SPOTORNO 2002: VACANZE MARINE TRA FATE E SIRENE

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SPOTORNO 2002: VACANZE MARINE TRA FATE E SIRENE… Clay Bass

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Diario di una vacanza al mare con una visione fantasiosa della realtà. Scritto originariamente su un quadernetto con una penna a biro e quindi trascritto su computer.

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SPOTORNO 2002: VACANZE MARINE TRA FATE E SIRENE…

Clay Bass

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19 Agosto

Pensavamo che tutti sarebbero andati via dopo ferragosto, invece sono rimasti a farci compagnia.

La solitudine è una chimera.Oggi dobbiamo ambientarci: i nostri corpi sono in decompressione. L’acqua ci entra dentro piano mentre il sole ci brucia la pelle.La spiaggia è deserta, ma quando la ribalti è piena.Finiamo per convincerci che è tutta un’illusione ottica, persino gli amici bagnanti che ci chiedono se abbiamo la webcam.Se avessimo la webcam non saremmo qui. La spiaggia ce la godremmo on line, i piedi immersi nella bacinella dove si formano piccole onde telecomandate.Di sicuro qui non manca la luce!Pian piano affondiamo nella monotonia e neppure l’annuncio che stasera ci sono i lumini nel mare riesce a risollevarci.

Sul balcone di fianco al nostro sta pranzando Elenoire Casalegno ma è protetta da un tendone verde per cui tanto vale immaginarsi qualche altra show-girl più simpatica ed attraente, magari Michelle, ora che Ramazzotti l’ha lasciata con l’amaro in bocca…

Che caldo!I primi giorni qui sono sempre un dramma, il soggiorno una commedia, poi sarà una tragedia ritornare.Non siamo abituati a “goderci” i figli ed anche loro non sono abituati a noi. Dialogo zero. Solo tv e Playstation. Non si può certo chiedere di più.Per fortuna c’è la fantasia con la quale si può far succedere qualsiasi cosa.Non sono abituato a scrivere a mano: sarò leggibile? L’importante è che riesca a leggerlo almeno io!Avrei voluto essere più fantasioso, ma devo ancora ambientarmi: domani sicuramente farò meglio.

I primi giorni sono un po’ così, ci si annoia presto, le giornate non hanno più il ritmo delle chiamate help-desk. Solo bagni e sole. La pelle non sopporta di essere continuamente bagnata ed asciugata. E’ una tortura!Anche gli occhi faticano ad abituarsi a tutto questo sole, e questi culi, e queste tette. Tutto che ti ballonzola davanti mentre il tuo coso ballonzola nei boxer bagnati.Domani farò molte cose nuove.

Oggi riposo e aspetto.

Lasciatemi dormire in pace e non svegliatemi troppo presto: nessuno mi aspetta, non ho chiamate aperte.Questa è solo una promessa.

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Non preoccuparti se non ti sei divertita, neppure io mi sto divertendo, ma domani… domani ti prometto grandi avventure, cose che non potresti proprio immaginare!

Domani sarà speciale.

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20 Agosto

Ieri sera ci sono stati i lumini a mare.

A prima vista uno spettacolo: centinaia di piccole luci che si allontanano illuminando il golfo. Nel cielo la luna quasi piena…Però, se guardi bene, ti accorgi che dalle spiagge più povere partono molti lumini in meno. Nelle spiagge ricche addirittura li portano sul motoscafo, alcuni sono persino dotati di motore autonomo, altri si accendono solo quando arrivano al largo.I lumini poveri si spengono continuamente, così i bagnini devono inseguirli a nuoto con l’accendino.Quelli ricchi, invece, salgono sulle boe per non bagnarsi troppo, poi si tuffano con grazia ed infine si accendono con neon sfolgoranti.

Una donna si è buttata in acqua col lumino sotto la gonna ed ha preso fuoco.Un bambino si è allontanato col lumino in testa e non è più tornato.Un padre di famiglia è partito con quattro lumini in valigia, è salito in auto, ha fatto ottocento chilometri ed ha acceso i lumini in una spiaggia libera di Salerno.Noi siamo rimasti a guardarli tutti a bocca aperta finché il gelato non si è sciolto completamente sulle nostre mani e l’appiccicume è diventato insopportabile.

Siamo tornati a casa e ci siamo fatti una bella dormita mentre gli ultimi lumini si spegnevano nei nostri occhi.

Questa mattina stavo per immergermi in acqua, con un procedimento che descriverò più avanti, quando ho visto qualcosa che galleggiava dondolando sulle piccole onde. Era una bottiglia di birra Heineken (sponsor delle mie vacanze) che conteneva al suo interno un foglietto giallastro.Ho allungato la mano recuperandola ed ho rimosso il tappino di plastica che la proteggeva: il foglio era appena imbevuto di birra, qualche goccia rimasta sul fondo.L’ho estratto con cura e, dopo dieci minuti di asciugatura sotto il sole cocente, l’ho aperto delicatamente.A chiare lettere stampatello era scritto: “TORNATE, O MORIRÒ”.L’ho riposto nella tasca posteriore dei pantaloncini da spiaggia, poi a casa l’ho trasferito nella tasca destra delle bermuda e poi ancora nel taschino della giacca.Ci penserò.Forse domani risponderò…

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Oggi in spiaggia hanno trovato un elefante.I bambini sono corsi a chiamarci, increduli siamo arrivati sul posto e l’abbiamo vista…Un’elefantessa africana, alta più di tre metri e dal peso di almeno quattro tonnellate!Erano tutti in cerchio ad osservarla, i bambini sgranavano gli occhi, poi qualcuno di loro ha cominciato ad avvicinarsi.In poco tempo si è trasformata in un enorme pupazzo gonfiabile con i bambini che le si arrampicavano sulla schiena usando la proboscide abbassata come uno scivolo.Sono andati avanti così tutto il pomeriggio, fino a quando il pachiderma si è accasciato esausto.

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21 Agosto

Alle otto del mattino l’elefantessa era già al lavoro.

I bagnini hanno deciso di utilizzarla per spianare la sabbia, facendola rotolare come un rullo compressore.Con un saltello ogni due metri hanno poi risolto anche il problema dei buchi per gli ombrelloni, anzi approfittando della grandezza delle impronte hanno creato per ogni posto spiaggia una piccola pozza riempita d’acqua marina, sassolini e conchiglie.Hanno poi sistemato il pachiderma al posto della doccia in riva al mare: con la proboscide attinge l’acqua salata, la depura e la spruzza addosso ai bagnanti divertiti.La spiaggia è diventata un’attrazione, un piccolo parco acquatico.La gente accorre a vedere l’elefantessa, ormai la sua fama ha raggiunto ogni località della riviera, ne parlano tutti i giornali.“Fatti una foto con l’elefante!” – recita un cartello arancione che troneggia all’ingresso della spiaggia.Sembrava non dovesse finire mai, invece un bambino di cinque anni ad un certo punto ha chiesto all’enorme pachiderma: “Come ti chiami?”.“Giovanna!” – risponde lei.Ma come? Un elefante che parla? I bagnanti sono tutti allibiti , si avvicinano ad osservarla, studiarla, esaminarla…

Si scopre così che l’elefantessa è in realtà una signora cinquantenne di Vado Ligure che si era recata a quella spiaggia per cercare la nipotina, anche lei in vacanza!E’ proprio la bambina che la riconosce e le salta al collo tra le lacrime dei presenti: “Zietta! Ziettaaa! Non sapevo che fissi ingrassata così tanto!”.Tutto bene ciò che finisce bene.La folla di curiosi si allontana tristemente avvolta nella nube grigia della normalità.Ci rivedremo tutti al prossimo evento sociale (meeting), sarà sicuramente più bello (only the best), forse ci scapperà persino il morto (grateful)!Restano solo le grandi orme sulla sabbia che il mare poco a poco cancellerà…

Ho ritrovato in tasca quel biglietto giallastro raccolto ieri nella bottiglia alla deriva.Ho pensato molto a cosa potevo fare, se valesse o no la pena di rispondere o piuttosto lasciare le cose ferme.Mi piace il movimento per cui ho deciso di tentare la sorte: rispondo.Strappo una pagina azzurra dal taccuino dove sto raccontando queste storie e scrivo:“Mia cara, se non mi dite dove siete, come farò a tornare?

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Sbrigatevi a comunicarmelo, o morirete senz’altro!”.Metto il biglietto arrotolato nella solita bottiglietta, curandomi prima di scolare le ultime goccioline di birra.Il mio biglietto resterà azzurro, forse percorrerà chilometri, affronterà ondate immense e temporali spaventosi, ma resterà azzurro. Non importa se arriverà a destinazione, non importa cosa succederà: l’importante è che rimanga azzurro!

Oggi sono andato alla grotta di Bergeggi.Si trova in una riserva naturale, una scogliera a strapiombo sul mare, sentierini scavati tra le rocce, spiaggette incredibili. Di queste una, il Lido delle Sirene: una scalinata ripida per raggiungerla e il ristorante ricavato in una grotta.Guardavo in giù dal parapetto, quel mare verde limpido mi attirava. Ad un certo punto ho sentito le sirene che mi chiamavano invitanti e suadenti. Sono salito sul muretto mentre loro continuavano a gridare: “Vieni, vieni!”.La loro voce mi penetrava le orecchie, non riuscivo a pensare ad altro, così mi sono tuffato.Un volo di oltre venti metri.Sono entrato nel mare con un tonfo spaventoso, la testa mi è quasi scoppiata ma per fortuna le sirene mi hanno subito soccorso. Le loro labbra mi si sono attaccate dappertutto, sono sprofondato nell’oblio con l’acqua che mi scivolava sugli occhi.All’improvviso mi sono ritrovato nella grotta: le pareti erano umide ma il mio corpo era asciutto.Le sirene mi avevano salvato, non mi avrebbero più abbandonato.Le sirene non sono come le fate.Non ti ho ancora parlato delle fate, lo farò più avanti.Ti accennerò soltanto che le fate non ti assorbono la vita, le sirene sì.Le fate ti aiutano soltanto, poi scompaiono, non ti creano problemi.Le sirene, invece, ti fregano, all’apparenza ti aiutano ma poi ti soggiogano, ti entrano dentro e non ti lasciano più dormire in pace.E’ vero però che ti fanno provare piaceri indicibili, sesso sfrenato… ti affondano la mente, ti risucchiano e ti assorbono.Sono esseri meravigliosi ma fanno parte del Male. Sono come le streghe.

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22 Agosto

Cena pesante, notte agitata.Ieri sera ho mangiato la luna a casa di amici.

La casa era stupenda, in mezzo ai pini marittimi, grande e luminosa con una bella terrazza.La luna l’abbiamo dovuta catturare ma non è stato difficile: è bastato procurarsi un cellulare Wind compatibile MMS!Piatto delizioso e romantico, però molto indigesto soprattutto di notte.Questa mattina il mio stomaco si è finalmente liberato e la luna è finita nel cesso insieme a tutto il resto.Oggi è la giornata del cesso.Perché? Si è rotto il coperchio di plastica, il luogo dove riposano le cosce e sporgono le chiappe. Un posto molto pulito.La riparazione si preannunciava spaventosa e così è stata. Ho trascorso quasi un’ora abbracciato alla tazza per accedere a quelle viti arrugginite non dall’acqua ma dal piscio dei bersagli mancati.Ho cominciato a lavorare coi guanti, poi mi sono abituato e li ho tolti, infine a forza di guardare il buco del water ne sono rimasto attratto. Le sirene hanno cominciato a chiamarmi da quel fondo melmoso e puzzolente.Ho provato a cacciarci dentro la testa rendendomi conto che non era più sporco del mare nel quale mi tuffo abitualmente.Così sono stato risucchiato nello scarico con un’immersione stile Trainspotting ed ho cominciato a nuotare sott’acqua trattenendo il fiato e schivando gli stronzi.E’ una cosa a cui sono abituato già nella vita reale. Non è mai stato un problema: ci si tappa il naso e via, una bracciata di striscio e si evitano anche i più stronzi.L’importante è non respirare mai, altrimenti si cacciano tutti in gola e ti fanno soffocare.Dopo un’ora sono uscito dal water e mi sono asciugato con cura: è stata una bella esperienza anche se le sirene non si sono fatte vedere.

Dopo l’esperienza “bucolica” sono andato in spiaggia dove ho avuto una piacevole sorpresa.E’ ritornata la bottiglia col solito biglietto giallastro!Impaziente, l’ho aperto e letto queste parole:“Amato mio, luce dei miei occhi, come potete avere dimenticato dove mi trovo?E’ il luogo dove abbiamo trascorso i nostri momenti più belli e dove abbiamo concepito il frutto del nostro Amore. Ora egli sta crescendo in me e presto morirà dal desiderio di chiamarVi almeno una volta: papà! Tornate, o morirà”.Una strana angoscia mi assale a questo punto: ho l’impressione di essermi spinto troppo oltre con il rischio di assumermi altrui responsabilità.

Devo subito far partire un nuovo messaggio!

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Strappo un altro foglietto azzurro e scrivo come un forsennato:“Anima mia,sono così liete le notizie che mi date.Tornerò molto presto, nel frattempo comincerò ad inviarVi un vaglia mensile per il mantenimento Vostro e della nostra creatura. Vi amerò sempre…A proposito: non sarebbe ora che cominciassimo a darci del tu?”.Richiudo il tutto e lo affido al mare, ormai sicuro che sarebbe arrivato a destinazione molto presto.Il mare è ben più veloce delle Poste Italiane e persino dei corrieri espresso.Il mare è velocissimo, sono le onde che sono lente perché perdono tempo a frangersi e rifrangersi sugli scogli…

Oggi sono stato attaccato da un gabbiano.Era sulla boa alla quale mi avvicinavo nuotando. Il mare era un po’ mosso.Il gabbiano si è alzato in volo, ha fatto due o tre giri sopra di me, poi ha puntato deciso verso il mio pesciolino che si dibatteva libero nell’acqua dopo che una sirena mi aveva liberato allegramente dal peso del costume.Me l’ha preso nel becco e, nel goffo tentativo di strapparmelo, me l’ha eccitato facendolo ingrossare a dismisura, così si è spaventato, ha mollato la presa ed è volato via.La sirena invece non si è per nulla spaventata, anzi ha pensato bene di completare l’opera.Le sirene non possono allargare le gambe, ma ti succhiano fino al cervello.Nella mia vita ho conosciuto diverse fate: alcune hanno rappresentato piccoli momenti, altre hanno generato grandi cambiamenti. In ogni caso tutte sono state importanti e incredibilmente magiche!La prima fatina della mia vita si chiamava Cinzia. Avevamo cinque anni, forse lei uno di meno.Giocavamo tutti i giorni in cantina, si toglieva le mutandine e ballavamo.Non l’ho mai ritrovata ma sono certo che lei si ricorda ancora di me.Le fate non si possono dimenticare: sono stelle nel cielo della vita, pezzi di cuore.Qui a Spotorno c’è un negozio che si chiama “Le fate”: vende biancheria intima. Ottima copertura!Le fate usano pizzi e merletti, reggicalze colorati, tanga eccitanti, perizoma.Hanno grandi tesori da nascondere, paradisi sessuali, selve inesplorate.Se incontri una fata non la puoi perdere mai: sarà sempre dentro di te, ti proteggerà e ti guiderà.

Le fate non ci lasciano mai soli.

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23 Agosto

Alle otto sono già in spiaggia. Vi sono stato attirato da una forza misteriosa.Appena guardo il mare capisco di cosa si tratta: la solita bottiglietta galleggia inesorabile cullata dalle onde.La osservo come calamitato per due ore, finché non si arena sulla sabbia.Il biglietto questa volta è rosa.Lo apro con mani tremanti è leggo:“Tesoruccio mio,comprendo bene le tue ragioni.L’importante è che il vaglia sia consistente.Mandalo al seguente indirizzo:Fata Rosa, via Berninzoni 114, Spotorno”.Una vicina di casa! Io abito al 112.Mi tolgo quell’espressione scema dal viso e proseguo:“Se cambi idea e vuoi vedermi, puoi trovarmi ai bagni “Punta S.Antonio” sempre a Spotorno”.La spiaggia vicina! Attaccata alla mia. Ecco perché le bottigliette arrivavano così in fretta!Non posso resistere alla curiosità, devo vederla.Così a rapidi passi sulla sabbia bagnata mi reco ai bagni vicini e scruto la spiaggia cercando un segno.Eccola! Non può essere che lei: una splendida trentenne col pancione che prende il sole completamente nuda.Osservandola con occhi libidinosi, mi arriva improvvisamente il ricordo di quindici anni prima…

Ero al mare con mia moglie che era incinta del nostro primo figlio, Lorenzo.A me piaceva molto nuotare: lei rimaneva sulla spiaggia mentre io andavo alla boa.Le boe allora erano molto diverse.Erano costituite da due barilotti tenuti uniti da assi di legno. Tra gli assi vi erano delle fessure attraverso le quali si poteva osservare il fondo.Era possibile immergersi ed uscire sotto la boa dove si poteva tranquillamente respirare.Ero sdraiato sulla boa, quando mi è sembrato di veder comparire una testa, subito dopo sparita sott’acqua. Poi ci sono state successive apparizioni ai lati opposti della boa ma non contemporanee.Ad un certo punto un viso stupendo è apparso sotto la boa e mi ha sorriso. Si è di nuovo immerso per ricomparire da un lato e salire sulla boa con il seguito del corpo favoloso.Le ho detto: “Pensavo fossi una sirena! Vederti apparire e scomparire così…”Invece era una fata.Le ho parlato del mio figlio nascituro.Ha detto che le piacevano i bambini ed ha sciorinato un lungo elenco di nomi strani.

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Ci ripensavo ora, a distanza di quindici anni. Non ricordavo di aver avuto con lei altro rapporto se non quello verbale. In ogni caso non sarebbe potuto durare per anni lo stato di maternitàPensavo a questo quando comparvero dietro di lei altri sei bambini di età variabile da due a dieci anni.Scappai terrorizzato.Non avrei mai più bevuto birra, soprattutto la Heineken (al diavolo lo sponsor!).Non è opportuno ritrovare le fate a distanza di anni, può essere molto pericoloso…

Non avrei mai immaginato che le mie vacanze marine sarebbero state così varie!Gli altri anni mi trascinavo stancamente, i giorni erano tutti uguali, i ritmi lenti e monotoni: bagno, ombrellone, pranzo, spiaggia, bagno, ombrellone, cena, passeggiata.Quest’anno invece è tutto diverso.Oggi in spiaggia è sdraiato un orso…E’ di fronte alla prima fila di ombrelloni, dorme sotto il sole cocente il cui calore percepisce appena a causa dello spesso mantello bruno.I bambini sono corsi subito a chiamarci: “C’è l’orso! C’è l’orso grosso!” – gridano saltellando come indiani impazziti.Hanno i visi tinti dei colori di guerra ed ululano brandendo le pistole ad acqua.Noi adulti siamo scettici, dopo la faccenda dell’elefantessa.Occorre indagare.Prima di tutto viene istruito un bambino che avrebbe posto all’orso la fatidica domanda trabocchetto: “Come ti chiami?”.Nessuna risposta.“E’ proprio un orso!” – annuiscono i bagnanti.Si passa così alla sec onda prova, quella del salmone.I pescatori saltano sulle barche e si allontanano in mare aperto. Trascorse otto ore, arriva il primo con un salmone di due chili nella rete.Timidamente il pesce viene collocato di fronte all’orso sdraiato: nessuna reazione!Qualcuno si avvicina e si arrischia a lanciarlo verso l’enorme naso sbuffante.L’orso si solleva con un balzo ed ingoia il pesce in un solo boccone.Era un orso vero!Però mancava la terza prova, quella definitiva.Consisteva nel vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato.Iniziano le contrattazioni sulla spiaggia. I bagnanti, seduti ordinatamente sulle sdraio, fanno le loro offerte mentre il bagnino, dall’alto della sua postazione, gestisce l’asta.“Basta!” – grida l’orso sollevandosi sulle zampe posteriori.Era il marito dell’elefantessa, venuto lì con lei per abbracciare la nipotina, accasciatosi per la fatica dei duecento chilometri percorsi per raggiungerla dopo aver avuto la terribile notizia dei genitori di lei morti in un incidente aereo. Una vera sciagura!

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24 Agosto

Uomini e bestie.Ieri sera siamo stati invitati a cena da un boxer.Il pasto è stato molto piacevole, la discussione un disastro!Il boxer si chiama Sandro: ha il pelo scuro e dimostra almeno quindici anni. Mentre parla sbava leggermente ma è cordiale anche se molto ripetitivo nei suoi latrati.Appena ci siamo seduti a tavola ci ha abbandonati.Non ha saputo resistere alla voglia di annusare altri cagnoni presenti: un levriero, un lassie ed un bassotto grasso e paffuto.Per fortuna il pasto non era da cani!Anzi, gustosissimi piatti a base di pesce con particolare apprezzamento per il fritto delicato, saporito e non unto.Sandro si è comportato abbastanza bene durante la cena: ha solo rovesciato due volte la bottiglietta di birra (Heineken, naturalmente) sul tavolo; piccoli incidenti.I problemi sono sorti dopo quando mia moglie ed il figlio più grande se ne sono andati lasciandoci soli – Sandro, Alberto ed io – a fare una passeggiata.La discussione a questo punto era quasi un obbligo.Il boxer si è rivolto a me abbaiando (non posso trattenere il riso pensando alle mutande che indosso, boxer pure loro): “Dovresti tenere anche tu un cane in casa!”.Espressione schifata. Dico: “Manco per sogno! Non sono il tipo da cani”.“Paura?” – chiede lui provocante.“No, schifo. Si tratta pur sempre di una bestia ed io sono molto amante della pulizia e dell’igiene. Non riesco neppure a stare vicino ad una bestia. E’ anche una questione di odore!”.Non lo avessi mai detto!Sandro si è molto irritato, cominciando ad abbaiare alla rinfusa: “Odore? Il mondo è fatto di merda. Tutto puzza in fondo, bisogna abituarsi. Persino i fiori più profumati nascono dal letame!”.“D’accordo! Però io continuo ad annusare i fiori e non il letame!”. Comincio a scaldarmi anche se cerco di trattenermi: in fondo sto discutendo con un animale!Cerco di fargli comprendere la diversità delle opinioni, che non tutti devono pensarla allo stesso modo.Inutile! Sandro dimostra un’intolleranza inconcepibile per la sua condizione: dovrei essere io ad esprimere in sopportazione, il pulito contro la puzza, invece è lui che non sopporta il pulito!La discussione si chiude bruscamente con lui che mi ringhia addosso: “Non me ne frega un cazzo della tua opinione!”.I cani non conoscono la diplomazia!Lo guardo allontanarsi agitando il suo pezzo di coda. Orina ancora sull’erba con un gesto di sfida.Questa mattina l’ho incontrato per strada. Era mite e mi ha accolto con un guaito scodinzolando.

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Mi ha persino sporto la zampa…

Dopo l’incontro cinofilo sono andato in spiaggia.Era più bella del solito.Sono rimasto colpito soprattutto dai colori.Il mare era di un verde trasparente, il cielo di un blu così intenso da far male agli occhi, qualche nuvoletta bianca che sembrava disegnata dal momento che vi si potevano intravedere sagome di animali e di personaggi fantasiosi: Topolino, Moby Dick, Peter Pan e… Trilli!Le due nuvolette danzavano insieme nell’aria, si intersecavano, si attorcigliavano, s’inseguivano nel cielo lasciando una scia biancastra, poi si prendevano, si amavano forsennatamente…Le colline intorno erano di colori sgargianti, mentre l’isola di Berteggi era rossa.Non era mai stata di quel colore.Il sole era immobile nel cielo, persino i raggi sembravano fissi come frecce infuocate puntate verso l’acqua.Mi sono tuffato nel mare.Il verde dell’acqua mi colava sulle braccia come vernice. Ad ogni bracciata sollevavo centinaia di goccioline di colore che ricadevano con un rumore sordo, come di liquido compatto.Per quanto nuotassi la boa si trovava sempre alla stessa distanza e le vele sul fondo restavano immobili come se fossero infilate nella cordicella scura dell’orizzonte.Così ho capito che mi trovavo in uno dei tuoi quadri.Mentre io scrivevo, tu hai ripreso a disegnare.Rappresenti i miei sogni…

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25 Agosto

E’ domenica: messa sul mare.Un grande spettacolo!Alle ore dieci del mattino comincia ad arrivare gente sul molo, mentre i pescatori sono già lì da due ore a catturare le ostie raccogliendole in un grande calice.Il parroco arriva camminando sull’acqua, scortato da due gommoni sui quali i chierichetti vestiti di rosso agitavano l’incenso.A questa scena i fedeli s’inginocchiano sugli scogli bestemmiando per il dolore.Dalla strada sopraggiunge un furgoncino, si ferma sul molo e scarica un impianto favoloso costituito da: mixer professionale, casse da 400 watt con aste di supporto, subwoofer da 600 watt, microfono senza fili ed una tastiera elettronica Roland.Il conducente del furgone si chiama Eraldo, arriva da Saluzzo dove gestisce una gastronomia.La passione per la musica l’ha portato fino a qui!Il favoloso impianto consente a tutti i bagnanti del golfo di Spotorno di ascoltare le parole del prelato.Tra le letture viene particolarmente apprezzata quella della moltiplicazione dei pani e dei pesci che vengono distribuiti a tutte le spiagge dai garzoni di Cesare al posto dei soliti krapfen.Dopo la comunione, il parroco dà la benedizione con acqua marina quindi si allontana sulle onde seguito dai fedeli titubanti in processione.Qualcuno annega qua e là, ma il parroco scuote la testa ed esclama: “Non avete abbastanza fede!”.Tutto ciò non mi preoccupa più di tanto: sono agnostico.

Nel pomeriggio ho fatto una passeggiata sul bagnasciuga con mio figlio Alberto.Abbiamo cominciato istintivamente a raccogliere sassi.Al primo giro abbiamo prediletto quelli bianchi riunendoli in un unico angolo di spiaggia.Al ritorno abbiamo deciso di coinvolgere altri bambini, amici di mio figlio, nella raccolta affidando ad ognuno un colore.In questo modo abbiamo rivoluzionato le spiagge da molo a molo trasformandole in una specie di arcobaleno con fasce di colori degradanti dal nero al bianco passando per il rosso, il giallo, il blu e tutte le varie sfumature.Dall’alto sembrava un moderno tappeto colorato od una particolare pavimentazione.E’ stato faticoso ma il risultato molto divertente…

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26 Agosto

La pioggia è arrivata anche qui!Nei giorni scorsi il maltempo aveva già colpito il nostro Piemonte: ci telefonavano da casa parlandoci di nebbia e pioggia a catinelle, dicevano che sembrava fosse novembre e ci invidiavano col nostro sole caldo e i bagni, le corse sulla sabbia…Questa mattina diluvia anche qui.Mio figlio doveva iniziare il corso di vela; prima gli hanno detto che sarebbe stato trasformato in un corso di nuoto, poi è diventato un corso di sub. Andrà a finire che diventerà un corso di sopravvivenza!La gente corre per la strada inseguita dalle gocce, un cane continua ad orinare sull’erba da più di un’ora e non capisce mai se l’ha fatta, il padrone del supermercato ha disposto sul marciapiede decine di bottiglie vuote con l’imbuto (le rivenderà come acqua minerale naturale).

A proposito, non ti ho ancora raccontato del supermercato.Da oltre vent’anni a Spotorno ce n’è uno solo, fa parte della catena CRAI e viene gestito da un’intera famiglia.A causa del loro pallore mi ricordano “La famiglia Addams” ma per il carattere e le modalità di comportamento sembrano piuttosto agli sfigati di “Alan Ford”.C’è persino il nonnetto! Non viaggia sulla carrozzella ma spinge tutto il giorno i carrelli dei rifornimenti, con la schiena ricurva, a piccoli passi, tutto il giorno, incessante.Il figlio è la fotocopia di Gomez ma la moglie non somiglia a Morticia: è piccola, bruttina, tozza, coi capelli castani crespi, arricciati.Hanno due figli maschi, grassottelli, tarchiati, un po’ scemi. Uno dei due gioca a pallone: ha la mania di tirare i rigori.Spesso, verso le undici di sera citofona al cugino di mia moglie perché non trova nessun amico che gli tiri i rigori. Il cugino di mia moglie ha quarant’anni, il ragazzo ne avrà sedici o giù di lì ma come testa vanno d’accordo. A Sandro piace tirarli.La famiglia del supermercato viveva felice, lavoravano come negri anche se erano più bianchi dei bianchi (sponsor: Dash), ma guadagnavano un sacco di soldi.Nessuna concorrenza.Quest’anno però ha aperto un secondo supermercato a un solo centinaio di metri di distanza.Prezzi migliori, orario continuato il sabato, banco della verdura fresca, banco macelleria ben fornito e carne buona.Li hanno sbaragliati!Odio le code per cui ho continuato ad andare da loro, ma la merce comincia a scarseggiare ed il nervosismo serpeggia. Tutti i giorni c’è qualche cliente che protesta perché non trova quel che cercava, la signora dei formaggi e del pane è alle soglie dell’esaurimento, bestemmia di buon mattino, dice che non ce la fa più a lavorare lì.

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Timidamente continuo a comprare le mie cinque paperette: non mi servono per il bagno, è un tipo di pane. Poi mi allontano tra i corridoi deserti ripresi inutilmente dalle telecamere.Mi verrebbe quasi la tentazione di rubare qualcosa, tanto per movimentare un po’ la scena.Qualche volta incontro altri carrelli ma sono più vuoti del mio: uomini col cellulare in mano che hanno trovato un posto tranquillo dove parlare, coppiette appartate negli angoli, con le chiappe infilate nel banco frigo.Quanta malinconia!Per fortuna sono venuti a trovarli i parenti con i due figli – Pugsley e Mercoledì – per dare loro una mano… in scatola!Si divertiranno un sacco tutti insieme, tutti così pallidi.

Dici che la mia vita è direttamente influenzata da fattori climatici.Hai ragione!Tanto per cominciare ho la pressione alta, i pochi capelli che mi restano funzionano come un igrometro e la mia temperatura corporea è variabile.Alcuni giorni sono perturbato, altri sereno.In genere sono calmo, ma alle volte mosso.Il cervello mi evapora, le labbra sono sempre riarse: per questo ho sempre bisogno di incollarle alle altre al solo scopo di inumidirle.I miei occhi piovono spesso, il mio naso è freddo.Mi piace prevedere.Sono affascinato dai meteo perché riescono a calcolare cosa succederà.Li seguo tutti: alla radio, alla televisione, su Internet.Mi piace sapere che tempo farà, stupire amici e colleghi azzeccando le previsioni tanto che poi mi chiedono consiglio prima di partire per il weekend.Domani in Liguria il tempo sarà variabile con possibilità di piovaschi notturni.Dovremmo andare al cinema domani sera.Ho già detto che pioverà ma non mi vogliono ascoltare.La beccheremo!A cosa serve prevedere se poi non vogliono crederti?Anzi, vogliono illudersi che le previsioni siano sbagliate per non rovinarsi in anticipo la serata.Non ditemi solo che non ve l’avevo preannunciato!

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27 Agosto

Mio figlio è un lupo di mare!Alberto ha cominciato il corso di vela presso la Lega Navale Italiana.Il suo istruttore si chiama Eugenio ed ha l’aspetto di un vero marinaio. Da giovane ha prestato servizio in Marina, ma non ha modi da comandante anzi è molto mite.Fiocchi e controfiocchi, prue ma soprattutto poppe. Alberto respira ormai quell’aria da mattina a sera.E’ lo spirito del mare.Vi sono persone che trascorrono le vacanze sdraiati sotto il solo cocente, bambini che passano il tempo a giocare ai videogames e a consumare gelati.Mamma, mi stufo! Mamma, è già ora di fare il bagno? Mamma, ho fame! Posso prendere la focaccia?Mio figlio ora è libero da tutto questo: arma la barca e vola verso il mare.E’ la mascotte della squadra.Fa tenerezza così minuto sul gommone impennato, si vede appena il suo baschetto biondo dietro il gonfiore delle vele.Domani comincerà il corso di pirateria.Dovrà indossare la benda nera sull’occhio, la maglietta nera col teschio, il pappagallo sulla spalla.Imparerà a masticare tabacco ed a sputacchiarlo tutto intorno, a staccare bestemmie e ad usare la spada.Un giorno di teoria per imparare a gridare bene: “All’arrembaggio!”, un altro giorno dedicato ad arrampicarsi e dondolarsi sulle corde.Quando fanno le prove nessuno vuole assumere la parte dell’equipaggio attaccato dai pirati.I bambini non vogliono finire rinchiusi nella stiva, le ragazze non vogliono essere violentate, gli altri non sono molto d’accordo di farsi bendare ed avanzare sul ponte levatoio con le mani legate per l’ultimo tuffo in mezzo agli squali.Tutti vorrebbero fare gli squali!Nuotare sott’acqua con la pinna triangolare infilata tra le chiappe.Urlare di piacere mentre gli altri urlano di terrore.Il corso di pirateria è una figata!

Mio figlio è un micetto di mare!Oggi pomeriggio sono partiti con vele e gommoni e l’hanno dimenticato a riva.L’avevo lasciato lì alle 15.30 ma lui ha seguito il gruppo sbagliato. Mentre guardava giocare a ping pong gli altri sono partiti. Quando se n’è accorto non ha osato tornare alla nostra spiaggia ma è rimasto lì ad aspettarli facendo il bagno e giocando con gli altri in riva al mare.Sono passato per caso dopo due ore ed era ancora lì che guardava gli altri in mare aperto.Lezione 1: seguire sempre il maestro.L’avventura è finita bene: quando Eugenio si è accorto di averlo dimenticato per farsi perdonare gli ha fatto guidare il gommone.Per una volta ti racconto una storia tutta vera, dall’inizio alla fine.

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28 Agosto

A cosa stavi pensando?E’ tutto ieri che mi ballonzola in testa questa domanda, di solito squisitamente femminile, tanto che meditavo di scrivere qualcosa sulle possibili risposte.Manco a farlo apposta ieri notte (poche ore fa perché da poco è passata mezzanotte) ho visto il film “Ocean’s eleven” dove un tiratissimo Andy Garcia chiedeva ad una favolosa Julia Roberts: “A cosa stavi pensando?”, e lei rispondeva: “ A te!”, mentendo spudoratamente.Curioso vero? Mi hai definito un “giocoliere delle parole” e questo mi piace, ma sembra che siano le parole a giocare con me.Tutto ieri ho pensato a questa terribile domanda che si presta alle risposte più scandalose.Quella della Roberts sarebbe certo la più agognata ma anche la più falsa: come posso pensare a te se ti ho vicina? Ho mille altri modi di interagire senza bisogno di usare il pensiero che serve abitualmente per coprire le distanze.“Ad un’altra donna”, sarebbe la risposta che temi, forse quella che ti ha fato venire in mente la domanda o forse è peggio ancora: “A lasciarti. Sì, è meglio che ci lasciamo!”.E’ questo che ti fa più paura?Le donne hanno bisogno di sicurezza.Finché non ce l’hanno ti chiedono continuamente cosa pensi, quando la raggiungono non lo chiedono più perché sono loro che pensano per te.Complesso materno.“A niente!”, è la risposta maschile più classica e persino credibile.Si sa che gli uomini possono davvero pensare a niente. Soprattutto la domenica quando guardano la partita o la Ferrari.Io ti direi che penso a ciò che stai pensando tu oppure a quanti chili di sabbia ci sono nella nostra spiaggia o quante stelle può contenere il cielo…Ora però penso che è tardi, ho sonno e voglia di dormire ma prima avevo ancora voglia di scrivere queste poche righe.Cosa ne pensi?

La mia testa è entrata in una bolla di sapone.Non so come sia successo. Ero seduto sulla sdraio ed osservavo un bambino con la pistola spara-bolle. La caricava infilandola in un barattolino, poi premeva piano il grilletto e … bang!Grandi bolle volavano in cielo.Ero concentrato su una di queste, più grande delle altre, quando mi ci sono trovato dentro.E’ stato bellissimo.Potevo osservare gli ombrelloni dall’alto mentre roteavo tanto da perdere quasi conoscenza.Ho visto il bambino che mi osservava incredulo.Mamma, guarda!

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Confuso. Cosa c’è? Niente. Il dito immobile ad indicarmi e poi tutta la piccola mano quasi ad accarezzarmi…Ho trascorso istanti di vera euforia, poi la bolla è precipitata inesorabilmente sulla sabbia.Appena l’ha toccata, mi è scoppiata la testa.

Sono seduto su un muretto di marmo bianco e stò scrivendo.Di fronte a me una panchina girata apposta per essermi di fronte.Mi trovo in una piccola piazza lastricata: ad ogni angolo c’è una panchina, dietro ad ogni panchina c’è il muretto bianco ad eccezione di questa che è stata sradicata dai suoi perni e rivoltata.Improvvisamente una piccola farfalla bianca mi vola addosso senza spaventarmi.Sulle ali ha piccoli disegni colorati.In un attimo si allontana, mi giro a guardarla.Quando mi rivolto, di fronte a me sulla panchina c’è una ragazzina sedicenne coi pantaloncini corti di jeans ed una camicetta bianca con piccoli disegni colorati…

Mentre andavo in cabina a cambiarmi sono passato di fronte ai bagni.La porta era aperta.C’era una madre dentro che sorreggeva il figlio piccolo sulla tazza.“Dai su, spingi! Falla tutta!” – cercava di stimolarlo con la voce.Sono entrato nella cabina che si trova quasi di fronte ai bagni così ho continuato ad origliare.“Mamma, voglio il gelato!” – reclama il bimbo piagnucolando.“No!” – risponde lei secca.“Allora voglio il ghiacciolo!” – insiste lui.“No!” – ribatte decisa e spiega: “Ti avevo detto che ti compravo il gelato se facevi la cacca e il ghiacciolo se facevi almeno la pipì. Tu invece non hai fatto né l’una né l’altra, quindi starai senza!”.Il bambino scappa via piangendo.Ottimi metodi educativi!

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29 Agosto

Le ferie in Liguria costano care!Nonostante l’alloggio di mio suocero in usufrutto gratuito, queste due settimane ci costano almeno 500 euro!Dove posso procurarmeli?Mi sono rivolto agli strozzini della zona ma l’interesse richiesto è troppo alto: rischierei la vita per non poter risarcire il debito.Mi resta un’unica soluzione: la rapina!Da un po’ di giorni tengo d’occhio la filiale della Banca Popolare di Novara. All’ingresso c’è solo una guardia, si chiama Arturo, è sposato ma ha il vizio delle “donnine”. Basta trovargli una bella diciottenne e lui perde la testa.Ne ho proprio una che si presta all’occorrenza, si chiama Barbara, farebbe svenire un morto, chiede 500 euro per una notte. La ingaggio.All’interno della banca ci sono due impiegati, un uomo e una donna, lei si chiama Bonnie, lui Clyde. Da giovani avevano fatto un paio di colpi, poi hanno messo la testa a posto. Molti pensano che siano morti durante una sparatoria.Bonnie è una fanatica dello shopping: farebbe qualsiasi cosa per una borsetta nuova. Gliene compro una di coccodrillo. Costo: 500 euro.Clyde invece ha la fobia dei pesci, ne è terrorizzato, persino dalle acciughe. Non so ancora cosa farò con lui, qualcosa studierò.Ancora qualche preparativo: mi compro una maschera da Clooney, una da Brad Pitt per mio figlio Lorenzo, ma da Zorro per Alberto, così può usare la spada sfruttando le nozioni del corso di pirateria.Noleggio un pedalò per la fuga.Siamo pronti!Domani mattina si fa il colpo.

“Com’è l’acqua oggi?”“Come sempre”.Mio figlio Lorenzo ha quindici anni ma non capisce ancora le differenze.Anni di insegnamenti e spiegazioni non sono servite, la vita più avanti gli insegnerà a riconoscere.La differenza tra l’acqua sporca e l’acqua limpida di oggi.Non ti ho ancora raccontato di quando il mare è così pulito che puoi specchiarti dentro, quando tra la parte del tuo corpo immersa e quella di fuori non c’è differenza, quando ti tuffi e senti il profumo del sale penetrarti dentro, ascolti la fragranza dell’acqua che ti scivola addosso.Mi piace fare il morto, distendere gambe e braccia ed ascoltare il richiamo delle sirene.Le sento sotto di me, mi toccano, mi leccano, le mani sui testicoli, le bocche appiccicate alle natiche. Le loro voci s’insinuano nel cervello mentre le loro lingue scorrono nella piega delle mie cosce.Non ti ho mai raccontato di quando mi sarei lasciato sprofondare , dimenticando tutti e tutto in quel magico abbraccio.Come te, quando hai voglia di dormire…

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30 Agosto

Splendida giornata per una rapina!Sarà una passeggiata.Alle otto siamo già in piedi, pronti per la partenza. Balziamo sul pedalò e ci allontaniamo a tutta velocità impennandolo. Superato il molo, approdiamo alla spiaggia che si trova di fronte alla banca, la attraversiamo di corsa indossando le maschere.Di fronte alla banca non c’è la solita guardia: Barbara è ancora nel pieno del suo lavoro, me lo vedo nel letto spompato, stanco ma felice come alla fine di una gita domenicale con la famiglia. Entriamo di corsa.Bonnie è rimasta a casa a godersi la borsetta nuova anzi è stata la borsetta nuova a godersi lei: il coccodrillo era ancora vivo!Clyde ci guarda attonito, poi sviene: abbiamo dei cefali in mano. Per sicurezza ho preso anche un’orata, così mi tiene il tempo.La banca è deserta! Dobbiamo trovare il caveau. Di solito è sotterraneo.Cerchiamo forsennatamente, poi Brad mi fa vedere una scritta enorme “CAVEAU” con una freccia.Scendiamo. La porta è blindata. Dov’è la combinazione?Vicino alla porta c’è un vaso di fiori, lo sollevo: che combinazione!Uno spettacolo si apre davanti ai nostri occhi: diamanti, gioielli, lingotti e montagne di biglietti da 50 euro ben accatastati.Faccio mentalmente due conti:500 per le vacanze,500 per Barbara,500 per il coccodrillo,5 per il noleggio del pedalò,fanno in totale 1505,arrotondo a 2000.Le mazzette sono proprio da 40 pezzi: che culo!Ne infilo una in tasca e grido: “Presto, andiamo!”Come in tutti i film scatta l’allarme per far provare il brivido dell’inseguimento.Brivido davvero: l’acqua è gelata!Per fortuna il pedalò dei carabinieri è molto più lento del nostro. Li seminiamo.Tra qualche mese torneremo a raccogliergli: così nascono i frutti di mare!Anche per quest’anno, vacanze gratis.La solita parola mi eccita, faccio un fischio e arriva una sirena… la polizia!!!

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31 Agosto

Mi sono iscritto ad un corso di scritturaTe ne sei accorta?Lo so.E’ un po’ tardi per farlo, ma mi sono reso conto che la mia scrittura era diventata davvero illeggibile, tanto da faticare persino io stesso a rileggere ciò che avevo scritto.Dovrei riscrivere tutto, ma non ne ho la minima voglia.Non hai idea della fatica che faccio a scrivere così. I pensieri vanno avanti più veloci delle mie mani: muoiono prima che riesca a trasferirli sulla carta.Ora che ci penso, è probabile che tu leggerai tutto questo quando lo trasferirò sul mio personal computer, quindi neppure ti accorgerai di questo notevole miglioramento.Ho anche pensato che potrei sfruttare questa nuova abilità per trascrivere vecchi testi in bella scrittura.Diventerei un certosino: potrei lavorare per la Galbani, trascrivere testi sui formaggi.Queste vacanze sono state molto divertenti, perché sono riuscito a viverle con gli occhi di un bambino. Mi auguro di riuscire a proseguire su questa strada che sento così giusta per me, così onesta.Ti lascio anche questa volta, con i miei pensieri, le mie cose più care.Se non ci rivediamo prima, sarà per le prossime vacanze.Chi mi conosce sa che con me non ha senso dire: “addio”.Ci saranno sempre fate e sirene, oppure le meduse che si attaccano alla pelle e provocano un forte bruciore.

FINE

© 2002 Clay Bass