Storia Dell'Architettura

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Origini dell'architetturaRisalire alle origini del primo atto umano del costruire difficile, poich avendo l'uomo da subito espresso la necessit di eseguire delle costruzioni che fungessero da riparo -dal momento che non sempre erano a disposizione luoghi come le grotte naturali-, realizz spesso solamente strutture effimere, di cui niente ci rimane. Questo inoltre dipendeva moltissimo dai luoghi frequentati dai gruppi preistorici, che presumibilmente, in virt delle aree geografiche di collocazione, non si stanziavano tutti in contesti ambientali che consentivano sistemazioni in grotte. Dei primi atti del costruire possiamo tuttavia intuire che si sia dato origine a capanne di legno o foglie, o a ripari di fango e pietre. I primi interventi costruttivi di cui abbiamo testimonianza, appartengono al periodo neolitico, e sono costruzioni prevalentemente costituite da grandi blocchi di pietra, dette dal greco mega = grande e litos = pietra megalitiche come i menhir, i dolmen e i cromlech. La cosiddetta civilt megalitica ha origine in Europa intorno a 4000 anni a.C. I menhir, proprio come quelli raffigurati da Uderzo nei classici fumetti di Asterix, sono grandi massi dalla forma allungata, all'origine costituivano probabilmente dei monumenti funebri mentre i dolmen sono strutture trilitiche: dal greco treis = tre e litos = pietra; essi presentano due grandi pietre verticali che ne sostengono una orizzontale di copertura; rappresentano forse i primi altari costruiti in onore ad un Dio. Il cromlech, famoso quello di Stonehenge che risale a quattromila anni fa, invece una grandiosa costruzione di massi disposti in cerchi concentrici. La disposizione dei massi, si ipotizza possa essere riconducibile a dei riti collegati al culto del sole infatti il fatto che essi siano orientati secondo assi coincidenti con il sorgere o il tramontare del sole ai solstizi e agli equinozi fa propendere per una funzione rituale. Probabili le connessioni con l'astrologia, essi potevano essere usati per osservare le diverse posizioni del sole durante l'anno, consentendo di stabilire l'alternarsi delle stagioni. Forse all'interno vi si celebravano riti propiziatori per il buon esito dei raccolti, ma non possibile risalire con esattezza agli scopi che hanno condotto all'origine di queste maestose e misteriosissime costruzioni. A Carnac, in Bretagna, circa tremila monoliti sono disposti in file parallele lunghe ognuna circa un chilometro. Essendo orientate verso ovest si pensa che potessero essere state erette anch'esse per scopi rituali. Dal neolitico in poi, si conferma il cosiddetto "sistema trilitico", che costituir il primo vero esempio di struttura architettonica. All'et del bronzo risalgono le invece le testimonianze della civilt nuragica in Sardegna; di forma circolare la pianta del nuraghe costruito senza l'uso di malte cementizie, presenta pietre squadrate e sovrapposte che costituiscono le pareti e chiudono la costruzione, determinando una copertura a cupola. Si tratta di architetture megalitiche a forma tronco-conica sormontate da pseudo-cupole; spesso formavano come dei complessi abitativi; si trovano presso la citt di Sassari, Cagliari e Nuoro.

Architettura in Mesopotamia

Mesopotamia, terra tra due fiumiil fiume Tigri e il fiume Eufrate che, permettono l'istallarsi di comunit agricole e il fiorire di scambi commerciali. Poco ci resta di quelle che furono le prime architetture mesopotamiche a causa della scarsit di pietra esse erano infatti costruite con mattoni di argilla, seccati al sole e intonacate di fango e calce. Le prime societ definibili urbane, si svilupparono tra il 3500 ed il 3000 a. C. a Samarra, Nivive e Tell Hassuan. Erano dei piccoli villaggi preistorici dell'alta valle mesopotamica a sud, nelle strutture si noter invece una pi rapida evoluzione grazie alla cultura denominata el-Ubaid. Pur con i mattoni essiccati al sole si riescono infatti ad edificare delle strutture complesse. Tuttavia, solamente con le citt-stato Sumere si potr parlare di architettura monumentale religiosa. Siamo nel IV millennio a.C. Questa fase rappresentata dal Tempio Bianco di Uruk, dedicato al dio del cielo. Il tempio, eretto su di una piattaforma di circa 15 mt., dona possibilit di accesso da una scalinata. Nell'antichit numerose civilt si susseguono per appropriarsi di questa straordinaria parte del mondo: nel 3000 a.C. l'area fu infatti occupata dai Sumeri, assoggettati nel 2500 a.C. dagli Accadi, che furono a loro volta spodestati dai Babilonesi intorno al 2000 a.C. Il periodo successivo a quello protostorico definito antico-dinastico e va dal 3000 al 2340 a. C. Al Tempio, a pianta rettangolare, sono ora annessi altri edifici che svolgono funzioni utili allo sviluppo delle societ urbane. Nel successivo periodo, detto Accadico, ai Sumeri subentrano delle popolazioni semitiche del nord.ovest. Re Sargon impose la devozione al sovrano, che si trasforma ora in emblema del potere. Riflessi di questa mutata condizione socio-politica si avranno nelle steli che adesso riportano le vittorie del Re, invece che riferirsi al Dio. Dal 2230 al 2006 a.C. il periodo Neo-sumerico, ci regala la nota Ziqqurat di Ur, su due piani e racchiusa dentro un cortile. Tre scalinate giungono al livello primo ed una al secondo. Al cessare della III dinastia di Ur sar la volta dei Babilonesi. Le rovine di Mari consistono in un palazzo reale con pitture murali. Nel 1792 a. C., sotto Hammurabi Babilonia divenne importantissima. I Babilonesi, organizzati dapprima in citt-stato autonome, determinano la nascita del I impero e, Babilonia, ne diviene capitale. Hammurabi, emana le prime leggi scritte, valide per tutta la Mesopotamia. Al periodo neo-assiro nel XIV sec a. C. appartiene il palazzo di Khorsabad. Si trattava di una struttura a pi cortili attorniati da stanze. Grande rilievo veniva invece posto al portale d'ingresso, che era fiancheggiato da leoni con testa umana e muniti di ali. Le pareti interne dei palazzi erano invece impreziosite da bassorilievi rivestimenti di alabastro, e pitture celebrative. E' sorprendente inoltre rilevare come certe forme espressive o certe costruzioni vengano realizzate, in tempi diversi in localit molto lontane fra loro, molto similmente. E' il caso dei templi dei Maja e degli Aztechi che ricalcano la forma delle ziqqurat mesopotamiche (la ziqqurat consiste in una serie di terrazze degradanti, che si allargano via via verso il basso, collegate da scale dirette alla sommit, dove si trovava il tempio vero e proprio, il sacrario. Essa rappresenta la terra dove si concentrano il potere divino e le forze della vita, simbolica unione tra uomo e dio). Segni che l'architettura e l'arte di questa area geografica seppero influenzare i successivi sviluppi architettonici di altre ben pi distanti zone. Il periodo neo-babilonese (che va dal 612 a. C. al 539 a. C.) senza dubbio quello che ha caratterizzato maggiormente l'architettura mesopotamica. In corrispondenza infatti con la rinascita nel sud, coincidente con la caduta di Nivive, si avr una stagione di fioritura dell'arte e dell'architettura. Babilonia ed Ur sono i due centri dove questa attivit fu particolarmente densa di qualit. La struttura, estremamente monumentale degli edifici, era ingentilita da decorazioni a piastrelle smaltate policrome. Nota pi di tutte, la porta di Ishtar del 580 a. C. che stata ricostruita al Museo di Berlino con reperti originali. Nel 538 a.C. i Persiani, guidati da Ciro il Grande, penetreranno nei territori e se ne impossessano. L'impero

persiano, che conquista anche l'Egitto, viene consolidato e riorganizzato da Dario I, ma nel 330 a.C. la conquista da parte di Alessandro Magno ne determiner la fine.

Architettura nell'antico EgittoLe forme architettoniche pi antiche che maggiormente sono entrate a far parte dell'immaginario collettivo, e quelle che statisticamente l'uomo contemporaneo desidera maggiormente visitare sono, insieme a poche altre, proprio le piramidi. Forse per l'alone di mistero che ancora oggi le avvolge, forse, perch siamo rapiti dalla purezza delle loro forme e dalla storia millenaria di un popolo, quello egiziano, di cui ancora oggi sappiamo in fondo poco, nonostante gli studi fatti e le numerose testimonianze giunte. La civilt egiziana si sviluppo' in un ampio periodo storico, dal 3100 a.C. al V secolo d.C. Verso il 2850 a.C. il territorio egiziano fu diviso in due grandi Regni, e venne unificato da re Menes, che stabil la capitale a Tinis, nel Medio Egitto. L'epoca protodinastica, va dal 3100 al 2850, a.C. i monumenti funerari dei re danno un inizio all'architettura sepolcrale. Successivamente si avr il Regno Antico (2850-2050 a.C.) in cui la capitale, da Tinis, viene spostata a Menfi, nel Basso Egitto; in questo periodo il faraone re assoluto, incarnazione del dio-falco Horus, poi, dalla IV dinastia sar il figlio del re sole Ra. Dalla III alla VI dinastia verranno edificate le piramidi pi famose. Lo stato in questo periodo si impone ed i complessi funerari dei sovrani, sono adesso interamente edificati con grossi blocchi di calcare e granito. Il Regno Medio (2050-1580 a.C.), in cui la capitale Tebe, nell'Alto Egitto vede l'edificazione a Karnak dei grandi templi di Ammone. Nel Regno Nuovo (1580-715 a.C.), lungo circa nove secoli la civilt egiziana raggiunse un ineguagliabile splendore ed entr in contatto con i popoli dell'Oriente, sar caratterizzato dalle campagne in Asia e Nubia, si raggiunger la massima espansione e si caratterizzer con le costruzioni dei templi di Karnak, Luxor ed Abu Simbel. Ultimo conclusivo periodo detto Bassa epoca dal 715 al 525 a.C. Nel 525 a.C. il re persiano Cambise invase l'Egitto. Con questo periodo che si segna la conclusione della civilt egiziana con i caratteri storici tramandati. Nel 332 Alessandro Magno conquister l'Egitto. Il periodo che va dal 1075 fino alla conquista di Alessandro Magno, detto epoca tarda. Le piramidi erano imponenti monumenti funerari che formavano nel loro insieme dei complessi unitari. Gli studiosi di cultura egizia attribuiscono alla forma della piramide, un riferimento alla pietra sacra simbolo di Ra, il dio Sole, come simbolo solare di ascensione. La simbologia permea tutta la cultura degli egizi che consideravano la tomba un luogo sacro, dove il corpo poteva conservarsi in eterno. Pertanto al defunto venivano assicurati all'interno della sepoltura oggetti posseduti in vita, utilizzabili nell'esistenza ultraterrena. Questo ha nel tempo causato razzie di tombe per appropriarsi dei tesori contenuti all'interno. Giza ospita le tre piramidi pi famose, situabili intorno alla met del III millennio. La pi grande quella di Cheope, seguono nell'ordine quelle di Chefren e di Micerino. La piramide di Cheope copre un'area di 52.400 kmq. Era alta 143.6 m. Alla camera funeraria interna, rivestita di granito rosso e coperta da nove pesantissime lastre si accede percorrendo una galleria lunga quasi 47 m. e alta 8,54. Del complesso fanno parte piramidi minori per le regine la sfinge e i templi funerari. L'architettura religiosa non comprende solo le piramidi, ma anche costruzioni sepolcrali e templi di Faraoni divinizzati. Le piramidi successivamente caddero infatti in disuso, ed i faraoni per le loro sepolture edificarono templi con colonne altissime a distanze cos ravvicinate, da sembrare foreste.

Architettura minoica e micenea - area egeaPosta in un punto di collegamento fra l'Europa, l'Egitto e l'Oriente, l'isola di Creta fu il centro di una civilt, quella cretese, sviluppatasi lungo le coste e nelle isole dell'Egeo dal II millennio al 1400 a.C.. Due grandi citt, Knosso e Festo, si divisero inizialmente il territorio dell'Isola che verr poi unificata sotto il dominio di Knosso. Qui fior la leggenda del labirinto costruito dal mitico re Minosse per rinchiudervi il Minotauro, uomo con testa di toro, poi ucciso da Teseo con l'aiuto di Arianna. Chi visita Creta non pu fare a meno di andare a visitare le rovine dei palazzi cretesi, anche se nell'insieme tale complesso archeologico non restituisce che pochissimo l'immagine di una civilt che fu grandissima per l'arte oltre che come modello politico-sociale. Sotto il punto di vista architettonico, gli scavi condotti nei primi del 1900 hanno portato alla luce i resti dei palazzi reali di Cnosso e della villa reale di Haghia Triada. La particolarit che essi non avevano fortificazioni e si trovavano presso il mare, seguendo l'andamento orografico del terreno attraverso terrazze e gradinate. Il palazzo di Cnosso, era sede del potere civile, militare, religioso e di altre molteplici attivit. In questo complesso architettonico, si producevano manufatti di ogni genere e vi si conservavano le derrate alimentari. Intorno al grande cortile rettangolare si disponevano circa 400 locali collegati da scale, corridoi, cortili pi piccoli. Quanto rimasto delle strutture fa ipotizzare l'esistenza di pi piani. I muri erano costruiti con blocchi di pietra e mattoni crudi, ma notevole era anche la presenza del legno. Gli impianti idraulici erano per quei tempi molto avanzati, gli interni erano illuminati con porte e finestre. Tutti i vari ambienti si concentravano intorno ai cortili. Le sale del palazzo erano inoltre decorate da dipinti murali. Si possono distinguere tre periodi. Quello antico, dall'epoca dei primi insediamenti nel IV millennio fino al 2100, quello medio dal 2100 al 1580 nel quale il rame stato sostituito dal bronzo e l'economia fiorente, e l'ultimo periodo, detto recente che va dal 1580 al 1200. Agli inizi l'isola di Creta godette di prosperit e pace, che le consentirono di raggiungere, grazie anche ai commerci, ricchezza ed opulenza. In seguito alle invasioni dei popoli costieri della penisola ellenica, verso il 1400 a.C. la potenza cretese declina e si afferma la supremazia di Micene, che governer sul territorio del Peloponneso fino al 1100 a.C.. L'architettura micenea quella che rimanda pi di altre ad una immagine di forza, che si ricollega direttamente alla civilt che le diede origine. Gli Achei, guerrieri per tradizione e temperamento furono costretti ad abbandonare le loro sedi concentrate nell'Argolide, regione montuosa del Peloponneso, per l'Asia minore spostando sulla terraferma il centro della cultura egea. Divennero esperti marinai capaci ad avventurarsi su rotte lontane per fini commerciali. Contrariamente ai cretesi, i loro maggiori centri erano fortezze, costruite su alture. Le imponenti mura delle citt achee sorsero quando le minacce dall'esterno aumentarono progressivamente. Micene, citt degli Atridi, e Tirinto vantarono mura possenti, denominate ciclopiche, fatte di pietre, in parte squadrate in parte irregolari, sovrapposte. La nota porta dei Leoni, costituiva uno dei due varchi della muraglia di Micene, era formata da quattro monoliti, sormontata da un masso triangolare nel quale erano scolpiti due leoni, che fronteggiavano una colonna. Il palazzo reale costruito su terrazze ricavate nella roccia presentava un ampio locale allungato, il megaron, coperto da un soffitto sorretto da colonne lignee con basi di pietra, al quale si accedeva attraverso un ingresso, un porticato e un'anticamera. Ai lati di questi

locali, stanze d'abitazione, servizi, uffici, archivi, magazzini. Il gineceo era al piano superiore. I materiali da costruzione erano pietrisco, mattoni seccati al sole, legname, e come legante argilla. Molto disadorni in un primo tempo, questi palazzi si arricchirono successivamente di pitture, di fini manufatti artistici e artigianali. Fuori le mura si trova il Tesoro di Atreo. Una tomba a tholos, dedicata alle sepolture regali, realizzata attraverso alcune grandi pietre in cerchi concentrici sovrapposti, poste fino a chiudere completamente la sommit dell'ambiente e successivamente ricoperto di terra. Un corridoio, lasciato libero fra due pareti di pietra, conduce all'accesso della tomba. All'interno, in un piccolo ambiente attiguo, scavato accanto al grande vano con la cupola, era collocato il sarcofago del re.

Architettura grecaL'architettura greca, rappresenta una delle prime raffinate evoluzioni dell'atto del progettare verso le forme dell'architettura, sensibili all'uomo e al contesto ambientale, e rappresenta una delle pi alte espressioni dell'attivit artistica nella storia. Ancora oggi, chi vede un'opera della Grecia Classica rimane stupito di fronte alla purezza delle forme, siano esse appartenenti ad una scultura o ad una architettura. Dal punto di vista storico occorre precisare che la civilt greca, che si sviluppa a partire dallottavo secolo a.C., nasce da un comune sentire di diverse popolazioni Dori, Ioni ed Eoli- che si riconoscono figlie di un ceppo unico. Tuttavia sarebbe errato pensare ad una unica entit politica. Anzi la Poleis, si configura da subito come un organismo indipendente che vive in relazione ad un proprio limitato territorio. La citt caratterizzata dallAcropoli, letteralmente parte alta che assume un ruolo sacro. Vi si edificano infatti gli edifici religiosi e solo in caso di pericolo, lacropoli costituisce rifugio per la popolazione che abita la parte bassa della citt. La parte abitata presenta una pianta a scacchiera con strade che si intersecano formando angolo retto. A tale soluzione era giunto a Mileto Ippodamo nel V secolo a.C. Generalmente si tende a suddividere la produzione artistica greca in tre periodi:

periodo di formazione altrimenti detto medioevo ellenico- dallXI al lVIII sec a.C. (in questo

periodo si svilupper per larte vascolare la decorazione geometrica, infatti tale periodo viene anche denominato geometrico).

et arcaica dallVIII alla met del V sec a.C. ( dal termine archaios utilizzato da Erodoto nel V sec.

per indicare tutto ci che era antico rispetto alla sua epoca).

et classica, dalla met del V ala fine del IV sec a.C. (da classis, classe intesa come organismo

compiuto, unitario perfetto ed armonico).

infine si perverr allellenismo che va dalla fine del IV al I sec a.C.

Intorno al settimo sec. aC si pu osservare che appaiono gi definiti i caratteri principali dellarte greca, e dunque anche dellarchitettura. Gli architetti guardarono alla filosofia e si orientarono anchessi al quella ricerca dellunit o meglio delluno quale principio generatore dellordine. Nellambito di tale ricerca tesero in arte a rappresentare dunque non ci che transitorio e mutevole, ma ci che perfetto, e pertanto, stabile. Da tale concetto deriva probabilmente la costante cura degli architetti greci al conferire una impressione di stabilit e di armonia ai propri templi attraverso calcolate correzioni ottiche e attraverso il ricorso al modulo, un modo per rapportare la misura di ogni singola parte al tutto. I progettisti greci si espressero, per le loro costruzioni, alla scala d'uomo e inoltre ebbero cura di inserire nel contesto naturale le loro opere senza tuttavia stravolgerlo, utilizzandone anzi, le potenzialit, come ad es. le pendenze del terreno. Larmonia della natura si rispecchia nelluomo. Occorreva armonizzare larchitettura sacra a a tale principio. Nasce cos larchitettura dei templi greci. Molti studiosi concordano nellaffermare che la forma del tempio abbia in origine guardato a quella del Megaron del palazzo miceneo. Tale sala infatti era quella dove gli abitanti di Micene solevano assistere ad i riti religiosi. Il tempio rivolto ad oriente, in costante rapporto con la dimensione celeste. Possiede, in et classica una struttura ben precisa, ma ad essa perviene da una lenta evoluzione. Anche il tempio infatti, come la scultura conosce un periodo arcaico ed uno classico. Per descrivere la struttura di un tempio occorre conoscere la denominazione delle parti da cui composto. Il tempio comprende il naos, o cella, destinata ad ospitare la Divinit cui era dedicato. Il pronao era costituito dal prolungamento delle pareti del naos e se racchiudeva tra le ante due colonne, era detto in antis. Il tempio prostilo presentava invece nel fronte una serie di colonne. Quando tale schema era presente anche nella parte posteriore il tempio si identificava come anfiprostilo. Se il tempio, (in antis, prostilo o anfiprostilo) poi veniva circondato per tutti i quattro lati da una fila di colonne veniva chiamato periptero. Costruiti per essere accessibili solo ai sacerdoti, i Templi sorgevano in posizione dominante nelle cosiddette Acropoli delle citt. Con l'architettura greca si stabiliscono i cosiddetti ordini architettonici, -il dorico, lo ionico e il corinzio- che ebbero origine in tempi ed in luoghi della Grecia diversi. Il termine ordini deriva dal concetto di disposizione organica delle parti al tutto, secondo quel criterio armonico che prende il nome di ordine. L'ordine denominato dorico nasce in area occidentale intorno al VIII sec. a.C.; L'ordine ionico invece nell'area orientale della Grecia e in Asia minore intorno al VI V sec. a.C. Ed infine l'ordine corinzio presso l'area di Corinto, intorno al IV sec. a.C. Quello che maggiormente concorre a distinguere un ordine dall'altro la forma del capitello, che piuttosto liscio e semplice nell'ordine dorico, mentre presenta una maggiore articolazione con le due volute nell'ordine ionico, ed a forma di cesto, con foglie d'acanto, nell'ordine corinzio. Tuttavia questo solamente l'aspetto pi evidente; a seconda dell'ordine, infatti, i rapporti numerici, tra i vari elementi cambiano: dal plinto di base al capitello, dall'altezza della trabeazione alla distanza tra le colonne i rapporti si stabiliscono attraverso un codificato insieme di regole. La modularit, conferiva infatti al tempio quell'armonia tra le parti, necessaria al risultato finale. Fissata la dimensione del diametro delle colonne, le proporzioni degli altri elementi scaturivano da s. Pertanto, la modularit conferiva l'idea di un edificio che oltre ad avere proporzioni armoniche, aveva anche un assetto stabile. Il Tempio era dotato di una cella principale detta il naos che era il luogo dove si conservava la scultura della divinit cui era dedicato il tempio; a questo nucleo centrale, si affiancavano altri ambienti,

destinati alle varie funzioni religiose; dotato di colonne inizialmente, sulla sola parte anteriore, successivamente il Tempio estese il colonnato a tutto il perimetro dell'edificio. Il colonnato, era formato da colonne scanalate, dotate di un rigonfiamento ad un terzo dell'altezza (tale accorgimento era denominato entasi); i templi erano inoltre dotati di sculture a basso rilievo nei frontoni, nelle metope e nei fregi continui. Ma andiamo alla storia: Dal XII al IX secolo a.C. popolazioni di Ioni, Eoli, Dori, provenienti dai Balcani avevano occupato in fasi successive, il Peloponneso. Tali popolazioni si imposero alla precedente civilt micenea, determinando l'inizio di una nuova cultura, che si estender a tutto il Mediterraneo. Con architettura greca si indica in genere tutta quella produzione in origine localizzata nella parte a sud dell'area balcanica e nelle isole dello ionio dell'Egeo e lungo le coste mediterranee dell'Asia minore X, IX sec. a. C.-. -Dal VIII sec, si diffuse nel bacino del mediterraneo. (La suddivisione pertanto questa: -dal 1000 al 750 aC, si svolge il periodo di formazione; Dal 750 al 600 circa, il periodo orientalizzante; Dal 610 al 480 aC, il periodo arcaico; Dal 480 al 450 il periodo severo; Dal 450 al 323 il periodo classico e, a partire dal 323 a.C il periodo ellenistico). Quando la civilt greca si estese sulle coste dell'Asia Minore e dell'Italia meridionale, fond le note colonie della Magna Grecia, per diffondersi poi, con Alessandro Magno, anche in Egitto ed in Oriente, fino ai confini dell'India. Nel Periodo Arcaico, che parte dall'VIII secolo alla prima met del V secolo a.C. Si evidenziano in architettura ancora modi espressivi degli antichi popoli dei Dori e degli Ioni. I primi templi peripteri documentati da scavi sono l'Heraion di Olimpia della fine dl VII sec. L'architettura dorica inoltre esemplificata nell'Artemision di Corf del 590 aC, e dal tempio di Apollo a Corinto. I primi esempi di ordine ionico sono tempietti per doni votivi nel recinto sacro di Apollo a Delfi del 540 circa. Nella Grecia continentale, la fine del VI sec a.C., troviamo una delle opere pi interessanti del cosiddetto arcaismo maturo. Il Tempio di Afaia ad Egina -500 a.C.-, periptero dorico, che presenta uno snellimento delle colonne e la ripartizione: pronao, naos e opistodomo. Il Periodo Classico, fu determinato anche da premesse di tipo politico, come l'allontanarsi della minaccia persiana. In architettura rappresenta quello che ha maggiormente ispirato tutta la produzione artistica futura ed ha raggiunto le cime pi alte dell'espressione artistica greca. Parte dalla seconda met del V secolo e si estende a tutto il IV secolo a.C, e presenta caratteri unitari e ben definiti, in cui vennero sintetizzati i due linguaggi -del dorico e dello ionico- in un nuovo linguaggio che si inquadra nell'ambito della cosiddetta scuola attica. A questo periodo risale il complesso monumentale pi significativo del periodo classico: l'Acropoli di Atene, costruita per volont di Pericle affinch divenisse il simbolo della grandezza greca. Quando Pericle assunse il potere dopo la morte di Cimone nel 450 a.C. port l'Acropoli, che gi possedeva delle costruzioni precedenti, al suo massimo splendore. Il primo edificio innalzato sull'Acropoli fu il Tempio di Athena Parthenos, costruito tra il 447 ed il 438 a.C. chiamato Partenone in relazione al Parthenon, come era chiamato in origine il tesoro della Dea. Il Partenone un octastilo periptero dorico. Dedicato alla protettrice della citt, quasi a volere ingraziarsi la Dea nel difficile momento della contesa con i Persiani. La sua progettazione, ad opera degli architetti Iktino e Callicrate, fu iniziata nel 447 a.C. quando venne inaugurata la grande statua crisoelefantina, -oro e in avorio-, dell'Athena Parthenos di Fidia. Come base venne utilizzata, opportunamente ampliata, la piattaforma del precedente tempio. Iktino volle mantenere la divisione della cella in due settori, il vano principale a ovest a tre navate con doppia fila di dieci colonne, il secondo a est, a pianta quadrata, con quattro colonne che sostenevano il soffitto ma tenendo conto, per, delle proporzioni monumentali che Fidia prevedeva per la statua. Mantenne allora la divisione in due sale della cella del precedente tempio, e trasform la ripartizione degli spazi e dei volumi. Aumentando l'ampiezza della cella il numero delle

colonne sulla facciata pass da sei a otto; i corridoi del peristilio vennero ridotti, il pronao e l'opistodomo ebbero meno profondit. La decorazione scultorea era distribuita su novantadue metope della trabeazione su un fregio di 160 mt che girava intorno alla cella. I frontoni invece presentavano, a est, la nascita di Atena ed a Ovest la contesa tra Atena e Poseidone. I frammenti dispersi furono poi messi insieme grazie ai disegni di Carrey, eseguiti prima dei danneggiamenti subiti a causa di una esplosione. Dopo la costruzione del Partenone si continu ad edificare nell'Acropoli, fino alla fine del V secolo a.C. Si trattava adesso di erigere un ingresso monumentale in sostituzione del precedente accesso, costruito nel VI secolo a.C. Che non rispondeva pi alle esigenze del rinnovato Tempio. I lavori cominciarono nel 437-436 a.C. ma non furono mai terminati a causa della guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta, (432 a.C.). I Propilei, con i quali si supera il dislivello occidentale della collina, furono edificati per opera di Mnesicle. Composti da un corpo centrale munito di sei colonne doriche sulle due facciate ad ovest ed est., l'interno diviso da una parete a cinque porte in due vestiboli, dei quali quello occidentale il pi grande e presenta tre navate separate da due file colonne ioniche. Al corpo centrale si affianca a nord, un edificio formato da un'ampia sala e da un portico a tre colonne. A sud dei Propilei, il Tempietto ionico, tetrastilo, di Athena Nike, (430-420 a.C. Circa). Ebbe alterne vicende e solamente dopo la morte di Pericle, nel 424-423 a.C., il progetto di Callicrate fu ripreso. Si tratta di un tempio in marmo pentelico, avente quattro colonne sulle due facciate, con un'unica cella. Lungo il lato sud delle mura fu costruito l'Eretteo, (421 - 405 a.c.) il cui corpo principale costituito da un tempio ionico con sei colonne su fronte come accesso alla cella dell'Athena Polias, dove era conservata la statua della dea -che si credeva fosse caduta dal cielo; il fronte occidentale chiuso da un'altra parete. Nel lato nord un vestibolo con quattro colonne ioniche sul fronte e una su ciascun lato, racchiudeva il segno del colpo del tridente di Poseidone, dando l'accesso alla cella del dio. Nel lato meridionale la Loggia delle Cariatidi, presenta sei statue femminili, le cariatidi appunto, di cui oggi vediamo delle copie. Dal III secolo al II secolo a.C. si svolge il periodo Ellenistico. Alessandro Magno riunisce in un grande unico impero le civilt dell'Oriente e della Grecia, e l'arte greca arricchendosi di apporti provenienti da culture diverse, perde il suo carattere unitario. L'uomo perde quei punti di riferimento che sin ora lo avevano sostenuto e si sente come disperso, facendo confluire questo suo sentimento nella produzione artistica. A questo periodo risalgono edifici monumentali e celebrativi della potenza dell'impero; si costruiscono nuove citt, che seguono schemi concettualmente simili agli odierni piani regolatori. Nel IV sec. a. C. Ippodamo da Mileto ipotizza schemi planimetrici regolari, con tracciati viari tra loro perpendicolari che ebbe molto successo nell'organizzazione delle citt antiche. Gli schemi ortogonali erano gi stati applicati nel VI sec a.C. nei centri coloniali di Metaponto, Posidonia Agrigento e Selinunte. La scacchiera ippodamea, cos venne denominata, si bas su tre assi longitudinali, detti decumani, che procedendo in direzione est-ovest, venivano intersecati da assi perpendicolari, -cardi, secondo l'orientamento nord-sud. Inoltre ad Ippodamo di Mileto si deve la dottrina della distribuzione funzionale, per cui le aree venivano diversificate in relazione all'uso cui erano preposte.

Architettura etruscaQuando si parla di Etruschi, si pensa istintivamente alla loro civilt e alla loro particolare attenzione per il mondo dei morti. Se non molto, in fondo, si riusciti a sapere riguardo all'arte etrusca ancora meno purtroppo si sa delle loro espressioni architettoniche. In architettura, gli etruschi furono portatori di un

noto sistema costruttivo di probabile derivazione mesopotamica, l'arco, che sar poi recuperato e portato alla perfezione dall'audacia costruttiva dei Romani. A supporto della possibile derivazione delle popolazioni etrusche dalle zone orientali, poterebbe essere utile la tesi che sostiene che essi ricorrevano ad una tecnica per la divinazione, simile a quella adoperata in Mesopotamia: la lettura del fegato degli animali. Questo giustificherebbe pertanto anche l'utilizzo dell'arco. Eccetto i pochi resti di mura e porte di citt non abbiamo testimonianze di templi etruschi o edilizia comune come le case, segno che la maggior parte di tali costruzioni era realizzata con materiali piuttosto deperibili nel tempo. Gli Etruschi hanno prelevato spunti dalla cultura greca per la realizzazione delle loro opere architettoniche naturalmente elaborandole con elementi originali, specie nell'apparato decorativo, che tuttavia conserver sempre uno spiccato carattere artigianale. Grazie a Vitruvio e al suo noto Trattato, possiamo ricostruire l'immagine di un antico Tempio Etrusco. Altro importante aiuto per la ricostruzione delle forme del Tempio costituito dalle urne fittili a forma di tempio. I templi etruschi, dei quali pochi resti si trovano ad es. Veio, Fiesole, Orvieto, (per ci che riguarda muri di fondazione e terrecotte decorative), presentavano un ampio sviluppo della parte frontale e venivano eretti su alti basamenti lapidei. Ad essi si accedeva da una scalinata posta sul lato anteriore. La pianta era composta di due parti: il pronao, con pi file parallele di quattro colonne di tipo tuscanico, con base, fusto liscio, capitello a echino e abaco circolare- e la cella, che poteva essere ad un unico ambiente, o presentare tre ambienti, dei quali quello centrale poteva essere il pi ampio. I tetti erano a doppio spiovente, di legno e coperti da coppi e tegole, sostenuti da travi decorate da lastre di terracotta policrome impreziosite da bassorilievi. Delle antefisse venivano poste al termine delle file di per trattenere la copertura. Il frontone, gli spioventi e il colmo erano decorati con acroteri. Gli acroteri inizialmente ornati con motivi semplici, si sono poi evoluti in vere e proprie statue: vedi ad es. l'Apollo del tempio di Veio del 500 a.C., attribuito a Vulca. Verso il VII secolo le citt vengono munite da mura costruite a blocchi squadrati di forma rettangolare, dove si aprivano le porte di accesso alle citt, generalmente in numero corrispondente alle tre vie principali (note quelle di Perugia e Volterra). Altre testimonianze costruttive di rilievo sono le necropoli che posseggono raggruppamenti di tombe che ci mostrano sommariamente l'organizzazione dei centri urbani etruschi. Le tombe di Cerveteri ne rappresentano un eloquente esempio: si tratta di un insieme di tumuli, molti dei quali realizzati su basamenti scavati nella roccia. Sotto ogni tumulo vi sono pi tombe che possono essere articolate in vari ambienti. A partire dal VI secolo a.C. nelle tombe completamente scavate nella roccia come le tombe di Tarquinia, la camera presenta un soffitto piano o a due spioventi o a cassettoni, che poteva essere anche sostenuto da pilastri o colonne. La copertura ad arco e a volta, basata sul principio dell'incastro e del reciproco sostegno dei blocchi, rappresenta il maggiore apporto all'evoluzione dell'architettura dato dagli Etruschi. Questo sistema poi sar ripreso dai Romani, che ne faranno un elemento fondamentale di tutta la loro architettura.

Architettura romanaL'architettura romana richiama subito alla mente la potenza politico-militare dell'antica Roma. Non un caso. La spazialit espressa dall'architettura romana stata appositamente studiata per questo, ed stata studiata bene, se, a distanza di secoli, il messaggio che ne deriva ancora lo stesso. I romani,

privilegiarono l'architettura fra le arti e l'attivit del progettista fu considerata come la pi nobile, anche se anche tutte le altre arti erano considerate efficaci strumenti di propaganda per imporre e, successivamente tramandare, la grandezza di Roma. Le origini della citt risalgono al 753 a.C. data della leggendaria fondazione di Roma. Il 509 a.C. segna la sconfitta degli etruschi e l'istituzione della Repubblica. Nei primi secoli, coincidenti con l'et dei sette re, culturalmente Roma aveva subito essenzialmente l'influenza delle vicine citt etrusche. Nell'et della Repubblica, Roma si afferma sul Lazio, sugli Etruschi e sulla Magna Grecia, e, nel II secolo a.C. in seguito alle guerre puniche, diventa la pi grande potenza del mediterraneo occidentale. Entra in contatto con le opere artistiche provenienti da tali aree, come bottino di guerra; ci favorir quel progressivo arricchimento del repertorio artistico romano, che tradurr i nuovi apporti nel suo personale mondo artistico. Dal II sec. a.C. I romani costruirono citt, applicando il sistema ortogonale di Ippodamo di Mileto, che diviene l'impianto pi diffuso nelle citt conquistate e rifondate dai Romani come proprie colonie. Gli assi principali detti cardo e decumano, furono eletti ad assi viari pi importanti. Le nuove citt sorgevano preferibilmente in zone pianeggianti ed all'incrocio delle grandi vie di comunicazione. Roma inoltre ripart il territorio in propriet agrarie dalla forma regolare, con le note "centuriazioni". Una suddivisione che, seppure in maniera discontinua sopravvive ancora oggi, nell'orientamento delle divisioni proprietarie. Per primi i Romani ebbero la capacit di pianificare vaste aree senza perdere di vista la visione complessiva dei territori in loro possesso e, il disegno del territorio, divenne anch'esso strumento di governo delle popolazioni conquistate e funzionale alle esigenze del vasto impero. Reti viarie, ponti e acquedotti, dimostrano ancora oggi a quale livello di perizia i romani fossero giunti nel costruire opere a scala territoriale. Dimostrarono anche un notevole progresso nelle tecniche costruttive. In tardo periodo repubblicano al concetto utilitaristico del governo della citt si affiancher il concetto di decoro, e, successivamente saranno gli imperatori con il loro desiderio di lasciare un ricordo indelebile, ad arricchire Roma di edifici monumentali e superbi. Dal 29 a.C. al 14 d.C. Ottaviano Augusto inaugurer il periodo dell'Impero. L'arte sar complessivamente ispirata al classicismo greco e avr finalit rappresentative. Il periodo dell'Impero, vedr un fiorire di opere pubbliche, come teatri e templi, nelle quali si risentir dell'influenza ellenistica; ed proprio nel periodo di massima fioritura che si attestano le maggiori affinit dell'arte romana con i modelli ellenistici. L'architettura, viene riconosciuta il mezzo pi adatto per celebrare la potenza di Roma e renderla visibile e comunicabile. Nel corso dei secoli si succederanno gli imperatori della casa Giulio-Claudia; quelli della casa Flavia, che realizzeranno alcune fra le opere pi imponenti di tutta l'architettura romana e quelli designati per adozione, tra cui Adriano. Con Adriano l'architettura romana conosce un periodo di evoluzione di forme e contenuti.... Adriano era un imperatore raffinato ed istruito, grande cultore della Grecia; le opere costruite sotto il suo governo sono note per esprimere il cosiddetto classicismo Adrianeo proprio perch egli volle incidere nella cultura del proprio tempo attraverso il conferimento di una impronta classica. Villa Adriana a Tivoli esemplifica tutte le componenti di questa ricercatezza. Essa concepita in relazione al paesaggio e gli edifici ivi contenuti non rinunciano al rapporto con esso. Fu Adriano inoltre a ricostruire il Pantheon fissando la tipologia ideale del tempio rotondo. Il classicismo Ardrianeo si diffuse in Africa e Asia minore, ma perse i contenuti originari risolvendosi in una variet di soluzioni formali che si fusero con le tarde correnti ellenistiche. Successivamente sar il tempo degli imperatori Antonini. Dal 193 al 235 d.C. invece si avr l'et dei Severi e nel 284 d.C. Diocleziano, divider l'Impero in quattro parti governate dai tetrarchi. Il

mondo dell'arte si aprir a nuovi apporti e cominceranno ad emergere primi sintomi di decadenza, pur in presenza di una intensa attivit costruttiva dotata di grande senso per gli effetti scenografici. Il 312 d.C. segna l'inizio del periodo di Costantino, che conceder libert di culto ai Cristiani con l'editto del 313. A Costantino si deve inoltre il trasferimento della capitale a Costantinopoli. Caratteristiche dell'architettura romana sono essenzialmente un utilizzo di materiali poveri per la costruzione di masse murarie che determina una possibilit di autonomia tra struttura e decorazione. Pertanto le colonne o le trabeazioni, spesso servivano ai romani a rivestire un'opera architettonica pi che a reggerla staticamente. Spesso si utilizzer la sovrapposizione degli ordini, che, oltre a quelli gi noti come lo ionico e il corinzio, saranno incrementati con l'ordine composito, tipicamente romano, che presenter un capitello corinzio con l'inedita aggiunta di volute ioniche. I materiali maggiormente usati furono il travertino, l'argilla, ma anche il tufo. Si disponevano piccoli blocchi, che venivano poi legati da una malta cementizia ottenuta dall'impasto di calce, sabbia e pozzolana. Le tecniche utilizzate per le murature si basavano sulla realizzazione dei cosiddetti muri a sacco. Tra i vari tipi di muratura si distinguevano: - l'opus caementicium, in cui un impasto di malta e frammenti di pietra veniva gettato in cassoni di legno, perch ne assumesse la forma; l'opus incertum, e l'opus reticulatum. All'opus latericium, realizzato con mattoni, si deve la costruzione di superfici curve che favoriranno lo sviluppo della volta a vela e la cupola. L'architettura greca aveva impostato sulle linee rette le sue architetture, quella romana elegge la curva a principio compositivo dalla piccola alla grande scala. La generatrice formale dell'architettura romana dunque linea curva sia in pianta, dove troviamo esedre, absidi e rotonde, sia nell'alzato dove spiccano archi, cupole e volte. L'arco romano a tutto sesto. Esso deriva dalla tradizione etrusca ma trova nell'organizzazione compositiva delle architetture romane, un vastissimo impiego, nell'edilizia come nelle opere di pubblica utilit, nelle architetture monumentali rappresentative e anche isolato, quando diventa arco trionfale. All'inizio l'arco trionfale si componeva di due enormi pilastri, in cui era aperto un arco, con un attico sovrastante. Poi l'arco trionfale si rivestir di riferimenti classici: colonne ai lati dell'apertura, e il timpano. Nell'arco di Costantino, i fornici diverranno tre, dando luogo a due altri archi laterali pi piccoli del centrale. Le volte rappresentano un altro elemento architettonico caratteristico dell'architettura romana. Esse non sono altro che lo sviluppo della struttura ad arco per ricoprire ambienti, anche molto ampi. Altra struttura che deriva, questa volta, dalla rotazione dell'arco, la cupola. Presenta una forma emisferica ed impostata su di una base circolare, o poligonale mediante opportuni raccordi. Infine un altro elemento ricorrente era il catino. Si trattava di un soffitto semisferico atto a coprire vani semicircolari, detti abside quando posti nella parte finale di un edificio o esedra se si trattava di ambienti semicircolari a forma di nicchia. L'architettura romana si distinguer da quella greca principalmente nella personale definizione di una spazialit interna che viene utilizzata per contribuire diffondere nel vasto impero una consapevolezza di appartenenza ad una potenza senza pari. Nell'architettura romana si definisce una differenza sostanziale tra spazio interno ed esterno. Lo spazio esterno semplicemente quello nel quale l'edificio posto, quello interno quello contenuto dall'edificio. Gli spazi interni presentano spesso effetti di luce con l'uso sapiente delle bucature che si aprivano all'esterno. Rappresenta l'ideale tipologia di tempio rotondo con all'esterno, un pronao rettilineo, il Pantheon (27 a.C.-124 d.C. iniziato da Agrippa distrutto da un incendio e poi ripreso da Adriano), un unico grande ambiente circolare e presenta una gigantesca cupola a calotta, decorata all'interno a cassettoni e munita di un oculo centrale. I lacunari costituiscono l'ornamento della cupola e vanno restringendosi nel convergere verso l'oculo centrale. La luce filtra

dall'oculo -impluvium- e si diffonde incidendo sui lacunari. Il risultato di grande effetto poich contribuisce alla dilatazione della spazialit interna, dando un senso di avvolgente spazialit. Architettura romana: tipologie - Tempio - Afferma Argan: diversamente dal canone greco, che consiste in un sistema di rapporti o proporzioni ideali, il tipo uno schema di distribuzione di spazi e di parti in relazione alla funzione pratica o rappresentativa dell'edificio (...) il tipo del tempio romano deriva da quello etrusco e, poi dal greco; ma la sua forma corrisponde a una diversa funzione, poich il rito religioso anche funzione pubblica, a cui partecipano le autorit dello stato e la popolazione, esso si svolge all'esterno: davanti al tempio vi perci un vasto spazio libero; la costruzione si erge su un alto basamento. I templi romani si differenziano da quelli greci, in primo luogo per l'ubicazione. Essi infatti sorgono per lo pi in contesti urbani, e non in posizione dominante come avveniva per i templi greci ubicati nelle acropoli. Lo schema costruttivo del tempio, si rif al precedente modello etrusco. Sulla facciata principale, si apre un profondo portico elevato su di un alto podio a gradini. La cella per pi grande e le colonne, si ispirano anche agli ordini ionico e corinzio. Il colonnato che circonda la cella diviene una serie di semi-colonne addossate alle pareti laterali. In et imperiale il tempio, si evolver in altre forme e sar anche a pianta centrale (circolare o poligonale) pi ampio e/o arricchito da nicchie ed absidi. Alcuni esempi di templi romani: il tempio della Fortuna virile del I a.C; il Tempio di Vesta a Tivoli del I d.C. Ed il tempio di Marte Ultore del 42 a. C. - Teatri e anfiteatri - Nell'ultimo secolo della repubblica, il teatro romano riprende lo schema del teatro greco: la costruzione della scena e la cavea sono per concepiti diversamente. Mentre i greci sfruttavano le pendenze naturali delle colline per realizzare le gradinate, i romani, grazie alle loro capacit tecniche e all'impiego di archi e volte, costruivano teatri anche su siti pianeggianti, realizzando imponenti strutture per dare la giusta pendenza alle gradinate. Quindi il teatro romano non si adatta pi al pendio naturale del terreno, ma pu trovarsi anche all'interno di un contesto urbano. Il teatro un edificio costruito per le rappresentazioni teatrali, e l'azione scenica si svolge su un podio; alle spalle vi una quinta scenografica. Le strutture ad arco che sostengono le gradinate diventano parte essenziale dell'edificio e lo caratterizzano all'esterno. Non bisogna confondere la struttura del Teatro con quella dell'Anfiteatro: infatti, mentre il teatro un edificio dalla pianta semicircolare, l'anfiteatro una struttura dalla pianta ellittica, che serviva non alla rappresentazione teatrale ma allo spettacolo come ad es. quelli di esercizi ginnici o dei gladiatori. L'anfiteatro dalla forma ellittica, una espressione architettonica originale romana. L'arena posta generalmente pi in basso rispetto al piano stradale, limita lo sviluppo in altezza dell'edificio e consente di ricavare quell'ampiezza utile alla grande cavea, divisa in settori. L'anfiteatro Flavio, detto il Colosseo, fu eretto in epoca imperiale e ne costituisce l'esempio pi noto. Costruito nell'80 d.C. Fu inaugurato da Tito e pass alla storia come il colosseo. Consiste in un edificio dalla grande mole ellittica ed tuttora l'immagine simbolo di Roma, che ne caratterizza il paesaggio urbano. Vi si svolgevano i giochi del circo. Sotto la cavea si trovavano delle gallerie anulari che si denunciavano all'esterno in tre ordini di arcate. L'altezza di 50 mt e il diametro maggiore di 188 mt. Posto in asse con il foro, il Colosseo era posto a definirne la prospettiva monumentale, idealmente

relazionandola con le emergenze architettoniche del Celio e del Palatino. Afferma Argan: la sua forma tondeggiante era il fulcro del sistema di masse e di vuoti, cio di edifici, di vie e di piazze, che costituiva il tessuto del centro cittadino: per la prima volta l'edificio era concepito a scala urbanistica. - Terme - Le terme romane sono generalmente costituite da un vasto edificio centrale che contiene le aule termali con piscine di acqua fredda, tiepida e calda, palestra per la lotta e giardini; In un grande recinto sono disposte biblioteche e servizi e una gradinata per il pubblico che assiste agli spettacoli ginnici. Le terme avevano una funzione sociale di incontro e svago. Si trattava di edifici con ambienti dalle pi diverse forme, destinati ai bagni in acque calde e fredde, agli esercizi ginnici, ai massaggi, ma anche a forme di socializzazione. Le terme di Caracalla sono l'espressione della tendenza al gigantesco che distinguer le produzioni della tarda romanit. Palestre, giardini, uffici e botteghe e lo stabilimento termale erano all'interno di un vastissimo recinto rettangolare. Molto complessi gli impianti tecnici che consentivano di distribuire acque alle varie temperature. Le sale erano sormontate da cupole che al loro volta erano sostenute da colonne di marmi policromi. - Fori - Il foro uno spazio aperto, una specie di grande piazza che risponde sia all'esigenza della sosta che a quella del transito. fori erano dei mercati, o luoghi dove potere svolgere affari, composti da spazi chiusi, aperti e semi-aperti- in esso trovavano spazio i principali edifici pubblici della citt. Si inserivano nel contesto urbano come organismi aperti ma complessi ed articolati in molteplici funzioni. Il Foro Romano il pi antico dei fori di Roma. All'interno si trovavano il Lapis niger cio il sepolcro di Romolo ricoperto da una nera lastra di marmo; il Tempio di Vesta, le Basiliche Emilia e Giulia, oltre a quella di Massenzio. Il tempio di Venere e quello di Castore e Polluce. I fori Imperiali furono costruiti a nord del foro romano. E' il foro di Augusto a iniziare la serie dei fori imperiali. Consisteva in una piazza ampia di forma rettangolare porticata. Alla estremit, il tempio di Marte Ultore -42 a.C. Il foro di Traiano era il pi grandioso. Costruito tra l'anno 111 d.C. Ed il 114, da Apollodoro di Damasco era per due lati collegato al foro di Augusto a alla basilica Ulpia. Consisteva in un'aula rettangolare porticata e presentava nei lati corti due absidi. Dalla basilica si passa ad un cortile che al centro presenta la colonna Traiana, 113 alta 36 mt.. Alle spalle dell'emiciclo settentrionale del piazzale sono i mercati Traianei, costituiti da una serie di ambienti le Tabernae- disposte a semicerchio. - Basiliche - all'interno delle basiliche romane venivano esercitate le funzioni proprie della magistratura. Trattandosi di un importante elemento della vita pubblica, la basilica consisteva in una ampia costruzione rettangolare. La copertura era a tetto retta da colonne. Si ricorda la basilica Giulia, nel foro repubblicano. Rettangolare e porticata era la sede dove si amministrava la giustizia. Le due gallerie porticate erano generate da file di colonne che erano poste intorno al vano centrale, spazio aperto e articolato che appariva pi che altro un prolungamento ideale dello spazio aperto del foro, solo che era al coperto. Un altro esempio di Basilica quella di Massenzio, la cui costruzione ebbe inizio nel 308 d.C. Fu completata da Costantino nel 312. - Case, ville, palazzi - L'abitazione privata, che in epoca romana assume una importanza ancora mai acquisita. Le tipologie di tali abitazioni dimostrano il diverso ruolo che un individuo ricopre nella societ. Le abitazioni patrizie, cio quelle dei cittadini pi agiati, erano spaziose ed areate, riscaldate d'inverno dagli ipocausti, complessi dispositivi che facevano passare correnti d'aria calda sotto i pavimenti. Gi nel IV-III secolo a.C. Questo tipo di abitazione presentava un un ingresso, il vestibulum, e uno stretto corridoio di accesso affiancato da stanze di servizio; caratterizzata da un'ampia sala centrale l'atriumeracoperta dalle quattro falde del tetto spiovente verso l'interno (il compluvium) utile a convogliare l'acqua piovana in una vasca posta al centro dell'atrio (impluvium). Intorno all'atrio si disponevano le

camere dal letto (i cubicula) e due ambienti di disimpegno aperti (alae) alle sue estremit, mentre in fondo all'atrio si trovava una sala il tablinum spesso affiancata da un corridoio di passaggio all'ortogiardino (hortus) alle spalle della casa. Nel corso del II secolo a.C. l'originario hortus si trasform in un vero giardino (il peristilium) con fontane e statue, che era circondato da quattro ali di portico a colonne sul quale, si affacciavano le principali stanze di soggiorno. Gli interni erano ricchi di marmi policromi, affreschi e statue, e spesso anche mosaici. A queste prestigiose abitazioni si opponeva la modestia delle insulae, che erano a quattro o cinque piani e divisi in appartamenti e le loro strutture, in conglomerato cementizio rivestito di laterizio, presentavano tetti inclinati e coperti con tegole. Le insule avevano, un po' come i contemporanei edifici multipiano a scopo abitativo, balconi e ballatoi retti da mensole di legno o pietra. Il palazzo che si fece costruire Nerone tra l'Esquilino e il Celio fu chiamata la Domus aurea. In realt si trattava di un complesso architettonico di corpi e giardini articolati intorno ad un vasto salone ottagonale. La copertura a cupola di questa grande sala girava come la volta celeste. Questo denotava la volont di rapportare l'edificio alla natura e in ci sta anche la capacit di collegare l'edificio ai giardini nel concepirla- afferma Argan- non gi come un blocco chiuso, ma come un organismo snodato. Tutta l'architettura imperiale sar ideata secondo un concetto di movimento di grandi masse costruttive in vasti spazi liberi. Il palazzo di Diocleziano a Spalato del 300 d.C. Ed un edificio immenso, progettato per ricoprire diverse funzioni. Pi che altro si tratta di un insieme di edifici diversi racchiusi da un unica fortificazione. Nato per esprimere il senso del potere in realt comunica proprio il senso della incombente precariet.

Architettura paleocristianaI primi esempi di arch. Paleocristiana sono quelli sviluppatisi in et pre-costantiniana, per l'edificazione dei primi luoghi di sepoltura, quando i cristiani cominciarono ad avvertire la necessit di possedere luoghi dove seppellire i loro morti, separatamente dai pagani, e acquisirono delle aree cimiteriali. Prevalentemente le aree cimiteriali erano previste all'aperto, ma, dove non era possibile occupare vaste aree si ricorreva a degli scavi. Dal II secolo d.C. si diffonderanno le catacombe, in relazione alle caratteristiche geologiche delle varie zone. Se ne costruiranno a Napoli, Siracusa, Roma, ma anche nell'Africa settentrionale. Le catacombe, contrariamente a quello che generalmente si pensa, non erano i luoghi segreti dove i cristiani si rifugiavano per sfuggire alle persecuzioni o esercitare liberamente i loro culti, ma dei veri e propri cimiteri. Si trattava di cunicoli disposti su pi piani, fatti in modo da poter ospitare moltissimi defunti. Il termine catacombe, pare che si sia diffuso dal sec. IV, in riferimento al nome del cimitero sito sulla via Appia, nella localit chiamata appunto, ad catacumbas. Le pareti dei cunicoli possedevano i loculi, scavati nel tufo, che venivano poi chiusi con delle lastre, in pietra o tegole in cotto, dove venivano incise figurazioni o iscrizioni, su di uno strato sottile di intonaco. A volte per distinguere una tomba dall'altra poteva bastare anche l'applicazione di una moneta. Le tombe appartenenti alle famiglie pi agiate invece, erano in camere isolate o poste in gruppi di ambienti, ed erano detti i cubicola. Qui le salme erano deposte in dei vani rivestiti di lastre di pietra o anche di cotto, e sormontati da archi, il cosiddetto arcosolium-. Dopo l'editto di Costantino ed il conseguente riconoscimento del Cristianesimo, e dopo gli eventi storici successivi al crollo della potenza di Roma come Impero, il Cristianesimo assume

un ruolo determinante nel quadro socio-politico Europeo, proprio per quel suo essere erede della civilt occidentale e dei valori di cui essa era portatrice. Roma, da potenza militare assume ora il nuovo ruolo di punto di riferimento religioso e spirituale. L'arte e l'architettura erediteranno, il patrimonio culturale artistico del mondo antico e lo rielaborer in forme proprie, anche se molto gradualmente. Dopo il 313, il Cristianesimo si dota dei propri edifici di culto, e, l'architettura paleocristiana raggiunge il suo periodo di massimo splendore proprio nell'et costantiniana. I primi cristiani trovarono utile utilizzare il gi ampiamente sperimentato linguaggio architettonico dei romani, per esercitare il compito di divulgazione e diffusione del loro credo religioso, e quando si present l'esigenza di trovare una nuova tipologia d'edificio sacro, la scelta si orient sulla Basilica romana. Ci per un duplice motivo, pratico e simbolico. Il tempio classico, era lo spazio della divinit, al quale potevano accedere solo i sacerdoti, ma non i fedeli. La basilica romana era un luogo fatto per accogliere, e, pur non essendo stata concepita in origine come spazio religioso, era nata come spazio a carattere collettivo. Essa voleva accogliere, abbracciare la gente e si confermava tipologia idonea a tale scopo. Inoltre si trattava di sostituire anche simbolicamente il tempio classico, visto come simbolo della concezione religiosa politeistica. Per questi due motivi principali ci si rivolse alla basilica romana. Quindi, in architettura, da un modello precedente romano, si svilupper una tipologia che via via crescer di importanza fino a diventare simbolo essa stessa di tutta la comunit religiosa cristiana nel mondo. La Basilica cristiana, che diviene l'ecclesia, il luogo di riunione per eccellenza della comunit cristiana. Tali tipologie si diffonderanno molto velocemente gi dall'et costantiniana per tutto il V sec. Rispetto al modello della basilica romana, quella cristiana presentava l'ingresso in uno dei lati minori, per cui si seguiva l'asse longitudinale ingresso-altare-abside. Questo sottolineava idealmente il percorso da compiere per il fedele, e il suo avvicinamento verso l'altare era interpretabile come un simbolico cammino verso Dio. Lo sguardo dei devoti infatti, in questo modo convergeva sempre verso l'altare. Dal punto di vista della distribuzione architettonica degli spazi, le Basiliche cristiane, presentano una simmetria bilaterale, rispetto all'asse longitudinale. Esse si sviluppano lungo l'asse longitudinale, e prendono un orientamento da ovest verso est, con chiari riferimenti simbolici. Anche la forma della pianta ha un forte significato: essendo a forma di croce essa rappresenta un chiaro richiamo alla croce del Cristo. Nelle basiliche pi tarde troviamo un braccio trasversale -il transetto, che determina la tipica pianta a forma di croce latina. La pianta pu inoltre essere a croce commissa, -cio a forma di tau-, o anche a croce greca. La basilica divisa in una, tre o cinque navate da file di colonne, architravate o sormontate da archi. La navata centrale maggiore delle altre per larghezza e lunghezza; Pi alta rispetto alle laterali, nella parte superiore del muro atta a contenere le aperture, che possono illuminare dall'alto lo spazio della navata centrale. La parte terminale, di solito riservata al clero, prende il nome di presbiterio, separato da un arco, dal resto della basilica. Al centro del presbiterio posto l'altare, che pu essere sormontato dal ciborio. Lateralmente, al termine della navate sovente, si trovano gli amboni. All'interno della basilica si accede da diverse porte poste in corrispondenza delle navate. La chiesa preceduta da un cortile quadrangolare, porticato e scoperto, detto quadriportico. Il quadriportico aveva la funzione di raccogliere i catecumeni durante il periodo della loro istruzione. I catecumeni, erano coloro i quali non erano ancora ammessi all'interno della chiesa poich non ancora battezzati. La chiesa termina con una nicchia semicircolare detta abside, coperta da una calotta, il catino, e sporgente all'esterno. La navata centrale presenta a volte il matroneo, corridoio riservato al passaggio delle donne. La copertura infine spesso consiste in un tetto a doppio spiovente con capriate a vista, o nascoste da un soffitto piano

decorato riquadri, detti lacunari. Dal 379, Milano la capitale dell'impero romano d'occidente. Vi verranno costruite numerose basiliche, come quella trasformata poi in S. Ambrogio. A Roma invece la prima basilica monumentale fatta edificare da Costantino S. Giovanni in Laterano, oggi trasformata. Anche San Pietro, vanta origini antichissime originariamente era una grande sala in legno a cinque navate con tetto a capriate a vista. Santa Maria Maggiore fu iniziata nel 352, all'interno conserva un aspetto originale ed a tre navate, con un duplice colonnato ionico architravato. Anche Santa Sabina conserva l'aspetto originario. Fu costruita da Celestino I nel 430 e presenta una pianta a tre navate con colonne corinzie rudentate, sormontate da archi. In Santa Sabina si pu notare quel processo di riduzione dalla spazialit articolata ed avvolgente del tardo-antico alla spazialit per piani giustapposti dell'architettura paleocristiana di cui parla Argan. La chiesa infatti esemplifica, attraverso la mancanza di membrature aggettanti, la luminosit delle pareti nude e la sobriet di decorazioni, una prevalente schiettezza delle sue funzioni e si contrappone la forma alla forza, la sottile dottrina delle proporzioni alla brutale retorica delle dimensioni, l'eternit dello spirito alla stabilit della potenza. Altro tipo fondamentale dell'architettura paleocristiana, era la "rotonda". La rotonda derivava dai ninfei termali romani e dai mausolei. Gli edifici a pianta centrale erano destinati ai battesimi battisteri- o per celebrare la memoria di martiri, - martyria. Essi presentano pianta circolare o poligonale e le parti sono distribuite con simmetria raggiata intorno all'asse centrale. Un vano anulare, detto deambulatorio, sormontato da volta a botte e separato da un giro di colonne, dal vano centrale che presenta copertura a cupola. Tra gli edifici a pianta centrale ricordiamo: il mausoleo di Santa Costanza, edificato per la figlia di Costantino nel 350 circa, il battistero di S. Giovanni in Laterano (con pianta ottagonale), e la chiesa di Santo Stefano Rotondo del 470-. Rispetto ad esempio, al ninfeo di Minerva Medica, (il modello di riferimento pagano pi simile), tali edifici a pianta centrale rivelano una maggiore semplicit delle strutture e dell'impianto decorativo. Vi invece una ricerca di equilibrio e di relazione tra le parti. Il tipo del Martyrion e dell'edificio termale sintetizzato in un unico schema nel mausoleo di Santa Costanza, che rappresenta senza alcun dubbio, l'edificio a pianta centrale pi bello giunto fino a noi. Presenta un ambulacro con volta a botte ricorrente e un vano centrale a cupola. In questa architettura si pu notare una fusione tra la tecnica musiva e l'uso dello spazio. Tutto concorre alla definizione del passaggio dalla complessit spaziale dell'architettura romana alle forme permeate da un nuovo equilibrio compositivo dell'architettura cristiana. La luce sapientemente utilizzata come nell'architettura romana, ma lo scopo ora diverso. Non si mira pi a dare un senso di potenza, di sbigottimento, ma di serenit e di sacralit. Qui il rapporto di quantit luminose tra vano centrale e deambulatorio sottolineato dalla ripetizione, lungo le radiali, dell'elemento di raccordo, la colonna. la forte trabeazione che le collega, formando un forte nodo strutturale, libera gli archi da ogni sforzo apparente, d alla loro curva valore di raccordo in profondit tra la zona di luce e quella di ombra. Argan, Storia dell'arte italiana Sansoni. L'architettura paleocristiana durer, convenzionalmente, fino al 601, -anno della morte di Gregorio Magno.

Architettura bizantinaIl termine architettura bizantina, deriva dal suo essere frutto della civilt appartenente all'antica citt di Bisanzio, poi rifondata da Costantino, nel 330 d.C., e chiamata Costantinopoli. Con il trasferimento della

capitale da Roma a Bisanzio e, poi, con la suddivisione dell'impero romano in Impero d'Oriente e Impero d'Occidente -395 d.C., nascer l'Impero Bizantino che durer sino al 1453, quando Costantinopoli cadr per opera dei Turchi. A determinare le caratteristiche di questa architettura, confluirono vari aspetti culturali, primo fra tutti, quello derivante dalla tradizione ellenistica. Oltre agli influssi ellenistici, il linguaggio architettonico bizantino comprender caratteri siriani, persiani ed egiziani, in relazione alle vaste aree dove tale civilt si diffuse. Nonostante le ovvie differenze scaturite dai contatti avuti nelle diverse aree geografiche, l'architettura bizantina mantenne nel tempo dei comuni caratteri distintivi di fondo. Ebbe una natura essenzialmente religiosa, intesa a voler assicurare all'uomo la salvezza dello spirito. Quando ci si riferisce alla produzione dell'arte bizantina, non si deve pensare solamente alle forme espresse a Costantinopoli ed alla sua corte imperiale, ma anche a tutta l'opera capillare compiuta dai monaci ed eremiti disseminati nel vasto impero. Forse, anche per questo tali espressioni architettoniche mantengono ancora oggi un fascino particolare, che ci ricorda e ci fa sentire quella tensione dell'uomo verso Dio, che si esplicita negli edifici sacri. L'architettura Bizantina in genere viene suddivisa in diversi periodi. Il periodo paleo-bizantino dal IV a V sec. il primo periodo, quello per cos dire "di formazione", nel quale si attua il passaggio dalla cultura tardo-antica alle delle forme pi tipiche. Essendo l'architettura bizantina essenzialmente portatrice di valori religiosi si manifester primariamente nella edificazione di luoghi di culto, che saranno sia pianta basilicale che a pianta centrale. Per queste ultime si prender spunto dalle strutture a cupola appartenenti al tardo-antico, approfondendone e sviluppandone i concetti di unitariet spaziale e sottolineandone la centralit. Rispetto alla copertura a cupola romana, che richiedeva un muro continuo circolare per sostegno, la cupola bizantina sar impostata su una base quadrata. Si costruiranno cupole circolari su piante quadrate attraverso l'uso di quattro triangoli sferici, detti "pennacchi". Altro elemento caratteristico il capitello con "pulvino", cio un elemento a forma di tronco di piramide rovesciato, generalmente decorato con motivi naturalistici o antropomorfi. L'et giustinianea va dal 527 al 565. Giustiniano promosse una notevole attivit costruttiva. Nel 532, ricostruisce a Costantinopoli, Santa Sofia, capolavoro assoluto dell'architettura bizantina. Gli architetti, Isidoro di Mileto e Antemio di Tralles, idearono una struttura innovativa, che non si formava pi per giustapposizione delle parti, come avveniva prima, ma come un tutto unico. Una immensa cupola di ben 33 mt di diametro, copre lo spazio centrale. La monumentalit dell'edificio smaterializzata, sia dall'apertura di finestre che dalla decorazione musiva interna. L'innovazione pi rilevante dell'et giustinianea, bene esemplificata da Santa Sofia, il definitivo recupero della centralit e l'utilizzo sistematico di elementi architettonici a volta e a cupola. Da questo momento, lo schema di edificio sacro, con copertura a cupola, a pianta centrale, diventa un modello di riferimento in tutti i centri dell'impero ed in tutte le aree di influenza bizantina: come l'area balcanica, quella persiana e russa. Cambia, rispetto ai precedenti esempi di pianta basilicale, il concetto stesso di spazialit e ci si rivolge sempre pi ad una concezione di spazio dilatato, quasi immateriale, per supportare il quale ci si rivolge sempre pi alla decorazione musiva.

Ravenna

Un capitolo a parte merita l'architettura ravennate. Nel 540 Ravenna, a conclusione della guerra gotica viene conquistata dai bizantini e diventa la capitale dell'esarcato, che a sua volta dipendeva da Bisanzio. Questa citt viene scelta per la sua posizione strategica, e per il suo porto militare, il porto di Classe. Ravenna, che diventa conseguentemente anche la sede dell'Esarca di Costantinopoli, rappresenter in Italia un punto principale per la diffusione delle nuove forme espressive provenienti dall'Oriente. L'architettura assumer dei caratteri tipici e si identificher con alcune soluzioni ricorrenti come: le pareti esterne in mattoni in cotto a vista, scandite da arcatelle e lesene oppure, l'ingresso preceduto dal nartece o l'abside semicircolare all'interno e poligonale all'esterno. Le chiese ravennati del VI-VIII secolo utilizzeranno le tipologie basilicale, per Sant'Apollinare in Classe o Sant'Apollinare Nuovo, e centrale, per il battistero degli Ortodossi e per San Vitale (vedi foto), che, nel 547, dopo la conquista operata dai bizantini, verr consacrata a Ravenna. Sia nella struttura che nella decorazione interna sono evidenti gli influssi bizantini. Le superfici esterne, nella loro semplicit, sono alleggerite da ampie finestre. La planimetria e il gioco dei volumi ricordano il SS. Sergio e Bacco di Costantinopoli. L'interno a pianta ottagonale e s'innesta al nartece in un angolo, dando a chi entra un'impressione di movimento. L'ingresso della basilica infatti consentita da due porte: una in asse e l'altra posta obliquamente all'asse principale. Dei pulvini contribuiscono a staccare l'innesto con gli archi che sembrano quasi sollevarsi in alto. La cupola, raccordata alla forma ottagonale centrale con delle nicchie, stata realizzata con anelli concentrici di anfore vuote. La luce infine giunge da varie angolazioni e contribuisce a smaterializzare la struttura che appare leggera e quasi priva di una vera e propria massa strutturale. L'abside, affiancata da "prothesis" e "diaconicon", sporge all'esterno con una forma poligonale. La pianta costituita anche da un corpo centrale polilobato, circondato da un ambulacro anulare. Esedre semicircolari dilatano lo spazio interno. La cupola all'esterno palesata dalla presenza del tiburio ottagonale. Mentre all' esterno presenta la tipica semplicit del laterizio all'interno era interamente ricoperta da mosaici (che sono purtroppo stati in parte sostituiti da affreschi nel 1700) ora ridotti alla parte della tribuna e dell'abside. I rivestimenti musivi, atti a creare effetti di dilatazione spaziale che concorrono ad esaltarne le tensioni dinamiche, hanno una importanza sia artistica che storica: essi dimostrano infatti che da questo momento il potere imperiale si unito con la Chiesa, tanto che da essa riceve l'investitura. I caratteri stilistici sono quelli tipici dell'arte bizantina: le figure, disposte frontalmente sembrano quasi non avere peso materiale, (esemplificata anche dalla innaturale posizione dei piedi), e sono inserite in ambienti che non rispettano le regole di visione prospettica anzi, le sovvertono tanto da arrivare alla cosiddetta rappresentazione di oggetti in "prospettiva inversa". Il mausoleo di Galla Placidia,-450 ca-, presenta una pianta a croce latina, ma con i bracci quasi uguali, all'incrocio dei quali, una cupola emisferica raccordata, mediante pennacchi, al quadrato centrale. Semplicissimo all'esterno, con mattoni in cotto a vista, all'interno rivestito di mosaici che riprendono il tema della notte. Questo contrasto tra la semplicit dell'esterno e la ricchezza dell'interno, potrebbe avere un significato simbolico: la richiesta di un maggior peso allo splendore dell'anima, contrapposto a quello dell'involucro corporeo. Lo splendente rivestimento a mosaico delle pareti interne allude inoltre ad una condizione di riscatto della consistenza dell'animo umano verso una nuova spiritualit, rispetto alla

pesantezza della materia, simboleggiata dall'opacit. Il Battistero degli Ortodossi, chiamato anche Neoniano in relazione al vescovo che lo decor dopo il V sec. che si chiamava appunto Neone, anch'esso spoglio all'esterno e ricco di mosaici all'interno. Il Battistero, a pianta ottagonale e sormontato da una cupola, costruita con anfore di cotto per essere pi leggera. Essa raccordata mediante otto pennacchi, ai vertici dell'ottagono. Non si pu non citare l'episodio architettonico del particolarissimo Mausoleo di Teodorico, - inquadrabile nel 493-526, dove Teodorico manifester il suo pensiero profondamente ancora legato all'ideale del tardo antico. Il Mausoleo, trae infatti ispirazione dai mausolei romani della provincia ma possiede un gusto "barbarico" che si evidenzia nella decorazione "a tenaglia" e nella massa della pesantissima copertura. Esso ha una struttura ottagonale che presenta della arcate cieche, ed sormontata da un corpo cilindrico e coperta da una monolitica calotta schiacciata, poderosa, di impronta decisamente barbarica. Per questo motivo, questo edificio pare voler sintetizzare il gusto proveniente dalle popolazioni barbariche con le suggestioni del tardo-antico. Il 726 la data dell'editto di Leone III, che impedir ogni rappresentazione visiva della forma divina. l'iconoclastia, destinata a perdurare fino al 843. Il periodo detto iconoclastico, va infatti dal 726 al 843, e avvia un periodo di decadenza. L'architettura ricalca fondamentalmente i modelli precedenti ma si consolida il modello pianta centrale con copertura a cupola. Gli edifici sacri che si edificheranno successivamente, saranno caratterizzati da piccole dimensioni, e l'interno sar uno spazio sacro, reso addirittura non accessibile ai fedeli durante le funzioni, riducendo lo spazio per assistere al nartece, o addirittura a quello aperto antistante. Successivamente l'architettura bizantina conosce un momento di rinascita, con la dinastia macedone. Siamo nel periodo che va dal 867 al 1057: la forma planimetrica cui maggiormente si ricorre quella a croce greca, e la copertura a cupola. Presente inoltre la variante detta a quinconce- la croce greca inscritta in un quadrato-, che rappresenter il tipo pi diffuso, dal X sec. in poi. Infine si avr il periodo chiamato della rinascita bizantina, tra il 1261 e il 1453. Si tratta di una fase tarda, nella quale si ricostituisce a Costantinopoli il potere bizantino, dopo la parentesi latina durata ben 57 anni. Per ci che riguarda lo sviluppo planimetrico delle chiese, in questo periodo non si registrarono variazioni significative la forma della pianta rimane a croce greca, invece si arricchiscono notevolmente gli apparati decorativi esterni, attraverso l'uso i cotti policromi, bassorilievi e ceramiche.

Architettura romanicaL'architettura romanica segna una rinascita, una esplosione di creativit dopo la grande, collettiva paura dell'anno mille e si manifesta, con una volont di ripresa di identit espressa da parte di tutti i paesi che vi partecipano -seppure con articolazioni diverse-, ripartendo dalle peculiarit condivisibili, lasciate in eredit dall'impero romano. Anche se i limiti cronologici dell'architettura romanica devono intendersi in relazione alle aree geografiche di riferimento, dove tale linguaggio si innesta, per architettura Romanica si pu intendere genericamente quella produzione sviluppatasi in area europea alla fine dell'XI sec., che si andr ad esaurire intorno alla met del XIII sec.

Il periodo storico di riferimento caratterizzato da un profondo rinnovamento di tipo economico, sociale, politico e religioso. L'alto medioevo si era precedentemente distinto per l'istituzione del feudalesimo, che aveva di fatto sostituita quella romana con tutto il corpus delle sue leggi. Anche in relazione al periodo di grave crisi economica, molte citt avevano quasi del tutto perso le precedenti funzioni, e, avendo preferito i signorotti vivere in castelli fuori da esse, anche le popolazioni che non si sentivano pi sicure, si erano conseguentemente spostate nelle campagne o in piccoli centri rurali passando ad una economia di pura sussistenza. Anche la vita monastica si era spostata in ambiti extra urbani attivando monasteri che, tuttavia assolveranno al compito di mantenere viva la cultura. Con la ripresa dell'economia dopo l'anno mille, si attesta un rinnovato sviluppo delle citt che determina anche una rinnovata coscienza civica favorevole alla ripresa dell'attivit costruttiva. Il termine stesso romanico vuole designare quella comune eredit romana dei territori che si estendono dalla Spagna alla Francia e all'Italia fino all'Inghilterra ed ai paesi Scandinavi, e presumibilmente si adott in riferimento all'area geografica in cui si diffuse, coincidente con quella in cui si parlavano le lingue romanze. La possibile data di inizio delle prime manifestazioni architettoniche romaniche stata stabilita intorno al 1080. Nella seconda met del XI sec., si attesta infatti una straordinaria fioritura successiva a delle espressioni architettoniche definibili come proto-romaniche (del IX e X sec.). Il linguaggio architettonico romanico diverr nel tempo lo stile internazionale comunemente utilizzato in Europa. L'architettura romanica, infatti, pur avendo espresso nelle diverse aree geografiche delle varianti anche notevoli, presenta fattori comuni che ne sanciscono generali caratteri di omogeneit. Primo fra tutti il recupero di elementi strutturali propri dell'architettura romana, in special modo di archi, volte a botte e a crociera che sostituirono le capriate di legno, soggette frequentemente ad incendi e che l'architettura diventa l'attivit dominante cui le altre arti sono subordinate. L'attivit edificatoria si esprime soprattutto attraverso la produzione di Cattedrali dalla articolata e massiccia spazialit. Questo anche perch in questo periodo la Chiesa ad assumere un ruolo di primo piano all'interno della societ, vista come depositaria della cultura occidentale. Con la sua presenza capillare nel territorio e con la sua potente organizzazione, utilizza l'edificio religioso -la chiesa romanica-, come simbolo della propria presenza. La Cattedrale oltre a rivestire una funzione di carattere religioso anche lo spazio condivisibile dalla comunit, il luogo di sepoltura degli uomini illustri e il punto di riferimento visivo dei centri urbani. Assume dunque anche un ruolo simbolico ed demandata ad esprimere l'identit stessa delle comunit. Dall'architettura romana, quella romanica, desume l'elemento volta a crociera che diviene tema ricorrente. Dominante e massiccia, la cattedrale basa il suo sistema costruttivo sulle pesanti murature e sui robusti pilastri, atti a sostenere il peso delle imponenti volte a crociera. Lungo le navate, spesso sono infatti proprio dei robusti pilastri a sostituire le colonne: essi sostengono una serie di volte a crociera, ad ognuna delle quali corrisponde uno spazio, detto campata. I pilastri spesso possono essere cruciformi, o a fascio. La copertura mediante volte in pietra, asseconda il gusto per l'articolazione spaziale degli interni. Un gioco di spinte e controspinte, viene generato dalla forma dell'elemento della volta. Per risolvere i problemi tecnici conseguente all'uso di questa copertura i costruttori romanici oppongono alla spinta delle volte della navata centrale, le navatelle laterali, coperte a volta e sormontate da matroneo, anch'esso voltato. In tal modo, la somma delle spinte esercitate va a compensare quella della volta principale. L'arco che si imposta su di essi quasi sempre a tutto sesto, anche se alcuni esempi portano anche archi a sesto acuto. Elemento di fondamentale importanza per la struttura delle chiese romaniche

il costolone. Si tratta del profilo ad arco che rinforza e segna gli spigoli della volta, e che raccoglie il maggior numero di sforzi della struttura. Continuando fino a terra, origina il pilastro polistilo, utile a scaricare i pesi delle volte. Se presenti le colonne che separano le navate, in genere sono tozze e non presentano pi i rapporti modulari tra altezza del fusto e diametro. Hanno basi, dotate di un plinto quadrato e presentano un capitello con forma cubica o a tronco di piramide rovesciata. Il capitello, pu anche essere corinzio, e la decorazione a motivi vegetali o con figure e scene scolpite. La pianta delle chiese romaniche, basilicale suddivisa in navate: quella principale lunga ed ampia, e quelle laterali prolungandosi circondano il transetto e l'emiciclo absidale. La pianta si articola in alzato su tre livelli: quello delle navate, quello del presbiterio (che si presenta rialzato su gradini), e quello della cripta, (che si trova sotto il presbiterio). L'altare e la cripta sono posti all'incrocio dei bracci. Le navate laterali terminano anch'esse con absidi, affiancate a quella maggiore. Innovazioni rispetto alla basilica paleocristiana, si registrano soprattutto nella parte terminale della chiesa. Viene infatti incrementata l'articolazione della zona absidale, detta anche coro o presbiterio, che si arricchisce di pi cappelle, aperte a raggiera verso l'esterno. Spesso sotto il presbiterio si destina uno spazio per un ambiente riservato alla conservazione delle reliquie del Santo cui la chiesa dedicata. Tale ambiente, semi-sotterraneo, appunto la cripta. All'esterno i muri di laterizio o di pietra sono spesso dotati dei tipici rinforzi: i contrafforti. Generalmente si fa uso di materiali poveri, quelli che venivano trovati nel luogo di edificazione. I mattoni messi in opera a filari e uniti tra loro da strati di malta. Le mura, massicce e piuttosto basse, sono concepite in modo che sia netta la percezione delle masse murarie, per dare un senso di stabilit a tutta la struttura. Tuttavia tali masse, sono in qualche modo alleggerite da alcuni accorgimenti formali come: delle loggette costituite da archeggiature cieche poggianti su colonnine o lesene; sistemi a logge intrecciate, e partizioni verticali delle superfici murarie attuate con lesene, sormontate da archi. Altre modalit utilizzate per arricchire i fronti esterni, sono le strette finestre a feritoia, a semplice o doppia strombatura, i fregi decorativi con disegni geometrici e le decorazioni scultoree. Il prospetto di ingresso presenta un tetto a doppio spiovente, o a salienti. La facciata, a capanna, spesso monocuspidata, cio con la parte corrispondente alla navata principale sopraelevata. Il prospetto, arricchito da archi e loggette pensili presenta spesso un elemento chiamato rosone, che oltre a ricoprire n ruolo di decorazione, atto ad illuminare lo spazio della navata centrale. Anche l'uso della luce differisce rispetto agli esempi di chiese paleocristiane e bizantine. La luce che prima giungeva dall'alto, dalle grandi aperture presenti sopra la navata centrale, nelle cattedrali romaniche giunge da piccole e strette feritoie, tenendo la chiesa in uno stato di penombra. Il portale di ingresso riccamente decorato. Ad esso a volte erano affiancati due portali minori e, sui fianchi laterali erano posti generalmente altri due portali. Di questi, quello meridionale costituiva spesso il pi ornato. Il portale dotato di archivolto: una fascia decorata a rilievi, che pu essere cordonata o scolpita, e che segue la curva stessa dell'arco, a tutto sesto -o raramente anche acuto. I portali detti a sguancio, presentano una successione di archi ciechi che seguono la strombatura dei piedritti sostegni dell'arco. Una caratteristica tipicamente romanica fu quella di far precedere il portale principale dal protiro - una struttura costituita da un arco poggiante su due colonne rette dai leoni stilofori. In questo caso la copertura un piccolo tetto a doppio spiovente. Altro elemento ricorrente il campanile a pianta quadrata: esso viene inserito generalmente nel transetto (anche se in Italia, la torre campanaria viene spesso concepita come edificio indipendente). Le porte dei

portali i ingresso, sono spesso in bronzo: la tecnica della fusione, viene infatti ripresa nel XII secolo. Le colonnine dei chiostri, sono tortili o decorate con motivi spiraliformi. Alcune tesi supportano una derivazione del romanico, dalle opere realizzate in periodo ottoniano. In Germania tale architettura infatti determin una fioritura di forme romaniche ad es. nella Cattedrale di Spira. A Colonia si svilupper successivamente la pi importante scuola del romanico tedesco. In Inghilterra si perverr ad architetture che costituiranno la premessa del Gotico, vedi le Cattedrali di Durham e Winchester. In Francia si distingueranno diverse scuole, come quelle delle Normandia, della Provenza, della Borgogna o dell'Auvergne. In Borgogna ed in Auvergne, ma anche in Normandia con il complesso di St. Michel ed in Provenza con S. Trofime di Arles, possediamo alcuni splendidi esempi di architettura romanica. Sorgono in epoca romanica numerosi santuari, determinati dalla nuova tendenza al culto delle reliquie. Essi nascono lungo le vie di pellegrinaggio, proprio per potere svolgere la funzione di accogliere i pellegrini che percorrevano itinerari precisi vedi ad es. il cammino di Santiago-, e presentano caratteri unitari. Anche in Italia si assiste a tali fenomeni: in Puglia lungo l'Appia Traiana, che la univa a Roma passavano i pellegrini, diretti alla grotta di San Michele Arcangelo sul Gargano. L'impulso dato dal pellegrinaggio verso Santiago di Compostela alla costruzione di numerose chiese, determiner il romanico spagnolo. Noto capolavoro proprio la Cattedrale di Santiago, che eccelle soprattutto per la preziosissima decorazione scultorea. In Italia l'architettura romanica si svilupper a partire dalla II met del XI sec e durer fino agli inizi del XIII. Il romanico italiano presenta diverse varianti regionali: quella che si sviluppo' nell'area padana si configura in maniera omogenea. Esempi sono la chiesa di S. Ambrogio a Milano e quella di S. Michele a Pavia oltre alla cattedrale di Parma. Esse si distinsero visivamente per l'uso di mattoni o pietre a faccia vista e per la facciata a capanna tripartita. In area Toscana invece avremo esiti diversi per Firenze, Siena e Pisa dove le opere architettoniche romaniche, presenteranno un carattere romanico solo per alcuni elementi, mentre si utilizzer ancora la decorazione marmorea, interna ed esterna. In Toscana, ma anche nelle Marche e in Umbria, si avr la tipica decorazione dei muri a fasce bicromatiche orizzontali. A Venezia, per via dei suoi contatti con l'oriente, si rester legati ad una concezione architettonica di tipo bizantino. San Marco, adotta infatti una soluzione tipica dell'area bizantina e si sviluppa a croce greca, con copertura a cupole raccordate a pilastri mediante i tipici pennacchi. Nell'Italia meridionale e in Sicilia contraddistinto dalla presenza della cultura bizantina ed araba. Si perverr ad originali contaminazioni di elementi differenti che porteranno a loro volta a nuove concezioni architettoniche, dove le eredit lasciate, si fonderanno in un'architettura particolarissima, a volte anche caratterizzata da coperture a cupole emisferiche, - vedi San Giovanni degli Eremiti a Palermo.

Architettura gotica

Nell'immaginario collettivo architettura gotica soprattutto quella che ci ha condotto alle maestose cattedrali, ricche di guglie e pinnacoli, arditi archi rampanti e contrafforti, gocciolatoi mostruosi che sporgono, invadenti, dalle superfici decorate; quella della ampie vetrate coloratissime dagli archi acuti, vertiginosamente alti, che conferiscono un senso di smarrimento e di esaltante ebbrezza. Ed in effetti, nessun altra manifestazione architettonica pi esplicita del gotico nel mostrare l'arditezza della tecnica, il virtuosismo costruttivo. Nell'architettura gotica si ha una spazialit dinamica che si sviluppa in una ascensionale verticalit delle forme, spinte fino all'inverosimile. Tale propensione si assocer ad una volont di tensione dell'anima a Dio e ci costituir la base del significato simbolico delle cattedrali gotiche, sospese tra spiritualit ed eresia, tra il cielo e la pi terrena delle megalomanie: la sfida alla forza di gravit. Tale tendenza, nasce e si sviluppa in Nord Europa, prevalentemente, nei secoli XIII e XIV. Il gotico vuole stupire, convincere e inibire ed l'espressione del potere religioso dell'epoca. Il termine, gotico, venne coniato nel 1500 in riferimento a barbaro. Si acquisisce quindi in periodo rinascimentale -e in senso dispregiativo-, come appellativo per quelle architetture realizzate con principi privi di criteri di sintesi tra le parti. L'edificio gotico era considerato infatti piuttosto frutto di somma delle parti, e rispondeva a dei criteri, definibili dall'uomo rinascimentale, appunto come barbari. Tutta l'architettura gotica, era pertanto considerata espressione di un linguaggio poco raffinato e incurante dei fondamentali concetti di proporzionalit degli edifici, e risultava essere generatrice di organismi in genere poco armonici. I caratteri generali del gotico d'oltralpe mostrano archi a sesto acuto e i pilastri esterni - detti contrafforti-, resi pi forti per contrastare le spinte eccessive; sulla loro sommit si ergono archi rampanti, atti a sostenere la spinta laterale dell'arco a sesto acuto. L'arco rampante, diviene anche un elemento decorativo ricorrente dell'esterno delle cattedrali gotiche, come del resto i tipici elementi architettonici a cono, o piramide molto acuta, chiamati guglie o pinnacoli, posti sui contrafforti. Guglie e pinnacoli trovano posto anche lungo gli archi rampanti e sugli spioventi del tetto. Le volte a costoloni e il sistema degli archi rampanti, permise una progressiva riduzione delle masse murarie che non dovevano pi assolvere al ruolo di struttura portante. Nelle cattedrali gotiche, il tiburio, posto all'incrocio fra navate e transetto, assume forma di torre, che spesso termina con una guglia acuminata. A volte, anche altre due torri svettano al di sopra le navate laterali. Un rosone molto ampio, posto sopra l'imponente ingresso della navata centrale. Essendo infatti riusciti i costruttori gotici a realizzare adeguati pilastri sempre pi sottili, liberano ampie superfici, da destinare alle vetrate istoriate dai colori che si accendono alla luce. Pare che la luce che filtra illuminando le immagini sacre ne denunci una origine divina, contribuendo in modo significativo all'indottrinamento dei fedeli. Nella Sainte-Chapelle di Parigi, viene completato il programma di dissoluzione delle pareti operata dal gotico, sostituite da vetrate colorate; La Sainte-Chapelle un capolavoro voluto da Luigi IX, San Luigi, nel 1248. Anche se gi alcune costruzioni normanne gi al fine del XII secolo avevano anticipato alcuni elementi dell'architettura gotica, l'edificio che generalmente si ritiene abbia dato il via al linguaggio costruttivo gotico, fu la cattedrale di Saint-Denis, iniziata intorno al 1130; L'Abate Suger, nel 1140-44 fece sostituire lo stretto coro con una costruzione pi ariosa, mossa e luminosa. Lo spazio del cor