parte di pochi.”

!3

come Trentino governiamo, per quanto ci compete, il “fenomeno profughi” attraverso una diretta assunzione di responsabilità e di coordinamento da parte della Provincia autonoma di Trento

Atti intimidatori, la condanna della Provincia autonoma di Trento

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Sia nel 2015, sia nel primo semestre del 2016 si sono acuite e cronicizzate nel mondo molte situazioni di guerra: si con-tano 35 conflitti in atto e 17 situazioni di crisi. Tali scenari di guerra provocano la fuga di un numero tanto maggiore di per-sone quanto più lungo e cruento diventa il conflitto o quanto più perdurano nel tem-po situazioni di insicurezza, violenza e vio-lazione dei diritti umani. Nel mondo, nel corso del 2015, sono state costrette a fug-gire dalle loro case circa 34mila persone al giorno: in media 24 persone al minuto. Altri motivi di fuga sono rappresentati dalle disuguaglianze economiche, dalle disuguaglianze nell’accesso al cibo e al-l’acqua, dal fenomeno del cosiddetto land grabbing (la sottrazione di terreni produt-tivi nei paesi più poveri) e dall’instabilità creata dagli attentati terroristici. Questa la situazione illustrata nel terzo Rapporto sulla protezione internazionale in Italia

2016 realizzato da Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Servizio Centrale dello Sprar in collaborazione con Unhcr. Nel 2015 sono 65,3 milioni i migranti forzati nel mondo, dei quali 21,3 milioni di rifugiati, 40,8 milioni di sfollati interni e 3,2 milioni di richiedenti asilo. La Turchia si conferma il paese che ospita il maggior numero di rifugiati al mondo nel proprio territorio, registrando 2,5 milioni presen-ze. Seguono il Pakistan con 1,6 milioni di rifugiati e il Libano con 1,1 milioni. Rispet-to invece ai paesi di origine dei rifugiati, alla fine del 2015 la Siria rappresenta il primo paese al mondo con 4,9 milioni di rifugiati. L’Afghanistan si conferma al secondo posto con 2,7 milioni; seguono la Somalia, il Sud Sudan, il Sudan, la Repub-blica Democratica del Congo, la Repubbli-ca Centrafricana, il Myanmar, l’Eritrea e la Colombia.

!4

Migranti forzati in Italia e nel mondo

news

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Nel 2015 la rotta del Mediterraneo orien-tale ha rappresentato la principale via di ingresso in Europa, con numeri 16 volte maggiori a quelli registrati nell’anno precedente. In Europa nel corso del 2015 sono state presentate 1.393.350 domande di protezione internazionale, delle quali il 94,9% nei 28 Paesi membri dell’Unione europea. La Germania, con 476.620 do-mande presentate, è il primo paese per richieste di protezione internazionale, con una crescita pari al 135% rispetto all’anno precedente. A larga distanza seguono Ungheria e Svezia, con rispettivamente 177.135 e 162.550 domande; seguono quindi Austria con 88.180 e Italia con 84.085 richieste. Rispetto alle risposte alle domande di asilo, a fronte delle 776.160 decisioni da parte dell’Unione Eu-ropea nel 2015, il 43% (333.205) ha porta-to al riconoscimento di una forma di pro-tezione internazionale. In Italia, nel 2015, il numero dei migranti

sbarcati sulle coste - quasi tutti dalla Libia - ha raggiunto quota 153.842. I minori giunti sulle coste italiane nel 2015 sono stati 16.478, pari al 10,7% del totale dei migranti sbarcati, in diminuzione rispetto al 2014 quando erano il 15,4% dei quali 12.360, il 75% del totale, arrivati da soli e la restante parte in compagnia di almeno un adulto. Per quanto riguarda i paesi di origine, nel 2015 la maggior parte dei mi-granti proviene dall’Eritrea con 39.162 presenze, pari al 25,4% del totale e dalla Nigeria con 22.237 persone. Nel primo semestre del 2016 i migranti sbarcati sono stati 68.876, più o meno come quelli giun-ti l’anno precedente nello stesso periodo, mentre a fine ottobre 2016 sono giunti a quota 159.432, ovvero più del 13% rispetto all’anno precedente dei quali 19.429 mi-nori stranieri non accompagnati, pari al 12,1%. A fronte di questi arrivi, nel 2015 le do-mande di protezione internazionale pre-sentate in Italia sono state 83.970, +32% rispetto al 2014. Le prime 5 nazionalità di richiedenti asilo risultano essere Nigeria, Pakistan, Gambia, Senegal e Bangladesh. Nei primi sei mesi del 2016 le domande sono state 53.729, il 64% in più rispetto allo stesso periodo del 2015; le quattro nazionalità prevalenti rimangono le stesse del 2015, mentre sale al quinto posto la Costa d’Avorio. Con riferimento alle decisioni delle Com-missioni territoriali prese nel corso del 2015, su oltre 71mila istanze complessi-vamente esaminate in 13.780 casi è stata riconosciuta una forma di protezione in-ternazionale. In particolare, è stato con-cesso lo status di rifugiato a 3.555 richiedenti, mentre la protezione sus-sidiaria è stata accordata in 10.225 casi. Sommando inoltre le 15.768 persone alle quali è stato concesso un permesso di sog-giorno per motivi umanitari, l’esito positi-vo delle domande risulta pari al 41,5%, in netta diminuzione rispetto al 60% del 2014. La quota maggiore di esiti positivi riguarda afghani (95,2%), ucraini (65,5%), pakistani (44,3%) e ivoriani (41,7%).

!5

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Nel 2016, ogni giorno, in media 14 per-sone sono morte nel Mar Mediterraneo nei “viaggi della speranza”. Si tratta, af-ferma l'Agenzia Onu per i rifugiati, del numero più alto mai registrato. Nel 2015, a fronte di oltre un milione di persone che hanno attraversato il Mediterraneo, sono state registrate circa 3.800 vittime, men-tre nel 2016 il bilancio è oltre quota 5.000. “Questa situazione – fa sapere in una nota l'Unhcr – evidenzia come gli Stati deb-bano urgentemente ampliare le possibilità di ammissione per i rifugiati, fra queste il reinsediamento, la sponsorizzazione pri-vata, il ricongiungimento familiare e schemi di borse di studio per studenti, così che non siano costretti a ricorrere a pericolose traversate e ai trafficanti.” Secondo l'Agenzia, le cause dell’allar-mante aumento di morti nel Mediterraneo riscontrato nel 2016 sono molteplici e sembrano essere legate alla qualità sem-pre più scarsa delle imbarcazioni utiliz-zate, alle imprevedibili condizioni meteo-rologiche e alle tattiche utilizzate dai traf-ficanti per evitare di essere intercettati.

Tra queste, la partenza in contemporanea di un elevato numero di barconi per ren-dere più difficile il lavoro dei soccorritori.

!6

Mediterraneo, oltre cinquemila morti nel 2016

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Il tema dei richiedenti asilo è costante-mente all'attenzione della comunità lo-cale, nazionale e internazionale. Spesso il fenomeno è descritto utilizzando espres-sioni come “marea umana”, “nuova onda-ta di profughi” o addirittura “invasione”. Ma i dati raccontano davvero un simile scenario? Ne abbiamo parlato con il pro-fessor Maurizio Ambrosini dell'Università degli Studi di Milano.

Professor Ambrosini, assistiamo ve-ramente ad una sorta di invasione di profughi? “Vediamo tutti i giorni che c'è un quadro, un'impressione di allarme, di invasione, di un carico esorbitante. Va detto che i rifu-giati e i richiedenti asilo in Italia sono cir-ca il 3% della popolazione immigrata: 5 milioni e mezzo di immigrati, 180mila tra rifugiati e richiedenti asilo. Il rapporto con la popolazione italiana è del 3 per mille. Per esempio in Libano è 183 per mille, in Turchia è 32 per mille, in Svezia è 17 per mille. Dal punto di vista quantitati-vo non ci sono elementi per dire che c'è

un'invasione di rifugiati; i numeri sono molto inferiori a quelli di altri Paesi, sono inferiori alle medie europee. Possiamo dire che i rifugiati sono come una proiezione locale, fisica, visibile della globalizzazione. Siccome è difficile pren-dersela con i ‘lupi’ di Wall Street, con le potenze finanziarie globali, ce la prendi-amo con il rifugiato africano arrivato il giorno prima da Lampedusa.”

!7

Profughi, il falso mito dell’invasione

Guarda il video

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Ibrahima mostra con orgoglio l’attestato che ha ricevuto al termine del corso di volontario che ha seguito con entusiasmo presso la Croce Rossa. Originario del Gambia, circa due anni fa è arrivato in Trentino con un “viaggio della speranza” a bordo di un barcone. Qui ha ottenuto la protezione umanitaria e nel proprio per-corso si è impegnato accogliendo con en-tusiasmo le proposte di valorizzazione del tempo libero – anche al servizio della co-munità – che gli sono arrivate dalle rete dell’accoglienza. Accanto all’impegno presso la CRI a Folgaria, ha iniziato un tirocinio presso la locale Casa di Riposo.

!8

Dalla richiesta d’asilo all’impegno in Croce Rossa

storie

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Arriva dal Gambia e ha scelto di farsi chiamare Luciano perché tante persone non riuscivano a pronunciare bene il suo vero nome. Luciano ci racconta del suo percorso e in particolare della sua volontà di svolgere attività di volontariato, del suo Servizio Civile presso il servizio a sostegno delle famiglie con disabilità “Prove di Volo” a Gardolo di Trento, organizzato dalla cooperativa “La Rete”. Il giovane gambiano ci parla anche della partecipazione alla grande festa della Cir-coscrizione di Gardolo di Trento come volontario della cooperativa che gestisce un locale. Alla festa Luciano ha assistito tre ragazzi diversamente abili ma quasi autonomi. Luciano ha conosciuto la cooperativa “La Rete” grazie ad un tirocinio svolto nel-l’ambito di un corso di 60 ore organizzato dal Centro di salute mentale di Trento. A proporgli di partecipare sono stati opera-tori che si occupano di inserimento socio-lavorativo nell’ambito del progetto trenti-no di accoglienza richiedenti protezione internazionale. Sempre con “La Rete” è andato al mare a Ferrara e in montagna in Val di Non per accompagnare le persone seguite dalla cooperativa. Un’esperienza impegnativa, poiché ha dovuto offrire la propria disponibilità 24 ore su 24, ma

molto formativa per il giovane gambiano che ha imparato ad affrontare le difficoltà con perseveranza e determinazione. Si trova bene ora Luciano a Trento, anche perché è un ragazzo che si dà molto da fare per integrarsi nella nuova comunità. In Trentino ha svolto volontariato anche presso la cooperativa Mandacarù, ha fatto parte della squadra di pulizie della città “Noi siamo Trento” e ha accompagnato i bambini a giocare presso il Centro “Il Muretto” a Gardolo con la cooperativa Progetto 92. E adesso, oltre al servizio civile, frequenta anche la terza media presso il centro Eda a Trento.

!9

Dal Gambia al Servizio Civile in Trentino

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Non sono molti i richiedenti protezione internazionale accolti in Trentino prove-nienti dalla Costa d’Avorio. La maggior parte di loro è arrivata dopo diverse soste in altri paesi e dopo aver attraversato in barca il Mediterraneo e in pullman l’Italia da sud a nord. Hanno dovuto lasciare il proprio paese a causa della guerra civile che nel 2011, come riporta la stampa del periodo, ha avuto come conseguenza fughe di massa e diversi morti abbando-nati nelle strade. Tra coloro che hanno cercato di mettersi in salvo c’erano anche Ruth, che è scappata in Ghana e la sua amica Lory (nomi di fantasia, ndr), che dopo aver attraversato vari paesi è riuscita ad arrivare in Tunisia. Ora queste due donne, come tante altre persone scampate alla morte, cercano di ricostruire la propria vita spezzata dalla guerra e dai traumi vissuti. Mentre raccogliamo le tessere del mosaico che ricostruiscono la vita passata di Ruth, scopriamo che con lei a Trento è arrivata l'amica Lory (che lei chiama “sorella di sangue”) nell'aprile 2016 presso la resi-denza Fersina. Hanno viaggiato con il

pullman, come solitamente arrivano in Trentino i migranti che vengono salvati dalle acque del Mediterraneo e poi dislo-cati sul territorio nazionale con criterio proporzionale alla popolazione. Dopo un breve soggiorno alla residenza Fersina e alcuni mesi presso il Campo della Pro-tezione Civile di Marco di Rovereto, ora le giovani ivoriane vivono a Trento dove condividono un appartamento con un’al-tra donna e il suo bambino, originari della Nigeria. Raccontare quanto ha vissuto negli ultimi cinque anni è molto difficile per Ruth. Da un lato teme che la gente non comprenda le ragioni del suo viaggio, dall'altro ci sono il dolore, la paura e la rabbia per quanto è successo e quanto ha vissuto. Ruth però crede che raccontarsi possa aiutare sia ad abbattere pregiudizi e timori infondati sia a ricominciare a vivere superando i traumi passati. E così comincia ad aprirsi… Ripete più volte che a nessuno direbbe mai di tentare il viaggio in barca attraver-so il Mediterraneo, vivendo l’angoscia che la barca possa affondare da un momento all’altro e con essa la vita. Una paura sem-

!10

Il coraggio di due donne in fuga dalla guerra

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

pre viva dentro di lei. La affligge ancora, lo si nota nei suoi gesti, nel suo volto e nei suoi grandi occhi resi lucidi dalle lacrime. In Ruth si alternano ansia e serenità, a seconda dei momenti di vita narrati. Oggi ha 29 anni e ne aveva 24 quando è scoppiata la guerra civile nella capitale del suo paese d’origine. Fino al 2011 la sua vita scorreva tra binari normali. Viveva con sua madre e tre fratelli, due maschi e una femmina e aveva un fidanzato. Si era diplomata e aveva inoltre frequentato un corso di formazione nel settore turistico e un tirocinio presso un’agenzia di turismo. Ma la guerra ha interrotto bruscamente il sereno scorrere della vita di Ruth come di tante altre persone che sono scappate per sfuggire alla morte e alla distruzione. I suoi fratelli e la mamma hanno scelto di andare in altre città del paese; la sua ami-ca del cuore, Lory, è andata in Tunisia mentre lei è riuscita a trovare rifugio in un campo profughi in Ghana. Per circa 4 anni ha vissuto in quel paese soffrendo la fame e la miseria. Ha quindi deciso di raggiun-gere Lory in Tunisia e dopo tre mesi sono partite insieme per la Libia, dove hanno vissuto per circa un anno. Sia in Tunisia, sia in Libia Ruth è riuscita a lavorare come colf presso qualche famiglia, ma ha subito dei maltrattamenti e assistito a tante scene crudeli che le hanno lasciato dei traumi e hanno segnato profondamente la sua vita. A tutto ciò si è aggiunto il terribile “viaggio della speran-za” in barca per arrivare in Europa. Ruth non dimenticherà mai quei momenti e lo dice a voce alta. C’erano circa duecento

persone sul barcone, partite con lei dalla Libia. Gente già disperata e poi terrorizza-ta da un viaggio con l’acqua tra i piedi nel-la barca. Poi il pianto di gioia, liberatorio, quando all’orizzonte è spuntata la nave con gli operatori della Croce Rossa. Sono seguiti lo sbarco a Siracusa, il viaggio in Trentino e tutto il resto. Scene che si susseguono nella mente di Ruth come ap-partenenti ad una vita lontana. Adesso, infatti, tutto è nuovo per lei: il ter-ritorio con la sua gente, le sue montagne e il freddo mai sentito così forte, la lingua e la cultura italiana, la casa e tanto altro. Tante le attività nelle quali la giovane ivo-riana è coinvolta quotidianamente. Fre-quenta il corso di italiano, ha partecipato a un corso di teatro, impara a cucire con altre donne di Gardolo nell’ambito delle iniziative promosse dalla cooperativa Ari-anna e ogni venerdì è presente al Forno sociale aperto presso la Casetta di Canova, dove impara a fare il pane. È contenta della propria vita oggi, anche se assalita dalla nostalgia dei suoi cari e dagli incubi che ancora la perseguitano, in particolare quando è sola. Spera un giorno di superarli, di studiare, di trovare un la-voro, di costruirsi una famiglia e avere tre figli. Tutto in Italia, il paese che le ha sal-vato la vita. Lory ha condiviso parte del viaggio del-l'amica Ruth. È fuggita anche lei nel 2011 a causa della guerra civile nella capitale della Costa d’Avorio, ma dopo un lungo viaggio ha raggiunto la Tunisia. In quel paese ha vissuto alla giornata facendo al-cuni lavori come le pulizie e la babysitter, ma era priva di documenti. Ha colto l’oc-casione di andare via dalla Tunisia assieme a Ruth che l’aveva raggiunta dal Ghana. Poi l’anno vissuto in Libia, quasi tutti i giorni con il timore di finire in pri-gione e poi morire. Dopo il viaggio sul barcone e l'arrivo in Italia, Lory ha comin-ciato una nuova vita in Trentino. Ha una laurea in lingua spagnola conseguita in Costa d’Avorio ma anche la speranza di lavorare, un giorno non troppo lontano, come interprete o traduttrice.

!11

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Lamin è l’unico dipendente di una autof-ficina di Canezza, frazione di Pergine Val-sugana, in Trentino. L’impresa ha comin-ciato la propria attività più di un anno fa, in concomitanza con l’avvio del tirocinio del giovane richiedente protezione inter-nazionale. Azienda e tirocinante hanno iniziato dunque insieme un cammino di crescita aziendale, professionale ma anche umana. Oggi Lamin è un apprendista dipendente come meccanico auto, uscito da alcuni mesi dal progetto di accoglienza per richiedenti asilo in quanto titolare di red-dito. “Quando è rimasto senza alloggio abbiamo ospitato Lamin a casa nostra, è quasi come uno di famiglia”, spiega il figlio del titolare dell’autofficina che ag-giunge: “Abbiamo notato che questo ragazzo aveva delle conoscenze per quanto riguarda l’attività in officina e ora certi la-vori li svolge in autonomia, mentre altri li

facciamo insieme. Deve imparare meglio l’italiano e per questo abbiamo fatto un ‘patto’, ovvero uno ‘scambio’ di conoscen-ze, ogni sera, fra lingua italiana e lingua inglese”. A confermare le capacità come meccanico del giovane gambiano è anche l’operatore dell’accoglienza che lo ha seguito nel per-corso di inserimento lavorativo presso l’officina. “Lamin aveva chiaro il proprio obiettivo e cioè riprendere a svolgere il mestiere appreso dai famigliari”, afferma l’operatore Stefano, aggiungendo che “dopo un mese a titolo gratuito di tirocinio, sono seguiti un altro mese con una borsa di quattrocento euro e altri quattro mesi con cinquecento euro, tutto a carico dell’azienda”. Il tirocinio si è concluso con l’assunzione con un contratto di dipendente ap-prendista, attingendo al bonus occu-pazionale del progetto “Garanzia Giovani”. Lamin parla con relativa serenità del pro-prio passato; anzi, sembra contento di poter “dare sfogo” ai traumi che ha dovuto subire. “Ho studiato – ci racconta – in lin-gua inglese fino all’età di nove anni. Non ho fratelli né sorelle; sono rimasto senza genitori a causa di un incidente automo-bilistico nel periodo in cui ho iniziato a dare una mano a mio padre e a mio zio nell’officina di famiglia. Avevo quasi sedici anni quando ho perso anche lo zio, diven-

!12

Lamin, il richiedente asilo col sogno di aggiustare le auto

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

tato il mio capo in officina. Un giorno – prosegue Lamin – un cliente è venuto con una macchina da riparare; mio zio mi ha chiesto le chiavi ed è partito con quella macchina. L’ho aspettato cinque giorni che a me sono sembrati lunghissimi. Avevo tanta paura; sono andato a denunciare la sua scomparsa alla polizia. Il nonno (che probabilmente ave-va intuito un atto di violenza ai danni del-lo zio, ndr) mi ha detto però che era meglio andarsene via ed è stato proprio il nonno ad aiutarmi a scappare in Senegal per non rischiare di fare la stessa fine del-lo zio e dei miei genitori. Quindi la mia prima meta è stata il Senegal. Dopo tre mesi ho proseguito il viaggio in Mali, Burkina Faso, Nigeria e infine Libia. In ogni paese cambiavo mezzo ma erano sempre furgoni. In Libia sono rimasto quattro anni, di cui due occupandomi del-la lavorazione della frutta. Ho conosciuto anche – prosegue il giovane gambiano – cosa vuol dire vivere subendo maltratta-menti in un carcere libico. Per le strade eravamo spesso minacciati con le pistole e dovevamo dare tutti i soldi guadagnati. Io ero un semplice adolescente di colore nero che non amava rubare, non amava la vio-lenza. I miei genitori mi avevano inculcato fin da piccolo l’onestà, il rispetto. A un

certo punto non sono più riuscito a sop-portare tutta quella situazione. Un giorno, come tanti altri, ho pagato uno scafista e sono salito su un barcone per attraversare il mare e raggiungere l’Eu-ropa. Non sapevo a cosa andavo incontro realmente e cosa mi avrebbe aspettato in mare”. Lamin è tra i fortunati che sono arrivati fino a destinazione; lo ha pensato egli stesso quando ha messo piede sulle coste italiane, dove è iniziata per lui una nuova vita. Per due mesi ha vissuto in Sicilia, poi è arrivato in Trentino. Per cinque mesi è stato accolto nella residenza di Castelfon-do (Val di Non), poi in un appartamento a Trento. Come gli altri richiedenti asilo in Trentino, è stato seguito nel percorso della domanda d’asilo e negli aspetti riguardan-ti l’inserimento sociale, l’apprendimento delle regole e della lingua italiana, fino al-l’orientamento al lavoro. Lamin aveva circa vent’anni quando è ar-rivato in Italia; ora ne ha ventidue e ha già parzialmente raggiunto la propria au-tonomia grazie alle indicazioni della rete dell’accoglienza e grazie alle competenze personali acquisite lavorando in patria. Competenze che rappresentano, per Lamin, una preziosa eredità ricevuta dal papà e dallo zio.

!13

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

“Quando sono andato in pensione, il mio referente (Paolo Garniga, direttore Nir-coop, ndr) mi ha mandato una lettera per ringraziarmi per il mio impegno sul la-voro. Io gli ho risposto: 'Guarda che per me gli ultimi mesi non sono stati un la-voro, ma andare a trovare degli amici'.” Così esordisce Paolo, “fresco” pensionato trentino, nella nostra chiacchierata nel lu-ogo che fino a poco tempo fa era il suo

“ufficio”: la residenza Fersina a Trento, centro di Prima accoglienza dei richieden-ti protezione internazionale. Non è un caso trovarlo qui; Paolo viene ogni setti-mana a salutare le persone accolte o, come preferisce chiamarle egli stesso, “i suoi amici”. Quando entra nella struttura di via al Desert, gli si fanno incontro anche gli ex colleghi e gli altri operatori dell'accoglien-za. Per parlare dei tanti mesi trascorsi alla “Fersina” ci sediamo in sala mensa. Siamo a metà mattina: molti profughi sono ai corsi di italiano, alcuni sono impegnati in altre attività, fra le quali pulire il giroscale e gli altri spazi comuni; altri cercano un po' di casa nel telefonino e riecheggiano fino a noi melodie dal sapore “esotico”. Mentre dialoghiamo con Paolo gli scatti-amo qualche foto. Non è certo buona edu-cazione, ma le espressioni del suo viso raccontano meglio delle parole un luogo di lavoro diventato quasi una seconda famiglia. Tutto è nato per caso, o quasi: mancava poco alla pensione e quando la Provincia, nell'ambito del “Progettone”, gli ha proposto di impegnarsi nell'ac-coglienza dei richiedenti asilo Paolo ha coniugato l'entusiasmo con la curiosità. “Inizialmente pensavo di lavorare sulle ciclabili – ci racconta – ma poi mi hanno

!14

Paolo, “Il mio lavoro tra i profughi; anzi, tra amici”

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

proposto questo impiego e io ho detto: tentiamo, voglio provare ad andare dai profughi. È stata una bellissima esperien-za. Il primo periodo non è stato facile, ma dopo due/tre mesi tutto è andato per il meglio. Ho capito che le persone accolte hanno bisogno di un punto di riferimento e col tempo fra noi – ci spiega Paolo con gli occhi lucidi – si è creato un dialogo tale che oggi, da pensionato, vengo periodica-mente qui a trovare i miei amici”. Paolo ci racconta qualche episodio della quotidian-ità alla “Fersina”: “Tra i migranti accolti alcuni sono più volenterosi e intrapren-denti, altri meno, ma in generale sono persone che si accontentano di poco. A volte sento pronunciare cose feroci sui profughi (qui non le riportiamo, ndr), ma io dico: bisogna conoscerli e capire la loro situazione. Io sono un pensionato e non

faccio 'grandi salti'; mi gestisco con quello che ho e sono contento perché tutto som-mato sto facendo una bella vita. Quindi, guardando al vissuto di questi migranti, non mi posso lamentare. Ricordo che in uno degli ultimi arrivi qui alla 'Fersina' i profughi sono scesi devastati dal pullman; dopo aver affrontato il viaggio sul barcone sono giunti sin qui vestiti con indumenti di recupero, delle tute bianche o qualcosa del genere”. Invitiamo Paolo a “fare un giro” nella struttura per incontrare i tanti amici che non lo hanno visto entrare. Le strette di mano, gli abbracci e i sorrisi rendono la ex caserma meno austera. En-triamo anche in qualche camera; non si ha l'impressione di violare la privacy di qual-cuno, ma di portare un amico da amici. È più titubante, Paolo, quando gli chiediamo di “buttarci” nelle aule dei corsi di lingua e cultura italiana. Teme di disturbare, ma una volta entrati gli sguardi fra i banchi dicono il contrario. Tra vocaboli e gram-matica lo si trova il tempo per salutare un caro amico, ma non vogliamo approfittare troppo della gentilezza delle insegnanti dell 'Ati , composta da cooperativa Samuele, cooperativa Arcobaleno e asso-ciazione Fili. Usciamo dall'aula e incontri-amo Paolo Facinelli della cooperativa

!15

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Kaleidoscopio, responsabile della strut-tura, mentre dialoga con alcuni operatori in uno dei tanti briefing per “sintoniz-zarsi” sulla logistica come sulle attività di valorizzazione del tempo libero, sul rispet-to delle regole e sui piccoli problemi che nella quotidianità della convivenza pos-sono sorgere; problemi ai quali rispon-dono le diverse professionalità della rete dell'accoglienza. Usciti sul piazzale, si in-travede in lontananza l'orto coltivato dalle persone accolte. È spoglio, ma un opera-tore della struttura ci assicura che nella bella stagione tornerà a “risplendere” di ortaggi freschi. Negli ampi spazi davanti alla “Fersina” c'è sempre del movimento: operatori della Croce Rossa, volontari e, naturalmente, alcuni profughi. C'è anche Elena Rinaldi (anche lei della Nircoop), referente della Prima e Pronta accoglien-za, settore quest'ultimo che risponde h24 al coordinatore del Cinformi che riceve le comunicazioni del Commissariato del governo – a volte con preavviso di qualche ora – circa l'arrivo di nuovi profughi in-viati in Trentino dal Ministero dell'inter-no. Persone alle quali la Pronta accoglien-za (cooperativa Arcobaleno, Nircoop e volontari della Croce Rossa) deve garan-tire, secondo quanto richiesto dallo Stato, una sistemazione talvolta “oggi per oggi”. Per gli operatori della Pronta accoglienza – come per tante persone della rete, a tutti i livelli – il concetto di “orario di lavoro” è quindi relativamente elastico; decisa-mente più stabile, invece, la quotidiana passione nell'andare oltre il proprio do-vere. Torniamo da Paolo e gli chiediamo cosa porta con sé dell'esperienza lavorati-va nel “Progettone”, come operatore Nir-coop, con i profughi. “Un grande arric-chimento personale”, ci risponde. “Queste persone non hanno niente ma stanno ugualmente bene; hanno solo bisogno di riferimenti e qui glieli abbiamo dati. La realtà di Trento è molto differente da ciò che si vede nei servizi televisivi sul con-testo italiano. Certamente – aggiunge Paolo – non è stato tutto 'rose e fiori', so-prattutto all'inizio, quando il sistema delle

regole doveva ancora ingranare, intendo dal punto di vista dei migranti. È normale che qualche momento di tensione possa capitare, ma qui non accadono i disordini di cui parlano in TV e che vediamo al-trove. Alla gente dico: bisogna impegnarsi a conoscere per capire; fra i diversi motivi che spingono queste persone a fuggire non c'è solo la guerra: ci sono anche questioni politiche, razziali e poi ci sono anche i problemi familiari”. Ma cosa legge – ed è la nostra ultima domanda – negli occhi delle persone accolte un trentino che per diversi mesi con i profughi ha dialogato, discusso e “convissuto” fino a stringere amicizia? Paolo ci pensa un attimo, ma poi risponde senza esitazione: “Io negli occhi di questi ragazzi leggo che hanno bisogno di trovare un posto tranquillo per poter ripartire e cercare un'opportunità; vedo, in loro, la voglia di fare”.

!16

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Impiegare proficuamente il tempo libero dei profughi accolti in Trentino attraverso un servizio a favore della comunità; ciò valorizzando le realtà cooperative e fa-vorendo l'inserimento sociale dei mi-granti. Un obiettivo centrato dall'iniziativa che ha coinvolto quaranta richiedenti pro-tezione internazionale a titolo volontario nel “Progettone”. I migranti hanno affian-cato per alcuni mesi, fra luglio e novembre 2016, le persone impegnate in lavori di pubblica utilità prestando la propria opera, gratuitamente, presso alcuni cantieri di manutenzione di aree verdi nelle zone di Trento, Rovereto e in Val-sugana. I quaranta richiedenti protezione inter-nazionale che hanno partecipato all'inizia-tiva hanno ricevuto un attestato di ri-conoscimento per il proprio servizio. La consegna è avvenuta a Trento nella sede di CLA – Consorzio Lavoro Ambiente. Il progetto è stato reso possibile dalla col-laborazione tra Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambien-tale della Provincia autonoma di Trento, Cinformi, Consorzio Lavoro Ambiente e Con.Solida.

!17

Quaranta profughi volontari nel “Progettone”

esperienze

Guarda il video

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

La strada per diventare cuoco è ancora lunga, ma un importante passo è stato fat-to. Sono una ventina i richiedenti asilo, di origine africana e asiatica, che hanno fre-quentato i due corsi di cucina tenuti da Riccardo Mosna all'Oratorio S. Antonio di Trento. I corsi si sono conclusi con due cene/evento aperte al pubblico che si sono svolte a settembre e dicembre 2016 presso l'Oratorio con la partecipazione di circa 120 commensali. Nel percorso di formazione i profughi hanno imparato a “stare in cucina” a 360 gradi: dall'uso degli utensili alla gestione degli alimenti, dalla logistica all’interno di un ambiente di lavoro fino, naturalmente, alla preparazione delle pietanze. Un vero patrimonio di competenze che potrà rive-larsi utile per i richiedenti protezione in-ternazionale per un possibile ingresso nel mondo della ristorazione. L'iniziativa è stata promossa dall’Oratorio Sant’Antonio con la collaborazione di Cin-formi e di Trentinosolidale Onlus e rientra nel ventaglio di progetti organizzati dalla rete dell'accoglienza in Trentino per fornire competenze ai profughi valoriz-

zandone le attitudini. Tra le varie finalità, anche favorire l'inserimento dei migranti nel tessuto sociale. Accanto alla risposta ai bisogni primari, gli operatori sono infatti costantemente impegnati nell'individuare opportunità formative ma anche di dialo-go, incontro e volontariato.

!18

Richiedenti asilo, “prove tecniche” in cucina

Guarda il video

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Un calendario nato dal dialogo, dall'incon-tro e dalla conoscenza reciproca fra mi-granti e studenti. In collaborazione con la rete trentina del l 'accogl ienza dei richiedenti asilo, i ragazzi del biennio del Liceo artistico Depero di Rovereto hanno progettato e realizzato delle illustrazioni per un calendario ispirate al tema del-l’immigrazione e del viaggio. Il progetto ha previsto inizialmente la lettura di libri – portati a scuola dall’associazione “Il Gioco degli Specchi di Trento – sul fenomeno dell’immigrazione e dei “viaggi della speranza”. In un secondo momento, gli studenti hanno incontrato i ragazzi richiedenti asilo accolti alla residenza Quercia di Rovereto i quali, in un clima di confronto culturale, hanno raccontato le proprie storie e i viaggi difficili e dolorosi verso il sogno di una vita normale. Ac-compagnati e consigliati dai docenti di Discipline Pittoriche, gli studenti hanno

quindi realizzato individualmente un’il-lustrazione ispirandosi alle testimonianze ascoltate. Una speciale commissione ha selezionato le 13 illustrazioni del calen-dario 2017, dodici per i mesi e una per la copertina. La progettazione grafica è stata curata dalla classe 4°A della sezione di Grafica. Hanno preso parte all'iniziativa i docenti di Discipline Pittoriche e Labora-torio di Grafica.

!19

L’arte degli studenti racconta il vissuto dei migranti

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

!20

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

!21

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

!22

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

!23

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

In stretta collaborazione con i responsabili di istituzioni, enti pubblici e privati, asso-ciazioni e organizzazioni di volontariato, nel corso del 2016 sono stati molti i per-corsi e le iniziative avviati che hanno visto impegnati, con risultati positivi, i richiedenti asilo in attività di volontariato. Queste attività si possono suddividere in 2 ambiti: volontariato all’interno di inizia-tive puntuali; volontariato presso le realtà del territorio. Le attività qui descritte si riferiscono ai territori di Trento, Rovereto, Vallagarina e Alto Garda, Val di Non, Val-sugana e non esauriscono tutte le inizia-tive di volontariato realizzate nel 2016.

Volontariato in iniziative o eventi Nell'ambito del lavoro di comunità, l'in-serimento dei richiedenti asilo come volontari in iniziative ed eventi del territo-rio ha come finalità da una parte far nascere legami tra i richiedenti asilo e il contesto, dall’altra sensibilizzare la comu-nità ospitante rispetto alla presenza dei

richiedenti asilo sul territorio. Più che at-traverso momenti informativi ad hoc, questo avviene infatti attraverso occasioni di incontro tra cittadini trentini e ospiti dell'accoglienza, iniziative che coinvolgo-no positivamente i richiedenti asilo, mo-menti di comunità e quindi anche attività di volontariato. In questo ambito i richiedenti asilo sono chiamati a collabo-rare alla pari con i volontari locali. Queste attività sono occasioni per la nascita di relazioni positive e in certi casi legami du-raturi. Promuovono inoltre conoscenza del territorio, senso di appartenenza e del contesto sociale/culturale di arrivo e delle sue regole. Nel corso del 2016 le attività in questo ambito sono qui di seguito ripor-tate. A Trento i richiedenti asilo hanno parte-cipato alle seguenti iniziative:Giornate di pulizia dei quartieri organiz-zate da cittadini, associazioni, circo-scrizioni, per esempio nelle seguenti zone: Solteri - Magnete - Centochiavi; S.

!24

Richiedenti asilo, un anno di incontro con - e per - la comunità

sintesi

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Giuseppe - S. Chiara; Cognola - Argen-tario; Madonna Bianca. Sono stati circa 45 i richiedenti asilo coinvolti.Feste di quartiere come nella Circo-scrizione S. Giuseppe - S. Chiara, alle quali i richiedenti asilo (residenza Fersi-na) hanno contribuito come volontari e con uno spettacolo teatrale; Festa di Solteri - Magnete - Centochiavi, con il contributo dei richiedenti asilo alla parte logistica e artistica.Festival della Montagna (10 richiedenti asilo coinvolti), Feste Vigiliane (2 richiedenti asilo coinvolti), Fiera Fa’ la cosa Giusta (10 richiedenti asilo), Run-ning Festival (20 richiedenti asilo coin-volti), Oltreconomia festival (6 richiedenti asilo). A Rovereto e Vallagarina i richiedenti asilo sono stati attivi come volontari per la

realizzazione delle seguenti iniziative: Laboratori del Fare dell'associazione Ubalda Girella a Rovereto nel montaggio e smontaggio strutture (10 richiedenti asilo), evento Kangadei dell'Associazione Luccicate a Nomi (7 richiedenti asilo – cucina, servizio al tavolo, montaggio e smontaggio strutture), Il Borgo e il suo Fiume a Rovereto (5 richiedenti asilo) cu-rando aspetti logistici, Na festa per tutti della parrocchia della Sacra Famiglia a Rovereto (6 richiedenti asilo), Strong-manRun a Rovereto per il controllo acces-so alla cittadella StrongmanRun (6 richiedenti asilo), Oriente Occidente a Rovereto (4 richiedenti asilo coinvolti). In Val di Non i richiedenti asilo sono sta-ti attivi come volontari per la realizzazione delle seguenti iniziative seguendo aspetti organizzativi, logistici e di animazione: Camminata Culinaria della Pro Loco di Flavon, Festa dei Portoni di Denno, Mostra “Lampedusa - terra di salvezza”, animazione nel Centro Melograno di Cunevo che accoglie persone disabili, campo di un gruppo scout in trasferta in Val di Non, concerto e cena etnica a Casa Zambiasi di Denno, Gara Quattro Ville in Fiore della Pro Loco di Tassullo, Festival Natale in tutti i sensi a Fondo. Sono stati circa 30 i richiedenti asilo coinvolti. In Valsugana i richiedenti asilo sono sta-ti coinvolti come volontari nelle seguenti iniziative, seguendo aspetti organizzativi, logistici e di animazione: Festa della biodiversità a Borgo Valsugana (6 richiedenti asilo), Festa dei Portoni (7 richiedenti asilo coinvolti), Cena di raccol-ta fondi del CUAMM presso il Teatro di Pergine (circa 10 richiedenti asilo coin-volti), Universiadi (8 richiedenti asilo). Nella zona dell'Alto Garda i richiedenti asilo accolti sono stati attivi nelle seguenti iniziative come volontari: Vivicittà ad Arco (7 richiedenti asilo), Gara podistica Garda Race ad Arco (17 richiedenti asilo coin-volti); Festival dell'Informazione indipen-dente ad Arco (10 richiedenti asilo), Festa della Musica ad Arco (11 richiedenti asilo), Cineforum La fine dei Confini (5

!25

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

richiedenti asilo), Torneo ANPI a Varone (5 richiedenti asilo), Festival teatrale Drodesera a Fies (6 richiedenti asilo), Sagra di paese a Ledro organizzata dalla Pro Loco (2 richiedenti asilo).

Volontariato in associazioni e real-tà del territorio All'interno di questo ambito, i richiedenti asilo sono stati coinvolti in percorsi indi-viduali in progetti di volontariato di medio – lungo periodo in enti del terzo settore. L'esperienza di volontariato nelle realtà del territorio è molto importante per l'in-serimento positivo dei richiedenti asilo. In tale contesto sono coinvolte persone che hanno già una discreta competenza lin-guistica e capacità di muoversi in au-tonomia che permettono loro di entrare in relazione positiva con il contesto e con-tribuire alle attività di volontariato alla pari con i volontari locali. Nel corso del 2016 sono state avviate at-tività di volontariato di carattere civile, sociale, culturale ed educativo, ambientale e sportivo in collaborazione con diverse

associazioni e realtà del territorio. In par-ticolare:- Volontariato nel centro doposcuola di Carpe Diem a Canova in attività di ani-mazione con i bambini (1 richiedente asi-lo) - Volontariato nella cura del verde con la Pro Loco di Meano (4 richiedenti asilo) - Volontariato in un laboratorio di cucito alla Casa del Sole, Trento (1 richiedente asilo)- Volontariato presso banchi alimentari (5 richiedenti asilo) e durante le giornate della Colletta alimentare a Trento (10 richiedenti asilo)- Coinvolgimento di 18 richiedenti asilo nel progetto 72 ore senza compromessi promosso della Caritas - Attività di volontariato con l'associazione Il Seme a Trento in attività manuali per mercatini di beneficenza (3 richiedenti asilo)- Volontariato nella sartoria e nella cucina di Casa Zambiasi a Denno (4 richiedenti asilo)- Volontariato in aiuto degli operatori nel-

!26

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

la APSP Margherita Grazioli di Povo (6 richiedenti asilo) - Volontariato all'interno della cooperativa La Rete per attività di giardinaggio e di cura del verde della città (1 richiedente asilo)- Volontariato presso l'APSP Vannetti di Rovereto con accompagnamento di ospiti al mercato e altre uscite in carrozzina, passeggiate in giardino, etc. (1 richiedente asilo) - Volontariato nelle corse campestri del-l'US Quercia di Villa Lagarina con attività di montaggio e smontaggio (15 richiedenti asilo)- Volontariato in negozio e in magazzino presso Mandacarù di Mori (2 richiedenti asilo)- Volontariato nella produzione di oggetti per presepi con la Caritas di Rovereto (40 richiedenti asilo) - Volontariato al Grest estivo della parroc-chia di Borgo Sacco a Rovereto (4 richiedenti asilo)- Attività di aiuto educatore presso il Cen-tro Aiuto Anziani del Comune di Rovereto (1 richiedente asilo) - Volontariato al Museo della Vela a Ledro

nell'accoglienza ai visitatori e supporto agli altri volontari (1 richiedente asilo) - Volontariato al Colle San Biagio con Archè e Rastel (4 richiedenti asilo) - Volontariato presso la Fotoamatori Pergine nelle attività dell’associazione, in-clusa la presenza alle mostre in veste di custode (1 richiedente asilo) - Volontariato nel Pedibus e attraversa-mento pedonale a Pergine (6 richiedenti asilo) e a Dro (2 richiedenti asilo)- Volontariato al Centro Kairos; numerose iniziative sono state portate avanti in-sieme (5 richiedenti asilo) - Produzione in forma volontaria di alcune borse da regalare ai volontari del centro diurno per anziani di via Belenzani a Trento (3 richiedenti asilo).

All'interno delle attività di volontariato realizzate, particolarmente interessante è stata l'esperienza del volontariato peer to peer. In particolare, è stata avviata un’iniziativa con Progetto 92 per favorire l'inserimento di due richiedenti asilo come volontari in due doposcuola assieme a due volontarie italiane.

!27

Guarda il video “Profughi in

Trentino, oltre l’accoglienza”

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

La risposta trentina al fenomeno profughi, l'organizzazione dell'accoglienza, il per-corso della richiesta di protezione inter-nazionale, i servizi offerti, i costi e la tem-pistica. Sono solo alcuni dei temi af-frontati nelle FAQ del Cinformi sull'ac-coglienza dei profughi in provincia di Trento. A differenza di quanto avviene nel resto d'Italia, in Trentino la Provincia gestisce autonomamente le pratiche d’ac-coglienza sulla base di un protocollo d'in-tesa sottoscritto con il Commissariato del Governo. Questo significa che la Provin-cia, per ciò che le compete, governa il fenomeno dei richiedenti asilo. Nelle FAQ vengono anche chiarite, fra l'altro, le modalità di svolgimento dei tirocini e di erogazione dei buoni spesa e del pocket money. Informazioni salienti che smon-tano i “falsi miti” sul tema profughi.

Chi è il richiedente protezione in-ternazionale, comunemente definito “profugo”? Come suggerisce la definizione stessa, il richiedente protezione internazionale è la persona che, al di fuori dal proprio Paese d'origine, presenta in un altro Stato do-manda per il riconoscimento della pro-tezione internazionale. Il richiedente ri-

mane tale finché le autorità competenti (le Commissioni Territoriali) non decidono in merito alla domanda di protezione. Va precisato che, fino a quando lo Stato non si esprime attraverso l'apposita commis-sione, i richiedenti protezione inter-nazionale hanno diritto di soggiornare re-golarmente nel paese.

Perché dobbiamo farci carico dei r i c h i e d e n t i p r o t e z i o n e i n t e r-nazionale? Innanzitutto, perché si tratta di un diritto riconosciuto dal trattati internazionali, nello specifico dalla Convenzione di Ginevra sottoscritta da 147 nazioni, tra le quali l’Italia. Inoltre, la nostra Costi-tuzione afferma, all'articolo 10, che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà de-mocratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”.

Chi stabilisce quanti profughi dob-biamo accogliere in Trentino? E con quali criteri? I richiedenti protezione internazionale vengono redistribuiti sul territorio

!28

Dubbi? Ecco tutte le risposte sull’accoglienza profughi

risposte

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

nazionale in base alla popolazione, al PIL (prodotto interno lordo) e al numero di richiedenti già presenti nelle diverse aree del paese. Secondo questa ripartizione, al Trentino spetta circa lo 0,9% dei profughi accolti a livello nazionale. I criteri di re-distribuzione sono stabiliti da un accordo Stato-Regioni, quindi non contrattabili dalla singola Regione o Provincia.

Di fronte a questo dovere di ac-coglienza come ci siamo organizza-ti? Cosa ci consente di fare la nostra Autonomia provinciale? Rispetto alla quasi totalità delle Regioni, in Trentino la Provincia gestisce autono-mamente le pratiche d’accoglienza sulla base di un protocollo di intesa sottoscritto con il Commissariato del Governo. Ciò significa che se altrove sono le prefetture ad individuare ed incaricare il privato di accogliere i richiedenti, in Trentino è la Provincia a svolgere questo compito. Ciò consente di individuare le località dove

alloggiare i richiedenti protezione inter-nazionale attraverso criteri più ampi, flessibili ed equi. Questo significa che la Provincia, per ciò che le compete, governa il fenomeno dei profughi.

Q u a l i d o c u m e n t i r i c e v o n o i r i c h i e d e n t i p r o t e z i o n e i n t e r-nazionale? Quali sono le tappe della domanda d'asilo? Anche in Trentino la domanda di pro-tezione internazionale deve essere presen-tata alla Questura che la trasmette alla competente Commissione territoriale che ha la competenza per valutarla. Una volta presentata l’istanza di protezione inter-nazionale, la Questura rilascia un permes-so di soggiorno di 6 mesi per richiesta di protezione internazionale, rinnovabile fino all’audizione in Commissione territo-riale (che si ricorda essere a Verona). Il rinnovo del permesso di soggiorno avviene sempre presso la Questura di Trento. L’esito della Commissione dipende dalla storia personale del richiedente e dalla situazione del Paese di provenienza.

!29

primo pasto in famiglia alla residenza Fersina a Trento

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Cosa viene fatto per informare le comunità che si apprestano ad ac-cogliere i profughi sul territorio provinciale? In ogni località del territorio, l'arrivo dei richiedenti protezione internazionale è preceduto da un dialogo con gli enti locali e accompagnato da incontri informativi nei quali vengono forniti tutti i dettagli dell'accoglienza. Il Cinformi ha poi reso disponibili, attraverso i propri strumenti di comunicazione (a cominciare dal sito www.cinformi.it), tutte le informazioni del caso, dando anche conto dell'andamento delle diverse esperienze di convivenza sul territorio.

La Provincia autonoma punta a un'equa distribuzione dei profughi sul territorio. Quali sono i vantaggi? La sinergia tra Provincia, Comuni, Comu-nità di Valle, terzo settore e privati citta-dini può garantire un'equa distribuzione sul territorio dei richiedenti protezione internazionale, evitando in questo modo di concentrarli numericamente solo in al-cune località. La suddivisione in piccoli gruppi favorisce inoltre efficaci percorsi di integrazione e inserimento in comunità. Una positiva collaborazione fra tutti i soggetti pubblici e privati citati consente di definire il modello trentino di ac-coglienza. Modalità di accoglienza che il Governo auspica sia attuata anche nel

resto del Paese sulla base di un’intesa con l’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani).

Qual è il percorso dei profughi una volta arrivati in Trentino? Quale procedura viene seguita? I migranti inviati in provincia di Trento dal Ministero dell’interno vengono accolti - PRIMA FASE - nel centro di pronta ac-coglienza a Trento presso la residenza Fersina. L'accoglienza in questo hub si protrae per il tempo strettamente neces-sario per effettuare i controlli sanitari pre-

!30

Ali, apprendista in un panificio a Trento

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

visti dal protocollo di procedura del servizio sanitario provinciale. Il centro di pronta accoglienza può ospitare fino a 49 persone, garantendo una sistemazione al-loggiativa diversificata in contemporanea: famiglie, donne sole e uomini soli.

Le persone che vengono accolte nel centro di pronta accoglienza sono poi trasferite - SECONDA FASE - nelle strutture di prima accoglienza: residenza Fersina (250 posti) a Trento e residenze Pinera (238 posti) e Quercia (80 posti) a Rovereto se si tratta di maschi soli; residenza Viote del Monte Bondone a Garniga se si tratta di donne sole o famiglie (65 posti).

I migranti accolti nei centri di prima ac-coglienza sono poi trasferiti - TERZA FASE - sul territorio provinciale compati-bilmente con la disponibilità di alloggi, dopo aver presentato domanda di pro-tezione internazionale.

Inoltre, sono previste delle strutture col-lettive dedicate ad accoglienze specifiche rivolte a donne sole e a giovani di età compresa fra i 17 e i 19 anni.

Quanto dura l'accoglienza dei r ichiedenti protezione inter-nazionale? Il richiedente protezione internazionale accolto ha diritto all'accoglienza fino alla notifica della decisione della Commissione territoriale. Dal momento della notifica del riconoscimento della protezione inter-nazionale o della concessione della pro-tezione umanitaria, il periodo di ac-coglienza previsto è di ulteriori sei mesi, fatte salve eventuali proroghe. In caso, in-vece, di esito negativo, l'eventuale presen-tazione del ricorso avverso la decisione della Commissione territoriale consente al richiedente protezione internazionale di rimanere in accoglienza secondo i termini stabiliti dall'ordinamento giuridico.

In quali casi può essere revocata l'accoglienza?

La Giunta provinciale di Trento ha adotta-to una disciplina che regola le modalità di accoglienza dei richiedenti protezione in-ternazionale. Tale disciplina prevede che qualora un beneficiario si comporti – per fare un esempio – in modo minaccioso con gli operatori o in modo violento nei confronti di terze persone venga richiesta la revoca dell’accoglienza al Commissario del governo. Infatti, a tal proposito l’art. 23 del decreto legislativo n. 142 del 2015 prevede che sia il Prefetto, con proprio motivato decreto, a revocare le misure di accoglienza. La Provincia trasmette al Commissariato del governo una relazione sui fatti che possono dare luogo all’even-tuale revoca. Il provvedimento di revoca ha effetto a partire dalla comunicazione dal Commissario del governo alla persona in accoglienza.

!31

profughi e studenti alla Marcia della Legalità 2016 a Rovereto

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Quanto ci costa l'accoglienza dei profughi? È vero che ricevono circa 30 euro al giorno? I profughi non ricevono questa somma, ma un pocket money di 2,50 euro al giorno per le piccole spese personali. Ammonta invece a 33 euro la spesa mas-sima giornaliera che lo Stato riconosce alla Provincia autonoma di Trento per l'accoglienza di ogni profugo. Gran parte di questo denaro viene usato per ac-cogliere decorosamente i richiedenti pro-tezione internazionale. I costi per l'ac-coglienza sono peraltro denaro speso sul territorio trentino. L’onere finanziario del-l’accoglienza è sostenuto dallo Stato, che a questo proposito ha stanziato un apposito fondo vincolato (le risorse di questo fondo non possono essere utilizzate a scopi di-versi da quello dell’accoglienza).

Come funziona l'erogazione dei buoni spesa e del cosiddetto pocket money?

Quando i beneficiari sono autonomi nella confezione dei pasti vengono erogati dei buoni spesa per l’acquisto di beni alimen-tari ed extralimentari. L'importo viene determinato su base men-sile in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare. L’importo del pocket money per le piccole spese personali è su base giornaliera per tutti i beneficiari; an-che in questo caso l'importo è determinato in relazione al numero dei componenti il nucleo familiare.

Alla parola profughi si sente asso-ciare spesso la parola “business”. Chi ci guadagna? Speculazioni che possono essersi verificate altrove, in Trentino non esistono. C’è in-vece una rete composta da diversi enti, professionalità e privati cittadini che garantiscono un'accoglienza che va oltre il soddisfacimento dei bisogni primari (a fa-vore anche di una migliore inclusione so-ciale), ottimizzando al massimo le risorse.

!32

una chiesa vicino a una moschea nel plastico dei profughi alla Giornata del Migrante 2016 in Trentino

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

I richiedenti protezione inter-nazionale possono lavorare? Il permesso di soggiorno per richiesta di protezione internazionale consente di svolgere attività lavorativa, trascorsi ses-santa giorni dalla presentazione della do-manda, se il procedimento di esame della domanda non è concluso ed il ritardo non può essere attribuito al richiedente.

Con quali risorse vengono pagati i tirocini? La normativa prevede che per ogni tirocinio formativo e di orientamento atti-vato venga erogata un'indennità di parte-cipazione al tirocinio non inferiore ad € 300 mensili o € 70 su base settimanale e non superiore ad € 600 mensili. Va detto che la normativa provinciale prevede però “l’esenzione, totale o parziale, dal-

l’erogazione dell’indennità di parteci-pazione al tirocinio nei confronti di soggetti svantaggiati o disabili, richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale qualora già beneficiari di sussidi economi-ci.” Poiché i richiedenti e titolari di pro-tezione internazionale accolti in Trentino sono beneficiari di contributo economico, il soggetto promotore del tirocinio (la Provincia autonoma di Trento) è esentato dall'erogazione dell'indennità di parteci-pazione. Dopo 8 settimane di tirocinio non retribuito, se l'esperienza formativa viene prorogata, l’onere di corrispondere l'indennità ricade sull’azienda ospitante. La Provincia dispone la riduzione del con-tributo economico quando i beneficiari dichiarano per il mese precedente di aver avuto mezzi di sostentamento superiori al doppio ed inferiori al triplo del contributo economico spettante. Qualora l’importo

!33

residenza Brennero a Trento

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

dichiarato risulti essere invece pari o su-periore al triplo del contributo economico spettante, lo stesso contributo economico per il mese utile successivo viene sospeso.

Se per i primi 60 giorni dalla do-manda di protezione internazionale i profughi non possono lavorare, cosa fanno tutto il giorno? La rete dell'accoglienza è quotidianamente impegnata nella valorizzazione del tempo libero dei richiedenti protezione inter-nazionale. Innanzitutto, attraverso l'in-segnamento della lingua e della cultura italiana quale primo e fondamentale fat-tore di inclusione. Inoltre, vengono costantemente organizzate attività forma-tive e informative mirate sempre all'ap-prendimento e all'inserimento in comu-nità. Molti migranti, per loro stesso desiderio e richiesta, sono impegnati in attività di volontariato a favore della co-munità che li accoglie e di cui oggi fanno parte.

La presenza dei profughi aumenta i rischi legati a fenomeni di illegalità e criminalità? I dati non avallano questa affermazione. Governare, per quanto ci compete, il fenomeno dei richiedenti protezione in-ternazionale consente piuttosto di coniu-gare rigore e accoglienza. Inoltre, è bene evidenziare alcune questioni:

- la Questura raccoglie i dati identificativi (fotografia e impronte digitali) di tutte le persone che fanno domanda di protezione internazionale. Ciò consente di ricostruire,

se necessario, la mappatura della loro pre-senza e dei loro eventuali spostamenti; - coloro che richiedono protezione inter-nazionale generalmente hanno interesse a non entrare in contatto con situazioni di illegalità per non incorrere nella fuoriusci-ta dal progetto di accoglienza; - vengono costantemente organizzati mo-menti di formazione sui temi dell'edu-cazione civica e del rispetto delle regole della comunità, illustrando anche le con-seguenze dei comportamenti devianti; - un'equa distribuzione dei richiedenti protezione internazionale sul territorio e la loro partecipazione ad attività di volon-tariato e a tirocini formativi favorisce la loro inclusione riducendo i rischi di ten-sioni sociali; - se i richiedenti protezione internazionale si rendono protagonisti di episodi di de-vianza vengono sanzionati fino – nei casi più gravi – alla revoca dell’accoglienza.

Quale assistenza sanitaria viene garantita ai profughi? Tutti i richiedenti protezione inter-nazionale hanno copertura sanitaria e possono rivolgersi al medico di base e ac-cedere alle visite specialistiche al pari del-la generalità dei cittadini. Nelle strutture di prima accoglienza in provincia di Tren-to è presente un presidio della Croce Rossa Italiana – Comitato provinciale di Trento – 2 ore al giorno anche con un servizio infermieristico professionale. Ove necessario, gli operatori accompagnano le persone al Pronto Soccorso e alle visite specialistiche; particolare attenzione viene rivolta alle persone vulnerabili e ai minori.

!34

corso di italiano alla residenza Fersina a Trento

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

È disponibile presso la sede del Cinformi, in Via Lunelli 4 a Trento, l'edizione 2016 del Rapporto sull’immigrazione in Trenti-no del Cinformi. Lo studio, curato dai so-ciologi Maurizio Ambrosini, Paolo Boccagni e Serena Piovesan è scaricabile in formato pdf dal sito www.cinformi.it e sfogliabile online sulla piattaforma Issuu nella libreria del Cinformi.

Cosa emerge dal Rapporto 2016 È ancora in diminuzione il numero dei cit-tadini di origine straniera residenti in Trentino. Un dato che, dopo la svolta “storica” registrata dal precedente Rap-porto Immigrazione, viene confermato dall'edizione 2016. Accanto alla flessione fra gli stranieri residenti (dovuta in parte alle acquisizioni di cittadinanza), il Rap-porto mette in luce una crescente diffi-coltà di inclusione dei migranti nel merca-to del lavoro, ad eccezione della compo-nente femminile nel settore di cura. Il

quadro complessivo evidenzia, tuttavia, il radicamento degli stranieri nel mondo produttivo locale e il loro fondamentale apporto al “sistema Trentino”, anche se in posizioni precarie. Difficile quindi – af-fermano i curatori – immaginare un'e-conomia trentina senza il lavoro dei citta-dini immigrati. Guardando ai principali indicatori, al pri-mo gennaio 2016 sono 48.466 i cittadini stranieri iscritti ai registri anagrafici della provincia di Trento. L’incidenza sulla popolazione totale è del 9%. Rispetto al-l’anno precedente si nota una diminuzione di 1.638 persone immigrate, ovvero del 3,3%. Concorre a spiegare questo calo so-prattutto l’elevato numero di acquisizioni di cittadinanza italiana. I cittadini immi-grati in Trentino provengono in partico-lare da Romania (10.206), Albania (6.406 persone), Marocco (4.121), Macedonia (2.830) e Moldova (2.695). Le presenze più elevate di persone straniere si riscon-trano nel territorio della Valle dell’Adige (13.351 residenti stranieri, 13.127 immi-grati nel comune di Trento), in Vallagari-na (8.789 residenti, di cui 4.853 nel co-mune di Rovereto) e nell’Alto Garda e Ledro (5.017 residenti stranieri, di cui 2.062 a Riva del Garda). Nel corso del 2015 sono nati in provincia di Trento 864 bambini da entrambi i geni-tori stranieri (17,9% del totale), un dato in crescita rispetto all’anno precedente. 1.270 sono invece i neonati che hanno al-meno un genitore su due di cittadinanza non italiana. Il lavoro rimane la voce relativamente più diffusa nella generalità dei permessi di soggiorno rilasciati o rinnovati nel 2015, ma rispetto agli anni scorsi si evidenzia una diminuzione rilevante sul totale dei permessi di soggiorno (-14,3%). Si registra contestualmente un aumento elevato dei permessi di soggiorno per richiesta di asi-lo politico (+130,5%) e per motivi umani-tari (+28,2%).

!35

Rapporto Immigrazione in Trentino 2016

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Dai famigliari ricongiunti ai neo-cit-tadini italiani Sono state circa 300, nel corso del 2015, le richieste di ricongiungimento familiare, il 2% in più rispetto all’anno precedente. I famigliari ricongiunti nel 2015 sono stati 163, principalmente coniugi e figli, e solo nel 4,3% dei casi genitori. Nel 2015 le ac-quisizioni di cittadinanza italiana sono quasi raddoppiate rispetto al 2014. Sono diventate italiane 2.119 persone di origine straniera, in quasi il 90% dei casi attraver-so il canale della “naturalizzazione”.

Casa e mercato abitativo I dati di edilizia abitativa in Trentino indi-cano che nel 2015 sono state ammesse a beneficio il 9,5% delle 1.971 domande in graduatoria per l’alloggio pubblico presen-tate dai cittadini comunitari e l’1,9% delle 1.443 domande di cittadini non comuni-tari.

Presenza nel sistema scolastico Nell’anno scolastico 2015/16 gli alunni stranieri iscritti nelle scuole della provin-cia sono 9.679, in calo dello 0,6% rispetto all’anno precedente. L’incidenza straniera sul totale rimane all’11,9%. I nati in Italia rappresentano il 65,5% dei bambini e ragazzi stranieri.

Accesso ai servizi sanitari Al 30 giugno 2016 sono 48.455 i cittadini immigrati che risultano iscritti al sistema sanitario provinciale. Sono in forte au-mento i documenti rilasciati a stranieri in condizioni di precarietà (+47% rispetto all’anno precedente), anche per effetto dell’incremento delle migrazioni per richi-esta di protezione internazionale. Gli ac-cessi al pronto soccorso da parte dei citta-dini stranieri, inclusi i comunitari, rappre-sentano il 14,6% del totale degli accessi, mentre i ricoveri l’8% del totale.

Occupazione degli immigrati I dati confermano un radicamento degli immigrati nell’economia locale, sebbene in posizioni spesso precarie, legate a fab-

bisogni stagionali, debolmente qualificate. Gli occupati stranieri sono 21.600, senza contare il lavoro stagionale. Per quanto riguarda la distribuzione set-toriale, prosegue la crescita dei servizi che assorbono ormai quasi sette occupati stranieri su dieci, con alberghi e ristoranti che danno lavoro a più di un immigrato su dieci, sopravanzando il commercio. L’in-dustria continua a calare, incidendo per poco più di un quarto e registrando nel 2015 un tonfo nel manifatturiero. Si conferma la stabilità del settore dei servizi domestici e assistenziali. Dei 6.162 lavoratori domestici registrati nel 2015, sono di origine straniera 4.940 persone. Dunque, in Trentino, su cinque persone occupate nel settore, quattro rimangono immigrate. Le assunzioni degli immigrati nel 2015 tornano a far registrare un lieve incre-mento (+1,5% rispetto al 2014). Gran parte degli inserimenti si concentra in due settori ad alta stagionalità: il turismo e i pubblici esercizi. Le assunzioni di stranieri mantengono un’incidenza molto marcata nel mercato del lavoro trentino: tre assunzioni su quattro in agricoltura, più di una su quattro nell’industria e quasi una su quattro nei servizi. Aumentano an-che i titolari di impresa nati all’estero. Al 30 settembre 2016 si registrano 2.481 im-prese con un titolare immigrato. L’inci-denza sul totale delle imprese in Trentino è dell’8,7%. Gli imprenditori immigrati sono attivi soprattutto nel trasporto e magazzinaggio (21,6%), nelle costruzioni (19%) e nei servizi alle imprese (18,3%).

!36

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Accoglienza straordinaria in provincia di Trento

Migranti arrivati in Trentino nel 2016 Nel corso del 2016 sono stati accolti in Trentino 1.267 migranti e sono uscite 735 persone. Il mese con il maggior numero di arrivi è stato quello di luglio, con 256 soggetti, mentre il mese con le maggiori uscite è stato quello di ottobre, con 118 persone. Sul totale delle persone accolte nel corso del 2016, la maggioranza ha dichiarato di essere nigeriana (329), a seguire ivoriana (116) e maliana (105). Il 70,1% delle persone arrivate in Trentino è di genere maschile, nonostante nel 2016 sia stata data disponibilità all’accoglienza di donne e di nuclei familiari. (Tab. 1, 2)

Migranti usciti dal progetto nel 2016 Nel corso del 2016 sono usciti dall’ac-coglienza 735 migranti, la maggioranza dei quali avevano dichiarato di essere nigeriani (151), eritrei (62) e ivoriani (60). Si è trattato di maschi nel 68,2% dei casi. Nel caso della componente femminile, il gruppo nazionale che ha visto il maggior numero di uscite dal progetto è stato quel-lo nigeriano (con oltre 100 donne uscite dall’accoglienza). (Tab. 3)

Sistema di protezione per richieden-ti asilo e rifugiati (Sprar)

Sono state accolte 199 persone, di cui 34 donne e 165 uomini. La maggior parte di loro è arrivata in Italia senza famiglia al seguito. Durante il 2016 risultano accolti nel progetto SPRAR del Trentino 7 nuclei familiari, di cui due monoparentali. La maggior parte delle persone accolte in questo progetto ha meno di 30 anni e l’età media si aggira sui 27 anni. Non sono però solo giovani ad arrivare, infatti 14 persone hanno oltre 40 anni, mentre 15 sono mi-norenni che vivono in famiglia; di questi, 7 sono nati in Italia. Sono presenti 23 diverse nazionalità. Il principale paese di provenienza si con-ferma essere il Pakistan, con 50 persone, nonostante oltre la metà degli accolti provenga dal continente africano (111). Seguono Nigeria (con 29 persone) e Mali (con 28 persone). Durante il 2016 le persone che hanno ot-tenuto una risposta alla propria domanda di protezione internazionale sono state 77: ad oltre la metà di queste è stata ri-conosciuta dallo Stato italiano una qualche forma di protezione.

!37

Accoglienza migranti forzati in Trentino, il quadro 2016

dal Rapporto Immigrazione del Cinformi

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

!38

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

!39

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

La precedente Disciplina di accoglienza dei richiedenti asilo risale a un periodo in cui i migranti erano poche decine, ospitate in alloggi gestiti dalla Provincia attraverso il Cinformi, unità operativa del Diparti-mento salute e solidarietà sociale, nel-l’ambito del cosiddetto Sprar (il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati). Oggi, invece, a causa del flusso straordi-nario di migranti, sono circa 1500 le per-sone accolte, molte delle quali ospitate an-che in strutture collettive medio-grandi gestite da più enti del terzo settore coor-dinati dal Cinformi. L’esperienza di gestione di un così gran numero di persone ospitate sia in strut-ture collettive, sia in alloggi ha reso neces-sario modificare e adeguare la Disciplina, anche alla luce di interventi normativi che regolano l’accoglienza in Italia.

Il compito di uniformare le modalità di applicazione della Disciplina e lo svolgi-mento dei servizi di accoglienza integrata secondo le linee guida dello Sprar e le di-rettive della Provincia spetta all’organo di coordinamento provinciale dell’accoglien-za. Tale organismo è presieduto dal re-sponsabile del Cinformi e da un incaricato per ente attuatore di qualsiasi progetto di accoglienza dei richiedenti/titolari di pro-tezione internazionale riconducibile alla stessa Provincia. L’organo di coordina-mento provinciale dell’accoglienza dei mi-granti esprime inoltre ogni parere richiesto dalla Provincia. La nuova Disciplina classifica in modo più dettagliato e più esaustivo i comporta-menti ritenuti gravi che prevedono la richiesta di revoca dell’accoglienza da quelli che se ripetuti - a prescindere dalla

!40

Profughi, nuova Disciplina dell’accoglienza

regole

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

tipologia - comportano comunque alla quarta contestazione la richiesta di revoca dell’accoglienza. La nuova Disciplina inoltre stabilisce in dettaglio le modalità e l’entità della riduzione del contributo economico (pocket money e buoni spesa) a seguito della violazione delle regole dell’ac-coglienza. Risulta infatti opportuno far comprendere alle persone accolte i motivi delle contestazioni affinché queste non vengano sottovalutate. Ciò fino appunto alla quarta contestazione, dopo la quale si procede con la revoca dell’accoglienza. La nuova Disciplina, come la precedente, garantisce poi alla persona accolta la pos-sibilità di fare reclamo alla Provincia rispetto alle contestazioni dell’ente gestore. Inoltre impegna le persone ac-colte ad adottare comportamenti virtuosi e rispettosi della dimensione sociale e co-munitaria del territorio. Comportamenti come, ad esempio, l’uso consapevole delle risorse energetiche, il mantenimento di buoni rapporti col vicinato e atteggiamen-ti che non compromettano il rapporto fiduciario con la comunità.

Violazioni gravi della Disciplina che comportano l’immediata revoca:

1) il beneficiario si comporta in modo vio-lento con terze persone;

2) il beneficiario si comporta in modo mi-naccioso o ingiurioso con gli operatori e collaboratori dell’ente attuatore, della Provincia o suoi incaricati;

3) il beneficiario dell’accoglienza assume comportamenti gravemente disdicevoli e socialmente inadeguati o devianti che cre-ano, per la loro natura e le loro con-seguenze, situazioni che ledono il rappor-to fiduciario con la comunità o di conflitto

con le finalità del progetto di accoglienza;

4) il beneficiario detiene o consuma sostanze stupefacenti;

5) il beneficiario è arrestato in flagranza di reato o è detenuto;

6) il beneficiario non consente l’accesso a tutti i locali della struttura e a eventuali pertinenze agli operatori dell’ente attua-tore, della Provincia o suoi incaricati;

7) il beneficiario ospita la notte terze per-sone.

Violazioni della Disciplina che se ripetute comportano la revoca:

1) il beneficiario si comporta in modo mi-naccioso con terze persone;

2) il beneficiario non partecipa alle attività previste dal progetto di accoglienza e a quelle concordate con la Provincia o con l’ente attuatore;

3) il beneficiario non provvede alla con-servazione e pulizia del proprio alloggio nonché degli spazi comuni all’interno e all’esterno della struttura;

4) il beneficiario non rispetta i divieti pre-visti della Disciplina come ad esempio: fumare nella struttura e negli spazi comu-ni condominiali al chiuso; accedere alla struttura in stato di alterazione psico-fisi-ca; detenere e consumare alcolici nella struttura; consumare sopra i limiti della normalità acqua, gas, energia elettrica, riscaldamento; disturbare la quiete del caseggiato o fare rumori inutili o co-munque molesti.

!41

la nuova Disciplina classifica più dettagliatamente e in modo più esaustivo i comportamenti ritenuti gravi

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

Con l'approvazione definitiva, il 12 aprile 2017, da parte dell'aula della Camera dei Deputati, del ddl già approvato dal Sena-to, è stato convertito in legge con modifi-cazioni il decreto-legge 17 febbraio 2017, n. 13, che contiene "disposizioni urgenti per l'accelerazione dei procedimenti in materia di protezione internazionale, nonché per il contrasto dell'immigrazione illegale". L'atto, approvato con 240 voti a favore, 176 contrari e 12 astensioni, intro-duce una serie di misure. Di seguito le principali novità:

- semplificazione e accelerazione dei tempi delle procedure per la richiesta di pro-tezione internazionale, anche attraverso l'abolizione del 2° grado di giudizio in caso di rigetto dell'istanza, ferma la possibilità di ricorso in Cassazione, e il potenziamen-to delle strutture giudiziarie con l'isti-tuzione, presso i tribunali, di 26 sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circo-lazione dei cittadini dell’Ue;

- assunzione da parte del ministero del-l’Interno di 250 unità di personale alta-mente qualificato da destinare alle com-missioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale;

– i richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza o nel circuito della rete SPRAR sono iscritti all'anagrafe della popolazione residente; possono svolgere volontariamente, a titolo gratuito, attività di utilità sociale a favore della collettività locale nel quadro delle normative vigenti;

- identificazione nei "punti di crisi" all'in-

!42

È legge il decreto del governo in materia di immigrazione

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

terno delle strutture di prima accoglienza dei cittadini stranieri che sono stati soc-corsi durante operazioni di salvataggio in mare o rintracciati come irregolari in caso di attraversamento della frontiera, con contestuale informazione su protezione internazionale, ricollocazione in altri Stati Ue e possibilità di rimpatrio volontario assistito. Previsto il trattenimento in caso di "rifiuto reiterato" di sottoporsi all'iden-tificazione;

- i centri di identificazione ed espulsione diventano centri di permanenza per i rim-patri, in tutto il territorio nazionale, moni-torati quotidianamente, con accesso libero per gli stessi soggetti ammessi a visitare le carceri;

- contrasto all'immigrazione illegale anche attraverso un Sistema Informativo Au-tomatizzato monitorato dal dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero, in-terconnesso con altri sistemi informativi tra i quali il Sistema informativo Schen-gen;

- rito abbreviato nei giudizi sui provvedi-menti di espulsione di cittadini stranieri per motivi di ordine pubblico e sicurezza dello Stato e per motivi di prevenzione del terrorismo;

- rimpatri con iter più veloci puntando sulla cooperazione con i paesi di prove-nienza attraverso accordi bilaterali.

Le disposizioni non si applicano ai minori stranieri non accompagnati per i quali è stata approvata, in via definitiva dalla Camera, la normativa che introduce in linea generale il principio di specificità delle strutture di accoglienza riservate ai minorenni.

“Noi ci teniamo stretti – ha detto il presi-dente Gentiloni – i valori umanitari e di accoglienza, integrazione e rispetto delle differenze. Rivendichiamo il lavoro che abbiamo fatto in questi anni nonostante i numeri e le difficoltà. Siamo rispettati nel mondo come un paese che è riuscito a ge-stire situazioni difficili dimostrando ca-pacità di accoglienza e indicando la stra-da all'Unione Europea. Le nostre deci-sioni – ha aggiunto il presidente del Con-siglio – attrezzano il paese a nuove sfide, innanzitutto per rendere più rapidi i pro-cessi di concessione e riconoscimento del-l'asilo; in secondo luogo, rendendo più trasparenti i meccanismi dell'accoglienza facilitando al contempo i rimpatri di chi non ha diritto all'asilo. Questo insieme di misure – ha concluso Gentiloni – accanto agli interventi sulle cause delle mi-grazioni, può portarci all'obiettivo strategico di non chiudere le porte, ma di trasformare il fenomeno migratorio da irregolare a regolare a tutela della vita dei migranti.”

!43

cruscotto statistico: dati aggiornati riguardanti gli

sbarchi e l'accoglienza dei migranti

SPECIALE PROFUGHI CINFORMI NEWS 2017

!44

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTOCentro informativo per l’immigrazione © 2017 CINFORMI

Luca Zeniassessore alla Salute e Politiche sociali

Silvio Fedrigottidirigente generale dipartimento Salute e Solidarietà sociale

Pierluigi La Spada coordinatore responsabile CINFORMI

Supplemento “PROFUGHI - vademe-cum 2017 sull’accoglienza in Trentino” a cura di Andrea Cagol

Enti coinvolti nell’accoglienzadei migranti forzati in Trentino:CINFORMI (Dip. Salute e Solidarietà sociale) in collaborazione con Dip.

Protezione Civile, Servizio per il sostegno occupazionale, Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, vari Comuni e Comunità di Valle

Partner del terzo settore:Croce Rossa Italiana (Comit. Prov.), Ass. Atas onlus, Ass. Centro Astalli, Ass. Cif, Ass. Fili, Ass. More, Ass. Trentina Nuovi Orizzonti, Consorzio Lavoro Ambiente, Coop. Activa, Coop. Arcobaleno, Coop. Città Aperta, Coop. Kaleidoscopio, Coop. Nircoop, Coop. Punto d'Approdo, Coop. Samuele, Fondazione Casa Padre Angelo, Fon-dazione Comunità Solidale, Fon-dazione Famiglia Materna

Redazione e amministrazione:CINFORMI newsVia Lunelli, 4 - 38121 Trento - Italia

Tel. +39 0461 491888Fax +39 0461 491899mail: [email protected]

Direttore responsabile de “il Trentino”:Giampaolo Pedrotti

Redazione di “Cinformi news”:Pierluigi La Spada (coordinatore),Andrea Cagol, Anna Eccher,Magdalena Luca, Serena Piovesan, Marco Pontoni, Gabriella Tomasi

Testi e impaginazione: CINFORMIFoto: CINFORMI, Liceo Artistico For-tunato Depero - Rovereto, Marina Militare, Governo italiano, Fotolia

Stampa: Centro duplicazioni PAT

“CINFORMI news” è disponibile in formato digitale su www.cinformi.it

L’accoglienza profughi sul web

focus accoglienza profughi

(sito Cinformi)

bollettino arrivi via mare in Europa

(sito Unhcr)

playlist profughi (canale YouTube

Cinformi)

info