Storia Contemporanea sabbatucci vidotto

38

Click here to load reader

description

un sunto efficiente dal 1948 ad oggi.

Transcript of Storia Contemporanea sabbatucci vidotto

  • LE RIVOLUZIONI DEL 1848UNA RIVOLUZIONE EUROPEANel 1848 gran parte dell'Europa orientale (Francia, Italia, Impero asburgico, Confederazione germanica) fu invasa da una crisi rivoluzionaria. Ad eccezione della Russia (a causa dell'arrettratezza della societ civile e della repressione che impediva la ricolta) e della Gran Bretagna (nonostante il sistema politico non lo impedisse). I paesi in cui vi fu la crisi erano accomunati dalla situazione economica (in Europa nel 1846-47 vi fu una crisi economica che caus miseria, carestie e disoccupazione), dalla attesa di un nuovo grande sommovimento rivoluzionario, richiesta di libert politiche e di democrazia (in Italia, in Germania e nell'Impero asburgico) e dalla emancipazione nazionale. Tutte queste giornate rivoluzionarie iniziarono con dimostrazioni popolari nelle diverse capitali e sfociarono in scontri armati. La novit delle rivoluzioni del 1848 consiste nella partecipazione delle massi popolari e nella presenza di obiettivi sia sociali che politici. Il testo base della rivoluzione proletaria era il Manifesto ei comunisti di Marx ed EngelsLA RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO IN FRANCIAil centro principale del moto rivoluzionario fu la Francia in cui vi era la monarchia liberale di Luigi Filippo d'Orleans, la quale aveva imposto dei limiti sempre meno tollerabili e conduceva una politica ultramoderata. Per tale motivo si form un opposizione in cui erano presenti i lberali progressisti, i democratici, i bonapartisti, i socialisti e parte dell'opinione pubblica cattolica e legittimista. Obiettivo dei democratici era il SUFFRAGGIO UNIVERSAE (secondo cui tutti i cittadini maschi potevano votare) in modo da poter rislvere i problemi sociali del Paese. I democratici si riunivano in BANCHETTI ovvero delle riunioni private che eludevano i divieti governativi. La scintilla che fece innescare la crisi rivoluzionaria fu il divieto di un banchetto previsto per il 22 febbraio a Parigi. Da ci ne consegu una ribellione da parte di lavoratori e studenti parigini. La Guardia Nazionale anzich difendere la monarchia liberale di Luigi Filippo d'Orleans, si alle con la protesta, in quanto essa salvaguardava gli interessi della borghesia cittadina. Tale ribellione non fu placata e dopo 2 giorni il 1 ministro venne destualizzato e Luigi Filippo abbandon Parigi. Si form subito un governo provvisorio a prevalenza democratica in cui per la prima volta vi erano anche 2 socialisti: il politico Louis Blanc e l'operaio Alexandre Martin. Il governo della Seconda Repubblica: abrog ogni limitazione alla libert di riunione e stampa; abol la pena di morte per reati politici; si impegnava a rispettare l'equilibrio dell'europa rinunciando a portare la rivoluzione oltre i confini francesi; venne stabilito che in una giornata si poteva lavorare 11 ore; venne affermato il principio di diritto al lavoro e per tale motivo vennero create delle officine nazionali che impiegavano i disoccupati in imprese di pubblica utiit alle dipendenze del Ministero dei Lavori pubblici. Questo intervento dello Stato non venne considerato positivamente dai moderati perch incompatibile con i principi del liberalismo economico. Il 23 Aprile 1848 ci furono le elezioni a suffraggio universale per l'Assemblea Costituente e vinsero i REPUBBLICANI MODERATI e i socialisti venneor esclusi. Il 15 maggio il popolo parigino manifest per appoggiare i democratici, ma tale manifestazione venne repressa dalla Guardia Nazionale e molti capi della sinistra furono arrestati. Un mese dopo il governo chiuse le officine nazionali e obblig i disoccupati ad arruolarsi, il popolo si ribell ma venne sedato con la violenza. La repessione della rivolta segn la fine dell'ondata rivoluzionaria europea e all'interno della Francia. Nel mese di Novembre l'Assemblea costtuente approv una costituzione democratica (ispirata al modello statunitense) che prevedeva un presidente della Repubblica eletto dal popolo ogni 4 anni e un'unica Assemblea legislativa eletta sempre dal popolo. Il 10 dicembre del 1848 ci furono le elezioni presidenziali i cui candidati erano: CAVIGNAC per i repubblicani moderati; LEDRU-ROLLIN per i repubblicani progressisti; LUIGI NAPOLEONE BONAPARTE per la desta conservatrice. Vinse quest'ultimo anche per la forza del suo nome.LA FRANCIA DELLA SECONDA REPUBBLICA AL SECONDO IMPEROCon le elezioni del 13 maggio 1849 per la nuova Assemblea legislativa, si afferm alla Camera una maggioranza clerico-conservatrice. Tra le prime decisioni del governo ci fu quella di correre in difesa del papato contro la Repubblica romana. Nel 1850 venne varata sia una legge che consentiva alla Chiesa di controllare l'istruzione scolastica e universitaria sia una legge che privava del voto elettorale ai nullatenenti. Nel luglio 1851 la Camera si rifiut di modificare un articolo della Costituzione che impediva la rielezione di un presidente alla scadenza del mandato. Ci avvenne perch la maggioranza moderata riteneva che Bonaparte stesse rafforzando il potere personale. Il 2 dicembre del 1851 ci fu un colpo di Stato in quanto Bonaparte con l'aiuto dell'esercito sciolse la Camera. Nello stesso mese, un plebiscito a suffragio universale approv l'operato di Bonaparte e gli attribu il compito di redigere una nuova costituzione. Questa venne varata il mese successivo e stabiliva una durata decennale del mandato presidenziale. Nel dicembre del 1852 ci fu un altro plebiscito che abol la Repubblica e sanc la Restaurazione dell'Impero. Luigi Napoleone assunse il nome di Napoleone III con il diritto di trasmettere il suo titolo ai suoi eredi.LA RIVOLUZIONE DELL'EUROPA CENTRALENel mese di marzo il moto rivoluzionario si propag all'impero asburgico, agli Stati Italiani e alla Confederazione germanica. Diversamente da quanto era accaduto in Francia, lo scontro era fra la borghesia liberale (appoggiata da una buona parte delle classi popolari) e le strutture politiche dell'assolutismo. Il 1 episodio insurrezionale avvenne a Vienna il 13 marzo ma venne represso dall'esercito. Ma il regno di Ferdinando I fu costretto ad allontanare il cancelliere Metternich il quale rappresentava l'et della Restaurazione e aveva avuto il potere per 40 anni. A maggio l'imperatore Ferdinando I fu costretto ad abbandonare Vienna e dovette convocare un Parlamento dell'Impero a suffragio universale. A PRAGA, dove si era formato un governo prvvisorio fu convocato un congrasso di tutte le popolazioni slave dell'Impero che chiedevano maggiore autonomia; a pochi giorni dall'apertura del congresso, scoppiarono degli incidenti fra la popolazione e l'esercito dando in tal modo, alle truppe imperiali il pretesto per intervenire. La capitale boema venne bombardata e il governo ceco venne sciolto. In UNGHERIA sotto la guida di Lajoj Kossuth venne creato un governo nazionale per agire in modo autonomo da Vienna ( si approfittarono del momento di crisi). A suffragio universale venne eletto un nuovo parlamento, venne abolita la servit della gleba in tutte le regioni dell'impero. L'Impero Asburgico per venire a capo della secessione si approffit della rivalit che c'era tra gli Slavi del Sud (Croati) e i Magiari. I MAGIARI volevano riunire in unico regno tutti quei territori slavi chein passato avevano fatto parte del regno magiaro. Gli SLAVI DEL SUD si schierarono con l'Impero Asburgico in quanto gli permetteva di conservare un'identit nazionale. Josip Jelaia fu nominato governatore della Croazia e con il suo esercito enro in Ungheria unendosi alle truppe imperiali. L'impero austriaco per momentaneamente dovette abbandonare l'Ungheria perch a Vienna scoppi una rivolta ed era necessario richiamare l'esercito presente in Ungheria. La rivolta che scoppi a Vienna consisteva nell'impedire la partenza di nuove truppe per il fronte. Tale rivolta venne sedata. Poco dopo Ferdinando I abdic in favore di suo nipote Francesco Giuseppe che nel marzo dell'anno successivo sciolse il Reichstag e concesse una costituzione moderata che prevedeva un Parlamento eletto a suffraggio limitato e riaffermava la struttura centralistica dell'Impero. L'assemblea di Francoforte si blocc sulla questione nazionale, in quanto era divisa tra sostenitori della GRANDE GERMANIA (secondo cui tutti gli Stati germanici si dovevano

    kosRIASSUNTISDF

  • unificare intorno all'Austria imperiaele) e sostenitori della PICCOLA GERMANIA (secondo cui lo Stato nazionale dovea costruirsi sul nucleo principale del Regno di Prussia. Vinse l'ipotesi della PICCOLA GERMANIA ma quando al re di Prussia gli venne offerta la corona imperiale, questi la rifiut perch offerta da un'assembea nata da un moto rivoluzionario. Questo rifiuto segn la fine dell'Assemblea di Francoforte.LA RIVOLUZIONE IN ITALIA E LA PRIMA GUERRA DI INDIPENDENZALe correnti politiche, nella rivoluzione del 1848 in Italia, avevano come obiettivo la concessione di costituenti (o statuti) ondata sul sistema rappresentativo. In seguit alla sollevazione di Palermo nel gennaio del 1848, Ferdinando II di Borbone annunci la concessione di una costituzione nel Regno delle 2 Sicilia. In seguito dovettero fare lo stesso Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana e Pio IX. Tali costituzioni avevano carattere moderato ed erano ispirate al modello francese. Quella pi importante quella di Carlo Alberto e prevedeva: una CAMERA DEI DEPUTATI (che potevano essere votati da una ristretta minoranza di cittadini di censo elevato); un SENATO (composto da elementi scelti dal re); un GOVERNO (che doveva dipendere dalle decisioni del sovrano). Successivamente a Venezia insorse una manifestazione popolare che impose al governatore austrac di liberare alcuni detenuti politici, tra cui il capo dei democratici: DANIEL MANIN. Dopo pochi giorni, in seguito a una rivolta degli operai dell'Arsenale militare, i reparti austriaci dovettero arrendersi. Venne fatto un governo provvisorio presieduto da Manin e venne proclama lata la costituzione della Repubblica Veneta. Dopo 5 giorni d'insurrezione gli austriaci vennero cacciati anche da Milano, in cui la operazione fu guidata da Carlo cattaneo. Diverse regioni chiesero a Carlo Alberto di capeggiare il movimento antiustriaco. Cos il Piemonte dichiar guerra all'Austria. Vi era un'agitazione patrittica e per non destabilizzare il loro trono Ferdinando II di Napoli, Leopoldo II di Toscana e Pio IX decisero di unirsi alla guerra antiaustriaca inviando le loro truppe che partirono assieme a molti volontari. La guerra austro-piemontese assumeva l'aspetto di una guerra d'indipendenza nazionale. Questa fonte nazionale per si sgretol. Infatti di fronte all'evidente mira espansionistica di Carlo Alberto, il papa Pio IX ritir le sue truppe perch era preoccupato di vedersi coinvolto in uno scontro con una potenza cattolica. Successivamente stessa cosa fecero il Granduca di Toscana e Ferdinando di Borbone. Il regno sabaudo alla fine si ritrov solo ad affrontare l'esercito austriaco anche se alcuni vennero in soccorso dal Sud America: GIUSEPE GARIBALDI. Le truppe sabaude vennero sconfitte alla fine del mese di luglio a CUSTOZA (Verona) e si ritirarono oltre il Ticino. Il 9 agosto fu firmato l'armistizio con gli austriaci.CRITICA A CARLO ALBERTOA Carlo Alberto venne molto criticata la sua incertezza a scendere in campo contro l'Austria: egli infatti varc i confini lomabardi solo dopo un esito positivo dell'insurrezione milanese e gli austriaci erano stati costretti ad abbandonare la citt. Dichier guerra il 23 marzo non nascondendo di voler ampliare i suoi domini.LOTTE DEMOCRATICHE E RESTAURAZIONE CONSERVATRICEDopo la sconfitta del Piemonte rimasero a combattere contro l'Impero Asburgico solo i democratici italiani e gli ungheresi. La maggioranza della popolazione italiana rimase estranea e ostile alle loro battaglie. Nell'autunno del 1848 la situazione in Italia era: SICILIA (sotto il controllo dei separatisti con un proprio governo e una propria costituzione democratica); VENEZIA (era in mano agli insorti); TOSCANA (il granduca dovette accettare un governo di stampo democratic); ROMA (in seguito all'uccisione del 1 ministro del Pontefice il papa fugg a Gaeta sotto la protezione di Ferdinando di Borbone. I democratici si approffitarono di ci per conquistare Roma).Nel gennaio del 1849, in tutti i territori dell'ex Stato pontificio, venne eletta a suffraggio universale una Assemblea costituente. Fra i molti eletti democratici c'erano anche Mazzini e Garibaldi. Nel mese successivo l'Assemblea annunci la decadenza del potere temporale e proclam la Repubblica romana. Il governo democratico toscano rovesci Leopoldo II che fugg e il potere pass nelle mani del triumvrato composto da Montanelli, Guerrazzi e Mazzoni. Carlo Alberto, stretto tra le pressioni dei democratici piemontesi e le pesantissime condizioni del pace impostagli dall'Austria, dichier nuovamente guerra. Questa volta la reazione austriaca fu immediata ed' Carlo Alberto, per non mettere in pericolo la continuit dinastica abdic a favore del figlio Vittorio Emanuele II. Quest'ultimo il giorno dopo firm un nuovo armistizio con gli austriaci. Gli austriaci successivamente presero d'assedio Venezia; i territori emiliano-romagnoli e marchigiani dello Stato pontificio furono occupati; la Repubblica toscana venne abbattuta. Invece Ferdinando re di Borbone riusc a conquisatre la Sicilia. Dopo questa disfatta Pio IX si appell a tutte le forze cattoliche perch abbattessero la Repubblica romana. Alla sua chiamata ader la Spagna, l'Austria, il Regno di Naoli, la Repubblica francese. In giugno un corpo di spedizione francese attacc Roma ma poco prima della resa l'assemblea costituente procam la Costituzione della Repubblica Romana in cui venia sottolineata la laicit dello Stato ma nonostante il Papa era libero di esercitare la sua missione religiosa. Dopo la fine della Reppublica romana l'unico focolaio acceso era l'Ungheria anche grazie all'aiuto dello zar di Russia Nicola I il quale era preoccupato di questo focolaio rivoluzionario vicino al suo impero. Infine capitol anche Venezia.

    6.1 Il capitalismo a una svolta: concentrazioni, protezionismo, imperialismo. Lultimo trentennio dellOttocento vide delle enormi trasformazioni delleconomia capitalistica, che diedero vita alla seconda rivoluzione industriale. Nel 1873 scoppi una improvvisa crisi di sovrapproduzione (non recessione, solo rallentamento), risultato delle mutazioni organizzative e delle innovazioni tecnologiche, che permisero di abbassare i costi di produzione. Vi fu un rallentamento globale dei ritmi produttivi, che assunse forme e durate diverse. Il commercio continu regolare e il livello di vita in media crebbe, essendo aumentato il potere di acquisto. Gli imprenditori, di fronte alle nuove dinamiche presentate dal mercato e alla concorrenza sempre pi accanita, cercarono soluzioni al di fuori dei canoni liberisti grandi consociazioni (holdings), consorzi (cartelli o pools), concentrazioni tra imprese indipendenti (trusts): queste ultime potevano essere orizzontali (se associavano aziende operanti nel medesimo settore) o verticali (diverse fasi di lavorazione del prodotto), e spesso sfociavano in regimi di monopolio (la Standard Oil di John Rockefeller). Naturalmente le banche giocarono un ruolo fondamentale, essendo le uniche in grado di garantire costanti flussi di capitale di investimento compenetrazione tra banche e imprese (capitalismo finanziario secondo i marxisti) fu il motore del sistema economico. Vi fu una maggiore ingerenza statale nelleconomia, che sfoci in misure protezionistiche molto severe (dazi doganali), che dovevano favorire la produzione interna limitando IMP. Unica eccezione: GB, che fu doppiamente danneggiata, vedendo da un lato ridursi gli sbocchi di mercato per le sue merci, dallaltro la crescita delle imprese straniere industrie tedesche e statunitensi (specializzate nelle nuove branche dellindustria) superarono quelle inglesi. Londra reag intensificando scambi con colonie: la corsa ai nuovi mercati di sbocco e alle materie prime non fu prerogativa inglese et dellimperialismo.6.2 La crisi agraria e le sue conseguenze. Il settore pi colpito dalla crisi di fine Ottocento fu quello agricolo; lagricoltura europea restava frenata da squilibri impressionanti: se infatti in gran parte dellEuropa occidentale le innovazioni agricole

    kosRIASSUNTISDF

  • (fertilizzanti chimici, rotazione, nuove colture, meccanizzazione) davano gi i loro frutti, nella fascia mediterranea del continente il latifondo e larretratezza delle attrezzature inchiodavano la produzione su livelli bassissimi. Quando i prodotti della nuova agricoltura americana (ogni contadino del Midwest poteva arrischiarsi ad investire) raggiunsero i mercati europei, i prezzi crollarono bruscamente, mandando in rovina numerose aziende agricole disoccupazione, fame, miseria tensioni sociali e movimenti migratori, soprattutto verso gli Stati Uniti (con il passare degli anni emigravano per lo pi latini e slavi, non pi tedeschi, inglesi e irlandesi). La crisi agraria spinse i governi ad imboccare la via del protezionismo, che pur tamponando parzialmente gli effetti del tracollo ebbe costi sociali altissimi: danneggi i consumatori e procrastin ulteriormente lammodernamento delle tecniche il generale declino del settore agricolo era ormai inarrestabile.6.3 Scienza e tecnologia. La seconda rivoluzione industriale fu diversa dalla prima, in quanto fece sentire i suoi effetti su unarea pi vasta ed ebbe una diffusione pi capillare, facendo un uso continuo della scienza e dei suoi grandi personaggi (Hertz, Marconi, Edison..), le cui scoperte mutarono le abitudini e i comportamenti futuri di milioni di persone (ascensore, telefono, lampadina, grammofono, pneumatici, bicicletta, tram elettrico, automobile, macchina da scrivere). Era il trionfo della scienza, e un legame inscindibile nasceva tra essa e la tecnologia e tra la tecnologia e la produzione quindi tra scienza e economia.6.4 Le nuove industrie. I rinnovamenti tecnologici pi interessanti si concentrarono in industrie giovani, come la chimica e la produzione dellacciaio, insieme al settore elettrico. Lacciaio inizi ad essere utilizzato su larghissima scala, quando grazie a nuove tecniche fu possibile produrne in grandi quantit a prezzi inferiori fu utilizzato nei campi pi disparati, dalle rotaie dei treni alle corazze delle navi da guerra; se ne serv molto lingegneria civile (1889: Tower Building di NYC e la Tour Eiffel parigina). Anche la chimica fece passi da gigante, legandosi agli altri settori con un rapporto causa-effetto alluminio, coloranti artificiali, fibre tessili nuove, pneumatici, dinamite di Nobel. Grande utilit ebbe nella produzione dei prodotti intermedi (acido solforico, soda) e nello sviluppo dei settori farmaceutico e alimentare: per la prima volta nella storia fu possibile conservare cibi deperibili e trasportarli a grande distanza dai luoghi di produzione.6.5 Motori a scoppio ed elettricit. Macchina a vapore e carbone stanno alla prima rivoluzione industriale come motore a scoppio ed elettricit stanno alla seconda. Il motore a scoppio fu studiato dagli anni 50 in avanti, e le prime automobili arrivarono nel 1885, ma fu solo nel periodo della IGM che la produzione in serie prese piede estrazione del petrolio, molto costoso, anche se utile il carbone restava combustibile pi usato. Altra grande protagonista del periodo fu lelettricit: dalla pila di Volta alle dinamo ai motori elettrici, questa forma di distribuzione della energia si fece largo nel mondo, culminando nel 1879 con linvenzione della lampadina da parte di Edison. Nacquero cos centrali termiche, che permisero per la prima volta lilluminazione pubblica elettrica, e non a gas. Presto si cominci a fare ricorso alla potenza dellacqua e vennero costruite numerose centrali idroelettriche. Il settore elettrico svolse un ruolo di primo piano nella modernizzazione ed ebbe effetti incredibili sullinter societ (illuminazione e trasporti, ad esempio, ma anche telefono, grammofono e cinematografo).6.6 Le nuove frontiere della medicina. Rimasta immobile per secoli, in questo periodo anche la medicina sub delle evoluzioni profonde, poggianti su quattro cardini fondamentali: 1) la diffusione delle pratiche igieniste strategie di prevenzione e contenimento delle malattie epidemiche attraverso un azione sullambiente, non lindividuo; 2) lo sviluppo della microscopia ottica (Koch e Pasteur) e la successiva scoperta dei microrganismi responsabili di alcune malattie infettive; 3) i progressi della chimica e della farmacologia nuovi farmaci (pratica della anestesia chirurgica, scoperta dellaspirina e del Ddt); 4) nuova ingegneria sanitaria osservazione sistematica del malato, seguito ora in grandi policlinici organizzati.6.7 Il boom demografico. La rivoluzione tecnologica non miglior solo la qualit della vita, ne aument anche la durata media: i progressi di medicina e igiene, gli sviluppi dellindustria alimentare, la quasi totale eliminazione delle epidemie e delle carestie port la vita delluomo europeo a durare in media circa 50 anni, dai 40 della met dellOttocento. La popolazione europea crebbe del 60% in cinquantanni, quella americana quadruplic. Ma alla caduta della mortalit si accompagnava anche una diminuzione della natalit, tendenza spesso riscontrata nei paesi pi sviluppati economicante, sintomo di un atteggiamento nuovo che mira a programmare razionalmente la famiglia e il suo futuro. Europa: 425 milioni di abitanti. Nord America: 80 milioni di abitanti.

    7 - Imperialismo e colonialismo.

    7.1 La febbre coloniale. Le potenze europee sul finire dellOttocento e in un brevissimo lasso di tempo costituirono degli immensi imperi coloniali, ampliando i loro possedimenti doltremare: ma non era la colonizzazione tradizionale, erano invece a sfruttamento economico e ad assoggettamento politico che le colonie e i protettorati erano esposti. Non solo GB e Francia, ma furono colti dalla febbre coloniale anche Germania, Belgio, Italia, e poi Giappone e USA. Ben presto gran parte dellopinione pubblica e della classe dirigente si faceva fautrice del colonialismo, che divenne preoccupazione primaria dei governi, mentre nei decenni precedenti era stata prerogativa privata. Motivazioni economiche: materie prime a basso costo, sbocchi commerciali, investimenti ad alto profitto; ma accanto a queste (comunque relative, visto che in realt pochissimo si investiva nelle colonie e la maggioranza dei commerci avveniva tra paesi industrializzati) vi erano motivazioni politico-ideologiche, che avevano le loro radici nella cultura positivista, nel nazionalismo, nel razzismo, persino nello spirito missionario. In particolare la GB aveva lidea del fardello delluomo bianco, che in quanto superiore deve redimere i popoli selvaggi. Era un paternalismo non privo di una componente positivista e umanitaria, ispirato e stimolato dalle avventure dei grandi esploratori, da Livingstone a Burton e Speke che scoprirono le sorgenti del Nilo. Alla fine del processo di espansione, il mondo era totalmente spartito in imperi e zone di influenza.7.2 Colonizzatori e colonizzati. LEuropa esport spesso nelle colonie la sua parte peggiore: la violenza era sistematica contro i locali, vittime di crudelt inaudite e massacri indicibili; dal punto di vista economico vi furono molte migliorie apportate dai colonizzatori (come nuovi appezzamenti coltivati, nuove tecniche agricole, nuove attivit produttive), ma questo processo di sviluppo era in funzione dellinteresse degli europei, che in pratica non facevano che mettere in opera uno sfruttamento coloniale, che modific i sistemi economici locali basati su autoconsumo e commerci interni e fece passare le popolazioni ingidene dalla povert al sottosviluppo. La cultura, per quanto i modelli coloniali fossero molto diversi gli uni dagli altri (gli inglesi erano rispettosi dei locali, i francesi per niente), fu brutalmente alterata o distrutta dallarrivo dei colonizzatori, soprattutto dove vi erano sistemi sociali meno organizzati (Africa nera, mentre Asia e Africa settentrionale si difesero meglio). Per contro, sul piano politico gli europei portarono al risveglio dei nazionalismi locali.

    kosRIASSUNTISDF

  • 7.3 Lespansione in Asia. La presenza europea in Asia era gi consolidata da tempo, ma nel 1869, con lapertura del canale di Suez (controllato da Parigi e Londra), questa corsa allOriente divenne ancora pi febbrile; le direttrici rimasero le stesse: UK consolida il dominio sull India (la sua perla, anche se possiede anche Ceylon, Hong Kong, Singapore), la Francia prosegue la sua penetrazione in Indocina, lImpero russo spinge su Estremo Oriente e Asia centrale. Intanto ai portoghesi Macao e Goa. Agli spagnoli le Filippine. Agli olandesi lIndonesia. India: risorsa incommensurabile per Londra, grande mercato di sbocco; era una enorme nazione gestita dalla Compagnia delle Indie orientali. Nonostante gi un secolo di presenza inglese la societ indiana non era cambiata molto: agricoltura poverissima reggeva leconomia, sistema di caste, industria cotoniera locale distrutta da concorrenza brit, potere centrale Moghul ridicolmente debole. I brits tentarono occidentalizzazione e modernizzazione appoggiandosi al sistema sociale gi esistente per ci sono reazioni: dopo la rivolta del Sepoys, la Compagnia delle Indie abolita e la colonia amministrata dal vicer. Ristrutturazione del sistema, basata sulla collaborazione tra inglesi ed elementi indigeni fedeli alla corona (indirect rule), le ferrovie permisero controllo militare pi capillare. Vittoria proclamata imperatrice dIndia nel 1876. Come per emulare i brits, i francesi iniziano la penetrazione in Indocina, di religione buddista e divisa in regni orbitanti attorno alla Cina: Annam, Siam e Cambogia. Inizialmente era solo una presenza commerciale in alcune basi, poi col pretesto di difendere i missionari arriva lintervento militare prima fase: 1862, occupazione Cocincina; 1863, protettorato sulla Cambogia. Seconda fase, anni 80: dopo tre anni di guerra con Cina annettono tutto Annam. La rispettiva paura spinse Francia e GB ad occupare rispettivamente Laos e Birmania e a stabilire come stato-cuscinetto il Siam. A nord, invece, gli inglesi erano minacciati dalla Russia, che si spingeva da un lato verso EO e il Pacifico attraverso la Siberia (che in 50 anni vide raddoppiata popolazione e una crescita produttiva considerevole, ad opera dello stato): alcune regioni furono cedute dalla Cina, 1860, anno di nascita di Vladivostok, sul Mar del Giappone. 1867: Alaska ceduta a USA. 1891: avvio costruzione Transiberiana Mosca-Vladivostok. Entro l85, in Asia Centrale, lo zar conquist il Turchestan, zona fondamentale guerra per procura con GB attraverso le trib locali. 1885: accordo = Afghanistan indipendente, ma sotto influenza brit. Nel Pacifico si espandevano GB e Germania, ma si affacciavano anche USA e Giappone. Questultimo mosse guerra alla Cina nel 1894, la sconfisse di brutto e si fece cedere Corea e Formosa. Indebolimento della Cina giov agli europei. Il rischio di disfatta imperiale spinse in Cina alla nascita di un movimento conservatore, nazionalista e xenofobo, i boxers, che volevano ripristinare lantico ordine cercando di scacciare gli stranieri, oggetto di continue violenze 1900: USA e Giappone intervennero e Pechino fu occupata. Ma la Cina non si poteva spartire, a causa del nazionalismo fortissimo, la cui sconfitt apr la strada ad un movimento democratico e occidentalizzante.7.4 Le origini dellimperialismo americano. USA non potevano attuare il colonialismo di stampo europeo senza tradire i loro principi di nazione nata da una rivolta coloniale colonialismo informale, ovvero controllo economico attraverso EXP. Alcuni volevano lesportazione dei principi americani. Dure direttrici: Pacifico, continuazione della corsa allOvest, e America Latina, su cui secondo una aggiornata dottrina Monroe si esercita un controllo economico e una tutela politica. 1895: intervento a Cuba, a supporto dei locali contro la presenza spagnola. Una corazzata affondata il casus belli Spagna sconfitta deve cedere Porto Rico e le Filippine. Nel Pacifico furono annesse le Hawaii, fondamentale punto di appoggio per le rotte ocenaniche in pochi mesi USA si erano affacciati sul mondo con forza.7.5 La spartizione dellAfrica. Le antiche civilt africane erano un ricordo allarrivo degli europei, debellate da guerre, decadenza commerciale e schiavit, prima islamica poi europea: antichi regni del Ghana e del Mali erano scomparsi, cerano solo potentati locali e diverse trib; elemento coesivo: Islam. Etiopia: impero compattamente cristiano. Alcuna coesione invece nellAfrica centrale e meridionale: societ tribali disaggregate e funestaste da guerre intestine sanguinosissime (zulu). I primi atti dellespansione sono nel 1881 loccupazione francese della Tunisia e nel 1882 quella inglese dellEgitto, entrambe formalmente ottomani. Paesi in cui modernizzazione era fallita: per evitare la bancarotta UK e Fr li occupano. Parigi entra dallAlgeria e impone protettorato a Tunisi reazione in Egitto, dove Arabi Pasci nazionalista inizia una rivolta antieuropea, sedata poi dagli inglesi che occupano il Paese. DallEgitto si lanciano contro il Mahdi del Sudan, integralista islamico fautore di una teocrazia guerra santa, sedata da Londra solo nel 1898. Azione unilaterale brit Francia se la prende rivalit ventennale e corsa alla conquista dellAfrica nera. Contrasti nel bacino del Congo, dove Leopoldo II con scuse umanitarie crea una colonia personale in pratica (minerali del Katanga). Lite con Portogallo per la foce del Congo Conferenza di Berlino, 1884-85, stabil i principi della spartizione dellAfrica: effettiva occupazione, ma questa peggior le cose e acceler la corsa. Spartizione totale: Congo a Leopoldo, Togo e Camerun a Germania, Niger basso a GB mentre la Francia dopo dieci anni di guerra con islamici riusc a controllare immensi territori, per lo pi desertici, che andavano dallAtlantico al Sudan e dal Congo al Mediterraneo. Londra si concentra sullAfrica orientale, importante per lOceano Indiano; tra 1885 e 1895 partendo dal Capo risalgono fino allo Zambesi e al lago Nassa, prendono Kenya e Uganda volevano un collegamento nord-sud lungo lasse nilotico dal Capo al Cairo, impossibile per il Tanganika tedesco; in cambio hanno Zanzibar. Incidente di Fashoda, Sudan, tra GB e Fr: niente guerra perch Parigi desiste. Inizio Novecento: Africa tutta spartita, con confini arbitrari e sballati, che saranno gli stessi delle indipendenze. Allora restavano liberi e autonomi Liberia, Etiopia, Marocco e Libia. 7.6 Il Sud Africa e la guerra angle-boera. Caso particolare di conflitto tra una potenza coloniale europea e un nazionalismo locale europeo. Boeri, discendenti dei contadini olandesi del Seicento stanziatisi al Capo di Buona Speranza, era caduti sotto il dominio inglese quando Londra ottenne la colonia del Capo. Inizialmente fuggirono verso lOrange e il Transvaal, finch non vi furono scoperti i diamanti. GB di nuovo interessata: politica aggressiva di Cecil Rhodes, fautore del grande ordine inglese in Africa e dellasse Capo-Cairo, che fin per circondare le due repubbliche boere piazzandosi anche nello Zambesi (poi Rhodesia). Attorno al 1885 molti inglesi si trasferiscono dai boeri quando sono scoperti giacimenti di oro nuove tensioni, anche perch tra inglesi e boeri cerano visioni opposte della societ, specie indigene. 1899: Kruger, presidente del Transvaal, dichiar guerra alla GB conflitto lungo e violento. Vittoria inglese dopo parecchi anni, ma i boeri ottengono statuti autonomi e di fatto collaborarono con Londra nella gestione e lo sfruttamento delle enormi risorse metallifere e minerarie dellUnione Sudafricana.

    8 - Stato e societ nellItalia unita.

    8.1 LItalia nel 1861. Dei 22 milioni di italiani pochissimi parlavano la lingua italiana, invece usavano il dialetto; del resto il 78% di loro era analfabeta. LItalia era uno dei paesi pi urbanizzati dEuropa: il 20% della popolazione viveva nelle citt, dove per mancavano strutture produttive: il 70% della popolazione attiva era impegnato nellagricoltura, settore che occupava il 58% del PIL. Agricoltura povera tra laltro, per le condizioni naturali produttivit bassa. Nellarea padana esistevano alcune aziende

    kosRIASSUNTISDF

  • capitalistiche moderne che impiegavano manodopera salariata, mentre nel centro della penisola dominava ancora la mezzadria, un tipo di contratto che se da un lato caricava di immensi oneri il contadino impedendo uno sviluppo dellagricoltura, dallaltro manteneva una certa pace sociale. Nel Mezzogiorno e nelle isole cera invece il latifondo (immensi terreni, pochi borghi), ancora segnato dal sistema feudale da poco abolito (contratti agrari arcaici). I contadini italiani erano poverissimi, avevano un bassissimo livello di vita, erano malnutriti (pellagra), vivevano in condizioni disumane. La realt agricola non era affatto conosciuta da borghesia e opinione pubblica, perch mancavano dati e comunicazioni interne alla penisola; i politici si disinteressarono sempre del Sud, considerandolo come un pezzo di Africa. Era un realt mal conosciuta e mal compresa. 8.2 La classe dirigente: Destra e Sinistra. I successori di Cavour continuarono la sua politica accentratrice, laica e liberista, ma senza il suo genio politico. Nel primo quindicennio di unit il Paese fu governato da un gruppo dirigente costituito soprattutto da lombardi, piemontesi, emiliani e toscani. Meno rappresentati erano i meridionali. Tuttavia era un gruppo piuttosto omogeneo, di origine aristocratica e politicamente moderata: era la cosiddetta Destra storica. La vera destra (clericali e nostalgici dei vecchi regimi) si era autoesclusa, di fatto come la sinistra mazziniana pi radicale e i repubblicani pi intransigenti, lasciando sedere ai banchi dellopposizione in Parlamento la vecchia sinistra piemontese e i patrioti mazziniani e garibaldini che si inserivano nelle istituzioni monarchiche (per cambiarle). La Sinistra aveva una base sociale pi ampia (piccolo e medio-borghesi urbani e operai e artigiani) nei primi anni si concentr sulle rivendicazioni risorgimentali: suffragio universale, decentramento amministrativo, completamento dellunit. Destra e Sinistra erano espressione di un paese legale, poco rappresentativo del paese reale. Il sistema piemontese era stato allargato a tutto il Regno, di fatto la vita politica aveva un carattere oligarchico e personalistico. Mancavano partiti, la lotta politica era incentrata su singole personalit, dominata da pochi notabili e condizionata dallesecutivo. Incapacit politica di capire i fermenti della societ italiana isolamento della classe dirigente.8.3 Lo Stato accentrato, il Mezzogiorno, il brigantaggio. Sebbene in teoria i leaders della Destra fossero favorevoli al decentramento, le necessit incombenti del primo periodo unitario li spinsero a prediligere un modello pi napoleonico, gerarchico e accentrato. Tra il 1859 e il 1860 il ministro La Marmora, sfruttando il potere straordinario derivatogli dalla stato di guerra, eman una serie di leggi sui settori-chiave del paese: a volte estendeva a tutto il territorio le leggi piemontesi, altre volte ne creava di nuove, come quelle Casati sullistruzione o quella Rattazzi sui comuni. Leggi unificatrici, prima provvisoriamente, poi definitivamente col secondo governo Ricasoli. Altro motivo per cui fu preferito laccentramento era la situazione precaria del Sud: il malessere del meridione si univa alla diffidenza verso un governo lontano geograficamente, socialmente ed emotivamente disordini, rivolte (sovvenzionati dalla corte borbonica in esilio a Roma), brigantaggio: queste bande mettevano a ferro e fuoco i piccoli comuni nel 1863 la met dellesercito italiano era stanziato al Sud per reprimere il fenomeno. Nelle province interessate vigeva una sorta di regime di guerra. Nel giro di pochi anni il grande brigantaggio fu sconfitto. Ma i motivi che lo avevano scatenato restarono tutti, in primo luogo il problema della terra: i contadini volevano la propriet della terra, la divisione dei terreni demaniali proseguiva invece lentissima; nemmeno la vendita dei beni ecclesiastici sort gli effetti desiderati, perch gli appezzamenti furono acquistati dai grandi proprietari terrieri. La questione meridionale nasce qui, quando linadempienza politica della Destra accrebbe il divario tra Nord e Mezzogiorno.8.4 La politica economica: i costi dellunificazione. Restava il problema dellunificazione economica, cio da un lato uniformare sistemi monetari e fiscali diversi e di abbattere le barriere doganali, dallaltro costruire una efficiente rete di comunicazioni stradali e ferroviarie. I principi liberisti del Regno sardo vennero estesi a tutta lItalia, mentre le vie di comunicazione crescevano a ritmi vertiginosi: in dieci anni triplicarono i chilometri di binari, furono collegate le principali citt esportazioni possibili agricoltura si sviluppa. Castigato invece dalla concorrenza internazionale fu il settore industriale, in particolare nel Mezzogiorno. La classe dirigente non seppe dare impulso ai settori pi importanti ai fini della crescita, non vedendo altro schema se non quello liberista, che di fatto ebbe alcuni effetti positivi, come la rapida integrazione dellItalia nel contesto economico europeo e la crescita del settore agricolo, con conseguente accumulo di capitali destinati alla costruzione delle infrastrutture. Restava un Paese poco sviluppato, nonostante grandi progressi, che raramente andavano a beneficio del popolo tutto. Tenore di vita rimane basso, schiacciato da una durissima politica fiscale, necessaria a coprire i costi dellunificazione. Essa inizialmente era equilibrata, e divisa in imposte dirette e indirette. Con la guerra contro lAustria lonere fiscale crebbe sulle spalle degli italiani, furono introdotti il corso forzoso e la famosa tassa sul macinato, in pratica sul pane prime agitazioni sociali nel 1869, le pi preoccupanti nella pianura Padana, represse duramente. Se non altro nel 1875 fu raggiunto lobiettivo del pareggio del bilancio, ma il malcontento era diffuso a tutti i livelli, e avrebbe contribuito alla caduta della Destra.8.5 Il completamento dellunit. Mancavano ancora il Veneto, il Trentino, Roma e il Lazio, tutti erano daccordo su questo. Roma sarebbe stata capitale, gi a detta di Cavour. La divergenza era sulla strategia da seguire: la Destra preferiva la via diplomatica, la Sinistra la guerra popolare di liberazione. La presenza del Papa a Roma era il vero problema, in quanto egli era protetto da Parigi, e la Francia era il primo partner commerciale dellItalia. Il clero e il cattolicesimo erano radicatissimi sul territorio italiano questione spinosa. Libera Chiesa in libero Stato, diceva Cavour, che tent la via diplomatica con Pio IX ma senza successo, come Ricasoli. Liniziativa democratica si rifece largo dunque, con il progetto di conquista di Roma, per poi mettere le grandi potenze di fronte al fatto compiuto, ma lintransigenza di Napoleone III spinse Vittorio Emanuele II a sconfessare limpresa garibaldina stato dassedio in Sicilia e nel Mezzogiorno scontro dellAspromonte. Dopo vi fu la Convenzione di settembre con la Francia: capitale da Torino a Firenze, e ritiro francese dal Lazio in cambio del rispetto dei confini pontifici da parte dellItalia. Intanto giunse la possibilit di liberare il Veneto: lalleanza dellItalia con la Prussia permise a Bismarck di sconfiggere gli austriaci a Sadowa, nonostante le disfatte del nostro esercito incapace a Custoza e Lissa; dalla pace di Vienna del 1866 lItalia ottenne il Veneto. Le sconfitte per gettarono il Regno nello sconforto e gli strascichi furono pesanti sul piano finanziario unaltra volte i democratici approfittano della situazione di crisi e sconforto: Mazzini intensific la propaganda e Garibaldi progett un nuovo attacco a Roma, cercando stavolta di sfruttare lappoggio dei patrioti romani che avrebbero dovuto insorgere per permettere ai corpi volontari di entrare nellUrbe fu un altro fallimento, a cui si aggiunse la sconfitta di Mentana ad opera dei francesi, il che chiuse lepoca delle imprese risorgimentali. Infatti, nel 1870 fu la caduta del Secondo Impero in conseguenza alla disfatta di Sedan a permettere allItalia di avviare trattative col Papa, e una volta fallite queste di conquistare Roma (breccia di Porta Pia) annessione di Roma e del Lazio. La successiva legge delle guarentigie assicur al Papa la possibilit di svolgere il suo magistero spirituale e prerogative simili ad un capo di Stato: la Chiesa era libera in uno Stato libero, Pio IX rifiut la dotazione annua per il mantenimento della corte papale offerta dal governo. Sciolta dal potere temporale la Chiesa divenne pi snella ed influente, ma non per questo meno intransigente con il governo italiano il non expedit divenne una sorta di regola per i cittadini, un divieto di partecipare alla vita pubblica ulteriore frattura nella societ.

    kosRIASSUNTISDF

  • 8.6 La Sinistra al potere. Con la Destra ormai frammentata, e gli avvenimenti della Comune parigina, la Sinistra parlamentare si fece pi moderata, e accanto alla Sinistra piemontese di Depretis e a quella storica di Crispi e Cairoli, se ne fece avanti una giovane attenta ai propri interessi. Sulla questione della statalizzazione delle ferrovie la Destra si trov in difficolt e cadde con le dimissioni del governo Minghetti Depretis form un nuovo governo, e alla elezioni del 1876 la Sinistra stravinse al potere giunge una classe dirigente nuova e inesperta, unet finiva con le morti di Mazzini e Garibaldi. I tentativi si spinsero verso una democratizzazione della vita politica e verso un allargamento delle basi dello Stato: la Sinistra rispose bene alle necessit della borghesia, che la Destra non aveva mai considerato. Il protagonista era il grande Agostino Depretis, esperto parlamentare piemontese che seppe mediare abilmente tra spinte progressiste e tendenze conservatrici, governando per un decennio. Il programma della Sinistra: allargamento suffragio universale, istruzione obbligatoria e gratuita, sgravi fiscali, decentramento (proposito presto abbandonato). Legge Coppino sullistruzione elementare problema economico. Riforma elettorale del 1882: corpo elettorale triplicato, anche se in realt era appena il 7% della popolazione a causa dellancora alto analfabetismo. Pi che altro era un corpo elettorale pi vario, maggiormente rappresentativo del Paese intero. Tant vero che alle elezioni di quellanno divenne deputato il socialista Andrea Costa. Le preoccupazioni per il rafforzamento dellestrema sinistra spinsero Depretis a stipulare un accordo elettorale con Minghetti trasformismo ad un modello bipartitico di stampo brit subentr un sistema in cui un grande centro ingloba le opposizioni moderate ed esclude le ali estreme. La maggioranza non era definita inbase ad un programma, ma si creava giorno dopo giorno processo politico rallentato. Principale opposizione alle maggioranze trasformiste erano i radicali.8.7 Crisi agraria e sviluppo industriale. La Destra era caduta anche per la sua pessima politica economica, cui la Sinistra tent di rimediare conciliando gli interessi della borghesia produttiva con quelli popolari. 1884: abolizione tassa sul macinato. Venne aumentata la spesa pubblica, che ebbe due risultati: se da un lato avvi lindustrializzazione, dallaltro fece ricomparire il deficit nel bilancio statale, senza risolvere le difficolt economiche. Miglioramenti in agricoltura solo nelle zone pi progredite, la pianura lombarda e il Mezzogiorno delle colture specializzate. Bonifiche nella Bassa Padana. 1877: Inchiesta agraria di Jacini mostr che nulla era cambiato in venti anni al tenore di vita contadino quadro drammatico dellagricoltura italiana. Servivano investimenti sostanziosi, ma mancava capitale (bonifiche, irrigazioni, razionale avvicendamento delle colture) crisi agraria a partire dal 1881. Per primi calarono i prezzi (a parte quelli che non subivano la concorrenza doltreoceano), poi la produzione conflittualit nelle campagne, urbanizzazione, emigrazione (1881-1901: oltre due milioni di italiani emigrano). La crisi fece aprire gli occhi a quanti si aspettavano una crescita basata sulla sola agricoltura, e diede una bella spinta al decollo industriale, anche se dapprima lo ritard. Dal 1878 c un primo cambio di rotta dal liberismo allintroduzione di alcuni dazi doganali a protezione del tessile. Con la fondazione poi delle Acciaierie di Terni fu chiaro che anche la siderurgica aveva bisogno di essere tutelata, come tutta lindustria e lagricoltura italiane 1887: grande svolta protezionistica con lintroduzione di pesanti dazi dentrata e nuove tariffe. Inizialmente ebbe effetti negativi: innanzitutto era sproporzionata la tutela data ai diversi settori (la meccanica e la seta erano del tutto snobbate ed entrarono in crisi), il prezzo dei cereali crebbe quando scese quello del grano, ma a pagare le conseguenze pi pesanti fu ovviamente il Mezzogiorno, che basava la sua economia sullexport, che la rottura commerciale, poi la guerra doganale con la Francia, suo primo partner, debell.8.8 La politica estera: la Triplice alleanza e lespansione coloniale. Per uscire da un odioso isolamento diplomatico, che a Berlino aveva mostrato quanto poco lItalia fosse considerata allestero (immagine ancora pi chiara con loccupazione francese della Tunisia da tempo nelle mire italiane), anche in disaccordo con lopinione pubblica, Depretis stipul con Germania e Austria-Ungheria la Triplice alleanza (1882) trattato difensivo, che spinse lItalia nel sistema di sicurezza bismarckiano, costringendola ad un impegno concreto in cambio della rinuncia alla rivendicazione delle terre irredente e alla protezione contro un improbabilissimo attacco francese. Lirredentismo era ancora fortissimo (impiccagione del triestino Oberdan). 1887: rinnovo della Triplice fu pi propizio allItalia, con due nuove clausole: la promessa di eventuali ed eque spartizioni balcaniche con Vienna; e limpegno tedesco ad intervenire a fianco dellItalia in caso di iniziativa francese in Marocco o Tripolitania (le aspirazioni coloniali si facevano largo). Contemporaneamente inizia lavventura coloniale africana: 1882, acquisto baia di Assab, occupazione di Massaia. Si era al confine con lImpero etiopico, lunico Stato africano organizzato, fortissimo. Era un Paese povero, retto dal negus, che allItalia non sarebbe servito a nulla economicamente: era tutto fatto di prestigio. Dopo tentativi pacifici ci fu un tentativo militare, che sfoci con il massacro di 500 italiani a Dogali proteste in Italia, ma il Governo manda rinforzi nel Corno dAfrica.8.9 Movimento operaio e organizzazioni cattoliche. La composizione della classe operaia in Italia era tale per cui la maggior parte fossero artigiani, lavoratori stagionali o a domicilio tarda ad organizzarsi un movimento operaio. Lunico era la societ di mutuo soccorso, pi uno strumento di educazione che un organismo di lotta, che inizi a perdere terreno mano a mano che lo scontro sociale si faceva pi acceso, a favore del movimento internazionalista (socialista) che si rifaceva per pi allanarchico Bakunin che a Marx. Il fallimento dei tentativi di insurrezione sociale spinsero Andrea Costa a cambiare rotta, sentendo la necessit di un programma pi concreto, e a fondare il Partito socialista rivoluzionario di Romagna, che rimase per sempre formazione regionale scollegata dal proletariato industriale in via di formazione. A rivendicare i lavoratori vi erano molte leghe operaie che nell82 si costituirono nel Partito operaio italiano, che per era classista e di partito aveva poco. Tuttavia scoppiarono scioperi agricoli nella Bassa Padana; tra l87 e il 93 poi vi fu la nascita di federazioni di mestiere e Camere del lavoro necessit di organizzarsi politicamente come una forza unitaria per coordinare gli sforzi a livello nazionale. Era difficile, per scarsa conoscenza delle teorie socialiste (a parte Labriola) e per frammentazione ideologica. Fu il milanese Turati il vero artefice della nascita del Partito socialista (basato su principi come separazione netta tra proletariato e borghesia, lotta economica unita a quella politica, rifiuto dellanarchia, successiva socializzazione dei mezzi di produzione), a Genova nel 1892 (il nome per nel 1895). Se i socialisti spaventavano il fronte cattolico non era da meno: fedele al papa, rifiutava lo Stato uscito dal Risorgimento. Erano pi pericolosi perch pi radicati nella societ italiana. 1874: nasce a Venezia lOpera dei congressi, organo che doveva collegare tra loro le associazioni cattoliche, coordinando i loro sforzi nella lorra al liberalismo laico, al socialismo e alla democrazia. 1878: con Leone XIII il clero si spost su istanze sociali. Difficolt di dialogo Stato-Chiesa.8.10 La democrazia autoritaria di Francesco Crispi. 1887: Crispi succede a Depretis: da ex-mazziniano e garibaldino era apprezzato dalla sinistra, ma anche la destra lo vedeva bene per la sua promessa di governo autoritario ed efficiente di impronta bismarckiana larghissima maggioranza su cui si appoggi per riorganizzare e razionalizzare lo Stato, nonostante le spinte repressive. Attu una riforma amministrativa (comuni e sindaci) ed del suo governo un nuovo codice penale, il codice Zanardelli, che aboliva la pena di morte e implicitamente legittimava la sciopero. Paradossalmente per fu varata la nuova legge di pubblica sicurezza che attribuiva ampia discrezionalit alla polizia politica repressiva nei confronti delle associazioni

    kosRIASSUNTISDF

  • operaie, cattoliche e irredentiste repubblicane (questo allontan Crispi dallestrema sinistra). In politica estera era molto ambizioso: voleva fare dellItalia una grande potenza anche coloniale rafforz la Triplice alleanza (insprimento rapporti con Parigi guerra doganale). Penetrazione coloniale nel Corno dAfrica (Colonia Eritrea). Politica coloniale ostacolata una votazione alla Camera persa spinge Crispi alle dimissioni governo di Rudin, conservatore anti-colonialista, poi Giolitti, sempre nel 1892.8.11 Giolitti, i Fasci siciliani e la Banca romana. Giolitti non aveva partecipato al Risorgimento, era giovane, si era fatto oppositore della politica economica della Sinistra. Il programma giolittiano: pi equa ripartizione del carico fiscale a favore delle classi meno agiate, astensione da misure preventive-repressive nei confronti del movimento operaio. Non abbandona questa linea nemmeno quando in Sicilia tra il 92 e il 93 si forma lorganizzazione dei Fasci dei lavoratori, portavoce del malessere contadino e urbano rispetto alle tasse troppo alte e alla distribuzione delle terre. Ma non era un movimento rivoluzionario, n socialista. La non risposta di Giolitti fu largamente criticata dai conservatori, e acceler la caduta del suo governo, che tuttavia fu dovuta soprattutto allo scandalo finanziario della Banca romana, che in risposta alla febbre speculativa edilizia della capitale aveva investito tantissimo, ma che si era mancata di gravissime irregolarit per rientrare del denaro perduto dalle imprese debitrici in seguito alla crisi economica. Intreccio tra politica e finanza, e corruzione soprattutto, crearono questo scandalo 1893, caduta di Giolitti, certo colpevole ma usato come capro espiatorio. Si voleva il ritorno delluomo forte che fermasse il movimento operaio: Crispi torn al governo, nonostante avesse responsabilit pi pesanti di Giolitti nello scandalo.

    8.12 Il ritorno di Crispi e la sconfitta di Adua. Crispi rispose alla crisi economica latente inasprendo le tasse; alla crisi bancaria riformando il sistema e fondando la Banca dItalia; alle agitazioni in Sicilia con la proclamazione dello stato dassedio, misura eccezionale che si estese alla Lunigiana repressione militare, che presto si trasform in una operazione di polizia contro enti facenti capo al Partito socialista di tutta Italia. Furono varate poi delle leggi dette antianarchiche che per erano in realt rivolte contro il Partito socialista e andavano a limitare libert di stampa, riunione e associazione. Tuttavia queste leggi non ottennero leffetto sperato: anzi, spinsero molti intellettuali (come Pascoli o De Amicis) verso il Partito socialista e questo a riallacciare a sua volta i rapporti con la borghesia radicale e repubblicana. Lalleanza con i democratici permise al partito di far eleggere 12 candidati alle elezioni del 1895. La questione morale intanto travolgeva Crispi, e le sue responsabilit nello scandalo Banca romana venivano sempre pi a galla. A questo si aggiungevano le critiche apportategli riguardo alle eccessive spese militari e alla sua politica coloniale. Gi nel 1889 trattatto di Uccialli con il negus Menelik: ambiguit per la non corrispondenza tra le due lingue: lItalia non aveva il protettorato sullEtiopia come pensava. Quando lequivoco si scopr i rapporti peggiorarono di botto e si arriv ben presto ad uno scontro, presso lAmba Alagi, che si risolse in uno sconfitta per lItalia, nulla in confronto alla disfatta di Adua (1896) caduta di Crispi dopo manifestazioni.

    12. LItalia giolittiana.

    12.1 La crisi di fine secolo. Come nella Francia del caso Dreyfus e nella GB dello scontro tra le camere, anche lItalia fu attraversata da una crisi istituzionale, con in ballo levoluzione del regime liberale. Anche qui vinsero i progressisti evoluzione su modello dellEuropa occidentale, non degli Imperi centrali. Dopo Crispi e di Rudin si cre un fronte conservatore contro i nemici delle istituzioni, socialisti clericali e repubblicani. Era ispirato alla volont di limitare il potere parlamentare, rileggendo lo Statuto in maniera pi restrittiva, e ai metodi crespini per mantenere lordine pubblico. 1898: aumento prezzi del pane fece scattare dei moti in tutta la penisola invece che abbassare il dazio sul grano, di Rudin rispose come ad una rivoluzione, con la polizia e lo stato dassedio. Fu la repressione militare: a Milano Bava Beccaris us lartiglieria sulla folla. Capi socialisti, radicali e repubblicani vennero arrestati. Ristabilito lordine, lo scontr si spost in Parlamento Rudin si dimise nel 1898 per dissensi con il re e con i propri alleati, Pelloux propose dei provvedimenti che avrebbero gravemente limitato sciopero, libert di stampa e associazione lestrema sinistra rispose con lostruzionismo, bloccando cos loperativit delle camere, che Pelloux sciolse indicendo nuove elezioni. 1900: batosta per la compagine governativa. Vittoria dellopposizione quando Pelloux rinunci nonostante lesigua maggioranza Umberto I nomin Saracco, prima di cadere vittima di un attentato il 29 luglio, ad opera dellanarchico Gaetano Bresci.12.2 La svolta liberale. Con il governo Saracco inizi una fase di distensione per la politica italiana, favorita anche dalleconomia in crescita, dal calare delle tensioni sociali e dalla disponibilit del nuovo re Vittorio Emanuele III verso i progressisti. Alla dimissioni di Saracco, il re chiam al governo Zanardelli, che fece ministro degli Interni Giovanni Giolitti, lo stesso che aveva detto di permettere gli scioperi perch era nellinteresse di tutti permettere ai lavoratori di organizzarsi ed esprimersi. Riforme Zanardelli: legislazione sociale pi avanzata, nascita del Consiglio superiore del lavoro, municipalizzazione di alcuni servizi pubblici. La linea seguita dal governo era di neutralit nei conflitti di lavoro crescita a macchia dolio delle organizzazioni sindacali e del lavoro, come la Federterra delle leghe rosse padane impennata degli scioperi, oltre mille nel solo 1902 rialzo generalizzato dei salari, che nel primo quindicennio del secolo crebbero in media del 35%.12.3 Decollo industriale e progresso civile. A fine secolo ci fu il primo vero decollo industriale italiano, che come precondizioni ebbe i trentanni di vita unitaria con tutti gli interventi utilissimi attuati dai vari governi: ferrovie, settore siderurgico sviluppato grazie alla svolta protezionistica del 1887 e riforma del sistema bancaria dopo scandalo Banca romana 1894: nacquero la Banca commerciale e il Credito italiano afflusso di risparmio privato verso gli investimenti industriali nuovi impianti di lavorazione del ferro (Savona, Piombino, Bagnoli). Poche societ siderurgiche, e commesse statali. Tessile: industria cotoniera. Sviluppi interessanti nei settori non favoriti o sfavoriti dalle tariffe dell87: chimico (gomma alla Pirelli milanese) e meccanico, specie il settore automobilistico. Fiat, fondata nel 1899 da Giovanni Agnelli. In ventanni lindustria elettrica era cresciuta in modo incredibile. 1896-1907: crescita italiana super del 7% quella di qualsiasi altro Paese europeo. Aument il reddito pro capite gente pu comprare altri beni oltre al cibo, come utensili domestici o anche biciclette, etc Cambiava la qualit di vita. Metropoli italiane pi piccole ma sempre pi simili alle altre europee (servizi pubblici). Precarie condizioni abitative, ma acqua corrente per tutti e miglioramento delle reti fognarie calo mortalit da malattie infettive (colera o tifo), come quella infantile. Ma il divario con le potenze europee restava larghissimo: analfabetismo alle stelle, eccesso di manodopera impiegata in agricoltura (55% in Italia, 8% in UK!!!) emigrazioni: otto milioni tra 1900 e 1914, soprattutto dal Sud. I meridionali andavano in Nord America permanentemente. Effetti positivi emigrazione: calo pressione demografica e arrivo delle rimesse, ma era pur sempre una perdita.12.4 La questione meridionale. Lo sviluppo si concentr nel Nord del triangolo industriale (GE-TO-MI), accrescendo il divario

    kosRIASSUNTISDF

  • di questo con il Sud, dove le grandi imprese non erano presenti. Nemmeno lagricoltura riusc a crescere nel Meridione: per lo pi lo sviluppo avvenne nella Pianura Padana. Da tutto questo scaturirono i mali storici del Sud: analfabetismo, disgregazione sociale, assenza classe dirigente moderna, subordinazione borghese ai proprietari terrieri, lotta politica clientelare e personalistica meridionalizzazione della pubblica amministrazione italiana. Al Sud la societ era molto molto arretrata.12.5 I governi Giolitti e le riforme. Giolitti sal al governo nel 1903 e subit ampli la base dellesperimento liberal-progressista offrendo al socialista Turati un posto al governo, che per questi rifiut. Governo di centro dunque, con influenze conservatrici limiti del riformismo giolittiano, che sacrific importanti progetti se incompatibili con la maggioranza. Leggi speciali per il Mezzogiorno, 1904: stanziamenti statali e agevolazioni fiscali per Napoli e Basilicata prima, per la Calabria e le isole poi. Esse non curarono le cause dei mali per, anche se effettivamente erano molto veloci da applicare e permisero ad esempio lapertura degli stabilimenti siderurgici di Bagnoli. Volle statizzare le ferrovie, ma incontr dura opposizione. Si dimise lasciando il governo a Fortis. Lo faceva spesso nei momenti difficili, per poi tornare sicuro dellappoggio della maggioranza parlamentare. Dopo le brevissime parentesi Fortis (che fece statizzare le ferrovie) e Sonnino, nel 1906 Giolitti torn al governo. Il lungo ministero Giolitti inizi con la conversione della rendita, riduzione del tasso di interesse ai possessori di titoli di debito pubblico riduzione oneri gravanti sul bilancio statale. Pochi chiesero il rimborso immediato: fiducia dei risparmiatori era evidente. La crisi del 1907 fu arginata dalla Banca dItalia, la crescita riprese ma si inasprirono gli scontri sociali 1910: nasce la Confindustria. Altra ritirata strategica a fine 1909, parentesi Sonnino e Luzzatti, ritorno nel 1911: Giolitti era ora spostato a sinistra. Nel 1912 fece approvare le leggi sullampliamento del suffragio e sul monopolio statale delle assicurazioni: apogeo del riformismo giolittiano. Ma la guerra in Libia iniziava gi a mettere in crisi Giolitti.12.6 Il giolittismo e i suoi critici. Quella di Giolitti fu una sorta di dittatura parlamentare, caratterizzata per da punti forti, come: il sostegno alle forze pi moderne dello stato, tentativo di coinvolgere nel gioco politico forze considerate nemiche delle istituzioni, tendenza ad allargare intervento pubblico per correggere gli squilibri sociali. La capacit di Giolitti di controllare il Parlamento gli permise di governare a lungo senza lassillo di crisi ricorrenti, ma in cambio favoriva il trasformismo e le ingerenze elettorali dellesecutivo, specie nel Sud. Ci finiva per contraddire le positivissime premesse del giolittismo. I critici di tale sistema erano i socialisti rivoluzionati e i cattolici democratici, liberal-conservatori come Sonnino ( il cui programma era buono, specie per il Sud, ma non frutto di un compromesso era calato dallalto) e Albertini (direttore Corriere), meridionalisti come Salvemini (che chiam Giolitti il ministro della malavita), che accusarono il Governo di favorire economicamente il Nord. Tutte queste critiche, per quanto eccessive, mostrarono la crescente impopolarit di Giolitti, la debolezza interna del suo sistema e il suo distacco dalla massa.12.7 La politica estera, il nazionalismo, la guerra di Libia. Dopo Crispi la politica estera italiana sub un cambio di rotta fu attenuata la linea filotedesca, fu conclusa la guerra doganale con la Francia e con essa fu decisa la spartizione del Nord Africa. AllItalia la Libia, a Parigi il Marocco. Ci non piacque alla Germania, mentre saliva la tensione con Vienna, quando essa occup unilateralmente la Bosnia-Erzegovina nel 1908. Italia era alleato debole della Triplice riscossa nazionale: sentimenti irredentisti rispuntarono, insieme alla volont coloniale. LItalia non voleva essere una potenza di secondo rango. Idee di Corradini sulla nazione proletaria vs. quella capitalista movimento nazionalista in Italia, che nel 1910 si raccolse nellAssociazione nazionalista italiana. Un suo gruppo inizi una campagna martellante a favore della conquista della Libia, appoggiato dai cattolico-moderati e dal Banco di Roma, parlando delle ricchezze libiche poi mai trovate, fino a spingere il Paese sullorlo dellintervento. Ma la spinta decisiva arriv dopo la seconda crisi marocchina e quando fu chiaro il controllo francese sul Marocco invio di un contingente in Libia nel 1911 guerra contro la Turchia (guerriglia delle popolazioni arabe), per la quale lItalia dovette occupare anche Rodi e il Dodecanneso. 1912: pace di Losanna, Turchia rinunci alla sovranit politica sulla Libia. Resistenza per continu ed economicamente la Libia fu un pessimo affare: scarsissime risorse (non si sapeva del petrolio). Opposizione e consenso alla guerra: la prima dai repubblicani, dai radicali, dai socialisti, il secondo dallopinione pubblica borghese. Tale confronto radicalizz il confronto politico e rafforz le ali estreme: le correnti riformiste e collaborazionisti (quindi Giolitti) persero terreno.12.8 Riformisti e rivoluzionari. Il Psi si mostr vicino alla politica riformista giolittiana, vedendo le riforme come lunico modo di consolidare i risultati gi ottenuti. Le correnti pi di sinistra ed intransigenti, contrarie allo stato borghese e monarchico e a Giolitti, si opposero ben presto a Turati e alla sua idea di collaborare con il governo; particolarmente agguerriti erano i sindacalisti rivoluzionari. Al congresso di Bologna i rivoluzionari tolsero ai riformisti la guida del partito 1904, primo sciopero generale nazionale della storia italiana. Opinione pubblica e borghesia scosse, ma Giolitti non intervenne aspettando che lo sciopero di esaurisse da solo; esso mostr al movimento operaio quanto disorganizzato fosse, rese chiara la necessit di un migliore coordinamento nazionale i riformisti riuscirono a creare la Confederazione generale del lavoro (Cgl) nel 1906, sotto la guida di Rigola i sindacalisti rivoluzionari iniziarono ad essere emarginati fino ad essere allontanati dallo stesso Psi nel 1907. Ma tra i riformisti si cre una corrente revisionista (Bissolati e Bonomi), che voleva trasformare il Psi in un partito del lavoro non ideologicamente schierato situazione si scalda con la guerra libica, cui Bonomi e Bissolati non sono del tutto contrari. Essi furono espulsi nel 1912 insieme agli altri riformisti scissione del partito ebbe gravi conseguenze sul futuro del socialismo italiano. La guida del Psi tornava agli intransigenti, tra cui si iniziava a distinguere Benito Mussolini, che divenne presto direttore dellAvanti!.12.9 Democratici cristiani e clerico-moderati. In et giolittiana si svilupp, in campo cattolico, il movimento democratico-cristiano di Murri, condannato dal nuovo papa Pio X. Ebbero un grande sviluppo, contemporaneamente, le organizzazione sindacali bianche (in Sicilia Luigi Sturzo guid il movimento cattolico contadino). Sul piano politico le forze clerico-moderate stabilirono alleanze elettorali, in funzione conservatrice e anti-sinistra, con i liberali: questa linea politica avrebbe avuto piena consacrazione, nelle elezioni del 1913, col patto Gentiloni; con esso i cattolici si assicuravano una capacit di pressione notevole sulla classe dirigente, ma contemporaneamente allontanavano il momento in cui sarebbe nato un loro movimento autonome.12.10 La crisi del sistema giolittiano. Le prime elezioni a suffragio universale non cambiarono gli equilibri parlamentari: i liberali avevano confermate le loro poltrone, ma facevano ingresso nuovi gruppi, che rendevano la maggioranza pi eterogenea e difficile da controllare da Giolitti, che si dimise nel 1914 indicando al re di nominare Salandra, con lobiettivo di riprendere il suo posto entro poco. Ma la guerra di Libia e una nuova crisi economica nel 1913 avevano radicalizzate ed estremizzato lo scontro politico: destra conservatrice vs. correnti rivoluzionarie di sinistra. Giugno 1914: settimana rossa, manifestazioni in realt di carattere insurrezionale in Marche e Romagna contro luccisione di tre manifestanti antimilitaristi ad Ancona. Il tutto si esaur in pochi giorni, rafforzando i conservatori nelle loro posizioni. La grande guerra avrebbe reso irreversibile la crisi del giolittismo,

    kosRIASSUNTISDF

  • mettendo in discussione i modelli, non adatti alla societ di massa.

    13. La prima guerra mondiale.

    13.1 Dallattentato di Sarajevo alla guerra europea. 28 giugno 1914: un irredentista serbo uccise con due colpi di pistola Francesco Ferdinando, erede al trono dAustria. Vienna volle dare una lezione alla Serbia era un caso internazionale, e il casus belli. Il grande conflitto era gi nellaria da tempo. 23 luglio: Vienna invi un durissimo ultimatum alla Serbia, che per aveva il sostegno della Russia e lo accett solo in parte dichiarazione di guerra, il 28 luglio. Il giorno dopo il governo russo mobilit le forze armate verso ovest. La Germania interpret come preparativi per ostilit, mand un ultimatum, che non ricevette risposta, e il giorno dopo dichiar guerra alla Russia zarista, in aiuto della quale intervenne naturalmente la Francia. Fu la Germania a far crollare la situazione, a causa del complesso di accerchiamento che viveva e del piano Schlieffen, che prevedeva lannientamento della Francia in poche settimane per poi concentrare lattenzione sulle truppe zariste, pi lente a muoversi. Il 4 agosto, truppe tedesche invasero il Belgio neutrale, per attaccare la Francia dal punto pi debole a GB non va bene affatto, e il 5 agosto dichiara guerra alla Germania (ecco il suo primo grave scacco). La guerra fu sottovalutata un po da tutti, i governi pensavano che la guerra avrebbe rafforzato la loro posizione: in effetti successe questo almeno allinizio. Ci fu una notevole mobilitazione patriottica a sostegno della guerra in gran parte dEuropa. Contemporaneamente entravano in crisi il pacifismo e linternazionalismo socialista: lopposizione socialista alla guerra si conserv solo in Russia e Serbia.13.2 Dalla guerra di movimento alla guerra di usura. Lo spiegamento delle forze dimostr quanto fossero cambiati gli eserciti, che erano imponenti rispetto a quelli ottocenteschi (Germania aveva un milione e mezzo di soldati al fronte, Francia un milioni, GB due milioni di volontari). Cerano nuovi armamenti, come i fucili a ripetizione e le potentissimi mitragliatrici automatiche, ma le strategie erano vecchie, ancora quelle delle guerra di movimento, rapida e fatta di pochi scontri campali. Lattacco alla Francia vide una serie di clamorosi successi iniziali: nonostante resistenza belga e intervento inglese, i tedeschi in due settimane dilagarono in Francia fino ad attestarsi a poche decine di chilometri da Parigi, che venne abbandonata dal governo e dai civili. Intanto sul fronte orientale il generale Hindenburg bloccava i russi che tentavano di entrare in Prussica, durante le battaglie di Tannenberg e dei Laghi Masuri. Ma lavanzata russa preoccupava molto austriaci e tedeschi, che concentrarono forze sul fronte orientale controffensiva francese: con la battaglia della Marna il piano tedesco si pot dire sostanzialmente fallito. A fine novembre gli eserciti erano attestati in trincee improvvisate lungo una linea di 750 km, che andava dal Mare del Nord alla Svizzera. 4 mesi di guerra: 400.000 morti sul solo fronte occidentale. Guerra di movimento era in realt una situazione di stallo era una nuova guerra, detta di logoramento: eserciti immobili, scontri sterili e sanguinosissimi, stasi. Importante era invece il ruolo inglese, e quello russo, ma anche quello di quante potenze erano restate fino ad allora fuori dal conflitto allargamento della guerra. Giappone intervenne a sostegno di Londra, lo stesso fecero Italia, Portogallo, Grecia e infine Stati Uniti, mentre con gli Imperi centrali si schierarono Bulgaria e Turchia. La guerra era mondiale.13.3 LItalia dalla neutralit allintervento. Appena scoppiata la guerra, Salandra annunci la neutralit italiana, visto che la Triplice era un trattato difensivo e lopinione pubblica detestava lAustria presto per inizi a diffondersi lidea di una guerra contro Vienna, per completare lunificazione e dare un sostegno alla democrazia europea in pericolo. La sinistra democratica fu portavoce della linea interventista: repubblicani, radicali e socialriformiti di Bissolati e frange estremiste del movimento operaio; ad esso presto si aggiunsero i nazionaliti, ideologicamente lontanissimi dalla sinistra, ma altrettanto desiderosi di vedere lItalia intervenire nel conflitto per affermare la sua vocazione imperialista. Linterventismo conservatore fu pi prudente e cauto, invece; Salandra e Sonnino sapevano che una vittoria avrebbe rafforzato le istituzioni. Aderivano invece al neutralismo Giolitti e i liberali, il mondo cattolico guidato dal nuovo papa, Benedetto XV, e i socialisti, in controtendenza rispetto ai colleghi europei (lunica defezione fu quella di Mussolini). Il fronte neutralista era in maggioranza numerica, ma male organizzato e incapace di unirsi per evitare il conflitto; gli interventisti invece avevano come volont comuna la guerra contro lAustria e, tra laltro, la fine del giolittismo e la nascita di una nuova poitica italiana. Naturalmente erano a favore dellintervento soprattutto i giovani e gli intellettuali (vedi DAnnunzio), le parti cio dinamiche della societ. Chi contava erano il re, Salandra e Sonnino, che tennero il piede in due scarpe per mesi, ma si volsero allIntesa non appena videro la sconfitta tedesca in Francia. 26 aprile 1915: Patto di Londra: in caso di vittoria lItalia avrebbe avuto cessioni territoriali necessarie a completare lunificazione. Lultimo ostacolo era il neutralismo parlamentare: Salandra si dimise quando Giolitti gli oppose trecento deputati, ma il re rifiut le dimissioni mostrando di approvare il suo operato. In pi le radiose giornate del maggio 1915 dimostrarono chiaramente che lopinione pubblica era per lintervento. La Camera si vide costretta, per non sconfessare il sovrano, ad approvare il Patto. 23 maggio 1915: Italia dichiar guerra allAustria. N aderire n sabotare dei socialisti.13.4 La grande strage (1915-16). Si pensava naturalmente ad un conflitto veloce. Non fu cos. Immediatamente gli austriaci ripiegarono di qualche chilometri fino ad attestarsi sullIsonzo e sulle alture del Carso, le posizioni difensive pi favorevoli. Le battaglie guidate dal generale Cadorna costarono 250.000 uomini e non fecero avanzare di un solo metro lesercito italiano. Ma per tutto il 1915 gli schieramenti restarono fermi anche sul fronte francese; gli unici successi furono quelli tedeschi contro la Russia sul fronte orientale, prima con lavanzata in Polonia, poi il debellamento della Serbia. Febbraio 1916: i tedeschi ripresero loffensiva contro la Francia Verdun, battaglia durata quattro mesi e troppo costosa per tutti; intervento inglese sulla Somme, che si risolse in unaltra estenuante battaglia di logoramento carneficina: 1.600.000 caduti tra le due battaglie. Gli austriaci tentarono nel giugno 1916 la Strafexpedition per spaccare in due lo schieramento italiano nella pianura veneta; leserciti resistette allattacco ad Asiago, ma il contraccolpo morale fu pesantissimo: cadde il governo Salandra, sostituito da Boselli. Ancora stasi sullIsonzo. Sul fronte orientale la Russia riusc a riprendersi quanto perso lanno prima e ad indurre la Romania ad entrare nel conflitto a fianco dellIntesa disastro, Romania debellata, risorse agricole ed energetiche a disposizione degli Imperi centrali. Tuttavia essi erano sotto lIntesa, economicamente, anche per il rigidissimo blocco navale attuato da Londra battaglia navale dello Jutland. Fallimento tedesco.13.5 La guerra nelle trincee. Sul piano tecnico, la trincea fu la vera protagonista del conflitto, per quanto semplice: la vita monotona ma pesante che vi si svolgeva era interrotta solo, di quando in quando, da grandi e sanguinose offensive, prive di risultati decisivi (gli assalti, anticipati dal fuoco di preparazione, che non faceva che rovinare ogni effetto sorpresa sul nemico). Da ci, soprattutto nei soldati semplici, uno stato danimo di rassegnazione e apatia che spesso sfociava in forme di insubordinazione (non si tornava dalla licenza, fino alla peggiore, lautomutilazione). Solo alcuni reparti speciali mantennero sempre lentusiasmo, ma loro non erano tappati nelle trincee per settimane: le Sturmtruppen tedesche e gli arditi italiani; per gli

    kosRIASSUNTISDF

  • altri, soprattutto di estrazione contadina, la guerra era un flagello naturale da sopportare.13.6 La nuova tecnologia militare. Tecnologia applicata alle esigenze belliche. Grande novit subdola furono le armi chimiche, i gas tossici. Le telecomunicazioni vennero perfezionate, cos come i mezzi motorizzati, il che rese pi veloci ed efficienti gli spostamenti. Laviazione per, ad esempio, non ebbe un peso decisivo nella IGM, non essenso ancora sufficientemente sicura e affidabile. Stentati esordi anche per i carriarmati: le autoblindo. Le potenzialit non furono capite, e gli inglesi iniziarono a servirsene regolarmente solo nel 1917, dopo aver sostituito le ruote con i cingoli. Il sottomarino invece influ molto sul corso della guerra: la guerra sotto il mare era molto utile, i primi ad accorgersene furono i tedeschi. Guerra sottomarina fu sospesa per le pressioni americane sulla Germania dopo laffondamento del Lusitania, 1915.13.7 La mobilitazione totale e il fronte interno. Tutti i civili, vicini o lontani al fronte che fossero, furono vittime dirette del conflitto, ne sentirono gli sconvolgimenti. Ad esempio gli armeni, vittime di un genocidio nel Caucaso. Rivolgimento maggiore fu senzaltro la mobilitazione industriale per sostenere le continue consegne del cliente Stato, che doveva alimentare in continuazione la macchina militare nazionale senza badare a spese. Lintervento statale in economia si faceva molto forte in Germania si arriv a parlare di socialismo di guerra. Si rafforzarono anche gli apparati statali, per aumento della burocrazia. Si assistette ad una militarizzazione della societ, tanto in Germania quanto in GB e Francia: lo stato maggiore aveva un potere ampissimo nella societ del primo conflitto mondiale, e si preoccupava di debellare i nemici interni. Mobilitazione avveniva attraverso la propaganda, che per era ancora rudimentale. Contemporaneamente alle conferenze di Zimmerwald e Kienthal i socialisti europei contrari alla guerra di riunirono per urlare il loro no. Col protarsi del conflitto, ovviamente, lopposizione socialita vedeva sempre pi persone coinvolte; cerano tensioni interne tra le sinistre riformiste e il disfattismo rivoluzionario, spartachisti e bolscevichi.13.8 La svolta del 1917. Nei primi mesi dellanno accaddero due cose che cambiarono le sorti del conflitto e del mondo: la rivoluzione in Russia con la destituzione dello zar e lintervento americano nella guerra contro la Germania. Il peso americano inizi a farsi sentire in capo a pochi mesi. Lesercito russo intanto si dissolveva, e i tedeschi penetrarono in Russia con facilit. Il malessere delle truppe in battaglia si fece sempre pi forte: erano stanche della guerra e di ricevere un trattamento disumano, tanto tra gli eserciti dellIntesa quanto tra quelli degli Imperi centrali. In Austria-Ungheria landamento non brillante della guerra provoc il risveglio delle nazionalit oppresse, e presto Carlo I tent di portare avanti dei negoziati per una pace separata, respinti dallIntesa. Benedetto XV fece appello perch si ponesse fine alla inutile strage.13.9 LItalia e il disastro di Caporetto. Anche per lItalia il 1917 fu lanno pi difficile della guerra; le truppe stanche continuavano i tentativi di sfondare le linee austriache sullIsonzo, invano. Lo popolazione civile era sempre pi scontenta e rabbiosa, perch iniziavano a mancare beni e cibo; a Torino la carenza di pane sfoci in moti con forte partecipazione operaia; situazione complessa e delicata Austria ne approfitt, e con laiuto delle truppe tedesche, sfond le linee italiane a Caporetto e tent per la prima volta la tattica dellinfiltrazione, cos efficace da prendere gli avversari di sorpresa. Lesercito italiano si riusc ad attestare su una linea difensiva solo in corrispondenza del Piave, dopo una tragica ritirata. Cadorna fu sostituito da Diaz. La sconfitta era stata causata dalla demoralizzazione delle truppe, ma soprattutto dallincapacit dei comandi di rispondere alla tattica tedesca. Intanto per la guerra per lItalia era diventata difensiva e aveva riacceso gli animi: intorno al governo Orlando si strinsero tutte le forze politiche. Diaz si mostr pi sensibile alle necessit delle truppe, e cerc di sollevare loro il morale e le loro condizioni di vita; contemporaneamente iniziava a diffondersi con il Servizio P la propaganda al fronte si inizi a parlare di guerra democratica, lotta per un pi giusto ordine interno e internazionale.13.10 Rivoluzione o guerra democratica? La rivoluzione dottobre port al governo Lenin e i bolscevichi, che volevano gettarsi alle spalle la guerra e decisero di firmare un trattato di pace separata con gli imperi centrali 3 marzo 1918, pace di Brest-Litovsk, dalle condizioni durissime per la Russia. Eppure Lenin aveva salvato il nuovo stato socialista. Per rispondere alla sfida lanciata da Lenin, si accentu il tono ideologico del conflitto, come lotta contro lautoritarismo ad opera del presidente americano Wilson soprattutto. Sono del gennaio 1918 i quattordici punti di Wilson: non solo prevedeva diminuzione degli armamenti o labolizione della diplomazia segreta, ma anche precise delineazioni dei nuovi confini europei una volta sconfitta la Germania, nonch la fondazione della Societ delle Nazioni. Da molti il wilsonismo du vissuto come una rivoluzione diplomatica, ma la realt era che molti governi europei non lo condividevano affatto, ma finsero di farlo perch avevano troppo bisogno dellaiuto americano e perch si opponeva alla rivoluzione che contemporaneamente stava avendo luogo in Russia, ben pi pericolosa ai loro occhi.13.11 Lultimo anno di guerra. Le posizioni degli schieramenti erano ancora le stesse. Le truppe tedesche riuscirono a sfondare a Arras e Saint Quentin e arrivarono sulla Marna di nuovo, mentre gli austriaci attaccarono in forze il Piave ma gli anglo-francesi riuscirono anche con lappoggio americano a respingerli, come gli italiani del resto. Tra l8 e l11 agosto i tedeschi furono sconfitti ad Amiens: al governo di coalizione nazionale spett lingrato compito di aprire le trattative di pace, anche se i responsabili di tutto erano stati i comandi militari. Ma era tardi: i suoi alleati crollavano uno dopo laltro, prima la Bulgaria, poi la Turchia, infine lAustria, travolta dai moti indipendentisti e anche dalloffensiva italiana sul Piave battaglia di Vittorio Veneto armistizio Austria-Italia, 3 novembre. La Germania intanto era scossa da una rivoluzione su modello russo, con ammutinamento dei marinai a Kiel e la formazione di consigli rivoluzionari. Ebert fu messo a capo del governo, il Kaiser trov rifugio in Olanda. Larmistizio fu firmato a Rethondes l11 novembre, e impose alla Germania delle condizioni molto molto dure: consegna della flotta, ritiro oltre il Reno, cessione unilaterale dei prigionieri, annullamento dei trattati con Russia e Romania. Germania perdeva una guerra senza che un solo lembo del suo territorio fosse stato occupato da un esercito straniero: la perse per fame e stanchezza. 8,5 milioni di vittime e una generazione decimata fu lesito della guerra.13.12 I trattati di pace e la nuova carta dEuropa. Il compito dei vincitori a Versailles era quello di ricostruire un ordine europeo dopo la guerra e la caduta di quattro imperi (tedesco, austro-ungarico, turco e russo). Si pensava che i lavori si sarebbero basati sui quattordici punti di Wilson, ma si scopr in fretta che la loro messa in pratica non era cos semplice, perch in realt lEuropa era un intreccio molto complesso di etnie e popoli, ed era difficile stabilire confini secondo lautodeterminazione senza creare nuovi irredentismi. Erano presenti: Wilson, Clemenceau, Llyod George e Orlando. Pace democratica o pace punitiva per la Germania? A Parigi non bastavano Alsazia e Lorena, voleva invece il confine sul Reno, ma dovette rinunciarvi. Il trattato di Versailles con la Germania fu una imposizione vera e propria: cessioni territoriali, come il corridoio polacco con Danzica che andarono alla Polonia, lAlsazia e Lorena e le colonie. Clausole economiche e militari: riparazioni altissime che avrebbero bloccato lo sviluppo economico tedesco, abolizione del servizio di leva, Ruhr smilitarizzata umiliazione della Germania, che la Francia temeva tornare ad essere la potenza egemone europea. Altro problema furono i riconoscimenti delle realt nazionali post-Impero austro-ungarico. La Repubblica dAustria fu ridotta ad uno Stato piccolo, senza sbocco sul mare,

    kosRIASSUNTISDF

  • impossibilitato a riunirsi con la Germania, mentre lUngheria si vide tolte molti territori magiari. Molte etnie godettero della caduta dellImpero austro-ungarico: nacquero la Cecoslovacchia (stato federale con una minoranza di tre milioni di tedeschi sudeti) e la Jugoslavia, mentre lItalia acquisiva territori e lImpero ottomano si riduceva alla sola penisola anatolica. La Bulgaria fu ridimensionata. La Repubblica socialista russa non fu riconosciuta a Versailles, anzi fu circondata da un cordone sanitario di stato cuscinetto che impedissero un eventuale dilagare della rivoluzione in Europa occidentale (Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania). Nel 1921 si aggiungeva al numero di Stati neonati anche lIrlanda. Wilson voleva che a garanzia del nuovo equilibrio si ponesse la Societ delle Nazioni, un organismo internazionale che non aveva precedenti nella storia; ma era gi minata allinizio, perch non comprendeva gli sconfitti e la Russia. Ma il colpo le fu dato dagli States stessi, quando il Senato vot contro ladesione alla Societ delle Nazioni a favore dellinizio di un periodo di isolazionismo reclamato dallopinione pubblica. Organizzazione inutile!!

    14. La rivoluzione russa.

    14.1 Da febbraio a ottobre. In Russia dopo la IGM ci fu una svolta storica: la pi grande rivoluzione dopo quella francese. Fine del regime zarista abbattuto dalla rivolta degli operai e dei soldati di Pietrogrado. Nel marzo 1917 ci fu quindi un governo provvisorio liberale, che voleva continuare la guerra a fianco dell'Intesa e occidentalizzare la Russia. Con loro stavano cadetti, menscevichi e socialisti rivoluzionari. I bolscevichi invece rifiutarono qualsiasi partecipazione, perch ritenevano che solo la classe operaia avrebbe potuto guidare la trasformazione del Paese. Ma la coalizione antizarista non bastava a tenere su il governo: infatti, spuntarono ovunque come nel 1905 i soviet, che vennero a formare una sorta di parlamento proletario che emanava disposizioni diverse da quelle del governo. Lenin torn in Russia nel 1917 e inizi a far circolare le cosiddette tesi di aprile (un documento in 10 punti), che rovesciando il pensiero marxista chiamavano i proletari alla rivolta per la presa del potere (nonostante secondo Marx la rivoluzione sarebbe prima scoppiata nei paesi pi sviluppati). Lenin voleva conquistare il controllo su pi soviet possibile, dare la terra ai contadini poveri e che i consigli operai avessero il controllo sociale della produzione. E di fatto le sue idee e la sua opposizione alla guerra valsero ai bolscevichi numerosissimi consensi tra contadini e operai. Intanto lopposizione socialista contraria al governo e alla guerra sfoci in uninsurrezione, presto sedata dalle truppe fedeli a Lvov, che per presto si dimise lasciando il governo a Kerenskij, che tent una politica personale. Ma costui era screditato in quanto aveva fallito nell'offensiva contro gli austro-tedeschi da lui stesso promossa. Il comandante dellesercito, Kornilov, tent il colpo di stato, ma fall perch il governo ebbe lappoggio bolscevico e delle forze socialiste, anche se Lenin ormai stava preparandosi a insorgere contro il governo provvisorio.14.2 La rivoluzione dottobre. Dopo unaccesa riunione del partito, in cui molti si opposero alle sue proposte, Lenin (appoggiato da Trotzkij, mente militare dellinsurrezione) riusc a far scattare la rivolta, che Kerenskij non riusc a stroncare perch lesercito non gli obbed. Il 7 novembre (25 ottobre del calendario russo) i soldati rivoluzionari e le guardie rosse (milizie operaie armate presero i punti nevralgici della citt e circondarono il Palazzo dInverno, per poi prenderlo la sera stessa. Nel frattempo a Pietrogrado si riun il Congresso panrusso dei soviet (cio l'assemblea dei delegati dei soviet di tutte le provincie dell'ex Impero russo). Questo Congresso approv decreti sulla pace giusta e senza indennizzi, e sulla terra, che diede ai contadini ci che volevano, abolendo cos la grande propriet terriera. Venne creato dai bolscevichi un Consiglio dei commissari del popolo ovvero un governo rivoluzionario con Lenin presidente. Nonostante questa presa di potere nelle successive elezioni, ci fu un amara delusione per i bolscevichi. I vincitori furono i socialrivoluzionari. La successiva Costituente fu per immediatamente sciolta dai bolscevichi e ci pose le premesse per una dittatura di partito. Infatti Lenin era convinto che solo il proletariato avesse il potere di guidare la rivoluzione.14.3 Dittatura e guerra civile. La Russia aveva ereditato problemi immensi, primo tra tutti la guerra, e i bolscevichi non godevano dellappoggio di nessunaltra forza politica, n degli strati sociali pi elavati, vi fu un emigrazione politica, un vero e proprio esodo. Il governo volle costruire uno Stato proletario secondo il modello disegnato da Lenin nella sua opera Stato e rivoluzione ovvero un autogoverno delle masse secondo i principi di democrazia sperimentati nei soviet e non ci sarebbe stato bisogno di parlamenti e di magistratura, di eserciti e di burocrazia. Niente Stato, espressione del potere di una classe su unaltra. Ormai il governo doveva fare la pace, e il 3 marzo 1918 firm il durissimo trattato di Brest-Litovsk, pace separata con la Germania. I Bolscevichi totalmente isolati in quanto corrente di sinistra ritir i suoi rappresentanti d