Stone Sector 2002

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Internazionale Marmi e Macchine Carrara Spa. Stone Sector è un rapporto sul commercio internazionale dei prodotti lapidei elaborato annualmente dall'Ufficio Studi di internazionale Marmi e Macchine Carrara.

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QUADRO GENERALE

Non ci vuole molto per ricordare quali eventi hanno maggiormente segnato il trascorrere del-l’anno 2002: il passaggio dal ricordo recente della tragedia dell’11 di settembre 2001 alla guer-ra in Iraq del 2003 è stato progressivo e deciso. Dopo una prima metà d’anno che ha visto l’e-conomia mondiale riprendersi dallo shock della tragedia di New York, nell’estate abbiamo assi-stito ad un crescente rallentamento degli scambi commerciali, come conseguenza delle tensio-ni politiche internazionali in fase di riacutizzazione. Le prospettive del conflitto in Iraq hannopoi fortemente segnato i primi mesi dell’anno 2003, e l’evolversi delle prossime settimane deci-derà se per ritrovare la ripresa marcata di cui tutti hanno ormai forte desiderio basterà aspetta-re l’inizio del 2004, o bisognerà ancora una volta rinviare ad un’altra data.È soprattutto l’area nordamericana a risentire delle incertezze sull’andamento futuro, con undollaro che si confronta per la prima volta nella storia con una moneta unica europea, che gli fada alternativa sui mercati internazionali, anche come moneta di transazione. E qui troviamo l’altra grande svolta del 2002: il primo anno dell’euro. Vicende altalenanti dap-prima, ma da qualche mese ormai stabilmente sopra la parità con il dollaro statunitense: dall’i-nizio del marzo 2002 al marzo 2003, l’apprezzamento dell’euro sul dollaro ha toccato il 21 percento nominale, mentre l’indice Dow Jones è sceso del 26 per cento nello stesso periodo.Quanta parte di questo sia dovuto alle vicende internazionali, e quanta invece alla situazioneeconomica ancora debole degli Stati Uniti, e alle vicende speculative esplose in tutta la loro fra-gilità nei mesi scorsi, è materia di discussione tra tecnici. Il risultato comunque, almeno per ora,rimane lo stesso: che l’euro forte consente di acquistare materie prime a cambio favorevole, macomporta anche un rovescio della medaglia che tocca le esportazioni e coinvolge una serie discelte da parte di organismi comunitari e di operatori privati non facili da prendere. Nell’area dell’euro, il PIL è sceso progressivamente nel corso dell’anno, mentre nell’area asia-tica l’economia ha continuato in termini positivi e a buon ritmo di espansione. E soltanto lerecenti minacce indotte dalla sindrome SARS, ben più che dalle variabili economiche o dai fon-damentali dei maggiori Paesi estremo orientali, gettano ombre sul ritmo complessivo di cresci-ta dell’intero areale. Non è ancora una crisi di mercato, ma per alcuni Paesi è già una crisi dioperatività complessiva, e di immagine, prima che politica o altro ancora. Anche in America Latina ci sono segnali positivi di ripresa, lenta ma diffusa, rispetto alladepressione generalizzata dello scorso anno, nonostante il permanere di forti fattori di debolez-za. Alcuni Paesi importanti sono ad una svolta politica rilevante, che potrebbe davvero segnareun cambiamento di ciclo e di clima complessivo, di cui non solo i singoli paesi hanno bisogno.Essa potrebbe incidere sull’andamento generale dell’economia del continente, e di riflesso toc-care le aree partner per i vari comparti.La grande incognita rimane comunque l’economia nordamericana, nell’andamento dei suoiconsumi, della sua Borsa, e del suo mercato immobiliare e finanziario. La crisi dell’economiapubblica, particolarmente profonda per alcuni stati, ha potenzialità di riflesso molto serie nelcomplesso delle voci di spesa dei cittadini, tendendo ad aumentare la forbice tra classi sociali,che fino agli anni ’80 si era invece riempita di classe media. Il settore immobiliare continua adavere movimento, con la facilità tradizionale negli USA di rinegoziazione dei mutui ipotecari,

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che ha portato all’espandersi dell’indebitamento familiare. Al momento, le conseguenze sonopositive, e alcuni meccanismi di ridistribuzione delle perdite speculative di borsa hanno mante-nuto al riparo i bilanci delle famiglie dagli effetti negativi dei cali e degli scandali tipo Enron.Prima o poi, però, se anche il mercato immobiliare divenisse speculativo, assumerebbe dei con-torni di rischio, che potrebbero divenire difficili da controllare. La guerra al terrorismo sta inol-tre assorbendo grandi risorse di bilancio, e le prossime scelte dell’amministrazione sarannoassolutamente decisive per gli sviluppi economici e politici della situazione non solo internastatunitense.

IL SETTORE LAPIDEO

Che cosa è accaduto al settore lapideo nel corso del 2002?Ci sono molti dati, accanto ad elementi più generali, che portano a descrivere il 2002 come unaltro anno sostanzialmente positivo per il settore a livello internazionale. Si sono ulteriormenteapprofonditi i processi in corso, sia per la ristrutturazione dei mercati, che per la ridistribuzio-ne dei ruoli tra produttori, che per le dinamiche d’incontro tra offerta e domanda. Il peso deglistrumenti nuovi d’informazione si è ulteriormente accresciuto, divenendo a sua volta causa dicambiamento, secondo uno schema già individuato negli anni scorsi, e le vicende politiche chehanno dominato i mercati delle merci e dei capitali nel corso dell’anno hanno influito relativa-mente sul settore, e prevalentemente in maniera indiretta e nella parte conclusiva dell’anno. Leproduzioni sono generalmente cresciute, i consumi anche, ed i cambiamenti avviati negli anniprecedenti hanno continuato ad operare senza apparenti inversioni di rotta. E però i processi nonhanno visto andare tutti in una medesima direzione, al contrario: la geografia della crescita èfortemente localizzata, così come quella degli arretramenti, più o meno contenuti che siano.Ancora una volta, si accelerano i cambiamenti di ruolo dei vari soggetti nazionali, in un effettoincrociato di crescite e diminuzioni, e di ricollocamento su fasce diverse per specializzazione egiro d’affari e mercati di sbocco.Dal punto di vista della produzione internazionale, gli aumenti dei consumi complessivi hannoreso la domanda di produzione più elevata, e l’offerta ha seguito o meglio ha favorito il pro-cesso, soprattutto ad opera di alcuni Paesi, particolarmente attivi, e relativamente nuovi al set-tore, che hanno fortemente puntato su pochi ma efficaci fattori di competizione:

◆ concorrenzialità sul piano dei costi di produzione, e quindi dei prezzi di vendita;◆ diversificazione delle qualità in offerta sul mercato internazionale;◆ politica aggressiva di presenza ed espansione nei vari mercati di vendita, favorita dal

ricorso a tutti gli strumenti tecnologici di ingresso e di comunicazione con il mercato;◆ sforzo di evoluzione produttiva e di complessità di filiera, che ha ulteriormente spostato,

soprattutto per la Cina, ma non solo per essa, la frontiera dell’offerta dalla sola materiaprima, e dal prodotto di fascia corrente per il solo areale di prossimità, al prodotto finitodi fascia media anche per mercati più lontani e meno tradizionalmente favorevoli alle loroproduzioni.

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E così abbiamo assistito ad una riconferma e rafforzamento di quel processo iniziato da qual-che anno, che vede Paesi recenti affermarsi, in un primo momento in forza dei loro prezzi epotenzialità produttive di materia prima, ma poi anche in virtù di un profondo sforzo di arric-chimento di offerta e di capacità commerciale e di filiera. Tale processo sta ridefinendo le spe-cializzazioni produttive e di mercato dei Paesi più tradizionalmente presenti nel settore, comel’Italia, la Spagna, il Portogallo e la Grecia, e spingendo avanti i processi di sviluppo negli altriPaesi, ad ingresso più recente di quelli europei, ma non altrettanto recenti come la Cina o l’Iran:Turchia, India, Brasile e altri minori. La risposta dei Paesi tradizionali è varia, ma nel corso del2002 il clima generale non è stato sereno, e cambiamenti progressivi, e riduzioni di giro d’af-fari si sono verificati e si verificano tuttora in molti distretti produttivi lapidei. In alcuni casi, ilcambiamento non è ancora percepito in tutta la sua portata, ma si sta progressivamente crean-do la consapevolezza che il percorso di sviluppo seguito anche dai Paesi non ancora storici manon più recenti nel panorama internazionale non è replicabile in maniera analoga per i nuoviproduttori, che si affacciano ora al mercato internazionale. Questi ultimi sono pochi, ormai, lerisorse internazionali non ancora operativamente scoperte sono sempre di meno, ma per loronon si potrà riproporre lo stesso modello di affermazione “anni novanta”, che Paesi come laTurchia o la stessa Cina hanno conosciuto. Le modifiche intercorse nel frattempo sono troppoprofonde, e non si torna indietro, né sull’offerta, né sull’interscambio, né sul mercato dei pro-dotti finiti e sull’organizzazione delle commesse.E proprio in forza della nuova presenza di realtà esplosive come Cina, Turchia e Iran, è radi-calmente mutato il quadro in pochissimi anni, e i rapporti di competizione, i ruoli degli altri pro-tagonisti del comparto si sono e si stanno tuttora ri-disegnando sulla base dei nuovi input setto-riali, di domanda e di offerta.Aumenta così la produzione internazionale di materia prima, aumentano i consumi interni e gliinterscambi, soprattutto di blocchi, ma anche di semilavorati, e in misura minore di lavorati, eil settore nel suo insieme si espande. E scende il ruolo dei vecchi leoni del settore, primi fra tuttii Paesi europei produttori, che scavano di meno, esportano di meno, ma consumano ugualmen-te, anzi, in qualche caso aumentano le importazioni di lavorati e di semigrezzi, alimentando aloro volta proprio quei processi di cambiamento che piano piano li stanno ricollocando su nic-chie e specializzazioni particolari di produzione.È un processo in corso soprattutto sul versante dei graniti: storicamente i giacimenti di marmisono stati più ricercati e sfruttati di quelli di graniti, e quindi sono a regime consolidato di sfrut-tamento da più tempo, poiché il marmo è una pietra più duttile,e quindi più “facile” sia nellalavorazione che nell’uso, e le novità sono di minore importanza e prestigio. Ma sui graniti, ènotoriamente diverso, e lì la turbolenza si apprezza, e sta diventando in un certo senso struttu-rale. Quanto poi il “contagio” possa estendersi anche ai calcarei, è da vedere; però certamentel’insieme dei rapporti internazionali di scambio si è riposizionato sulla base di una scala muta-ta di fattori, che coinvolgono di più la materia prima, da cui sono partiti i processi di modifica,ma che ormai si estendono a tutto campo a tutto l’insieme del settore lapideo.

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ITALIA

Per l’Italia in particolare le conseguenze dei cambiamenti esterni si sono fatte sentire in manie-ra chiara nel corso del 2002, e pongono una serie di quesiti operativi e di mercato, a cui le azien-de stanno dando una risposta funzionale abbastanza omogenea e condivisa, ma non per questoorganizzata e consapevole dell’esito finale possibile. Questo genere di reazione al momento disfida in corso sui mercati interno ed esterni accomuna molti settori industriali italiani, soprat-tutto quelli sostenuti da un tessuto produttivo di medie e piccole imprese, vale a dire la mag-gioranza, magari con forti presenze produttive distrettuali. E certamente le capacità di lungimi-ranza e di gestione dei possibili scenari esterni sono messe a dura prova dalla situazione inter-nazionale, e dalle sue evoluzioni improvvise e globali. Se, infatti, ad esempio, era prevedibilelo sbocco bellico in Iraq, non lo era davvero la vicenda SARS, di cui tuttora non si riesce a valu-tare l’impatto sulle economie dei Paesi maggiormente coinvolti, e dei loro partner principali, ele conseguenze eventuali sull’interscambio non soltanto di areale nei prossimi mesi.Il 2002 è stato un anno di costanza di consumi interni nazionali di lapidei, sostenuti da un mer-cato immobiliare e delle costruzioni che ancora ha tenuto i livelli elevati raggiunti negli ultimianni. Sul comparto delle costruzioni, le previsioni per gli anni prossimi non sono più altrettan-to favorevoli quanto negli anni passati: la fase positiva iniziata nel 1995 è in via di esaurimen-to, e il 2002 ha già risentito i primi effetti della frenata adesso, a 2003 inoltrato, più visibilmentein corso. Si prevede anzi che a partire dal 2004 la frenata diventerà inversione di tendenza espli-cita, e per lo più condivisa da una larga parte di Paesi europei. Sono quegli stessi Paesi che inquesti ultimi tre, quattro anni hanno visto invece il loro settore non solo immobiliare, ma piùgeneralmente edile, comprese le nuove edificazioni, evolversi ed espandersi in maniera signifi-cativa, con l’eccezione atipica della Germania. Ma il ciclo espansivo dell’edilizia nel suo complesso, a livello europeo e nazionale italiano,dopo aver conosciuto il più lungo periodo di durata a partire dagli anni cinquanta, è entratoormai in fase di stanca, e comincerà a scendere progressivamente, già dal consuntivo 2003. Èuna situazione complessa, in cui s’intrecciano fattori a volte così discordi nell’andamento enegli sviluppi, da generare la più facile delle conclusioni nei consumatori e negli investitori:l’incertezza.L’incertezza è l’elemento che domina anche in questo, come in altri comparti. Negli scorsi anni,i processi hanno seguito un percorso più lineare, e le trasformazioni in atto hanno generatoprima di tutto competizione, variazione di modelli di comportamento del mercato, ridefinizio-ne delle strategie di competizione. In questi giorni invece domina l’incertezza, ed è un’incer-tezza che nasce prima di tutto nella domanda, e poi si applica all’incontro tra domanda e offer-ta. Il ruolo del comparto immobiliare, in questo quadro in variazione, cambia anch’esso, e tra-scina anche i settori minori, come quello lapideo. E così i consumi interni italiani hanno conti-nuato ad assorbire materiale lapideo, ma in un contesto che vede le prospettive rallentare e pro-gressivamente risentire di un clima di spesa delle famiglie italiane in calo generale. L’effettocongiunto del rallentamento dell’immobiliare unito al calo dei consumi familiari si riversa, perla prima volta nella storia recente dell’edilizia italiana, sul mercato delle manutenzioni, chesinora era stato il protagonista dei cambiamenti maggiori nella composizione dei capitoli di

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bilancio del comparto edile, fino a superare quella soglia del 50% di fatturato dell’intero com-parto, già parecchi anni fa. Il lapideo è un settore che svolge un ruolo piccolo, ma importanteproprio nella parte di rivalutazione degli immobili, nel re-investimento di immagine e di mer-cato degli edifici e delle strutture, e l’industria italiana di settore non si è lasciata sfuggire que-sta possibilità, sia a livello interno, che di area comunitaria, e poi anche oltre oceano. Ma pro-prio per questo motivo, dopo averne beneficiato negli anni scorsi, potenzialmente può rimane-re più esposto in una simile dinamica di cambiamenti: il lapideo dopo avere avuto un 2002ancora buono, sembra avere una prospettiva di più forte competizione e di mercati sempre piùdi nicchia e di specializzazione per il futuro, logica a cui anche il mercato domestico non sem-bra sfuggire. Questo scenario trova una forte conferma nella nostra indagine annuale di andamento congiun-turale, svolta in apertura 2003 sia a livello di distretto toscano che a livello nazionale: le azien-de hanno vissuto e vivono tuttora un sostanziale sdoppiamento di prospettiva, tra il settore e leaspettative generali, da una parte, e la propria particolare e soggettiva situazione, dall’altra. Nelprimo caso, decisamente l’industria lapidea nazionale prevede un ridimensionamento di possi-bilità di business e di sviluppo, prevalendo un clima, anzi una convinzione diffusa di negativitàe di pessimismo, come se i problemi posti dalle sfide esterne fossero percepiti come strutturalie inattaccabili, come se i cambiamenti in corso lasciassero poco spazio a politiche di interven-to e di recupero di leadership e di brillantezza settoriale, come se gli strumenti che invece inaltri settori dell’edilizia sono stati messi in essere per migliorare la propria capacità di compe-tere e accentuare i propri vantaggi, non avessero grandi possibilità di successo e fossero perce-piti nella sostanza come dei palliativi su cui non investire più di tanto, neanche emotivamente.Quando poi, però, si passa all’altra visuale, quella aziendale, allora le prospettive quasi sempremigliorano e scattano tutti quei meccanismi di difesa tipici dell’operare e del fare business con-creto, che non eliminano le difficoltà, ma trasferendole nel quotidiano le esorcizzano in qualchemisura, riportandole a una dimensione aggredibile. E allora il lavoro continua, l’ottimismoquasi si ritrova, e le prospettive di vitalità del settore, visto come somma di attività individuali,migliorano. Questo, ovviamente, in quelle parti del settore, e sono positivamente la maggioran-za, che non hanno avuto uno scontro troppo diretto con quei fattori di distorsione della norma-le concorrenza, che il settore a livello internazionale sta vivendo in questo periodo.E così assistiamo alla ricerca delle propria collocazione singola in un mercato che cambia, allaricerca della specializzazione, di business e produttiva, della soluzione individuale a problemicomuni, in una collocazione che esalti il proprio saper fare, e metta così a massimo frutto i pro-pri vantaggi assoluti e competitivi. Non sempre, nel corso di questo 2002, la ricerca ha datobuoni risultati. Per alcune aree produttive, particolarmente, e per alcuni prodotti, il confrontocon i concorrenti non è stato positivo, e ne hanno risentito occupazione, giro d’affari e prospet-tive di futuro medio e breve. E questo non si è limitato al solo al settore lapideo, ma si è estesoa tutti i settori collegati, e all’indotto in genere, che seppure in ritardo ha già comunque comin-ciato a risentire dell’onda bassa della congiuntura.Si spiegano dunque i dati in calo, in primo luogo sulla produzione di cava (cfr. Tav. B), che havisto alcune regioni scendere in maniera sensibile rispetto agli anni addietro, ma poi anche dellaproduzione complessiva, del fatturato e delle esportazioni. Le produzioni di cava che più hanno

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risentito non sono state tanto quelle legate a fattori di moda o di scelta estetica, quanto piutto-sto quelle più “sostituibili” da parte di produzioni a minor costo e a minor prezzo di vendita,principalmente cinesi ma non solo, quelle cioè più esposte a una concorrenza basata soprattut-to sul prezzo e non su quegli altri fattori che circondano ancora i prodotti di fascia più elevata.Ne hanno risentito anche quelle aree di produzione che avevano problemi propri non risolti, chenon hanno potuto affrontare in questo periodo di difficoltà esterna, in cui il redde rationem si èsemplicemente e pericolosamente sovrapposto al resto, diventando un co-fattore di difficoltà:problemi ambientali, di adeguamento delle strutture produttive, di normativa e quanto altro ilsettore lapideo e particolarmente l’escavazione ben conosce da tempo. Oppure, ne hanno risen-tito quelle aree che più di altre erano e sono legate a mercati particolarmente esposti ai ventinegativi del momento, Medio ed Estremo Oriente soprattutto.La produzione globale di cava si è così ridotta, anche in forza di un’esportazione complessiva,soprattutto di lavorati, che ha visto scendere il suo fatturato annuale complessivo del –6,4% subase annua, cifra che diventa –6,9% se ci restringiamo ai soli prodotti di maggior valore aggiun-to. All’interno di questo quadro ci sono due momenti positivi rispetto alle esportazioni del 2001:i granulati, e i blocchi di marmo e travertino, che anche a fronte di un 2001 particolarmentefavorevole nel suo insieme, hanno spuntato un aumento visibile, contenuto per i secondi, madeciso per i primi.La lettura dei dati di export del 2002 deve infatti partire da una considerazione di base: il 2001è stato un anno molto positivo, almeno fino al mese di settembre, in cui tutti ricordiamo che latragedia di New York e dell’attentato alle Torri Gemelle ha dato una svolta decisa ad un mer-cato che comunque stava già rallentando. Nel 2002 abbiamo in buona misura portato a reso-conto le conseguenze sia del settembre 2001, che non va sottovalutato sotto nessun aspetto,principalmente psicologico ma non solo, che della crisi strisciante già in atto e operante negliUsa, vale a dire nel mercato maggiore per alcuni prodotti, quel mercato americano che ha som-mato i suoi problemi interni a quelli già esplosi da tempo nell’altro Paese cardine delle nostreesportazioni lapidee, la Germania. Si sono quindi sovrapposti due momenti di crisi congiuntu-rale affannosa di due grandi Paesi industriali, consumatori di lapidei oltre che di altre merci,creando una situazione di difficoltà di cui non solo l’Italia ha sofferto, ma anche altri produtto-ri storici, come la Spagna e il Portogallo. La hanno subita in maniera particolare tutti quei pro-duttori che non hanno potuto fare ricorso al prezzo di vendita come fattore di mantenimento delmercato a tutte le condizioni, perché le rigidità interne non consentivano e non consentono discendere sotto una soglia minima, che altri produttori invece stanno ampiamente oltrepassando.Per di più, si sono sommate a questo quadro le difficoltà aggiuntive di un euro in grande asce-sa sul mercato dei cambi, irrigidendolo ulteriormente, e appesantendo la situazione. E così, lecifre sono sempre alte, e di tutto rispetto, consentendo ampiamente di dire che il nostro settoreè ancora al massimo livello sia come giro d’affari, che come estensione di mercati, che comepresenza internazionale e qualità di prodotto. Ma il raffronto con l’anno precedente mostra isegni di un processo difficile e non certo indolore, di ri-collocazione internazionale, l’ennesimanegli ultimi venti anni, proseguito ampiamente in questa prima metà di 2003. È il posiziona-mento strategico dell’industria nazionale che ha consentito che la somma delle nicchie e dellespecializzazioni qualitative e industriali delle imprese desse un risultato complessivo ancora

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forte, mostrando quale sia tuttora la robustezza e il ruolo del lapideo italiano e delle sue produ-zioni.

Tav. 1A. Export nazionale italiano gennaio dicembre 2002.

2001 2002 diff. % ’02/’01Tonn. Euro Tonn. Euro % Q.tà % Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 754,246 170,331,058 761,426 170,752,098 0,95 0,25 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 184,613 49,885,182 165,926 47,548,867 –10,12 –4,68 MARMO LAVORATI 1,375,933 938,546,514 1,333,752 883,050,165 –3,07 –5,91 GRANITO LAVORATI 979,560 815,009,217 902,644 736,370,256 –7,85 –9,65 ALTRE PIETRE LAVORATI 220,936 48,311,297 230,105 44,590,445 4,15 –7,70 SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati 3,515,288 2,022,083,268 3,393,853 1,882,311,831 –3,45 –6,91 GRANULATI E POLVERI 1,072,955 37,502,119 1,251,943 44,977,159 16,68 19,93 SubTOT con Granulati e Polveri 4,588,243 2,059,585,387 4,645,796 1,927,288,990 1,25 –6,42 ARDESIA GREZZA 4,764 3,236,772 3,921 2,323,731 –17,70 –28,21 ARDESIA LAVORATA 32,518 24,240,761 33,230 23,527,763 2,19 –2,94 PIETRA POMICE 75,088 4,422,606 100,088 5,364,853 33,29 21,31 TOTALE 4,700,613 2,091,485,526 4,783,035 1,958,505.337 1,75 –6,36

Fonte: Istituto Nazionale di Statistica, elaborazione IMM.

In alcuni casi il valore medio ha tenuto, in altri no e comunque i dati tutti risentono di un effet-to euro in crescita che ha costretto talvolta a ritoccare i listini, soprattutto nell’ultima parte del-l’anno, e poi ancor più nell’inizio del 2003, erodendo spesso i margini di elasticità che si espli-cano sui prezzi, e consentendo invece spazi di maggiore competizione ad altri produttori cheoperano in valute esterne all’area dell’Unione. Sta di fatto che il consuntivo rimane negativo, epesante soprattutto sui graniti. È su questi materiali in particolare che la concorrenza, soprat-tutto cinese ma non solo, si è fatta sentire, e sta facendo soffrire i produttori nazionali, sardi inparticolare, ma anche di altre aree, sovrapponendosi alle altre difficoltà rilevate. In qualchecaso, anche per i marmi ci sono state negatività indotte dalla situazione esterna: tutti i distrettiche operano abitualmente con il Medio Oriente hanno subito più o meno un rallentamento o unabattuta d’arresto nel periodo finale dell’anno e poi nel periodo prebellico, così come ora la pol-monite atipica sta condizionando, sia pure in maniera ben diversa, i traffici verso alcuni Paesidell’Estremo Oriente. Ma le turbolenze del quadro esterno devono entrare ormai nella nostraottica quotidiana, e non c’è una risposta unica a tutte le domande che anche in futuro si por-ranno.Le aree di maggior sbocco per i prodotti nazionali sono rimaste ancora, anzi di più, quelle tra-dizionali per il lapideo italiano: area europea, sia comunitaria che non, area nordamericana, e inmisura minore le altre. Le tavole in allegato Statistico quantificano con esattezza le cifre e ilconfronto con l’anno 2001: su circa 2000 milioni di euro, 650 sono dovuti all’Unione Europea,che pure ha subito un calo attorno al 10% sui prodotti migliori, soprattutto in granito, e oltre200 all’Europa non comunitaria. Il prossimo ingresso dei nuovi Paesi membri dell’Unione allar-gherà ulteriormente il ruolo del mercato comunitario, tanto più quanto alcuni di questi nuovisoci sono Paesi in crescita sia economica generale che di importanza per il settore, sia come

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consumatori, che come produttori e trasformatori. E cresce spesso anche il loro ruolo come part-ner commerciali e di trasformazione non tanto e non solo per l’Italia, quanto per la Germania el’Austria. Le pietre della Croazia e degli altri Stati dell’ex Jugoslavia sono spesso belle e inte-ressanti per tutto il mercato del lapideo. E assieme a loro crescono in partnership, e in autono-mia i Paesi del sud del Mediterraneo, con un Nord Africa in crescita, sia pure su cifre ancoracontenute, sia in quantità che in valore.Discorso a parte per il Nord America, dove le difficoltà maggiori nascono, anche qui, dall’in-certezza sugli sviluppi futuri dell’economia e del quadro politico. Fino al 2003, il quadro sem-bra ancora sotto controllo, con il settore immobiliare e dei consumi familiari dei edilizia emanutenzione stabili, anche se con sintomi di crescente nervosismo. Ma a partire dal 2004, perora, nessuno azzarda previsioni o ipotesi che non siano di larga massima. Per il 2002, ancora, ilavori e le forniture tecnologicamente avanzate sono stati appannaggio delle imprese italiane, ingrande maggioranza, come pure le forniture di semilavorati sia in marmo che in granito, e siregistra una leggera crescita di fatturato proprio sulle voci più deboli altrove. Pesa, però, l’ef-fetto euro, che se consente di acquistare meglio, impone poi di vendere con più difficoltà eminor margine. E così sui lavorati sia di marmo che di granito divergono i consuntivi dei valo-ri da quelli delle quantità, fino a diventare, i primi, negativi per il marmo: il valore medio uni-tario, in altre parole, ha risentito delle difficoltà esterne.Negativo, ancora, il quadro delle esportazioni in Sud America, dove i saldi sono in perdita sul-l’anno 2001 per oltre il 30% complessivamente. Sono Paesi per i quali il settore rappresenta unarisorsa piuttosto che un capitolo di spesa, e nemmeno le strette relazioni con l’Italia possono for-zare la situazione più di tanto. In alcuni casi, ci sono in corso dei rapporti di joint ventures conimprese italiane, che operano localmente in varie forme, spesso con obiettivi di business rivoltiverso mercati terzi. L’obiettivo e la speranza comune è che servano non solo a consolidare la pre-senza italiana e locale nei mercati a cui si rivolgono, ma anche a favorire il superamento di diffi-coltà più generali, con il contributo che può dare un settore piccolo ma vitale come il lapideo.Le esportazioni verso il Medio Oriente hanno subìto il clima creato dalla situazione generaleprebellica, prima, e poi nel 2003 di conflitto aperto. Le difficoltà anche pratiche di trasporti,unite a quelle più generali di incertezza di quadro, si sono fatte sentire, pur se la volontà di anda-re oltre, e di ignorarle finché possibile è stata molto forte e attiva. Per l’Italia, tuttavia, il calo èstato sensibile, sia in termini quantitativi che di valore: –10,6% in volume e –15% in valore. Sitratta di Paesi, comunque, per i quali l’attenzione alle nostre produzioni e forniture è semprealto, e comprensori di produzione italiani fortemente legati alle realtà medio orientali, dopo aversofferto per la situazione creatasi nei mesi scorsi, sono tuttavia già pronti a ricreare le condi-zioni precedenti e a riprendere i rapporti al punto in cui si sono temporaneamente sospesi.Tutt’altro tenore per l’Estremo Oriente: qui i dati parlano ancora più chiaro degli scorsi anni, sepossibile. La Corea del Sud è quasi il solo Paese che cresce un po’ sul 2001, sia in volume chein valore, ma anch’essa nello stile di tutta l’area: la media unitaria in valore è in vero e propriocrollo, significando che i nostri fornitori possono mediamente collocare sui mercati estremoorientali soltanto materiale in qualità decrescente. Il mercato cinese, in particolare, cresce dioltre il 30% in quantità, ma scende di quasi il 10 in valore. Accanto a lavori di grande pregio eprestigio, si muove una massa di esportazioni in deprezzamento medio progressivo, che poco

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danno alla nostra industria, anche se contribuiscono alla crescita di un mercato interno cheforse, in futuro, potrà diventare più qualificato e ricettivo anche per altre forniture.Insomma, non è stato un anno facile, per le esportazioni italiane, che hanno conosciuto diffi-coltà oggettive, e sfide crescenti, ma hanno saputo ugualmente trovare la loro strada verso un2003 che potrebbe segnare un’inversione su molti mercati. Certo, la sfida imposta dalla Cinanon si risolve facilmente, ma le risorse per continuare a competere non mancano, e lo confer-mano le stesse imprese italiane, quando definiscono le loro prospettive individuali migliori diquelle del settore nel suo insieme. Le importazioni, accanto alle esportazioni hanno pure sofferto, anche se in misura assai mino-re. Sono scese soprattutto le importazioni di marmi, mentre quelle di graniti hanno beneficiatofinalmente dell’effetto euro forte, anche se in maniera non pari alle difficoltà di segno oppostopatite dalle esportazioni.

Tav. 1B Import nazionale italiano gennaio dicembre 2002.

2001 2002 diff. % ’02/’01Tonn. Euro Tonn. Euro % Q.tà % Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 431,973 87,433,805 398,258 74,319,267 –7,81 –15,00 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 1,725,880 387,610,016 1,708,934 373,025,672 –0,98 –3,76 MARMO LAVORATI 48,927 30,596,817 51,956 29,035,229 6,19 –5,10 GRANITO LAVORATI 41,866 19,110,022 44,720 21,470,866 6,82 12,35 ALTRE PIETRE LAVORATI 69,096 11,759,025 101,027 13,877,009 46,21 18,01 SubTOT Blocchi, Lastre e Lavorati 2,317,742 536,509,685 2,304,895 511,728,043 –0,55 –4,62 GRANULATI E POLVERI 293,176 16,347,182 372,370 18,281,398 27,01 11,83 SubTOT con Granulati e Polveri 2,610,918 552,856,867 2,677,265 530,009,441 2,54 –4,13 ARDESIA GREZZA 3,458 845,633 5,473 952,120 58,27 12,59 ARDESIA LAVORATA 6,013 3,007,940 7,357 2,803,032 22,35 –6,81 PIETRA POMICE 13,685 1,177,575 13,337 1,476,276 –2,54 25,37 TOTALE 2,634,074 557,888,015 2,703,432 535,240.869 2,63 –4,06 Fonte: Istituto Nazionale di Statistica, elaborazione IMM.

Cominciano a diventare apprezzabili le importazioni di lavorati finiti, sia in marmi che in gra-niti, soprattutto in virtù di un valore che in media unitaria anche qui scende: inutile dire che pro-prio questo fattore, anche se non è assolutamente il solo, conta in misura crescente sull’anda-mento che in queste cifre si riassume. In diverse occasioni, la competitività dei prezzi di vendi-ta di alcuni manufatti esteri, in gara con quelli nazionali, ha fatto propendere la scelta verso ilprodotto estero, a parità o quasi di qualità in offerta. Certo, in quel “quasi” ci sono molte diffe-renze e sfumature, che danno suggerimenti e indicazioni per le strategie di difesa dell’industriainterna, che possono mettersi in opera senza violare le norme generali del libero scambio e dellalibera concorrenza. Alcune rigidità non possono essere aggirate, e allora l’unica alternativarimane il ricorso a politiche di differenziazione dell’offerta, su un piano di qualificazione chespinga il prezzo in fondo alla graduatoria dei valori.

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IL MERCATO INTERNAZIONALE

Abbiamo già detto in apertura che il mercato internazionale, nel corso del 2002, non si è fer-mato neppure in seguito alle vicende medio orientali, ma ha continuato il suo trend espansivosemplicemente rallentando localmente gli interscambi. Il risultato complessivo è stato così uninterscambio ancora in crescita, anche se ridotto rispetto all’evoluzione quasi turbolenta di dueo tre anni fa. E soprattutto molto più disomogeneo geograficamente, registrandosi un ulterioresviluppo anche rispetto al modello regionalizzato degli anni novanta. È rimasto elevato il movimento verso le aree del nord America, verso e all’interno dell’UnioneEuropea e dei Paesi europei confinanti, elevato è ancora il movimento interno all’area del sudest asiatico, nonostante le attuali difficoltà di ordine sanitario. Anche il nord Africa, pur cosìscarno di informazioni quantitative, muove volumi crescenti di materia prima e di trasformati,e soprattutto aggiorna le sue produzioni di materia prima, che diventano sempre più interessan-ti, sia a livello di volumi per i mercati domestici, che a livello internazionale come tipologia equalità di materiali. Dal lato dell’offerta, è superfluo tornare a dire che la Cina si qualifica sempre più come unPaese “totale”, nel senso che è ormai un protagonista internazionale che produce, consuma,compra, trasforma e rivende a tutti i livelli, e in tutte le aree del globo. L’interscambio di area-le rimane sempre, anche per lei, quello più elevato, che supera, dalle cifre ufficiali, il 47% deltotale dei movimenti di Cina e Hong Kong insieme, al netto dell’interscambio interno alle duedogane. E si tratta di dati quantitativi, che motivano la progressiva emarginazione degli altriproduttori da alcune fasce di mercato locale. Giappone e Corea del Sud sono i due partner piùattivi, accanto a Singapore e Taiwan in misura calante. La Cina consuma anche, e in manierarobusta, ma le esportazioni verso questo Paese rimangono circoscritte a poche fasce di prodot-to, anche se con molte tipologie di materiali e spesso con un’ottima qualità di lavorazione. Ilsuo mercato interno comunque resta enorme e consente una stabilità di espressione all’industrialocale lapidea, che soltanto un Paese quasi altrettanto grande, come è l’India, può emulare. Lapreponderanza del fenomeno Cina non è una novità del 2002, ma la velocità con cui si stannoaffermando alcuni processi già delineati negli anni scorsi è tale che fa notizia nonostante le pre-visioni, e produce effetti di anno in anno tangibili nei numeri e nelle imprese degli altri Paesi.E non si tratta solo di Paesi storici, e qui sta la novità del 2002, ma anche di Paesi recentemen-te entrati o entranti adesso nel panorama dell’offerta lapidea internazionale.Così, le esportazioni di alcuni Paesi storici, come ad esempio la Spagna, quando sono cresciu-te in quantità, lo hanno fatto assai più nelle voci dedicate ai grezzi e ai semigrezzi che non ailavorati, mentre hanno visto scendere le produzioni di escavato, cominciando le imprese localia sentire le conseguenze di un mercato che cambia. Non solo, ma le esportazioni di blocchi sonocresciute verso la Cina in primo luogo, e poi verso i Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente,e dell’Europa non comunitaria, vale a dire verso Paesi tutti o quasi che da qualche tempo tra-sformano in proprio, e stanno crescendo anche in autonomia, oltre che in consumo.Il mercato statunitense ha tenuto in piedi molte realtà produttive nazionali, con i suoi consumiancora forti e tenuti tali dall’andamento del mercato immobiliare e di edilizia abitativa. Ormai,la saturazione si avvicina, ma intanto sembra che ancora il 2003 manterrà il tenore sin qui vis-

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suto. L’euro forte ha in buona parte condizionato l’interscambio tra Unione Europea e questoPaese, ma riguarda più il 2003 che non il 2002, la cui prima metà, anzi, ha risentito di altri con-dizionamenti. L’onda lunga del settembre 2001, e poi le vicende legate all’Afghanistan e soprat-tutto all’Iraq hanno fatto sentire anche nel nostro settore i loro effetti, anche se in misura mino-re. Il drenaggio di liquidità e la sfiducia degli investitori minori di borsa, seguita agli scandaliEnron e Tyco, hanno causato anche qui effetti di incertezza nei consumi familiari, ma il settoreimmobiliare ed edile, come appare da tutti gli indicatori tecnici, ha tenuto bene, e anzi ha fattobarriera contro effetti potenzialmente pericolosi di deflusso di capitali dagli investimenti inter-ni. E così i lapidei hanno continuato a collocarsi bene nel mercato domestico, attraverso i cana-li consolidati che hanno lavorato negli ultimi anni. Lo staff dei fornitori anche in questo caso siè allargato, poiché alla fine tutti si rivolgono agli USA e ne curano il mercato. Verso gli USAsono cresciute le esportazioni globali di lavorati, soprattutto dalla Cina, e ancor più di grezzi esemigrezzi, con un ruolo forte dei graniti del Sud Africa, che come Paese domina per una voltaanche sulla Cina, del Canada e del Brasile, mentre per i marmi cresce di più la Turchia. Tuttavia,leggendo la serie storica degli ultimi anni, è il 2000 l’anno dell’incremento complessivo mag-giore, del vero e proprio salto nel volume di consumi, soprattutto di graniti, importati siadall’Italia che in misura minore dall’India e dalla Cina. Emerge un’anomalia nella registrazio-ne dei dati USA rispetto a quelli registrati dall’Italia, una non coincidenza abbastanza vistosa,come se lo scollamento abituale tra tempi di uscita da una dogana e di ingresso nell’altra fossedivenuto particolarmente sensibile in questi ultimi tre anni. La media delle esportazioni italia-ne di lavorati versi gli Stati Uniti negli ultimi tre anni rimane comparabile con la media delleimportazioni dichiarate dagli USA, ma i dati annuali divergono apprezzabilmente. Rimanecomunque il senso generale del processo in corso: un calo registrato nel saldo 2001, recupera-to pienamente nel 2002, con una maggior presenza di altri Paesi fornitori oltre all’Italia, comeBrasile nei graniti, e Turchia nei marmi.Quest’ultimo Paese sta vivendo un ottimo momento nel panorama internazionale, anche se daqualche tempo sente la concorrenza asiatica, così come altri produttori. Ma l’offerta che l’in-dustria lapidea turca è in grado di proporre è non soltanto ampia come tipologia di materiali edi prodotti, ma anche avanzata e di anno in anno più esperta e competitiva. Lo stesso vale peraltri Paesi di area medio orientale e nordafricana, come l’Iran, l’Egitto, il Marocco, l’Algeria ealtri ancora. Ma per tutti lo scenario internazionale progressivamente impone di spostare inavanti la qualificazione dell’offerta, e di conseguenza la frontiera del confronto con gli altricompetitori, e la complessità della presenza globale sul mercato.È questa, in fondo, la novità vera della chiusura 2002: è ormai definitivamente chiaro che la pre-senza sul mercato internazionale per tutti si gioca su fattori multipli, e sempre più evoluti e com-plessi, che non si esauriscono soltanto nella materia prima e nei prezzi. Su questi ultimi, “sem-plici” fattori, la presenza di un colosso come la Cina ha già definito gli esiti, e soltanto un Paesealtrettanto grande e potente sul piano della produzione di cava, dei costi di produzione e delledimensioni del mercato interno potenziale come è l’India può forse reggere il confronto. Per glialtri, più o meno tutti gli altri, il futuro si gioca su un altro piano, e su altri termini di competi-zione, e tocca ancora all’Italia, data la complessità e il livello avanzato della sua industria e dellasua capacità di offerta, tracciare la strada maestra del nuovo modello di leadership.

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MACCHINE PER IL MARMO

Il mercato della tecnologia produttiva di settore ha conosciuto in parte le stesse alternanze dellapideo, avendone condiviso lo scenario di collocazione internazionale e le vicende. Anche seda anni ormai vediamo che il settore delle macchine, principalmente quello delle macchine pro-dotte in Italia, le più diffuse ed avanzate tecnologicamente, anticipa alcuni tratti di cambiamen-to del settore lapideo nel suo insieme, quest’anno i motivi del rallentamento dell’interscambiointernazionale sono da ricondursi a quei fattori di incertezza generale, che hanno contagiato piùo meno tutti, piuttosto che a elementi prevalentemente interni al settore. Fattori congiunturalicome l’apprezzamento dell’euro non hanno soltanto moderato le esportazioni italiane di pietrepiù o meno lavorate, hanno anche consigliato spesso di attendere nel rinnovo produttivo, nellasperanza tuttora accesa che la parità con il dollaro rientri a breve, e l’attesa non divenga con-troproducente. In questo settore, lo abbiamo già detto spesso, la leadership italiana è ancoramolto più salda e diffusa che nel settore lapideo, e la lettura dei dati nazionali è trasparente inmaniera diretta agli interscambi e ai movimenti internazionali. L’export italiano di macchine per la lavorazione delle pietre naturali ha conosciuto un leggerocalo nel 2002 rispetto all’anno precedente, calo che si è addensato soprattutto sulle macchine dataglio primario, ma che ha conosciuto una distribuzione basata piuttosto sulle aree di sbocco,che non sulla tipologia di macchinario. Il segno negativo, in altre parole, è stato determinatosoprattutto dai Paesi, dalle loro vicende interne di sviluppo settoriale, e non dall’offerta di tec-nologia. Rispetto alle cifre negative dell’area europea in genere, ma soprattutto comunitaria,poco hanno potuto compensare i mercati pur molto attivi e interessanti del Nord Africa, tesi adinnovare quando non a definire la loro industria nazionale di trasformazione (ricordiamo che idati di cui si riesce a disporre non includono le macchine da cava, che rientrano nella catego-ria più ampia delle macchine da miniera e cava). Egitto Tunisia, Algeria e Marocco hanno con-tinuato ad investire nelle loro strutture produttive, principalmente e notevolmente l’Algeria,ricorrendo alla tecnologia che meglio si colloca nel panorama internazionale di sempre. Masiamo comunque su cifre attorno ai 38 milioni complessivi di euro, contro gli oltre 90 milionidell’Unione Europea, che nel 2001 ne aveva invece raggiunti circa 128 milioni. Spagna, Greciae Portogallo sono i primi protagonisti della performance negativa dell’UE, riportando al setto-re collaterale il riflesso del momento congiunturale incerto, se non proprio negativo. In questiPaesi, non è stato tanto l’effetto euro, che è moneta comune, a contare, quanto piuttosto l’an-damento del mercato interno e l’incertezza delle prospettive, l’asprezza della competizioneesterna, e i recenti forti investimenti fatti negli ultimissimi anni, a determinare la frenata, checontinua ancora in questi mesi, e forse prenderà ancora tutto il 2003 per esaurirsi. Negli Stati Uniti sono state soprattutto le macchine da finitura a contare positivamente, in coe-renza con quanto abbiamo già detto a proposito dell’organizzazione del mercato nordamerica-no, e al suo sviluppo interno, volto spesso alla finitura locale del semilavorato, per adattarlo alcliente, piuttosto che alla fornitura completa dal blocco in poi, fornitura che per altro nonmanca. E allora si vendono meno telai e più lucidatrici, e l’andamento del cambio alimenta lacrescita del valore medio di esportato.Più problematica la situazione del Sud America, dove pure, così come nel Nord, vanno meglio

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le macchine da finitura che i più costosi telai da granito. Ma il Brasile, l’acquirente maggioreassieme al Messico, cresce in quantità e scende in valore, in maniera sensibile, nemmeno com-pensata dal cambio, ma anzi penalizzata dall’euro forte. Tiene bene invece il Medio Oriente, dove l’Iran diviene il primo partner delle imprese italiane,superando chiaramente anche l’Arabia Saudita e Israele: di nuovo, dal settore collaterale vieneconferma dei processi più generali in corso nel lapideo e di quanto le prospettive stiano cam-biando, e i termini di competizione e i protagonisti del mercato. Riprende a comprare l’India, ma la vera sorpresa dell’Estremo Oriente è il Vietnam, che con isuoi 23 milioni di euro supera anche la Cina, che si ferma a 13, e la Corea del Sud.

Tav. 2.A Export italiano di macchine verso Vietnam, Cina e Corea del Sud.

2001 2002 diff. % ’02/’01VIETNAM Tonn. Euro Tonn. Euro % Q.tà % ValoreMACCHINE DA TAGLIO 708 1,728 0 0 0,00 0,00MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 2,119 21,499 2,584 16,464 –18,01 30,59TOTALE 2,827 23,227 2,584 16,464 9,39 41,08

2001 2002 diff. % ’02/’01CINA Tonn. Euro Tonn. Euro % Q.tà % ValoreMACCHINE DA TAGLIO 827 2,853 272 2,093 203,84 36,31MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 1,286 11,068 1,538 13,161 –16,37 –15,90TOTALE 2,113 13,922 1,810 15,254 16,75 –8,73

2002 diff. % ’02/’01COREA DEL SUD Tonn. Euro Tonn. Euro % Q.tà % ValoreMACCHINE DA TAGLIO 444 1,459 11 98 3894,30 1387,84MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 574 6,778 178 2,254 223,15 200,63

TOTALE 1,018 8,237 189 2,352 439,34 250,13

Soltanto Spagna, Stati Uniti, Algeria e Iran si collocano su questo livello di cifre, e di movi-mento, per tutto il 2002. Sono dati che danno da soli il quadro del nuovo che sta per accaderein questa parte di mondo, e di riflesso anche nel resto.

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Il 2002 lascia un panorama con alcune profonde trasformazioni avvenute, che continueranno adoperare nei prossimi anni, e molto probabilmente in maniera tale da cambiare a livello interna-zionale la faccia conosciuta sinora del comparto. L’“Effetto Cina” ha cominciato a dispiegarsia livelli estesi, ormai, imboccando nella realtà le strade che erano previste sinora come una pro-babilità, sia pure elevata. Uno svolgimento probabile e chiaro, ma che non tutti erano disposti

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a sottoscrivere, e che certamente in pochi al primo affacciarsi dei sintomi di crescita tumultuo-sa di questo Paese hanno saputo intuire nelle sue potenzialità reali. E invece, ormai ci siamo, loscenario internazionale di settore deve fare i conti con un Paese enorme che sta ripercorrendoqualche decina di anni più tardi il percorso di sviluppo che nel dopoguerra e fino agli anni 80ha seguito l’Italia, e con essa una parte dei Paesi europei produttori di settore, e poi alcuni altriPaesi esterni che fanno parte oggi dello staff dei conducenti. Questo avviene in presenza di alcu-ni elementi fondamentali completamente cambiati, però, rispetto al quadro precedente, per cuigli sviluppi non potranno essere più di tanto analoghi, riproponendo sfide nuove e probleminuovi da risolvere agli operatori, individuali e istituzionali, che vivono nel settore.Negli anni 80, funzionava anche per l’Italia del granito un modello particolarmente complesso,che vedeva alcune caratteristiche all’apparenza contraddittorie, ma invece con una stretta logi-ca di funzionalità interna che operava secondo questo schema: importazione di materia primada Paesi esteri, trasformazione in Italia, e riesportazione del trasformato verso la destinazionefinale. Il motivo per cui, venti anni fa, questo accadeva con l’Italia stava nella qualità assolutadella offerta, prima di tutto tecnologica, che non aveva concorrenti a quei livelli, e che quindifaceva convergere principalmente nel distretto apuo versiliese, ma anche verso i distretti vene-ti e di altre regioni, i grandi contratti internazionali di forniture complesse, a lavorazione alta-mente raffinata e tecnologicamente avanzata, che altrove non trovavano altrettanta completez-za, competenza e versatilità di svolgimento. I fattori di competitività del modello italiano dell’epoca risiedevano in questo: nella pratica-mente incontrastata capacità di fornitura complessa delle maggiori imprese italiane di trasfor-mazione, imprese che funzionavano nel loro distretto come vere e proprie aziende-sistema, eche erano pochissime, ben introdotte presso i decisori tecnici e i general contractors dell’epo-ca, e che fornivano una completezza di servizio, di fornitura e di competenze che non avevarivali. Alcune condizioni particolari consentivano a queste imprese di coprire forniture che com-prendevano a volte moltissimi tipi di materiali diversi, provenienti da vari Paesi e continenti,con lavorazioni complicate e tecnicamente problematiche, con forniture che richiedevano anti-cipazioni di cassa, oltre che capacità di job management gravose. Risale a questo periodo anchela massima accelerazione di sviluppo tecnologico delle imprese collaterali italiane, che hannofondato sulla collaborazione con le aziende lapidee e sul laboratorio naturale da esse offerto lecondizioni di evoluzione progettuale, che ora continuano a fare evolvere in maniera autonomae diffusa il comparto, ma che allora ha beneficiato di una spinta propulsiva notevole. All’Italiaè rimasta questa specializzazione produttiva internazionale, essendo ancora leader incontrasta-to delle forniture ad altissimo valore aggiunto, e soprattutto ad alto livello di contenuto tecnico,ma le modalità di coordinamento internazionale di questo tipo di contratti sono profondamentecambiate, nel frattempo, e già negli anni scorsi lo abbiamo ampiamente verificato e descritto.Merito di diversi motivi, da internet alla presenza di professionalità adesso esterne alle impre-se, e di avvicinamento complessivo tra domanda e offerta, talvolta anche sulla base di schemiripetitivi e automatici che penalizzano le dinamiche evolutive dell’offerta soprattutto: Ma ilrisultato non cambia: l’Italia è ancora leader del settore per la completezza di funzionamentodel suo modello, e per la complessità dell’offerta che è in grado di fornire, dal prodotto serialealle lavorazioni specializzate, ai materiali tecnologici rielaborati, alla tecnologia produttiva.

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Adesso, invece, per i nuovi protagonisti del lapideo, a cominciare soprattutto dalla Cina, mapassando anche per qualche altra realtà minore (sia pure con forti differenze di connotazione),il modello è diverso, e il fattore che guida l’evoluzione attuale sta prevalentemente nel prezzofinale dell’operazione, che può rimanere, a quasi parità di offerta, estremamente contenuto invirtù di una serie di fattori non solo strettamente legati al costo della manodopera, o alla catenadi costruzione del valore in genere. Non è un’analisi semplice da farsi: si va dal costo dellamanodopera, che è incomparabilmente più basso rispetto ai Paesi europei o occidentali, ma ècompetitivo anche nei confronti di Paesi meno industrializzati, al costo dei trasporti, alla moda-lità di presenza nei mercati vicini, ma soprattutto alla disponibilità di un mercato interno didimensioni talmente elevate, da poter fungere da mercato di compensazione per le qualità mino-ri eventualmente invendute all’esterno. Gli ultimi due fattori si mescolano e si integrano traloro, potenziandosi, e sommandosi alle novità di questo ultimo anno. Nel 2002 è finalmente affiorata nel mercato internazionale in maniera decisa e chiara l’azionesvolta dalle imprese cinesi negli ultimi anni, di acquisizione crescente di materia prima all’e-stero, in termini sempre più massicci e mirati, non solo attraverso l’acquisto presso i produtto-ri locali, che pure ha costituito il primo passo di integrazione del modello iniziale di offerta, maattraverso l’intervento diretto in cava, a integrazione delle già fortissima capacità di forniturapropria di materia prima, che come primo fattore è stato il vero motore iniziale dell’intero set-tore nazionale. E così, accanto alle altre politiche di aggressione dei mercati sin qui adottate,vediamo anche seguire la falsa riga di quanto facevano le imprese-sistema italiane degli anni’80 nelle punte estreme del modello vincente di allora: apertura di cave all’estero, acquisizionedella materia prima da trasportare e trasformare in patria, e successiva riesportazione del lavo-rato all’estero, talvolta persino nel Paese stesso di origine del materiale, e con prezzi finali divendita talvolta persino competitivi con quelli locali. Manca tutto il resto di quanto negli anni’80 ha fatto la fortuna del lapideo italiano, ma rimane comunque un rischio molto concreto eforte per l’intero settore, riassumibile in un “semplice” quesito: se il modello cinese continua adoperare in questi termini, quanto possono gli altri produttori reggere ad una concorrenza su que-sti parametri, senza la possibilità di ricollocarsi facilmente, come le imprese europee sponta-neamente e naturalmente fanno, su fasce di offerta ad alto contenuto di valore aggiunto?Diventa, in questi termini, fondamentale rovesciare la lettura del modello, e guardare al merca-to cinese non solo come alla grande sfida dei prossimi anni, ma anche come a un mercato increscita di domanda e non solo di offerta, come un mercato destinato a svilupparsi non soltan-to nel consumo di produzione propria, ma anche di produzione esterna, integrativa di quantol’offerta domestica non possa coprire. E soprattutto, ancora, come a un mercato a dimensionipotenziali grandissime, solo in piccola parte già reali. I ritmi di sviluppo complessivo del Paesesono tali, che le autorità prevedono entro il 2020 al massimo il sorpasso nei confronti degli USAcome dimensioni assolute del PIL. Questo non significa, ovviamente, una ricchezza pro capiteparagonabile, nemmeno nel 2020, con quella degli Stati Uniti, però significa una presenza chein tutti campi, in tutti i momenti della vita economica del globo diventerà pervasiva e irrinun-ciabile, quale in parte è già ora per alcuni settori. E il lapideo non farà davvero eccezione, e lacompetizione riguarderà assai più, stanti così le cose, i Paesi a nuovo ingresso settoriale, chequelli storici, avanzati nelle tradizioni di consumo e di produzione e di mercato. È molto diffi-

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cile così prefigurare gli esiti che tali fattori possono produrre nello scenario internazionale delsettore.Le sfide che ci attendono sono quindi estremamente impegnative, ma anche esaltanti, in uncerto senso, perché i contenuti del confronto sono avanzati e possono con facilità portare ad ungenerale processo di crescita del settore lapideo e delle tecnologie ad esso necessarie. Si pongono anche dei quesiti importanti: quale ruolo svolge la ricerca, e la tecnologia non solodi produzione o di comunicazione, ma complessiva? Bastano i distretti, con la loro logica pre-valentemente a radice endogena a dare le risposte giuste alle sfide condivise? E però la risposta a queste sfide, di nuovo, non può essere più di tanto individuale e priva distrategia complessiva, sia da parte delle imprese che da parte dei distretti e delle istituzioni,anche se la storia insegna che nei momenti di necessità, le strategie, quando esistono, vengonotrovate in maniera quasi naturale, sia dagli uni che dalle altre. Ci vuole però un maggior sforzodi volontà e di consapevolezza, di unità di risposta ricercata attivamente, più che trovata o addi-rittura subita. Bisogna trovare le modalità di reazione attorno alle quali, di volta in volta, aggre-gare massa critica per svolgere il proprio lavoro in serenità e costruendo ricchezza collettiva. Scomporre i problemi per livelli di interesse comune attorno ai quali aggregare il consenso e leazioni, non è cosa facile. Le imprese hanno sinora cercato le loro vie individuali ai cambiamentiesterni, più o meno dappertutto, ed è un processo naturale di ricerca di best practices, che leguida in questo senso: si cercano soluzioni valide, si innestano nel proprio ambiente soluzionielaborate in altri contesti, si inventano percorsi nuovi verso la domanda del mercato, attuale epotenziale, e verso la sua soddisfazione ottimale, o verso la sua gestione più complessiva. Maè un processo che va affiancato con un’iniziativa di generale costruzione per livelli successividi alternative di percorso, e di consenso chiaramente realizzato e condiviso.

Italian Industryand InternationalTrends

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OUTLINE

It doesn’t take much to recall which events left the heaviest mark on the year 2002: the transi-tion from the fresh memories of September 11th to the war in Iraq in 2003 has been progressiveand clear-cut. After six months in which the world’s economy had got back on its feet after theshock of the New York tragedy, in the summer we saw trade slowing down as a consequence ofthe international political tensions deteriorating again. Then, the prospect of the war in Iraqmarkedly affected the first few months of 2003, and the next few weeks will determine if, toresume the strong recovery everyone by now longs for, we have just to wait for the first fewmonths of 2004 or if we have to put it off once again.It is North America that has been hit hardest by the uncertainty of the future, with the dollarbeing challenged for the very first time by a single European currency which alternates with iton the world’s markets also as a transaction currency.And here is the other great turning point of 2002: the first year of the euro. With some wave-ring at first, but by now constantly above par with the US dollar: from the beginning of March2002 to March 2003, the appreciation of the euro over the dollar topped 21 per cent of its nomi-nal value, while the Dow Jones dropped by 26 per cent over the same period. How much of thisis due to international events and how much to the still weak economic situation of the UnitedStates and to the speculations that have burst out in all their weakness in the last few months,will be decided by the experts. The result in any case, at last for the time being, remains unchan-ged: a strong euro allows us to buy raw materials at a favourable exchange rate but also invol-ves the other side of the coin, which affects exports and a number of choices that EU institu-tions and private operators find hard to take. In the eurozone, the GDP has slowly decreased over the year, while in the Asian zone the eco-nomy continued to be favourable and to expand quickly. And only the recent threats of theSARS, rather than the economic variables or the fundamentals of the greatest Far Eastern coun-tries, have cast a shadow on the overall rate of growth of the entire area. It is not a market cri-sis yet, but for some countries it is already a general work and image crisis rather than a politi-cal crisis.Even in Latin America, there are positive signs of a slow but widespread recovery comparedwith last year’s general depression despite the continuation of weakening factors. Some majorcountries are at a significant political turning point that could really mark a new cycle and gene-ral climate, which is needed everywhere. It could affect the general economic trend of the con-tinent and indirectly affect the partner areas of each industry.The North American economy remains completely unknown, however, including its consump-tion trends, Stock Exchange and property and financial markets. The crisis of public economy,which in some countries is dramatic, can very seriously affect the family spending, thus deepe-ning the social gaps that up to the Eighties had been filled up by the middle classes. The pro-perty market continues to be lively, with the traditional US ability to renegotiate mortgages,which has led to the expansion of family borrowing. At present, the consequences are favoura-ble, and some mechanisms of redistribution of the speculative Stock Exchange losses have pro-tected the family balances from the negative effects of drops and scandals, such as Enron’s.

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Sooner or later, though, even if the property market became speculative, it will becomesomewhat risky and therefore hard to control. In addition, the war against terrorism is taking upa large part of the budget, and the next choices of the administration will be key to the econo-mic and political developments of the situation, not only for the US.

STONE INDUSTRY

What happened to the stone industry in 2002?Many figures, as well as more general elements, seem to describe 2002 as another basicallypositive year for the industry across the world. The processes under way have got deeper, interms of market rearrangements, the new roles of producers, and demand/supply dynamics. Theweight of the new information media has grown, becoming in turn a cause of change accordingto a pattern that has already been identified in the past, and the political events that dominatedthe commodities and capitals markets during the year have comparatively affected the industry,mostly indirectly and at the end of the year. Productions and consumption have generallygrown, and the changes started in the preceding years have kept going on, with no apparent tur-nabouts. And yet these processes did not see everyone going in the same direction, quite theopposite: the geography of growth was very local, as was that of regressions, whether small orlarge. Once again, the national institutions are changing roles more and more quickly, in a criss-cross effect of increases and decreases, and specialisation, turnover and outlet market segmentsare changing places.As to international production, the increase in overall consumption has increased the demand,and the supply has followed or better boosted the process, especially in some very active coun-tries which are comparatively new to the industry, which have heavily relied on few but effec-tive competitive factors:

◆ Competitiveness of production costs and therefore sales prices.◆ Diversification of the quality of supplies on international markets.◆ Aggressive policies of visibility and expansion on different sales markets, boosted by the

use of all market penetration and communication technologies.◆ Efforts to develop products and make the sector more complex, which further moved,

especially in China, but not only there, the frontier of the supply of raw materials only,and from the local supply of standard-range products to the supply of medium-range pro-ducts to farther markets, including those that have always been less in favour of their pro-ducts.

And so we see that the process started a few years ago, in which new countries took leadingpositions at first by virtue of their prices and potential production of raw materials, then also byvirtue of a strong effort to enrich their supplies and commercial and sector resources, continuingand getting stronger and stronger. Such process is reshaping the productive and market specia-lisation of more traditional countries, such as Italy, Spain, Portugal and Greece, and boosting

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the development of other countries that are newer than European countries but not as new asChina or Iran: Turkey, India, Brazil and others. The more traditional countries have respondedin different ways, but the general climate was not peaceful, and progressive changes and dropsin turnovers did and do take place in many stone production areas. In some cases, the changehas not been completely grasped yet, but the industry is realising that the development patternof the countries that are not expert yet, but no longer new to the international arena, is not repro-ducible in the new producing countries that are just appearing on the international market. Thelatter are by now very few, the international resources to be still utilised are fewer and fewer butthe “Nineties style” model adopted by Turkey or China cannot be reproduced. The changes thathave taken place in the meantime are too dramatic, and one cannot go back on supplies or tradeor on the finished goods market or on job organisation.And just because of the coming of new bombshells, such as China, Turkey and Iran, the scena-rio has rapidly changed in just a few years, and competition and the players’ roles have and arebeing reshaped by the new industry inputs of demand and supply.The international production of raw materials is thus increasing, domestic consumption andtrade, especially blocks, but also semi-finished goods, are increasing, and the industry is gene-rally growing. And the role of the old lions of the industry, first and foremost the European pro-ducing countries, is reduced, and they quarry less, export less but consume the same amounts;actually sometimes the imports of finished and semi-finished goods increase, thereby boostingthose changes that are slowly moving them towards special productive niches and specialisedranges.This process involves above all granite: marble deposits have always been more in demand andmore heavily exploited than granite ones, and have been constantly exploited for longer sincemarble is a more pliable stone which is therefore “easier” to process and use, and novelties areless important and prestigious. But with granite, as everybody knows, it’s a different matter, andthere the storm can be clearly seen and is becoming somehow structural. It remains to be seenhow much the “contagion” can spread to calcareous stones as well; but there’s no doubt that theinternational trade has moved, and is now based on a new scale of factors that involve more theraw materials, which kick-started these changes which by now affect all of the stone industry.

ITALY

For Italy in particular, the effects of the external changes have been clearly felt in 2002, andhave raised some operating and marketing questions that the companies are trying to solve in afairly consistent and common manner, which is not however organised or aware of the finalresult. This kind of reaction to the challenges of the domestic and foreign markets is shared bymany industrial sectors in Italy, especially those that rely on medium- and small-size manufac-turing concerns, i.e. the majority, possibly many local producers. And certainly their farsigh-tedness and ability to control the potential external scenarios are challenged by the internatio-nal situation and by its sudden and global developments. Whereas, for instance, the war in Iraqwas to be expected, the SARS was completely unpredictable, and its impact on the economies

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of the most heavily affected countries and their major partners, and the potential consequenceson local and non-local trade in the next few months cannot be determined yet.In 2002, the domestic consumption of stone materials has been consistent and supported by theproperty and building markets that are still at the same high levels as in the last few years. Inthe building industry, forecasts for next years are no longer so rosy as in the past: the positivecycle of 1995 is drying up and 2002 has already been hit by the fall that is by now becomingmore apparent. Actually, this fall is expected to turn into a neat turnabout in 2004, as in manyEuropean countries. They are the same countries that over the last three, four years have seentheir property and building markets, including new buildings, significantly grow and develop,with the unusual exception of Germany.But the expansion cycle of the building industry in general, in Europe and in Italy, which haslasted the longest since the Fifties, is now going through a slack period and will begin to pro-gressively decrease even at the end of 2003. It is a complicated situation, with a criss-crossingof factors that are sometimes so inconsistent in their trends and developments as to cause con-sumers and investors to draw the simplest conclusion: uncertainty.Uncertainty is the prevailing element in this industry as in many others. In the past, the proces-ses were more straightforward, and the changes under way have given raise to competition,have changed the market behavioural models and have reshaped competition strategies. In thesedays and age, it is uncertainty that prevails, and this uncertainty comes first of all from thedemand, then affects the relation between demand and supply. The role of the property market,in this ever-changing scenario, is also changing and dragging other markets with it, for instan-ce the stone market. And so the Italian domestic consumption has kept taking up stone, althou-gh the prospects are slowing down and progressively being affected by a general decrease inhousehold spending. The joint effect of the decrease in the property market and the drop infamily spending falls, for the very first time in the recent history of the Italian building indu-stry, on the maintenance market, which so far had been the one most involved in the major chan-ges of the balance-sheet items of the building industry, so much so that even a lot of time agoit had exceeded the 50% threshold of the turnover of the entire industry. The stone industryplays a small, but significant, role precisely in the revaluation of buildings, in the reinvestmentin the image and marketing of buildings and constructions, and the Italian industry has not mis-sed the opportunity, both in Italy and in the EU, then also overseas. But just for this reason, afterhaving benefited from it in the past, it can potentially be more vulnerable to such changes: aftera good 2002, the stone industry seems to be challenged by competition and niche and speciali-st markets in the future, something that even the domestic market is unable to sidestep. This scenario is corroborated by our annual survey, that we conducted in early 2003 on Tuscanyand Italy: the companies did and do face double prospects, with the industry and the generalexpectations on one side, and their subjective situations on the other. On one hand, the Italianstone industry expects to have to cut down on business and development opportunities, with aclimate or better a common acceptance of negativity and pessimism, as if the external challen-ges were felt as structural and unassailable, as if the changes under way left no room for takingaction and recovering leadership and success, as if the means that other building sectors haveused to improve their competitiveness and advantages were doomed to fail and were essential-

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ly regarded as palliatives in which they should not invest too much, not even emotionally. Butif we look at the corporate approach, then in most cases the prospects are better and involve theuse of all those defence mechanisms that are typical of proactive work and business, which donot solve problems but bring them down to a day-to-day size, thus warding them off somewayand breaking them down to an assailable scale. And then work goes on, optimism almost comesback and the prospects of the sector, as a whole of individual businesses, look more viable. Thishappens of course in those industry segments (and they are positively the majority) that havenot been too much challenged by the distortion of the usual competition factors that the indu-stry is experiencing all over the world.And so we see a search for an individual position in an ever-changing market, in search of abusiness and productive specialisation, of an individual solution to common problems, a posi-tion that may give pride of place to one’s know-how, thus making the most of one’s absoluteand competitive advantages. This search has not always been successful in 2002. In some pro-duction areas and for some products, competition has not been favourable and has affectedemployment, turnover and medium – and short-term prospects. And this did not only concernthe stone industry but all the allied industries as well, that even if late have begun to be affec-ted by this low economic ‘tide’.This accounts therefore for the decreasing figures, first of all in quarry production (see TableB), which in some regions has remarkably decreased, but also in the overall production, turno-ver and exports. The quarry productions that have been hit hardest have not been so much thoseassociated with fashions or aesthetic choices, but rather those that could be more easily ‘repla-ced’ by low-cost, cheaper productions, mainly Chinese, those that were more vulnerable to acompetition based on prices, but not on the other factors that remain the prerogative of higher-range products. This also affected those production areas that had unsolved problems of theirown, which they could not tackle at such a hard time, in which the day of reckoning simply anddangerously added up to the rest, thus turning into a concomitant cause of problems: environ-mental problems, adjustment of productive facilities, regulations and all that the stone industry,quarrying in particular, knows very well. Or it affected those areas that were and are linked,more than others, to markets that are exposed to today’s negative ‘winds’, above all the Middleand the Far East.The overall quarry production has therefore decreased, also because the annual overall turnoverof all exports, above all of finished goods, has decreased by 6.4%/year, or by 6.9% if we lookat the highest added value goods alone. This scenario contains two positive figures: chips, andmarble and travertine blocks, even compared to a generally very positive 2001, have fetchedremarkable increases, a lower one for the latter, but a neat one for the former.The 2002 export figures should actually be looked at by keeping in mind that 2001 was a verypositive year, at least until September, when, as we all know, the New York tragedy and theTwin Towers attack made a neat turning point in a market that was already slowing down. 2002largely reaped the consequences of both September 2001, which should not be underestimatedin any respect, even psychological, and of the creeping crisis that was already under way in theUSA, i.e. the greatest market of some products, the US market that added its domestic problemsto those that had already burst out in the other great importer of Italian stone products,

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Germany. So, two troubled economic crises of two great industrial countries, consumers ofstone as well as of other commodities, added up, resulting in a difficult scenario which affectednot only Italy, but also other traditional producers, such as Spain and Portugal. It hit hardest allthose producers which could not reduce their sales prices to maintain their market shares at allcosts, because their internal rigidity did and do not allow them to drop below a given thresholdwhich other producers are instead largely trespassing. And that’s not all: this picture was aggra-vated by the problem of the euro dramatically rising on the currency market, which made thepicture even more rigid and exacerbated the situation. And so the figures are still high andrespectable, so that we can say our industry is still the best in terms of turnover, market share,international success and product quality. But a comparison with last year shows that this pro-cess is troubled and certainly not painless, an international shift in position, the umpteenth inthe last twenty years, which has largely continued in the first half of 2003. It is the strategicpositioning of the domestic industry that made the success of the addition of niches and qualityand industry specialisation, evidence of the strong and important role that the Italian stone indu-stry and products still play.

Table 1A. Italian domestic exports – January/December 2002

2001 2002 diff. % ’02/’01Tons. Euro Tons. Euro % Q.ty % Value

MARBLE BLOCKS AND SLABS 754.246 170.331.058 761.426 170.752.098 0.95 0.25 GRANITE BLOCKS AND SLABS 184.613 49.885.182 165.926 47.548.867 –10.12 –4.68 FINISHED MARBLE 1.375.933 938.546.514 1.333.752 883.050.165 –3.07 –5.91 FINISHED GRANITE 979.560 815.009.217 902.644 736.370.256 –7.85 –9.65 OTHER FINISHED STONES 220.936 48.311.297 230.105 44.590.445 4.15 –7.70 Subtotal of blocks, slabs and finished stones3.515.288 2.022.083.268 3.393.853 1.882.311.831 –3.45 –6.91 CHIPS AND DUSTS 1.072.955 37.502.119 1.251.943 44.977.159 16.68 19.93 Subtotal including chips and dusts 4.588.243 2.059.585.387 4.645.796 1.927.288.990 1.25 –6.42 RAW SLATE 4.764 3.236.772 3.921 2.323.731 –17.70 –28.21 FINISHED SLATE 32.518 24.240.761 33.230 23.527.763 2.19 –2.94 PUMICE STONE 75.088 4.422.606 100.088 5.364.853 33.29 21.31 TOTAL 4.700.613 2.091.485.526 4.783.035 1.958.505,337 1.75 –6.36

Source: National Statistic Office, processed by IMM.

In some cases, the mean value has held out, sometimes it has not, and in any case all figuressuffer from the ‘growing euro’ effect which sometimes led to change the price lists, especiallyat the end of the year and even more at the beginning of 2003, often eating away the elasticitymargins that are reflected in the prices, and opening the way to the competition of other produ-cers that work in non-EU currencies. The fact is that the balance remains on the debit side, andworst on granite. It is especially these materials that Chinese and other competitors have hit har-dest and that are giving a hard time to Italian producers, especially Sardinian ones, aggravatingthe other problems. In some cases, there are been problems with marble as well, because ofexternal effects: all the areas that normally work with the Middle East have slowed down orstopped completely at the end of the year and then in the pre-war period, just like now atypicalpneumonia is affecting trade, although in a very different way, with some Far Eastern countries.

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But the storms of the external scenario must become part of our daily life, and there is no suchthing as one answer to all questions, including the future ones.The areas where Italian products sell most have remained or are even more the traditional ones:Europe, even outside the EU, North America, and to a smaller extent all the others. The enclo-sed tables provide accurate figures and a comparison with the year 2001: out of about 2000 mil-lion euros, 650 are made up by the European Union, although with a 10% decrease on the bestproducts, mostly granite, and over 200 by the rest of Europe. The future entrance of the new EUmember states will further extend the role of the EU market, even more because some of thesenew members are becoming more and more important for the general economy and for this spe-cific industry, both as consumers and as producers and converters. And often they are also beco-ming increasingly important as commercial and working partners not so much and not only forItaly, but rather for Germany and Austria. Stone from Croatia and other former Yugoslavian sta-tes is often beautiful and attractive for the entire stone market. And southern Mediterraneancountries, such as North Africa, are also growing through partnerships or by themselves, althou-gh on still low quantities and values.North America is quite a different market, because here the greatest problems arise from theuncertainty on the future economic and political developments. Up to 2003, the picture seemsto be still under control, with stable property, family spending, building and maintenancemarkets, even if with signs of increasing unrest. But as to 2004, nobody dares to make accura-te predictions or assumptions. In 2002, high-tech jobs and supplies have been largely the pre-rogative of Italian companies along with supplies of marble and granite semi-finished goods,and the turnover slightly increased on the commodities that are weakest elsewhere. But the‘euro’ effect is heavy, and even if one can buy better one then finds it harder to sell. And so thebalances by value and by quantity of finished marble and granite differ, with values becomingnegative for marble: in other words, the unit mean value has been affected by external problems.Once again, the picture of exports to South America is negative, with balances over 30% in thered for the year 2001. In these countries, the industry is more of a resource than an expenditu-re, and not even the close relations with Italy can do much to change the situation. In somecases, there are joint ventures with Italian companies working locally in different forms, some-times orientated to other countries. The common goal and hope is that they may be useful notonly to strengthen the Italian and local share of these markets but also to help them overcomemore general problems, with the help that a small but lively segment as stone can give.Exports to the Middle East have been hit hard by the climate caused first by the pre-war situa-tion, then by the actual war in 2003. The problems, including practical transport problems, andthe general uncertainty of the picture have been deeply felt, even if there was a strong will togo on and forget about them. The decrease in Italy was however remarkable both by quantitiesand values: –10.6% by volume and –15% by value. These are countries, however, which havealways carefully followed our products and supplies, and the Italian production areas that areclosely bonded to the Middle East, after having been hit by last months’ events, are howeverready to recreate the previous conditions and to resume their relations where they had been stop-ped.It’s quite a different matter for the Far East: here the figures speak louder than in the past. South

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Korea is virtually the only country that grew a bit in 2001, by volume and values, but just likethe rest of the region: the unit mean values are definitely collapsing, which means that our sup-pliers can usually place lower quality materials on the Far Eastern market. The Chinese marketin particular is growing by over 30% by amounts but is decreasing by almost 10% by values.Along with very valuable and prestigious jobs, there is a mass of exports whose value is pro-gressively falling in value, which don’t do much for our industry even if they contribute to thedevelopment of a domestic market that perhaps might become higher quality and more open toother supplies as well in future.In other words, this year has not been easy for Italian exports that have been affected by objec-tive difficulties and growing challenges, but managed nevertheless to find their way to 2003,which could be a turning point on many markets. Of course, the Chinese challenge cannot beeasily solved but we are not short of resources to remain competitive, as is proven by the Italiancompanies when they say their individual prospects are better than those of the global system.Imports too have suffered, even if less than exports. Marble imports in particular have decrea-sed, while granite imports have at last benefited from the ‘strong euro’ effect even if not somuch as exports have suffered.

Table 1B. Italian domestic imports – January-December 2002

2001 2002 diff. % ’02/’01Tons Euro Tons Euro % Q.ty % Value

MARBLE BLOCKS AND SLABS 431.973 87.433.805 398.258 74.319.267 –7.81 –15.00 GRANITE BLOCKS AND SLABS 1.725.880 387.610.016 1.708.934 373.025.672 –0.98 –3.76 FINISHED MARBLE 48.927 30.596.817 51.956 29.035.229 6.19 –5.10 FINISHED GRANITE 41.866 19.110.022 44.720 21.470.866 6.82 12.35 OTHER FINISHED STONES 69.096 11.759.025 101.027 13.877.009 46.21 18.01 Subtotal of blocks. slabs and finished stones 2.317.742 536.509.685 2.304.895 511.728.043 –0.55 –4.62 CHIPS AND DUSTS 293.176 16.347.182 372.370 18.281.398 27.01 11.83 Subtotal including chips and dusts 2.610.918 552.856.867 2.677.265 530.009.441 2.54 –4.13 RAW SLATE 3.458 845.633 5.473 952.120 58.27 12.59 FINISHED SLATE 6.013 3.007.940 7.357 2.803.032 22.35 –6.81 PUMICE STONE 13.685 1.177.575 13.337 1.476.276 –2.54 25.37 TOTAL 2.634.074 557.888.015 2.703.432 535.240.869 2.63 –4.06 Source: National Statistic Office, processed by IMM.

Imports of finished marble and granite are beginning to be sizeable, especially against a decrea-sing mean unit value: there’s no need to say that it is just this factor, even if it is by no meansthe only one, that is increasingly affecting the trend summarised by these figures. On a numberof occasions, the competitiveness of the sales prices of some foreign goods, when competingwith Italian ones, favoured the foreign goods even when the quality of the supply was the sameor almost the same. Of course, the word ‘almost’ contains a multitude of differences and nuan-ces, which give suggestions and indications on the defence strategies of the domestic industrythat can be enforced without breaching the rules of free trade and free competition. Some rigi-dities cannot be sidestepped, and in this case the only option is to differentiate the supply to aquality level that may push the price to the very bottom of the list of values.

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THE INTERNATIONAL MARKET

As we said before, in 2002 the international market did not stop working, even after the MiddleEastern events, but continued to expand by slowing down trade locally. The overall outcomewas therefore that of a still growing trade, even if less than the frenzy of two or three years ago.And above all a geographically much more uneven one, developing even more than the region-oriented model of the Nineties.Trade with North America, the European Union and the neighbouring European countriesremains high; trade with the south east of Asia is also high, despite current health problems.Even North Africa, of which we know very little, is trading increasing amounts of raw mate-rials and finished goods, which are becoming more and more attractive both for their volumes,for the domestic markets, and for the type and qualities of their materials, for the internationalmarkets.On the supply side, there’s no need to repeat that China is becoming more and more of a “total”country, in that it is by now an international leader, that produces, consumes, buys, converts andresells at all levels and everywhere in the world. Even for China local trade is the highest, withofficial figures exceeding 47% of the total trade of China and Hong Kong together, net of inter-nal trade between the two customs. And these are quantitative figures that account for the slowsegregation of other producers from local market areas. Japan and South Korea are the two mostactive partners, along with Singapore and Taiwan, which are decreasing. China also consumesa lot, but exports to China are still limited to few product ranges, even if with a lot of types ofmaterials and often with excellent process quality. Its domestic market remains however hugeand leaves the local stone industry free to express itself in a stable way, which only an almostequally large country, such as India, can imitate. The superiority of the ‘Chinese phenomenon’is not new, but the rate at which some processes started in the past are spreading is so fast thatit hits the headlines despite all forecasts and produces tangible effects year after year on theother countries’ figures and companies. And they are not only long-standing countries, and thisis the news, but also countries that have already made or are making their appearance on theinternational stone market.So, when the long-standing countries, such as for instance Spain, increased exports, they did itmuch more in raw and semi-finished materials than in finished goods, while they saw a reduc-tion in the production of quarry materials, as the local companies are beginning to feel the con-sequences of the ever-changing market. And that’s not all: block exports have increased towardsChina, then to all the North-African, Middle Eastern and non-EU countries, i.e. to virtually allthe countries that have begun to process stone by their own and are becoming more indepen-dent and consuming more.The US market has supported many of its producers, with its still high consumption, which ishelped by the property and housing markets. The market is nearly saturated but for the momentit seems 2003 will maintain this trend. The strength of the euro has partly affected trade betweenthe EU and this country, but it concerns 2003 rather than 2002, the first half of which wasactually hit hard by other events. The high tide of September 2001, then the Afghan and Iraqievents affected our industry as well, even if to a smaller extent. The cash drag and the lack of

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confidence of minor Stock investors, following the Enron and Tyco scandals, fuelled uncer-tainty in family consumption, but the property and building industries, as shown by all techni-cal indicators, has held out, actually warding off the potentially harmful effects of the capitalsflowing out of the country. And so stone has kept its leading position on the domestic market,through the long-established channels that have been working over the last few years. The sup-pliers’ staff were expanded since in the end everyone looks at the USA and at its market.Exports of finished products, and even more raw and semi-finished materials, to the USA haveincreased, especially from China, with a strong role being played by the granite of South-Africa,a country that just for once is prevailing over China, Canada and Brazil, while Turkey is increa-sing its marble trade. Nevertheless, if we look at the historical sequence of the last few years,2000 is the year of the greatest general growth, of the real jump in consumption volumes, espe-cially granite, imported from Italy and to a smaller extent from India and China. There’ssomething strange in US figures compared with Italian figures, a considerable difference, as ifit had taken longer to leave one custom house and get into the other over the last three years.The average of Italian exports of finished goods to the United States in the last three yearsremains consistent with the average imports declared by the USA, but annual figures remarka-bly differ. In any case, the general feeling of the current trend remains: a decrease in 2001,which has been fully made up for in 2002, with a more widespread presence of other suppliercountries, other than Italy, for instance Brazil for granite and Turkey for marble. The latter country is going through an excellent period on the international market, even if it isbeing challenged by Asian competitors just like other producers. But the products supplied bythe Turkish stone industry is not only wide for the variety of its materials and products but alsohigh quality and more and more expert and competitive. The same applies to other MiddleEastern and North-African countries, for instance Iran, Egypt, Morocco, Algeria and so on. Butthe international scenario is pushing all of them to increase the quality of their supplies and asa consequence to push forward the frontier of competition and the complexity of their globalmarket share.After all, this is the real news of the late 2002: it is perfectly clear, by now, that the penetrationof international markets involves, for everyone, a number of factors that are increasingly far-ranging and complex, not only prices or raw materials. The presence of such a giant as Chinahas already fixed the outcome of these ‘simple’ factors, and only a country that is equally bigand strong in terms of quarry production, production costs and potential domestic market asIndia could perhaps compare to China. For virtually all other countries, the future is on anotherlevel and involves a different type of competition, and it is up to Italy, once again, because ofthe complexity and high level of its industry and output levels, to open the way to a new lea-dership model.

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MARBLE MACHINERY

The stone production technology market has partly gone through the same ups and down as thestone industry, since it has shared the same international scenario and trends. Even if for yearswe have seen the machinery industry, mainly machines made in Italy, the technologically mostsophisticated and commonly used machines, announcing changes for the entire stone industry,this year the reasons for the fall in the international trade is that general uncertainty that has tain-ted virtually everybody, rather than internal industry factors. Economic factors, such as theappreciation of the euro, have not only reduced the Italian exports of rough and finished stones,but often have also induced people to wait, while production was changing, hoping that the eurowould stop being on a par with the dollar, that the wait would not be counterproductive. In thisindustry, as we have said many a time, the Italian leadership is still more widespread and stron-ger than in the stone industry, and the figures of trade and international transactions are clear.Italian exports of dimensional stone processing machines slightly decreased in 2002 comparedwith the preceding year, especially on primary cutting machines, but such fall concerned mainlythe countries of destination rather than the types of machines. In other words, the minus signwas mainly due to the destination countries, to their domestic industry development problems,and not to the technology being considered unworthy of change or unable to fulfil the industryrequirements. Compared to the negative figures of all of Europe, and EU in particular, theNorth-African countries, although very active and interesting, have not done much, busy as theywere to innovate rather than outline their domestic processing industry (please note that thefigures we have available do not include quarrying machinery, which is covered by the largerarea of mining and quarrying machinery). Egypt, Tunisia, Algeria and Morocco have kept inve-sting in their production facilities, especially and remarkably Algeria, by buying the technologythat has always found its best place in the international scenario, although the figures speak ofabout 38 million euros against over 90 million in the EU, which had topped about 128 millionin 2001. Spain, Greece and Portugal are the countries most affected by the negative perfor-mance of the EU, with this uncertain or downright negative wave impacting on their allied indu-stries In these countries, it was not so much the effect of the euro, which is the common cur-rency, to have taken its toll but rather their domestic market trends and the uncertainty of pro-spects, the fierceness of external competition and the substantial investments made in these lastfew years that caused this drop, which is continuing now and perhaps throughout 2003. In the United States, it has been above all the finishing machinery sector that has been most suc-cessful, in line with what we said about the organisation of the US market, and its internal deve-lopment, often oriented to finishing semi-finished goods locally to adapt it to their customersrather than buying turnkey supplies, a type of supplies that in any case is not missing. And sothey buy fewer saws and more polishers, and the exchange rates boost the growth of meanexport values.More delicate is the situation in South-America, which also buys more finishing machines thanexpensive granite saws. But Brazil, the greatest purchaser along with Mexico, grows in quanti-ties and decreases in values, in a remarkable way that is not even balanced by the exchange ratebut rather damaged by the strong euro.

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The Middle East is holding out, with Iran becoming the first partner of Italian companies, muchmore than Saudi Arabia and Israel: once again, the allied industries confirm the general trend ofthe stone industry and the extent to which the prospects, the type of competition and the marketplayers are changing. India has restarted to buy but the real surprise of the Far East is Vietnam, which with its 23 mil-lion euros exceeds even China, which stops at 13, and South Korea.

Table 2. Italian exports of machinery to Vietnam, China and South Korea.

2001 2002 diff. % 2002/2001VIETNAM Tons Euro Tons Euro % Q.ty % ValueCUTTING MACHINERY 708 1.728 0 0 0.00 0.00PROCESSING AND POLISHING MACHINERY 2.119 21.499 2.584 16.464 –18.01 30.59TOTAL 2.827 23.227 2.584 16.464 9.39 41.08

2001 2002 diff. % 2002/2001CHINA Tons Euro Tons Euro % Q.ty % ValueCUTTING MACHINERY 827 2.853 272 2.093 203.84 36.31

PROCESSING AND POLISHING MACHINERY 1.286 11.068 1.538 13.161 –16.37 –15.90TOTAL 2.113 13.922 1.810 15.254 16.75 –8.73

2001 2002 diff. % 2002/2001SOUTH KOREA Tons Euro Tons Euro % Q.ty % ValueCUTTING MACHINERY 444 1.459 11 98 3894.30 1387.84PROCESSING AND POLISHING MACHINERY 574 6.778 178 2.254 223.15 200.63TOTAL 1.018 8.237 189 2.352 439.34 250.13

Only Spain, the United States, Algeria and Iran have been on this level of figures and tradethroughout 2002. These figures are sufficient to give a picture of what is going to happen onthis side of the world, and as a consequence in the rest of the world as well.

CONCLUSIONS

The picture provided by 2002 is one in which changes have taken place and will continue overthe next few years, probably changing the face of the industry all over the world. The ‘Chineseeffect’ has begun to unfold by now and has in fact found the way that nobody took for grantedyet. A likely, clear growth, which not everybody was ready to acknowledge and of which veryfew people, as the signs of the frantic growth of this country first appeared, grasped the realpotentials. And instead here we are, the international industry scenario has to come to termswith a huge country that is following in the footsteps of Italy when it developed after the secondWord War and up to the Eighties, along with some stone producing countries and then someexternal countries that are now among the leaders. This is taking place in a different scenario,where some of the key elements have changed, so the development will not be too similar, and

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will raise new challenges and new problems that individual and institutional industry operatorswill have to face.In the Eighties, a very complex model worked for the ‘Italy of Granite’, with seemingly con-tradictory characteristics, but which was run through by a strict functional rationale, thatworked as follows: raw materials were imported from foreign countries, they were processed inItaly and then the finished goods were re-exported to their final destinations. The reason whythis worked for Italy twenty years ago was the absolute quality of the supplies, with its unri-valled technological level which attracted to the Apuan-Versilian district, and also to Veneto andother regions, big international contracts for complex supplies, involving sophisticated proces-ses and technology, that could not find such a completeness, competence and flexibilityanywhere else. At that time, the Italian model was competitive for the unrivalled ability of the leading stoneprocessing companies, acting as veritable corporations/systems in their areas, to supply com-plex products, and these companies were very few and had good connections with the techni-cal decision-makers and the general contractors of the time, and could offer all-round services,supplies and advice that were second to none. Special circumstances allowed these companiesto supply a multitude of different materials from different countries and continents, involvingcomplex and technically difficult processes, supplies that required down payments as well asdemanding job management abilities. This was also the time of the highest acceleration of thetechnological development of the allied industries in Italy which based their development planson the co-operation with the stone industries and the natural test benches they offered, whichnow they continue to develop independently throughout the industry, but which benefited fromthat remarkable boost. This international productive specialisation still belongs to Italy, the unri-valled leader of very high added value, high-tech supplies, but the international co-ordinationof this type of contracts has dramatically changed in the meantime, as we saw and described afew years ago. A number of reasons are to blame, from the Internet to the use of external con-sultants, and the increasing closeness between demand and supply, sometimes with repetitiveand automatic patterns that damage the evolution of the supply, although the result is the same:Italy is still the industry leader, with its all-round functional model and the complexity of itssupplies, from mass-produced goods to specialist processes, to reprocessed technological mate-rials, to production technology.Now, for the new stone industry operators, first and foremost China, but also some minor coun-tries (although with big differences), the model is different, and the factor that drives today’sdevelopments is mainly the final price of the operation, that can remain very low even when thesupplies are almost the same, due to a series of factors that are not only closely related to labourcosts or to the value-forming chain in general. It’s not a simple analysis: it ranges from labourcosts, which are incomparably lower than in European or Western countries and can also com-pete with other, less industrialised countries, to transport costs, to the type of penetration of theneighbouring markets, and above all to the availability of a domestic market that is so huge itcan take up the inferior quality that does not sell abroad. The latter two factors blend with andadd up to each other, thus strengthening and bringing this year’s events to a head.At last, in 2002 the international market has neatly, clearly revealed the role played by the

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Chinese companies over the last few years, i.e. they bought more raw materials from abroad, ina more and more massive and specific manner, not only by buying from local producers, whichwas however the first step towards the integration of the original model of supply, but byworking on the quarries, thus completing their already strong capacity to supply raw materials,that as the first step had been the real propeller of the entire domestic industry. And so, alongwith the other market penetration policies that we have seen above, they have followed in thefootsteps of what the Italian corporations/systems of the Eighties had done at the peak of thewinning model of that time: quarries were opened abroad, raw materials were taken and carriedto Italy to be processed, then the finished goods were re-exported abroad, sometimes even tothe countries from which those materials came, and at final sales prices that sometimes wereeven lower than the local ones. All the rest of what has made the success of the Italian stoneindustry in the Eighties is missing, but a very real risk remains for the entire industry, a risk thatcan be summed up by a ‘simple’ question: if the Chinese model keeps working like this, howlong can the other producers hold out against such a competition, without any chance of findingsome other position, as the European companies naturally and spontaneously do, for the supplyof high added value goods? In these circumstances, it becomes essential to look at the model in reverse, and look at theChinese market not only as the great challenge of the next future but also as a market in whichnot only the supply, but also the demand is growing, as a market which is bound to grow notonly in the consumption of domestic products but also of foreign products, to complete whatthe domestic supply cannot cover. And above all as a potentially huge market, whose size hasnot completely unfolded yet. The general development rate of the country is so fast that theauthorities expect the Chinese GDP to overcome the US GDP by 2020. This does not mean, ofcourse, that their per capita wealth will be comparable to that of the USA even in 2020, but itmeans that the presence of China will become widespread and essential in all sectors, at alltimes of the economic life of the Earth, as it already is in some sectors. And the stone industrywill be no exception, and, as things stand, this competition will concern more those countriesthat have just entered the industry, rather than the older ones, with older consumption, produc-tion and market traditions. It is very difficult therefore to predict the outcome that will comefrom such factors in the international industry scenario.The future challenges will be hard, but also somehow exciting, because the contents of the com-parison are high and can easily push the stone industry and its technology to grow. Important questions arise: what is the role of research and technology, not only in productionbut in all areas? Will the districts be able, with their mainly endogenous approach, to respondto the common challenges? But the response to such challenges, by the companies, the districtsand the institutions, cannot be too personal, with no general strategy, even if history teaches usthat in times of need strategies are almost naturally found. But it needs more efforts, willingnessand awareness, it needs a joint response that should be proactively looked for rather than foundor even suffered. It needs to find a way to react, which the critical mass can gather round tocarry out their jobs with peace of mind and build up a common wealth.Breaking down the problems by common interests, which consent and actions can build on, isno easy task. So far, the companies have looked for personal ways to sidestep the external chan-

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ges, more or less everywhere, in a natural quest for ‘best practices’: they search for good solu-tions, or try to reproduce solutions developed in different contexts, or invent new ways to gethold of the current and potential market demand and to meet or manage it in the best possibleway. But this process should be supported by initiatives that should be jointly built in successi-ve stages, through alternative options and through a clearly built and shared consensus.

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La Industria Italianay la CoyunturaInternacional

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PANORÁMICA GENERAL

No hace falta esforzarse mucho para recordar los acontecimientos que han dejado una profun-da huella el curso del año 2002: el pasaje del recuerdo reciente de la tragedia del 11 de sep-tiembre 2001 a la guerra en Irak del 2003 ha sido progresivo y decidido. Después de una pri-mera mitad de año con una economía mundial que tenía que recuperarse del shock de la trage-dia de Nueva York, en el verano hemos asistido a una creciente ralentización de los intercam-bios comerciales, como consecuencia de las tensiones políticas internacionales en fase de rea-gudización. Las perspectivas del conflicto en Irak han distinguido los primeros meses del año2003, y la evolución de las semanas que sigan a esta publicación decidirá si para encontrar lareactivación por todos deseada será suficiente esperar el inicio del 2004, o si habrá que aplazarla fecha otra vez.La zona más afectada por la incertidumbre respecto al futuro es la estadounidense, con un dólarque se enfrenta por primera vez en la historia con una moneda única europea, la cual funcionacomo alternativa en los mercados internacionales, incluso como moneda de transición. Y aquí encontramos el otro gran cambio del 2002: es el primer año del euro. Al principio, lamoneda tuvo varios altibajos, pero desde ya hace varios meses, se ha colocado establemente porencima del nivel de paridad con el dólar estadounidense. Desde principios de marzo del 2002hasta marzo del 2003, la estimación del euro sobre el dólar ha alcanzado el 21% nominal, mien-tras el índice Dow Jones ha bajado del 26% en el mismo periodo. De esto lo que sea debido alos sucesos internacionales, a la débil situación económica de EE.UU. o la explosión de even-tos especulativos de los meses pasados es hoy materia de discusión entre los técnicos. El resul-tado, al menos por ahora, es el mismo: que el euro fuerte permite adquirir materias primas concambio favorable, pero también está el otro lado de la moneda que afecta las exportaciones yconlleva una serie de elecciones, muy difíciles de operar, por parte de organismos comunitariosy de operadores privados. En el área del euro el PIB ha bajado progresivamente en el curso del año mientras que en el áreaasiática la economía ha continuado en términos positivos y con buen ritmo de expansión. Loúnico que puede oscurecer el horizonte en esta zona, bastante más que las variables económi-cas o las fundaciones de los principales países extremo-orientales, son los nubarrones del sín-drome SARS. No es todavía una crisis de mercado, pero para algunos países ya es una crisis deoperatividad e imagen, antes que de política o de otro tipo. También en la América Latina se ven señales positivas de reactivación, lenta y difusa, conrespecto a la depresión generalizada del año pasado, a pesar de que existan todavía fuertes fac-tores de debilidad. Algunos países importantes se encuentran en un punto crucial político, quepodría marcar un cambio de ciclo y de clima general, del cual no sólo los países individualestienen necesidad. Ese cambio podría afectar la marcha general de la economía del continente eincidir en otras áreas asociadas en los varios sectores.La gran incógnita sigue siendo la economía norteamericana, en la marcha de sus consumos, subolsa y su mercado inmobiliario y financiero. La crisis de la economía pública en algunos esta-dos lógicamente se refleja en las partidas de gastos de los ciudadanos, tendiendo a aumentar elabismo entre las clases sociales y trayendo como una de sus consecuencias una disminución en

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el grosor de las filas de la clase media desde los años 90. El sector inmobiliario sigue teniendomovimiento, con la facilidad tradicional en EE.UU. de renegociación de los préstamos hipote-carios, lo cual ha llevado a la expansión del endeudamiento familiar. De momento, las conse-cuencias son positivas ya que existen algunos mecanismos de redistribución que han consegui-do evitar las quiebras financieras familiares protegiéndoles de las pérdidas especulativas de labolsa y de los escándalos tipo Enron. Tarde o temprano, sin embargo, si también el mercadoinmobiliario se volviese especulativo, se vislumbrarían contornos de riesgo que podrían resul-tar difíciles de controlar. La guerra contra el terrorismo está además absorbiendo grandes recur-sos y las próximas decisiones de la administración serán absolutamente decisivas para los desar-rollos económicos y políticos de la situación cuyos efectos se extenderán más allá de las fron-teras estadounidenses.

EL SECTOR DE LA PIEDRA

Qué ha pasado en el sector de la piedra en el curso del 2002?Hay muchos datos, al lado de elementos más generales, que llevan a describir el 2002 como otroaño substancialmente positivo para el sector a nivel internacional. Se han seguido mejorandolos procesos en curso, tanto en la reestructuración de los mercados, como en la redistribuciónde representaciones entre productores y en las dinámicas de encuentro entre oferta y demanda.El peso de los nuevos instrumentos de información ha aumentado ulteriormente, convirtiéndo-se a su vez en causa de cambio, según un esquema ya individuado en los años pasados y lossucesos políticos que han dominado los mercados de mercancías y capitales en el curso del añohan influido relativamente sobre el sector, principalmente de manera indirecta y más bien en laparte conclusiva del año. La producción ha crecido, los consumos también, y los cambios enca-minados en los años anteriores han continuado operando sin aparentes inversiones de rumbo.Sin embargo, en el frente de los procesos, no todos han ido en la misma dirección: la geografíadel crecimiento está fuertemente localizada, así como aquella de los arredramientos. Una vezmás, se aceleran los cambios de representación de los varios sujetos nacionales, en un efectocruzado de crecimientos y disminuciones, y de recolocación en franjas diferentes por especia-lización, giro de negocios y mercados de desemboque.Desde el punto de vista de la producción internacional, el aumento conjunto de los consumosha hecho que la demanda de producción fuera más elevada, y la oferta ha seguido, o mejor hafavorecido, el proceso, sobre todo gracias a algunos países particularmente activos y relativa-mente nuevos en el han distinguido al implementar algunos pero eficaces factores de produc-ción. ◆ competitividad en el plano de los costes de producción y en consecuencia de los precios

de venta;◆ diversificación de las calidades en oferta en el mercado internacional;◆ política agresiva de presencia y expansión en los varios mercados de venta favorecida por

el uso de todos los instrumentos tecnológicos de ingreso y de comunicación con el mer-cado;

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◆ esfuerzo de evolución productiva y complejidad de hilera, que ha desplazado aún más elbalance (sobre todo para China) desde la oferta de pura materia prima (y de productos defaja corriente sólo para el área de proximidad) hacia el producto acabado de faja media-na, también para los mercados más lejanos y tradicionalmente menos favorables a esasproducciones

Hemos así asistido a una reconfirmación y a un refuerzo de aquél proceso iniciado hace algu-nos años, con países recientes que se afirman, en un primer momento fuertes en sus precios ypotencialidades productivas de materia prima, pero también en virtud de un profundo esfuerzode enriquecimiento de oferta y de capacidad comercial y de hilera. Ese proceso está redefi-niendo las especializaciones productivas y de mercado de los países tradicionalmente más pre-sentes en el sector, como Italia, España, Portugal y Grecia, y está empujando los procesos dedesarrollo en los otros países con ingreso más reciente con respecto a los europeos, pero no tanrecientes como China o Irán: Turquía, India, Brasil y otros menores. La respuesta de los paísestradicionales es variada, pero en el curso del 2002 el clima general no ha sido muy sereno, concambios progresivos y reducciones de los giros de negocios que se han verificado, y siguenverificándose, en muchos distritos productivos del sector de la piedra. En algunos casos el cam-bio no ha sido percibido en toda su cuantía, pero se está creando progresivamente la concienciaque el recorrido de desarrollo, seguido también por los países todavía no históricos, pero no tannuevos en el panorama internacional, no es replicable de manera análoga para los nuevos pro-ductores que se van asomando ahora al mercado internacional. Y ya quedan pocos, porque losrecursos internacionales por descubrir operativamente van siendo siempre menos, y para ellosno será posible reproponer el mismo modelo de afirmación “años noventa” que países comoTurquía, o la misma China, habían conocido. Las modificaciones que han tenido lugar entre-tanto son demasiado profundas, y ya no hay vuelta atrás, ni en la oferta, ni en el intercambio, nien el mercado de los productos acabados y en la organización de los pedidos.Y es precisamente en virtud de la nueva presencia de realidades explosivas como China,Turquía y Irán que la escena ha mutado radicalmente en poquísimos años. Las relaciones decompetición y los papeles de los demás protagonistas se están rediseñando sobre la base de losnuevos “input” sectoriales y de la oferta.Aumenta así la producción internacional de materia prima, aumentan los consumos internos ylos intercambios, sobre todo de bloques pero también de semielaborados, en medida menor loselaborados, y el sector, en su conjunto, se expande. Pierde importancia el papel de los viejosleones del sector, primeros entre todos los países europeos productores, que van excavandomenos, pero que siguen igualmente consumiendo, es más, en algunos casos hasta aumentan lasimportaciones de elaborados y de semibrutos, alimentando a su vez precisamente aquellos pro-cesos de cambio que poco a poco los están recolocando en segmentos y en especializacionesparticulares de la producción.Es un proceso en curso sobre todo en el sector de los granitos: históricamente, los yacimientosde mármol han sido más buscados y explotados que los de granito, y por eso se encuentran enun régimen consolidado de explotación desde hace más tiempo, porque el mármol es una pie-dra más dúctil y por lo tanto más “fácil” tanto en su elaboración como en el uso, y las noveda-des son de menor importancia y prestigio. Pero para los granitos, la situación es distinta, como

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es sabido. Y allí se aprecia la turbulencia, que, en cierto sentido, se está convirtiendo en una tur-bulencia estructural. Queda por ver cuánto ese “contagio” pueda extenderse también a los calcá-reos. Lo que es cierto es que el conjunto de las relaciones internacionales de intercambio se havuelto a posicionar sobre la base de una escala mutada de factores, que envuelven más bien lamateria prima, desde que han arrancado todos los procesos de modificación, pero que ya seextienden a todo el conjunto del sector de la piedra.

ITALIA

En el caso particular de Italia las consecuencias de los cambios exteriores se han sentido demanera clara y contundente en el curso del 2002. Estos efectos han originado una serie de cue-stiones operativas y de mercado a los que las empresas están dando una respuesta funcionalbastante homogénea y compartida pero no necesariamente bien planificada para conseguir unosobjetivos beneficiosos. Este tipo de reacción en los mercados internos y exteriores acomunamuchos sectores industriales italianos, sobre todo aquellos sostenidos por un tejido productivode medianas y pequeñas empresas, es decir la mayoría, quizás con fuertes presencias producti-vas locales. Ciertamente, la capacidad de predicción y de gestión de los posibles escenariosexteriores está sometida a dura prueba por la situación internacional y por sus evolucionesrepentinas y globales. Si de hecho, por ejemplo, fue posible pronosticar el resultado bélico enIrak, ciertamente no ha sido lo mismo para la cuestión del SARS, del cual todavía no se consi-gue evaluar el impacto sobre las economías de los países mayormente afectados y de sus aso-ciados principales, así como tampoco se pueden evaluar las consecuencias eventuales sobre losintercambios, a cualquier escala territorial, en los próximos meses.El 2002 ha sido un año de constancia en los consumos interiores nacionales de materiales lapí-deos, sostenidos por un mercado inmobiliario y de la construcción que ha seguido mantenien-do los niveles elevados que había alcanzado en los últimos años. En el sector de las construc-ciones, las previsiones para los próximos años ya no son tan favorables como en los años pasa-dos: La fase positiva que se inició en el 1995 se va agotando notándose más a mitad del 2003los efectos del súbito declive del 2002. Es más, se pronostica que a comienzos del 2004 la ralen-tización se va a convertir en inversión de tendencia explicita y que será compartida por unabuena parte de los países europeos. Son aquellos mismos países que en estos últimos tres o cua-tro años habían vivido una evolución y expansión significativa de sus sectores inmobiliarios yde la construcción (incluyendo las nuevas edificaciones) con la excepción atípica de Alemania. El ciclo expansivo de la construcción en su conjunto, a nivel europeo y nacional italiano,después de haber conocido el más largo periodo de duración empezado en los años cincuenta,ha entrado ya en una fase de estancamiento, y empezará a bajar progresivamente, como ya seve en el balance del 2003. Es una situación compleja, donde se entrelazan factores a veces muydiscordes en movimiento y desarrollo, que acaba por generar la más fácil de las conclusionesentre los consumidores y los inversionistas: la incertidumbre.La incertidumbre es el elemento dominante, tanto en este sector como en otros. En los añospasados, los procesos han seguido un recorrido más linear, y las transformaciones han genera-

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do primero competición seguido de variación de modelos de comportamiento del mercado yredefinición de las estrategias de competición. En estos días en cambio domina la incertidum-bre, y es una incertidumbre que se origina primero y que luego se extiende al encuentro entredemanda y oferta. El papel del departamento inmobiliario, en este panorama de variación, cam-bia también, arrastrando a otros sectores menores, como él de la piedra. Y así es como los con-sumos italianos han continuado absorbiendo material lapídeo, pero en un contexto en el cual lasperspectivas van progresivamente disminuyendo y sufriendo de un clima de reducción generalde gastos por parte de las familias italianas. El efecto conjunto de la ralentización de lo inmo-biliario, junto con la reducción de los consumos familiares, se proyecta, por primera vez en lahistoria reciente de la construcción italiana, sobre el mercado de las manutenciones, que hastaahora había sido protagonista de los cambios mayores en la composición de los capítulos debalance del sector de la construcción, hasta superar aquel umbral del 50% de volumen de ven-tas del sector entero ya hace muchos años. El de la piedra es un sector que desarrolla un papelpequeño, pero importante, sobre todo en la parte de reevaluación de los inmuebles y en la re-inversión en imagen y mercado de los edificios y de las estructuras. Esta posibilidad ha sidoaprovechada por la industria italiana del sector tanto a nivel interno como de área comunitariay también al otro lado del océano. Pero es por este motivo que, después de haber beneficiadode esa situación en los años pasados, potencialmente ese pequeño sector puede quedar másexpuesto en una dinámica de cambios como la a que asistimos: el sector de la piedra, despuésde un 2002 todavía bueno, parece tener una perspectiva de competición más fuerte y de merca-dos siempre más segmentados y especializados para el futuro, lógica a la cual también el mer-cado doméstico no parece poderse sustraer. Este escenario encuentra una fuerte confirmación en nuestra investigación anual de la marchacoyuntural, realizada a principio del 2003 tanto para la región Toscana como a nivel nacional:las empresas han vivido y siguen viviendo todavía un desdoble substancial de la perspectivaentre el sector y las expectativas generales por un lado y propia particular y sujetiva situaciónpor el otro. En el primer caso, decididamente la industria de la piedra nacional contempla unredimensionamiento de posibilidad de negocio y de desarrollo, predominando un clima, o mejordicho una convicción difundida de negatividad y de pesimismo, como si los problemas surgi-dos de la nueva competición externa fueran percibidos como estructurales e inatacables y comosi los cambios en curso dejasen poco espacio a políticas de intervención y de recuperación deliderazgo y brillantez sectorial, como si los instrumentos introducidos en otros sectores de laconstrucción para mejorar su capacidad de competir y ampliar sus ventajas no tuviesen grandesposibilidades de éxito y fueran percibidos en la sustancia como paliativos que reducen drásti-camente las inversiones tanto física como emotivamente. Cuando se pasa a la otra visual, aquel-la empresarial, entonces las perspectivas casi siempre mejoran, y se disparan todos aquellosmecanismos de defensa típicos de la manera de operar y hacer negocios concretos, que no eli-minan las dificultades, pero transfiriéndolas a lo cotidiano, las exorcizan de alguna forma,llevándolas a dimensiones abordables. Y entonces el trabajo continua y casi se encuentra eloptimismo. Las perspectivas de vitalidad del sector, si se miran como suma de actividades indi-viduales, mejoran. Esto, obviamente, ocurre en aquellas partes del sector (y son positivamentela mayoría) que no han tenido un choque demasiado directo con aquellos factores de distorsión

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de la competitividad que el sector está viviendo a nivel internacional en este periodo.Y así asistimos a la búsqueda de una adecuada colocación en un mercado que cambia, a labúsqueda de la especialización de negocios y productiva, de la solución individual a problemascomunes, en una colocación que exalte su propio “saber hacer” y lleve al máximo provecho susventajas absolutas y competitivas. No siempre, en el curso del 2000, esa búsqueda ha dado bue-nos resultados. Para algunas áreas productivas y para algunos productos la confrontación conlos competidores no ha sido positiva, y de ella han sufrido la ocupación, el giro de negocios ylas perspectivas del futuro mediano y breve. Y esto no se ha limitado únicamente al sector de lapiedra, sino que se ha ido extendiendo a todos los sectores conectados y a las actividades deri-vadas en general, que, si bien con retraso, ya han empezado a sufrir de la curva descendiente dela coyuntura.Se explica pues la disminución en las cifras, en primer lugar en la producción de cantera (véaseTabla B) que ha tenido bajadas notables en algunas regiones con respecto a los años anteriores,pero también de la producción en su conjunto, del volumen de ventas y de las exportaciones.Las producciones de cantera que más han sufrido no han sido tanto aquellas vinculadas a fac-tores de moda o de elección estética sino aquellas más “sustituibles” por producciones a costoy precio de venta inferior, principalmente chinas, pero no sólo esas, o sea aquellas más expue-stas a una competición basada más que nada sobre el precio y no sobre los demás factores querodean todavía los productos de categoría más elevada. De eso han sufrido también aquellasáreas productivas que tenían problemas no resueltos con los cuales no han podido enfrentarseen este periodo de dificultad exterior, en que el redde rationem se ha simple y peligrosamentesobrepuesto al resto, convirtiéndose en un co-factor de dificultad: problemas medioambienta-les, de adecuación de las estructuras productivas, de normativas y todo cuanto el sector de lapiedra, y en particular la excavación, conocen desde hace tiempo. O bien, han sufrido aquellasáreas que más que otras estaban y están vinculadas a mercados particularmente expuestos a losvientos negativos del momento, sobre todo Medio y Extremo Oriente.La producción global de cantera pues se ha reducido, y también en términos de exportacióntotal, sobre todo de elaborados, cuyo volumen de ventas global se ha reducido del –6.4% sobrebase anual, cifra que se convierte en un –6.9% si nos limitamos a los productos de mayor valorañadido. Dentro de este panorama hay dos momentos positivos con respecto a las importacio-nes del 2001: los granulados y los bloques de mármol y travertino, que también frente a un 2001particularmente favorable en su conjunto, han obtenido un aumento visible, contenido para lossegundos, pero decidido para los primeros.La lectura de los datos de la exportación del 2002 debe de hecho empezar con una considera-ción de base: el 2001 ha sido un año muy positivo, por lo menos hasta el mes de septiembre, yun año en que todos recordamos que la tragedia del atentado a las Torres Gemelas de NuevaYork ha dado un viraje decidido a un mercado que ya se estaba refrenando. En el 2002 hemosempezado a notar agudamente la creciente crisis en los EE.UU. reforzada por los aspectos psi-cológicos del septiembre del 2001 es decir en el mercado mayor de algunos productos, aquélmercado americano que ha sumado sus problemas interiores a aquellos ya estallados hace tiem-po en el otro país fundamental para nuestras exportaciones de piedra: Alemania. Han coincidi-do pues dos momentos de crisis coyuntural angustiosos de dos grandes países industriales, con-

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sumidores de lapídeos además de otros productos, creando una situación de dificultad por lacual no ha sufrido sólo Italia, si no también otros productores históricos, como España yPortugal. Y la han sufrido de forma particular todos aquellos productores que no han podidoreducir el precio de venta como factor de mantenimiento del mercado porque la rigidez interiorno permite ir por debajo de unos topes mínimos mientras que otros productores los estánampliamente sobrepasando. Además, se han sumado a este panorama las dificultades adiciona-les de un euro en grande ascenso en el mercado de los cambios, endureciéndolo ulteriormentey agravando la situación. Así pues cifras siguen siendo altas y considerables, y nos permitenafirmar que nuestro sector está todavía al máximo nivel tanto como giro de negocios como porextensión de mercados, presencia internacional y calidad de productos. Pero la comparacióncon el año anterior muestra los signos de un proceso difícil y algo doloroso de recolocacióninternacional, el enésimo en los últimos veinte años, continuado ampliamente en esta primeramitad del 2003. Ha sido la posición estratégica de la industria nacional lo que ha permitido quela suma de los segmentos y de las especializaciones cualitativas e industriales de las empresasdiera un resultado general todavía fuerte, mostrando la robustez y el papel del lapídeo italianoy de su producción.

Tabla 1A. Exportación nacional italiana – Enero-diciembre 20022001 2002 Dif. % ‘02/’01Ton. Euro Ton. Euro % Cant. % Valor

MÁRMOL BLOQUES Y TABLAS 754.246 170.331.058 761.426 170.752.098 0,95 0,25 GRANITO BLOQUES Y TABLAS 184.613 49.885.182 165.926 47.548.867 –10,12 –4,68 MÁRMOL ELABORADO 1.375.933 938.546.514 1.333.752 883.050.165 –3,07 –5,91 GRANITO ELABORADO 979.560 815.009.217 902.644 736.370.256 –7,85 –9,65 OTRAS PIEDRAS ELABORADAS 220.936 48.311.297 230.105 44.590.445 4,15 –7,70 Subtotal Bloques, tablas y elaborados 3.515.288 2.022.083.268 3.393.853 1.882.311.831 –3,45 –6,91 GRANULADOS Y POLVOS 1.072.955 37.502.119 1.251.943 44.977.159 16,68 19,93 Subtotal con granulados y polvos 4.588.243 2.059.585.387 4.645.796 1.927.288.990 1,25 –6,42 PIZARRA EN BRUTO 4.764 3.236.772 3.921 2.323.731 –17,70 –28,21 PIZARRA ELABORADA 32.518 24.240.761 33.230 23.527.763 2,19 –2,94 PIEDRA PÓMEZ 75.088 4.422.606 100.088 5.364.853 33,29 21,31 TOTAL 4.700.613 2.091.485.526 4.783.035 1.958.505.337 1,75 –6.36

Origen: Instituto Nacional de Estadísticas. Elaboración: IMM.

En algunos casos el valor medio ha resistido y en otros no. De todas manera todos los datossufren del efecto de un euro en revalorización que ha obligado a veces al retoque de los listines,sobre todo en la última parte del año, y más aún a inicios del 2003, erosionando a menudo losmárgenes de elasticidad que se ejercen sobre los precios y proveyendo espacios de mayor com-petición a otros productores que operan en divisas de fuera de la Unión. El hecho es que elbalance queda negativo, pesando sobre todo sobre los granitos. Y es sobre estos materiales enparticular que la competición, mayormente china, se ha hecho notar y está ocasionando proble-mas a los productores nacionales, principalmente a los de Sardinia, anteponindose a las demásdificultades manifestadas. En algunos casos también para los mármoles ha habido negatividadinducida por la situación exterior: todos los áreas que operan habitualmente con el OrienteMedio han sufrido más o menos una ralentización o un compás de espera en el periodo final del

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año y más tarde en el período prebélico, así como ahora la pulmonía atípica está condicionan-do, si bien de manera diferente, el tráfico hacia algunos países del Oriente Extremo. Pero lasturbulencias de la situación exterior deben entrar ya en nuestra óptica cotidiana y no hay respue-sta única a todas las preguntas también van a surgir en el futuro. Las áreas de mayor salida para los productos nacionales siguen siendo (o son más todavía)aquellas tradicionales para el sector de la piedra italiano: área europea, comunitaria y no comu-nitaria, área norteamericana y, en medida menor, las demás. En las tablas estadísticas adjuntasse cuantifican con exactitud los números y los resultados de la confrontación con el año 2001:de cerca de 200 millones de euros, 650 son debidos a la Unión Europea, que también ha sufri-do una disminución alrededor de un 10% sobre los productos mejores, sobretodo en granito, ymás de 200 a la Europa no comunitaria. El próximo ingreso de nuevos países miembros en laUnión agrandará ulteriormente el papel del mercado comunitario, estando algunos de ellos encrecimiento económico general y de sector, tanto en el papel de consumidores como en el deproductores y transformadores. Y crece a menudo también el papel de esos países como aso-ciados comerciales y de transformación, no tanto y no sólo para Italia, sino para Alemania yAustria. Las piedras de Croacia y de los otros estados de la ex Yugoslavia a menudo son bellase interesantes para todo el mercado de la piedra. Y junto a ellos crecen en partnership, y en auto-nomía, los países del sur del Mediterráneo, con un norte de África en crecimiento, si bien contotales todavía moderados, en cantidad y en valor.Norteamérica merece, pues, mención separada, siendo el lugar donde tienen origen las dificul-tades mayores, debidas, aquí también, a la incertidumbre sobre los desarrollos futuros de la eco-nomía y del panorama político. Hasta el 2003, la situación parecía todavía bajo control, con unestable sector inmobiliario y de consumo de construcción y manutención familiar, si bien consíntomas de nerviosismo. Pero para el 2004, por ahora, nadie arriesga previsiones o hipótesisque no sean a muy corto plazo. En el 2002, las obras y los suministros tecnológicamente avan-zados han sido mayormente prerrogativa de las empresas italianas así como también los sumi-nistros de semielaborados en mármol y en granito dándose un ligero crecimiento en el volumende venta precisamente en las partidas más débiles en otras partes. Va pesando, sin embargo, elefecto del euro, que si bien facilita las adquisiciones, impone por otro lado unas ventas más difí-ciles y con márgenes más reducidos. Y así los elaborados en mármol y en granito desvían losbalances de valores de aquellos de las cantidades, hasta llegar a ser, los valores, negativos parael mármol: es decir que el valor medio unitario ha sufrido con las dificultades exteriores.Es negativo una vez más el panorama de las exportaciones a Sudamérica donde los totalesreflejan pérdidas superiores al 30% con respecto al año 2001. Se trata de países para los cualesel sector representa un recurso, más que una partida de gastos, y ni siquiera las sólidas relacio-nes con Italia pueden forzar la situación más allá de un cierto límite. En algunos casos hay rela-ciones de joint venture con empresas italianas, que operan localmente a varios niveles, a menu-do con objetivos de negocios dirigidos a mercados terceros. El objetivo y la esperanza comu-nes son que sirvan no sólo para consolidar la presencia italiana y local en los mercados a quese dirigen, sino también para favorecer la superación de dificultades más generalizadas, con lacontribución que puede aportar un sector pequeño pero tan vital como el de la piedra.Las exportaciones hacia Oriente Medio han sufrido del clima creado por la situación general

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prebélica al principio y del conflicto abierto más tarde, en el 2003. Las dificultades prácticas delos transportes, junto a aquellas más generales de incertidumbre se han hecho notar, aun que lavoluntad de restarle importancia y superarlas haya sido muy fuerte y activa. Para Italia, sinembargo, la reducción ha sido apreciable tanto en términos de cantidades como en valor:–10,6% en volumen y –15% en valor. Se trata de países, de todas maneras, para los cuales laatención a nuestras producciones y suministros siempre es alta, y los ramos de producción ita-lianos fuertemente vinculados a las realidades de Oriente Medio, después de haber sufrido porla situación que se ha creado en los meses pasados, ya están dispuestos a volver a crear las con-diciones precedentes y a reenlazar las relaciones en el punto en que se habían momentánea-mente suspendido.Otro caso es el Extremo Oriente: aquí quizás los datos hablen con aún más claridad de los añospasados. Corea del Sur es casi el único país que crece un poco con respecto al 2001, en volu-men y en valor, pero es un crecimiento en el mismo estilo del resto del área: el promedio uni-tario en valor está en una fase de verdadero derrumbe, significando que nuestros proveedorespueden colocar medianamente en los mercados extremo orientales únicamente material de cali-dad decreciente. El mercado chino, en particular, crece más de un 30% en cantidad, pero bajacasi un 10% en valor. Al lado de obras de gran valor y prestigio se mueve un conjunto de expor-taciones en fase de deprecio progresivo, que poco ofrecen a nuestra industria, aunque contri-buyan al crecimiento de un mercado interior que quizás en el futuro pueda volverse más califi-cado y receptivo, también para otros suministros.No ha sido pues un año fácil para las exportaciones italianas, que han pasado por dificultadesobjetivas y vivido una fuerte competición pero que han sabido igualmente encontrar su caminohacia un 2003 que podría traer una inversión de tendencia en muchos mercados. Cierto es queel problema impuesto por China no se resuelve con facilidad, pero los recursos para continuarcompitiendo no faltan y lo confirman las mismas empresas italianas, cuando definen sus per-spectivas individuales mejor con respecto a aquellas del sector en su conjunto. Las importaciones, al lado de las exportaciones, también han sufrido, aunque en medida muchomenor. Han bajado sobre todo las importaciones de mármoles, mientras las de granitos se hanbeneficiado por fin del efecto del euro fuerte, aunque no en proporción a las dificultades designo opuesto sufridas por las exportaciones.

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Tabla 1B. Importación nacional italiana – Enero-diciembre 2002

2001 2002 Dif. % ‘02/’01Ton. Euro Ton. Euro % Cant. % Valor

MÁRMOL BLOQUES Y TABLAS 431.973 87.433.805 398.258 74.319.267 –7,81 –15,00 GRANITO BLOQUES Y TABLAS 1.725.880 387.610.016 1.708.934 373.025.672 –0,98 –3,76 MÁRMOL ELABORADO 48.927 30.596.817 51.956 29.035.229 6,19 –5,10 GRANITO ELABORADO 41.866 19.110.022 44.720 21.470.866 6,82 12,35 OTRAS PIEDRAS ELABORADAS 69.096 11.759.025 101.027 13.877.009 46,21 18,01 Subtotal Bloques, tablas y elaborados 2.317.742 536.509.685 2.304.895 511.728.043 –0,55 –4,62 GRANULADOS Y POLVOS 293.176 16.347.182 372.370 18.281.398 27,01 11,83 Subtotal con granulados y polvos 2.610.918 552.856.867 2.677.265 530.009.441 2,54 –4,13 PIZARRA EN BRUTO 3.458 845.633 5.473 952.120 58,27 12,59 PIZARRA ELABORADA 6.013 3.007.940 7.357 2.803.032 22,35 –6,81 PIEDRA PÓMEZ 13.685 1.177.575 13.337 1.476.276 –2,54 25,37 TOTAL 2.634.074 557.888.015 2.703.432 535.240.869 2,63 –4,06

Origen: Instituto Nacional de Estadísticas. Elaboración: IMM

Empiezan a ser apreciables las importaciones de elaborados acabados, tanto en mármoles comoen granitos, sobre todo en virtud de un valor que, en promedio unitario, aquí también descien-de: es de recordar que justo este factor, aún que no sea el único, cuenta en medida crecientesobre el movimiento resumido por estos números. En varias ocasiones, la competitividad deventa de algunas manufacturas extranjeras, en competición con aquellas nacionales, ha hechoinclinar la elección hacia el producto extranjero, en condiciones de paridad, o casi, de la cali-dad ofrecida. Cierto es que en aquel “casi” hay muchas diferencias y gradaciones, que dan suge-rencias e indicaciones para las estrategias de defensa de la industria interior, que se puedenponer en marcha sin violar las normas generales del libre intercambio y de la libre competición.Algunas clases de rigidez no se pueden capear y la única alternativa que queda es el recurso apolíticas de diferenciación de la oferta en un plano de recalificación que empuje el precio alfondo de la clasificación de los valores.

EL MERCADO INTERNACIONAL

Como ya hemos dicho en la introducción el mercado internacional, en el curso del 2002, no solono se ha parado tras los acontecimientos de Oriente Medio, sino que ha continuado con su ten-dencia expansiva simplemente contrayendo localmente los intercambios. El resultado generalha sido pues un intercambio todavía en crecimiento, aunque reducido con respecto a la evolu-ción casi turbulenta de hace dos o tres años. Dicho intercambio es mucho menos homogéneogeográficamente observándose un desarrollo mayor si se compara con el con respecto al mode-lo regionalizado de los años noventa. Ha quedado elevado el movimiento hacia los áreas de Norteamérica, hacia la Unión Europea ysus países cercanos y sigue elevado el movimiento interior al área del suroeste asiático, a pesarde las dificultades actuales en el área de la salud. También el norte de África, aún careciendo deinformaciones sobre cantidades, mueve volúmenes crecientes de materia prima y de transfor-

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mados y sobretodo va actualizando sus producciones de materia prima, que se vuelven siempremás interesantes, tanto a nivel de volúmenes para los mercados domésticos, como a nivel inter-nacional para tipos y calidades de los materiales. Del lado de la oferta, es superfluo volver a recordar que China se califica siempre más como unpaís “total”, en el sentido que ya es un protagonista internacional que produce, consume, com-pra, transforma y vende a todos los niveles y en todas las zonas del mundo. El intercambio localsigue siendo, también para ella, el más elevado y supera, según los números oficiales, el 47% deltotal de movimientos de China y Hong Kong juntos, al neto del intercambio interior de las dosaduanas. Se trata de datos de cantidad, que motivan la progresiva marginación de los demás pro-ductores de algunas franjas del mercado local. Japón y Corea del Sur son los dos asociados másactivos, junto a Singapur y Taiwán en medida decreciente. China consume también, de maneradecidida, pero las exportaciones hacia el país quedan circunscritas a pocas franjas de producto,si bien con mucha variedad de materiales y a menudo con una calidad de elaboración muy buena.Su mercado interior es de todas maneras enorme y permite una estabilidad de expresión a laindustria local de la piedra que sólo un país igual de grande, como India, puede emular. La pre-ponderancia del fenómeno de China no es una novedad del 2002, pero la rapidez con que se estánafirmando algunos procesos, ya delineados en los años pasados, es notable, a pesar de las previ-siones, y produce efectos tangibles de año en año en los números y en las empresas de los otrospaíses. No se trata sólo de países históricos, y aquí está la novedad del 2002, sino también de paí-ses ya entrados o entrantes en el panorama de la oferta lapídea internacional.Así es que las exportaciones de algunos países históricos, como por ejemplo España, cuandohan crecido en cantidad lo han hecho mucho más rápidamente en las partidas dedicadas a losbrutos y a los semibrutos con respecto a los elaborados, mientras que han bajado las produc-ciones de excavado, empezando las empresas locales a notar las consecuencias de un mercadoque cambia. Además las exportaciones de bloques a China han crecido seguidas de las dirigi-das a los países del norte de África, de Oriente Medio y de la Europa no comunitaria, es decira países que desde hace algún tiempo transforman por si solos y están creciendo también enautonomí, además de en consumo.El mercado estadounidense ha mantenido en pie muchas realidades productivas nacionales, consus consumos aún fuertes y mantenidos por el mercado inmobiliario y la construcción deviviendas. Ya se va acercando la saturación, pero mientras tanto parece que el 2003 mantendrála tendencia observada hasta ahora. El euro fuerte ha acondicionado en buena parte el inter-cambio entre la Unión Europea y este país, pero eso concierne más al 2003 que al 2002, cuyaprimera mitad ha padecido otros acondicionamientos. La “ola” larga del septiembre 2001, yluego los sucesos de Afganistán y sobre todo los de Irak, han influido en nuestro sector, si bienen medida inferior. El drenaje de liquidez y la desconfianza de los inversores menores de bolsa,seguida por los escándalos Enron y Tyco han causado aquí también efectos de incertidumbre enlos consumos familiares, pero los sectores inmobiliario y de la construcción, como muestrantodos los indicadores técnicos, han resistido bien, es más, ha hecho de barrera contra efectospotencialmente peligrosos de salida de los capitales de las inversiones interiores. Y así la pie-dra ha seguido colocándose bien en el mercado doméstico, a través de los canales consolidadosque han estado operando en los últimos años. El abanico de proveedores, también en este caso,

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se ha agrandado, porque al final todos se dirigen a EE.UU. y van cuidando su mercado. HaciaEE.UU. han crecido las exportaciones globales de elaborados, sobre todo desde China, y mástodavía de brutos y semibrutos, con un papel importante de los granitos de Sudáfrica, que comopaís se coloca, por una vez, hasta por encima de China, Canadá y Brasil, mientras que en losmármoles crece más Turquía. Sin embargo, leyendo la serie histórica de los últimos años, es el2000 el año del incremento total mayor, del verdadero salto en el volumen de los consumos,sobre todo de granitos, tanto importados de Italia como, en medida menor, importados de Indiay de China. Emerge una anomalía en la inscripción de los datos de EE.UU. con respecto a aquel-los inscritos para Italia. Eso no es una coincidencia y resulta bastante evidente, como si ladistancia entre tiempos de salida de una aduana y de ingreso en la otra se hubiese vuelto bastan-te sensible en estos últimos tres años. El promedio de las exportaciones italianas de elaboradosa EE.UU. en los últimos tres años sigue siendo comparable con el promedio de las importacio-nes declaradas por EE.UU., pero los datos anuales divergen apreciablemente. Está clara, sinembargo, la percepción general del proceso en curso: una disminución registrada en el balancedel 2001, recuperada totalmente en el 2002, con una mayor presencia de otros países provee-dores, como Brasil para los granitos y Turquía para los mármoles.Este último país está atravesando un momento muy brillante en el panorama internacional, aun-que desde hace algún tiempo acusa la presencia del competidor asiático, a la par de otros pro-ductores. Pero la oferta que la industria de la piedra turca es capaz de proponer no es solamen-te amplia en tipos de materiales y de productos, sino también avanzada y más experta y com-petitiva de un año para otro. Lo mismo dígase de los demás países del área de Oriente Medio ynorteafricana, como Irán, Egipto, Marruecos y otros. Pero para todos el escenario internacionalimpone progresivamente un desplazamiento hacia adelante de la calificación de la oferta y enconsecuencia de la frontera la confrontación con los demás competidores y de la complejidadde la presencia global en el mercado.Y es ésta, en el fondo, la verdadera novedad del cierre del 2002: ya está definitivamente claroque la presencia en el mercado internacional para todos se juega sobre factores múltiples ysiempre más evolucionados y complejos, que no se hallan únicamente en la materia prima y enlos precios. Sobre esto últimos “simples” factores, la presencia de un coloso como China yadefinió los éxitos, y sólo un país igual de grande y potente sobre el plano de la producción decantera, costos de producción y dimensiones de mercado potencial, como es India, puede soste-ner la confrontación. Para los otros, más o menos todos, el futuro se juega sobre un plano dife-rente, y con diferentes términos de competición, y una vez más va a ser Italia, con su com-plejidad, su industria avanzada y su capacidad de oferta, quien tiene que trazar el camino idealpara el nuevo modelo de leadership.

MÁQUINAS PARA EL MÁRMOL

El mercado de la tecnología productiva del sector ha vivido en parte las mismas oscilacionesdel lapídeo, habiendo compartido con él el escenario de colocación internacional y los sucesos.Aunque haga ya años que el sector de las máquinas, principalmente él de las producidas en

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Italia, las más extendidas y tecnológicamente avanzadas nos adelante algunos síntomas de cam-bio en el sector de la piedra, este año los motivos de la ralentización del intercambio interna-cional se deben buscar en aquellos factores de incertidumbre general que han afectado más omenos a todos, más que en elementos más bien internos del sector. Factores coyunturales talescomo la subida del euro no han moderado únicamente las exportaciones italianas de piedras máso menos elaboradas, sino que a menudo también han aconsejado una espera en el renuevo pro-ductivo, en la esperanza todavía encendida que la paridad con el dólar vuelva pronto y la espe-ra no se vuelva contraproducente. En este sector, lo repetimos a menudo, la conducción italia-na es todavía mas sólida y difusa que en el sector de la piedra, y la lectura de los datos nacio-nales es clara y comparable con los intercambios y a los movimientos internacionales. Lasexportaciones italianas de máquinas para la elaboración de las piedras naturales han sufrido unaligera baja en el 2002 con respecto al año anterior, baja que aunque resulta en las máquinas decorte primario tiene sus orígenes más en las áreas de salida que el tipo de maquinaria. El balan-ce negativo, en otras palabras, ha sido determinado sobre todo por los países, por sus vicisitu-des interiores de desarrollo sectorial, más que por la oferta de tecnología juzgada no digna demutación o no conforme con los desarrollos del sector. Con respecto a los números negativosdel área europea en general, pero sobre todo la comunitaria, poco han podido compensar losmercados, si bien muy activos e interesantes del norte de África, empeñados en innovar y defi-nir su industria nacional de transformación (recordamos que los datos que se consiguen noincluyen las máquinas de cantera, que forman parte de la categoría más amplia de las máqui-nas de mina y de cantera). Egipto, Túnez, Argelia y Marruecos han continuado la inversión ensus estructuras productivas ocupando Argelia el primer lugar en este apartado, recurriendo a latecnología que mejor se coloca en el panorama internacional de siempre, pero las cifras hablande un total de unos 38 millones de euros, contra los más de 90 millones de la Unión Europeaque en el 2001 se había aproximado a los 128 millones. España, Grecia y Portugal son los pri-meros protagonistas de la performance negativa de la UE, llevando al sector colateral el reflejodel incierto momento coyuntural. En estos países el efecto del euro (que es moneda común) noha sido tan decisivo como la marcha del mercado interior y la incertidumbre de las perspecti-vas, la aspereza de la competición exterior y las inversiones fuertes operadas en los últimosaños, para determinar la detención, que continua en éstos meses y que puede que se prolonguehasta finales del 2003. En Estados Unidos han sido sobre todo las máquinas de acabado las que aportan los puntospositivos, en coherencia con lo que ya se ha dicho a propósito de la organización del mercadonorteamericano y su desarrollo interior, empeñado a menudo en el acabado local del semiela-borado para adaptarlo al cliente, más que en el suministro completo empezando desde el blo-que, suministro que por cierto no falta. Se venden pues menos telares y más pulidoras y la mar-cha del cambio alimenta el crecimiento del valor medio del exportado.Es más problemática la situación de Sudamérica, donde también, como en el Norte, van mejorlas máquinas de acabado que los más costosos telares para el granito. Pero Brasil, el compradorprincipal junto a Méjico, crece en cantidad y baja apreciablemente en valor, ni siquiera com-pensado por el cambio, sino justo lo contrario: penalizado por el euro fuerte. Oriente Medio resiste bien, con Irán que se convierte en el primer asociado de las empresas ita-

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lianas, superando netamente también a Arabia Saudita e Israel: de nuevo, desde el sector cola-teral llega la confirmación de los procesos más generales en curso en el sector de la piedra y decomo las perspectivas estén cambiando así como los términos de competición y los protagoni-stas del mercado. Vuelve a aparecer India, pero la verdadera sorpresa de Oriente Extremo es Vietnam, que con sus23 millones de euros llega a superar hasta a China, que se coloca en unos 13, y Corea del Sur.

Tabla 2. Exportaciones italianas de máquinas hacia Vietnam, China y Corea del Sur

2001 2002 Dif. % 2002/2001VIETNAM Ton. Euro Ton. Euro % Cant. % Valor

MÁQUINAS PARA CORTE 708 1.728 0 0 0,00 0,00MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO2.119 21.499 2.584 16.464 –18,01 30,59TOTAL 2.827 23.227 2.584 16.464 9,39 41,08

2001 2002 Dif. % 2002/2001CHINA Ton. Euro Ton. Euro % Cant. % Valor

MÁQUINAS PARA CORTE 827 2.853 272 2.093 203,84 36,31MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO1.286 11.068 1.538 13.161 –16,37 –15,90TOTAL 2.113 13.922 1.810 15.254 16,75 –8,73

2001 2002 Dif. % 2002/2001COREA DEL SUR Ton. Euro Ton. Euro % Cant. % ValorMÁQUINAS PARA CORTE 444 1.459 11 98 3894,30 1387,84MÁQUINAS PARA ELABORACIÓN Y PULIDO 574 6.778 178 2.254 223,15 200,63TOTAL 1.018 8.237 189 2.352 439,34 250,13

Sólo España, Estados Unidos, Argelia e Irán se colocan sobre este nivel de cifras y movimien-to durante todo el 2002. Son datos que dan por sí mismos una representación de lo nuevo queestá a punto de llegar a esta parte del mundo, y de reflejo también en el resto.

CONSIDERACIONES FINALES

El 2002 nos deja con una situación de profunda transformación, con cambios que van a seguirocurriendo durante varios años y muy probablemente de forma tal que modificaran, a nivelinternacional, la imagen del sector conocida hasta ahora. El “efecto China” ha empezado aextenderse con rapidez, encaminándose por los caminos que hasta ahora eran previstos comomeras probabilidades, si bien elevadas. Un desarrollo probable y claro, que sin embargo notodos estaban dispuestos a compartir y del cual seguramente pocos han sabido intuir las poten-cialidades, al primer asomo de los síntomas tumultuosos de crecimiento de este país. Y ahoraya estamos. El escenario internacional del sector debe contar con un país enorme que está vol-viendo a recorrer, algunas décadas más tarde, el camino de desarrollo que en la posguerra yhasta los años 80 había seguido Italia y con ella una parte de los países productores europeos

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del sector, seguidos por algunos otros países exteriores que hoy forman parte de la escuadra delos conductores. Esto, sin embargo ocurre con la presencia de algunos elementos fundamenta-les completamente modificados, con respecto a la situación anterior, por lo cual los desarrollosno podrán ser muy análogos, con nuevos problemas por resolver para los operadores, indivi-duales e institucionales, que viven en el sector.En los años 90 funcionaba también para la Italia del granito un modelo particularmente com-plejo, que contaba con algunas características en apariencia contradictorias, pero en la realidadcon una cerrada lógica de funcionalidad interior que operaba según el esquema siguiente:importación de materia prima de los países extranjeros, trasformación en Italia y re-exportacióndel transformado hacia el destino final. El motivo por el cual, hace veinte años, esto ocurría conItalia, se hallaba en la calidad absoluta de la oferta, ante todo tecnológica, que no tenía com-petidores a esos niveles y que por lo tanto hacía converger, principalmente en el área apuano-versiliés y otros distritos de Veneto y de otras regiones, los grandes contratos internacionales desuministros complejos, con una elaboración altamente refinada y tecnológicamente avanzada,que no se ofrecían en ningún otro sitio con símil complejidad y versatilidad de desarrollo. Los factores de competitividad del modelo italiano de aquella época consistían principalmenteen una capacidad sin igual de suministro completo por parte de las mayores empresas italianasde transformación, que funcionaban en sus distritos como verdaderas “empresas-sistema”. Éstaseran muy pocas y bien introducidas en los decisorios técnicos y en los contratistas generales dela época. Las capacidades de esas empresas, como decíamos, de proporcionar un servicio y unsuministro completo y competente, no tenían rivales. Algunas condiciones particulares per-mitían a esas empresas cubrir suministros que contenían a menudo muchísimos tipos de mate-riales diferentes, procedentes de varios países y continentes, con elaboraciones complicadas ytécnicamente problemáticas, suministros que requerían también anticipos de caja, además deelevadas capacidades de gestión del trabajo. De ese periodo recordamos también la máximaaceleración del desarrollo tecnológico de las empresas colaterales italianas, que han fundado enla colaboración con las empresas de la piedra, y en el laboratorio natural ofrecido por lasmismas, las condiciones de evolución de los proyectos y que ahora siguen desarrollando el sec-tor de forma autónoma y difundida, sector para el cual sin embargo la época del empuje pro-pulsor ya ha pasado. A Italia le ha quedado esta especialización productiva internacional, sien-do todavía líder sin par en los suministros de fuerte valor añadido y sobre todo con altos nive-les de contenido técnico, pero las modalidades de coordinación internacional de este tipo decontratos han cambiado profundamente y en los años pasados esto ha sido ampliamente obser-vado y descrito. El mérito es de varios factores, empezando por Internet, pasando por la pre-sencia de profesionalidad al exterior de las empresas, por el acercamiento progresivo entredemanda y oferta, a veces incluso sobre la base de esquemas repetitivos y automáticos quepenalizan las dinámicas evolutivas, sobre todo de la oferta, pero el resultado no cambia: Italiasigue siendo un líder del sector, debido al funcionamiento completo de su modelo y a la com-plejidad de la oferta que es capaz de proponer, empezando por el producto serial y las elabora-ciones especializadas hasta llegar a los materiales tecnológicos re-elaborados y a la tecnologíaproductiva.Ahora, en cambio, para los nuevos protagonistas del sector, empezando sobre todo por China,

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pero pasando también por algunas otras realidades menores (si bien con fuertes diferencias deconnotación) el modelo es diferente y el factor que guía la evolución actual está principalmen-te en el precio final de la operación, que puede llegar, en condiciones de casi paridad de oferta,a ser extremamente moderado, en virtud de un conjunto de factores no sólo vinculados al costede la mano de obra o a la cadena de construcción del valor en general. No es un análisis muyfácil de hacer: se tiene que considerar el coste de la mano de obra, que es sin comparación másbajo con respecto a el de los países occidentales y europeos. También resulta ser competitivocon respecto a países menos industrializados. Luego hay el coste de los transportes, las moda-lidades de presencia en los mercados cercanos y sobre todo la disponibilidad de un mercadointerior de dimensiones tan elevadas que puede funcionar como mercado de compensación paralas calidades menores que no se han podido vender en el exterior. Los últimos dos factores semezclan y se integran entre ellos, potenciándose y sumándose a las novedades de este ultimoaño. En el 2002 ha surgido por fin en el mercado internacional, de manera fuerte y decidida, laacción desempeñada por las empresas chinas en los últimos años, acciones de adquisición cre-ciente de materia prima desde el extranjero, en volúmenes siempre mas macizos y mirados, nosólo a través de la compra a productores locales, que también constituyó el primer paso de inte-gración del modelo inicial de oferta, si no a través de la intervención directa en la cantera, inte-grando una capacidad ya altísima de suministro de materia prima, la cual, como factor inicial,fue un verdadero motor de todo el sector nacional. Y así, al lado de las demás políticas de agre-sión de los mercados seguidas hasta este punto, observamos también como se sigue la mismaruta que siguieron las empresas-sistema italianas de los años 80 en los puntos más altos delmodelo triunfador de entonces: apertura de las canteras hacia el exterior, adquisición de mate-ria prima para transportar y transformar en el país y sucesiva re-exportación del elaborado alexterior, a veces hasta al mismo país de origen del material y con precios finales de venta amenudo competitivos con aquellos locales. Falta todo el resto de lo que en los años 80 causólas fortunas del sector de la piedra italiano, pero sigue quedando un riesgo muy concreto y fuer-te para el sector entero, resumible en una simple pregunta: si el modelo chino continuara ope-rando en estos términos, ¿Por cuanto tiempo podrían los demás productores resistir a una com-petición con esos parámetros, sin tener posibilidad de recolocarse fácilmente, como las empre-sas europeas hacen espontánea y naturalmente, en franjas de oferta con alto contenido de valorañadido? Es obligado, en estos términos, volcar completamente la lectura del modelo y ver el mercadochino no sólo como un gran desafío de los próximos años, sino también como un mercado encrecimiento de demanda y no sólo de oferta, como un mercado destinado a desarrollarse no sóloen el consumo de producción propia sino también de aquella exterior, para integrar lo que laindustria doméstica no llega a cubrir. Y sobre todo, van consideradas las dimensiones poten-cialmente enormes de ese mercado, que sólo en parte se han hecho realidad. Los ritmos dedesarrollo general del país son tales que las autoridades pronostican, antes del 2020, un creci-miento de las dimensiones absolutas del PIB que superará incluso al de Estados Unidos. Estono significa, obviamente, una riqueza por cabeza comparable, ni siquiera en el 2020, con aquel-la de EE.UU., pero significa una presencia que en todos los campos, en todos los momentos de

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la vida económica del mundo, va a volverse difundida e irrenunciable, como en parte ya lo esahora para algunos sectores. Y el sector de la piedra no será ninguna excepción. La competiciónva a afectar, estando así las cosas, a los países de nuevo ingreso en el sector, más que a los histó-ricos, ya avanzados en las tradiciones del consumo y del mercado. Es difícil pues prefigurar losresultados que tales factores pueden producir en el escenario internacional del sector.Los retos que nos esperan son pues extremadamente dificultosos, pero también interesantes, encierto sentido, porque los contenidos de la confrontación han avanzado y pueden fácilmente lle-var a un proceso general de crecimiento del sector de la piedra y de las tecnologías necesarias. Concurren, también dos más interrogantes de importancia: Cual es el papel jugado por la inve-stigación y la tecnología, no sólo de producción y comunicación, sino en conjunto? Son sufi-cientes los distritos locales, con sus lógicas principalmente de carácter endógeno, para dar lasjustas respuestas a los problemas compartidos? La respuesta a estos problemas no puede serindividual y carente de estrategia genérica, tanto por parte de las empresas como por parte delos distritos y las instituciones, aunque la historia enseñe que en los momentos de necesidad lasestrategias, cuando existen, se encuentran de manera casi natural, tanto unos como los otros. Essin embargo necesario un mayor esfuerzo de voluntad y de conciencia, de unidad de respuestabuscada activamente, más que encontrada, o peor, sufrida. Hay que encontrar las formas dereacción alrededor de las cuales ir agregando masa critica para desarrollar el trabajo con sere-nidad y construyendo riqueza colectiva. Subdividir los problemas por niveles de interés común, alrededor de los cuales agregar el con-senso y las acciones, no es cosa fácil. Las empresas hasta ahora han buscado caminos indivi-duales para afrontar los cambios exteriores, más o menos en todos los sitios, es un proceso natu-ral de búsqueda de las mejores prácticas que las guía hacia este sentido: se buscan solucionesválidas, se incluyen en el propio ambiente soluciones elaboradas en otros contextos, se inven-tan caminos nuevos hacia la demanda del mercado, real y potencial, y hacia la satisfacción ópti-ma o hacia la gestión más general de la misma. Pero es un proceso que debe de ser sostenidocon una iniciativa de construcción general por niveles sucesivos de alternativas de recorrido yde consenso claramente realizado y compartido.

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Allegato statisticoStatistical annex

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AVVERTENZE PER LE TAVOLE STATISTICHE

Le seguenti tavole sono costruite a partire da dati ufficiali, forniti da istituti locali e/o associa-zioni: si tratta sempre di Istituti governativi di raccolta dati statistici, per quanto riguarda imovimenti doganali delle merci, e talvolta di associazioni di produttori locali, o di altre fontiufficiali, riguardo alla produzione. Laddove si tratta di stime non documentabili, la cosa vieneogni volta segnalata, ricorrendo ai caratteri in corsivo.Facciamo inoltre presente alcune avvertenze indispensabili per un corretto uso delle tavoleseguenti. Particolarmente le informazioni relative alle importazioni ed esportazioni dei variPaesi, classificate nelle Tavole C richiedono alcune premesse, che possono sembrare banali, mache invece sono necessarie, poiché servono ad evitare errori banali e fraintendimenti.

Le cifre riportate nelle tavole di importazione ed esportazione C1, C2, C3, C4 sono riferite alsaldo globale di ogni Paese da/verso tutto l’insieme dei suoi Paesi partner. Ovviamente, lanostra lista non comprende tutto l’insieme di tutti i Paesi, per cui i totali delle importazioni e itotali delle esportazioni non possono essere coincidenti. Inoltre, le quantità denunciate da ogniPaese nei confronti di ciascun partner non coincidono quasi mai con il viceversa denunciato dalPaese partner, e questo, oltre ad aggravare la cosa, vale non solo per il settore lapideo, ma pertutte le merci, al punto che tutte le fonti di dati internazionali di interscambio usano riportare,nelle tavole a incrocio, entrambe le dichiarazioni, arrivando sino a quattro voci per incrocio(quantità e valori per entrambi i dichiaranti), in import e in export. Il motivo è appunto questo:raramente c’è coincidenza, e talvolta nemmeno approssimazione, tra i dati di import da unPaese, dichiarati dal Paese importatore, e quelli di export verso lo stesso, dichiarati dal Paeseesportatore, nonostante siano dati riferiti alla stessa categoria di movimento e allo stesso perio-do. Aggiungiamo che in parte contribuiscono anche i tempi di trasporto, sia pure in terminiminimi, a spostare le coincidenze, come pure i differenti regimi doganali e modalità (non sem-pre proprio armonizzate, a dispetto dei grandi accordi formali) di classificazione e trattazionestatistica delle merci tra le istituzioni di differenti Paesi.Le Tavole di seguito riportate sono costruite secondo i seguenti criteri: due tavole dedicateall’import export per materiali, marmo e granito, senza rivalutazione dei trasformati a grezzo,e due tavole dedicate all’import export per tipologie di materiale scambiato, grezzi e trasfor-mati, riportati a grezzo laddove entrano in gioco i trasformati, e senza distinzione tra calcareie silicei. Le somme tra tavole sono chiaramente possibili solo a due a due: marmi + graniti,oppure grezzi + trasformati, con coincidenza dei risultati finali solo laddove si abbia l’accor-tezza minima di eliminare il riporto a grezzo dei trasformati. Aggregando altrimenti le tavole,si commettono due errori, sia di conteggio doppio delle quantità pure, che di conteggio aggiun-tivo del riporto a grezzo dei trasformati. Di nuovo, la somma delle importazioni con la sommadelle esportazioni non può coincidere, per le ragioni già esposte. Le nostre tavole, infatti, ripe-tiamo, non sono tavole di incrocio tra Paesi, ma solo di quantificazione delle entrate e uscite,relative ai soggetti più significativi per il settore. Esse costituiscono comunque uno strumentoinformativo adatto ad approssimare i movimenti di materiale lapideo, che intercorrono tra Paesiall’interno del comparto, e in questo senso, riteniamo, strumento utile a chi abitualmente o per

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necessità momentanea, voglia confrontarsi con le statistiche del settore.Spesso le fonti dati non hanno lo stesso aggiornamento, o addirittura i metodi di calcolo delperiodo non coincidono (per es. l’anno islamico adottato da alcuni paesi): abbiamo cercato disegnalarlo ogni volta che occorreva. Inoltre, talvolta ci sono anche delle vere e proprie corre-zioni dei dati già forniti, e questo comporta aggiornamenti anche da un anno all’altro, con revi-sione continua dei risultati.Inoltre, abbiamo utilizzato un criterio differenziato per paesi nel conteggio delle voci: spessoinfatti i metodi di classificazione dei vari uffici doganali sono diversi, e quando la cosa era pale-se, siamo intervenuti per correggere le difformità più evidenti. Ci siamo premurati di segnalar-lo ogni volta.La raccolta dati di produzione, anche per l’Italia, diventa sempre più difficoltosa e incerta.Accanto a Regioni che si dotano di strumenti precisi di rilevazione, ci sono Regioni che rinun-ciano definitivamente a qualunque tentativo di analisi, lasciando in difficoltà anche le pochefonti locali di volenterosi. In questi casi, abbiamo azzardato una stima sulla base degli anda-menti congiunturali e delle fonti locali, ma siamo consapevoli che il risultato rimane una stima.Tutte le tavole riferite all’Italia, inoltre, sia ai macchinari che ai lapidei, riportano il dato deivalori in migliaia di Euro. Questo inserimento ha comportato delle operazioni di arrotonda-mento e/o troncamento, che includono un errore tecnico inevitabile: si tratta comunque di unerrore molto contenuto, essendo limitato all’ultima cifra dei totali.La voce “Granulati e polveri” è stata modificata, con l’eliminazione di un codice HS che ripor-tava chiaramente dati non più pertinenti al settore. Pertanto, anche i valori relativi agli anni pre-cedenti sono stati ricalcolati con il nuovo criterio.I DATI ISTAT RELATIVI ALL’ANNO 2001 SONO STATI RICALCOLATI DALL’ISTITUTO,CON VARIAZIONI SENSIBILI RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE. PERTANTO I VALORIRIPORTATI IN QUESTE TAVOLE PRESENTANO DELLE SENSIBILI DIFFORMITÀ DAQUELLE RIPORTATE PER LO STESSO PERIODO NEL VOLUME DELLO SCORSO ANNO.

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NOTES ON STATISTICS TABLES

The tables below have been calculated on the basis of official figures from local agencies and/orassociations: all of them are governmental agencies that collect statistical data on customs’ traf-fics and sometimes associations of local producers or other official sources on productions. Anyfigure that could not be documented has been specified in italics.Please find below some words of caution for a proper use of the following tables. In particular,information on the countries’ imports/exports, as listed in Tables C, require some preliminaryexplanation that may seem all too clear but is instead necessary, since it helps to avoid commonmistakes and misunderstandings.

The figures listed in the import/export tables C1, C2, C3, C4 refer to the overall balance of eachcountry from/to all of its partner countries. Obviously, our list does not include the whole of allcountries, so total imports cannot tally with total exports. In addition, the amounts reported byeach country for each one of its partner country almost never tally with the opposite amountsreported by the partner country, and this, as well as aggravating the situation, applies not onlyto the stone sector but to all goods, so much so that all the world’s trade data sources usuallylist both statements in their cross-tables, sometimes even with up to four entries per crossing(the amounts and values of both partners) in the import and export tables. The reason is that theimport figures from one country, as stated by the importing country, and the export figures tothe same country, as stated by the exporting country, are seldom in agreement, sometimes theyactually differ very much, even if referred to the same trade classes and periods. It must also benoted that this level of agreement is also affected by transport times, however slightly, as wellas by the different customs legislation and goods classing and statistical processing methods(that, despite important formal agreements, have not always been very well standardised) usedin each country.The tables below have been based on the following criteria: two import/export tables classed bymaterials, marble and granite, where finished goods have not been recalculated as raw mate-rials, two import/export tables classed by type of traded goods, raw and finished goods, wherefinished goods have been recalculated as raw materials and with no distinction between calca-reous and siliceous materials. Additions among the tab les can only be made two by two: mar-ble + granite, or else raw + finished goods, where the end results tally only if finished goods arenot recalculated as raw materials. Aggregating the tables otherwise would cause two errors, i.e.pure amounts would be counted twice, and finished goods, recalculated as raw materials, wouldbe counted one more time. Once again, total imports cannot tally with total exports for theabove reasons. Our tables are not cross-tables, but have just been designed to quantify incomingand outgoing materials for the most significant actors of the trade. They provide, however, theinformation needed for an approximation of stone traffics between different countries, and inthis respect they are, we think, useful for those who may have to check stone statistics on a per-manent or temporary basis.Often, data sources are not equally updated or sometimes the methods used for the calculationof periods may differ (some countries use, for instance, the Islamic year): we have tried to spe-

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cify it whenever it occurred. In addition, the supplied data have sometimes been heavily cor-rected, so these figures have had to be updated on a yearly basis and the end results are beingreviewed all the time.In addition, when counting the entries we have used different criteria for each country, sinceeach customs office uses different classing methods, and when the fact was obvious we correc-ted the most evident inconsistencies. It has been specified every time.The collection of data on production is becoming more and more complicated and uncertain forItaly as well. Alongside regions that have equipped themselves with accurate surveying instru-ments, there are regions that have given up all attempts, leaving those few local sources of wil-ling people to deal with all the problems. In these cases, we have ventured an estimate on thebasis of economic trends and local sources, but we are aware that the result is just an estimateIn addition, all tables concerning both Italian machinery and stone products are in thousandeuros. This conversion has involved the rounding off and/or cutting off of some figures, whichinclude an unavoidable technical error: it is however a very low error level since it only con-cerns the last figure of the totals.The “Chips and dust” entry has been changed by removing a HS code that clearly indicated datathat are no longer relevant to the sector. Values concerning the previous years have thereforealso been recalculated using the new criteria.ISTAT DATA ON 2001 HAVE BEEN RECALCULATED BY THE CENTRAL STATISTICSOFFICE, WITH REMARKABLE DIFFERENCES FROM LAST YEAR’S. THE VALUESLISTED IN THESE TABLES WILL, THEREFORE, REMARKABLY DIFFER FROM THOSELISTED FOR THE SAME PERIOD OF LAST YEAR.

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NOTAS PARA LA CONSULTA DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS

Las tablas siguientes están basadas en datos oficiales, facilitados por entidades locales estatalesy algunas asociaciones. Las primeras son siempre de instituciones gubernamentales para larecopilación de datos estadísticos sobre los movimientos aduaneros de las mercancías. En elsegundo caso, la información suele proceder de asociaciones de productores locales, o de otrasfuentes oficiales, en lo que a la producción se refiere. Los estimados no documentables apare-cerán en letra cursiva.Hacemos además presentes algunas advertencias imprescindibles para el uso correcto de lastablas que se detallan a continuación. Nos referimos, en particular, a los datos sobre las impor-taciones y exportaciones de los varios países, clasificadas en las Tablas C las cuales requierenalgunas premisas de orden teórico y técnico, que aunque puedan parecer banales a simple vista,son, sin embargo, necesarias para evitar errores de cálculo e interpretación.

1. Las cifras descritas en las tablas de importación y exportación C1, C2, C3, C4 se refierenal saldo global de cada país hacia y desde la totalidad de sus países asociados. Por supue-sto, nuestra lista de datos no incluye todo el conjunto de todos los países asociados porcada país catalogado, por lo tanto, los totales de las importaciones y los totales de lasexportaciones no pueden coincidir. Además, las cantidades declaradas por cada país conrespecto a cada asociado no concuerdan casi nunca con el equivalente declarado por elpaís asociado en cuestión, y esto no solo ocurre en el sector de la piedra, sino también enel de las otras mercancías hasta tal punto que todas las fuentes de datos internacionales deintercambio se ven obligadas a mencionar ambas declaraciones en las tablas de cruce, lle-gando en muchos casos a registrarse hasta cuatro diferentes partidas por cruce (cantidad yvalor por ambos declarantes), en importaciones y en exportaciones. El motivo es precisa-mente éste: que raramente hay coincidencia, y a veces ni siquiera aproximación, entre losdatos de importación de un país, declarados por el país importador, y los de exportaciónhacia el mismo, declarados por el país exportador incluso en los casos de datos relativos ala misma categoría de movimiento y al mismo periodo. Añadiremos que, en parte, aún quesea en forma mínima, los tiempos de transporte también contribuyen a las diferencias asícomo los diferentes regímenes aduaneros y los sistemas de clasificación y elaboraciónestadística de las mercancías entre las instituciones de los diferentes países (a menudopoco armonizados, a pesar de los grandes acuerdos formales en vigor).

2. Las Tablas que siguen están construidas según los siguientes criterios: dos tablas dedica-das a la importación/exportación de materiales, mármol y granito, sin reevaluación enbruto de los transformados, y dos tablas dedicadas a la importación /exportación por tipode materiales intercambiados, brutos y transformados, llevados en bruto donde entren enjuego los transformados, y sin distinción entre calcáreos y silíceos. Las sumas entre tablasson claramente posibles solo de dos en dos: mármoles + granitos, o brutos + transforma-dos, con coincidencia de los resultados finales, sólo donde se haya tenido el cuidado deeliminar el pasaje a bruto de los transformados. De lo contrario, agregando las tablas, sehabrán cometido dos errores: el del doble computo de las cantidades puras y el del com-

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puto adicional del pasaje a bruto de los transformados. Así pues la suma de las importa-ciones con la suma de las exportaciones no pueden coincidir, por las razones ya indicadas.Nuestras tablas, repetimos, no son tablas de cruce entre países, si no simplemente tablasde cuantificación de entradas y salidas, relativas a los sujetos más significativos para elsector. Ellas constituyen, de todas formas, un instrumento informativo que puede ser usadopara hacer estimados aproximados sobre los movimientos de material en piedra que tienenlugar entre países al interior del sector, y, en este sentido, consideramos que sean un instru-mento útil para aquellos que habitualmente o por necesidad temporánea quieran compa-rarse con las estadísticas del sector.

3. A menudo, los orígenes de los datos, no tienen la misma actualización, o los métodos decálculo del periodo no coinciden (por ejemplo el año islámico adoptado por algunos paí-ses) y hemos intentado señalarlo cada vez que esto ocurre. A veces, también hay verdade-ras correcciones de los datos facilitados, y esto produce actualizaciones también entre unaño y otro, con revisión continua de los resultados.

4. Hemos además usado un criterio diferenciado para los países en el calculo de las partidas:a menudo los métodos de clasificación de las varias oficinas aduaneras son diferentes, ycuando esto es evidente, hemos corregido las diferencias más visibles. Hemos procuradoseñalar esto en cada ocurrencia.

5. La obtención de datos de producción, también de Italia, se hace siempre difícil y incierta.Al lado de regiones que tienen instrumentos precisos de estimación, hay regiones querenuncian totalmente al uso de cualquier instrumento de análisis, creando dificultades tam-bién para las pocas zonas locales con buena voluntad. En estos casos hemos intentadohacer una estimación sobre la base de la marcha coyuntural y de los datos de origen local,pero sabemos que el resultado siempre será un estimado.

6. Todas las tablas referentes a Italia, tanto en las maquinarias como en la piedra, llevan eldato de los valores recalculado en miles de Euros. Esta inserción ha supuesto la realiza-ción de algunas operaciones de redondeo y/o de truncamiento, que incluyen un error téc-nico inevitable: se trata, de todos modos, de un error muy limitado, que solo se refleja enla última cifra de los totales.

7. La partida “Granulados y polvos” ha sido modificada con la eliminación de un código HSque contenía datos ya no relevantes para el sector. Por lo tanto, también los valores relati-vos a los años anteriores han sido recalculados con el nuevo criterio.

8. LOS DATOS DE ISTAT RELATIVOS AL AÑO 2001 HAN SIDO RECALCULADOS POREL MISMO INSTITUTO, CON VARIACIONES APRECIABLES CON RESPECTO ALAÑO ANTERIOR. POR LO TANTO, LOS VALORES DECLARADOS EN ÉSTAS TABLASPRESENTAN DISCORDANCIAS RELEVANTES CON RESPECTO A AQUELLOSDECLARADOS PARA EL MISMO PERIODO EN LA EDICIÓN DEL AÑO ANTERIOR.

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INDICE DELLE TAVOLE STATISTICHE ALLEGATEANNEXED STATISTICAL TABLES INDEXINDICE DE LAS TABLAS ESTADÍSTICAS ANEXAS

Tav. A Produzione internazionale di cavaInternational raw material productionProducción internacional de materias primas

Tavv. B Produzione italiana di cavaItalian raw material productionProducción italiana de materias primas

Tavv. C Import export internazionali/LapideiInternational import export/Stone materialsImportaciones y exportaciones internacionales/Piedras

C1 marmomarblemármol

C2 granitogranitegranito

C3 grezziraw materialsbrutos/materias primas

C4 lavorati riportati a grezzoprocessed materials, blocks equivalentequivalente en bloques de los materiales elaborados

Tav.1 Import export italiano/LapideiItalian import export/Stone materialsImportaciones y exportaciones italianas/Piedras

Tav. 2 Import export italiano per aree geografiche/LapideiItalian import export by geographical areas/Stone materialsImportaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Piedras

Tav. 3 Import export italiano per Paesi/LapideiItalian import export by countries/Stone materialsImportaciones y exportaciones italianas por países/Piedras

Tav. 4 Import export italiano/MacchineItalian import export/MachineryImportaciones y exportaciones italianas/Maquinaria

Tav. 5 Import export italiano per aree geografiche/MacchineItalian import export by geographical areas/MachineryImportaciones y exportaciones italianas por áreas geográficas/Maquinaria

Tav. 6 Import export italiano per Paesi/MacchineItalian import export by countries/MachineryImportaciones y exportaciones italianas por países/Maquinaria

GraficiGraphsGráficos

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Note relative alla Tavola A.Non sono più presenti i Paesi per i quali le fonti non sono più attendibili da almeno due anni.

Australia: sono state considerate le sole produzioni di marmo, granito e basalto.Canada: non sono considerate le arenarie.Egitto: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti.India: sono state considerate le sole produzioni di marmo e granito.Italia: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti.Iran: 1998: ’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02.Portogallo: il dato è stato rivisto sulla base di informazioni recenti.Repubblica Ceca: il dato 1998 comprende il granito in pezzame.Sud Africa: i dati sono riferiti soltanto a granito e altre pietre.

Notes on Table A.Countries whose sources have not been reliable for at least two years have been omitted.

Australia: figures include marble, granite and basalt only.Canada: figures do not include sandstone.Czech Republic: 1998 figures include granite pieces.Egypt: figures have been revised based on recent information.India: figures include granite and marble only.Iran: 1998:’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02.Italy: figures have been revised based on recent information.Portugal: figures have been revised based on recent information.South-Africa: figures include granite and other stones only.

Notas para la consulta de la tabla A.No están presentes los países para los cuales las fuentes ya no son fiables desde hace al menosdos años.

Australia: se han considerado únicamente las producciones de mármol, granito y basalto.Canadá: no se han considerado las areniscas.Egipto: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes.India: los datos se refieren únicamente a granito y marmol.Irán: 1998:’97-’98; 1999: ’98-’99; 2000: ’99-’00; 2001: ’00-’01; 2002: ’01-’02.Italia: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes.Portugal: los datos han sido revisados sobre la base de informaciones recientes.República Checa: los datos de 1998 comprenden el granito en troceado.Sudáfrica: los datos se refieren únicamente a granito y otras piedras.

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TAV. A PRODUZIONE INTERNAZIONALE DI GREZZO (TONN.)

PAESI 1.998 1999 2000 2001 2002

ARABIA SAUDITA 600.000 600.000 580.000 600.000 700.000ARGENTINA 231.115 226.993 220.300 280.000 280.000

AUSTRALIA * 37.566 40.000 40.000 31.180 47.321

AUSTRIA 415.115 376.430 528.034 500.000 500.000

BRASILE 2.181.753 2.200.000 2.837.000 3.060.000 3.100.000CANADA * 356.000 332.800 350.000 300.000 300.000

CINA * 13.000.000 13.000.000 13.000.000 16.800.000 18.000.000

DANIMARCA 8.075 21.127 21.000 21.000 20.000

EGITTO * nd/na nd/na 1.200.000 1.400.000 1.500.000

FINLANDIA 278.627 293.128 300.000 350.000 350.000FRANCIA 1.298.000 1.244.900 1.249.200 1.249.000 1.250.000

GIORDANIA 30.000 34.500 66.300 58.900 62.000

GIAPPONE 212.568 207.577 206.000 211.590 210.000

GRECIA 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000INDIA * 8.572.000 8.760.000 10.054.000 10.000.000 10.000.000

INDONESIA 160.000 160.000 160.000 164.810 170.000

IRAN * 7.045.000 7.519.000 7.928.000 9.311.000 9.500.000

ISRAELE 70.000 80.000 80.000 80.000 80.000ITALIA* 10.177.831 10.547.523 10.175.655 10.522.435 10.100.000

KAZAKISTAN 381.780 328.860 225.300 301.590 280.000

MESSICO 664.000 744.376 1.034.529 1.000.000 1.000.000

NORVEGIA 164.186 262.000 242.000 324.550 325.000POLONIA nd/na 232.050 259.100 274.100 554.600

PORTOGALLO* 1.877.524 2.694.221 2.703.926 2.808.353 2.921.128

REPUBBLICA CECA * 297.400 250.000 300.000 300.000 300.000

ROMANIA 59.570 61.523 83.154 71.319 64.660

SIRIA 838.575 914.950 553.534 718.635 nd/naSPAGNA 5.557.000 5.600.000 6.200.000 8.770.000 7.616.000

STATI UNITI D'AMERICA 1.130.000 1.250.000 1.250.000 1.313.000 1.300.000

SUD AFRICA* 772.100 668.600 977.100 869.900 1.000.000

SVEZIA 90.500 105.762 100.000 100.000 100.000TAIWAN 296.000 nd/na nd/na 144.800 111.000

TAILANDIA 83.234 60.220 69.940 82.040 144.750

TURCHIA 2.400.000 2.304.000 2.453.000 2.625.000 3.150.000

UZBEKISTAN 89.460 78.336 79.566 80.000 80.000

TOTALE 61.374.979 63.198.876 67.526.638 76.723.202 77.116.459Fonti: fonti locali ufficiali

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Note relative alla tavola B

Tutti i dati in corsivo sono di stima

*: il Friuli Venezia Giulia ha cambiato fonte ufficiale**: la Sardegna ha cambiato modalità di calcolo

Notes on table B

All data in italics are estimates

*: Friuli Venezia Giulia has a new official source.**: Sardinia has changed data classification methods

Notas para la consulta de la tabla BTodos los datos en letra cursiva son estimaciones

*: Para "Friuli Venezia Giulia" ha cambiado la origen oficial de los datos**: Para "Sardegna" ha cambiado el método de cálculo

TAV. B PRODUZIONE ITALIANA DI GREZZO (TONN.)

REGIONE 1998 1999 2000 2001 2002

CAMPANIA 750.000 790.888 n.d/n.a 655.240 600.000 VALLE D'AOSTA 18.373 19.700 19.335 27.216 32.400 PIEMONTE 805.000 686.043 730.000 700.000 nd/naLOMBARDIA 953.199 1.088.944 1.035.850 1.071.986 1.035.000 TRENTINO 1.040.734 1.077.894 1.100.000 1.139.613 1.100.000 FRIULI V. G.* 35.745 39.843 120.000 150.000 150.000 VENETO 294.780 429.055 474.570 373.523 nd/naLIGURIA 130.000 130.000 130.000 130.000 130.000 TOSCANA 1.500.000 1.500.000 1.600.000 1.678.980 1.575.000 MARCHE 20.000 20.500 25.900 82.150 75.000 LAZIO 1.110.000 1.186.000 1.150.000 1.200.000 1.250.000 PUGLIA 1.250.000 1.300.000 1.400.000 1.200.000 nd/naSICILIA 950.000 1.050.000 1.100.000 1.178.227 1.027.980 SARDEGNA** 1.320.000 1.228.656 1.290.000 935.500 nd/na

TOTALE 10.177.831 10.547.523 10.175.655 10.522.435 6.975.380

Fonti: fonti locali ufficiali (Uff. regionali, Associazioni di categoria, ecc..)

73

Note relative alle tavole C• Brasile: Tavv. C: tutto l’export del paese è conteggiato sui grezzi.• Hong Kong: Tavv. C: I dati di export sono quasi interamente dovuti a ri-export.• India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.• Iran: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.• Norvegia: Tav. C2 export blocchi graniti: è stata esclusa la voce 25 16 90 CN.• Paesi Bassi: Tav. C2: la voce 25 16 90 CN è stata conteggiata dalla Germania, pur in presenza

di un dato anomalo.• Regno Unito: Tav. C2 export graniti: verso l’Irlanda il dato è anomalo.• Tav. C2 import ed export blocchi graniti: la voce 25 16 11 CN verso la Norvegia non è stata

conteggiata e verso la Francia contiene forti sbalzi.• Sud Africa: export 2000, granito lavorati non disponibile; il dato riportato in Tavv. C2 e C4 è

relativo ai soli grezzi.• Messico: i dati 2002 sono relativi al primo semestre soltanto.

Notes on tables C• Brazil: Tables C: all country’s exports have been calculated on raw materials.• Hong Kong: Tables C: virtually all export figures concern re-exports.• India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.• Iran: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.• Norway: Table C2 on granite block exports: item 25 16 90 CN has been omitted.• The Netherlands: Table C2: item 25 16 90 CN has been calculated from Germany although

with an irregular figure.• United Kingdom: Table C2 on granite exports: figures to Ireland are irregular.• Table C2 on granite block imports/exports: item 25 16 11 CN to Norway has not been calcula-

ted and that to France exhibits sharp fluctuations.• South-Africa: 2000 processed granite exports: not available; figures in Tables C2 and C4

include raw materials only.• Mexico: 2002 figures are for the first six months only.

Notas para la consulta de las tablas C• Brasil: Tablas C: todas las exportaciones del país están calculadas en bruto.• Hong Kong: Tablas C: Los datos de exportación son casi enteramente datos de re-exportación.• India: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.• Irán: 2000: 1999-2000; 2001: 2000-2001; 2002: 2001-2002.• Noruega: Tabla C2 exportaciones de bloques de granito: ha sido excluida la partida 25 16 90

CN.• Holanda: Tabla C2: la partida 25 16 90 CN ha sido calculada desde Alemania, si bien con

datos anómalos.• Reino Unido: Tabla C2 exportaciones de granitos: hacia Irlanda los datos son anómalos.• Tabla C2 importaciones y exportaciones de bloques de granito: la partida 25 16 11 CN hacia

Noruega no ha sido calculada y hacia Francia contiene fuertes oscilaciones.• Sudáfrica: exportaciones 2000, granito elaborados no disponible. Los datos en Tablas C2 y C4

se refieren solamente al bruto.• México: los datos 2002 se refieren solo al primer trimestre.

74

TOTALE MARMO

Paesi / Resto del mondo 2000 2001 2002 02/'01 02/00 01/00

ARABIA SAUDITA 14.370 17.600 nd/na -100,0 -100,0 22,5

AUSTRIA 33.490 24.660 18.620 -24,5 -44,4 -26,4

BELGIO-LUX 72.880 88.460 84.790 -4,1 16,3 21,4

BRASILE* 50.560 50.200 nd/na -100,0 -100,0 -0,7

CANADA 3.050 3.430 5.250 53,1 72,1 12,5

CINA 848.050 1.078.480 1.265.900 17,4 49,3 27,2

COREA DEL SUD 66.600 99.340 173.780 74,9 160,9 49,2

DANIMARCA 9.020 9.920 8.820 -11,1 -2,2 10,0

FILIPPINE 2.190 2.340 4.530 93,6 106,8 6,8

FINLANDIA 1.540 1.100 770 -30,0 -50,0 -28,6

FRANCIA 98.240 86.840 78.080 -10,1 -20,5 -11,6

GERMANIA 121.630 103.510 77.060 -25,6 -36,6 -14,9

GIAPPONE 88.980 102.110 82.280 -19,4 -7,5 14,8

GIORDANIA 65.920 82.540 85.210 3,2 29,3 25,2

GRECIA 110.720 106.950 160.150 49,7 44,6 -3,4

HONG KONG* 543.862 188.470 128.210 -32,0 -76,4 -65,3

INDIA* 49.250 65.290 53.090 -100,0 -100,0 32,6

INDONESIA 19.810 25.500 nd/na -100,0 -100,0 28,7

IRAN* 10 10 20 100,0 100,0 0,0

IRLANDA 4.760 4.960 10.320 108,1 116,8 4,2

ITALIA 434.070 480.870 450.190 -6,4 3,7 10,8

KAZAKISTAN 4.160 2.990 6.470 116,4 55,5 -28,1

LIBANO 142.140 147.810 113.440 -23,3 -20,2 4,0

MESSICO* 23.640 31.270 16.400 -47,6 -30,6 32,3

NORVEGIA* 2.360 3.690 3.490 -5,4 47,9 56,4

PAESI BASSI 31.660 29.220 33.820 15,7 6,8 -7,7

POLONIA 23.290 25.397 23.500 -7,5 0,9 9,0

PORTOGALLO 18.620 28.030 29.840 6,5 60,3 50,5

REGNO UNITO* 60.860 64.090 51.770 -19,2 -14,9 5,3

REPUBBLICA CECA 3.410 4.140 5.190 25,4 52,2 21,4

ROMANIA 5.240 6.680 9.680 44,9 84,7 27,5

RUSSIA 10.290 21.570 28.790 33,5 179,8 109,6

SINGAPORE 57.020 47.270 39.580 -16,3 -30,6 -17,1

SPAGNA 258.920 264.200 296.270 12,1 14,4 2,0

STATI UNITI D'AMERICA 521.280 602.640 708.780 17,6 36,0 15,6

SUD AFRICA* 13.310 12.340 13.910 12,7 4,5 -7,3

SVEZIA 4.200 4.890 5.730 17,2 36,4 16,4

SVIZZERA 42.360 35.140 39.530 12,5 -6,7 -17,0

TAIWAN 171.890 124.100 139.040 12,0 -19,1 -27,8

THAILANDIA 755 360 370 2,8 -51,0 -52,3

TURCHIA 7.430 5.930 8.800 48,4 18,4 -20,2

UCRAINA 3.440 4.890 5.950 21,7 73,0 42,2

TOTALE 4.045.277 4.089.227 4.267.420 3,1 4,2 1,1

IMPORT

Variazioni percentuali

TAV.C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMOGrezzo + lavorati

75

TOTALE MARMO

Paesi / Resto del mondo 2000 2001 2002 02/'01 02/00 01/00

ARABIA SAUDITA 9.690 nd/na nd/na - - -100,0

AUSTRIA 13.120 4.620 4.020 -13,0 -69,4 -64,8

BELGIO-LUX 192.760 121.980 116.570 -4,4 -39,5 -36,7

BRASILE* 8.990 9.480 nd/na -100,0 -100,0 5,5

CANADA 680 670 250 -62,7 -63,2 -1,5

CINA 145.680 179.710 234.780 30,6 61,2 23,4

COREA DEL SUD 160 310 180 -41,9 12,5 93,8

DANIMARCA 2.590 3.460 4.100 18,5 58,3 33,6

FILIPPINE 46.940 29.090 34.920 20,0 -25,6 -38,0

FINLANDIA 10 120 130 8,3 1200,0 1100,0

FRANCIA 23.130 27.400 15.840 -42,2 -31,5 18,5

GERMANIA 46.340 53.900 57.230 6,2 23,5 16,3

GIAPPONE 100 100 40 -60,0 -60,0 0,0

GIORDANIA 14.640 9.530 9.620 0,9 -34,3 -34,9

GRECIA 318.000 361.720 333.580 -7,8 4,9 13,7

HONG KONG* 112.316 90.840 53.310 -41,3 -52,5 -19,1

INDIA* 99.660 165.240 171.490 -100,0 -100,0 65,8

INDONESIA 24.490 27.930 nd/na -100,0 -100,0 14,0

IRAN* 153.546 280.547 306.487 9,2 99,6 82,7

IRLANDA 140 50 20 -60,0 -85,7 -64,3

ITALIA 2.235.010 2.130.120 2.094.580 -1,7 -6,3 -4,7

KAZAKISTAN 310 190 260 36,8 -16,1 -38,7

LIBANO 12.130 15.450 24.830 60,7 104,7 27,4

MESSICO* 81.380 92.050 43.270 -53,0 -46,8 13,1

NORVEGIA* 4.860 2.500 3.620 44,8 -25,5 -48,6

PAESI BASSI 2.710 1.900 4.170 119,5 53,9 -29,9

POLONIA 610 580 480 -17,2 -21,3 -4,9

PORTOGALLO 283.800 282.960 279.940 -1,1 -1,4 -0,3

REGNO UNITO* 9.290 4.030 4.550 12,9 -51,0 -56,6

REPUBBLICA CECA 1.070 590 270 -54,2 -74,8 -44,9

ROMANIA 6.790 18.360 15.840 -13,7 133,3 170,4

RUSSIA 4.180 6.220 6.540 5,1 56,5 48,8

SINGAPORE 4.710 7.610 6.733 -11,5 43,0 61,6

SPAGNA 646.650 690.120 760.030 10,1 17,5 6,7

STATI UNITI D'AMERICA 45.140 51.580 72.840 41,2 61,4 14,3

SUD AFRICA* 720 230 1.150 400,0 59,7 -68,1

SVEZIA 170 300 370 23,3 117,6 76,5

SVIZZERA 460 720 670 -6,9 45,7 56,5

TAIWAN 45.220 25.730 18.820 -26,9 -58,4 -43,1

THAILANDIA 2.070 2.950 1.780 -39,7 -14,0 42,5

TURCHIA 581.660 918.150 1.247.470 35,9 114,5 57,8

UCRAINA 50 80 110 37,5 120,0 60,0

TOTALE 5.181.972 5.619.117 5.930.890 2,5 11,1 8,4

EXPORT

Variazioni percentuali

TAV.C1 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: MARMOGrezzo + lavorati

76

TOTALE GRANITO

Paesi / Resto del mondo 2000 2001 2002 02/'01 02/00 01/00

ARABIA SAUDITA 25.580 52.070 nd/na -100,00 -100,00 103,56

AUSTRIA 105.900 126.060 114.110 -9,48 7,75 19,04

BELGIO-LUX 348.430 314.690 350.390 11,34 0,56 -9,68

BRASILE* 960 1.230 nd/na -100,00 -100,00 28,13

CANADA 100.790 122.750 129.220 5,27 28,21 21,79

CINA 860.490 1.093.280 1.240.900 13,50 44,21 27,05

COREA DEL SUD 344.650 687.290 1.273.210 85,25 269,42 99,42

DANIMARCA 217.770 285.120 407.600 42,96 87,17 30,93

FILIPPINE 23.480 28.840 27.030 -6,28 15,12 22,83

FINLANDIA 15.510 14.060 8.500 -39,54 -45,20 -9,35

FRANCIA 347.650 297.710 275.260 -7,54 -20,82 -14,37

GERMANIA 897.530 952.150 789.080 -17,13 -12,08 6,09

GIAPPONE 1.418.300 1.465.640 1.429.530 -2,46 0,79 3,34

GIORDANIA 25.550 28.860 33.970 17,71 32,95 12,95

GRECIA 29.740 47.370 55.470 17,10 86,52 59,28

HONG KONG* 157.116 127.560 128.940 1,08 -17,93 -18,81

INDIA* 810 1.410 1.840 -100,00 -100,00 74,07

INDONESIA 43.910 42.290 nd/na -100,00 -100,00 -3,69

IRAN* 0 0 0 - - -

IRLANDA 21.930 27.140 29.750 9,62 35,66 23,76

ITALIA 2.003.520 1.836.790 1.854.640 0,97 -7,43 -8,32

KAZAKISTAN 1.670 2.580 5.090 97,29 204,79 54,49

LIBANO 54.070 64.710 66.210 2,32 22,45 19,68

MESSICO* 20.910 20.020 12.370 -38,21 -40,84 -4,26

NORVEGIA* 18.740 24.550 24.690 0,57 31,75 31,00

PAESI BASSI 817.960 897.780 410.680 -54,26 -49,79 9,76

POLONIA 263.330 285.401 372.980 30,69 41,64 8,38

PORTOGALLO 134.270 162.900 237.170 45,59 76,64 21,32

REGNO UNITO* 376.930 612.630 531.720 -13,21 41,07 62,53

REPUBBLICA CECA 19.620 18.900 24.160 27,83 23,14 -3,67

ROMANIA 5.130 5.860 7.250 23,72 41,33 14,23

RUSSIA 62.230 75.030 90.350 20,42 45,19 20,57

SINGAPORE 161.770 217.310 223.318 2,76 38,05 34,33

SPAGNA 548.420 685.740 731.130 6,62 33,32 25,04

STATI UNITI D'AMERICA 1.256.100 1.093.970 1.497.320 36,87 19,20 -12,91

SUD AFRICA* 20.140 17.720 32.180 81,60 59,78 -12,02

SVEZIA 43.080 53.190 28.050 -47,26 -34,89 23,47

SVIZZERA 245.660 250.710 242.390 -3,32 -1,33 2,06

TAIWAN 2.072.210 2.157.490 1.113.850 -48,37 -46,25 4,12

THAILANDIA 74.689 77.998 117.180 50,23 56,89 4,43

TURCHIA 115.620 74.810 84.980 13,59 -26,50 -35,30

UCRAINA 740 3.310 1.690 -48,94 128,38 347,30

TOTALE 13.302.905 14.354.919 14.004.198 -2,46 5,26 7,91

IMPORT

Variazioni percentuali

TAV C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITOGrezzo + lavorati

77

TOTALE GRANITO

Paesi / Resto del mondo 2000 2001 2002 02/'01 02/00 01/00

ARABIA SAUDITA 17.450 nd/na nd/na - -100,0 -100,0

AUSTRIA 34.200 31.230 28.390 -9,1 -17,0 -8,7

BELGIO-LUX 307.360 197.040 260.600 32,3 -15,2 -35,9

BRASILE* 964.150 939.170 nd/na -100,0 -100,0 -2,6

CANADA 155.820 186.880 168.500 -9,8 8,1 19,9

CINA 5.063.090 4.713.310 7.072.550 50,1 39,7 -6,9

COREA DEL SUD 106.730 71.130 16.800 -76,4 -84,3 -33,4

DANIMARCA 17.540 19.970 14.170 -29,0 -19,2 13,9

FILIPPINE 890 580 870 50,0 -2,2 -34,8

FINLANDIA 339.010 323.290 346.620 7,2 2,2 -4,6

FRANCIA 116.300 112.400 97.490 -13,3 -16,2 -3,4

GERMANIA 148.670 152.770 154.300 1,0 3,8 2,8

GIAPPONE 11.120 19.690 27.680 40,6 148,9 77,1

GIORDANIA 140.310 146.620 157.520 7,4 12,3 4,5

GRECIA 5.080 5.890 29.800 405,9 486,6 15,9

HONG KONG* 129.796 111.171 62.120 -44,1 -52,1 -14,3

INDIA* 1.496.530 1.634.980 1.757.820 -100,0 -100,0 6,7

INDONESIA 75.510 90.380 nd/na -100,0 -100,0 19,7

IRAN* 28.242 26.537 26.873 1,3 -4,8 -6,0

IRLANDA 4.170 4.740 4.090 -13,7 -1,9 13,7

ITALIA 1.490.300 1.385.050 1.299.620 -6,2 -12,8 -7,1

KAZAKISTAN 9.130 7.880 8.610 9,3 -5,7 -13,7

LIBANO 4.700 7.730 8.430 9,1 79,4 64,5

MESSICO* 38.800 40.220 34.060 -15,3 -12,2 3,7

NORVEGIA* 310.650 288.140 315.230 9,4 1,5 -7,2

PAESI BASSI 49.490 39.840 30.980 -22,2 -37,4 -19,5

POLONIA 77.220 106.006 96.600 -8,9 25,1 37,3

PORTOGALLO 235.150 373.280 423.210 13,4 80,0 58,7

REGNO UNITO* 4.460 5.030 6.650 32,2 49,1 12,8

REPUBBLICA CECA 21.770 23.740 17.360 -26,9 -20,3 9,0

ROMANIA 1.680 1.890 2.820 49,2 67,9 12,5

RUSSIA 5.210 4.630 6.380 37,8 22,5 -11,1

SINGAPORE 4.340 4.760 10.097 112,1 132,6 9,7

SPAGNA 588.820 533.380 567.390 6,4 -3,6 -9,4

STATI UNITI D'AMERICA 166.320 194.100 173.070 -10,8 4,1 16,7

SUD AFRICA* 413.090 888.650 854.130 -3,9 106,8 115,1

SVEZIA 249.580 234.970 293.290 24,8 17,5 -5,9

SVIZZERA 66.850 71.540 70.130 -2,0 4,9 7,0

TAIWAN 58.390 21.970 20.880 -5,0 -64,2 -62,4

THAILANDIA 5.960 9.710 41.660 329,0 599,0 62,9

TURCHIA 118.340 58.180 197.220 239,0 66,7 -50,8

UCRAINA 81.480 75.100 80.430 7,1 -1,3 -7,8

TOTALE 13.163.698 13.163.574 14.784.440 -0,8 -1,0 -0,3

EXPORT

Variazioni percentuali

TAV C2 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GRANITOGrezzo + lavorati

78

TOTALE GREZZO

Paesi / Resto del mondo 2000 2001 2002 02/'01 02/00 01/00

ARABIA SAUDITA 4.240 15.090 nd/na -100,0 -100,0 255,9

AUSTRIA 30.540 35.770 29.360 -17,9 -3,9 17,1

BELGIO-LUX 245.280 229.830 240.820 4,8 -1,8 -6,3

BRASILE* 51.520 51.430 nd/na -100,0 -100,0 -0,2

CANADA 78.890 97.430 98.530 1,1 24,9 23,5

CINA 1.571.780 2.082.260 2.460.040 18,1 56,5 32,5

COREA DEL SUD 58.770 38.190 29.170 -23,6 -50,4 -35,0

DANIMARCA 199.700 266.570 385.470 44,6 93,0 33,5

FILIPPINE 4.420 3.360 4.150 23,5 -6,1 -24,0

FINLANDIA 11.980 6.980 8.090 15,9 -32,5 -41,7

FRANCIA 322.260 269.520 238.050 -11,7 -26,1 -16,4

GERMANIA 490.390 510.240 366.200 -28,2 -25,3 4,0

GIAPPONE 293.280 255.880 144.300 -43,6 -50,8 -12,8

GIORDANIA 64.940 79.370 86.120 8,5 32,6 22,2

GRECIA 83.180 134.150 194.560 45,0 133,9 61,3

HONG KONG* 491.710 166.470 102.730 -38,3 -79,1 -66,1

INDIA* 49.140 63.100 43.400 -100,0 -100,0 28,4

INDONESIA 59.680 59.080 nd/na -100,0 -100,0 -1,0

IRAN* 0 0 0 - - -

IRLANDA 13.710 18.880 23.240 23,1 69,5 37,7

ITALIA 2.283.040 2.157.800 2.107.140 -2,3 -7,7 -5,5

KAZAKISTAN 2.220 2.230 4.550 104,0 105,0 0,5

LIBANO 120.620 122.730 90.110 -26,6 -25,3 1,7

MESSICO* 10.380 8.580 3.830 -55,4 -63,1 -17,3

NORVEGIA* 15.600 21.080 21.940 4,1 40,6 35,1

PAESI BASSI 737.310 818.890 329.080 -59,8 -55,4 11,1

POLONIA 244.440 263.449 339.970 29,0 39,1 7,8

PORTOGALLO 85.920 132.430 203.200 53,4 136,5 54,1

REGNO UNITO* 352.250 561.000 462.630 -17,5 31,3 59,3

REPUBBLICA CECA 9.230 8.940 9.390 5,0 1,7 -3,1

ROMANIA 1.160 1.840 3.100 68,5 167,2 58,6

RUSSIA 55.550 40.460 50.070 23,8 -9,9 -27,2

SINGAPORE 131.610 176.860 193.511 9,4 47,0 34,4

SPAGNA 667.030 820.460 884.800 7,8 32,6 23,0

STATI UNITI D'AMERICA 182.520 160.860 427.720 165,9 134,3 -11,9

SUD AFRICA* 8.910 7.340 22.040 200,3 147,4 -17,6

SVEZIA 38.210 45.700 20.330 -55,5 -46,8 19,6

SVIZZERA 192.050 187.200 179.620 -4,0 -6,5 -2,5

TAIWAN 2.161.540 2.199.780 1.155.630 -47,5 -46,5 1,8

THAILANDIA 73.900 78.030 117.550 50,6 59,1 5,6

TURCHIA 70.640 49.070 57.710 17,6 -18,3 -30,5

UCRAINA 390 350 790 125,7 102,6 -10,3

TOTALE 11.569.930 12.248.679 11.138.941 -9,4 -4,1 5,9

IMPORT

Variazioni percentuali

TAV C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO

79

TOTALE GREZZO

Paesi / Resto del mondo 2000 2001 2002 02/'01 02/00 01/00

ARABIA SAUDITA 6.520 nd/na nd/na - -100,0 -100,0

AUSTRIA 28.840 24.680 16.760 -32,1 -41,9 -14,4

BELGIO-LUX 387.480 213.280 273.310 28,1 -29,5 -45,0

BRASILE* 973.140 948.650 nd/na -100,0 -100,0 -2,5

CANADA 115.250 123.300 124.340 0,8 7,9 7,0

CINA 2.929.510 1.816.040 3.167.540 74,4 8,1 -38,0

COREA DEL SUD 90.650 58.090 8.370 -85,6 -90,8 -35,9

DANIMARCA 1.900 1.440 990 -31,3 -47,9 -24,2

FILIPPINE 40.060 24.150 29.720 23,1 -25,8 -39,7

FINLANDIA 313.680 295.450 322.640 9,2 2,9 -5,8

FRANCIA 64.540 68.330 49.870 -27,0 -22,7 5,9

GERMANIA 179.340 186.430 190.710 2,3 6,3 4,0

GIAPPONE 10.190 18.260 26.440 44,8 159,5 79,2

GIORDANIA 12.280 9.320 8.890 -4,6 -27,6 -24,1

GRECIA 174.130 205.190 233.470 13,8 34,1 17,8

HONG KONG* 149.620 153.361 86.330 -43,7 -42,3 2,5

INDIA* 1.348.900 1.428.350 1.594.660 -100,0 -100,0 5,9

INDONESIA 83.640 101.960 nd/na -100,0 -100,0 21,9

IRAN* 110.160 212.530 208.030 -2,1 88,8 92,9

IRLANDA 120 110 130 18,2 8,3 -8,3

ITALIA 987.370 938.800 926.710 -1,3 -6,1 -4,9

KAZAKISTAN 9.010 7.620 8.290 8,8 -8,0 -15,4

LIBANO 9.800 15.740 23.900 51,8 143,9 60,6

MESSICO* 23.630 28.280 28.100 -0,6 18,9 19,7

NORVEGIA* 314.710 289.260 318.400 10,1 1,2 -8,1

PAESI BASSI 19.370 15.880 7.530 -52,6 -61,1 -18,0

POLONIA 35.320 68.480 64.570 -5,7 82,8 93,9

PORTOGALLO 280.840 383.840 469.110 22,2 67,0 36,7

REGNO UNITO* 11.260 5.280 6.320 19,7 -43,9 -53,1

REPUBBLICA CECA 13.080 16.240 12.590 -22,5 -3,7 24,2

ROMANIA 2.650 13.870 7.470 -46,1 181,9 423,4

RUSSIA 7.340 8.950 10.900 21,8 48,5 21,9

SINGAPORE 3.430 3.680 2.650 -28,0 -22,7 7,3

SPAGNA 799.620 744.980 842.760 13,1 5,4 -6,8

STATI UNITI D'AMERICA 162.180 156.300 156.240 0,0 -3,7 -3,6

SUD AFRICA* 413.260 337.830 353.560 4,7 -14,4 -18,3

SVEZIA 246.860 231.730 260.440 12,4 5,5 -6,1

SVIZZERA 58.080 62.450 62.840 0,6 8,2 7,5

TAIWAN 46.770 19.570 12.670 -35,3 -72,9 -58,2

THAILANDIA 3.350 8.300 22.620 172,5 575,2 147,8

TURCHIA 348.640 539.400 831.810 54,2 138,6 54,7

UCRAINA 69.900 61.820 67.640 9,4 -3,2 -11,6

TOTALE 10.886.420 9.847.221 10.839.320 -6,1 -15,1 -9,5

EXPORT

Variazioni percentuali

TAV C3 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: GREZZO

80

TOTALE GREZZO

Paesi / Resto del mondo 2000 2001 2002 02/'01 02/00 01/00

ARABIA SAUDITA 4.240 15.090 nd/na -100,0 -100,0 255,9

AUSTRIA 30.540 35.770 29.360 -17,9 -3,9 17,1

BELGIO-LUX 245.280 229.830 240.820 4,8 -1,8 -6,3

BRASILE* 51.520 51.430 nd/na -100,0 -100,0 -0,2

CANADA 78.890 97.430 98.530 1,1 24,9 23,5

CINA 1.571.780 2.082.260 2.460.040 18,1 56,5 32,5

COREA DEL SUD 58.770 38.190 29.170 -23,6 -50,4 -35,0

DANIMARCA 199.700 266.570 385.470 44,6 93,0 33,5

FILIPPINE 4.420 3.360 4.150 23,5 -6,1 -24,0

FINLANDIA 11.980 6.980 8.090 15,9 -32,5 -41,7

FRANCIA 322.260 269.520 238.050 -11,7 -26,1 -16,4

GERMANIA 490.390 510.240 366.200 -28,2 -25,3 4,0

GIAPPONE 293.280 255.880 144.300 -43,6 -50,8 -12,8

GIORDANIA 64.940 79.370 86.120 8,5 32,6 22,2

GRECIA 83.180 134.150 194.560 45,0 133,9 61,3

HONG KONG* 491.710 166.470 102.730 -38,3 -79,1 -66,1

INDIA* 49.140 63.100 43.400 -100,0 -100,0 28,4

INDONESIA 59.680 59.080 nd/na -100,0 -100,0 -1,0

IRAN* 0 0 0 - - -

IRLANDA 13.710 18.880 23.240 23,1 69,5 37,7

ITALIA 2.283.040 2.157.800 2.107.140 -2,3 -7,7 -5,5

KAZAKISTAN 2.220 2.230 4.550 104,0 105,0 0,5

LIBANO 120.620 122.730 90.110 -26,6 -25,3 1,7

MESSICO* 10.380 8.580 3.830 -55,4 -63,1 -17,3

NORVEGIA* 15.600 21.080 21.940 4,1 40,6 35,1

PAESI BASSI 737.310 818.890 329.080 -59,8 -55,4 11,1

POLONIA 244.440 263.449 339.970 29,0 39,1 7,8

PORTOGALLO 85.920 132.430 203.200 53,4 136,5 54,1

REGNO UNITO* 352.250 561.000 462.630 -17,5 31,3 59,3

REPUBBLICA CECA 9.230 8.940 9.390 5,0 1,7 -3,1

ROMANIA 1.160 1.840 3.100 68,5 167,2 58,6

RUSSIA 55.550 40.460 50.070 23,8 -9,9 -27,2

SINGAPORE 131.610 176.860 193.511 9,4 47,0 34,4

SPAGNA 667.030 820.460 884.800 7,8 32,6 23,0

STATI UNITI D'AMERICA 182.520 160.860 427.720 165,9 134,3 -11,9

SUD AFRICA* 8.910 7.340 22.040 200,3 147,4 -17,6

SVEZIA 38.210 45.700 20.330 -55,5 -46,8 19,6

SVIZZERA 192.050 187.200 179.620 -4,0 -6,5 -2,5

TAIWAN 2.161.540 2.199.780 1.155.630 -47,5 -46,5 1,8

THAILANDIA 73.900 78.030 117.550 50,6 59,1 5,6

TURCHIA 70.640 49.070 57.710 17,6 -18,3 -30,5

UCRAINA 390 350 790 125,7 102,6 -10,3

TOTALE 11.569.930 12.248.679 11.138.941 -9,4 -4,1 5,9

IMPORT

Variazioni percentuali

TAV C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO

81

TOTALE GREZZO

Paesi / Resto del mondo 2000 2001 2002 02/'01 02/00 01/00

ARABIA SAUDITA 6.520 nd/na nd/na - -100,0 -100,0

AUSTRIA 28.840 24.680 16.760 -32,1 -41,9 -14,4

BELGIO-LUX 387.480 213.280 273.310 28,1 -29,5 -45,0

BRASILE* 973.140 948.650 nd/na -100,0 -100,0 -2,5

CANADA 115.250 123.300 124.340 0,8 7,9 7,0

CINA 2.929.510 1.816.040 3.167.540 74,4 8,1 -38,0

COREA DEL SUD 90.650 58.090 8.370 -85,6 -90,8 -35,9

DANIMARCA 1.900 1.440 990 -31,3 -47,9 -24,2

FILIPPINE 40.060 24.150 29.720 23,1 -25,8 -39,7

FINLANDIA 313.680 295.450 322.640 9,2 2,9 -5,8

FRANCIA 64.540 68.330 49.870 -27,0 -22,7 5,9

GERMANIA 179.340 186.430 190.710 2,3 6,3 4,0

GIAPPONE 10.190 18.260 26.440 44,8 159,5 79,2

GIORDANIA 12.280 9.320 8.890 -4,6 -27,6 -24,1

GRECIA 174.130 205.190 233.470 13,8 34,1 17,8

HONG KONG* 149.620 153.361 86.330 -43,7 -42,3 2,5

INDIA* 1.348.900 1.428.350 1.594.660 -100,0 -100,0 5,9

INDONESIA 83.640 101.960 nd/na -100,0 -100,0 21,9

IRAN* 110.160 212.530 208.030 -2,1 88,8 92,9

IRLANDA 120 110 130 18,2 8,3 -8,3

ITALIA 987.370 938.800 926.710 -1,3 -6,1 -4,9

KAZAKISTAN 9.010 7.620 8.290 8,8 -8,0 -15,4

LIBANO 9.800 15.740 23.900 51,8 143,9 60,6

MESSICO* 23.630 28.280 28.100 -0,6 18,9 19,7

NORVEGIA* 314.710 289.260 318.400 10,1 1,2 -8,1

PAESI BASSI 19.370 15.880 7.530 -52,6 -61,1 -18,0

POLONIA 35.320 68.480 64.570 -5,7 82,8 93,9

PORTOGALLO 280.840 383.840 469.110 22,2 67,0 36,7

REGNO UNITO* 11.260 5.280 6.320 19,7 -43,9 -53,1

REPUBBLICA CECA 13.080 16.240 12.590 -22,5 -3,7 24,2

ROMANIA 2.650 13.870 7.470 -46,1 181,9 423,4

RUSSIA 7.340 8.950 10.900 21,8 48,5 21,9

SINGAPORE 3.430 3.680 2.650 -28,0 -22,7 7,3

SPAGNA 799.620 744.980 842.760 13,1 5,4 -6,8

STATI UNITI D'AMERICA 162.180 156.300 156.240 0,0 -3,7 -3,6

SUD AFRICA* 413.260 337.830 353.560 4,7 -14,4 -18,3

SVEZIA 246.860 231.730 260.440 12,4 5,5 -6,1

SVIZZERA 58.080 62.450 62.840 0,6 8,2 7,5

TAIWAN 46.770 19.570 12.670 -35,3 -72,9 -58,2

THAILANDIA 3.350 8.300 22.620 172,5 575,2 147,8

TURCHIA 348.640 539.400 831.810 54,2 138,6 54,7

UCRAINA 69.900 61.820 67.640 9,4 -3,2 -11,6

TOTALE 10.886.420 9.847.221 10.839.320 -6,1 -15,1 -9,5

EXPORT

Variazioni percentuali

TAV C4 IMPORT EXPORT INTERNAZIONALI: LAVORATI A GREZZO

82

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 398.258 74.319 431.973 87.434 -7,81 -15,00GRANITO BLOCCHI E LASTRE 1.708.934 373.026 1.725.880 387.610 -0,98 -3,76MARMO LAVORATI 51.956 29.035 48.927 30.597 6,19 -5,10GRANITO LAVORATI 44.720 21.471 41.866 19.110 6,82 12,35ALTRE PIETRE LAVORATI 101.027 13.877 69.096 11.759 46,21 18,01GRANULATI E POLVERI 372.370 18.281 293.176 16.347 27,01 11,83ARDESIA GREZZA 5.473 952 3.458 846 58,27 12,59ARDESIA LAVORATA 7.357 2.803 6.013 3.008 22,35 -6,81PIETRA POMICE 13.337 1.476 13.685 1.178 -2,54 25,37TOTALE GENERALE 2.703.432 535.240 2.634.074 557.889 2,63 -4,06

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Valore 000� Quantità Valore Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

87.434 -7,81 -15,00 761.426 170.752 754.246 170.331 0,95 0,25387.610 -0,98 -3,76 165.926 47.549 184.613 49.885 -10,12 -4,68

30.597 6,19 -5,10 1.333.752 883.050 1.375.933 938.547 -3,07 -5,9119.110 6,82 12,35 902.644 736.370 979.560 815.009 -7,85 -9,6511.759 46,21 18,01 230.105 44.590 220.936 48.311 4,15 -7,7016.347 27,01 11,83 1.251.943 44.977 1.072.955 37.502 16,68 19,93

846 58,27 12,59 3.921 2.324 4.764 3.237 -17,70 -28,213.008 22,35 -6,81 33.230 23.528 32.518 24.241 2,19 -2,941.178 -2,54 25,37 100.088 5.365 75.088 4.423 33,29 21,31

557.889 2,63 -4,06 4.783.035 1.958.505 4.700.613 2.091.486 1,75 -6,36

Differenza in %EXPORT

001 Differenza in % 2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 1 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

83

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 209.839 38.122 240.719 47.312 -12,83 -19,43GRANITO BLOCCHI E LASTRE 434.059 84.553 446.370 81.646 -2,76 3,56MARMO LAVORATI 29.622 16.753 30.604 18.666 -3,21 -10,25GRANITO LAVORATI 22.104 8.926 22.816 9.031 -3,12 -1,17ALTRE PIETRE LAVORATI 11.287 1.548 11.152 1.587 1,21 -2,50GRANULATI E POLVERI 363.310 17.400 289.440 16.000 25,52 8,75ARDESIA GREZZA 4.668 680 2.086 310 123,78 119,67ARDESIA LAVORATA 570 445 1.815 941 -68,60 -52,68PIETRA POMICE 13.271 1.381 13.634 1.124 -2,66 22,93TOTALE GENERALE 1.088.730 169.808 1.058.636 176.617 2,84 -3,86

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

112.296 39.659 124.103 44.043 -9,51 -9,95137.152 33.147 160.889 37.839 -14,75 -12,40326.259 230.781 367.591 249.443 -11,24 -7,48612.338 455.328 673.096 510.258 -9,03 -10,77226.580 41.887 213.893 42.056 5,93 -0,40

1.018.810 36.045 813.093 28.144 25,30 28,071.987 954 1.731 882 14,79 8,23

14.163 9.350 13.654 9.265 3,73 0,9129.330 2.647 32.226 2.281 -8,99 16,06

2.478.915 849.798 2.400.276 924.211 3,28 -8,05

Differenza in %EXPORT

2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2A ITALIA – EUROPA ANNO 2001/2002 LAPIDEI

84

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 88.213 19.617 106.553 24.743 -17,21 -20,72GRANITO BLOCCHI E LASTRE 214.527 31.608 261.548 35.956 -17,98 -12,09MARMO LAVORATI 13.667 9.395 17.893 11.923 -23,62 -21,21GRANITO LAVORATI 19.670 7.086 20.104 7.543 -2,16 -6,05ALTRE PIETRE LAVORATI 6.458 1.129 8.308 1.350 -22,27 -16,37GRANULATI E POLVERI 91.078 13.486 86.770 12.887 4,97 4,65ARDESIA GREZZA 4.617 655 1.977 222 133,54 194,74ARDESIA LAVORATA 272 193 1.199 457 -77,31 -57,80PIETRA POMICE 8.153 967 11.435 933 -28,70 3,69TOTALE GENERALE 446.655 84.136 515.787 96.014 -13,40 -12,37

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Valore 000€ Quantità Valore Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

24.743 -17,21 -20,72 87.945 31.907 98.058 35.442 -10,31 -9,9735.956 -17,98 -12,09 83.297 17.918 104.594 23.203 -20,36 -22,7811.923 -23,62 -21,21 250.970 180.786 282.982 192.139 -11,31 -5,917.543 -2,16 -6,05 432.547 343.397 492.602 391.428 -12,19 -12,271.350 -22,27 -16,37 195.024 35.332 180.152 34.941 8,26 1,12

12.887 4,97 4,65 934.745 30.622 731.718 22.678 27,75 35,03222 133,54 194,74 530 286 888 311 -40,32 -8,14457 -77,31 -57,80 8.643 6.251 8.558 6.368 0,99 -1,84933 -28,70 3,69 26.360 1.664 30.901 1.729 -14,70 -3,71

96.014 -13,40 -12,37 2.020.061 648.163 1.930.453 708.239 4,64 -8,48

Differenza in %EXPORT

001 Differenza in % 2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2B ITALIA – UNIONE EUROPEA ANNO 2001/2002 LAPIDEI

85

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 121.626 18.505 134.166 22.569 -9,35 -18,01GRANITO BLOCCHI E LASTRE 219.532 52.945 184.822 45.690 18,78 15,88MARMO LAVORATI 15.956 7.358 12.711 6.743 25,53 9,13GRANITO LAVORATI 2.434 1.839 2.712 1.488 -10,25 23,61ALTRE PIETRE LAVORATI 4.830 418 2.844 237 69,83 76,49GRANULATI E POLVERI 272.232 3.914 202.670 3.113 34,32 25,75ARDESIA GREZZA 51 25 109 87 -53,21 -70,90ARDESIA LAVORATA 298 252 616 484 -51,62 -47,84PIETRA POMICE 5.119 414 2.199 191 132,79 116,92TOTALE GENERALE 642.078 85.670 542.849 80.602 18,28 6,29

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

24.350 7.753 26.045 8.601 -6,51 -9,8753.855 15.229 56.295 14.637 -4,33 4,0575.289 49.995 84.609 57.304 -11,02 -12,76

179.791 111.930 180.494 118.830 -0,39 -5,8131.557 6.555 33.741 7.115 -6,47 -7,8784.065 5.423 81.375 5.466 3,31 -0,801.457 668 843 571 72,84 17,155.519 3.099 5.096 2.898 8,30 6,952.970 982 1.325 552 124,15 77,98

458.853 201.634 469.823 215.974 -2,34 -6,64

Differenza in %EXPORT

2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2C ITALIA – ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2001/2002 LAPIDEI

86

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 94.700 13.560 86.728 13.379 9,19 1,36GRANITO BLOCCHI E LASTRE 310.776 67.793 301.710 67.728 3,01 0,10MARMO LAVORATI 3.198 1.854 2.203 1.969 45,17 -5,85GRANITO LAVORATI 236 224 220 206 7,27 9,00ALTRE PIETRE LAVORATI 0 0 0 0 0,00 0,00GRANULATI E POLVERI 0 0 0 0 0,00 0,00ARDESIA GREZZA 0 2 0 0 0,00 0,00ARDESIA LAVORATA 104 30 137 101 -24,09 -70,32PIETRA POMICE 8 9 0 1 0,00 635,52TOTALE GENERALE 409.022 83.472 390.998 83.384 4,61 0,11

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Valore 000� Quantità Valore Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

13.379 9,19 1,36 234.499 24.156 222.248 24.270 5,51 -0,4767.728 3,01 0,10 3.949 1.121 3.998 1.101 -1,23 1,801.969 45,17 -5,85 74.482 25.337 76.616 29.523 -2,79 -14,18

206 7,27 9,00 13.165 7.776 13.791 6.561 -4,54 18,530 0,00 0,00 107 23 203 29 -47,29 -20,620 0,00 0,00 173.286 6.578 155.487 5.292 11,45 24,290 0,00 0,00 0 0 0 0 0,00 0,00

101 -24,09 -70,32 152 107 98 94 55,10 13,561 0,00 635,52 170 83 124 75 37,10 10,76

83.384 4,61 0,11 499.810 65.181 472.565 66.945 5,77 -2,64

Differenza in %EXPORT

001 Differenza in % 2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2D ITALIA – AFRICA ANNO 2001/2002 LAPIDEI

87

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 2.329 756 2.836 659 -17,88 14,76GRANITO BLOCCHI E LASTRE 36.786 12.807 37.447 14.710 -1,77 -12,94MARMO LAVORATI 148 436 158 328 -6,33 32,92GRANITO LAVORATI 294 618 178 313 65,17 97,10ALTRE PIETRE LAVORATI 0 0 0 2 0,00 -100,00GRANULATI E POLVERI 2 7 0 3 0,00 136,38ARDESIA GREZZA 0 0 0 0 0,00 0,00ARDESIA LAVORATA 0 0 1 7 -100,00 -100,00PIETRA POMICE 1 31 0 8 0,00 274,04TOTALE GENERALE 39.560 14.655 40.620 16.030 -2,61 -8,58

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Valore 000€ Quantità Valore Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

6 659 -17,88 14,76 33.932 34.292 25.967 26.233 30,67 30,727 14.710 -1,77 -12,94 8.931 9.346 5.532 6.111 61,44 52,948 328 -6,33 32,92 298.526 346.283 293.856 353.930 1,59 -2,168 313 65,17 97,10 191.706 210.800 175.293 208.589 9,36 1,060 2 0,00 -100,00 1.658 1.704 3.728 4.793 -55,53 -64,450 3 0,00 136,38 1.317 408 1.254 323 5,02 26,440 0 0,00 0,00 1.488 1.086 2.716 2.139 -45,21 -49,22

7 -100,00 -100,00 16.942 12.652 16.667 13.238 1,65 -4,430 8 0,00 274,04 34.382 1.012 40.639 992 -15,40 2,050 16.030 -2,61 -8,58 588.882 617.583 565.652 616.348 4,11 0,20

Differenza in %EXPORT

2001 Differenza in % 2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2E ITALIA – AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2001/2002 LAPIDEI

88

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 10.069 3.368 6.768 2.734 48,77 23,18GRANITO BLOCCHI E LASTRE 330.203 85.442 347.353 97.650 -4,94 -12,50MARMO LAVORATI 1.033 733 559 387 84,79 89,59GRANITO LAVORATI 5.591 2.713 3.548 1.788 57,58 51,71ALTRE PIETRE LAVORATI 39.694 6.604 32.595 6.503 21,78 1,55GRANULATI E POLVERI 174 99 37 25 370,27 295,20ARDESIA GREZZA 452 185 371 169 21,83 9,58ARDESIA LAVORATA 5.106 1.814 2.566 1.191 98,99 52,28PIETRA POMICE 0 0 0 0 0,00 0,00TOTALE GENERALE 392.322 100.958 393.797 110.447 -0,38 -8,59

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000� Quantità Valore

4.919 1.788 7.676 3.863 -35,92 -53,73609 363 792 587 -23,11 -38,20

44.873 23.919 63.265 32.705 -29,07 -26,875.619 3.512 8.181 5.965 -31,32 -41,12

436 209 1.034 466 -57,83 -55,07590 157 1.081 245 -45,42 -36,02321 199 225 144 42,67 38,58778 525 980 733 -20,61 -28,37131 82 166 135 -21,08 -39,53

58.276 30.754 83.400 44.843 -30,13 -31,42

Differenza in %EXPORT

2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2F ITALIA – AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2001/2002 LAPIDEI

89

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 53.122 11.755 59.076 14.949 -10,08 -21,37GRANITO BLOCCHI E LASTRE 52.509 16.853 36.982 12.483 41,99 35,01MARMO LAVORATI 2.746 1.167 4.527 1.981 -39,34 -41,06GRANITO LAVORATI 400 626 243 95 64,61 557,21ALTRE PIETRE LAVORATI 1 3 3 5 -66,67 -36,77GRANULATI E POLVERI 0 0 0 1 0,00 -100,00ARDESIA GREZZA 0 0 0 0 0,00 0,00ARDESIA LAVORATA 0 0 0 0 0,00 0,00PIETRA POMICE 0 0 0 0 0,00 0,00TOTALE GENERALE 108.778 30.404 100.831 29.514 7,88 3,02

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

163.046 17.295 211.614 21.146 -22,95 -18,219.095 1.769 8.923 2.164 1,93 -18,24

376.102 131.226 381.738 147.513 -1,48 -11,0444.532 27.142 61.146 36.861 -27,17 -26,37

354 181 602 307 -41,20 -41,2156.922 1.621 101.511 3.428 -43,93 -52,72

0 0 0 0 0,00 0,0022 21 9 10 144,44 100,80

33.974 563 248 118 13599,19 377,13684.047 179.818 765.791 211.547 -10,67 -15,00

Differenza in %EXPORT

2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2G ITALIA – VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2001/2002 LAPIDEI

90

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MARMO BLOCCHI E LASTRE 27.898 6.624 35.182 8.160 -20,70 -18,82GRANITO BLOCCHI E LASTRE 539.201 103.871 553.808 112.700 -2,64 -7,83MARMO LAVORATI 15.184 8.056 10.845 7.254 40,01 11,06GRANITO LAVORATI 16.096 8.365 14.861 7.677 8,31 8,96ALTRE PIETRE LAVORATI 50.044 5.722 25.346 3.661 97,44 56,29GRANULATI E POLVERI 8.870 773 3.698 318 139,86 143,24ARDESIA GREZZA 353 85 1.001 367 -64,74 -76,86ARDESIA LAVORATA 1.577 514 1.495 768 5,49 -33,09PIETRA POMICE 56 54 51 44 9,80 22,46TOTALE GENERALE 659.279 134.064 646.287 140.949 2,01 -4,89

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Valore 000€ Quantità Valore Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

8.160 -20,70 -18,82 211.819 52.718 161.743 50.020 30,96 5,39112.700 -2,64 -7,83 5.886 1.509 4.344 2.016 35,50 -25,15

7.254 40,01 11,06 193.250 106.770 176.815 110.908 9,30 -3,737.677 8,31 8,96 25.951 21.948 40.089 38.599 -35,27 -43,143.661 97,44 56,29 924 536 1.456 644 -36,54 -16,77

318 139,86 143,24 847 154 419 62 102,15 149,99367 -64,74 -76,86 104 70 39 31 166,67 123,96768 5,49 -33,09 82 66 97 88 -15,46 -25,11

44 9,80 22,46 2.010 956 1.605 785 25,23 21,82140.949 2,01 -4,89 440.873 184.727 386.607 203.153 14,04 -9,07

Differenza in %EXPORT

001 Differenza in % 2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2H ITALIA – ESTREMO ORIENTE ANNO 2001/2002 LAPIDEI

91

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità ValoreMARMO BLOCCHI E LASTRE 301 135 663 241 -54,60 -44,17GRANITO BLOCCHI E LASTRE 5.274 1.696 2.040 640 158,53 164,88MARMO LAVORATI 24 36 30 13 -20,00 180,94GRANITO LAVORATI 0 0 0 0 0,00 0,00ALTRE PIETRE LAVORATI 0 0 0 0 0,00 0,00GRANULATI E POLVERI 0 0 0 0 0,00 0,00ARDESIA GREZZA 0 0 0 0 0,00 0,00ARDESIA LAVORATA 0 0 0 0 0,00 0,00PIETRA POMICE 0 1 0 0 0,00 0,00TOTALE GENERALE 5.599 1.868 2.733 894 104,87 108,82

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Valore 000€ Quantità Valore Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore241 -54,60 -44,17 915 840 894 749 2,35 12,13640 158,53 164,88 304 295 135 68 125,19 334,10

13 -20,00 180,94 20.235 18.654 16.052 14.511 26,06 28,550 0,00 0,00 9.331 9.709 7.958 7.852 17,25 23,650 0,00 0,00 45 50 21 16 114,29 219,570 0,00 0,00 170 15 110 8 54,55 82,770 0,00 0,00 20 14 53 41 -62,26 -65,920 0,00 0,00 1.091 808 1.013 812 7,70 -0,520 0,00 0,00 31 13 80 37 -61,25 -64,30

894 104,87 108,82 32.142 30.398 26.316 24.094 22,14 26,16

Differenza in %EXPORT

001 Differenza in % 2002 2001

MARMO BLOCCHI E LASTREGRANITO BLOCCHI E LASTREMARMO LAVORATIGRANITO LAVORATIALTRE PIETRE LAVORATIGRANULATI E POLVERIARDESIA GREZZAARDESIA LAVORATAPIETRA POMICETOTALE GENERALE

TAV 2I ITALIA – AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2001/2002 LAPIDEI

92

EUROPA UNIONE EUROPEA

FRANCIA 117.061 19.927 116.651 20.873 0,35 -4,53PAESI BASSI 4.803 1.512 5.796 1.479 -17,13 2,27GERMANIA 28.128 8.372 43.122 11.545 -34,77 -27,48REGNO UNITO 1.216 497 2.241 803 -45,74 -38,17IRLANDA 472 474 298 493 58,37 -3,71DANIMARCA 44 33 31 35 41,63 -6,31GRECIA 18.135 5.178 26.120 7.160 -30,57 -27,69PORTOGALLO 50.704 11.816 54.271 12.663 -6,57 -6,69SPAGNA 144.705 24.147 173.752 28.752 -16,72 -16,02BELGIO 1.093 448 850 196 28,65 128,99LUSSEMBURGO 860 111 - - 0,00 0,00SVEZIA 6.588 1.122 7.636 1.225 -13,73 -8,39FINLANDIA 69.763 9.655 82.262 10.318 -15,19 -6,43AUSTRIA 3.083 845 2.758 474 11,76 78,13

TOTALE UNIONE EUROPEA 446.655 84.136 515.788 96.015 -13,40 -12,37 ALTRI PAESI D`EUROPA

ISOLE CANARIE - - - - 0,00 0,00MELILLA - - - - 0,00 0,00ISLANDA - - - - 0,00 0,00NORVEGIA 367.303 45.575 289.462 39.097 26,89 16,57LIECHTENSTEIN 302 58 5 15 5548,69 286,70SVIZZERA 46.872 7.861 44.457 8.220 5,43 -4,37ANDORRA - - - - 0,00 0,00GIBILTERRA - - - - 0,00 0,00CITTA' DEL VATICANO 44 20 - - 0,00 0,00MALTA 53 13 - 1 29931,46 1658,58TURCHIA 70.461 15.052 64.768 15.510 8,79 -2,95ESTONIA - - - - 0,00 0,00LETTONIA - - - 1 -100,00 -100,00LITUANIA - - 1 1 -100,00 -100,00POLONIA 66 34 106 79 -37,85 -57,68REPUBBLICA CECA 341 157 508 138 -32,93 13,54SLOVACCHIA 10 7 18 36 -42,23 -79,34UNGHERIA 36 45 251 89 -85,52 -49,67ROMANIA 5.681 1.740 10.552 1.657 -46,16 5,00BULGARIA 5.824 407 2.063 216 182,25 88,10ALBANIA 1.107 130 548 75 102,00 74,06UCRAINA 10.145 2.578 7.469 2.099 35,82 22,85BELORUSSIA 9 5 - - 0,00 0,00MOLDAVIA - - - - 0,00 0,00RUSSIA 169 28 405 74 -58,30 -61,76GEORGIA 126 20 - - 0,00 0,00ARMENIA - - - - 0,00 0,00AZERBAIGIAN - - - - 0,00 0,00KAZAKISTAN - - - - 0,00 0,00TURKMENISTAN - - - - 0,00 0,00UZBEKISTAN - - - - 0,00 0,00TAGIKISTAN - - - - 0,00 0,00SLOVENIA 10.520 2.690 16.589 3.434 -36,59 -21,67CROAZIA 118.573 8.118 96.260 7.211 23,18 12,58BOSNIA-ERZEGOVINA 622 74 727 99 -14,41 -25,72SERBIA E MONTENEGRO 1.583 292 2.518 428 -37,13 -31,81MACEDONIA 2.228 767 6.139 2.121 -63,71 -63,85

TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA 642.076 85.671 542.848 80.602 18,28 6,29 TOTALE EUROPA 1.088.731 169.808 1.058.636 176.617 2,84 -3,86

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

93

EUROPAUNIONE EUROPEA

FRANCIAPAESI BASSIGERMANIAREGNO UNITOIRLANDADANIMARCAGRECIAPORTOGALLOSPAGNABELGIOLUSSEMBURGOSVEZIAFINLANDIAAUSTRIA

TOTALE UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D`EUROPA

ISOLE CANARIEMELILLAISLANDANORVEGIALIECHTENSTEINSVIZZERAANDORRAGIBILTERRACITTA' DEL VATICANOMALTATURCHIAESTONIALETTONIALITUANIAPOLONIAREPUBBLICA CECASLOVACCHIAUNGHERIAROMANIABULGARIAALBANIAUCRAINABELORUSSIAMOLDAVIARUSSIAGEORGIAARMENIAAZERBAIGIANKAZAKISTANTURKMENISTANUZBEKISTANTAGIKISTANSLOVENIACROAZIABOSNIA-ERZEGOVINASERBIA E MONTENEGROMACEDONIA

TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA TOTALE EUROPA

168.874 65.528 142.852 66.449 18,22 -1,39 66.600 29.638 76.075 35.125 -12,45 -15,62 838.260 303.720 777.372 344.484 7,83 -11,83 294.862 71.125 246.734 64.650 19,51 10,02 7.261 6.263 7.825 6.368 -7,21 -1,66 11.949 9.515 14.131 11.459 -15,45 -16,97 11.335 7.531 11.020 5.818 2,85 29,45 6.590 3.017 5.772 2.848 14,18 5,93 154.358 53.892 172.062 61.797 -10,29 -12,79 209.052 25.387 238.291 29.330 -12,27 -13,44 8.327 4.053 8.468 4.361 -1,67 -7,06 109.961 8.606 105.552 8.502 4,18 1,22 3.370 3.901 3.285 3.237 2,60 20,52 129.263 55.986 121.014 63.808 6,82 -12,26 2.020.061 648.163 1.930.452 708.238 4,64 -8,48

63 14 258 87 -75,63 -83,54 - - - 6 -100,00 -100,00

445 242 278 188 59,82 29,14 3.348 2.907 3.565 3.145 -6,07 -7,57 1.248 1.072 2.116 1.961 -41,02 -45,33 170.675 85.141 175.827 89.705 -2,93 -5,09 90 41 52 29 74,04 43,34 54 14 - 1 163536,36 1492,15 - - - - 0,00 0,00

14.349 4.250 13.543 4.179 5,95 1,69 16.508 7.330 21.359 7.897 -22,71 -7,18 825 733 968 705 -14,74 4,00 830 583 1.162 715 -28,54 -18,55 2.580 1.034 1.337 940 93,03 10,06 31.633 16.695 36.217 20.854 -12,66 -19,94 12.961 6.841 13.182 7.297 -1,68 -6,24 7.753 3.889 10.223 7.138 -24,16 -45,51 29.962 9.992 25.528 9.033 17,37 10,62 8.742 5.182 6.681 4.055 30,84 27,81 2.493 1.080 3.103 1.333 -19,66 -18,92 15.038 2.189 11.714 1.551 28,38 41,16 1.436 2.075 2.760 4.861 -47,98 -57,31 637 261 558 336 14,16 -22,49 139 67 309 140 -54,90 -51,91 14.869 12.181 12.292 10.183 20,96 19,62 267 401 175 205 52,59 95,60 25 20 99 69 -74,48 -71,48 8 12 106 314 -92,91 -96,21 614 776 1.113 1.038 -44,86 -25,23 2.860 2.721 2.058 2.312 39,00 17,69 90 132 53 68 70,39 95,33 - - 52 13 -100,00 -100,00

41.207 11.393 45.461 12.911 -9,36 -11,76 49.203 13.472 45.864 11.747 7,28 14,69 17.923 4.845 21.309 5.944 -15,89 -18,49 8.834 3.647 8.578 4.708 2,98 -22,54 1.147 401 1.925 309 -40,43 29,75 458.854 201.635 469.824 215.974 -2,34 -6,64

2.478.915 849.798 2.400.276 924.211 3,28 -8,05

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2002/2003 LAPIDEI

94

AFRICAAFRICA SETTENTRIONALE

MAROCCO 16.609 3.503 17.178 4.005 -3,31 -12,55ALGERIA 74 11 380 31 -80,65 -65,42TUNISIA 20.918 2.786 15.808 2.331 32,33 19,50LIBIA 135 5 - - 0,00 0,00EGITTO 65.072 9.267 54.546 8.205 19,30 12,95SUDAN 10 3 85 14 -88,24 -78,76

TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE 102.818 15.575 87.997 14.587 16,84 6,77 AFRICA OCCIDENTALE

MAURITANIA 952 145 541 106 75,96 37,64MALI - - - - 0,00 0,00BURKINA FASO - - - - 0,00 0,00NIGER - - - - 0,00 0,00CAPO VERDE - - - - 0,00 0,00SENEGAL - - 25 1 -100,00 -100,00GAMBIA - - - - 0,00 0,00GUINEA - BISSAU - - - - 0,00 0,00GUINEA - - - - 0,00 0,00SIERRA LEONE 1 1 - - 0,00 0,00LIBERIA - - - - 0,00 0,00COSTA D'AVORIO - - - - 0,00 0,00GHANA 116 12 35 1 229,93 918,69TOGO - - - - 0,00 0,00BENIN - - - - 0,00 0,00NIGERIA 1.516 711 1.133 489 33,85 45,47

TOTALE AFRICA OCCIDENTALE 2.586 869 1.734 596 49,11 45,66 AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE

CAMERUN 603 137 70 26 765,94 426,93GUINEA EQUATORIALE - - - - 0,00 0,00GABON - - - - 0,00 0,00CONGO - 1 - - 0,00 0,00RUANDA - - - - 0,00 0,00BURUNDI - - - - 0,00 0,00ANGOLA 5.858 1.885 5.059 1.700 15,79 10,85ETIOPIA - - 1 2 -100,00 -100,00ERITREA 10 2 - - 0,00 0,00GIBUTI - - 56 42 -100,00 -100,00SOMALIA - 1 - 3 -25,00 -77,94KENIA 84 129 206 97 -58,91 32,72UGANDA - - 230 257 -100,00 -100,00TANZANIA 116 81 218 298 -46,95 -72,92SEYCHELLES E DIPENDENZE - - - - 0,00 0,00MOZAMBICO 21.011 5.283 37.424 9.777 -43,86 -45,97MADAGASCAR 1.707 1.059 1.038 331 64,50 220,24MAURIZIO - - - - 0,00 0,00ZAMBIA - - 42 30 -100,00 -100,00ZIMBABWE 14.953 3.702 10.973 2.629 36,27 40,81SUD AFRICA 259.112 54.703 244.992 52.695 5,76 3,81NAMIBIA 165 45 959 312 -82,81 -85,45BOTSWANA - - - - 0,00 0,00

TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE 303.618 67.029 301.267 68.201 0,78 -1,72 TOTALE AFRICA 409.022 83.473 390.998 83.384 4,61 0,11

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

95

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

AFRICAAFRICA SETTENTRIONALE

MAROCCOALGERIATUNISIALIBIAEGITTOSUDAN

TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE AFRICA OCCIDENTALE

MAURITANIAMALIBURKINA FASONIGERCAPO VERDESENEGALGAMBIAGUINEA - BISSAUGUINEASIERRA LEONELIBERIACOSTA D'AVORIOGHANATOGOBENINNIGERIA

TOTALE AFRICA OCCIDENTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE

CAMERUNGUINEA EQUATORIALEGABONCONGORUANDABURUNDIANGOLAETIOPIAERITREAGIBUTISOMALIAKENIAUGANDATANZANIASEYCHELLES E DIPENDENZEMOZAMBICOMADAGASCARMAURIZIOZAMBIAZIMBABWESUD AFRICANAMIBIABOTSWANA

TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE TOTALE AFRICA

42.798 5.864 38.753 6.684 10,44 -12,27 42.051 7.225 28.772 3.642 46,15 98,38 194.179 13.641 187.865 12.922 3,36 5,56 121.440 14.892 93.282 13.903 30,19 7,11 59.977 9.774 81.620 12.734 -26,52 -23,24 429 334 683 404 -37,10 -17,31 460.874 51.730 430.975 50.289 6,94 2,87

101 38 85 86 18,53 -55,35 510 101 211 194 142,09 -48,23 130 30 279 232 -53,25 -87,20 477 105 131 19 265,79 465,19 - 2 29 43 -98,97 -95,72

3.617 1.048 2.234 661 61,92 58,61 446 159 154 112 190,51 41,64 50 11 33 25 48,85 -58,03 355 70 358 129 -1,03 -45,63 210 67 101 16 108,34 326,77 217 28 21 15 933,71 82,28 3.150 573 5.022 598 -37,27 -4,20 1.201 486 1.487 260 -19,25 86,96 235 60 526 132 -55,25 -54,07 383 68 599 117 -36,09 -41,52 20.633 5.930 21.787 9.062 -5,30 -34,56 31.717 8.775 33.056 11.700 -4,05 -25,00

892 770 873 298 2,14 158,20 321 194 155 127 107,48 52,29 101 46 83 83 22,15 -44,52 264 181 237 190 11,19 -4,98 1 1 - - 0,00 0,00 23 4 - - 0,00 0,00 9 28 37 11 -75,49 157,34 6 10 2 4 163,33 179,87 32 78 55 21 -42,11 270,83 - - - - 0,00 0,00 - - 17 30 -100,00 -100,00

223 180 371 300 -39,86 -39,88 80 29 127 42 -36,79 -32,77 376 197 314 168 19,72 17,65 - - 21 23 -100,00 -100,00

20 9 41 17 -51,22 -49,89 14 23 51 58 -72,34 -60,39 346 252 64 55 442,28 356,01 - - 25 20 -100,00 -100,00

141 76 140 80 0,80 -5,12 4.371 2.589 5.903 3.397 -25,95 -23,77 - 9 - - 0,00 0,00 - - 20 33 -100,00 -100,00

7.220 4.675 8.535 4.957 -15,41 -5,68

499.810 65.181 472.566 66.945 5,77 -2,64

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

96

AMERICAAMERICA SETTENTRIONALE

STATI UNITI D'AMERICA 24.976 8.195 25.272 8.311 -1,17 -1,39CANADA 14.584 6.460 15.348 7.720 -4,98 -16,32

TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE 39.560 14.655 40.620 16.031 -2,61 -8,58 AMERICA CENTRALE E DEL SUD

MESSICO 12.119 2.438 9.913 1.720 22,25 41,77BERMUDE - - - - 0,00 0,00GUATEMALA 213 208 459 302 -53,63 -31,26BELIZE - - 21 30 -100,00 -100,00HONDURAS 34 40 - - 0,00 0,00EL SALVADOR - - - - 0,00 0,00NICARAGUA - - - - 0,00 0,00COSTARICA - - - - 0,00 0,00PANAMA 38 15 20 6 95,51 143,70ANGUILLA - - - - 0,00 0,00CUBA 439 74 205 55 113,81 34,28S.CRISTOFORO (S.KITTS) - NEVIS - - - - 0,00 0,00HAITI - - - - 0,00 0,00BAHAMAS 18 6 - - 0,00 0,00ISOLE TURKS E CAICOS 284 66 - - 0,00 0,00REPUBBLICA DOMINICANA - - 16 1 -100,00 -100,00ISOLE VERGINI DEGLI S.UNITI - - - - 0,00 0,00ANTIGUA E BARBUDA 112 14 - - 0,00 0,00DOMINICA - - - - 0,00 0,00ISOLE CAYMAN - - - - 0,00 0,00GIAMAICA - - - - 0,00 0,00SANTA LUCIA - - - - 0,00 0,00SAN VINCENZO - - - - 0,00 0,00ISOLE VERGINI BRITANNICHE - - - - 0,00 0,00BARBADOS - - - - 0,00 0,00MONTSERRAT - - 220 49 -100,00 -100,00TRINIDAD E TOBAGO - - - - 0,00 0,00GRENADA - - - - 0,00 0,00ARUBA - - - - 0,00 0,00ISOLA BONAIRE - - - - 0,00 0,00COLOMBIA 96 34 24 20 303,59 67,72VENEZUELA 63 13 68 21 -7,41 -38,84SURINAM - - - - 0,00 0,00ECUADOR - - - - 0,00 0,00PERU' 481 112 1.389 367 -65,41 -69,39BRASILE 330.152 90.372 337.938 99.321 -2,30 -9,01CILE 359 233 258 330 39,05 -29,56BOLIVIA 185 139 248 315 -25,24 -55,95URUGUAY 209 49 144 60 45,22 -17,68ARGENTINA 47.521 7.146 42.875 7.850 10,84 -8,97ISOLE FALKLAND - - - - 0,00 0,00

TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD 392.323 100.958 393.797 110.447 -0,37 -8,59 TOTALE AMERICA 431.883 115.613 434.417 126.477 -0,58 -8,59

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

97

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

AMERICAAMERICA SETTENTRIONALE

STATI UNITI D'AMERICACANADA

TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD

MESSICOBERMUDEGUATEMALABELIZEHONDURASEL SALVADORNICARAGUACOSTARICAPANAMAANGUILLACUBAS.CRISTOFORO (S.KITTS) - NEVISHAITIBAHAMASISOLE TURKS E CAICOSREPUBBLICA DOMINICANAISOLE VERGINI DEGLI S.UNITIANTIGUA E BARBUDADOMINICAISOLE CAYMANGIAMAICASANTA LUCIASAN VINCENZOISOLE VERGINI BRITANNICHEBARBADOSMONTSERRATTRINIDAD E TOBAGOGRENADAARUBAISOLA BONAIRECOLOMBIAVENEZUELASURINAMECUADORPERU'BRASILECILEBOLIVIAURUGUAYARGENTINAISOLE FALKLAND

TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD TOTALE AMERICA

550.949 582.615 533.199 583.765 3,33 -0,20 37.932 34.967 32.453 32.582 16,89 7,32 588.882 617.583 565.652 616.347 4,11 0,20

9.529 5.922 9.249 5.408 3,02 9,51 176 384 439 831 -59,97 -53,80 87 74 188 188 -53,55 -60,44 - - 39 7 -100,00 -100,00

100 65 269 172 -62,84 -62,07 84 25 62 34 34,40 -27,37 19 14 21 10 -11,44 39,69 600 423 853 549 -29,74 -22,91 1.942 1.564 2.424 1.406 -19,88 11,28 188 231 - - 0,00 0,00 205 211 485 372 -57,70 -43,12 - - 1 1 -100,00 -100,00

1 6 16 33 -91,87 -80,65 97 126 72 56 34,14 125,81 21 7 3 4 528,64 86,13 4.597 1.879 5.986 2.134 -23,22 -11,98 80 115 126 188 -36,48 -38,79 2 1 2 14 10,58 -92,74 26 3 564 217 -95,48 -98,59 41 31 - - 0,00 0,00 62 51 115 67 -46,13 -24,98 45 15 - - 0,00 0,00 2 4 101 38 -97,60 -90,43 214 370 62 46 243,03 697,61 510 1.122 1.166 3.132 -56,29 -64,19 24 1 105 21 -76,80 -93,76 366 282 236 131 54,95 114,76 39 40 1 3 5686,77 1284,27 55 32 24 12 124,42 173,64 451 316 337 399 33,70 -20,62 3.945 1.518 3.129 1.301 26,08 16,70 9.018 3.392 16.157 7.281 -44,19 -53,41 131 42 75 4 74,74 993,39 1.033 517 1.032 534 0,09 -3,07 772 503 887 515 -12,89 -2,35 18.655 8.745 23.191 11.782 -19,56 -25,77 2.693 1.172 3.321 1.718 -18,91 -31,79 22 10 21 9 4,42 22,02 1.020 864 1.634 646 -37,60 33,59 1.424 675 10.996 5.572 -87,05 -87,89 - - 7 11 -100,00 -100,00

58.276 30.753 83.400 44.843 -30,12 -31,42

647.158 648.336 649.052 661.190 -0,29 -1,94

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

98

ASIAVICINO E MEDIO ORIENTE

CIPRO 286 98 409 116 -29,93 -15,95LIBANO 13.075 1.644 8.001 1.281 63,42 28,33SIRIA 3.308 390 3.702 417 -10,66 -6,42IRAK - - 56 13 -100,00 -100,00IRAN 36.975 10.262 49.170 14.628 -24,80 -29,85ISRAELE 4.251 1.995 3.844 1.405 10,57 42,00GAZA E GERICO 3.155 746 2.235 596 41,19 25,14GIORDANIA 55 23 - - 0,00 0,00ARABIA SAUDITA 46.341 14.811 32.516 10.870 42,52 36,25KUWAIT - - - 1 -100,00 -100,00BAHREIN - 2 66 19 -100,00 -89,23QATAR 134 28 352 63 -62,06 -54,43EMIRATI ARABI UNITI 549 134 297 91 84,64 46,59OMAN 632 268 - - 0,00 0,00YEMEN 19 2 184 12 -89,46 -81,14

TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE 108.779 30.404 100.832 29.514 7,88 3,02 ESTREMO ORIENTE

AFGANISTAN 45 12 176 60 -74,43 -80,31PAKISTAN 4.678 1.442 4.291 1.359 9,04 6,17INDIA 528.984 106.573 555.340 117.910 -4,75 -9,62BANGLADESH - - - - 0,00 0,00MALDIVE - - - - 0,00 0,00SRI LANKA 2.148 613 2.379 768 -9,72 -20,22NEPAL - - - 5 -100,00 -100,00BHUTAN - - - - 0,00 0,00MYANMAR (EX BIRMANIA) - 1 - - 0,00 0,00TAILANDIA 262 67 18 61 1373,96 10,34VIETNAM 7.495 1.169 1.595 322 370,05 262,74CAMBOGIA (CAMPUCEA) - - - - 0,00 0,00INDONESIA 134 147 75 96 79,41 53,15MALAYSIA 76 45 53 22 43,97 103,79BRUNEI - - - - 0,00 0,00SINGAPORE 134 95 297 189 -54,97 -49,95FILIPPINE 190 417 151 478 25,80 -12,81CINA 114.529 22.430 80.862 18.741 41,64 19,69COREA DEL NORD - - - - 0,00 0,00COREA DEL SUD 17 101 22 22 -21,60 352,93GIAPPONE 86 292 7 43 1083,16 577,63TAIWAN 404 416 863 611 -53,24 -31,88HONG KONG 60 227 158 261 -62,16 -13,01MACAO 35 17 - - 0,00 0,00

TOTALE ESTREMO ORIENTE 659.278 134.063 646.285 140.948 2,01 -4,89 TOTALE ASIA 768.057 164.467 747.117 170.462 2,80 -3,52

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

99

ASIAVICINO E MEDIO ORIENTE

CIPROLIBANOSIRIAIRAKIRANISRAELEGAZA E GERICOGIORDANIAARABIA SAUDITAKUWAITBAHREINQATAREMIRATI ARABI UNITIOMANYEMEN

TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE

AFGANISTANPAKISTANINDIABANGLADESHMALDIVESRI LANKANEPALBHUTANMYANMAR (EX BIRMANIA)TAILANDIAVIETNAMCAMBOGIA (CAMPUCEA)INDONESIAMALAYSIABRUNEISINGAPOREFILIPPINECINACOREA DEL NORDCOREA DEL SUDGIAPPONETAIWANHONG KONGMACAO

TOTALE ESTREMO ORIENTE TOTALE ASIA

9.451 5.429 9.197 5.279 2,76 2,83 83.958 11.767 129.197 16.307 -35,02 -27,85 48.583 3.619 62.838 4.851 -22,69 -25,41 91 64 - - 0,00 0,00 770 465 107 67 618,49 590,55 88.884 13.780 78.254 18.262 13,58 -24,54 40 6 - - 0,00 0,00 60.132 4.223 57.478 6.512 4,62 -35,15 236.402 66.260 235.620 79.784 0,33 -16,95 66.831 27.788 96.340 31.546 -30,63 -11,91 2.842 1.451 3.882 1.845 -26,79 -21,33 5.485 3.168 4.387 6.968 25,03 -54,54 76.634 40.428 83.024 36.967 -7,70 9,36 1.098 592 2.490 2.452 -55,91 -75,87 2.846 779 2.977 707 -4,42 10,09 684.047 179.817 765.792 211.547 -10,68 -15,00

79 51 - - 0,00 0,00 1.098 405 1.204 594 -8,81 -31,81 62.772 17.687 33.260 9.540 88,73 85,40 2.366 383 2.471 440 -4,25 -12,85 35 29 - - 0,00 0,00 1.578 797 783 672 101,42 18,57 53 25 24 5 119,39 454,59 44 18 - - 0,00 0,00 - - - - 0,00 0,00

1.648 848 1.214 631 35,81 34,42 439 148 299 265 46,95 -43,95 - - 4 2 -100,00 -100,00

14.751 7.971 13.034 6.862 13,17 16,17 3.983 1.434 3.463 1.105 15,03 29,78 51 42 45 52 14,40 -20,12 21.377 14.140 31.244 22.679 -31,58 -37,65 487 503 1.076 961 -54,74 -47,67 130.381 31.715 99.783 35.101 30,67 -9,65 155 99 240 189 -35,39 -47,70 49.939 29.260 37.360 24.897 33,67 17,52 50.949 38.636 56.534 46.899 -9,88 -17,62 49.783 15.993 39.568 15.619 25,82 2,40 48.861 24.519 64.582 36.439 -24,34 -32,71 46 25 419 202 -89,14 -87,67 440.874 184.727 386.607 203.153 14,04 -9,07

1.124.921 364.544 1.152.399 414.700 -2,38 -12,10

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

100

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.AUSTRALIA 5.439 1.818 2.710 885 100,67 105,40NUOVA ZELANDA 161 50 - - 0,00 0,00NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE - - - - 0,00 0,00FIGI - - - - 0,00 0,00POLINESIA FRANCESE - - 23 9 -100,00 -100,00SAMOA AMERICANA - - - - 0,00 0,00GUAM - - - - 0,00 0,00NORFOLK - - - - 0,00 0,00GEORGIA DEL SUD E ISOLE SANDWICH DEL SUD - - - - 0,00 0,00

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. 5.600 1.868 2.733 895 104,86 108,82 DIVERSI

PAESI NON DETERMINATI EXTRA 139 13 170 53 -18,23 -75,96 TOTALE DIVERSI 139 13 170 53 -18,23 -75,96 TOTALE GENERALE 2.703.431 535.241 2.634.072 557.888 2,63 -4,06

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

101

29.238 27.652 24.313 22.088 20,26 25,19 2.681 2.598 1.855 1.934 44,49 34,31 77 66 1 1 12341,36 8096,16 20 10 - - 0,00 0,00 86 46 145 71 -40,83 -34,68 20 12 - - 0,00 0,00 - 3 - - 0,00 0,00 - 1 - - 0,00 0,00

20 9 - - 0,00 0,00

32.142 30.398 26.314 24.095 22,15 26,16

88 250 5 344 1557,43 -27,45

88 250 5 344 1557,43 -27,45

4.783.034 1.958.505 4.700.613 2.091.486 1,75 -6,36

AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.AUSTRALIANUOVA ZELANDANUOVA CALEDONIA E DIPENDENZEFIGIPOLINESIA FRANCESESAMOA AMERICANAGUAMNORFOLKGEORGIA DEL SUD E ISOLE SANDWICH DEL SUD

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. DIVERSI

PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE DIVERSI TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

TAV. 3 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 LAPIDEI

102

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MACCHINE DA TAGLIO 589 6.844 795 6.270 -25,99 9,16MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 1.124 13.344 1.726 17.820 -34,87 -25,12TOTALE GENERALE 1.713 20.188 2.521 24.090 -32,07 -16,20

Differenza in %2001IMPORT

2002

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

15.998 98.695 18.121 108.609 -11,71 -9,1338.763 302.933 38.623 299.876 0,36 1,0254.761 401.628 56.744 408.485 -3,49 -1,68

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 4 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

103

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

544 6.669 691 5.341 -21,34 24,86827 11.261 760 11.707 8,83 -3,81

1.371 17.930 1.451 17.048 -5,54 5,17

Differenza in %2001IMPORT

2002

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

6.858 48.344 10.885 62.274 -37,00 -22,379.974 95.652 13.388 120.351 -25,50 -20,52

16.832 143.996 24.273 182.625 -30,66 -21,15

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5A ITALIA – EUROPA ANNO 2001/2002 MACCHINE

104

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

451 5.061 621 4.365 -27,30 15,96466 6.777 342 5.756 36,33 17,74917 11.838 963 10.121 -4,70 16,97

IMPORT2002 2001 Differenza in %

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

4.637 33.909 8.180 46.761 -43,31 -27,485.185 58.276 8.001 81.216 -35,20 -28,259.822 92.185 16.181 127.977 -39,30 -27,97

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5B ITALIA – UNIONE EUROPEA ANNO 2001/2002 MACCHINE

105

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MACCHINE DA TAGLIO 93 1.608 71 977 31,13 64,65MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 361 4.484 418 5.951 -13,64 -24,66TOTALE GENERALE 454 6.092 489 6.928 -7,18 -12,07

IMPORT2002 2001 Differenza in %

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

2.220 14.434 2.705 15.513 -17,91 -6,954.789 37.377 5.387 39.135 -11,11 -4,497.009 51.811 8.092 54.648 -13,38 -5,19

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5C ITALIA – ALTRI PAESI D’EUROPA ANNO 2001/2002 MACCHINE

106

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MACCHINE DA TAGLIO 0 0 4 5 -100,00 -100,00MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 3 17 2 18 66,13 -4,50TOTALE GENERALE 3 17 6 23 -47,44 -26,39

IMPORT2002 2001 Differenza in %

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

1.545 6.447 1.486 5.639 3,93 14,337.324 37.678 5.414 27.124 35,27 38,918.869 44.125 6.900 32.763 28,52 34,68

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5D ITALIA – AFRICA ANNO 2001/2002 MACCHINE

107

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MACCHINE DA TAGLIO 2 60 9 118 -84,01 -48,72MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 42 1.097 14 483 197,60 126,92TOTALE GENERALE 44 1.157 23 601 85,15 92,53

IMPORT2002 2001 Differenza in %

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

1.189 16.053 1.347 14.378 -11,73 11,652.807 34.627 2.448 28.037 14,67 23,513.996 50.680 3.795 42.415 5,30 19,49

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5E ITALIA – AMERICA SETTENTRIONALE ANNO 2001/2002 MACCHINE

108

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MACCHINE DA TAGLIO 0 0 34 90 -100,00 -100,00MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 3 87 8 168 -64,23 -48,43TOTALE GENERALE 3 87 42 258 -92,89 -66,34

IMPORT2002 2001 Differenza in %

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

520 3.247 810 4.998 -35,80 -35,034.050 26.214 3.350 25.813 20,90 1,554.570 29.461 4.160 30.811 9,86 -4,38

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5F ITALIA – AMERICA CENTRALE E DEL SUD ANNO 2001/2002 MACCHINE

109

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MACCHINE DA TAGLIO 13 36 32 577 -60,01 -93,74MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 14 109 42 83 -67,08 31,15TOTALE GENERALE 27 145 74 660 -64,04 -78,06

IMPORT2002 2001 Differenza in %

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

2.373 13.460 2.383 14.331 -0,45 -6,086.262 47.633 5.305 42.761 18,04 11,398.635 61.093 7.688 57.092 12,31 7,01

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5G ITALIA – VICINO E MEDIO ORIENTE ANNO 2001/2002 MACCHINE

110

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MACCHINE DA TAGLIO 31 79 24 139 25,84 -43,48MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 234 772 892 5.323 -73,75 -85,50TOTALE GENERALE 265 851 916 5.462 -71,11 -84,43

IMPORT2002 2001 Differenza in %

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

3.433 10.420 1.190 6.828 188,51 52,608.038 58.275 8.577 54.688 -6,29 6,56

11.471 68.695 9.767 61.516 17,45 11,67

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5H ITALIA – ESTREMO ORIENTE ANNO 2001/2002 MACCHINE

111

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

MACCHINE DA TAGLIO 0 0 0 0 0,00 0,00MACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID. 0 1 7 37 -98,63 -96,23TOTALE GENERALE 0 1 7 37 -98,63 -96,23

IMPORT2002 2001 Differenza in %

MACCHINE DA TAGLIOMACCHINE DA LAVORAZ. & LUCID.TOTALE GENERALE

Tonn. Valore 000€ Tonn. Valore 000€ Quantità Valore

81 725 20 161 313,74 350,56308 2.847 140 1.090 119,81 161,31389 3.572 160 1.251 143,65 185,65

Differenza in %EXPORT

2002 2001

TAV 5I ITALIA – AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TERR. ANNO 2001/2002 MACCHINE

112

UNIONE EUROPEA FRANCIA 32 631 176 1.125 -81,75 -43,87PAESI BASSI 24 286 10 91 131,00 213,44GERMANIA 367 5.719 96 2.250 281,22 154,22REGNO UNITO 9 647 19 331 -51,24 95,15IRLANDA - - 1 5 -100,00 -100,00DANIMARCA - - - - 0,00 0,00GRECIA - - 6 24 -100,00 -100,00PORTOGALLO 25 460 22 238 14,75 93,80SPAGNA 245 1.474 377 2.161 -34,97 -31,81BELGIO 33 219 102 1.834 -68,00 -88,05LUSSEMBURGO 135 1.127 80 712 68,27 58,20SVEZIA 8 419 18 715 -58,09 -41,32FINLANDIA - - - - 0,00 0,00AUSTRIA 39 856 55 635 -28,40 34,68

TOTALE UNIONE EUROPEA 917 11.838 963 10.120 -4,70 16,97 ALTRI PAESI D`EUROPA

MELILLA - - - - 0,00 0,00ISLANDA - - - - 0,00 0,00NORVEGIA 1 30 1 18 167,31 65,95LIECHTENSTEIN 1 40 1 59 -27,59 -31,50SVIZZERA 325 5.305 337 5.671 -3,42 -6,46ANDORRA - - - - 0,00 0,00MALTA - - 2 4 -100,00 -100,00TURCHIA 14 106 11 69 30,76 54,59ESTONIA - - - - 0,00 0,00LETTONIA - - - - 0,00 0,00LITUANIA - 12 2 10 -92,71 13,12POLONIA - - 5 54 -100,00 -100,00REPUBBLICA CECA 35 452 62 687 -43,60 -34,19SLOVACCHIA - - 25 199 -100,00 -100,00UNGHERIA - - 12 91 -100,00 -100,00ROMANIA 13 35 11 20 10,87 76,69BULGARIA - - - - 0,00 0,00ALBANIA - - - - 0,00 0,00UCRAINA - - - - 0,00 0,00BELORUSSIA - 2 - - 0,00 0,00MOLDAVIA - - - - 0,00 0,00RUSSIA 2 26 - 1 553,20 2257,72GEORGIA - - - - 0,00 0,00ARMENIA - - - - 0,00 0,00KAZAKISTAN - - - - 0,00 0,00UZBEKISTAN - - - - 0,00 0,00KIRGHIZISTAN - - - - 0,00 0,00SLOVENIA 17 33 16 35 8,94 -5,93CROAZIA - - 4 11 -100,00 -100,00BOSNIA-ERZEGOVINA - - - - 0,00 0,00SERBIA E MONTENEGRO 45 51 - - 0,00 0,00MACEDONIA - - - - 0,00 0,00

TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA 454 6.092 489 6.928 -7,18 -12,07 TOTALE EUROPA 1.371 17.930 1.452 17.048 -5,54 5,17

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

113

UNIONE EUROPEAFRANCIAPAESI BASSIGERMANIAREGNO UNITOIRLANDADANIMARCAGRECIAPORTOGALLOSPAGNABELGIOLUSSEMBURGOSVEZIAFINLANDIAAUSTRIA

TOTALE UNIONE EUROPEA ALTRI PAESI D`EUROPA

MELILLAISLANDANORVEGIALIECHTENSTEINSVIZZERAANDORRAMALTATURCHIAESTONIALETTONIALITUANIAPOLONIAREPUBBLICA CECASLOVACCHIAUNGHERIAROMANIABULGARIAALBANIAUCRAINABELORUSSIAMOLDAVIARUSSIAGEORGIAARMENIAKAZAKISTANUZBEKISTANKIRGHIZISTANSLOVENIACROAZIABOSNIA-ERZEGOVINASERBIA E MONTENEGROMACEDONIA

TOTALE ALTRI PAESI D`EUROPA TOTALE EUROPA

550 6.019 764 8.365 -27,96 -28,04 132 1.272 170 2.235 -22,27 -43,10 874 8.966 1.761 14.786 -50,38 -39,36 960 11.477 1.319 11.061 -27,17 3,76 59 778 80 781 -25,41 -0,41 39 445 66 760 -39,98 -41,43 820 6.969 1.463 10.409 -43,95 -33,05 1.401 12.305 1.941 13.389 -27,81 -8,10 3.956 33.097 7.497 55.580 -47,23 -40,45 615 6.617 714 6.646 -13,88 -0,44 64 557 92 771 -29,97 -27,74 89 967 98 896 -8,42 8,00 144 1.382 77 778 87,06 77,67 117 1.334 141 1.521 -17,04 -12,34 9.822 92.185 16.181 127.977 -39,30 -27,97

- - - 5 -100,00 -100,00 7 57 2 27 230,22 116,43 69 1.356 60 910 15,90 49,06 9 241 9 117 3,34 104,86 289 3.329 250 3.125 15,52 6,55 - - 5 5 -100,00 -100,00

41 107 96 157 -57,64 -31,76 1.839 14.110 1.925 17.364 -4,46 -18,74 7 89 1 15 785,28 501,53 1 8 5 60 -81,60 -86,51 4 51 5 75 -12,27 -31,89 791 4.132 725 3.121 9,12 32,38 74 552 199 1.528 -62,97 -63,88 7 79 11 96 -33,95 -17,20 98 820 125 728 -21,87 12,60 390 1.686 502 2.250 -22,37 -25,07 143 270 30 151 370,50 78,40 268 254 348 606 -22,98 -58,00 171 1.583 341 3.674 -49,71 -56,92 4 102 7 103 -42,89 -0,63 15 58 23 71 -34,71 -17,95 957 7.886 1.777 10.054 -46,13 -21,56 19 24 1 3 3539,78 637,16 138 1.152 11 164 1110,51 603,57 311 2.278 170 915 82,82 148,94 147 6.001 241 3.057 -39,13 96,29 20 122 - - 0,00 0,00 151 1.020 191 1.241 -20,79 -17,85 426 2.088 504 2.455 -15,59 -14,99 260 489 177 633 47,05 -22,74 298 1.569 257 1.241 15,77 26,48 56 298 95 696 -41,36 -57,15 7.010 51.811 8.092 54.647 -13,38 -5,19

16.831 143.996 24.274 182.625 -30,66 -21,15

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

114

AFRICAAFRICA SETTENTRIONALE

MAROCCO - - - - 0,00 0,00ALGERIA - - - - 0,00 0,00TUNISIA 1 11 4 5 -71,62 98,99LIBIA - - - - 0,00 0,00EGITTO 2 7 - 11 1381,75 -42,66SUDAN - - - - 0,00 0,00

TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE 3 17 4 17 -25,56 2,62 AFRICA OCCIDENTALE

MAURITANIA - - - - 0,00 0,00MALI - - - - 0,00 0,00CAPO VERDE - - - - 0,00 0,00SENEGAL - - - - 0,00 0,00GUINEA - - - - 0,00 0,00COSTA D'AVORIO - - - - 0,00 0,00GHANA - - - - 0,00 0,00TOGO - - - - 0,00 0,00NIGERIA - - - - 0,00 0,00

TOTALE AFRICA OCCIDENTALE - - - - 0,00 0,00 AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE

CAMERUN - - - - 0,00 0,00GABON - - - - 0,00 0,00CONGO - - - - 0,00 0,00ZAIRE - - 2 7 -100,00 -100,00BURUNDI - - - - 0,00 0,00ANGOLA - - - - 0,00 0,00ETIOPIA - - - - 0,00 0,00ERITREA - - - - 0,00 0,00GIBUTI - - - - 0,00 0,00KENIA - - - - 0,00 0,00UGANDA - - - - 0,00 0,00TANZANIA - - - - 0,00 0,00MOZAMBICO - - - - 0,00 0,00MADAGASCAR - - - - 0,00 0,00ZIMBABWE - - - - 0,00 0,00MALAWI - - - - 0,00 0,00SUD AFRICA - - - - 0,00 0,00NAMIBIA - - - - 0,00 0,00BOTSWANA - - - - 0,00 0,00

TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE - - 2 7 -100,00 -100,00 TOTALE AFRICA 3 17 6 23 -47,44 -26,39

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

115

AFRICAAFRICA SETTENTRIONALE

MAROCCOALGERIATUNISIALIBIAEGITTOSUDAN

TOTALE AFRICA SETTENTRIONALE AFRICA OCCIDENTALE

MAURITANIAMALICAPO VERDESENEGALGUINEACOSTA D'AVORIOGHANATOGONIGERIA

TOTALE AFRICA OCCIDENTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE

CAMERUNGABONCONGOZAIREBURUNDIANGOLAETIOPIAERITREAGIBUTIKENIAUGANDATANZANIAMOZAMBICOMADAGASCARZIMBABWEMALAWISUD AFRICANAMIBIABOTSWANA

TOTALE AFRICA CENTR/ORIEN/MERIDIONALE TOTALE AFRICA

1.007 4.047 1.372 4.759 -26,59 -14,96 3.936 14.869 1.188 6.138 231,25 142,24 1.557 8.586 1.588 6.622 -1,94 29,65 633 4.469 706 3.649 -10,34 22,46 938 5.248 1.038 5.305 -9,68 -1,06 85 607 - - 0,00 0,00 8.156 37.826 5.892 26.474 38,42 42,88

16 206 - - 0,00 0,00 - 1 - - 0,00 0,00

1 6 13 8 -91,02 -19,92 11 81 9 3 22,22 3117,38 - 3 - - 0,00 0,00

18 17 1 12 2033,77 42,44 4 15 10 41 -64,38 -63,85 - - 1 5 -100,00 -100,00

132 863 164 415 -19,68 107,70 182 1.193 199 484 -8,29 146,28

- 1 - 4 -99,27 -63,92 - 2 8 3 -98,75 -51,24

7 98 2 26 195,08 274,52 - - - - 0,00 0,00 - 1 - - 0,00 0,00

121 1.334 - - 0,00 0,00 22 208 76 464 -70,89 -55,12 2 9 13 87 -84,43 -89,28 8 4 - - 0,00 0,00 15 125 1 37 972,58 234,45 - - 1 22 -100,00 -100,00

1 3 - 3 437,93 -10,29 - 2 - - 0,00 0,00 - - - 1 -100,00 -100,00

13 92 12 124 5,73 -26,15 - 1 4 59 -98,80 -98,37

330 3.116 550 3.723 -40,10 -16,31 12 112 1 11 1307,61 939,88 - - 140 1.241 -100,00 -100,00

531 5.106 810 5.806 -34,45 -12,05

8.869 44.125 6.901 32.764 28,52 34,68

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

116

AMERICAAMERICA SETTENTRIONALE

STATI UNITI D'AMERICA 44 1.157 24 601 85,15 92,53CANADA - - - - 0,00 0,00

TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE 44 1.157 24 601 85,15 92,53 AMERICA CENTRALE E DEL SUD

MESSICO 3 85 28 122 -90,00 -30,24BERMUDE - - - - 0,00 0,00GUATEMALA - - - - 0,00 0,00HONDURAS - - - - 0,00 0,00NICARAGUA - - - - 0,00 0,00COSTARICA - - - - 0,00 0,00PANAMA - 1 - 2 -94,76 -46,18CUBA - - - - 0,00 0,00BAHAMAS - - - - 0,00 0,00ISOLE TURKS E CAICOS - - - - 0,00 0,00REPUBBLICA DOMINICANA - - 4 19 -100,00 -100,00ANTIGUA E BARBUDA - - - - 0,00 0,00ISOLE CAYMAN - - - - 0,00 0,00BARBADOS - - - - 0,00 0,00TRINIDAD E TOBAGO - - - - 0,00 0,00ISOLA BONAIRE - - - - 0,00 0,00COLOMBIA - - - - 0,00 0,00VENEZUELA - - - - 0,00 0,00SURINAM - - - - 0,00 0,00ECUADOR - - - - 0,00 0,00PERU' - - - - 0,00 0,00BRASILE - - 10 115 -100,00 -100,00CILE - - - - 0,00 0,00BOLIVIA - - - - 0,00 0,00URUGUAY - - - - 0,00 0,00ARGENTINA - 1 - - 0,00 0,00

TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD 3 87 43 258 -92,89 -66,34 TOTALE AMERICA 47 1.244 66 859 -29,34 44,83

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

117

AMERICAAMERICA SETTENTRIONALE

STATI UNITI D'AMERICACANADA

TOTALE AMERICA SETTENTRIONALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD

MESSICOBERMUDEGUATEMALAHONDURASNICARAGUACOSTARICAPANAMACUBABAHAMASISOLE TURKS E CAICOSREPUBBLICA DOMINICANAANTIGUA E BARBUDAISOLE CAYMANBARBADOSTRINIDAD E TOBAGOISOLA BONAIRECOLOMBIAVENEZUELASURINAMECUADORPERU'BRASILECILEBOLIVIAURUGUAYARGENTINA

TOTALE AMERICA CENTRALE E DEL SUD TOTALE AMERICA

3.569 45.181 3.132 36.912 13,96 22,40 427 5.500 663 5.503 -35,62 -0,07 3.995 50.681 3.794 42.415 5,30 19,49

1.130 7.674 1.483 9.456 -23,82 -18,84 1 12 - - 0,00 0,00 48 317 57 335 -15,54 -5,29 7 39 - 1 3758,82 5264,72 10 52 - - 0,00 0,00 160 878 16 99 928,26 785,56 - 2 - 3 -84,48 -30,24

23 513 157 1.730 -85,33 -70,33 - 2 - - 0,00 0,00

14 124 - 2 40562,86 6315,58 50 232 44 287 12,68 -19,26 - - - 1 -100,00 -100,00 - - - 10 -100,00 -100,00 - - 2 38 -100,00 -100,00 - - - 9 -100,00 -100,00 - 7 - - 0,00 0,00

100 1.191 29 300 245,64 297,25 143 1.224 36 226 297,50 442,23 - - - 2 -100,00 -100,00

298 1.635 87 423 243,44 286,92 37 340 55 216 -32,00 57,88 1.917 11.257 1.698 13.721 12,93 -17,96 33 219 31 208 7,73 5,38 497 2.446 - 8 403845,53 32113,66 - - 1 15 -100,00 -100,00

100 1.297 464 3.723 -78,34 -65,17 4.570 29.461 4.160 30.811 9,86 -4,38

8.565 80.142 7.954 73.226 7,69 9,45

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

118

ASIAVICINO E MEDIO ORIENTE

CIPRO - 1 - - 0,00 0,00LIBANO 8 10 15 33 -45,50 -68,38SIRIA - - - - 0,00 0,00IRAK - - - - 0,00 0,00IRAN - - - - 0,00 0,00ISRAELE 15 130 8 427 84,08 -69,53GAZA E GERICO - - - - 0,00 0,00GIORDANIA - - - - 0,00 0,00ARABIA SAUDITA - - 32 64 -100,00 -100,00KUWAIT - - - - 0,00 0,00BAHREIN - - - - 0,00 0,00QATAR - - - - 0,00 0,00EMIRATI ARABI UNITI 3 4 18 134 -84,04 -97,35OMAN - - 1 2 -100,00 -100,00YEMEN - - - - 0,00 0,00

TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE 27 145 74 660 -64,04 -78,06 ESTREMO ORIENTE

PAKISTAN - - - - 0,00 0,00INDIA - 4 - 1 8,33 236,81BANGLADESH - - - - 0,00 0,00SRI LANKA - - - - 0,00 0,00TAILANDIA 76 39 351 261 -78,23 -85,11VIETNAM 6 5 - - 0,00 0,00INDONESIA 41 25 - 3 62207,69 756,30MALAYSIA 14 17 - 5 7047,37 251,42SINGAPORE - 15 - 3 312,50 390,42FILIPPINE - - 14 54 -100,00 -100,00CINA 53 291 467 4.350 -88,72 -93,32COREA DEL NORD - - - - 0,00 0,00COREA DEL SUD 2 126 3 163 -33,73 -22,58GIAPPONE 2 221 4 539 -57,44 -59,02TAIWAN 71 71 75 76 -4,76 -7,13HONG KONG - 36 2 7 -86,19 395,65

TOTALE ESTREMO ORIENTE 265 851 917 5.462 -71,11 -84,43 TOTALE ASIA 292 996 991 6.122 -70,57 -83,74

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

119

ASIAVICINO E MEDIO ORIENTE

CIPROLIBANOSIRIAIRAKIRANISRAELEGAZA E GERICOGIORDANIAARABIA SAUDITAKUWAITBAHREINQATAREMIRATI ARABI UNITIOMANYEMEN

TOTALE VICINO E MEDIO ORIENTE ESTREMO ORIENTE

PAKISTANINDIABANGLADESHSRI LANKATAILANDIAVIETNAMINDONESIAMALAYSIASINGAPOREFILIPPINECINACOREA DEL NORDCOREA DEL SUDGIAPPONETAIWANHONG KONG

TOTALE ESTREMO ORIENTE TOTALE ASIA

118 1.321 39 402 203,85 228,57 483 2.330 516 1.887 -6,37 23,47 565 2.639 223 680 153,42 288,29 5 77 - - 0,00 0,00 4.370 33.305 1.916 14.715 128,11 126,32 313 1.644 771 11.596 -59,40 -85,82 - - 9 78 -100,00 -100,00

254 1.377 1.342 8.481 -81,09 -83,77 1.351 7.671 1.920 10.792 -29,61 -28,91 93 850 162 1.577 -42,55 -46,07 1 17 19 135 -96,47 -87,60 36 349 17 223 115,38 56,77 504 5.922 532 4.911 -5,29 20,59 527 3.464 187 1.475 182,09 134,84 14 127 37 141 -61,24 -10,43 8.634 61.093 7.688 57.091 12,31 7,01

421 1.571 573 2.737 -26,48 -42,61 2.874 7.586 2.546 6.682 12,92 13,54 - - 83 575 -100,00 -100,00

119 896 11 252 982,32 255,00 190 2.205 448 1.900 -57,67 16,05 2.827 23.227 2.584 16.464 9,39 41,08 454 3.851 938 6.220 -51,60 -38,09 30 910 149 4.053 -79,89 -77,55 50 808 10 134 408,89 501,53 7 146 11 126 -31,39 16,01 2.113 13.922 1.810 15.254 16,75 -8,73 1 23 - - 0,00 0,00 1.018 8.237 189 2.353 439,34 250,13 53 1.063 177 851 -69,88 24,86 307 1.001 162 1.843 89,26 -45,67 1.008 3.250 78 2.071 1185,94 56,89 11.471 68.695 9.767 61.516 17,45 11,67

20.106 129.787 17.455 118.608 15,18 9,43

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

120

AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.AUSTRALIA - 1 7 37 -98,63 -96,23NUOVA ZELANDA - - - - 0,00 0,00NUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE - - - - 0,00 0,00

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. - 1 7 37 -98,63 -96,23 DIVERSI

PAESI NON DETERMINATI EXTRA - - - - 0,00 0,00 TOTALE DIVERSI - - - - 0,00 0,00 TOTALE GENERALE 1.713 20.188 2.522 24.090 -32,07 -16,20

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

IMPORT20012002 Differenza in %

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

121

AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER.AUSTRALIANUOVA ZELANDANUOVA CALEDONIA E DIPENDENZE

TOTALE AUSTRALIA E OCEANIA ALTRI TER. DIVERSI

PAESI NON DETERMINATI EXTRA TOTALE DIVERSI TOTALE GENERALE

377 3.485 155 1.230 142,68 183,30 13 86 4 17 201,24 397,10 - - - 3 -100,00 -100,00

390 3.572 160 1.250 143,65 185,65

- 6 - 13 -81,21 -54,57

- 6 - 13 -81,21 -54,57

54.761 401.628 56.744 408.485 -3,49 -1,68

Tonn. Valore 000� Tonn. Valore 000� Quantità Valore

EXPORT2002 Differenza in %2001

TAV 6 ITALIA – TUTTI I PAESI ANNO ANNO 2001/2002 MACCHINE

122

ANNI 2000 2001 2002

MARMO BLOCCHI E LASTRE 381.423 431.973 398.258 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 1.901.618 1.725.880 1.708.934 ALTRI 339.101 476.221 596.240

TOTALI 2.622.142 2.634.074 2.703.432

123

ANNI 2000 2001 2002

MARMO BLOCCHI E LASTRE 78.224 87.434 74.319 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 429.710 387.610 373.026 ALTRI 87.072 82.845 87.895

TOTALI 595.006 557.889 535.240

124

ANNI 2000 2001 2002

MARMO BLOCCHI E LASTRE 779.802 754.246 761.426 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 207.579 184.613 165.926 MARMO LAVORATI 1.455.216 1.375.933 1.333.752 GRANITO LAVORATI 1.048.100 979.560 902.644 ALTRI 1.601.523 1.406.261 1.619.287

TOTALI 5.092.220 4.700.613 4.783.035

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ANNI 2000 2001 2002

MARMO BLOCCHI E LASTRE 169.866 170.331 170.752 GRANITO BLOCCHI E LASTRE 60.740 49.885 47.549 MARMO LAVORATI 953.485 938.547 883.050 GRANITO LAVORATI 851.302 815.009 736.370 ALTRI 127.405 117.714 120.784

TOTALI 2.162.798 2.091.486 1.958.505

126

2000 111.619 2001 118.031 2002 103.354

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2000 1.123.351 2001 1.108.878 2002 1.053.802

128

2000 454.360 2001 406.720 2002 394.497

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2000 912.042 2001 864.894 2002 783.919

130

ANNI 2000 2001 2002

UNIONE EUROPEA 335.943 282.982 250.970 NORD AMERICA 301.892 293.856 298.526 VICINO E MEDIO ORIENTE 387.298 381.738 376.102 ESTREMO ORIENTE 206.170 176.815 193.250 ALTRE AREE 223.913 240.542 214.904

TOTALI 1.455.216 1.375.933 1.333.752

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ANNI 2000 2001 2002

UNIONE EUROPEA 216.317 192.139 180.786 NORD AMERICA 342.580 353.930 346.283 VICINO E MEDIO ORIENTE 134.101 147.513 131.226 ESTREMO ORIENTE 127.672 110.908 106.770 ALTRE AREE 132.815 134.057 117.985

TOTALI 953.485 938.547 883.050

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ANNI 2000 2001 2002

UNIONE EUROPEA 335.943 282.982 250.970 NORD AMERICA 301.892 293.856 298.526 VICINO E MEDIO ORIENTE 387.298 381.738 376.102 ESTREMO ORIENTE 206.170 176.815 193.250 ALTRE AREE 223.913 240.542 214.904

TOTALI 1.455.216 1.375.933 1.333.752

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ANNI 2000 2001 2002

UNIONE EUROPEA 421.085 391.428 343.397 NORD AMERICA 212.819 208.589 210.800 VICINO E MEDIO ORIENTE 38.491 36.861 27.142 ESTREMO ORIENTE 45.007 38.599 21.948 ALTRE AREE 133.900 139.532 133.083

TOTALI 851.302 815.009 736.370

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2000 1.257.020 2001 1.072.955 2002 1.251.943

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ANNI 2000 2001 2002

ANNI 2000 2001 2002UNIONE EUROPEA 51.440 46.761 33909ALTRI PAESI D'EUROPA 10.983 15.513 14434AFRICA 5.657 5.639 6447NORD AMERICA 16.593 14.378 16053CENTRO E SUD AMERICA 7.267 4.998 3247VICINO E MEDIO ORIENTE 7.425 14.331 13460ESTREMO ORIENTE 5.348 6.828 10420AUSTRALIA 855 161 725

TOTALI 105568 108609 98695

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ANNI 2000 2001 2002

ANNI 2000 2001 2002UNIONE EUROPEA 100.169 81.216 58276ALTRI PAESI D'EUROPA 43.349 39.135 37378AFRICA 31.361 27.124 37678NORD AMERICA 31.492 28.037 34627CENTRO E SUD AMERICA 42.213 25.813 26214VICINO E MEDIO ORIENTE 26.187 42.761 47633ESTREMO ORIENTE 38.102 54.688 58275AUSTRALIA 2.458 1.090 2847

TOTALI 315.331 299.864 302933

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LE PIETRE ORNAMENTALI NELLA REPUBBLICA CROATA

La coltivazione delle pietre ornamentali nel territorio della Repubblica Croata risale a oltre due millenni fa, con occa-sionali interruzioni. In varie località della Croazia si trovano antichi edifici monumentali e reperti archeologici che testi-moniano l’avanzata tecnica costruttiva basata sulle pietre ornamentali nell’antichità.I resti delle mura della città greca di Pharos sull’isola di Hvar (3° secolo a.C.), l’arena romana monumentale a Pula(risalente alla fine del 1° secolo d.C.), il foro di Zadar, il palazzo dell’imperatore Diocleziano a Split (eretto attorno al3° secolo d.C.) e le rovine della città di Salona (distrutta all’inizio del 7° secolo d.C.), sulle cui fondamenta sorge l’at-tuale città di Solin, risalgono tutti a quel periodo.Tutti questi edifici dimostrano che le pietre ornamentali erano largamente impiegate in edilizia in tempi antichi. Questiedifici furono costruiti con grandi blocchi lavorati di pietra ornamentale locale.Nelle vicinanze di Pula, si trova una cava romana attiva, nota come “Vinkuran”, cioè “cava romana”. La città di Pharosfu costruita con la pietra proveniente dalla cava dell’isola di Hvar, ancor’oggi nota come la “Cava Greca”. Il palazzodell’imperatore Diocleziano fu costruito con la pietra estratta dalla cava dell’isola di Bra, situata vicino alla città di Krip(porto di Split). In questa località, un bassorilievo intagliato nella roccia ritrae un capomastro romano che controlla ilavori della cava. La città di Salona fu costruita con la pietra proveniente dalla cava di Seget, ancora oggi attiva e situa-ta vicino a Trogir.Nell’alto Medioevo, le opere in pietra subirono un rallentamento e persero d’importanza a causa del declino dell’imperoromano e della grande migrazione dei popoli. Fu solo dopo il Medioevo che si formarono stati e città, costruite, per lo piùin pietra, lungo la costa Atlantica, da Dubrovnik a Porec, con edifici sacri monumentali, come le cattedrali di Trogir, Sibe-nik, Zadar e Porec. Furono poi erette mura e fortificazioni in pietra attorno alle città, da Dubrovnik a Ston e Korcula.Furono riattivate cave greche e romane fino ad allora abbandonate. Già allora la pietra proveniente dall’Istria e dallaDalmazia veniva esportata in Italia. Per la costruzione di Venezia fu utilizzata una grande quantità di pietra istrianaUltimamente, la pietra ornamentale ha perso ancora più importanza come materiale da costruzione per l’edilizia (sosti-tuita da cemento e calcestruzzo) ed è utilizzata più spesso come materiale protettivo e da rivestimento.Nel 1991, dopo l’indipendenza, la Croazia ha armonizzato le proprie leggi estrattive con la legislazione europea, con-sentendo maggior libertà di investimento e l’apertura di nuove cave di pietra ornamentale.Fino al 1991, solo sei aziende si occupavano di pietra ornamentale e oggi, all’inizio del 2003, esistono 30 aziende diestrazione e lavorazione della pietra sul territorio croato. Anche se tutti i materiali grezzi estratti in Crozia sono di pro-prietà dello stato, secondo le disposizioni delle leggi estrattive è possibile ottenere una concessione mineraria a fini diricerca e coltivazione. La stessa legge consente ai cittadini croati e stranieri di coltivare la pietra ornamentale, a condi-zione di stabilire in Croazia una società o una filiale per la coltivazione della pietra ornamentale. L’autorizzazione alla coltivazione della pietra ornamentale può essere rilasciata per un massimo di 40 anni (eventual-mente prorogabili). Il corrispettivo di tale concessione, da pagare alla Repubblica di Croazia, ammonta al 2,6% delvalore dei blocchi estratti per tutte le categorie. L’imposta sul reddito ammonta al 20%. Esistono alcuni sgravi fiscalisui reinvestimenti.Anche se i siti di estrazione delle pietre ornamentali in Croazia si trovano nell’ampia fascia costiera e sulle isoledell’Adriatico, dal nord-ovest fino all’estremo sud della Croazia, si può dire che la produzione di queste pietre sia con-centrata in Istria e sull’isola di Brac.Le pietre ornamentali si presentano come rocce sedimentarie composte da calcare e calcare dolomitico, soprattutto delgiurassico e del cretaceo e in parte anche del paleogene. In Croazia non ci sono pietre ornamentali eruttive o metamor-fiche o, se se ne trovano, esse sono presenti solo in piccole quantità non coltivabili.A seguito di una ricerca condotta in Croazia, alla data del 31 dicembre 2002 le riserve sfruttabili di pietre ornamentaliammontavano a 8.800.000 m3, distribuite su circa cento giacimenti, cioè il 30% in più rispetto al 31 dicembre 1998.Si osservi che, nonostante il lungo periodo di sfruttamento della pietra ornamentale, la Repubblica Croata non è anco-ra stata sufficientemente esplorata da un punto di vista geologico ed estrattivo e esiste l’opportunità di identificare nuovigiacimenti di estrazione di tali pietre. Ritengo realistico attendersi un notevole ampliamento di tali giacimenti grazie atali opere.Le pietre ornamentali si presentano generalmente in colori chiari, mentre le pietre colorate sono presenti in quantitàminori. La coltivazione delle pietre ornamentali si svolge tramite estrazione di superficie, mentre l’estrazione in sotter-raneo è svolta sperimentalmente in un’unica cava istriana.

Purtroppo sono ultimamente comparse difficoltà nell’apertura di nuove cave. Nei piani dei governi autonomi locali, le

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aree che potrebbero essere sfruttate per la ricerca e la coltivazione delle pietre ornamentali sono sempre più spesso riser-vate alle attività turistiche o di altro tipo. Lo sfruttamento delle pietre ornamentali è accettato con riluttanza perché siritiene a torto che tale attività sia dannosa per l’ambiente. Nonostante le succitate difficoltà, la produzione di pietre orna-mentali è in costante aumento.La tabella successiva mostra la produzione annuale di blocchi di tutti i tipi di pietre ornamentali in Croazia negli ulti-mi cinque anni:

Anno 1998 1999 2000 2001 2002Produzione, m3 47.000 52.000 56.000 59.000 62.000

La produzione annuale illustrata nella presente tabella è stata realizzata da due grosse aziende, a cui si deve il 70% dellaproduzione totale di pietre ornamentali in Croazia, e da circa trenta aziende commerciali e artigianali che producono ilrimanente 30% della produzione totale.Circa il 40% della produzione totale annua di pietre ornamentali viene esportata in forma di blocchi, specialmente nella1° e nella 2° categoria; il resto viene lavorato nelle segherie della Croazia. Esiste quindi una lunga tradizione di espor-tazione dei blocchi di pietre ornamentali dall’Istria e dell’isola di Brac verso l’Italia (pietra istriana gialla e bianca,“veselje” e “sivac”)L’aumento della produzione e la comparsa di nuovi soggetti economici nel settore dell’estrazione e della lavorazionedelle pietre ornamentali necessitano di un numero ancora maggiore di operatori preparati e specializzati. Anche se esi-ste una facoltà di ingegneria mineraria, geologica e del petrolio a Zagrabia, dove vengono formati i futuri ingegneriminerari, e nella città di Puciscee sull’isola di Brac esistono corsi di formazione per tagliatori e marmisti, abbiamocarenza di operatori esperti nella ricerca, nella coltivazione e nella lavorazione delle pietre ornamentali. Le attrezzatu-re e i dispositivi di base per lo sfruttamento delle pietre ornamentali consistono in tagliatrici a filo diamantato, taglia-trici a catena, cuscini ad aria e ad acqua, pale meccaniche e draghe. Si può quindi dire che lo sfruttamento delle pietreornamentali in Croazia sia allineato col progresso della tecnologia e dei metodi di sfruttamento del resto del mondo. Circa il 60% delle pietre ornamentali nazionali e una certa quantità di pietre ornamentali eruttive e metamorfiche d’im-portazione sono lavorati in tre stabilimenti di grandi dimensioni e due di medie dimensioni, in circa quindici stabili-menti specializzati in lavorazioni complesse o particolari e in alcune officine artigianali che si occupano soprattutto diarchitettura decorativa o arte funeraria.Secondo me, per un maggior sviluppo del settore della pietra ornamentale in Croazia sarebbe estremamente utile che i pro-duttori lapidei italiani, oltre ad acquistare i blocchi, fossero maggiormente presenti tramite co-investimenti sia nella ricer-ca che nello sfruttamento e nella lavorazione delle pietre ornamentali, e cercando ulteriori opportunità che consentirebbe-ro all’economia lapidea croata di acquisire con maggiore facilità attrezzature, macchinari e parti di ricambio specializzatiper la produzione e la lavorazione di pietre ornamentali, essendo tali attrezzature prodotte per la più in Italia.

LE PIETRE ORNAMENTALI EGIZIANE

Gli antichi egizi conoscevano il valore della pietra locale su cui hanno fondato la propria civiltà, dallo scudo di ardesiadi Narmer (3000 a.C.), al granito rosso di Assuan, utilizzato nella grande piramide di Khufu (Cheope) a Giza.Percy Bysshe Shelley (1792-1822) raccontava: “… Ho incontrato un viaggiatore di una terra antica, il quale mi ha detto“Si ergono nel deserto due grandi gambe di pietra senza tronco. Accanto ad esse, sulla sabbia, semi sepolto giace unvolto in frantumi, il cui cipiglio e il labbro arricciato e l’espressione beffarda e autoritaria parlano delle passioni del suoscultore, passioni che sopravvivono impresse in questi oggetti senza vita, la mano che le ha imitate e il cuore che le haalimentate: e sul piedestallo compaiono queste parole: il mio nome è OZYMANDIAS, RE DEI RE”.Si trattava della statua di granito rosa di Ramses II.Il granito nero di Assuan (nero Assuan) proviene dalla cava più antica del mondo, a tutt’oggi attiva.I Romani, vostri antenati, estraevano il porfido imperiale da cave assai impervie. Ne sono un mirabile esempio i quattro angeli scolpiti sulla Cattedrale di San Marco, a Venezia.Speriamo di poter collaborare con i loro illustri discendenti e con la loro moderna tecnologia nell’estrazione, nella lavo-razione e nel marketing. Nel CD allegato potete trovare una classificazione dei nostri graniti in base al colore, e alcune tipologie rare e alcunidei nostri marmi.

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ProduzioneIl numero stimato di aziende attive nel settore del marmo e del granito in Egitto (dati forniti dalla Camera diCommercio) è di circa 500 aziende di produzione e lavorazione di blocchi e lastre (molte delle quali sono proprietariedi cave), distribuiti come segue:

N Governatorato o città N. di aziende1 Alessandria 102 Damitta 63 10th of Ramadan city 84 6th October city 125 Assuan 36 Regione di Shak El-thoban 3007 Altre 150

Totale ~500

Nella regione di Shak El-thobal (Qutamia), ci sono circa 150 laboratori artigianali. Il capitale investito nel settoreammonta a circa:

500 (aziende) x 107 = 5000.000.000 LE~ 833.333.333 US$

Nel CD potete trovare una diapositiva che mostra le aziende e i laboratori attivi (circa 700 acri) e la zona recentemen-te pianificata dal governo (500 acri) (1 acro = 4200 m2).Le cave di marmo sono circa 400, per una produzione di circa 10 m3 al giorno, equivalenti a circa 1.000.000 m3 all’an-no (dati forniti dalla Camera di Commercio).Le cave di granito sono circa 100, per una produzione di 200.000 m3/anno.

I seguenti grafici indicano i principali paesi importatori di blocchi di marmo egiziano nell’anno 2002 (Marble blocksH.S. 2.515.110.000) ed i principali paesi importatori di marmette e lastre di marmo egiziano nell’anno 2002.

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LA PIETRA ORNAMENTALE IN IRAN

Il nostro antico paese, l’Iran, possiede non solo notevoli giacimenti di petrolio, gas e vari minerali ma anche enormiriserve di pietre ornamentali, alcune delle quali uniche al mondo.L’applicazione della pietra nell’architettura iraniana risale a 3000 anni fa e monumenti storici come Persepoli, Bistoone Naqsh-e Rustam, con i loro meravigliosi portali, colonne e scalinate, ne sono esempi straordinari.Attualmente, viene estratta una media di 9 milioni di tonnellate all’anno da oltre 500 cave attive, le cui risorse sono diincredibile rarità e di una varietà inimmaginabile.Esistono inoltre circa 5000 impianti di lavorazione della pietra e produzione di lastre, marmette, etc. Anche se questeaziende non sono ancora dotate di macchinari moderni, la lavorazione della pietra è migliorata notevolmente negli anniNovanta grazie all’impiego di tecnologie moderne.Questo è stato dovuto anche alla recente realizzazione di moderni impianti di lavorazione della pietra, soprattutto inprossimità dei giacimenti più abbondanti (come Neyriz e Azarshahr).La resa produttiva totale degli impianti lapidei è di circa 52 milioni di metri quadri, che vanno a soddisfare principal-mente la domanda interna. Ma l’applicazione delle tecnologie moderne ha portato alla produzione di lastre e marmettestandard anche per i mercati internazionali.Si osservi che la sostituzione dei macchinari obsoleti e usurati è attualmente considerata una delle principali politicheper il miglioramento del settore lapideo iraniano.

Le pietre ornamentali dell’iranTravertino: l’Iran possiede grossi giacimenti di travertino, pietra sedimentaria. Il travertino iraniano, con la sua tessitu-ra particolare e i bellissimi colori e disegni, è molto richiesto sui mercati europei e statunitensi.Per quanto riguarda alcuni tipi rari di travertino iraniano, il migliore esempio è l’Azarshahr, disponibile in rosso, gial-lo chiaro e bruno e noto per essere una pietra pregiata e costosa. Anche il travertino bianco e beige delle cave diMahallat (Iran centrale) è uno dei migliori tipi di pietra ornamentale da esportazione.Marmo: per quanto riguarda i giacimenti e la varietà dei disegni, dei colori e della tessitura, il marmo iraniano è il pro-dotto da esportazione per eccellenza.Alcuni marmi iraniani esclusivi, come il Dehbid Beige e il Bajestan Rose, possiedono qualità esclusive di solidità, fles-sibilità alla lavorazione ed eleganza di colori e disegni.Onice: l’onice, con colori che vanno dal verde al giallo e al bianco, è presente in grandi quantità in varie parti dell’Iran.Grazie alla varietà delle sue colorazioni, l’onice iraniana è diventata un’attività redditizia e senza pari sui mercati inter-nazionali.Granito: L’Iran è da sempre noto per i suoi marmi e per i suoi travertini e per la grande varietà di onici, ma negli ultimidieci anni sono state scoperte e sfruttate enormi risorse di granito di alta qualità.Grazie alla sua solidità e durevolezza, il granito è utilizzato principalmente per applicazioni esterne. Il granito iraniano èdisponibile in vari colori, tra cui il rosso, il nero, il verde scuro, il bianco e il rosa, sia a grana fine che a grana grossa.

Produzione cave (tonnellate )Anno Marmo Travertino Onice Granito Totale 1999 6.821.439 431.811 76.363 189.331 7.518.9442000 7.038.520 574.304 69.018 246.545 7.928.3872001 8.169.419 678.344 62.346 400.848 9.310.9572002** Il livello esatto di produzione del 2002 è ancora in corso di rilevazione.

Sviluppi e progressiNegli ultimi anni, il settore lapideo iraniano si è notevolmente sviluppato da vari punti di vista.

CaveL’uso di esplosivi in cava è stato definitivamente proibito.Sono stati messi a punto nuovi piani di coltivazione basati su tecniche moderne.Le cave sono state dotate di macchinari e attrezzature moderne.

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Sono stati organizzati corsi speciali per operatori di cava in Iran e in altri paesi per l’introduzione di tecniche estrattivemoderne.Si osservi che un prezioso contributo è stato offerto dalle aziende italiane e che vari gruppi di manager e tecnici italia-ni sono stati alle cave di Carrara.

Numero di cave attive Anno Marmo Travertino Onice Granito Totale 1999 306 49 31 85 4712000 319 70 35 106 5302001 334 61 36 130 5612002 336 79 36 137 588

Impianti per la lavorazione della pietraL’industria della lavorazione della pietra in Iran è migliorata grazie alla realizzazione di moderni impianti che utilizza-no le tecnologie e i macchinari più innovativi, per lo più di fabbricazione italiana.Si sono fatti grandi sforzi per promuovere gli investimenti per la sostituzione dei macchinari e delle linee di produzio-ne obsolete e usurate.

Livello occupazionaleCome già anticipato, ci sono oltre 500 cave attive in Iran con oltre 12.000 addetti.Attualmente, il numero di impianti di lavorazione della pietra è arrivato a circa 5000, con 75.000 addetti.Oltre alle cave e ai laboratori, esistono varie aziende che si occupano di commercio interno ed esportazione ed altre cheproducono macchinari e attrezzature per l’industria lapidea. Il settore lapideo iraniano conta perciò un numero totale di90.000 addetti, a dimostrazione delle dimensioni della nostra industria lapidea e del ruolo significativo che essa rivesteper la nostra economia.

Livello occupazionale delle caveAnno Marmo Travertino Onice Granito Totale 1999 6921 636 371 1068 89962000 7093 985 493 1317 98882001 7647 877 564 1770 10.8582002 7796 1071 600 2088 11.555

Mercato internoSul mercato interno iraniano, c’è una grossa domanda di pietre ornamentali. Ispirandosi alle antiche tradizioni artisti-che lapidee, gli architetti iraniani cercano di unire tradizione, innovazione e modernità nell’uso della pietra naturale.La pietra naturale, di vari tipi e colori, è largamente utilizzata per i rivestimenti esterni degli edifici, per gli spazi ester-ni, per le coperture e le scalinate. L’uso della pietra nei progetti edilizi nazionali è così diffuso che la maggior parte dellapietra prodotta serve a soddisfare la domanda interna.

Investimenti potenzialiCi sono notevoli basi per gli investimenti nel settore delle cave e della lavorazione dei prodotti lapidei in Iran.Considerando il numero tortale di cave (circa 500) e di impianti di lavorazione della pietra (circa 5.000), si stimanoinvestimenti potenziali per 2.300.000.000 di dollari.

Prospettive a breve termineLa resa produttiva delle cave negli ultimi dieci anni è costantemente aumentata. Per i prossimi anni sarà adottato lo stes-so approccio.Insieme al notevole aumento qualitativo e quantitativo della produzione delle cave, appare necessario realizzare moder-ni impianti di lavorazione o modernizzare quelli già esistenti. Circa 100 aziende lapidee all’anno prevedono di moder-nizzare i propri impianti. In questo caso, lo stanziamento previsto per tale obiettivo ammonta a circa 200.000.000 didollari, che rappresentano il 9-10% degli investimenti potenziali.

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Fondata nel settembre 2000, la Stone Association of Iran può contare sulla collaborazione di molte aziende accreditatee di operatori del settore dell’estrazione, della lavorazione e dell’esportazione delle pietre ornamentali. L’associazionemira a promuovere l’esportazione in tutti i settori dell’industria lapidea.

Collaborazione con aziende e operatori stranieriIl settore lapideo iraniano si dichiara pronto agli investimenti esteri e alla collaborazione tecnica a livello internaziona-le. A questo proposito, è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra l’associazione delle piccole industrie iraniane(Ministero dell’Industria e delle Miniere) e la Internazionale Marmi e Macchine Carrara S.p.A. (IMM) riguardante varipunti, tra cui l’organizzazione di corsi e seminari tecnici, la realizzazione di un centro di formazione per manager e ope-ratori iraniani, la promozione di joint-venture tra aziende italiane e aziende iraniane e …

LE PIETRE ORNAMENTALI IN TURCHIA

La Turchia è uno dei produttori di marmo di più lunga data, con i suoi 4.000 anni di tradizione che hanno avuto iniziosull’isola di Marmara. Con i suoi giacimenti minerari di grandi dimensioni e varietà, la produzione lapidea turca è rite-nuta di ottima qualità per la grande varietà di grana e di colore. Le riserve ammontano a 1.6 miliardi di tonnellate accer-tate, 4.2 miliardi di tonnellate probabili e 8.1 miliardi di tonnellate potenziali. In queste riserve sono presenti grandi gia-cimenti di marmo e di granito a dimostrazione delle enormi potenzialità della Turchia.Nel 2002, la produzione lapidea annua in Turchia ammontava a circa 4.2 milioni di tonnellate e la capacità produttivatotale di prodotti finiti raggiungeva circa 34.5 miliardi di metri quadrati di lastre e marmette. Con l’introduzione dinuove attrezzature e metodologie produttive, si è avuto un aumento produttivo soprattutto nei lavorati di marmo.Il marmo viene estratto da cave di grandi e piccole dimensioni, il cui numero stimato è di circa 5.000, con circa 750-1000 aziende in grado di gestire l’intero ciclo di lavorazione. Circa il 90 per cento delle cave del paese si trova nellaregione occidentale, soprattutto sull’isola di Marmara, nella regione dell’Egeo e nella provincia di Afyon.In Turchia, il settore del marmo e della pietra, che si è notevolmente sviluppato negli ultimi dieci anni, svolge un ruolosignificativo nell’economia e nelle esportazioni nazionali. Le esportazioni di marmo e di pietra sono aumentate da quasi40 milioni di dollari nel 1990 a 188,7 milioni di dollari nel 2000 e infine a 303 milioni di dollari nel 2002. Il sottosuo-lo turco fornisce circa 250 tipi diversi di marmo, di cui vengono esportate oltre 100 varietà.Le esportazioni lapidee turche sono così suddivise: il marmo ammonta al 50,57%, il travertino al 40,97%, il granito ele altre pietre all’8,46%. L’esportazione di marmo e travertino ha raggiunto i 277.3 milioni di dollari nel 2002, essen-zialmente per i prodotti finiti che assorbono il 67,4% delle esportazioni totali di marmo. Il valore delle esportazioni dimarmo grezzo (blocchi e lastre) ammontava a 49,9 milioni di dollari e quello di marmo lavorato a 103,25 milioni didollari. Il principale mercato della pietra turca sono gli Stati Uniti, con 90,17 milioni di dollari, seguiti dalla zona fran-ca dell’Egeo con 25,85 milioni di dollari e dall’Arabia Saudita con 17,21 milioni di dollari di marmo e travertino lavo-rato. L’esportazione di granito e altre pietre ha raggiunto i 25,64 milioni di dollari nel 2002, per un ammontare totaledi 303 milioni di dollari di esportazione di marmo e altre pietre.I progressi compiuti negli ultimi anni nel settore della tecnologia per la lavorazione del marmo hanno portato ad uninnalzamento della qualità del prodotto finale. I tempi di lavorazione e le possibilità di errore sono stati ridotti al mini-mo, grazie alla maggiore integrazione ed efficienza del ciclo di lavorazione. Ma, nonostante tali avanzamenti tecnolo-gici, la Turchia nel 2002 non è ancora riuscita ad esprimere tutte le proprie potenzialità.I principali mercati del settore lapideo della Turchia (marmo, granito e altre pietre) sono in Europa: la zona francadell’Egeo, la Spagna, l’Italia, La Germania, la Grecia, l’Inghilterra ed i Paesi Bassi, in Medio Oriente: Israele, l’ArabiaSaudita e la Siria; in Estremo Oriente: la Cina, Taiwan, Hong Kong, Singapore e infine gli Stati Uniti.Il settore del marmo turco fa presagire un futuro roseo sia per gli investitori esteri che nazionali, grazie alle risorse ric-chissime per qualità e varietà. Tale settore manterrà il proprio peso sui mercati internazionali sviluppando le propriecollaborazioni con i paesi esteri sia nel settore tecnologico che commerciale.In conclusione, la Turchia continua a compiere sforzi per eliminare gli svantaggi tecnologici e infrastrutturali del set-tore lapideo. Riteniamo che, grazie a tali sviluppi, il settore del marmo in Turchia in futuro sarà in grado di conquista-re la posizione che si merita.La Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association è composta dalle seguenti quattro associazioni:

• Istanbul Mineral Exporters’ Association (fondata nel 1976, conta attualmente 1.000 soci)• Istanbul Ferrous and Non-Ferrous Metals Exporters’ Association (fondata nel 1986, conta attualmente

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4.800 soci)• Istanbul Chemicals and Chemical Products Exporters’ Association (fondata nel 1991, conta attualmente

4.600 soci)• Istanbul Electrical-Electronic and Machinery Products Exporters’ Association (fondata nel 1991, conta

attualmente 5.800 soci)La Istanbul Mineral and Metals Exporters’Association svolge un ruolo importante come rappresentante di circa 21.000aziende. Lo scopo della nostra Associazione è quello di svolgere attività e ricerca per il miglioramento dei rapporti com-merciali con quasi tutti i paesi. In tale contesto, la nostra Associazione persegue i seguenti obiettivi:

• Studio e consulenza sulle risorse potenziali di produzione ed esportazione nel settore di competenza del-l’associazione rispetto alla domanda estera.

• Follow-up sulle norme e sulle pratiche recenti relative all’esportazione, all’acquisto e agli imballaggi pertenerne informate le aziende socie.

• Risoluzione dei problemi e delle difficoltà derivanti dalle transazioni legali delle aziende socie.• Organizzazione, supervisione delle attività di esportazione delle aziende socie e attuazione di relative misure.• Analisi delle norme e delle leggi sul commercio estero dei paesi importatori per tenere informate le aziende

socie sulle norme di arbitrato internazionali.• Cooperazione con altri enti ritenuti essenziali per il raggiungimento degli obiettivi dell’associazione.• Partecipazione all’organizzazione di conferenze e seminari, fiere nazionali e internazionali, mostre e con-

vegni, attività di promozione per massimizzare le capacità di esportazione delle aziende socie.

ORNAMENTAL STONES IN THE REPUBLIC OF CROATIA

Dimension stone has been exploited on the territory of Republic Croatia, with occasional interruptions, for more thantwo millenniums. In a number of localities in Croatia there are existing old monumental building objects and archeo-logical finds which shows an advanced technique of building with dimension stone in ancient times.The residues of the walls of the Greek town Pharos on the island of Hvar (3rd cent. B.C.), monumental Roman arena inthe city of Pula (built by the end of the 1st cent. A.C.), the forum in Zadar, the palace of the Emperor Diocletian in Split(built about 300 years A.C.) and the ruins of the city of Salona (destroyed by the beginning of the 7th cent. A.C.), on thegrounds of which the today’s city of Solin grew up, date from that period.All the mentioned buildings show that dimension stone was considerably used in construction during ancient time.These buildings had been constructed from big treated blocks of autochtonus dimension stone.In vicinity of Pula there is an active Roman quarry, known under the name “Vinkuran”, i.e. “Cava Romana”. The cityof Pharos had been built with the stone from the quarry on the island of Hvar which is known even today as the “CavaGreca”. The palace of the Emperor Diocletian was built with the stone from the quarry on the island of Brac, situatednear the village Krip (Split port). There we can see a bas-relief, carved in the rock, presenting a Roman foreman con-trolling the work in the quarry. The city of Salona was built with the stone from the quarry, still today active, “Seget”near Trogir.In the early Middle Ages, stone works came into stagnation and lost their importance owing to the destruction of theRoman Empire and the Great migration of nations. Only after Middle Ages states and cities had been formed, a num-ber of cities were built, mainly in the stone, along the Adriatic coast, from Dubrovnik to Porec, with monumental sacredobjects, like the Cathedrals of Trogir, Sibenik, Zadar and Porec. In the same way the city stone walls and fortificationswere built, from Dubrovnik to the city of Ston and Korcula. Till then deserted Greek and Roman quarries had been againactivated. Already in those times, the stone from Dalmatia and Istria was exported to Italy. For the erection of Venice agreat deal of stone from Istria was used.In recent times, dimension stone loses ever more its importance as construction material in building (due to discoveryof cement and concrete) and it becomes more used as building material for protection and reveting.In 1991, after it became independent, Republic Croatia brought the Law on mining compatible with the Europeanmining legislative. It enables a greater investment liberty and opening of new quarries of dimension stone.Till 1991 only six enterprises carried exploitation of dimension stone, and today, by the beginning of 2003, there are 30mining companies and artisans that exploit dimension stone on the territory of Croatia. Though all the mineral raw

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materials in Croatia are owned by the state, according to the regulations of the Law on mining, it is made possible toget the mining concession for researching and exploitation. According to the regulations of the same Law, it is possi-ble that citizens of Republic Croatia and the foreigners may exploit dimension stone. One of the conditions is to forma trade company or a branch office in the Republic Croatia, registered for performing of exploitation of dimensionstone.For the exploitation of dimension stone the concession may be obtained for the period of 40 years maximally (with pos-sibility of prolongation). The compensation for exploitation is being paid to Republic Croatia in the amount of 2.6% ofthe value of excavated blocks of all the categories. The tax on profit is being paid in the amount of 20%. There are sometax exemptions for the reinvested means.Though the sites of dimension stone in Croatia are located in wider coastal and island territory of the Adriatic sea, fromthe north-west to the downright of the south of Croatia, one may say that the production of this stone is concentrated inIstria and on the island of Brac.Dimension stone appears in the form of sediment rocks built up from limestone and dolomite limestone, mainly fromthe period of Jurassic and Cretaceous formation and less from Paleogenic age. In Croatia there is no eruptive or meta-morphic dimension stone, or it is found in minor unexploitable quantities.After research carried out so far in Croatia, by the date of December 31, 2002, it is stated that exploitation reserves ofthe dimension stone amount to 8,800,000 m3, on about a hundred deposits, which in relation to December 31, 1998,makes an increase of 30%.It should be noted that, notwithstanding of long time exploitation of dimension stone, Republic Croatia is not suffi-ciently explored, in mining-geological sense, and there is a possibility of defining new exploitable deposits of this stone.I do consider that it’s realistic to expect that by additional works the mentioned reserves would be manyfold enlarged.Dimension stone usually appears in lighter colours, and coloured stone is found in less quantities. Exploitation ofdimension stone is performed on surface mining, while pit-gallery exploitation is being only experimentally carried outin only one mining object in Istria.Unfortunately, recently, there appear certain difficulties at the moment of opening new quarries. In the space plans ofthe local self-governments, potential localities for researching and exploitation of dimension stone, are ever more assi-gned and reserved for tourism or some other activity. Exploitation of dimension stone is reluctantly accepted becauseit is considered, unjustifiably, that this activity unfavourably effects the environment. Notwithstanding mentioned dif-ficulties, the production of dimension stone is increasing every year.Annual production of blocks in all categories of dimension stone in Croatia in the last five years ranged in amounts asit is shown in the Table:

Year 1998 1999 2000 2001 2002Production, m3 47.000 52.000 56.000 59.000 62.000

Annual production shown in this Table has been realized through two big trade companies which realize 70% of thetotal production of dimension stone in Croatia, and about thirty trade companies and artisans that produce the other 30%of the total production.

Out of the total annual production of dimension stone, about 40% is being exported in the shape of blocks; especiallythe 1st and the 2nd categories; the rest is being processed in the saw-mills in Croatia. Thus, there exists a long time tra-dition of exporting blocks of dimension stone to Italy from Istria and the island of Brac (Istrian yellow and white stone,“veselje” and “sivac”)Increased production and the appearance of new mining economy subjects which are engaged in the exploitation andprocessing of dimension stone, require ever more greater number of educated and specialized workers. Though at theFaculty of mining, geology and petroleum engineering in Zagreb, future engineers of mining and geology are beingeducated, and in the village Puciscee, on the island of Brac, the stone cutters and carvers are educated, we have deficitof expert workers in the research, exploitation and processing of dimension stone.The basic equipment and devices for the exploitation of dimension stone consists of diamond wire saws, chain cutters,air and water cushins and loading and dredgers.Therefore, it might be said that the exploitation of dimension stone in Croatia follows world achievements as withregard to the equipment and devices so as well to the methods and ways of exploitation. About 60% of the national dimension stone and a certain quantity of imported eruptive and metamorphic dimension

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stone is being processed inside three big and two medium complex processing plants, and in about fifteen plants forspecial and complex cutting works and in some scores of smaller artisan workshops which mainly are concerned indecorative and grave architecture.My opinion is that for further development of the dimension stone industry in Croatia it would be of great usefulnessif the Italian stone producers, besides buying the blocks, were more present through joint investments both in resear-ches and exploitation and processing of dimension stone. Italian producers of the equipment for exploitation and pro-cessing of dimension stone should find out some additional possibilities, thus enabling Croatian mining economysubjects to acquire more easily specialized equipment, machines and spare parts for the production and processing ofdimension stone, as this equipment is mostly produced in Italy.

EGYPTIAN ORNAMENTAL STONES

Ancient Egyptians knew the value of the stones surrounding them & built their civilization on, from the Slate paletteof Narmer (3000 B.C.), to the red Aswan granite, which has been used in the great pyramid of Khufu (Cheops) in Giza.Percy Bysshe Shelley (1792-1822) said:“… I met a Traveler from an antique land, who said: “Two vast and trunk less legs of stone stand in the desert. Nearthem, on the sand, half sunk, a shattered visage lies, whose frown, and wrinkled lip, and sneer of cold command, tellthat its sculptor well those passions read, which yet survive, stamped on these lifeless things, the hand that mocked themand the heart that fed: and on the pedestal these words appear: “My name is OZYMANDIAS, KING OF KINGS”. This was Ramses II in pink granite.Black Aswan granite (Nero Aswan) is the most ancient quarry in the world still working up till nowThe imperial porphyry, is the material which your ancestors, the Romans, extracted from very difficult quarries to reach.You can see it in the four Angels statues in the Cathedral of Saint Mark, which is located in Venice.I hope that we can cooperate with their grand sons and with their modern technology, to extract, and make marketingand so on. In the annexed CD you will find the classification of our granite according to the color and some rare kinds, togetherwith some different kinds of our marbles.

ProductionThe estimated number of the working companies in marble and granite in Egypt (Chamber’s estimation) is about 500companies working in, cutting blocks, slabs and polishing (many of them have their own quarries); they are distributedas follows:

N. Governorate or city N. of companies1 Alexandria 102 Damitta 63 10th of Ramadan city 84 6th October city 125 Aswan city 36 Shak El-thoban area 3007 Others 150

Total ~500

In the area of Shak El-thobal (Qutamia) there are about 1500 small workshops. The capital invested in this industry isabout:

500 (company) x 107 = 5000,000,000 LE~ 833,333,333 US$

In the CD slides you can see the already existing companies and workshops hatched (about 700 Acers) and the newlyplaned area by the Government (500 Acers) (Acer = 4200 m2).

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The number of the marble quarries is about 400 quarry, extracts 10 m3 approximately/day, this gives about 1000,000 m3

per year (Chamber’s estimates).

The number of the granite quarries is about 100 quarry, extracts 200,000 m3/year.

The following charts indicate the main countries importing Egyptian marble blocks during the year 2002 (Marbleblocks H.S. 2,515,110,000 ) and the main countries importing Egyptian marble slabs and tiles during the year 2002.

ORNAMENTAL STONE INDUSTRY IN IRAN

Our ancient country, Iran, enjoys not only the remarkable reserves of Oil, Gas and different minerals but also the tre-mendous deposits of dimensional stones, some unique in the world.The application of Stone in Iranian architecture has a 3000 year old history and the existence of historical monumentssuch as Persepolis, Bistoon and Naqsh-e Rustam with their marvelous gates, pillars and stairways are the astonishingexamples of stone application in the ancient times.At the present time the average amount of 9 million metric tons is being extracted annually from more than 500 activequarries which resources are unbelievable in rarity and unimaginable in variety.On the other hand there are about 5000 plants engaged in processing stone and producing slabs, tiles, … Although thereare still factories lacking modern machinery but stone processing made remarkable improvement in 1990’s throughapplication of modern technology.The establishment of modern stone processing plants especially next to quarries holding the biggest deposits (such asNeyriz and Azarshahr) is one of the effective actions taken during these years.The total production capacity of stone plants is about 52 million square meters which is basically used to satisfy dome-stic demands. But application of modern technology has resulted in production of standard slabs and tiles which arepresented to the international markets.

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It should be denoted that the replacement of outdated and worn out machinery is now regarded as one of the main poli-cies adopted to improve Iranian Stone Industry.

Dimensional stones of IranTravertine: Travertine, a sedimentary stone, has huge reserves in Iran. Iranian Travertine with its unique texture andattractive color & design is in great demand in the advanced markets of Europe and U.S.A.Regarding some rare types of Iranian Travertine the best example is Azarshahr Travertine appearing in red, light yel-low and light brown that is known as a luxurious expensive stone. Also the white and Beige Travertine from quarriesin Mahallat (central part of Iran) are among the best choices for dimensional stone exportation.Marble: In terms of resources and diversity of design, color and texture Iranian marble is a privilege to exportation ofour Dimensional Stones.Some Iranian exclusive marbles such as Dehbid Beige and Bajestan Rose are unique in terms of firmness, Processingflexibilities and elegance of color and pattern.Onyx Marble: Ranging from green to yellow and white, Onyx Marble has remarkable resources in different parts ofIran. The diversity of Onyx Marble colors has made it as a profiting and unrivaled business in international markets.Granite: Iran is traditionally known for its Marble and Travertine particularly diverse Onyx Marbles, but in the past tenyears the tremendous resources of high quality Granites have been discovered and exploited.Because of its hardness and durability, Granite is mainly used in exterior spaces. Iranian Granites appear in variety ofcolors such as red, black, dark green, white and pink with large and small granulation.

Level of production in Quarries (Metric ton)Year Marble Travertine Onyx Granite Total1999 6,821,439 431,811 76,363 189,331 7,518,9442000 7,038,520 574,304 69,018 246,545 7,928,3872001 8,169,419 678,344 62,346 400,848 9,310,9572002** The exact level of production in 2002 has not completely reported yet.

Developments and progressesIn recent years, the Iranian Stone Industry has remarkably developed in different aspects.

QuarriesThe application of explosives was definitely prohibited and banned in quarries.New extraction plans have been provided based on the modern techniques.Quarries have been equipped with modern machinery and equipments.Special courses have been organized for those engaged in quarrying activities in Iran and other countries with the pur-pose of introducing modern extraction techniques.It should be denoted that the cooperation of Italian companies has been really valuable and different groups of Iranianmanagers and technicians have been dispatched to quarries of Carrara so far.

Number of active quarriesYear Marble Travertine Onyx Granite Total1999 306 49 31 85 4712000 319 70 35 106 5302001 334 61 36 130 5612002 336 79 36 137 588

Stone Processing PlantsThe stone processing industry in Iran has improved due to the establishment of some modern plants utilizing the mostmodern technology and machinery mostly from Italy.There has also been enormous efforts to encourage investments for replacement of the outdated and worn out machi-nery and production lines by some modern ones.

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Number of employmentsAs mentioned before, there are more than 500 active quarries in Iran which employees are estimated more than 12,000.Presently the number of stone processing plans has risen up to about 5000 where 75,000 are working.In addition to quarries and factories there are many companies engaged in domestic and foreign trade, also manufactu-ring machinery and equipments for stone industry. Therefore the total number of employments in Iranian Stone Industrycan be estimated to 90,000 which shows the extension of our stone industry and reveals its significant role in our eco-nomy.

Number of employments in quarriesYear Marble Travertine Onyx Granite Total1999 6921 636 371 1068 89962000 7093 985 493 1317 98882001 7647 877 564 1770 10,8582002 7796 1071 600 2088 11,555

Domestic marketThere is a very demanding domestic market for dimensional stones in Iran. Inspired from ancient stone art traditions,Iranian architects try to combine tradition, innovation and modernity with the most application of natural stone.Natural stone, in different colors and types, is widely used in the façade of buildings, exterior spaces, covering andstairways. The application of stone in the domestic construction projects is so excessive that the great percentage of pro-duced stone is used to satisfy domestic demands.

Potential investmentsThere is a groundwork for potential investments in both quarries and processing sectors of Iranian Stone Industry.Considering the total number of quarries(about 500) and stone processing plants (about 5000) the amount of potentialinvestment is estimated about 2,300,000,000 $.

Short term prospectsThe amount of production from quarries has been continually increased during the last decade. This attitude will bedefinitely adopted for the next years.Along with the considerable growth in quality and quantity of quarries’ productions, it seems necessary to establish themodern processing plants or to modernize the old ones. It can be expected that each year about 100 stone factories planto modernize their factories. In this case, approximately the amount of 200,000,000 $ should be allocated for this pro-cess that is %9-10 of potential investment.Founded in September 2000, Stone Association of Iran, enjoys the support of many accredited companies and indivi-duals involved in quarrying, processing and exportation of Dimensional Stones. The Association tries to encourageexport - oriented approaches in all sectors of stone industry.

Cooperation with foreign companies and professionalsIranian Stone Industry declares its readiness for foreign investments as well as technical collaboration at the interna-tional level. In this regard a Memorandum of Understanding has been signed between Iranian small scale industriesorganization (Ministry of Industries and Mines) and Internanazionale Marmi e Macchine Carrara S.P.A (IMM) thatincludes different items such as organization of technical courses and seminars, establishment of a training center forIranian managers and workers, encouraging the Italian companies to create Joint-venture with Iranian companies and…

ORNAMENTAL STONES IN TURKEY

Turkey has been one of the oldest marble producers in the world with its 4000 years background in marble production star-ting on the Marmara Island. Having a considerable and quite divers mineral base, Turkey also has one of the world’s large-st natural stone reserves, which are considered to be excellent quality wise due to great variety of colours and textures.Reserves are 1,6 billion tons proven, 4,2 billion tons probable and 8,1 billion tons potential. There are extensive marble

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deposits in these reserves moreover, granites, which demonstrate an important potential, are also available in Turkey.Turkey’s annual natural stone production reached about 4,2 million tons in 2002 and the capacity of the plants to pro-duce finished products is around 34,5 million square meters of slabs and tiles in total. With the introduction of modernfabricating equipment and methods, production increases have been realized mostly in processed marble.Marble is extracted from big and small quarries estimated to number around 5000 around 750-1000 factories that canhandle the entire marble processing treatment. About 90 percent of the Country’s quarries are located in western Turkey;mainly in Marmara Island, in the Aegean region and in the province of Afyon.Turkey’s marble and stone sector which has shown significant developments for the last decade, plays and importantrole in Turkey’s economy and exports. Nearly 40 million US Dollars of marble and stone exports in 1990 increased to188,7 million US Dollars in 2000 and finally realized 303 million US Dollars in 2002. Approximately 250 types of mar-ble are extracted from Turkey’s subsoil and over 100 different varieties are exported.Of Turkey total stone export 50,57% is marble, 40,97% is travertine 8,46% is granite and other hard stones. The mar-ble and travertine exports reached to 277,3 million US Dollars in 2002 and the volume of exported marble were reali-zed in processed marble which have the 67,4% share in overall marble export. The value of exported raw marble (Blockand Slab) was 49,95 million Dollars while it was 103,25 million Dollars for processed marble. USA was the biggestexport market of Turkey with 90,17 million US Dollars, Aegean free zone was second with 25,85 million US Dollarsand Saudi Arabia was the third with 17,21 million US Dollars in processed marble and travertine. On the other hand,Turkey’s granite and other similar stone exports were realized 25,64 million US Dollars in 2002, so, total marble andother stone exports is about 303 Million US Dollars.In recent years the advancement of marble processing technology has resulted in a improvement in end products quality.Processing time and mistakes have been minimized as a result of the processing value chain becoming more integrated andefficient. But despite such technological improvements, Turkey has not realized yet its potential capacity in 2002.The major markets for overall stones (marble, granite and other stones) are Europe primarily; Aegean Free Zone, Spain,Italy, Germany, Greece, England and Netherlands, The Middle East; Israel, Saudi Arabia and Syria, The Far East;China, Taiwan Hong Kong, Singapore and finally USA.Turkey’s marble industry promises profitable future for both foreign and domestic investors due to the very rich resour-ces in terms of variety and quantity. Its importance will continue in the international markets by extending the coope-rative relations with foreign countries in both technological field and trade.In Conclusion Turkey continues taking steps to eliminate technological and infrastructural shortcomings in the stonesector. We believe that in the future as a result of these developments Turkish marble Industry will gain the place itdeserves.Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association consists of four Associations which are named as:

• Istanbul Mineral Expoters’ Association (which was established in 1976 and now has 1000 members);• Istanbul Ferrous and Non-Ferrous Metals Exporters’ Association (which was established in 1986 and now

has 4800 members);• Istanbul Chemicals and Chemical Products Exporters’ Association (which was established in 1991 and now

has 4600 members).Istanbul Electrical-Electronic and Machinery Products Exporters’Association (which was established in 1991 and nowhas 5800 members).Istanbul Mineral and Metals Exporters’ Association carries out an outstanding role by representing approximately21,000 member companies. The aim of our Association is to make activities and studies that will improve the trade rela-tions almost with all of the countries. In that frame the function and objectives of our Association are as follows:

• studying and making suggestions on the production and export potential capacities of the items which arerelated to the Association’s activity field, with respect to foreign demand,

• following-up the recent regulations and practices regarding export, purchasing and packaging so as to keepmember firms informed,

• solving problems and difficulties arising from the legal transactions that the member firms meet,• organizing, supervising exportation activities of member firms and taking the necessary precautions on these

activities,• examining foreign trade regulations and laws of importer countries so as to keep the member firms infor-

med about the international rules of arbitration,• cooperating with other organizations which are believed to be beneficiary and essential in achieving

Association’s objectives,

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• being involved in the preparation of conferences and courses, organization of international and domesticfairs, exhibitions and conferences, promotional activities to maximize the export capacity of members.

LA PIEDRA ORNAMENTAL EN CROACIA

La piedra dimensional ha sido explotada en el territorio de la Republica de Croacia, con ocasionales interrupciones,durante más de dos milenios. En varias localidades de Croacia existen construcciones monumentales, objetos y ruinasarqueológicas que testimonian las técnicas avanzadas de construcción que ya se practicaban en la antigüedad con elempleo de piedra dimensional.Ejemplos son lo que queda de las murallas de la ciudad griega Pharos, en la isla de Hvar (tercer siglo a. de C.), la arenamonumental romana en la ciudad de Pula (construida a finales del primer siglo d. de C.), el foro en Zarar, el palacio delemperador Diocleciano en Split (construido unos 300 años d. de C. sobre las tierras donde después fue fundada la ciu-dad de Solin).Todas las construcciones mencionadas muestran el uso relevante de piedra dimensional en las construcciones de laantigüedad. Estos edificios monumentales se construyeron desde enormes bloques tratados de piedra dimensional local.En las cercanías de Pula hay una cantera romana aún activa, conocida con el nombre de “Vinkuran”, o sea “CanteraRomana”. La ciudad de Pharos fue construida con piedra procedente de la cantera de la isla de Hvar, aún hoy conoci-da con el nombre de “Cantera Griega”. El palacio del emperador Diocleciano se construyó con piedra procedente de lacantera de la isla de Brac, situada cerca del pueblo de Krip. Allí se puede admirar un bajorrelieve esculpido en la roca,que representa un capataz romano que controla el trabajo en la cantera. La ciudad de Salona se construyo con la piedrade la cantera “Seget”, cerca de Trogir, todavía activa en la actualidad.En la primera Edad Media, la explotación de la piedra tuvo un estancamiento y perdió mucha de su importancia, a causade la destrucción del Imperio Romano y la gran migración entre naciones. Sólo después de la Edad Media, durante laformación de estados y ciudades, se empleó la piedra masivamente como podemos ver a lo largo de la costa Adriática,desde Dubrovnik a Porec, con objetos monumentales sagrados como las catedrales de Trogir, Sibenik, Zadar y Porec.Pero las murallas de la ciudad y las fortificaciones se construyeron de la misma manera desde Dubrovnik hasta las ciu-dades de Ston y Korcula. En ese periodo fueron reactivadas las canteras griegas y romanas que habían sido abandona-das. Ya en aquellos tiempos, se exportaba a Italia piedra de Dalmacia y de Istria. Para la construcción de Venecia se uti-lizaron grandes cantidades de piedra de Istria.En tiempos más recientes, la piedra dimensional ha perdido todavía más importancia como material de construcción,debido al descubrimiento de cementos y hormigones, y su uso se ha reducido al de material de protección y de acabado.En el 1991, después de ganar su independencia, la Republica de Croacia aprobó leyes sobre la extracción compatiblescon la legislación europea en la misma materia. Esto permite una mayor agilidad de inversión así como la apertura denuevas canteras de piedra dimensional.Hasta el 1991 sólo 6 empresas trabajaban en la explotación de piedra dimensional, mientras hoy, a principios del 2003,ya hay 30 entre empresas y artesanos que trabajan en este sector en el territorio de Croacia. A pesar de que todos losminerales en bruto en Croacia sean de propiedad del estado, según la ley sobre la excavación es posible obtener con-cesiones para la investigación y la explotación minera. La misma ley determina que los ciudadanos croatas y extranje-ros tienen derecho a la explotación de la piedra dimensional. Una de las condiciones es la inscripción de una empresacomercial o de una sucursal en el territorio de la República de Croacia, y que esa empresa sea registrada para desarrol-lar la actividad de explotación de la piedra dimensional.Las concesiones se pueden obtener por un periodo máximo de 40 años, con posibilidades de renovación. La indemni-zación para la explotación de la piedra corresponde al 2,6% del valor de los bloques excavados, de todas las categorías,y es pagable directamente al gobierno de la República. Los impuestos pagables sobre las ganancias corresponden al20% de las mismas, con algunas excepciones para capitales re-invertidos.Aunque bastantes zonas de excavación de piedra dimensional estén distribuidas a lo largo de una amplia área costera eisleña del Adriático, desde el nordeste hasta el sur de Croacia, se puede afirmar que la producción de piedra está prin-cipalmente concentrada en Istria y en la isla de Brac.La piedra dimensional se presenta como roca sedimentaria formada de material calcáreo, caliza y dolomita, en sumayoría procedente del periodo de formación Jurásico y Cretáceo, y en parte de la edad Paleogénica. En Croacia nohay piedra dimensional eruptiva o metamórfica, o por lo menos la hay en cantidades muy pequeñas.

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Según las investigaciones llevadas a cabo hasta ahora en Croacia, se calcula que hasta diciembre del 2002 la explota-ción de lo depósitos de piedra dimensional equivale a 8.800.000 m3 en unos 100 depósitos, lo cual, en comparación conel 31 diciembre del 1998 indica un incremento del 30%.Es de notar que, a pesar de que la explotación de piedra dimensional se practique desde hace mucho tiempo, laRepública de Croacia no está suficientemente explorada (en el ámbito de la geología y de la excavación) y hay posibi-lidades para la definición de nuevos depósitos explotables de esa piedra. Es razonable suponer que con obras adiciona-les los depósitos mencionados se ampliarían substancialmente.La piedra dimensional croata normalmente se presenta en tonalidades claras, con cantidades menores disponibles encolores más obscuros. La explotación de la piedra dimensional se realiza en canteras “a cielo abierto”, mientras laexplotación subterránea se encuentra en una fase experimental, bajo realización en una sola cantera de Istria.Desafortunadamente hay factores que complican, de momento, la apertura de nuevas canteras. En los planos de las auto-ridades gubernativas regionales, varias localidades interesantes para potencial investigación y explotación se van asi-gnando y reservando al turismo o a otras actividades. La explotación de piedra dimensional se acepta con reluctanciaporque es considerada, sin justificación, una actividad que afecta negativamente al medio ambiente. A pesar de esasdificultades, la producción de piedra dimensional registra un aumento anual.La producción anual de bloques en todas las categorías de piedra dimensional en Croacia en los últimos cinco años serefleja en los valores de la tabla siguiente.

Año 1998 1999 2000 2001 2002Producción, m3 47.000 52.000 56.000 59.000 62.000

La producción anual indicada en esta tabla ha sido obtenida por dos grandes empresas comerciales que realizan el 70%de la producción total de piedra dimensional en Croacia, y por unas 30 empresas más pequeñas y artesanos que produ-cen el restante 30% del total.El 40% de la producción anual se exporta en bloques, y en su mayoría se trata de material de la primera y de la segun-da categoría. El resto se elabora en los talleres croatas. Hay, pues, una larga historia de exportaciones a Italia de blo-ques de Istria y de la isla de Bra_ (piedras blancas y amarillas llamadas “veselje” y “sivac”).El aumento de producción y la aparición de una nueva economía minera, cuyos protagonistas están ocupados en laexplotación y elaboración de la piedra, requiere pues más personal especializado e instruido. En la Facultad de minería,geología e ingeniería del petróleo de la Universidad de Zagreb, se están educando los futuros ingenieros en geología yminería, y en el pueblo de Puciscee, en la isla de Brac, se van formando cortadores y entalladores. Sin embargo, todavíahay carencia de expertos en la elaboración de la piedra dimensional.El equipo base para la explotación de la piedra dimensional consiste en sierras de hilo diamantado, cortadoras de cade-na, colchones (hidráulicos y de aire) y dragas. La explotación de piedra dimensional en Croacia sigue pues los logrostecnológicos a nivel mundial, además de las formas y los métodos de explotación. Un 60% de la piedra dimensional nacional, junto a una cierta cantidad de piedra dimensional eruptiva y metamórficaimportada, se elabora dentro de los establecimientos de elaboración: tres de ellos son de grandes dimensiones, dosmedianos y unos quince están dedicados a cortes complejos y especiales. También hay algunas realidades productivasartesanales que se ocupan principalmente de arquitectura decorativa y funeraria.Estamos convencidos de que sería de gran ayuda para un ulterior desarrollo de la industria de la piedra dimensional Croata,si los productores de piedra italianos, además de comprar bloques, hicieran más acto de presencia a través de inversionesconjuntas en la investigación y en la elaboración de la piedra dimensional en éste país. Los productores italianos de maqui-narias para la explotación y la elaboración de la piedra deberían de considerar más posibilidades que permitan a los órga-nos de la economía minera croata adquirir con más facilidad equipos especializados, máquinas y repuestos para la pro-ducción y la elaboración de piedra dimensional, puesto que tales equipos se producen principalmente en Italia.

LA PIEDRA ORNAMENTAL DE EGIPTO

Los Egipcios han conocido y apreciado la piedra a su alrededor desde la antigüedad y sobre ella han basado su civilización,de la Paleta de Narmer (3000 a. d. C.) hasta el Granito rojo de Aswan, utilizado para la gran pirámide de Khufu (Keops), enGiza.

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Percy Bysshe Shelley (1792-1822) escribió: “... Me encontré con un viajero de un antiguo país, que dijo: Dos grandespiernas de piedra sin tronco están en el desierto... junto a ellas en la arena, medio hundido yace un rostro roto, cuyoceño y su fruncido labio y su fría expresión revelan que su escultor entendió bien las pasiones que aun perviven gra-badas en la piedra muerta. La mano que las desafió y el corazón que alimentaron y en el pedestal se leen estas palabras:Mi nombre es OZYMANDIAS, REY DE REYES …”

Ese era Ramsés II en granito rosa. La cantera de granito negro de Aswan es la más antigua cantera al mundo, y sigue estando activa en la actualidad.Conocida en la antigüedad como Pórfido Imperial, esa piedra era extraída por los romanos de canteras de muy difícilacceso. Un ejemplo viviente de su belleza son las cuatro estatuas de ángeles en la Catedral de S. Marco en Venecia.Nuestra industria espera poder cooperar con los nietos de los Romanos, los italianos, con su tecnología moderna y sushabilidades para extraer, comerciar y trabajar la piedra. En el CD aquí anexo se encuentran: clasificación de nuestros granitos por color, algunas calidades singulares y raras,algunas variedades de nuestro mármol.

ProducciónSe estima que el número de empresas que se ocupan de mármol y granito en Egipto sea de unas 500, desempeñandoactividades de corte de bloques y tablas y de pulido. Muchas de ellas tienen canteras de propiedad. La distribución escomo sigue:

N.. Provincia o ciudad N. de empresas1 Alexandria 102 Damitta 63 Ciudad 10 de Ramadán 84 Ciudad 6 de octubre 125 Aswan city 36 Área Shak El-thoban 3007 Otras 150

Total ~500

En el área de Shak El-thoban (Khatamia) hay también unos 1.500 pequeños talleres. El capital invertido en esa indu-stria es aproximadamente:

500 (empresas) x 107 = 5000.000.000 LE~ 833.333.333 US$

En el CD aquí anexo se encuentran las empresas y talleres ya existentes o en preparación (unos 700 acres), y la nuevazona programada por el Gobierno (500 acres) (1 acre = 4200 m2).Hay unas 400 canteras de mármol de donde se extraen aproximadamente unos 10 m3 al día, con un total de unos1000.000 m3 al año.Las canteras de granito son aproximadamente 100, y extraen unos 200.000 m3 al año.

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En la tablas a continuación se indican los países principales que han importado bloques de mármol de Egipto duranteel año 2002 y los países principales que han importado tablas y baldosas de mármol de Egipto durante el año 2002.

EL SECTOR DE LA PIEDRA ORNAMENTAL EN IRÁN

Este viejo país, Irán, además de tener extraordinarias reservas de petróleo, gas y otros minerales, también cuenta conenormes depósitos de piedra dimensional, algunos de los cuales son únicos en el mundo.La aplicación de la piedra en la arquitectura iraní tiene una historia de 3000 años, cómo podemos observar en los histó-ricos monumentos de Persépolis Persepolis, Bistoon y Naqsh-e Rustam, con sus maravillosos pórticos, columnas yescalinatas, ejemplos prodigiosos de utilización de la piedra en la antigüedad.Actualmente se extraen unos 9 millones de toneladas métricas por año de más de 500 canteras activas, cuyos produc-tos destacan por su singularidad y variedad.También hay unos 5000 talleres ocupados en la elaboración de piedras y en la producción de tableros y baldosas.Aunque todavía haya muchos establecimientos faltos de maquinaria actualizada, la elaboración de la piedra mejorómucho en los años 90, gracias a la aplicación de tecnologías modernas.La introducción de talleres modernos para la elaboración de la piedra en las inmediaciones de las canteras que contie-nen los depósitos mayores (por ejemplo las de Neyriz y Azarshahr) es una de las medidas más eficaces que se han pue-sto en práctica en los últimos años.Los 52 millones de metros cuadrados que se producen suelen ser absorbidos en su casi totalidad por la demanda inte-rior, pero la aplicación de tecnologías modernas incluyendo la renovación de maquinaria ha hecho posible que los table-ros y baldosas se introdujeran en el mercado internacional.La substitución de maquinaria anticuada o desgastada es considerada una de las operaciones más importantes realiza-das para el desarrollo de la industria de la piedra iraní.

La piedra dimensional de IránTravertino. En Irán existen enormes yacimientos de aquella roca sedimentaria conocida con el nombre de travertino. Eltravertino iraní, con su textura única, su color y sus detalles atractivos, es objeto de gran demanda en los mercados evo-lucionados de Europa y Estados Unidos.Entre los tipos característicos de travertinos iraníes, el más sobresaliente es el Azarshahr Travertine, que se presenta enrojo, amarillo y marrón claros, y es famoso por ser una piedra lujosa y preciada. También los travertinos blancos y avel-lana de las canteras de Mahallat (en la zona central de Irán) son calidades escogidas para la exportación de piedradimensional.Mármol. En asunto de profusión, variedad de diseño y textura, el mármol iraní representa una singularidad para laexportación de piedra dimensional de este país.Algunos mármoles exclusivos iraníes como el Dehbid Beige y el Bajestan Rose son únicos en términos de firmeza,flexibilidad de elaboración, elegancia de colores y motivos.Ónice. El ónice iraní, en colores como verde, amarillo y blanco, cuenta con existencias bien conocidas en varias partes

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de Irán. La variedad de colores del ónice iraní ha permitido crear un mercado exclusivo y provechoso para esta piedra.Granito. Irán es conocido tradicionalmente por sus mármoles y travertinos, y en particular por su variedad de ónices.Sin embargo, en los últimos diez años, han sido descubiertos y aprovechados formidables yacimientos de granito dealta calidad.La dureza y resistencia de este material permite su utilización mayormente en espacios exteriores. Los granitos iraníesse presentan en una variedad de colores tales como el rojo, negro, verde oscuro, blanco y rosa, con granulaciones finasy gruesas.

Nivel de producción de las canteras (toneladas métricas)Año Mármol Travertino Ónice Granito Total 1999 6.821.439 431.811 76.363 189.331 7.518.9442000 7.038.520 574.304 69.018 246.545 7.928.3872001 8.169.419 678.344 62.346 400.848 9.310.9572002** El proceso de verificación de los datos del 2002 no se ha completado antes de esta publicación.

Desarrollos y progresosEn los últimos años se han ido desarrollando marcadamente varios aspectos de la industria de la piedra iraní.

CanterasEl empleo de explosivos ha sido definitivamente prohibido y eliminado de las canteras.Nuevos planes de extracción han sido realizados sobre la base de técnicas modernas.Las canteras han sido aprovisionadas con maquinaria y equipos modernos.Cursos especializados han sido organizados para el personal ocupado en actividades de extracción en Irán y en otrospaíses con el objeto de introducir las técnicas modernas de extracción.Es de notar que la cooperación de las empresas italianas ha sido realmente valiosa, y que varios grupos de encargadosy de técnicos han sido enviados a las canteras de Carrara.

Numero de canteras activasAño Mármol Travertino Ónice Granito Total 1999 306 49 31 85 4712000 319 70 35 106 5302001 334 61 36 130 5612002 336 79 36 137 588

Talleres para la elaboración de la piedraLa industria de la elaboración de la piedra en Irán ha mejorado mucho, después del establecimiento de algunos talleresque utilizan las tecnologías y la maquinaria más modernas, procedentes principalmente de Italia.También se han hecho grandes esfuerzos para apoyar inversiones destinadas a la substitución de maquinaria desgasta-da y de cadenas de producción anticuadas.

Incidencia laboralComo ya se ha expuesto con anterioridad, hay más de 500 canteras activas en Irán, con cerca de 12,000 trabajadores.Y con el aumento experimentado en los talleres de elaboración las cifras nos dan casi 5000, con unos 75,000 empleados.Además de las canteras y de los talleres, hay también muchas empresas ocupadas en el comercio domestico y exterior,las cuales, entre otras cosas, producen maquinaria para la industria de la piedra. El número total de puestos de trabajoen la industria de la piedra iraní, por lo tanto, se puede estimar en unos 90,000, lo cual demuestra la extensión del sec-tor en este país, revelando un rol significativo en la economía nacional.

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Número de puestos de trabajo en las canterasAño Mármol Travertino Ónice Granito Total 1999 6921 636 371 1068 89962000 7093 985 493 1317 98882001 7647 877 564 1770 10.8582002 7796 1071 600 2088 11.555

El mercado domésticoLa demanda del mercado interno iraní absorbe un alto porcentaje de la producción total de la piedra dimensional.Inspirados por antiguas tradiciones de artes de la piedra, los arquitectos iraníes tratan de combinar tradición, innova-ción y modernidad en las aplicaciones de la piedra natural.Ésta, en diferentes colores y tipos, es utilizada ampliamente en las fachadas de edificios, en los espacios exteriores, enpavimentaciones y en escaleras. Los proyectos nacionales de construcción también usan cantidades substanciales depiedra contribuyendo en gran medida, junto con lo ya mencionado, a casi copar la producción total.

Perspectivas a corto plazoLas cifras de producción de las canteras han venido aumentado en el curso de la ultima década. Se puede asumir queesta tendencia se mantendrá en los próximos años.Junto al crecimiento considerable en calidad y cantidad de la producción de las canteras, es necesario establecer nue-vos talleres de elaboración modernos o seguir actualizando aquellos existentes. Se puede prever que cada año cerca de100 talleres de piedra modernizarán sus equipos. Si esto es cierto, una cantidad aproximativa de 200.000.000 dólaresdebería de ser destinada a éste proceso (9-10% de la inversión potencial total).La Stone Association of Iran fundada en septiembre del 2000, recibe el apoyo de muchas empresas e individuos acre-ditados, relacionados con actividades de excavación, elaboración y exportación de piedra dimensional. La asociacióntrata de estimular la exportación en todos los sectores de la industria de la piedra.

Cooperación con empresas y profesionales extranjerosLa industria de la piedra iraní ha manifestado estar ya preparada para la inversión de capitales extranjeros así como parauna colaboración técnica a nivel internacional. Con esos objetivos en mente ya se ha firmado un “Memorandum deentendimiento” entre la organización que representa las pequeñas industrias iraníes (Ministerio de Industrias y Minas)y la Internazionale Marmi e Macchine Carrara Spa (IMM). En el documento se tratan varios aspectos tales como laorganización de cursos y seminarios técnicos, la creación de un centro de instrucción para encargados y trabajadoresiraníes, estímulos a empresas italianas a formar “joint-ventures” con empresas iraníes, y más iniciativas …

EL SECTOR DE LA PIEDRA ORNAMENTAL EN TURQUÍA

Turquía es uno de los productores de mármol más antiguos del mundo ya que cuenta con una gran experiencia en laproducción de esa piedra, iniciada hace 4000 años en la isla de Mármara. Gracias a una base mineral considerable ybastante variada, los depósitos de piedra natural de Turquía se clasifican entre los más grandes del mundo y poseen unacalidad excelente gracias a la gran variedad de colores y texturas. Las capacidades de los depósitos son de 1,6 billonesde toneladas demostradas, 4,2 billones posibles y 8,1 billones potenciales. A los extensos depósitos de mármol se sumanlos de granito, que también representan un recurso muy importante para el país.La producción anual de piedra natural en Turquía ha alcanzado 4,2 millones de toneladas en el 2002 y la capacidad delos talleres de producir productos acabados es de 34,5 millones de metros cuadrados totales, entre tablas y baldosas.Con la introducción de equipos de maquinaria y de métodos modernos, se han realizado aumentos de producción impor-tantes, sobre todo en la elaboración del mármol.El mármol se extrae de canteras de unas 5000 canteras de varias dimensiones, con unos 750-1000 talleres que se ocu-pan de la elaboración. Un 90% de las canteras del país se encuentran en la parte oeste de Turquía, principalmente en laisla de Mámara, en la región gea y en la provincia de Afyon.El sector del mármol y de la piedra turco, que ha tenido un desarrollo significativo en la ultima década, juega un papel

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muy importante en la economía y en las exportaciones turcas. Los casi 40 millones de dólares americanos en exporta-ciones de mármol y piedra del 1990 han alcanzado 188,7 millones de dólares en el 2000 y han llegado a 303 millonesen el 2002. Se extraen aproximadamente unos 250 tipos de mármol de los que unos 100 se exportan.El 50,57% del total de las exportaciones totales turcas es mármol, el 40,97% es travertino y el 8,46 son granitos y otrostipos de piedra dura. Las exportaciones de mármol y travertino han alcanzado 277,3 millones de dólares americanos enel 2002 y el volumen de mármol exportado elaborado representa el 67% de las exportaciones totales. El valor del már-mol exportado en bruto (bloques y tablas) fue de 49,95 millones de dólares y el del mármol elaborado de 103,25 mil-lones. EE.UU. representa el mayor mercado de exportación turca, con 90,17 millones de dólares americanos, seguidopor la zona libre del Egeo con 25,85 millones y por Arabia Saudita con 17,21 millones entre mármol elaborado y tra-vertino. El granito y las otras piedras parecidas, por otro lado, han permitido realizar exportaciones de 25,64 millonesde dólares americanos en el 2002, por lo tanto el total de las exportaciones entre mármol y otras piedras ha sido de 303millones de dólares.En años más recientes, los avances tecnológicos en la elaboración han resultado en una mejora en la calidad del pro-ducto final. El tiempo de elaboración y los errores se han reducido, como resultado de una cadena productiva que se vavolviendo siempre más integrada y eficiente. Pero a pesar de esas mejoras tecnológicas, Turquía no ha desarrolladocompletamente su potencial productivo en el 2002.Los mercados principales para la piedra en general (mármol granito y otras piedras) son Europa, seguida por la zonalibre del Egeo, España, Italia, Alemania, Grecia, Inglaterra, Holanda, Oriente Medio, Israel, Arabia Saudita, Siria,Oriente Extremo, China, Taiwán, Hong Kong, Singapur y, también, Estados Unidos.Gracias a la riqueza de recursos en términos de variedad y de cantidad, la industria de la piedra turca promete un futu-ro muy rentable tanto para los inversores del país como para los extranjeros. La importancia de esta industria continuarácreciendo en los mercados internacionales, ampliando las relaciones de cooperación con otros países en el ámbito tec-nológico y empresarial.En conclusión, Turquía continua dando pasos hacia la eliminación de los inconvenientes infraestructurales y tecnoló-gicos en el sector de la piedra. Creemos que en el futuro, como resultado de estos procesos, la industria del mármolturca ocupará el lugar que merece.La Asociación de los Exportadores de Metales y Minerales de Istanbul está formada por las cuatro asociaciones siguientes:

• Asociación de los Exportadores de Minerales de Istanbul (instituida en 1976, hoy cuenta con 1000 miem-bros).

• Asociación de Exportadores de Materiales Ferrosos y no Ferrosos de Istanbul (instituida en 1986 con 4800miembros).

• Asociación de Exportadores de Productos Químicos de Istanbul (instituida en 1991 con 4600 miembros).• Asociación de Exportadores de Electrónica y Maquinaria de Istanbul (instituida en el 1991 con 5800 miem-

bros).La Asociación de Exportadores de Minerales y Metales de Instanbul juega un papel importante, representando unas21.000 empresas. El objetivo de la Asociación es el de crear actividades y estudios que mejoren las relaciones comer-ciales entre todos los países. Dentrro de ese campo de acción, la función y los objetivos de nuestra asociación son lossiguientes:

• Estudiar y formular sugerencias sobre el potencial de producción y de exportación de los materiales quecxonstituyen la base de la actividad de la Asociación, con respecto a la demanda exterior.

• Cumplir con las recientes normativas y prácticas con respecto a las exportaciones, a los embalajes y a lascompras, informando regularmente a los miembros asociados.

• Resolver problemas y dificultades que sujan en las transacciones legales de los miembros.• Organizar y supervisar las actividades de exportación de los asociados tomando las precauciones necesarias

para esas actividades.• Examinar las normativas sobre el comercio internacional y las leyes de los países importadores y mantener

informados los miembros sobre las reglas internacionales de arbitración.• Cooperar con otras organizaciones cuando esta cooperación sea esencial y beneficiosa para conseguir los

objetivos de la Asociación.• Dedicarse a la preparación de conferencias y cursos, a la organización de ferias y exposiciones nacionales e

internacionales y a actividades de promoción para maximizar la capacidad de exportación de los miembros.

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BREVE DIZIONARIO DEI TERMINI PIÙ USATIBRIEF DICTIONARY OF MOST USED TERMSBREVE GLOSARIO DE LAS PALABRAS MÁS USADAS

Marmo blocchi e lastre Marble, blocks and slabs Mármol, bloques y tablerosGranito blocchi e lastre Granite, blocks and slabs Granito, bloques y tablerosMarmo lavorati Processed marble Mármol elaboradoGranito lavorati Processed granite Granito elaboradoAltri/altre pietre Others/other stones Otras piedrasArdesia grezza Raw slate Pizarra en brutoArdesia lavorata Processed slate Pizarra elaboradaGranulati e polveri Chips and powders Granulados y en polvo

Macchine da taglio Cutting equipments Máquinas cortadorasMacchine da lavorazione Working and polishing Máquinas para la elaboracióne lucidatura equipments y el pulidoFrantoi Crushing plants TrituradorasMacchine per mattonelle Synthetic tiles plants Maquinaria para baldosas Sintetiche sintéticas

Lapidei Stone materials PiedrasMacchine Machinery Maquinaria

grezzo raw brutoriportato a grezzo blocks equivalent equivalente en bloquesproduzione quarried materials producciónquantità quantities cantidadesvalori (mgl lire) values (thousand Lits) valores (en miles de Liras)anno/anni year/years año/años

UE/Unione Europea European Union UE/Unión EuropeaNord America North America Norteamérica Centro e Sud America Central and South America Centro y SudaméricaVicino e Medio Oriente Middle East Medio OrienteEstremo Oriente Far East Extremo OrienteAltre aree/Altri Paesi Other regions/ Other Countries Otras regiones/Otros PaísesResto del Mondo Rest of the World Resto del mundo

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INDICE

S. Napoli: Settore lapideo 2002, industria italiana e congiuntura internazionale 00Allegato statistico 00Avvertenze per la lettura delle tavole 00Indice delle tavole statistiche 00Tavole statistiche 00

Profili nazionaliD. Krasic Il settore delle pietre ornamentali in Croazia 00Z. Najafi Tabrizi Il settore delle pietre ornamentali in Iran 00A.M. Fateen Il settore delle pietre ornamentali in Egitto 00M. Cobanlioglu Il settore delle pietre ornamentali in Turchia 00Breve dizionario italiano/inglese/spagnolo dei termini più usati 00

SUMMARY

S. Napoli: Stone sector 2002, Italian industryand international trends 00Statistical annex 00Explanatory notes to statistical tables 00Statistical tables 00

Countries’ profilesD. Krasic Ornamental stones in Croatia 00Z. Najafi Tabrizi Ornamental stones in Iran 00A.M. Fateen Ornamental stones in Egypt 00M. Cobanlioglu Ornamental stones in Turkey 00Brief dictionary of most used terms 00

INDICE

S. Napoli: El sector de la piedra 2002, la industria italiana y la coyuntura internacional 00Anexo estadístico 00Notas para la consulta de las tablas estadísticas 00Indice de las tablas estadísticas 00Tablas estadísticas 00

Perfiles nacionalesD. Krasic La piedra dimensional en Croacia 00Z. Najafi Tabrizi La piedra ornamental en Iran 00A.M. Fateen La piedra ornamental en Egipto 00M. Cobanlioglu La piedra ornamental en Turquìa 00Glosario breve italiano/inglés/español de las palabras más usadas 00