CONTRIBUTO ALLA CO OSCE ZA DELLE META VULCANITI TARDO ...
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ESEZAOSCECOALLA DELLE META
TARDO-ERCI ICHE DEL BRlA IOLIGURE (ALPI MARITTIME):
« PORFIDI» DI OSIGLIA ED I CLASTI DI VUL·CAI ITI NELLA FORMAZIONE DI OLLANO
Il)
CONTRIBUTOVULCANITI
LUCI .... NO CoRTESOGNOIstituto di Petrograha dell'Università. Corso Europa, 16132 Genova
RENATO GIANOTTI, MARIO VANOSSIDipanimento di Sciem.e della Terra dell'Università, Strada Nuova 65, 27100 Pavia
MASSIMO OODONE
Dipartimento di o.imica Gcoclllle dell'Università, Viale Talllmelli 12, 27100 Pavia
RICCARDO VANNUCCIIlliluto di Mi~[lIlogia e Pelrografia dell'Uni\'Crsilà, Via M. Qddi 14. 61029 Urbino
RIASSUNTO. - Nel legulTln\lO pertTlO<1lrboniferodi una pane dell'unità di Mallare (8rian:ronesc ligureinterno) il rilevamento di denaglio e l'analisi lTIC5()o
strutlulllk hanno messo in evidenza l'esi$lC~nu diquallro fasi defornuuive dUllili di età alpina, lIS5O
ciate ad un metll.morfismo polifnico ed hannoconsentito di riconoscere che i .. Porfidi ,. di Osiglia,precedentemente rilC~nuti piu giovani dei sedimentiwestfaliaflO.51efaniani della Formazione di onaoo,sono in rCllltÌl iOlerulali (o, meno probabilmente,souostantil ad essa.
I .. Porfidi lO sono penanto omolul;hi dellc altremanifeSlatbni acide precoci (.. MelllTioliti di Casc Li,senolO) già segnalalc dagli autori ne! Brianr.oncsc ligure, di cui rappresemano l'allioramento piìl cospicuo.
Si trIlla di rioliti, a prevalenti caTlltleri ignim,britici, con indice di porfiricità mediamente elevalO(30-40 %l, a fenocristalli prevalenti di quan.o cK,feldspalO e subordinati di biotite e plagioclasio,contenenti brandelli di lave pomicee e rari inclusienallogeni (metapeliti, scisti biotitid glllnaliferi) di!lglia fino a decimcmica.
I dali chimici indicano un carallere calcalcalino,con romenuli in K...o piullostO elevati, rapportoZz-/Hf compreso ttl 16 e 26, rapporto Th/U elevato(anche oltre 7). La disrribuzione delle terre raremostra un arricchimento delle LREE rispellO alleHREE, frumamento relari\'o delle LREE, ma nondelle HREE e una leggera anomalia positiva in Eu.
Caratteri in parte differenti presenrano i daSlidi vulaniti. pri\'C di meramorl1smo prealpino, spora·dicamente presenti a vari liveUi Slrltiçafici entro
i sedimenri della Formazione di Oliano e aralierin:ari da uno speuro oomposirionale e ressitunJepiù vasto, l dati chimici indiano ancora un arallCTecalcalc:t1ino con COntenuti in K.O maggiori che nei«Porfidi ,. di Osiglia, dai quali si distinguono ancheper minori rapporti Th/U, IIllIggiori npporti Zr/Hf,minor fruionamenlo LREE/HREE e la presenzadi una costanre anomalia negativa in Eu,
L'insieme dei dari è tuttavia interpretabile nell'ambito di uno Sle5$;) modello petrogenetico, Ven·gono così conrermali e precisati il quadro geologicoe l'ipotesi petrogenctica già. prospettato in precedenti lavori; a!fondamenti isostarid conseguenti adispessimenti crostali prodotti dalla fase sudeticadeterminano una tetlonka superficiale a block.fauhing, cui si llc...ompaJolnano in profondit:ì fenomeni anatettici, con fusiune par.liale di TQlXe crostalia composizione relativamente variabile. Localmentepossono aver esp1ctalo ruuli di qualche imponanzaanche processi di fra1.ionamento ad opera di fasiaccessorie, quale apatite. e/o mobilizuzioni ad operadi fluidi.
R~SUMt. - Des b.m détamtts er l'analyse m60srrucrunle dans le régument pel"lIlO<arbonifmd'une panie de l'unilé de Mallare (Briançonnaisligure interne) ont mis en évidencc )'exislencc dequltre phases de déformation duaile d'age alpin,KCOlIIpagnée:s d'un métamorphisme polypha$é etont permis d'établir que les «Porphyra lO deOsiglia, aupara\'lIOt consic\6is p1us rkmrs qllC Icssidiments wesrphalo-sréphaniens dc la Fonn.lIIm
L. COkTESOGNO, Il. GIANQ"IT1, l\I. V,\:':O$SI, ~1. OOC:JNE R. VAN::UCCI
de Oliano, sonI l'n réalilé inlcrcalN (OlI, moin~
probablcmcnl. sous·jaccnlSl dans ccll<:<i.Les "PoTphYT~'S. som par ~"\Jnsl"'lu<:m hom.,l, ..
j;:u<,'S des aUIT<''S rnanifcsllIliom ncides pr6:oc~.,;
(" Mélarhyoliles dc Case LiscllO.) déiiì sij:nal&.'Spar 1t'S aUlcurs dans le Briançonnais Iij/;urc, donIils rcpré~elllelll I"alflcurcmem le plus ~1~1,du.
Il s'agii d'ignimbriles rh}"oliliqu~-,;, a\'oc P.1. ""31}-4() 00, i phénocTisraux de <juarlZ Cl K·fddspalh,n'e(: biolite l'I plagicx:last.'" cn sou~ldn:, COJllcnanl<Ics ff1l~mcnlS des ponces Cl dc rares xéoolilhn(mélapéliu:s, schisles bioliliqu~'S à granalI dc faillejusqu'iJ déc.:imèlTiquc.
Les donnc:.~s l·himiques monlrcm un raracl"recalco.al(lllin, aver K,Q l'n quanlilé plulol élc\'l~,
rappott Zr/Hf compris cmre 16 Cl 26, rapporlTh/li élC\oé Irnt:-mc supéri~r i 71. Lcs "Porphrres .. pré5cnlenl un enrichissem.:nl des T.R,l~ par rapporl aux T.R. luurdcs, un ft1lClion,l'IefTK11l relalin' d~., T.R. lli;èn'S, landis que kgroupe dc T.R. lourdcs n'~'S1 l\as ft:lClionné. Lapt\."SCncc ,l'une faiblc anomalie l'lOSili\"c l'n Eu ca·raclèrise Ics prorilcs .k T.R.
Des caraClèrcs l'n paTlic diffcrcnt se rclmuvemdans Ics galclS dc: volcJ.nilcs. dépour\"ut'S (le méla·morphismc anlc·alpin, oroasionellcmclll obseT\'ablesà plusieurs ni\'("lIUlo: slraliJtraphiqlJ<..'S dans ks sidi·menls de la Formalion d.: Oliano l"1 moins homoflèncs comme composilions Cl leXIUre5. Lcs donnttschimiques indiqucnl l'neon: un caraclèrc calro-alcalin,a\"(c des leneuT"S l'n K,Q pfus (urtes quc dans Ics.. Porphyrcs ~ tic Osi~li'I, I~r rapporl aux quclsle rapPOrl Zr/l lf all~ml'nl<: <:1 le T<IPI'0rl Th/Udiminuc. Les spe<.'lrl' dc T.R. presenfcnl un enrirhis.scmcm des T.R. 1l1,:èt<.'S plus faiblc, le mi:mefraclionnement dcs T.R. Iourdcs el la pr6ence d'unesignifiCllli\'~ aJlQfTl:llic négati\''t en Eu,
L'en5t'mble dc:s donotts esi néammoins inlccrpr~·
lable dans le ml-mc modèle pélrqineliquc. LeClIdrc glool~ique CI 1''')'llOthèse pétrogénelique dCjiccnvisal:l:S ,l:ms <ics lra\'aox prén:Jcnls SOflf parconSé"lUenl confirrnl'S Cl prédsés; <Ics effoo<ircm~ms
iSOStaliqucs en oonSl.~ucncc d'épaissiscmcnls crustall:( engcndrb par la ph;lSl.· sudèle c.tuscm ensurface une leCloniqUl' en !loest Cf GNtbot-n, acrompagnée l:Tl profornk-ur par <.ks f'hénornl-nes d·:,,"a·lexie, anX' fusion partiellc dc rocho.'S (Tusl.ln àmmposilioo rdafi\'cmenl \"lITlllblc. En sou~rdre
Cl localement un n-nain mi!:' aUrJ.il pu cile jouéaussi par des pron'Ssus dc fr,l(1ionnemenl au moyende ph:tSl.'S ;lcccssoires, Iclle apatite, CI/Oll phénomè.nes de mobilisalion chimique dus aux nuides,
L Inlrot!uzioue
Nel quadro dellt: ricerche condone sul vul,canismo permo-carbonift:ro del Brianzoneseligurt:, gli scriventi hanno già presentato inalcune nOie (COKTESOGNO et 111.. 1981, 1982,1984 l diversi dati, di cui hanno anche fornito un'interprclazione preliminare in chiavepclrologica e geodinamica.
In sintesi, è SlatO riconosciuto che l'attività vulcanica si è' svolta in Ire episodi, in
parte sovrapposti ncl Icmpo e di imponanzacresccntc, l) Mal/i/es/azioni precoci, concmissionc di rioliti ignimbritichc (<< Melarioliti Ji Case Liscno)lo l, prevalentementeassociale alle zonc brianzonesi intermedie·interne, interesS:lte da una tettonica a blockfauhing (fase aSlUriana precoce, del \'(fesi·faliano supcriort:). 2) Episodio intermedio,con eruzioni cenlTali misle (lave e pirocIa,stili) a composizione andesitica (<< Formazione di Eze» l, clTl111crizzantc, durante lo$tcfl1niano·Autuni.lOo (?), le aree più inlernedel dominio brianzonesc, relativamente sta·bili. }) AI/lvi/il principale, ubiquitaria, associala alla letlOnica fragile tardi\'a, eopermica,della fase asmriana; dà luogo all'emissionedi enormi volumi di ignimbriti, prevalentemenle riolitichc, cui si llssociano subordina·le venute laviche e piroclasliche, da riodaciliche :1 dacitiche (<<Porfiroidi del Melogno»).
Tutta l'attività I}redcua appare a caratte·rizzazione cakakalina ed è stata ricondottadagli scrivemi a prc\'alenli fenomeni di analessi crOStale indo'1i da movimenti isostatici3ccomp:lgnati da una risalila delle geoiso,lermc,
Il quadro pr<xleuo, controllato nelle grandi lince, nCCl.'ssita IUllavia di un lavoro didetlaglio, corredalo da un consiSlente numero di osservllzioni geologiche, (Ii indaginipelrografichc e chimi["he, che fino ad oraè st.no compiuto sohanlO sulle melavulca·nili :1 chimismo ~llldesitico riferibili all'episodio inlcrmedio (CORTESOGNO el 111., 1982),Gli autori si sono pertanto proposti di com·pletare le loro ricerche approfondendo l'es<!me dci prodotti dci due cvemi nei quali èinquadrato quello intermedio.
La presente nota è dediclHa in panicolareall'integmzione dei dati Ilià forniti (CoRTE
SOGNO ct al., 1981, pp. 233-234, 242-243,247-250) sulle metariolili delle manifestazio·ni precoci,
Rinviando per l'inquadramento geologicoe per i detlagli pclrogranci t: chimici al predello lavoro, ricorderemo che le metariolitiin oggello si trovano prevalemememc nelBrianzonesc inlermedio-interno (unità di Mallare) e subordinaramente in qucllo interno(unità di Pamparato-Murialdo), mentre nonsi hanno affioramenli relativi ai sellori piùesterni.
Nell'ambilO del legumemo permo-carbo-
«l'ORFlI)l» I)J OSIGLIA ED I CLASTI 1)1 VULCANln ETC. Sii
nifcro diswrdante sul basllmento «erciniz·zato» le metavu1canili in guestione sonl\siate rinvenute:
a) interposte tm i Paragnciss di Lisio(melasedirnenti arcosici grossohmi con interca!azioni di probabili pirodaslili acide di etànon precisabile: namuriana-wes!faliltna inferiore?) e la Formazione di OlIano (meta.sedimenti da grossolani a fini, di ambienteverosimilmente lacustre, del \'Vestfaliano superore·Stef<lni'lno) c, in altre zone, gli Scistidi Viola (metasedimenti essenziulmcnle fini.associati II prodotli lavici e pirocLlstici achimismo intrmnedio, ritenuti del Carbonifero superiore-Permiano basale?):
bl inlerc,llate in livelli sottili (guaklll"decina di metri al m,lssimo) elltro la Form,1zione di Oliano, nell;l gU,I!C rislllt,lno spessl'rimaneggiati sotto forma di clasti celltimetrici; all'interno della Formazione di Olianoesistono inoltre sottili livelli di probabili tufiti riolitiche e di brecce pirocLlstiche forseparzialmente rimaneggiate.
11 ('resente lavoro ha preso in es<lme, oltread altri dasI i di vuk.miti cumpionati nellaFormazione di Olluno, il grosso affioramentodi metarioliti esistente a N di Osiglia, peril quale i dati collt("llllti nel Foglio AlbengaSavona (92-93l della Curta Geologica d'Italia e nelle rclativ~ Ilote illustrative (BONI
et al., 1971) indic,lV'lno, in forma dubitativa,un'et;ì pc~miana cd un;l conseguente posizione cronostratigrafica eguiv,llente a quella deiPorfiroidi del Mc1ogno. È statO quindi anzitutto necessario un rilevamento di dettagliocondotto con i metodi dell'unnlisi strutturaleper verificare la collocazione stratigrafica predetta e' per stabilire, di conseguenza, conguale dci due gruppi di rocce a carattereriolitico (<< manifestazioni precoci », oppure«attività principHle ») i «Porfidi» dovevanoessere correlati.
La prima parte del presente lovoro riportai risultati di tale studio strullur,lle, in baseai quali è stato accertato che i «Porfidi»di Osiglia non sono confrontabili ~on i Porfiroidi del Melogno, poiehè sottostanno ~trati
gmfìcamente ad almeno una parte della Formazione di Olluno, ed occupano quindi unaposizione che ne indic'l invece hl correlabilitàcon le Melarioliti di C. Lisetto.
Q •• 0
3 ::~:::
Fi~. l. _ Cina llL>tJlogiC<l dell'affioramento dci~ Porfìdi ". di Osiglia, tralla dalla Il edizione delFoglio Albenga-Savona della Grla Gcologica d'italia. modificata. - l =« Porfidi". di Osiglia: 2 =Scisli di Gorra (mclase<!imcnti fini del PermoCarbonifero); 3 = Formazione di 011ano (mctaoooglomcrati. mCUHlrcniti c filladi del Carbonifero superiore); 4 = Formazione di Murialdo (fi11adi erare mela-arenili dci Carbonifero superiore). Lelince a tfallO ispessilO indicano i principali oontattitetloniei.
Sulla scorta di tali acquisizioni preliminari, sono st.lIi quindi sviluppali indagini econfronti petrografici e geochimici, riferitinella seconda parte della presente nol<l.
2, [ « Porflfli » di Osiglia
2.1. AHC/tO s/ru/turaleAlhi scala mucroscopica è riconoscibile in
diversi punti una scistosità sub-millimerrica,estremamente penetrariva, nella quale giacela lineazione di srretching dei fenoclasti diquarzo e feldspato.
Come già osservato in tu Ile le altre formazioni del Brianzonese ligure interno (CORTESOGNO et aL, 1981; MESSIGA et al., 1981;MENARIJl NOGUERA, 1982; VANossleGosso.1983) tale foliazione è in rC~l1tà multipla(51+~) in quanto alla mesoscala esistono evidenze di una prima scistosità piegata isoclinalmente, con nascita di una nuova foliazione di piano assiale, quasi sempre parallela
':iil:l L. CORTESOGNO, R. GIANOTfI, M. VANOSSI, M. ODOONI!. R. VANNUC~1
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Fig. 2. _ Colonna litologica dei saiimenli dellaFormazione di Ollano situati al tetto dei "PorfidioOdi Osiglia, rilevata in corrispondenza della sezionerapprcsc:ntata nella fig. 3. Vi si riconoscono: scquc:m:e di wnglome:tali e:te:romc:trid, spesso gradati,con variabile quanlit:' di matrice arenitico-ruditicafine; scquc:m.c: rilmiche arenitico-sihiliche (nellasola parte inferiore); un livello pditico ricco digrafite: (in Dl'1l), in prossimidl della basoc:).
alla precedente e pertanto indisringuibile daquesta.
Le variazioni di giacitura di questa foliazione multipla, misurabili lungo una sezione10ngilUdinaie (N-S), eslesa per oltre 700 m,e trasversale (E.W) di ohre l km, mostranochiaramente che essa è stala ulteriormenteripiegata (v. fig. 5). Fasi fragili tardive sonoinohre rilevabili per la presenza di zonecataclastiche. I molti sistemi di diaclasi, aspaziatura da plurieentimelrica a melrica, presenti nei « Porfidi ,. non sono stati studiatiin dettaglio: non ~iamo pertanto in grado diindicare il loro significato in relazione alledeformazioni posreriori alla SI +~.
Queste ultime sono invece più agevolmente decifrabili nella Formazione di Oliano,con lA quale, com.: detto, i «Porfidi » vengono in contatto. 11 loro slUdio, inregratocon quel10 dell:!. polarità sedimentaria, taloraancora rilevabile nelle sequenze detritiche,ci ha consentito di chiarire in modo pressochè completo i rapporti originari tra le dueformazioni.
Nella sua facies più tipica, la Formazionedi Oliano è formata da sequenze di spessoreda decimenico a plurimetrico di conglomerati, arenarie, peliti, con locali lenti grafitichein cui sono stati rinvenuti resti di vegetali;essa è stata interpretata (VANOSSI, 1970)
come un deposito di riempimento di bacini!imnici subsidenti.
Nella zona circostante i «Porfidi », laFormazione di Oliano presenta con grandeevidenza una foliazione estremamente pene·nativa, che costituisce anche piano di appiattimento dei c1asti, per la quale, come per i« Porfidi., esistono locali evidenze mesoscapiche di un piegamento isoclinale. accom·pagnato da scistosità di piano assiale. Le duefoliazioni predette (SI e 52) sono peraltroquasi ovunque sovrapposte e sostanzial.mente parallele alle originarie superfici dimatifica.zione (S.). La superficie multiplaSL = S. + 51 + S~ è poi crenulata o decisamente piegata da una successiva fase che dàorigine ad un clivaggio S~, dai caratteri variabili in funzione dei litotipi nei quali si svioluppa; mediament..: può essere definito comeun clivaggio di crenulazione ben regolato, aspa.ziatura centimetrica, nellamente distinguibile dalla 5l anche per la modesta blastesiche lo accompagna.
I • PORFIOI • 01 OSIGLIA ED I CLA5TI DI VULCANITI ETC. 5i9
u foliazioni anzidette carauerizzano tuttii terreni del 8rianzonese interno e, alla scalaregionale, sono state correlate ad una primafase multipla (SI + S~), avanvergente e aduna successiva fase (Sa) retrovergente, tuttecon assi grossolanamente orientati in dire·zione E·W (o ESE.WNW).
I rapponi tra cPorfidi•. cmetasedimenti.si realizz:mo nel modo seguente.
Ai due limiti meridionale e setlentrionalele due formazioni risultano geometricamenteconcordanti, secondo la foliazione multipla(SlT~ dei « Porfidi »e SL dei metasedimenti).
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S3
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Fig. }. - Schema dci rapporli If'lI • Porfidi .. (Pl e sedimenti della Formazione di OlIano (CAto,) almargine meridionale dell'affioramento dei .Porfidi•.• Il = zona catadurica; per le altre sigle si veda ille5to.
Rispetto alla giacitura regionale (immer·sione mediamente a S) il clivaggio S3 pre·senta, nell'area in questione, variazioni note·voli: al margine setfentrionale dell'affiora·mento dei « Porfidi» esso immerge global·meme a N ed appare, alla mesoscala, blanda.mente deformato in pieghe molto apene, cuisono associati due clivaggi coniugati di fl1utura, mal regolati ed a spaziatura sub-metrica,aventi direzione E-W; di questi due sistemi,quello immergente a N (S~) appare il megliosviluppato e pervasivo, essendo praticamenteriscontrabile in tutti i metasedimemi che dr·condano i • Porfidi », anche al limite meri·dionale di questi ulrimi.
Infine, l'immersione delle superfici Sa edSL presenti nella Formazione di Oliano ruotaprogressivamenre, passando dal limite meri·dionale dei • Porfidi • a quell.,) orientale, daSSE a E, evidenziando una deformazioneduttile alla quale non sembta associato alcunclivaggio e della quale non è possibile stabi·lire i rapporti cronologici rispetto alla S4.In base a considetazioni regionali (VANOSSI
e Gasso, 1983 l, si può ipotizzare che essasia posteriore alla S~ e rappresenti la mani·festazione della fase tardiva grossolanamenteN·S (. fase appenninica »l.
In panicolare, al limite meridionale i me·tasedimenri sono chiaramente sovrapposti ai« Porfidi », la cui posizione sommitale, peruno spessore di qualche metro, è interessatada fenomeni di dastesi, probabilmente re·centi, sviluppati parallelamente al contatto.I criteri di polarità sedimentaria - qui anocora riconoscibili enrro la Formazione diOlIano - indicano che quest'ultima giacesui « Porfidi '" in !uccessione diritta (fig. 2).Nello stesso senso parlano i criteri di pola.rità strutturale (inc1inazione della SI sullaSl; asimmetria delle pieghe parassi te B3osservabili nei livelli più sottili e duttili),congruenti su entrambi i lati di una sinc1i.naie decametrica che si sviluppa immediata·mente a letto dei « Porfidi » (6g. 3l.
In corrispondenza del contatto settentrionale la foliazione multipla S1+~ appare neimetasedimenti molto più penetrativa; l'appiattimento dei c1asti è assai più pronunciato;inoltre, alla mesoscala è possibile individuarealcune pieghe B~ intrafoliari; non è quindiriconoscibile con sicurezza la polarità sedi~
mentaria. Per contro, l'asimmetria delle me·sopieghe B:l e le relazioni di giacitura tra laloro foliazione di piano assiale S3 e la piùvecchia foliazione multipla S1+2 indicano
'iXlI L. CORTF.SOGNO, R. GIANOTTI, 1\1. VANOSSI, M. ODOONE, R. VANNUCCI
Fil:.~. Schcm'l dci rapponi tra «Purfidi .. Cf)... SI..-Jiml·oli della l'urma7.iollC di Oliano (CAcg) alm~~inc scllcnlrionalc dell'afool"llOlCnlo de'i «Por·fidi .... /I = 7.IJOa ('I1ac:IUIK-; (lC'r le' .!tre' sigle'si veda il I('SIO.
che i «Porlidi lO si Irovano al telto geo.metrico dcll,l successione (fig. 4l.
Il grosso affioramento dei « Porlidi li) diOsiglia si ttova dunque intercalato entro laFormazione di Oliano, che gli sta slrntigrafi.camente a tetto al limite meridionale e geo.metricamente a lena a quella settentrionale.Non disponendo per quest 'ultimo dei criteridi polarità sedimentaria, non siamo in gradodi stabilire se i mctascdimenti del settoresettentrionale rappresentino una successIOnediritta, o ribalta·ta.
Nel primo caso i «Porfidi. costituirebbero una grossa lente intercalat3 alla Formazione di Oliano, 3naloga alle altre, di dimensioni molro minori, giù se:/o:nalate in precedenza (CERRO et al., 1970; CoRTESOGNO etal., 1981 l.
Nel secondo ca'>ù i « Porfidi '" s3rebberopiù antichi c si troverebbero al nucleo di unapiega chilometrica (B, o B~), di cui i metasedimenti del sellore setlentrionale rapprescnlerebbero l'ala ribalt:lla; in questa ipotesiessi avrebbero verosimilmente la stessa posizione stratigrafica occupai a dalle metariolitiaffioranti nella zona del massiccio di barbassiria, ave esse risultano sostanzialmente interposte tra i Paragneiss di Lisio e la Forma·zione di Oliano (CoRTESOGNQ et al., 1981).
Una scelta sicura tra le due ipotesi non
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sembra possibile. ma :tlcuni indizi lascianopreferire la prima.
- Nei met:tsedimcnti situati a N dei« Porfidi ~, benchè non siano slati rinvenuticiani riolitici, sono presenti alcune lenti plurimetriche di «Parfidi., interpretabili piùfacilmente come originarie intCrClll11zioni checome cerniere di pieghe parassite sradicate.
- Le litofacies osservate e campionalenci «Porlidi» lungo una sezione N-S mostrano una sostanziale monotoni:l (cfr. paragr.2.2.); tuuavia, la distribuzione «polare Ilo
degli xenoliti (maggiori nella porzione sellentrionale dell'affioramento) appare in favore<Iella mancanza di raddoppi chilometrici nei.. Porfidi ».
- Nell'ipotesi che i « l'orlidi» fosserostraligraficamente soltostantÌ alla Formazionedi Oliano, anzichè intermlati in essa, si sa·rebbe verificato un loro scollamento completo dal substrato, in contrasto con le condizioni osservate a Barbassiria, dove il complesso Ottognciss-Paragneiss.Metarioliti appare unitario, la superlicie di scollamentoessendo invece situata verso la base dellaFormazione di Oliano.
Sulla base degli elementi raccolti e discussila strultura complessiva dell'affiornmento dei« Porfidi '" e dei metasedimenti può esserericostruila come appare nella fig . .5.
In conclusione, riteniamo accerlnto che i.. l'orfidi» di Osiglia si:lno coevi o, menoprobabilmente, più antichi della Formazionedi Oliano; di conseguenza, tenUIO conio che,in ogni caso, essi non mostrano tracce dieventi metamor6ci prealpini (v. paragr. 2.}),la loro età risuha carbonifera superiore, anzichè permiana.
Con tale attribuzione cronosuarigralica, i« Por6di Ilo di Osiglia divengono quindi correlabili con le Metarioliti di Case Lisetto,con le quali presenlano consistenti analogiepetrogra6che e chimiche (v. paragr. 2.2 e 4).
2.2. Cara"t'r; ignt'i
I « Porfidi » di Osiglia sono costituiti dauna massa sostanzialmente omogenea, in cuisono riconoscibili caratteri tipici di rocceignimbritiche; l'omogeneitÌl della massa è'interrolta soltanto da sollili livelli profondamente sericitizzali.
I « PORFIOI » DI OSIClIA ED I Cl.A:;"!'! DI VULCANITI ETC. '"La roccia presenta nella maggior pane dei
casi aS~[IO molto massiccio, solo localmenteinteressata da deformazioni penctrative eVIdenti.
Le tessitu~ ignee sono generalmente benconservale ed in molti casi sono conservaleanche a livello di microstrutture. L'indice diporfiricità è mediamente elevato (30-40 7r)con rari massimi 6no all'80 ')',-; i fenocristallisono costituiti da quarzo e K-feldspato preva·
e spesso fenomeni di riassorbimento: puòinclude~ microfenocristalli idiomor6 di piagioclasio o di quarzo; questi ultimi, comune·mente biterminali, possono a loro volta presenlare strutlure di riassorbimento od anchedi cresci la granofirica.
11 plagioclasio (1·3 mm). poco abbondante(generalmente non oltre il 7 'ft;), si presentain individui subidiomorfi od in struttureglomeroporfiriche, anche con K-feldspato; ne-
fig. 'j. - Sa:M.xx- sc.iw:nuIliol inlerpretalivi della Siruttu", JC'i .. Porfldi .. di Osiglia {PI e dei mel"scdimmti (CACI) che- li avvolgono. 1.C' superfici piegate e/o Cfenuille sono le foliazioni multiple (S, •• nci.. Pomroidi .. e SL = S. + S, •• nei melll.5CÙimcnti); pl:"r semplicità non sono indicate le superfici So. eS•• rispenivamenle associale alle pieghe Bo (ret:ro\'ergcnli) ed .lle tardive 8. (a~nvergenli?). r... fonJUIdel limite superiore dei .. Porfidi .. è ricostruila sulla base delle: me5OSlrunon: osservate. in parle irt5l:Titenel disegno, si;! al di 50110 che- al di sopra della lraccia della superfide IOpografica. Quella del Iimileinferiore, a parte il trallo affioranle a Nord. è in\·e~ compleHlmt't1te ipotetica. Parimt't1ti ipmetiCll èI"ubicazione della chiusura verso Sud dei .. Porfidi _. di~nala in modo che possa corrispondere siaad un'originaria lente tipotni da noi faV<lrilll. sia ad una ~rniera di piq(a l B,. o. eventualmente. B,).
lenti e subordinai i biotile e plagioclasio (probabilmente in origine oligoclasiol. Zirconeed apatite sono accessori frequenti e raramen·te compaiono picoli individui schelelfici diilmenite. Fasi opache in granuli molto finisono frequenti e, specie nei livelli rimaneg.giati, è presente pirite di genesi sicuramenteprecinematica.
Il quarzo, in individui spesso bilerminati(2-10 mm), ma, sptX'ie in alcuni livelli, anchein schegge e frammenti, presenta marcatestruuure di riassorbimento, meno frequentemente nuclei di quarzo riassorbito sono cirocondali da souili corone granofiriche.
Il K-feldspato. tendenzialmente idiomorfo(3-1' mm), presenta strutture protodastiche
gli aggregali glomeroporfirici è spesso presente una isorientllzione dci crisralli.
La biotite, localmente abbastanza abbonodante (fino ad oltre il lO '/tI), si presenta inindividui euedrali, talvolta parzialmente so·stituiti da ossidi ed include apatite, spessomolto abbondante (fino al 20-30,/0 in volume del granulo includente), e zircone.
Brandelli originariamente pomicei, di dimensioni da millimetriche a centimetriche.generalmente molto appiattiti, sono frequentie talora molto abbondanti; presentano spesso colorazione sensibilmente più scura dellamatrice includente, possono contenere fenocristalli di biotite, talvolta abbondanti. e piùscarsi microfenocristalli di quarzo e plagio-
;fi! L. CORTESQGNO. R. GIANOTTI, M. VAKOSSI, ;"1. OOC.)NE, R. VANNUCCI
e1asio e conservano le originarie strutrurevescicolari stirate.
Nella matrice sono talvolta riconoscibilistrutture eUlassilichc con frammenti ,'elrosiappianiti e stirati plasticamente durante processi di companazione. Rare cavità miarolitiche molto appiattite sono riempite da albite serondaria.
Pomici e fenocristalli posson" evidenziareuna foliazione c, talvolta, una lineazioneprtmarla.
In alui casi (specie verso il basso stratigrafico e verso i settori settentrionali) i fenocristalli, sempre molto grandi ed abbondanti,appaiono immersi in una mauice omogeneae compana, microcrislallina, attraversata dauna trama più o meno fitta di venule anaslomosate prevalentemente sericitiche; ralestruuura può ricordare quella descrina perlave brecciate associale ad ignimbriri.
Localmente la distribuzione dei fenocristalli evidenzia una gradazione dimensionale;simili fenomeni di classazione, verifica risi ve·rosimilmente durante la messa in postodell'ignimbrite, sono stati osservati anchec con maggiore evidenza in alcuni livellia grandi fenocrislalli di K-fe1dspato nei Porfiroidi del Melogno.
Talora matrice e oli fiamme. risultano trasformate in aggregali di miche sericitiche equarzo; quesro lipo di processo, che inte·rcssa scarsamenle i fenocristalli, sembra dovuto in origine all'attività di fluidi entro ilcorpo ignimbritico.
Per quanto non comuni sono presenll In
elusi enallogeni di dimensioni variabili (5·30cm) appartenenti :l due diverse classi tipologiche.
I più frequenti sono probabili melapeliticostituite da un feltro fine di miche bianchecon subordinati piccoli porfiroblasti biotitici,titanite diffusa e quarzo microgranulare insonili banderelle verosimilmente ereditaledalla originaria StrUllUra sedimentaria.
Eccezionalmente sono stati osservati in·clusi di sclSIO biotitico granatifero non mohodissimili da quelli presenti al contatto, ocome inclusi, di rocce granitiche nel cristal·lino di Savona (MESSIGA el aL, 1977) edi Pallare.
2.3. Cara/uri metamorfici
La ricrislalli;r.zazione, come le deformazioni, è in genere molto modesta; le parti vetrose sono trasformate in aggregati da criplocristallini a finememe granoblastici di quarzo, albite, mica bianca e fasi opache, piùraramente con stilpnomelano, c1orile, epidoto.Il plagioclnsio è completamente trasformatoin albite e mica bianca; la biotite può essereparzialmente sostituita da clorite ± titanite ± epidoto ± stilpnomc1ano ± biotitedi neoformazione. <:ccezionalmente cloritoide,mentre limitalamente al settore prossimoalla diga è pseudomorfosara da clinopirosseno sadico (Jd 7-10 7r, Ac 9-15 ~).
II K-feldspato è un microclino con strur·rure micropertitiche: che presentano due di·verse tipologie: micropertiti a nastri, piùrare, precinematiche che rappresenrano verosimilmente le fasi di smescolamenro in con·dizioni tardo-magmatiche e micropertiti apiccoli individui euedrali di albite di genesisi n-poslcinemat ica.
Nelle facies più intensamente ricristallizzate il K-feldsputo può essere parzialmentesostituito da albite li. scacchiera e/o aggregatigranoblastici di quarzo. In queste facies lascistositlÌ Sl+~ è evidenziata da miche bianche lepidoblastiche, dalla rotazione delK-feldspato e dalla ricristallizzazione delquarzo in aggregati granoblasrici indentati.
Albite, miche bianche, sulpnomelano, clorire e forse epidoto e doritoide hanno fasidi cristallizzazione sia nell'intervallo tra ledue fasi deformative SI e 52 che in condizioni sin-postcinematiche rispetto alla 52.
La successiva fase deformativa provocaondulazioni e talvolta crenulazione (S~) dellascistositÌl principale inducendo fenomeni diricristallizzazione molto modesli.
3. I c1:lsli di melavulcaniti nella Forma·zione di Oliano: dati geologici e petr0è.'Talici
Si tratta di daSli, di taglia pluricentimetrica, con indice di forma non molto elevato,che si rinvengono sporadicamente nei !irotipi metaconglomeratici, nei quali appaionosempre molto subordinati rispetto ai dastiquarzosi, predominanti.
Sulla base delle ricerche condotte, la loro
J 'le l'OllFlO1 ~ DI OSIGLIA ED I CLASTI DI VUl.CANITI ETC.
distribuzione è prevalente ne~li affioramentisettentrionali, mentre le taglie non mostranovariazioni regionali, a differcn7.3 di quanto~ possibile osservare (VANOSSI, 1970) peraltri gruppi di dasli.
Solo localmente i dasti riolitici risultanomolto abbondanti; in lali casi è possibileosservare una transizione da mctaconglomerati verso livelli pirochlstici composI i d" ele·menti grossolani fr:lmmisti a ceneri e più omeno rimaneggillli, ciò che può essere interpret:l\o come dimostrnzione dclh. contemporaneilà tm atlivit~l \/lI1c:lniche e sedimenlazione. Una indiretta conferma di t:lle fattoè fornita daJrassenzll di mctamorfismo ercinico nei daslÌ vulcanici, che debbono per·lamo derivare da vulcaniti pClSt.sudeliche.
Dal punlo di vi"la pelrogr-.dico i dasti manifestano una m:lggiorc disomogeneità rispet.to ai «Porfidi. ,Ii Osiglia e alle Mel:ltioliti di Case Lisetto. Le strutlure reline sem·brano riconducibili nella maggior parte dcicasi ad originllrie tessiture vitrofiriche conindice di porfìricitlt molto variabile (da IO a80 7r) con fenocristlllli spesso seriati e ditaglia non molto grnndc (0,1.10 mm); la ma·trice è fine, omogenea, spesso ricca di micro·liti feldspatici ben riconoscibili.
La composizione corrisponde a quella dirioliti e riodaciti, ma, tranne in pochi campioni, il contenuto in fenocrislalli si differen·zia da quello dei «Porfidi. di Osiglia edelle Metariolili di C. Lisetto per le più ahepercentuali in plagioclasio rispeno al K.felJ·spato, quest'ultimo talvolta molto scarso.Anche il contenuto in fenocristlllli di biotiteè frequentemente più elevato etl in qualchecaso la biotite può mppresent'lre la fase pre·valente. Apatite, anche abbondante, titanilee :drcone sono accessori comuni.
Le intercalazioni di melarioliti nella For·mazione di Oliano sembrllno derivl1te dlloriginari livelli di n:lturll pirochlstica, probabilmente cineriti con scarsi fenocristalli diquarzo, biotite, plegioclasio, K·feldsp:lto edapatite e zircone quali accessori. Nei livellipiù spessi sono presenti grossi elementi 101vici in cui la matrice conserva fra<n: diassetto lIuidale. I caralteri composizionalisembrano analoghi a quelli riscontrati neidasli. Entro questi livelli sono talvolta inclusi frammenti di rocce intrusi ve a composizione dioritica o granodioritica.
4. COlratlcri c·himi('j c ('OnSillcrazioni 1)("Iro:,.:cncti('hc
Nei « Porfidi lO cii Osiglia. come pure nelleintercalazioni e nei daSii entro la formazionedi Oliano, sono Sfati selezionlllÌ per l'inda.~ine chimica campioni rappresentativi di com·posizioni l.lViche (singole «fiamme. o camopiani di racci.l porfirica a matrice mierocristallina), per qmlOtO possibile esenti daevidenze di mobilizzazioni secondarie. AIcontr:lrio i c'lmpioni delle Metariolili di CaseLiseflo, di cui si riportano dati comparativi,rappresentano, per le caralteri~tiche petrografiche dell'affioramento composizioni mediedella massa roccio~a (fiamme + mAtrice).
U: analisi confermano la nOlevole omoge·neità composizionale dei « Porfidi .. di Osiglia, evidenziata anche dai diagrammi - nonripotlati per brevil,ì - AL-Pf'·KNC (DE LA
ROCllE, 1975), A//J·K vs. A/n·Na (DE LA
ROCIlE, 1968) e ACF.A'KF (WINlaER,
1967). Tale omogeneilà, assieme ai valoridi corindone normativo, costanti e «normali.per rocce di questo tipo, suggerisce che pro·cessi di llr~il1ificazione e/o liseiviazione idrotermale, come pure a!tre modificazioni secondarie dell'originario chimismo, siano sostanozialmente trascurabili.
l valori normativi vedono una prevalenzadi quarzo, otloclasio e albite. che insieme costilUiscono in genere circa il 90 '; dellaroccia, accanto a bassi valori di anortite (va.lore massimo 4,8 J'; l e a una significativapresenza di apalile; lali valori sono anchein buon accordo con le percentuali modalicalcolate sullll base dei fenocri~talli in camopioni con alto indice di porfirieilà. Questecomposizioni riportate nel diagramma quarzo·lllbite-ortoclasio (fig. 6 al mostrano una concentrl\Zione dei punti attorno alla linea co·tettinl e, prevlllenlemente, ncl campo del·l'ortoclasio. Ciò è in contrasto con le osservazioni pctrografiche che indicano quarzo epiagioclllsio come prime fasi leucocrate acristallizzare. È petlanto probabile che lacristallizzazione intratellurica dei fenocristal.li si sia verficatll a pressioni più elevale.
I dati indicano composizioni essenzial·mente riolitiche (DE LA ROCHF. et al., 1980)
e un carallere calcalcalino (fig. 6 b e cl concontenuti in K~O piultosto e1ev:lti e analoghia quelli di serie calcalcaline da moderata-
:;!S~ L. COI:TESOGNO, R. GIANCTTI, M. VANOSSl, M. CODONE, R. VANNUCCI
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W 62 64 66 68 70 72 74 76
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Fig. 6. - Il) Diagramma Quano-Albite-OrtoclasioC'(l(I inc.lic:alc la linca degli C\Jtcllici tcmari fino I
lO kbar (Tunu: c B(I'IVF..~, 19:58) c la linea «ltcllicaI più allC pressioni (WINK1.E1t c GIIOSE, 1973).
hl Diagramma AFM. I trcnds dellc serie: lholciilichc:(TH), akalibaSllltichc- (ALKl c calcalcaline: (CA) s0
no Iraui da RINGIl700D (1974).
cl Diagramma Silice-Akllli. Le ctJTVe sono trane:(I da hVINE e BAMAGA~ (1971), h e: c da KUNO(1968). - Simboli: .:=" Porfidi. di Osiglia;• := dasti di metavulcaniti nella Formazione di 01·lana; D = intercalazioni metavuklinitiche nella Far.mazione di Oliano: .. = Metarioliti di Case Liselto;1::. = Metarioliti di Barbassiria.
al
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'~\4·--!f#'; Pcr un mnfronlo con gli litri prodolfi dd vulca-
13 nismo tardo-etrinico del Brilnzonesc: ligurc sono
1/" • c riponali i vllori medi di: da I I 7 = Pornroidi•• Jel MeloRno, nell'ordine: litozonc A, 8" 8" tennini
A· M acidi, B. termini femici, C termini ltcic:Ii, C inter-L"- -"~ = calazioni femiche, D; 8 = mellvulcaniti di Ezc:;
9 = mc:tavulcaniti di Calizzano (CoITESOGNO ct Il.,
1982. 19831.
mente alte ad alle in potassio (BARBERI et al.,1974). L'affinità in riferimento al limite diIRVINE e BARAGAR (1971) è subalcalina. Ivalori del rapporto K~O/Na~O variano da1,33 a l,58.
Per quanto concerne gli elementi in tnacceZr e Hf presentano, a corrispondenti tenoriin silice, concentrazioni comparabili a quelleriportate per alcune rocce granitiche c quarzo.porfiriche (KHALI L et al., 1978); i valoridel rapporto Zr/Hf variano da 16 li 26. Itenori di U sono complessivamente normali,mentre quelli in Th sono particolarmenteelevati sia in relazione li graniti di complessi
plutonici (KH.... I.II... et aL, 1978) che a ignim.briti riolitiche (CAMERON e H .... NSON, 1982).Il valore del rapporto Th/U, riferito a quel.lo medio di 3,5 della crosta continentale(TAYLOR, 1965), è generalmentt: elevato: siosservano infatti valori fino a oltre 7, com·parabili con quelli di alcuni gnaniti Caledoniani evolUii (HENNESSY, 1981). Valori com·plessivamente normali del napporto K/U (inmedia circa 5000) sembrano escludere imopoverimenti in uranio.
La distribuzione delle terre nate (6g. 7)presenta (ad eccezione del campione 2796A
I .. PORFlOl ~ DI OSIGLIA ED l CI.A5TI DI VUI.CAN1Tl ETC
TABELLA 1
Composil;on~ chimica ~ nOTIno CI.P.W.d~; .. Porfidi» di Osiglia
T ABEl_LA 2
.. Porfidl» di Os;glio:dati r~lol;vi Of!.lt t:l~menti in lrocct.'
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An~Jisi elfctlu~lc seromlo BASSU C ,\-1AzZU<:Il"n.l.L1lI97'j,
caratterizzato da anomalia neglltiva) una leg.gera anomalia positiva in Eu, carattere questoriscontrato anche nelle metavlllcanilÌ a chimismo andesitico di Calizzano (CoRTESOGNO
el al., 1982). Si osserva inoltre un arricchi·mento in LREE rispetto a HREE (rapportiLa/Vb molto prossimi o superiori a IO)e un frazionamento rc1rllivo delle LREE(LaN/SmN in medi!l superiore a 5), mentrele HREE presentano valori del rapportoTbN/YbN in gcnere leggcrmenle superiori al ad indicare limitato frazionamento.
Il chimismo dci dasli e delle intercalazionivulcaniche nella Formazione di Oliano, nonostante l'accurata selczione dei campioni, p0
trebbe aver risentito, dala la particolare gia.cilUra, di un ceriO grado di inquinamenlo(incipienti processi di aherazione, reazionidi scambio con i materiali sedimentari inc1udenli, ecc.). Ciò polrebbe Irovare corri·spondenza nelJa presenza di valori di corindone normativo rclativamcnle elevati e di uncerto grado di dispersione di alcuni valori nci
diversi diagrammi. Sul diagramma albi re·-onoclasio-quarLO i punti rappresentativi ti·sultano maggiormente dispersi rispetto allalineli cotettica (fig. 6 o) c più spostati versoil K-feldspato rispetto ai «Porfidi» di Osiglia. Quest'ultimo fallO, in contrasto con ivalori modali, è dovuto alle elevate percentuali di biotite di cui non tiene COniO ilcalcolo normativo.
I dari chimici (tabb. 3 e ~) indicano c0
munque un caranere ancora calcalcalino (fig.6 b e c) con composizioni da tiodacitiche atiolitiche (DE LA ROOIE et aL, 1980). J contenuti in K~O sono più elevati che nei ti Por·fidi» di Osiglia, come pure quelli in TiO~
e P~OIl. I valori del rapporto K~O/Na~O
variano da 1,39 a 2,33.
Ad una certa variabilità della composizione chimica principale fa riscomro una notevole costanza di alcuni paramelri geochimici basali sui conlenuti degli elementi intracce. Mentre i tenori in 2r sono comparabili con quelli dei .. Pot6di» di Osiglia,i tenori di Hf sono sensibilmente più bassi(in media circa 3) con conseguente aumentodel rappono 2r/Hf (in media oltre 70).Sostanzialmente normali i tenori in U e Th.
'86 L, CORTESOGNO, R. GIANOlTl, M. VANOSSI, M. OOOONE, R. VANNUCCI
TABELLA 3lnterca/az:ioni mf!lavulcanitiche e clasl; dimeJavlllcanùi nella Formazione di DI/ano:
comporizione chimica e norma C.I.P.W.
T ....BELL.... 4i"terc%z;on; metavu/coll;l;chl! e dosI; d;metavu/can;l; nel/a Formaz;one d; Ol/ono:
dal; re/ath'; agi; e/n1/C."I; i" tracce
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Zrlllf 61.Z 61.2 lB.B lB.l 10.2 12.5
33.81 U.ll U.tl 18.49 21.69 26.84
21.18 25.94 25.H 10./8 11.14 10.25
16.75 24.8/ 18.69 31.63 23.26 25.88
2.M 6.28 1.42 2.33 .50 .15
12.83 1.82 4.80 4.33 4.U 4.:lO
Q.
Q,
,."..hlll1 2.09 1.12 I.Sl 3.26 1.51 l.19 ... ." ." ... ... ...
l contenuti e la distribuzione delle REEmostrano (6g. 8), rispetto ai «Por6di» diOsiglia, minori contenuti totali, un frazionamento delle LREE leggermente inferiore(valore medio di LaN/SmN = 4,4) e analogo frazionamento delle HREE (di p0
co superiore all'unità il rapporto TbN/YbN).
t inohre presente una costante anomalia ne·gativa in Eu, minore nelle intercalazioni,moho neUa nei dasi (Eu/Eu'" compreso tra.14 e .74). ,
I dasti e le intercala:z.ioni nella Formazionedi Oliano, tenuto conto dei possibili effettidi mobilizzazione chimica, presentano buoneanalogie con altre manifestazioni dell'attività
.u.42 I.Ot
...vulcanica precoce quali le Metarioliti di C. Lisetto e di Barbassiria (CoRTESCX;NO et aL,1981 ) dalle quali si distinguono per un caratTere leggermente più femico (evidenziatoanche su base pelfogra6ca). Le metariolitidi C. Lisclto e Barbassiria presentano (datinon pubblicati) valori dei rapponi Th/O(in media rispeltivamente circa 6 e circa 4) eZr/Hf (compreso tra 40 e oltre 50) deltuttO analoghi a quelli delle metavlllcanitidella Formazione di Oliano. Anche i patternsdi REE (6g. 9) evidenziano caratteri comuni:più bassi contenuti totali in REE, minorifrazionamenti LREE/HREE e crescentianomalie negalive in Eu si riscontrano nelleMetariolili di Barbassiria in corrispondenzadei più elevati valori di D.l.
I « Por6di » di Osiglia, rispetlo ai restantiprodotti dell'allività precoce, presentano indubbiamente alcuni caratteri panico!ari, chenon trovano tuttavia riscontro neppure neiPorfiroidi del Melogno. Analogie composi-
~Ilb Il.12 11.45 1••9 16.35 10.16 10.15...
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I « POR FIDI » DI OSIGLIA ED l CLA:;n DI VULCANITI ETC. 5Mi"
Fig. 7. - Distribuzion~ dell~ T~rfe Rare n~i
«Porfidi ... 1 valori sono nonnalizzati a quelli C'Ofl
drilici utilizzando i dati di HASKIN et .1. (19681.
zionali tra «Porfidi. di Osiglia e «Por6.roidi. possono essere riscontrate soltantorelativamente ad un litotipo ad ampia distri.buzione, caratterizzatO da elevato indi~ diporfiricità (!itozona BI; CoRTESOGNO et al.,1984). Per il resto i Porfiroidi del Melognosembrano caratterizzati da maggior fraziona·mento LREE/HREE, maggiori contenuti inZr, Hf e minori contenuti in Th a parità diD.l. e da una significativa correlazione Eu/CeU/Th (dati non pubblicati).
In accordo con le osservazioni strutturali,i «Porfidi» di Osiglia sembrano pertantomeglio inserirsi nel contesto delle manifesta·zioni precoci del vulcanismo permo-carbonifero dci Brianzonese ligure interno.
Alcune differenze di chimismo tra i prodoni dell'attività precoce sono verosimilmen.te da porre in relazione anche: con i differenticaratteri petrogra6ci dei campioni analizzati.I dasti e le intercalazioni nella Formazionedi Oliano sono costituiti infatti da elementidi lave con scarse trac~ di bollosità in cuiprevalgono fenocristalli delle prime fasi cri·stallizzate (biotite, plagioclasio, quarzo), meno
Ire i campioni dei .,Porfidi. di Osiglia eranoin origine brandelli Javici con grado di bollosità variabile, ma probabilmente elevato, incui i fenocristalli di K.feldspato e quarzo,abbondantissimi anche: nella matri~, preval.gono su plagiodasio e biotite. I ca.mpionidelle Metarioliti di C. Lisetto rappresentanoinfine «~neri. saldate con elevate percen·tuali in fenocristalli (quarzo-feldspato) e p0
miCI.
La natura dei campioni analizzati e i IXls,sibili effetti di mobilizzazioni chimiche suggeriscono una certa cautela nella formazionedi ipotesi petrogenetiche. In particolare risulta difficile l'impiego di elementi maggioriquali Na, F e Ca, maggiormente interessatida fenomeni di aulOmetamorfismo e di mobi!izzazione secondaria, i cui contenuti indicano inoltre un limitato «range» composizionale, ristretto li termini essenzialmente riolitici.
D'altra parte l'appartenenza dei punti rapopresentativi dei campioni nel terraedroQ.Ab-Or-An alla zona dei fusi di bassa temoperatura, unitamentc alla mancanza di roccecoeve a composizione intermedia e/o basica,è fortemente indicativa di processi di anatessicrostale.
I dati relativi alle terre rare sembrano confermare tale interpretazione.
La distribuzione delle REE nei c1asti enelle intercalazioni nella Formazione di 01.lano può essere facilmente spiegata attraverso processi di fusione parziale di roccemetasedimentarie (rocce gneissiche, metapeliti, in accordo con la natura degli inclusienallogeni); l'anomalia in Eu e la costanzadei tenori in HREE possono essere dovutili presenza di plagiodasio ed assenza di gra·nalO e apatite nel residuo di fusione. Patternssimili in rocce granitiche sono stati del restoconsiderati indicativi di un'origine attraversoanatessi di rocce metasedimentarie (KOLJO'NEN e ROSENBERG, 1974; MCCARTHY eKABLE, 1978; PECCERILLO et al., 1970).
Anomalie positive in Eu, del tipo di quelleriscontrate nei «: Porfidi » di Osiglia, e noncomuni in rocce di questo tipo, sono statespiegate con modelli di fusione dinamica infeldspati (LANGMUIR et al., 1977; WOOD,1979; VIDAL et al., 1982) o ilXltizzando processi di fusione parziale controllati da apatitee/o orneblenda residuali, le sole fasi carat-
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Fig. 8. - Distribuzione: delle Terre Rare ndleimcrcalazioni metavulcanitichc: (riqu~dro superiore)e nei c1asti di ~llIvuloniti (riquadro inferiore)nella Formnione di Ollano.
{erizzate da bassi valori di K ~/~ rispetto aSm e Cd (ARTH, 1976; NAGASAWA, 1970;ARTH e BARKER, 1976). t:: peraltro possibileche l'apatite abbia giocato un ruolo fondamentale quale fase separata nel corso diIimitatj processi di frazionamento (ad es. dariodacite a riolite o nell'ambito di una stessacomposizione riolitica), producendo in talcaso 'Iimitate anomalie positive in Eu(FOWLER e DOIG, 198}).
I:: infine necessario tener conto del ruoloche potrebbero aver giocato le fasi fluide, lacui attività sembr:1 essere stata localmenteimportante (ad es. processi di sericitizzazione). Fluidi ricchi in F e particolarmente inCI possono produrre perdite in soluzione diREE e U e incrememi delle anomalie negative in Eu (VIDAL et al., 1982). Analoga.mente processi di allomanamento in soluzione di Eu connessi ad albitizzazione dei plagiodasi e legati a contemporanea mobilizzazionedi U sooo funzione dello stato di ossidazionedei fluidi (FOWLER e DoIG, 1983).
fig. 9. _ Distribu7.iune delle Terre Rare nelleMetariolili di Barbassiria (riquadro superiore) endle Metarioliti di Case Lisetlo (riqulIdro inferiore}.
Su tali basi le anomalie osservate potrebbero essere imputate rispenivamente ad unaperdita di Eu ad opera di fluidi ossidanti(imercalazioni e dasti nella Oliano) o adimerazione con fluidi ricchi in Eu (<<Porfidi»di Osiglia), Questa ipotesi sembra tunaviain contrasto con il mancato impoverimentoin U dei dasti e òelle intercalazioni e nonsembra spiegare i'arricchimento di Th inluogo di U nei « Porfidi ... Va inoltre SOllolineato che nclle diverse manifestazioni del.l'attività precoce, Metarioliti di C. Lisettoe Barbassiria incluse, non è stata osservatal'esistenza di una correlazione positiva tra iraPlX'rti Eu/Ce e U/Th, possibile indicatoredi mobilizzazioni selettive ad opera di fluidi(FOWLER e DoIG, 1982). Tale correlazioneè invece evidente nei Porfiroidi del Melogno(dati non pubblicati), dove assai più marcatee diffuse sono le evidenze di processi indottida fasi Ruide.
Nel complesso le manifestazioni precocipotrebbero essere riferite a fusione di materiale crostale, non necessariamente omogeneo, costituito da rocce prevalentementemetase<:!imentarie del basamento pre-varisico,
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l • POR FIDI » DI OSIGLIA ED I CLASTI DI VULCANITI ETC.
Fig. IO. - Variazione dei l'lIpponi Th/V, la/Vbe Eu/Eu· in funzione di D.l.. Simboli come inlig. 6.
La composizione della sorgente, il grado difusione, il ruolo wolto nel residuo da fasiquali plagiodasio, orneblencla, granato, apa·tite, nonchè l'eventuale presenza di limitatiprocessi di frazionamento potrebbero spiegare i caralleri geochimici osservati.
Sembra ruttavia da escludere un'originecomune delle diverse manifeslazioni precociatlraverso fenomeni di frazionamemo basatisulle fasi ptesenti <biotite, feldspato e apatite). Mancano infatti significative cortelazioni lineari Ita elememi igromagmatolìli(V, Th, HO e un netto decremento di alcunielememi di transizione (ad es. Ti). Inolltela dislribuzione di alcuni parametri geochimici
Fig. 11. - Variazione dei TlIpporli Th/U e Eu/Eu·in funzione di p..o. "O. Simboli COll'le in fig. 6.
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5. Conclusioni
Le indagini strulturali condotte hanno consentilo di mettere in evidenza che i .Porfidi.di Osiglia sono coinvolti, insieme con i metasedimemi carboniferi della Formazione diOliano, in una grande antiforme nord-vergente, accompagnata da parassi te, generatadurame la terza fase deformativa, che, quicome in lutto il settore Brianzonese interno,determina retrol1essioni di precedenti strutlure polifasiche avanvergemi.
rispetto a D.l. (6g. 10) non è compalibilecon tale ipotesi. Si osserva infatti, pur lenendo conio delle eventuali mobilizzazioni, unaumento dei rapporti Th/V e Eu/Eu" all'aumentare di D.l. e quindi una successivadiminuzione, mentre il rappono La/Vb dimi.nuisce all'aumentare di D.l .. D'altra parle irapporti Th/V e Eu/Eu" diminuiscono, purcon andamenti diversi per le Metariolili diBarbassiria da un lato e le restami manifestazioni dall'altro, all'aumentare di P~O., 'jb(fig. J l).
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S9(J L. CORTESeK;NO, 11:. GIANOTTI, M. VANOSSI, M. ODDONE, R. VANNUCCI
L'uso indipendente dei criteri di polaritàstratigrafica c tetlonica hll fornito lo stessorisultlllo: i « Porfidi » sottost,tnno stratigra.ficamente ad una p... rte lilmeno della Forma·zione di Oliano. Essi non sono pertanlOcronostratigraficameme correlabili con i Por·firoidi del Mclogno, Permiani, come dubitativamente indicato nel Foglio Albenga-Sa.vana della Carta Geologicll d'Italia, ma debbono invece essere ascritti alla formazionedelle Metarioliti di Case Lisetto, caratterizzante le manifestrlzioni precoci dell'attivitàvulcanica permo-carboniferll. Di que$l'ultimai <Il" Porfidi » divengono anzi la testimonianzavolumetricamente più cospicua tra quelle atutt'oggi note; le indagini petrografiche egeochimiche condotte sono quindi servile ameglio precisare i caratteri di tale episodioiniziale.
li confronto petrograhco e chimico tra ivari affioramenti delle Metarioliti (si vedaCoRTESeK;NO et aL, 1984, fig. 1 per la lorodistribuzione areale) mostra che si tratta diun gruppo sostanzialmente omogeneo, costituito da rioliti in prevalenta ignimbritiche,con indice di porfiricità mediamente elevato00·40 7( ), a fenocristalli prevalenti di quar·zo e K-feldspato e subordinati di biotitee plagioclasio, contenenti brandelli di lavepomiCtt e rari indusi enallogeni (metapelid,scisti biotitici granatiferil di taglia. fino adecimetrica. Il cara.ttere è costantemente calcoalcalino con contenuti in K~O piuuoslo elevati.
L'insieme dei dati petrogra6ci e chimici è:nel complesso indicativo di un'origine altraverso processi di anatessi di materia.le crastale con produzione di diversi fusi indipendenti in un ristretto arco di tempo. Tali con·dizioni implicano che la crosia sia Slllla interessata da un e1evuto regime termico (cfr.anche PECCERILLO et al., 1979).
Taie quadro appare in buon accordo con idati geologici, che, come già detto (CoRTESOGNO et al., 1984). indicano che le riolitisi sono messe in posto durame una fase difratturazione post.:riore all'evento sudetico;poichè è probabile che quest'ultimo abbiaprodotto ispessimenti crostali, la successivaattività. di block-faulting potrebbe essereattribuita ad affondamenti necessari a ristabilire l'equilibrio isostatico; ciò avrebbe por·tato la crosta profonda in condizioni anatettiche.
Sempre a proposito dei .. Porfidi ,. di Osi·glia conviene anche ricordare - bcnchè ciòesuli dall'argomento della presente nota che in essi sono presenti le stesse fasi defor·mativa-metamoriiche alpine già riconosciutein altri terreni dell'unità di Mallare, cui ic Porfidi » appartengono (CoRTESOGNO el al..1981; MESSIGA et aL, 1981), del Brianzanese interno; la loro distribuzione è tuuaviaper lo più limitatll a domini relativamenteristretli; forse corrispondenti a lone di taglioformatesi durante la prima fase deformativamultipla.
Per quanto concerne i dasti di vulcanitipresenti nella Formazione di Oliano, si puòosservare che essi mostmno molteplici motividi interesse.
Anzitutto, il fatto che essi si:mo comples·sivamente rari consente di escludere che grossi volumi di vulcani ti abbiano potuto esseredistrutti dall'erosione subito dopo la loromessa in posto: resta pertanto confermato ilcarallere <Il" sporadico» delle manifestazioniprecOCI.
In secondo luogo, i clasti, presenti a varIlivelli, indicano che verosimilmente le predette manifestllzioni si sono ripetute neltempo, a partire dalla deposizione dei sedimenti arcosici che oggi costituiscono i Paragneiss di Lisio (Westfaliano inferiore?),fino alle parti alte della successione detriticadi Oliano (Stefaniano probabile).
QueS!ll conclusione, assieme alla selettività operata dai processi sedimentari (si puòad esempio ricordare che la maggior partedei clasti nella Formazione di Oliano ha carattere di originari vilrofiri) può giustificarelo spettro composizionale più ampio rispettoai .. Porfidi » pur rodi 'ambito di uno stessomodello petrogenetico.
Riservando ud un prossimo lavoro sui Por·firoidi del MelognlJ sia il quadro completodell'evoluzione petrogenetica delle vulcanitipermo-carbonifere del Brianzonese ligure, siapiù dettagliati confronti regionali, ci sembraopportuno soltolineare sin d'ora due concetti.
Il primo, a livello locale, riguarda le principali differenze tra le ignimbriti rioliticheattribuibili alle manifestazioni precoci e quelle assegnabili alla successiva attività principale, che non consistono soltanto nella di·versa età (rispeltivamenle carbonifera supe-
I .. POR FIDI » DI OSIGLIA ED I CLASTI 01 Vt:LCANITI ETC. 591
riore e permiana) o nella ben diversa quantità dei materiali emessi, ma che si rireriscono anche ai differenti litotipi che vi possono essere identificali e, in generale anchea diversi canltteri geochimici precedentemen.tC ricordati.
L'insicmc di queste differcnze sembra beninquadrabile ncll'ipotesi geneticll per anatcssicrostale, già prospettata (CoRTESOGNO et al.,1984), secondo la quale il fenomeno di fu·sione parziale avrebbe interessato, durante ilPermiano, in seguito ad una risalita generalizzata delle geoisolcrme, scuori crostali benpiù eslesi - e quindi verosimilmente piùeterogenei - di quelli coinvolti nelle fasiprecoci, essenzialmente legate ad affonda.menli isostatici, più o meno localizzati.
Il secondo concello che emerge dai dati innOStro possesso si riferisce al fallO che la• trilogia » (manifestazioni precoci, episodioimerme<!io, auività principale) che abbiamoriconosciuto presenta consiSlenti analogie conil quadro noto per altre aree interessate dalvukanismo tardo·ercinico: in particolare, perrimanere in quelle adiacenti, con il quadrorecemcmcmc messo a punto per le AlpiCozie (LEFEVRE e MICHARD. 1976; LEFEVRE.1982).
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