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Liceo classico L. Ariosto Indirizzo di scienze sociali Progetto di Stage formativo Classe 4R MODELLI DI WELFARE COME RISPONDERE AI BISOGNI I servizi alla persona e sociosanitari come osservatorio privilegiato delle nuove politiche di welfare locale a.s. 2005/2006

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Liceo classico L. AriostoIndirizzo di scienze socialiProgetto di Stage formativoClasse 4R

MODELLI DI WELFARE

COME RISPONDERE AI BISOGNI

I servizi alla persona e sociosanitari come osservatorio privilegiato delle nuove politiche di welfare locale

a.s. 2005/2006

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Un ringraziamento alla Prof.ssa Lucia Marchetti, in particolare

alla prof.ssa Maria Petresi che ci ha aiutato con la ricerca di testi

inerenti l’argomento che abbiamo scelto di sviluppare.

Grazie!!!

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I nostri tutor

• Interno Interno

Prof.ssa Lucia Marchetti

• EsternoEsterno Casa XX settembre

Nicola Rossi

Ospedale S.Giorgio

Dott. ssa Maria Rita Magnarella

Dott. Andrea Bontempi

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Componenti del gruppo

Pietro Boldrini Ilaria Bovina

Valentina Buzzoni

Francesca Fava Anna Guerzoni

Veronica Mestieri

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Mai vediamo creature identiche.Mai vediamo creature completamente

diverse.Ognuno di noi è l’altro,diverso l’uno dall’altro.

Solo i virus sono uguali. 

DANILO DOLCI  

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IndiceParte teoricaParte teorica

1. Che cos’e la disabilitàChe cos’e la disabilità

• Un po’ di storia

• Rapporto tra i termini handicap menomazione e disabilità

2. I vari tipi di handicapI vari tipi di handicap

• Schema introduttivo sull’origine dell’handicap

• Handicap fisico-motorio

• Handicap mentale

• Minorati dell’udito

• Disturbi della vista

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3. Cosa offre la societàCosa offre la società

• Legge 5 febbraio 1992 n° 104

• La Regione Emilia Romagna

• Il Web accessibile

4. Il Welfare StateIl Welfare State

• Nascita e sviluppo

• Definizione del termine

• Crisi del Welfare State

Fase osservativaFase osservativa

5. Casa XX settembreCasa XX settembre

• La struttura

• Il diario di bordo

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6. Ospedale S. GiorgioOspedale S. Giorgio

• La struttura

• Il diario di bordo

• Testi consultatiTesti consultati

• SitografiaSitografia

BibliografiaBibliografia

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Un po’ di storia…

Scovare le tracce dell’handicap nella storia è un compito difficile, perché nel passato il disabile era emarginato, “invisibile” o peggio ancora, eliminato. È interessante ripercorrere le varie fasi che il soggetto con handicap ha dovuto affrontare prima di essere preservato ed integrato all’interno della società. Nelle società primitive, così come nell’antica Grecia e nell’antica Roma, per gli handicappati psico-fisici era prevista addirittura la soppressione fisica.

La prima immagine attribuita all’handicap nella storia è quella di monster naturae, presente nell’antichità e nel Medioevo. Il “mostro” era il bambino che nasceva con un deficit, che era visto come qualcosa di spaventoso, la cui madre veniva addirittura punita con la morte per averlo messo al mondo.Sotto l’influsso del Cristianesimo, si passò all’esclusione sociale ed all’assistenza materiale e spirituale. Il loro distacco dal resto della società traeva fondamento da un motivo spiccatamente religioso. Nel vangelo troviamo indicazioni circa le credenze popolari del tempo secondo le quali l’handicap è considerato il frutto di un peccato. Il bambino con handicap era quindi un peccatore da salvare.

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Disabilità nel Medioevo: l’esclusione sociale

Nelle cronache del Medioevo (sec. IX) i vari cronisti e storici, che in quel tormentato periodo dell’Italia barbarica detenevano la cultura, erano sospinti dalla necessità di spiegare qualsiasi fenomeno, naturale o umano, alla luce della fede. Così, l’anormalità psico-fisica era l’espressione più trasparente della punizione divina per coloro che avevano gravemente peccato o avevano abbandonato la fede.Essi, per “charitas” cristiana, venivano relegati nelle primordiali strutture ospedaliere, che sorgevano attorno ai conventi, gestite dalle comunità monastiche delle grandi abbazie che avevano l’esclusivo appannaggio della medicina.

Nelle suddette fondazioni ospedaliere gli anormali, oltre ad una grande assistenza spirituale, ricevevano un’assistenza la quale, più che medica, si riduceva vitto e alloggio, in quanto la medicina monastica medievale si rivelava oggettivamente carente nell’affrontare il problema dell’anormalità, non conoscendo le cause e le origini, né delle malattie mentali, né delle malformazioni fisiche congenite.

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1900…Verso L’accettazione e La Tutela Del Disabile

Dovremo attendere l’inizio del nostro secolo per vedere scoperti i bisogni educativi degli handicappati psico-fisici. Il primo a sostenere il concetto dell’interazione medico- pedagogica in favore dei minorati psichici fu il neuropsichiatra infantile Sante De Sanctis che intorno all’anno 1900, per sperimentare suddetto principio, fortemente rivoluzionario per quei tempi, istituì a Roma un ospizio- scuola, “dove i fanciulli furono raccolti da mattina a sera ogni giorno, per tutto l’anno, onde ricevervi il necessario nutrimento, le cure mediche, l’educazione fisica e morale, l’istruzione, il tutto adatto ai bisogni di ogni singolo alunno”. Con De Sanctis collaborò Maria Montessori, che, successivamente elaborò un proprio schema educativo, più conosciuto nella versione delle scuole materne. Si pensò anche alla preparazione degli insegnanti e sorse, sempre a Roma, la prima scuola ortofrenica, diretta dalla Montessori.

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Rapporto tra i termini…

Menomazione Definizione Nel contesto delle conoscenze e delle opere sanitarie si intende per menomazione qualsiasi perdita o anomalia a carico di strutture o funzioni psicologiche, fisiologiche o anatomiche. Caratteristiche La menomazione è caratterizzata da perdite o anormalità che possono essere transitorie o permanenti, e comprende l’esistenza o l’evenienza di anomalie, difetti o perdite a carico di arti, organi, tessuti, o altre strutture del corpo, incluso il sistema delle funzioni mentali.  

Disabilità  Definizione Nel contesto delle conoscenze e delle esperienze sanitarie si intende per disabilità qualsiasi restrizione o carenza (conseguente a una menomazione) della capacità di svolgere un’attività nel modo o nei limiti ritenuti normali per un essere umano. Caratteristiche La disabilità è caratterizzata da scostamenti, per eccesso o per difetto, nella realizzazione dei compiti e nell’espressione dei comportamenti rispetto a ciò che sarebbe normalmente atteso. Le disabilità possono avere carattere transitorio o permanente ed essere reversibili o irreversibili, progressive o regressive. Le disabilità possono insorgere come conseguenza diretta di una menomazione o come reazione del soggetto, specialmente da un punto di vista psicologico, a una menomazione fisica, sensoriale o di altra natura.

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Handicap  Definizione Nel contesto delle conoscenze e delle opere sanitarie si intende per handicap una condizione di svantaggio vissuta da una determinata persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità che limita o impedisce la possibilità di ricoprire il ruolo normalmente proprio a quella persona ( in base all’età, al sesso, ai fattori culturali). Caratteristiche. L’handicap riguarda il significato assunto da una situazione o esperienza individuale quando essa si scosta dalla normalità. Esso è caratterizzato dalla discrepanza fra l’efficienza o lo stato del soggetto e le aspettative di efficienza e di stato sia dello stesso soggetto che del particolare gruppo di cui egli fa parte.

L’handicap rappresenta pertanto la socializzazione di una menomazione o di una disabilità e come tale

riflette le conseguenze (culturali, sociali, economiche e ambientali) che per l’individuo

derivano dalla presenza della menomazione e della disabilità. Lo svantaggio proviene dalla

diminuzione o dalla perdita della capacità di conformarsi alle aspettative o alle norme proprie

dell’universo che circonda l’individuo.

 

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Menomazione

Disabilità Handicap

Riguarda un organo o un apparato funzionale

Ogni perdita o anomalia

strutturale o funzionale,

fisica o psichica

Si manifesta a livelli di persona

Ogni limitazione della persona nello

svolgimento di un’attività secondo i

parametri considerati normali per un essere umano

Si manifesta a seguito

dell’interazione con l’ambiente

È uno svantaggio che limita o impedisce il

raggiungimento di una condizione sociale

normale (in relazione all’età, al sesso, e fattori sociali e

culturali)

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Schema introduttivo sull’origine dell’handicap

Handicap acquisiti alla nascita

Prima della nascitaDurante la gravidanzaDurante il travaglio di parto

Al momento della nascitaTraumi da parto distocicoAsfissia neonatale intrapost partum

Subito dopo la nascitaIperbilirubinemieSituazioni dismetabolicheIdentificazione di malattie metaboliche neurolesive

Handicap acquisiti dopo la nascita Malattie infettive acute del s.n.c e s.n.pMalattie degenerative del s.n.c e s.n.pInfortunistica, criminalità, degenerazione ambienteInfortuni sul lavoroIncidenti stradaliIncidenti domesticiLesioniAssunzione di sostanze tossiche, radiazioni ecc…

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Handicap fisico - motorio

Per funzione motoria,si intende ogni movimento, anche semplice, compiuto è il risultato del lavoro coordinato

e intergrato di molteplici e complesse strutture. E’ evidente che per poter compiere un movimento è

necessario tener conto, momento per momento, delle informazioni dei nostri sensi, che ci dicono che cosa

accade nell’ambiente intorno a noi e nel nostro corpo; quindi le strutture che presiedono alla progettazione, esecuzione e verifica del movimento devono essere in

costante rapporto con le strutture del cervello che ricevono, analizzano e immagazzinano le informazioni che provengono dagli organi di senso (vista, udito, tatto, senso di movimento

ecc.). Risulta evidente che, pur esistendo delle aree cerebrali specifiche per la progettazione e esecuzione del

movimento, è necessario che, ai fini della corretta esecuzione di un atto motorio, queste lavorino in stretta collaborazione con tutte le arre cerebrali, e che una lesione in qualunque area cerebrale può portare a disturbi motori, anche se con diversa espressione

clinica.Classificazione dei disturbi della funzione motoria

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2) Disturbi della funzione motoria da danno dell’apparato esecutore.

Ci si riferisce ad un gruppo vasto di malattie in cui la lesione in comune è la degenerazione progressiva dei muscoli scheletrici. Tutte costituiscono un grave problema medico e sociale per la tendenza alla ripetizione familiare, per l’andamento progressivamente invalidante, per le mancanze, sino a qui, di una specifica terapia farmacologia, per l’esigenza di un’assistenza complessa e continuativa.

1) Disturbi della funzione motoria da danno organico del sistema nervoso centrale:

• Da danno encefalico non specifico

Si tratta soprattutto di soggetti nella cui anamnesi troviamo un ritardo notevole nel raggiungimento di tutte le tappe dello sviluppo motorio. Il movimento resterà pertanto goffo, impacciato, rigido, maldestro; vi sarà una scarsa motivazione all’interazione con l’ambiente, il movimento sarà scarsamente finalizzato.

• Da danno encefalico specifico

Disturbi della funzione motoria dovuti a lesione encefalica precoce e non evolutiva.

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Handicap mentale

Per insufficienza mentale si intendono varie situazioni che hanno per denominatore comune un deficit cognitivo e che si manifestano in modo diverso in ogni soggetto in rapporto alla causa, al grado di gravità, a eventuali patologie associate, alle condizioni di vita, all’organizzazione della personalità, agli stimoli e alle richieste dell’ambiente.

Caratteristiche fondamentali dell’insufficienza mentale

E’ fondamentale tenere sempre presente che l’insufficiente mentale per la sua debolezza è estremamente sensibile alle reazioni e agli apprezzamenti degli altri. Nessuno può pensare di risolvere il problema di una insufficienza mentale, ma tutti possiamo contribuire a creargli una situazione di serenità e un clima idoneo per lo sviluppo delle sue possibilità.

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Difetto di assimilazione e di elaborazione dell’esperienza percettiva per un difetto dei

poteri d’analisi, comparazione, integrazione, categorizzazione.

Insufficienze psicomotorie con difficoltà di elaborazione di uno schema corporeo e dello spazio

esterno e incapacità di programmare il movimento in

corrette sequenze spazio-temporali per cui il movimento

risulta sempre goffo, impacciato, disarmonico.

Difetti di espressione verbale sia nell’aspetto

formale sia strutturale del linguaggio. Il linguaggio

dell’insufficienza mentale è sempre povero, infantile,

poco organizzato dal punto di vista morfosintattico e traduce l’insufficienza dei

processi cognitivi.

Incapacità a raggiungere il pensiero astratto con

conseguente difficoltà di comprensione, di critica, di

ragionamento logico. Il pensiero nell’insufficiente mentale è perlopiù rigido, senza quella plasticità che

permette di adattare conoscenze ed esperienze

vissute a situazioni nuove e diverse.

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Minorati dell’udito

Principali disturbi dell’udito 

Le cause di sordità prenatale sono molte, ma le più frequenti vengono rappresentate dalla rosolia materna. Ce ne sono altre che possono agire in maniera negativa durante il parto o immediatamente dopo e sono

Invece, le cause di sordità post natale, sono una conseguenza di forme virali che sembrano benigne (es malattie febbrili) le quali invece potrebbero creare danni alle pareti delle strutture nervose).

travaglio prolungato o parto precipitoso

uso di sostanze ototossiche, derivate da farmaci

infezione della madre…

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Iperacusia: eccessiva sensibilità ai suoni;

Ipoacusia: ridotta acuità uditiva;

Sordità di trasmissione derivate da lesioni dell’orecchio esterno, del condotto uditivo e dell’orecchio medio.

Sordità percettive o neurosensoriali come le lesioni dell’epitelio nervoso, della chiocciola e del nervo acustico

Sordità centrali ossia a carico delle aree corticali acustiche.

Paracusia: sensibilità acustica abnorme, si sentono sibili, tintinnii, suoni, rumori ecc..

 Prespiacusia: riduzione bilaterale dell’udito, tipica delle persone anziane;

Sordità improvvisa: perdita improvvisa dell’udito, di solito temporanea, provocato da traumi (anche acustici) o da infezioni acute;

Aucefeni: sensazioni acustiche non dovute a stimoli esterni.

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Disturbi della vista

I disturbi legati alla vista dopo danno cerebrale sono principalmente di tre tipi e riguardano la capacità di vedere bene da vicino e/o da lontano (disordini dell’acuità visiva), la capacità di riuscire ad osservare lo spazio intorno a noi, cioè il campo visivo e la capacità di riuscire s controllare i muscoli che determinano i movimenti degli occhi.

La vista può presentare un arco abbastanza vasto di minirazioni che vanno da difetti lievi a quello gravissimo della mancanza totale della funzione visiva.

INDIETRO

Principali minorazioni visive

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L’astigmatismo dipende da una curvatura irregolare della cornea per cui la visione delle linee rette diventa alternata.

L’ambliopia è data dalla cecità di un solo occhio.

Il dilatonismo dipende da un’alterazione nella zona dei coni della retina, per cui non vengono percepiti i colori. Il dilatonismo è irreversibile.

L’ipermetropia quando i raggi luminosi convergono dopo la retina, per cui gli oggetti lontani vengono visti bene,mentre quelli vicini male.

La miopia quando i raggi convergono prima della retina, quindi la visione è esatta per gli oggetti vicini e incerta per quelli lontani.

Lo strabismo impedisce la visione binoculare normale, per cui lo strabico usa un occhio solo, mentre l’altro tende a diventare cieco.

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Legge 5 febbraio 1992 n. 104 (pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio 1992 n. 39)

LEGGE-QUADRO PER L'ASSISTENZA, L'INTEGRAZIONE SOCIALE E I DIRITTI DELLE PERSONE HANDICAPPATE

Articoli fondamentali

Art. 3. Soggetti aventi diritto

1. É persona handicappata colui che presenta una

minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che é causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

2. La persona handicappata ha diritto alle prestazioni stabilite in suo favore in relazione alla natura e alla consistenza della minorazione, alla capacità complessiva individuale residua e alla efficacia delle terapie riabilitative.

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Art. 18. Integrazione lavorativa

1.Le Regioni, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, disciplinano l'istituzione e la tenuta dell'albo regionale degli enti, istituzioni, cooperative sociali, di lavoro, di servizi, e dei centri di lavoro guidato, associazioni ed organizzazioni di volontariato che svolgono attività idonee a favorire l'inserimento e l'integrazione lavorativa di persone handicappate.

2. Requisiti per l'iscrizione all'albo di cui al comma 1, oltre a quelli previsti dalle leggi regionali, sono:

a.  avere personalità giuridica di diritto pubblico o privato o natura di associazione, con i requisiti al capo II del titolo II del libro I del codice civile

b.  garantire idonei livelli di prestazioni, di qualificazione del personale e di efficienza operativa.

Art. 8. Inserimento ed integrazione

sociale

 L'inserimento e l'integrazione sociale della persona handicappata si realizzano mediante:• servizi di aiuto personale alla persona handicappata in temporanea o permanente grave limitazione dell'autonomia personale • adeguamento delle attrezzature e del personale dei servizi educativi, sportivi, di tempo libero e sociali;• affidamenti e inserimenti presso persone e nuclei familiari • istituzione o adattamento di centri socio-riabilitativi ed educativi diurni, a valenza educativa, che perseguano lo scopo di rendere possibile una vita di relazione a persone temporaneamente o permanentemente handicappate

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Art. 29. Esercizio del diritto di voto

1. In occasione di consultazioni elettorali, i comuni organizzano i servizi di trasporto pubblico in modo da facilitare agli elettori handicappati il raggiungimento del seggio elettorale.

2.Un accompagnatore di fiducia segue in cabina i cittadini handicappati impossibilitati ad esercitare autonomamente il diritto di voto. l'accompagnatore deve essere iscritto nelle liste elettorali. nessun elettore può esercitare la funzione di accompagnatore per più di un handicappato. Sul certificato elettorale dell'accompagnatore é fatta apposita annotazione dal presidente del seggio nel quale egli ha assolto tale compito.

Art. 28. Facilitazioni per i veicoli delle

persone handicappate

1. I comuni assicurano appositi spazi riservati ai veicoli delle persone handicappate, sia nei parcheggi gestiti direttamente o dati in concessione, sia in quelli realizzati e gestiti da privati.

2. Il contrassegno di cui all'articolo 6 del regolamento approvato con decreto del presidente della repubblica 27 aprile 1978, n. 384, che deve essere apposto visibilmente sul parabrezza del veicolo, é valido per l'utilizzazione dei parcheggi di cui al comma 1.

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La Regione Emilia Romagna

Le persone con disabilità o i loro familiari possono

rivolgersi al Servizio sociale per disabili che è presente presso il proprio Comune,

l’Azienda USL di residenza o altro Ente a tal fine

delegato dal Comune.

Come operano i servizi sociali

Un assistente sociale prende contatto con il disabile e compie una prima valutazione della situazione.

Per i bisogni più complessi, viene compiuta una valutazione complessiva dei bisogni della persona alla quale partecipano diversi operatori sociali e sanitari.

Alla valutazione segue la formulazione di un progetto assistenziale individualizzato che deve essere condiviso

dal disabile e dai suoi famigliari.

Assegno di cura e di sostegno disabili

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L´assegno di cura è un sostegno economico

destinato alle persone in situazione di handicap grave che può essere

erogato direttamente alla persona disabile, alla sua

famiglia o ad altre persone che assistono il disabile.

L’assegno di cura è alternativo

all’inserimento in una struttura residenziale e permette alla persona

disabile di rimanere nel proprio contesto sociale

e affettivo, nonché di condurre una vita il più possibile indipendente.

L’assegno di sostegno non è un contributo economico a domanda ma un’opportunità di intervento

della rete dei servizi. come gli altri interventi assistenziali, può essere

ottenuto rivolgendosi ai Servizi sociali del proprio Comune di

residenza.

La Regione ha indicato come prioritari gli interventi a favore di persone in età adulta

(19 – 64 anni), con disabilità gravi o gravissime, per le quali i Servizi sociali del territorio non abbiano ancora predisposto

alcun progetto di assistenza individualizzato, nonché i nuclei familiari

in cui sono presenti più persone in situazione di handicap e le persone disabili

che vivono sole.

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15,49 €

23.00 €

15,49 €

23.00 €

Entità dell’assegno di cura e di sostegno

Il contributo giornaliero è fissato di norma in 15,49 €. Nel corso del 2005 le Aziende USL in collaborazione con i Comuni attiveranno un terzo livello contributivo pari a 23 EURO per persone in situazione di handicap acquisito e di totale non autosufficienza, che sarà possibile richiedere presso il proprio Comune di residenza o presso il Punto Unico di Accesso alle cure domiciliari presente in ogni distretto.

 Assistenza Domiciliare e Servizio di Aiuto alla Persona

per disabili

Il servizio di assistenza domiciliare ha lo scopo di permettere alle persone disabili con problemi di autonomia e non autosufficienza di rimanere al proprio domicilio, vicino alla famiglia e nella realtà sociale di appartenenza. Il servizio, si pone l'obiettivo di promuovere o mantenere le condizioni di vita indipendente presso il luogo di vita abituale, garantendo il maggior benessere possibile per l'utente tramite l'erogazione di diversi tipi di prestazioni.

Tre tipi di assistenza domiciliare:

1.1. l’assistenza socio-l’assistenza socio-assistenziale o socio-assistenziale o socio-educativa educativa

2.2. l'assistenza domiciliare l'assistenza domiciliare sanitariasanitaria

3.3. l'assistenza domiciliare l'assistenza domiciliare integrata integrata

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Centri diurni e strutture residenziali per disabili

La Regione ha promosso la realizzazione sul territorio di una rete di strutture diurne e residenziali destinate alle persone con le disabilità più gravi. Si tratta di strutture di piccole dimensioni, di carattere comunitario, che rispettano i requisiti strutturali, organizzativi e tecnici previsti dalla normativa regionale e nazionale e che pertanto riescono a garantire una buona qualità della vita ai propri ospiti. In molti casi, le strutture residenziali sono gestite dalle stesse Associazioni di famigliari di persone disabili e sono state progettate per rispondere al problema del cosiddetto "Dopo di Noi", in quanto sono state realizzate per accogliere le persone disabili che perdono il sostegno dei famigliari.

Le strutture disponibili

Attualmente sono funzionanti su tutto il territorio regionale

circa 300 strutture300 strutture.

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Centri socio-riabilitativi diurni strutture socio-sanitarie a carattere diurno destinate alle persone in età giovane o adulta con gravi disabilità che al termine dell’istruzione scolastica non possono essere inserite in situazioni di lavoro. Offrono un sostegno ed un aiuto al soggetto disabile e alla sua famiglia, supportandone il lavoro di assistenza, educazione e riabilitazione.

Centri socio-riabilitativi residenziali strutture socio-sanitarie a carattere residenziale, destinate a persone con disabilità di età di norma superiore alla fascia dell´obbligo scolastico che necessitano di assistenza continua e risultano privi del necessario supporto familiare o per i quali la permanenza nel nucleo familiare sia valutata temporaneamente o definitivamente impossibile. Offrono un sostegno ed un aiuto al soggetto disabile e alla sua famiglia, fornendo ospitalità, assistenza, educazione e riabilitazione. Gruppi appartamento e Residenza Protetta

Sono strutture socio-sanitarie a carattere residenziale, a minore intensità assistenziale rispetto ai centri socio-riabilitativi residenziali, destinate a persone con disabilità "medio – gravi", che risultano prive del necessario supporto familiare o per le quali la permanenza nel nucleo familiare sia valutata temporaneamente o definitivamente impossibile.

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Il Web Accessibile

Che cos’è l’accessibilità al web

L'Accessibilità del Web significa che le persone con disabilità possono usare il Web. Più precisamente, Accessibilità del Web Accessibilità del Web significa che il Web è costruito in modo che significa che il Web è costruito in modo che le persone con disabilità possano percepire, le persone con disabilità possano percepire, capire, navigare ed interagire con esso in capire, navigare ed interagire con esso in modo concreto, come pure creare e modo concreto, come pure creare e contribuire a realizzare contenuto per il contribuire a realizzare contenuto per il WebWeb.. L'accessibilità del Web riguarda tutte le disabilità, incluse quelle visuali, uditive, fisiche, di parola, cognitive, e neurologiche. Perchè è importante l’acces

sibilità al web

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Il Web gioca un ruolo sempre più importante nel settore

dell'educazione, della professione, del commercio, politico e sociale. Un Web Un Web

accessibile che permette alle accessibile che permette alle persone con disabilità di persone con disabilità di

partecipare attivamente nella partecipare attivamente nella vita sociale è essenziale per una vita sociale è essenziale per una

uguaglianza di opportunità in uguaglianza di opportunità in molte areemolte aree. Il Web offre alle

persone con disabilità un'opportunità senza precedenti di accedere ad informazioni e di

interagire.Realizzare l’accessibilità del

web

L'accessibilità del Web dipende da varie componenti differenti dello sviluppo del Web e dalla loro interazione, inclusi i software Web (strumenti) e sviluppatori del Web (persone). La ragione principale per la quale molti siti non sono accessibili è che il software Web non supporta adeguatamente l'accessibilità e gli sviluppatori Web non sono a conoscenza o non capiscono le problematiche di base dell'accessibilità.INDIETRO

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Nascita e sviluppo del Welfare State

Da un lato il Welfare State nasce storicamente con l'emergere delle contraddizioni dell'economia capitalistica, dall’altro la distruzione della civiltà contadina e della solidarietà familiare, la nascita del proletariato, l'urbanizzazione, l'emigrazione, l'estensione del diritto di voto e l'avvento al potere dei partiti socialdemocratici. In Europa va ricordata la In Europa va ricordata la politica sociale inglese dopo il politica sociale inglese dopo il Rapporto Beveridge Rapporto Beveridge del 1942del 1942, che diviene il manifesto teorico-, che diviene il manifesto teorico-programmatico del Welfare State. Nel secondo programmatico del Welfare State. Nel secondo dopoguerra, grazie anche al dividendo fiscale dopoguerra, grazie anche al dividendo fiscale generato dalla forte crescita economica, la maggior generato dalla forte crescita economica, la maggior parte dei paesi capitalisti muove a passi veloci parte dei paesi capitalisti muove a passi veloci nell'edificazione del Welfare State, che raggiunge la nell'edificazione del Welfare State, che raggiunge la sua massima estensione in Svezia e nei paesi nordici. sua massima estensione in Svezia e nei paesi nordici.

Diverse sono le tappe che bisogna percorrere prima di poter parlare di Stato sociale. Non si ha una data precisa della sua nascita ma di certo si sa che si inizia a parlare di Stato a partire dalla fine del XIV° secolo quando crolla il regime feudale .

Le diverse forme di stato che si sono generate dalla fine del XIV° secolo a oggi…

In Italia, a partire dal primo In Italia, a partire dal primo governo di centro-sinistra governo di centro-sinistra (1962-1963) si assiste a una (1962-1963) si assiste a una forte crescita di leggi, forte crescita di leggi, istituzioni e politiche che istituzioni e politiche che configurano un vero e configurano un vero e proprio Stato sociale. proprio Stato sociale. Negli Negli anni 1980 il Welfare anni 1980 il Welfare State si consolidaState si consolida, ma i , ma i costi per sostenere il costi per sostenere il sistema non cessano di sistema non cessano di aumentare, anche a causa aumentare, anche a causa di una spirale perversa di una spirale perversa disavanzo-crescita del disavanzo-crescita del debito pubblico-maggiori debito pubblico-maggiori interessi passivi-disavanzo, interessi passivi-disavanzo, e così via.e così via.

AVANTI

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STATO DI POLIZIA: stato transitorio, di passaggio tra lo Stato assoluto e quello di diritto.Il pensiero dominante era l’Illuminismo, che non ha caratterizzato solo la cultura, l’arte, ma anche la politica

STATO ASSOLUTO: il periodo in cui si afferma è compreso fra il Rinascimento e la Rivoluzione Francese. E’ da considerarsi come la prima espressione dell’unità dell’organizzazione statale: in esso si afferma una concezione pubblicistica del potere.

STATO LIBERALE: definito elitario perchè era costituito da un gruppo ristretto di persone che esercitavano il potere (determinato dal censo). E’ caratterizzato da un accentuato individualismo e quindi da un principio di libertà e indipendenza dell’individuo. Lo Stato in questo caso svolge il compito di guardiano, ovvero si limita ad osservare l’andamento delle attività senza intervenire a eliminare i problemi che si verificano.

STATO DEMOCRATICO: lo scopo della democrazia è far si che tutti i cittadini siano messi nelle condizioni di concorrere in situazioni di parità,alla determinazione del bene comune: è al popolo che è riconosciuta la sovranità, cioè il potere di assumere a maggioranza le decisioni più importanti sia in modo diretto che in modo indiretto, attraverso i suoi rappresentanti

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STATO TOTALITARIO: lo stato interviene sulla società tanto che tende a disciplinare ogni singolo aspetto della vita dell’individuo.

STATO SOCIALISTA: si pone come obiettivo quello di eliminare la proprietà privata. Lo Stato quindi garantisce secondo lui, i diritti di proprietà privata dei capitalisti e reprime la libertà e i diritti dei lavoratori.

STATO DI DIRITTO: fondato sulla legge, il cui potere non risponde nella volontà delle singole persone, ma nella norma giuridica generale e astratta .

STATO SOCIALE- WELFARE STATE: articolazione dello stato democratico. Il suo obiettivo principale è quello di garantire a tutti i cittadini l’assistenza e la partecipazione alla vita politica e sociale della comunità. A differenza dello stato liberale, quello sociale interviene per eliminare le disuguaglianze. Infatti lo strumento fondamentale è la redistribuzione del reddito: prelevare attraverso le tasse denaro dal reddito dei ricchi per poi potere distribuire in maniera equa ai più poveri.

INDIETRO

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Insieme dei provvedimenti e delle istituzioni pubbliche che nel Novecento furono adottate in vari paesi per garantire ai cittadini il soddisfacimento

di bisogni primari quali l'occupazione, l'assistenza

sanitaria, la casa, l'istruzione di base, la previdenza, ritenuti

tutti obiettivi primari dello stato. Il termine viene

utilizzato a partire dalla seconda guerra mondiale per designare un sistema socio-politico-economico in cui la

promozione della sicurezza e del benessere sociale ed economico dei cittadini è

assunta dallo Stato, nelle sue articolazioni istituzionali e territoriali, come propria

prerogativa e responsabilità.

Il Welfare State, detto anche "Stato sociale", si contraddistingue per una rilevante presenza pubblica in importanti settori quali la previdenza e l'assistenza sociale, l'assistenza sanitaria, l'istruzione e l'edilizia popolare; e tale presenza si accompagna generalmente a un atteggiamento interventistico e dirigistico nella vita economica, sia a livello legislativo, sia attraverso la pianificazione e la programmazione economica, sia attraverso imprese pubbliche.

Definizione del termine

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Diffuso in tutti i paesi industrializzati negli anni sessanta e settanta, in forme varie e con maggiore o minore intensità (livelli bassissimi erano per esempio raggiunti in Giappone), esso entrò in crisi per il concorso di più

cause: l'erosione dei margini economici che lo consentivano sotto la spinta inflazionistica dello shock petrolifero; l'elevazione generale dei redditi che favorì la diversificazione dei consumi e dei bisogni,

creando alternative privatistiche; la teoria neoliberista concretizzatasi negli Usa con la reaganomics e in Gran Bretagna, sotto il governo Thatcher, mediante la deregulation e uno smantellamento delle

bardature statali che, alleviando la pressione fiscale, consentisse una ripresa degli investimenti anche a prezzo di più dure condizioni sociali.

•I diritti fondamentali da universali diventano selettivi

- maggiore scadenza nei servizi dei poveri

- responsabilità degli ammalati è a carico dei famigliari

•Redistribuzione del reddito (prelevare dalle tasse dei ricchi il denaro per darlo ai poveri)

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La crisi del welfare

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Per Stato si intende un’organizzazione sovrana che esercita il suo potere Per Stato si intende un’organizzazione sovrana che esercita il suo potere originario ed esclusivo sul popolo stanziato su un determinato territorio. Tre originario ed esclusivo sul popolo stanziato su un determinato territorio. Tre sono gli elementi che lo costituiscono:sono gli elementi che lo costituiscono:

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2. Il territorio: spazio terrestre, aereo, marino…sul quale vengono applicate le leggi dello stato a cui appartiene (Principio di territorialità).

3. La sovranità: il potere sovrano è unico (determinata dalla sovranità normativa); esclusivo (non

ha poteri concorrenti); originario (non deriva da nessuno). La sovranità si esercita tramite la legge (atto generale ed obbligatorio che si impone attraverso sanzioni a tutti) ed ha il Monopolio della forza legittima ovvero può far uso della forza nell’applicare le leggi nel caso in cui quest’ultime non vengano rispettate.

1. Il popolo: insieme dei cittadini (coloro che hanno la titolarità dei diritti politici attraverso i quali partecipa alla vita dello Stato) di uno Stato, caratterizzati da un rapporto di cittadinanza. La cittadinanza a sua volta si può acquisire in due modi: o a titolo originario o a titolo successivo.

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La società feudale era caratterizzata da una una struttura struttura piramidalepiramidale fondata sui rapporti di vassallaggio: al vertice si trovava l’imperatore che era legato da un rapporto di fedeltà con i propri vassalli, legati con lo stesso rapporto ai valvassori, che a loro volta erano legati ai valvassini. Vi erano poi gli uomini liberi (artigiani e piccoli proprietari) e i servi della gleba (i contadini). La base economica di questa società era costituita dall’agricoltura dominata dall’autoconsumo. Ogni feudo era autosufficiente dal punto di vista economico e questa caratteristica garantiva l’autonomia militare al feudo; il potere risultava frammentatato in tante unità quanti i feudi, nei quali ciascun feudatario comandava e puniva se era necessario. E’ a causa di ciò che in questo periodo non si può parlare di stato, perché quest’ultimo si caratterizza da una centralizzazione del potere in un unico ente.imperatore

vassalli

valvassori

valvassini

uomini liberi

servi della gleba

Rapporto di vassallaggio

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Casa XX settembre

Ospedale S. Giorgio

AVANTI

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LA STRUTTURA

La struttura denominata “Casa XX settembre” ospita utenti di

norma fuori dall’obbligo scolastico, sia in assistenza

diurna sia residenziale. I disturbi dell’utenza risultano

deficit: fisici, psichici e sensoriali di natura medio grave o grave e non sono

gestibili nel contesto famigliare.

Descrizione della struttura

Finalità del servizio

Il personale

AVANTI

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La struttura è suddivisa in

• un Centro Educativo Riabilitativo Diurno aperto per 11 mesi all’anno destinato a 10 utenti disabili gravi

• un Centro Educativo Riabilitativo Residenziale articolato in due appartamenti di cui un destinato a 5 disabili in regime di residenza privi di rete di supporto parentale o con supporto parentale compromesso e l’altro a 5 disabili in regime di emergenza residenziale che nel proprio percorso di vita abbisognino di interventi temporanei di protezione e accoglienza.Sono individuabili sia nel CER Diurno, sia nel Residenziale, spazi comuni da utilizzare

per agevolare l’incontro e lo scambio tra persone, come è descritto qui di seguito:

• 1 locale adibito ad attività di socializzazione, sala tv, sala morbida

• 1 locale per attività riabilitative adeguatamente attrezzato

• 1 locale per colazione, il pranzo, la merenda e la cena

• 1 locale adibito a laboratorio per attività manuali, di tipo didattico e grafico-espressive

• 1 locale da adibire ad ufficio-archivio documentazione, verifiche operative/tecniche, ricevimento famigliari, ad uso del personale in servizio

• 1 ambulatorio medico-infermieristico

• spazio verde accessibileINDIETRO

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Il servizio svolto garantisce un intervento continuativo e sostitutivo dell’ambito famigliare ed è tale a garantire ai disabili buone situazioni di vita, di salute psicofisica e di relazioni interpersonali. L’intervento educativo assistenziale e riabilitativo è orientato:

• a rispondere ai bisogni primari, psichici ed affettivo-relazionali dell’utente

• a potenziare o tutelare il mantenimento dei livelli di autonomia acquisiti

• a potenziare o tutelare il mantenimento di abilità cognitive, relazionali, comportamentali e manuali tese al potenziamento di una positiva identità individuale e sociale

• a favorire il conseguimento dell’integrazione sociale dell’utente e della sua famiglia

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5. Infermiere professionale5. Infermiere professionale: si occupasi occupa, tramite il contatto con il medico referente per l’attività sanitaria della struttura e con i medici di base degli utenti, dell’assistenza infermieristica

1.1. CoordinatoreCoordinatore: è il garante del corretto funzionamento delle attività ed è il referente in struttura per il servizio sociale, le famiglie degli ospiti e la direzione della cooperativa. In caso di assenze per ferie o malattie la cooperativa provvederà alla sostituzione. E’ impossesso del titolo di coordinatore di strutture socio-assistenziali

2. Educatore professionale2. Educatore professionale: è presente quotidianamente con il compito di ascoltare-rilevare i bisogni e le risorse degli ospiti. E’ il partner nelle attività dell’utente mediante la formalizzazione e l’attuazione di progetti educativi caratterizzati da intenzionalità e continuità, volti a promuovere e contribuire al pieno sviluppo delle potenzialità di crescita personale e di inserimento e di partecipazione sociale agendo per il perseguimento di tali obiettivi sulla relazione interpersonale, sulle dinamiche di gruppo, sul sistema famigliare, sul contesto ambientale.

3.3. Terapista della riabilitazioneTerapista della riabilitazione: lavora in stretta collaborazione con il personale

infermieristico ed educativo, desumendo anche le indicazioni operative del medico specialista inviante

4.4. Addetto all’assistenza di baseAddetto all’assistenza di base: operatore rivolto alla globalità dei bisogni di base relativi alla perdita di economia, agisce secondo una metodologia il meno possibile sostitutiva, quindi, valorizzando e promuovendo la persona.

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Per accordarci al meglio con la

coordinatrice della struttura nella quale

saremmo andati durante lo

stage ,“Casa XX settembre”, abbiamo deciso di andarla a

visitare circa un mese prima. L’incontro è

stato molto positivo e la Sig.ra A. Guarnieri

oltre a spiegarci e descrivere in maniera

dettagliata la struttura, ci ha detto cosa avremmo dovuto fare , ma soprattutto affrontare a livello

visivo una volta iniziato il tirocinio.

Il prim

o incontro

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Mattina tutti e tre

Anna: ”Santo cielo! in realtà non me l’aspettavo così. Appena siamo arrivati

nessuno sapeva del nostro periodo di tirocinio e Il

coordinatore Nicola Rossi non trovava i documenti che accertavano il nostro stage. Sono rimasta un po’ delusa”

Ilaria: ” Finalmente è arrivato il primo giorno di stage! Dal

colloquio con il coordinatore sono rimasta un po’ delusa, ma tutto sommato è andata bene, anche

perché ci hanno accolto con gentilezza e fin dall’inizio ho

instaurato un buon rapporto con gli ospiti”

Pietro:” Lo stage è cominciato. Non mi ero creato nessun tipo di

aspettativa per evitare di rimanere eventualmente

deluso. Oggi non c’è stato nulla di particolare. Ho

cominciato solamente ad ambientarmi nella

struttura e a conoscere i ragazzi. Vedremo da

domani…”

Appena arrivati abbiamo aspettato circa 10 min. prima di poter incontrare il nuovo coordinatore (Nicola Rossi) e dopo 1 ora di colloquio nel quale ci ha presentato il centro e il modo in cui ci saremmo dovuti comportare, abbiamo visitato per la prima volta la struttura; dopo di che ci ha presentato agli operatori in turno e ai pazienti. Abbiamo trascorso tutta la mattina con loro a parlare con chi era possibile e a giocare a carte. Siamo andati via alle 13.30 dopo che avevano mangiato.

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Primo giorno…Primo giorno…

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Mattina

Ilaria: “Primo giorno di stage da sola. Fortuna o sfortuna??? Tutto

sommato è andato bene. Appena arrivata ho avuto un incontro con

una paziente che il giorno prima non c’era. Sono stata con loro tutto il giorno e l’ ho osservati durante le ore dei pasti (colazione e pranzo).

Non è stata una giornata molto movimentata perché in struttura non c’erano tutti i pazienti visto che tre erano andati a teatro ma ho aiutato un’ operatrice a fare i lavoretti di

Pasqua” Pomeriggio

Pietro: ”Oggi la giornata è trascorsa in modo molto tranquillo. Siamo stati con gli operatori mentre i ragazzi erano a letto e,una volta alzatisi, siamo rimasti in loro

compagnia a fare merenda,a guardare la tv e a giocare a carte… come in un normale pomeriggio tra amici…”

Anna: “Il pomeriggio è stato più rilassante. Le prime due ore abbiamo parlato con gli operatori

dell’impatto avuto, ma soprattutto ci hanno raccontato i problemi che a volte devono affrontare, spesso con l’aiuto dell’assistente sociale, come ad

esempio il fatto che le famiglie tendono a trascurare l’abbigliamento del figlio. È stato durante la merenda che ho avuto un incontro

particolare, se così si può definire con un ospite che nel chiedermi una cosa che io non capivo,

agitandosi mi ha preso per la maglia e l’ha leggermente sporcato di yogurt.”

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Mattina

Pomeriggio

Anna: ”Che giorno divertente! Abbiamo passato tutto il tempo

con un operatore e un paziente a giocare a carte… Nicola Rossi non

si vede da due giorni e anche i nostri fogli di presenza.”

Pietro: ”Oggi mi sono proprio divertito….la mattinata è trascorsa tra barzellette, racconti di aneddoti d’infanzia dei ragazzi e qualche

partitina a carte…. sembra di stare con degli amici….”

Ilaria: “ E’ il mio primo pomeriggio e anche oggi sono stata da sola. Non è stato molto movimentato perché fino alle 16.15 i ragazzi hanno dormito e

io sono stata in guardiola con gli operatori, i quali mi hanno chiesto le

mie impressioni e pensieri sia su questo tipo di lavoro, sia sul mio

primo impatto. Poi la situazione è degenerata su discorsi di cui

preferisco non parlare.”

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Mattina

Ilaria: ”Che bello! oggi siamo andati a teatro a vedere lo spettacolo dei tre ragazzi che seguivano questo progetto. Lo spettacolo è stato svolto non

solo dai ragazzi di “Casa XX settembre” ma anche da ragazzi di altri centri, i quali hanno messo in scena alcune parti de “Le città invisibili” di Italo

Calvino. E’ stato molto emozionante”

Anna: ”Anche se in realtà non ho percepito molto

bene il significato di alcune scene, ho visto i

“nostri ragazzi” carichi di allegria e felici di essersi

sentiti per un giorno attori”

Pietro: ”Bellissimo lo spettacolo! Breve ma intenso e carico di significato! I ragazzi erano contentissimi… e io anche”

Tutti e tre a teatro…Tutti e tre a teatro…

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Anna: “Sono arrivata alle 8.30. Puntualissima!!!. Sono stata tutto il giorno insieme ai ragazzi (oggi c’erano tutti visto che il progetto del teatro è terminato) e agli operatori. Abbiamo giocato, disegnato e

parlato. Mi dispiace tantissimo che sia l’ultimo giorno. Ho capito più o meno la realtà di questa struttura ma quello che ho osservato non

è sufficiente per poter avere un’idea obiettiva e chiara di ciò che avviene all’interno dell’edificio e del ruolo che ha il servizio.”

Mattina

Ultimo giorno…Ultimo giorno…

Pomeriggio

Pietro:”Oggi purtroppo è l’ultimo giorno….Sarei rimasto ancora qui con i ragazzi per passare delle altre giornate

come quelle passate…. Penso proprio che mi mancheranno e che, se riuscirò, tornerò a trovarli.”

Ilaria:” E’ l’ultimo giorno e ad essere sincera mi dispiace tanto. Anche oggi abbiamo trascorso la

maggior parte del tempo nella saletta degli operatori e poi verso le 16.30 siamo scesi e

andati con loro nella sala da pranzo aspettando la merenda. Rispetto agli altri giorni, questo, è stato abbastanza movimentato, non tanto per le attività ma per l’arrivo e l’uscita dei degenti e

per alcune scenate di “capricci” sempre da parte di alcuni dei ragazzi.”

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LA STRUTTURA

Il Dipartimento di Medicina Riabilitativa dell’Azienda Ospedaliero-Univesitaria “S.Anna” di Ferrara assiste e cura, senza distinzione di età e patologie, le persone che per effetto di menomazioni fisiche e cognitive presentano disabilità, e le aiuta a conquistare il massimo livello di indipendenza sul piano fisico, psicologico e sociale concesso dalla malattia e dalle risorse disponibili.

Tutte le strutture operative si trovano in via della fiera a

Ferrara, ad eccezione dell’Unità Operativa

Riabilitazione Cardiologica che si trova in via Gramicia n° 35 a

Ferrara.

Il Dipartimento è costituito da tre Unità Operative

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Medicina Riabilitativa

Gravi Cerebrolesioni Riabilitazione Cardiologica

Le attività

L’Unità Gravi Cerebrolesioni assiste i pazienti affetti da gravi traumatismi cranioencefalici ed altre gravi cerebrolesioni acquisite come i comi post-anossici, gravi emorragie secondarie a malformazioni vascolari.

La struttura si occupa inoltre di soggetti affetti da disabilità secondarie a cerebrolesioni

ischemiche che necessitano di interventi di riabilitazione estensiva.

interventi riabilitativi intensivi in ricovero ordinario interventi riabilitativi estensivi in ricovero ordinario interventi in regime day ospital interventi ambulatoriali

I servizi

L’Unità di Medicina Riabilitativa prende in carico le persone che presentano menomazioni fisiche e cognitive, senza distinzione di età ne patologia, al fine di raggiungere il massimo livello di indioendenza sul piano fisico, psicologico e sociale, la migliore integrazione con l’ambiente e la miglior qualità di vita concessa dalla malattia di base e dalle risorse disponibili.

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Diario di

Bordo

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Prima giornata

Siamo arrivate alle 8.30 e siamo state accolte nella hall dell’ospedale.

Ci è stata presentata la suddivisione degli ambienti, delle iniziative e della settimana.

Individualmente abbiamo assistito alle diverse terapie riabilitative nelle varie palestre.

Poi….

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Seconda giornata

Abbiamo assistito al “Progetto salvati la vita”, un’attività di prevenzione tenuta settimanalmente nella biblioteca dell’ospedale e diretto alle scuole medie e superiori al fine di prevenire i giovani da eventuali pericoli esterni e dal pregiudizio nei confronti della disabilità.

“Tutti noi dovremmo fare un esame di coscienza per accorgerci di quanto ci lamentiamo delle nostre sfortune. A volte ci lamentiamo anche ingiustificatamente, in fondo ciò che ci accade di non progettato non possiamo vederlo solo negativamente, ogni tanto può bastare uno sguardo diverso.”

Francesca

A fine incontro, un ragazzo vittima di un incidente ci ha raccontato la sua storia…

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Daniele, ragazzo venticinquenne, nel settembre 2002, uscito dal lavoro, è rimasto vittima di un incidente stradale. La sua auto finì fuori strada e dopo diversi interventi, terapie riabilitative, la sua situazione è migliorata. Ora Daniele, nonostante si trovi su una carrozzina data l’impossibilità di muovere una gamba, riesce ad affermare che….

“…non mi sento né in debito né in credito con la vita,

semplicemente ho imparato ad affrontare le situazioni, ed ora accetto qualsiasi cosa, bella o

brutta che sia…”

Daniele ci ha lasciato molto, banale dire che non abbiamo apprezzato così tanto la vita come quella mattina passata con lui, ma pensiamo non ci siano altri modi per esprimere il nostro pensiero. Saper affrontare i problemi che

la vita ci offre e ci impone e continuare ad apprezzarla nonostante dispiaceri e dolori è la forza che Daniele è riuscito a trasmetterci.

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Terza giornata

Nel pomeriggio...

Una volta disposte nelle varie palestre abbiamo nuovamente osservato il lavoro del personale. Un vero lavoro in team!

E’ stata proprio una giornata stancante ma allo stesso tempo anche molto interessante! Quello che ci ha sorpreso di più è stata proprio la ottima collaborazione tra l’equipe e questo si è maggiormente notato nel pomeriggio!

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Primo incontro

L’EQUIPEL’EQUIPE

Abbiamo assistito ad un incontro con l’equipe medica (medico, psicologo, fisioterapista, infermiera) e la

famiglia di un paziente ricoverato. Inizialmente sono stati illustrati e resi noti alla famiglia i progressi del

famigliare, successivamente si sono discusse le possibili soluzioni (cure, terapie…) per il futuro tenendo conto

anche del parere del diretto interessato.

Secondo incontroLE FAMIGLIELE FAMIGLIEAbbiamo partecipato ad un incontro in cui erano presenti

diversi famigliari di pazienti ricoverati, guidati dai due psicologi dell’ospedale. L’incontro previsto ogni mercoledì, ha

lo scopo di aiutare le famiglie offrendo loro la possibilità di confrontarsi e raccontare le proprie storie. Questa riunione

viene vissuta come momento di sfogo, in cui si crea solidarietà tra i vari soggetti coinvolti.

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Quarta giornata

Oggi abbiamo riservato un momento alla visita delle stanze dei pazienti. A questi ultimi viene

concessa la possibilità di personalizzare la propria camera con oggetti, foto, pupazzi, che

rendono l’ambiente famigliare.

Abbiamo notato una diversificazione delle stanze a

seconda dell’età del paziente, la si può vedere nelle foto presenti in

questa diapositiva

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Quinta giornata

“Ultimo giorno, è la giornata più dura sia perché sta finendo tutto sia perché mi trovo davanti ad una realtà molto

pesante: persone con la canula. Quello che mi sta facendo bene e male

allo stesso tempo, è che mentre sto scrivendo, io e il ragazzo P. ci stiamo guardando negli occhi… Non riesco a sostenere lo sguardo con un ragazzo completamente intubato e mi sento

egoista per questo”

Valentina

“Oggi è l’ultimo giorno e ci dispiace a tutte e tre! Appena arrivate come tutti gli altri giorni, ci hanno subito diviso nei vari reparti per seguire le attività del giorno…”

Francesca

“Mi dispiace tantissimo lasciare questa struttura;

questa esperienza sta scavando dentro di me. Spesso davanti a queste

realtà chiudevo gli occhi, un po’ per egoismo, un

po’ per paura.”

Veronica

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Alla Dott. ssa Maria Rita Magnarella e al Dott. Andrea Bontempi

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Testi consultati

Sitografia

Pagina Iniziale

Page 67: stage-disabilita.ppt

• Bauman, Lavoro, consumismo e nuove povertà, Città Aperta, Troina (EN) 2004

• Boeri, Uno stato sociale, Laterza, Roma-Bari

• Canevaro, Gaudreau, L’educazione degli handicappati, la Nuova Italia scientifica, Roma

• Canevaro, Pedagogia speciale, Bruno Mondatori, Milano 1999

• Del Carlo, Viaggio nell’universo dell’handicap, Del Cerro, Pisa 1989

• Ferrera, Le trappole del welfare, il Mulino, Bologna 1998

• Iesu, Handicap e integrazione, Ed. Tecnodid, Napoli 1992

• Trisciuzzi, Manuale di didattica per l’handicap, Ed. Laterza, Roma- Bari

• Pavone, Tortello, Handicap e scuola media superiore, UTET, Torino 1995

•AA. VV., Politiche e servizi di welfare locale rapporto sociale 2004, Comune di FerraraINDIETRO

Page 68: stage-disabilita.ppt

www.comunediferrara.it www.disabilitaincifre.it  www.psicoscuola.net www.regione.emilia-romagna.it – www.saluter.it www.webaccessibile.org

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