STOFFE SERICHE ISPANO-MORESCHE DEL TARDO MEDIOEVO

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FIG. I - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - BROCCATO ARGENTEO - SPAGNA, SECOLO XIV STOFFE SERICHE ISPANO-MORESCHE DEL TARDO MEDIOEVO L A RINUNZIA ai disegni tessili con motivi di grandi cerchi, che rappresentavano la so- pravvivenza di tale arte alla fine del periodo an- tico' e davano il carattere decisivo allo stile della tessitura in seta nella cultura occidentale e orien- tale del primo medioevo, si effettuò nella Spagna moresca in modo ancora più manifesto che nella Persia selgiucidica a favore di schemi a treccia e a riquadri. I) Questo si rileva con evidenza in due broccati in oro del Museo Vittoria e Alberto di Londra, con motivi di riquadri a rombi o a quadrati, che si possono considerare quali ele- menti di transito dalle stoffe con disegno a cer- chio a quelle con partiti puramente geometrici, * caratteristici dello stile della tessitura in seta nel tardo medioevo, la quale si inizia con la decorazione dell'Alhambra. 2) Un broccato d'oro della collezione di stoffe di Berlino, a gazzelle entro cerchi fregiati con decoro cufico, nello stile di una stoffa in seta con aquile di Salamanca appartenente al sec. XII, li connette appunto a tal periodo. 4) Nei piccoli cerchi del broccato di Berlino, che ne uniscono altri più grandi, sono inscritti leoni dello stesso lineamento quasi che nelle stoffe con disegni a riquadri. Come si può supporre una rispondenza di fattura della stoffa di Salamanca col broccato di Berlino a causa delle forme similari della 101 ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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FIG. I - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - BROCCATO ARGENTEO - SPAGNA, SECOLO XIV

STOFFE SERICHE ISPANO-MORESCHE DEL TARDO MEDIOEVO

L A RINUNZIA ai disegni tessili con motivi di grandi cerchi, che rappresentavano la so­

pravvivenza di tale arte alla fine del periodo an­tico' e davano il carattere decisivo allo stile della tessitura in seta nella cultura occidentale e orien­tale del primo medioevo, si effettuò nella Spagna moresca in modo ancora più manifesto che nella Persia selgiucidica a favore di schemi a treccia e a riquadri. I) Questo si rileva con evidenza in due broccati in oro del Museo Vittoria e Alberto di Londra, con motivi di riquadri a rombi o a quadrati, che si possono considerare quali ele­menti di transito dalle stoffe con disegno a cer­chio a quelle con partiti puramente geometrici,

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caratteristici dello stile della tessitura in seta nel tardo medioevo, la quale si inizia con la decorazione dell'Alhambra. 2) Un broccato d'oro della collezione di stoffe di Berlino, a gazzelle entro cerchi fregiati con decoro cufico, nello stile di una stoffa in seta con aquile di Salamanca appartenente al sec. XII, li connette appunto a tal periodo. 4) Nei piccoli cerchi del broccato di Berlino, che ne uniscono altri più grandi, sono inscritti leoni dello stesso lineamento quasi che nelle stoffe con disegni a riquadri. Come si può supporre una rispondenza di fattura della stoffa di Salamanca col broccato di Berlino a causa delle forme similari della

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FIG. 2 - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - BROCCATO SERICO - SPAGNA, SECOLI XIII- XIV

scrittura e del disegno, così si può ammettere anc he un rapporto fra le stoffe a riquadri, in virtù dei tipi dei leoni che risultano del tutto affini fra loro.

La stoffa di Salamanca venne eseguita, se­condo un documento del periodo di re Fer­dinando II di Leon (II 58-88), prima de11a fine del sec. XII.

In uno dei broccati a riquadri si vedono ro­sette geometriche a treccia entro campi quadrati de110 stesso stile. Esse diventano i motivi prin­cipali della composizione tessile in un gruppo di broccati somiglianti, ma in parte più ricchi

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di colore, de11a Cattedrale di Lerida, e nell'abito funebre di un infante di Spagna, Don Felipe, figlio di re Ferdinando il Santo (I274), prove­niente da Vi11alcazar de Sirga presso Valenza in Leon. 5) Qui si rileva la forma definitiva de11a treccia a disegno geometrico. Risulta, dunque, che si è passati dai grandi cerchi a11e trecce, tra la fine del sec. XII e l'anno I275, vale a dire precedentemente a11'inizio del primo periodo costruttivo dell' Alhambra in Granata, che venne compiuta verso l'anno I300, benchè di tale co­struzione sfortunatamente nulla sia rimasto. I di­segni geometrici caratteristici per la decorazione

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FIG. 3 - VIENNA, MUSEO D'ARTE E INDUSTRIA - STOFFA SERI CA - SPAGNA, SECOLO XIV

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FIG. 4 - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO STOFFA ISLAMICA

della nuova fabbrica dell ' Alhambra sotto Yusuf I (1333-54), si erano dunque formati nei loro elementi essenziali sull'arte tessile pro­pria della Spagna; segno importante per la sua capacità di determinare uno stile nuovo. Non appena la decorazione dell' Alhambra diventò generale, influenzò anche il disegno dei tessuti.

G. Sangiorgi ha dimostrato la connessione dei broccati così detti di Lerida con la stoffa dell 'abito di Don Filippo. Due frammenti del vestito del principe si sono trovati fra i paramenti chiesastici di Lerida. 6) Sono galloni tessuti, oppure broccati d'oro anteriori allo sviluppo dello stile dell' Alhambra, qual' è a noi noto per mezzo della decorazione edilizia. Un primo esempio di questo gruppo è conservato in un frammento color rosso embrice della collezione di stoffe di Berlino, a disegno in broccato d 'oro e bianco 8) (fig. 2).

La maggior ricchezza nel disegno ricollega i più tardi broccati di Lerida alle stoffe decorate nello stile del1' Alhambra, contemporanee pro­babilmente della fase principale della costruzione verso la metà del sec. XIV, quali alcuni broccati nei Musei del Castello a Berlino e a Lione. 9)

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FIG. 5 - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - STOFFA SERICA SPAGNA, SECOLO XIV

Un broccato rosso perfettamente conservato nel Museo dei tessuti di Lione, a treccia geometrica, non più scandito da un sistema di riquadrature, offre un tipo essenzialmente differente dai tardi esemplari dei broccati di Lerida. IO) Un broccato d'oro su fondo azzurro a treccia geometrica del Museo di Lione, e, anche più, un damasco rosso e oro del Museo del Castello a Berlino, con decorazioni in senso orizzontale e verticale e iscrizioni in "Kufì" e " N askhi" analoghe a quelle della decorazione edilizia e delle arti deco­rative (fig. I), in prima linea alla ceramica, è molto affine allo stile dell' Alhambra. II) Inoltre, mentre questi esemplari palesano una forza creatrice indipendente benchè collegata alla de­corazione edilizia, gli esemplari posteriori, che non sono broccati in oro o in argento, appaiono dipendenti dallo stile di incrostazione edilizia.

Una stoffa in seta nel Museo Austriaco d'Arte e Industria, (fig. 3), a disegno bianco, giallo, verde e azzurro, su fondo rosso, dà una prova evidente di queste relazioni, 12) che riescono ancora più chiare in una stoffa in seta del Museo delle arti decorative di Diisseldorf, le cui trecce si sono formate sotto 1'impressione degli stucchi

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FIG. 6 - DUSSELDORF, MUSEO DELLE ARTI DECORATIVE - STOFFA SERI CA - SPAGNA, SECOLO XIV- XV

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FIG. 7 - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - FRAMMENTI DI STOFFE

FIG. 8 - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - FRAMMENTI DI STOFFE

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FIG. 9 - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - STOFFA SERICA - SPAGNA, SECOLO XV

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FIG. IO - POMERANIA, CHIESA DI CAMMIN - BROCCATO AUREO - SPAGNA, SECOLO XV

della sala degli Abenceragi all' Alhambra, la quale appartiene alla fase costruttiva della se­conda metà del sec. XIV 13) (fig. 6): a fondo nero con disegno in ocra, ruggine, blu chiaro e verde.

Un'altra stoffa rossa nella collezione di Ber­lino, a disegno bianco, giallo e verde, fa vedere che questo stile molto austero come disegno tessile, negli anni seguenti, probabilmente già nel Quattrocento, dette luogo a composizioni più sciolte mediante la riduzione o l'abolizione delle trecce pesanti 14) (fig. 9). Ma anche in questa stoffa, molto affine alla precedente, si colgono le relazioni con lo stile dell ' Alhambra. Invece la treccia di un altro disegno giallo e rosso della collezione di Berlino, appartiene ai prodotti delle officine islamiche al tempo della dominazione cristiana 15) (fig. 4). Questa specie di treccia si riconnette soltanto indirettamente con la decorazione di Granata, e rassomiglia molto al disegno romboidale dello stile mudejar. 16 )

Un confronto con le stoffe dell' Alhambra conservate in molti esemplari e varianti può

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provarlo. Uno degli esemplari di Berlino 17)

(fig. 7) dimostra che anche questo gruppo co­minciò a rinunciare al motivo a trecce. Le trecce disegnate di solito sopra e sotto un fregio a scrittura decorativa cufica, sono qui sostituite da figure raggi ate, conosciute anche dalla deco­razione edilizia. 18)

Il complesso delle stoffe dell'Alhambra si deve notevolmente ampliare e non può essere limitato agli esemplari a treccia geometrica. Anche tal uni saggi, come quelli su seta rossa ad arabeschi gialli, appartengono allo stile del­l'Alhambra 19) (fig. 5). La nota coppa dei musei di Berlino (sezione islamica) colla segnatura "Malaga" dipinta ad arabeschi di struttura si­mile, lo prova.

Parecchi damaschi e tessuti a modo di dama­sco formano un gruppo separato fra le stoffe a disegno geometrico e rappresentano la con­tinuazione della tradizione gotica. Il disegno si compone di cerchi intersecantisi, con i seg­menti pieni di fiori di loto, che si ritrovano

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BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - BROCCATO - SPAGNA, SECOLO XIV

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FIG. I I - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - BROCCATO AUREO - SPAGNA, SECOLO XV

in forma somigliante a rosette nei cunei delle stoffe del primo medioevo a grandi cerchi. L'esemplare più importante, un damasco bianco, si conserva nel tesoro della Cattedrale di Ni­velle, e proviene dall'abito di S. Gertrude. Un frammento della stessa stoffa si trova nel Museo del Castello a Berlino. Quivi si vedono pure due parti di una variante in color rosso, con un blu simile al broccato di Don Filippo per il disegno. Tali frammenti appartengono a un pezzo più ampio di questa stoffa conservato nel Duomo di Quedlinburg. Un analogo fram­mento si trova nella chiesa di Maestricht. 20) Il riferimento delle forme di loto intese come ro­sette, e somiglianti alle rosette dell'architettura gotica e a quelle delle seterie del primo medioevo, prova una continuazione diretta della tradizione medioevale dell' occidente, e i disegni di questi damaschi anteriori all' Alhambra, che mostrano relazioni evidenti colle serie selgiucidiche in Persia, hanno avuto certa influenza sulla forma­zione della ricca incrostazione ispano-moresca.

Le spiccate tendenze geometriche non sono riuscite ad eliminare le influenze persiano-

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mongoliche, che cominciano a diventar caratte­ristiche per i disegni dei tessuti nel tardo medio­evo. Quasi tutti i disegni che conosciamo di questo periodo negli altri paesi islamici, sono comuni anche nella Spagna. Pensiamo alle stoffe con le iscrizioni "N(askhi)" recanti lodi al sultano. In contrasto coi broccati persiani e siriaci di questo genere, esse, salvo poche eccezioni, non sono operate in oro o argento. 22) Le forme e il disegno sono tanto indipendenti quanto i colori e la tecnica della tessitura, che si connet­tono naturalmente molto a quelli delle stoffe dell' Alhambra della stessa epoca.

Caratteristici per questo periodo sono prima di tutto parecchi broccati in tessitura di raso, con motivi, cioè, divulgati dalle seterie ci­nesi all' epoca della dominazione mongolica in Persia. Uno dei più importanti esemplari, il broccato d 'oro di una casula del Duomo di Brandeburgo, a palmette di loto, aquile araldiche e fong-hoangs (le note bestie favo­lose cinesi che si trovano anche negli orna­menti italiani di questo tempo) fu attribuito all'arte tessile spagnuola già da O. v. Falke. 23)

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Parimenti interessante è un broccato d'oro con "Kilin" in palmette di loto ordinate in rombi formati da foglie. Questo pannello si è conservato in due esemplari, dei quali uno come scarpa liturgica della chiesa di Cammin (fig. IO), t'altro quale vestito liturgico nel Museo Nordico di Stoccolma. 24) Con quanta rapidità l'assimilazione di influenze straniere si effettuò nella Spagna riguardo a questo gruppo, si vede in un broccato in giallo ocra del Museo del Castello a Berlino, con disegno romboidale a linee ondulate verticali, ornate a palmette, i cui intervalli s'avvivano di forme ornamentali di loto 25) (fig. II). , -

che O. v. Falke attribuiva questi broccati vera­mente a torto alle manifatture persiane. Nel pannello del quale parliamo si trovano gli stessi dragoni e le maschere (ai punti estre­mi degli assi) come in una seta evidente­mente spagnuola a disegno romboidale del Museo del Castello a Berlino (fig. 13), con fondo blu chiaro' questa e disegno in bianco. Gli uccelli con i colli intrecciati, motivo che si trova già nei sigilli sassanidi e spiega bene le relazioni fra l'oriente e l'occidente, sono co­muni nell'ornamento moresco bestiario degli avori fin dal primo medioevo.

Vari pannelli atte­stano l'influsso del Rinascimento italiano, come, d'altra parte, si notano anche nelle stoffe e nelle cera­miche italiane di quest'epoca molte in­fluenze spagnole. Un broccato d'oro della collezione di stoffe di Berlino, con dra­goni accanto a motivi di fontane sopra un fondo ad arabeschi, fu creduto spagnuolo già dal Lessing e da altri 26) (fig. 12). Ma venne considerato anche come prodotto italiano. C'è tutta una serie di tal i pezzi con coppie di fenici ai lati della "fonte d'amore;; rappresen­tati occasionaI mente anche sui vestiti nei dipin ti del Rinasci­mento italiano, e cre­duti in parte a giu­sta ragione italiani. Le strette relazioni con la Persia vengo­no chiarite rilevando

FIG. 12 - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - BROCCATO D' ORO SPAGNA, SECOLO XIV

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Pare che durante il Quattrocento anche nella Spagna cristiana i Maomettani convertiti al cristianesimo preferissero nei tessuti l' orna-

FIG. 13 - BERLINO, MUSEO DEL CASTELLO - STOFFA SERICA - SPAGNA, SECOLO XV

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mento islamico. Un gruppo di broccati con grandi palmette di loto lo prova chiaramente. In quei pannelli si trova talvolta anche il leone dello stemma di Leon. 28) Pure lo stile del di­segno nell'ornato non lascia dubbio che ci troviamo dinanzi ad un partito islamico, foggiato in un clima di civiltà straniera. Comunque la cultura moresca rimane originale, anche quando si rilevino le varie relazioni coll' estero. C'è la questione, come queste relazioni si formassero e divenissero efficaci. Si parla subito del com­mercio. Si sa per tradizione, che operai persiani lavoravano a Malaga. 29) Appare dunque pos­sibile, che tessitori in seta persiani siano stati occupati nelle manifatture spagnuole. Siamo informati dagli scrittori arabi, che una specie di seteria a filo doppio delle officine di Jspahan venne imitata in Almeria. Si tratta forse di broccati come quelli riprodotti alle figure IO e 12. Si può almeno congetturare per ora, che sono broccati di stile persiano-mongolico.

Come per le maioliche a lustro ispano-more­sche, così per l'arte tessile moresca le relazioni degli storici arabi sono numerose, e ci dicono che si praticava in Almeria, a Malaga, a Murcia. Pare che il centro principale sia stato Almeria. La città di J aen e dintorni era importantissima per la coltura della seta. AI-Makkari espone nel suo libro molto esplicitamente tutto quello che gli fu comunicato da Ibn Said, nativo di Toledo (1214-86) sull'arte tessile come intorno ad altri rami dell'arte decorativa. Finchè non po­tremo mettere in relazione certi tipi di stoffe con le indicazioni arabe, sarà molto difficile interpretare le fonti per la storia dell' arte. L'ermeneutica di questi testi deve avere spe­ciale riguardo ai confronti fra Idrisi (10gg-II54) e Jbn Batuta (1303-77), e richiede conside­razioni speciali. 30

) HEINRICH SCHMIDT

I) ERNST KUHNEL, Maurische Kunst, Berlin, 1924,

tav. 20. Rivestimento ligneo del Mihrab della grande Moschea d'Algeri datato 1018, con riquadrature che hanno importanza pure per le corrispondenti forma­zioni spagnuole; v. anche tav. 28, Moschea di Trumle al Marocco, della fine del sec. XII.

2) O. VON FALKE, Die Kunstgeschichte der Seiden­weberei, Berlin, 1913, figure 203 e 204; A. F. KENDRICK,

Catalogue 01 Muhammadan Textiles, London, 1924,

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FIG. 14 - BROCCATO SERICO - SPAGNA, SECOLO XV (MERCATO ANTIQUARIO)

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figure 989 e 990, tavole 18 e 20. Bisogna notare che opere tessili simili a questi broccati ispano- moreschi furono diffuse anche nell' Italia meridionale. Il confronto di due frammenti di stoffa giallo-rossi con leoni inscritti entro cerchi abbinati (KENDRICK, I. C., figure 980 e 981; cfr. con figure 989 e 990, e 1. ERRERA, Catalogue d'étoffes, Bruxelles, 1927, numeri I3- A e 15) può con­fermare siffatte relazioni. D'altra parte la somiglianza con un modello di stoffa su un rilievo in pietra del Museo di Reggio di Calabria ci dica che in Italia conviene tener conto di una tradizione locale nel valutare siffatte rela­zioni (cfr. ORSI, Bollettino d'arte, 1921, pago 555, fig . 8). Restano ancora le stoffe corrispondenti della Spagna cri­stiana, delle quali finora soltanto quella con gli stemmi di Castiglia e di Leon e l'altra a scacchi son note (FALKE, I. C., fig. 369).

3) KUHNEL, I. C., tav. I47- A. 4) FALKE, 1. C., fig. 190. 5) Cfr. G. SANGIORGI, Oro testile e saggio tecnico e

analitico, in Dedalo, 1920, pago II2 e seguenti e II5; KHUNEL, I. C., tav. 150; KENDRICK, l. c., figure 987 e 988; ERRERA, I. C., numeri I9- I9- A ; AMADOR DE LaS RIOS, Museu Espanol de Antiguidades, voI. IX, pago 104 e seguenti; M. D'HENNEZEL, Pour comprendre les Tissus d'art, Paris, 1930, figure 98, 99 e 103.

6) SANGIORGI, I. C., figure I , 5, e 6. 7) Tessitura SAN GIORGI, I. C., fig. I; KUHNEL, I. C.,

fig. I50- A; D' HENNEZEL, I. c., fig. 99. Tessuti broccati in oro, vecchio gruppo: SANGIORGI,

I. C., figure 5 e 6; KENDRICK, I. C., n. 987; D'HENNEZEL, I. C., fig. 103; Schlossmuseum, Berlin, numeri 97, 104, gruppo più recente: SANGIORGI, I. C., figure 2 e 4; D. HENNEZEL, fig. 98; KENDRICK, n. 988.

8) Schlossmuseum, Berlin, 81, 296- A. K. G. 482. Mi­sure: cm. 7,5 : 3, Rapporto cm. 5 : 5; cfr. KUHNEL, I. C., tav. 55. Riquadrature lignee del Mihrab di Medersa Buananiya a Fez.

g) Oltre questi v'ha anche un altro gruppo di stoffe seriche il quale è stato messo in relazione con quello di Lerida, spesso a riquadri su fonc;\o nero che non sono broccati in oro. Questi pannelli appartengono già al XV secolo e verosimilmente allo stile mudejar. Nella chiesa di Eichstaedt è conservata una casula di questa stoffa. Parecchi frammenti si trovano nella chiesa di Santa Maria a Danzica, e nel Museo del Castello a Berlino. Cfr. BERTAUX, Exposition retros­pective de Saragosse; J. LESSING, Die Gewebesammlung der Konigl. Museen, Berlin, 1900, tav. 124; Ausstellung mohammedanischer Kunst Miinchen, 1910, numeri 26 e 89.

IO) Schlossmuseum, Berlin, 99, 104. Grosse: cm. 51: 21. Rapporto: cm. 14 : 14. Riproduzioni a colori in R. Cox, l'Art de décorer les tissus, Paris, tav. 14, n. 3.

II) Lyon: d' Hennezel I. C. fig. 102. Schlossmuseum, Berlin, 02, 82. Misure: cm. 33 : 24. Fondo rosso scarlatto con disegni damascati e mostre in bianco, giallo, blu; inoltre broccato argenteo (argento filiforme e bianca anima serica). Il ripetuto motivo cufico vuoI dire" be­nedizione" •

12) Schlossmuseum, Berlin, n . 6720. Misure: 74: 42. Rapporto: cm. 35 X 31. Bianco, giallo, verde e blu scuro su fondo rosso robbia. Cfr. FRANZ BOCK, Geschichte der Liturgischen Gewiinder, Bonn, 1859, voI. II, fig. 15, cfr. per gli stessi pannelli D'HENNEZEL, I. C., fig. 100.

13) Schlossmuseum, Berlin, acquarello P. SCHULZ, A. K. G. 87.16. Rapporto: 25,5 : 23,5. Fondo: nero. Disegno: ocra scuro, testa di morto, blu basso, verde. Cfr. La stessa stoffa nel museo Correr a Venezia (Sala 41). Confronta KUHNEL, I. c., tav. 51.

14) Schlossmuseum, Berlin, 98, 350. Misure: cm. 61 : 26 Rapporto: cm. 19 X 14. Rosso scarlatto nel fondo; bianco, giallo, robbia ardente, verde pergolato nel di­segno (variante dello stesso gruppo coi medesimi colori numeri 89, 298. Misure: cm. 52 X 43. Rapporto : cm. 38,5 X 16). Cfr. KUHNEL, l. C., pagina 51.

15) Schlossmuseum, Berlin, 87, 181. Misure : centi­metri 17: 10,5. Rapporto: cm. 9 : 5,5 ordito in nero.

16) O. v. FALKE, l. C. , fig. 382; E. KUHNEL, Daten zur Geschichte der Spanisch-maurischen Liisterfayencen, Jahr­buch fiir Asiatische Kunst, 1925, pago 17.

17) Schlossmuseum, Berlin, s. n . 4 frammenti. Misure: cm. 49 X IO ( X 2) cm. 44 X IO ( X 2) Rapporto: centi­metri 13,5 X IO; 8 X 8; 27 X23.Fondo in robbia, disegno in bianco, giallo, verde, bleu. La colorazione è la me­desima di quella degli altri frammenti del gruppo. FALKE: fig. 371; ERRERA, numeri 78 e 79.

18) Cfr. H. GLUCK, E . DIEZ, Die Kunst des Islam, Berlin, 1931, pag.224.

I g) Schlossmuseum, Berlin, numeri 80, 372. Misure: cm. 37 X 30. Rapporto: cm. 30 X 15. Fondo in rob­bia, disegno in giallo: F. SARRE, Die spanisch- maurischen Liisterfayencen und ihre Entstehung in Malaga, Jahr­busch der Preussischen Kunstsammlungen, Berlin, 1903, pago 103 ff.

20) Schlossmuseum, Berlin, 78, 4518 a) cm. 8,5: 7, b) cm. 9 X 7,5. Fondo in rabbia, disegno in blu chiaro; legatura a spina di pesce. Cfr. J. LESSING, Die Gewebe­sammlung der KgI. Museen, Berlin, 1900, tav. 124-A.

2 1) Cfr. FALKE, l. C., frg. 187, 190 e 191 (cunei). 22) KENDRICK, l. C., n. 992; FALKE, I. c., fig. 372 e

380, cfr. anche 340, 342 e 358- 59; SANGIORGI, Bol­lettino d'Arte, 1922, fig. 3. Inedito frammento spagnuolo: Schlossmuseum, Berlin, 87, 219, misure: cm. 24: 20. Fondo in ocra scuro, disegno in verde reseda e legatura a spina di pesce. Variante: 84, 283.

23) FALKE, l. c., abb. 375. 24) Schlossmuseum, Berlin, A. K. G. 122, misure:

cm. 29,5: 35,5. Rapporto: cm. 23,5 : 15,5, cfr. A. BRAN­TING, A. LINDBLOM, Medeltida Viivnadar och Brode­rier i Sverige, Upsala, Stockholm, 1929, pago 205- D. Fondo bianco, disegno oro e blu.

25) Schlossmuseum, Berlin, 75, 316. Misure: cm. 58 : 26,5. Rapporto: cm. 27,5: 15,5. Fondo in ocra scuro, dise­gno in oro. Stava nella chiesa di Santa Maria a Danzica.

26) Schlossmuseum, Berlin, 89, 397; Museum fiir Kunst und Gewerbe, Amburgo, 1891, 250; cfr. FALKE, l. C., fig. 351; LESSING, l. c., II3- a; H. KOHLHAUSSEN,

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Islamische Kleinkunst, Hamburg, 1931, tav. 2; ERRERA, l. C., 91. Rapporto: cm. 38 x 19. A tal gruppo appar­tiene anche la stoffa con grifi presso una fonte, sopra un fondo naturalistico di pergolato, FALKE, l . C., fig. 352; ERRERA, l. C., 92.

27) Schlossmuseum, Berlin, 89,226. Misure: cm. 56 : 12 (57: 26,5)· Rapporto: cm. 26,5: 14,5. Disegno in bianco su fondo blu chiaro tessuto di raso. LESSING, l. C. , tav. II4- a.

28) Pannello sul mercato antiquario: A. K. G. 193. Misure: cm. 27: 23,5. Rapporto: cm. 22,5 X 19. Fondo violetto: disegno in oro, scritto in rosso. Cfr. F ALKE, l . C., fig. 376.

29) Cfr. F. SARRE, l. c.

30) P. SCHWARZ, Iran im Mittelalter, Leipzig,1925,P. 607. 3 1) R. SCHWAARZ, Iran in Mittelalter, Leipzig,

1925, II, pago 607. ALMERIA: ISFAHAN, Al Makkari, Analectes sur l' Histoire et la Littérature des • Arabes dEs­pagne, publiés par R. Dozy, L. Krehl, W. Wright, Leyden, 1855- 60, vol. I, pago 102. Cfr. anche P. DE GAYANGOS, Ubersetzung des Nafh al- tib von al- Mak­kari, London, 1843, Vol. I, pagine 49, 50,68 e seguenti; IBN BATUTA, ed. DÙRÈMERY et SANGUINETTI, Paris, 1853- 58, Vol. IV; IDRISI, Description de l'Afrique et de l'Espagne ed. R. Dozy et de Goeje, Ieyden, 1866, pago 239 e seguenti (pag. 197 testo arabo) . Cfr. anche F. SARRE, l. C., 107; Anm.6 R. Dozy, Noms des Vete­ments, Amsterdam, 1845.

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E RA GIUSTO dovessi ritornare al Car­paccio, non solo per dargli le poche cose

che la critica gli ha restituito dopo la pubblica­

cognizione dello sviluppo giovanile dell'arte del maestro e della stanchezza, non priva di bagliori, del suo tramonto. Lasciando per un secondo

momento la re­visione, istrut­tiva e talvolta esilarante, degli apocrifi carpac­ceschi.

Ecco dunque che, nel ritornare alla disamina di questi due estre­mi, entro i quali muove l'arte più cogni ta dello squisito venezia­no; a quei due poli cioè che più attraggono le ri­cerche degli stu­diosi, e più of­frono il destro a giuste discus-. . . slonl, S1 sono

zione della mia recente mono­grafia, a comin­Clare dai due disegni, fattici conoscere dal sig. Dobroklon­sky, 1) ma anche più per chiarire alcuni punti in contrasto con la vecchia dotta opera del Lud­wig e del Mol­menti, a cui avevano fatto velo la pretesa antecedenza di Lazzaro Bastiani rispetto a Vitto­re, il miscono­scimen to dei suoi rapporti con l'Oriente, e so­prattutto la poca

FIG. 1 - LONDRA, MRS. T. BRUCKLEBANK VITTORE CARPACCIO: IL SALVATOR MUNDI

affacciati in al­cuni tipici casi, e propno nel

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