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Storia dell’archivistica tra Cinquecento e Settecento

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Storia dell’archivisticatra Cinquecento e Settecento

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LA DIFFUSIONE DEGLI ARCHIVI DI CONCENTRAZIONE

Oltre al caso spagnolo, nel corso del ’500 e del ’600 molti stati italiani edeuropei istituiscono grandi archivi di concentrazione. Alcuni esempi:

- Nel 1509 l’imperatore Massimiliano d’Asburgo (1459-1519) progetta laconcentrazione degli archivi degli Asburgo d’Austria a Innsbruck.

- Nel 1569 Cosimo I crea l’Archivio dei Contratti, nel quale vengonoconcentrati i protocolli e gli originali dei documenti prodotti dai notai.

- Nel 1568 Pio V dà il via alla formazione dell’Archivio Vaticano,completata nel 1610 da Paolo V (ne parleremo in maniera approfonditanella lezione dedicata agli archivi ecclesiastici)

- In Inghilterra nel 1578 Elisabetta I istituisce lo State Paper Office.

Anche in questi casi, come per Simancas, gli archivi diventano “arsenalidell’autorità” e in alcuni casi assumono il nome di “segreti”

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L’INTERESSE VERSO LA GESTIONE DEGLI ARCHIVI

Con la crescente importanza assegnata agli archivi e l’aumento della moledocumentaria prodotta, ben presto si sente l’esigenza di definire proceduresempre più efficaci per archiviare, conservare e gestire la documentazione.

Tra la fine del ’500 e il ’600 vengono compilati diversi trattati, solo in parteediti, dedicati alla documentazione d’archivio. Nella maggior parte deicasi, tuttavia, si tratta di scritti di giuristi ed eruditi, nei quali, accanto acasi, tuttavia, si tratta di scritti di giuristi ed eruditi, nei quali, accanto adiscipline come il diritto, la diplomatica e la paleografia, vengonoaffrontate anche questioni più specificamente archivistiche.

Sono poche per il momento le pubblicazioni dedicate in maniera specificaalla gestione degli archivi. Ancora nel 1765 il francese Le Moine dà alproprio trattato dedicato agli archivi il titolo di Diplomatique pratique, outraité de l’arrangement des archives …

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ARCHIVI PUBBLICI E SEGRETI. CONSULTABILITÀ E USI ERUDITI

In età moderna per “archivio” si intende ancora per lo più quello pubblicoprodotto da chi è dotato dello jus archivi.

“Pubblico” non significa necessariamente aperto al pubblico.Generalmente i Comuni garantiscono ai cittadini la possibilità diconsultare i documenti, mentre il sovrano custodisce gelosamente leproprie carte.proprie carte.

La documentazione, soprattutto degli archivi comunali ma anche di quellisegreti, viene consultata anche per scopi eruditi sin dal Medioevo.Rimangono tuttavia prevalenti gli usi pratico-amministrativi. I documentidegli archivi “statali” vengono studiati per lo più da:

- Archivisti e funzionari addetti al controllo delle scritture

- Uomini di governo

- Storiografi regi

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L’EVOLUZIONE DELLE PRASSI ARCHIVISTICHE

Tra la seconda metà del ’500 e il ’600 si iniziano a raccogliere le scritturerelative a un determinato affare in fascicoli.

Continua tuttavia a prevalere l’ordinamento delle carte secondo sistemitradizionali (geografico, cronologico, per materia, per corrispondente, perrelatore, per tipologia documentaria).

L’evoluzione metodologica è legata alla nascita della registratura, ufficiodistinto dalla cancelleria, al quale è affidata la gestione dell’archivio.

Con il sistema della “registratura alla tedesca”, al termine della pratica lescritture non rimangano presso l’ufficio che le ha prodotte ma venganoconsegnate alla registratura che le organizza in base a un “piano”predeterminato.

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LE PRIME PUBBLICAZIONI ITALIANE DEDICATE AGLI ARCHIVI

Con la crescente importanza assegnata agli archivi in età moderna el’evolversi delle prassi di gestione, ben presto vengono pubblicati alcuniscritti dedicati in maniera specifica agli archivi.

Anche i principali scritti del ’600 dedicati agli archivi mostrano le differentisoluzioni sviluppate nel corso del tempo per la gestione degli archivi.soluzioni sviluppate nel corso del tempo per la gestione degli archivi.

Particolarmente fervido si dimostra il panorama italiano:

- De archivis liber singularis di Baldassarre Bonifacio 1632, ripubblicatodallo stampatore tedesco Madero nel 1666 nella raccolta Debibliotthecis atque archivis.

- Commentarius de archivis antiquorum di Albertino Barisone (primametà ’600).

- Il Methodus Archiviorum di Nicolò Giussani (1684).

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IL DE BIBLIOTHECIS DI MADERO (1666)

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IL DE ARCHIVIS LIBER SINGULARISDI BALDASSARRE BONIFACIO (1632)

Tra i numerosi scritti relativi allebiblioteche raccolti dallostampatore Madero, ne figura solouno dedicato in maniera specificaagli archivi, il De archivis libersingularis del giurista venezianoBaldassarre Bonifacio, pubblicatoper la prima volta a Venezia nelper la prima volta a Venezia nel1632 e dedicato al senatore Molino.

Bonifacio si riferisce alla gestionedegli archivi «antichi», dei qualiripercorre le vicende storiche,affermando che essi servono aconservare l’«historia … nontantum domesticorum, sed etiampublicorum eventuum» .

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L’ARCHIVIO PER BONIFACIO

Nel settimo capitolo dell’opuscolo, De utilitate archivorum, Bonifacio siesprime chiaramente su quali siano i vantaggi derivanti dalla buona tenuta diun archivio: «Nihil est enim ad instruendos atque edocendos homines utilius,nihil ad res obscuras eruendas atque illustrandas, nihil ad patrimoniaregnaque, ac demum privata ac publica omnia conservanda magisnecessarium, quam voluminum et monumentorum ac tabularum beneinstructa suppellex».

Riconosce il carattere di archivio anche a fondi non tradizionali: cordicelleRiconosce il carattere di archivio anche a fondi non tradizionali: cordicelleannodate che costituiscono gli “archivi” degli Incas.

Nel decimo capitolo, De religione archivorum, gli archivi pubblici vengonoequiparati a dei veri e propri santuari, in grado di conferire «plenam fidem» alladocumentazione custodita. Bonifacio conferma il carattere pubblico degliarchivi, nei quali devono confluire soprattutto gli «acta publica».

In merito al metodo di ordinamento delle scritture, Bonifacio si allinea alleprassi dell’epoca: «prius etiam loca partiri convenit, mox negotia, tandemquetempore».

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IL COMMENTARIUS DE ARCHIVISANTIQUORUM DI BARISONEAlbertino Barisone (Padova 1587-1659) ricopre cariche ecclesiastiche ecivili, per le quali soggiorna in città italiane ed estere, dove ha modo diconoscere gli archivi e le prassi seguite nelle diverse realtà. Conclude lapropria carriera con la nomina a vescovo di Capodistria(http://www.icar.beniculturali.it/biblio/pdf/DeArchivis/DeArchivis.pdf)

L’idea che sin dall’antichità gli archivi abbiano assunto una duplice valenzaL’idea che sin dall’antichità gli archivi abbiano assunto una duplice valenzadegli archivi, giuridica ed erudita, sposata da Bonifacio, è sostenuta ancheda Barisone nel De archivis antiquorum.

Gli archivi sono nati e vengono conservati come «memoria» e per scopi«giuridici», concetto che, secondo Barisone, era già ben presente nelmondo romano.

Bisogna tuttavia sottolineare che, in età moderna, spesso gli usi eruditidella documentazione si sposano con finalità pratiche e giuridiche: belladiplomatica. Esempio: dispute erudite tra protestanti e cattolici.

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IL METHODUS ARCHIVIORUMDI NICOLÒ GIUSSANI (1684)

Nel 1684 il milanese NicolòGiussani pubblica il Methodus perla gestione degli archivi, inparticolare ecclesiastici.

L’archivio è definito il «locus ubiacta publica reponuntur», ma siacta publica reponuntur», ma siparla anche di archivi di famiglia.

L’archivio assume «publica etprivata utilitas».

Anche Giussani propone metodo diordinamento tradizionale:geografico e per tipologia.

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LUDOVICO ANTONIO MURATORITra gli eruditi italiani del primo Settecento emerge la figura di LudovicoAntonio Muratori, bibliotecario e archivista del duca di Modena.

Autore e promotore di numerose opere erudite: Rerum italicarumscriptores (1723-1751), Antiquitates Italiae medii aevi (1738-1749), AnnalesItaliae (1744)

Definisce gli archivi come «politici magazzini per li tempi avvenire».

In particolare dedica agli archivi il XXV capitolo (De’ pubblici Archivi eIn particolare dedica agli archivi il XXV capitolo (De’ pubblici Archivi eNotai, e del Governo de’ Poveri) del suo noto trattato Della pubblica felicità(1749): gli archivi pubblici sono i «luoghi dove dee conservarsi copia di tuttigli strumenti, testamenti e contratti, che si fanno dai notai».

Pur non essendo un teorico dell’archivistica, si occupò di aspetti pratici(qualità dell’inchiostro e della carta, conservazione) che oggi afferisconoalla così detta archiveconomia.

Si serve della documentazione d’archivio per sostenere i diritti del ducasulle valli di Comacchio

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MARTINO DE COLLAMartino de Colla, originario del Marchesato del Finale, giunge a Milano intenera età e si laurea in legge a Pavia. Durante la Guerra di successionespagnola si reca a Barcellona e Vienna per scongiurare la vendita del Finaleai genovesi da parte di Carlo d’Asburgo (Carlo III di Spagna - imperatoreCarlo VI). Tornato a Milano diventa uno dei più fidati collaboratori delgran cancelliere Pirro Visconti.

Compilò più di venti dissertazioni storico-giuridiche, dedicate, in largaparte, alla difesa dei diritti imperiali sui territori italiani compresi neiparte, alla difesa dei diritti imperiali sui territori italiani compresi neiconfini “storici” dell’Impero: Riacquisto del Marchesato del Finale, Difesadei diritti imperiali su Parma e Piacenza, prerogative della CancelleriaSegreta, …

Negli stessi anni crea all’intero dell’Archivio Segreto molte seriearchivistiche “contingenti” nelle quali raccoglie documenti utili allacompilazione delle proprie dissertazioni: Ducato di Parma e Piacenza,Marchesato del Finale, Vertenza con il vescovo di Novara per la rivierad’Orta, …

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La diffusione del metodo di ordinamento per materia

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ORDINAMENTO PER MATERIA

Nel corso del Settecento si va diffondendo una nuova sensibilità verso lagestione delle scritture, strettamente legata alla razionalizzazione degli apparatiburocratici dello Stato e all’affermazione del potere assoluto del sovrano.

Presso gli enti che avevano gestito i propri archivi in maniera approssimativa, siavviano grandi operazioni di riordino della documentazione.

Soprattutto nei territori asburgici, si impone agli organi governativi e alle altreSoprattutto nei territori asburgici, si impone agli organi governativi e alle altremagistrature di ordinare i propri archivi secondo un piano (quadro di categoriepredeterminate).

Nello stabilire le classi e le sottoclassi del piano si propende perun’organizzazione delle scritture in base alla materia trattata.

Di norma, almeno sino alla fine del Settecento, queste operazioni avvengonopresso il soggetto produttore, che organizza un proprio archivio (locale/ufficio)al quale tutti gli uffici devono consegnare la documentazione prodotta.

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MILANO

Milano è il caso più noto di applicazione, nel corso del Settecento,dell’ordinamento per materia, che poi si evolverà nel così detto metodo diordinamento peroniano.

Le operazioni di ordinamento compiute a Milano, per volontà di MariaTeresa e Giuseppe II, sono funzionali alle riforme istituzionali.

Attraverso una buona gestione degli archivi è possibile scoprire gli abusiperpetrati dal patriziato milanese contro il “pubblico bene”.

Protagonista di gran parte di questi interventi è l’archivista Ilario Corte,esponente della schiera di riformatori lombardi su cui il cancelliere aulicoKaunitz fa affidamento.

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TORINO E CAGLIARIA Torino gli archivi sabaudi iniziarono a essere ordinati per materia sindall’inizio del ’700. Le Istruzioni stabilite da Carlo Emanuele III nel 1731impongono all’archivista di disporre i documenti nell’armadio nel quale siconservano tutte le scritture riguardanti «la medesima materia».

Lo stesso metodo di ordinamento è ancora in vigore nel corso dei primidecenni dell’Ottocento ed è utilizzato per riordinare sia la documentazionepregressa, caduta in disordine, sia quella corrente.

Anche l’antico Archivio Regio di Cagliari viene ordinato nel corso delSettecento secondo l’ordinamento per materia su disposizione dello stessoCarlo Emanuele III (1763).

Nella seconda metà del Settecento a Cagliari si assiste a un generalesmembramento dei fondi, con la creazione di miscellanee articolate incategorie.

A Cagliari il metodo per materia continuò a essere utilizzato almeno sinoalla metà dell’Ottocento.

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BOLOGNA, FIRENZE E SIENA

In altre realtà italiane l’ordinamento per materia è applicato in manieraparziale per la sistemazione di alcuni fondi o per periodi limitati di tempo.Alcuni esempi:

- Bologna - sostanziale rispetto dei fondi, ma gli archivi di variemagistrature cittadine sono organizzati per materia nel corso del XVIIIsecolo.secolo.

- Firenze - Nel corso degli anni Ottanta del Settecento l’archivista FilippoBrunetti organizza in 15 classi l’Archivio delle riformagioni, costituito dadocumentazione proveniente da diversi fondi. Tale metodo di ordinamentoprosegue sino alla metà dell’Ottocento. Anche l’Archivio mediceo vienediviso in sei grandi partizioni dette miscellanee.

- A Siena Cesare Scali negli anni Settanta del XVIII secolo inizia a disporreper materia l’Archivio delle riformagioni, ma il progetto non si concretizza.

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Il metodo di ordinamento peroniano

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ARCHIVI DI CONCENTRAZIONE NEL ’700

Nella seconda metà del Settecento in molte realtà italiane ed europee si assiste auna nuova proliferazione di archivi di concentrazione: Torino (1720); Vienna(1749); Bruxelles, Budapest, Zagabria, Mantova (1762); Venezia (1770); Milano(1781).

Le motivazioni che portano alla creazione di questi istituti, tuttavia, sonocompletamente diverse da quelle viste per il Cinquecento.

Con il progredire delle riforme istituzionali imposte dai sovrani, moltemagistrature di antico regime vengono soppresse.

Gli uffici di nuova istituzione, che ereditano parte delle competenze degli organisoppressi, hanno ancora bisogno di consultare le scritture per poter svolgere lapropria attività.

Si creano nuovi archivi di concentrazione, posti al servizio dei diversi ufficidell’amministrazione pubblica. Si tratta di istituti già molto simili,nell’organizzazione, agli attuali Archivi di Stato.

Per lo più i fondi concentrati rimangono tra loro distinti, ma in alcuni casivengono avviate grandi operazioni di ordinamento che portano alla creazione digrandi miscellanee.

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CARATTERISTICHE GENERALI

Prende il nome da Luca Peroni, archivista attivo a Milano dal 1770 al 1832,direttore dell’Archivio Governativo di Milano dal 1796 al 1800 e dal 1818 al1832.

Il metodo di ordinamento peroniano prevede la fusione in un unico fondo diarchivi posti in essere da diversi soggetti produttori e concentrati in ununico istituto.unico istituto.

Ordinamento dei documenti in base alle materie trattate, sull’esempio diquanto aveva realizzato nell’Archivio Segreto di Milano il già ricordato IlarioCorte, con il quale Peroni collabora dal 1770 al 1786

Si assiste dunque all’applicazione del metodo per materia per la gestione diun archivio di concentrazione. Non sono più i fondi prodotti da uffici dellostesso ente a essere riuniti e ordinati, ma archivi prodotti da enti differenti.

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NATURA DEI SOGGETTI PRODUTTORI E ARTICOLAZIONE DELLE MATERIE

Per Peroni esistono almeno 5 tipologie di archivi: governativi, giudiziari,luoghi pii, amministrativi, pubblici (notarili). Egli si oppone alla fusione diarchivi non appartenenti alla stessa tipologia.

Le materie secondo cui organizzare le scritture sono modellate sullecompetenze dei soggetti produttori.

Il piano secondo cui il nuovo fondo viene organizzato è caratterizzato dauna disposizione gerarchica delle materie: titoli dominanti, titoli subalterni,classi e sottoclassi, provvidenze generali e occorrenze particolari.

La consultazione del fondo avviene attraverso un vero e proprio vocabolario,che sostituisce l’inventario. Secondo Peroni l’organizzazione delladocumentazione per materia rende le ricerche dei documenti così semplice,da rendere inutili i tradizionali strumenti prodotti dagli archivisti (elenchi,repertori, inventari, rubriche).

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GOVERNATIVI(Atti di Governo)

Luoghi Pii

Militare

Polizia

Popolazione

Potenze Estere

Potenze Sovrane

LUOGHI PII(Quattro Marie)

Acque

Agricoltura

Albinaggio

Araldica

Censo

Commercio

Fondazione

Benefici Ecclesiastici

Censi e Redditi

Crediti

Debiti

Doti

Sanità

Spettacoli Pubblici

Strade

Studi

Tesoreria

Trattati

Tribunali

Vittuaria (o Annona)

Confini

Culto

Esenzioni

Feudi Camerali

Feudi Imperiali

Finanze

Fondi Camerali

Giustizia Civile

Giustizia Punitiva

Elemosine

Eredità

Fondi e Case

Collegio Cazzaniga in Pavia

Scuole Grassi in Milano

Legati

Livelli

Vari

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NATURA DEI SOGGETTI PRODUTTORI E ARTICOLAZIONE DELLE MATERIE

Il fondo milanese Atti di Governo rappresenta il classico esempio diapplicazione del metodo di ordinamento peroniano.

Realizzato presso l’Archivio Governativo di Milano da Peroni e i suoisuccessori, contiene documentazione proveniente da circa quaranta organie uffici milanesi attivi tra la fine del XV secolo e la prima metà del XIXe uffici milanesi attivi tra la fine del XV secolo e la prima metà del XIXsecolo.

La documentazione è organizzata in titoli dominanti e in classi sempre piùdettagliate (vedere elenco precedente).

Nasce per motivazioni pratiche: le riforme teresiane e giuseppine portanoalla soppressione di quasi tutte le antiche magistrature del Ducato diMilano, con la concentrazione dei rispettivi archivi nell’ex collegio gesuiticodi San Fedele.

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BIBLIOGRAFIA

OBBLIGATORIA

E. LODOLINI, Storia dell’archivistica italiana, 2001, Capitoli 8 - 10 – 11 -12.

APPROFONDIMENTI

M. LANZINI, «Quale miglior archivio? Quale archivista migliore?». Ilnuovo metodo di riordinazione degli archivi di governo ideato da LucaPeroni, in «Archivi», 2015, n. 2, pp. 7-61.