Storia di Iqbal

Scritto da Francesco D’ Adamo

Questa bambina si chiama Fatima, lei conosceva Iqbal molto bene, infatti è lei che racconta la loro storia.

Fatima, Iqbal e tantissimi altri bambini lavoravano in una fabbrica di tappeti ed era molto faticoso. Il loro capo si chiamava Hussan Khan: era uno sfruttatore senza cuore.

Nella fabbrica c’ era una piccola finestra e a Fatima piaceva molto e sognava sempre di arrivare lassù.

Un giorno arrivò nella fabbrica Iqbal; lui e Fatima fecero subito amicizia e come tutti i bambini appena arrivati

raccontò la propria storia. Lui secondo me, si “batteva” molto per il lavoro minorile e voleva farsi sentire da tutti a questo

proposito

Un giorno nella fabbrica dovevano arrivare due mercanti, e Iqbal, siccome molto bravo, stava

tessendo un tappeto pregiato. Quando era a metà del lavoro, si fermò e tagliò il tappeto riducendolo a

piccoli pezzi.

Hussan khan, allora per la tanta rabbia chiuse il povero Iqbal nella cosiddetta “tomba”.

Tutti i bambini, così,decisero che tutte le sere, sarebbero andati a portargli da mangiare e da bere.

Ma non è tutto qui, perché pochi giorni dopo che Iqbal uscì dalla ““Tomba”; scappò e per parecchi giorni non si seppe niente di lui. Anche se il padrone non smetteva mai di cercarlo.

Molto tempo dopo ritornò e con lui ci furono anche due poliziotti, portati là di proposito per far arrestare il padrone. Ma non ci riuscì, perché con qualche soldo

Hussan riuscì a corromperli e anche questa volta finì nella tomba ma non potevano più andarlo a trovare.

Quando finalmente Iqbal uscì e si riprese, disse a Fatima e agli altri bambini che quando era scappato,

aveva incontrato alcune persone, che facevano parte del Fronte per la Liberazione del Lavoro Minorile e aveva

preso un biglietto dove c’era scritto l’indirizzo, ma nessuno sapeva leggere.

Ma grazie al cielo c’era Maria una bambina che non parlava mai e quindi si pensava fosse sorda o muta, lei sapeva leggere, perché era figlia di un insegnante e da quel giorno parlò e insegnò a leggere ai suoi amici.

Così Iqbal organizzò un piano e scappò di nuovo. Si recò alla sede del Fronte di Liberazione e raccontò la Loro storia.

Dopo qualche giorno quelli del Fronte e Iqbal si recano da Hussan, liberano gli altri bambini, e lui finisce in prigione.

Dopo ore di viaggio arrivano in una bellissima casa dove tutti li accolsero calorosamente: era la sede del Fronte.

Là, Iqbal e gli altri bambini, per la prima volta fecero volare un aquilone ed era quello che Iqbal promise tanto

tempo prima a Fatima e a Maria.

Ma non essendoci posti nella sede, Fatima dovette ritornare dalla sua famiglia e restarono là solo Iqbal che continuò ad

aiutare il Fronte e Maria che non aveva più famiglia.

Quando Fatima andò via, Iqbal dovette partire per essere premiato, siccome aveva salvato molti bambini dalle fabbriche tessili.

Ma Iqbal tornato dalla premiazione, torna al suo villaggio dalla famiglia. Stava camminando per una stradina, quando ad un tratto un uomo, non si capì chi era, arrivò con una macchina nera, aprì il finestrino tirò fuori una pistola, lo sparò e morì.

Questo è quanto Maria scrive in una lettera a Fatima. Secondo me l’uomo senza cuore che uccise Iqbal fu un

proprietario di una fabbrica, che sorprese il ragazzo che stava per salvare altri bambini, ma che non riuscì.