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Storia delle Trasfusioni di Sangue Le trasfusioni dalle origini ad oggi

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Storia delle Trasfusioni di Sangue

Le trasfusioni dalle origini ad oggi

Le trasfusioni nell’antichità

Le prime trasfusioni di sangue potrebbero già essere state praticate da Egizi, Greci e Romani, ma esistono soltanto prove molto dubbie.

Di certo gli antichi egizi eseguivano operazioni al cervello e dunque è plausibile che venissero anche eseguite trasfusioni con il rischio che il gruppo sanguigno fosse incompatibile.

Sembra che le popolazioni sudamericane precolombiane eseguissero con successo trasfusioni,inconsapevolmente favorite dall’esistenza del solo gruppo 0.

La credenza sul potere del sangue

Nella storia si trovano numerose testimonianze di come il sangue fosse bevuto per trasmettere la potenza dei gladiatori uccisi nell’arena.

Marsilio Ficino nel 1479 suggeriva ai vecchi di bere il sangue dei giovani per rinvigorirsi ed allungare la vita.

Il mito del salasso a scopo terapeutico

Dal Medioevo fino al secolo scorso era frequentissimo il ricorso al salasso a scopo terapeutico. Si riteneva che la fuoriuscita di sangue avrebbe liberato gli umori negativi che avevano provocato la malattia. Il medico praticava una semplice incisione in una vena e lasciava uscire mezzo litro o addirittura un litro di sangue con la speranza di liberare il paziente dalla malattia. Questa pratica era spesso ripetuta molte volte fino a provocare poi gravi anemie rendendo i malati più deboli e vulnerabili ad altre malattie.

Curiosità storica:Il sangue e i barbieri

La pratica del salasso divenne così popolare che l’incarico di praticare i salassi venne dato addirittura ai barbieri la cui insegna a strisce bianche e rosse è nata proprio dalla antica consuetudine di appendere fuori dalla porta le bende bagnate del sangue che avevano salassato!

La prima trasfusione documentata, forse…

La prima trasfusione di sangue documentata 'pare' sia stata praticata nel 1492 all’allora Papa Innocenzo VIII.

Usando il sangue prelevato da tre ragazzini di dieci anni, appositamente acquistati e che sarebbero poi morti la sera stessa per colpa della flebotomia, un medico ebreo trasfuse il sangue prelevato nel papa malato per ridargli vigore, ma di lì a poco il pontefice morirà.

Trasfusioni con sangue animale

Per esperimenti trasfusionali negli anni successivi si ricorse al sangue animale.Tali prove dovrebbero, il condizionale è d’obbligo in casi come questi di incertezza storica, risalire ad un toscano, Francesco Folli da Poppi.

La scoperta della circolazione sanguigna e i primi tentativi di trasfusione.

I primi esperimenti di trasfusioni consistevano nell’assunzione di sangue animale per via orale. Solo più tardi, nel 1628, William Harvey studiò la funzione della circolazione sanguigna.

Questa scoperta suggerì di trasfondere il sangue direttamente nelle vene; ma i mezzi erano rudimentali (vesciche urinarie di animali, aculei di porcospini, pesanti tubi d’argento, e così via) nessuno dei quali ebbe successo.

La condanna Pontificia e il blocco delle trasfusioni.

A Parigi nel 1666 Jean-Baptiste Denis, medico di Luigi XVI, realizzò una trasfusione di sangue dall'animale all'uomo. Il malato, reso debole da un precedente salasso, a seguito della trasfusione di sangue di agnello, si riprese. A questo esito positivo, si eseguirono altre trasfusioni sempre sulla stessa persona, ma dopo la terza trasfusione il paziente perse la vita e Denis venne accusato di omicidio. Questi risultati negativi della scuola parigina influirono molto sulla storia della trasfusione di sangue. La pratica della trasfusione venne condannata sia dalle autorità civili, sia dal Papa con una bolla pontificia; tanto che la sperimentazione fu abbandonata per oltre un secolo.

La ripresa delle sperimentazioni

Nuovi tentativi vennero effettuati nel ‘700 da Michele Rosa. Il primo esperimento consistette nel ravvivare un vitello esangue con il sangue di un agnello. Dalla prova egli capì che:

I vasi dell'animale vivo e sano sono capaci di ricevere e far circolare una quantià di sangue molto maggiore di quella che naturalmente contengono;

È possibile promiscuità e mescolanza del sangue tra specie e specie;

È possibile il ravvivamento dell'animale esangue con la sola rifusione.

Nuove scoperte sulla coagulazione del sangue

Nel 1789 Francesco Maderna studiò metodologie che potevano mantenere il sangue fluido. Egli concluse che gli acidi sono in grado di sequestrare gli ioni calcio(uno dei 12 fattori della coagulazione) e di esplicare la funzione di anticoagulanti. La proprietà del sangue di coagulare,ovvero passare dallo stato albuminoide liquido a solido-gelatinoso, è importantissima in quanto blocca il dissanguamento dai piccoli vasi sanguigni lesionati.

Gli ostacoli delle trasfusioni: Coagulazioni e gruppi sanguigni

Nel 1818, Blundell capì che “…solo il sangue umano poteva essere trasfuso ad esseri umani…”

Tuttavia tra i più grandi ostacoli delle trasfusioni in questo periodo sono l’inconsapevolezza dell’esistenza di diversi gruppi sanguigni e la coagulazione del sangue raccolto a contatto con l’aria.

Le prime trasfusioni: Tra successi e insuccessi

Nel 1873, un medico polacco di nome F. Gesellius, denunciò i primi rischi legati all’uso terapeutico del sangue: di fatto oltre la metà dei soggetti trasfusi risultavano deceduti.L’allarme suscitò perplessità e critiche fra gli esperti e l’entusiasmo sulle trasfusioni si smorzò.

La scoperta dei gruppi sanguigni

Si tornò con fiducia all’uso terapeutico del sangue umano quando, grazie al patologo austriaco Karl Landsteiner, nel 1900 vennero scoperti i gruppi sanguigni e la loro compatibilità relativa. Ciò significava che i precedenti insuccessi erano dovuti alla incompatibilità di alcuni gruppi sanguigni, che ora si potevano preventivamente conoscere e confrontare per gruppi. Karl Landsteiner scoprì che ciascun uomo possiede un particolare tipo di sangue ed i diversi tipi identificati vennero chiamati: gruppo 0 (zero), gruppo A, gruppo B, gruppo AB

La scoperta del fattore Rh

Nel 1940 venne individuato il fattore sanguigno Rh che permise di spiegare l'origine della malattia emolitica del neonato MEN (o eritroblastosi fetale).

Il fattore Rh non è altro che un gruppo di molecole presenti sulla superficie dei globuli rossi; se è presente il campione di sangue sarà Rh - positivo, altrimenti Rh – negativo.

Il nome deriva da Macacus Rhesus, infatti la proteina fu trovata prima sui globuli rossi di questa scimmia.

Trasfusioni: Compatibilità tra Gruppi sanguigni e fattore Rh

Come dimostra l’immagine, è necessario che ci sia compatibilità tra il sangue del donatore e quello del ricevente sia per il gruppo sanguigno, sia per il fattore RH.

Infatti se ad un individuo con sangue RH negativo(RH-) viene trasfuso del sangue RH positivo(RH+), il fattore Rh viene visto come un antigene e nel plasma del paziente si formano anticorpi mirati alla distruzione del sangue con RH+.

Le scoperte riguardanti la conservazione del sangue

Nel 1914, Hustin scoprì il modo di impedire che il sangue prelevato e raccolto in una bottiglia coagulasse: bastava semplicemente aggiungere un sale, il citrato di sodio. Nel 1940 ci si accorse che, aggiungendo anche zucchero, il sangue prelevato poteva essere conservato anche per alcune settimane, purché messo in frigorifero.

Le trasfusioni e le nuove tecnologie

Più di recente, la tecnologia ha ulteriormente perfezionato il sistema di prelievo e di conservazione del sangue. Grazie all’uso di sacche di plastica è stato possibile dividere il sangue, subito dopo il prelievo, nei suoi componenti principali: il plasma, i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine. In questo modo è possibile usare i vari componenti separatamente, trasfondendo a ciascun malato soltanto il necessario.

Rappresentazione del concetto di aferesi:donazione di componenti sanguigne e non di sangue intero.

Trasfusione d’urgenza: Sangue sintetico!

I sostituti artificiali del sangue, detti SAS,sono soluzioni di polimeri che rimangono per più di 24ore nella circolazione sanguigna e trasportano ossigeno (O2). Lo scopo principale per il quale sono stati sviluppati è il trattamento dell'anemia postemorragica acuta. I SAS dovrebbero costituire una scorta di emergenza da utilizzare per la medicina delle catastrofi naturali nelle quali si devono trattare molti individui politraumatizzati in condizioni non ideali e rimandare il trattamento ideale (la trasfusione di globuli rossi) ad un secondo momento.

Le malattie infettive

L’ultimo grande ostacolo in ordine cronologico per quanto riguarda le trasfusioni sono le malattie infettive. Le Epatiti B e C, l’AIDS, sono solo alcune delle malattie che possono essere contratte da soggetti trasfusi.

Per non correre questi rischi vi sono accurati controlli sul sangue del donatore

Lavoro svolto da

Matteo Proietti

Classe: 5°G