Statica Fisica Generale A · 2013. 7. 9. · 2 Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica...

10
5. Statica Fisica Generale A http://campus.cib.unibo.it/2425/ September 23, 2010 Statica Cinematica: descrizione del moto, trascurandone le cause. Statica: studio delle forze (che sono causa dei cambiamenti dello stato di moto) nelle configurazioni di equilibrio. Equilibrio: si ha quando un corpo soggetto a forze, inizialmente in quiete rispetto a un prestabilito SdR, rimane nello stato di quiete. Concetto di forza: nasce dallo “sforzo” muscolare. 2 Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica Forza Definizione operativa (specificazione del procedimento con cui si effettua la misura): cordicella + dinamometro. La retta su cui si dispone la cordicella rappresenta la direzione della forza, il dinamometro ne misura il modulo. Il dinamometro è costituito da una molla a elica cilindrica e da una scala graduata che consente di misurarne l’allungamento. Cordicella ideale: infinitamente sottile, perfettamente flessibile e inestensibile. Molla ideale: massa nulla, segue precisamente la legge di Hooke: dove k è una costante (costante elastica). F F = k l dinamometro 3 Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica Dinamometro e Forza Peso Forza peso: dovuta all’attrazione gravitazionale, diretta lungo la verticale, con verso diretto in basso. Forza elastica: esercitata dalla molla, proporzionale all’allungamento della molla. Equilibrio di un sistema di forze applicate a un punto materiale: risultante nulla: Raddoppiando il peso (appendendo due pesetti uguali) raddoppia pure l’allungamento della molla. F e F p F p + F e = 0 F p k l = 0 4 Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

Transcript of Statica Fisica Generale A · 2013. 7. 9. · 2 Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica...

  • 5. Statica

    Fisica Generale A

    http://campus.cib.unibo.it/2425/

    September 23, 2010

    Statica

    • Cinematica: descrizione del moto, trascurandone le cause.

    • Statica: studio delle forze (che sono causa dei cambiamenti dello stato di moto) nelle configurazioni di equilibrio.

    • Equilibrio: si ha quando un corpo soggetto a forze, inizialmente in quiete rispetto a un prestabilito SdR, rimane nello stato di quiete.

    • Concetto di forza: nasce dallo “sforzo” muscolare.

    2Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Forza

    • Definizione operativa (specificazione del procedimento con cui si effettua la misura): cordicella + dinamometro. – La retta su cui si dispone la cordicella rappresenta la direzione della

    forza, il dinamometro ne misura il modulo. • Il dinamometro è costituito da una molla a elica cilindrica e da una

    scala graduata che consente di misurarne l’allungamento. • Cordicella ideale: infinitamente sottile, perfettamente flessibile e

    inestensibile. • Molla ideale: massa nulla, segue precisamente la legge di Hooke:

    dove k è una costante (costante elastica).

    F

    F = k l

    dinamometro

    3Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Dinamometro e Forza Peso

    • Forza peso: dovuta all’attrazione gravitazionale, diretta lungo la verticale, con verso diretto in basso.

    • Forza elastica: esercitata dalla molla, proporzionale all’allungamento della molla.

    • Equilibrio di un sistema di forze applicate a un punto materiale: risultante nulla:

    • Raddoppiando il peso (appendendo due pesetti uguali) raddoppia pure l’allungamento della molla.

    Fe

    Fp

    Fp+ F

    e= 0 F

    pk l = 0

    4Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

  • Natura Vettoriale delle Forze

    • Si trova sperimentalmente che le forze si sommano vettorialmente. – Per 3 forze applicate a un punto materiale si ha l’equilibrio se:

    F

    3= F

    1+ F

    2( ) F

    1+ F

    2+ F

    3= 0

    F3

    F1

    F2

    F1+ F

    2= F

    3

    5Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Forze Interne e Forze Esterne

    • In un sistema di punti materiali si definiscono:

    – Forze interne: le forze esercitate da una parte del sistema su un’altra parte dello stesso sistema.

    – Forze esterne: le forze esercitate su di una parte del sistema da parte di corpi non appartenenti al sistema.

    • Es.:

    – Per il sistema costituito dalla sola Terra, l’attrazione gravitazionale esercitata del Sole sulla Terra è una forza esterna.

    – Per il sistema costituito da Terra + Sole l’attrazione gravitazionale esercitata del Sole sulla Terra è una forza interna.

    6Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Equazioni Cardinali della Statica

    • Condizione necessaria e sufficiente per l’equilibrio di un punto materiale è che si annulli la risultante delle forze ad esso applicate (NB: questo non significa che non siano presenti forze!).

    • Condizione necessaria e sufficiente per l’equilibrio di un corpo rigido è che si annullino sia la risultante sia il momento risultante delle forze esterne ad esso applicate (NB: le forze interne di coesione del corpo rigido, che mantengono invariate le distanze tra i punti, non hanno effetto).

    R = 0

    Re( )= 0, M

    e( )O( )= 0 (equazioni cardinali della statica)

    7Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Centro di Gravità o Baricentro

    • Corpo rigido: si può idealmente suddividerlo in n parti sufficientemente piccole rispetto al contesto considerato, da poter essere considerate puntiformi.

    • Ogni parte è soggetta alla forza peso: .

    • Se il corpo non è troppo esteso (rispetto alla dimensione della Terra) tali forze sono parallele tra loro.

    • L’insieme delle forze peso è riducibile a una sola forza, la risultante , detta peso totale del corpo, applicata nel centro dei vettori paralleli, che in questo caso prende il nome di Centro di Gravità (o Baricentro) G.

    F

    1, F

    2,..., F

    n

    R

    8Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    3P

    2P

    1F

    2F 3F

    4F

    1P

    4P

    OG

    R

  • Centro di Gravità o Baricentro (II)

    • Il Centro di Gravità (essendo il centro dei vettori paralleli) è definito da:

    • Proiettando sugli assi e prendendo O come origine si hanno le componenti cartesiane:

    xG=1

    RFixi

    i=1

    n

    yG=1

    RFiyi

    i=1

    n

    zG=1

    RFizi

    i=1

    n

    9Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    3P

    2P

    1F

    2F 3F

    4F

    1P

    4P

    OG

    R

    G O =1

    RFiPiO( )

    i=1

    n

    O = 0,0,0( )Pi= x

    i, yi, zi( )

    Gi= x

    G, yG, zG( )

    R = Fi

    i=1

    n

    Centro di Gravità o Baricentro (III)

    • Per un sistema costituito da 2 soli punti materiali, il centro di gravità si trova sul segmento che congiunge i 2 punti, a distanza da essi inversamente proporzionale al loro peso.

    • Per un sistema di n punti materiali che giacciono su di una retta, il centro di gravità si trova sulla medesima retta.

    • Per un sistema di n punti materiali che giacciono su di un piano, il centro di gravità si trova sul medesimo piano.

    • Se un sistema può essere diviso in più parti, il suo centro di gravità coincide col centro di gravità dei centri di gravità parziali.

    G1

    G2

    G

    10Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Centro di Gravità o Baricentro (IV)

    • Per un corpo omogeneo (porzioni di ugual volume hanno ugual peso), suddividendolo in n parti di ugual volume, sufficientemente piccole rispetto al contesto considerato, da poter essere considerate puntiformi, si ha:

    Fi= F , i = 1,2,…,n

    xG=1

    RFixi

    i=1

    n

    =1

    n FF x

    ii=1

    n

    =1

    n FF x

    ii=1

    n

    =1

    nxi

    i=1

    n

    yG=1

    nyi

    i=1

    n

    zG=1

    nzi

    i=1

    n

    G O =1

    nPiO( )

    i=1

    n

    11Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    G O =1

    VP O( )dV

    V

    Centro di Gravità o Baricentro (V)

    • Se chiamiamo ps il peso specifico, si può scrivere:

    • Se si fa tendere , la sommatoria viene sostituita da un integrale. Per un corpo omogeneo:

    xG=1

    Vx d x d y d z

    V

    yG=1

    Vy d x d y d z

    V

    zG=1

    Vz d x d y d z

    V

    G O =1

    RVipsPiO( )

    i=1

    n

    =ps

    RViPiO( )

    i=1

    n

    =1

    VViPiO( )

    i=1

    n

    n

    12Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    O = 0,0,0( )P = x, y, z( )Gi= x

    G, yG, zG( )

    V = d x d y d zV

  • Forze Vincolari

    • Ogni vincolo impedisce certi movimenti del corpo considerato e ne consente altri (es.: rotaia treno, cardine porta, piano su cui è appoggiato un oggetto, ecc.).

    • Per impedire i movimenti vietati dei corpi, i vincoli debbono esercitare sui corpi delle forze, dette forze vincolari o reazioni vincolari.

    • Esempio: – Se un corpo, appoggiato su un tavolo, rimane in quiete, allora la risultante

    e il momento risultante delle forze che agiscono su di esso sono entrambi nulli.

    – Il corpo è sicuramente soggetto alla forza peso diretta lungo la verticale verso il basso.

    – Affinché sia nulla la risultante, deve essere presente una forza, diretta lungo la verticale verso l’alto.

    – Tale forza è la reazione vincolare . F

    p

    Rn

    Rn= F

    p

    13Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Forze Vincolari (II)

    • Le forze non vincolari sono dette forze attive. • Le forze vincolari sono a priori sconosciute, in quanto

    debbono adeguarsi alle circostanze per neutralizzare le forze attive che potrebbero causare movimenti vietati: – Lo stesso tavolo esercita reazioni vincolari diverse su due oggetti

    di peso diverso appoggiati su di esso.

    Fp1

    Rn1

    Rn2

    Fp2

    Rn1> R

    n2

    14Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Forze di Attrito

    • Le forze di attrito sono forze che si sviluppano sulla superfici dei corpi, tangenzialmente ad esse, ostacolandone il movimento. – Attrito interno: si esplica tra i vari strati di un fluido, dovuto alla

    viscosità (es.: differente comportamento tra acqua e miele). – Attrito del mezzo: resistenza viscosa (F v) o resistenza

    idraulica (F v2) a cui è soggetto un corpo in moto entro un fluido viscoso.

    – Attrito radente: quando due corpi solidi sono sollecitati a strisciare l’uno sull’altro, sulle superfici di contatto si sviluppano forze tangenziali dovute alle asperità e alle forze di adesione che si esercitano tra le 2 superfici.

    – Attrito volvente: si osserva in un cilindro che rotola senza strisciare su di una superficie. Dovuto alle asperità e alla non perfetta elasticità dei corpi a contatto.

    15Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Attrito Radente

    • Si manifesta allo strisciare di due corpi l’uno sull’altro.

    • È causato dalle asperità delle superfici striscianti (per cui le irregolarità della superficie più dura scavano solchi sulla superficie più tenera) e dall’adesione tra le due superfici che può produrre delle vere micro-saldature nei punti di contatto. – Particolarmente intensa è l’adesione tra rame e rame e tra

    alluminio e alluminio, che tendono facilmente a “ingranarsi” o “gripparsi”.

    FRt

    16Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

  • Attrito Radente (II)

    • Per diminuire l’attrito radente si utilizzano lubrificanti, ovvero sostanze (olio, grafite, talco, paraffina) che si interpongono tra le due superfici che strisciano.

    • Per minimizzare l’attrito, allo scopo di eseguire esperimenti precisi di dinamica, si utilizza il “cuscino d’aria”, ovvero si interpone uno strato di aria tra le superfici.

    • Il ghiaccio secco a temperatura ambiente sublima in anidride carbonica gassosa che fuoriesce dal foro inferiore creando una pellicola di aria che si interpone tra il disco e la superficie su cui esso appoggia.

    17Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Attrito Radente (III)

    • La tecnica del “cuscino d’aria” viene utilizzata anche in particolari veicoli anfibi per trasporto passeggeri denominati hovercraft.

    18Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Attrito Radente (IV)

    • Nello studio dell’attrito radente si distingue tra attrito statico e attrito dinamico.

    • Se un corpo pesante appoggia con una faccia su di un piano orizzontale e sia applica ad esso una forza diretta orizzontalmente, se il modulo della forza è sufficientemente piccolo il corpo non si muove (attrito statico).

    • Quando invece si aumenta oltre una certa soglia, il corpo comincia a muoversi, ma con accelerazione inferiore a quella che avrebbe in assenza di attrito (attrito dinamico).

    F

    F

    F

    19Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    FRt

    Attrito Radente (V)

    • Si osserva sperimentalmente che esiste un valore di soglia Fsoglia del modulo della forza attiva per cui: – Il corpo non si muove se:

    In questo caso si dice che l’attrito radente è statico.

    – Il corpo si muove se:

    In questo caso si dice che l’attrito radente è dinamico.

    F

    F < Fsoglia

    20Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    FRt

    F Fsoglia

  • Attrito Radente Statico

    • Se il corpo non si muove (attrito radente statico), significa che esso si trova in equilibrio statico, dunque la risultante delle forze deve essere nulla:

    • Questo significa che, se il corpo non si muove, la forza di attrito radente è sempre opposta alla forza attiva:

    • Come la reazione vincolare, anche la forza di attrito radente statico non è nota a priori: – Essa si adegua alla forza attiva:

    • Finché non si raggiunge il valore di soglia Fsoglia.

    R = F + Rt

    s( )= 0 se F < F

    soglia

    Rt

    s( )= F se F < F

    soglia

    21Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    FRt

    s( )

    Attrito Radente Statico (II)

    • La massima intensità della forza di attrito radente statico si ha quando . In tal caso si ha:

    • Possiamo pertanto scrivere:

    oppure:

    limF F

    soglia

    Rt

    s( )= F

    soglia

    22Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    FRt

    s( )

    F Fsoglia

    max Rt

    s( ){ } = Fsoglia

    Rt

    s( )= F

    F Fsoglia

    Rt

    s( )= F F

    soglia

    Attrito Radente Statico (III)

    • Si trova sperimentalmente che il valore di soglia Fsoglia è proporzionale all’intensità della reazione vincolare , detta forza di appoggio (che, a sua volta, è opposta alla forza peso ):

    • Il coefficiente adimensionale f è detto coefficiente di attrito statico.

    • Sperimentalmente f dipende dai materiali di cui sono composte le superfici e dalla loro scabrosità ed è approssimativamente indipendente dalla superficie di appoggio.

    • Per quanto visto, avremo pertanto, per l’attrito statico:

    23Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Fsoglia

    = f Rn

    Rn

    max Rt

    s( ){ } = Fsoglia = f RnRt

    s( )= F < f R

    n

    R

    n

    p

    FRt

    s( )

    p

    Attrito Radente Dinamico

    • Se allora il corpo inizia a muoversi. • In questo caso il corpo non è in equilibrio e la risultante

    non è nulla:

    • Si trova sperimentalmente che l’intensità della forza di attrito radente dinamico vale:

    dove è la reazione vincolare della superficie (forza d’appoggio), opposta alla forza peso . Il coefficiente adimensionale μ è detto coefficiente di attrito dinamico.

    R = F + Rt

    d( )0 se F F

    soglia= f R

    n

    24Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    F Fsoglia

    R

    n

    p

    FRt

    d( )v

    Rt

    d( )= μ R

    nse F f R

    n

    Rn

    p

  • Attrito Radente (Sommario)

    • Concludendo, l’intensità della forza di attrito radente vale:

    25Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    R

    n

    p

    FRt

    Rt=

    Rt

    s( )= F se F < f R

    n

    Rt

    d( )= μ R

    nse F f R

    n

    F

    Rt

    f Rn

    f Rn

    μ Rn

    Attrito statico Attrito dinamico

    Attrito Radente (Valori Tipici)

    26Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Superfici f μ

    Legno-legno 0.5 0.3 Acciaio-acciaio 0.74 0.57 Acciaio-acciaio lubrificato 0.1 0.05 Acciaio-teflon 0.04 0.04 Alluminio-alluminio 1.05-1.35 1.4 Alluminio-acciaio 0.61 0.47 Rame-rame 1.00 0.2-0.6 Gomma-asfalto 0.7 0.5 Gomma-asfalto bagnato 0.4 0.2

    R

    n

    p

    FRt

    Attrito Statico e Attrito Dinamico

    • Sperimentalmente risulta:

    L’attrito dinamico è minore del limite massimo dell’attrito statico. • Una semplice esperienza mette in evidenza questa proprietà: un’asta

    appoggiata sui diti indici di due mani. Le due forze d’appoggio possono essere trovate dalle equazioni cardinali della statica:

    μ < f Rt

    d( ) b

    0)

    inizia a slittare. • Se fosse μ = f, quando diventa a = b0 (forza d’appoggio uguale) le

    due dita inizierebbero a muoversi insieme.

    R = p + RnA+ R

    nB= 0

    MG( )= A G( ) RnA + B G( ) RnB = 0

    p = RnA+ R

    nB

    a0RnA= b

    0RnB

    RnB=a0

    b0

    RnA

    p = RnA+a0

    b0

    RnA=a0+ b

    0

    b0

    RnA

    RnA=

    b0

    a0+ b

    0

    p

    RnB=

    a0

    a0+ b

    0

    p

    28Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    RnA

    RnBG

    A B a

    0 b

    0p

  • RtA

    d( )= max R

    tB

    s( ){ } μ RnA = f RnB μb0

    a1+ b

    0

    = fa1

    a1+ b

    0a1

    b0

    f

  • Attrito Volvente

    • Un cilindro che rotola senza strisciare su di un piano è soggetto alla forza di attrito radente statico che impedisce lo strisciamento.

    • La forza di attrito radente statico non ostacola il rotolamento del cilindro.

    • Il rallentamento del moto di rotolamento (come vedremo in dinamica) è dovuto a una coppia di forze. Tale coppia è detta coppia di attrito volvente. Si tratta di forze assolutamente diverse da quelle di attrito radente statico.

    F

    Rt

    s( )

    33Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Attrito Volvente (II)

    • L’attrito volvente ha origine in una asimmetria delle forze elastiche vincolari.

    • Quando il cilindro rotola su di una superficie, si crea sulla superficie una avvallamento che procede insieme al cilindro.

    • Dove si forma l’avvallamento sono presenti forze che si oppongono alla deformazione.

    • Dove l’avvallamento scompare sono presenti forze di ripristino. • Se le forze che si oppongono alla deformazione non sono

    esattamente uguali alle forze di ripristino, si ha un’asimmetria che genera l’attrito volvente.

    34Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    F

    Attrito Volvente (III)

    • L’attrito volvente risulta molto inferiore all’attrito radente (dalle 100 alle 1000 volte).

    • Per questo motivo, dove si debba minimizzare l’attrito nella rotazione di un asse, si preferiscono i cuscinetti a rotolamento (come il cuscinetto a sfere mostrato in figura) ai cuscinetti a strisciamento (p.es.: bronzine).

    • Tra le due superfici cilindriche in figura sono poste 9 sfere ingabbiate che rotolano quando una superficie cilindrica si muove rispetto all’altra.

    35Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

    Forze di Attrito (Note)

    • Un corpo che striscia su di una superficie è soggetto alla forza di attrito radente dinamico.

    • Un corpo che rotola senza strisciare su di una superficie è soggetto alla forza di attrito radente statico e alla forza di attrito volvente.

    • In assenza di attrito radente l’uomo e gli animali non riuscirebbero a camminare e gli autoveicoli non riuscirebbero a muoversi.

    Rt

    s( )Rt

    s( )

    36Domenico Galli – Fisica Generale A – 5. Statica

  • http://campus.cib.unibo.it/2425/

    Domenico Galli Dipartimento di Fisica

    [email protected]

    http://www.unibo.it/docenti/domenico.galli

    https://lhcbweb.bo.infn.it/GalliDidattica

    2010-10-01T09:56:53+0200Domenico Galli