Storia e Teologia Negli Atti La Conversione Di Paolo

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§ 5. Gli Atti degli Apostoli come opera storica I. Rapporto con la storiografia ellenistica BIBLIOGRAFIA: Schiìrer, Geschichte des jùdiscben Volkes 1lI, 1909, 468-497 (letteratura storica [del giudaismo ellenistico]); Wikenhau- er, Die Apostelgescbicbte und ibr Geschichtswert, 1921, 87-104.II2- 102. Cfr. opra, n. 49. Hier, prae]. in eomm. in MI. (Synopsis 546): Acbaiae Boec- tiaeque partibus (per Le.); Id., praejatio Lucae (Synopsis 547): in Acbaiae partì- bus hoe scripsit euangelium. Trocmé, Liure des Aetes 74 s. resta indeciso tra Mace- donia, Acaia e sia Minore. 03. Hier., viro inl. 7 (Synopsis 545), forse in dipendenza da Eu ., hist. eccl. 2,22. L'argomentazione tradizionale a favore di Roma i trova ad es. in Dentler, Apg. L III. Hanson, Prouenance 01 tbe Interpolator 224-228 vuoI mostrare che gli Atti poterono terminare con la (prima) prigionia romana, perché il lettore romano sape- va tutto il resto della vita e del destino di Paolo. 104. Cfr. E.J. Goodspeed, Tbe Origin 01 Acts, 1920, 99; Id., The Formation 01 tbe ew Testament, Chicago 1926,20-32; Id., An Introduction to tbe ew Testa- meni, Chicago 1937, 208-221. Egli localizzò la raccolta delle lettere paoline ad Efeso e ritenne che la pubblicazione degli Atti fo se di stimolo a questa iniziativa. 105. Co l H. Klein, Abj«: ungsort. 106. Cfr. Glover, Luke tbe Antiocbene; inoltre la tradizione su «Luca, il siro di An- tiochia»; cfr, opra, § 4.2. 107. La composizione di Mc. in Siria fu presa in considerazione o ipotizzata da M. Karnetzki, Die galiliiisehe Redaktion im Markusevangelium: ZNW 52 (1961) 238- 272; J. Schreiber, Tbeologie des Vertrauens, Hamburg 1967, 73-82; K. Kertelge, Die Epiphanie [esu im Evangelium (Markus), in Gestalt und Anspruch des Neuen Testaments, ed. da chreiner-Dautzenberg, Wiirzburg 1969, 153-172, specialm. 153 s.; Vielhauer, op. cito (~ n. 101) 347.

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Storia e Teologia Negli Atti La Conversione Di Paolo - Analisi Esegetica La Conversione Di Paolo - Analisi Esegetica

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  • 5. Gli Atti degli Apostoli come opera storicaI. Rapporto con la storiografia ellenistica

    BIBLIOGRAFIA: Schirer, Geschichte des jdiscben Volkes 1lI, 1909,468-497 (letteratura storica [del giudaismo ellenistico]); Wikenhau-er, Die Apostelgescbicbte und ibr Geschichtswert, 1921, 87-104.II2-

    102. Cfr. opra, n. 49. Hier, prae]. in eomm. in MI. (Synopsis 546): Acbaiae Boec-tiaeque partibus (per Le.); Id., praejatio Lucae (Synopsis 547): in Acbaiae part-bus hoe scripsit euangelium. Trocm, Liure des Aetes 74 s. resta indeciso tra Mace-donia, Acaia e sia Minore.03. Hier., viro inl. 7 (Synopsis 545), forse in dipendenza da Eu ., hist. eccl. 2,22.

    L'argomentazione tradizionale a favore di Roma i trova ad es. in Dentler, Apg.L III. Hanson, Prouenance 01 tbe Interpolator 224-228 vuoI mostrare che gli Attipoterono terminare con la (prima) prigionia romana, perch il lettore romano sape-va tutto il resto della vita e del destino di Paolo.104. Cfr. E.J. Goodspeed, Tbe Origin 01 Acts, 1920, 99; Id., The Formation 01tbe ew Testament, Chicago 1926,20-32; Id., An Introduction to tbe ew Testa-meni, Chicago 1937, 208-221. Egli localizz la raccolta delle lettere paoline adEfeso e ritenne che la pubblicazione degli Atti fo se di stimolo a questa iniziativa.105. Co l H. Klein, Abj: ungsort.106. Cfr. Glover, Luke tbe Antiocbene; inoltre la tradizione su Luca, il siro di An-tiochia; cfr, opra, 4.2.107. La composizione di Mc. in Siria fu presa in considerazione o ipotizzata da M.Karnetzki, Die galiliiisehe Redaktion im Markusevangelium: ZNW 52 (1961) 238-272; J. Schreiber, Tbeologie des Vertrauens, Hamburg 1967, 73-82; K. Kertelge,Die Epiphanie [esu im Evangelium (Markus), in Gestalt und Anspruch des NeuenTestaments, ed. da chreiner-Dautzenberg, Wiirzburg 1969, 153-172, specialm. 153s.; Vielhauer, op. cito (~ n. 101) 347.

  • I7 Introduzione

    I45; C:a?bury!Foak~s-Jack~on/Lake, The Greek and [etoisb Traditions01 W~tttng H~story, m Begtnntn~s II, 1922, 7-29; Dibelius, Historiker,1948, Id., Die Reden, 1949; Gartner, Areopagus Speecb 1955 7-36'F. lacoby, Gri~chische Historiker, Stuttgart 1956; E. Schwartz: Grie~cbiscbe Gesc~tchtss~hreiber, Stutt~art ~957; Trocm, Livre des Actes,I~~7, 76-121, Ma.ttlll, Luke as a Historian, 1959; Luck, Kerygma, Tra-dition r:nd Gescbichte, 1960; den Boer, Remarks, 1961; Cairns, Lukeas a Historian, 196?; Haenchen, Apg.J.88-93 (7109-rr4.702-704); W.Burkert/W. Spoerri/H. Erbse, .Grte:.ht~che Geschichtsschreibung, inLAW (1965) 1064-172; R. Till, Romtsche Geschichtsschreibung inLA:W (1965) 173-176; Marshall, Luke, 197,53-76; Steichele, Ver-gletch. der ~P?s~elgeschichte, 1971; ]oin-Lambert, Luc et l'historio-grapbie hellentsttq~e, 1971172; Pliimacher, Lukas, 1972; Hengel, Ju-Jentu'!1 und Hellentsmu~, 19!3, 161-19; K. Miiller, Geschichte, Heils.gescbicbt und C?esetz, m ~tteratur und Religion des Fruhjudentums,hrsg. von ]..Ma~er/]. Sc?remer, Wiirzburg 1973, 73-15; Pliimacher,Lukas als griecbiscber Hzstoriker, 1974, 235-264; Id., Apostelgeschich-te, 1978,513-515; Hengel, Geschichtsschreibung, 1979, rr-6r.

    L.a collocazione degli Atti degli Apostoli all'interno dellastoriografia del suo tempo un compito finora assolto in ma-n.ie~ainsoddisf~cent~. A questo riguardo sintomatico che nonSI riesca a precisare Il genere letterario di Act. (vedi sopra, I.'3). ~ ale comunque la pena tentare di stabilire analogie tra iltipo d esp~sIz~o.ned~1-ct. e ~astoriogra~a ell~nistica, per espri-mer~ un g~udI~lOcrttico. L autore degli Atti aveva infatti in-t~nzlOne di scrtvere della storia, e la sua opera nella prospet-trva del suo tempo un'opera storica.' Non si tratta di decide-re se l'opera lucana vada intesa come opera storica o scrit-to kerygmatico.2 Infatti stata la conoscenza della situazio-ne e del compito teologico che fece di Luca uno' storico l'au-tore di un'opera storica in due volumi.' '

    1. Ci va rilevato contro Tr~cm, Livre des Actes 41-50, il quale valuta Luca, uni.lateralmente, come evangelista con tendenza edificante.

    2. Q~esta alte:n~tiva gi fondamentalmente respinta da Dibelius, Historiker 118:COSI L~ca. SI di~ostra ancora uno storico, che con una presentazione avvincen-te pone In. risalto Il senso direzionale di un accadimento; egli si mostra per anchen.e~a funzione che svolge costantemente nel suo primo libro e che, in ultima anali-SI, Intende svolgere pure in Act., e per la quale la sua natura di storico costituiscesempre un mezzo: la funzione di annunciatore, di evangelista.3 Haenchen, Apg.' 88. Tuttavia Haenchen (op. cito 90 s.) vede a torto nel proble-

    5. Gli Atti degli Apostoli come opera storica

    L'autore di Act. si considera uno storico gi nella composi-zione del vangelo (Lc. 1,1-4). Si fa guidare da interessi storici.e s'impegna in senso storiografico.' A lui preme accertare i suoilettori.' La stessa intenzione lo guida in ogni caso anche nellacomposizione di Act. Il proemio di Le. 1,1-4 presenta l'opera- ogni parte a s o la duplice opera - come monografia sto-rica." Come si fa di solito nei proemi, esso informa sullo scopoper cui l'opera stata composta. Luca vuol rendere possibileal lettore la &.(j

  • Introduzione

    la physis dell'uomo resta sempre uguale a stessa e che le reazio-ni umane sono sempre le medesime. Ne deriva cos una tipolo-gia della storia. Il lettore deve apprendere cogliendo l'aspet-to tipico nell'accadimento storico singolo: Questa esposizio-ne non poetica risultera forse meno dilettevole all'ascolto; machi vuole conoscere chiaramente l'accaduto, e con questo an-che il futuro (che, conformemente alla natura umana, si ripe-tera in maniera identica o analoga), pu ritenere utile ci, e tan-to mi basta: stato scritto per un possesso duraturo, non co-me un pezzo di bravura da ascoltare una volta sola (1,22,4).Anche Tucidide si pone la domanda sulle cause. Nel capito-lo sul metodo del primo libro egli distingue tra occasioni e-terne e cause pi profonde dell'accaduto (1,23,6).Polibio era interessato alla realt passata ancor pi di Tuci-

    dide. Suo obiettivo era di liberare l'esposizione della storia da-gli abbellimenti retorici. Secondo la frase iniziale della sua o-pera (r ,r), a indicarci la retta via nulla pi adatto dellaconoscenza del passato. Polibio, rappresentante di una storio-grafia pragmatica che richiede sobria obiettivit, nello stessocontesto dice che soltanto la storia insegna come si possanoopportare con dignit le alterne vicende della fortuna. Po-nendo energicamente l'accento sul contenuto di verit, la sto-riografia ellenistica serve in parte all'utilit politica, in parte aquella morale o al diletto estetico. Le alterne vicende del de-stino furono spesso spiegate ricorrendo agli interventi dell'im-prevedibile dea Tyche o all'azione del caso." .

    Per quanto riguarda la finalit, gli Atti si collocano pi vi-cino alle grandi opere della storiografia biblica, all'opera sto-rica deuteronomistica o a quella cronistica, che non a quellegreco-romane. Le analogie pi prossime sono costituite da mo-nografie teologico-storiche prodotte dal giudaismo ellenistico,che l'autore di Act. ha trovato nei LXX. Si tratta dei primi trelibri dei Maccabei," Essi sono una continuazione di quelle 0-

    8. Erbse, in LAW 1069 s.9. Su d ha giustamente richiamato l'attenzione Gartner, Areopagus Speecb 1826.Purtroppo Conzelmann, Apg.l 6 accenna appena ai libri dei Maccabei. Le ricerchedi Steichele e Pliimacher escludono la toriografia giudeo-ellenistica.

    5. Gli Atti degli Apostoli come opera storica 173

    pere storiche bibliche scritte in funzione della fi~h.~ci~safedenella volont salvifica di Jahv. Accanto a questi libri mono-grafici sono cons~rvate pa.rti di precedent~ oper~ di s~orici gi~~dei" e le successive ampie monografie di Flavio GIUseppe.La linea teologica fondamentale delle opere storiche israeliti-co-giudaiche sottolineata fortemente con l'inserzione ?i ~H-scorsi, preghiere e bra~i poe.tici. Nell'opera d~~t~ronomI~tIcai discorsi si trovano nel punti culminanti e deCISIVIdella VIcen-da storica. Essi riflettono ampiamente le riflessioni proprie del-l'autore.uAnche il Cronista si serve di tali discorsi e pone inpunti culminanti della vicenda ampie preghiere.l., I libri deiMaccabei del periodo ellenistico (I.2.3 Mach.; circa dalla fi-ne del sec. Il alla fine del sec. I a.c.) seguono questo modo dipresentare la storia. Analogamente pr.ocedono ~li Atti de?liApostoli." Anch'essi presentano la sto:-Iaco~e guidata?a DIO.Questa finalit teologica distingue gli Attl dalla storiograha

    . "pragmatica greco-romana.IO. Dal ecoII a.Ci: Demetrio, Eupolemo, Artapano, Aristea, un anonimo ama-titano Giasone di Cirene, I testi frammentari ono raccolti in W . tearn, Frag-ment/trom Graeco-lewisb Writers, Chicago 1908, e in F.GrBist. nrr. 722-737. Ve-di la traduzione di . Walter, Fragmente jiidisch-hellenistischer Historiker JSHRZ1/2), Giitersloh 1976. Cfr. chirer, Geschichte des i~~i~chen Vol~es.lII 46 '~97;T. Walter, Ilntersucbungen zu den Fragmenten der llldtsch-hellenzsttsc~en H/sto-

    riker Theol. Habil-Schrift, Halle 1968; Hengel, [udentum und Hellenismus 16T.-190; BZ. Wacholder, Eupolemus. A Study 01 [udaeo-Greek Literature, Cincinna-ti/New York 1974, pedalm.97-128.259-306.n.Oltre a Flavio Giuseppe anche il suo rivale Giusto di Tiberiade ha scri~to unamonografia sulla guerra giudaica; cfr. Schiirer, op. c~t. 496 . .on databi.le conprecisione il m libro di E dra, una compilazione dell opera torica del Cronista.n. Vedi O. Ploger, Reden und Gebete im deuteronomistischen und chron~~ti~chenGeschichtswerk (1957), in Id., Aus der Sptzei: des Alten Testaments, Gottmgen50-66, pecialm, 50-54 .13. Vedi Ploger, op. at, 54- 6. Cfr. R. Mosis, Untersuchungen zur .Theologze deschronzstzschen Ge chicbtsuierk, Freiburg 1973; P. Welten, Gescbichte und G -5chichtsdarstellung in der bronikbiicbern Neukirchen I973 ,14. Vedi, ac amo ai di cor i di ACI., le preg~ere di .Act. 1,24.. ;.4,24-3.; r. 12,~.Interventi divini vengono inoltre presentati come interventt di a?geli e co:n Vi:soni apparizioni. Que ti elementi, tra i quali vanno .a?nOVe~atl anche mlr~co~lsorprendenti, i trovano oprattutto in 2 Mach. In definitiva es i potrebbero :lsalJ.re alla piet degli [Jasidim palestinesi; cfr. Hengel, [udentum und Hellenismus:\78.181. . ...Y5. Cfr. Gartner, Areopagus peecb 2I. Gli storici romani del penodo imperiale

  • 174 Introduzione

    L.'autore di Act. con la sua opera storica, sulla linea dellastoriografia del primo giudaismo, non intende scrivere un~esoco~to 'obie~~ivo.', degli avvenimenti, bens interpretareteol~glc~ment: 11.pru Iecente passato e descrivere cos l'azio-n.emirabile ... di DlO.' Questo va meglio precisato in connes-srone ~o? l~ que.stione riguardante lo scopo per il quale furo-no s~ntt1 ~h Atti ( 6.2). Ma tale constatazione pu essere fat-ta gia o:a m b~se ~lle ar:alogie del genere letterario, tanto piche altri espedienti usati nell'esposizione, di cui s' fatta men-zione sopra (vedi 4. r ), concordano con questa tesi.

    Ac~~nto all'inserzione di discorsi e preghiere nel contestoesp~slt1VO,servono alla forma dell' opera storica lo stile ar-caicizzante," la tecnica scenica" e la conduzione drammaticadell'azione." Questi strumenti di composizione erano noti al-l'a.utore degli Atti non solo dagli storici profani contempora-n~l, ma anch: - e forse prevalentemente - dalle esposizioni sto-riche che egli poteva leggere nella sua Bibbia greca.

    2. Valore storico delle fonti

    BIBLIOGRAFIA:Biscoe, History 01 the Acts, 1742; Neander, Geschich-te, 1832.1833; Schwegler, Das nachapostolische Zeitalter, 1846; Oer-rel, P~ulus, 1868,42-.164; Nosgen, Apg. 42-63; Schmidt, Die Apostel-g~s~htchte, 1882; Spitta, Die Apostelgeschichte, 1891; Chase, Credi-bility, 1902; Belser, Die Apostelgeschichte, 1910, 12-22; Dentler, Apg.XXXVI-!";W.M. Ramsay, The Bearing 01Recent Discovery on the Trust-toortbiness 01 the New Testament, London 1915; 'Pirot, Les Actes,1919,131-223; Wikenhauser, Die Apostelgeschichte u. ibr Geschichts-wert, 1921, 167-421; Jacquier, Actes CCXX-CCLXXXVI'Linton Problemder Urkirche, 1932; Dibelius, Die Apostelgeschichte als G~schichts-que!le, 1947; Id., Historiker, 1948; Munck, Paulus und die Heilsge-scbicbte , 1.954; ~oward, Book 01 Acts, 1959; Conzelmann, Gescbicb-te. Gescbicbtsbild und Geschichtsdarstellung, 1960; Wikenhauser,

    perseguono a volte finalit pedagogiche. Livio vuole porre in risalto la superioritdella romanit, Tacito la uirtus Romana.16. Cos Hen~el, op. cito 185 su Giasone di Cirene, la cui opera si trova, abbrevia-ta, alla base di 2 Mach. 17. Vedi Pliimacher, Lukas 38-79.18. Cfr. Steichele, Vergleich der Apostelgeschichte 71-76; Pliimacher, op. cito 80-I 6. 19. Cfr. Steichele, op. cito 76-83.

    5. Gli Atti degli Apostoli come opera storica 175

    Apg. 12-21; Srahlin, Apg. 7-9; Filson, Three Crucial Decades, 1963;Williams Church History in Acts, 1965; Haenchen, Apostelgeschichteals Quell~, 1966; Vogtle, Das Neue Testament, 1966,97-104; Filson,Geschichte, 1967; Munck, Acts LxI1-LXXXIV;Conzelmann, Geschichtedes Urchristentums, 1969; Blaiklock, Tbe Acts, 1970; Coutts, Acts o[tbe Apostles, 1971172; Dauvillier, Les temps apostoliques, 1970, spe-cialm. 53-55; Gasque, Historical Value, 1972; Schmid, Einleitung,1973,363-369; Mattill, Spectrum 01 Opinion! 1974; E. Pli.imacher, Lu-kas als griechischer Historiker, in Pauly/Wlssowa, Suppl XIV, 1974,235-264, specialm. 239 s.; Blank, Probleme einer

  • 176. Introduzione

    z~one e guida della chiesa cristiana ad o era d li .rimase un'esposizione positi d Il' P egu apostoli)D 1 rva e epoca apostolica

    .opo a contestazione dell'attendibilita st . d' Averuente dalla critica tendenziosa di T bi orica 1 ct. pro-tativi critici a difesa di L 1 u rnga e dopo alcuni ten-li A . f. ~ca, ne sec. xx difesero il valore de-A tti come onte storica soprattutto W M R '4 Aarnack 2' A. Wikenhauser'6 e E M 27L' .. ams~y, .

    ri . . eyer. a ncerca pIUeslente In questa prospettiva, quella del Wik h . ~u.concludere che criteri sia inter '28' e~9a~ser, arrivo afhondamentale valore storico d~{l'o~:r:st~:~~n~~musW.~o ilauser c' si tutta una seri d' d'ff' l en-

    profane corrispondenti, eI~hii t:nt~~~zf tra gli A~i e le ~ont~

    ~~~~~ al~e i~contra ~ifficolta; tuttavia Quest'ultimo .IZlOpuo essere giusto P' gIU-exrrabibliche m e~~u~nto nguarda le fomi parallelegenze rispett~ alrel~~t~~Opa~~:n~~rettanto valido per le diver-

    24 Ram a , Tbe Bearing 01 Recent Discover ( d' .the Criticism I26-142 y ve I bibl.); cfr. Ga que, History oj

    25 Harnack, Luka der Arzt Die A os l .Gasque, op. cit. 146-155.' P te gesch/chte; eue Untersuchungen; cfr,

    26. ~ikenhauser, D/e Apostelgeschichte d'hmenziona, n nella bibliografia n nell un. / r

  • 178 Introduzione

    no tenute presenti le disarmonie, menzionate sopra ( 4.3), traAct. e le lettere paoline. Per quanto concerne la storicit, alcu-ni studiosi considerano storico il cosiddetto primo viaggio mis-sionario, ma lo pongono dopo il concilio apostolico." Tuttaviauna disposizione cronologica che collochi Act. 13-14 prima diAct. 15 possibile soltanto se si ritiene che il viaggio non siadurato molti anni e se lo si intende come conseguenza del ri-conoscimento della missione ai pagani ottenuto al concilio a-postolico."

    Il valore degli Atti come fonte storica consiste in un'infor-mazione obiettiva di immediata chiarezza. Tuttavia si deveconcordare che lo storico E. Meyer quando dice che l'opera lu-cana ha lo stesso carattere delle opere dei grandi storici, di unPolibio, di un Livio e di molti altri." M. Hengel nota: Nes-suno storico antico scriveva sine ira et studio; all'antichit furisparmiato il problema di un positivismo storico. Tutti era-no 'scrittori tendenziosi' e Luca dovette esserlo in modo par-ticolare proprio perch era in tutto e per tutto uno 'storiogra-fo teologico', il quale - alla sua particolare maniera - inteseportare avanti, o meglio portare a conclusione, la grande tradi-zione della storiografia biblica .37

    I controlli sul valore storico degli Atti devono tenere in con-siderazione la tendenza teologica dell'autore e, non da ulti-mo, il quadro che egli ha tracciato della chiesa primitiva, an-che se non si tratta di fare una semplice operazione di sottra-

    34. Jeremias, Quellenproblem 220 s.; Haenchen, Apg.' 381; Bornkamm, Paulus63-65; Kasting, Mission 106; Burchard, Zeuge 160 n. 105. Conzelmann, Apg.' 72vorrebbe invece qualificare il primo viaggio come viaggio modello, il che, consi-derati i molti dettagli concreti del racconto, non verosimile; cfr. Schmid, Einlei-tung 364.35. Cfr. Haenchen, Apg.' 380 s. Schmid argomenta che difficile considerare nonstorico lo spiacevole comportamento di Marco all'arrivo in Asia Minore (13,4; cfr.15,38), che poi, all'inizio del secondo viaggio (15,39), ha occasionato il conflitto traPaolo e Barnaba (op. cito 364).36. E. Meyer, Ursprung und Anfange des Christentums I, Stuttgart '.'1924; rist.Darmstadt 1962, 2. Cfr. il giudizio analogo in Bruce, Acts, '1952, 15, che pone gliAtti nella linea di discendenza da Tucidide.37. Hengel, Zwischen [esus und Paulus 153 s.; cfr. l'opinione (concordante) diBlank, Probleme einer Gescbicbte des Urcbristentums 276 s.

    5. Gli Atti degli Apostoli come opera storica 179

    zione. Luca non presenta la chiesa come la comunit eletta deltempo finale, che dimostra la propria natura nella tribolazio-ne e nelle persecuzioni ad opera di un mondo che a priorinemico ... , ma si d da fare con tutte le forze a disposizione perdimostrare che essa si stabilita nel mondo (il quale in lineadi principio non ha un atte?giament? d'avv.ersione .nei suoiconfronti, ...) come fattore di rango riconosciuto e di portatauniversale .38 Corrispondentemente a questo obiettivo - che e-videntemente non l'unico -, Luca sottolinea che il movimen-to cristiano non una faccenda marginale /9 che esso statoin grado di attirare l'attenzione di un pubblico distinto" e cheappare del tutto adeguato alla formazione e alla cultura deltempo."

    3. CronologiaBIBLIOGRAFIA: K. Wiese1er, Chronologie des apostolischen Zeitaltersbis zum Tode der Apostel Paulus und Petrus, Gottingen 1848; Bis-ping, Apg. 8 s.; Nosgen, Apg. 63-70; Ramsay, Paul the Trave:ler, 1895,363-382; Harnack, Zeitangaben, 1907; Schwartz, Cbronologie des Pau-lus, 1907; Harnack, Die Apostelgeschichte, 1908, 21-5~; Cadoux,Chronological Divisions oi Acts, 1917 s.; Bacon, Cbronological Schemeo] Acts, 1921; Jacquier, Actes ccr.xxxvn-cccv; Lake, Chronologyoi Acts, 19,33; C.]. Cadoux, A Tentative Synthetic Chron?logy oj theApostolic Age: JBL 56 (1937) 177-191; J. Knox, The Pauline Cbronol-

    38. Plurnacher, Lukas als griechischer Historiker 239~9. Act. 26,26: Tutto questo non accaduto in un angolo. Cfr. lo scandalo checostituiva per il pagano Celso (verso il 180) il fatto che Ges era nato in un ango-lo della Palestina; Orig., Cels. 4,36; 6,78. Vedi anche Le. 2,1 s.; 3,1 s.40. Vedi i governatori, interessati al messaggio cristiano, in Cipro e ~ ~ales~ina(Act. 13,12; 24,24), gli areopagiti e i filosofi in Atene (17,18.32-34), gli aSiar~hi adEfeso (19,31), e il re Agrippa (n) e la sua corte ~2?,22-27; 26,27 s.~. ,Cfr. inveceche cosa dice Paolo in I Coro 1,26-31 sulla composizione della comunita.4I. Cfr. l'ideale della comunione dei beni (vedi sopra, 4.1), che caratterizza ~acomunit primitiva come una specie di ideale polis filosofica (Pliim~ch.er, op. at,239). La risposta degli apostoli davanti al sinedrio (Ac~. 4,19.; 5,29) nchi~ma quel-la di Socrate ai giudici ateniesi (Plat., ap, 29d; cfr. Epict., diss. 1,30,1; LiV. 39,37,17). Presumibilmente quindi gli apostoli vanno visti come gli eredi s?irituali de~-l'archegetes di tutte le successive scuole filosofiche~ (~liimacher, op. Ctt.): Anche timodo in cui Paolo fa la sua comparsa ad Atene e il rimprovero mossogli (Act. 17,17 S.20) rimandano a Socrate (Xenoph., mem. r.r ; Plat., ap. 24b).

  • :I80 Introduzione 5. Gli Atti degli Apostoli come opera storica 18r:

    ogy: JBL 58 (1939) 15-29; Th.H. Campbell, Paul's Missionary ]our-neys as Reflected in His Letters: JBL 74 (1955) 80-87; G.S.Dun-can, Chronological Table to Illustrate Paul's Ministry in Asia: NTS 5(1958/59) 43-45; Finegan, Handbook of Biblical Chronology, 1964;Williams, Acts 33-35; Rigaux, Paulus und seine Briefe, 1964,99-140;Haenchen, Apg.r 53-64 (773-84.702); Georgi, Geschichte der Kollek-.te, 1965, 91-96; Reicke, Zeitgeschichte, 1965, 81-187; Conzelmann,.Apg. 13; Kimmel, Einleitung, 1973, 2I7-219; Schmid, Einleitung,I973, 395-397; SuhI, Paulus und seine Briefe, 1975; S.Dockx, Cbro-nologies notestamentaires et Vie de l'glise primitive, Paris/Gem-bloux 1976, specialm. 45-87 (Paolo), 107-178 (Paolo, Pietro, Marco,"Timoteo); D. Moody, A New Chronology for the Life and Letters 01Paul, in Perspectioes in Religious Studies 3 (1976) 248-271; H.-M ..schenke/K.M. Fischer, Einleitung in die Schriften des Neuen Testa-ments I, Gitersloh 1978, 36-63; R. Jewett, A Chronology of Paul'sLife, Philadelphia 1979 = Dating Paul's Life, London 1979; 0llrog,Paulus und seine Mitarbeiter, 1979, 243-250; Lidemann, Paulus, 1980(vedi sopra, 4.3); vedi inoltre Mattill/Mattill, Bibliography, 220-232.

    scire pi O meno precisamente a stabilire un rapporto cronolo-gico tra la comunit primitiva di Gerusalemme e l'attivit diPaolo.44 Tuttavia gli stessi Atti permettono di farsi un'ideadelle distanze temporali. Chi era a conoscenza del periodo diregno degli imperatori romani poteva persino abbozzare, in ba-se ai dati della duplice opera lucana, la cornice di una appros-simativa cronologia assoluta. Poich Tiberio regn dal 14a137 e Claudio dal 41 al 54 d.C., i fatti di cui si parla tra Le.3 a Aet. I I si svolsero negli anni che vanno da1.28/ 29 al ao d.C. circa."

    Aet. 18,12 e 24,27 permettono di datare alcune tappe del-l'attivit paolina, anche se vero che in genere non si poteva-no presupporre noti ai lettori contemporanei i tempi in cuierano stati in carica igovernatori romani Gallione e Festo, dicui si parla in questi passi." Il primo arrivo di Paolo a Corintorientra ancora chiaramente nel periodo di regno di Claudio",poich la coppia di sposi giudei Aquila e Priscilla, che Paoloincontr a Corinto, aveva appena lasciato l'Italia a motivo del-la cacciata dei Giudei da Roma per ordine di Claudio" (ACI-

    Gli Atti degli Apostoli non presentano n una cronologiaassoluta degli eventi n un sistema organico di datazione re-lativa. Punti d'appiglio per una cronologia relativa sono le no-1:iziesulla durata del soggiorno di Paolo in determinate comu-nit, alle quali chiaro che l'esposizione particolarmente in-1:eressata.42 Per la prima met dell'opera (Aet. 1-15) manca-no tali indicazioni cronologiche approssimative." Solo con1'aiuto dei dati forniti da Paolo nella lettera ai Galati si pu riu-

    44. Cfr. Gai. 1,15-2,14. Paolo andato a Gerusalemme solo tre anni dopo la sua vo-cazione per conoscere Cefa (1,18); in seguito soggiorn in Siria e Cilicia (1,21).Solo dopo (altri) 14 anni si rec (con Barnaba e Tito) di nuovo a Gerusalemme, alcosiddetto concilio apo tolico (2,1-10; cfr, Aet. 15). Successivamente Paolo par-la del conflitto antiocheno con Cefa (Gal. 2,II-14), che gli Atti non menzionano.45. Da Le. 3,1 s. il lettore sa che Ges nacque sotto Erode il Grande e l'imperato-re Augusto (cfr. Le. 1,5.26'38; 2,1-7), e verso l'anno 15 dell'impero di Tiberio ini-zi l'attivit pubblica, all'et di circa 30 anni (3,1 S.23). Solo Act. II,26-28 d dinuovo al lettore la possibilit di individuare una data assoluta: il primo perio-do della comunit cristiana d'Antiochia (II,1924), nella quale Paolo e Barnaba in-segnarono per un anno (II,25 s.), giunge chiaramente fino al tempo di Claudio>(n,27 s.). Un contemporaneo avveduto poteva forse arrivare a datare con preci-sione anche l'anno della morte di Agrippa I (41-44 d.C.), di cui d notizia Act. 12.2023. on molto tempo prima di questa data (secondo Act. 12) Giacomo figlio diZebedeo fu giustiziato da Erode.46. Cfr. anche Act. 13,7-12, con la menzione del proconsole Sergio Paolo di Cipro;Ma non possibile precisare l'anno in cui fu in carica; cfr. Haenchen, Apg.5 5747. Di solito i collega Aci. 18,2 con la nota frase di Svetonio: Iudaeos impulsoreChresto assidue tumultuantes Roma expulit (Claudius 25,4). Dio C. 60,6,6 negainvece che ci sia stata un'espulsione di Giudei e sa solo che Claudio proib aiGiudei di riunirsi. Ma si discute sull'attendibilit di quest'ultima notizia. Orosio .che conosceva il passo di Svetonio, pose il decreto d'espulsione di Claudio nel 4~

    42. Cfr. Aci. II,26 (Antiochia): 17,2 (Tessalonica); 18,II (Corinto); 19,8.10 (Efe-so); 20,3 (Ellade); 20,31 (Efeso); 24,27 (Cesarea); 28,II (Malta); 28,30 (Roma);cfr, sopra, 5.2. Harnack, Zeitangaben 381 nota: La durata dell'attivit dell'Apo-stolo in questi luoghi era cos importante per Le., che egli l'ha esplicitamente an-notata. Campbell, Paul's Missionary [ourneys, pot mostrare che la successio-ne cronoIogica delle tappe missionarie di Paolo presupposta in Act. conferma-ta dalle lettere paoline.43. Solo sul soggiorno fondamentale di Paolo ad Antiochia (Act. II,26), sulla ca-restia al tempo di Claudio (II,27 s.) e sulla morte di Erode Agrippa I (12,20-23)vengono forniti dati utili alla cronologia. Su Act. 13,7-12 vedi sotto, n. 46. SecondoCadoux, Chronology, le notizie sommarie di Act. 6,7; 9,31; 12,24; 16,5; 19,20; 28,30 s. segnano ogni volta la fine di un periodo di cinque anni. Stando a questa ipo-tesi, gli Atti abbraccerebbero 30 anni. Al riguardo Rigaux, Paulus und seine Briefe100 n. 3 osserva: Un'ipotesi quanto mai fantasiosa!. Perch non dovrebbero co-stituire segnalazioni analoghe anche i sommari in Act. 4,4; 5,14; Il,21.24b?

  • Introduzione

    18,1-3). Mentre per l'inizio della prima attivit di Paolo a Co-rinto, durata un anno e mezzo (18;II), entrano in considera-zione i primi anni successivi alla cacciata da Roma dei Giudeiordinata da Claudio (circa 50 d.C.), la fine del primo soggior-no a Corinto cade durante il periodo in cui era in carica il pro-console Gallione (18, I 2-18).Questo periodo si colloca nel 51-52 d.C. in base al frammento di una iscrizione delfica, che ri-porta un'ordinanza dell'imperatore Claudio.

    L'iscrizione di Gallione" menziona il proconsole Gallione,fratello di Seneca," al nominativo. La relativa ordinanza diClaudio, che della prima met dell'anno 52,'0 non ha comedestinatario Gallione, ma un altro funzionario, e menzionaGallione come suo predecessore." Il destinatario della letteradev'essere stato in carica al pi tardi nella primavera del 52-53. Per Gallione entra in questione un periodo di carica che vadal maggio del 51 all'aprile del 52.52 Il soggiorno di Paolo aCorinto andr quindi posto negli anni 50-51(52).'3(nono del regno di questo imperatore), ma deriv probabilmente questa data daAct. Supposto esatto il 49 d.C., Aquila e Priscilla potrebbero essersi recati a Co-rinto nel 50; cfr. Rigaux, Paulus und seine Briefe 126 s.48. Vedi il testo recuperato sulla base di quattro frammenti in Deissmann, Paulus212-214. Altri frammenti a lungo trascurati sono presentati da A. Plassart, coleFranaise d'Atbnes, Fouilles de Delpbes III. pigrapbie, Fase. 4, nrr. 276-350, Pa-ris 1970, tav. VII. Sulla ricostruzione, l'interpretazione e l'ordine cronologico vediA. Brassac, Une inscription de Delphes et III chronologie de Saint Paul: RE IO{I9I3) 36-53.207-217; W. Larfeld, Die delphische Gallioinschrift und die paulini-sche Chronologie: NKZ 34 (1923) 638-647; Deismann, op. cito 203-225; A. Schlat-ter, Gallio und Paulus in Korinth: NKZ 36 (1925) 500-513; Lake, Chronology 01Acts 460-464; L. Hennequin, Delpbes (Lnscription de), in DBSuppl II (1934) 355-373; Rigaux, Paulus und seine Briefe Ioo-I03; Haenchen, Apg.s 58-60; A. Plas art.L'inscription de Delpbes mentlonnant le proconsul Gallion: Revue de tudesGrecques 80 (1967) 372-378; B. Schwank, Der sogenannte Brie] an Gallio und die.Datierung des I Tbess: BZ 15 (1971) 265 s.; Schenke/Fischer, Einl. I, 1978, 49-54.49. Il suo nome originario era L. Annaeus Novatus, finch fu adottato dal enato-re Iunius Gallio (Tac., anno 6,3,1); cfr. E. Hanslik, Gallio in KlPauly Il (1967) 686.50. Sulla datazione della lettera vedi Rigaux, op. cito 101 s. Haenchen, Apg.' 5 S.5I. Vedi Plassart, L'inscription (-7 n. 48) 376; Schwank, op. cito (-7 n. 48) 265.52. Cfr. Haenchen, Apg.s 59 s.; Schwank, op. cito 266.53. Cfr. Haenchen, Apg.' 60: se Paolo ha lasciato Corinto all'inizio dell'estate del51 e (secondo Aci. I8,I!) si trattenuto eol 18 mesi, dev'essere arrivato a Corin-to nell'inverno del 49/50. Secondo Schmid, Einleitung 396, il soggiorno a Corin-to si colloca tra il tardo autunno del 50 e l'estate del 53.

    5. Gli Atti degli Apostoli come opera storica 183

    Act. 24,27 parla di una 8LE"t'Lcx. (biennio) dopo il quale Feli-ce ebbe come successore Porcio Festo e informa che Felice percompiacere ai Giudei lasci in catene Paolo. Non possibilestabilire con sicurezza se la 8LE'tLcx. si riferisca al periodo di ca-rica di Felice o alla prigionia di Paolo." La seconda possibilit preferibile non da ultimo a motivo del contesto. La data incui al procuratore Antonio Felice" subentr il suo successorePorcio Festo,6 dev'essere quindi precisata indipendentemen-te della notizia della 8LE"t'Lcx.. Nel caso di Festo non possibileuna datazione autonoma del periodo in cui rimasto in carica.L'anno in cui Felice fu richiamato a Roma controverso. Al-cuni pensano al 55 o al 56 .'7 Altri ritengono che Festo sia sue-ceduto nell'incarico a Felice solo nel 60.,8

    Questa datazione pi tardiva da preferire soprattutto per-ch una datazione pi alta (verso il 55/ 56) lascerebbe troppopoco tempo per i grandi viaggi di Paolo." Ma anche la colloca-

    54. Il periodo viene riferito al tempo in cui fu in carica il governatore da Schwartz,Chronologie des Paulus 294; Wellhausen, Noten 8 s.; Lake, Chronology 01 Acts464-467; inoltre da Kippenberg (-7 n.56). Altri riferisc?n? S~E'tL(l. alla duratadella prigionia di Paolo, il che corrisponde nel modo migliore al contesto; cfr.Harnack, Zeltangaben 379 s., n.2; Conzelmann, Apg.' 133; Rigaux, Paulus undseine Brieje 128 S.; Schmid, Einleitung 396. Haenchen, Apg.s 60 ritiene che almenola fonte di Luca abbia pensato al periodo di carica di Felice.55. Cfr. Schwartz, Chronologie des Paulus 294-296; Meyer, Ursprung III 47-54;Conzelmann, Apg.' 129 s.; R. Hanslik, Antonius II 3, in K1Pauly 1(1964) 413.56. Vedi H.G. Kippenberg, Porcius A II 4, in KlPauly IV (1972) 1059. Al passag-gio tra Felice e Festo si riferisce Flav. Ios., ant, 20,182; bello 2,270 S.57. Cos Schwartz, Chronologie des Paulus 295; Loisy, Actes 868-870; Lake, Cbro-nology 01 Acts 466 s.; Haenchen, Apg.' 60-64; Kippenberg (-7 n. 56). Vedi anchegli autori menzionati in Rigaux, op. cito 128 n. 76.58. Cost specialmente Wieseler, Chronologie (-7 elenco bibl.) 66-II5; Schirer,Geschichte des ;iidischen Volkes I, 577-579; inoltre Brassac, op. cito (-7 n. 48) 207s.; Jacquier, Actes CCCIII-CCCV; cfr. Rigaux, op. cito I28 n.77; Michel/Bauern-feind (ed.), FI. [osepbus, De Bello ]udaico l 444 n. 150.59. Vedi Rigaux, op. cito 135; Schmid, Einleitung 396 . Felice divenne procura-tore di Palestina nel 52153. L'anno in cui fu richiamato discusso. Secondo Act.24,10, al tempo dell'arresto di Paolo Felice era gi da molti an~i .in carica, il chedifficilmente potrebbe concordare con la collocazione del suo richiamo n.el 55-5~.Per una pi tardiva datazione del passaggio dei poteri (verso il 60) .s~a inoltre l~fatto che Flav. 10s. (vit. I3 s.) si rec a Roma nel 63/64 per adoprarsl in favore dialcuni suoi amici che ancora Felice aveva inviato col prigionieri; cfr. Meyer,Ursprung lJ[ 53 s.; J. Blinzler in LThK Il 424. .

  • 184 Introduzione

    zione del cambio dei procuratori negli anni 59 o 60 resta ipo-tetica. L'arresto di Paolo ebbe luogo due anni prima di questada ta, vale a dire verso la pen tecoste del 57 o del 58.60Se si par-te dal presuppo to che il cambio dei procuratori sia avvenutonel 59/60, il trasferimento del prigioniero Paolo a Roma eb-be luogo [fa 1autunno del 59 (o del 60) e la primavera del 60( del 61).

    Fin qui tato possibile stabilire le seguenti date:ct. 12,20-23 morte di Agrippa I (preceduta dal-

    la esecuzione capitale di Giacomodi Zebedeo) 44 (d.Ci)

    18,1-17 Paolo a Corinto tra il 50 e il5321,33 arresto di Paolo a Gerusalemme 57 05824,27 deposizione di Felice 59 o 6027-28 trasferimento di Paolo a Roma 59-60 o 60-61.

    Sulla base delle datazioni assolute ottenute sinora, si posso-no datare altri avvenimenti, soprattutto con l'ausilio di Gal.1-2. La datazione relativa offerta da Paolo stesso in Gal. pren-de avvio dalla sua vocazione (Gal. 1,15-17). Tre anni dopo eglivisit per la prima volta Gerusalemme (I, 18), e quindi, dopoaltri) 14 anni, si rec al concilio apostolico (2,1). SecondoAcI. questo concilio gerosolimitano (AcI. 15) ebbe luogoimmediatamente prima del secondo viaggio missionario diPaolo, e quindi prima del soggiorno a Corinto (Aci. 18,1-17:tra il so e il5 3). Tra il concilio apostolico (AcI. 15,1 -35) e l'ar-rivo di Paolo a Corinto dovrebbero essere passati da uno a dueanni. Se dunque il concilio apostolico ebbe luogo nel 48 o nel49, la vocazione di Paolo va posta nel 3 I o 32, e la prima visitaa Gerusalemme nel 34 o 35. Di conseguenza, il cosiddettoprimo viaggio missionario ebbe luogo verso la fine degli anni40, il secondo tra il 49 e la fine del 52 o del 53. Il terzo viag-gio di Paolo si colloca tra il 53 e il 58.

    Il seguente prospetto mostra le differenze tra la datazioneche abbiamo ricavato qui e altri tentativi di datazione.

    60. Vedi Act. 21,30; 24,27.

    5. Gli Atti degli Apostoli come opera storica 185

    W61 L'l H" R64 K" S"- ------

    Inizio dell'attivit 29pubblica di Ges

    rocifissione di Ge u 30 3 29/30 33

    31132 32133ocazione di Paolo 31132 4 32 5---- ---------r" viaggio a Geru . 34135 37138 34135 ca34

    Morte di Agrippa I 44 ca4267

    34135r" viaggio di Paolo tra il 47-48 ca.

    e oggiorno in Siria e 45 e il -48 3413544"Cilicia 49 tra il46 e il4969

    ---- ------Concilio apo tolico 48/49 50 46 ca48 49 48 49

    2 viaggio missionario tra il 50-53 48 4949 e il -51/52 -52/53

    53

    Paolo a Corinto tra il 52 49 49150 49-5150 e il -51

    5

    3 viaggio missionario tra il 52-55 54-58 51/52 53/5453 e il -55/56 -58

    58

    Arresto di Paolo 57/58 58 55 55 5 56/5770 5

    a Gerusale=e

    Insediamento 59/60 60 55 55 6060

    di Festo

    Trasferimento di 59-60 55-56 6060-61

    Paolo a Roma o60-61

    61. Computo degli anni secondo Wieseler, Chronologie des apostolischen Zeital-ters, 1848. 62. Lake, Chronology 01 Acts, 1933,47363. Haenchen, Apg.', 1965,64. 64 Reicke, Zeitgeschichte, 1965, 95.147.65. Kiimmel, Einleitung, 1973, 218 s. 66. chmid, Binleitung, 1973, 39767. Computo degli anni per il martirio di Giacomo di Zebedeo Act.12).68. Dati cronologici di un soggiorno in iria e Fenicia,69. Dati del primo viaggio missionario. 70. Kimmel, op. cito 284.

  • 186 Introduzione

    6. Sulla teologia degli Atti degli Apostoli

    I. Tratti fondamentali di una teologiadegli Atti degli Apostoli

    BIBLIOGRAFIA: Nosgen, Apg. 29-34; Young, The Doctrines, 1901;Lake, Theol. o/ the Acts, 1915; Jacquier, Actes CCVI-CCXIX;Knox, TheActs o/ the Apostles, 1948, 69-99; Vielhauer, Zum Paulinismus,1950/5 I; Conzelmann, Mitte der Zeit (1954),51964; Lohse, Lukas alsTheologe der Heilsgeschi~hte, 1954; Reicke, The Risen Lord, 1959;Dupont, Le salut des gentzles, 1959/60; Grsser, Problem der Parusie-oerzogerung, 2~960, 204-2~5; Tannehill, Theology o/ Luke-Acts, 1961;Braumann, Mutel der Zeit, 1963; Schulz, Gottes Vorsehung, 1963;Hegermann, Zur Theologie des Lukas, 1964; Keck, Mandate to Wit-ness, 1964; Flender, Heil und Geschichte, 1965; Haenchen, Apg.5 81-99 (7102-120.702-74); Borgen, Von Paulus zu Lukas, 1966; O. Betz,The Kerygma o/ Luke: Int 22 (1968) 131-146; Loning, Lukas 213-228; Panagopoulos, O EO:r, 1969; Kimmel, Lukas in der Anklageder heuti~en !heologie, 1970; Marshall, Luke, 1970; Navone, Tbemes,197; O Neill, Theology o/ Acts, 1970; Schulz, Stunde der Bot-scbajt, 1970,255-296; Smith, Theology o/ Acts, 1971; Baumbach, Gottu~d die Welt, 1972; Iervell, Luke, 1972; Panagopoulos, Zur Tbeolo-gze, 1972; Kimrnel, Einleitung, 1973, 127-I41; Navone, Three As-pects, 1973; Schmid, Einleitung, 1973, 361 s.; Wilckens, Lukas undPaulus, ~974; Rasco, [sus y el Espiritu; 1975; Vallauri, La teologia,1975; Vielhauer, Geschichte der urchristlichen Literatur, 1975, 400-43; Geo~ge, Luc, 1976, II06-1I21; Grasser, Acta-Forschung, 1977,51-66; Phimacher, Apostelgeschichte, 1978, 515-520; Schenke/Fi-scher, Einleitung II, 1979, 163-166.

    Si pu parlare di una teologia degli Atti degli Apostoli so-lo a certe condizioni. Anzitutto non possibile porre in risaltola teologia di questo libro senza includere anche il terzo vange-lo, perch gli Atti presuppongono esplicitamente questo '7tPW-"roe; 6yoC; (Act. r ,). In secondo luogo, va ricordato che il ter-zo evangelista non enuncia mai esplicitamente le sue concezio-ni teologiche fondamentali. Se tuttavia intraprendiamo qui ilt~ntativo.di el~borare una teologia degli Atti degli Aposto-II, lo facciamo In base alla seguente considerazione.

    Quando compose il suo vangelo forse Luca non aveva an-cora progettato di farlo seguire da un secondo volume. Si

    6. Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 187

    dovr quindi ricercare il fine specifico per il quale egli compo-se gli Atti (vedi 6.2). Per individuarlo sarebbe importanteannotare i fondamenti teologici specifici del secondo volu-me, che potrebbero offrire la chiave per cogliere il fine per ilquale esso stato scritto. Ma ci non significa che si possano ri-scoprire le linee fondamentali della teologia di Act. senza te-nere in considerazione il terzo vangelo.

    Si pu supporre che i brani in cui meglio traspare la tenden-za teologica degli Atti siano quelli in cui ha specificamente par-te l'autore (vedi sopra, 4.1). Dunque, si tratta soprattuttodei sommari, dei discorsi missionari e dei discorsi apologeticidi Paolo. Inoltre va dato il giusto valore all'enunciazione te-matica di Ges in Act. I,7 s. in relazione al racconto di pente-coste, alle sommarie annotazioni minori e, non da ultimo, al-la frase conclusiva di Act. 28,3I. Tutti questi brani, che risal-gono in gran parte all'autore dell'opera, non solo-determinanola forma esterna dell'esposizione, ma presentano anche conchiarezza gli enunciatiteologici di fondo dell'autore. Dovreb-be essere chiaro che tali enunciati non vanno sistematizzatisecondo uno schema dogmatico tradizionale' o in base a unconfronto aprioristico con la teologia di Paolo." Solo pi tardipotremo cercare di collocare la teologia lucana all'interno del-lo sviluppo teologico della chiesa dei primi tempi (vedi sotto, 64)

    All'inizio di Act. Luca dice come egli vede il suo scritto e-vangelico precedente. Esso doveva costituire una esposizio-ne di tutto quello che Ges aveva iniziato a fare e a insegna-re (Act. r ;r ): Pi precisamente, ci si riferisce all'attivit diGes dagli inizi fino all'ascensione (I,2; cfr. I,21 s.). L'attivi-t terrena di Ges viene di fatto direttamente collegata a quel-l'incarico dato agli apostoli (I,2), che in Act. I,7 s. viene defi-nito esplicitamente come ultima parola di Ges. Si tratta del-

    I. Cfr. ad es. Nosgen, Apg. 29'34, che ha voluto esporre il punto di vista dogma-tico dell'autore.2. Anche Knox, The Acts 01 the Apostles 69'93 segu lo schema idea di Dio - eri-stologia - pneumatologia, per poi trattare del rapporto degli Atti con Paolo (93'99)

  • 188Introduzione

    l'incarico di rendere testimonianza fino ai confini della terra.Ma Aet. r,7 s. non contiene solo un incarico, bens anche unapromessa decisiva. La testimonianza al Cristo arriver fino aiconfini della terra fino a Roma e oltre (28,30 s.). Allo stessotemp? risulta chiaro che il dono dello Spirito e la testimonian-z~ universale pr~n~ono i1'p~sto della instaurazione del regnod Israele che I discepoj] s attendevano come imminente (r6) ..Queste parole d'inc~rico e di promessa che Gesu rivolg~agli apostoli, che sono di fondamentale importanza per il con-te~lUto degli Atti, rispondono cos, indirettamente, alla que-.none escatologica. Non si parla, vero, della parusia, maIlproblema del termine entro il quale essa avverr e implicitonella domanda dei discepolP e nella risposta data da Ges in1,7 . L'interrogativo sulla data precisa viene esplicitamenterespinto. Aet. l,Il ribadisce la fede nella parusia, ma ai testi-moni dell'ascensione non dice che essi stessi vedranno il Cristoveniente nella parusia.

    Le ?s.s~rvazio,:i che ci vengono suggerite da questo impor-tante IlllZIOdel libro mostrano che la concezione storico-sal-vifica dell'evangelista strettissimamente connessa col pro-blema escatologico. Infatti gli Atti vogliono narrare come i te-timoni di Ges abbiano eseguito l'incarico da lui ricevuto.Allo stesso tempo il libro mostrera che la promessa del Risor-to ebbe un'attuazione cos ampia, che il lettore pu avere lacertezza del suo compimento definitivo.4

    Come nel suo scritto evangelico, cos in Aet. l'autore nonpresenta alcun resoconto in s concluso sugli eventi trascorsi.gli piuttosto - in rispondenza al modo di procedere della sto-riografia biblica (vedi sopra, 5 .r) - intende comunicare fidu-cia per il futuro sulla base di ci che e avvenuto finora.' L'au-3 Cfr. l'aflnita terminologica con Act. 3,20 s.

    4 Vedi Le. 1,1-4 Cfr. la funzione di prome sa e compimento nei libri dei Re'~r. von Rad, Die deuteronomistische Geschichtstheotogie in den Konigsbuchern'm Id., Deuteronomium-Studien, Gottingen 1947, 52-64. 'r Il che di cono ~i~to ad e ., da E. Kii emano, Der Ruf der Freiheit, Tiibingen. (968, ~56.J6I. Vedi invece Le. 24,47 (promes a della rnetanoia _ annuncio a tutti1 popoli); 24A9 (promes li dell'invio dello pirito). motivo della prome a di Ge- il timore dei di cepoll (24,37) pu cedere il posto ad una gioia grande

    6.Sulla teologia degli Atti degli Apostoli r89

    tore del primo logos pot aggiungerne un secondo proprioperch questa apertura al futuro addotto da Dio era gi 'pre-sente alla fine di Le. 24.

    Non necessario postulare un'occasione specifica per que-sto secondo libro, poich le promesse che nello scritto evange-lico apparivano ancora aperte, potevano essere presentate co-me in gran parte compiute e quindi in ~rado ~i fondare un'ul-teriore certezza. Il fatto che Luca abbia aggiunto al vangeloun'esposizione della protostoria del periodo apostolico da que-sto punto di vista non costituisce una novit. Infat~i,. secondoil modo di vedere di Luca, oggetto della sua espOSIZIOnenonsono gli eventi in quanto tali (raccontati perch erano rima-sti fino ad ora sconosciuti), bens il loro susseguirsi (xa.i}c:;fjc;),riconoscibile nella tensione tra promessa e compimento, chepu comunicare la certezza della salvezza destinata a realizzar-si compiutamente (compresa la salvezza finale) (Le. 1,3 S.).6Gli Atti degli Apostoli si prestavano in maniera ~ingolare asottolineare questi motivi teologici fondamentali del. terz~vangelo. I loro presupposti teologici e le loro prospettrve difondo non sono sostanzialmente diverse da quelle del terzovangelo. . ..

    Luca pu essere definito - non In contrapposizione a Pao-lo ma in confronto col vangelo pi antico (o anche col vange-lodi Matteo) - teologo della storia della salvezza in un sen-so tutto speciale.' Che questo evangelista abbia suddiviso in e-

    (24,52); cfr. Le. 2,9.10. L'apertura di Act. alla continua~ione della predic~zio-ne del regno di Dio e la fiducia nel futuro del messaggio trovano espressioneanche nell'avverbio che chiude il libro: xwM"t"wc; (28,31).6. Ci sottolineato da Lohse, Lukas als Tbeologe der Heilsgescbicbte 261.267.Cfr. inoltre Schneider, Bedeutung uon xr.ti}E!;Tjc;, 1977.7. Cfr. Lohse, op. cito 264 S.: lI tema e il compit.o che ~uca s: imposto cons~stevadunque nella descrizione del susseguirsi ~ ques~ avv

  • Introduzione

    poche o periodizzato la storia della salvezza un dato incon-t~over~ibile, anche. se .sidi~cute come egli abbia inteso nei par-ticolari questa periodizzazione. H. Conzelmann ha ritenuto dipoter mostrare che, secondo Luca, gli eventi di Ges costitui-scono il centro del tempo, preceduto dal tempo d'Israelee seguito dal tempo della chiesa." Contro questo modo divedere c' da osservare che Luca unisce strettissimamente iltempo di Ges con quello della chiesa (sotto il punto di vistadell'annuncio del regno di Dio), contrapponendo ambedue altempo della legge e dei profeti (Le. 16, I 6).9 Inoltre Luca sotto-linea non solo che il tempo della chiesa un tempo di compi-mento storico-salvifico, come il tempo di Ges, ma anche checon esso ha inizio il tempo finale."

    Lo schema promessa e compimento, fondamentale per laesposizione storico-salvifica di Luca, non serve soltanto per ri-spondere alla problematica escatologica. Per Luca la storia sal-vifica non un surrogato, al posto dell'attesa della fine immi-nente, a cui nel frattempo si rinunciato." Piuttosto, l'orien-tamento storico-salvifico serve anche a mostrare la continuitadell'annuncio dai profeti a Ges, attraverso i suoi testimoni a-postolici, a Paolo, il vero missionario per le genti. Gli Atti pre-sentano propriamente non la storia della prima chiesa," ma

    so Luca con la sua concezione storico-salvifica, nonostante tutti i tratti specifici, sicolloca in un'ampia tradizione protocristiana.8. Conzelmann, Mitte der Zeit 140 e passim.9 Per la critica al Conzelmann vedi, ad es., W.c. Robinson jr., Der Weg des Herrn,Hamburg-Bergstedt 1964; Kimmel, Einleitung II3-II6.138 s.lO. La citazione di Ioel3,1 in Act. 2,17 si discosta dal testo ebraico e dai LXX: eaccadr i "tai: crxa."ta~ 'l!J.pa~.r r , Contro Vielhauer, Zum Paulinismus 24; Conzelmann, Mitte der Zeit 127;Grasser, Problem der Parusieuerzogerung 204-215; Haenchen, Apg.' 86; Schulz,Stun~e der Botschaft 275-291. Cfr. la critica in Kummel, Lukas in der Anklage derbeutigen Theologie 156-159.12. Cfr '. Blank, Probleme einer Geschichte des Urcbristentums 277: Ma a Lu-ca non Interessa neanche la storia della comunit primitiva o della comunit diAntiochia o di qualsiasi altra comunit ... Secondo me Luca vuole scrivere anzituttola 'storia dell'evangelo', della 'parola di Dio'. Questa' prospettiva risulta chiara dal-le numerose sommarie osservazioni dell'autore di Act.; cfr. Act. 2,41; 4>4; 6,7; I2,24; 14,1; 19,20.

    6.Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 191

    il corso vittorioso e l'unit della predicazione cristiana da Ge-s fino a Paolo.

    La continuit tra Ges e la predicazione apostolica postain risalto da Luca specialmente mediante la sua sottolineaturadell'importanza della testimonianza oculare degli apostoli.Pietro e Giovanni reagiscono all'ordine del sinedrio di nonparlare assolutamente e di non insegnare nel nome di Ges(Act. 4,18) affermando: Noi non possiamo non parlare diquello che abbiamo visto e udito (4,20). Alla predicazionedei testimoni oculari corrisponde quella di Paolo." La stessacorrispondenza si ha tra le esposizioni dei primi autori di scrit-ti su Ges e la tradizione apostolica (Le. l,I s.). Con la sua ope-ra Luca vuole mostrare ai contemporanei, cio all'ambien-te cristiano in cui vive.t' I'attendibilit della predicazione cri-stiana (1,4): l'attendibilit del messaggio mediato da Paolo.Per questo egli collega Paolo con i testimoni apostolici pistrettamente di quanto non sia stato in realt. Inoltre i discor-si apologetici di Paolo nella parte conclusiva dell'opera fannonotare che l'autore interessato non soltanto alla dimostrazio-ne positiva dell'unit della predicazione cristiana, ma anche al-la difesa di Paolo. Quale obiettivo pi preciso si prefigga que-sta apologetica sar da verificare pi avanti ( 6.2). Gi oratuttavia si pu riconoscere che secondo Luca la promessa diAct. 1,8 avr compimento su un piano universale non median-te i dodici apostoli, ma anzitutto (e in definitiva esclusiva-mente) mediante Paolo (28,30 s.).

    Chiaramente Luca parte dal presupposto che le comunitcristiane del suo ambiente fondamentalmente fossero orientatealla predicazione del regno di Dio e alla dottrina sul SignoreGes Cristo (28,31) mediata da Paolo." Egli per vorrebbe

    13. Vedi le rispondenze tra la predicazione di Pietro (AcI. 2,14-39; 3,12-26; ro,34-43) e quella di Paolo (1J,I6-41).14. Certamente Luca non scrive per comunit palestinesi o egiziane,]5. L'intenzione espressa in Le. 1,1-4 corrisponde alla constatazione che i discorsimissionari sono in gran parte composizioni di Luca. Non mi sembra accettabileci che dice Dibelius, Paulus in der Apostelgescbicbte 179, cio che Luca voglia di-mostrare che i predicatori cristiani in casi simili devono parlare in questo modo.

  • Introduzione

    impegnare la chiesa del suo tempo anche a seguire il modelloideale della comunita apostolica delle origini, che era as-sidua nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli (2,42-47).

    In questo contesto vanno collocate l'esortazione alla pre-ghiera incessante (Le. 18,1' cfr. Aet.I,14; 2,42.46), nellaquale si esprime la disponibilit personale alla venuta del Si-gnore (Le. 18,1-8) /6 e l'esigenza di una giusta utilizzazione deibeni materiali (Le. 16 -31; 18,22; cfr. Aet. 2,45; 4,34s.).17Il ritardo della parusia aveva condotto ad un rilassamento del-la vigilanza da parte dei cristiani e quindi ad una vita che noncorrispondeva pi all' ideale protocris tiano. 18L'attualizza-zione di un esistenziale atteggiamento d'attesa serve in Luca al-l'individualizzazione dell'attesa della fine (Le. 6,20-26; 12,r6-21.33 s.; 16,8 s.; 21,19; 23,42 s.; Aet. 7,55 S.).19

    L'intenzionale divisione della storia della salvezza in settoricomporta pure che l'evangelista non riferisca lo schema pro-messa e compimento in genere a citazioni singole della Scrit-tura riportate esplicitamente e ad eventi singoli del tempo delcompimento; egli piuttosto vede compiersi le predizioni del-l'epoca profetica e le profezie di Ges stesso in periodi di tem-po successivi." Quindi la venuta stessa di Ges significa sal-vezza (Le. 2,20-32; 19,10.37 S.)21e la portata salvifca del

    16. Cfr. Otto, Gebet 32-72.124-136; inoltre Harris, Prayer in Luke-Aets; O'Brian,Prayer in Luke-Aets. 17. Cfr. Degenhardt, Lukas, Evangelist der Armen.18. Vedi il monologo e il comportamento del servo (v. 45l.nella versione lucanadella parabola dell'amministratore (Le. 12,41-46); cfr. Schneider, Parusiegjeicbnis-se 27 s.19. Cfr. Dupont, Die indioiduelle Esehatologie, 1973; Schneider, op. cito 78-84.89-95 .20. Da ci dipende probabilmente la variazione di Le. 22,53b rispetto a Me. 14>49b;cfr. Le. 22,22 con Me. 14,21. Le. 22,37 riferisce Is. 53,12 a tutta la passione del giu-to. Sull'uso della crittura in Luca vedi Dupont, Utilisation apologtlque; Id.,Interprtation des psaumes; Holtz, Untersuehungen; Rese, Motive; White, Pro-pbtie et prdication; J.Ern t, ehriftauslegung und Auferstehungsglaube bei Lu-kas, in Sehriftsauslegung, ed. da J. Ernst, Paderborn 1972, 177-192; Delling, Ter-minologie der Auslegung.21. Per Le. 19,10 vedi G. Schneider, Der Mensehensohn in der lakaniscbenChristologie, in [esu und der Mensehensohn (Festschrift fiir A. Vogtle), Freiburg1975, 267-282 specialm. 278 .

    6. Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 193

    Cristo non propriamente legata alla morte di croce," anchese la passione del Signore non ha semplicemente un significatoesemplare per il cristiano."

    Non dunque vero che rispetto al terzo vangelo gli Atti pre-sentino una teologia diversa. Soltanto il fatto che essi sono spe-cificamente orientati a Paolo e alla giustificazione della sua o-pera pu far presupporre che siano stati aggiunti al terzo van-gelo con una finalit particolare.

    2. Lo scopo della composizioneBIBLIOGRAFIA:Schneckenburger, Zweck der Apostelgescbicbte, 1841;Lekebusch Composition und Entstebung, 1854, 189-386; Zeller, DieApostelges~hichte, 1854, 316-387; Aberle, Zweck der Apostelgescbicb-te, 1855; Oertel, Paulus, 1~?8, 165-308.; Overbeck, Apg. LXIV.~.;Nosgen, Apg. I-q; J. Weiss, Uber die Absicbt, 1897,53-60; J.F. ~iik-kelheim, Zweck der Apostelgescbicbte, Paderborn 1908; J.M. Wllson,Origin and Aim o/ tbe Acts, 1912; Plooij, The Work o/ St. Luke, 1914;M. Jones, The Work o/ St. Luke, 1915; Wikenhause.r, Die Apostelge-schichte und ihr Geschichtswert, 1921, 6-36; jacquier, Actes ClI-CX;Cadbury, Making o/ Luke-Acts, 1927,299-368; Foakes-Jackson, ActsXVI-XVIII; Bauernfeind, Apg. 1-5; Dibelius, Paulus in der Apostel~e-schichte, 1951, 179 s.; Bruce, Acts (NIC) 17-24; Easto.n, Early Cbris-tianity, 1954, 33-II8; Stagg, Acts 4-18; W.c. van l!nmk, Remarks onthe Purpose o/ Luke's Historical Writing (1955), m Id., .Sparsa C~l-lecta I 6-15; Ehrhardt, Construction a. Purpose, 195~; Wmn, ElusiveMystery, 1959; van Unnik, Book o/ Acts, 1960;. Wlke~hauser, 1pg6-8; Lampe, Acts 883 S.; H. Schiirmann, Eoangelienscbriit und ktr~h-liebe Unterweisung (1962), in Id., Untersuchungen 251-271; Stah-lin, Apg. 5 S.; FiIson, Three Crucial Decades, 1963, 9-28;. Crehan, Pur-pose o/ Luke in Acts, 1964; Talbert, Luke and the.Gnosttcs, 1966, sP:-cialm. 98-II5; G. Klein, Lukas 1,1-4 als theologts~h:s Programm, mZeit und Geschichte (Festschr. fiir R. Bultmann), Tubmgen 1964, 193-216; Vogrle, Das Neue Testament, 1966, IIO-118; Cottle, Occasionand Purpose, 1967; Munck, Acts LV-LXI; Jervell, Paulas, 1968; Tal-

    22. Cfr. Le. 19,10 di ersamente da Me. 10,45. Sul fatto che in Luc~ l'idea d~ll'espia-zione connessa con la morte di Ges in croce passa in secondo plano vedi, ad ~ .,E. Lohse, Martyrer und Gottesknecht, GOttingen 'I963, 187-I91; Stalder, Heils-bedeutung; Zehnle, Salvifie Cbaracter; Pilgrim, Deatb 01 Christ; George, Le sensde la morto23. Vedi chneider, Verleugnung 174-190; Schitz, Der leidende Christus 42-112.

  • 194 Introduzione

    bert, Die an!id?ketische Frontstellung, 1968; Burchard, Zeuge, 1970,183-185;, H~ggms, The Prejace to Luke, 1970; Mattill, The Purpose ,1970; O Nell, Theology 01 Acts, 1970, 172-185; A.J.Mattill Jr., TheGood Samaritan and tbe Purpose o/ Luke-Acts. Halvy Reconsidered:E~counter 33 (19~2) 359-3?6; Kimrnel, Einleitung, 1973, 129-132;Minear, Kerygmatic In.tentlOn, 1973; Ellis, Situation and Purpose,1974; Stagg, The Unbindered Gospel, 1974; Sch. Brown, The Pro-logues ol.Luke-Acts in Their Relation to the Purpose o/ the Author, inSBL Seminar Paper~ I975, ~d. by G. MacRae, vol. II, Missoula, Mont.,1975, 1-14; Franklin, C?rtSt the Lord, 1975, 173-185; R.P. Martin,New Testamen.t Foundations L The Four Gospels, Grand Rapids 1975,244-25; Mattill, [esus-Paul Parallels, 1975; Vielhauer Geschichte derurcbristlicben Literatur, 1975, 405 S.; Barclay, Gosp;ls and Acts II,197.6, 227-243; Da~l, The Purpose, 1976; O'Toole, Why Did Luke.Wrtt~, 1977; Schneider, Zweck des lukaniscben Doppelwerks, 1977;Mattill, Date and Purpose, 1978; SchenkejFischer, Einleitung II, 1979,159-163.

    Forse per nessun altro scritto del Nuovo Testamento si tanto discusso, come per gli Atti, per definirne l'intento speci-fico. Eppure non si ancora giunti a dare una risposta univo-ca:24 S~p~attu.tto non stato chiarito quale sia il rapporto de-gli Atti, mtesi come seconda parte della duplice opera, col ter-zo vangelo. Si pu dire che i due scritti sono stati concepiti in-sieme sin dall'inizio e che il proemio di Le. I ,I-4 si riferisce an-che. al seco~do volume?" Oppure occorre postulare un'cc-casione specifica per la composizione degli Atti? Questi sonoscritti per la stessa cerchia di lettori del vangelo di Luca, desti-nato a~ un am?iente intraecclesiale? O non vogliono piut-tosto rivolgersi ad una cerchia di lettori non cristiani (vedi piin dettaglio 6.3)?

    Contro la possibilit che Le. I,I -4 si riferisca anche ad Act.,

    2~. Cfr. i dati orientativi in Talbert, Luke and the Gnostics 98-IIO; Kimmel, Ein-leitung 129-132; Brown, The Prologues 2-8; Martin, New Testament FoundationsI .2~~-250.~~own, ?p..~it. ~,rifac~ndosi in parte a Talbert, menziona le seguenti pos-sibili finahta: I. riabilitazione di Paolo; 2. apologia indirizzata allo Stato romano'3. evangelizzazione del mondo non cristiano; 4. soluzione di un problema teologi:co; 5. difesa contro eresie.25. Le. 1,1-4 non permette di capire con chiarezza se questa premessa si riferiscaanche agli Atti; cfr. sopra, 2.2.

    6. Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 195

    si sostiene che nella sua nuova oVfrYT}cnc; Luca, come avevanofatto i suoi predecessori letterari, ha voluto esporre le coseavvenute tra di noi .26 Di conseguenza il proemio andrebberiferito soltanto alla storia di Ges e sicuramente non ad unadoppia opera Le. +Act. concepita unitariamente .27 Ma con-trO questo modo di vedere bisogna far notare che Luca, in ba-se a quanto dice il proemio, andato, per molti aspetti, oltrequanto avevano fatto i suoi predecessori. Pur volendo trat-tare fondamentalmente lo stesso argomento affrontato daimolti che l'avevano preceduto, egli esamin tutto parten-do dagli inizi e scrisse ci che gli risultava dalle fonti, espo-nendolo nel modo pi completo, ampliando e precisando e pro-cedendo per ordine (I,3). Proprio queste quattro caratteristi-che costituiscono l'aspetto specifico della nuova trattazione diLuca. Se si tiene presente che a:vwlh:v (v. 3) si riferisce agli ini-zi della storia di Ges, ai cosiddetti racconti dell'infanzia," sidovr concedere che Luca, rispetto ai suoi predecessori, inten-deva ampliare l'argomento. Perch tale ampliamento non a-vrebbe dovuto estendersi anche al di l della storia di Ges edella sua fine, al di l della pasqua? Il vocabolo qualificantexa1}c:;f}c; pu essere inteso in questo senso. Esso accenna in-dubbiamente a una successione ordinata degli avvenimenti,verosimilmente all'esposizione periodizzante delle vicende oal collegamento di diverse fasi." Non si pu escludere chexa1}c:;f}c; si riferisca, tra l'altro, anche alla prosecuzione delvangelo mediante gli AttUO

    Si presuppone che il lettore del terzo vangelo possa render-si conto dell' attendibilit delle parole non da ultimo in ba-se all'esposizione fatta xa1}c:;f}c; (I,3 s.). In rispondenza al suo

    26. Schiirmann, Lk. 14. 27. Ibid.28. Cfr. Klein, Lukas 1,1-4 als theologisches Programm 2II. Nel frattempo ancheSchiirmann, Evangelienschrift 271 (aggiunta del 1968) ha fatto propria questa con-cezione; vedi inoltre Higgins, The Preface to Luke 82.29. Klein, op. cito 21!.30. Secondo Klein, op. cito 2II, s'impone la conclusione che qui si indica che iltempo della chiesa delle origini una continuazione della historia Iesu; si mani-festa l'intenzione di presentare gli Atti come prosecuzione 'del vangelo di Le,

  • 196 Introduzione

    concetto di fede" Luca espone soprattutto per far risaltare lacredibilit delle promesse della predicazione profetica e gesua-na. In questo senso la succssione ordinata della composi-zione tale che, partendo da essa, possibile identificare gliavvenimenti succedutisi l'uno all'altro come compimentoprovvisorio o parziale di promesse, riconoscere la credibilitdelle promesse e, sulla base di esse, concludere con certezzache a suo tempo avverr il compimento completo."

    Pu anche darsi che l'evangelista abbia pensato d'aver rag-giunto il suo obiettivo (che era di rassicurare il lettore sullaattendibilit degli insegnamenti ricevuti) gi con lo scrittoevangelico soltanto. Ma c' da chiedersi se ad una persona del-la terza generazione, com'era Teoflo a cui stata dedicata l'o-pera, la sola presentazione della tradizione apostolica su Ge-S

    33 bastasse a fargli riconoscere la sicura attendibilit di quel-le parole su cui era stato informato. Per questo egli dovevaben aver bisogno anche di una prova che la tradizione aposto-lica su Ges aveva la sua continuazione sin nella predicazioneche Teoflo poteva ascoltare al suo tempo.

    Poich questa continuit e identit obiettiva andavano di-mostrate, probabile che il secondo volume sia stato pro-grammato sin dall'inizio. L'obiettivo della composizione pote-va essere raggiunto in due momenti. La continuit della pre-dicazione apostolica con l'insegnamento di Ges (Act. 1,3) fusottolineata energicamente, e mediante la concezione dei do-dici apostoli come testimoni fu anche in concreto presenta-ta come attendibile. Inoltre si cerc di colmare la distanza trala predicazione del tempo lucano e quella degli apostoli me-diante la presentazione di Paolo e del suo legame con gli a-postoli stessi. Qui logicamente si dovette mettere bene in Iu-ce la sintonia della predica zione paolina con quella di Pietro,:rappresentante dei Dodici. Negli Atti Pietro e Paolo predicano

    3I. Vedi Le. 1,2045; inoltre 24,25; Act. 24,14; 26,27; 27,25.32. Cfr. Schneider, Bedeutung uon y'CX1}E!;1iC;, 1977; Id., Zweck des lukaniscbenDoppelwerks, 1977, 49-54.33 Cfr. Act. r,r s. come indicazione del contenuto del vangelo.

    6. Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 197

    come predicavano certi cristiani al tempo di Luca." Se Luca ei suoi lettori vivevano in comunit incluse nell'ambito dell'at-tivit missionaria di Paolo si imponeva la necessit di inclu-dere lo stesso Paolo nella prova di continuit.

    Prima di trattare dell'importanza che la parte degli Atti de ..dicata a Paolo ha in rapporto alla finalit dell'opera lucana, vo-gliamo richiamare l'attenzione sul fatto che - nonostante ognidifferenza di argomento e di tematica - si ha una convergenzaconsiderevole tra il terzo vangelo e gli Atti. Lo scritto evan-gelico espone tutto ci che Ges fece e insegn dal princi-pio fino alla sua ascensione (Act. l,I s.). L'argomento degliAtti e indicato nel detto d'incarico e di promessa posto sullabocca di Ges in Act. r ,8: il cammino della testimonianza a-postolica a Cristo fino agli estremi confini della terra. Il le-game concreto dei due temi sta nel fatto che r ,8 costituisceuna promessa di Ges. Inoltre si chiarisce che l'ascensione diGes avvenuta solo dopo l'incarico da lui conferito agli apo-toli (r.a). L'insegnamento di Ges sfoci in un incarico aiuoi testimoni. Ci che unisce l'insegnamento di Ges e la pre-dicazione degli apostoli il regno di Dio (1,3; Le. 16,16)_Il fatto che Paolo a Roma pot annunciare il regno di Dio conogni franchezza e senza impedimento (Act. 28,3 l) non costi-tuiva ancora - 'secondo l'interpretazione pi plausibile - ilcompimento finale della promessa di 1,8. Nondimeno le realiz-zazioni parziali della promessa di Ges, avvenute sinora, dn-no al lettore la certezza che si avr il compimento completo. Es-se dimostrano l'attendibilit della promessa.

    Questo tema della veracit della promessa ricorre con moloteplici accentuazioni. La conclusione di Act. sottolinea che lapromessa di Ges si compir lungo il cammino della testimo-nianza resa a Cristo fino agli estremi confini della terra. Lu-ca considera in varia guisa il problema del ritardo della paru-sia," Ribadisce la fede in essa, ma nega che se ne possa preci-

    34. Cfr. Dibelius, Die Reden 142: Cos si predica - e cos si deve predicare!.Ma lecito dubitare che Luca avesse come programma l'intenzione espressa nellaseconda parte di questa affermazione.35. L'attenzione a questo problema non pu tuttavia essere considerata propria-

  • 198 Introduzione

    sa~e la scadenza." Per questo, invece dell'attesa della fine im-minente, oggetto della tradizione tramandata su Ges racco-manda una disponibilit costante nei confronti della W;e.37 Lepromesse dei profeti SO:-lOdestinate a .compiersi tutte (Aet. 3,21; Le. 24,25). Probabilmente anche Il tema di Israele'" sta-to trattato da Luca prevalentemente in riferimento all'atten-dibilit delle promesse bibliche, come si accenna in Aet. 1,6con la domanda degli apostoli. Chiaramente non a torto i disce-poli.at~endono il regno per Israele. In 1,7 s. Ges rifiuta so-lo di rispondere alla domanda sulla scadenza. Il cammino delvangelo, da Gerusalemme attraverso la Giudea e la Samaria~erso tutti i popoli, non in contraddizione vera e propria conl attesa del regno per Israele. Secondo il modo di vedere diLuca, ~e. 1,33 resta una promes~a p~rennemente valida: Egliregnera per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno nonavr ~n~.39Per dimostrare la veracit della promessa nei con-fronti di Israele, Luca sin dall'inizio della sua opera includeanche l'annuncio di una divisione, che il messaggio di Gesu equello dei suoi testimoni causeranno in Israele." Ci si devechied~re se i problemi ai quali Luca si riferisce si posero soloa.mot~vo.della realt storica effettiva (= il ritardo della paru-SIa e 11 rifiuto sempre pi deciso dei Giudei di accogliere ilvangelo), oppure se egli si vide costretto a trattarli di fronteall'insorgere di false dottrine.

    In ricerche recenti sullo scopo dell'opera lucana si pensa-t? ad un ~ro~te antignostico o antidocetico di Le.-Aet.41 Ma quiSIdeve giudicare con molta prudenza. L'opera lucana non ar-

    mente il mo.tivo fonda~ental: dell'opera lucana, come ritennero soprattutto Con-zelmann, MZlle der Zeit e Grasser, Problem der Parusieuerziigerung 178-215.36. Cfr. ~oprattutto Act. 1,6-7 S.II. 37. Vedi Schneider, Parusiegleichnisse 95 s.38. I~ diversi stud~ Je.rvell richiama l'attenzione su questo tema fondamentale. Lsue ricerche s?no nepl~ogate nel libro Luke and the People 01 God; cfr. anche El-tester, Israel im lukaniscben Werk; Lohfink, Sammlung Israels.39. Vedi Lohfink, op. cito 23-25; cfr. anche LC.22,30; 24,21; ACt.13,23; 28,20b.40. Le. 2,32.34; 7,1'9,,50; Act.28,25-27.41. Cos.Barret~, Luke the Historian 62 s.; Klein, Die ziool] Apostel; Schiirmann,Euangelienscbriit 252; Talbert, Luke and the Gnostics; Id., Die antidoketischeFrontstellung.

    6.Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 199

    gomenta esplicitamente contro determinate posizioni. Cos, i-dee gnostiche, come mostra anche Aet. 20,29 s., vengono re-spinte tutt' al pi indirettam~n.te.42Va nota~~ che i me~zi di cuiLuca si serve nella sua espOSIZIonee che utilizza per dimostra-re l'apostolicit della predicazione ecclesiastica sono attesta-ti anche al di fuori dell'opera lucana nella difesa contro l'in-sorgere di eresie." difficile che nell'ambiente in cui Lucacompose la sua opera certe idee eretiche o certe obiezioni fos-sero gi percepibili come espressioni di gruppi ben definiti. Ipericoli di cui Luca si rendeva conto provenivano in larga ~i-sura dalla situazione storica della chiesa del suo tempo e Inogni caso non soltanto da quei lupi dai quali mette in guar-dia Aet. 20,29 s. e che s'intromettevano nella comunit dal-l'esterno.

    Che significato ha l'ampia parte degli Atti dedicata a Pao-lo per ci che riguarda lo scopo dell'opera? L'idea che gli At-ti costituiscano un'apologia di Paolo nel suo processo roma-no" pu considerarsi confutata. Essi infatti rappresentano laseconda parte di un'opera, la cui prima parte lo scritto evan-gelico, il quale ben difficilmente corrisponde allo scopo apolo-getico dell'opera nel suo insieme, se inteso in questi termini.Lo scopo apologetico degli Atti oggi in parte considerato que-sto: Luca avrebbe inteso presentare il cristianesimo come re-ligio licita, per ottenere cos la toller~nza dello S~at~ r?m~no.4'Contro questa interpretazione parla 11 fatto che 1cnstia~l1ven:gono contrapposti ai Giudei. Solo i cristiani sono conSIderati

    42. Cfr. van Unnik, Die Apostelgeschichte und die Hresien; Haenchen, Apg.'675.679 ('130-134); Kiirnrnel, Einleitung 1343. Vedi i concetti dei testimoni oculari, della retta interpretazione della Scritturae della trasmissione della tradizione apostolica alle generazioni successive nel quar-to vangelo (e in I lo.), nelle Pastorali e in 2 Petr. 3,1,10; cfr. Talbert, Luke andtbe Gnostics 57-70; Schneider, Zweck des lukanischen Doppelwerks 57 S.44. Cos specialm. in certi lavori meno recenti, ad esempio Aberle, Zweck der A-postelgeschichte; pi recentemente: Sahlin, Messias IO; Koh, Writings 01 St. ~uke34; Cottle, Occasion and Purpose; Mattill, Tbe Purpose; Id., The Good Samaritan:Munck, Acts LV-LXI.45. Cos Easton, Early Christianity 33-u8; Haenchen, Apg.s 5~~571; Stahli~, Apg.6. Sul giudaismo come religio licita vedi S.L. Guterman, Religious Toleration andPersecution in Ancient Rome, London 1951, 13-129.

  • 200 I ntroduzione

    cittadini leali, mentre la parte incredula del giudaismo vienepr~sentata co~e politicamente sediziosa." Inoltre l'argomen-tazione, teologicamente orientata, di tutta l'opera sarebbe ri-sultata incomprensibile proprio a funzionari romani .47 Se sivolessero interpre~are gli Atti come un'apologia politica, laloro parte conclusiva (capp. 21-28) costituirebbe un'appen-dice strana dell'opera." difficile dunque irnmaginarsi cheLuca intendesse rivolgersi ai Romani per ottenere da loro con-dizioni favorevoli e possibilit di lavoro per la chiesa .49

    Se si cerca di precisare la funzione letteraria di Ac t. 2 1-28i obbligati a prendere atto di un fatto sorprendente: questicapitoli informano sul cammino di Paolo verso Roma un carn-~ino per che non porta al tribunale imperiale, ma ai Giudeidi Roma. L ha luogo il confronto definitivo con la parte osti-nata del giudaismo." Nei discorsi di questa parte la personae l'attivit di Paolo costituiscono l'oggetto dell'apologia. Pao-lo viene apertamente difeso dalle accuse che i Giudei solleva-vano soprattutto contro i membri di comunit giudeo-cristia-ne." Se Paolo avesse veramente preso posizione contro il po-polo di Dio, la legge e il tempio" (come si rimproverava ai cri-stiani), sarebbero state messe in gioco la giustificazione dell' e-istenza della chiesa e la vocazione dei pagani.'} L'apologia diPaolo riguarda cos prevalentemente il problema, interno allachiesa, della veracit delle promesse fatte a Israele, allorch siandava constatando che il giudaismo continuava a rifiutare ilmessaggio dei testimoni di Cristo. La posizione di Paolo neiconfronti della legge, che nelle accuse dei Giudei veniva con-siderata, a ragione, problematica, stata da Luca resa inno-cua. Egli l'ha smussata e accomodata presentando l'apostolodei gentili ancora come un giudeo e un fariseo fedele alla leg-

    46. AcI. 13,50; 14,19; 17,5-8.13; 18,12-17; 21,27 s. Cfr. anche Mikat, Cbristusuer-kiindigung und Kaiserkult, 1974.47. Cfr. Aci. 18,15; 25,13-26. 48. Cfr. ]ervell, Paulus 167 S., n. 6.49. ]ervell, Paulus 169. 50. ]ervell, op. cit, 172.51. !ervell, op. cito 190. Similmente gi Schneckenburger, Zweck der Apost elge-scbicbte; cfr. Gasque, History 01 the Criticism 32-39.52. Cfr. Aci. 21,28; 28,17; inoltre 24,I4-16; 26,22 S. 53. ]ervell, Paulus 181.

    6. Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 20 I

    ge." Nel far ci Luca non e certo partito dalla teologia che Pao-lo espone nelle sue lettere, ma da un'immagine corrente delmissionario Paolo diffusa nel suo ambiente."

    possibile dunque vedere c~e l'~pologia ~ei. capi~oli con-clusivi riguarda il rapporto tra giudaismo e cnsttanesimo. Re-sta per da chiedersi quale ruolo abbia in questi capitoli" ilrapporto con lo Stato romano. Che non s!,tratti di un'apol.ogiaindirizzata intenzionalmente a Roma e gia stato notato. SI do-vr dire forse che anche il rapporto con le autorita statali con-siderato in prospettiva intraecclesiale? Se vero che l'autoredei due scritti a Teofilo s'era posto il compito di trovarela collocazione dei cristiani nella struttura di questo mondo,nel quale dominava (ancora per poco tempo, c~me egli sRera-va) un atteggiamento generalmente avverso .nei confronti delcristianesimo,~7 dovette essere suo intento anche preservare icristiani stessi da possibili atteggiamenti sbagliati. Essi non do-vevano n essere inconciliabili avversari dello Stato, n prati-care una forma di adattamento conformistico e rassegnato.Questo secondo atteggiamento avrebbe inevitabilmente para-lizzato la volont di missione." Gli esempi di condotta bene-vola di rappresentati romani," che Luca offre, potevano susci-tare nel lettore la speranza che un atteggiamento per lo menoneutrale da parte di Roma potesse diventare realt anc~e nelpresente." Ma Luca in ogni caso ben consapevole che l fun-zionari romani, proprio come gl'increduli Giudei, sono stru-menti dell'azione salvifica di Dio, cui in definitiva nessuno puopporre resistenza. Dio infatti mantiene la sua promessa.

    54. Act. 22,3; 23,1.3.5 S.; 24,14 s.; 26,4 S.22 s.5,5. Sulla questione se Luca conoscesse le lettere di Paolo vedi sopra, 43,56. Vedi tuttavia anche il ruolo gi svolto da Pilato nel processo di Ges ~l:".23,4.22). 57. Pliimacher, Lukas als griechischer Historiker 260. 58. Vedi ibid.59. Si tenga presente che i governatori Pilato (Le. 23), Felice e Festo (Act. 24,22-26; 25,9-I1), vale a dire i principali personaggi romani coinv~lti nel processo a ?e:s e nella vicenda di Paolo, vengono descritti come tendenZialmente favorevoli alGiudei. 60. Cfr. Pliimacher, op. cito 260.

  • 202 Introduzione

    3. La cerchia dei destinatariBIBLIOGRAFIA:J. Weiss, Uber die Absicht, 1897, 56 S.; Goodspeed,The Origin 01 Acts, 1920; Jacquier, Actes exx; Dibelius, Historiker,1948, II8 s.; Id., Die Reden, 1949, 126-129; Nock, recensione a M.Dibelius, Aulsiitze, 1953,51 s.; van Unnik, Book 01Acts, 1960; jer-vell, Paulus, 1968; A. Vogtle, Was hatte die Widmung des lukanischenf:!oppelwerks an Theophilos zu bedeuten? (1969), in Id. Das Eoange-lium und die Eoangelien, Disseldorf 1971, 31-42; Burchard, Zeuge,1970, 183-185; Marshall, Luke, 197,216-222; O'Neill, Theology 01Acts, 1970, 172-185; Pliimacher, Lukas als griechischer Historiker,1974, specialm. 261 S.

    Quali siano i lettori ai quali si rivolgono gli Atti degli Apo-stoli e l'opera lucana nel suo insieme questione che dipendenon da ultimo dai tratti propagandistici e apologetici presentiin essa. Infatti, bench l'opera nell'insieme si rivolga prevalen-temen te a lettori cristiani (cfr. 6.2), le tendenze soprattuttoapologetiche fanno pensare ad un non trascurabile secondoscopo .61 Chiaramente Luca non vuole soltanto comunicarecertezze ai cristiani ed edificarli, ma vuole anche fare propa-ganda tra i pagani." Ci si chiede tuttavia se le intenzioni pro-pagandistiche e apologetiche presuppongano veramente deinon cristiani come seconda cerchia di destinatari, o non ser-vano piuttosto all'autocomprensione dei cristiani."

    Non si pu parlare di funzione apologetica di Act. nel sen-so che essi si rivolgano direttamente allo Stato rornano'" o aipagani in generale." Neanche l'idea che questo pubblico siainterpellato indirettamente." ad esempio attraverso il destina-tario della dedica (Teofilo), sostenibile. La dedica a Teofilopu ,67 ma non necessariamente deve, essere stata intesa in fun-

    61. Kimmel, Einleitung 131. 62. Cfr. Haenchen, Apg. 544.63. Vedi sopra, 6.2.64. Cos, ad es., gli autori che considerarono gli Atti uno scritto apologetico a fa-vore di Paolo (vedi 6.2 n. 44); cfr. 6.2 n.45.65 Cfr. l'idea di ]. Weiss, Uber die Absicht 56: un'apologia della religione cri-stiana davanti a pagani contro l'accusa dei Giudei.66. Cos, con diverse motivazioni e accentuazioni, ad es., Loisy, Actes I04-I21;Bruce, Acts (NIC) 19-24; Conzelmann, Mitte der Zeit 128-135.67 T. KIeberg, Bucbbandel und Verlagswesen in der Antike, Darmstadt 1967, 29 s.

    6. Sulla teologia degli Alti degli Apostoli 23

    zione di una diffusione dell'opera. Secondo M. Dibelius la de-dica a Teofilo non solo onorava questo personaggio, ma lo im-pegnava anche alla diffusione del libro. Il terzo vangelo avreb-be avuto sin dall'inizio, per dirla in termini moderni, due am-biti d'impiego, come libro di lettura delle comunit cristia-ne, e come lettura privata per persone letterariamente istrui-te." L'unico motivo su cui si bas il Dibelius per sostenereche i due scritti lucani erano destinati non solo alle comuni-t cristiane, bensl anche al mercato librario 69 era il fatto delladedica a Teofilo. Ma poich non dimostrato, sulla base del-l'uso di dediche profane, che il destinatario della dedica fos-se obbligato anche ad impegnarsi per diffondere l'opera in que-stione/o cade la premessa da cui il Dibe1ius era partito.

    Con questa constatazione non si esclude comunque che Teo-filo nelle attese di Luca, dovesse collaborare alla diffusio-ne dello scritto." Tale possibilit non esisterebbe evidente-mente se Teofilo non fosse un personaggio storico, ma solo unafigura fittizia. Ci si dovr immag~nare il destin.atario d7ll~ ded~-ca non come un timorato di D1Osulla soglia del cnsnanesi-rno," ma piuttosto come un cristiano che un tempo aveva fa~-to parte di questi timorati di Dio provenienti dal pag~r:esl-mo e che erano vicini alla sinagoga giudaica. Anche 'utilizza-zione dei LXXda parte di Luca mostra che l'autore della dupli-ce opera proveniva dagli ambienti di questi pagani ch~ aveva-no simpatizzato con il giudaismo e che avevano partecipato alsuo culto." Essa inoltre fa pensare che l'evangelista sperassedi trovare lettori nelle stesse cerchie di ex timorati di Dio.Certo, la terminologia sorprendentemente neutrale) del

    68. Dibelius, Die Reden 127. 69. Dibelius, Historiker II8.70. Vedi Nock, recensione: M. Dibelius 501 s.; Vogtle, Widmung des lukanischenDoppelwerks 39 s. 71. Vogtle, op. cito 4072. Contro van Unnik, Book 01 Acts 372, il quale per la sua ipotesi .si r~~a H.Mulder, Tbeopbilus, de Godorezende, in Arcana revelata (Festschrift fur F.W.Grosheide), Kampen 1951, 77-88. Cfr. anche O'Neill, Theology 01 Acts 185: Illibro degli Atti, insieme col vangelo di Lc., probabilmente l'unica opera del N.T. specificamente rivolta a non credenti.73. Cfr. F. Siegert, Gottesliirchtige und Sympathisanten: JSJ 4 (1973) 109-164.

  • 24 Introduzione

    proemio (Le. 1,1-4)74 mostra che Luca poteva sperare di tro-vare lettori anche nelle cerchie di coloro che non avevano an-cora fatto il passaggio da timorati di Dio a credenti cristia-ni. possibile che egli sperasse che singoli lettori di questi am-bienti, soprattutto se adeguatamente istruiti, arrivassero allafede cristiana grazie al carattere accertante della sua opera."

    Non basta pensare che Luca abbia scritto la sua opera anzi-tutto per lettori etnico-cristiani." Non solo l'abbondante u-tilizzazione della Bibbia greca, ma anche la difesa di Paolo con-tro le accuse dei Giudei ( 6.2) mostra che questi etnico-cri-stiani in genere non erano passati al cristianesimo direttamen-te dal paganesimo. I destinatari orientali dell'opera lucana vi-vevano in un ambiente in cui i giudeocristiani costituivano unelemento rispettato e chiaramente anche influente." Essi era-no diventati cristiani lungo il cammino della fede in Dio me-diata dal giudaismo e dalla Bibbia."

    4. La questione riguardanteuna presunta posizione protoeattolieadegli Atti degli Apostoli

    BIBLIOGRAFIA: E. Kasernann, Amt und Gemeinde im Neuen T estament(1949), in Id., Exegetische Versuche und Besinnungen 119-134; Id.,Das Problem des historisch. [esus (1954), in Id., Exegetische Versucheund Besinnungen I 187-214; W. Marxsen, Der Friibkatbolizismus

    74. Cfr. Dibelius, Die Reden 127 (

  • 206 Introduzione

    La classificazione di determinati scritti e prospettive comecattolici fu fatta gi in questo ambito. Dopo la seconda guer-ra mondiale la designazione protocattolicesimo 80 stata a-dottata - proprio in riferimento alla duplice opera lucana - daE. Kasemann" e da Ph. Vielhauer" e introdotta nel dibattitoscien tifico. 83

    Mentre per il Kasemann il protocattolicesimo lucano con-siste nella teoria della tradizione e della legittimazione," ementre questo autore, analogamente al Vielhauer, parla diprotocattolicesimo incipiente," per S. Schulz il protocatto-licesimo in Luca presente su tutta la linea e quasi sotto ogniaspetto." Per Schulz protocattolica non solo la presentazione

    che, Bonn 1850, era ancora fortemente influenzata da Baur. Ma gi nella sua se-conda edizione (1857) critic a fondo le prospettive dello studioso di Tibingensullo sviluppo del cristianesimo primitivo; cfr. Gasque, op. cito 62-64; Wagner,An den Ilrspriingen 249'294. Sull'opera lucana vedi A. Ritschl, Scbrijte des Lu-kas, 1847.80. Il termine protocattolicesimo fu usato per la prima volta poco prima dellaprima guerra mondiale, per caratterizzare un'epoca dell'antica storia della chie-sa: E. Preuschen/G. Kriger, Handbucb der Kircbengescbicbte I, Tiibingen 19II('1923), IX.95; E. Troeltsch, Die Soziallebren der cbristlicben Kircben und Grup-pen, 19II = Gesammelte Scbrijten I, Tiibingen 1922, 83-178. La traduzione in-glese del libro di P. Batiffol, L'glise naissante et le catbolicisme, Paris 1909, ap-parve sotto il titolo Primitive Catholicism (London 19II); una traduzione tedescadi F.X. Seppelt ebbe il titolo Urkirche und Katholicismus (Kempten/Miinchen1910). A quest'ultimo titolo si riaggancia evidentemente A. Ehrhard, Urkirche undFrbkatbolizismus, Bonn 1935; cfr, Id., Urcbristentum und Katbolicismus 1949(3 scritti), Luzern 1926. '81. Kasemann, Amt und Gemeinde, 1949, 132 (

  • 208 Introduzione

    a Luca deve considerare se i tratti teologici dell'opera lucana,ritenuti espressione di tendenze protocattoliche, siano descrit-ti appropriatamente. Solo in questo caso, si deve ricercare illoro carattere protocattolico. Inoltre, c' da discutere anche ladefinizione di protocattolicesimo .89 Infine, circa le posizio-ni lucane riconosciute come protocattoliche, occorre porre que-stioni critiche sulla realt di fatto; soprattutto si deve verifica-re la teoria della defezione protocattolica dall'evangelo cri-stiano primitivo o paolino. La concreta questione teologica in ultima analisi il problema della critica interna del canone.

    Poich S. Schulz a sollevare nel modo pi ampio il rimpro-vero di protocattolicesimo contro l'opera lucana, sembra op-portuno intraprendere la verifica critica delle rispettive tesi inun confronto con le sue posizioni, non dimenticando nemme-no i critici precedenti."

    a) Che in Luca l'a ttesa esca tologica della fine imminen te pas-si in secondo piano, mentre viene sviluppata - in un certo mo-do in direzione contraria - una determinata concezione della

    89. Sulla descrizione del protocattolicesimo nel senso di un primo stadio (nondi un momento preparatorio) di quei principi teologici che la grande chiesa carro-lica del sec. II precis, cfr. le definizioni, in parte diverse, di Mussner, in LThK VI89; Barrett, Luke the Historian 70 s.; Conzelmann, Der gescbicbtlicbe Ort 248 s.;Elliott, A Catholic Gospel 214; Morris, Luke and Early Catbolicism 122; Luz, Er-uidgungen 90-92; Kimmel, Einleitung 1I5; Talbert, Lntroduction 443. Oltre alIcaratteristiche presupposte da Schulz vengono menzionati: una regula fidei bendelineata, uffici ministeriali stabilmente fissati, la-distinzione tra preti e laici, unainterpretazione autoritativa della Scrittura, la teologia naturale, la concezionedella chiesa come istituzione salvifica, la raccolta degli scritti apostolici,90. Vedi soprattutto i lavori di autori cattolici indicati sopra, nella bibliografia:Mussner, Kiing, Schelkle, eufeld e Sand.91. Contro la tesi deIIa posizione protocattolica dell'opera lucana si sono fino-ra espressi criticamente Conzelmann, Mitte der Zeit 148; Barrett, Luke the Histo-rian 67'76; Eltester, Lukas und Paulus 7 s.; Flender, Hei! und Geschichte 125 s.;Haenchen, Apg.' 81-88; Roloff, Apostolat-Verkndigung-Kircbe 227-235; Bor-gen, Von Paulus zu Lukas 156 s.; Conzelmann, Der geschichtliche Ort 248 .; O.Betz, The Kerygma o] Luke: Int, 22 (1968) 131-146, specialm. 145; Loning, La-kas 223; Kiimmel, Lukas in der Anklage der beutigen Tbeologie 154 s.159-16l;MarshalI, Luke 219 s.; Barrett, ew Testament Essays roo.r rj ; Morris, Luke andEarly Catbolicism 135 .; Kimmel, Einleitung II5.14o.153; Plumacher, Lukas alsgrtecbiscber Historiker 238; Talbert, lntroduction 443-445.

    6. Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 29storia della salvezza, non dovrebbe essere contestato." Tutta-via non si pu parlare di questo differimento come se lateologia della storia subentrasse all'apocalittica" e l'escatolo-gia fosse trasformata in un pro?lema particolare dell~ storia.La concezione lucana della stona della salvezza non e causa-ta ma infhienzatas-" dal ritardo della parusia. Il fatto che Lu-ca' faccia seguire al suo vangelo gli Atti degli Apostoli mostrache egli tiene conto della situazione mutata a motivo della di-latazione del tempo della storia. Non ne risulta per che egliabbia secolarizzato la storia. L'attivit di Ges , anche perLuca, evento salvifico del tempo finale." In fin dei conti, Lucaargomenta nello stesso senso dell'apocalittica, quando, par-tendo dal parziale realizzarsi delle promesse, conclude rinvian-do alloro compimento totale in futuro."

    b) Non vero che Luca sia esponente di una ecclesiologiacon una tradizione e successione apostolica. Secondo l'e-sposizione di Act., la tradizione apostolica viene tramandata inquanto la testimonianza resa dagli apostoli a Cristo continuaad essere trasmessa nella chiesa, non da ultimo ad opera diPaolo. Ma gli Atti non narrano la pi antica storia della chie-sa, bens il crescere della parola di Dio.97 Significativamentenel congedo di Paolo dai presbiteri di Efeso, non la parola affidata a loro, bens essi sono affidati a Dio e alla paroladella sua grazia (Act. 20,32).98 L'unicit storica dell'aposto-lato dei Dodici e il ruolo di Paolo mostrano invece che Lucanon pensa alla successione in uffici o funzioni definiti con pre-

    92. Cfr. Kimmel, Lukas in der Anklage der heutigen Tbeologie 1.52-154.1.56-1.59;Schneider, Parusiegteicbnisse. 93. Contro Kasemann, Amt und Gemeinde 13294. Borgen, Von Paulus zu Lukas 15795. Kimmel, op. cito (_ n. 92) 161 S. con rinvio a Le. 4,18 ss.96. Vedi sopra, 6.2. Cfr. inoltre l'opera storica deuteronornistica; cfr. Schneider,Zweck des lukanischen Doppeluierks .5397. Vedi le annotazioni sommarie degli Atti; cfr. sopra, 4.1 n. IO; cfr. ancheZingg, Das Waehsen der Kirehe.98. J. Dupont, Paulus an die Seelsorger. Das Vermiichtnis uon Mitet (Apg. 20,1836), Di.isseIdorf 1966, 168, col quale concorda Schiirrnann, Testament des Paulus340: Evidentemente la 'parola della sua grazia' pi della paradosis apostolicaindubbiamente loro affidata.

  • 210 1ntroduzione

    cisione." Anche la struttura delle comunit sottost chiara-mente a una mutazione storica.'?'. e) In che senso in Luca la cristologia sarebbe subordinataall'ecclesiologia? Se ne deduce forse che il tempo del Ge-s terreno e in funzione del successivo tempo della chie-sa?lOlLe. 16,16 mostra, vero, che secondo l'evangelista iltempo di Ges e il tempo della chiesa sono strettamentelegati, perch in tutte e due queste epoche della storia salvifica annunciato il regno di Dio. Ma questo logion mostra ancheche con Ges arrivato il tempo ultimo, quello del compi-ment~ dell~ sto~ia della salvezza."? Non affatto vero che perLuca 11 Cristo innalzato attende il compimento della suachiesa sulla terra e che la cristologia della gloria si risolvesenza difficolt in ecclesiologia o ne l'erede legittima."?L'innalzato piuttosto interviene direttamente nell'opera di dif-fusione dell'evangelo (Aet.9.4-6; 18,9 s.; 22,18-2I; 23,I1).

    d) Quanto al concetto di giustificazione, Luca non solo loconosce, ma sa anche - trovandosi nella tradizione paolna=v-che si tratta di un tema specifico di Paolo (Aet. 13,38 s.): lagiustificazione dei credenti in Cristo.'?' Tuttavia il nesso tra

    99. C~.r.~ltester, .Lukas und Paulus 7 S.; Haenchen, Apg.' 83 s.; Roloff, Apostolat-Verkundtgung-.~trche 227-2?5; Conzelmann, Der geschichtliche Ort 249; Loning,Lukas 223; Kummel, op. cit, (~ n.92) 160; Pliimacher Lukas als griechischerHistoriker 238. '100. Vedi Schnackenburg, Lukas als Zeuge oerscbiedener Gemeindestrukturen.IO!. Cosi S~u1z, I?i~ Jo:fitteder Schrift 144. Una subordinazione della cristologiaalla teologia (COS1ibid. 145) non risulta ovvia per il semplice fatto che secondoLuca, .~es resta fortemente ~ubordinato a Dio (ibid. 144). Vielha~er, ZumPau~tmsmus 26.pensava proprio a questa subordinazione di Ges a Dio quando?efimva pre-~aolina la ~eol?gi~ lucana. Cfr. Conzelmann, Mitte der Zeit 158-172,Il quale v~~e il subordinazianismo (che scivola nello storicismo lucano) ginella tradizione: Ges strumento di Dio, il quale solo determina il piano dialvezza (172).102. La storia di Ges , secondo Le. r.r s., l'inizio degli avvenimenti ultimamenteaccaduti tra di noi; cfr. Kirnmel, Einleitung II4.140 s.103. Cos invece Schulz, Die Milte der Schrift 147.104. Conzelmann, Der geschichtliche Ort 255-259.105. Cfr. la ~ormulazionc: generi.ca di Pietro al concilio apostolico (Act. 15,II):salvezza mediante la grazia del Signore nostro Ges. Vedi F. Mussner, Petrus undPaulus - Pole der Einbeit, Freiburg 1976, 36-39.106-108.

    6. Sulla teologia degli Atti degli Apostoli 2 I I

    giustificazione e perdono dei peccati - un concetto non paoli-d06 _ mostra che Luca non parla della giustificazione degli

    ~mpi. Ma non si pu dire che l'obbligata, insufficiente e ir:-completa giustificazione attraverso le ?pere ~ella lEcn ap,ap'tLW\I nel N.T.: Mt.26,28; Mc. 1,4; Le. 1,77; },3; 24.47; Act.2,38; 5,31; 10.43; 13,38; 26,18; negli scritti deuteropaolini solo m Col. 1,14

    107. Schulz, Die Mitte der Schrift 148. .'108. Vedi Conzelmann, Mitte der Zeit 90-92; Michiels, La conceptton lucaniennede la conversion. 109. Cos Schulz, op. ctt, 148.IIO. Cfr. Schmid, Ev. nacb Lukas 149; U. Wilckens, V~rgebung fur die Siinderin,in Orientierung an Jesus (Festschr. fir J. Schmid), Freiburg 1973, 394-424.lI!. Contro E. Dinkler, in RGG VI 973 -J 12. Conzelmann, Der geschichtl. Ort 248 s. Vedi il commentario ad Act. 8,14-171I3. Kiimmel, Lukas in der Anklage der heutigen Theologie 161; vedi anche Bar-

  • 212 . Introduzione

    f) Il fatto che la fine in Luca non sia pi oggetto di