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“DELIRIUM” (stato confusionale acuto) nel paziente oncologico DELIRIUM DELIRIUM (stato confusionale acuto) (stato confusionale acuto) nel paziente oncologico nel paziente oncologico Daniele Govi Daniele Govi Corso di formazione specifica in Medicina Generale 2012 Reggio Emilia

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  • “DELIRIUM”(stato confusionale acuto)

    nel paziente oncologico

    ““DELIRIUMDELIRIUM””

    (stato confusionale acuto)(stato confusionale acuto)

    nel paziente oncologiconel paziente oncologico

    Daniele GoviDaniele Govi

    Corso di formazione specifica in Medicina

    Generale 2012

    Reggio Emilia

  • Etimologia latina della parola

    “DELIRIUM”

    prefisso “DE”→ “via da”

    e

    “LIRA”→ “solco”, “traccia”

    ……essere fuori essere fuori

    dal tracciatodal tracciato……

  • DEFINIZIONE

    • Sindrome cerebrale organica transitoria caratterizzata da compromissione acuta della sfera attentiva, cognitiva, psicomotoria e percettiva.

    • La vigilanza e la coscienza sono anch’esse compromesse ed il delirium può quindi essere descritto come una particolare anomalia del livello di coscienza sul continuum che va dalla veglia normale al coma.

    • Tipica è l’elevata fluttuazione dei sintomi, con caratteristiche esacerbazioni notturne.

    • Sindrome cerebrale organica transitoria caratterizzata da compromissione acuta della sfera attentiva, cognitiva, psicomotoria e percettiva.

    • La vigilanza e la coscienza sono anch’esse compromesse ed il delirium può quindi essere descritto come una particolare anomalia del livello di coscienza sul continuum che va dalla veglia normale al coma.

    • Tipica è l’elevata fluttuazione dei sintomi, con caratteristiche esacerbazioni notturne.

  • DEFINIZIONE

    A. Alterazione della coscienza (cioe’ riduzione della lucidità della percezione dell’ambiente) con ridotta capacità di focalizzare, mantenere e spostare l’attenzione.

    B. Una modificazione cognitiva (quale deficit di memoria, disorientamento, alterazioni del linguaggio),o lo sviluppo di una alterazione percettiva che non risulta meglio giustificata da una preesistente demenza, stabilizzata o in evoluzione

    C. L’alterazione si sviluppa in breve periodo di tempo (generalmente ore o giorni) e tende a presentare fluttuazioni giornaliere

    D. Vi è la dimostrazione fondata sulla storia, sull’esame fisico, o sugli esami di laboratorio che il disturbo è causato dalle conseguenze fisiologiche dirette di una condizione medica generale

    A. Alterazione della coscienza (cioe’ riduzione della lucidità della percezione dell’ambiente) con ridotta capacità di focalizzare, mantenere e spostare l’attenzione.

    B. Una modificazione cognitiva (quale deficit di memoria, disorientamento, alterazioni del linguaggio),o lo sviluppo di una alterazione percettiva che non risulta meglio giustificata da una preesistente demenza, stabilizzata o in evoluzione

    C. L’alterazione si sviluppa in breve periodo di tempo (generalmente ore o giorni) e tende a presentare fluttuazioni giornaliere

    D. Vi è la dimostrazione fondata sulla storia, sull’esame fisico, o sugli esami di laboratorio che il disturbo è causato dalle conseguenze fisiologiche dirette di una condizione medica generale

    Criteri diagnostici del DSM-IV

    Masson 2001

  • del ritmo sonno-veglia

    del ritmo sonno-vegliadelll’attenzione

    delll’attenzione

    della memoriadella memoriaalterazioni delle capacitàprassiche più complesse

    alterazioni delle capacitàprassiche più complesse

    sindrome cerebraleorganica

    del linguaggiodel linguaggio

    …quadro polimorfo e di variabile gravità

    dell’orientamentodell’orientamento

    disturbi dell’ideazionedisturbi dell’ideazione

    disturbi della percezionedisturbi della percezionedisturbi dell’affettività

    disturbi cognitividisturbi cognitivi

    fluttuazione dei sintominell’arco di breve tempo:diversi osservatori possono registrare

    situazioni e impressioni diverse

    fluttuazione dei sintomifluttuazione dei sintominell’arco di breve tempo:diversi osservatori possono registrare

    situazioni e impressioni diverse

    esordio in genere acutoe conclamato con

    alterazioni dello stato dicoscienza e difficoltà amantenere l’attenzione

    esordio in genere acutoesordio in genere acutoe conclamato con

    alterazioni dello stato dicoscienza e difficoltà amantenere l’attenzione disturbi della coscienza

    e della vigilanza

    disturbi della coscienzae della vigilanza

  • ASPETTI CLINICI DELIRIUM DEMENZA PSICOSI ACUTA

    Esordio acuto insidioso acuto

    Decorso nelle 24 ore

    fluttuante stabile stabile

    Livello di coscienza ridotto risparmiato tranne che nei casi gravi

    risparmiato

    Attenzione compromessa inizialmente risparmiata

    può essere compromessa

    Funzioni cognitive compromesse compromesse possono essere compromesse

    Allucinazioni in genere visive spesso assenti spesso uditive

    Illusioni poco sistematizzate e fugaci

    spesso assenti sistematizzate e sostenute

    Attività psicomotoria aumentata, ridotta mista e fluttuante

    spesso normale variabile con comportamenti bizzarri

    Movimenti involontari asterixis, mioclonie o tremori, frequenti in alcuni sottotipi

    assenti nelle forme più frequenti

    assenti

    EEG anormale anormale normale

  • …parliamo quindi di

    un disturbo complesso (“delirium”)

    che non si identifica con il “delirio”

    (che è solo un sintomo che può far parte delle

    manifestazioni del disturbo)

    …parliamo quindi di

    un disturbo complesso (“delirium”)

    che non si identifica con il “delirio”

    (che è solo un sintomo che può far parte delle

    manifestazioni del disturbo)

  • Il delirium è una delle più comuni

    complicazioni neuropsichiatriche

    nei pazienti con malattia oncologica

    avanzata

  • • Nelle differenti casistiche studiate si osserva una larga variabilità della prevalenza del delirium:

    dal 4 fino all’80%

    • Alcuni recenti studi su pazienti con malattia oncologica avanzata descrivono una prevalenza

    del 30% al momento del ricovero in Hospice o

    della presa in cura da parte di servizi territoriali

    di CP

    • La prevalenza sale all’80% dei pazienti negli ultimi giorni di vita

    Minagawa H. et al., Cancer 1996; Gagnon P. et al., JPSM 2000; Caraceni A. et al., Cancer 2000

  • Il comportamento del paziente con

    delirium è molto variabile e compreso

    in un ampio spettro che va dalla

    “agitazione” allo “stato stuporoso”.

  • 3 forme:

    1. Iperattiva

    2. Ipoattiva

    3. Mista

    1. Iperattiva

    2. Ipoattiva

    3. Mista

  • forma ipoattivaforma ipoattiva

    forma iperattivaforma iperattiva

  • Fattori generali di rischio

    (particolarmente per il paziente anziano)

    • Eta’ avanzata• Gravita’ della malattia • Deficit cognitivo preesistente• Deficit visivo • Multiterapia farmacologica (più di tre farmaci)• Frattura (immobilizzazione)• Catetere vescicale • Copatologie a rischio di squilibri metabolici• Istituzionalizzazione• Stress psicosociali (lutti, separazioni, cambiamenti di

    ambiente)

    • Storia di alcolismo (→ neoplasie testa-collo)

    • Eta’ avanzata• Gravita’ della malattia • Deficit cognitivo preesistente• Deficit visivo • Multiterapia farmacologica (più di tre farmaci)• Frattura (immobilizzazione)• Catetere vescicale • Copatologie a rischio di squilibri metabolici• Istituzionalizzazione• Stress psicosociali (lutti, separazioni, cambiamenti di

    ambiente)

    • Storia di alcolismo (→ neoplasie testa-collo)

  • Nei pazienti con malattia oncologica

    in fase avanzata, il delirium ha

    frequentemente

    un’eziologia multifattoriale

  • Alcune cause di delirium in pazienti con malattia

    oncologica in fase avanzata

    Cause oncologiche dirette:

    • Tumore primitivo cerebrale• Metastasi cerebrali

    Cause indirette:

    • Metaboliche:iperCa, ipoNa, uremia ipo-iperglicemia, encefalopatia epatica

    • Disidratazione• Infettive

    Cause oncologiche dirette:

    • Tumore primitivo cerebrale• Metastasi cerebrali

    Cause indirette:

    • Metaboliche:iperCa, ipoNa, uremia ipo-iperglicemia, encefalopatia epatica

    • Disidratazione• Infettive

    • Iatrogene: oppiacei, FANS, BDZ, anticolinergici, corticosteroidi, digitale, antibiotici,antivirali, anticonvulsivanti, levodopa, ranitidina…CT, RT

    • Dolore non controllato• Ritenzione urinaria (globo

    vescicale!)

    • Fecaloma• Ipossiemia

    • Iatrogene: oppiacei, FANS, BDZ, anticolinergici, corticosteroidi, digitale, antibiotici,antivirali, anticonvulsivanti, levodopa, ranitidina…CT, RT

    • Dolore non controllato• Ritenzione urinaria (globo

    vescicale!)

    • Fecaloma• Ipossiemia

  • Delirium e prognosi

    • Il delirium si associa a prognosi breve

    • Nel paziente terminale è un fattore prognostico negativo (Caraceni et al., Cancer 2000 - PaP score , Maltoni et al JPSM 1999)

    • Il delirium si associa a prognosi breve

    • Nel paziente terminale è un fattore prognostico negativo (Caraceni et al., Cancer 2000 - PaP score , Maltoni et al JPSM 1999)

  • Se [il paziente] sta delirando, non

    riconosce i suoi amici

    e non può sentire o capire,

    questo è un sintomo mortale.

    Ippocrate, AforismiIppocrate, Aforismi

  • Una

    diagnosi precoce

    aumenta le possibilità

    terapeutiche

    Una

    diagnosi precoce

    aumenta le possibilità

    terapeutiche

  • Possibili prodromi

    • Insonnia

    • Sogni vividi, incubi• Agitazione• Irritabilità

    • Distraibilità• Ipersensibilità a suoni

    e luci

    • Ansia

    • Difficoltà di concentrazione

    • Difficoltà di controllare il proprio pensiero

    • Comportamenti inusuali

    • Modificazioni del comportamento

    • Ipo o iperattività

  • Attenzione a…

    •Riconoscere gli elementi principali della storia del malato in quanto il significato dei sintomi èsempre da interpretare come manifestazione di una storia individuale e di eventi che si riallacciano nella loro espressività attraverso i sintomi stessi (L. Grassi)

    •Dinamiche relazionali all’interno della famiglia

    Attenzione a…

    •Riconoscere gli elementi principali della storia del malato in quanto il significato dei sintomi èsempre da interpretare come manifestazione di una storia individuale e di eventi che si riallacciano nella loro espressività attraverso i sintomi stessi (L. Grassi)

    •Dinamiche relazionali all’interno della famiglia

  • 16

    55

    100

    0

    10

    20

    30

    40

    50

    60

    70

    80

    90

    100

    Grave Moderato Lieve

    % pazienti che

    ricordano

    Ricordo del delirium in base alla gravità del quadro clinico

    Breitbart et al 2002Breitbart et al 2002

  • I consigli dell’infermiere…I consigli dell’infermiere…

    • Limitare l’uso delle spondine• Curare l’ambiente evitando ulteriori stimoli

    o pericoli (oggetti, finestre chiuse)

    • Evitare stimoli esterni “forti”: televisione, giornali…

    • Camera tranquilla e ben illuminata• Oggetti familiari vicino al paziente

    • Limitare l’uso delle spondine• Curare l’ambiente evitando ulteriori stimoli

    o pericoli (oggetti, finestre chiuse)

    • Evitare stimoli esterni “forti”: televisione, giornali…

    • Camera tranquilla e ben illuminata• Oggetti familiari vicino al paziente

  • • Assecondare il malato instaurando una relazione “nel suo delirio”

    • Eliminare eventuali “oggetti” di allucinazione • Garantire la presenza di persone non

    percepite come minacciose

    • Limitare le visite esterne • Favorire la vicinanza di persone significative

    (familiari, amici…)

    • Favorire la comunicazione non verbale, evitando contatti che possano essere vissuti dal paziente come minacciosi

    • Assecondare il malato instaurando una relazione “nel suo delirio”

    • Eliminare eventuali “oggetti” di allucinazione • Garantire la presenza di persone non

    percepite come minacciose

    • Limitare le visite esterne • Favorire la vicinanza di persone significative

    (familiari, amici…)

    • Favorire la comunicazione non verbale, evitando contatti che possano essere vissuti dal paziente come minacciosi

  • • Utilizzare toni bassi e calmi della voce• Porre dei “limiti” al malato quando

    particolarmente in collera o aggressivo

    • Rassicurazione verbale• Provare a spostare l’attenzione del malato da

    argomentazioni e bisogni sui quali èparticolarmente insistente

    • Favorire, nei limiti di sicurezza, i desideri del paziente

    • Valutare i pazienti con i quali è utile la spiegazione delle manovre che si eseguono: in alcune situazioni, spiegazioni dettagliate possono incrementare l’irritabilità

    • Utilizzare toni bassi e calmi della voce• Porre dei “limiti” al malato quando

    particolarmente in collera o aggressivo

    • Rassicurazione verbale• Provare a spostare l’attenzione del malato da

    argomentazioni e bisogni sui quali èparticolarmente insistente

    • Favorire, nei limiti di sicurezza, i desideri del paziente

    • Valutare i pazienti con i quali è utile la spiegazione delle manovre che si eseguono: in alcune situazioni, spiegazioni dettagliate possono incrementare l’irritabilità

  • LA FAMIGLIA

    • Il delirio è spesso fonte di enorme stress per

    la famiglia del malato.

    • La famiglia non riconosce il proprio caro

    come quella “persona” con i propri valori e la

    propria affettività.

    • La famiglia non si sente riconosciuta dal

    familiare nel suo valore e nella sua affettività.

    • Il delirium viene percepito dai familiari come

    anticamera di morte.

    • Il delirio è spesso fonte di enorme stress per

    la famiglia del malato.

    • La famiglia non riconosce il proprio caro

    come quella “persona” con i propri valori e la

    propria affettività.

    • La famiglia non si sente riconosciuta dal

    familiare nel suo valore e nella sua affettività.

    • Il delirium viene percepito dai familiari come

    anticamera di morte.

  • • mantenere la comunicazione: enfatizzare

    che la comunicazione è ancora possibile,

    anche quando non lo è un discorso

    razionale

    • educare e coinvolgere i familiari “nella

    relazione” con il malato, spiegando le

    possibilità di contatto con lui

    • mantenere la comunicazione: enfatizzare

    che la comunicazione è ancora possibile,

    anche quando non lo è un discorso

    razionale

    • educare e coinvolgere i familiari “nella

    relazione” con il malato, spiegando le

    possibilità di contatto con lui

  • • aiutare ed ascoltare i familiari ad esprimere i

    sentimenti ed i risentimenti provati

    • accogliere e tollerare le possibili reazioni della

    famiglia, in particolare la rabbia rivolta all’equipe,

    che spesso viene presa di mira come responsabile

    diretta di quanto sta accadendo

    • dare spiegazioni chiare e definite sul significato dei

    sintomi del proprio caro e rassicurare, quando

    possibile, circa l’evoluzione del quadro

    • illustrare le modalità degli interventi farmacologici

    • favorire la vicinanza dei familiari, non dimenticando

    il loro bisogno di riposo e di “stacco” dalla

    situazione

    • aiutare ed ascoltare i familiari ad esprimere i

    sentimenti ed i risentimenti provati

    • accogliere e tollerare le possibili reazioni della

    famiglia, in particolare la rabbia rivolta all’equipe,

    che spesso viene presa di mira come responsabile

    diretta di quanto sta accadendo

    • dare spiegazioni chiare e definite sul significato dei

    sintomi del proprio caro e rassicurare, quando

    possibile, circa l’evoluzione del quadro

    • illustrare le modalità degli interventi farmacologici

    • favorire la vicinanza dei familiari, non dimenticando

    il loro bisogno di riposo e di “stacco” dalla

    situazione

  • Lo stato confusionale acuto produce negli

    operatori un profondo impatto emotivo.

    Gli operatori possono vivere sentimenti

    di frustrazione, di impotenza,

    di disorientamento operativo,

    di grande stanchezza.

    Lo stato confusionale acuto produce negli

    operatori un profondo impatto emotivo.

    Gli operatori possono vivere sentimenti

    di frustrazione, di impotenza,

    di disorientamento operativo,

    di grande stanchezza.

  • PROBLRMI

    TERAPEUTICI

  • causecause

    nondiagnosticabili

    nondiagnosticabili

    nonreversibilinon

    reversibili reversibilireversibili

    diagnosticabilidiagnosticabili

    utileutilenon utilenon utile

    tentativo dicorrezionetentativo dicorrezione

    “MANAGEMENT”(gestione sintomi)

    “MANAGEMENT”(gestione sintomi)

    “TREATMENT”(terapia causale)

    “TREATMENT”(terapia causale)

    deliriumdeliriumdelirium

  • Secondo Bruera, nelle ultime 48 ore

    di vita, in più della metà delle

    persone confuse non è possibile

    stabilire, con una certa probabilità,

    le cause e tanto meno farle

    regredire.

  • treatment management

  • I FARMACI

  • - Haldol: f 5 mg, gtt 0,2% (2 mg/ml = 20 gocce),

    gtt 1%, cpr 1 mg e 5 mg

    - Serenase: f 2 mg, f 5 mg, gtt 0,2%, gtt 1%,

    cpr 1, 5 e 10 mg

    - Haldol: f 5 mg, gtt 0,2% (2 mg/ml = 20 gocce),

    gtt 1%, cpr 1 mg e 5 mg

    - Serenase: f 2 mg, f 5 mg, gtt 0,2%, gtt 1%,

    cpr 1, 5 e 10 mg

    Il farmaco di prima scelta èl’aloperidolo che presenta maggior efficacia “incisiva”, minori effetti sedativi, anticolinergici e cardiovascolari rispetto agli altri neurolettici.

    Il farmaco di prima scelta èl’aloperidolo che presenta maggior efficacia “incisiva”, minori effetti sedativi, anticolinergici e cardiovascolari rispetto agli altri neurolettici.

  • Aloperidolo

    Nome commerciale: HALDOL, SERENASE

    Meccanismo d’azione:

    Butirrofenone ad attività tranquillante.

    Riduce la trasmissione nervosa dopaminergica nel SNC.

    I suoi effetti bloccanti dei recettori dopaminergici a livello della

    zona trigger spiegano probabilmente la sua azione antiemetica.

    Nome commerciale: HALDOL, SERENASE

    Meccanismo d’azione:

    Butirrofenone ad attività tranquillante.

    Riduce la trasmissione nervosa dopaminergica nel SNC.

    I suoi effetti bloccanti dei recettori dopaminergici a livello della

    zona trigger spiegano probabilmente la sua azione antiemetica.

  • • per os: 0,5-5 mg ogni 8-12 ore (una dose di 2 mg/die può essere efficace in casi lievi)

    • sc (im o ev): 0,5-2 mg per dose, adattando il dosaggio alla risposta clinica nello spazio di poche ore

    • per os: 0,5-5 mg ogni 8-12 ore (una dose di 2 mg/die può essere efficace in casi lievi)

    • sc (im o ev): 0,5-2 mg per dose, adattando il dosaggio alla risposta clinica nello spazio di poche ore

    La somministrazione parenterale

    è circa 2 volte più efficacie di quella orale

  • aloperidolo

    • Dosi basse 2,5 mg/24 ore 61%

    • Intermedie 15 mg/24 ore 32%

    • Alte 30 mg/24 ore 7%

    • Dosi basse 2,5 mg/24 ore 61%

    • Intermedie 15 mg/24 ore 32%

    • Alte 30 mg/24 ore 7%

  • Uno schema di terapia con aloperidolo…

    intervallo aloperidolo

    . 1 0.5 mg

    . 2 trenta minuti 0.5 mg

    . 3 0.5 mg

    . 4 1 mg

    . 5 1 mg

    . 6 1 mg

    . 7 2 mg

    . 8 2 mg

    . 9 2 mg

    . 10 5 mg

    . 11 5 mg

    . 12 5 mg

    intervallo aloperidolo

    . 1 0.5 mg

    . 2 trenta minuti 0.5 mg

    . 3 0.5 mg

    . 4 1 mg

    . 5 1 mg

    . 6 1 mg

    . 7 2 mg

    . 8 2 mg

    . 9 2 mg

    . 10 5 mg

    . 11 5 mg

    . 12 5 mg

    Da Akechi Supp Care Cancer 1996

    dose media:

    primo giorno = 6 ± 4intero periodo = 5,4 ± 3,4

    dose media:

    primo giorno = 6 ± 4intero periodo = 5,4 ± 3,4

  • …altri neurolettici

    LARGACTIL (clorpromazina): •gocce al 4% (1 goccia = 2mg) • cpr da 25 e 100 mg •fiale 50 mg

    TALOFEN (promazina): •gocce al 4% (1 goccia = 2 mg) • cpr 25 mg •fiale 50 mg

    NOZINAN (levomepromazina o metotrimeprazina): •cpr da 25 e 100 mg

    FARGANESSE (prometazina): •conf 25 mg •fiale 50 mg

    LARGACTIL (clorpromazina): •gocce al 4% (1 goccia = 2mg) • cpr da 25 e 100 mg •fiale 50 mg

    TALOFEN (promazina): •gocce al 4% (1 goccia = 2 mg) • cpr 25 mg •fiale 50 mg

    NOZINAN (levomepromazina o metotrimeprazina): •cpr da 25 e 100 mg

    FARGANESSE (prometazina): •conf 25 mg •fiale 50 mg

  • Effetti collaterali

    Farmaco Sedaz. Ipotens. Ext.piramidali Anticolinergici

    Aloperidolo

    (Serenase, Haldol)+ + ++++ +

    Metotrimeprazina o

    Levomepromazina

    (Nozinan)

    ++++ +++ ++ +++

    Promazina

    (Talofen)++ ++ + ++

    Clorpromazina

    (Largactil)+++ +++ ++ +++

    Olanzapina

    (Zyprexa)++ - - ++

    Quetiapia

    (Seroquel)+ + - +

    Risperidone

    (Risperdal, Belivon)++ ++ + +

  • Effetti collaterali

    Farmaco Sedaz. Ipotens. Ext.piramidali Anticolinergici

    Aloperidolo

    (Serenase, Haldol)+ + ++++ +

    Clorpromazina

    (Largactil)+++ +++ ++ +++

    Risperidone *

    (Risperdal o Belivon)++ ++ + +

    Promazina

    (Talofen)++ ++ + ++

    Metrotrimeprazina o

    Levomepromazina

    (Nozinan)

    ++++ +++ ++ +++

  • L’uso di benzodiazepine è

    controindicato nella maggior parte

    delle forme di delirium, poiché tende

    a peggiorare lo stato confusionale.

    Possono essere impiegate quando si deve ottenere

    un effetto sedativo e ansiolitico in casi con marcata

    agitazione o in particolari situazioni cliniche come,

    ad esempio, nel delirium in fase terminale.

    Possono essere impiegate quando si deve ottenere

    un effetto sedativo e ansiolitico in casi con marcata

    agitazione o in particolari situazioni cliniche come,

    ad esempio, nel delirium in fase terminale.

  • Benzodiazepine

    • Midazolam (Ipnovel): fiale da 5 e 15 mg(emivita plasmatica: 2-5 h, prolungata nei > 60 anni e se utilizzato per via s.c.; durata d’azione: 5 mg = di solito non oltre le 4 ore; 3 volte più potente del diazepam; ha un metabolita attivo)

    • Diazepam (Valium, Vatran…): cps da 2 e 5 mg, gocce (10 gocce = 2 mg), fiale da 10 mg…(emivita plasmatica: 20-100 h, il metabolita attivo nordiazepam 30-200 h; durata d’azione: 3-30 h)

    • Lorazepam (Tavor, Lorans, Control): cpr da 1 e 2,5 mg, gocce (20 gocce = 1 mg), fiale 4 mg (H) (emivita plasmatica: 12-15 h, durata d’azione: 6-72 h; non ha metaboliti attivi)

    • Midazolam (Ipnovel): fiale da 5 e 15 mg(emivita plasmatica: 2-5 h, prolungata nei > 60 anni e se utilizzato per via s.c.; durata d’azione: 5 mg = di solito non oltre le 4 ore; 3 volte più potente del diazepam; ha un metabolita attivo)

    • Diazepam (Valium, Vatran…): cps da 2 e 5 mg, gocce (10 gocce = 2 mg), fiale da 10 mg…(emivita plasmatica: 20-100 h, il metabolita attivo nordiazepam 30-200 h; durata d’azione: 3-30 h)

    • Lorazepam (Tavor, Lorans, Control): cpr da 1 e 2,5 mg, gocce (20 gocce = 1 mg), fiale 4 mg (H) (emivita plasmatica: 12-15 h, durata d’azione: 6-72 h; non ha metaboliti attivi)