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1 - Foglio inviato gratis agli amici di S. Nicola di tutto il mondo da P. Gerardo Cioffari, o.p., direttore del Centro Studi Nicolaiani di Bari (Italy) [email protected] 1000 ANNI FA IL PRIMO DOCUMENTO SULLA CHIESA DI SAN GREGORIO Il visitatore o il pellegrino che giunge alla Basilica di San Nicola, prima di ammirarne la facciata scorge sulla destra una chiesa bizantina con le tre caratteristiche absidi posteriori. E’ la chiesa di San Gregorio, la più antica a Bari ancora aperta ai fedeli. E’ della fine del X secolo, quando in città c’era una forte presenza di Armeni. La prima pergamena a parlarne è del marzo 1015, esattamente 1000 anni fa. ST NICHOLAS 84 NEWS Novembre 10, 2015

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Foglio inviato gratis agli amici di S. Nicola di tutto il mondo

da P. Gerardo Cioffari, o.p., direttore del Centro Studi Nicolaiani di Bari (Italy)

[email protected]

1000 ANNI FA

IL PRIMO DOCUMENTO

SULLA CHIESA DI SAN GREGORIO

Il visitatore o il pellegrino che giunge alla Basilica di San Nicola, prima di ammirarne la facciata scorge sulla destra una chiesa bizantina con le tre caratteristiche absidi posteriori. E’ la chiesa di San Gregorio, la più antica a Bari ancora aperta ai fedeli. E’ della fine del X secolo, quando in città c’era una forte presenza di Armeni. La prima pergamena a parlarne è del marzo 1015, esattamente 1000 anni fa.

ST NICHOLAS

84 NEWS Novembre 10, 2015

2014

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Nel nome del Signore Dio eterno e salvatore nostro Gesù Cristo. Cinquantottesimo anno dell’Impero del signor Basilio e del signor Costantino, il mese di marzo dell’indizione XV.

Io Mele, chierico, abate, custode e rettore della chiesa di san Gregorio e figlio del sacerdote Maione della città di Bari, dichiaro in presenza di Giovanni, giudice imperiale d’Italia e di altri nobili che qui si sottoscrivono, che alcuni anni fa Ursone, mio cugino figlio di Aurio mio zio paterno, è morto senza figli e figlie, e io, il suddetto Mele chierico e abate, gli sono succeduto nella sua eredità secondo la legge della nostra gente dei Longobardi, inclusi gli edifici che era solito costruire. Egli, infatti, ne aveva di sua proprietà ed in parte gli provenivano dalla signora Sifa sua madre, figlia di Rogato. Faceva dunque attività edilizia, costruendo case, cortili e chiese nella città di Bari ed altre cose in località Luciniano. Una parte di queste cose l’aveva come erede di suo padre e dello zio paterno il chierico Lupo, che poi morì anch’egli senza figli e figlie proprio a Luciniano, senza alcun peso fiscale.

Alcuni giorni orsono sono addive-nuto ad un accordo con Simeone figlio di Andrea, cugino del suddetto Ursone di questa città di Bari, e con lui già impegnato in costruzioni su fondi derivanti dalla madre, che era sorella della suddetta Sifa. A lui ho dato e consegnato col bastoncino di rito (per fustem) tutto ciò che Ursone possedeva

PERGAMENA

DELL’ANNO 1015

DONAZIONE DI MELE,

RETTORE

DELLA CHIESA

Archivio di San Nicola.

Bari

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nella città di Bari e fuori nel tenimento di Luciniano, e che gli proveniva dalla madre Sifa. Con questa mia donazione egli può fare tutti i lavori che desidera, impegnandosi a difendermi però, pagando lui i 18 solidi delle stesse case ipotecate e che chiuda come meglio può il contenzioso con la vedova di Ursone per la quarta che le spetta, liberando me da questo problema. Lo stesso Simeone poi, da parte sua, ha consegnato a me, Mele chierico, dodici solidi come risulta dallo scritto dello stesso Simeone che, da me firmato, egli conserva. Quanto alle altre cose che Ursone aveva da parte di suo padre e, senza pesi fiscali, da parte dello zio, il chierico Lupo, le avevo riservate a me sia come possesso che come coltivazione per liberarmi dei debiti connessi, fermi restando i 18 solidi che per le case ricevute lo stesso Simeone si è impegnato a versare per poter poi fare i lavori.

Considerando ora che io sono impegnato al servizio divino e che sono rettore e abate della suddetta santa chiesa e che sono vecchio, e che è tutt’altro che agevole per me tenere questi beni, lavorarli e togliermi i debiti, mi sembra conveniente concederli allo stesso Simeone che già possiede gli altri beni di Ursone, di modo che egli si accolli tutti i debiti legati a questi beni e, tacitando il fisco, io ne sia del tutto liberato. E dato che sono convinto che ciò sia utile e conveniente, in questo momento io Mele chierico e abate, di mia spontanea volontà, in presenza del suddetto giudice e degli altri nobili sottoscritti, con questo atto di donazione e concessione, dono e concedo a te Simeone tutte le suddette cose stabili che furono di Ursone e che egli aveva in località Luciniano o in altri luoghi derivantigli dal padre e dallo zio, e che io avevo precedentemente riservato a me, vale a dire casili, corti, ortali, vigne, terre incolte, uliveti, termiti, fichi, mandorle, pere e altri alberi pomiferi e non pomiferi, cisterne d’acqua, pozzi, laghetti, campi, foreste

recintate e non, terreni coltivati e non, comprese le vie e i sentieri con i relativi confini. Sono eccettuati da questa donazione alcuni beni, come la vigna in località Luciniano […], una corte recintata in località Maulo per la lunghezza di 46 piedi, appartenuta allo stesso Ursone in Luciniano e che tu stesso Simeone hai misurato, come pure quanto contiene la stessa corte […] in olive, pomi e alberi vari. Sono esclusi anche gli ulivi che vanno dalla parete della vigna e le cose dentro e fuori della vigna. Tutto questo l’abbiamo riservato a noi per farne ciò che vogliamo. Tutto il resto lo doniamo a te come transazione. Tu e i tuoi eredi potrete farne ciò che volete, facendo però in modo che io venga liberato da impegni e debiti derivanti dal diritto alla quarta parte della moglie di Ursone. Per la conferma di validità di questa nostra donazione, io ora ricevo da te Simeone il launegilt con il rituale fazzoletto di seta, ad indicare che da questo momento grazie a questa donazione tu e i tuoi eredi siete padroni di tutti questi beni potendo farne tutto ciò che volete senza che alcuno possa opporsi in qualsiasi modo.

Per tutto ciò io Mele chierico e abate, di spontanea volontà, do a te Simeone la guadia, ponendo come intermediario e garante Giovanni Protospatario, di modo che per sempre io e i miei eredi difenderemo la legalità di questa donazione contro chiunque dei nostri parenti o confinanti voglia contestarla o pretendere una parte di questi beni. Che se poi dovessimo venir meno in questo impegno di difendere i vostri diritti, obbligo me e i miei eredi a versare a te o ai tuoi eredi cinquanta solidi di Costantino e altrettanti di diritti di legge. In tal modo, per l’opera dell’intermediario garante, manterremo la pace, senza cedere alle calunnie. [… Da qui vi sono varie rasure e condizioni scritte con inchiostro diverso. Forse interpolazioni posteriori].

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Questo atto, che su nostra richiesta hai redatto nella città di Bari, tu Amato, chierico e protonotario, abbia valore per sempre.

Io Mele suddiacono e abate, così ho voluto. Io Giovanni, giudice imperiale d’Italia, su richiesta del suddetto diacono Mele, firmo. Io, … turmarca. Io Maione, sono testimone. Io Pietro sono testimone. Io Leone sono testimone. Io … sono testimone.

Traduzione della pergamena edita nel Codice Diplomatico Barese, Le pergamene di San Nicola di Bari. Periodo greco (939-1071), Bari 1900, doc. 13, pp. 26-28.

recognize in today Alacahisar. Because, however, this thesis is common with M. Chronz and Friedrich Hild, I am not able to say who proposed this identification first. He believes also that the St John monastery is to locate in today Asarcik.

Previously scholars inclined to identify the Sion Monastery with Karabel, or Manastir (near Arneai, further north), or Kumluca.

NON VI SONO

DOCUMENTI TALI DA

CHIARIRE SE LA CHIESA

FOSSE DEDICATA

A GREGORIO ARMENO

O AL PAPA GREGORIO

MAGNO

La presenza

nel X-XI secolo di una forte

colonia armena fa

propendere le probabilità

a favore della dedica a

Gregorio l’Illuminatore.

E’ certo però che nella

seconda metà del XV secolo

era dedicata a

Gregorio Magno.

Sopra. Pergamena del 990 dC.

Caloiohanne è erede di terreni che

il padre ha comprato dall’armena

Bartisky. Di un pezzo di terra si è

appropriato il chierico Mele figlio

del sacerdote armeno Simagoni. Il

figlio di questi lo vende, ma

Caloiohanne ne reclama la

proprietà, concedendogli soltanto

il raccolto dell’anno in corso.

Sopra. L’ultimo dei firmatari

della pergamena del 990 è il

sacerdote armeno Giuseppe

(Husep erez)

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La chiesa di san Gregorio, dalla sua costruzione (985 circa) fino all’anno 1308, appartenne all’epi-scopio barese. Il che creava disagi non indifferenti al clero di San Nicola, specialmente quando l’arcivescovo ne scomunicava il clero perché non si sottometteva alla sua giurisdizione. La sua posizione strategica era una spina nel fianco per la Basilica fino a che, nel 1308, il re Carlo II d’Angiò non spinse l’arcivescovo Romualdo Grisone a cederla al clero di San Nicola .

Sopra: Pergamena del 22.XI. 1308 (è scritto 1309 per il computo bizantino di Bari). Archivio Basilica San Nicola, Per. Angioino, F 18.

La chiesa è nota per i “Misteri”, la processione che un anno si e un anno no esce da essa con le statue dei santi protagonisti della Passione di Gesù. Questo uso fu introdotto nel 1825 dall’arcivescovo Basilio Clary allo scopo di evitare scontri con l’analoga processione che usciva dalla chiesa della Vallisa. I Domenicani hanno in programma il suo restauro.

Chiesa di san Gregorio. Interno. Foto del 1937 comunicatami da Federica Piconese. Archivio Centrale dello Stato.

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Basilica San Nicola nel 1932. Un muro collega il lato nord e posteriore della Chiesa alla scuola Trieste/San Nicola (ex ospizio dei Pellegrini). Foto comunicatami da Federica Piconese (col permesso dell’Archivio Centrale dello Stato), autrice dello studio più completo sulla chiesa di san Gregorio: La chiesa di San Gregorio. Fonti archivistiche e fasi costruttive, Nicolaus Studi Storici, 2014, pp. 5-84.

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Sopra:

La chiesa di S. Gregorio con

l’entrata sulla piazza della

Basilica.

A fianco:

L’entrata principale della

chiesa (usata di rado) dà su

una stretta via della Città

Vecchia

CORDIALI SALUTI DA

BARI A TUTTI GLI AMICI DI SAN NICOLA

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