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    Giocare di squadra: Processo di formazione e proposte

    operative

    prof. Di Pasquale Raffaele 2

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    Il calcio un gioco di squadra che richiede ilmassimo livello di capacit di comunicazione

    e collaborazione. Il giocatore deve acquisire

    la coscienza a sviluppare il senso del gioco

    collettivo, la solidariet, l'aiuto reciproco edamalgamare gli interessi personali a quelli

    del gruppo. L'individuo vive per la squadra e

    per esaltarsi ha bisogno della squadra

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    LA SQUADRA UNA

    NORMALE COMPLESSIT

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    Diverse e varieprovenienze etniche,

    geografiche,religiose, linguistiche

    Dinamiche relazionali

    e di attaccamento

    Intelligenze Multiple

    (Gardner, 1983; 2005)

    Vissuti familiari,sociali e culturali

    Stili cognitivi(Cornoldi, De Beni eGruppo MT, 2001)

    Stile di pensiero(Metafora dellautogoverno

    Mentale)R. J. Sternberg; 1987, 1998

    LA COMPLESSITA DELLA SQUADRA

    Competenze edesperienze tecnico

    e tattiche

    Livello di condizionemotoria

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    Richiede un approccio complesso

    Stili cognitivi

    Emozioni

    Comunit dipratica: il gruppo

    Metacognizione

    Legittimazione

    delle differenze

    Zone di sviluppoprossimale

    IL GIOCO DI

    SQUADRA

    Interazionioperative

    Attivit

    Modelli

    mentali

    Empowerment

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    Nel gioco di squadra lorganizzazione tattica prevale su tutte lealtre.I giocatori collaborano fra di loro, con lobiettivo comune di battere

    gli avversari.

    Il gioco del calcio ha una valenza collaborativa e delle dinamiche situazionali variabili.

    Queste dinamiche situazionali possono manifestarsi attraverso la superiorit di tipo numericoo di posizione.

    La maggior parte delle situazioni di gioco coinvolgono pi giocatori per volta, considerando i

    compagni e gli avversari.Le attivit devono stimolare le capacit di anticipazione su quelle di reazione. La capacit dianticipare un fenomeno di carattere tattico una eredit dei grandi giocatori della storia, chenon possiamo ignorare e che dobbiamo sempre considerare come esempio, quando andiamoin campo per allenare.

    Dobbiamo allenare partendo dai principi fondamentali del gioco.

    Stabilito i principi fondamentali del nostro gioco e quelli secondari, dobbiamo avere la capacitdi articolarli in modo che diventino un tuttuno e non rimangano parti separate dentro una

    realt impossibile da scomporre, come il gioco di squadra.

    Nel calcio, ci sono sempre giocatori che intervengono attivamente nelle situazioni di gioco edaltri che collaborano per risolverli.

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    Le esercitazioni per allenare "le collaborazioni", sono attivit dove il giocatore si trovanella condizione di essere sempre coinvolto nel gioco e debbono avere i seguentiprerequisiti:partecipano pochi giocatori, cio meno del totale della squadra.Sono situazioni che si realizzano normalmente in spazi ridotti. Attenzione a come

    utilizzare gli spazi di gioco ed a come gestire la disposizione dei giocatori nei medesimi,per ottenere una buona riuscita.Le esercitazioni debbono contenere un solo obiettivo tattico, che deve essere il punto dipartenza e il punto di arrivo. Quando i giocatori hanno raggiunto un buon livello diesecuzione, bisogna terminare il lavoro.Con le regole possiamo variare il livello di difficolt dellesercitazione.

    Le esercitazioni debbono essere strutturate in modo che il giocatore sia costretto arisolvere gli obiettivi tattici proposti.Gli obiettivi tattici debbono essere risolti nel minore tempo possibile, poich quanto pitempo richiede la soluzione del problema, perdiamo imprevedibilit nella fase di attaccoe rallentiamo lorganizzazione difensiva.

    LA COLLABORAZIONE

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    In questi tipi di esercitazioni partecipano una gran quantit di giocatori, a voltepersino tutti.Gli allenatori debbono osservare se tutti i giocatori favoriscono la soluzione del

    problema esposto nell'attivit di collaborazione.Sono esercitazioni che permettono di ridurre il livello di individualismo di ognisingolo giocatore.Sono esercitazioni che permettono di collegare le differenti situazioni disviluppo delle collaborazioni reciproche fra i giocatori.Sono esercitazioni che hanno come obiettivo principale l'unione di una

    situazione di gioco con un'altra.Sono esercitazioni che ci permettono di introdurre regole per provocare econdizionare le risposte dei giocatori.L'obiettivo finale di dette esercitazioni, quello di abituare i giocatori a dare lestesse risposte nella stessa situazione di gioco.

    COLLABORAZIONE-OPPOSIZIONE

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    Si debbono proporre alla fine della sessione di allenamento.L'obiettivo per l'allenatore quello di osservare se il concetto tatticoesposto stato assimilato dai giocatori e se riescono a trasportarloall'interno del gioco di squadra.Questa attivit importante per gli allenatori, che possono osservare icomportamenti e gli atteggiamenti dei giocatori e possono verificare se

    mettono in pratica gli obiettivi allenati.Inoltre, permettono loro di valutare il rendimento globale della squadra e dicapire se il livello di difficolt dei concetti tattici proposti va bene o dacambiare.A volte, un obiettivo ha bisogno di pi esercizi sulle collaborazioni che unaltro.Soprattutto decisivo considerare sempre i principi fondamentali del nostrogioco, per decidere di allenare in base al progetto di gioco che abbiamoscelto.

    I GIOCHI DI SQUADRA

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    Proporre in allenamento situazioni che contengano molte variabili tattiche, attraversochiamate di movimenti compensatori che possono verificarsi in partita, come:Che quando si attacca, i due laterali di centrocampo non debbono inserirsi

    contemporaneamente e che i difensori che restano in posizione, debbono scalare versoil lato cieco per coprire gli spazi liberi.Che i giocatori che non attaccano, si preoccupino di equilibrare la difesa, seguendo ilconcetto, che quando si attacca bisogna sempre organizzare la difesa.Che davanti ai giocatori avversari che restano in posizione di attacco, difendiamoindividualmente e si cerchi di mantenere anche i riferimenti di marcatura collettiva, per

    non concedere loro troppo spazio.Che i giocatori che non hanno nessuna possibilit di intervenire in difesa, si posizioninoin modo da farsi trovare subito smarcati quando si riconquista la palla.Che le squadre tengano in conto dei rinvii e delle respinte lunghe, che di normaarrivano nello stesso lato del campo da dove partita la palla (solo quelle calciate malevanno nel lato opposto).

    LE AZIONI PER LA SQUADRA

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    Organizzando le nostre sedute di allenamento,dobbiamo tenere in conto una serie di dettagli,che arricchiranno il nostro lavoro, partendo dalla

    struttura del gioco e finendo con la dinamicadelle relazioni che derivano dal gioco stesso.Quindi, le attivit deve avere le seguenticaratteristiche:

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    Devono essere di difficolt crescente, dal facile al difficile.Devono stimolare a prendere decisioni. Evitare di ripetere di continuo quello chedebbono fare e quello che non dovrebbero fare.Devono stimolare al massimo la catena della percezione-decisione-esecuzione,

    nascondendo da parte dell'allenatore la maggiore quantit possibile di informazione.Devono offrire ai giocatori orientamenti e riferimenti, affinch risolvano da soli gliobiettivi dellallenamento, evitando di dare noi le soluzioni.Devono abituare il giocatore a superare i dubbi con la ripetizione costante e continua,acquisendo cos sicurezza esecutiva. indispensabile, valutare quando i giocatoriraggiungono un buon livello e cambiare le proposte.Non dobbiamo insegnare a fare esercizi a memoria, bens dobbiamo far si cheimparino a giocare a calcio.Devono essere aperte, non chiuse.

    IMPIANTO METODOLOGICO

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    Devono tenere sempre in conto la logica del gioco,inserire sempre porte che abituino il giocatore al gioco di

    difesa e di attacco.Non scomporre le fasi del gioco. Perch proponiamoattivit dove alcuni giocatori attaccano, mentre gli altriuna volta recuperata la palla concludono il loro

    esercizio?Dobbiamo evitare di interrompere con frequenza gliesercizi, quando vediamo che i giocatori commettonomolti errori, bisogna riproporre esercizi di

    apprendimento.

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    Lallenamento realmente fruttifero quando i giocatori partecipano e si

    impegnano, cio, sentono quello che fanno. Se non cos, significa che perloro, il lavoro fatto ha avuto uno scarso valore.

    I principi tattici che sviluppiamo devono essere strettamente collegati con lanostra filosofia di gioco.Lallenamento in spazi ridotti necessario, ma dobbiamo sempre considerare

    per ovvi fattori, sia a priori che a posteriori, che ha il limite di non stimolare ilgiocatore al gioco reale. Sappiamo comunque, che nelle fasi iniziali, il gioco in

    spazi ridotti, mette il ragazzo nelle condizioni di essere sempre al centrodellazione, con il problema della perdita e della riconquista della palla. Questoaspetto evidenziato in precedenza, comunque molto importante, perch sonole situazioni dove si decidono le partite.Le attivit devono seguire una linea metodologica. importante che quello cheproponiamo nella seduta di allenamento, rispecchi sempre una progressione diobiettivi tecnico-tattici.Le capacit condizionali debbono essere allenate sfruttando le condizioni divariabilit che abbiamo nelle diverse situazioni di gioco.

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    Una considerazione finale, che sostiene la filosofia espressa, cela da il calcio a 7, che si gioca nella fascia di et della scuolacalcio e che il passaggio intermedio, prima di arrivare alcalcio a 11 all'et di 12 anni.Per la velocit di svolgimento delle azioni, perch obbliga igiocatori a passare rapidamente da un ruolo ad un altro, edinoltre perch un gioco dove le azioni di contrattacco e le suerisposte difensive sono frequenti e continue.Ed per ci, che diventa fondamentale, inserire sempre le

    porte o delimitare spazi analoghi, nelle attivit cheproponiamo in allenamento, dove il segnare e il difendere,stimolano il pensiero ed il sentimento rivolto alla protezione ealla penetrazione, abituando cos il giocatore al rapido

    cambiamento delle fasi di gioco.

    IL CALCIO A 7

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    PROCESSO METODOLOGICO

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    La formazione guidata in complessit: il processoNel calcio frequente lutilizzo sistematico di una serie di esercizi

    mirante allo sviluppo del gioco di squadra e delle capacit degliatleti.Cos, prima di addentrarci in attivit pratiche, riflettiamo un po del

    "processo di formazione".Il processo di formazione consiste in una serie sistematica edintenzionale di esercizi, esercitazioni, situazioni e giochi.Sistematizzare le attivit significa definire le progressioni ecollegarle tra di loro. Cos come, nel corso del tempo, sia le regoledel gioco che il numero dei giocatori si evolveranno in relazione

    alle nuove situazioni-problema.

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    Considerando che la missione dei tecnici sia quella disviluppare un modello di allenamento che abbial'obiettivo di ricostruire le tematiche della partita,

    cercando di trasmettere ai giocatori una formazioneadeguata e di far si che le sedute consentano diraggiungere ottimi livelli di prestazione, maggiormenterivolta allo sviluppo della dimensione cognitiva, ponendo

    in secondo piano lo sviluppo della dimensione fisica,diventa fondamentale, dopo aver analizzato lecaratteristiche del gioco, evidenziare gli obiettivi generalidell'allenamento, che vogliamo raggiungere in ogniseduta e che devono guidare la nostra proposta pratica,nel modo che segue:

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    ridurre progressivamente le incertezze e le insicurezze cheprovoca il gioco.

    ottimizzare il rendimento, attraverso la prospettiva del giocatore,significa ottimizzare tutte le sue capacit in relazione alla richiestadi ogni attivit.ottenere il massimo rendimento individuale e collettivo.seminare cultura tattica. ("La mia grande missione come

    allenatore creare cultura tattica. Insegnare al giocatore adinterpretare le situazioni, dandogli pi informazioni possibili emotivandolo a capire bene i principi del gioco. Alla fine in campodecide il giocatore e non lallenatore.")

    far si che le esercitazioni proposte in allenamento siano adatte araggiungere obiettivi specifici e vengano assimilate dai giocatori.II migliore allenamento, quello che riesce a riprodurrefedelmente, una situazione nella quale il giocatore riesce adottimizzare certi meccanismi, da lui accettati e riconosciutiimportanti per aiutarlo a risolvere quella situazione proposta" 23

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    Il conseguimento di questi obiettivi

    dipender dall'uso di una metodologia dicampo specifica, che sia sostenuta daiprincipi del nostro gioco e che anteponga gli

    obiettivi tecnico-tattici a quelli fisici.Attenzione a non bleffare, proponendoesercitazioni globali od integrali.

    Il metodo in cui credo e che presenter quello definito operativo".

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    La preparazione tattica (...) deve partire da una prospettivasistemica, in termini di connessioni tra gli elementi che fannoparte di essa, con ordine e relazione, senza perdere in

    nessun momento la visuale globale dell'insieme.Ogni parte o mezzo tattico non si sviluppa in un modo isolatodal contesto globale, ma integrato in un insieme, la cuinatura diversa delle parti che la compongono.

    LA METODOLOGIA OPERATIVA

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    CosaQuale tipo di Attivit Svolge in Partita ?

    Come

    Quali tipologiedi EserciziProponiamo ?

    QuandoQuale Tipo di Programmazione e Periodizzazione ?

    Perch

    Quali sonoGli ObiettiviChe ci

    Prefiggiamo ?

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    Che tipo di attivit svolge il Giocatore in partita ? (COSA ?)

    MODELLO PRESTATIVO

    Generale e Specifico

    Velocit Forza e Funzionale

    Organico

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    CosaSport o no

    ComeTipologie di Esercizi

    QuandoIn che fasi

    PerchCon quale obiettivo

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    Normalmente, possiamo osservare, che molti allenatori antepongonogli obiettivi fisici a quelli di tipo cognitivo- decisionale. frequente notare, come l'obiettivo della tattica rimane quasisempre in secondo piano, ed per questo che viene spontaneochiederci quanto segue: se consideriamo che con una buonaorganizzazione tattica, riusciamo a vincere le partite, perch questo

    obiettivo dobbiamo allenarlo esclusivamente quando il giocatore adulto ed ha minor predisposizione mentale e fisica perl'apprendimento?Inoltre, molto frequente ascoltare tecnici scusarsi, quando vengono

    esonerati per cattivi risultati, con dichiarazioni del tipo: non ho avutotempo sufficiente per allenare l'organizzazione della squadra. Perquesto motivo forse bene che ci poniamo alcune domande:

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    Quanto tempo perdiamo durante la settimana per gli obiettivi di carattere fisico a discapito di

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    Quanto tempo perdiamo durante la settimana per gli obiettivi di carattere fisico a discapito diobiettivi tattici anche di basso livello?Quante sessioni ed attivit di allenamento facciamo senza che i giocatori si allenino a prenderedecisioni?Quanti allenamenti e sessioni facciamo senza tenere in conto delle caratteristiche individuali dei

    nostri giocatori? ( come allenare un difensore di fascia come Roberto Carlos che quando siinserisce in attacco lo fa per istinto naturale unito alla sua enorme potenza, piuttosto cheHamsik, che dichiara invece di collegarsi ai suoi compagni per arrivare da dietro?).Teniamo in conto la logica strutturale del gioco quando proponiamo le nostre sedute diallenamento?Teniamo in conto che gli obiettivi dell'allenamento nelle fasi sensibili di un giovane calciatore,

    non possono essere uguali a quelle degli adulti?Teniamo in conto le qualit dei nostri giocatori per scegliere un determinato stile di gioco o undeterminato sistema di gioco?Teniamo in conto della capacit di giocare di squadra dei nostri giocatori e le sinergie collettiveche essi costruiscono? Potenziamo queste qualit e sinergie durante gli allenamenti, in casocontrario rischiamo di escluderli con le nostre proposte.

    Perch ci dedichiamo a copiare modelli di gioco utilizzati da squadre pragmatiche, o cerchiamodi riprodurre quello che un giorno ci ha fatto vincere, dimenticando che ogni essere umano edogni area di relazioni socio-emotive, sono diversi fra loro?In definitiva perch continuiamo a perdere il tempo? E soprattutto perch continuiamo a fareperdere del tempo ai nostri giocatori?

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    Una infinit di autori hanno teorizzato sull'organizzazione dellasessione di allenamento o unit temporanea di lavoro, poich

    la pi ripetuta durante tutta la vita degli sportivi.Ne gioco del calcio, sino alla fine degli anni 80', il modelloclassico di una seduta si organizzava in questo modo:riscaldamento, parte principale, e parte finale o dirilassamento.Detto modello pu essere enormemente positivo in sport acarattere prevalentemente fisico, ma per le caratteristicheprecedentemente citate, si evidenza come questa proposta sialontana e abbia poca attinenza con un nuovo modo di

    intendere il gioco del calcio.Partendo dunque da questo presupposto, pensiamo siacorretto proporre una evoluzione della seduta di allenamento,strutturata su 4 fasi e basata su attivit diverse:

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    I fase: Attivit universaliII fase: Attivit di catena e di repartoIII fase: Attivit di sistema

    IV fase: Attivit di gioco reale.Queste attivit debbono poi essereprogrammate all'interno di un progetto, che

    preveda una progressione didattica, nell'ambitodell'apprendimento tattico.

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    PROGRESSIONE OPERATIVA33

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    POSSESSO PALLA 7 vs.1: gioco dove vedo con obbligo di passare la palla ad un giocatore di colore diverso.Lazione di attacco inizia sempre dal portiere. Lesercitazione si svolge nelle due direzioni

    Raffaele Di Pasquale allenatore professionistadi prima categoria

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    POSSESSO PALLA 7 vs.7 + P a coppie fisse gioco con goal valido se REALIZZATO a seguito di uno/due.SETTORE A

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    POSSESSO PALLA 7 vs.7 + P a coppie fisse gioco con goal valido se tutta la squadra oltre la metacampo.SETTORE B

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    POSSESSO PALLA 7 vs.7 + P a coppie fisse con goal valido se realizzato sempre da un giocatore diverso.SETTORE C

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    POSSESSO PALLA 7 vs.7 + P a coppie fisse con goal valido se realizzato di testa.SETTORE D

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    Il confronto all'interno dei 4 settori tra due squadre. Una composta di duegiocatori , laltra di tre in superiorit numerica. La squadra in superiorit numerica gioca a due tocchi e difende due porticine laterali, quella di duegioca a tre tocchi e difende una porticina centrale.

    Raffaele Di Pasquale

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    ESERCITAZIONE SINTESI: 4 partite 6vs.6 in 4 settori diversi , al fischio del tecnico, i gruppi di corsa si spostanonel settore adiacente ( rotazione oraria ), dove effettuano partite con le regole affrontate nelle fasiprecedenti.

    AB

    CD

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    Raffaele Di Pasquale allenatore professionista

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