Storia - Aztechi, Maya e Inca.

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Il territorio americano era popolato da etnie diverse tra cui le principali sono gli aztechi, i maya, e gli inca. Sono dei popoli con abitudini e religioni diversi tra loro; essi erano accomunati da alcuni elementi fondamentali, uno dei quali è che nessuno di questi popoli aveva mai visto un europeo. L’arrivo dei conquistadores, dunque, fu visto come un evento inaspettato che è stato interpretato e vissuto dalle varie popolazioni in modo diverso in relazione alla cultura degli stessi. Sono due le etnie in particolare che prenderemo in considerazione, entrambe popolanti la stessa zona (Messico), che sono i Maya e gli Aztechi i quali poi si mischieranno. I Maya avevano una cultura dal punto di vista tecnologico molto arretrata, poiché essi vivevano in maniera semplice; non conoscevano infatti oggetti come la ruota. Essi credevano in un gruppo di divinità legate a fenomeni atmosferici e a tutto ciò che riguarda il ciclo vivente della Terra e la divinità considerata da loro più importante è il così detto “serpente-piumato”. Questa popolazione era stata sconfitta in battaglia dagli aztechi, ma credenza locale era che in realtà la loro sconfitta fosse stata solo una conseguenza della sconfitta dei loro dei (in particolare del serpente-piumato) contro quelli nemici, e che quindi si trattasse di una guerra fra divinità con ricadute sull’umanità. Gli aztechi, che al contrario dei maya erano ben più evoluti, avevano come divinità principale il Sole; essi credevano che il Sole rischiava ogni sera di morire, perché nella loro visione del mondo, il tramonto indicava il fatto che il sole si stesse dissanguando; era un problema molto serio per loro, convinti che da un momento all’altro l’intera umanità potrebbe trovarsi nelle tenebre eterne. Questo rischio era più alto in determinati momenti astronomici, che

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Un breve riassunto sulle prime popolazioni americane.

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Il territorio americano era popolato da etnie diverse tra cui le principali sono gli aztechi, i maya, e gli inca. Sono dei popoli con abitudini e religioni diversi tra loro; essi erano accomunati da alcuni elementi fondamentali, uno dei quali è che nessuno di questi popoli aveva mai visto un europeo. L’arrivo dei conquistadores, dunque, fu visto come un evento inaspettato che è stato interpretato e vissuto dalle varie popolazioni in modo diverso in relazione alla cultura degli stessi. Sono due le etnie in particolare che prenderemo in considerazione, entrambe popolanti la stessa zona (Messico), che sono i Maya e gli Aztechi i quali poi si mischieranno. I Maya avevano una cultura dal punto di vista tecnologico molto arretrata, poiché essi vivevano in maniera semplice; non conoscevano infatti oggetti come la ruota. Essi credevano in un gruppo di divinità legate a fenomeni atmosferici e a tutto ciò che riguarda il ciclo vivente della Terra e la divinità considerata da loro più importante è il così detto “serpente-piumato”. Questa popolazione era stata sconfitta in battaglia dagli aztechi, ma credenza locale era che in realtà la loro sconfitta fosse stata solo una conseguenza della sconfitta dei loro dei (in particolare del serpente-piumato) contro quelli nemici, e che quindi si trattasse di una guerra fra divinità con ricadute sull’umanità. Gli aztechi, che al contrario dei maya erano ben più evoluti, avevano come divinità principale il Sole; essi credevano che il Sole rischiava ogni sera di morire, perché nella loro visione del mondo, il tramonto indicava il fatto che il sole si stesse dissanguando; era un problema molto serio per loro, convinti che da un momento all’altro l’intera umanità potrebbe trovarsi nelle tenebre eterne. Questo rischio era più alto in determinati momenti astronomici, che corrispondevano a dei cicli di 52 anni; questo, secondo loro, avveniva per l’ira del dio serpente-piumato, il quale tornava per vendicarsi della sconfitta attaccando il dio Sole, nel momento di maggiore debolezza. La religione degli aztechi provvedeva tramite vere e proprie trasfusioni di sangue; vi erano delle processioni in cui uomini si sacrificavano e versavano il proprio sangue per donarlo al dio Sole affinché riuscisse a sopravvivere (questi uomini venivano posti su di un altare a forma convessa,

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affinché il torace riuscisse a sporgere, venivano squartati dallo sterno e si strappava via il cuore); più l’uomo sacrificato era forte, coraggioso, virile più si immaginava che il suo sangue potesse avere maggiori effetti curativi sul Sole, per questo, quindi, gli aztechi si privarono di tutti i loro uomini migliori. Nel momento in cui arrivano i conquistadores spagnoli, che in quella zona arrivarono capeggiati da un uomo che si chiamava Fernàn Cortes, gli aztechi si ritrovarono a difendersi con quelli che erano uomini comuni, poiché privi di guerrieri. Il primo sbarco dei conquistadores, inoltre, avvenne al 52° anno del ciclo, e quindi un momento in cui i sacrifici erano più frequenti; gli aztechi perciò scambiarono questi con emissari del serpente-piumato, arrivati per sconfiggerli, convinzione aiutata dal colore della pelle diverso e dai vestiti che indossavano, diversi dai loro, e anche dalle armi che avevano, che erano armi da fuoco che davano loro la capacità di uccidere a distanza, cosa che risultava completamente estranea e soprannaturale a queste popolazioni. Altro fattore che contribuì a questa convinzione erano i cavalli, animale sconosciuto ai nativi americani, e vedere uomini su di essi fece creder loro che essi fossero un tutt’uno con gli animali, come una sorta di centauri. Anche se gli spagnoli non erano numerosi, seppero trarre molto profitto dello sbandamento degli aztechi per fare strage della popolazione; il loro re, Montezuma, era sia capo politico che religioso della comunità; egli tendeva a dare a fattori divini e soprannaturali tutto ciò che stava accadendo, causando una mancanza di difesa da parte del suo popolo, poiché convinto di essere impotente contro tale divinità. Il loro capo quindi anziché organizzare una resistenza, seppe soltanto confondere il suo popolo; gli aztechi, infatti, decideranno poi di ucciderlo, rimanendo però senza organizzazione e fu così che gli spagnoli, che non erano altro che ex-carcerati (con la promessa della libertà una volta tornati in patria), si impadronirono dei territori. Stesse conseguenze si ebbero in una parte più meridionale dell’America (il Peru) in cui era stanziata la popolazione degli inca (questo non era il nome del popolo ma era il titolo del re; i conquistadores si convinsero che tutti si

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chiamassero incas). Questa era una popolazione completamente isolata dal mondo, poiché non entrava affatto in contatto con altre, visto il luogo riparato in cui vivevano; essi vivevano in un economia agricola molto semplice, caratterizzata da una sorta di comunismo: ogni gruppo di famiglie che si stanziava in un villaggio dava la gran parte del prodotto della terra al re, il quale poi distribuiva questo in parti uguali a tutti i villaggi (cosa che causò una mancanza di commercio e uso del denaro). La famiglia reale era una famiglia in cui ci si sposava tra fratelli, perché la religiosità affermava che era una sorta di sacrilegio entrare a contatto con un inca, visto che erano considerati una sorta di semidei; per una persona normale, dunque, toccarli sarebbe stato un sacrilegio e di conseguenza i reali si riproducevano tra loro. Gli inca, proprio per questo, non erano dei veri e propri intellettuali e non avevano una situazione salutare delle migliori, e questo fece sì che, una volta arrivati gli europei, non capirono la minaccia che in realtà rappresentavano. Invece di contrastare i nemici, perciò, essi tesero a rientrare sempre di più nella Cordigliera delle Ande e nascondersi, cosa che si rivelò essere l’unica difesa possibile, poiché gli europei non riuscirono a raggiungerli (riuscirono a sopravvivere per secoli, poiché nascosti, nonostante l’America fosse ormai sotto il controllo spagnolo). Gli spagnoli cercarono fino all’ultimo di invaderli, visto che il territorio in cui essi stanziavano era ricchissimo d’oro; i primi tentativi riuscirono, infatti le prime navi che tornavano dall’America erano cariche di ricchezze, anche perché all’inizio raccolsero l’oro già scavato dagli inca; una volta finito, essi dovettero usufruire degli schiavi neri per raccoglierlo, perché gli spagnoli erano troppo pochi, i nativi si nascondevano e non avevano la salute per lavorare ai ritmi richiesti; fu così che nacque la tratta neri.