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Stare bene naturalmente SCOPRI tutte le NOVITÀ del SANA 2018 , in primis il bambù magazine CHEF VS NUTRIZIONISTI Le stupefacenti qualità botaniche della CANNABIS SATIVA SFOGLIA LA RIVISTA

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Editoriale e Sommario

Il magazine gratuito per vivere in modo consapevolmente secondo Natura

A cura di Marzia Novelli eRiccardo Mazzoni

Hanno collaborato:Francesco BeccagutiCorinna MuziMarco NigroCaterina NissimGianluca RiezzoGabriella BaroniCarlo Alberto PietrangeliMiriam BaroniPatrizia LiaMicaela Del Buono

Progetto grafico:Morena Ceriotti (Excalibur)

Realizzazione editoriale:Giovanna Mazzoni(Excalibur)

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SOMMARIOLo sciamanesimo

La canapa

Alimentazione salutare

La liquirizia

Il Neem

Super colazione

Tea tree

Veterinaria geraritrica

Arte erboristica

Il bambù

Test

Lo sai...

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Questo termine deriva dalla parola tungusa shaman e indica un’esperienza

di profonda ed estatica connessione del Singolo con l’Invisibile.

LO SCIAMANESIMOdi Corinna Muzi.

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Lo sciamanesimo

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Lo sciamanesimo

I primi scritti rispetto a queste pra-tiche le collocano in Asia cen-

trale e settentrionale, in seguito gli stessi fenomeni sono stati os-servati, studiati e descritti anche in America, Oceania, Indonesia e in molti altri paesi nel mondo.

Lo sciamano è colui che nella co-munità di appartenenza è rico-nosciuto come Ponte tra i Mondi, quello dello Spirito e quello della Comunità stessa.E’ una figura borderline che pre-senta la capacità di entrare in connessione e comunicare con la natura, gli animali e le anime dei defunti al fine di sostenere, proteggere ed aiutare i propri si-mili nel percorso di nascita, vita e morte. Protettore delle anime e degli equilibri tra i mondi, spesso lo sciamano nasce con delle ca-ratteristiche fisiche o psichiche particolari, in alcune comunità si diventava sciamani eredita-riamente, in altre si era scelti da-gli sciamani più anziani, in altre accadeva per “vocazione” o “chiamata spontanea”, in tutti i casi bisognava superare prove di coraggio, ricevere insegnamenti ed essere in grado di percorrere viaggi dell’anima e del corpo.Attraverso dei riti di Iniziazione spontanei (propri dell’individuo) che includono gravi malattie fisi-che o mentali poi superate o in-dotti attraverso tecniche di guari-gione, sogni, canti e danze volti a raggiungere uno stato di trance e interagire con gli spiriti dell’Aldilà, l’individuo in grado di superare tali esperienze di Morte e Rina-scita, riceve il riconoscimento da parte del Clan .

Una volta Riconosciuto lo scia-mano ha la funzione di guida di-fendendo la comunità dagli Spi-riti malvagi e indicando i luoghi dove cacciare e pescare in ab-bondanza, aiuta le anime dei tra-passati e ha potere sui fenomeni atmosferici.Attraverso il suo sguardo legge con gli occhi dell’Anima osser-vando la storia del suo assistito e quello che blocca, provoca il sintomo o la dissociazione da uno stato di armonia e benessere. Dunque lo sciamano di propria iniziativa, durante una seduta, ha la capacità di evocare attraverso l’uso del tamburo, di canti e invo-

cazioni uno stato di trance attra-verso il quale staccando il proprio spirito dal corpo intraprende un viaggio mistico e sacro attraver-so lo spazio e il tempo. Durante tale rituale richiede ai propri Spiriti Guida la soluzione a tale proble-ma e se necessario si scontra per-sonalmente con lo spirito nemico causa della malattia dell’assistito. Il viaggio estatico dello sciama-no può raggiungere il Cielo cosi come il centro della Terra, attra-verso il “volo” raggiunge gli Spiriti del cielo, quando va in “immer-sione”raggiunge gli Spiriti della Terra.Lo Sciamanesimo varia profon-damente a seconda delle regio-ni, nelle musiche, i canti, i costumi che vestono i guaritori durante le cerimonie sacre, ma la funzione a livello sociale è la stessa in tutto il Pianeta.

Il viaggio estatico dello sciamano può raggiungere il Cielo.

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I nostri esperti nell’ambito della dietologia durante 2 anni hanno esaminato le funzioni dei diversi biocomponenti attivi, li hanno uniti e hanno verificato il loro funzionamento. In seguito sono riusciti a trovare la combinazione ottimale di estratti vegetali e hanno creato SLIM4VIT.

SLIM4VIT è costituito da biocomponenti attivi naturali nella che agiscono in sinergia, integrando e rafforzando le loro funzioni reciprocamente. Sono naturali al 100% e dosati in modo da poter essere ben assorbiti dall’organismo senza essere aggressivi.Il grasso viene eliminato naturalmente escludendo la necessità di cambi di stile di vita o diete di alcun tipo.

Slim4vit ingredienti e composizione:

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La formula efficace garantisce:

• La presenza di antiossidanti naturali attivi che sono un ottimo coadiuvante nel processo della perdita di peso.

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Canapa

L’ALBERO DELLA CUCCAGNA

di Miriam Baroni

La pianta di canapa è una delle più antiche colture dell’uomo ed è il vero albero della cuccagna, che vive oggi un rinnovato interese per suoi

innumerevoli usi e per il suo potere medicinale.

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La Canapa Sativa (nota anche come Can-nabis sativa) è una pianta che appartiene

al genere Cannabis, ed è anche chiamata Canapa Utile. Il termine “sativa” dal latino sativus, partici-pio passato di serêre “seminare” indica le piante che sono idonee per la coltivazione.Gli storici stimano l’inizio della sua coltiva-zione già dall’era Neolitica. L’area di origine della coltivazione della canapa sativa è in-dividuata in Asia, tra la Cina occidentale e l’India settentrionale.Per le antiche medicine tradizionali (cinese e indiana) la canapa era un alimento impor-tante per l’apporto di fibre e perché i suoi benefici medicinali erano ampiamente noti, tanto da farla annoverare tra le piante sacre.La produzione commerciale di Canapa sa-tiva in Occidente si è diffusa nel 1700, perio-do storico di grande espansione coloniale e navale, in cui crebbe la necessità di grandi quantità di canapa per la produzione di cor-de e stoppa per le funi.La canapa è anche una risorsa per l’agri-coltura naturale perché essendo in grado di contrastare l’inquinamento dell’ecosistema e di migliorare i terreni, favorisce la rotazione e la diversificazione delle colture, permetten-do la conversione del terreno al biologico . Per la sua coltivazione non necessita di diser-banti o antiparassitari e si adatta a quasi tutti i terreni, salvo particolari condizioni, non ne-cessita di irrigazione, riducendo inoltre l’im-pegno del coltivatore.

In Italia, la vendita e coltivazione della Can-nabis sativa è consentita, ma limitata da una stringente normativa e riguarda solamente alcune varietà di canapa certificata, conte-nenti un ridottissimo contenuto di THC.Cos’è il THC? Il tetraidrocannabinolo è il prin-cipio attivo farmacologico, della Canapa. Si tratta di una sostanza stupefacente e psico-attiva presente nella cannabis, in quantità variabile a seconda della varietà.

Con la Legge 2 dicembre 2016, n. 242 - dal titolo: “Disposizioni per la promozione del-la coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa” - sono state dettate norme precise circa la liceità della coltivazione del-la canapa che risulta condizionata solo dal tenore di THC (delta-9-tetraidrocannabinolo) nelle infiorescenze. Il limite massimo di con-centrazione tollerato è lo 0,2% e quindi gli usi non terapeutici della cannabis consen-titi riguardano l’impiego tessile (soprattutto il fusto praticamente privo di THC), le foglie, anch’esse prive di interesse, e i semi mentre, in assenza di una normativa più specifica, le infiorescenze vengono legittimamente rac-colte e vendute a condizione che il loro con-tenuto in THC non superi lo 0,2%. La pianta di cannabis racchiude però tante molecole diverse e interessanti. Probabilmente la fami-glia di molecole più affascinante presente in

FONTE• “Cannabis terapeutica, un mondo sconosciuto: proprietà farmacologiche, utilizzo e prescrizioni” dr.ssa Cristina Amodeo• “La canapa come medi-cina”, Franjo Grotenher-men, Renate Huppertz• “Erba Medica” Associa-zione Cannabis Terapeu-tica, Marcello Baraghini direttore editoriale di Stampa alternativa

questa pianta è quella dei cannabinoidi, tra cui il THC, psicoattivo, e il CBD, antinfiamma-torio e terapeutico.Sono pienamente legittimi la detenzione e l’uso della pianta contenente, oltre alla mo-desta quota di THC, qualsiasi percentuale di CBD (cannabidiolo), sulle cui proprietà far-macologiche sono in corso diversi studi. In buona sostanza chi acquista infiorescenze di cannabis, tramite negozi specializzati, con-ta soprattutto sugli effetti, ancora non ben definiti, del CBD, senza trascurare quelli del THC nella percentuale che è stata consen-tita, proprio per l’impossibilità di ottenere la pianta totalmente priva del principio attivo. Facciamo chiarezza sui principi attivi della canapa:il tetraidrocannabinolo (THC), che ha azione psicotropa ed è componente at-tivo primario, a seguire il cannabidiolo (CBD) e il cannabinolo (CBN). Una volta assorbito, il THC si distribuisce ai vari organi dell’organi-smo, specialmente a quelli che hanno con-centrazioni significative di grassi. Perciò,

Canapa

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La scienza analizza da tempo la pianta della cannabis, per scopi terapeutici e via via vengono scoperti nuovi cannabinoidi.

il THC penetra rapidamente nell’encefalo; la barriera emato-encefalica, a quanto pare, non ostacola il suo passaggio.A causa della sua capacità di sciogliersi nei grassi, il THC si accumula nell’organismo e la sua presenza può essere rintracciata anche a mesi di distanza dall’ultima assunzione. Il THC, come già detto, deve essere presente in minime dosi 0,2 % al massimo ,nella cana-pa “ light” (e suoi derivati) ,che altrimenti non potrebbero essere commercializati.Il CANNABIDIOLO (CBD) è un fitocannabinoi-de non psicoattivo dell’infiorescenza della pianta della Cannabis, che è risultato molto efficace per trattare diversi problemi, ha ef-fetti analgesici ed è un ottimo ansiolitico e antidepressivo. Altre sue capacità sono quelle di ridurre nausea e vomito, l’attività convulsiva, i distur-bi nervosi, gli stati infiammatori, le malattie neurodegenerative ed è in grado di modu-lare l’azione del THC prolungandone gli ef-fetti terapeutici (come l’azione analgesica) e limitandone quelli collaterali (riduce gli ef-fetti avversi su battito cardiaco, respirazione e temperatura corporea, l’ansia e le occa-sionali manifestazioni paranoiche causate dal cannabinoide psicoattivo).l CBD non è presente nella pianta in quanto tale ma nella sua forma acida: CBDA.Sotto l’effetto del calore (naturale o per estrazione), la parte acida viene trasformata nel relativo cannabinoide neutro.La scienza sta analizzando ormai da tempo la pianta della cannabis , e man mano ven-gono scoperti nuovi tipi di cannabinoidi. All’interno di questo avvincente gruppo di sostanze c’è il cannabinolo, o CBN detto il cannabinoide del sonno. Il CBN, può essere considerato un cannabinoide storico e rivo-luzionario. Infatti, è stato il primo membro di questa famiglia a essere identificato e isolato nella pianta di cannabis. È stato dimostrato che il CBN deriva dalla decomposizione del THC nel corso del tempo. Questo cannabi-noide è stato individuato nella porzione di cannabis più antica del mondo, rinvenuta in una tomba di oltre 2.700 anni fa in Cina. È

ovvio che il reperto contenesse abbondanti quantità di CBN, considerando il tempo pas-sato a invecchiare e stagionare. Uno dei mo-tivi per cui la cannabis è così amata, è che essa concilia il sonno.La cannabis può essere davvero miracolosa per le persone che sof-frono di insonnia. Il CBN interviene in modo consistente su tale azione favorente il sonno. È anche parzialmente responsabile degli ef-fetti sedativi della cannabis.Durante la scorsa edizione del SANA, a Bo-logna, abbiamo visto numerosi prodotti (pasta, biscotti, cioccolata, olio, liquori e cosmetici) ricavati dai semi di canapa. Olii essenziali e tisane ottenute dalle infiorescen-ze, tessuti per realizzare borse, tappeti, vestiti, ricavati dalla sua fibra. Di questa pianta non si spreca nulla: si ottengono una miriade di prodotti a uso alimentare, vestiario, erboristi-co, e cosmetico ma non finisce qua. La ca-napa è usata anche in edilizia, cartotecnica, carpenteria, isolamento termico e acustico e biomassa. Ecco perché l’abbiamo definito come un vero “albero” della cuccagna!

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CANNABIS “LIGHT”Il THCnella cannabis “light” non deve superare la soglia dello 0,2 % affinché ne sia consentita la commercializzazione.

CANNABIS LIGHT, detenzione e uso legittimi con THC sotto limite di legge

Negli ultimi tempi in molti si sono chiesti quale fosse la legittimità della vendita, in appositi spacci, delle infiorescenze di Cannabis sativa L. definiti come “cannabis shop” o con altre denominazioni in grado di evocare la disponibilità soprattutto delle infiorescenze ma senza trascurare le altre parti della pianta, tra le quali i semi che vengono al momento utilizzati per scopi alimentari, ancora da disciplinare.

Con la normativa del dicembre 2016 è stato anche disposto che, qualora dai controlli nel luogo di coltivazione si dovessero evidenziare tenori di THC compresi tra lo 0,2 e lo 0,6%, dovranno essere distrutte le sole aree coltivate che eccedono il limite, senza procedere alla distruzione dell’intera coltivazione. Invece, qualora venga accertato il superamento dello 0,6% l’intero campo coltivato a canapa deve

essere distrutto. Fatta questa premessa, risulta evidente come sia legittimo qualsiasi uso delle piante di cannabis, infiorescenze comprese, con un tenore di THC non superiore allo 0,2%. È proprio in virtù di tale situazione che sono sorti veri e propri spacci nei quali si vende cannabis light, destando così una serie di dubbi e diffidenze nei singoli consumatori on ancora be informati sulle novità introdotte dal legislatore anche in ambito medico.

Si è così voluto fornire un chiarimento alle tante domande poste, differenziando l’uso farmaceutico delle infiorescenze di cannabis (rigorosamente disciplinato dalla normativa sulle sostanze stupefacenti) da quello non ben definito che viene fatto di tutte le parti della pianta, a condizione che non contengano quantità di THC eccedenti il limite di legge.

Maurizio Cini, presidente Asfi

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Alimentazione salutare

Chi dice che il cibo sano non sia gustoso?Affrontiamo il tema nelle prossime pagine

NUTRIZIONISTI E CHEF

A CONFRONTOA cura di Gianluca Riezzo

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Alimentazione salutare

Per molti anni chef e nutrizionisti sono stati considerati due figure

diametralmente opposte, da un lato la figura dell’addetto alla pre-parazione di cibi che si occupava del gusto e dell’armonia del piat-to senza dare troppa attenzione alla salubrità dello stesso, dall’al-tro lato la figura dello studioso dei cibi il quale si occupa di dire cosa, come e quando mangiare. Insom-ma, il diavolo e l’acqua santa.Fortunatamente, ormai siamo fuori dai tempi in cui i cibi salutari erano sinonimo di mancanza di gusto. Il rapporto tra chef e nutrizionisti si è fatto sempre più stretto.

Simbolo emblematico di questo connubio è la nascita del proget-to “BBB / BALANCED BUSINESS BRE-AK” elaborato da Devero Hotel&-Spa e disponibile nel suo bistrot Dodici24 dove il biologo-nutrizio-nista Antonio Vergara e lo chef del Devero Hotel Ristorante, Mo-reno Ungaretti, propongono una gastronomia raffinata e salutare attenta alle esigenze di chi vuo-le affrontare la giornata con gu-sto e salute. È così che il vecchio business lunch cede il posto alla colazione di lavoro bilanciata, at-tenta ai valori nutrizionali dei piatti proposti per affrontare la giornata con gusto, energia e leggerezza.Quindi il binomio chef-nutrizioni-sta piace e funziona proprio per-ché il cliente si sente coccolato e al sicuro.

Questo è solo uno degli esempi della collaborazione tra discipline scientifiche alimentari e cucina in senso classico. Da tendenza degli anni 2000 a ne-cessità dettata dall’esigenza dei giorni nostri, la gastronomia fonda-ta su un’alimentazione sana inizia tanto a somigliare alle scienze del-la nutrizione applicate alla cucina.Data la sempre maggiore atten-zione alla salute e al benessere, le nuove generazioni di chef, (ma non solo) stanno sempre di più fon-dendo il “gourmandise” col salu-tare. Il risultato non poteva che es-sere interessante e futuristico, una figura professionale nuova che concilia quella del nutrizionista (ov-viamente in chiave semplificata) e quella dello chef. Nasce così la figura dello chef salutista, uno chef a tutti gli effetti, pronto a occuparsi anche dei clienti che vogliono sta-re attenti alla salute o che per pro-

blemi di salute spesso rinunciano a una cena fuori per paura di incor-rere nelle conseguenze legate alla propria patologia. L’istruzione gastronomica di molte vecchie e nuove accademie di cucina quindi si evolve e va incon-tro alle recenti esigenze che emer-gono nel panorama alimentare. Nutrizionisti e chef si uniscono per insegnare ai nuovi addetti delle fu-ture cucine come fare a prepara-re piatti alla portata veramente di tutti, anche di chi, per problemi di salute o per attenzione a ciò che mangia, controlla sempre ciò che mette nel piatto.

Tuttavia, siamo ancora agli albori di questa nuova Era in cui cucina e alimentazione sana diventano una cosa unica, inscindibile! Vediamo segnali dal futuro, uno scintillio da una galassia lontana, un segnale che ancora deve accadere.

NUOVA FIGURA PROFESSIONALELo chef salutista è una nuova figura professionale che concilia la buona cucina con l’attenzione alla salute.

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Nonostante questi nuovi e positivi segni a cui le nuove generazioni sembrano rispondere positivamen-te, ci troviamo ancora nell’epoca in cui solo gli chef di tendenza e quelli intuitivi hanno percepito l’esi-genza di dover guardare contem-poraneamente le due facce del-la stessa medaglia mediante uno specchio, ossia cucina gourmet e salute mediante la chiave di vol-ta dell’alimentazione sana intesa come fondamento di entrambe.Quando l’arte culinaria incontra la scienza, la cucina diventa più av-vincente e coinvolgente. Un sem-plice piatto della tradizione italia-na, con l’ausilio di un nutrizionista, può tradursi in un piatto che aiuta la nostra salute.

Insomma, i tempi stanno cam-biando e noi con loro. L’accento è stato posto sulla salute e questo trascinerà con se tutta la nostra gastronomia, unica e invidiata da tutto il mondo. Speriamo solo di essere capaci a non stravolgere la

varietà e ricchezza della nostra ga-stronomia in nome della scienza. Il giusto compromesso è d’obbligo nel rispetto dei nostri predecesso-ri che hanno creato l’immagine dell’Italia così come la vedono dal resto del mondo, immagine che ha un peso non indifferente per la nostra economia.

La nostra gastronomia, che tutto il mondo ci invidia, ha una tradizionale vocazione alla buona salute, basti pensare alla dieta mediterranea.

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Brodo mioLa tisana dell’orto Aromy®

100% vegetali essiccati BIO

PRODOTTO BREVETTATO

INGREDIENTI100% vegetali essiccati BIO: carota, sedano, cipolla, porro, pomodoro,

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COME SI USAFar bollire 500 ml di acqua e un filtro di Brodo mioper 10-12 minuti con coperchio per conservaretutti gli aromi dei vegetali. Per insaporire sughi,brasati o arrosti, aggiungere un filtro di Brodo miodurante la cottura.

Brodo mio Aromy® è un brodovegetale che si prepara comeuna tisana: un prodotto sano enaturale al 100% fatto solo divegetali essiccati BIO. Brodo mioè facile e veloce da preparareed è particolarmente indicatoper l’alimentazione dei piùpiccoli.

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Liquirizia

LIQUORE alla LIQUIRIZIAdi Gabriella Baroni

Dalla Calabria, terra che produce la migliore radice di liquirizia, la ricetta di un liquore denso e scuro da utilizzare come digestivo.

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La parola liquore deriva dal latino lique-re, cioé essere liquido, sciogliersi oggi si

riferisce a bevande ad alta gradazione alcolica a base di essenze aromatiche. L’etimologia della parola liquirizia ha una falsa relazione con il latino liquere poichè la Glycirrhizza, questo il nome latino della pianta, significa Glykys, dolce e Riza, radi-ce, cioè radice dolce.Ecco alcuni nomi volgari della Liquirizia: Regolizia, Glicirriza, Arregalizia, Rebulizia, Legno Dolce, Licorice.La liquirizia è una radice dalle molte pro-prietà: digestiva, saziante, emolliente, sto-machica, digestiva, cicatrizzante e legger-mente lassativa.Nel 2012 la Liquirizia è stata eletta “pianta medicinale dell’anno”.

Lo zucchero mascobado è il vero zucchero di canna, origi-nario delle Fi-lippine, ricco di melassa, è scu-ro e minerale e si sposa bene con la nostrana liquirizia.

Come preparareil LIQUOREdi LIQUIRIZIAINGREDIENTI PER CIRCA 3 LITRI DI PRODOTTO• 300 gr di pepite di liquirizia• 1 litro di alcol 95°• 1,5 litri di acqua• 1 Kg di zucchero di canna ( mesglio se Masco-

bado)

Sciogliere la liquirizia con metà dell’acqua e lo zuc-chero con l’altra metà.Il fuoco deve essere tenuto basso ed entrambi i com-posti devono essere continuamente mescolati fino allo scioglimento completo.Dopo che entrambi gli sciroppi (quello di zucchero e quello di liquirizia) saranno raffreddati, unirli: un modo per amalgamare bene i due ingredienti è quello di metterli in un contenitore pulito con capienza generosa e, fatto ciò, versare anche l’alcool e mesco-lare di nuovo.Imbottigliare, richiudere le bottiglie di liquore otte-nute e riporle in un luogo buio.Il liquore alla liquirizia sarà pronto da bere dopo circa un mese; scuotere di tanto in tanto le bottiglie.Per un risultato finale più denso, lasciare sul fuoco più a lungo i composti.

Liquirizia

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di

I fi ori commestibili per avere la primavera nel piatto!

Un ingrediente da riscoprire per piatti innovativi I fi ori e le foglie eduli di Hortives sono coltivati in maniera naturale e il confezionamento è eff ettuato in modo manuale (fi ore a fi ore)

Hortives · Milano · www.ifi oridihortives.it · 333 4820244 · 02.6071964

Un progetto

i fi ori

Cooking show & degustazioni su richiesta

Nasturzio, Tagete

Calendula, Borragine

Viola cornuta e del Pensiero

Zinnia, Surfi nia

Geranio, Fucsia, Monarda

Salvia ananas, Salvia pesca

Salvia nera, Begonia

Cattleya

Foglie di Cardamomo

Ostrica vegetale

Erba fungo porcino

Spinacio fragola

I fiori prodotti

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UNA PIANTA SACRA CELEBRATA

AL SANA 2018di Miriam Baroni

Neem

Il Neem è un albero della Famiglia delle Meliacee, nativo dell' India e della Birmania è conosciuto nei

luoghi originari con il nome di "farmacia del villaggio".

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UTILIZZOL'utilizzo del Neem è vecchio di centinaia di anni, ma ancora oggi l'olio di questa pianta prodigiosa,è considerato uno degli oli più preziosi che la Natura ci dona.

L'albero del Neem appartiene tradi-zionalmente all'esigua schiera degli

alberi sacri come l'olivo e la palma. Le sue proprietà lo rendono, come tutti gli alberi o le piante che hanno segnato il destino dell'uomo sulla Terra multitasking. Quest'anno è stato celebrato al SANA con vari stand e produtti giunti fino a noi dall'India.

NEEM (AZADIRACHTA INDICA) FAMIGLIA MELIACEAELa grande varietà di indicazioni suggerite per questa pianta dalla tradizione ayurve-dica è stata passata negli ultimi anni al va-glio della sperimentazione farmacologica.Fra i suoi campi d’azione conclamati oltre alle malattie infiammatorie, ai disturbi va-scolari e del SNC vi sono gli impieghi del Neem come insetto-repellente e fertilizzan-te per le piante (recupera e mantiene la fertilità del suolo, è usato in agroforestazio-ne per integrare il terreno da pascolo).Il meccanismo dell’azione antinfiammato-ria è legato all’inibizione della sintesi delle prostaglandine, che, da uno studio con-dotto sui limonoidi presenti nell’estratto di foglie e corteccia, è risultata maggiore di quella esercitata dall’acido acetilsalicilico. Vi potrebbe anche contribuire un’interfe-renza diretta con il sistema immunitario.Il Neem è un albero a crescita veloce , con chioma arrotondata, sempreverde, ende-mico del subcontinente Indo-Pakistano .Raggiunge un’altezza di 25 metri, resiste ai climi asciutti e cresce bene nelle zone più aride del pianeta. La produzione dei frutti (drupe gialle) inizia dopo il quinto anno di età della pianta che diventa pienamente produttiva dopo i 10 anni, può vivere fino a 200.

LEGNO “INCORRUTTIBILE” E “SACRO”I tronchi vengono utilizzati come pali perché resistenti ai vermi del legno e alle termiti.Una volta tagliati gli alberi possono ricre-scere dai polloni.Il legno del Neem produce un eccellente carbone ed olio da ardere.L’olio di Neem usato nella tradizione ayur-vedica sia per uso esterno che interno viene ottenuto per spremitura a freddo dei semi.Nei villaggi indiani provvisti di torchio si uti-lizza il seguente metodo: i semi vengono pe-stati in un mortaio fino ad ottenere una pa-sta morbida, viene aggiunta a questa dello zucchero e viene irrorata con acqua calda continuando a macinare con il pestello.L’olio si separa dall’acqua e viene così raccolto per essere usato.L’olio è tradizionalmente utilizzato come antimicrobico, antinfiammatorio, inset-to-repellente ed insetticida.

TOSSICITÀLa tossicità degli estratti da foglie e cor-

Il Neem, Azadirachta Indica,

è una pianta dalla mille proprietà,

e dai molti usi le sue foglie vengono

tenute in bocca al ritorno

dai funerali per purificarsi.

teccia di Azadiracta indica è veramente molto bassa o assente nonostante la loro marcata attività biologica. Discorso a parte per l’olio estratto dai semi che può essere considerato tossico per i bambini a dosaggi superiori ai 5 ml se ingerito.Alle dosi da 5 fino a 30 ml induce nausea, vomito, acidosi metabolica ed encefalo-patia. Una reazione simile è stata osserva-ta negli animali di piccola taglia.Nota per gli apicoltori: il Neem non distur-ba le laboriose api.

Neem

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Neem

L'OLIO DI NEEMHa un'odore molto intenso intenso e pungente che non risulta molto gradevole, è un difetto che possiamo mitigare aggiungendo qualche goccia del nostro olio essenziale preferito all'olio di Neem.

IGIENE CUTANEALa tradizione tratta in modo esteso delle proprietà del Neem nelle patologie cutanee.In cosmetica Azadiracta indica ha già avuto apprezzamenti nel mondo occidentale. L’olio viene utilizzato in saponi ad azione disinfettante e in shampoo destinati a con-trastare la pediculosi.Può essere applicato puro direttamente sulla cute in caso di eczema, piede d’atleta, candida e acne.

INSETTICIDA E IN-SETTO-REPELLENTEI componenti (diterpeni, triterpeni, limonoidi, fenoli, composti solforosi, alcaloidi) presenti nell’olio estratto dal Neem, espli-cano molteplici attività biologiche:– repellenza da parte degli insetti alla deposizione delle uova– sterilità delle uova– inibizione della biosintesi di chitina– inibizione del comporta-mento alimentare– disturbi nella produ-zione di segnali sonori e luminosi.

Può essere utilizzato come INSETTICIDA PER I PARASSITI DELLE PIANTE (rose, piante da frutto, ecc.) e per disinfestare dalle zanzare i giardini.Diluire 10 ml di olio puro in un litro di acqua tiepida, agitare per emulsionare, e irrorare con uno spruzza-tore.

Può essere utilizzato anche come INSETTO-REPEL-LENTE per difendersi dalle zanzareDiluire alcune gocce di olio di Neem in olio di mandorle dolci o olio di jojoba e spalmare

USI DELL’OLIO DI NEEMSolo per uso esterno, non ingerire

sulle parti del corpo da proteggere (diluizione al 10%). Oppure applicare una o due gocce olio di Neem puro nei punti del corpo dove pulsa il battito (l’interno dei polsi, la parte posteriore di orecchie e ginocchia).

Zanzare, mosche e altri insetti fastidiosi nella stagione calda possono es-sere allontanati con l’aiuto delle piante officinali.Gli insetti sono particolar-mente sensibili alle mole-cole aromatiche perché co-municano essenzialmente tramite messaggi chimici. Così diverse piante pro-ducono dei profumi per attirarli e farli partecipare all’impollinazione. Altre, al contrario, fabbricano per allontanarli oli essenziali insetto-repellenti e per-sino insetticidi, capaci di disturbare il loro sistema nervoso o i loro processi enzimatici. Possiamo usare gli oli essenziali di queste piante al fine di proteg-gerci anche noi dai piccoli animali assetati del nostro sangue, diffondendoli nell’ambiente o spalman-doli sul nostro corpo.Negli ultimi decenni i ricercatori dell’aromatera-pia hanno dimostrato che l’efficacia delle essenze non si limita ad allontanare gli insetti, alcuni oli essenziali possono neutralizzare i loro veleni per com-binazione molecolare e uccidere i virus e i microbi che trasportano.L’essenza singola che possiede tutte queste pro-prietà è la Lavanda, altri oli essenziali in miscela rinforzano il suo potere repellente. Il geranio possiede inoltre importanti proprietà anti-infiammato-rie ed anti-allergiche (cor-tisone simile), utile quindi per il dopo puntura.

COME USARE GLI OLI ESSENZIALI PER DIFENDERSI DALLE ZANZARE

Una o due gocce di Citronella, Lavanda, Tea Tree, Neem (nella miscela che prefe-rite o singolarmente) possono essere ap-plicate nei punti del corpo dove pulsa il battito, come l’interno dei polsi, la parte posteriore di orecchie e ginocchia. Se non gradite gli oli essenziali potete strofinare sulla pelle foglie di Artemisia, Lavanda o Rosmarino.Usare solo oli puri al 100%,Evitare il contatto con gli occhi e le mucose

Gli oli essenziali applicati puri sulla pelle possono provocare irritazioni, per sicurez-za fare una prova di tolleranza applican-do poche gocce sull’avambraccioNon applicare in caso di esposizione al sole possono essere fotosensibilizzantiApplicare il composto oleoso o idroalco-lico in cui sono diluiti gli oli essenziali fre-quentemente (circa ogni ora).Se volete invece spalmare le parti del corpo scoperte dovrete miscelare da 2 a 5 gocce di oli essenziali in un po’ di olio vegetale (girasole, mandorle dolci, jojo-ba…), 5 ml di olio essenziale in 50 ml di olio

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Neem

di jojoba (25 gtt = 1ml). Gli oli essenziali in-fatti in grande quantità sono irritanti men-tre diluiti mantengono il loro effetto e sono ben tollerati sulla cute.Per allontare le zanzare dall’ambiente versare poche gocce di oli essenziali di Citronella, Eucalipto, Geranio, Lavanda, Rosmarinoo Tea Treein un diffusore per essenze. La sera vi consigliamo di mette-re qualche goccia di olio di Citronellasu candele a base larga.Si può anche produrre uno spray da uti-lizzare nelle stanze: mescolare circa 30 gocce di oli essenziali (in totale) in acqua, versate il liquido in un vaporizzatore spray, agitare bene per formare un’emulsione, e spruzzare vicino alle finestre e sopra i letti.Per eliminare gli acari del materasso,

spruzzare ogni settimana qualche goccia di olio essenziale di Lavanda diluite in un po’ di alcool alimentare.Per primo soccorso sulle punture di zan-zare, vespe, ragni, pesci, meduse, ecc…, spalmare una goccia di olio essenziale.

L'ALBERO DEI MIRACOLIConosciuto in India come L’albero dei Mi-racoli, l’AZADIRACHTA INDICA, fa parte della famiglia delle Meliacee, è originario di India e Birmania ma cresce in tutte le zone pianeggianti tropicali.I primi scritti medici in sanscrito che ci ri-portano i benefici di questa pianta risal-gono al 2ooo a.C., da quel momento ad oggi sono saliti a più di 700 i rimedi, ayur-vedici e non, a base di Neem.

L'olio di Neem è reperibile in commercio solo per uso esterno, quindi non deve essere ingerito ma va esclusivamente applicato localmente e in modica quantità.

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Neo Elementum Ltd è una giovane e dinamica impresa Europea dedicata alla produzione di prodotti alimentari, cosmetici e nutraceutici.

I nostri prodotti vengono creati in base a serie ed accurate ricerche scientifiche combinate alla ricerca di prodotti innovativi di comprovata qualità ed efficacia.

La produzione è affidata a laboratori farmaceutici situatiin Germania, Francia e Lettonia (presto anche in Italia) che garantiscono alti standard di qualità grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie che uniscono standard di produzione internazionale certificati, professionalità, etica e ispetto per l’ambiente.

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Super colazione

IL RISVEGLIODEL BUDDHAdi Miriam Baroni

Al SANA 2018 è stato presentata la Ditta Iswari che produce un prodotto innovativo nell’ambito dell’alimentazione naturale, il Risveglio di Buddha, scopriamo di cosa si tratta.

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Cos’è il Risveglio di Buddha? Una poten-te meditazione per ottenere finalmente

l’illuminazione oppure un concentrato si su-perfood?Ricco di proteine e di nutrienti preziosi, il ri-sveglio di Buddha è una colazione dal pote-re saziante e facilmente digeribile.Basta metterne tre cucchiai in una ciotola e aggiungere pochi altri ingredienti: ecco che , grazie al risveglio di Buddha, fare il pie-no di energia e di nutrienti diventa facile e gustoso.Spezzare il digiuno notturno, è questo che ci richiede il primo pasto della giornata, a pensarci bene è il significato stesso della pa-rola “breakfast” o della nostra “colazióne” dal lat. Collatio -onis «mettere insieme» , e nel latino tardo «riunione, conversazione»: in origine infatti era il pasto che i monaci pren-devano dopo la riunione della sera.

Non si può iniziare la giornata solo con un caffé, proprio perchè ‘organismo ha biso-gno di rigenerarsi e assumere i giusti alimenti per ripartire al meglio.In poche parole, il risveglio di Buddha ,non è una particolare meditazione, ma un mix di ingredienti - farine, semi macinati, proteine naturali e frutta - che servono a comporre una colazione sana, da preparare in po-chissimi minuti, con l’aggiunta di latte vege-tale o acqua.

La forma finale è quella di una ciotola con-tenente una ricca crema che può essere decorata a piacere con frutta fresca o semi.

LA CIOTOLA DI BUDDHA, UNA COLAZIONE RICCA E “SAGGIA”Una combinazione di ingredienti preziosi rendono il risveglio del Buddha un supera-limento, o meglio una supercolazione. Si possono sperimentare vari gusti e sapori, dal cacao, alla banana, passando per l’a-nanasso la fragola, per poi aggiungere un topping di frutta fresca o sciroppi veg e semi nutrienti.

Ecco cosa contiene:• semi di chia• semi di lino;• lucuma, frutto energetico proveniente

dal Perù;• ;maca• farina di carrube;• farina di banana, di mango, di ananas,

fragola, acai o di  baobab;• grano saraceno;• proteine del riso o della canapa;• farina di zigolo dolce o chufa *• mandorle, cacao,vaniglia;• erba di grano

*Zigolo dolce: Lo zigolo dolce (Cyperus esculentus) appar-tiene alla famiglia delle Cyperaceae ed è

Chia, lucuma, acaí, baobab, chifa, il Risveglio ùdi Buddha è un invito alla scoperta di nuovi gusti e di nuove fonti nutrizionali.

una specie infestante diffusa ormai a livello mondiale, soprattutto negli ambienti caldi e asciutti. Questa specie invasiva si diffonde facilmente in contesti come campi di pa-tata, bietola oppure ortaggi in generale, diventando talvolta un problema serio.Pos-siede alla base tanti piccoli bulbi sotterra-nei, che fungono come organo di riserva e di moltiplicazione. Nell’Europa meridionale lo zigolo viene pure coltivato appunto per la presenza di questi organi eduli. Ovviamente la forma coltiva-ta si presenta più grande rispetto alla forma spontanea. Soprattutto in Spagna lo zigolo dolce viene trasformato in snacks (chufas) oppure sottoforma di latte (horchata de chufa). Nell’Europa settentrionale questa specie non è resistente al clima invernale.

CURIOSITÀ SU ISWARI:Iswari è la ditta che ha assemblato e creato questo prodotto, nasce in Portogallo, a pochi chilometri a sud di Lisbona, leader di mercato nel settore dei superalimenti è presen-te in ben 18 paesi nel mondo con proposte vegan e superfood

Super colazione

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TEA TREE OILdi Gabriella Baroni

Tea tree

Il Tea tree oil è un olio essenziale distillato dall’Albero del Tè, pianta nota anche con il nome di Melaleuca alternifolia

e originaria dell’Australia. Le foglie di melaleuca sono utilizzate da tempi antichissimi dagli aborigeni

per le mille proprietà del suo olio essenziale.

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MODALITÀ DI CONSERVAZIONE:Conservare in luogo fresco e asciutto, lontano dalla luce. La data di fine validità si riferisce al prodotto correttamente conservato, in confezione integra. Non disperdere il contenitore e il contenuto nell’ambiente.

Le foglie di melaleuca usate da tempo da-gli indigeni australiani sono relativamente

poco conosciute in Europa. Si presenta sot-to forma di olio essenziale, è un potenteante antibatterico, antivirale e antifungino. Indicato contro le micosi della pelle e delle unghie, utilizzato anche per altre affezioni cu-tanee, per combattere herpes, porri e verru-che, come disinfettante è indicato su piaghe infette, ferite e ustioni. In qualità di mucolitico si utilizzano i suoi vapori per combattere sinto-mi influenzali caratterizzate dalla presenza di muco e catarro. Se inalato è infatti capace di svolgere una potente azione fluidificante ed espettorante delle vie respiratorie, con i suoi balsami agisce sul naso chiuso, apporta be-nessere alla respirazione, alleviando le sindro-mi influenzali,e rendendo fluide le secrezioni bronchiali. È un valido antiparassitario, indi-cato nello specifico contro le infestazioni di pidocchi, che colpiscono adulti e bambini in età scolare. È lenitivo, di grande aiuto in caso di eritema solare o irritazione da pannolino, prurito, infiammazioni cutanee, dermatiti, lievi ustioni, per alleviare le punture di insetti. Sulle pelli miste, tendenti al grasso, svolge un’azio-ne dermopurificante, e attenua gli inestetismi cutanei, dovuti all’acne.

MODO D’USOIn genere, 2 o 3 gocce pari a 0,06-0,09 ml, sono sufficienti per aromatizzare 100 g di alimento.❱❱ Azione antifunginaTrattamento dell’onicomicosi. Una volta al giorno per 2 mesi, applicare 3 gocce sull’un-ghia da trattare e distribuire uniformemente con un cotton fioc.❱❱ Micosi della pelleStedere 1/2 gocce del preparato sulla zona da trattare, una volta al giorno per 2 settimane. Non esporre al sole la parte trattata, se neces-sario applicare una protezione solare 50+.❱❱ Trattamento delle verrucheApplicare 2 gocce sulla verrucha da tratta-re, una volta al giorno per 20 giorni.❱❱ Diffusione ambientale1 goccia di olio essenziale per ogni mq dell’ambiente in cui si diffonde, mediante bruciatore di oli essenziali o nell’acqua degli umidificatori dei termosifoni, per purificare l’aria in caso di malattie da raffreddamento.❱❱ Gel lenitivo1 goccia in un po’ di gel d’Aloe vera mas-saggiato localmente, è indicato in caso di infiammazioni e infezioni del cavo orale, gengiviti, ascessi e afte e infiammazione esterna delle mucose intime.❱❱ Detergenti antisetticiIn caso di funghi della pelle, 2 gocce di tea tree in un po’ di bagnoschiuma neutro e pro-cedere con il normale lavaggio; 1 goccia sul dentifricio, per potenziare l’azione antiplac-ca; 2 gocce nel detergente intimo, contro le infiammazioni e le infezioni delle vie urogeni-tali; 2 gocce nello shampoo contro pidocchi, capelli grassi e con forfora.

L’olio essenziale di Tea Tree è un grande balsamo per pelle e mucose e non dovrebbe mai mancare nella cassetta del nostro pronto soccorso naturale.

❱❱ Uso interno1-2 gocce. In caso di mal di gola persistente, il Tea Tree ha un potente effetto antibatteri-co e antinfiammatorio: si assume sciogliendo una goccia di olio essenziale puro in un cuc-chiaino di miele, all’occorrenza.❱❱ Unguento balsamicoPer le vie respiratorie è utile in caso di tos-se e raffreddore. Mescolare 50 g di burro di karitè con 15 gocce di Tea tree oil; questo balsamo può essere utilizzato anche per le-nire le labbra che si spaccano con il freddo e che presentano herpes labiale.

AVVERTENZE:Un uso non corretto può causare danni alla salute e alle vie respiratorie. Evitare il contatto con liquidi e vapori in-fiammabili. Tenere fuori dalla portata dei bambini. In caso di ingestione del prodotto puro, sciacquare la bocca, non provocare il vomito e contattare un centro antiveleni o un medico.

Tea tree

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Veterinaria geraritrica

SENIOR SI DIVENTA:I SINTOMIdi Patrizia Lia

L’invecchiamento produce alterazioni a livello di tutti gli organi, non solo per gli umani, ma anche per i nostri animi a quattro zampe...

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Anche per i nostri animali l’invecchiamento è una fase delicata della vita e la medi-

cina geriatrica rappresenta una delle discipli-ne più nuove della pratica veterinaria, ma è anche un settore particolarmente delicato, non solo per il target -il paziente anziano- ma per il ruolo svolto dal proprietario. È stato previsto che nei prossimi anni la popolazione dei cani e gatti anziani aumenterà del 25%. Sicuramente una corretta collaborazione e comunicazione proprietario-medico veteri-nario rappresenta la chiave vincente per la gestione e la cura dei nostri animali anziani. Essere anziani non significa necessariamente essere malati, ma alle volte dietro ai normali sintomi dell’invecchiamento può nascondersi l’inizio di patologie d’organo anche rilevanti. L’invecchiamento è un processo innato che interessa tutti, ma il tasso d’invecchiamento varia da un soggetto all’altro ed è influenzato da una vasta gamma di fattori che possono essere raggruppati in difetti dello sviluppo, predisposizione genetica, fattori ambientali e malattie. A livello molecolare è dovuto al danno cellulare provocato dai radicali liberi, al deterioramento della funzione immunita-ria, alla senescenza genica e ad alterazioni cromosomiche. L’invecchiamento produce alterazioni a livello di tutti gli organi, e queste aumentano il rischio di sindrome da disfunzio-ne d’organo multipla. In questa condizione, le singole disfunzioni s’influenzano a vicenda (effetto domino) rendendo molto difficile l’isti-tuzione di una terapia valida.

COSA S’INTENDE PER INVECCHIAMENTO “NORMALE”?L’invecchiamento di per sé non è causa di malattia, ma la funzione e la riserva d’organo, unitamente alle capacità rigenerativa, sono diminuite rendendo gli animali anziani mag-giormente suscettibili alle malattie, e le conse-guenze del danno organico pregresso più si-gnificative. Nelle fasi iniziali, il deterioramento della funzione organica non causa malattia evidente, poiché la maggior parte degli or-gani ha un’ampia riserva funzionale che può essere gradualmente utilizzata. In generale, il processo di invecchiamento avanza lenta-mente, con gli animali anziani che mostrano un appetito diminuito, sono meno attivi, men-talmente meno vigili e con minore capacità di adattamento ai cambiamenti ambientali improvvisi. Vi possono essere modificazio-ni fisiche quali, mantello di qualità scaden-te, perdita di massa muscolaßre, alterazioni sensoriali dell’olfatto, della vista e dell’udito.

E PER INVECCHIAMENTO CEREBRALE?È stato dimostrato come negli animali anziani, così come nell’uomo, ci sia una diminuzione volumetrica del cervello, fino al 15%. Quello che avviene, dal punto di vista fisio-patologico, è la perdita di neuroni corticali, soprattutto della corteccia frontale e tempo-rale, e la riduzione di quei neuroni che sono

presenti nella regione dell’ippocampo. Dimi-nuiscono inoltre le interazioni sinaptiche tra i neuroni corticali in particolari strati della cor-teccia cerebrale. E, infine, la riduzione di alcuni neuro trasmetti-tori. è l’insieme di queste modificazioni cere-brali, note come “neurodegenerazione”, che determina i normali cambiamenti di compor-tamento dei nostri cani.

QUALI SONO LE PRINCIPALI ALTERAZIONI RIFE-RIBILI A PROBLEMATICHE NEUROLOGICHE NEL CANE ANZIANO?Quelle di più frequente riscontro, per quel che riguarda lo stato mentale, sono sicuramente il disorientamento, alterazioni del comporta-mento che si traduce nel perdere la capaci-tà di riconoscere persone e luoghi, perdita di comportamenti attesi. Alterazione del ciclo sonno/veglia con stati di veglia e sonno leggero soprattutto di not-te. Movimenti afinalisti come il vagare senza meta con atteggiamento compulsivo.

«Il luogo migliore dove

seppellire un bravo cane è il cuore del

suo padrone». Ben Hur

Lampman

«Non ci si rende conto di quanto la presenza di un cane sia forte in una casa fino a che, quando non c’è, anche i muri sembrano essere in un posto diverso».Meghan Daum

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QUALI SONO I SEGNALI DI UN “CATTIVO“ INVECCHIAMENTO? • Lo stato del sensorio Il cane può mostrarsi molto disorientato e confu-so, perfino tra le mura domestiche, girare in cir-colo senza motivo, presentare atteggiamenti di anteropulsione con la tendenza a poggiare la testa sul muro o a incunearla negli angoli. Può dormire tutto il giorno e, di notte, vocalizzare sen-za motivi apparenti. Può perdere le abitudini eli-minatorie precedentemente apprese, diventa-re aggressivo o, talvolta, del tutto apatico come mai era stato prima. Può anche non riconoscere più il proprietario, cambiare abitudini alimentari o bloccarsi davanti alla porta di casa, posizionan-dosi dal lato sbagliato quando vuole uscire. Tut-te queste alterazioni possono essere considerati “campanelli d’allarme” di forme degenerative cerebrali analoghe alla demenza senile dell’uo-mo (malattia di Alzheimer), o il frutto di patologie cerebrali acquisite di natura vascolare (ische-mia e/o emorragia cerebrale), infiammatoria (encefalite di natura infettiva o non infettiva) o neoplastica (tumori cerebrali) che possono de-generare in sintomi neurologici più gravi, tra cui i più frequenti sono le crisi convulsive.

• La postura e l’andaturaPer quel che riguarda l’andatura, i nostri pazienti anziani possono avere gli arti posteriori sotto di sé con lievi alterazioni dell’andatura, che si presen-ta spesso con atassia ovvero incoordinazione dei soli arti posteriori o di tutti e quattro gli arti. Il proprietario ci racconta che vanno al rallentato-re e sono più lenti, con la tendenza a compiere passi meno ampi, e più piccoli (ipometria).

• Il tono e il trofismo muscolareIl grado di tonicità e forza muscolare sarà dimi-nuito con pazienti che sembrano più deboli. Neurologicamente ciò si può rilevare attra-

verso una, più o meno grave, diminuzione dei riflessi sugli arti, che testimonia una ridu-zione della forza, associata nel cane anziano a una fisiologica diminuita e concentrazione di fibre muscolare di tipo II, che sono quel-le che servono a compiere i movimenti più veloci (dello scatto e della velocità). Nell’a-nimale anziano, spesso, i problemi a carat-tere tipicamente neurologico si sommano a preesistenti problemi ortopedici, ciò può creare problemi diagnostici, tanto in sede di localizzazione neuroanatomica della lesione, quanto in ambito terapeutico e prognostico. Tutte le alterazioni dell’andatura e della toni-cità/forza muscolare sono legate a un fisiolo-gico invecchiamento e degenerazione degli apparati muscolo-scheletrico e del midollo spinale. Spesso, invece, soprattutto a fronte di improvvisi e gravi alterazioni, possono esse-re il risultato di patologie che possono colpire il midollo spinale quali: malattie compressive (ernie/protusioni discali), vascolari (infarti e/o emorragie spinali) o neoplastiche (tumori ver-tebrali o del midollo spinale), o il sistema ner-voso periferico (SNP). Tale sistema è costituito dai nervi (nella loro parte che esce dal midollo spinale) e dai muscoli. Anche tale apparato può essere colpito da patologie di natura in-fiammatoria, degenerativa o neoplastica.

PET SENIOR E...I piani di assistenza sanitaria dedicati agli animali anziani sembrano un’idea valida: permetteranno d’individuare prima le malattie e curarle meglio. Tuttavia, qualsiasi piano di assistenza sanitaria senior deve essere bilanciato con l’ansia potenziale che può creare nei clienti, e con lo stato attuale delle conoscenze mediche. Il proprietario raramente parla al veterinario dei problemi legati all’invecchiamento (solo il 17% dei proprietri lo fa). La cautela a rivolgersi al veterinario è dettata anche dalla paura di spendere. Ciò fa sì che la patologia diventi ingravescente e si riducano significativamente le possibilità di successo terapeutico. Quello che raccomandiamo è di segnalare al medico veterinario qualsiasi alterazione del comportamento e/o deficit o alterazione dell’andatura, se repentine, che potrebbero non essere legati solo a un “fisiologico” invecchiamento, ma essere l’inizio di una patologia neurologica.

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Pubbliredazionale

Tisane e decotti di verdure bioL’originalissima linea di tisane e de-cotti di verdure bio a marchio Aromy è stata presentata in una nuova co-lorata veste a SANA 2018, il Salone In-ternazionale del Biologico e del Na-turale di Bologna. Il cofanetto regalo «Le Tisane dell’Or-to» offre un assaggio per ognuno dei prodotti della linea: Bonne Nuit, Silhouette, Protection, Purity, Digestio e Antiage, tisane e decotti monoin-grediente a base di radicchio rosso, carciofo, sedano e altri gustosi ortag-gi tipici della tradizione italiana. La novità Aromy 2018 è la  tisana di melagrana, prodotta disidratando i succosi semi del frutto del melogra-no, una pianta molto diffusa nei no-stri orti e giardini e che ci fa dono in questa stagione dei caratteristici frutti rossi, ricchissimi di proprietà an-tiossidanti.

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Arte erboristica

BREVE STORIA DELLAERBORISTERIAdi Miriam Baroni

Il rapporto tra uomo ed erbe tra magia e scienza.

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Nell’antichità l’utilizzo delle piante era asso-ciata a riti magici o religiosi; infatti, spesso la

loro raccolta, preparazione e somministrazione era riservata a figure rilevanti all’interno della comunità come sciamani/e, maghi, anziani e sacerdoti, le cui conoscenze derivavano da una lunga tradizione orale. Frequente è pure l’unione con la mitologia: l’A-chillea, per esempio, deve il suo nome ad Achil-le, mentre l’Artemisia era consacrata a Diana. Gli Egizi collegavano la conoscenza delle pian-te alle divinità. Queste conoscenze di erbe me-dicamentose, nate in Egitto, si diffusero poi in Mesopotamia; lo studioso Campbell Thompson arrivò addirittura a identificare ben 250 sostan-ze diverse adoperate dai Babilonesi. C’è da dire che l’effetto terapeutico era quasi sempre attribuito all’intervento magico di certe divinità nel complesso mondo mitologico ba-bilonese. Nel passato il commercio delle erbe medicinali era molto attivo e lucroso; la prova ci viene dai fenici, abili navigatori e commer-cianti, che dedicavano parte del loro tempo alla ricerca di erbe medicinali. La storia, però, ci dice che è solo presso gli ebrei che si trova una chiara menzione del commercio delle piante, usate a scopo terapeutico e in profumeria. La Bibbia, in Ecclesiaste e in Isaia, contiene alcuni esempi di erbe medicinali usate per guarire. In seguito Ippocrate (460-377) segnò l’inizio del-la scienza medica fondata sull’osservazione e sul ragionamento: egli aveva anche una buo-na conoscenza del mondo vegetale e fu il pri-mo che si pose il problema del dosaggio. Uno studioso di anatomia, Erofilo di Calcedonia (IV secolo a.C.) diceva che tutte le erbe, anche quelle che vengono ignorate e calpestate sot-to i piedi, possono avere virtú terapeutiche. Il piú grande iniziatore degli studi botanici fu Teofrasto (372-287 a.C.): egli raccolse tutte le informazioni dell’epoca sulle piante medi-cinali, corredandole con precise nozioni sul modo di raccoglierle e con consigli sulla con-servazione dei farmaci che se ne ricavavano. Anche Plinio (23-79) nei suoi trentasette libri di Historia Naturalis riassume tutte le cognizioni scientifiche del suo tempo: egli descrive molte piante con l’indicazione delle loro proprietà medicinali. Un posto di rilievo nella storia delle erbe lo ha certamente il piú gran conoscitore di botanica farmaceutica, Dioscoride Peda-nio, nato ad Anazarbo presso Tarso, in Cilicia, nel I secolo d.C. Nella sua opera De Materia Medica sono elencati tutti i medicamenti vegetali cono-sciuti ed essa costituí, per oltre quindici secoli, la bibbia di erboristi e farmacologi. Non si deve pensare che il lungo periodo oscuro del Medioevo facesse perdere com-pletamente la conoscenza del mondo delle erbe acquisita fino ad allora.Furono i monaci, dopo la soppressione delle streghe, a diventare gli eredi ufficiali dell’an-tico sapere erboristico. In moltissimi monasteri fiorirono giardini, nei quali venivano coltivate le erbe medicinali piú importanti.

Tra il Quattrocento e il Cinquecento fu tutto un fiorire di erbari e di libri dedicati alle erbe. Anche il grande Leonardo da Vinci (1452-1519) dedicò parte dei suoi studi alle erbe. Infatti, si devono a lui non solto lo studio del geotropismo negativo, della spinta radicale e delle cerchie annuali negli alberi, ma anche la preparazione di tinture, polveri ed estratti. Con il Rinascimento si aprí una nuova era di progresso e di conoscenza delle piante e del-le loro virtú. Si deve a Teofrasto Filippo Augusto Bompast von Hohenheim, conosciuto più co-munemente come il grande Paracelso (1493-1541), la nascita della chimica farmaceutica.

DAL PAPA’ DELLA FARMACEUTICA:«Nel mondo c’è un ordine naturale di farmacie, poiché tutti i prati e i pascoli, tutte le montagne e colline sono farmacie».

Arte erboristica

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VALORI ELEVATI DI OMOCISTEINAUn campanello d’allarme!?• L’omocisteina è un aminoacido solforato, prodotto normalmente nell’organismo a seguito della metabolizzazione dell’aminoa-cido metionina.

• L’omocisteina e un derivato dalla cisteina e svolge il ruolo di metabolita intermedio nella trasformazione di quest’ultima in me-tionina e viceversa.

In un organismo ben funzionante l’omocisteina è ritrasformata di nuovo in metionina, ed in questo processo sono prodotte altre due sostanze che hanno un’importanza essenziale per la salute, la SAMe (S-Adenosil Metionina, nota per la sua efficacia antide-pressiva, antiartritica ed epatoprotettiva) ed il Glutatione (antiossidante e disintossicante della massima importanza). Se questo processo di riconversione non avviene in modo sufficiente queste due sostanze essenziali vengono a mancare all’organismo e si determina un valore elevato di concentrazione ematica di omocisteina detto iperomocisteinemia.

L’iperomocisteinemia è un sintomo di alcune patologie, ereditarie e non, e di stili di vita errati:• omocistinuria (malattia metabolica dovuta a deficit dell’enzima cistationina-β-sintetasi).• carenza di folati, vitamina B12 o vitamina B6• tabagismo• eccessivo consumo di caffè e di bevande alcoliche• ridotta attività fisica• esposizione cronica all’inquinamento atmosferico, specialmente al particolato

La mutazione MTHFR (metilentetraidrofolato-reduttasi) ostacola il processo di trasformazione e causa un aumento di omocistei-na. Si tratta di una mutazione piuttosto frequente (frequenza allelica intorno allo 0.5 nella popolazione italiana). La mutazione (o, meglio, il polimorfismo) più comune è C677T.

RISCHIL’iperomocisteinemia è stata inserita dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) tra i fattori di rischio cardiovascolari, ce-rebrovascolari e vascolari periferici.Valori elevati di omocisteina nel sangue sono accusati di volta in volta di portare ad un aumento del rischio di:

• coronaropatia (che può portare tra l’altro a infarto cardiaco ed angina pectoris)• ictus ischemico• tromboembolia• demenza senile• ritardo o diminuzione dell’intelligenza nei bambini in età scolare• malformazioni fetali (spina bifida)

Alcuni studi la associano anche ad osteoporosi, diabete e a numerosi problemi correlati alla gravidanza, dall’aumento della sin-drome di Down all’aumento dei casi di aborto spontaneo. In quest’ambito si concentrano tuttavia forti contestazioni e vari risultati contraddittori.

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Secondo alcuni un tasso troppo elevato di omocisteina sarebbe infatti una causa (o un indicatore - le opinioni in proposito diver-gono) concomitante, se non esclusiva, di molte tra le malattie più preoccupanti e diffuse, oltre a quelle che colpiscono il sistema cardiocircolatorio, ovvero diabete, depressione, impotenza, osteoporosi, emicrania, problemi di digestione, problemi di vista .

Per i rischi legati alla malattia coronarica, tromboembolia e ictus sono stati presentati vari studi che ai più paiono del tutto convin-centi, tuttavia non mancano anche qui (come del resto per molti fattori di rischio legati all’aterosclerosi e alle malattie ischemiche) perplessità e contestazioni. Queste riguardano sia la pericolosità dell’aumento dell’omocisteina in sé, quanto l’efficacia del suo abbassamento mediante la comune terapia: ad esempio, uno studio mostrerebbe che la terapia e l’abbassamento dell’omocistei-na non porterebbe comunque ad una diminuzione del rischio di tromboembolia sintomatica profonda.

VALORI DI RIFERIMENTODal 2005 è stata proposta una suddivisione dei valori plasmatici che non tiene conto né del sesso né dell’età dei soggetti; in base a questa suddivisione i valori vengono distinti in tre classi:

• valori nella norma: <13 μmol/l• valori moderatamente elevati: da 13 a 60 μmol/l• valori severamente elevati: >60 μmol/l.

Tuttavia chi vuole rifarsi a suddivisioni basate su sesso ed età per la Normalità[1] • valori < 13 micromoli/litro (uomini)• valori < 10.1 micromoli/litro (donne)• valori < 11.3 micromoli/litro (fino a 14 anni)

In caso di omocistinuria da MTHRF i valori ematici sono più alti dalle 10 alle 50 volte, mentre le altre cause e patologie danno aumenti solitamente più contenuti.

BRANCHE DELLA MEDICINA INTERESSATE DA LIVELLI ELEVATI DI OMOCISTEINA• CARDIOLOGIA• MALATTIA DI ALZHEIMER• NEUROLOGIA E GERIATRIA, depressione ecc• GINECOLOGIA-NEONATOLOGIA: Preeclampsia, distacco placentare, aborto spontaneo, spina bifida, difetti del tubo neurale in

bambini sottopeso alla nascita.• OSTEOPOROSI (Fratture)• ENDOCRINOLOGIA, ipotiroidismo, diabete• DERMATOLOGIA, Psoriasi• IMMUNOLOGIA e REUMATOLOGIA, Lupus, Artrite reumatoide • OCULISTICA

Note: Sul regime dietetico è opportuno spendere qualche parola; se è vero che una dieta ricca di vegetali apporta la giusta dose di folati, i vegani che non si nutrono di carne predisponendosi a un deficit di vitamina B12 hanno in genere valori medi più alti di omocisteina.

La stragrande maggioranza dei soggetti affetti da iperomocisteinemia segue un regime alimentare che non garantisce il corretto apporto di vitamine del gruppo B (tutte, non solo l’acido folico).

Livelli saltuariamente elevati di omocisteina si possono osservare in concomitanza dell’assunzione di alcuni farmaci, quali meto-trexate, carbamazepina, fenitoina, isoniazide e inibitori delle COX-2.

Tra i fattori che diminuiscono l’omocisteina vi è sicuramente l’attività fisica aerobica

Bibliografia - A B Catalano R., Rosso V., Spaccamiglio A.. Omocisteina e iperomocisteinemia. URL consultato in data 2008-11-13.- Miller JW, Nadeau MR, Smith D, Selhub J (maggio 1994). Vitamin B-6 deficiency vs folate deficiency: comparison of responses to methionine loading in rats 59: 1033–1039.- http://www.asl2.liguria.it/pdf/Labinforma_8_06.pdf- Jean-Charles Fruchart, PhD; Melchior C. Nierman, MD; Erik S. G. Stroes, MD, PhD; John J. P. Kastelein, MD, PhD; Patrick Duriez, PhD (2004). Atherosclerosis: Evolving Vascular Biology and Clini cal Implications - New Risk Factors for Atherosclerosis and Patient Risk Assessment. Circulation. 109: III-15 - III-19. DOI:10.1161/01.CIR.0000131513.33892.5b.- O. Nygard, S.E. Vollset, H. Refsum et al., Total plasma homocysteine and cardiovascular risk profile. The Hordaland Homosycteine Study., JAMA (274), 1526-33 (1995)- (Homocysteine, MTHFR 677C →T polymorphism,and risk of ischemic stroke: results of a meta-analysis. Kelly et al, Neurology 2002; Aug 27;59(4):529-36) conferma tale dato (OR = 1.23 (95% CI, 0.96 to 1.58;p=0.1)).- Prevenzione Cardiovascolare - Salute cardiovascolare e fattori di rischio emergenti: l’omocisteina- Gravidanza patologica da carenza di folati - Theramex- http://www.rostigin.com/SchedaArticolo.aspx?ID=9>- (Ray JG et al, Annals 2007;early release)-A. David Smith, Stephen M. Smith, Celeste A. de Jager, Philippa Whitbread, Carol Johnston, Gzegorz Agacinski, Abderrahim Oulhaj, Kevin M. Bradley, Robin Jacoby, Helga Refsum. PloS ONE, Settembre 2010 – Volume 5.

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Il BAMBÙ la pianta dalle mille

applicazionidi Caterina Nissim

Il Bambù

Il bambù, pianta quasi venerata in alcune culture dell’Asia, è protaginiste di molte leggende: nelle Filippine si racconta che la prima donna e il primo uomo

derivino da un germoglio formatosi nella battaglia primordiale tra cielo e oceano, mentre in Giappone...

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IL NUOVO BUSINESSIn Italia si sta assistendo a un incremento di investimenti, da parte di aziende che hanno deciso di dedicarsi alla coltivazione del bambù. In poco più di un anno si è arrivati a oltre 2000 ettari coltivati da quasi 800 aziende.

Il bambù è originario delle regioni tropicali e sub-tropicali dell’Oriente, ma alcune delle

circa 1400 specie e 100 generi diversi cresce anche in America, Africa e Oceania. Certe va-rietà si adattano a climi temperati o freddi, e la sua introduzione in Italia è conferita al botanico toscano Orazio Fenzi e risale al 1884. La rapida crescita del bambù fa sì che possa essere rac-colta ogni due o tre anni, evitando i deturpanti processi della deforestazione. In aggiunta, può essere coltivato senza l’uso di concimi chimi-ci sintetici e insetticidi. Non teme il pericolo di estinzione a causa della sua caratteristica di vegetale “infestante”. Oggi viene considerata “la pianta dei mille usi”: il suo utilizzo spazia nei i campi dell’alimentazione, cosmetica, moda, design e persino l’edilizia, o bio-edilizia. Esploria-mo qualche area in dettaglio.

PROPRIETÀLa parte utilizzata in cucina è costituita dai germogli e trova largo impiego soprattutto nelle ricette asiatiche. È uno degli alimenti cosiddetti “super-food”, in quanto in esso si concentrano molte sostanze nutritive: vitami-ne del gruppo B, minerali come manganese, rame, potassio; è particolarmente ricco in si-lice; ha un alto contenuto proteico ed è po-vero di lipidi pur avendo diversi acidi grassi es-senziali. Le radici sono molto povere di calorie e posseggono un’alta quantità di fibre e di minerali: potassio, calcio, manganese, zinco, cromo, rame, ferro, e più modeste quantità di fosforo e selenio. Le radici fresche di bam-bù sono un’ottima fonte di tiamina, niacina, vitamina A, vitamina B6 e vitamina E. In Italia è più facile trovare il bambù conservato in va-setti, ma consumato fresco ha un gusto simile a quello degli asparagi, mentre le sue radici sono croccanti e dolci. Il fusto della pianta è cavo e presenta anelli ogni 20-40 cm. Proprio da questi anelli, che costituiscono il midol-lo della pianta, à ricavata la polvere che è usata, tra le varie cose, in fitoterapia e per gli integratori alimentari.

Vediamo ora qualche altra applicazione scelta tra le sue ‘mille’.

BIOEDILIZIA ED ECOLOGIA. Le fibre naturali del bambù costituiscono un materiale resistente e, se ben trattato, com-pletamente biodegradabile. Due delle sue caratteristiche più importanti sono la robu-stezza e la leggerezza. Viene definito “accia-io naturale” perché ha specificità di resistenza a carichi di rottura superiore all’acciaio, pur pesando un decimo. Doti che pochi elementi in natura riescono a coniugare e dalla quale derivano anche ottime proprietà antisismi-che. In Italia l’utilizzo del bambù per strutture permanenti non è ancora consentito, ma sia in Asia che in America latina, viene già usato per realizzare edifici multipiano. Questo vale per gli involucri, i pavimenti – per esempio parquet – soffitti, pilastri, travi e molto ancora.

Il Consorzio Bambù Italia

certifica la filiera

di produzione made in Italy

del bambù gigante moso,

una pianta rustica

e resistente che, anche nei

paesi di origine, vive in un clima

temperato come il nostro.

TESSUTI La struttura della fibra di bambù permette un’ottima traspirazione e al contempo una buona conservazione di calore. Il tessuto risulta soffice al tatto; è resistente all’uso e ai lavaggi e serve efficacemente da scudo contro i raggi ul-tra-violetti. Infine, il bambù ha una naturale fun-zione anti-batterica e deodorante grazie alla pectina del miele, sostanza dalle caratteristi-che ammollienti, rigeneranti, nutrienti e salutari per la pelle. Nel mercato Americano trova già

Il Bambù

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IL CIBO DEL FUTUROÈ statto definito così, per le sue qualità antibatteriche, antivirali e antiossidanti, dalla Punjab University in India.

Il Bambù

largo impiego nella produzione di asciugama-ni, accappatoi, lenzuola e pigiami. Viene persi-no impiegata negli inserti dei pannolini, date le sue proprietà naturali e antibatteriche.

ARREDAMENTO. I mobili in bambù riscuotono un grande suc-cesso all’interno dell’industria, dovuto al loro aspetto esotico ma anche alla piacevole co-lorazione chiara e nervata. Le fibre naturali di bambù, lavorate secondo diverse tecnologie, costituiscono una vasta gamma di comple-menti d’arredo dal gusto contemporaneo, utilizzati per esempio per le cucine, dove l’im-piego di materiali igienici e pratici viene tenuto in più considerazione. Il bambù è vastamente utilizzato come pianta decorativa da giardino. Seppure preferisce generalmente climi piovosi, è ora coltivato un po’ in tutta Italia e non ne-cessita troppa assistenza, anzi è difficile sbaraz-zarsene una volta che si è cambiato idea sul proprio giardino! La pianta cresce a dismisura rischiando anche di invadere i giardini limitrofi.

DESIGN Sono molteplici le sue applicazioni nel settore del design, e ancora in forte via di sviluppo. La sua robustezza e leggerezza si prestano alla creazione di protezioni per PC, smartphone e apparecchiature elettroniche varie. Ma anche lampade di ogni forma e dimensione, sedie da esterno e interno, tavoli e divani... Molte sono le sue applicazioni nate dalla ricerca di un so-stituto valido della plastica in materiali facili da trovare, lavorare e biodegradabili. Per esem-pio spazzolini da denti, più resistenti e durevoli dei loro cugini in plastica, e altri prodotti di uso quotidiano che vengono gettati regolarmente nella spazzatura. Le cannucce di plastica sono un altro esempio di utilizzo della fibra naturale.

MEDICINA Data la sua longevità, il bambù è considerato un simbolo di lunga vita dai cinesi, mentre in In-dia simboleggia l’amicizia. Dal midollo dei fusti di bambù Tabashir si ricava un estratto compo-sto per oltre 70% di silicio organico biodisponibi-le. Grazie a questo importante apporto di silicio, la polvere di bambù favorisce l’assimilazione del calcio, ed è quindi utilizzata nelle cure con-tro l’osteoporosi perché rinforza ossa oltre che i tessuti connettivi, prevenendo l’invecchiamen-to. Il silicio apporta anche conforto alle artico-lazioni, mantenendole elastiche. È molto efficace nell’alleviare dolori articolari e mal di schiena; grazie alla sua ricchezza in minerali combatte la stanchezza, aumentan-do la forza fisica dell’organismo; aiuta inoltre a combattere la depressione. I prodotti a base di bambù trovano anche utilizzo per il trattamen-to di cicatrici e, infine, per contrastare il cattivo odore provocato dal sudore.

COSMESI Il bambù può essere ritrovato in creme, ma-schere nutrienti ed persino profumi. È molto

apprezzato in cosmesi per le sue proprietà antibatteriche e per la sua ricchezza in mine-rali. Come già menzionato, la pianta è ricca in silicio – ottimo per rinforzare i tessuti con-nettivi ed è quindi efficace contro la caduta di capelli, i disturbi della pelle, e per rinforza-re le unghie. La mancanza di silicio rende, infatti, i capelli più fragili e deboli. L’utilizzo di prodotti con silicio organico aiuta a mantenere l’equilibrio idrolipidico del cuo-io capelluto nutrendoli e ristrutturandoli. Eccellente anche per le pelli particolarmen-te secche, aiutano il tessuto muscolare e il tessuto cutaneo a rimanere non solo elastici, ma anche idratati. Nei prodotti di  cosmesi naturale a base di  bambù, troviamo anche ferro, potassio, fosforo e calcio. Infine i principi attivi estratti dal  bambù  possono contribuire, all’interno di una cura, a regolare la pressione arterio-sa ed avere degli effetti drenanti anticellu-lite.  La  cosmesi naturale  in  bambù include anche molti prodotti di make-up idratanti e rinvigorenti della pelle.

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Orto d’auto-re nasce più di 20 anni fa dalla passione di An-gelica e Anto-

nella , con l’obiettivo di valoriz-zare le migliori coltivazioni del Molise. Da allora la passione per la terra, la genuinità, e il rispet-to della tradizione sono rimasti immutati, ma è nata la voglia di sperimentare per interpretare i gusti del consumatore di oggi. Oggi Orto d’autore, nei circa 200 ettari ubicati a ridosso del mare di Termoli, produce pomo-dori, ortaggi e frutta.

Orto d’Autore è certificata IFS e produce prodotti biologici e convenzionali, 100% vegetali e anche certificata VEGAN OK.

VASETTI D’AUTORETra le sue specialità artigianali, figurano l’apprezzata Passata di pomodoro di Ururi, oltre a sughi e confetture ad alta percentua-le di frutta.

Tra i punti di forza dell’azienda c’è il prodotto fresco italiano selezionato, utilizzato esclusiva-mente per la trasformazione.Le materie prime locali italiane sono il segreto tangibile della qualità dei prodotti . I preparati di frutta 100% sono un importante prodotto dell’azien-da realizzati in modo artigiana-le e naturale a partire da frutta intera.

Questa produzione avviene a bassa temperatura per mante-nere inalterati gli aromi natura-

li della frutta e pastorizzata, sempre a bassa tempera-tura, per un tempo lungo per non alterare colore e sapore del prodotto, unico nel suo genere.

La lavorazione avviene in un ampio laboratorio di trasformazione (1500 mq) dotato anche di linee di lavorazione per i prodotti biologici. La produzione annua am-monta a circa 2 milioni di vasetti. Nello stabilimento si effettuano lavorazioni solo vegetali, senza alcu-na contaminazione da glutine o lattosio.

Tra i prodotti di punta, i preparati di frutta 100% proposti in 15 gusti, sono gli unici sul mercato con 100 g di frutta per 100 g di prodotto. Questi sono

preparati in modo artigianale utilizzando solo frutta intera che è raccolta dal campo e conse-gnata in cassette di legno.Non vengono aggiunti zuccheri e il prodotto è preparato sempre solo da frutta intera, raccolta al giusto grado di maturazione e quindi con tutti i suoi zucchero e aromi naturalmente sviluppati .Orto d’Autore realizza inoltre i suoi prodotti utilizzando princi-palmente energia eolica nel ri-spetto della natura e della qua-lità.

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Test

I TEST DIIONATURALdi Miriam Baroni

Che cosa è l’oligoterapia?

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Test

Oligoterapia significa curarsi attraverso mine-rali o metalli in tracce , sostanze preziose per

il nostro organismo: rame, argento, manganese, oro, zolfo, magnesio, cobalto, e tanti altri.

L’oligoterapia prevede l’esistenza di quattro quadri morfo-patologici o diatesi.Le diatesi corrispondono a condizioni reversibili caratterizzate da sintomi che possono spesso re-gredire, fino a scomparire del tutto, a seguito di una terapia mirata con oligoelementi.L’oligoterapia si avvale quindi del reintegro di mi-nerali dotati di una grandezza molecolare, che li rende solubili in acqua. Le sostanze minerali dsciolte sono presenti in concentrazioni ridotte e denominati oligoele-menti (dal greco”oligos”, ovvero “poco”), cioè “elementi presenti in tracce”nel nostro organi-smo in una concentrazione inferiore a 0,01% del peso totale del corpo. I minerali svolgono importanti funzioni a prescin-dere dalla loro quantità, partecipando alla strut-tura degli organi e dei tessuti, o fungendo da coenzimi in grado di attivare importanti reazioni biochimiche. La loro carenza induce alterazioni funzionali, per-tanto il loro apporto previene o guarisce alcuni squilibri organici, derivati dalla loro mancanza. Il medico francese Jacques Ménétrier, conside-rato il padre di questa disciplina, nel 1930 identifi-cò 4 terreni organici associati ad alcuni oligoele-menti, che definì diatesi. Queste corrispondono a condizioni dell’organi-smo caratterizzate da componenti fisiche, intel-lettuali ed emotive specifiche, proprie del sog-getto. Non esistendo diatesi pure, si possono trovare individui appartenenti principalmente a una e parzialmente a un’altra diatesi. In ogni caso, le 4 categorie sono suddivisibili in diatesi di nascita (1ª e 2ª)e in diatesi involutive (3ª e 4ª), caratterizzate da un deterioramento del terreno cellulare causato da un cattivo stile di vita e/o dall’invecchiamento.

La diatesi 1 (”allergica”, o del manganese) cor-risponde a persone molto attive, nervose, emo-tive, passionali e amanti delle novità, soggette a patologie di tipo allergico, a riniti, asma, ortica-ria, disturbi digestivi, intestinali, mestruali.

La diatesi 2 (”ipostenica”, o del manganese-ra-me) riguarda soggetti calmi, metodici, riflessivi e non passionali, poco resistenti alla fatica, predi-sposti ad artrosi, infezioni, fragilità delle vie respi-ratorie, obesità. Questa diatesi include una pre-disposizione a contrarre affezioni contraddistinte da processi infettivi recidivanti, che riguardano l’apparato respiratorio , otorinolaringoiatrico , gastroenterico e anche quello urinario

La diatesi 3 (”distonica”, o del manganese-co-balto) corrisponde a pazienti ansiosi, affaticabili, malinconici, predisposti a disturbi neurovegeta-tivi, circolatori, digestivi, articolari.Tende a ma-

nifestarsi dopo i 40 anni. compare in seguito ai sintomi delle alterazioni della prima e/o seconda diatesi. Il soggetto interessato è caratterizzato dalla mancanza di concentrazione e principal-mente dal progressivo affaticamento quotidia-no che si manifesta attraverso una sensazione di stanchezza agli arti inferiori.

La diatesi 4 (”anergica”, o del rame-oro-argen-to) si riferisce a soggetti depressi, privi di vitalità, con difficoltà di memoria e concentrazione, stanchezza generale, tendenza a malattie de-generative.Diatesi definibile come la più grave ma anche la più “vecchia”, perché riguarda la compromissione dello stato di salute generale piuttosto che disturbi localizzati; caratterizzata da una reattività dell’organismo assente o di molto ridotta, comprende anche il quadro della convalescenza.

Esiste poi una “sindrome da disadattamento” che si può trovare associata a qualsiasi diatesi e che riguarda disturbi a livello genitale e pan-creatico rispondenti rispettivamente alla terapia con zinco-rame e con zinco-nichel-cobalto.

Le prime due diatesi vengono dette giovanili e le altre due sono invece diatesi evolutive a partire dalle prime due a causa dell’invecchiamento o della malattia precoce.

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Test

TEST RIASSUNTIVO della sintomatologia delle diatesi

Sintomi Diatesi

AppArAto cArdio-vAscolAre

ipertensione arteriosa essenziale 1 - 3 ipertensione arteriosa maltollerata 1dolore anginoso 1 - 3cefalea vasomotoria 3aterosclerosi 3pesantezza degli arti inferiori 3varici,emorroidi 3palpitazioni 1

AppArAto respirAtorio

asma allergica 1asma bronchiale 2rinite allergica 1rinofaringite microbica 2 - 4enfisema 2bronchiectasie/bronchiti 2pleuriti 2- 4polmoniti 4

AppArAto genito-urinArio

mestruazioni abbondanti 1 - 3mestruazioni poco abbondanti 2mestruazioni dolorose 1 – 2amenorrea 3fibromatsi uterina 3impotenza sessuale 3 cistiti recidivanti 2enuresi notturna 2uremia 3litiasi renale ( renella e/o calcoli) 3prostatite 3

AppArAto digerente

gastrite 3ulcera gastrica 2 – 3ulcera duodenale 2colon irritabile 3rettocolite ulcerosa 2 – 4 fistole anali 4

AppArAto osteo-ArticolAre

dolori articolari migranti 1artrite 3gotta 3reumatismo cronico evolutivo 4atrosi 3 – 4

AppArAto endocrino

ipertiroidismo 1ipotiroidismo 2

cute e Annessi

acne 2 – 4eczemi di tipo infettivo 2eczemi di tipo allergico 1orticaria 1 – 3edema 1 – 3dermatiti e psoriasi 2

comportAmento psico-cArAtteriAle e fisico

Astenia mattutina 1Astenia globale 2Astenia mattutina migliorata dall’attività fisica 3 – 4Turbe della memoria 1 – 3 Difficoltà di concentrazione 2Instabilità emotiva 1Ipesensibilità- emotività 3Aggressività 1Ottimismo 1Pessimismo 2Insofferenza verso gli altri 3Insonnia 3Tendenza a drammatizzare/pathos 3Disinteresse generale 4Abulia 4Depressione 4Sensazione di inutilità dell’esistenza 4Apatia sessuale 4Timidezza 1Tics e tremori 1Tendenza alla riflessione 2

Maggioranza di 1 – DIATESI 1 MANGANESEMaggioranza di 2 - DIATESI 2 MANGANESE - COBALTO

Maggioranza di 3 - DIATESI 3 MANGANESE - RAMEMaggioranza di 4 - DIATESI 4 RAME – ORO – ARGENTO

Sintomi Diatesi

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Lo sai...

LO SAI...DIMAGRIRE FACILE: RICONOSCERE I PRODOTTI-FAKE E ORIENTARE L’ACQUISTO Hai visto un prodotto che vanta proprietà dimagranti miracolose? Fate molta attenzione, e ascoltate i cam-panelli d’allarme: - promette di farti perdere peso velocemente (tipo 7 kg in 7 giorni): oltre che impossibile, sarebbe perico-loso per la salute.- Mostra foto del “prima” e “dopo”: raramente atten-dibili, servono solo a creare illusioni.- Sostiene che si può dimagrire solo assumendo quel prodotto, senza modificare le proprie abitudini di vita (né quello che si mangia né quanto si fa esercizio fi-sico).- Si appoggia a fantomatici esperti stranieri che opere-rebbero in presunte università situate all’estero. - Garantisce i risultati, magari offrendo un rimborso nel caso in cui non si perda il peso sperato.- Promette perdite di peso notturne, legate a creme o a indumenti speciali.- Vanta una generica “assenza di effetti indesiderati” o di essere “completamente naturali”: affermazione di per sé priva di senso, perché in natura non mancano sostanze pericolose per la salute. - Promette risultati duraturi nel tempo.

NOTA: fake newsLocuzione inglese (lett. notizie false), entrata in uso nel primo decennio del XXI secolo per designare un’informazione in parte o del tutto non corrispon-dente al vero, divulgata intenzionalmente o ininten-zionalmente attraverso il web, i media o le tecnologie digitali di comunicazione, e caratterizzata da un’appa-rente plausibilità, quest’ultima alimentata da un siste-ma distorto di aspettative dell’opinione pubblica e da un’amplificazione dei pregiudizi che ne sono alla base, ciò che ne agevola la condivisione e la diffusione pur in assenza di una verifica delle fonti. Corrispondente grosso modoall’italiano “bufala mediatica”, sebbene quest’ultima espressione faccia riferimento a notizie del tutto prive di veridicità, e utilizzato prevalente-mente in ambito politico. (Enciclopedia Treccani)

In ambito nutrizionale si è affacciato un nuo-vo modo di mangiare i legumi, più diverten-te, più digeribile, e anche più gustoso: la pasta di legumi. La pasta leguminosa può essere preparata con la farina di lentic-chie rosse e gialle, di piselli, di fagioli neri, di ceci, in una gam-

ma di molteplici formati, persino nella forma di lasagne e cucinata sia con ricette classiche sia con ricette alternative, e il gusto che ne risulta è più che eccellente. Ottima per i bambini che non amano i legumi, per vegetariani e vegani, come alternativa alla carne, per coloro che la consumano per la sua valenza proteica, ottima per i celiaci e gli intolleranti al glutine, per i diabetici, per gli sportivi e per coloro che vogliono perdere peso, in quest’ultimo caso la pasta viene associata naturalmente con aminoacidi ramificati BCAA, questi infatti sono degli ottimi coadiuvanti per il dimagrimento. La pasta di legumi ha una elevatissima digeribilità e viene consigliata a chi ha problemi di assimilazione delle bucce delle leguminose.

LA SIMBOLOGIA: AASKOUANDY

Preambolo: simbologia, disciplina che studia il valore dei simboli.Per inaugurare questa nuova sezione della rivista analizzeremo un simbolo non simbolo: l’Aaskouandy. Un simbolo Aaskouandy può essere vi-sto come un qualsiasi oggetto che sia in qualche modo insolito, che appaia inaspettatamente o che sia in qualche modo fuori luogo in un determinato am-biente. Per esempio, se una pietra viene trovata nelle viscere di un animale che è stato particolarmente difficile da cacciare, allora questa pietra ver-rà percepita come l’oggetto che ha dato all’animale il suo potere, rendendolo idoneo per lo stato di Aaskouandy. Il termine Aaskouan-dy sembra sia stato utilizzato per la prima volta dai nativi americani della tribù degli Irochesi, questi credevano che l’Aaskouandy fosse un incantesimo magico di considerevole potenza, che avesse una mente propria, tanto ritenere che se trascurato avrebbe potuto per-sino rivoltarsi contro il suo proprietario; loro convinzione era altresì che l’Aaskouandy potesse cambiare forma a piacimento assumendo le sembianze di qualsiasi oggetto; se un Aaskouandy appare sotto forma di pesce o serpente, esso viene considerato particolarmente potente, proprio a causa del potere intrinseco di queste creature, ed il suo nome diviene Onniont. Nella nostra cultura un Aaskouandy viene interpretato come un se-gno che si manifesta improvvisamente, proprio quando vengono cercate delle risposte per ottenere una vita più serena e armonica con la propria anima.

LA PASTA DI LEGUMI

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