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Exibart.onpaper arte.architettura.design.musica.moda.filosofia.hitech.teatro.videoclip.editoria.cinema.gallerie.danza.trend.mercato.politica.vip.musei .gossip 18 Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 - Firenze Copia euro 0,0001 Exibart.onpaper eventi d'arte in italia | anno terzo | novembre - dicembre 2004 Un numero così non l'avete mai visto. Ad iniziare dalla cover, come sempre d'autore: questa volta -il tratto urban è inconfondibile- la firmano Botto e Bruno. All'interno quattro chiac- chiere con il fotografo più hot del momento, Terry Richardson. Lo abbiamo incontrato a Bologna, per la presentazione del suo libro. Diario per immagini tenero, scandaloso, sexy, impre- vedibile… ovviamente limited edition. Ve ne diamo un assaggio pepatissimo in una pagina di sole foto. Quelle che nessun'altra rivista (in Italia) ha osato pubblicare. Ricordiamo il filo- sofo Jacques Derida, recentemente scomparso. Senza retorica, due contributi: uno pro ed uno contro. Un'altra pagina la dedichiamo a Donald Judd, papà del Minimal, di cui ricorrono dieci anni dalla morte (anche qui ci sa tanto di essere stati gli unici a ricordarcelo). E a Cristopher Reeve, al mito di Superman e all'immortalità formato celluloide. E ancora. Nuovi spazi che aprono i battenti, overview dalla Biennale di Architettura ed un incontro a tu per tu con Miss Graffiti -al secolo Miss Van- giovane artista di Tolosa che ha firmato la nuova col- lezione della griffe Fornarina. E poi le mostre da non perdere in Italia e all'estero, un giovane designer da tener d'occhio, libri, teatro, parliamo pure di Brian Wilson deus ex machina dei beach Boys, che ha dato alla luce -meglio tardi che mai!- un progetto durato trent'anni. Non manca una guida ai piccoli e grandi oggetti to die for, scovati in giro per il mondo nella nuova rubrica di artshopping handbag. Infine, all'ultima pagina, Marco Senaldi stravede su una curiosa tendenza del titolismo nostrano. Perché, si sa, chi ben comincia… info - distribuzione - abbonamento http://onpaper.exibart.com www.exibart.com FREE

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eventi d'arte in italia | anno terzo | novembre - dicembre 2004

Un numero così non l'avete mai visto. Ad iniziare dalla cover, come sempre d'autore: questa volta -il tratto urban è inconfondibile- la firmano Botto e Bruno. All'interno quattro chiac-chiere con il fotografo più hot del momento, Terry Richardson. Lo abbiamo incontrato a Bologna, per la presentazione del suo libro. Diario per immagini tenero, scandaloso, sexy, impre-vedibile… ovviamente limited edition. Ve ne diamo un assaggio pepatissimo in una pagina di sole foto. Quelle che nessun'altra rivista (in Italia) ha osato pubblicare. Ricordiamo il filo-sofo Jacques Derida, recentemente scomparso. Senza retorica, due contributi: uno pro ed uno contro. Un'altra pagina la dedichiamo a Donald Judd, papà del Minimal, di cui ricorronodieci anni dalla morte (anche qui ci sa tanto di essere stati gli unici a ricordarcelo). E a Cristopher Reeve, al mito di Superman e all'immortalità formato celluloide. E ancora. Nuovi spaziche aprono i battenti, overview dalla Biennale di Architettura ed un incontro a tu per tu con Miss Graffiti -al secolo Miss Van- giovane artista di Tolosa che ha firmato la nuova col-lezione della griffe Fornarina. E poi le mostre da non perdere in Italia e all'estero, un giovane designer da tener d'occhio, libri, teatro, parliamo pure di Brian Wilson deus ex machina deibeach Boys, che ha dato alla luce -meglio tardi che mai!- un progetto durato trent'anni. Non manca una guida ai piccoli e grandi oggetti to die for, scovati in giro per il mondo nellanuova rubrica di artshopping handbag. Infine, all'ultima pagina, Marco Senaldi stravede su una curiosa tendenza del titolismo nostrano. Perché, si sa, chi ben comincia…

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qualcosa che va bene

Un gol eccezionale ma ancorainvisibile, anzi sotterraneo. Roma,nel suo infinito patrimonio cultura-le, annovererà infatti anche ilParco Centocelle, che sarà unodei più grandi d'Europa e presen-terà una fusione irripetibile diarcheologia, bellezze naturali edaree attrezzate per i cittadini. Ilparco raccoglie siti archeologici distraordinaria importanza (i cuiscavi vanno in gran parte ultimati)che si datano dal VI secolo a. C. alVI secolo d. C., con beni d'immen-so valore culturale e antropologicoche comprendono antiche tracce,anche se sporadiche, di frequen-tazione durante il Paleolitico, casearcaiche del VI secolo a. C., unanecropoli, un deposito culturale,un cimitero sotterraneo con pitturemurali, e tre grandi ville romane(quella "della Piscina", la c. d. "adduas lauros" e quella "delleTerme") con i lacerti del loro fasto-so apparato di decorazioni mar-moree, pittoriche e musive (persaperne di più: Centocelle I. RomaS. D. O. e le indagini archeologi-che, a cura di Patrizia Gioia e RitaVolpe, Rubettino Editore, Roma-Soveria Mannelli 2004, pp. 480,75 euro; www.comune.roma.it/scavisdo/scavi.htm).L'area si trova sulla via Casilina,su quello che è stato l'aeroportomilitare "Francesco Baracca", ilprimo campo d'aviazione italiana,ed è collocata in prossimità delMausoleo di Sant'Elena, madredell'imperatore Costantino, e dellecatacombe dei SS. Marcellino ePietro, in continuità, tra l'altro, conun altro parco attiguo dove, nel2003, è stato inaugurato un vero eproprio museo all'aperto di scultu-ra contemporanea, con opere, tragli altri, di Anna Ajò, ImmacolataDatti, Giuliano Giuliani, CarloLorenzetti e Costas Varotsos. Ilparco di Centocelle è oggetto,inoltre, di un notevole progetto diriqualificazione, scaturito da unconcorso internazionale vinto dal-l'architetto Mark Ruthven. Lazona ha compreso, tra l'altro perlungo tempo, il campo nomadi delCasilino 700 - chiuso per il suodrammatico stato di degrado - maè ancora parzialmente occupatada costruzioni ed attività incongrueed inadatte alla realizzazione di unprogramma così rilevante. » fon-damentale, dunque, compiere gliultimi sforzi e raggiungere un risul-tato di grande importanza chepotrà unire l'attrazione turistica allastoria millenaria di Roma, alla qua-lificazione della periferia ed a inno-vativi interventi urbanistici, perproiettare ulteriormente la capitaled'Italia verso una dimensione inter-nazionale. Il gol è quasi maturo,guai a farsi trovare in fuorigioco.

[Lorenzo Canova]

BOLOGNA S'È DESTA?La boutique trendy che organizzamostre, il concept store che esponepornoscatti di un grande fotografo, unnuovo festival sull'editoria d'arte ealcune nuove gallerie d'arte che apro-no i battenti. I segnali ci sono. CheBologna, zitta zitta, si stia lentamenteriprendendo dopo anni di sonno?

AVANGUARDIA GNAMCi voleva la nuova soprintendente(Maria Vittoria Marini Clarelli ha sosti-tuito Sandra Pinto) per far renderconto alla Gnam di avere dimenticatogli ultimi 30 anni del secolo scorso. "Cioccuperemo dell'arte dagli anni Set-tanta al Duemila" ha dichiarato lanuova capa della Galleria Nazionaled'Arte Moderna. E promette: "connuovi spazi e grandi mostre"

ARCHEOLOGICO PER TUTTIQuanta grazia (speriamo non trop-pa…). Il Museo Archeologico Nazionaledi Napoli è la panacea per gli appassio-nati d'arte. Dalle sculture classicheelle installazioni di Damien Hirst. Comedire tremila anni in un palazzo. E dametà ottobre è l'unico museo italianoad avere un percorso didattico perma-nente per i più piccoli

CARRIERE LAMPOUn 'ok' grande così per Laura Larcan.Si… vagheggia a Roma che la signora,con un curriculum piuttosto smilzo intema di comunicazione istituzionale,sia riuscita a conquistare lo scettro diufficio stampa del Macro. Una macro-carriera…

partecipa ai sondaggi: http://www.exibart.com/TestSondaggi/sondaggio.asp

TORINESI FALSI E CORTESIIl primo dei 'ko' se lo aggiudica Torino.E non è non per la vergognosa questio-ne della nostra esclusione daArtissima, di cui tutti saprete, bensìper l'atteggiamento della stampa loca-le. Che ci ha appoggiato, ma in privato.Preferendo tranquillamente ignorarciin pubblico. Accreditando l'immaginedi una città paurosa, imbalsamata,provinciale e priva di libertà…

QUADRIENNALE SENZA TETTOPovera Quadriennale. Dopo le tappeperiferiche di Torino e Napoli avevaproprio voglia di tornare nella suasede naturale: il Palazzo delleEsposizioni. Ma il crollo di un solaio -qualche settimana fa durante il cantie-re di restyling dello spazio espositivoromano - ha letteralmente guastato ipiani. Il Palaexpo aprirà con un anno diritardo, e la Quadriennale finirà allaGnam di Valle Giulia.

CAROVITA? CAROMOMA!Vabbè che l'hanno rifatto nuovo, vabbèche ha una collezione da paura, vabbèche è situato nel cuore della opulentaManhattan… Vabbene tutto, ma è maipossibile che il restaurato MoMa (cheriapre il 20 novembre) abbia voluto -con un ticket di 20 dollari - aggiudicar-si anche la palma di museo più carodel mondo?

ET. VERNICE EXTRATERRESTREUn buttafuori che faceva entrare solochi aveva l'invito, il catering Gancia dal-l'altra parte del marciapiede, l'amba-sciatore d'Israele tra gli invitati conconseguente blindatura dei cestinidella spazzatura tutto intorno alla gal-leria. Ma non è che, a Torino, laEtGallery ha inaugurato i propri spazicon un tantino di rumore eccessivo?

Macro turnoverVabbene che, soprattutto nelle pubblica amministrazione, il turno-ver del personale potrebbe essere un toccasana di efficienza.Tuttavia qui c'è qualcosa che non quadra. E noi, naturalmente curio-si ci chiediamo: ma perché in due anni un museo come il Macro haritenuto opportuno cambiare tre uffici stampa?

Impression ypsilonUna chicca automobilistica. La nuova Ypsilon è un oggettino dall'al-lure retrò che rifà il verso, con stile, alle lancia di una volta. Unasculturetta di lamiera minimal e compatta. Ma allora perché l'a-zienda automobilistica torinese ha scelto l'inadeguato claim "movi-mento impressionista" per lanciarne la versione bicolore?

Ida foreverIl Castello di Rivoli è il più prestigioso, internazionale, conosciuto cen-tro d'arte contemporanea italiano. L'unico che è stabilmente riusci-to a "valicare le Alpi", l'unico che realizza mostre e produce catalo-ghi di livello europeo. Ora, a causa della fine del mandato, la direttri-ce Ida Gianelli deve liberare la poltrona. Cara Ida, perché - invece -non resti?

mandateci le vostre vignette sull'arte a: [email protected]

diesel 47,78%benetton 12,78%zara 5,56%h&m 8,89%stefanel 1,67%levi's 8,33%calvin klein 15,00%

Il casual più vicino all’arte?

OP

PIO

RIT

RAT

TO

D

OP

PIO

SG

UA

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O

D

sopra: l'artista stefano calligarosotto: il tele invadente gabriele paolini

sopra: una recente campagna pubblicitaria della conad-sotto: uno still life del fotografo irving penn

LA VIGNETTA"Medardo Rosso"di Danilo Paparelli

Exibart.onpaper4 retrocover

manco morti 23,67%si, con sforzi 37,67%smarchettando... 30,00% non so 8,67%

Si può vivere di sola arte?

bmw 14,99%

mini 27,40%

ferrari 24,12%

lancia 10,30%

alfa 16,39%

nissan 6,79%

Il marchio più artistico?

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li wei13 nov. - 31 dic.

via Milano 27 - 20100 Como, Italy Tel. e Fax +39 031265375 [email protected]

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La Spezia, torna la Biennale.Mediterraneo orientedLa Biennale Europea Arti Visive -Premio del Golfo 2004, atteso eventodestinato a qualificare l'attività artisticadella città di La Spezia, apre quest'annole porte al pubblico nei locali del nuovoCentro di Arte Moderna eContemporanea.Il Premio del Golfo, fondato nel 1933dal padre del Futurismo, FilippoTommaso Marinetti, dopo alternevicende si è riaffermato nel 2000 graziealla volontà dell'amministrazionecomunale e degli altri enti promotori.Dedicato alla pittura e volto a incremen-tare le collezioni civiche che risiedonopresso il CAMeC, aperto al pubblico damaggio 2004, quest'anno il Premio vedela partecipazione di giovani artisti indi-viduati dai responsabili scientifici dinumerosi Paesi europei e mediterranei.Infatti, tra le novità vi è l'individuazionedel ruolo particolare che una città comeLa Spezia potrebbe assumere nel dibat-tito artistico dell'area mediterranea. LaBiennale spezzina dunque, in tale qua-dro, alla ricerca di una propria vocazio-ne tra numerose altre iniziative analo-ghe esistenti nel vecchio continente, siapre a un rapporto nuovo con Paesi chesi affacciano all'arte contemporaneacome a un settore d'attività creatoreoltretutto di relazioni e comunicazioniche favoriscono la conoscenza tra leculture del Mediterraneo.La mostra Costanti Diversità, senza volercostituire una tematica d'indirizzo, esplicitagià nel titolo un evidente interesse al rileva-mento di problematiche artistiche difforminell'attuale fase storico-culturale.Una giuria internazionale composta daartisti di chiara fama, critici, direttori dimusei e collezionisti assegnerà il pre-mio del Golfo 2004 all'apertura stessadell'importante evento.Biennale Europea Arti Visive - Premio delGolfo 2004 Costanti DiversitàA cura di Bruno CoràCAMeC - Centro d'Arte Moderna eContemporanea della Spezia, Via CesareBattisti, 1Inaugurazione: venerdì 10 dicembre ore 17.00Dall'11 dicembre 2004 al 6 marzo 2005Da martedì a sabato 10.00-13.00/15.00-19.00, domenica 11.00-19.00, chiuso lunedìBiglietto: euro 6,00 intero, 4,00 ridotto,3,00 ridotto speciale

Torino, Tacita Dean vince ilPremio Regione PiemonteIl riconoscimento assegnato dallaFondazione Sandretto Re Rebaudengo,in collaborazione con la RegionePiemonte, si rafforza e diventa unappuntamento internazionale per pre-miare gli artisti che con la loro esperien-za apportano un notevole contributo allaricerca contemporanea.Venerdì 5 novembre il Premio RegionePiemonte viene consegnato a TacitaDean, che per l'occasione presenta il

nuovo film Baobab, ancora inedito inItalia. Si tratta di un'interpretazione poe-tica dello scorrere del tempo, visibilenella projectroom della FondazioneSandretto Re Rebaudengo dal 5 novem-bre 2004 al 2 gennaio 2005 (parallela-mente alla mostra Non toccare la donnabianca). Una giuria scientifica compo-sta dai direttori Susanne Pagè (Musèed'Art Moderne de la Ville de Paris), UdoKittelmann (Museum fur ModerneKunst Frankfurt), Manuel Borja-Villel(MACBA Barcelona) e coordinata daFrancesco Bonami (direttore artisticodella Fondazione), ha selezionato dueartisti, Martin Boyce e Tacita Dean,che, oltre a ricevere un premio di 20.000euro ciascuno, hanno la possibilità diesporre le ultime produzioni negli spazidella Fondazione: nel 2004 è la volta diDean e nel 2005 di Boyce.In concomitanza col progetto espositivo econ il contributo dell'Associazione Amicidella Fondazione Sandretto ReRebaudengo verrà inoltre presentato ilprimo libro monografico sull'artista pubbli-cato in Italia (edizioni Postmedia Books).Il Premio: Regione PiemonteLa vincitrice: Tacita DeanLa cerimonia: venerdì 5 novembre ore 21:consegna del premio, presentazione del film,presentazione del libroTorino, Fondazione Sandretto Re RebaudengoVia Modane 16, Torino

Venezia, sarà Grazia Toderiad aprire - con un video - lerappresentazioni dellaTraviata alla FeniceLa Fondazione Bevilacqua La Masa eTeatro La Fenice di Venezia presentanoil nuovo video di Grazia Toderi giratonel teatro veneziano. Il pubblico si tro-verà al centro di un anello dove il teatroreale e quello "disegnato" da Toderifanno tutt'uno. L'emiciclo si sdoppia,Grazia Toderi ha infatti ottenuto unasfera dove l'oro delle decorazioni, loscintillare delle lampade e il verde sme-raldo del soffitto si fondono in unbagliore che richiama il colore dellarifrazione della luce sull'acqua, maanche i cieli della grande pittura venetadi Giorgione e di Tiziano.Il titolo del video ricorda l'emblema delTeatro, Semper eadem (Sempre la stessa),ed evoca la perenne rinascita di questoanimale mitico e il destino di questo tea-tro che risorge dalle fiamme. L'operaverrà proiettata alla Fenice all'inizio diogni rappresentazione della Traviata, laprima opera lirica che avrà luogo nel tea-tro rinato: gli spettatori potranno vederlaa partire dal 9 novembre, data della provagenerale, fino al periodo natalizio.Accompagna l'evento una monografiasull'artista edita da Charta, Milano, contesti di Harald Szeemann, GiulioPaolini, Hans Ulrich Obrist e inoltreFrancesca Pasini, curatrice dell'evento,e Angela Vettese, presidente dellaFondazione Bevilacqua La Masa.

Cuneo, una mostra ed un libroper il vignettista Danilo PaparelliIl Comune di Cuneo dedica una mostra- che fa da introduzione alla kermesseletteraria internazionale Scrittori in città- al vignettista Danilo Paparelli (chefirma 'La Vignetta' anche su"Exibart.onpaper") in occasione del suoventicinquesimo anno di carriera.Contemporaneamente all'esposizionedelle oltre duecento vignette usciràanche il libro Teatrino, con prefazionedi Alviero Martini.Dal 10 novembre (ore 18.00) al 28 dicembrewww.scrittorincitta.itLibro: Teatrino - cuneesi alla ribalta,Nerosubianco edizioni (www.nerosubian-co-cn.it)

Torino, i vincitori dell'allesti-mento per Fiera delle IdeeHanno vinto 2.000 euro - che peròsaranno reinvestiti nella realizzazione -tre giovani architetti, per due terzi partedel gruppo Cliostraat, per un progettoche sarà visibile alla prossima Fieradelle Idee di Torino. FrancescaSassaroli, Daniele Mancini e LucaPoncellini hanno dato vita a una struttu-ra modulare che crea sei spazi abitabiligonfiabili in nylon. Saranno sostenutialtri due progetti che hanno partecipatoal bando, Combo_kit di FrancescaPierini, Lorenzo Brazzani e MaurizioSocca, e Kit ti vuole di Daniele Baiotto.Secondo le parole di Poncellini, cheabbiamo incrociato al suo ritorno daPechino - dove ha presentato un'instal-lazione alla locale Biennale diArchitettura -, il progetto prevede "unastruttura fatta di tubi innocenti per defi-nire una sorta di grande maglia tridi-mensionale nella quale alloggiare i sin-goli spazi espositivi, una specie di spa-zio-città temporaneo, nuovo, fatto dipieni e di vuoti. Lo spazio-città definitodalla struttura e dagli spazi espositiviviene arricchito dalla presenza di gran-di oggetti gonfiabili accessibili abitabi-li, che contengono ulteriori spazi espo-sitivi e/o informativi e/o altro".(marco enrico giacomelli)12-13 novembreTorino, Piazza del Municipio - Fiera delle Idee

Livigno, la neve diventa arte perla nona edizione di Art in Ice

Come ogni inverno con la neve torna aLivigno, dal 1° al 5 dicembre, Art In Ice- competizione internazionale di scultu-re di neve - promossa da LungoLivignoe dall'Azienda di promozione turistica.I campi innevati vicino al centro abitatosi trasformeranno in un suggestivo labo-ratorio a cielo aperto dove la neve pren-derà vita trasformandosi in sculturedalle forme strabilianti.Anche quest'anno Livigno ospiteràdieci squadre composte ciascuna da trescultori che avranno a disposizione deiblocchi di tre metri di neve pressata. Percreare le sculture avranno solo tre gior-ni di tempo e non potranno utilizzaremotoseghe e altri attrezzi elettrici, sup-porti, coloranti o sostegni interni.Dal 1° al 5 dicembre9ª edizione di Art In Ice - Sculture di Nevea Livignowww.artinice.org

Milano, nuovo spazio per lagalleria PianissimoCon la prima personale di Luca Bertini(vi ricordate? Quello che aveva creato unnumero verde d'artista che molestava imalcapitati 'clienti' con attenzioni fuori

dal comune) la milanese GalleriaPianissimo inaugura i nuovi spazi di ViaLambrate, nello stesso quadrante cittadi-no dove si sono già spostati operatori del-l'arte come Massimo De Carlo e Zero.Il venticinquenne artista nato in Svizzera(ma cresciuto tra Perugia e Milano) pre-senterà 29, un complesso progetto artisti-co, performativo, musicale e di softwaredesign. Il tema? La grande crisi borsisti-ca del 29 ottobre 1929…Milano, Galleria PianissimoNuovo spazio di Via Lambrate [email protected], [email protected],www.pianissimo.itInaugurazione: 25 novembre, ore 19.00Dal 26 novembre al 23 dicembre 2004

Palazzo Marini, nasce unnuovo centro d'arte pubblicoin RomagnaDomenica 12 dicembre alle ore 17 adAlfonsine (Ravenna), in Via Roma 10,inaugura un nuovo importante spazioespositivo denominato "PalazzoMarini" con una mostra di MattiaMoreni dal titolo Apparizione delNarciso. Si tratta di un'esposizionebasta sulla collezione Moreni delComune di Santa Sofia (Forlì) com-prendente otto grandi tele degli anniSettanta e Ottanta e una scultura inferro, alla quale si aggiungono alcunealtre grandi tele fra cui una del 1974(cm 260 x 360) esposta in Italia una solavolta nell'antologica di Ravenna 12 annidi angurie del 1975.Palazzo Marini è un centro culturale cheprevede, oltre alla realizzazione di dueimportanti mostre l'anno, anche una seriedi attività e laboratori dedicati alla danzacontemporanea e alle arti corporee.Fino al 30 gennaio 2005Martedì e giovedì 10.00-12.00/15.00-18.00,mercoledì e venerdì 10.00-12.00, sabato edomenica 10.00-12.00/15.00-18.00Informazioni: Giovanni Barberini - UfficioCultura Comune di AlfonsineTel 0544 83585, fax 0544 84375

Con Larry Kagan riparte un touritaliano di TribeArtDall'inizio di novembre alla fine di gen-naio si terrà la prima antologica inEuropa dell'artista americano LarryKagan. Curata da Gianni Mercurio, sisvolgerà come evento itinerante inmolte città italiane, ospitata in impor-tanti luoghi espositivi dedicati all'artecontemporanea: la Triennale di Milano,l'Ex Bologna Motori a Bologna, la Sala

Espace a Torino, per concludersi aRoma allo Spazio Etoile.Tribe Art è un'iniziativa voluta dal TeamLucky Strike B.A.R Honda che, oltre allaFormula 1, ha scelto di sostenere l'artecontemporanea per far emergere i valoridi dinamicità, creatività, innovazione,che sono alla base della sua attività.Il lavoro di Larry Kagan esibito nellamostra Objects - Shadow presentaun'affinità speciale con lo spirito cheanima il progetto Tribe Art, in quantointroduce con la sua opera il concetto di"look inside", cioè la possibilità di anda-re al di là delle apparenze, la volontà diesprimere dei valori che meritano diessere scoperti, l'incitamento quasi filo-sofico a non limitarsi ad un'analisisuperficiale delle cose della vita.In occasione della mostra sarà pubblica-to un catalogo con testi del curatore, diDemetrio Paparoni, dello stesso LarryKagan e con la presentazione dell'attivi-tà di Tribe Art.Milano, Triennale: 4-14 novembreBologna, Ex Bologna Motori: 18-28 nov.Torino, Sala Espace: 11-22 gennaio 2005Roma, Spazio Etoile: 27 gen.-6 feb. 2005Ufficio stampa: Maria Bonmassar (tel 064825370, 335 490311,[email protected])

Artisti - compagni di scuola inmostra a RomaUna selezione di ex alunni, diventatiamici sui banchi del liceo artisticoCaravillani, torna indietro nel tempo,recuperando lavori, progetti e idee delproprio passato scolastico. Dai primiquadri graffitati di Matteo Basilè allafanzine di Thomas Bires, dalle foto-grafie di Chiara al video di RafaelPareja, e ancora Stefano Canto,Alessandro Gianvenuti, DanieleIoost, Davide Sebastian e ValerioVennarini. Ogni artista porta fram-menti scolastici che giacevano neipropri archivi. Qualcuno presenterà ilpassato in modo autonomo, qualcunoconnetterà il vecchio progetto ad un'o-pera recente, confermando in entram-be le soluzioni una coerenza di sguar-di col privilegio della contemporanei-tà.SC02, Piazza de' Ricci 127/128Tel 06 68806377, www.sc02.itCaravillani 04 - a cura di GianlucaMarzianiInaugurazione: venerdì 5 novembre ore18.30Fino al 4 dicembre

rsvp

Il precedente - lo avrete riconosciuto - è certamente illustre. Nientemenoche il Moleskine. Quello di Hemingway e di Van Gogh, per intenderci. Un po'blocco d'appunti, un po' diario. Questa l'ispirazione per l'invito-libretto diPiazza Sempione, per la presentazione della nuova collezione A/I 2004-2005. Con tanto di elastico. E all'interno i disegni del duo Vedovamazzei, chefirma la campagna stampa della nuova stagione per la maison milanese.

WWW.PRESTINENZA. ITQuesta nona biennale di architettura di Venezia, diretta da Forster, nonconvince. Se il titolo è perfetto - metamorfosi - il modo di svolgerlo è permolti aspetti traballante. Non ne condividiamo la tesi di fondo che indicala svolta morfogenetica nell'opera dei postmodernisti Rossi e Stirling e,così facendo, tralascia colpevolmente Archigram, Price, Radicals,Metabolismo, Anarchitettura, Dearchitettura. Non ne condividiamo l'en-tusiasmo per i sia pur bravi Eisenman e Gehry, che fa passare in secon-do piano architetti meno formalisti e di statura non minore. E non pos-siamo che valutare insufficiente una esposizione che manca dei lavori deipiù giovani, che sentono la metamorfosi più e meglio di quanto la sentaoggi un sempre più esausto star system. Manca inoltre, ancora unavolta, la presenza italiana. E a tale assenza non sopperisce la sia pur raf-finata mostra sugli interni curata da Mirko Zardini. Ridurre gli ultimi annidella nostra storia a un corpo a corpo con l'interior decoration mostra,infatti, solo l'intelligenza del curatore a evitare di cacciarsi in un proble-ma certamente complesso, quale l'architettura in Italia, e nell'evitare iltiro incrociato a cui è soggetto chi vi si avventura. La mostra, infine, cura-ta dal Darc, in cui dieci critici hanno scelto dieci architetture realizzatenegli ultimi cinquant'anni, è stata masochista e grottesca. I dieci giurati,scelti tutti nel versante storico e conservatore, hanno mostrato un'Italiaferma al neorealismo o poco più. Basti dire che non compare neppureun edificio di Renzo Piano e che un critico, Vittorio Gregotti, ha sceltoun'opera realizzata dal suo studio: la Bicocca. Testimonianza insieme didiscutibile gusto architettonico e di una insopportabile commistione,tutta italiana, che vede personaggi che fanno insieme i critici e gli archi-tetti, cioè sono insieme giudici e imputati. Cosa fare per la prossima bien-nale? Direi che è urgente pensare a un padiglione italiano, non più gran-de né più piccolo di quelli degli altri Paesi, al cui curatore - che dovrebbecambiare ad ogni edizione - sia data la responsabilità di delineare un qua-dro convincente dello stato della nostra architettura. Come quest'annoper esempio ha fatto benissimo il padiglione della Gran Bretagna e menobene quello della Spagna.

luigi prestinenza puglisi

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Imola, Alessandra Andrinirealizza una scultura perMarco Pantani

È stata decisa - da una giuria tecnica for-mata dai critici Guido Curto, OlgaGambari, Gianluca Marziani, GabiScardi e Maria Chiara Valacchi e daesponenti dell'azienda - l'opera sculto-rea che verrà realizzata davanti alla sedegenerale della Mercatoneuno a Imolaaccanto all'Autostrada adriatica. Lascultura vincitrice è della bologneseAlessandra Andrini con il progetto diun'enorme biglia.L'idea è quella di ricordare il celebrecorridore Marco Pantani con giocosaleggerezza; tutti da bambini abbiamogiocato in spiaggia con le biglie di pla-stica con all'interno l'effige degli eroidel ciclismo come Gimondi, Coppi oBartoli e con loro sognato le grandiimprese sulla strada.Sarà pubblicato anche un catalogo cheraccoglierà le foto dei lavori e il testo diuno dei maggiori giornalisti di ciclismo,Auro Bulbarelli.

Roma, grande mostra per ilbabbo di Robert De NiroSi cerchi per un momento di dimenticareRobert De Niro, l'attore americano di ori-gini italiane ormai divenuto un'icona delnostro immaginario, e si focalizzi invecel'attenzione sulla figura del padre cheporta il medesimo nome, Robert DeNiro Sr., nato nello Stato di New York,Syracuse, nel 1922, da genitori italianiemigrati negli Stati Uniti dagli Abruzzi.Il babbo di De Niro era un pittore - perfet-tamente inserito nei percorsi dell'arteamericana degli anni Cinquanta - cheoggi, a undici anni dalla scomparsa, tornain Italia con una suggestiva personale chegli dedica il romano Museo Andersen.Alcuni dipinti di De Niro, di grandidimensioni, saranno esposti nei piùvasti spazi della Galleria Nazionaled'Arte Moderna a richiamare, per i visi-tatori di un grande museo, la più esau-stiva mostra monografica in corso alMuseo Hendrik C.Andersen.

Museo H.C. AndersenRobert De Niro, Sr. 1922-1993.Dipinti edisegni, tra figura e astrazione12 dicembre 2004-6 febbraio 2005 (date daconfermare)Roma, Via P.S. Mancini 20

Tel 06 3219089/32298302, fax 06 [email protected] 9.00 alle 19.30, lunedì, chiuso (Caffèdel Museo:9.00-16.30)

Giovane arte, ritorna GemineMuse e si allarga all'esteroIn nove Paesi europei 36 musei apronole porte a 106 giovani artisti: GemineMuse 2004 allarga gli orizzonti e valicai confini nazionali per la terza edizionedella rassegna di arte contemporanea, inprogramma dal 27 novembre 2004 al 30gennaio 2005. Una serie di mostre conopere ispirate ai capolavori delle colle-zioni museali, un dialogo fra arte con-temporanea e arte antica, un legame trale forme espressive degli artisti di gene-razioni e tempi diversi: dal passato alpresente al futuro.L'ormai consolidata rassegna di arte con-temporanea promossa dalle associazioniGai e Cidac, in collaborazione con laDarc e il sostegno di Culture 2000 -Direzione Generale Educazione e Culturadella Commissione Europea, coinvolgequest'anno, oltre ai musei di ventotto cittàitaliane, anche otto musei di otto Paesieuropei. "Dopo il lusinghiero successodelle passate edizioni" spiega FiorenzoAlfieri, presidente delle associazioni Gaie Cidac, "abbiamo deciso di allargare ilnetwork artistico anche allo scenariointernazionale, rafforzando comunque ilnostro impegno in Italia".La peculiarità dell'edizione 2004/2005di Gemine Muse, curata da un gruppo di47 critici d'arte coordinati da GiacintoDi Pietrantonio, è lo scambio di espe-rienze tra i giovani artisti italiani e quel-li europei selezionati per l'iniziativa, purmantenendo le caratteristiche di vetrinaper la presentazione di lavori ineditidegli artisti attraverso il rapporto direttocon le grandi opere d'arte del passato:"Anche per questa edizione" spiega DiPietrantonio "resta il concetto di base: ilconfronto tra le identità del passato equelle del presente che, in senso piùampio, è ciò da cui nasce ogni civiltà ela sua immaginazione simbolica, l'arte".L'edizione 2004 di Gemine Muse allar-ga i propri confini e "mette piede" inaltri Paesi del Vecchio continente. Tra inuovi musei inseriti nel "circuito" ilBenaki Museum di Atene, il Musée desBeaux Arts di Lione (Francia), ilManege Exhibition Hall di SanPietroburgo (Russia) e molti altri.Ufficio Creatività e Innovazione: Torino,Via Maria Vittoria 18Tel 011 4430032, fax 011 4430033,. [email protected]

Roma, con Sergio Ragalzi aprela nuova galleria SenzatitoloLa galleria Senzatitolo inizia la propriaattività nello spazio della romana ViaPanisperna 100 con una mostra di

Sergio Ragalzi dal titolo Inumano.L'artista torinese torna nella capitale adistanza di un anno con scimmie e omi-nidi, ultime tappe di un percorso che,attraverso ombre atomiche, virus, inset-ti e kloni, ha cercato con continuità diapprofondire la dialettica tra uomo ori-ginario e uomo artificiale fornendo unapersonale definizione di post-umano.Roma, Associazione culturale SenzatitoloVia Panisperna, 100Tel/fax 06 4824389, [email protected]: venerdì 12 novembre 2004ore 19.00. Fino al 18 dicembre

Modena, al calendario cipensa Franco FontanaOrmai avvezzi a capezzoli turgidi e aglutei mozzafiato, ci si era quasi dimen-ticati che un calendario può anche esse-re qualcos'altro. A ricordarcelo ci pensaper il terzo anno consecutivo la GalleriaCivica di Modena che, dopo le parteci-pazioni di Minor White e Kenzo Izu,per il 2005 ha invitato FrancoFontana.Si tratta di quattordici fotografie "pae-saggistiche" tratte dal volumeRetrospettiva (Logos, 2003) e il ricava-to della vendita sarà devoluto all'asso-ciazione ComeTe. (marco enrico gia-comelli)Franco Fontana: 18 dicembre, ore 18.00Modena, Palazzo Santa Margherita - SalaGrandeCorso Canalgrande, 103Ingresso liberoTel 059206911/[email protected], www.comu-ne.modena.itCalendario: 15,00 euro

Avision, una nuova testatasulla ricerca esteticaÈ nata una nuova rivista, per ora solo sulweb, dedicata alla ricerca estetica, perindagare "sull'uso contemporaneo del-l'immagine": è Avision con sede aBassano del Grappa (Vicenza).L'ambito d'indagine coprirà le realizza-zioni nell'arte contemporanea con con-tributi teorici e apporti storici che per-mettano uno sguardo d'insieme, percostruire un dibattito sull'uso contempo-raneo delle immagini.Verranno archiviate e rese disponibiliinterviste e video-interviste con le per-sone legate al mondo dell'arte-immagi-ne e vi sarà spazio per un archivio diartisti che utilizzano come linguaggioartistico la fotografia e il video oltre abrevi notizie e comunicazioni riguar-danti concorsi o mostre che elaborano ilconcetto di "immagine" e le sue acce-zioni nella sezione s.m.o. (ShortMessage On Line). (stefania portinari )www.avision.it

Momentum, la biennale norvege-se nomina i curatori per il 2006L'edizione 2004 è transitata anche inItalia, seppur operando una drastica sele-zione, precisamente nella capitale a set-tembre. Il Festival biennale Momentumsta riscuotendo un successo di critica epubblico sempre più vasto, pur provenen-do dalla sperduta Norvegia. O forse è pro-prio questa la ragione, poiché dal NordEuropa sono scaturite personalità impor-tantissime per la videoarte, per esempioE. L. Ahtila, e su questa particolare"disciplina" si concentra la rassegna.Nel 2006 i curatori saranno AnnetteKierulf, artista-curatrice-gallerista nonprofit che vive a Bergen, e MarkSladen, curatore inglese al BarcicanCentre di Londra, dopo gli ottimi risul-tati conseguiti da Caroline Corbetta ePer Gunnar Tverbakk. La presentazionedella rassegna si terrà la prossima pri-mavera a Moss, sede di Momentum, enella capitale norvegese. Naturalmentel'augurio è che l'ascesa continui. (marcoenrico giacomelli)MomentumMoss - Norvegia -Info: www.momentum.no

Arte e sperimentazioni musica-li. Nel cuore del ghetto di RomaLa Red Bull Music Academy è un pro-getto che dal 1998 viaggia per il mondo,ogni anno in una città significativa in ter-mini di fermenti musicali, organizzandoun mese di incontri teorici e pratici tramusicisti provenienti da backgrounddiversi che abbiano la voglia di condivi-dere le proprie esperienze. Quest'anno,fino al 5 novembre, approda all'edificiostorico del Sant'Ambrogio a Roma. Findalla sua prima edizione l'Academy hainvitato artisti delle diverse città ospiti adusare la propria sede come una piattafor-ma espositiva per i loro lavori. Dopo lemostre di Berlino, Dublino, New York,Londra, San Paolo e Cape Town la sederomana dell'Academy ospita InsideOut.A temporary art collection.InsideOut è pensata come una collezionetemporanea che vive all'interno deglispazi destinati ai lavori e agli workshopdell'Academy, in cui sono presentati ilavori di diciannove artisti di diversobackground, selezionati dai curatori tra ipiù interessanti talenti del panorama arti-stico italiano contemporaneo. Tra gli

SABINE DELAFONnata nel 1975, vive a torinoUnivers, 20 octobre 2004(foto realizzata appositamente per Nuovi Nuovi Nuovi)

STEFANO ROMANOnato nel 1975, vive a bergamo, lavora a milano e tirana m l no (2004)installazione di un libro (17x24) su un banco scolastico

DRAGAN SAPANJOSnato nel 1979, vive tra milano e la croaziaPOMeCA (park of modern & contemporary art) particolare(2004) tecnica mista - 150 x 150 cm

NUOVI, NUOVI, NUOVIdall'archivio di careof & viafarini a cura di gabi scardi

Exibart.onpaper8 speednews

SATIRYCONby www.mooporama.com

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altri: Simone Racheli, MarinellaSenatore, Zimmerfrei, GioacchinoPontrelli, Ra di Martino e RiccardoPrevidi.InsideOut. A temporary art collectionA cura di Maria Alicata e Francesco

VentrellaRoma, Rialto Sant'Ambrogio - ViaSant'Ambrogio, 4 Roma - Tel 06 68133640Fino al 5 novembreInsideOut è visitabile on line sul sito:www.redbullmusicacademy.comUfficio Stampa: Rosanna Tripaldi (3381965487, [email protected],[email protected])

Bergamo, si ingrandisce laGalleria FumagalliLa Galleria Fumagalli riaprirà il 20novembre 2004, sempre nella sua sede diVia Giorgio Paglia 28 a Bergamo, ma inuna veste completamente rinnovata edampliata. Il nuovo spazio si estenderà sutre piani (ora sono due) e avrà una super-ficie espositiva complessiva di 650 mq.L'obiettivo della galleria è quello diampliare l'impegno culturale, attivandocollaborazioni con nuovi artisti in unadirezione anche internazionale, e miglio-rare la propria attività editoriale.

Carrara, quaranta artisti sfo-gliano il marmo

È lungo l'elenco degli artisti che pren-deranno parte alla rassegna Disegnareil marmo a Carrara, patria indiscussadel celebre marmo. Italiani e stranieri,di generazioni diverse, fra i qualiGilberto Zorio, Max Neuhaus,Joseph Kosuth, Nunzio, EnricaBorghi, Grazia Toderi, Perino &Vele, Fabio Viale e David Tremlett.Dunque, non tutti scultori e soprattut-to non tutti usi a utilizzare il marmo.Per ciò Carrara mette radicalmente ingioco se stessa e il suo marmo si colo-ra, viene innestato con piombo evetro, diventa supporto per stampe.Ogni bozzetto diverrà un foglio mar-moreo e il singolare libro sarà "sfo-gliato" nelle due sedi di PalazzoBinelli e del Centro Saffi. (marco enri-co giacomelli)Fino al 19 dicembreDisegnare il marmo. A cura di MarisaVescovoCarrara, Palazzo Binelli - Centro Saffi Da martedì a domenica 10.30-12.30/15.00-19.00Ingresso liberoTel 0585 641394; [email protected]; www.interscultura.it

Comitato direttore dellaCultura del Consiglio d'Europa,il presidente è italianoIl comitato direttore della Cultura delConsiglio d'Europa è l'organo intergo-vernativo più importantedell'Organizzazione nel campo dellacultura, ed è costituito da rappresentan-ti di alto livello e responsabilità dellaamministrazioni dei quarantotto Paesiriuniti nel quadro della ConvenzioneCulturale, in vigore dal 1954. Il compi-to del Comitato è di lanciare, seguire ediffondere nei vari Paesi membri nume-rosi programmi di cooperazione cultu-rale. In questo momento tratta di proget-ti che riguardano, tra l'altro, il dialogointerculturale e interreligioso, l'analisi eil miglioramento delle politiche cultura-li nei vari Paesi membri, i rapporti tracultura ed economia, la politica cultura-le delle città (specialmente nei Balcani enel Caucaso del Sud), gli itinerari e ilturismo culturale, le grandi mostre d'ar-te. Il ruolo della cultura per il "buongoverno", sia culturale che politico toutcourt, è al centro delle sue riflessioni edelle sue azioni.Presidente del comitato è stata elettaRoberta Alberotanza (era vicepresiden-te dal 2002). Fra i recenti incarichi dell'i-taliana figura l'ufficio affari culturali pres-so l'Istituto Italiano di Cultura di Tirana;la direzione della Sezione per la promo-zione e la cooperazione degli accordi cul-turali multilaterali al Ministero Italianodegli Affari Esteri - Direzione Generaleper la Cultura; consulenze per lo sviluppodel Turismo Culturale in Armenia,Romania e Albania.

Biennale di Berlino 2006. Asorpresa, un singolare trio siaggiudica la nuova direzione…Una squadra affiatata e ben rodata,quella composta da MassimilianoGioni, Maurizio Cattelan e AliSubotnick. A loro è affidato il compi-to di curare la prossima biennale diBerlino, prevista per marzo 2006. Unabrusca virata, dopo l'ultima edizionediretta da Ute Meta Bauer, dal tagliofortemente sociale e in gran partefocalizzata sulla storia e le dinamiche

del territorio berlinese.La premiata ditta "artista-curatore-editore" vanta già un consistentebagaglio di esperienze in comune: itre hanno aperto, nel 2001, la micro-galleria newyorkese The WrongGallery, minuscolo spazio espositivono profit; dal loro sodalizio nasceanche "Charley", una rivista di artivisive, attenta alle nuove tendenze; einsieme sono presenti con rubrichefisse su alcuni magazine internaziona-li ("Domus", "El Topo"). Le loro car-riere procedono intanto spedite, indi-vidualmente. Gioni, direttore dellaFondazione Trussardi, è reduce dall'e-sperienza di co-curatore a Manifesta5; Cattelan non smette di far parlare disé con le sue invenzioni ironiche eirriverenti; Subotnick è editore, gior-nalista freelance, curatore e visitingcurator presso la School of the Artsdella Columbia University.Un team atipico, pieno di risorse, peruna biennale giovane ma con un ruolostrategico sullo scenario internaziona-le. Hanno due anni a disposizione, itre neocuratori, per riuscire a stupircied elaborare un progetto originale,all'altezza delle aspettative… (helgamarsala)

Calabria, inaugurato il MuseoTerritorioSi è inaugurata lo scorso 17 settembrela prima opera del nascente MusTer(Museo Territorio). La realizzazionedi un museo a cielo aperto è nata conil consenso e il patrocinio dell'asso-ciazione socio-culturale "Le idee" diSan Benedetto in Guarano e con laconsulenza artistica di Chroma artecontemporanea di Cosenza.Il progetto consiste nell'invitareannualmente un artista a progettare,realizzare ed installare un'opera per-manente da collocare nel bellissimocentro storico di San Benedetto inGuarano. Il primo artista invitato perl'edizione 2004 è Alfredo Granata.L'opera di Granata è una sorta di mac-china del tempo, un'antica meridiana,che sarà installata sul restaurato cam-panile della Chiesa di Sant'Andrea.San Benedetto in Guarano, "Le idee" &Chroma arte contemporaneaTel 0984 431620, [email protected]

Liverpool, la Biennale si esten-de a tutta la cittàLa terza edizione della Biennale diLiverpool ha come focus la rassegna diquaranta progetti intitolataInternational 04, costituita integralmen-te da lavori site specific e diffusa in variluoghi della città, dall'ottocentescaTown Hall alla Lime Street Station. Lepresenze importanti non mancano (daYoko Ono a Takashi Murakami, pas-sando per Yang Fudong) e anche dueartisti italiani, Paolo Canevari eFrancesco Jodice, sono stati invitati.La selezione è stata affidata a quattroricercatori che hanno preventivamentevisitato la città: Sabine Breitwieser, YuYeon Kim, Cuauhtémoc Medina eApinan Poshyananda.Due altre rassegne si preannuncianointeressanti, Bloomberg NewContemporaries 2004 e Independents04. Quest'ultima prevede l'esposizio-ne di lavori in ristoranti e bar, dal pre-stigioso locale al numero 60 di HopeStreet, dove compariranno lavori diFrancis Bacon, Lucian Freud eDamien Hirst, fino a chiese ed edifi-ci in demolizione. Bloomberg NewContemporaries 2004 conta invecetrentadue artisti selezionati da KateBush, Dinos Chapman, Tacita Dean eBrian Griffiths ed è allestita al CoachShed, project space "spettacolare". Leopere selezionate sono il frutto dellavoro di giovani diplomati nelleaccademie britanniche e costituisconoquindi al contempo una prestigiosavetrina per gli artisti e un'ottima occa-sione per i talent scout. (marco enricogiacomelli)Fino al 28 novembreIII Liverpool Biennial of Contemporary ArtSedi varieTel 44 151 7097444, fax 44 151 7097377,[email protected], www.biennial.comCatalogo disponibile

San Gimignano, ecco chi sidisputerà i diciottomila eurodel PremioCeleste 04Sono state selezionate le sessanta operefinaliste per il PremioCeleste 04 sulle1.355 presentate in concorso.Esposizione, assegnazione premi e pre-

sentazione catalogo il prossimo 6novembre, a San Gimignano, presso ilPalazzo della Cancelleria e la GalleriaL'Albero Celeste. I premi ammonta aben 18.000 euro. "L'unico dispiacere?L'assenza di certi 'nomi noti' che, forse,non volevano rischiare, evitando così ilconfronto reale in uno dei pochissimipremi italiani con un cospicuo monte-premi, un catalogo importante e unfuturo, lo speriamo, altrettanto impor-tante". Queste le dichiarazioni del cura-tore del premio, Gianluca Marziani, lecui scelte hanno dato i seguenti esiti:sezione Affermati (8.000 euro) PaulBeel, Valerio Berutti, Pino Boresta,Walter Bortolossi, Sarah Bowyer, MikiCarone, Claudio Cusatelli, Stefania DiMarco, Stefania Fabrizi, MarziaGandini, Franco Giordano, I SantiniDel Prete, Massimo Livadiotti, Matia,Francesco Melone, Roberto Merani,Hannu Palosuo, Rita Pedullà, MassimoRuiu, Claudio Spoletini;sezione Emergenti (premio 5.000 euro):Massimo Antonelli; Angelo Bellobono;Marina Brasili; Emiliano Castaldo,Gabriele Coi, Mauro Di Silvestre, EPVS,Daniele Girardi, Enrico Guarino,Alessandro Lo Monaco, Tiziano Lucci,Paolo Maggi, Roberto Manfrin, AdrianoNardi, Pino Oliva, Isabella Pers, FabianaRoscioli, Roxy in the Box, MarioVespasiani, Fernando Zucchi;sezione Studenti (5.000 euro): SilviaBallarin, Marta Colombi, Constantin,Ailadi Cortelletti, Luisa Denti, Erika DiRocco, Matteo Fato, Silvia Favero,Simonetta Filippi, Miranda Kalefi,Davide Le Grazie, Elena Lombardi,Nicolantonio Mucciaccia, MartinaPancrazzi, Tiziana Pers, Mirka Pretelli,Gianvito Saladino, Susanna Strapazzini,Giuseppe Teofilo, Isabella [email protected], www.premioceleste.itOrganizzazione: Steven e Natalie MusicSan Gimignano (Si), Galleria L'AlberoCeleste - Via Marconi 1Tel 0577 907114, [email protected]

Etichetta d'artista per unBarolo FontanafreddaLo scorso 13 settembre Fontanafredda,l'antica azienda vitivinicola piemontesedel Gruppo Montepaschi, ha presentatopresso la propria sede a Serralungad'Alba, DegustArte: Fontanafredda forArt, il progetto con cui partecipa aiGiochi Olimpici Invernali Torino 2006in veste di fornitore ufficiale per i vini egli spumanti.Come anticipato a Verona durante loscorso Vinitaly, è stata presentata unaRiserva della grande vendemmia 1997del più nobile tra i vini piemontesi, ilBarolo, artisticamente interpretata dallasensibilità di un maestro di fama inter-nazionale, Joe Tilson. Ma non solo, unnumero limitato di Magnum del pregia-to vino con etichetta d'artista verrà con-segnato quale riconoscimento speciale"DegustArte: Fontanafredda for Art"adalcuni testimonial d'eccellenza che sisono distinti nel mondo della cultura e,nello specifico, nell'ambito dellacomunicazione istituzionale, dellosport, dello spettacolo, dell'enogastro-nomia, come pure dell'arte artigianacasearia e della gastronomia. I nomi?

Exibart.onpaper 9speednews

eventi d’arte in italia

numero 18anno terzo

novembre 2004dicembre 2004

direttoreMassimiliano Tonelli

vicedirettoreMariacristina Bastante

un progetto diGiovanni Sighele

redazionewww.exibart.comprogetto graficoAthos de Martino

relazioni esterne e marketing

Antoine Carlierassistente di redazione

Giada Ceri Valentina Bartarelli

indirizzoVia Calimaruzza, 1

50123 - Firenze

Edito da Emmi s.r.l.amministratoreGiovanni Sighele

sede legaleVia Calimaruzza, 1

50123 Firenzee-mail

[email protected] Tribunaledi Firenze n. 5069 del

11/06/2001stampa

Centro Stampa QuotidianiS.p.A.

Via delle Industrie, 6Erbusco (Bs)

Tiratura 20000 copie

pubblicità:Cristiana MargiacchiTel. +39 0552399766

Fax. +39 [email protected] responsabile

Claudio Arissone

In copertina: Botto&Bruno -La femme d'à côtè, 2004

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Terza opera vincitrice del premio di arte temporaneaDiesel Wall, Base di Davide Bertocchi (Modena, 1969)fa parte di una serie di immagini scattate durante esplora-zioni casuali in località diverse. Sulle montagne dellaCorsica o sul cratere del vulcano Asoin Giappone, queste immagini nonsono pianificate ma prese per caso inpunti particolari, dove appaionomisteriose architetture, strane instal-lazioni scientifiche già esistenti inloco. L'opera Diesel Wall è uno scat-to in grande formato (360 mq)retroilluminato. Nel contesto urbanodel Muro l'immagine, come se fosseun monolite misterioso, interroga il proprio fruitore: lascienza può essere fonte di ambiguità piuttosto che di car-tesiana certezza. L'opera osserva lo spettatore e non vice-versa.

Evento urbano fuori dagli schemi, ideato con l'intenzionedi avvicinare all'arte contemporanea un numero sempremaggiore di persone, il premio Diesel Wall si rivolge ainuovi talenti e dà loro la possibilità di esprimersi attraver-

so una installazione di 360 mq sulmuro verticale accanto alle colonnedi San Lorenzo a Milano. Importantii risultati raggiunti durante questaprima edizione del premio. La giuria,selezionata da Raffaella Guidobono ecomposta da Hans Ulrich Obrist,Wilbert Das, Caroline Corbetta, GiusiFerré e Piero Golia, ha selezionato letre opere vincitrici (I Am A Wall di

Gianni Caravaggio, The Holy Site di Federico Pepe eBase, appunto, di Davide Bertocchi) tra le oltre settecen-to ricevute.

Milano, al muro la terza opera del Diesel Wall

Milano, DieselWallVia Pioppette (colonne di San Lorenzo)Tel 800 995955Dal 7 ottobre

"Non ricordo perché ho tagliato delle bambole con il proposito di dispornei frammenti intorno ad una tazzina di caffè, ricordo appena che si ispiravaall'Apollo del Belvedere frammentato con furia ed esposto su quel palcosce-

nico che è il tavolo da pranzo". È questo il claim- recitato in prima persona dal protagonista, frateatro e mito - della nuova campagna pubblicita-ria di illy. L'occasione è quella della presentazio-ne di Elettra, Persefone, Antigone e Fedra, quat-tro nuove tazzine d'artista concepite dal grecoro-mano Jannis Kounellis e realizzate per la suarecente mostra personale ad Atene (sono in ven-dita su www.illy.com). Per l'immagine principa-le della campagna è stato scelto proprio il profi-lo greco dell'artista, immortalato in uno scatto diAlmin Zrno. Insomma, per promuovere la multi-nazionale torrefazione di Trieste Kounellis ci haproprio messo la sua faccia...

illy, Kounellis ci mette la faccia

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Evelina Christillin, MarcoMazzocchi, Gerry Scotti e LuigiVeronelli.

E il Mart si allea anche conl'UniCreditÈ partito l'accordo tra il Mart el'UniCredit, seconda (o prima, dipendeda quale classifica si considera) bancadel Paese. Si tratta una partnership cheva oltre il classico concetto di sponso-rizzazione finanziaria per promuovere alivello nazionale e internazionale le atti-vità del museo e, più in generale, laconoscenza dell'arte moderna e contem-poranea.L'incontro è maturato su un terrenocomune, quello dell'arte moderna, sulquale vengono investiti passione e sfor-zi concreti. L'intervento del GruppoUniCredit coprirà in varie forme l'attivi-tà espositiva e gli eventi collaterali delMart, che diventerà uno dei partner diprimo piano per le attività in campo cul-turale di Unicredit, mettendo a sua voltaa disposizione il proprio patrimonio dirapporti con enti museali e internazio-nali costruito negli anni.Con queste premesse, il nuovo accordooffre una base per sinergie in un settore,quello dell'arte contemporanea, che idati sugli ingressi - così come quellidelle valutazioni di mercato - dimostra-no essere sempre più affascinante perun pubblico che non è più solo quello,ristretto, degli appassionati. Dati confer-mati dagli ingressi al Mart, che dopoventi mesi dall'apertura con la nuovasede di livello internazionale, disegnatada Mario Botta e Giulio Andreolli, puòvantare oltre trecentocinquantamilavisitatori con un bacino di provenienzache trascende quello della propria collo-cazione geografica.L'accordo con l'istituto bancario milane-se amplia e dà continuità alla politica dialleanze orizzontali da parte del Mart,che ha anche concluso una partnershipcon la Fondazione Arena di Verona.Mart - Museo d'Arte Moderna eContemporanea di Trento e RoveretoRovereto (Tn), Corso Bettini 43Tel 0464 438887, 800 397760; fax 0464430827Ufficio stampa: Luca Melchionna (tel 0464454127, [email protected])

Lombardia, un accordo perpromuovere l'alta formazioneartisticaIl 3 settembre scorso Naba (NuovaAccademia di Belle Arti di Milano) e laDirezione Generale dell'UfficioScolastico Regionale per la Lombardiahanno firmato una convenzione checonsentirà di rafforzare il collegamentotra il sistema scolastico e quello d'istru-zione superiore, attraverso iniziative

congiunte volte all'orientamento, for-mazione e promozione culturale.Grazie a questo accordo, l'UfficioScolastico Regionale si impegna a faci-litare, attraverso le proprie strutture ter-ritoriali, l'azione informativa della Nabaverso le scuole superiori: la NuovaAccademia potrà così far conoscere aglistudenti la sua ampia offerta formativa erealizzare cicli di incontri e di seminariper i docenti sui temi dell'orientamento."Abbiamo avviato questa collaborazio-ne con Naba" spiega Mario Dutto, diret-tore dell'Ufficio scolastico per laLombardia "perché vogliamo crearesempre più occasioni di incontro e dilavoro tra il mondo della scuola secon-daria e quello dell'università e in questocaso, più in particolare, delle accade-mie d'arte. I giovani devono infattipoter conoscere i percorsi di studiorivolti alla formazione artistica supe-riore, i profili professionali che questivanno a delineare e le opportunità dilavoro che si possono aprire loro".

XXVI Biennale di São Paulo,italiani in BrasileMassimo Bartolini presenta un'instal-lazione nella sezione degli artisti invita-ti, mentre Francesco Vezzoli porta unvideo per rappresentare l'Italia. Questa èla componente della nostra penisola interra brasiliana in occasione dellaBiennale di São Paulo, intitolata que-st'anno Território Livre. La rassegnaprevede la partecipazione di circa cin-quanta Paesi, fra i quali ci sarannoanche gli Emirati Arabi Uniti conAbdullah Alsaadi. Alla fotografia afri-cana è dedicata una sezione specifica,curata da Simon Njami, alla quale par-tecipano artisti provenienti daSudafrica, Togo, Nigeria, Ghana,Congo, Camerun e Senegal. Infine, lespecial rooms sono state assegnate adArtur Barrio, Paulo Bruscky, CaiGuo Qiang, Eugenio Dittborn,Huang Yong Ping, Beatriz Milhazes,Thomas Struth e Luc Tuymas. In tota-le, quasi centocinquanta artisti per unamanifestazione che nel 2002 ha rag-giunto la ragguardevole cifra di 670.000visitatori. (marco enrico giacomelli)Fino al 19 dicembreXXVI Biennale di São Paulo - Território LivreA cura di Alfons HugParque do Ibirapuera, Portão 3, Cep04094-000, São PauloLun-gio 9.00-22.00, ven-dom 9.00-23.00Ingresso liberoFax 55 11 5549 0230; [email protected];bienalsaopaulo.terra.com.br

Effekappart, un nuovo proget-to per vendere la giovanearte in reteÈ nato Effekappart, il nuovo sito dedica-to all'arte e animato dall'entusiasmo edalla passione per il mondo dell'arte con-temporanea. Effekappart si pone unambizioso obiettivo culturale: avvicinareil grande pubblico a un settore particolaredell'arte, quello contemporaneo, spessovisto come un mondo elitario per intendi-tori e collezionisti, ma capace, invece, diparlare in modo diretto e immediato.

Fare promozione e creare un nuovo mer-cato attraverso la vendita on line per farconoscere l'arte contemporanea sono lelinee guida del nuovo progetto. Nella gal-leria virtuale sono già in vendita opere diartisti come Adriano Nardi, MaurizioSavini, Massimo Livadiotti e molti altri."Ma Effekappart" confessano i respon-sabili "vuole essere un interlocutoreimportante per tutti gli artisti non anco-ra presenti, ma che sono alla ricerca diuno spazio per mostrare i propri lavori".Per maggiori informazioni: KatiaFicociello (responsabile marketing e comu-nicazione)Tel 06 70476702, 338 8707579, www.effe-kappart.com

Piemonte, al Castello di Rivaraapre il Centro diDocumentazione Carolin Lindig.Con tutta la collezione PaludettoIn occasione della mostra personale diCecile Johnson Soliz il Castello diRivara aprirà ufficialmente al pubblicoil Centro di Documentazione CarolinLindig, situato nei locali delle Scuderieappena restaurate."L'idea di rendere pubblica la mia col-lezione privata di libri e documentazio-ne, frutto di una trentennale attività diricerca sempre attenta alle nuove espe-rienze artistiche d'avanguardia" dichia-ra Franz Paludetto "si concretizza nellavolontà di recuperare, dopo vent'anni diattività espositiva al Castello di Rivara,quella forte e precisa identità culturaleche connotava in passato l'area diRivara e del Canavese in genere".Ma di cosa è composto il centro?Diecimila testi e cataloghi d'arte moder-na e contemporanea, fotografia, archi-tettura e design editi in Italia e all'estero;un archivio fotografico e video e unaricca raccolta epistolare. E, per finire,una sezione dedicata alla ottocentescaScuola di Rivara, che in questi localiaveva la sua sede.Rivara (To), Castello di Rivara - Centrod'Arte ContemporaneaPiazza Sillano, 2Tel 0124 31122, fax 0124 31122, [email protected]: Elisa Lenhard (assistant art director)

Svizzera, riconoscimento cultura-le per il fondatore della fiera Liste È stato assegnato a Peter Blauer ilPremio Cultura Basilea, riconoscimentodella città elvetica per i personaggi che sisono distinti nel promuoverne la vita cul-turale. Blauer è il direttore della fieraListe, evento giovane e alternativo chedal 1996 si affianca all'autorevole e istitu-zionale ArtBasel, la mostra-mercato d'ar-te contemporanea più grande del mondo.Il premio arriva proprio mentre gli orga-nizzatori della fiera stanno preparandol'edizione del decennale.Liste 05 - The Young Art Fair in BaselApertura: 13 giugno 2005 ore 18.00Dal 14 al 19 giugno 2005Progetto nell'ambito di Warteck pp,Burgweg 15, CH-4058 BaselUfficio stampa: Cadeaux Communication,Dominique Mollet, Blumenrain 23, CH-4051 BaselTel 41 61 2698833, fax 41 61 2698834,[email protected]

Cina, a Shangai la V BiennaleÈ nata esattamente dieci anni fa laBiennale di Shangai ed è l'appuntamen-to centrale per quanto riguarda l'artecontemporanea in Cina. Quest'anno iltema è "Tecniche del Visibile" e si con-centra sul rapporto fra arte e tecno-scienza. Una tematica che tange da vici-no l'enorme Paese asiatico, alla luce del-l'apertura a certi dettami occidentali chehanno sconvolto la vita di milioni d'abi-tanti del più popoloso Stato del mondo.Lo staff curatoriale è in linea con lanuova strutturazione della società cine-se, per cui si apre almeno parzialmenteall'internazionalità, affiancando al presi-dente dell'Accademia cinese delle artiXu Jiang (che in quanto artista ha par-tecipato, fra l'altro, alla Biennale di SãoPaulo nel 1998), al curatore indipenden-te Zheng Shengtian e al direttore dellastessa Biennale Zhang Qing, l'argen-tino Sebastian Lopez. Gli artisti invi-tati sono oltre centoventi, che oltreallo Shanghai Art Museum occupe-ranno l'adiacente parco con una deci-

Nanjing 2004

Exibart.onpaper10 speednews

GEAGRAFIE diario per immagini di gea casolaro

E x i b a r t . b o o k s h o p 7 0 m i l a l i b r i d ' a r t e - s p e d i z i o n e g r a t u i t a h t t p : / / b o o k s h o p . e x i b a r t . c o m

Ha vinto, tra ottantadue candidati, il progetto"Se telefonando…" di Chiara (Varese, 1976.Vive a Roma) che così sarà riprodotta suglioltre 4.410.000 volumi delle Pagine Bianchedistribuiti in tutto il Lazio e - senza dubbio -diventerà l'opera d'arte più 'vista' e diffusadell'anno.Tra i lavori di maggior interesse, sempre peril territorio laziale, sono state segnalateanche le opere di altri quattro giovani artisti:Matteo Basilè con tesututto/tedapertutto,Silvia Fiorenza con Festa, AlessandroGianvenuti con Hand (connection) eSimone Bergantini con Facile Trovarsi:

anche queste quattro opere saranno pubblicate da Seat all'interno degli elen-chi, nella sezione "PagineBianche® Informa".I lavori candidati sono stati giudicati da un'apposita commissione presiedu-ta da Luca Beatrice.

Comunicazione Seat Pagine GialleTel 011 4353030 - Fax 011 4353040 - [email protected]

E' Chiara la prima vincitrice diPagine Bianche d'Autore

Page 11: Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 ...doc.exibart.com/onpaper/pdf/Onpaper18.pdf · Non manca una guida ai piccoli e grandi oggetti to die for, scovati in giro per

na di installazioni. Fra le iniziativecollaterali, una rassegna di film evideo, un convegno incentrato sultema della biennale e alcune publiclectures che coinvolgeranno anche gliartisti. (marco enrico giacomelli)

Fino al 27 novembreShangai 5 Biennale - Techniques of the VisibleA cura di Xu Jiang, Zheng Shengtian,Zhang Qing e Sebastian LopezShanghai Art MuseumShanghai, 325 W Nanjing [email protected], www.shan-ghaibiennale.comCatalogo disponibile

Palinsesto Italia, l'editoriamultimediale ha il suo premioNet Economy e mercato multimedialesono i due termini chiave del PremioPalinsesto Italia, presentato il 23 set-tembre a Bologna, città scelta tra le altreper l'importanza del tessuto digitale eculturale. Le aziende di questo settorenate nella provincia bolognese triplica-no ogni dieci anni, contando attualmen-te 1870 aziende, ponendosi al quartoposto in Italia dopo Milano, Roma eFirenze e ottenendo il primato naziona-le per i consumi culturali.Il Premio non si pone come concorso,ma piuttosto come ricerca delle tenden-ze e delle strategie del mercato in unambito che è quello del marketing terri-toriale nel campo della cultura e delladiffusione di informazioni. Per renderepossibile la costruzione di questo pano-rama il concorso nasce con una proie-zione di almeno tre anni, in cui i proget-ti più meritevoli, oltre a essere premiati,saranno inseriti nella vetrina on line delsito dell'iniziativa, www.palinsestoita-lia.it, destinato a diventare una raccoltadelle realtà italiane, e soprattutto bolo-gnesi, più interessanti del mondo dell'e-ditoria giovanile.Il premio è infatti concepito non solocome ricerca, ma anche come investi-mento nel settore multimediale e multi-piattaforma degli sforzi di una generazio-ne di giovani imprenditori. La partecipa-zione è riservata a giovani fino a 39 annie a progetti che abbiamo al massimo dueanni di vita. Il primo premio consiste in15.000 euro. La premiazione si terrà il 10e 11 dicembre, alla Manifattura delle Artidi Bologna, e sarà occasione di works-hop e incontri sui mercati della produzio-ne dei contenuti, sulla net art, sul design,sulle tecnologie e sui linguaggi dellacomunicazione. In questi due giorni iprogetti selezionati verranno esposti alpubblico. (carolina lio)

Firenze, net art di scenaall'Istituto StensenL'Istituto Stensen di Firenze propone,ancora per il mese di novembre, unamostra con artisti come0100101110101101.org, MarcoCadioli, Mauro Ceolin e LorenzoPizzanelli.La mostra farà da sfondo permanente alciclo di conferenze e proiezioni cinema-tografiche del Novembre Stensenianodal titolo "Homo Cyber: fascino, pro-spettive e inquietudini dell'era informati-ca". Ospiti, tra gli altri, Beppe Grillo,Domenico Ferrari, Ugo De Siervo, PaoloRossi, Stefano Rodotà ed Enzo Cheli.Bit-Art - Fino al 27 novembreIstituto Stensen - Firenze, Via DonMinzoni, 25Info: Antonio Pirozzi (tel 339 5238132),Jacopo Storni (335 7163225),[email protected]

Tutti i rumori futuristi in un libroÈ uscito in libreria per le edizioniVallecchi il volume Rumori Futuri,studi e immagini sulla musica futurista,degli autori Daniele Lombardi e CarloPiccardi. Una ricca antologia sul futuri-smo musicale che raccoglie manifesti,scritti, frammenti di articoli, fotografie,programmi. In sintesi, una teorizzazioneche va dal primo manifesto diFrancesco Balilla Partella del 1910 agliultimi ad opera di Aldo Giuntini eFranco Sartori del 1942.128 pagine, 18,00 euro

Informazioni: Ufficio Stampa VallecchiS.p.A - Firenze, Piazza San Jacopino 7Tel 055 324761/3247638, fax 055 3247647,[email protected]

Un vecchio granaio diventamuseo virtuale e tecnologico.Un progetto dell'Università diSiena

Un vecchio granaio del Settecento chesi trasforma in un museo intelligente.Non è un film di fantascienza ma unreale progetto dell'Università di Sienache, in un piccolo borgo medievale, hacreato un museo interattivo e multime-diale. Il Tepotratos (Teatro popolare tra-dizionale toscano) si trova aMonticchiello, un paesino immersonella Val d'Orcia, un tempo poverissi-mo, oggi emblema del teatro popolare,che per tradizione vede i suoi abitantiprotagonisti di rappresentazioni nelfestival del teatro povero.Il progetto tecnologico, finanziato daRegione Toscana, Provincia di Siena,Comune di Pienza e Monte dei Paschi,è stato affidato ad Alessandro Mecocci,docente al dipartimento di Ingegneriadell'Università di Siena e tra i massimiesperti al mondo di tecnologie applicateai musei.Una volta entrati a Tepotratos, teleca-mere e sensori iniziano a monitorare ilvisitatore, passo dopo passo. Muoversiverso un angolo o l'altro della primastanza significa attivare diversi immagi-ni che vengono proiettate sulle pareti,oltre che suoni e musiche. Un oggettoche unisce passato e futuro è il "pozzomultimediale", una struttura circolare alcentro di una stanza ampia, coperta conpannelli di legno e strumenti dell'anticamezzadria. Infilando la testa nell'imboc-catura, è possibile assistere a delleproiezioni di cultura contadina. Ma chi o cosa si occupa di capire qualisiano i desideri del visitatore per con-durlo così nel percorso da lui prescelto?Si tratta di una mente artificiale, che gliingegneri e informatici hanno ribattez-zato "Interfaccia sociale multimodale",cervello e spirito del museo, che segueil visitatore e ne interpreta la volontà.

Piazza Nuova, 53020 Monticchiello (Si)Tel./fax 0578755118

[email protected], www.teatropovero.itDal 15 marzo al 1° novembre aperto tutti igiorni escluso il lunedì. Dal 2 novembre al14 marzo: sabato, domenica, festivi e suprenotazione.Orario: 9.00, 10.00, 11.00, 12.00, 16.00,17.00, 18.00Biglietti: intero euro 4,00 ridotto 2,50Direttore: Andrea Cresti,Curatori: Francesca Profili, DanielaCundròUfficio stampa: Università degli Studi diSiena (tel 0577 232257, fax 0577 23237)

Torino, apre Mkt centro per lacreatività e il tempo liberoDoppio appuntamento, sabato 18 edomenica 19 settembre a Torino, perfesteggiare l'apertura di Mkt, il primocentro di creatività, cultura e formazio-ne del tempo libero. Oltre duecentometri quadri tra spazi espositivi, labora-tori e un'attrezzata zona bar per un loca-le dove tutto è a "portata di mente".Mostre d'arte e rassegne cinematografi-che, concerti e serate "a tema", corsi elaboratori. Dal mattino fino a notte inol-trata, Mkt offre ai suoi soci la possibili-tà di trascorrere il tempo divertendosi edando libero sfogo alla propria creativi-tà. Il tutto all'insegna della "contamina-zione", intesa come strumento di avvici-namento graduale alla comprensionedelle forme espressive contemporanee.Torino, MktVia Ala di Stura, 71-int.18Tel 339 7091352, 339 6112236

Fabbrica Borroni, ecco i 'nomi-nati' per gli incarichi dellanuova istituzioneLara Fracco (come curatore responsabi-le), Irene Crocco (come vice) eMargherita Belaief (come responsabiledella Collezione e dell'organizzazione).Sono queste le nomine effettuate dallaFabbrica Borroni, nuova istituzionelombarda per la promozione della gio-vane arte, dopo una selezione partita daquasi cinquecento domande. Auguri dibuon inizio attività ad Eugenio Borronie alla sua nuova avventura.Eugenio Borroni / Fabbrica BorroniBollate (Mi) - Via Matteotti, 19Tel 02 33301552, fax 02 3506500,[email protected], www.borroni-brothers.com

Milano, chiude la filiale lom-barda della Galleria Neonlalineaportaalpuntocome ladirezioneri-flettesuldestino è il titolo dell'ultimoappuntamento per neon>projectboxnello spazio di Corso Garibaldi a

Milano. Ma la filiale della bologneseNeon non esaurisce il suo percorso.Presto si conosceranno la nuova collo-cazione e il programma espositivo delnuovo spazio.Intanto questa ultima mostra (chiusa loscorso 9 ottobre) è affidata a un giovaneartista marchigiano, Arpo Angeli.L'installazione s'inserisce in un piùvasto progetto editoriale. Si tratta di unariflessione sul proprio fare, sul fare arte;Arpo Angeli sceglie di parlare del pro-prio lavoro e di ampliare il discorso ten-tando di analizzare l'essenza stessa dellinguaggio e dell'arte.Tel 051 5877068

Mentana, partono le attività alcentro di formazione nella villadi Federico ZeriCon il corso sull'Arte a Roma nelDuecento e il cantiere di Assisi laFondazione Zeri inaugura il programmadelle proprie iniziative a Mentana, volte adar vita, presso la villa dell'illustre studio-so, a un centro permanente di formazionee di studi avanzati in storia dell'arte. I corsiintendono privilegiare temi e argomenti distudio legati al lavoro di Federico Zeri;prevedono lezioni teoriche a Mentana evisite sul territorio, tenute da studiosi edesperti del settore. Sono rivolti a dottoratie dottorandi, laureati e laureandi delleUniversità italiane e straniere. Mentana, Villa ZeriCoordinamento e organizzazione: StefanoTumidei, Università di BolognaInfo: Fondazione Federico Zeri (www.fon-dazionezeri.unibo.it) - Bologna, ViaZamboni 33Tel 051 2099965, fax 051 2099372, [email protected]

L'arte ovunque, nasce il servi-zio Exibart.mobileIn occasione della rassegna MuseumImage (svoltasi ad Arezzo il 23 e 24 set-tembre) Exibart ha presentato un nuovoservizio per gli utenti wireless. Di che sitratta? Di un collegamento a palmari etelefonini di ultima generazione perindividuare tutti gli eventi e i luoghid'arte del territorio in cui ci si trova. Inuna parola, Exibart.mobile.Digitando sul proprio terminalehttp//:mobile.exibart.com si accede a unmenù di comprensione immediata. Leinformazioni sugli eventi d'arte hannoscheda tecnica (indirizzo, numero tele-fonico, orari, biglietteria), mappa e unabreve descrizione. Per i più curiosi nonmancano news e recensioni e anche ilformidabile Exibart.bookshop - la mag-giore libreria virtuale d'arte, design,architettura e turismo - sarà raggiungibi-

le per gli utenti Exibart.mobile, che cosìavranno la possibilità di acquistare libri,volumi di antiquariato e cataloghi inuna vetrina virtuale da migliaia di titoli.Altissimo il livello d'interattività delservizio. Exibart.mobile permette diinserire appunti e commenti a mostre oeventi. Il sistema consente la creazionedi un proprio album di viaggio conimmagini e foto (ma questo servizio peril momento non è attivo) che potrannoessere condivise con gli altri utenti. Abrevissimo termine, infine, sarà attivo ilservizio messenger come avviene sulweb. Naturalmente tutti i servizi sonoaccessibili con utenze e password dellaExibart.community.Exibart e tutti i suoi servizi sono editi daEmmi srl (www.emmi.it). Per ulterioriinformazioni: 055 2399766 - [email protected]. I costi sono quelli previsti dai sin-goli operatori; il livello informativo è aperto atutti. Per i servizi di e-commerce e per l'inte-rattività è necessario registrarsi sul sito.

Assisi, riapre la Galleria d'artecontemporanea della ProCivitate ChristianaLa Galleria d'arte contemporanea dellaPro Civitate Christiana di Assisi hariaperto lo scorso 21 agosto una dellesue principali sale di esposizione in unaveste completamente rinnovata secondomoderni criteri museografici.A due anni dal progetto di riallestimen-to delle quattro sale principali, presenta-to in occasione del 60° anniversario delcorso di Studi cristiani, si è potuta rea-lizzare l'installazione degli impianti illu-minotecnici ed espositivi per tutti glispazi e completare la prima sala.Nell'ordine di una divisione tipologicadei materiali e degli spazi questa sala èstata destinata alla pittura e alla sculturae contiene opere che possono esseredefinite storiche per la collezione. Gliartisti in collezione? Da de Chirico aCarrà e poi Franco Gentilini, FaustoPirandello, Venanzo Crocetti,William Congdon e molti altri.Assisi, Galleria d'arte contemporanea dellaPro Civitate ChristianaVia degli Ancajani, [email protected],http://procivitate.assisi.museum

Homepage d'artista sul sito delMagasin di Grenoble. Si partecon CloskyÈ stato inaugurato il 27 settembreproprio con un lavoro di ClaudeClosky il nuovo sito progettato dal-

Exibart.onpaper 11speednews

Vendemmia d'arte in SiciliaVino e arte, seguendo la statale 115. Dalla valle di Noto fino all'entroterra trapanese. Mecenate d'eccezione la famiglia Planeta, notacasa vinicola dell'isola, che offre ospitalità e un itinerario doc ad otto artisti. I risultati li vedremo a primavera, in mostra a Menfi. Ec'è da sperare che sia davvero una buona annata…

Viaggio in Sicilia è il nome del progetto itinerantenato dalla collaborazione tra la famiglia Planeta, frale più note e apprezzate case di produzione di vinonell'isola, e l'associazione culturale Nuvole. Incontrid'Arte di Palermo. Si realizza così una singolarecombinazione d'intenti che, sulle vie della vendem-mia in Sicilia, vuole sollecitare un gruppo di artistiall'interazione con il territorio. In programma un viaggio sviluppatosi nel pieno delrito antico della raccolta dell'uva, dal 23 settembre al3 ottobre, in una delle zone più suggestive e ricchedi fascino delle regione, lungo la Statale 115, dallaVal di Noto - toccando Vittoria e attraverso ilRagusano - fino a Menfi e al Lago Arancio, nell'en-troterra trapanese.Sono otto gli artisti che hanno partecipato a questaprima edizione di Viaggio in Sicilia, che si candidadunque a diventare un appuntamento fisso anche pergli anni a venire: Gaetano Cipolla (Palermo, 1950),Maurice Frey (Saint Martin), Paola Gandolfi(Roma), Jan Hisek (Praga, 1965), Francois Houtin(Craon en Mayenne, 1950), Vincenzo Nucci(Sciacca, 1941), Giorgio Ortona (Tripoli, 1960) eLanfranco Quadrio (Lecco, 1966) sono stati lette-ralmente accompagnati per mano lungo le vie delvino in Sicilia, ospiti d'eccezione della famigliaPlaneta nelle tenute di Noto, Vittoria, Menfi edell'Ulmo, presso Sambuca di Sicilia. L'idea era quella di dare agli artisti la possibilità di"saggiare" dal vivo colori, sapori e odori della terrae maturare così, a partire da un fitto dialogo con

l'animus di quei luoghi, un'impressione "ad arte"del territorio siciliano, delle sue potenzialità dicomunicazione e suggestione poetica. A loro, pitto-ri e disegnatori soprattutto, era demandato il com-pito non facile di interpretare i segni di una relazio-ne possibile fra natura e uomo e di proporre quindiinedite riflessioni su una finalmente riconquistatadimensione "ambientale" di lettura della contem-poraneità. Un compito impegnativo, una sfida certomolto stimolante, che muove consapevolmentedall'esperienza del paesaggio siciliano come occa-sione per ripensare la complessità di un'identitàculturale forte, stratificatasi nella contaminazionedi tradizioni millenarie in perenne confronto, ocontrasto, fra loro.Una mostra dei lavori così realizzati verrà allestita laprossima primavera nella città di Menfi e le opereesposte andranno a costituire il primo nucleo fon-dante la collezione d'arte contemporanea della fami-glia Planeta, che intende anche, in questo modo,dare un segnale discreto della propria presenza edella propria attenzione ad una possibilità di svilup-po sano delle migliori risorse presenti sul territorio.All'arte contemporanea i Planeta affidano dunque,con coraggio e grande sensibilità un'intenzione divisibilità e qualificazione d'impresa, che è anche, esoprattutto, un omaggio appassionato alla propriaterra e alla sua incomparabile bellezza.

[davide lacagnina]

Viaggio in Sicilia - Aziende Agricole PlanetaContrada Dispensa snc, 92013 Menfi (Ag)Tel 091 327965, fax 091 612 43 [email protected], www.planeta.itPalermo, Nuvole Incontri d'ArteVia Matteo Bonello, 21Tel/fax 091 323718nuvole@associazionenuvole.itwww.associazionenuvole.itUfficio Stampa: Studio Grassi MilanoVia San Francesco d'Assisi, 6Tel 02 58435112/58313739, fax 02 58320151,[email protected]

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l'artista per il Magasin di Grenoble,struttura nata nel 1986 negli atelierindustriali primo-novecenteschi delgruppo Eiffel.Ogni lunedì l'homepage del museodiretto da Yves Aupetitallot sarà costi-

tuita da un intervento realizzato ad hocda uno o più artisti, con una program-mazione che ha già raggiunto la secon-da settimana del gennaio 2005. Dunque,all'aneconomico Total di Closky segui-ranno, fra gli altri, Olaf Breuning,Wang Du, Sylvie Fleury, LiamGillick, Dominique Gonzalez-Foerster, Thomas Hirschhorn, PierreHuyghe, Mathieu Mercier, GianniMotti, Maurizio Nannucci, OlafNicolai, Julian Opie, Erwin Wurm emoltissimi altri. Un modo stimolante eproficuo per fidelizzare la propria com-munity! (marco enrico giacomelli)www.magasin-cnac.org

Nasce MaMa, un nuovo centroper la cultura a BolognaPer carità, non vogliamo mettere il carrodavanti ai buoi. Però qualcosa sotto ledue torri sta iniziando a muoversi e noi cisentiamo in dovere di segnalarlo. Dopolunghi anni di torpore un minimo di viva-cità sembra soffiare sui tetti rossi diBologna. Insomma, il trasferimento dellagalleria Mondobizzarro a Roma e le ulti-missime (ancora in corso) mostre allaGam potrebbero finalmente significarel'aver toccato il fondo per il capoluogoemiliano. Ora si può solo migliorare.Stanno aprendo alcune nuove gallerie dicui vi abbiamo dato e vi daremo conto,è stata avviata - seppur con qualcheincertezza, ma d'altronde a cosa serveuna prima edizione? - l'avventura delfestival ArteLibro, pullulano artbouti-que trendy (come la Sugar Babe), proli-ferano case editrici coraggiose (come laDamiani, che il 13 ottobre ha organizza-to un party clamoroso per la presenta-zione del nuovo libro del fetishfotogra-fo Terry Richardson con personaggicome Vincent Gallo e Harvey Keitel).Dunque, fatalmente, l'arrivo a Palazzod'Accursio di Cofferati sembra averdato una piccola scossa benefica alpanorama felsineo.In questo new deal si inserisce l'aperturadi MaMa, un nuovo centro nel quale ope-reranno aziende e associazioni specializ-zate nel mercato dell'arte e nel campodella valorizzazione dei beni culturali.Situato nei 430 metri quadrati di saloniaffrescati del piano nobile della centralis-sima e prestigiosa sede di Palazzo Bovi,ospiterà esposizioni ed eventi artistici a360 gradi: arti plastiche, pittura, fotogra-fia, installazioni, ma anche musica, danzae performance culinarie d'autore. Ad apri-re le danze per la serata inaugurale? Èstato chiamato Francesco Del Drago,storico pittore romano, classe 1920, allie-vo di Pablo Picasso.Fino al 1° dicembreMaMaBologna, Palazzo Bovi - Via Farini, 28Dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle [email protected],www.mama1088.com

Siviglia, Harald Szeemann è ilcuratore della prima biennaleandalusaDue giornate di inaugurazione a ottobre,poi l'apertura ufficiale della I BienalInternacional de Arte Contemporáneo deSevilla, grazie al lavoro dellaFondazione Biacs, istituita nel maggio2003 con uno statuto no profit. Il titolo diquesta prima edizione è La Alegría demis Sueños, a dispetto della grave situa-zione geopolitica internazionale, e saràcurata da un nome del calibro di HaraldSzeemann negli spazi del quattrocente-sco monastero di Santa María de lasCuevas. Gli artisti invitati sono sessanta-due e provengono da ventisette Paesi.Ovviamente la squadra più nutrita pro-viene dalla Spagna, con Antoni Abad,Pilar Albarracín, Daniel Canogar,Eduardo Chillida, Alonso Gil, VictoriaGil, Curro González, FedericoGuzmán, Rogelio López Cuenca,

Juan Muñoz, Cristina García Rodero,Fernando Sánchez Castillo, SantiagoSierra, Javier Velasco e VirxilioVieitez. L'Italia è rappresentata daMaurizio Cattelan (proprio con i bam-bini che tanto avevano scioccato alcunimilanesi), Eva Marisaldi e Sarenco.(marco enrico giacomelli)Fino al 5 dicembreBiacs1 - I Bienal Internacional de ArteContemporáneo de SevillaA cura di Harald SzeemannMonasterio de la Cartuja de Santa Maríade las CuevasAvda. de Américo Vespucio, 2 - Isla de laCartuja, 41071 SevillaTel/fax 34 954 467514, www.fundacion-biacs.comCatalogo disponibile

In occasione della mostra diRoma, un nuovo film su MalevicEsce in occasione dell'apertura dellagrande mostra Da Giotto a Malevic(Roma, Scuderie del Quirinale) il film diFabiola Giancotti La rivoluzione diMalevic (dvd - video, 16'02'', a colori e inb/n). Il lavoro, che si può acquistareanche per corrispondenza in contrasse-gno, narra in pochissimi minuti l'opera ela vita dell'artista russo, la sua grandezza,la sua eredità, la sua rivoluzione e la suabattaglia attraverso gli scritti e le lettere.Euro 15,00 + IvaSpedizione in contrassegnoInviare richiesta a [email protected] o,in busta chiusa, a Fabiola Giancotti, c/oSpirali, Via F.lli Gabba, 3, 20121 MilanoPer il modulo e l'ordine: www.dizionariodi-cifrematica.it/paginetesti/malevic.html

Texas, è morto il fotografoRichard Avedon

Si è spento lo scorso 2 ottobre in unospedale del Texas - dov'era ricoveratodal 25 settembre a causa di un'emorra-gia cerebrale - Richard Avedon, unodei maggiori fotografi di moda di sem-pre. Aveva 81 anni. Il male lo ha colpi-to mentre stava lavorando ad un servi-zio per il rotocalco "New Yorker".Nato nella Grande Mela il 15 maggio1923, divenne dal '65 uno dei capisaldidella rivista "Vogue". Ma prima avevalavorato per le riviste "The Elm" e"Harper's Bazaar".Accanto agli scatti per la moda e le piùfamose star del secolo scorso, ai qualideve la fama internazionale, Avedonebbe sempre un occhio per le tematichesociali, i disadattati e gli ammalati psi-chici, ai quali dedicò celebri reportage.A cavallo tra il 2002 e il 2003 ilMetropolitan Museum gli aveva dedica-to una grande retrospettiva dal titoloPortraits. (a. s.)

Il tema del labirinto. Un libro

ne ripercorre l'iconografia dal-l'antica Grecia a Pac ManIl tema del labirinto dentro e fuori la sto-ria, l'arte, il mito. Non c'è campo delloscibile che non sia toccato dal bel librodi Marco Maria Sambo. Il filod'Arianna scelto per destreggiarsi inquesto intricato labirinto di saperi alti ebassi è quello della cronologia, anche sei rimandi nei vari capitoli tessono spes-so ponti metatemporali. Il mito, innan-zitutto, dalla sua origine greca, daimisteri di Cnosso e dall'edificio-labirin-to di Creta ai viaggi di Ulisse. Capitolinon meno affascinanti quelli dedicati ailabirinti della cristianità - fatti di vasteed intricate catacombe e soprattuttosimbologie che rimandano alla divinità,applicate a sigilli come a lettere minia-te, piante di cattedrali come dipinti - maanche a quelli rinascimentali, materia-lizzati in fascinosi giardini come ilparco di Bomarzo. La parte più interes-sante del saggio è però quella dedicataai labirinti del moderno e del post-moderno: simbolismo ed astrattismo,metrò e supermarket, scienze ed inter-net, scacchi e luna park, videogame emolto altro ancora. (duccio dogheria)Marco Maria Sambo, Labirinti. Da Cnossoai videogamesCastelvecchi editore, 2004, 431 pp, 22,00 euro, [email protected], www.castel-vecchieditore.com

Arte, azienda, tendenze e moda.Un nuovo rapporto possibileproposto dall'Osservatorio ModaSportsystem

Può il rapporto fra impresa e cultura arti-colarsi in iniziative che esulino dallasponsorizzazione o promozione di even-ti artistici? L'Osservatorio ModaSportsystem cerca di veicolare il concet-to che arte e cultura non sono semplici"merci" di cui l'imprenditore, l'azienda ei suoi dipendenti possono fruire passiva-mente; che fra impresa e artisti può crear-si un rapporto che non si limita al sempli-ce mecenatismo; che l'arte può far partedella vita dell'azienda in modo stabile,capillare e continuo, e non solo nell'am-bito di sporadiche iniziative una tantum.Il "Pre-Vision" semestrale è uno dei"fiori all'occhiello" dell'Osservatorio:non consiste semplicemente in una pre-sentazione delle tendenze stagionali.Certo vengono proposti suggerimenticromatici, immagini di contesto, model-li, materiali, grafiche e quant'altro, masoprattutto vengono forniti alcuni ele-menti in più che possano fungere dasupporto ad ognuno per ideare - insiemeal prodotto - un proprio, personalissimoracconto. I temi proposti scaturisconoda un'analisi socio-antropologica dellasocietà incrociata con la sintesi dei prin-cipali input provenienti dagli ambiti piùdisparati: arte, moda, musica, architettu-ra, design, letteratura, cinema, teatro,filosofia, internet, streetstyle…Osservatorio Moda SportsystemPre-Vision5 è dedicato alle tendenze per lastagione Summer [email protected], www.monte-bellunastyle.netTel 0423 303282, fax 0423 609699

È il Galata Museo del Mare ilMuseo rivelazione dell'annoÈ Galata Museo del Mare a Genova il

Exibart.onpaper12 speednews

Artel ibro 2004

Spazi ridotti per l'arte contemporanea, magrande attenzione riservata al libro antico, ailibri d'artista e ai libri da collezione (dalleristampe anastatiche dedicate alle avanguar-die delle Edizioni della Laguna alle miniaturedi Franco Cosimo Panini). Ma il contempora-neo, nell'ambito della fiera ArteLibro, si pren-de una parziale rivincita grazie ad alcune gal-lerie bolognesi, che hanno contribuito ad ani-mare gli spazi di Palazzo Re Enzo con opereprovenienti dalle proprie collezioni. Fra le piùinteressanti, uno Zorio della Otto Gallery e lesculture luminose di Foggini della galleriaMarabini, nonché l'Allegoria del Monte deiPaschi di Siena di Valerio Adami presentatodall'omonima fondazione bancaria.Per citare qualche numero, circa ventiduemi-la visitatori sono transitati fragli stand dei novanta esposi-tori e soprattutto hannopreso parte al programma dieventi collaterali. Una delledelusioni però concerne pro-prio le gallerie, che in granparte ancora non avevanoinaugurato per la rentréepost-estiva.Tornando al programmadegli incontri e delle mostrea latere, un frizzantePhilippe Daverio è intervenuto all'inaugura-zione; nelle sale della Biblioteca Universitariaè stato presentato il volume Animali e creatu-re mostruose di Ulisse Aldrovandi; un works-hop di fotografia è stato diretto da Mario deBiasi, Gianni Berengo Gardin e MimmoJodice; infine, una stimolante conversazioneaveva come titolo "Musei d'arte contempora-nea ed editori". Notevole anche il programmadelle mostre, fra le quali Le pagine dipinte.Capolavori della miniatura bolognese delMedioevo e del Rinascimento, allestita alMuseo Civico Medievale.Per quanto riguarda la fiera vera e propria,l'unica presenza internazionale di rilievo eraquella di Phaidon, celeberrima casa editrice

londinese fondata nel 1923, che dal 2003 hainiziato a distribuire una selezione di titoli inlingua italiana. Alla fiera bolognese si poteva-no così apprezzare le novità, come il masto-dontico Atlas of Contemporary WorldArchitecture, e i titoli in italiano, dall'ampiamonografia dedicata a Nan Goldin ai volumidel Renzo Piano Building Workshop. Unostand collettivo riuniva alcuni editori francesi.Sbirciando fra le novità, si notavano le Édi-tions Filippacchi con L'art contemporain pourceux qui n'y connaissent pas, una guida ludi-ca alla comprensione dell'arte contempora-nea per non-specialisti; Images EnManœuvres, fondata a Marsiglia nel 1990,presentava Les Collectionneurs de Merdad'artista di Bernard Bazile e le fotografie di

Édith Roux raccolte inDreamscape, che, una voltaspiegato, raggiunge la lun-ghezza di quasi otto metri emezzo; e, da non dimentica-re, le Éditions du Cerf, conuna nutrita collana dedicataalla settima arte.Quanto agli editori italiani,spicca la produzione di 5Continents che, pur essen-do molto giovane, si segna-la già per le prestigiose

coedizioni (la "Galleria del disegno", peresempio, è edita in collaborazione colLouvre), nonché la professionalità e qualitàdei testi. Per esempio, la collana "Galleriadelle arti" offre a un prezzo contenuto mono-grafie dedicate ad artisti o gruppi, fra le cuinovità si segnala la pubblicazione del volumededicato all'Arte povera, previsto per la pri-mavera del 2005 e firmato da GiovanniLista. Fra gli altri titoli, il catalogo della perso-nale itinerante di Kimsooja - la cui sovracco-perta interna è stata ridisegnata ad ognitappa per documentarne l'allestimento -, lecollane dedicate all'arte primitiva e a quellaasiatica, infine il volume Estetica domesticadi Jean Bernard Hebey. La storica casa edi-

trice dei FratelliAlinari, con unostand ovviamentefocalizzato sullafotografia, fra lenovità in catalogo aveva un volume dedicatoal Bauhaus. Per quanto concerne le riviste,quasi unica nel suo genere "Dada", che pro-duce monografie trimestrali dedicate specifi-camente ai bambini e che da qualche meseha cominciato a pubblicare anche testi illu-strati, come un gioioso spaccato della vita diVan Gogh. Uno stand eccentrico quanto adallestimento quello di Photology, che oltre allapropria produzione editoriale ha portato foto-grafie di Pierson, Serrano, Secchiaroli,Leibovitz, Gian Paolo Barbieri, IrvingPenn, Giacomelli, Sottsass e Galella.Naturalmente presenti i grandi gruppi comeSkira, Electa e Federico Motta, mentre fra ipiccoli editori spiccavano le edizioniMarcovaldo, legate al Cesac di Caraglio, e laFine Arts Unternehmen, con la presentazionein anteprima del libro d'artista di KnutÅsdam.Una prima edizione che, non va taciuto, hadeluso parecchi addetti ai lavori, anche acausa degli infelici spazi espositivi. Ma checomunque ha attirato l'attenzione dei bolo-gnesi: lo testimoniano i numeri di affluenzaalla fiera (ventiduemila visitatori) e soprattut-to agli eventi collaterali, un autentico succes-so grazie anche alla scena universitariasenza dubbio più attiva di quella delle galle-rie. D'altronde, l'ateneo bolognese è il piùantico al mondo, così come a Bologna fu fon-dato il primo Dams della penisola. Una dop-pia riflessione ci auguriamo sia fatta dagliorganizzatori: in primo luogo, aumentare sen-sibilmente gli inviti alle riviste ed edizioni stra-niere; in secondo luogo, sacrificare lo splen-dido scenario delle sale di Palazzo Re Enzosull'altare di una maggiore funzionalità deglispazi.

[marco enrico giacomelli]

Bologna, Palazzo Re Enzo

Inaugurata da Philippe Daverio in gran forma, la prima edizione della rassegna bolognese dedicata alle edizionid'arte si è conclusa domenica scorsa. Con qualche dubbio e molte speranze per il futuro...

Artelibro. Festival del Libro d'Arte - www.artelibro.it

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Museo rivelazione dell'anno, premiatoad Arezzo nel corso della recentementeconclusa V edizione di Museum Image, ilSalone dei servizi e prodotti per i musei.Queste le motivazioni con cui la giuria,composta da trenta esperti e addetti ailavori (soprintendenti, storici, museologi,opinion leader, giornalisti e uomini dicultura), ha assegnato la preferenza alGalata: "Il progetto con un'identità cultu-rale forte, efficace e visibile all'internodel panorama museale italiano, l'atten-zione nazionale ed internazionale che haottenuto in pochi mesi di vita, la qualitàdel radicamento nell'area geografica diappartenenza, la capacità di attirare ecoinvolgere - grazie anche ad un allesti-mento creativo e dal forte valore emozio-nale - fasce di pubblico allargate".Il Galata Museo del Mare, aperto alpubblico nell'agosto 2004, ha sede nel-l'edificio che nel XVI secolo ospitaval'antico Arsenale della Repubblica diGenova, dove si costruivano e si vara-vano le navi della flotta. L'edificio èstato restaurato grazie ai fondi europeiUrban 2, su progetto dell'architetto spa-gnolo Guillermo Vasquez Consuegra.Il museo si sviluppa su una superficie di13.000 mq, con una facciata di cristallodi 6.000 mq. Si articola su quattro pianiespositivi: i primi tre (terra, primo esecondo) sono dedicati all'esposizionepermanente e il quarto (terzo fuori terra)ospita le mostre temporanee. Fino al 9gennaio 2005 vi è allestita la mostraTransatlantici. Scenari e sogni di mare.In continuità con il passato, il Galata sipropone come il luogo in cui compiereun viaggio virtuale alla scoperta dellavita sul mare e della navigazione, dall'e-tà di Colombo al recente dopoguerra.L'anno passato il premio è stato asse-gnato al Mart - Museo d'Arte Modernae Contemporanea di Trento e Rovereto.

Grugliasco, ha aperto il poloculturale Epicentro

Apre Epicentro. Una buona notizia per lacittà di Grugliasco e per l'intera provinciadi Torino, che si arricchisce di un localeparticolare, diverso, curioso, adatto aigiovani, ma anche alle famiglie.Il nuovo centro giovanile, spuntato inquesti mesi dal vecchio locale pizzeria

di Corso Fratelli Cervi 57, ora è prontoad aprire i battenti e a offrire le più sva-riare attività. Il nuovo centro proponemusica, arte, dibattiti, presentazioni librie cd, corsi di formazione, internet inlibertà, ma anche cibo con pizzeria,ristorante, birreria e bar in cui si consu-mano prodotti biologici e provenientidal commercio equo solidale."Una nuova realtà per Grugliasco"spiega l'assessore alle Politiche socialiRoberto Montà, "che nella sua attualepolitica è impegnata a valorizzare lerisorse educative del tempo libero".Centro culturale giovanile EpicentroGrugliasco, Corso Fratelli Cervi 57Dalle 9.00 alle 23.00 (ristorazione dalle18.30 alle 2.00)Tel 011 4013201/4013011

Pane arte e marmellata, unpolo per la didattica a MilanoPane arte e marmellata è un'associazio-ne fondata nel luglio del 2004 da MartaMotterlini e Antonella Orlando. Unitedalla passione per l'arte, i bambini e imusei, Marta e Antonella hanno decisodi ritagliarsi uno spazio a Milano percondividere e trasmettere ciò in cui cre-dono. Il loro approccio si basa suglistudi e le esperienze nel campo delladidattica dell'arte di Marco Dallari eCristina Francucci e trae continua ispi-razione dalle novità proposte nei museid'arte internazionali più all'avanguardia.Lo scorso 30 settembre Pane arte emarmellata si è dotata di uno spaziofisico, di una sede-laboratorio doveorganizzare eventi in cui coinvolgere ibambini. Dedicato a chi crede che l'artesia solo una "cosa da grandi".Pane arte e marmellataMilano, Via Cagnola 10 (zona Sempione)Tel 333 4677024,[email protected]

Roma, invasione olandese. DaEscher ai giovani artistiNell'ambito delle iniziative programmateper i festeggiamenti del I Centenariodell'Istituto Olandese di Roma, ilComune romano riunirà nei musei capi-tolini circa cento opere dell'artista olan-dese Maurits Cornelis Escher. I lavoriproverranno eccezionalmente dallaFondazione Escher, da alcuni museiolandesi e da collezioni private. Ma l'at-tesissima mostra sul grande grafico nonsarà la sola iniziativa olandeseggiantenella capitale. Un altro importanteappuntamento di questo Centenario saràinfatti Wonderholland, ovvero lo sguardoitaliano sui Paesi Bassi. La mostra, dedi-cata all'arte contemporanea olandese,sarà a Roma fino al 15 dicembre.

Diciassette artisti e sei sezioni per un per-corso espositivo che si snoderà attraver-so i quattro livelli dei Mercati di Traiano.Nell'occhio di EscherFino al 23 gennaio 2005A cura di Bert Treffers e Federica Pirani incollaborazione con Lidy PetersDal martedì alla domenica 9.00-20.00(biglietteria 9.00-19.00; lunedì chiuso)Ufficio stampa: Zètema; progetto CulturaPatrizia BracciTel 06 82077337/305, 333 7234072 [email protected], www.zetema.it

Torino, il Museo Egizio si faFondazione. Ecco la firmaufficialeMercoledì 6 ottobre, a Palazzo Reale,nella torinese Piazza Castello alle ore11.30 si è svolta la cerimonia della firmaper la costituzione della FondazioneMuseo delle Antichità Egizie di Torino.Presenti Giuliano Urbani (ministro per iBeni e le attività culturali), Enzo Ghigo(presidente della Regione Piemonte),Antonio Saitta (presidente dellaProvincia di Torino), SergioChiamparino (sindaco di Torino), FranzoGrande Stevens (presidente dellaCompagnia di San Paolo) e AndreaComba (presidente della FondazioneCassa di Risparmio di Torino).Tel 011 5220440/457

Roma, è morto l'artistaGiacinto Cerone

Il suo linguaggio parlava con l'alfabetoelegante e lucido della ceramica. Maoltre che mediante la scultura si espri-meva con intensità anche attraverso idisegni, i gioielli e altro...Aveva iniziato a esporre alla fine deglianni Ottanta con mostre in spazi pubbli-ci (Centro d'arte contemporanea di TorBella Monaca, Museo d'arte contempo-ranea di San Sepolcro, Palazzo delleEsposizioni, Yokoama Museum,Accademia di San Luca) e privati (gal-leria Bonomo, galleria Oddi Baglioni,galleria Corraini). Due anni fa l'ultimamostra, curata da Raffaele Gavarro,presso la galleria Autori Cambi diMatteo Boetti, a Roma. GiacintoCerone (Menfi, 1957; viveva a Roma)è scomparso il 4 ottobre scorso.

Lombardia, compleanno e nuovasede per la galleria L'IncontroTrent'anni dopo. 1974-2004 è il titolo diuna collettiva molto speciale perL'Incontro, storica galleria d'arte consede a Chiari in provincia di Brescia.In mostra una trentina di opere di artisti,passati nella galleria durante questi tren-t'anni di attività, per celebrare la ricorren-za e inaugurare il nuovo spazio espositivonelle immediate vicinanze di quello attua-le. La nuova sede, tra l'altro, disporrà diun collegamento permanente con video-camera con accesso tramite internet.Fino al 9 novembreChiari (Bs), Galleria d'Arte L'Incontro, ViaXXVI Aprile, 38Tel 030 712537, fax 030 [email protected], www.galleria-incontro.itDalle 16.00 alle 19.00, sabato e festivi10.00-12.00/15.30-19.00 (lunedì chiuso)

Carnegie International, i "soli-ti" Cattelan e Bonami a rap-presentare l'ItaliaIl prestigioso e imperituro "CarnegieInternational" 2004-2005 di Pittsburgh,giunto alla 54° edizione, quest'anno hainvitato l'abituale nutrito gruppo di arti-

sti provenienti dai quattro angoli delmondo: Tomma Abts, PawelAlthamer, Francis Alÿs, MammaAndersson, Chiho Aoshima, KaoruArima, Kutlug Ataman, John Bock,Lee Bontecou, Robert Breer,Fernando Bryce, Kathy Butterly,Paul Chan, Anne Chu, RobertCrumb, Jeremy Deller, Philip-LorcaDi Corcia, Peter Doig, TrishaDonnelly, Harun Farocki, SaulFletcher, Isa Genzken, MarkGrotjahn, Rachel Harrison, CarstenHöller, Katarzyna Kozyra, JimLambie, Mangelos, Julie Mehretu,Senga Nengudi, Oliver Payne & NickRelph, Araya Rasdjarmrearnsook,Neo Rauch, Ugo Rondinone, EvaRothschild, Yang Fudong. E gli italia-ni? Ovviamente, Maurizio Cattelan!La curatela è affidata a Laura Hoptman,mentre l'adivory committee è compostoda Gary Garrels, Midori Matsui,Cuauhtémoc Medina, Rirkrit Tiravanija.E gli italiani? Ovviamente. FrancescoBonami! (marco enrico giacomelli)Fino al 20 marzo 20052004-5 Carnegie InternationalA cura di Laura HoptmanPittsburgh, Carnegie Museum of Art - 4400Forbes AvenueInfo: Robin Dannahower (tel 412 6223131),www.cmoa.org

Benevento, Francesco Caronevince la seconda edizione delPremio RazzanoMaria Cristina Bastante, Carlo FabrizioCarli, Giusy Caroppo, Stella Cervasio,Valerio Deho, Bruno Di Bello, GiacintoPi Pietrantonio, Danilo Eccher, PatriziaFerri, Giuseppe Frazzetto, ArmandoGinesi, Luciano Marucci, LuigiMeneghelli, Paola Nicita, Achille Pace,Tullio Pericoli, Lamberto Pignotti,Arnaldo Pomodoro, Nicola Scontrino,Massimiliano Tonelli, Laura Turco Liverie Raffaella venturi sono i giurati chiama-ti a segnalare tre artisti ciascuno nell'am-bito della seconda edizione del PremioMario Razzano, con sede a Benevento.

Artista vincitore è risultato il seneseFrancesco Carone, secondi classificatiStefania Galegati e Alessandro Paparia parimerito.Il premio verrà conferito al vincitore aBenevento, alle 17 del prossimo 13novembre, presso l'Auditorium delMuseo del Sannio. La prima edizione delPremio, nel 2003, fu appannaggio diPerino & Vele.

Venezia, per gli artisti trivenetic'è il bando per la 88maCollettiva della BlmRestano pochi giorni per presentare lapropria candidatura all'88ma MostraCollettiva bandita dalla FondazioneBevilacqua La Masa di Venezia, concor-so riservato ai residenti o domiciliati nelTriveneto, o regolarmente iscritti adaccademie di belle arti e istituti universi-tari delle regioni del Triveneto.Nei giorni 12, 13 e 14 novembre potran-no essere infatti presentate fino ad unmassimo di due opere, che saranno sot-toposte al giudizio di una Commissionedi selezione, nominata dal Consiglio diamministrazione della Blm, compostadal presidente della Fondazione, due cri-tici d'arte contemporanea, due operatoridel settore arte contemporanea e dueartisti.Le opere selezionate saranno espostenella tradizionale Collettiva che si terràpresso la Galleria di Piazza San Marco,a Venezia, dal 12 dicembre 2004 al 10gennaio 2005.In palio per i più meritevoli anche unaborsa di studio di 2.066 euro e tre di1292 euro messe a disposizione dallaFondazione, più premi speciali dellaCaRiVe e dall'Apt Venezia.Parallelamente è aperto anche il concor-so per la realizzazione dell'immaginedella 88ma Mostra collettiva.Nel sito della Bla, al link http://www.bevi-lacqualamasa.it/giovani/bando.html, tuttele informazioni e la possibilità di scarica-re il bando.

Sgarbi si fa frate francescano per l'EridaniaIn molti avranno già avuto occasione di vederlo. Ma siccome siamouna generazione dalla memoria corta, meglio annotarlo ed archiviar-lo. Ai posteri l'ardua sentenza su questa ultima perla del Vittorionenazionale. Stiamo parlando dell'ex sottosegretario Sgarbi, ovviamen-te, il quale sulle comparsate in tv ha costruito una carriera. E continuaa camparci. Che dire dunque dell'ultima impresa del noto critico?Da qualche tempo passa sui canali nazionali una nuova campagna pub-blicitaria di Eridania Sadam (non quel "Saddam", ma la storica societàoggi confluita nel Gruppo Maccaferri). Il Nostro si presenta nelle castevesti del Poverello d'Assisi nell'atto di predicare agli uccelli.Un'iconografia classica della storia dell'arte, che ebbe interpreti illustri,basti pensare a Giotto nella Basilica Superiore d'Assisi o a BenozzoGozzoli nella Cappella Maggiore di San Francesco a Montefalco.Insomma, lo Sgarbi-San Francesco se ne sta bel bello con i passerotti, quan-d'ecco transitare un'altra creatura bisognosa di conforto. Trattasi ovviamen-te di una giovane e procace squinzia minigonnata - modello velina - che nep-pure lo considera più di tanto. Ma l'attempato onorevole poteva farsi scappa-re la ghiotta occasione di ricondurre la giovane peccaminosa sulla retta via?No, e allora nessun indugio: lanciato a terra l'innocente passerotto di buonpasso, il frate scompare dal video, cimentandosi nell'inseguimento.Ma che c'entra la sguaiata scenetta da caserma con lo zuccheroEridania? È presto detto. Lo spiega sul sito la stessa azienda: "Lascelta di Sgarbi risponde all'esigenza strategica di utilizzare un testi-monial affidabile, di prestigio, apprezzato anche dai suoi detrattori(perché dice sempre la verità) ma evidentemente bisognoso di unainiezione di dolcezza". Aggiungiamo che, visto il personaggio, anchel'accostamento paradossale con il Santo che si spogliò dei beni e dellevesti non è male.Finita qui? Macché. Soccorritore di vecchiette che attraversano lastrada o di autonomi (sic!) in panne, salvatore di gattini infreddoliti,suonatore di serenate et similia. Ecco le avventure di Sgarbi riserva-teci dalla zuccherosa campagna pubblicitaria. (a. s.)

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Caravaggio è come il maiale: non si butta via niente. Non s'adonti il genio lombar-do per l'irriverente equazione, ma si è aperta la sua mostra a Capodimonte e subitoson partite le iniziative collaterali. Preparatevi, nel senso più carnale della parola,alla grande abbuffata. Venticinque tele del maestro arrivano a Napoli da mezzomondo: si prevedono (o meglio: si sperano) frotte di visitatori. Cosa fa, allora, laRegione Campania, aiutata da una godereccia task force d'esperti del settore? Coglieal volo l'occasione per rilanciare il boccheggiante turismo locale ed arma una gioio-sa macchina da guerra con pacchetti all inclusive, sconti eccezionali eccetera. E finqui niente di vituperabile, anche se il turista si sentirebbe infinitamente più a suoagio se potesse girare per la città senza trovarsi costantemente in mezzo alle ende-miche emergenze made in Naples. Ma criminalità e rifiuti sembrano particolari tra-scurabili ai fini del comfort, di fronte a quel certo languorino che può cogliere lospettatore stuzzicato dalla "Cena in Emmaus". Così, in omaggio alle "Sette opere dimisericordia", si è ben pensato di dar da mangiare agli affamati e da bere agli asse-tati con "Gustando Caravaggio". Etichetta che è un autentico capolavoro di sineste-sia per una serie d'itinerari gastronomici in cui "sarà possibile degustare piatti emenù del Seicento napoletano, opportunamente selezionati e adattati ai nostritempi" da ristoratori della zona e, nientepopodimenoché, da un prof universitario.Volete il pittore? Eccolo servito. E così, tra "alici ammollecate" e "baccalà alla can-naruta", s'immaginerà di manducare gomito a gomito col Merisi, che al tavolacciodi un redivivo Cerriglio si sbrodola di "minestra maritata con cardoni selvatici",trangugia vorace una "costoletta di porco impanata in battuto di mandorle" o, a guisadi lazzarone, abbranca un bisunto pezzo di "timpano di vermicelli", ruttando infinesoddisfatto dopo una bella porzione di migliaccio (a proposito, non è per fare ipedanti, ma Michele alla suddetta osteria, una volta tanto, non si fiaccò il collo inuna rissa: vi subì un'aggressione, e neppure questo è certo).E pensare che, a guardare i suoi quadri, il Nostro doveva avere gusti piuttosto fru-gali: sui deschi da lui dipinti figurano nient'altro che pane, vino, frutta. Tutt'al più,un pollastrello striminzito. E, se proprio si volesse fare un'operazione filologicamen-te corretta, non ci si potrebbe astenere dall'inserire in menù abbondanti quantità d'in-salata, quella che il leggendario - per tirchieria - monsignor Pandolfo Pucci amman-niva per "antipasto, pasto epospasto" al giovane artistaappena giunto a Roma. E nondevono mancare le canestre difrutta, da sole o in braccio adimberbi e voluttuosi cinedipapalini, rigogliose, traboccan-ti di pomi e d'"uve diverse".Naturalmente, la mela bacata èd'obbligo.

[anita pepe]

Il Caravaggio è servito!

Caravaggio. L'ultimo TempoNapoli, Museo di Capodimonteinfo: www.caravaggioultimotempo.it

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Roma, il Macro contro l'infla-zione. Per i prossimi dueanni si entra con un euro

Piccolo regalo del Comune di Romaagli appassionati d'arte contemporaneain transito nella capitale. Per tutti i pros-simi due anni, ovvero per l'intero perio-do in cui il museo sarà interessato dailavori di ampliamento disegnati dall'ar-chitetto francese Odile Decq, l'ingressoal Macro costerà un solo euro.

Uffici stampa, uessearte com-pie vent'anniSono trascorsi vent'anni dalla primamostra. "Ricordo ancora" rammentaLuigi Cavadini "il primo comunicatostampa, scritto su una vecchissimaOlivetti. Riguardava la mostra Arp eil Ticino proposta dal Museo d'Arte diMendrisio. Una mostra cui la stampaprestò grande attenzione. Fu un buoninizio". Era il 1984 e oggi l'ufficiostampa di Cavadini compie vent'anni.Decine e decine di comunicati hannofatto seguito a quella prima uscita enumerosi musei e gallerie hannorichiesto la collaborazione di uessear-te nella diffusione della loro attività.La maggior parte di essi sono rimastilegati alla comunicazione di questoufficio, che si muove esclusivamentein ambito artistico - il suo nome rias-sume semplicemente la sua attivitàprincipale (u-esse-arte: ufficio stampaarte) -, comunicazione che è diretta inmodo particolare alla stampa italiana,ma spesso si rivolge anche a quellasvizzera nel suo complesso e a volte siestende a un territorio più ampioancora, interessando i media diGermania, Francia, Spagna, Belgio,Austria, Gran Bretagna.Exibart, nella speranza di lavorareancora per molti, molti anni con LuigiCavadini, augura a Uessearte buoncompleanno e rinnova le felicitazionia una struttura di comunicazione chesi propone nel felice e importanteruolo di rendere l'Italia e la SvizzeraItaliana artisticamente un tutt'uno.Como, uessearteVia Natta, 22Tel 031 269393, fax 031 [email protected], www.uessearte.it

Al via Superstudent. Nasce aTrento una nuova web tv.Fatta dagli studenti dell'uni-versitàIl progetto nasce sotto l'egida di unacrew d'eccezione: Pierluigi Tazzi (criti-co e già direttore di Documenta nel'92), Marcello Pecchioli, critico multi-media e cinematografico e il gruppodanese Superflex (al secolo:Bjoernstjerne Christiansen, JakobFenger, Rasmus Nielsen), vero deus exmachina dell'impresa, che ha coinvoltogli studenti in una serie di workshoppropedeutici alla creazione e ideazionedel canale televisivo via internet.Superstudent, web tv gestita intera-mente dagli studenti dell'Università diTrento, ha iniziato la programmazioneil 7 ottobre e proseguirà, ogni giovedì(dalle 21 all'una) in diretta dagli spazidel disco pub Superbinario, fino allafine dell'accademico. L'idea è quella diun network completamente creato evissuto dagli studenti. Ogni settimana,quindi una nuova serata, ma anche unanuova puntata di questa trasmissioneche ospiterà artisti, musicisti, studiosi,protagonisti indispensabili nell'appro-fondimento dei temi d'interesse giova-nile. La web tv fa parte del circuitoSuperchannel, una rete di studi televi-sivi locali diffusi via internet, capaci diprodurre una serie di programmi tvinterattivi. Promotori dell'iniziativa,l'Università di Trento e la GalleriaCivica. Alla Facoltà di Sociologia ilcompito di monitorare l'iniziativa, pertrarne uno studio sul mondo giovanile.Trento, SuperbinarioVia Travai, 88

Tutti i giovedì 21.00-1.00. Fino al 26maggio 2005www.superstudent.net

Il primo percorso didatticopermanente. All'Archeologicodi NapoliNovità per i piccoli visitatori deimusei e per le famiglie: per la primavolta in Italia si apre al pubblico,all'interno della collezione di unmuseo di Stato, un percorso didatticopermanente per bambini.Dal 13 ottobre, nelle sale del MuseoArcheologico Nazionale di Napoli, ibambini trovano un divertente percor-so romanzato realizzato da ChiaraRapaccini, nota illustratrice per l'in-fanzia molto amata dai più piccoli.L'iter era composto da una serie dipannelli in lingua italiana e inglese,che sviluppavano una storia per paro-le e immagini stilizzate, collocatipresso alcuni dei reperti-chiave delmuseo e in quasi tutte le sue sezioni.Come avviene in diversi musei inter-nazionali, da oggi anche in Italia ven-gono introdotti nuovi servizi per ivisitatori più giovani: il percorso alMuseo Archeologico è infatti il primopasso del progetto Insieme alla sco-perta dell'arte, promosso daBabygella, linea di prodotti per l'igie-ne del bambino, coordinato e dalServizio Educativo dellaSoprintendenza per i BeniArcheologici di Napoli e Caserta.Dopo Napoli il progetto si estenderànel 2005 alla Pinacoteca di Brera aMilano e, nel 2006, alla GalleriaComunale d'Arte Moderna eContemporanea di Roma, dove ver-ranno realizzati due percorsi differen-ti, rispettivamente di tipo sonoro e ditipo informativo.Mann - Museo Archeologico Nazionaledi NapoliOrnella Falco (tel 081 5441494)

Cortografico, un nuovo video-festival in VenetoNasce mercoledì 3 novembreCortografico, una nuova piccola rasse-gna di proiezioni di corti/cortissimi/ani-mazione/documentari/foto digitali, con- fra gli altri - l'anteprima nazionale delnuovo video dei One Dimensional Man,girato da Mauro Lovisetto.Le proiezioni avranno luogo ogni mer-coledì presso Villa Giustinian aCittadella (Padova), storica tenuta delXV secolo tra la città murata e Bassano.Prima e dopo le proiezioni è previsto undj set da ascolto. L'ingresso e la parteci-pazione sono gratuiti.

Un'artista italiana vince l'edi-zione 2004 del Lexmark ArtPrize

Giovanna Fezzi, trentacinqua anni,pratese, ha vinto con Lamb Chops l'edi-zione 2004 del Lexmark Art Prize,aggiudicandosi il premio di trentamilaeuro messo in palio dagli organizzatori.L'opera, un acrilico, ha un forte impattoemotivo, dominata dal contrasto fra ilgrigio acciaio e il bianco, sul quale risal-tano vigorose tracce di colore rosso cheevocano l'idea del sangue.Un'immagine efficace nella quale il gro-viglio di segni bianchi e neri non impe-disce di cogliere il messaggio dell'arti-sta.La cerimonia di premiazione si è tenutagiovedì 7 ottobre alla Triennale diMilano nel corso dell'inaugurazionedella mostra delle opere dei ventiseifinalisti. (an. bi.)

Milano, riparte l'osservatorioartistico di Chendler. Con illinguaggio dei segniRiaprono i battenti dell'osservatorio d'ar-te permanente di Chendler Management.Dopo i due appuntamenti annuali dimaggio 2003 e maggio 2004, rispettiva-mente alla Palazzina Liberty e al Teatrodella Quattordicesima di Milano, ilnucleo operativo Chendler torna al servi-zio della città e dei giovani artisti.Il progetto è Les-G: otto mesi di mostre,esposizioni, video installazioni, vj per-formance, musica e photo art. Otto mesiper otto temi differenti per decine diartisti italiani e internazionali che con-quisteranno il proprio spazio alGasoline Club, sede dell'evento.Comunicare senza parole, sfida assaiardua per chi nella norma usa comestrumento principale bocca e orecchieper un interscambio comunicativo. SignLanguage è il primo grande tema diLes-G. Segni e icone assumono signifi-cati diversi, allontanandosi dal contestourbano vengono reinterpretate figureche nel quotidiano coprono una scarsavalenza. Sign Language è il sintomonaturale di uno stile vita che si respira incittà come Milano, Roma ma anche LosAngeles e New York. Girando per le

strade, i quartieri rilasciano le urla diuna nuova generazione che si mostra.Fax 02 700507687, [email protected], www.chendler.net

Didattica a Rivoli, tra le novitàuna neonata cooperativaL'attività autunnale riprende conWeek-end'arte per le famiglie, il con-sueto invito a trascorrere il pomerig-gio del sabato o della domenica alCastello di Rivoli. Bambini e adultivengono guidati nel Museo per unavisita breve e mirata, incentrata sultema dello humour, per poi conclude-re il pomeriggio con l'immancabileesperienza di laboratorio, basata sullaricerca dell'ironia, del paradosso, delribaltamento di significato, della risa-ta.Riconfermato anche l'appuntamentocon gli adulti Arteinsieme per appro-fondire e scoprire la CollezionePermanente e le mostre temporanee.L'attuale proposta è quella di analiz-zare come la genesi, la fruizione e lacircolazione dell'opera d'arte nell'epo-ca della sua riproducibilità tecnica siintreccino con quelle del linguaggiopubblicitario. In laboratorio, poi, siscoprirà come dare alle immagini e aimessaggi della pubblicità un nuovovolto, ironico e dissacrante, privando-li del loro ruolo e della loro funzionenella società della comunicazionemass-mediale.Artefici di tutte queste proposte, oltrea quelle per le scuole, sono da varianni le operatrici del DipartimentoEducativo del Castello, sei delle qualihanno recentemente creato unaCooperativa per dare spazio alla lorospecifica professionalità. LaquattroquArti s.c.r.l. - questo è ilnome della società - si propone di pro-gettare, organizzare e realizzare servi-zi relativi alla didattica museale, non-ché di allestire spazi all'interno dimanifestazioni ed eventi culturali, aldi là della casamadre di Rivoli. Unascelta forte dell'esperienza maturata,che segnala una volontà di abbraccia-re nuovi spazi e progetti, nell'ottica diuna concreta fattibilità di esportazionee spesa delle proprie esperienze sulterritorio.(annalisa trasatti)Rivoli (To), Castello di Rivoli - Museod'Arte ContemporaneaPiazza Mafalda di SavoiaIl programma delle iniziative didattiche èconsultabile su www.castellodirivoli.orgWeek-end'arte per le famiglie: sabato alle15.30, domenica e giorni festivi alle15.00. È indispensabile la prenotazioneIngresso al Museo e attività di laborato-rio gratuiti per i bambini. Un adultobiglietto intero euro 6,50, più adultibiglietto ridotto euro 4,50 a personaTel 011 9565213, fax 011 9565232,[email protected]

Milano, è partita Imprimatur,nuova fiera del disegno e del-l'incisioneHa avuto luogo a Milano la primamostra mercato interamente dedicataall'incisione e al disegno antico emoderno. Svoltasi dal 15 al 17 otto-bre, Imprimatur, il primo evento mila-nese specificamente dedicato all'inci-sione e rivolto a tutti coloro che perlavoro o per passione si interessano diquesta forma d'arte.Colmando il vuoto riscontrato nelpanorama fieristico della città,Imprimatur si presenta come unesclusivo appuntamento professiona-le, che coinvolge solo le più accredi-tate gallerie d'arte nazionali e interna-zionali operanti sul mercato dell'inci-sione antica e moderna. Garante dellaqualità e serietà dell'iniziativa sarà ilComitato esperti presieduto dal pro-fessor Paolo Bellini, docente di Storiadell'incisione presso l'UniversitàCattolica del Sacro Cuore di Milano ecritico di riferimento per questaespressione artistica.Evento unico e dedicato, Imprimatursi propone non solo di essere uno spe-ciale momento di incontro e di merca-to fra collezionisti, galleristi, critici eappassionati, ma anche di valorizzare

e promuovere questa particolareforma di espressione artistica con l'o-biettivo di avvicinare anche un pub-blico meno specializzato. Durante itre giorni della manifestazione si sonosvolti contemporaneamente seminarie mostre collegate.

ImprimaturMostra mercato internazionale dell'inci-sione e del disegno dal XV al XX secoloFax 02 45485082Tel 02 45485083www.kemeya.it

Milano, sette writer con leTimberland ai piediThe Boot Stories è il nuovo progettodi arte urbana contemporanea ideato epromosso da Timberland nella città diMilano.Protagonisti assoluti saranno il bootTimberland e Chris "DAZE" Ellis,artista newyorchese di fama interna-zionale. Daze, insieme a sei writer ita-liani (Dork, Clas, Eno, Tawa, Wanye Polo), creerà una serie di opere ispi-rate alla città di Milano, partendo peròda un particolarissimo punto di vista"dal basso verso l'alto", quello deiTimberland boot ai loro piedi.I visual artist, infatti, indosseranno lostorico boot e gireranno per la cittàalla ricerca di suggestioni e inputcreativi, che li porteranno a racconta-re sulla tela le storie che i loro boothanno vissuto durante la walkingexperience attraverso le varie areedell'ambiente metropolitano mila-nese.Le opere saranno esposte al ParcoSempione fino al 17 novembre e

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Il Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro è una prestigiosa istituzione comu-nale che ha consolidato, sotto la direzione iniziale di Loreno Sguanci e lasuccessiva guida di Ludovico Pratesi, una ricca e qualificata attività esposi-tiva nel campo dell'arte contemporanea. Recentemente lo spazio collocatonell'ottocentesco loggiato - che accoglieva fino a qualche anno fa il mercatocittadino del pesce - è stato restaurato e reso maggiormente funzionale all'al-lestimento degli eventi espositivi di prossima programmazione.La restituzione dello spazio che ospiterà nuove iniziative di arte e di culturaha avuto luogo lo scorso 16 ottobre, giornata inaugurale del Dipartimento diDesign della Pescheria. La direzione della nuova sezione del Centro è stataaffidata a Mariadele Conti, che hascelto di raccontare in maniera deltutto inedita la figura e l'opera diDenis Santachiara, designer 'difrontiera' di forte spessore creativo,che esprime la sua poetica con moda-lità trasversali e al di fuori degli sche-mi. L'evento alla Pescheria verràaffiancato da mostre ed incontri intutte le Marche. Da Jesi ad Ascoli edAncona.L'inaugurazione del Dipartimento diDesign è stata l'occasione per presen-tare la nuova identità grafica dellaPescheria, curata dal responsabiledella comunicazione del CentroStefano Mariani.

Pesaro, riapre il Centro ArtiVisive Pescheria. Con il design

Santachiara. Luci, oggettie altre apparizioniA cura di Deborah RomagnaPesaroCentro Arti VisivePescheria/Chiesa dellaMaddalenaFino al 14 novembre '04Ufficio Stampa TriadeComunicazioneTel 0721 283012 [email protected]

Il progetto ha come obiettivo la pro-mozione dell'arte e dei giovani arti-sti di Milano attraverso una serie diattività di respiro cittadino maanche nazionale e internazionaleche tende a dar voce, strutture,appoggio organizzativo e formativoai nuovi interpreti dell'arte e ainuovi linguaggi.Altri obiettivi sono creare commu-nity, diffondere idee, coinvolgere igiovani in un tessuto artistico piùprofessionale di quello solitamenteamatoriale intrapreso, promuovere inuovi talenti nel settore dell'artecontemporanea, del teatro, dellacomunicazione, formare nuovefigure professionali.Per tradurre tutto in realtà, uno spa-zio di circa cento metri quadratiricavato da un appartamento conterrazza, immerso all'interno dellecase a ringhiera tipiche della "vec-chia Milano". La strutturaIsolacasateatro è situata infatti nelcuore del quartiere Isola, già croce-via di artisti giovani o esperti e diattività culturali diverse presenti sulterritorio, e sarà connessa ad altriluoghi della città (Spazio Xpò, luo-ghi per la cultura, in particolarequelli presenti nel quartiere Isola).Un nuovo polo artistico-culturalesenza fini di lucro per la promozio-ne e la valorizzazione-diffusionedell'arte, della musica, del teatro edella comunicazione contempora-nea, pensato come spazio per lacreazione di spettacoli, come luogoper mostre, eventi, opere d'arte,spettacoli teatrali, come laboratorioe punto di riferimento per le nuovegenerazioni creative.

Milano, un nuovospazio nel cuorepulsante del quartiere Isola

Milano (Isola),IsolacasateatroVia J. Dal Verme, 16Tel 02 57404540338 [email protected]

Page 15: Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 ...doc.exibart.com/onpaper/pdf/Onpaper18.pdf · Non manca una guida ai piccoli e grandi oggetti to die for, scovati in giro per

formeranno un percorso urban inun contesto caro a Timberlandcome la natura. Le opere sarannopoi vendute e il ricavato sarà devo-luto all'Istituto Sacra Famiglia per ilprogetto di ristrutturazione di un

parco giochi per il reparto SantaMaria Bambina che si occupa di bam-bini disabili.The Boot Stories (I boot raccontano)è anche il nome del concorso ideatoda Timberland a supporto dell'omo-nimo progetto artistico. I partecipan-ti potranno proporre una Boot Storycreando un'opera che racconti la pro-pria walking experience a Milanodal punto di vista dei loro boot. I lavori saranno giudicati da unagiuria composta ad hoc che premie-rà il migliore con un viaggio a NewYork per il capodanno 2005. Il con-corso, aperto fino al prossimo 17novembre, si rivolge a tutti gliamanti di Timberland e coinvolgerài flagship store del brand a Milano,dove sarà possibile ritirare il bandodi partecipazione.info su Daze: www.dazeworld.comper il concorso bando anche su: www.tim-berland.it press contactProbeat AgencyTel. 02 89422558 - fax. 02 89400220 [email protected]

Toscana, quattordici artisti inuno studio. A PistoiaUscita Pistoia, un nuovo evento perl'arte contemporanea in Toscana. Unluogo fuori dagli schemi, non museo,non galleria, uno studio. Lo studio diGiuseppe Alleruzzo, che ospiteràquattordici artisti e le loro opere.L'intento è di creare relazioni sponta-nee e momenti di scambio reale fraartisti d'arte contemporanea, che sem-pre più si incontrano globalmente framedia e web e sempre meno fra diloro. Una casa-studio, le sue stanze equattordici artisti, nient'altro. Uscita Pistoia avrà un occhio esclu-sivo e segreto che chiuderà per apri-re. Chiuderà le porte, un solo giornodurante il periodo della mostra, peraprire una discussione fra i quattor-dici artisti che risponderanno a duedomande poste dall'artista FabioCresci: "in quali luoghi lavoriamo?"e "chi stiamo servendo?". Dueriflessioni d'obbligo che verrannorese note a chiusura dell'iniziativa. Lo studio Alleruzzo è un luogo peri-ferico, non molto lontano dal centrodi Pistoia, un contenitore non usua-le collocato a due km dall'uscitaautostradale, da cui prende nome l'i-niziativa. Gli amici-artisti invitatiarriveranno nello studio per il perio-do di permanenza con le loro opereda installare nei luoghi della casa,così come è stato fatto lo scorsoanno nella prima edizione(UscitaPistoia2003).Tutti gli artisti presenteranno una opiù opere, nella maggior parte deicasi inedite e site specific project.Quali artisti sono stati scelti? MarioAirò, Alessandra Andrini, ChiaraCamoni, Gianni Caravaggio,Antonio Catelani, Loris Cecchini,Ingrid Dekker, Satoshi Hirose,Paolo Iacchetti, Kinkaleri, Philliplai, Sabrina Mezzaqui, GiovanniOzzola e Shizuka Yokomizo.Uscita Pistoia Dopo il casello a sinistra Fino al 28 novembre Un progetto di: Fabio Cresci eGiuseppe Alleruzzo per x-rays A cura di Samuel Fuyumi Namioka,Giuseppe AlleruzzoCon il contributo di TRA-ART, reteregionale toscana per l'arte contempo-raneaCon il patrocinio di Comune di Pistoia,Palazzo Fabroni arti visivecontemporaneeCatalogo ambientato della prima edizio-ne di Uscita Pistoia con testi diPierluigi Tazzi, Samuel FuyumiNamioka, Giuseppe Alleruzzo. EditoreBandecchi & Vivaldi.

Svizzera, a Chiasso la nuovaedizione della Biennaledell'ImmagineSeicento le immagini, ottanta gli autori,dieci le mostre disseminate in un percor-so tra Chiasso e alcuni comuni limitrofi,con sette esposizioni monografiche e trea tema. Cui si aggiungono un festival divideo arte, una rassegna di cinque docu-mentari dedicati ai fotografi svizzeri chefanno parte del progetto, un workshop etre tavole rotonde: Il mondo in camera,titolo della nuova edizione dellaBiennale dell'immagine 2004 di Chiasso(dal 16 ottobre al 21 novembre in moltesedi nella cittadina svizzera), è un varie-gato viaggio attraverso i molteplici voltidella globalizzazione, così come si offreallo sguardo (e all'obiettivo) di una quin-dicina di fotografi di risonanza naziona-le e internazionale e di una nutrita schie-ra di videoartisti, che hanno percorso ilpianeta per cogliere in immagini la rapi-da quanto inesorabile metamorfosi dellevarie realtà sociali nel mondo. Il progetto non vuole considerare l'aspet-to politico-ideologico che il termine ine-vitabilmente evoca. Si vuole piuttostoproporre una lettura che abbia un taglionarrativo, sociale, poetico e persino sto-

rico - antica essendo la genesi dellamondializzazione -, coniugandola conquella della identità (o, meglio, delleidentità) che in ogni angolo del pianetaviene inevitabilmente messa in causa,producendo irrimediabili quanto inim-maginabili frammentazioni. Ufficio della Cultura - Comune di ChiassoVia D. Alighieri, 3bCH-6830 Chiasso Paolo BelliTiziana ConteTel 091 6950914Fax 091 [email protected] tutte le informazioni sulle mostre:www.biennaleimmagine.chUfficio stampa: Ellecistudio Como. Tel 031301037, [email protected]

Il network d'architetturaNewitalianblood.com cerca ildirettoreNewitalianblood.com bandisce unaconsultazione in forma palese alloscopo di ricercare il direttore a cui affi-dare lo sviluppo della linea editoriale ela gestione operativa di una serie di atti-vità del network interattivo per l'anno2005. Alla selezione possono partecipa-re architetti, paesaggisti, designer, inge-

gneri, giornalisti, storici, critici e curato-ri nati dopo il 1° gennaio 1968.Newitalianblood.com offre l'opportuni-tà al direttore di realizzare e presentareper un anno, agli oltre trentamila utentidi 65 paesi che seguono regolarmente ilnetwork, la propria originale linea criti-ca e di ricerca attraverso editoriali, pre-sentazione di special guest ed esposizio-ni originali, report critici di mostre,eventi culturali o esiti di concorsi,inchieste e approfondimenti su temi diattualità.Il direttore poi, oltre a coordinare lamostra itinerante degli architetti italianiunder 36 vincitori in concorsi, sarà chia-mato ad intervenire in presentazioni,conferenze e dibattiti pubblici promossida nib.com o ai quali il network è rego-larmente invitato.Le proposte vanno inviate entro il 10dicembre 2004. Info suwww.Newitalianblood.com

Firenze Mostre, ecco il nuovomanagement per l'azienda cul-turaleGiorgio Bonsanti è il nuovo presiden-te di Firenze Mostre, la società parte-cipata del Comune fiorentino per l'or-ganizzazione e la gestione di mostre,eventi espositivi e iniziative culturali(come, recentemente, la grande espo-sizione su Sandro Botticelli aPalazzo Strozzi). Oltre a GiorgioBonsanti come presidente (al posto diMarcello Fazzini), sono stati anchenominati consiglieri Pietro Giorgieri eGianfraco Forzan (al posto diDomenico Valentino e GianlucaPaolucci).L'azienda culturale toscana, da temposull'orlo del fallimento e gravata dauna cospicua mole di debiti, riuscirà arisollevarsi grazie al nuovo manage-ment?

Premio Furla, ecco i cinquefinalistill 16 ottobre scorso si è riunita laprima giuria della quinta edizione delPremio Furla per l'Arte, per sceglierei cinque finalisti.La giuria, costituita da Dede Auregli(curatrice della Gam di Bologna),Carlos Basualdo (critico e curatoreindipendente), Chiara Bertola (cura-trice della Fondazione QueriniStampalia di Venezia), Luca Cerizza,

(critico e curatore indipendente),Laura Cherubini (critica e curatriceindipendente), Giacinto DiPietrantonio (direttore della Gamec diBergamo) e Cloe Piccoli (critica ecuratrice indipendente), ha seleziona-to, fra i trenta candidati iniziali, AlexCecchetti, Ra Di Martino eChristian Frosi su segnalazione delcritico Marcello Smarrelli, PietroRoccasalva su doppia segnalazionedei critici Marcello Smarrelli eBarbara Casavecchia e DeborahLigorio su doppia segnalazione diBarbara Casavecchia e del gruppoSynapser. I cinque artisti scelti parteciperannoalla mostra che si terrà a Bolognanegli spazi espositivi di Villa delleRose. La mostra verrà inauguratavenerdì 28 gennaio 2005 in concomi-tanza con Artefiera 2005 e rimarràaperta al pubblico fino al 3 aprile. Poila mostra - e la proclamazione del vin-citore- -passerà a Venezia, in conco-mitanza con la Biennale d'Arti Visive.Bologna, Galleria d'Arte Moderna diBolognaPiazza della Costituzione 3Info: Simona Di Giovannantonio (tel 051502859, fax 051 371032, [email protected]; www.galleria-dartemoderna.bo.it)

Torino, design da assaggiareal Salone del Gusto

Giunta alla sua terza edizione, FoodDesign si è attestata come manifestazio-ne culturale ampiamente seguita. Unappuntamento che ha suscitato l'interes-se dei media e del pubblico e che hasaputo sviluppare una rete di connessio-ne con aziende operanti nel settore ali-mentare e fertili collaborazioni conmediatori culturali diventati partner diprogetto.L'evento one-day delle passate edi-zioni si è ampliato in una manifesta-zione della durata di quattro giorni, haraddoppiato le sue sedi espositivearticolandosi in due sezioni distinte

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New MoMA. Coming soonPiù che un museo è il museo. Praticamente un mito. Una collezione gigantesca, quasi un secolo di vita alla spalle. Conclusi i lavori di ristrutturazione, il MOMA diNew York torna alla sua vecchia sede di Manhattan, sulla 53esima strada. Il progetto di Yoshio Taniguchi restituisce un nuovo gioiello dell'architettura museale…

"Manhattan is modern again". Riapre il MoMA, il20 novembre: la collezione d'arte contemporaneapiù grande al mondo torna nella sua sede originaria.E New York festeggia: centinaia di manifesti, unoslogan che -al di là della retorica "pubblicitaria"- hail sapore di una vittoria annunciata.Chiuso da qualche anno per restauri, il MOMA si eratrasferito in un'ex fabbrica nel quartiere industrialedi Queens, a Long Island. Da qui ha continuato lasua attività espositiva, presentando, però, solo unapiccola porzione della preziosa raccolta. IlMOMAQNS ha chiuso i battenti a fine settembre,con una retrospettiva sulla pittrice americana LeeBontecou e con la mostra di architettura TallBuilding dedicata ai palazzi più alti del mondo.Ed è una storia lunga -quella del MoMA- che inizianel 1929, quando Lillie P. Bliss, Cornelius J.Sullivan e John Rockfeller Jr., decisero di fondarestruttura culturale dedicata esclusivamente all'artemoderna. Originariamente l'istituzione era ospitatanella "Rockfeller Townhouse", mentre il museo diManhattan fu realizzato nel 1939 dagli architettiPhilip Goodwin e Edward Durrel Stone. Nelcorso degli anni l'edificio ha subito molteplici modi-fiche. I primi ampliamenti a partire dal '51, mentrerisale al '53 la realizzazione dell'Abby AldricheRockfeller Sculpture Garden, il giardino di scultureadiacente al Museo, progettato da Philip Johnson.Un ampliamento piuttosto consistente fu poi realiz-zato dal Cesar Pelli nel 1984.Il restauro attuale, costato 425 milioni di dollari,rimane però il più imponente della storia.Coordinato dall'architetto giapponese YoshioTaniguchi, il progetto preserva la struttura preesi-stente e prevede un sostanzioso ingrandimento deglispazi. Un'ampia e luminosa hall, sospesa a circa 30metri sul livello della strada, congiunge la 53rd e la

54th strada, consentendo l'apertura di due diversiingressi e offrendo una suggestiva vista panoramicasul giardino di sculture. Taniguchi, mantenendo l'o-riginaria struttura dello Sculpture Garden -"proba-bilmente l'elemento più caratterizzante del museo"-ristabilisce la terrazza rivolta a sud, per creare un

patio outdoor. E' qui che trova posto il raffinatoristorante, The Modern. Lo spazio complessivo, che è stato quasi raddoppia-to, conserverà i suoi sei dipartimenti: pittura e scul-tura, stampe e libri illustrati, disegni, architettura edesign, fotografia ed infine film e media. Il pianoterra ospiterà due auditorium per conferenze eincontri musicali, un secondo livello sarà dedicatoalle videoinstallazioni, il terzo alla collezione foto-grafica, il quarto e quinto, infine, accoglieranno lacollezione di scultura e pittura. Il tutto su una super-ficie di oltre 58 mila metri. Un'attenzione speciale è riservata alle mostre tempo-ranee. Il menu del 20 novembre, attesissimo openingday, offre tre inaugurazioni, tutte dedicate -un pizzi-co di autoreferenzialità stavolta non guasta- almuseo stesso. Open Shutter at the Museum ofModen Art, personale del fotografo americanoMichael Wesely (1963) -conosciuto per la sua tec-nica basata sullo scatto a tempi lunghi- racconta l'i-ter di ricostruzione del New Moma, seguendone levarie fasi, dal 2001 fino ad oggi. La seconda esposi-zione, Nine Museum, illustrerà l'attività progettualedi Yoshio Taniguchi, concentrandosi sulla sua ricer-ca dedicata agli spazi museali. Infine, Project 82:Mark Dion, Rescue Archeology raccoglie una seriedi oggetti -reperti emersi dagli scavi che hanno pre-ceduto i differenti restauri- collezionati negli annidall'artista americano Mark Dion (1961), suggeren-do una forma di avvincente e inconsueta archeologiacontemporanea.Un "museo-laboratorio" ama definirlo il direttoreGlenn D. Lowry. Un organismo complesso, che con-tinua a cambiare pelle. Un museo che sfiora il mito.E che dell'interazione dinamica tra pubblico, opered'arte ed architettura sembra aver fatto il suo trattodistintivo. [tiziana di caro]

MOMA - Museum of Modern Art11 west - 53 strada/tra la 5th e la 6th,Manhattan, New York - New York 10019 Tel. (212) 708-9400 - www.moma.org

Orari: sab, dom, lun, mer, gio, 10.30 - 17.30Ven. 10.30 - 20.00Chiusura: martedì, Giorno delRingraziamento, 25 dicembre Ingresso: adulti 20 dollari, Anziani: 16 dollariStudenti: 12 dollari, Bambini: gratuito

E' indiscutibilmente una chicca il prossimoappuntamento della rassegna "On paper"alla galleria A.A.M. di Roma. Cosa succe-de? A partire dal 22 novembre espongonoinsieme Carla Accardi e FrancescoImpellizzeri.Il "trait d'union" che lega i due artisti nonè solo Trapani, luogo in cui sono nati, maanche un rapporto lavorativo (Impellizzeriè stato assistente dell'Accardi dall'87 al97) e affettivo.Ad otto lavori su carta della grande decanadell'arte italiana, 'risponderanno' altrettantidisegni di Impellizzeri che raccontano,commentano e ricordano -con la caratteri-stica cifra ironica dell'artista siciliano- letappe del percorso creativo della collega edamica Carla.

Segni e disegni tra Carla Accardi eFrancesco Impellizzeri

A.A.M. ArchitetturaVia dei Banchi Vecchi 61 Roma

dal 22 novembre 2004 al 13 gennaio 2005

Francesco Impellizzeri -Pensierino negativi foto-grafici, 2004 - Penna,matite colorate e cornicedipinta - cm 80x60

foto Daniele Mari

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arte e design e ha ospitato le opere e iprogetti di settanta artisti e designer.Dal 21 al 24 ottobre i progetti deidesigner invitati e quelli dei quarantadesigner e creativi selezionati attra-verso il bando di concorso sono stati

ospitati all'interno del Salone del Gusto,alla Terrazza Piemonte del LingottoFiere. Negli stessi giorni anche il Cortiledel Maglio ha trasformato i suoi spaziper ospitare le opere di trenta artisti conla mostra A pranzo con Babette curatada Olga Gambari, un percorso attraver-so opere che spaziavano dalla pitturaalla fotografia, dal video alla perfor-mance, all'installazione dove il cibo èstato il vero protagonista.L'evento è stato ideato dal gruppoOne Off, un nucleo creativo costitui-tosi nel dicembre 2001, che riuniscedesigner ed event designer con l'obiet-tivo di progettare operazioni di comu-nicazione legate al design e alle suecontaminazioni.Spazio multiartistico One Off Torino, Via Bonelli 3Tel/fax [email protected], www.food-design.it

Arte negli uffici della città. Cisi prova a FirenzeAprire a tutti la propria sede di lavoro,trasformandolo in luogo di eventicontemporanei, per 'provocare' lamentalità chiusa della città e stimola-re una trasformazione nel modo dipensare e di agire dei cittadini. È questo, in estrema sintesi, l'obietti-vo con il quale la società FirenzeMobilità, la rivista di ArchitetturaAnd e la Galleria La Corte di RosannaTempestini Frizzi lanciano il progettoFirenzemobilitalarte che vede un fittoprogramma di iniziative. Tra queste:una galleria d'arte itinerante, dal nomeSecondo Piano, che proporrà un ciclo

di mostre da realizzare, inaspettata-mente, in locali adibiti ad uffici."Vogliamo in questo modo" ha spiega-to Vincenzo Di Nardo, presidente diFirenze Mobilità, "rompere le classi-che regole del gioco, per forzare unamentalità conservatrice che tende achiudere i singoli soggetti in se stessi,nelle proprie case, nei propri luoghidi lavoro senza confrontarsi".Firenzemobilitalarte, dunque, comestimolo ad aprirsi al confronto percomprendere il mondo che si trasfor-ma, per capire che "è necessario cam-biare la "Metropoli", per renderlaattuale e vivibile e non schiava delproprio passato, per comprendere cheè arrivato il momento di abbandonarela volontà di non fare e non far fare".Metropoli - Galleria Secondo PianoOpere di Simona Corradini (pittura) eFrancesco Falciani (fotografia) espostenegli uffici di Firenze Mobilità Fino al30 dicembre dal lunedì al venerdì 10.00-12.00/16.00-18.00Firenze, Palazzo Antinori Corsini, IIpiano - Borgo S. Croce, 6

Arte permanente, un ciclo diincontri a MilanoLa nuova gestione della Permanentemilanese da parte di RosellinaArchinto produce già le prime inizia-tive. Mentre infatti si svolge la perso-nale di Marinellia Pirelli (Verona1925. Vive a Varese) dal titoloAutoritratto, un ciclo di incontri èrivolto a chi si interessi all'arte con-temporanea nei suoi molteplici risvol-ti. Il titolo è Arte Permanente, a curadi Luigi Di Corato, e si parleràJoseph Beuys il 16 dicembre, maanche di mercato (il 17 novembre) edi professioni legate all'arte e alla cul-tura (il 29 novembre). (marco enricogiacomelli)Arte Permanente. A cura di Luigi DiCorato

Milano, Museo della PermanenteVia Turati, 34Ingresso liberoTel 02 6551445, www.lapermanente-mila-no.itProgramma17.XI.2004 - ore 17.00Il mercato dell'arte moderna e contempo-raneaCoordina Pier Luigi Sacco. IntervengonoPier Giovanni Castagnoli, ClaudioPalmigiano, Massimo Di Carlo, GiulianoSangiuliano, Michele Trimarchi,Francesco Poli

29.XI.2004 - ore 17.00Le nuove professioni per arte e culturaCoordina Alberto Garlandini.Intervengono Paola Fandella, PierluigiSacco, Severino Salvemini. MarcoMeneguzzo, Giovanni Puglisi, Luca Zan

16.XII.2004 - ore 17.00Joseph Beuys. La vera mimesiCoordina Massimo Donà. IntervengonoSaverio Monno, Roberto Bellini, AntonioD'Avossa, Lucrezia de Domizio Durini

Romagna, inaugura la galleriaStudio La Matta. Sulle tracce diLaura Pausini…

Per la presentazione al pubblico dicollezionisti e curiosi della nuova gal-leria, la proprietaria Palmina Marettiha scelto di proporre una panoramicadel lavoro di Enrico Manera.SUPER-trattino-MAN è il titolo della

mostra. I loghi delle major, i fumettirivisitati e interrogati, certe icone chesono rimaste impresse nell'immagina-rio collettivo e che lo hanno reso cele-bre. Questi i temi dell'evento.Palmina Maretti, che nasce come col-lezionista, ha deciso di aprire questonuovo spazio in un piccolo paesecome Solarolo, nel cuore dellaRomagna. "Laura Pausini è diSolarolo ed è per me l'esempio delsuccesso in Italia e nel mondo, dicome chi crede in qualcosa può averesuccesso ovunque si trovi, senzadimenticare che la Romagna è terradi gente generosa e sensibile alle arti"testimonia Palmina Maretti.Fino al 25 novembreSolarolo (Ravenna), Studio La MattaVia Kennedy, 18La galleria riceve solo su appuntamentoTel 0542 25534, 337 625661,[email protected]

È scomparso il professorAlessandro BettagnoSi è spento la notte di martedì 19ottobre il professor AlessandroBettagno. Il presidente dell'IstitutoNazionale di Archeologia e Storiadell'Arte di Palazzo Venezia non èriuscito a superare la malattia cheda alcuni mesi lo costringeva lonta-no dal lavoro. Allievo di GiuseppeFiocco a Padova, ha insegnato sto-ria dell'arte presso l'ateneo venezia-no. Suoi numerosi contributi suCanaletto e l'arte veneta. Ha rico-perto per molti anni la carica didirettore dell'Istituto di Storiadell'Arte e della Biblioteca dellaFondazione Cini di Venezia. UnaMedaglia d'oro ai benemeriti dellascienza e cultura gli era stata confe-rita dal presidente della Repubblicanel 1993.

Mantova, non solo arte nellanuova Galleria DisegnoA Mantova si sono inaugurati i nuovispazi della galleria Disegno artecon-temporanea. Disegno studio di archi-tettura ha curato il recupero dell'inte-ro Palazzo Ottavio Cavriani, casanobiliare della seconda metà delCinquecento. Gli spazi espositivisono disposti intorno ad una corteall'aperto e proseguono nel giardino enelle cantine del palazzo, per un tota-le di 1500 metri quadrati.Disegno artecontemporanea vuolequalificarsi non solo come galleriad'arte ma come contenitore in cui lericerche contemporanee nelle diversediscipline artistiche possano confron-tarsi e dialogare. Un luogo che offraalla città la possibilità di conoscerel'arte, la musica, il teatro, il cinema, laletteratura, l'architettura non solonelle esperienze storiche ma anchenelle testimonianze e nei linguaggipiù recenti.La galleria ha dato inizio alla propriaattività espositiva con la personaleLinea d'ombra di Marco Gastini(Torino, 1938). Si terrà inoltre unacollettiva a cura di Elisabetta Pozzettidal titolo Levitas. In occasione dell'i-naugurazione Ludovica Scarpa(docente presso l'Università Iuav diVenezia) ha presentato con una per-formance il suo libro Strumenti men-tali (Cafoscarina, Venezia 2004).Mantova, D I S E G N OVia Mazzini, 34Tel 0376 324773, [email protected],www.galleriadisegno.itFino al 15.I.2005 con orario di galle-ria: martedì-sabato 15.30-19.30, lamattina su appuntamento

Exibart.onpaper16 speednews

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[18] L’artista monolite[19] Superman e l’eterno ritorno

[20] L’ultima decostruzione[21] Glas, per Jacques Derrida

[22] Da Luciana L’arte è di casa[23] Archigram, ovvero dell’urgenza di inventare[24] Elargissez l’art! Arte abusiva parte seconda[25] La Montmartre di Torino

[31] Galleria Maze

[36] Anselm Kiefer I sette palazzi celesti milano[37] Dan Flavin varese[38] Seven Sins bolzano[39] Anish Kapoor brescia[40] Ipermercati dell’arte siena

[42] Dalì venezia[43] Going Public modena[44] Alberto Giacometti ravenna[45] Arti & Architettura 1900/2000 genova[46] Vedovamazzei torino[47] Franz Kline 1910 - 1962 torino

[50] Cazzo che fotografo![51] Foto porno di Terry Richardson

[52] Miss Graffiti

[54] D’aucune (histoires)

[55] Brian Wilson presents Smile

[57] Scritti su Starck / Era Fiction

[58] Laura Viale

[60] Il mondo secondo Sam

[61] Yankee go on

[62] Arte pubblica all’olandese

[70] Il titolo di genio

hostravistoxte

fotofinish [68 - 69]

exibart.agenda [63 - 67]

urbanistica

architettura

design

pre[ss]view [59]

exibinterviste

libri

arteatro [56]

decibel

visualia

handbag [53]

fashion

sexibart

around [48 - 49]

recensioni

intervallo [41]

recensioni

déjà vu [32 - 35]

speisis

nuovi spazi [28 - 30]

arte e resistenza [26 - 27]

approfondimenti

Jacques Derrida

inteoria

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sommario 18

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Exibart.onpaper 17index

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GRACIASquesto numero è stato realizzato grazie a…

Artista Simone GiovagnorioGalleria Il VicoloNextDoor Art GalleriaLuigi BallarinNT Art GalleryC.A.O.SMan Museo d'Arte provincia diNuoroBologna FierePerform Arte ContemporaneaStudio De AngelisCivita ServiziNet-Gallery

ArtlinkFabio Paris Art GalleryCafè Europe centro d'arte con-temporaneaQualiwordSilvana EditorialeGalleria Alessandro BagnaiGalleria PackMarella Project Space 1Galleria Il VulcanoGalleria SCZERODUEStudio PesciGalleria Civica Comune di

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essuno si è accorto -in Italia - che sonopassati dieci annidalla scomparsa di

Donald Judd. Ciò non sorpren-de, data la recente scarsa for-tuna di quest'artista, spessotrascurato in favore di altri mini-mal più facilmente riciclabili(Richard Serra, Sol LeWitt,Robert Morris). Come giusta-mente scrive Max Estenger,"ironicamente, quando Juddmorì, il mondo dell'arte del1994 non avrebbe potuto esse-re più ostile nei confronti deltipo di arte che egli aveva realiz-zato nei precedenti 32 anni"1.Ma la potenza e l'energia delleopere migliori di Judd sonoancora adesso (soprattuttoadesso) irraggiungibili, stellari.Forse solo Dan Flavin è riusci-to, nell'arco di tre decadi, acostruire un intero corpus ingrado di stare alla pari conquello del collega; vale la penaqui di ricordare il modo in cuiJudd, nel 1964, scelse di nondescrivere l'opera che gli erapiaciuta di più nella primamostra personale dell'amico:"La relazione tra il pezzo e ilmuro è inusuale; è veramenteaperto per essere un unicooggetto. La qualità delle cin-que lunghe linee ed il loro rap-porto di quattro a uno sono

molto strani, ma non riesco atrovare un modo per descri-verli"2.Cerchiamo di analizzare alcu-ne ragioni storiche di questa(semi-)rimozione. Innanzitutto,va ricordato come Judd e glialtri minimal abbiano posto lebasi non solo del metodo e dellinguaggio di tutta l'arte suc-cessiva, ma anche di un gustoestremamente pervasivo, diun look diffuso sempre più glo-

balmente. Il loro obiettivo "pri-mario", e insieme il loro risulta-to principale, era quello dicostruire un nuovo alfabeto apartire dalle macerie delmodernismo. Oltre a ciò, vanotato come il difficile concet-to che proponevano sia pene-trato incredibilmente nella cul-tura di massa: ad esempio, ilmonolite di 2001: odisseanello spazio, simbolo e stru-mento di un'intelligenza supe-

riore, e metafora della comuni-cazione tout court, ricorda davicino le opere newyorkesidella metà degli anni Sessanta(ricordiamo che StanleyKubrick preparò e girò il suocapolavoro dal '64 al '68),soprattutto quelle di Morris e,per l'appunto, Judd3. Inoltre,gli interni architettonici di ten-denza dell'ultimo quindicennioportano la traccia indelebiledel 'cowboy del midwest'.

Ma sono proprio gli anniNovanta a rappresentare ildecennio più problematico perla ricezione del lavoro di Judd.Gran parte dell'arte di questoperiodo si fonda su un sempli-ce assunto: prendere le ten-denze degli anni Sessanta eSettanta (minimal, concettua-le, performance, video, instal-lazione, arte ambientale) erenderle appealing, glamour,"carine". Svuotandole imman-

cabilmente di tutti i contenutipolitici ed impegnativi. Questaè una verità ormai storica,banale anche, ma che vienespesso dimenticata. Le operedi Judd hanno ovviamente resi-stito 'costituzionalmente' adun processo del genere: que-sto è uno dei motivi per cui si èpreferito metterle diligente-mente da parte. Fortunatamente, la storiasubisce continui rivolgimentie cambi di marcia; così, è pos-sibile oggi riconoscere eviden-ti segnali di rivalutazione, daparte sia dei critici che degliartisti.Vi sono due momenti straor-dinari nella carriera di Judd: ilperiodo 1967-'70, con gliUntitled che atterrano nei luo-ghi dell 'arte come oggettiappartenenti ad un altro pia-neta, e l 'ultimissimo, daglianni '80 fino al '94, in cui laricerca minuziosa sui mate-riali giunge talvolta ad inglo-bare perfettamente - ed asublimare - anche il proprio'opposto genetico', la pop art(prefigurando una tendenzache appartiene all'oggi dell'ar-te). In Italia, probabilmentesolo il lontanissimo GiorgioMorandi è riuscito a mante-nere, fino alla fine, una tensio-ne ugualmente costante.Del resto, l'idea stessa di quelmetodo, di quell'approccio alfare artistico, è irresistibile:"Judd era interessato a crea-re qualcosa che fosse altempo stesso diverso maugualmente potente rispettoalle opere realizzate dagli arti-sti che più ammirava: JacksonPollock e Barnett Newman.Non stava cercando di risolve-re un problema formale, ma diinventare, lavoro dopo lavoro,il suo nuovo linguaggio chepotesse esprimere qualcosa difresco in confronto ai risultatidell'Espressionismo Astratto.Per lui si trattava sempre esoltanto di stile. Odiava la mag-gior parte dell'arte. Il suo lavo-ro gli dava qualcosa di nuovoda guardare"4. Dunque, l'arti-sta monolite non aveva pauradi competere con i giganti chel'avevano preceduto: infatti,aveva consapevolmente sceltocome fine quello di creareun'arte che 'funzionasse come'l'action painting e che, altempo stesso, fosse perfettaper l'epoca nuova, appenacominciata quando egli scris-se il suo famoso SpecificObjects (1965)5. Un grandeartista non costruisce le sueopere o per le gallerie o per ilpubblico o per i critici, ma peravere, egli per primo, "qualco-sa di nuovo da guardare". Èquesta capacità l'unica realedifferenza tra lui e lo spettato-re comune. È esattamente questo spirito

che ci auguriamo Judd possacomunicare agli artisti del XXIsecolo, ed è il motivo per cui loricordiamo con immensaammirazione.

[christian caliandro]

1 M. Estenger, Judd: ten yearsafter, "Coagula", no. 69, august2004, p. 20. 2 D. Judd, Dan Flavin, "ArtsMagazine", vol. 38, no. 7, april1964, p. 31, pubbl. anche (conil titolo In the galleries) in P.Feldman, K. Schubert (a curadi), it is what it is. Writings onDan Flavin since 1964,Ridinghouse-Thames & Udson,London 2004.3 Sulla relazione, più stretta diquanto normalmente si pensi,tra arte minimal e science fic-tion, cfr. D. Batchelor,Cromofilia, in Cromofobia.Storia della paura del colore(2000), Bruno Mondadori,Milano 2001, pp. 121-142.4 M. Estenger, op. cit.5 Cfr. D. Judd, Specific Objects,"Arts Yearbook", no. 8, NewYork 1965, pp. 74-82, pubbl.anche in D. Judd, CompleteWritings 1959-1975, Halifax,Nova Scotia 1975, e parzial-mente in C. Harrison, P. Wood,Art in Theory 1900-2000,Blackwell Publishing, Oxford2003, pp. 824-828: "The diffe-rence between the new workand earlier painting and presentsculpture is like that betweenone of Brunelleschi's win-dows in the Badia di Fiesoleand the façade of thePalazzo Rucellai, which isonly an undeveloped rectan-gle as a whole and is mainlya collection of highly orde-red parts".

L'artista monoliteScompariva dieci anni fa Donald Judd, tra i sovrani assoluti dell'arte del dopoguerra. Con questapagina celebriamo e ricordiamo il grande scultore americano. Colui che con Serra, LeWitt e Flavinha meglio interpretato il Minimalismo, paradigma contemporaneo di look globale…

N

Exibart.onpaper18 inteoria

Donald Judd - Untitled, 1984

Donald Judd - Untitled, 1969

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n occasione dell'imminen-te uscita del quinto volumedei Classici del fumettoserie oro che "La

Repubblica" dedicherà aSuperman, il giornalista LucaRaffaelli non ha risparmiato ailettori una chicca degna delmigliore Alberoni. Dopo averestremamente banalizzato lalettura del supereroe compiu-ta dal Bill (vol. 2) dell'amatoQuentin Tarantino , i l buonRaffaelli si è interrogato amle-ticamente sul significato dellamorte fumettistica diSuperman. Ma anziché impre-care su questa imperdonabilemossa commerciale che lacasa editrice Dc COMICS fecenel '92 per incrementare levendite (tanto più se si pensache Superman, ovviamente,verrà fatto risorgere…),Raffaelli lascia invece al letto-re la noia di rispondere a unadomanda retorica: "Perché ilsupereroe per eccellenzamuore? Perché non abbiamopiù bisogno di lui, o perché lamorte delle certezze è entrataa far parte della nostra vita?"("Il Venerdì di Repubblica", 15ottobre 2004, p. 155).Innanzitutto va detto che con-cediamo a Raffaelli il beneficiodel dubbio sulla data di com-posizione del suo articolo: nonvogliamo infatti credere nem-meno per un istante che l'au-tore abbia omesso intenzio-nalmente di ricordare lamorte del Superman umano, ilgrande e sfortunatoChristopher Reeve, avvenutail 10 ottobre scorso. Névogliamo infierire sulla convin-zione di Raffaelli che "far mori-re il personaggio più invincibi-le della storia del fumetto siastata una grande idea".Vogliamo piuttosto provare a

riflettere sul suo quesito ser-vendoci dell'aiuto di un registache sui fumetti ha molto dadire, M. Night Shyamalan ,usando come strumento dicomprensione lo strepitosolungometraggio Unbreakable(Usa, 2000).Il film narra la storia dell'in-contro tra il fragilissimo Elijas,'l'uomo di vetro', condannatoda una malattia genetica afrantumarsi le ossa in banaliinfortuni, e il resistentissimoDavid, unico e illeso superstitedi un disastro ferroviario cheha convinto Elijas di aver tro-

vato "l'uomo che cercava". IlSupereroe, appunto. Elijas èinfatti un appassionato colle-zionista di tavole di fumetti, unamore trasmessogli dallamadre che con un "limited edi-tion comic" premiava Elijastutte le volte in cui il bambinonon si fosse abbandonato allapaura di farsi male. Dal cantosuo David, ex-astro del footballvenerato dal figlio undicenneper la sua prestanza fisica,nonostante la sua forza - oforse proprio a causa di essa -è un semplice e melanconicoaddetto alla sicurezza dello

stadio di Philadelphia. Il desti-no dei due uomini, come spie-ga Elijas a David, è collegatodal loro essere "agli estremiopposti della stessa curva":quanto l'uno si rompe, tantol'altro è invulnerabile; quantol'uno è colto, tanto l'altro èingenuo; quanto l'uno è spen-sieratamente malvagio, tantol'altro è tragicamente buono.È proprio questa antiteticità laragione che spinge Elijas acercare da sempre David:solo se esiste il suo alter-ego -il supereroe - la terribile vita diElijas può avere un senso. Esolo se la sofferenza ha unsenso, la vita - quella di Elijas ela nostra - può essere soppor-tabile. Verità banale, forse, esenz'altro ovvia per qualunquespirito minimamente religioso.Ma, nonostante la sua verità,l ' importanza di quest'ideaviene oggi largamente sotto-valutata. Eppure, anche un illu-stre critico della religionecome Friedrich Nietzscheaveva invocato il superuomocome unica soluzione al crollodelle certezze, alla caduta diquegli "immutabili" che l'uomoha eretto nel corso della sto-ria per difendersi dalla pauradel dolore e della sua mancan-za di senso. Il messaggio diUnbreakable è su questopunto molto chiaro: solo unsupereroe può guardare allosfacelo, alla mediocrità delmondo in cui viviamo da unaprospettiva trascendente,imperniata sui valori delcoraggio, della forza e delsacrificio di sé per il benedelle generazioni future.Non è un caso che - nel film - ibuoni, gli unici veri buoni,siano i bambini, il figlio diDavid ed i pargoli da lui salvati(e che a sua volta lo salvano

da una morte sicura in quel-l'acqua che è per lui "kryptoni-te") quando finalmente com-prende e accetta di essere unsuperuomo. Ed è per questoche Raffaelli ha completamen-te mancato il bersaglio, dalmomento che il superuomo, ilsupereroe, non muore quan-do muoiono le certezze, ma,al contrario, si manifesta edeve manifestarsi proprioquando le certezze crollano.Altrimenti che superuomosarebbe? E anche se il supe-reroe può - tecnicamente -morire (come ci ricorda l'e-sperto Elijas, e come insegnail supereroe par excellence,Gesù Cristo), egli è comunquedestinato a ritornare in eter-no se solo accetta la respon-sabilità e le conseguenze delsuo compito: salvare il mondoe i suoi abitanti (vedi la trilogiadi Matrix e il motto diSpiderman).In questa direzione, la storiapuò insegnarci molto, facen-doci vedere quante volte, inetà di crisi ben peggiori diquelle che attraversa oggi lapost-modernità, il mondo siacomunque sopravvissuto. E seha ragione Elijas nel dire che "ifumetti potrebbero essereuna forma di storia di cui qual-cuno in qualche luogo haavuto percezione o esperien-za", speriamo che quel qualcu-no, ovunque si trovi, ci aiuti ariconoscere ancora una volta,e con buona pace diRaffaelli, i tanti Supermenche vivono tra noi..

[mariangela priarolo]

Superman e l'eterno ritornoBatman e Superman sono ormai fuori moda? Niente di più falso. La scomparsa di Christopher Reeve- il mitico Superman cinematografico - ci ricorda che anche i supereroi possono morire. Ma proprioper questo il loro ruolo non perde centralità nelle dinamiche post-moderne. Dai fumetti alla celluloide.Dalle strisce della DC Comics a Gesù Cristo passando per Nietzsche e Shyamalan. Un'apologia delsupereroismo in risposta ad un articolo recentemente apparso sul Venerdì di Repubblica…

Exibart.onpaper 19inteoria

I

Adrian Tranquilli - Extasy, 1999 - Vetroresina e tecnica mista, cm 120 x 200 x78 - Collezione privata

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enché sia iperbolicodefinire JacquesDerrida "il più gran filo-sofo degli ultimi cin-

quant'anni" - epiteto che ricorreincessantemente nei tanti epitaf-fi e coccodrilli apparsi sui giorna-li in questi giorni -, non si puònegare che il pensatore france-se sia stato nell'ultimo mezzosecolo il più "popolare".A partire dal suo debutto ameri-cano, avvenuto alla John HopkinsUniversity di Baltimora nel 1966,fino alla definitiva uscita di scenanella notte di venerdì 8 ottobre,Derrida è sempre stato acclama-to e osannato come solitamenteaccade alle rockstar, sebbene (oforse proprio perché) compren-dere il suo pensiero o le sue opi-nioni sia uno dei compiti più arduiper filosofi e non.Paladino della destruktion hei-deggeriana, ovvero del desideriodel tedesco di "toccare la naturadel linguaggio senza violarla",Derrida ha infatti portato al limi-te estremo le invenzioni linguisti-che del proprio padre spirituale(vedi Glas o Envois).Fu anche per questo che nel

1992 un nutrito gruppo di filosofitra cui il grande Willard Quine(seppellito, lui, nel silenzio piùassoluto) protestò violentementecontro la decisione dell'Universitàdi Cambridge di attribuire un dot-torato honoris causa al francese,accusato di portare nel mondoaccademico solamente "tricksand gimmicks similar to those ofthe Dadaists". Se tale accusapotrebbe forse contribuire a ren-dercelo più simpatico, è pur veroperò che dai dadaisti Derrida hapreso solo il peggio: l'astrusitàdegli obiettivi e la spettacolarizza-zione della propria vita.In questo senso Derrida è consi-derato per eccellenza il filosofo

del postmoderno, non soltantoper gli esiti teorici del suo lavoro(prima fra tutti l'incommensura-bilità del vero e delle sue diverseinterpretazioni), ma anche per lanonchalance con cui ha interpre-tato il ruolo del "Filosofo" nelGrande Spettacolo del Mondo. Inrealtà, come Fredric Jamesonaveva intuito dieci anni fa,Derrida fa parte piuttosto diquella schiera di filosofi che sem-brano postmoderni, ma che inrealtà sono gli ultimi grandimodernisti: in quest'ottica, eglirappresenterebbe il legittimoerede di Marcel Proust.La relazione del filosofo con il ter-ritorio dell'estetica e dell'opera

d'arte scorre parallela al suolavoro decostruttivo operatosulla filosofia contemporanea:prima con La verità in pittura(1981), poi con Memorie dicieco (1990) e da ultimo con Laconnaissance des textes.Lecture d'un manuscrit illisible(2001), scritto con SimonHantai e Jean-Luc Nancy.Ma è con Spettri di Marx che lasua idea di un'estetica spettraleviene pienamente sviluppata.L'influenza di questo testo del1993 - dal ripensamento fanta-smatico delle grandi narrazioni alpensamento del fantasma comefigura centrale della cultura con-temporanea - non è stata ancoravalutata a fondo. Probabilmenteperché il terreno che questoseme ha fecondato di più non ètanto quello della filosofia quantoquello del cinema (che poi vuoldire "della riflessione filosoficamessa sullo schermo").Il trattato di Derrida, oltre adaver influenzato moltissimi filmdegli anni Novanta, ha persinoavuto, all'inizio del nuovo secolo -in paurosa e sublime concomi-tanza con l'11 settembre -, una

trasposizione cinematografica'nascosta' ma fedelissima:Ghosts of Mars di JohnCarpenter. A partire dal titoloinfatti - ma non solo - il film dichia-ra la sua filiazione diretta dalpensiero anni Novanta diDerrida e, al tempo stesso, neesplicita la messa in pratica e losviluppo. In quella che va conside-rata l'opera seminale dell'epocaappena cominciata (seminalenon solo per il cinema, ma pertutti i territori della produzioneartistica), è la visione stessa afarsi fantasma. A uscire dalcorpo, e al tempo stesso adacquisire una nuova identità,completamente autonoma. Losguardo cinematografico si disu-manizza, si sgancia dal perso-naggio-persona, per trasformar-si in un fantasma di perso-naggio. Anche per questo,nonostante tutto, JacquesDerrida ci mancherà.

[mariangela priarolo echristian caliandro]

L'ultima decostruzioneDi solito nei coccodrilli non si sta a guardare il capello. Il defunto deve essere compianto, ricordatoper quel che di grande ed immortale ha fatto. Iscritto ad imperitura memoria per i suoi meriti. Certi dinon offenderne la memoria, salutiamo invece il filosofo francese Jacques Derrida, scomparso vener-dì 8 ottobre, con una serie di appunti. Ecco il nostro articolo contro, seguirà quello pro…

B

Exibart.onpaper20 Jacques Derrida

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egli Usa n'era statafatta una raccolta.Con gli addii diJacques Derrida (El

Biar, Algeri, 1930 - Parigi2004). Ne aveva scritti molti.Non aveva mai tradito la pro-pria attitudine al rispetto deldefunto, cioè al non scriverelusinghe. Per esempio ricor-dando Paul de Man, che in gio-ventù aveva firmato articoli adir poco ambigui su una rivistacollaborazionista. Ma l'addio piùcommovente era stato "inviato"a Levinas - il filosofo lituanoaveva parlato di una prossimità"chiasmatica" con Derrida -, poifra gli altri a Deleuze, Bourdieu,Marin… Senza l'assistenza delpadre i loro scritti avrebberocontinuato a tessere le proprietrame, come Derrida avevainsegnato nella Farmacia diPlatone (1968-69).D'altronde, Derrida ha imbasti-to il suo testo cinquantennale inun continuo confronto con l'e-vento della morte. A partirealmeno da La voce e il fenome-no (1967), quando in esergocitava Valdemar: "Dormivo, eadesso, adesso sono morto".Un discorso che si è svolto sulfilo labirintico e indecidibile ditutti i suoi testi, dal "rintoccofunebre" in Glas (1974) alsacrificio d'Abramo in Donnerla mort (1999), senza dimenti-care la riflessione spietatasull'Instant de ma mort (1994)di Blanchot (Demeure, 1998).Ancorato paradossalmenteall'indecidibilità obversa dell'eratele-visiva, il testo derridianometteva a confronto morte efantasmi. Lo spettro di Marx,per esempio, aveva spessofatto capolino, per scontrarsiinfine con quello del padre diAmleto (Spettri di Marx, 1993).E non è un caso se ne era sca-turito uno spettacolo video-tea-trale. Apparizioni fantasmati-che, quelle di Derrida, che neglianni si erano moltiplicate, peresempio nel film Ghost Dance(1983) di Ken McMullen, doveDerrida parlava proprio di lutto,cinema e fantasmi.Tutte queste morti erano dun-que hantées dai (propri) fanta-smi. E in particolare quella del-l'arte e dell'architettura - bastiricordare la collaborazione conBernard Tschumi e PeterEisenman (Choral Works,1991) -, incarnata innanzituttodalla facoltà kantiana del giudi-zio, ossessionata dalla ragionpura, dal cadre e dal vomito, inun testo che nessuno in Italiavuole tradurre, Economimesis(1975). Un rapporto, quellocon le arti visive, che si dipanaanch'esso sul filo degli anni, nontanto in testi "corposi" (termineche risuona con il quasi-omofo-no tedesco, il cadavere), piutto-sto in brevi cenni a FrançoisLoubrieu (che nel 1979, al

Pompidou, aveva "illustrato" gliSproni, 1978, di Derrida) oppu-re in un colloquio con CarloSini, Il giusto senso dell'anacro-nia (1998), con un letteralesottotesto costituito dalleopere dello Studio Azzurro.Mi si permetterà un ricordopersonale. Avevo conosciutoDerrida all'Università Paris8.Preparavo una sua bibliografiaper l'Università del Minnesotaed una tesi su Francis Bacon,dal titolo astruso di Figure(s)du (non-)présentable in formadi ipertesto in cd-rom. Fui invi-tato alle lezioni tenute all'Ehessparigina. Leggeva, o, meglio,jouait, i testi che aveva sott'oc-chio: un reading. In quel 1999-2000 aveva improvvisamentedeciso di cambiare il titolo delcorso. Per incentrarlo sullapena di morte, perché era arri-vata la notizia dell'imminenteesecuzione di Mumia Abu-Jamal, del quale aveva scrittola prefazione all'edizione fran-cese di In diretta dal bracciodella morte (1996). Lezioniche non possono essere facil-mente dimenticate. Come indi-menticabile fu la presentazionedel libro Tourner les mots(2000) e del film che lo accom-pagnava, D'ailleurs Derrida,diretto da Safaa Fathy, alSalone del Libro locale e poi inun cinema come solo a Parigine esistono. Anche quello, untesto che non è stato tradotto.Anche quello, un film che inItalia non è stato distribuito.Come avverrà forse perDerrida, the Movie, diretto daKirby Dick ed Amy ZieringKofman, con le musiche diRyuichi Sakamoto, la cui edi-zione in dvd è di imminentissi-ma uscita.Il modo più corretto che sipossa adottare per rendergliomaggio sarà allora certo tra-durlo, ma soprattutto continua-re a tessere quel testo senzapresunti accreditamenti o filia-zioni ortodosse. Il lavoro dellutto è infinito e (non) si conclu-de con un secondo assassinio.Ricordo ancora che a quelseminario furono presentatidue lavori di studenti. Il primoattaccava duramente Derridae difendeva Foucault, nellarievocazione d'un dibattito ini-ziato quarant'anni prima. Ilsecondo esaltava il Derrida"critico letterario", se nonricordo male in riferimento aSchiller. Derrida fece pubblica-re il primo articolo.Ma ci sarà bisogno diDonner le temps, com'eraintitolato uno straordinariotesto del 1991. Era ilprimo volume. Non vedre-mo mai il secondo.

[marco enrico giacomelli]

Glas, per Jacques DerridaUn altro percorso nel mezzo secolo di attività filosofica di Jacques Derrida. Con l'aggiunta di unricordo personale dell'autore. Un ulteriore approfondimento sul filosofo che forse più di ogni altro,nella contemporaneità, ha influito sul mondo dell'arte…

Nato il 15 luglio 1930 a El-Biair (Algeria), nel 1952 entraall'Ecole Normale di Parigi dove stringe amicizia conPierre Bourdieu e Louis Althusser. Allievo di MichelFoucault, dal 1960 è assistente di Paul Ricoeur e JeanWahl alla Sorbona. Acclamato alla John HopkinsUniversity nel 1966 insieme a, tra gli altri, Roland Barthese JacquesLacan, nel 1967 pubblica il fondamentale De la gramma-tologie, considerato la bibbia del decostruzionismo. Purispirandosi ad Heidegger, Derrida ne critica il logocentri-smo, ossia il primato della parola (logos), sostenendo inve-ce che è la scrittura (L'ecriture et la differance, 1967) illuogo in cui l'essere si manifesta (e diventa perciò un idoloper i teorici della letteratura). Molto attivo anche politica-mente, nel 1981 sostiene i dissidenti cecoslovacchi eviene arrestato a Praga con l'assurda accusa di "trafficodi stupefacenti". Dopo la tragedia dell'11 settembre, sischiera contro la politica di Bush e in seguito contro la guerra in Iraq. Nel 1983 diventa direttore dell'Ecole des Hautes Etudes e Sciences Sociales di Parigi e fonda il"Collège Internationale de Philosophie". Oltre che in Francia, ha insegnato a Yale, a Irvine inCalifornia, e alla Cornell University. Scritti principali: La disseminazione (1972), Margini della filoso-fia (1972), Cartolina postale (1980), Psyche (1987), Stati Canaglia (2002).

Exibart.onpaper 21Jacques Derrida

N

CHI ERA DERRIDA

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uciana, partiamo banalibanali: qual è il tuo rap-porto con l'arte?È una passione che è

nata col tempo. Io non sono pro-prio brava con le mani. Ma miaffascina la materia, tutto ciòche si può manipolare, costrui-re… Sai, quand'ero un'adole-scente andavo sempre allaBiennale di Venezia. Per vederele cose strane, particolari, cheattiravano l'attenzione!Ovviamente non potevo com-prare niente; non avevo nemme-no i soldi per il catalogo! È natotutto così, da una passione.

E cosa mi dici della situazioneattuale? Vai alle inaugurazio-ni, negli studi degli artisti,nelle gallerie e nei musei?Io non sono un'esperta. Mi piaceandare a vedere le mostre,andare dagli artisti. Ma nonsono una presenzialista. Nonvado a tutti i vernissage, tantoper farmi vedere. Piuttosto sonoincuriosita dal lavoro dei giovani,non solo nell'arte, ma anche inletteratura, nel cinema. In fondonon sono campi così lontanil'uno dall'altro. Da un certopunto di vista si compensanoreciprocamente. Però nella tele-

visione, nel cinema e anche nelteatro ci sono più opportunitàper i giovani, mentre nell'arte èdiverso. Molti spazi chiudono, ètutto più difficile.

Cosa succede? Sei preoccupata?Sì. Secondo me adesso arrival'amministratore e ci ammazza!Mi dicevi…Ti dicevo, ci sono anche spazioff, spesso più interessanti,mentre le gallerie tendono aprivilegiare sempre i soliti noti.E io intanto guardo, sbircio,compro qualcosina…

Cosa mi dici di Non sono unasanta, la foto di ArmidaGandini? Un ritratto splendidodi una Luciana bambina.L'ho comprata a un'edizione diArtissima, prima che Armidadiventasse famosa. Non miinteressa "investire" nell'arte,ho un approccio diverso.

Senti, ma non ti starai micainserendo nella scia delle col-lezioniste torinesi, insieme aMarella Agnelli e PatriziaSandretto?Noooo! La mia è una piccolacollezione, per carità!

Quale ruolo ha Fabio Paris? Èil tuo consulente?Mmm, Fabio non è un consulen-te. Ho comprato delle cose da lui,ma anche in altre gallerie. Unconsulente non direi. Lui è un gal-lerista e io sono un suo cliente.

Cos'hai comprato ultimamen-te? E cosa ti piacerebbeavere?

Eh eh, ho comprato una foto diAraki! E poi mi piacerebbe…Come si chiama? Non mi ricor-do… Quelle distese di neve bian-chissima, con le figurine picco-le, gli sciatori…

Walter Niedermayr? Ha fattouna personale recentementeal Museion di Bolzano...Ecco, proprio lui. Mi piacemolto. Mi sa che però è caro! Ineffetti, i lavori dei giovanidovrebbero essere più abbor-dabili, dico per i prezzi. Sennònon è arte fatta per altri giova-ni. I cd li puoi masterizzare senon hai i soldi! Ma con l'artecome fai?! Sarebbe bello setutti potessero comprare deilavori, che il mercato dell'artenon fosse rivolto solo ai ricchi…

Niente male… una vera teoriadel mercato dell'arte. Cisaranno sviluppi?Oddio, no! Nessuno svilup-po, che i galleristi torinesistiano tranquilli!

[a cura di marco enrico giacomelli]

Da Luciana l'arte è di casaInaugurare la nuova casa con un party? Troppo da "madama". Meglio allora salutare le vecchie stan-ze con una mostra. Di giovani artisti della scuderia del gallerista bresciano Fabio Paris. E con un paiodi pezzi della propria collezione. Ha fatto così Luciana Littizzetto. E noi abbiamo scambiato quattrochiacchiere con lei, proprio il giorno dell'inaugurazione, nascosti sulle scale del condominio...

u Collettiva nella casa diLuciana Littizzetto condieci artisti (Andrea Carettoe Raffaella Spagna, TatianaFesti, Helga Franza,Armida Gandini, FedericoLanaro, Carla Mattii, BrunoMuzzolini, Dario Neira,Federico Solmi, Tonylight)u A cura di Fabio Parisu Info: Fabio Paris ArtGallery, tel 030 3756139,[email protected], www.fabiopari-sartgallery.comu Catalogo disponibile,testo di Luciana Littizzetto

[info]LAndrea Caretto e Raffaella Spagna - Esculenta Lazzaro - veduta dell'installazione a casa di luciana littizzetto

Exibart.onpaper22 approfondimenti

Luciana Littizzetto(Torino, 1964) è diplo-mata in pianoforte elaureata in Lettere. Hainsegnato a lungomusica nelle scuolemedie. Ha esorditonel mondo dello spet-tacolo negli anniNovanta e da alloraha collezionato parte-cipazioni esilaranti aprogrammi tv, ha

interpretato film e hascritto libri. È attual-mente una delle pri-missime attrici comi-che italiane. Il suo ulti-mo film è Se devoessere sincera (diDavide Ferrario,2004, con NeriMarcorè, DinoAbbescia, DonatellaFinocchiaro).

ravanello pallido torinese

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rchigram ritorna,leggero ed entusia-sta, come se iltempo non passasse

mai e l'architettura fosse unagile mezzo di trasporto piut-tosto che una disciplina lega-ta a rigide regolamentazioni.Un decennio di successi rac-colti ovunque, con una retro-spettiva itinerante che dalCentre Georges Pompidou diParigi nel 1994 è arrivata alDesign Museum di Londra eal Baltic di Gateshead (UK)quest'anno, per spostarsiquindi in Giappone, Australia

e Nuova Zelanda. A testimo-nianza dell'energia inesauribi-le e dell'immaginazione conta-giosa del gruppo.Archigram - letteralmenteArchi(tecture) + (Tele)gram -nasce nell ' Inghilterra deiprimi anni '60, tempi di cam-biamenti radicali, di viagginello spazio e deliri tecnologi-ci, Beatles, fumetti e pop art. Frutto dell'inventiva e dellatenacia intellettuale di tre gio-vani studenti di architettura -Peter Cook, David Green eMike Webb- Archigram riget-ta la tradizione europea delle

buone maniere "senza fega-to", ritenendo che la soluzioneai problemi in architetturarisieda al di là del puro"costruire".Recuperando l'atteggiamentoavanguardista del moderni-smo, si ispira ad altri pioniericome Friedrich Kiesler ,Buckminster Fuller e CedricPrice. Tentando territori ine-splorati ed assorbendo formedi cultura popolare, si espri-me inizialmente tramite unarivista che farà subito furoree alla quale presto collabore-ranno tre architetti del

London County Council,Warren Chalk , DennisCrompton e Ron Herron.La realizzazione delle idee nonè l 'obiettivo del gruppo epochi saranno i progettimessi in atto (il parco giochi aMilton Keynes ed una piscinaper il cantante Rod Stewart).Come la mostra sottolinea,sono l'atteggiamento proposi-tivo ed il fermento intellettua-le a segnare il successo delgruppo, invitato a presentaree discutere idee presso scuo-le e organizzazioni, musei edaltri spazi espositivi.

Tra il 1962 ed il 1963Archigram è assunto dallasocietà di costruzioni TaylorWoodrow. Guidati dall'archi-tetto Theo Crosby, il gruppopartecipa ad un concorsointerno per un complessodestinato all' intrattenimentopubblico, costruito attorno aduna torre in cemento per latelevisione, elemento centraledel futuro Montreal Expo.Viene scelta la proposta diPeter Cook: delle unità tempo-ranee -un osservatorio, unristorante, un centro espositi-vo- potranno essere aggan-ciate alla torre, trattata comeun enorme albero. Sarà TheoCrosby a suggerire al gruppouna mostra, tenutasi poi nel1963 all'ICA: Living City nonpresenta progetti per nuovecittà, ma tenta di catturare ecelebrare la vita di città giàesistenti, in un ambiente tota-le in cui trasporti e comunica-zione sono elementi vitali.

I principi di mobilità e adatta-bilità saranno ulteriormentetracciati nei futuri progetti,dalle Capsule Homes diWarren Chalk, memori dellenavicelle spaziali, al Living Poddi David Green, una versioneparticolare della roulotte conaccessori e macchinari atti amassimizzare autonomia e

convenienza, con la possibilitàdi posizionarsi su un pendio diquaranta gradi o sull'acqua.Ma le idee si ingigantiscono,infi ltrando vari settori deldesign e dello sviluppo urba-no. Nomadismo, approccioglobale e velocità di scambisono le chiavi di lettura didisegni, collages, modellini,installazioni multimediali rea-lizzate in gruppo o da singolimembri, dopo il 1964.Conclusasi nel 1976, l'espe-rienza di Archigram non sem-bra però esaurirsi, come pro-vano non solo questa mostraitinerante e i molteplici rico-noscimenti assegnati adistanza di anni, masoprattutto la capacità diispirare architetti e desi-gner nella ricerca di nuovimodelli di spazio privato ecollettivo.

[irene amore]

Archigram, ovvero dell'urgenza di inventare

Genialità, leggerezza, energia dirompente. Questo è Archigram. Storico gruppo di architetti, al difuori di ogni schema, sempre sul filo del gioco e della provocazione. Un mix ardito di humour eingegno per questi indisciplinati intellettuali, che continuano a far parlare di sé…

u Archigram web site:www.archigram.net

[info]

Exibart.onpaper 23approfondimenti

A

Living Pod, 1966 - Credit David Greene, Archigram

Electronic Tomato, 1969 - Credit Warren Chalk, David Greene, Archigram

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a prima controversiasollevata, quella ri-guardante il vandali-smo, è spinosa e di

difficile soluzione e, purtroppo,si deve ammettere che in alcu-ne circostanze tale accusavada patteggiata. D'altro cantoil pericolo di limitarsi ad unacondanna sommaria ridurreb-be la complessità della que-stione a puro pregiudizio.Sul 'folklore' generalizzato delwriting e della street art sisono fin dagli esordi concen-trate le attenzioni delle scien-ze sociali e delle amministra-zioni pubbliche, preoccupated'investigare tali fenomenirispettivamente con il pigliodell'indagine positiva e dellacaccia al criminale (si ricordiche il graffitismo, così comeracconta il mito, nasce nelleperiferie delle metropoli ame-ricane già dalla seconda metàdel XX secolo).L''artisticità presunta' è, certo,virus diffuso, trasversale. Intanti ne sono colpiti. Gli imbrat-tatori utilizzano la superficiedegli edifici pubblici come unqualsiasi foglio bianco, conun'incontenibile esigenza d'e-spressione, alla ricerca di quel-la visibilità che fonda la stessasocietà che li condanna.L'individualismo imperante,che spinge migliaia di giovani atracciare ossessivamente ilproprio nome un po' ovunque,vive in relazione con la pro-gressiva ed inesorabile occu-pazione dello spazio pubblico

da parte dell'immagine pubblici-taria. Dal momento in cui ognipanorama è divenuto lo sfondoideale di uno spot, un esercitodi "nemici", consapevoli e non,tenta di far proprio ciò che giàda tempo non può più essereconsiderato collettivo.Andando oltre si ritiene neces-sario sottolineare che, selungo i nostri attraversamentiquotidiani compaiono opere diqualità indiscussa, come quel-le descritte in precedenza,queste ottengono suo iure ildiritto di cittadinanza. Quandola volontà poetica di un 'pre-sunto artista' si concretizza edoffre gratuitamente emozionie l'occasione, rara, di coinvol-gere anche il pensiero, allorapossiede le qualità proprie diciò che può essere considera-to arte.Tale argomentazione porta inseno la propria fallibilità, ma laproposta è di restare sull'argi-ne che contiene queste es-pressioni nel terreno di perti-nenza. Affrontate nella rifles-sione estetica saranno quindicomprensibili, o, se si preferi-sce, meno immotivate.Il problema poi della definizio-ne street art - in parte calzan-te, visto che quanto raccoglienel suo insieme accade out-door - in considerazione dellasua vaghezza e genericità nonappare sufficientemente esau-stivo. È un nome valido solo dalpunto di vista del medium(street art è ogni cosa realiz-zata con stencil, sticker,decoupage ecc) e non coglieappieno le specificità linguisti-che di quei pochi che sonoriusciti a superare i ristrettianche se variopinti confini diquesto mondo ai margini.L'idea di unire Banksy, Blu,Sweza, Ericailcane, El Tono,Nuria, Space Invaders, ThePlug, Zeus sotto il nome di"artisti abusivi" deriva dallanecessità di riferirsi polemica-mente al problema, molto italia-no, della devastazione del pae-saggio, sia esso naturale ourbano. L'opinione correnteravvisa in loro l'abusivismoquando paradossalmente èproprio questa degenerazionead essere biasimata (cfr. Blu,edilizia che delizia, 2004).L'abusivismo, purtroppo, abitaaltrove: sulle nostre coste, nellecittà, nelle campagne, masoprattutto nei palazzi del pote-re così inclini alle amnistie.Abusivo, inoltre, non significaillegale; designa invece chiesercita un'attività - non intrin-secamente illecita - senzaaverne il permesso.

La categoria fenomenologicadi 'abusivismo artistico' cercacosì provocatoriamente diunire anima e corpo di questaeresia.La cultura del writing e le stra-tegie del cultural jamming nerappresentano gli universi dipartenza. La distanza essen-ziale dal pensiero duchampia-no, che vuole l'arte solo all'in-terno di recinti adibiti, ed ilproblematico ritorno alla for-ma, il cui contenuto d''immate-rialità' è dato dalla precarietàstessa di interventi che vivononello spazio di poche ore, rap-presentano la possibile via difuga dalla debolezza intrinse-ca di tanta applaudita 'avan-guardia'.Alla dissacrazione dell'organiz-zazione trinitaria curatore-gal-

lerista-collezionista e delle sueistituzioni è legata una volontà'attiva', militante, nutrita divalori oggi imprescindibili qualil'ambientalismo, la denunciadella perdita progressiva dilibertà ed una profonda consa-pevolezza dell'assoluto poterevisivo in seno alla nostra civiliz-zazione: sia esso al serviziodella creazione di un immagi-nario della persuasione osfruttato a semplice scopo diritorsione (cfr. Zeus, Visualkidnapping, 2003 e Sweza,blues brother decollato,2004)In sintonia con il costanteattentato al diritto d'autore daparte di alcuni attivisti dellanet art, prassi che evidenzial'incapacità delle leggi di reg-gere l'urto inferto dalla condivi-sione pear to pear, dall'opensource, dal software 'equo esolidale' o dalla semplice crea-zione di fakes, la loro produzio-ne sfida la possibilità dellamercificazione dell'arte. Ciòche è libero, accessibile e gra-tuito difficilmente potrà esserevenduto. Ma soprattutto la rin-novata unicità e la contraddit-toria irriproducibilità di taliinterventi indicano una precisascelta di destino.Praticando la critica della real-tà nel tramite di una nuova eriuscita ricerca artistica, sem-bra raggiunto il punto di fusio-ne fra 'etica' ed 'estetica'. Laradicalità di tale messa incrisi, esemplificata chiaramen-te dalle opere di Banksy, Blu,Sweza, Zeus è figlia dell'ancorviva "condizione postmoderna"e rivendica a chiare lettere lasua duplice natura politico-poetica. L'atteggiamento dellacritica d'arte, nella sua volontàdi creare concetti, segna ilpasso. La presenza dei lorolavori nei circuiti ufficiali -musei, gallerie - squarcia inter-rogativi insolubili. Su tutti: è ladocumentazione l'unica viapossibile per l'esposizione diqueste opere?Certi che il sistema dell'artesarà in grado, come suo solito,di digerire anche ciò che lonega, per concludere si ag-giunge, abusivamente s'inten-de, che "l'arte - loro ricorde-ranno - è un essere marionet-tesco, giambico, pentapo-dale […] e senza prole […]".

[stefano questioli]

Elargissez l'art!Arte abusiva parte seconda

L'arte abusiva merita ancora alcune riflessioni. La struttura argomentativa del precedente approfondi-mento "Arte abusiva o dell'abusivismo delle definizioni" (Exibart.onpaper 16, p. 21) tentava di rende-re più nette le fisionomie di alcuni dei protagonisti di questo fenomeno. Per motivi divulgativi si eradato poco spazio ai problemi connessi. Che vengono in questo articolo vengono sistematizzati…

u Branzaglia, Carlo,Marginali-iconografie delle cul-ture alternative, Roma 2004u Celan, Paul, La verità dellapoesia: Il meridiano e altreprose, a cura di GiuseppeBevilacqua, Torino 1993u De Certeau, Michel,L'ecriture de l'histoire,Paris 1975u Style: writing from theunderground: (r)evolutionsof aerosol linguistics,Viterbo 1996u Tatarkiewicz, Wladjslaw,Storia di sei idee, Palermo2002

[bibliografia]

L

Exibart.onpaper24 approfondimenti

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a mia sensibilitànei confronti diciò che appartie-ne al passato è

elevatissima. Cercavo unacasa che avesse della storia.Cercavo una casa da amare.Quello che volevo però eraqualcosa di diverso dalla solitedimore patrizie. Belle ma mus-sali. E lontane dal mio vissuto".Riferimenti a ieri ed alla tradi-zione. A parlare è DanielaBoarino splendida quaranten-ne con una laurea in storiamedievale ed una professioneda insegnante di lettere, deuxex machina della torineseResidenza San Rocco che,oltre ad essere un resort dicharme sulla collina torinese,si sta configurando come unodegli esperimenti più interes-santi di residenza d'artista."Questa casa sulla collina diTorino è stata per me unamore fulmineo" continua "E'stato un ritrovare le mie radi-ci. La mia famiglia è di originepiemontese. I miei antenaticoltivavano la terra. Hanno vis-suto sempre sulle colline,prima in grandi cascine lavo-rando come mezzadri poi, dive-nuti piccoli proprietari, si sonotrasferiti in borghi più urbaniz-zati. Proprio queste piccole'case di borgo' mi hanno sem-pre suscitato un forte".E infatti anche la Residenza di

San Rocco è una casa diborgo, una di quelle tipichecostruzioni che, addossate leune alle altre senza ordine macon una trama affascinante erazionale, formano i centri sto-rici italiani. Per la precisione,ci spiega la Boarino, l'edificio"nella mappa napoleonica del1805, è registrato come 'mai-son rural', non cascina, rusti-co, fienile o altro. Si tratta diuna struttura che era adibitadunque unicamente ad abita-zione civile anche se probabil-mente, al pianterreno, soprat-tutto nel periodo invernale,poteva ospitare piccolianimali".Precisamente ci troviamo a

Cavoretto, sulla CollinaTorinese, in uno di quei luoghiche nelle prime decadi delNovecento erano scelte comemete di villeggiatura da ricchie nobili che da Torino salivanofin quissù in carrozza, persfuggire al caldo ed al caosdella città.Daniela Boarino ci raccontacome ha impostato i lavori direstauro, subito dopo avertrovato la casa che diventeràla Residenza San Rocco: "hotenuto presente innanzituttola 'natura' dell'edificio e hocercato di rispettare il suocarattere. Di volta in volta, difronte a nuove difficoltà maanche alle nuove opportunità

che la casa offriva si è datauna soluzione ad hoc, lavoran-do senza forzature ideologi-che. Il lavoro è stato finalizza-to alla realizzazione di unluogo per l'ospitalità, gli appar-tamenti dovevano esseredestinati alla ricezione turisti-ca".Ed è per questo che le verecaratteristiche di San Roccosono il fascino, la raffinatezzadi una dimora storica dovesoprattutto si deve "starbene". Ma l'iniziativa che dav-vero c'interessa e che è natatra le stanze di questi affasci-nanti appartamenti per vacan-ze consiste in un progetto adampio raggio di residenza perartisti. In sintesi? La direzionedella Residenza vaglia le pro-poste che arrivano, selezionaun artista per volta che verràospitato in uno degli apparta-menti di San Rocco gratuita-mente per un periodo ditempo. In cambio gli verràchiesto di lasciare un lavoroper la collezione della dimora.La filosofia? "Leggere in chia-ve moderna il concetto di ospi-talità facendo riferimento aciò che essa era in passato ecioè l'offerta di accoglienza apellegrini e viandanti. Masoprattutto ad artisti, poeti ecantastorie che si spostavanodi corte in corte, di residenzain residenza".

E gli obiettivi d'immagine? "Lapromozione della residenzaSan Rocco continua attraver-so canali non convenzionaliper il raggiungimento di untarget di clientela di elevatasensibilità estetica" e aggiun-ge "la crescita del consenso siè potuta valutare attraversole richieste di ospitalità chesono aumentate al punto dacondurci ad un'attentissimaselezione degli artisti ospitati".Insomma l'organizzazionemessa in piedi da Daniela per-mette di dare una visibilitàaggiuntiva alla sua azienda,consente la creazione di unacollezione ("non escludo l'or-ganizzazione di una mostra"dice e aggiunge un po' perscaramanzia "quando la rac-colta sarà ampia, internazio-nale e completa"), inserisce laResidenza San Rocco all'inter-no di una sinergia tra artisti,collezionisti e gallerie. "Tantoche" chiosa Daniela Boarino"ormai sono molti i galleristiche sponsorizzano i propriartisti per far sì che venganoospitati alla Residenza". Perinviare i loro protetti arecuperare un po' d'ener-gie e d'ispirazione sullaMontmartre di Torino.

[m. t.]

La Montmartre di TorinoUna casa di borgo sulla collina torinese che diventa una dimora di charme. Una ambientazioneideale tra la storia rurale del Piemonte e l'avanguardia della metropoli sabauda. Così una 'maisonrural' per vacanze diventa uno dei più interessanti esperimenti di residenza per artisti. Con la costi-tuzione -ciliegina sulla torta- di una collezione permanente. Daniela Boarino, che di Residenza SanRocco è ideatrice e deus ex machina, ci racconta il progetto in quest'intervista…

chi è stato aViasanrocco?Stefano Cagol, GianluigiBellei, Giovanni Dalessi,Valerio Berruti, AngelaPolicastro, Marco diGiovanni, Susan Dutton,Simona Spaggiari, MelenaVassiliev, Christian Posani,Maura Banfo, Gianni Lillo

dove?via San Rocco, 6 10100 Cavoretto (TO)Tel. +39 339 4266992Fax +39 011 [email protected]

[INFO]

Exibart.onpaper 25approfondimenti

L

Daniela Boarino

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Exibart.onpaper26 arte.resistenza

Le nostre periferie nascono da una ribellione allo stereotipo diffuso che le vorrebbe ancoracome luoghi di desolazione, di degrado e di pura disperazione. Il nostro lavoro é nato dalla ribel-lione al modello imposto dai grandi media, che pretendono di analizzare con assoluta superfi-cialità la vita degli abitanti delle sterminate periferie nelle quali peraltro vive il novanta percento della popolazione. Il paradosso é che anche chi vive in periferia finisce per farsi influen-zare da questa visione stereotipata, in quanto il martellamento a cui viene sottoposto giornal-mente dai giornali e dalla televisione é estenuante. Vorremmo cercare di ribaltare anche perun solo secondo questo luogo comune e che il bambino che nasce in questi spazi non cresca- come a noi é purtroppo successo - con la sensazione di sentirsi un cittadino di serie b), a cuila possibilità di un futuro migliore é già stata negata in partenza; subire questa convinzionecrea di conseguenza la rinuncia a fare dei tentativi per cambiare le cose.

In a suburban house - stampa vutek su pvc, cm 225x250, courtesy Oliva Arauna, Madrid

Botto & Bruno

Fausto Gilberti

Wall's place - 2003, fotocollage su parete, veduta installazione, courtesy MAMCO, Ginevra

Come il giullare di corte al quale èconcesso prendere in giro il RE,anche io mando il mio messaggiousando l'ironia e dipingendo nero subianco, resistendo alle lusinghe del-l'arancione e alla diplomazia deicolori.La violenza è ovunque, a destra e asinistra.Io sto nel mezzo e resisto caustica-mente, in bilico, senza farmi travol-gere dalle apparenze. Sono libero!

Gate, 2003 - acrilico su tela, cm 180x220 - courtesy Perugi artecontemporanea PadovaBenvenuti esseri deboli, 2002 - acrilico su muro, altezza 600 cm ca. - courtesyGalleria Comunale D'Arte Contemporanea di Monfalcone

All Black, 2002 - acrilico su zainetti attrezzati con mazze da baseball, elmetto e cuffie stereofoniche;7 pezzi (particolare zaini a terra) - col-lezione privata, Vicenza

arte e resistenza è un progetto a cura di paola tognon; coordinamento sabrina michielli e mariacristina bastanteresistenza/widerstand/resistance è un progetto che nasce per il Corso di Arte Contemporanea presso la Facoltà di Design e Arti dell'Università di Bolzano a.a 2003-2004

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Walter Niedermayr

Exibart.onpaper 27arte.resistenza

Olivo Barbieri

Vincenzo Castella

Questo lavoro sul nuovo stabilimento Ferrari: dalvoltoumano, con tanti alberi-cespugli tra le catene dimontaggio...

Il mondo come un'istallazione temporanea, strut-ture e infrastrutture, parte fondante del nostrosenso di appartenenza e di identità viste da lonta-no, come un grande plastico in scala: la città comeavatar di se stessa.

II modo in cui noi immaginiamo l'esistenza delle cose è sempre più sottoposto alla disponibilità delle produzioni industriali di massa e lo sguardo delle società si è modi-ficato e si sta modificando sempre più profondamente in funzione di questa esigenza. Questo lavoro, tra documentario e finzione, non tratta direttamente delle città,che è complessa e continuamente soggetta a modifiche, ma di ciò che la città contiene; gli edifici, i colori. Elementi che sono da sempre, fatalmente, soggetti a globa-lizzazione, assomiglianze e relazioni, indipendentemente dalla latitudine geografica e culturale. IL mio lavoro è come il sogno dell'archivista in cui si fondono l'esperien-za della fotografia e la mia esigenza di revisionare continuamente temi quali quelli del "luogo" e dello "sguardo". Io sospetto che non siano tanto le persone che cam-biano le città, ma che ormai esse stesse quasi automaticamente riescono a comunicare tra loro e ad assomigliarsi sempre di più, quasi fosse una migrazione di ele-menti solidi. Gli uomini non colgono tutte le immagini contenute e non si accorgano completamente di quello che (in esse e ad esse) sta accadendo. Ho scelto di foto-grafare le città quando mi sono accorto che il concetto stesso di rappresentazione della città stava diventando quasi una forma di linguaggio.

#03 Red Building, Napoli 2002 - Courtesy Galleria Le Cased'Arte, Milano

Work in Progress, Milano 1998 - Courtesy Galleria Le Cased'Arte, Milano

#11 Torino, 2001 - Courtesy Galleria Le Case d'Arte, Milano

Raumfolgen, 2002

maranello - modena, 2003

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Un nuovo spazio d'arte contempo-ranea a Macerata. Allora è veroche non è più necessario esserenei grandi centri per fare delleproposte culturali?Penso che i grandi centri restinoposti privilegiati rispetto alla pro-vincia, ma è anche vero che oggisempre più spesso molte delleproposte culturali più interessantie innovative nascono e cresconoin piccoli centri. Dipende molto dalcontesto e anche dalla disponibili-tà di enti pubblici e privati ad inve-stire in cultura.

Da cosa è nata l'avventura diFuorizona Artecontemporanea?Dall'isolamento, dalla passione perl'arte e dalla necessità di conosce-re e confrontarsi con cose nuove.Poi mi è sempre piaciuto abbinareviaggio ed arte, e quindi perchénon creare uno spazio in cui potermaterializzare alcune delle espe-rienze e degli incontri maturati inquesti anni?

Che tipo di rapporti intratterrete

con gli altri attori della regione o,comunque, della macroarea adria-tica?Penso a rapporti positivi di scambio

e collaborazione. È ancora tutto daverificare, ma, conoscendo tra l'al-tro i notevoli costi economici di unabuona programmazione, una colla-

borazione attiva tra gli operatoridel settore è più che auspicabile.

E in città? Come vi interfaccere-te, ad esempio, con un ente chesta aumentando la sua notorietàcome l'Università?Per ora non ho ancora pensato anessun tipo di rapporto conl'Università. Come associazioneculturale vedremo in futuro sesarà possibile collaborare e rea-lizzare progetti di interesse comu-ne.

Quali caratteristiche hanno ivostri spazi espositivi?È uno spazio di circa cinquantametri quadri, due stanze utili perle esposizioni e una terza adibita adeposito. Un classico contenitoreneutro da "galleria d'arte", conmuri bianchi e pavimento di legnogrigio, situato in pieno centro sto-rico a poca distanza dalla piazzacentrale.

Siete partiti con una collettiva diartisti internazionali. Quali saranno

le prossime iniziative della galleria?Dopo questa "prima mostra" col-lettiva, a partire da metà dicem-bre, ci sarà la prima personale inItalia di Katrin Plavcak, giovaneartista di Berlino che ha alle spalleuna notevole attività espositiva(tra le altre, la partecipazione allamostra Painting on Move allaKunsthalle di Basilea nel 2002). Ilprogramma è ancora in fase direalizzazione, ma la linea espositi-va sarà quella già tracciata daquesta prima collettiva: presenta-re artisti italiani ed internazionali,senza esclusione di stili e tenden-ze, ma con una precisa ricercasulla realtà contemporanea.

u FUORIZONAVia Padre Matteo Ricci, 74Tel 0733 [email protected] 'The 1st show'fino al 13 novembre

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FUORIZONA macerata

Non siete propriamente una gal-leria d'arte…Sugar Babe è principalmente unnegozio di stile. Dietro ai creatoridi queste etichette si celano per-sone come noi: artisti che espri-mono nei capi le loro passioni.Dal graffito ai tattoo, dalla graficafumettistica al trapezio volante,gli stilisti che abbiamo scelto peraffiancare sugarbabe.org, lanostra etichetta, raccontano lastorie vissute attraverso le formee i disegni dei vestiti. CarmenGonzales, ad esempio, è una dise-gnatrice con la passione dell'inti-mo, i suoi bozzetti sono scherzosi

come le sue mutandine.La creatrice di Sumogirls,Nina, è una graffitista-ska-ter, disegna i vestiti collaptop. Con tutti questi sti-listi abbiamo parlato delnostro progetto e cisiamo trovati subito su unterreno comune.

E lo spazio espositivo?Riflette la nostra storia ele nostre passioni: musi-ca, v ideo, le immaginirock’n’roll e quelle elettro-niche, la consolle dj invetrina e le grafiche. Ognidettaglio ci rappresenta,pensiamo di interpretareuna corrente di lifestylepiuttosto diffusa e pocorappresentata in unavetrina.Come è nata l'idea di apri-re uno spazio del genere?Abbiamo aperto lo shopSugar Babe per creare edistribuire abbigliamento

con gli attributi adattial pubblico metropoli-tano. La realtà italiananon offre molto spazioalle etichette indipen-denti, nella moda comein altri campi d'espres-sione artistica. Nellemetropoli europee,invece, dove ci piacemuoverci appena pos-siamo, la gente apprez-za lo stile indipendente,cerca una dimensionepropria e i piccoli nego-zi con le creazioni deglistilisti indipendentihanno un seguito.

Bologna è stata permolti anni una bellaaddormentata delmondo dell'arte. Sista muovendo qual-cosa in questi ultimimesi?Si stanno costituendomolte associazioni e

collettivi per affinità tematiche,che convogliano un comune desi-derio di sviluppo e riconoscimen-to delle forme di espressione arti-stica in città. È vero che l'ondatastimolante della fine Ottanta-primi Novanta ora è affievolita,ma abbiamo fiducia nei cicli dellastoria...

Quali saranno le prossime inizia-tive?Stiamo raccogliendo materialevideo del circuito locale, col qualesiamo abituati a rapportarci;abbiamo intenzione di proiettarea rotazione su base periodicaquesti lavori, evidenziando di voltain volta gli autori, sia che si trattidi immagini statiche che video.Util izzeremo spesso anche laconsolle musicale nella vetrinarialzata, che ha subito riscossoun successone sin dall'apertura.

u SUGAR BABE Via San Felice, 25dTel 335 [email protected]

[info]

SUGAR BABE bologna

Avete aperto a metà ottobre ilvostro spazio a Milano. Stando adalcune statistiche si tratta dellacittà con il più alto affollamento digallerie d'arte d'Europa. Quale saràil vostro ruolo? Su cosa vi focalizze-rete?Nepente Art Gallery centra il suointeresse sulla fotografia, in partico-lare in tre direzioni: la giovane foto-grafia italiana che va sempre più con-solidandosi, la fotografia storicadell'Ot-tocento/primo Novecento(italiana ma non solo), la fotografiaamericana dagli anni Cinquanta aiSet-tanta/Ottanta del Novecentocaratterizzata da autori quali, adesempio, Brett Weston, RobertAdams, Paul Caponigro, StephenShore. Le nostre proposte cerche-ranno di integrare, con serietà ecompetenza, l'interesse del pubblicoper la fotografia.Com'è organizzato lo spazio? Quali

caratteristiche ha la struttura?Com'è composto lo staff?Lo spazio, in Via Volta vicino alla fer-mata Moscova della Linea 2, è divisoin tre sale, che riteniamo essere par-ticolarmente adatte alla fotografia.La struttura è leggera, composta daLuca Andreoni (direttore) e AntonioLa Grotta (assistente), e si avvarrà divolta in volta di collaborazioni ester-ne, italiane e straniere. La NepenteArt Gallery è inoltre parte di un pro-getto più ampio, nato poco più di unanno fa con il lavoro di Nepente, edi-tore di libri di fotografia. Vi rimandia-mo al nostro sito www.nepente.comper conoscerci meglio.

Da dove venite?Io, Luca Andreoni, mi occupo da sem-pre di fotografia, sia come autore (incoppia con Antonio Fortugno) checon l'attività professionale e di inse-gnamento. Antonio La Grotta si è

diplomato due anni fa allo Ied diTorino in Fotografia.

Quali saranno le iniziative per l'au-tunno/inverno del 2004-2005?La seconda mostra della Nag, prose-guendo con autori italiani legati allafotografia di ritratto, ospiterà MarcoDelogu e Toni Thorimbert (dal 13novembre al 4 dicembre 2004).Continueremo poi con una mostra difotografia storica e con la personaledi un importante autore americano.

NEPENTE milano

u NEPENTEVia Volta, 15Tel 02 29008422Collettiva inaugurale fino al9 novembre

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Exibart.onpaper28 nuovi spazi

Un white cube da cinquanta metri quadri a due passi dal centro. All'interno, artisti internazionali con proposte contemporanee ed originali. Dove siamo? A Londra, Milano,New York? No, Fuorizona è la nuova galleria di Macerata. Sandro Acquaticci, il proprietario, ce la racconta…

Non una galleria d'arte in senso stretto. Sugar Babe è un negozio, una boutique underground, uno spazio di tendenza con video, immagini, oggetti. Incrocio delle strade distili, graffiti, tattoo, disegni. Dove disegnatrici realizzano mutandine e skater confezionano vestiti. Nuova linfa - e ce n'era bisogno! - per il capoluogo emiliano…

Un ampio progetto nato un anno fa. Una casa editrice di libri di fotografia diventa oggi galleria d'arte a Milano. Tre sale nella centrale Via Volta ospiteranno personali,collettive, e progetti speciali con un'attenzione anche internazionale. Il direttore Luca Andreoni ci racconta la Nepente Art Gallery…

Page 29: Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 ...doc.exibart.com/onpaper/pdf/Onpaper18.pdf · Non manca una guida ai piccoli e grandi oggetti to die for, scovati in giro per

Il 30 settembre la galleria ha aper-to a Firenze, nel cuore della città.Che obiettivi si pone questo nuovospazio per l'arte contemporanea?Iniziative di arte contemporanea col-laterali ad altre di arte antica.

Lo spazio espositivo era una galle-ria antiquaria. Contate di mantene-re una quota dei collezionisti appas-sionati di arte antica?Lo scopo principale è proprio quellodi creare una categoria di personeche siano interessate contempora-

neamente all'arte antica e all'artecontemporanea.

Che caratteristiche avranno glieventi di ArtCorner nei prossimimesi? Cosa proporrete al pubblicofiorentino?Proporremo eventi su cui preferia-mo non dare anticipazioni. Sarannotutte sorprese...

Il capoluogo toscano è forse l'unicagrande città italiana a risultarequasi impermeabile agli stimoli del

contemporaneo? Che tipo di giudi-zio date sulla città? Sulle sue attitu-dini? Sul futuro?C'è molta immobilità da tutti i punti divista. Qualcosa si era mosso aFirenze con l'apertura del MuseoPecci, a Prato. Alcuni artisti si eranotrasferiti a Firenze. Penso a VittorioMessina e Rivka Rinn, ad esempio…

Cosa servirebbe?Bisognerebbe che la città di Firenzecrei denaro e diventi più ricca perchésenza denaro l'arte contemporanea

non si compra.

E per il futuro…Per il futuro quello che fa ben spera-re per l'arte contemporanea è che igiovani tendono all'acquisto piuttostoche ad orientarsi sull'arte antica.

u ARTCORNERBorgo Ognissanti 46

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ARTCORNER firenzeIl gallerista Fabrizio Guidi Bruscoli introduce un nuovo spazio nel centro di Firenze. Una ex galleria antiquaria diventa ambiente ideale per progetti episodici - ed a sor-presa - di arte contemporanea. Vediamo come…

Non siete propriamente una galle-ria, ma comunque vi siete messi adorganizzare mostre. Come si confi-gura l'attività dell'associazioneSpazi?L'associazione Spazi ha l'obiettivo dipromuovere fotografi emergenticreando un trampolino di lancio diqualità, che può essere l'organizza-zione di una mostra, la produzione diun lavoro fotografico o altre iniziative.

All'inizio dell'autunno avete comin-ciato, a Roma, con un evento in unalocation originale. Ci raccontate

com'è andata?Spazi non ha una sede fissa, ma cer-chiamo di proporre sempre lemostre in spazi funzionali al contenu-to del lavoro fotografico proposto. Lamostra di settembre Fugacità edeternità di Mika Yamaguchi, avevacome tema la valle della Caffarella,che fa parte del Parco dell'AppiaAntica, uno dei parchi più antichi diRoma. Abbiamo scelto per questamostra una location coraggiosa,come il casale dell'ex mulino all'inter-no della valle, al di fuori delle solitestrade che si percorrono a Romaper andare a vedere le mostre,"obbligando" così il pubblico a unaspecie di cammino iniziatico attraver-so la valle, dando la possibilità di sco-prire il soggetto delle fotografie,prima di arrivare a vederlo.Contrariamente alle previsioni, abbia-

mo avuto un ottimo riscon-tro di visitatori, molti attira-ti proprio dalla locationinsolita.

Quali saranno le vostre ini-ziative non-espositive perla promozione della foto-grafia?Per adesso, l'iniziativa non-espositiva in cantiere èSpazi ti collect. Collezioni divere e proprie cartolinepostali, scrivibili sul retro,che verranno distribuite con-temporaneamente in diversi museieuropei e che saranno alla portatadel pubblico gratuitamente, creandocosì una sorta di galleria itinerante.Per ogni collezione ci sarà un temaprestabilito e, ogni volta, partecipe-ranno diversi fotografi.

Si parla ormai da anni di una rina-scita romana per quanto riguardal'arte contemporanea. Avete nota-to una buona risposta alle vostreiniziative?Esiste eccome questa rinascita

romana. Per quanto riguardala fotografia specificamentec'è il Festival di FotoGrafia datre anni. C'è stata una buonarisposta a Spazi, ma credoche Roma debba ancora lavo-rare tanto per creare un"pubblico fotografico" esoprattutto coraggioso, chevada a vedere le mostreanche quando queste si tro-vano al di fuori dei soliti circui-ti.

Quali saranno le prossimemostre che organizzerete? E dove?La prossima mostra si terrà ad apri-le all'Accademia di Romania a Romae riguarderà due fotografi che pro-porranno una doppia visione dellaRomania, ma non posso dire altro…

u SPAZI www.spazi.net

[info]

SPAZI romaDa un casale nel romano parco dell'Appia Antica a migliaia di cartoline fotografiche distribuite nei musei del mondo per creare una galleria itinerante. L'associazione Spazi non è unagalleria, ma un'agenzia di promozione della fotografia contemporanea che, di volta in volta, sceglie ambienti ad hoc dove presentarsi. Ce li racconta la direttrice Annalaura Palma…

Una nuova galleria a Pescara, nelcuore dell'Italia ma con gli occhipuntati verso il fertile e creativooriente balcanico. Di cosa vi occu-perete? Come miscelerete italiani-tà ed internazionalità?La galleria avrà gli occhi puntativerso artisti provenienti da altripaesi, ma si concentrerà principal-mente su giovani artisti italiani. Lamia idea di lavoro va più verso l'e-sportazione di un buon lavoro fatto inItalia, piuttosto che verso l'importa-zione di un buon lavoro fatto all'este-ro da altri.

Esporrete essenzialmente giovaniartisti o mixerete la programmazio-ne anche con grandi nomi?La Galleria è nata per lavorare congiovani artisti e promuoverli, quindispero in futuro di fare delle mostrecon grandi nomi provenienti dalla

mia galleria e dai miei progetti.

Nuove gallerie, arte pubblica, asso-ciazioni e mostre-evento. Cosa stasuccedendo a Pescara?Pescara non ha mai perso la suacentralità nel panorama dell'artecontemporanea italiana; ultimamen-te, a mio parere sta riacquisendo unnuovo fermento dovuto alla numero-sa presenza di associazioni culturalie di gallerie intense ad esplorarenuovi linguaggi nel campo delle artivisive.

Che cos'è Whiteproject?La galleria è il prolungamento di unmio progetto curatoriale attraversoil quale in passato seguivo e promuo-vevo un gruppo di giovani artisti, orasi è consolidato in una sede, condegli uffici ed una project room doveesporre progetti site specific di arti-sti. Inoltre l'ultima mostra di ogni sta-gione espositiva sarà dedicata all'ar-chitettura e al design.

Che caratteristiche ha lo spazioespositivo dove ha sedeWhiteproject?Whiteproject ha sede nello storicoappartamento in cui visse la famigliadi Gabriele D'Annunzio dopo laSeconda Guerra Mondiale, ed è adia-cente alla vecchia Pescara. Il grandesalone è stato trasformato in unaproject room e le varie stanze adibitea salotti, uffici e studi di professioni-

sti, insomma un postoaccogliente dove potervivere l'arte contempora-nea.

Avete inaugurato il 30ottobre scorso con unadoppia personale dei gio-vani Luca de Felice eDragana Sapanjos (fino afine novembre). Qualisaranno i prossimiappuntamenti? Qualisaranno i nomi dellavostra scuderia?La prossima mostra saràla personale di Pastorello,e tra gli artisti della galle-ria ci sono: Luca De Felice,Christian Caliandro,Pastorello, GiuseppeRestano e altri con cui stointessendo dei rapporti.

u WHITEPROJECTViale Vittoria Colonna 63Tel 085 4516203

[info]

WHITEPROJECT pescaraNel cuore di Pescara. In un appartamento storico dove visse anche la famiglia di D'Annunzio. Ma con un direttore poco più che ventenne. Nasce Whiteproject, in una lingua di centroi-talia protesa verso la Nuova Europa. Ma con un'attenzione particolare alla giovane arte nostrana…

Cosa si prefiggono i commer-cianti di Cinecittàdue allesten-do nel centro commmercialeuno spazio espositivo per l'ar-te contemporanea? Quali sonoi primi obiettivi? D'immagine,culturali, la ricerca di un nuovopubblico di nicchia ma interes-sante commercialmente?Ritengo che la novità di quest'i-niziativa per i commercianti, èpoter dare un omaggio "cultura-le" ai loro clienti, molti dei quali,probabilmente, avranno così illoro primo incontro con l'artecontemporanea. Nel quartiereTuscolano, inoltre, così come

nelle zone periferiche dellacittà, solitamente non esi-stono intrattenimenti artisti-ci. Cerchiamo di colmarequesto vuoto

L'iniziativa si configuracome un unicum o avetenotizia, in Italia, di altreavventure simili in shop-ping center come il vostro?Non mi risulta esista unospazio espositivo dedicatoall'arte contemporanea inalcun centro commercialein Italia.

La prima mostra, che inauguravenerdì 19 novembre, è dedicata algrande Tano Festa, protagonistadel periodo Pop romano.Continuerete sulla linea del con-temporaneo storico o ci sarà del-l'altro?Cinecittàdue arte contemporaneadedicherà mostre ad artisti contem-poranei che saranno invitati a pre-sentare lavori inediti che inevitabil-mente si dovranno confrontare conuno spazio così particolare. Sarannoorganizzate, inoltre, mostre sui piùgrandi fotografi italiani.

Quali sono le caratteristiche degli

spazi espositivi?Lo spazio espositivo si trova ad unlivello superiore rispetto al piano deinegozi. Ha una superficie di circa tre-cento metri quadri articolata in ununico ambiente semicircolare, nelquale filtra luce naturale.

u CINECITTADUE Via Palmiro Togliatti 2Tel 06 7220910Mostra di Tano Festa dal 19novembre al 29 gennaio

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CINECITTADUE romaImmerso tra negozi, boutique, supermercati e megastore di elettrodomestici spunta uno spazio dedicato all'arte contemporanea. Cinecittàdue artecontemporanea nasce in quello che è stato il primo shoppingcenter di Roma, eretto alla fine degli anni Ottanta non lontano dai gloriosi studios cinematografici. Si parte con una mostra di Tano Festa, Stefano Toti - ideatore e coordinatore - ci racconta tutto il resto…

Exibart.onpaper 29nuovi spazi

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Come nasce il nuovo extraspa-zio di Trastevere? Per caso. Con gli amici MassimoMininni e Norberto Ruggeri dellaS.A.L.E.S. abbiamo trovato unnuovo spazio più confacente allenuove esigenze della loro galle-ria. E così, come quando ci siaccorge di avere spazio extraper ospitare un amico, ho pen-sato di utilizzare l'area della gal-leria a Trastevere per un pro-getto che avevo in mente datempo.

Quale è la filosofia che tianima?Per spiegarlo mi affiderei alleparole di un uomo che stimomolto, Stuart Hall. Desideroinfatti coinvolgere nella mia ideatutti coloro che sono "gli agenti

reali di una specie di globalizza-zione dal basso legata alla diffe-renza, all'eterogeneità, al plura-lismo, che non intende sottosta-re a una forma artistica, nonviene più inglobata da un lin-guaggio artistico piuttosto cheda un paradigma politico, dauna forma di Stato o da unostile economico rappresentan-do l'avvento di un mondo multi-polare e genuinamente globale,opposto al mondo neoglobale".

Chi è Guido Schlinkert?Raccontati!Sono nato in Germania, ho stu-diato all'Accademia di Monacodi Baviera e, nei tardi anni '70,regia cinematografica a NewYork. Dopo varie collaborazionicome art director nel cinema,

ho cominciato ad esporre il miolavoro di artista a partire dal1985. Portando avanti negli anniuna ricerca incentrata sulla cultu-ra dell'Africa ed in particolaredell'Africa Occidentale, ultima-mente ho lavorato anche comecuratore..

Apri in una zona ricca di gallerie.

Avete in animo collaborazioni esinergie con "gli altri"?Sicuramente. Sono l'ultimo arriva-to ma tanto per iniziare mi sonosubito accordato con i vicini diVolume! per far coincidere la miainaugurazione di Stalker e la lorodedicata a Felice Levini. In futurosi vedrà...

Dopo quella dedicata al gruppoStalker - che ha inaugurato lospazio il 28 ottobre - qualisaranno le prossime tappe?Dicembre: Farhad Moshiri (Iran);Gennaio: Toma MutebaLuntumbue (Congo/Belgio);Marzo: Samuel Fosso (RepubblicaCentrafricana); Maggio:Moshekwa Langa(Sudafrica/Olanda)

u EXTRASPAZIO Via s. Francesco di Sales [email protected] Tel 06 68210655fino al 27 novembre"Stalker - SpaceExperiences"

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EXTRASPAZIO roma

Da una grande famiglia di edito-ri all 'apertura di uno spazioespositivo. Quali le tappe di que-sto percorso?Reputo con certezza editoria emercato dell 'arte due sistemiseparati e distinti. Hanno incomune uno strumento: i l"magazzino". Un difficile obiettivodella Curcio Homegallery è crea-re un magazzino i cui artisti sianoriconosciuti nella storia dell'arte. Intellettualmente un'opera d'arteè uno stimolo alla ricerca librariaprincipalmente sulla storia dell'u-manità. Questa è l'unica complici-tà fra due materie che assumonotalvolta un carattere magico.

Che caratteristiche ha lo spaziodella Homegallery?Lo spazio espositivo è stata unasoddisfazione, arrivata oltre leaspettative personali ed il merito

va anche all'architetto Luciano DeLuca. Vi è poi una grande terraz-za in via di elabo-razione. Questo,credo, gratifiche-rà il pubblicodato che le gran-di mostre d'artes t o r i c a m e n t esono state corre-late ad importan-ti spazi architet-tonici.

Nonostante lac o l l o c a z i o n e' d o m e s t i c a 'sarete una galle-ria a tutti glieffetti? Avreteuna vostra scu-deria di artisti,vi presenteretealle fiere?

Saremo una 'fucina trendy' chepromuoverà una ristretta cerchia

di artisti stabiliti ed affermati sulmercato, consolidati dalle case

d'asta nazionali. Lahomegallery pro-muoverà gli artistiverso le gallerie ele case d'astai n t e r n a z i o n a l i .L'intenzione è quel-la di fare un lavoroduraturo e rifinito.U n ' a s p i r a z i o n eimportante dellahomegallery èimpaginare uncatalogo monogra-fico e proporlo amusei storici elibrerie specializza-te.

Dopo la mostrainaugurale dellaartista Lidia

Bachis, quali saranno le iniziati-ve per l'autunno-inverno 2004-2005?Il tentativo di acquisire opere sulmercato americano durante l'art-show a Miami Beach, in Florida.Ho un particolare interesse per leserial edition di RobertRauschemberg. Poi sosterròmolto probabilmente il capitoloterzo di Dobermann sotto formadi videoarte di Lidia Bachis.

CURCIO HOMEGALLERY roma

u CURCIOHOMEGALLERYvia Appennini [email protected] 06 8548790Fino al 4 novembre LidiaBachis

[info]

Exibart.onpaper30 nuovi spazi

La galleria Sales si trasferisce nei pressi del Colosseo e lo spazio di Trastevere rimaneva un esubero, un extra. Ecco come nasce extraspazio. Ce lo racconta il direttore,Guido Schlinkert. Con le parole di Stuart Hall…

Dall'editoria all'arte contemporanea. Con tante differenze e con un punto di contatto. Alfonso Curcio ha inaugurato la sua homegallery in un quartiere signorile ed ele-gante della capitale. Uno spazio domestico griffato dall'architetto Luciano De Luca che vuole essere una 'fucina trendy'. E che vuole aprirsi all'estero…

Apre a Bologna la Galleria 18,cosa c'è alle spalle di questaesperienza espositiva?La Galleria 18 nasce dalla passio-ne artistica del suo promotore,l'editore Cristiano Giraldi, che hasempre coltivato questo interes-se producendo libri d'arte a tira-tura limitata e frequentando i'luoghi dell'arte'.

Quali saranno gli obiettivi dellagalleria, in che rapporto si porrà

rispetto agli altri spazi bologne-si? Con quali avrà un dialogo?La Galleria 18 intende dare spa-zio agli artisti emergenti delle artiplastiche, curando per l'artistatutte le necessità pubblicitarie eorganizzative. I rapporti con lealtre realtà artistiche bolognesisono in 'costruzione': crediamoche le collaborazioni siano neces-sarie ed in questa direzione ci

siamo già adoperati collaborandocon Piziarte di Teramo e conGuidi & Schoen di Genova.

Le mostre presentate dallaGalleria 18 avranno un qualchetipo di rapporto con l'attivitàdella Rarebooksgirardi?No, ma abbiamo un progetto diulteriore promozione dell 'arte,inserendo alcune opere degli arti-

sti della galleria nella nostra col-lana narrativa

Quali saranno le iniziative deiprossimi mesi dell'autunno-inverno 2004-2005?Tutto il calendario è già completo.Saranno quasi tutte personali. DaAntonella Cinell i a DarioArcidiacono, da Franco Cioni aMassimo Amadesi..

GALLERIA 18 bologna

u GALLERIA 18 Via San Felice [email protected] 051 272290

[info]

Bologna sta rinascendo, piano piano, grazie alla contaminazione. Tra arte, glamour e design, oppure, come in questo caso (e come nel caso della casa editrice Damiani),tra arte ed editoria. Dal germe della casa editrice Rarebooksgirardi nasce la Galleria18. Ce la racconta il direttore…

Vieni da una notevole esperien-za e tradizione galleristica,come mai è nata l'esigenza diCorsoveneziaotto?Ho lavorato per diciotto anni allaGalleria d'Arte Tega, che si occu-pa d'arte moderna e contempo-ranea italiana e internazionale,con Giulio Tega. Corsoveneziaotto è uno spazioespositivo nato per privilegiareartisti contemporanei.

Quali sono le caratteristichedello spazio espositivo?Sono 300 metri quadri dispostisu due livelli, il primo riservatoalle mostre, il superiore destina-

to ad accogliere un magazzino "avista", concepito con un meccani-smo a binari, per consentire lavisione delle opere non espostein galleria.

Corsoveneziaotto aderisce all'i-niziativa Impattozero della rivi-sta "Lifegate"? Di cosa si trat-ta? Siete apripista in questosenso per quanto riguarda legallerie d'arte?Sì, sono la prima galleria adimpatto zero. Ciò significa calco-lare le proprie emissioni di anidri-de carbonica e compensarle con-tribuendo a riqualificare e a tute-lare foreste in crescita.

Christo e Jeanne-Claude (inmostra a Corsoveneziaotto)hanno aperto le danze per latua galleria. Cosa ci riserveraiper il futuro?

Tra le prossime mostregià in programma segna-lo, a metà dicembre, lapersonale di SergioPappalettera, graficomolto noto tra i musicisti(sono suoi i progetti dellecopertine dei dischi dicantanti come Jovanotti,Battiato, Laura Pausini ePino Daniele), mentre, inseguito, in collaborazionecon la GalleriaCannaviello, accogliere-mo le opere dell'artistafigurativo Davide LaRocca.

CORSOVENEZIAOTTO Corso Venezia 8028052151fino al 15 dicembre: Christoe Jean-Claude

[info]

CORSOVENEZIAOTTO milanoI progetti di Christo e Jean-Claude per una nuova galleria di Milano. Ben trecento metri quadri ecosostenibili - la galleria aderisce al pro-getto Impattozero di Lifegate - sono il regno di Alessandra Passera Tega. Che dopo diciotto anni alla Galleria Tega si mette in proprio…

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Exibart.onpaper 31speisis

Situata nel cuore della città, la Galleria Maze, diretta da Riccardo Ronchi e Luca Conzato, ha sede dal 1999 al pianterreno di un palazzo d'epo-ca. L'edificio, probabilmente in origine un'abitazione privata, fu poi trasformato in una fabbrica di flipper. Evidenti sono le contaminazioni tra la pree-sistente struttura - l'aspetto e la cura nei dettagli fanno pensare a una residenza borghese o nobiliare - e i successivi interventi moderni, tipici diun'architettura industriale. 300 mq, l'ampiezza complessiva dello spazio.Il corridoio e le quattro stanze che si aprono sui lati (magazzino, ufficio, un piccolo spazio espositivo, la sala riunioni con parte della collezione)hanno pavimenti in cotto - piastrelle geometriche bianche e rosso bruno - e soffitti a volta su cui permangono tracce consunte di affreschi. Solo iltetto della sala riunioni conserva segni riconoscibili di decorazioni liberty. Sono stati mantenuti gli originari infissi in legno, ridipinti di bianco. Il pic-colo giardino interno - delimitato da vetrate con vecchi infissi in ferro - collega questa prima zona all'area espositiva principale. Una sala rettango-lare ampia, muri bianchi, pavimenti grigi in cemento, lucernari al soffitto: qui hanno luogo allestimenti più complessi e installazioni di grandi dimen-sioni. L' illuminazione è affidata a dei fari alogeni, tecnici e robusti, in accordo con l'ambientazione fredda e rigorosa. Un design essenziale anni '60caratterizza invece le plafoniere bianche che diffondono, nelle stanze residenziali, una luce naturale. (helga marsala)

Galleria Maze - Torino, Via Mazzini 40

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Adrian Paci - Slowly / Turn on

Video, semplici, ma suggestivi, quelli diAdrian Paci. Dalla gabbia dell'emargi-nazione alla disperazione di chi cercaun lavoro e non ha nulla a cui aggrap-parsi. Due racconti brevi, per far par-lare i drammi del nostro tempo...

L'utilizzo di due spazi espositivipotrebbe sembrare eccessivo perdue video di quattro minuti ciascu-no, ma la suggestione creata dainuovi lavori di Adrian Paci (Scutari,Albania, 1969; vive a Milano) giusti-fica appieno tale dispiego di mezzi.Slowly, esposto alla galleriaKaufmann su uno schermo sospe-so, presenta un interno familiaredove una donna anziana, pur essen-do il soggetto su cui è rivolta l'atten-zione dello spettatore, resta sullosfondo, esclusa dalla conversazionefra due uomini più giovani, evidente-mente suoi familiari. La scena ènotevolmente rallentata e la donnasembra così dibattersi nel tentativodi inserirsi in un discorso cui forsenon è nemmeno davvero interessa-ta. La staticità del video è compen-sata dal pathos creato dalla musicacomposta da Steve Piccolo e GakSato (che hanno anche compiutouna performance musicale in occa-sione dell'inaugurazione): è la cre-scita d'intensità delle dissonanzedella colonna sonora a creare l'atte-sa di un accadimento che non arri-va.Presso Viafarini è proiettato a tuttaparete Turn on. Sulle gradinate diuna piazza di Shkoder, in Albania,numerosi uomini disoccupati sonosoliti radunarsi in attesa dell'offertadi un lavoro; Paci li ha fatti "posare":la prima parte del video si componedi primissimi piani dei volti dei prota-gonisti, successivamente ciascunodi loro accende una lampadina conl'ausilio di un generatore. Il rumoredi tali generatori fa da imponentecontraltare sonoro dell'immagine; labellezza dell'immagine - statica etesa al tempo stesso - è notevole.Questi nuovi lavori si situano nellascia di alcuni precedenti video del-l'artista, come A real game (1999),in cui la figlia dell'artista racconta lasua esperienza di bambina italianafiglia di genitori immigrati, ePiangitrice (2002), in cui Pacimostrava l'usanza albanese di paga-re "piangenti professioniste" per lamorte di un congiunto (Paci fecepiangere la propria morte, alzando-si dal letto alla fine del video). Ma lacapacità di sintesi, formale ed emo-zionale, è maggiormente sviluppatain Slowly e Turn on. Qui emerge pre-potentemente la caratteristicaassociazione con temi di rilevanzasociale, sublimati, però, in unasospensione formale, comunquemolto pregnante. È evidente l'empa-tia nei confronti dei lavoratori inTurn on, così come il rimando sim-bolico dei generatori alla forza lavo-ro (sprecata) dei protagonisti delvideo. Ma l'eleganza, la suggestività,l'imponenza della composizione del-l'immagine mitigano l'incombere diquesti temi "pesanti". Lo stesso valeper la gabbia di solitudine delladonna anziana: forse le situazionisottolineate da Paci valgono comeuniversali, in cui ognuno può metafo-ricamente riconoscersi. I protagoni-sti dei due video interrogano lo spet-tatore, ma senza guardarlo negliocchi.

[stefano castelli]

Mie Yim - Who Killed Bambi?

Ofelia alle prese con Shakespeare eWinnie the Pooh. Bambi sodomizzatodal coniglietto. Roba che a Disney sisarebbero drizzati i capelli. E invecesuccede nei pastelli di Mie Yim...

Alla sua prima personale in ItaliaMie Yim (Seoul, 1963. Vive a NewYork) ha scelto d'intervenire diret-tamente sullo spazio della galle-ria, non limitandosi ad esporre isuoi disegni a pastello su cartabianca o colorata (2000-2004) esu legno (2001-2004), oppure ipiù datati oli su lino (1998). Hainfatti realizzato un grande wallpainting cui una fabulosa Ofelia sibarcamena fra Shakespeare eWinnie the Pooh. Per quantoriguarda gli altri lavori, di dimen-sioni assai differenti fra loro, quelche è immediatamente evidente èuna costante "esplosione acida dicolore", come dichiara la stessaartista nella chiacchierata conGabriella Seruso contenuta nelcatalogo, che pare un vero librod'artista. A questo trattamentocromatico si accoppiano temati-che fiabesche, popolate da etereipersonaggi zoo- e antropomorfi.Tuttavia, tale atmosfera zucchero-sa spesso s'increspa nervosa-mente, dando luogo a un effettouncanny di profonda inquietudine,come testimoniano anche i titoli dimolte opere. Per esempio,Slumber Party (2000) mostra unbambino di tre quarti con le nati-che scoperte, dal volto triste esovrastato da una figura più gran-de, vestita da orsacchiotto. O,ancora, in Long Ago, Far Away(1998) un abbozzo di paesaggiomontano è focalizzato su una cop-pia di orsi antropomorfi distesil'uno accanto all'altro, come dopouno sconcertante amplesso. Ilsentimento perturbante si fa piùcomplesso nei lavori composti inserie di tre o quattro piccolipastelli, mentre il supporto dellegno in Baccus (2001) ha comeprotagonista una creatura mater-na che stringe con violenza un pic-colo felino dagli occhi spauriti.Quello che Yim definisce "un gioio-so flusso di coscienza" strizza l'oc-chio più alla coppia Carroll/Freudche a Walt Disney. Proprio il"significato opposto delle paroleprimordiali", parafrasando un gio-vanile saggio del padre della psi-canalisi, consente di cogliere l'am-biguità espressa nei titoli dei lavo-ri e nei soggetti dipinti. Al pari delpharmakon, che senza soluzionedi continuità è medicamento eveleno, gli animaletti dell'artistasono simili ai conigli rosa assassi-ni di bonelliana memoria. Possonofluttuare nel nulla come in Limbo(2004) o incombere minacciosicome in Ba-da-ba-bum (2004).Il concetto che si pone al centrodella ricerca di Mie Yim è dunquequello di una identità liquida - perusare un'espressione del sociolo-go postmodern Zygmunt Bauman- che, sfrondata dalla retoricatardo-capitalistica, si rivela esse-re mera schizofrenia attitudinale.Che non va certo curata farmalo-gicamente, ma affrontata allaradice. Come frutto di un assettosocio-culturale che cambia disegno anche alle realtà che cre-devamo più incontaminate.

[marco enrico giacomelli]

Pierluigi Calignano

Disegni escheriani, progetti per scultu-re irrealizzabili, orbite cartacee, archi-tetture avveniristiche, graffiti a mo' dimandala. E quindici faretti psichedelici.Calignano lo scultore? Non solo.Guardare per credere. Per esempio,questa personale a Torino…

Un Pierluigi Calignano (Gallipoli,1971. Vive a Milano) piuttosto inedi-to e recente. Disegni a penna e lavo-ri a smalto su carta, tre "installazio-ni", due lavori su moduli di cartoncinofustellato costituiscono il volto dellamostra torinese, dopo le presenze diCalignano soprattutto in Lombardia,fra l'altro con una personale daAntonio Colombo e la partecipazioneal progetto di arte pubblica "Z.A.T. -Zone Artistiche Temporanee" aGallarate.I due Progetto per scultura rimanda-no all'attività per cui l'artista è piùnoto. Si tratta di articolazioni mono-cromatiche dello spazio messe inatto da un'apposizione puntinistadello smalto su grandi fogli di cartaruvida. Un trattamento geometricoche nella sua complessità pare caoti-co. In questo senso, stridente con ilresto delle opere presentate. A parti-re dai diciassette disegni a biro dellaserie Bestie (costituita in totale da uncentinaio di opere), in cui le forme dacolorare per bambini, riportate sulfoglio in maniera speculare, ricorda-no - con un medley felice - la compe-netrazione fra una semplificazione diEscher e l'ossessività delle vascheda bagno di Jan Fabre.Un approccio ingegneristico emergenei due Studio prospettico, struttureavveniristiche e incompiute realizza-te a matita, poi parzialmente ripassa-ta con la penna a sfera, utilizzandocome supporto imballaggi in cartonedecomposti. Infine, le due installazio-ni: da un lato, 15 psichedelici guarda-no il muro è composta da altrettantifaretti modulari schermati in manie-ra tale da proiettare sulla ravvicinataparete luci multicolore; dall'altro, Peralimenti, con la consueta ironia del-l'artista, descrive sul muro l'orbita diun pianeta, utilizzando sottobicchieriin carta dalle decorazioni multicro-matiche spillati in modo concentrico.Nel percorso costruito con questilavori, tutti datati 2004, è in gioco loscarto fra un certo sarcastico rigoreesecutivo-formale e l'uso di mezzitecnici volutamente "inadatti" eapprossimativi, come emerge anchedal graffito mandalico 3/3/5/5.È quell'attitudine "progettuale" e quel-la "poetica del bricolage" che MarcoSenaldi non manca di notare nelcatalogo. In questo senso, l'intellet-tuale piacentino sottolinea comeCalignano si distingua in tal modo dalrealismo, dall'iperrealismo e dal sur-realismo, tanto da poter essere s-definito "iporealista". Un termine cheprobabilmente sentiremo ancora,sperando che non tradisca il suosignificato cristallizzandosi, ma pro-segua imperterrito la sua parabola.Sempre e inevitabilmente instabile,sospeso fra langue e parole. Comel'orbita di un pianeta cartaceo.

[marco enrico giacomelli]

David Fagioli - S.T.

Una sola scultura mutante.Un'atmosfera allucinata ma - aben guardare - familiare, fattad'artigli scuri e chiare allusioni.Tra simboli antichi e sirenemetropolitane, una riflessione informa di crocevia. Ma un croce-via molto, molto italiano…

Stavolta alza il tiro, David Fagioli(Roma, 1968. Vive a Bruxelles).Accoglie, nel buio luccicante dellaromana notte bianca, nascondendo -chissà dove - il giallo davvero metro-politano di un faro rotante che, petu-lante, insieme allarma e avvolge. Ci sifa incontro, all'ingresso in galleria, colpendio di una rampa disposta fron-talmente - di quelle cui ci ha abituatiun paesaggio urbano fatto di improv-visi saliscendi, di dislivelli più o menolievi (più o meno civici) - come a sug-gerire che la città - quella vera, nonquella reale - se ne sta là dentro, fraquattro mura. Infine, digrignando identi (ovvero lo sguardo), ci scrutaattraverso la forza scultorea di unpersonaggio solenne eppure grifa-gno, divaricato più che metamorfico(per metà littorio e per metà memo-re della vertigine manierista, certomolto italiano), issato nel bel mezzodello spazio espositivo - solo in appa-renza come la più retorica delle sta-tuine risorgimentali.Le rampe si scoprono essere benquattro, ed è piuttosto facile - obbli-gati come siamo a circondarle, anzi-ché a percorrerle - riconoscervi ibracci di una grossa, taciturnacroce, disposta a terra come a deli-neare l'ambiguità tutta concettualedi un insolito marciapiedi. Così, adessere architettato è un itinerariovero e proprio, teso e centralizzatoma ondeggiante di inquietudine,lungo il quale stanno in agguato tregrandi primi piani a parete cheincombono rassicuranti, col lorofiero segreto, come al cinema. O, permeglio dire, come su colossali scher-mi televisivi: quasi momenti di unasmisurata ripresa che mentre avvici-na di fatto isola, deforma, mistifica. Inquesto caso tacendo (accerchiando)proprio la manifesta ambiguità dellacreatura appollaiata esattamentequi, al crocevia, davanti ai nostriocchi di testimoni.David Fagioli prova a parlarci, insom-ma, ma all'insaputa di molti (da unin-vited guest nella festa di tutti), pro-prio della piazza. Della piazza, però,così come è tornata a presentarsioggi: nuovamente irta, cioè, di storia,simboli, tensioni; minacciata, unavolta di più, dalla brutalità di un desti-no irrimediabilmente monumentale.E lo fa rigorosamente, attraversopochi, semplici colpi; provando, in unacolta e avvelenata riflessione, a met-tere "il dito nella piaga" (che è quantosuggerisce il titolo del testo cheaccompagna l'intervento, scritto daLorenzo Canova). Fino ad invocare -ancorché Senza (alcun) Titolo, comeda lui stesso apertamente dichiarato- la figura di San Tommaso mentresgrana gli occhi.

[pericle guaglianone]

Go East!

Go west, diceva un celeberrimobrano dei Pet Shop Boys. Questavolta invece si va ad Est. Ma lonta-no dai luoghi comuni. Tra branchidi lupi non troppo felici e fashionvictim che danno fuoco all'ultimacollezione haute couture. DaiBalcani, con amore…

Un lupo si accinge a scendere le scale.Il corpo abbozzato in gesso lascia tra-pelare, in alcune parti, le interiora digarza. Il resto del branco è rimasto inuna zona del piano interrato, ricopertada lastre d'acciaio brunito, su cui è tra-scritta una poesia. Sono versi strug-genti di Matija Beckovic e narranocome i cacciatori nordici eliminasseroi lupi piantando una lama insanguinatae affilata nel ghiaccio. L'animale affa-mato, lappando il liquido, si feriva la lin-gua, facendo sgorgare altro sangue.Così, in un'iterazione mortale, era con-dannato a morte. La conclusione èamarissima ed inevitabile: "Essendocosì i lupi / i più difficili da cacciare /come saranno gli uomini / e i popoliinteri / e soprattutto il nostro / che disangue proprio / non si sazia mai".Nel sottoscala un altro lupo è riversosulla schiena, moribondo; intanto unvideo proietta le immagini degli anima-li reclusi nello zoo di Belgrado: affama-ti, si muovono senza sosta, in preda adun parossismo evidente. La giovaneserba Jelena Vasiljev (Zrenjanin,1976. Vive a Milano) - che ha presen-tato questo work in progress nel2003 alla galleria 10.2! e, fra l'altro,ha partecipato alla collettiva sul Sacroalla galleria San Fedele di Milano - hagraffito ancora lupi su una parete, acui fanno da complemento alcuni dise-gni da vedere in un portfolio. Infine - oall'inizio - di fronte alla porta d'ingressodella galleria è poggiata una scultura innegativo di un altro lupo, un vuotomaterico dai chiari riferimenti miche-langioleschi.Altrove, un'urna trasparente contienele ceneri di alcuni capi d'alta moda.Costituivano una collezione della bulga-ra Mariela Gemisheva (Kazanlak,1965. Vive a Sofia), che presenta ilvideo Fashion Fire. The nice thing ofone decent Beauty Queen (2003).Parrebbe il report da una passerellacome tante altre, ma le indossatrici -che sfilano nel cortile di una stazionedei vigili del fuoco a Sofia - alla fine bru-ciano ogni capo. Un atteggiamentoprogrammatico, che da sempre con-traddistingue l'approccio tutt'altro chebeecroftiano dell'artista rispetto almondo patinato della moda. E dire cheGemisheva è proprio una stilista, chetuttavia non lesina critiche al proprioambiente, come ha testimoniato inaltre occasioni, per esempio facendoindossare una collezione a sua madre.Al piano superiore, Miha Štrukelj(Ljubljana, 1973) espone i suoi oli sutela, spesso quadrettati da un visibilespago posto sul supporto. DaChernobyl Infinity (2004) a VirtualCockpit I (1999), per risalire aiSelfportrait (1997) e a Ultrasound(1998), lo sloveno - presente alla 49°Biennale di Venezia - mostra unacoerente ricerca sull'immagine tecno-logica. Ma quello che preme maggior-mente non è tanto la pur sempre vali-da riflessione sull'inflazione dello shockvisivo. La questione è anche di altranatura e - come similmente fa PabloPerra - si concentra sulla discrasia frail presunto real time dei media "con-temporanei" e la lentezza della pittura.Così finisce per entrare in gioco unrapporto differente non solo con latemporalità - vissuta al di là di quellaretinica - ma anche con la memoria, abreve e lungo termine.

[marco enrico giacomelli]Slowly - Galleria Francesca Kaufmann

Via dell'Orso, 16 (zona Brera)Tel 02 72094331

[email protected] on - Viafarini

Via Farini, 35 Milano Tel 02-66804473/69001524

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Galleria Francesca KaufmannViafarini

Fino al 3 novembrePiazza Vittorio Veneto, 1-3

Da martedì a sabato 10.00-12.30/16.00-19.30

Ingresso liberoTel/fax 011 8122927

[email protected], www.in-arco.com

Catalogo italiano-inglese

Galleria In Arco

A cura di Marco SenaldiVia dei Mille, 38 (zona Borgo

Nuovo)Tel/fax 011 8395911

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Catalogo italiano-inglesedisponibile con un testo di

Marco Senaldi

Carbone.to

Fino all'11 novembreA cura di Lorenzo Canova

Via de' Soldati, 25/aIngresso libero

Tel/fax 06 [email protected], www.galle-

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Corso Vittorio Emanuele II, 90Tel 011 19700031, fax 011

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Gas Art Galley

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Exibart.onpaper32 déjà vu

Page 33: Sped. in A.P. 45% art. 2. c. 20 let. B - l. 662/96 ...doc.exibart.com/onpaper/pdf/Onpaper18.pdf · Non manca una guida ai piccoli e grandi oggetti to die for, scovati in giro per

Marco Verrelli - Il segretodelle cose

Il tram, di notte. Il dettaglio di unaconduttura dell'acqua. Il tunnel del-l'aeroporto. Paesaggi urbani, parti-colari trascurabili, scorci ordinari.Messi a fuoco con precisione foto-grafica. E virati in una dimensionesospesa fuori dal tempo…

È un'atmosfera sospesa, immota,fuori dal tempo quella che emanadalle tele di Marco Verrelli (Roma,1961. Vive a Roma): dove lo sguar-do analitico dell'artista sembracomporre un catalogo dettagliatodell'habitat contemporaneo (conpiglio quasi fotografico), l'adesionealla "pelle delle cose" e il prelievochirurgico dell'oggetto accentuanoil mimetismo, virandolo in chiavesurrealista. La precisione impecca-bile con cui è registrata la realtàtende, infatti, a decantarla in unadimensione onirica. Come nell'ossi-moro magrittiano di Questa non èuna pipa contrapposto all'immagineiperrealista, i dipinti di Verrelli forza-no i limiti del vero per trascenderel'ambito fenomenico. Perciò, l'isola-mento del dettaglio, espunto dal suocontesto originario, lo fa slittareprecipitosamente nel vortice dell'e-sistenza psichica.A tale riguardo è sintomatico il qua-dro La trahison des images (2004),che mostra il tubo di una conduttu-ra idrica su un fondo aurorale,bagnato da una luce velata e bru-mosa. L'alta fedeltà della rappre-sentazione è turbata dalla viteinspiegabilmente sospesa nel vuotoe disgiunta dall'impianto, veicolo diun flusso metaforico e privo di fun-zionalità. Il tram racchiude a suavolta l'idea di un movimento circola-re e ripetitivo, fonte di spossatezzae alienazione. La vettura scivola len-tamente nel buio pesto di un nottur-no romano, rischiarato dai lampioniche accendono di riflessi psichedeli-ci il colorito acidulo delle lamiere.All'interno si scorgono appena lesagome fantasma dei passeggeri,dissolte nell'atmosfera liquida e sfo-cata che domina la scena. Il viaggio,dunque, è esaltato in quanto produ-ce uno scarto dalla realtà, aprendouna forbice tra la concretezza delqui-ora e il differimento spazio-tem-porale dell'altrove. Il trasporto impli-ca, infatti, la condizione ineffabiledell'attesa, suggerita dalla figurache s'inoltra in un tunnel dell'aero-porto verso il Primo orizzonte, titoloemblematico dell'opera (2001).In questa parentesi ovattata, total-mente segregata dal mondo ester-no, l'unica interfaccia possibile è lapropria identità. Come in un'installa-zione a circuito chiuso, più si tentadi raggiungersi, più ci si allontana.L'essenza dell'uomo è, allora, quelladi un nomade alla continua ricercadi sé, per cui il viaggio costituisce ladimensione più idonea e familiare.Non a caso, i grattacieli, monumen-ti della Babele postmoderna, segna-no un percorso ascensionale cheesprime il bisogno d'involarsi al disopra di tutto: per affacciarsi al"primo orizzonte", sulla soglia dellacoscienza.

[maria egizia fiaschetti]

Gea Casolaro - Volveratràs para ir adelante

Una personale ripercorre la produ-zione della fotografa romana. Daiprimi studi sui non luoghi fino all'ulti-mo video, ambientato a BuenosAires. Il viaggio come mezzo cono-scitivo, esplorazione entusiasta estrumento di indagine sociale…

Ha fatto del viaggio la sua dimensio-ne ideale e necessaria, il perno ditutta la sua ricerca (non a caso i suoispostamenti subiscono costantemappatura nella rubrica geagrafietra le pagine di "Exibart.onpaper"): unpercorso di dedizione alla differenzae all'incontro, un'esplorazione di terri-tori e storie da cui attingere senzasosta. Strade, paesaggi, volti scovatiper caso... Non solo reportage, dun-que, nel lavoro di Gea Casolaro .L'attitudine all'osservazione e allaconoscenza s'innesta su processi difruizione personale e intima, condu-cendo una riflessione sul ruolo e lafunzione del ricordo, dell'ascolto, delracconto, sul rapporto tra consisten-za della cosa e statuto dell'immagine.La personale al teatro India regalauno spaccato della sua produzione.Nella serie Maybe in Sarajevo i segnidelle devastazioni post-bellichelasciano il posto a scorci urbani chenon coincidono con l'immagine ste-reotipata della città. Ogni foto prendeil nome di una diversa città delmondo - evocata nell'aspetto e nell'at-mosfera - restituendo la bellezza e l'e-nergia di un luogo che vuole sopravvi-vere alla sofferenza.Il polittico Ricordando E. Hopperappartiene al ciclo ispirato ad alcunimaestri della storia dell'arte: sceneritagliate dal flusso degli eventi, sot-tratte alla casualità del quotidiano,richiamano le ambientazioni difamosi dipinti. Non tanto la volontà(banale) di trovare corrispondenze,quanto una riflessione sulla capaci-tà plastica della mente di modellarela realtà su immagini artificiali inca-merate e stratificate.Prezioso il lavoro To feel at home.Agli abitanti di due Paesi confinanti,Germania e Repubblica Ceca, vienechiesto di descrivere l'esterno dellapropria casa. L'artista accosterà poiai testi originali le fotografie di abita-zioni corrispondenti, situate dall'altraparte del confine. Un intreccio di livel-li e di chiavi di lettura che, muovendodal concetto/realtà di frontiera,gioca col tema dell'oggetto e dellasua rappresentazione.Nella stanza adiacente la recenteopera video, Volver atràs pasa ir ade-lante. Buenos Aires, 2003: un'inqua-dratura fissa riprende la corrente dipassanti che transitano di fronteall'ingresso di un centro commercia-le. La scena viene alterata da uneffetto di slow rewind: gli "attori"inconsapevoli camminano all'indietrodescrivendo un tempo surreale. È iltempo della memoria irrisolta, del-l'oggi risucchiato verso una storiatrascorsa ma ancora incombente.Un tempo nullo, una risultante sospe-sa e concettualmente immobile. Duebande dello schermo riportano stati-stiche economiche, politiche e socialisul periodo della dittatura e sull'at-tuale crisi in cui versa l'Argentina.L'audio in presa diretta - il brusiodella folla confuso con le voci deimanifestanti che protestano per ilblocco dei conti bancari - contribui-sce all'effetto di stordimento. Sullaschermata nera finale una didascaliaaiuta a ricomporre il senso. Il centrocommerciale era uno dei centri didetenzione in cui si consumavanotorture durante il regime.

[helga marsala]

Gianfranco Milanesi - Gesti

Ditelo con… un gesto. Come faGianfranco Milanesi. Gesti fossiliz-zati nella cera. Lasciati sedimenta-re e poi riportati a galla, per via dilevare. Riscoperti, ognuno come unresiduo prezioso. Una serie di sto-rie raccontate con pochi tratti dinero. Tra icona ed emoticon...

È singolare che, allorché si trattò direcuperare alla parola scritta lacapacità di espressione sintetica del-l'emozione, la sofisticata cultura ver-bale che abbiamo elaborato nei seco-li non sia stata in grado di produrreniente di meglio di una concisa rap-presentazione iconica del gesto edell'espressione corrispondente: lecosiddette emoticon. Singolare per-ché dimostra che, in una fase in cui ilcorpo è decisamente svalutatorispetto alle sue estensioni, la formadi comunicazione più sintetica ed effi-cace rimane legata a questomedium limitato ed obsoleto e al suorozzo linguaggio fatto di carezze esaluti come di un dito medio o di un"ti faccio il culo".Parlare di emoticon di fronte alleopere di Gianfranco Milanesi nondeve sembrare pretestuoso: e nonsolo perché la sua ultima serie dilavori, intitolata appunto Gesti e pre-sentata negli spazi - arrossiti perdare giusto risalto a tanto candore -della fabioparisartgallery, sa tradur-re con una pari capacità di sintesi lapotenza espressiva del gesto. Maperché lungo tutto il suo percorsoMilanesi non ha fatto altro che pro-durre delle icone emozionali, piccoliquadri che sintetizzano in poche lineee macchie nere di colore la forzaemotiva di un abbraccio, di un inter-no borghese o di uno spazio indu-striale, ma anche di oggetti isolati,insignificanti, come il cornetto e ilghiacciolo di nessuno ti sente (2003)o il cestino nell'angolo di nessuno ticerca (2002 - 2003).Certo, se il lavoro di Milanesi rivelala stessa capacità di sintesi del lin-guaggio stereotipato dei segni edelle icone, va detto che egli non neadotta banalmente gli esiti.Piuttosto, ripete il percorso che haportato alla loro elaborazione. Unpercorso che non procede per con-centrazione, come il saggio orienta-le che disegna granchi tutta la vitaper dipingere poi, con un solo tratto,il granchio perfetto; né per semplifi-cazione, traducendo un sorriso conun semicerchio all'insù; ma, in per-fetta sintonia con il medium adotta-to, la cera, per sedimentazione.Ogni lavoro prevede un percorsocomplesso, che parte dall'individua-zione di un gesto, e dallo studio(mediante fotografie) della sua sinte-si più efficace: perché sappia espri-mere non solo quello che vuole signi-ficare, ma anche quello che incon-sciamente dice di noi, del nostrocarattere e della nostra corporeità.Segue il disegno, a cera nera su tavo-la, quindi la stesura di un velo biancodi paraffina che immerge tutto in unacoltre di nebbia. Il resto è per via dilevare, levigando il bianco fino a faremergere il segno nero, e la suacorte di grigi. L'immagine ne escepurificata come un pezzo di vetro levi-gato dalla battigia, o come un fossilerimasto incastrato fra uno stratogeologico e l'altro. Che quando vieneriportato alla luce mostra sempre,chissà perché, il suo lato migliore.

[domenico quaranta]

The Season Volume 1:Dinamiche Evolutive

Suoni che si vedono e immagini dasentire. Frammenti di frasi e loghisulle tele. Il parallelepipedo di unaperformance storica degli Whoche esce da una foto. Quattrointerventi legati da un filo comune.Che inizia da musica e cinema…

Esposte in una collettiva,le installazioni di Nicola DiCaprio, Masbedo,Bartolomeo Migliore eThorsten Kirchhoff sonofrutto di un linguaggio mul-

timediale - contaminato da richiamipunk e rock anni Sessanta-Settanta -che visualizza i pensieri e le parole.Per Nicola di Caprio l'arte è unmodo di vedere la musica ed il rock.In questo caso la foto di copertina delmitico album Who's Next? degli Whoè un mezzo di identificazione che sod-disfa il bisogno di riconoscersi in unmessaggio o in un'idea, come già erastato nelle stampe digitali dall'elo-quente titolo U are what U listen to ele magliette con i loghi delle band,che diventano una "seconda pelle".Lo "storico" parallelepipedo su cuiorinarono gli Who, icona che ricordail monolite di 2001 Odissea nellospazio, è ritagliato dalla fotografia dicopertina e materializzato nella sala,"allargando, così, la musica ed il cine-ma in una dimensione ambientale".La ricerca sociologica sottende, informe diverse, anche la produzionedegli altri artisti. Come già in occasio-ne della mostra al Macro di Romanell'aprile 2004, la gelida perfezione,l'intento estetizzante delle immaginidei Masbedo riflette un "utilizzo del lin-guaggio del cinema come maschera, ospecchio deformante", di una realtàche nasconde un "bisogno visceraleper emozioni intense e primarie",comuni a tutti gli esseri umani. Il tritticofotografico realizzato dal duo NiccolòMassazza - Jacopo Bedogni è estra-polato dal video 11.45.03 Il cabaretdella Perfezione e rappresenta la solitu-dine e il dolore intrinseco all'esperienzaumana attraverso lo sguardo egocen-trico dell'artista, che sembra nascon-dere la propria umana fragilità sottouna giacca coperta di precise, quantoartificiose, formule matematiche. Tra laMusa, portatrice sana di pesantezza, el'uomo, specchio delle paure più recon-dite dell'artista, si trova la palla di piom-bo, che entra nello spazio espositivosimboleggiando il peso di una vita inevi-tabilmente incerta e precaria.Il senso di alienazione ritorna nel video-clip 48 Crash, di Thorsten Kirchhoff:cover di immagini di repertorio in cui leatmosfere surreali dei film di JacquesTati sono giustapposte alla trasgressio-ne punk di una ipotetica Suzi Quatro. Lacolonna sonora, cover di 48 Crash,successo della cantante anglo-ameri-cana, scandisce con ritmo ossessivo ilripetitivo ordine opprimente delleambientazioni cinematografiche di Tatiin cui la tecnologia sembra alienare levite delle persone.Le tele e le scritte su legno metalco-re di Bartolomeo Migliore espri-mono la ricerca di un'identità cheprende forma attraverso la trasposi-zione visiva di un post-rock under-ground fatto d'improvvisazione esuoni metallici ed elettronici. Segnigeometrici, frammenti di canzoni,loghi e annotazioni estemporaneecancellate, visualizzano il linguaggiosonoro. La musica crea il messaggiovisivo: parole e concetti sembranorisuonare dalle pareti.The Season, tra suoni che si vedonoe immagini che si sentono, inaugurauna serie di mostre che si sussegui-ranno fino al giugno 2005, per "unastagione in galleria che ragiona conla tensione progettuale del museo,che, attraverso un rapporto empati-co con lo spazio, esalta l'impatto figu-rativo, la combinazione linguistica, lanitidezza dei significati", come affer-ma il curatore Gianluca Marziani.

[francesca ricci]

Paolo Grassino - Senza nome

Ruspe e calcinacci a confronto colpvc. La nera polvere sguinzagliatadal lavoro. Una parete bianca chepiù bianca non si può. E poi anco-ra: uomini, rottami e strani canisenza orecchie né fauci. Tuttiinsieme, tutti rigorosamente"senza nome"…

"Qui noi non possiamo entrare". Èquanto recita, sulla vetrina delnegozietto, l'adesivo col cane stiliz-zato e il cartello stradale di divietod'accesso. E fa un po' tenerezza,quel cane cittadino, a incontrarlomentre se ne resta fuori davvero:immobile anche senza guinzaglio,coi grandi occhi languidi e le lun-ghe, lunghissime orecchie che arri-vano all'asfalto.Ben altra storia raccontano i canisenza nome e senza cittadinanza,tutt'altro che cartoonizzati e -soprattutto - per nulla adesivi, rive-stiti da Paolo Grassino (Torino,1967; vive a Torino) col pvc schiu-mato. Insinuati - più che introdotti -ben oltre lo sbarramento di quellavetrina: dentro - ma anche intorno -alla carcassa di un vecchio pulmi-no. Si affacciano, là in fondo, coiloro musi tanto silenziosi da sem-brare pugni. Lanciando occhiatac-ce, sfoderando le movenze scure esinuose del branco, si sporgonoquel tanto che basta. Delle orec-chie, invece, nemmeno l'ombra: laspugna sintetica, che li fascia comeguantoni da boxe, ne fa cani di pellepiù che cani di paglia.Eppure, pazientemente intessutofilo su filo, come alludendo alla fra-gilità del gomitolo, quel materialecosì dozzinale diventa metafora delsangue che ancora oggi, incredibil-mente, sembra solo polvere. E allo-ra questa bella scultura (AnalgesiaD) che ci parla di una posta in palioche non c'è, finisce per apparire,più che altro, un'isola di catrame:nera da cima a fondo, com'è nero illavoro degli uomini che sopravvivo-no tra i calcinacci (il lavoro raccon-tato con un video ipnotico ma dalsapore amatoriale, I miei vicini dicasa); com'è nera persino unabocca fatta di poveri denti, quandosi allarga, sul volto di quegli stessiuomini, in un freddo, aspro sorriso.Uscendo, torna a chiederci un po'd'attenzione il suggestivo contrastodel bianco su bianco che attraversaun'intera, taciturna parete. Su diessa, nella prima sala dopo l'ingres-so, un inedito arazzo - anch'esso inpvc, sorprendentemente (m 5 x 5)di grandi dimensioni - pare evocareun favoloso cielo invernale, coiteschi al posto delle nuvolette. Amo' di memento mori, ma in formadi mise en abîme.Che la storiella fosse di quellesenza tempo l'avevamo già sospet-tato durante la proiezione: di fronteal rincorrersi famelico - benché inun banale intervento di recuperourbano - di piccole ruspe animate.Non a chi è senza peccato, ma achi è senza nome appartiene laprima pietra. Il tema perenne, labuia sopravvivenza, è tornato d'at-tualità: c'è ancora spazio per i sor-risi di circostanza?

[pericle guaglianone]

Via dell'Arancio, 79 (PiazzaBorghese - Via Tomacelli)

Tel 06 [email protected],www.galleriamaniero.it

Galleria Maniero

Via Luigi Pierantoni, 6 Tel 06 6875445

www.teatrodiroma.net/teatroIndia.asp

Teatro India

Via Alessandro Monti, 13Tel 030 3756139, fax 030 2907539

www.fabioparisartgallery.com

fabioparisartgallery

Fino al 6 novembreForo Bonaparte, 60

Tel 02 86996395, fax 02 89073052

Galleria Pack Fino al 15 novembreVia della Vetrina, 21

Ingresso liberoTel 06 68891365

[email protected]

VM21 Arte Contemporanea

ROMA ROMA BRESCIA MILANO ROMA

Exibart.onpaper 33déjà vu

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Paolo Gonzato - Smoke Rings

Anelli di fumo su sacchetti di plasticalucidi e brillanti. Bruciature come unpattern seducente, per una materia indeclino. Ma anche ossessione ecoazione meccanica. E il gesto comevuoto automatismo. Per scandire ilritmo dell'esistenza…

Centinaia dibruciature dis i g a r e t t alacerano las o t t i l esuperficie difogli di polie-tilene colora-ti. Il contra-sto tra l'ori-gine volgaredi un mate-riale che è

un po' l'emblema della società deiconsumi e la sua superficie lucida ebrillante, colorata in rosa, oro,argento e nero, rivela l'audace tenta-tivo di sublimare una materia desti-nata, altrimenti, al decadimentoinarrestabile. Gli Smoke Rings diPaolo Gonzato (Busto Arsizio,1975. Vive a Milano), ad un primosguardo ripetitivi e vuoti di significa-to, rivelano livelli di lettura differentia seconda che si concentri l'atten-zione sulla materia o sul gesto. Laplastica bruciata fa pensare allecombustioni di Alberto Burri, ma lalacerante sofferenza delle superficidell'artista umbro diviene qui itera-zione ordinata e calcolata di ununico gesto, che allontana ogni vellei-tà espressionista.Dopo aver sperimentato lo stessomateriale in mostre e progetti piùarticolati, che ripercorrevano temicome la dualità segreta della realtà(Reflected landscape), la propagazio-ne dell'ego (The sound of ego) e l'uni-verso intimo (Private garden), oral'artista riduce drasticamente i pro-pri strumenti linguistici. Il foglio dipolietilene diviene luogo in cui ilgesto della bruciatura si fa segnoossessivamente ripetuto, minimalee autoreferenziale. Ne scaturisce unlavoro analitico e simmetrico, scan-dito da un ritmo regolare. Ma la ripe-tizione meccanica del gesto ha i trat-ti della coercizione. Il gesto umano èsvuotato di significati. La creativitàazzerata. La freddezza della ripetizio-ne tende al raggiungimento di un'ar-monia che è solo formale e chemaschera un'evidente nevrosi.Il gesto-segno si propaga con ritmoincessante prima all'interno di cia-scuna opera e poi, da un'opera all'al-tra, negli ambienti della galleria. Mail gesto, meccanicamente ripetitivoe quasi innaturale, si contrapponealla scansione temporale lenta chedetta il ritmo naturale del faremanuale. Questa stessa dedizionealla lentezza del lavoro manualecaratterizzava i Patchwork di polieti-lene cuciti pazientemente a mano egli strati chilometrici di nastro avvol-to su se stesso (The sound of ego).Ma, mentre nei lavori precedentil'artista procedeva per aggiunta ecomposizione dei frammenti di pla-stica, puntando a rappresentazionipiù complesse, ora opera all'oppo-sto. Invece di aggiungere, sottraeimpietosamente materia, brucian-dola, alla ricerca di una strutturaelementare da preservare dal decli-no. Un'essenza che il gesto per cosìdire anti-demiurgico - che non creama distrugge materia - è chiamatoa salvare.

[francesca boenzi]

Martin Parr - Common Sense

Ciambelle fritte e brioche rosa confet-to, unghie laccate, rossetti vermiglio-ne (ma su sorrisi assolutamenteimperfetti). E slip a stelle e strisce,sandali di plastica e glitter.Un'apoteosi delirante del cattivogusto. E del (non) senso comune…

È come una lente d'ingrandimento alvetriolo, l'obiettivo del celebratissimoMartin Parr (Epsom, Regno Unito,1952), il più british dei fotografi con-temporanei. Una lente che si muoverapida e sicura, catturando emostrando con uno sguardo impieto-so e sarcastico i dettaglidell'Occidente evoluto, globalizzato estandardizzato: confezionato e bell'epronto, come cibo da supermarket.La serie Common Sense, cui appar-tengono le immagini esposte, è unlavoro al quale Parr inizia a dedicarsigià dalla metà degli anni Novanta: aprima vista una raccolta di fotografiecoloratissime, notazioni divertenti ebeffarde sui paradossi dell'Occidentecontemporaneo, colte con scanzona-ta ironia. Ma, come nella migliore tra-dizione del vero humour inglese, nullaè mai gridato e mai sopra le righe.Così lontano dalle trasgressioni dellasostenutissima Young British Art,quella di Parr è un'operazione soloapparentemente leggera: la sua anto-logia estetica di cibi industriali, dollarie popcorn è un divertissement visivoche ben presto si fa amaro e trasfor-ma rapidamente il sorriso iniziale inrepulsione, penosa consapevolezzadella decadenza estetica contempora-nea che è espressione di una piùampia decadenza morale e culturale.I suoi inconfondibili cani mascherati, icibi incellophanati dai colori improba-bili, i volti dai maquillage dozzinalidiventano così il lucido specchio delparadosso culturale del nostro tempoe ritraggono con disincantata eviden-za la mancanza di gusto in cui affonda-no le vite comuni. Mettendo alla berli-na, inesorabilmente, la cultura artifi-ciale - e artificiosa - del fabbricato-in-serie, la mediocrità - per nulla aurea -dell'estetica strabordante e appari-scente della società dei consumi.In questa realtà caotica e artefatta lafotografia, sempre in presa diretta etratta dal vissuto, si dà al contrariocome un punto d'osservazione nitidosul mondo: fedele alla sua origine difotografo-documentarista - membrodal 1994 della prestigiosa AgenziaMagnum -, Parr è passato negli annidal bianco e nero al colore, dalle abitu-dini borghesi della middle-class britan-nica all'estetica da spiaggia california-na, facendo sempre dei suoi scattiuna sorta di documento del gusto edei costumi, delle mode della societàdi massa e degli stili di vita del primomondo.Con Common Sense Martin Parrmette in scena una galleria dolceamara: più che il senso comune è ilnon-senso comune a farla da padro-ne, in un resoconto ironico e criticodella realtà, tra telefonini, chewing-gum, parrucche, dolciumi e colorisgargianti. Tutti raccolti nel mondo-salvadanaio che, emblematicamente,fa da copertina all'omonimo volume.

[emilia jacobacci]

Francesco Gennari - hut-netsher = casa del Dio

Residui fossili, forme perfette, geome-trie metafisiche, architetture che striz-zano l'occhio ai principi alchemici,lumache condannate a morte. Unariflessione sul tempo e sullo spazio,inseguendo un responso universale...

Entrando nella galleria la primaopera che si incontra è 24: una figu-ra circolare, costruita con anelli con-centrici, ospita nel centro il residuofossile di una balena preistorica.Quasi un quadrante d'orologio, unasorta di manifesto delle tematichecare a Francesco Gennari : iltempo, la geometria e - addentrando-si ancora di più - la forma dello spazioe del tempo. I materiali scelti sonosempre levigati, precisi nel lorotaglio. A questa sublimazione fa dacontraltare l'incontro con il caso, conil reale, rappresentato da elementidel mondo animale (con le loro formeorganiche, apparentemente impreci-se e mutevoli) o del mondo minerale(come nel caso di 24).Un sentimento nichilista avvolgemolte delle opere di Gennari; in più diun caso i "protagonisti" sono conse-gnati ad un destino che volge inevita-bilmente al morire, al fermarsi.Come accade in Poco più di unasemisfera, dove un coleottero legatoper una zampa ad una piramide dimarmo nero vola e può spostarsi uni-camente in un'area semisferica cheha come centro il vertice della pira-mide e come raggio la lunghezza delfilo a cui è costretto l'animale.Nell'altro lavoro in mostra,Ascensione, Gennari studia la formadel quadrato, importante topos delmodernismo e leit motiv del bau-haus pensiero. Sovrapponendo stra-ti di materiali diversi (legno, marmo,vetro) l'artista crea una piccolaarchitettura dove il "tetto" di vetro èsorretto da quattro lumache dispo-ste lungo il perimetro. Chiuse all'in-terno del proprio guscio, le piccolecreature sono state destinate amorire nella loro stessa abitazione.Quasi un sacrificio, che rende lacostruzione simile ad un mausoleo oad un altare votivo.A quest'opera è legato il ciclo di foto-grafie M.M.C, una sorta di making ofdel precedente lavoro. Le quattrolumache vengono mostrate in unaserie di scatti in clinico bianco e nero:sono ritratte fuori dal loro guscio otra gli spazi interstiziali dei materialiche compongono la scultura.E, ancora, una fotografia, Avendo sestessi come unico punto di riferimen-to, dove una lumaca bloccata in unciuffo di panna è costretta ad indaga-re il mondo circostante senza poter-si effettivamente muovere, e - comespiega il titolo - senza alcun punto diorientamento tangibile al di là dellapropria struttura.Gennari procede con la stessaprecisione e fascinazione per lageometria che può avere l'entomo-logo nel catalogare e disporre gliinsetti nella propria collezione,compone opere che fanno i contipiù con la natura delle cose in séche con il quotidiano. La sensazio-ne è di sospensione metafisica,quasi l'artista - pur continuando alavorare entro i limiti della materiae della forma, del colore e dei volu-mi - volesse sempre stabilire unteorema matematico, una leggeche regoli l'infinito e l'incommen-surabile.

[riccardo conti]

Karin Davie

Una pittura difficile da masticare.Dice così Karin Davie. Una closetespressionist, per sua stessadefinizione. Sospesa tra la lezio-ne dei maestri dell'astrattismo ei movimenti fluidi di una danza.Che sulla tela diventano nastri evortici coloratissimi…

Pittura rigogliosa, esuberante e unadichiarazione programmatica: "Nonm'interessa fare bella pittura. Quelloche voglio è fare una pittura difficileda masticare". Questi sono gli ingre-dienti della mostra di Karin Davie ,canadese nata a Toronto, classe1965 che oggi vive e lavora a NewYork.Chi si aspetta i dipinti formato XXL -quelli che hanno reso nota l'artistanegli Usa, con tanto di cover di Art inAmerica - troverà invece dipinti medi epiccoli disposti uno accanto all'altro,come tappe di un percorso di medita-zione, ugualmente emozionante.Grandi nastri grondanti di tinte luci-de si muovono sulla tela, creandoonde luminose, volumetriche - unasensazione quasi tattile - che pre-mono sui confini, agitano la superfi-cie del dipinto, finendo per muovereanche l'ambiente circostante.Ridondanti e invasive, catturano losguardo e avvolgono chi guarda,che si ritrova - giocoforza - proietta-to "dentro", avviluppato nei gorghicromatici, sballottato sulla superfi-cie brillante e risucchiato nelle pie-ghe, dritto in mezzo alla propriaesperienza di vita. I viluppi rossi, gial-li, celesti, rosa, arancioni, striati diluce, si gonfiano fino a dare l'illusio-ne della terza dimensione, poi sistingono e sfrangiano in un motocontinuo e compulsivo. Neo pop?Espressionista astratta? JacksonPollock o Vasarely nel suo bagaglioculturale? Lei sorridendo sostienedi considerarsi "a closet espressio-nist", un'espressionista che vuolemantenere segreta una parte delsuo essere. Rivelare e nascondereè il leit motiv della sua poetica daquando le sue bande coloratefasciavano corpi, seni e sederi,lasciando spiragli di visioni. "Ho poivoluto destrutturare le immagini"dice, "srotolare tutto e lanciare nuo-vamente le mie strisce sulla tela eraccontare nuove cose".Alla fine degli anni Ottanta - quandoKarin Davie ha iniziato a dipingere -la pittura a New York era considera-ta quasi un genere in disuso.L'artista non vuole ricreare immagi-ni, ma attraverso le sue bande dicolore sinuose, morbide, organichesuggerisce percorsi, modulazioniemotive, sfiora significati e immergetutto in un vortice in perenne movi-mento e trasformazione. Alle sugge-stioni dei maestri astratti uniscequelle della coreografia e della danza:così i suoi dipinti nascono senza undefinito progetto iniziale e si realizza-no come un tracciato di danza in cuitutto il corpo dell'artefice è coinvolto.Dipinge per serie con variazioni sultema: la superficie delle sue operediviene una sorta di campo d'azionedove movimento del segno e proces-si mentali si mescolano in un motovorticoso. E dove ragione e poesiasembrano fondersi.

[myriam zerbi]

Jim Lambie - Mars Hotel

Benvenuti al Mars Hotel. Tra mate-rassi su cui sognare troppo, murispecchianti, assemblaggi di porte,scarpe da ginnastica che sudanocolore. Ed una serie di occhi, comeun pattern luccicante ed inquietantedi sguardi incrociati...

"Devo aver sognato troppo la scorsanotte", al Mars Hotel. Il risultato, omeglio la concrezione trasudante diquesta considerazione di Jim Lambie(Glasgow, 1964) è esposta nella vetri-na della galleria di Franco Noero. E nonpoteva che essere un materasso checola pittura azzurra. Se dunque ci siaspettavano i soliti pavimenti dall'effet-to optical, com'era avvenuto per esem-pio alla scorsa triennale della TateBritain e alla collettiva Unplugged diTrento con ZoBop, o ancora nella stan-za del Filatoio di Caraglio, si rimarràdelusi. Il lavoro presentato in questaoccasione è per certi versi più assimi-labile ad AC/DC, esposto nella rasse-gna sui Moderni al Castello di Rivoli.D'altronde, com'è stato notato recen-temente, Lambie appartiene a unacompagine di Young British Artistsche è assai più introspettiva di quellaassurta agli onori della cronaca inseguito a Sensations. E in questo lavo-ro mette in mostra palesemente lasua articolazione al contempo ludica eriflessiva, certamente complessa, spe-cie se non ci si accontenta della primaimpressione spettacolare comunicatadall'allestimento.Tornando dunque alla galleria Noero,ci si imbatte innanzitutto nell'effettospecchiante di un muro forato, costrui-to con mattoni riflettenti (Off the Wall).Sulla sommità, una scarpa da ginnasti-ca è stata dipinta con una pittura nera,che cola lungo il muro spandendosi sulpavimento. Il lavoro che dà il titolo allapersonale, Mars Hotel, prende inveceavvio dal muro bianco sul quale è statoapplicato un grande occhio vinilico:dalla pupilla parte un cavo ricoperto danastro adesivo nero che si attorciglia,inglobando due sedie e terminandodiscretamente in alcuni pezzi di bigiot-teria femminile. Oltre agli occhi e allescarpe, l'elemento ricorrente sonostrutture cubiche composte da pezzidi porte poste le une sulle altre, sullequali sono applicate calzature (Mygeneration) o forsennati collage diocchi (Musclebound), o ancora glittermulticolore che si spande su unacolonna circolare (Machine).Se dunque l'aspetto più onirico e sfavil-lante domina negli spazi di Noero, ilcôté più scuro si esplicita da SoniaRosso dove, oltre a My generation -probabilmente il pezzo meno interes-sante dell'intera mostra -, si assiste auna tessitura di sguardi che si libranosulle pareti, collegati dall'inevitabilenastro adesivo che si staglia sul cando-re delle pareti, incorniciando occhi d'o-gni sorta e collegandoli tra di loro. Aformare un pattern caotico, sì, maassolutamente coinvolgente(Psychotic reaction).

[marco enrico giacomelli]

Fino al 20 novembreVia Tribunali 293 (centro storico)

Dal mart. al sab. 16.00-20.00Tel/fax 081 295882

[email protected], www.t293.it

T293Fino al 6 novembre

Vicolo delle Vacche, 12 Dal martedì al sabato 16.00-20.00

Tel/fax 06 [email protected],

www.studiotrisorio.com

Studio Trisorio

Via Ventura, 5 (zonaLambrate)

Tel 349 6044136 [email protected]

Zero Arte Contemporanea

San Marco 1994Tel 041 5206920fax 041 5206920

[email protected]

Galleria Il Capricorno

Galleria Franco Noero - ViaGiolitti, 52/a

tel 011 882208, fax 011 [email protected],www.franconoero.com

Galleria Sonia Rosso - Via Giuliadi Barolo, 11/h

tel./fax 011 8172478;[email protected],www.soniarosso.com

Galleria Franco NoeroGalleria Sonia Rosso

NAPOLI ROMA MILANO VENEZIA TORINO

Exibart.onpaper34 déjà vu

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Monica Bonvicini - Blind Shot

Motoseghe e martelli pneumatici,ma avvolti in pelle nera. E messi ingabbia. Un po' feticci, quasi pureantropomorfi. Un trapano agoniz-zante che si dibatte tra categorieestetiche e definizioni. Succede allapersonale di Monica Bonvicini. Chetorna da Emi Fontana...

E' un rapportostretto, quello tral'artista MonicaBonvicini (venezia-na, ma berlinese ecosmopolita peradozione) e la mila-nese galleria d'arteEmi Fontana. Tantoche questa nuovapersonale, costitui-

ta di opere ed installazioni espressa-mente progettate site specific, è addi-rittura la quarta. Informazione, que-sta, non esclusivamente di carattereaneddotico, ma indicazione per la let-tura di un percorso che si snoda neltempo e nei luoghi, passando peròciclicamente anche da questo spazioespositivo nascosto e minimalista.Da sempre impegnata nell'indaginesulla relazione che si viene a crearetra le coordinate di spazio egenere/pubblico e privato, già nelledue scorse personali ospitate da EmiFontana, Bonvicini aveva fatto emer-gere elementi importanti nella rico-struzione di un percorso preciso.Nel 2001 l'artista presenta un lavoroimpostato sulla condizione delmaschio anni '70 (Eternmale, 2001,Galleria Emi Fontana), strano esserein bilico tra un mondo esterno ed unointerno, quest'ultimo ricostruito inbase a tendenze e dettami della rivistaPlayboy. Il piano intimo in questa dico-tomia viene ulteriormente approfondi-to nella successiva mostra (BondedEternmale, 2002, Galleria EmiFontana), dove gli stessi oggetti utiliz-zati un anno prima a rappresentazio-ne di un mondo patinato e seducente,vengono ripresentati avvolti e cuciti inpelli nere, voluttuose e dure allo stes-so tempo. Sorta di educazione senti-mentale che si evolve negli anni, rivol-gendosi ora ad un maschio nuovo,riflesso di una società mutata e tra-volta da una rivoluzione sessuale daicontenuti meno limpidi e netti di quel-la precedente, che ci porta a torbideallusioni fetish e sadomaso protago-niste dei nostri tempi (ma non cosìnuove, De Sade docet…). Un'altra direzione importante dellavoro di Bonvicini è costituita daStairway to Hell (2003, VIII Biennaledi Istanbul): attorno ad una scala delpadiglione si sviluppava una strutturadi plexiglas segnata da buchi e crepead opera di proiettili, che si trasfor-mava al piano sottostante in una ser-rata cortina di catene. Di nuovo larelazione tra uno spazio esterno eduno interno, indagata in modo provo-catorio e pungente. Ed infine, la recentissima installazioneDon't Miss a Sec (2004, Londra): unparallelepipedo in vetro rifrangentediventa una toilette pubblica, modernae modernista, dov'è possibile vederesenza essere visti (riflessione sul voye-rismo imperante), essere "dentro" manello stesso tempo "fuori".Gli elementi di tutti questi lavori sifondano e si ritrovano in quest'ultimapersonale, dove quattro gabbie direte metallica contestualizzano edimprigionano altrettanti oggetti rico-perti di pelle nera, offerti impotentiallo sguardo altrui. Gli oggetti in que-stione sono degli utensili come moto-seghe e martelli pneumatici, tuttilegati quindi all'atto del costruire odistruggere, resi ambigui dalla nega-zione di questa loro funzionalità, edanzi, resi antropomorfi dalla pellenera. Venendo infine ridotti a feticci,a pura forma, inseriti in una nuovacategoria estetica. I numerosi colla-ge affissi alle pareti intorno alle gab-bie completano ed elaborano l'indagi-ne, mentre al capolinea dello spazioespositivo si trovano una panca inmetallo e cinture di pelle nera intrec-ciate tra loro ed un trapano, anch'es-so nero (2004, Blind Shot). Un timerne controlla gli ultimi spasmi di attivi-tà, rantoli e singulti che improvvisa-mente animano l'oggetto appesoche, vibrante e rumoroso, tenta inva-no di districarsi tra le categorie. Inbilico tra feticcio ed objet trouvé.

[saramicol viscardi]

Perino & Vele - Kubark

Dei delitti e delle pene, secondoPerino & Vele. Che celebrano il decen-nale del proprio sodalizio creativo conuna mostra all'insegna dell'impegnocivile. Senza rinunciare, naturalmente,alle loro celebri "trapunte". Alle presecon un tema che scotta…

C'è modo e modo di festeggiare lamaturità. E c'è chi non ha bisogno diaspettare i fatidici diciotto anni. A loro,ad esempio, ne sono bastati dieci.Correva infatti il 1994 quandoEmiliano Perino (New York, 1973) eLuca Vele (Rotondi, 1975) decisero diaprire bottega insieme e - in un'epocain cui basta saper smanettare asetti-camente tra mouse e tastiera per fre-giarsi del blasone di artisti - i due gio-vanotti scelsero invece di sporcarsi(letteralmente) le mani, nella straniatatridimensionalità di una realtà soprav-vissuta e recuperata. Coraggiosa con-trotendenza, che avrebbe dato lororagione: cinque anni più tardi, laBiennale consacrava, ormai riconoscibi-le sigillo, le loro trapunte di cartapesta. Un compleanno speciale, dunque,celebrato al mitico primo piano dipalazzo Partanna dove, un po'Anfitrione e molto Pigmalione, AlfonsoArtiaco tagliava il nastro della stagio-ne espositiva napoletana nell'atmosfe-ra elettrica di un evento annunciato,tra le continue ondate di appassionati,curiosi e gente del mestiere che siaccalcavano in mezzo ed intorno alledue tappe - Kubark e Dick - di un per-corso site-specific "scomodo" più neicontenuti che nella fruizione. Piccolo slalom iniziale (iniziatico?), trarigide pile di grandi fogli infilzati in unaselva di lance, e poi, a dare il benvenu-to in galleria, la groppa monumentaledi un cammello che s'accascia sottouna pesante coltre dipinta a colorimimetici, mentre davanti al suomuso, si leva il frastuono di un'instan-cabile impastatrice. Ma cosa frulla inpentola? È la stampa, bellezza, avreb-be detto Humphrey Bogart, chediventa poltiglia, si spalma sul pavi-mento e schizza tutt'intorno.L'informazione è manipolata? E allorai due creativi manipolano l'informazio-ne, nel rumoroso calderone-manife-sto del proprio modus operandi,riproducendo coram populo il caosgeneratore della propria fucina. Solo che, prima di consegnare i giorna-li alle fauci rotanti del marchingegno,Perino & Vele li hanno letti. Così è natala mostra del decennale che, senzatrincerarsi dietro soverchi ermetismi,detta l'imperativo "Meditate, gente", apartire dai titoli: Kubark, come il fami-gerato manuale datato 1963 e firma-to Cia, libretto delle istruzioni su come"ottenere informazioni da fonti resi-stenti" (e non è difficile intuire quali fos-sero gli "incentivi" per sciogliere le lin-gue più riottose), ufficialmente messoal bando dopo un trentennio da un'im-barazzatissima commissione governa-tiva Usa, ma evidentemente uscitodalla porta e rientrato dalla finestra. Astracciarlo, allora, ci pensano simboli-camente gli artisti, che proseguono lastesura del loro "Dei delitti e dellepene" sull'imbottita di Dick. Tegumentoche innesca una serie d'interrogativi:nella società dei media, è più importan-te la superficie evidente o la formanascosta? Ciò che si può intuire eidealmente ricostruire ha più valorerispetto alla percezione sensibile? Checosa c'è "sotto", cosa bisogna scopri-re? Facile intuire come il soccombentequadrupede gibboso rinvii al mondoarabo, ma... chi è Dick? A questopunto, la coppia insinua il riso amarodell'anfibologia. Dick è l'eminenza grigiadi Bush senior e junior, quel Cheneyche, da segretario alla difesa, all'iniziodegli anni Novanta si trovò tra le manila patata bollente del volumetto o, piut-tosto, per gergale similitudine, nonsarà che le quattro lettere alludonoalla natura fallocefala del Rasputindella Casa Bianca?

[anita pepe]

Anton Corbijn - The sound of silence

Per chi ama la musica, ma soprattut-to i suoi personaggi. Perché dietromolti miti, c'è Anton Corbjin. Che daoltre venti anni scatta le immaginiche hanno contribuito a creare l'im-maginario dello star-system…

Poiché la musica oltre ad esseresuono, è immagine ed apparenza, ècreazione e rappresentazione di unimmaginario, Symphonia ArteContemporanea propone la mostradi Anton Corbijn (Strijen, 1955),celebre ai più come fotografo dellerock star.Lo spazio - una vetrina affacciata suCorso Matteotti - in quest'occasionediventa la sede per una piccola seriedi stampe fotografiche in bianco enero, firmate e numerate dal grandeartista e fotografo olandese. Leimmagini, contraddistinte dalla tipicaresa sgranata appartengono a perio-di diversi, da uno scatto raffigurantei Joy Division nel 1979, ad un'istanta-nea di Michael Stipe del 1991.Corbijn inizia la sua carriera alla finedegli anni '70 ritraendo le figure dellanew-wave e del rock di quel periodo,da lì in poi non ha mai perso un colpo,anzi uno scatto: negli ultimi venti anniha curato l'immagine delle copertinedi album cult da Frank Zappa aiNirvana, da David Bowie a Madness,Morrissey, Nick Cave, Rem, Bjork, alungo ha collaborato con U2 eDepeche Mode, si è inoltre dedicatoalla regia curando indimenticabilivideoclip musicali.Non gli è sfuggito nessuno, ha ritrat-to i volti più noti della moda, del cine-ma, scrittori, registi e persino sporti-vi: tutti protagonisti di numerosi ser-vizi fotografici realizzati per rivistecome Vogue, Rolling Stone, Max,Glamour, Elle.Davanti al suo obbiettivo i personag-gi si svelano ed allo stesso tempo silasciano rappresentare come iconecontemporanee, giocando tra ecces-si e glamour. Recentemente in Italiasi sono tenute ricche retrospettiveche hanno fatto onore al lavoro delfotografo olandese, l'ultima in ordinedi tempo ad aprile nel venezianoPalazzo Fortuny, ma in precedenzaanche la GAM di Bologna gli avevadedicato una bella personale. Ed è inqueste occasioni che è possibileconoscere il lavoro di Corbijn a tuttotondo, dalle immagini in bianco enero agli scatti, dai colori fino ai lavo-ri più recenti.Così la mostra allo spazioSymphonia è un piccolo - ma assaigustoso - assaggio della sua attivitàdi fotografo delle star: un lavoroche in fondo è preferibile apprezza-re nella sua "dimensione reale".Che poi non è altro che quella polve-rosa delle cover dei cd, dei videoclipmandati a rotazione e delle paginepatinate delle riviste.

[francesca tollardo]

Georges Rousse -Lumières 2000-2004

Un'arte capace di unire in modooriginale pittura, architettura efotografia. Tatua lo spazio congeometrie astratte. Abita luoghidesolati con improvvise accensio-ni cromatiche. Un dialogo serra-tissimo che lega reale ed irreale.Tra anamorfosi e volumi illusori…

L'arte di Georges Rousse (Parigi,1947) è un unicum. ComeLeonardo da Vinci o Piero dellaFrancesca egli crea una prospetti-va, una tecnica, una geometria eduna matematica proprie. Nelle sueanamorfosi dipinte in luoghi abban-donati, demoliti, deserti o fatiscenti sicompie la magia di un'arte prodottaper essere vista da un unico punto divista, al di fuori del rapporto abitualetra l'opera o il fruitore. Quello dell'ar-tista francese è l'obiettivo della mac-china fotografica, per il quale tutto èpensato e verso il quale tutto conver-ge: prospettiva, luce, composizione.L'astrazione di Rousse è un lavoriomillimetrico sulle tre dimensioni chevengono tradotte in immagine bidi-mensionale.Nella galleria Photo & Contemporarygrandi fotografie mostrano saleimbiancate occupate da vivide compo-sizioni astratto-geometriche. Unampio disegno di edificio baroccoappare nella grotta di Loyola, come unmiraggio su mattoni. In questo giocoformale tra la presenza dell'immaginenella fotografia e la sua scomposizio-ne nella terza dimensione, in cui bastaspostarsi di poco per ottenere unaesplosione di frammenti senza misu-ra, forma e senza progetto, avviene ildialogo tra il reale e l'irreale. Le iniziali opere di Rousse sono figura-zioni, ritratti e narrazioni stesi supareti scrostate, pavimenti sfondati otoelette abbandonate della New Yorkanni '80. In esse si sente l'influsso delgraffitismo di Keith Haring masoprattutto di Jean-Michel Basquiat.Mentre il prodigio nero riecheggia inesterno, Rousse dipinge in interniabbandonati, in una dimensione piùraccolta che con il tempo ha espulsola figura per instaurare un'alleanza diferro tra la pittura e la fotografia.Nelle opere odierne non possono farea meno l'una dell'altra. La pitturarimodella gli ambienti creando nuovivolumi illusori e "richiamando allamente le cupole immaginarie ed i falsicorridoi degli affreschi barocchi",come dice il curatore Tazzetti. Questitrompe l'oeil, ottenuti con la determi-nante complicità della fotografia, vivo-no in una temporalità anch'essa origi-nale, data dall'abbandono dello spazioe della pittura a favore dell'istantedello scatto o della produzione meti-colosa che confluisce nell'eterno pre-sente della fotografia.Le immagini di Georges Rousse sonodestabilizzanti per un occhio abituatoa guardare i mezzi nella loro perfettaautonomia, che viene neutralizzatada insospettabili legami e situazionienigmatiche di cui è capace l'artistafrancese. Lo sforzo titanico del labo-ratorio pitto-foto-grafico di Rousse èapprezzato da tempo ed ospitatonelle collezioni di importanti istituzio-ni, tra le altre il Centre GoergesPompidou, il Louvre, il Guggenheim diNew York, la De Menil Collection, ilMuseo Pecci di Prato.

[nicola davide angerame]

Mark Handforth

Tre stelle come guida. Per dise-gnare un percorso suggestivo, tracostellazioni al neon, segnali stra-dali, tubi di metallo. Trasformaticon piglio scultoreo da un artistache gioca con la realtà. E con ilsuo armamentario. Tra ironia equalche licenza poetica…

Tre grandi stelle luminose guidanoil visitatore all'interno della mostradi Mark Handforth, artista angloa-mericano alla prima personale ita-liana. Due sono realizzate con tubial neon ricoperti di gelatina colora-ta: Sinking star, di color ambrarosata, è caduta sul pavimentodella galleria e ne sono rimasteintatte solo due punte; nell'altra,Deepest Purple, i neon con seidiversi toni di porpora si interseca-no in una composizione stratificatae frammentata. La terza stella -Untitled - è posta nel bel giardinodella galleria ed è realizzata con unprofilato metallico a sezione qua-drata, piegato in modo da creareuna struttura autoportante.L'opera è illuminata da numerosecandele di varia grandezza che,accese, lasciano colare sul metallogocce di cera multicolore e le infon-dono un senso di continuità, di nonfinito.A parte le stelle, la prima fonte d'i-spirazione di questo artista - nato aHong Kong (1969), da una famigliainglese, che ha studiato inGermania e che vive a Miami (USA)- è il paesaggio urbano, quello dellecittà della Florida in particolare.Sono infatti i segnali stradali, i lam-pioni, i parchimetri, gli oggetti cheHandforth trasforma in sculture, innuovi totem: dopo averli piegati,contorti li offre allo sguardo dellospettatore come pure forme plasti-che, riconoscibili sì, ma inutili al loroscopo, trasformati, forse, in qualco-sa di dopotutto più umano.Esempio di questo processo creati-vo è Untitled (alluminium), un largotubo di alluminio argentato, vuoto epiegato in tre parti, o Partial Stop,un segnale stradale tagliato ametà, piegato e ricoperto di vinileriflettente dai colori fluorescenti.Handforth ama mettere disordinenella nostra realtà quotidiana e lofa con un gusto che oscilla tra l'iro-nico ed il poetico. Una prova lam-pante è la Vespa-fontana, un veroscooter a cui l'artista ha sostituito ilsellino in pelle con uno in bronzo: daquesto, opportunamente forato,fuoriescono vapori d'acqua nebuliz-zati che, ricadendo davanti al faroacceso, creano un effetto di arco-baleno.Preciso, meticoloso fino all'ecces-so, Mark Handforth ha iniziato lasua attività a metà degli anni novan-ta con una produzione artistica chesebbene si rinnovi costantemente,è insieme molto coerente.Ritroviamo infatti nel tempo glistessi temi, gli stessi oggetti, ma informe nuove e sempre diverse,frutto di una costante e attentaricerca. Con una cura speciale nel-l'uso del colore: dai toni fluò, moltourbani, a quelli più delicati dellesfere celesti.

[pierluigi sacconi]

Fino al 13 novembre 2004Viale Bligny, 42

Tel 02 58322237 - Fax 02 [email protected]

Galleria Emi Fontana

Fino al 30 ottobre 2004 Piazza Dei Martiri 58

Tel 081 4976072www.alfonsoartiaco.com

Galleria Alfonso Artiaco Fino al 14 Novembre 2004A cura di Martina Cavallarin corso Giacomo Matteotti 5

visite su appuntamento Info 800 614614www.symphonia.it

Spazio Symphonia

Fino al 2 Novembre 2004A cura di Valerio Tazzetti

Via dei Mille, 36 (Borgo nuovo)Mart. - Sab. ore 15.30 - 19.30

Photo & Contemporary Fino al 30 ottobre 2004

Via dell'Arco de' Tolomei 200153 Roma

Info 06 [email protected]

Galleria Roma Roma Roma

MILANO NAPOLI MILANO TORINO ROMA

Exibart.onpaper 35déjà vu

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l momento più emozionan-te è forse quello dell'in-gresso. Passando attra-verso una tenda nera si

accede ai 7000 metri quadra-ti dell'Hangar Bicocca: la luceè bassa, l'ambiente spettrale,il panorama costituito dallesette torri di Anselm Kiefer(Donaueschingen, Germania,1945) è irreale. È una voltaall'interno che ci si trova inve-ce faccia a faccia con la con-sueta sfida intellettuale chelancia ogni opera dell'artistatedesco allo spettatore.L'arte di Kiefer è estrema-mente austera sul piano dellaforma e la funzione sembratrovarsi in una dimensione pri-mordiale, talmente insita nelleopere da risultare criptica.Eppure ogni lavoro dell'artistatedesco, e tanto più un'instal-lazione simile, provoca emo-zioni fortissime nel fruitore, senon altro di smarrimento, didisorientamento. "Sono inte-ressato alla reazione di ognisingolo visitatore" dichiara lostesso Kiefer "è solo essa cherende completa una miaopera".Le sette torri di questa straor-dinaria mostra sono "celesti"in senso ironico: sono costitui-te da cemento e ferro, dannoun'idea di instabilità e il pae-saggio che creano è un pano-rama di distruzione, quellatabula rasa che è "anche lapremessa per una nuovacostruzione", come dice l'arti-sta. L'unità modulare checostituisce le sette torri è ilcontainer: sembra di esseredavanti ad uno scenario post-atomico, oppure di godere diuna visione in anteprima dellevestigia del presente.Dalla cima dei "palazzi" l'arti-

sta ha gettato svariati oggetti,che sono disseminati perterra e sui fianchi delle torristesse. Si tratta di simboli

ricorrenti nell'opera dell'arti-sta: quadri distrutti (un'ulte-riore applicazione del mottokieferiano "dipingere=brucia-

re", nel quale al potere evoca-tivo della combustione sisovrappone l'idea che "ogninuova opera cancella le prece-

denti"); libri di piombo, stellecadenti, grosse pietre dotatedi cartellino segnaletico comefossero tracce di un incidente

o ritrovamenti archeologici;targhette che portano iscritteserie di numeri con il richiamoagli internati nei campi di con-centramento che è un riflessoinevitabile.La monumentale opera, chel'artista considera un work inprogress, è stata progettatadapprima nello studio diBarjac in Francia, dove l'arti-sta vive da una decina d'anni,e poi realizzata da Kiefer insitu negli ultimi mesi con l'au-silio di allievi dell'Accademia diBrera.Le torri vanno percorse, siacon lo sguardo che in sensosimbolico, in due direzioni: inascesa e in discesa, laddovediscesa significa caduta, rovi-na. Gli oggetti-simbolo sottoli-neano la visione della storiadell'artista: "una storia senzaun fine né una meta, lontanadall'escatologia delle dottrinecattolica e comunista", unastoria che procede,appunto, per ascese ecadute.

[stefano castelli]

Anselm KieferI sette palazzi celesti

> fino al 12.II.2005 - Milano, Hangar Bicocca

Un'opera monumentale. Un panorama da fine del mondo, che lascia senza fiato. Evocativo, terribi-le. Sette gigantesche torri, come ultimi baluardi o vestigia senza tempo...

u Anselm Kiefer - Isette palazzi celestiu A cura di Lia Rummau Milano, Hangar BicoccaViale Sarca, 336 (zonaBicocca)u Dal martedì alla domeni-ca 12.00-19.00u Biglietto: 6,00 eurou Catalogo Éditions duRegard con testi di CarloPuri, Franca Sozzani, LiaRumma, Paul Ardenne eFabrizio Tramontano

[info]

I

Exibart.onpaper36 milano

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ra il 1963 quandoDan Flavin (NewYork, 1933-1996),allora giovane dise-

gnatore, compì un gesto deci-sivo per la sua carriera e fon-damentale per l'arte del dopo-guerra: posizionò diagonal-mente sulla parete del pro-prio studio un tubo al neon,creando la prima di una serieininterrotta di opere eseguitecon questo materiale.La fortuna dell'artista non fuimmediata, come testimoniaun recente libro (It is what itis - writings on Dan Flavinsince 1964, Thames &Hudson, 2004) che raccoglietesti e recensioni dal 1964ad oggi: scorrendoli si nota ladifficoltà da parte dei criticipersino nel trovare le espres-sioni adatte a descrivereopere così innovative; e diffici-le era inscrivere Flavin in unadelle correnti artistiche allorain voga. Si trattava certo diMinimalismo, ma, nonostanteil rigore e l'austerità, le sueopere possedevano una cari-ca di emozionalità e di piace-volezza sconosciuta a colleghi- pur stimati dall 'artista -come Judd o Stella.Uno dei primi collezionisti diFlavin fu proprio GiuseppePanza, che nel 1990 vendette

molte delle opere al Guggen-heim. Una parte di esse tornòin prestito permanente a VillaPanza, mentre ora, altri settelavori provenienti dalGuggenheim e uno della colle-zione privata Panza costitui-scono la parte temporaneadella presente mostra.Fra questi, alcune opere stori-che, come Untitled (to HenriMatisse) (1964), che omag-gia il grande artista affiancan-do luce rosa, gialla, blu everde e facendo interagire icolori come e forse più chenei quadri di Matisse (qui ilcolore si trasferisce anchesulla superficie corporea dellospettatore). Altro lavoro fon-damentale è An artificial bar-rier of blue, red and blue fluo-rescent light (to FlavinStarbuck Judd) del 1968, ven-tuno rettangoli di luce fluore-scente blu e rossa che costi-tuiscono una vera e propriabarriera di 14 metri che impe-disce al visitatore di percorre-re liberamente la stanza.Il pezzo più importante dellamostra è The nominal three(to William of Ockam) (1963),sia per l'importanza storicasia perché dedicato al princi-pale fra i numerosi riferimen-ti culturali di Flavin, il filosofonominalista del XIV secolo

Guglielmo d'Occam . Questiproclamò che "non debbonoessere create più entità delnecessario": ed ecco che l'o-pera di Flavin consiste di tregruppi rispettivamente di uno,

due e tre tubi di essenziale"luce fluorescente naturale".Le opere della collezione per-manente, ospitate nei rusticidella Villa, dedicano una stan-za ad ogni lavoro: lo spettato-re esperisce in tal modo unavera e propria immersionefisica nel colore, particolar-mente suggestiva nel casodella luce ultravioletta.Questo tipo di esposizione -peraltro criticato a suotempo dall ' insigne criticaRosalind Krauss - enfatizza lacarica emozionale insita neilavori dell'artista e crea unavera e propria arte ambienta-le, in cui lo spazio è creatodall'opera. Le stanze sono uni-ficate dal Corridoio Varese,opera site-specific spettacola-re anche perché accesa espenta ad intermittenza.La rivoluzionarietà di Flavinconsiste nella perfetta corri-spondenza fra il materiale el'opera; si tratta anche di unariattualizzazione del readymade, in quanto Flavin usavasolo neon disponibili sul mer-cato (nelle misure disponibilie nei colori standard) e noncommissionati. Vengono fusein un'unica opera disegno epittura (il tubo come linea e laluce come colore), sculturaed architettura (un Flavininteragisce con il luogo in cuiè esposto e talora lo ricrea exnovo).È da ricordare che una perso-nale di Flavin è contempora-neamente in atto anche pres-so la National Gallery diWashington, e che la mostravaresina rappresenta un'otti-ma occasione per visitare l'in-stallazione permanente crea-

ta poco prima della mortedall'artista presso SantaMaria in Chiesa Rossa aMilano.

[stefano castelli]

Dan Flavin> fino al 12.XII.2004 - Varese, Villa Panza

Solo tubi al neon. Solo luce. Come il Minimal diventa spettacolare. A Villa Panza le opere delGuggenheim si affiancano alla collezione permanente, per una grande retrospettiva dedicata a DanFlavin. Un'opera in ogni stanza. Più un corridoio intermittente...

u Dan Flavin. Stanze di luce fra Varesee New Yorku Opere della CollezionePanza dal Solomon R.New York, GuggenheimMuseumu A cura di AngelaVettese, con la collabora-zione di Giuseppe Panzadi Biumo e Laura MattioliRossiu Villa Panza, Vareseu Orario: 10.00-18.00(tutti i giorni tranne i lunedìnon festivi), ultimo ingres-so ore 17.30u Biglietti: solo mostra: adul-ti euro 6,50, bambini (4-12anni) 2,50, aderenti Fai 3,00cumulativo mostra + Villa (conaltre opere collezione Panza):adulti euro 11,00, bambini4,00, aderenti Fai 3,00u Info: 0332 283960, [email protected] Catalogo Skira con testi diGiuseppe Panza di Biumo,Angela Vettese, RobertaRiccioni, Lucia BorromeoDina e Laura Mattioli Rossi,euro 20,00 in mostra, 18,00per aderenti Fai, prezzo dicopertina 25,00

[info]

Exibart.onpaper 37varese

E

Dan Flavin - An artificial barrier of blue, red and blue fluorescent light (to Flavin Starbuck Judd),1968 - Blue and red fluore-scent light - 2 and 4 ft fixtures - cm. H 66.04 x L 1413.5 x P 30.5 - Solomon R. Guggenheim Museum, New York - PanzaCollection, 1991 - 91.3707 - David Heald © SRGF, NY

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Elke Krystufek è affi-data la lussuria, pec-cato originario se-condo la Genesi. Tele

incardinate formano un sepa-ré circolare, sul quale ha dipin-to il proprio corpo nudo inter-calando iscrizioni in sedici lin-gue. Il risultato è un cortocir-cuito fra universale e partico-lare, per comunicare l'esigen-za di affiancare al superamen-to dei tabù sessuali la criticadel mercato dell'erotismo.Lungo il corridoio, il Sentierodella superbia (2004) di JotaCastro cita la Hollywood boule-vard, le cui stelle portano ilnome di Mao ed Einstein,Freud e Arafat, in una sequen-za che definire discutibile èancora poco.Sislej Xhafa riflette sull'invidiareligiosa con l'installazioneSubmissive Submission Still

Life (2004): un flusso di cate-nelle dorate trafiggono earcuano un materasso, for-

mando una croce, sul latoopposto, rilucono lacrime invetro e cristallo, a significare

le conseguenze d'una invidiafondamentalista che se da unlato pare illuminare, dall'altrocrea dolore e morte.Sono in evidente contrasto idue vizi di cui si occupano lacoppia Markus Muntean/AdiRosenblum e Tracey Emin. Iprimi presentano due tele e unvideo nel quale l'accidia è ana-lizzata nella sua declinazionegiovanile. La seconda si inte-ressa dell'ira. Una serie dilavori risalenti agli ultimi annicolpiscono per l'allestimentoserrato: dalla xilografia It justhappens (2001) al ditticoWhat are you afraid of (2001),passando per There is noChristmas Tree (2003), acrili-co che omaggia L'urlo diMunch.Nella mostra bolzanina l'acrili-co è affiancato da un posterdel capolavoro munchiano e

da una polaroid di un uomoche indossa una mascheraantigas della Seconda GuerraMondiale; la stessa mascheraè poggiata su una sedia inlegno e ferro sul pavimentodella sala. Nel secondo spazioprosegue il devastante omag-gio col video Homage toEdvard Munch and all My DeadChildren (1998). L'immaginesi sofferma sull'artista, nuda eraccolta in posizione fetale suun molo in legno del porto diOslo, spostandosi poi sui rifles-si che il sole al tramonto dise-gna sull'acqua calma. Il pae-saggio sublime e sospeso siinfrange terribilmente quandoal luccichio si sovrappone l'ur-lo disperato e straziante diEmin, che si protrae per circaun minuto.Il medium del video, insieme aquello dell'installazione, è scel-to anche da Hilla Lulu Lin perparlare di gola. La camerafissa segue la bocca dell'arti-sta, che sbocconcella diecipeperoncini fissati sulle dita,

alludendo al rapporto fra cibo,erotismo e anoressia/bulimia.L'installazione indaga il nessovita-morte, ponendo su un letti-no per neonati gusci d'uovoche contengono sale grosso,illuminati dall'interno. Il per-corso espositivo è chiuso daSantiago Sierra, che usa ilconcetto di avarizia per pre-sentare una delle azioni cheabitualmente fa compiere die-tro compenso a emarginati,tossicodipendenti o indigenti.Per venti dollari ha chiesto adieci giovani cubani di mastur-barsi di fronte a una teleca-mera. Un video in bianco enero francamente disturbanterealizza perfettamente l'obiet-tivo prefissatosi dall'artista.Che nulla concede all'este-tica dell'impegno politicoper mostrare i vizi delcapitalismo.

[marco enrico giacomelli]

Seven Sins> fino al 28.XI.2004 - Bolzano, Museion

Dal sentiero della superbia di Jota Castro all'ira (funesta) di Tracey Emin. I sette peccati capitalinelle opere di sette artisti internazionali. Per parlare di tabù, dolori personali e tragedie collettive.Confermando la vocazione concerned delle istituzioni trentine...

u Seven Sinsu A cura di Letizia Ragagliau Bolzano, Museion -Museo d'Arte Moderna eContemporaneau Via Sernesi, 1u Da mart. a dom. 10.00-18.00, giov. 10.00-20.00u Biglietto: euro 3,50,ridotto 2,00 e 1,50Tel 0471 977116, fax 0471312460u [email protected],www.museion.itu Artisti invitati: Jota Castro,Tracey Emin, Hilla Lulu Lin,Elke Krystufek,Muntean/Rosenblum,Santiago Serra, Sislej Xhafau Catalogo trilingue (italiano,tedesco, inglese) con testi diAndreas Hapkemeyer, SimonBalckburn, Letizia Ragaglia eLeo Andergassen, euro 20,00

[info]A

Hilla Lulu Lin - The glamorous blow jobber n°3, 1999 - videostill, VHA, 61:00 -Courtesy Noga Gallery of Contemporary Art (Tel Aviv)

Exibart.onpaper38 bolzano

Muntean & Rosenblum - Untitled (it's only...), 2003 - acrilico su tela, 250 x 250cm - Courtesy MUSAC (Spagna) e Georg Kargl (Vienna)

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i sono opere d'arteche non hanno biso-gno di contorcersi incomplicati simbolismi

per trasmettere un contenuto.E ci sono artisti che non devo-no cercare qualcosa da direprima di iniziare un'opera e siconcentrano sulla forma, per-ché questa è, per loro, conte-nuto e sostanza. Campioneassoluto della forma in un'epo-ca in cui la stessa appare - percerti versi - piuttosto trascura-ta, Anish Kapoor (Bombay,1954) non ha bisogno di riflet-tere sul nulla, l'assenza, i buchineri, l'antimateria, l'entropia, lavertigine e il ventre materno:tutte cose cui non pensa, macrea lavorando sui pieni e suivuoti, sulla saturazione delcolore e sulla sua assenza,sulla luce e sul buio, sui riflessie sull'opacità assoluta. Magarisedendosi a tavolino e proget-tando un capolavoro di inge-gneria per poi farci parlare,per l'appunto, di vortici, dellaconca del cielo e della trombadell'inferno, di vertigine e diequilibrio. Ma siamo noi cheparliamo, non lui...Lui si limita a disporre tregrandi anelli d'acciaio, a tende-re una membrana di pvc nero

fino a eliminare ogni rugosità ea chiudere ogni possibile spe-ranza di luce. A noi non resta che

sprofondare in quel Maelströmfatto di buio, nell'illusione dipoter incappare in una corren-

te contraria che ci riporti indie-tro all'ingresso della galleria,quasi completamente otturato.Così da poterci infilare in unaltro infinito, quello di unospecchio concavo che ribalta edistorce la nostra immagineper restituircela raddrizzata -ma paurosamente ingigantita -se solo abbiamo il coraggio diavvicinarci (Untitled, 2004).Così, l'artista che ha dichiaratodi voler realizzare oggetti chesembrino importati da un altromondo trasborda proprio noi inun altro universo; e, dopo aver-ci restituiti alla realtà che ci èfamiliare, ci rende alieni a noistessi, mettendoci di fronte aun riflesso in cui non ci ricono-sciamo.Quella presentata dalla galleriaMinini - nella terza personale aBrescia dello scultore angloin-diano - non è semplicementeuna replica, inevitabilmenteridotta, delle colossali installa-zioni già proposte al Baltic diGateshed (Taratantara, 1999 -quando ancora il centro nonera che una vecchia birreria indisuso, completamente svuota-ta delle sue viscere), in Piazzadel Plebiscito a Napoli (2000)e nella Turbine Hall della londi-nese Tate Modern (Marsyas,

2002-2003): e non tanto per ilcolore, che dal rosso sanguepassa al nero, ma perché unnuovo posto per Kapoor èanche un nuovo vuoto da esplo-rare. Attraverso un'installazio-ne che - occupando lo spaziofino quasi a rendere impossibi-le l'accesso - nello stessotempo ne amplia a dismisura leproporzioni: rivelando tutte lepieghe interne e le sinuosi-tà di quello che, fino ad allo-ra, era sembrato poco piùdi un cubo bianco.

[domenico quaranta]

Anish Kapoor> fino al 24.XII.2004 - Brescia, Galleria Massimo Minini

Torna in Italia, in forma smagliante, uno dei campioni della new british sculpture. Con un'installa-zione che riprende, su scala ridotta, quella già proposta in Piazza del Plebiscito a Napoli. E che ciconduce in un altro universo. Passando fra tunnel oscuri e specchi concavi…

u Anish Kapooru Brescia, GalleriaMassimo Mininiu Via Apollonio, 68u Tel 030 383034Fax 030 [email protected],www.galleriaminini.itu Dal martedì al sabato15.30-19.30

[info]

Exibart.onpaper 39brescia

C

Anish Kapoor - Untitled, 2004 - Visione della mostra Galleria Massimo Minini - Fotografie di Attilio Maranzano

Anish Kapoor - Untitled, 2004 - Visione della mostra Galleria Massimo Minini -Fotografie di Attilio Maranzano

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etti un grande pro-getto, che coinvolgetre importanti spaziespositivi senesi.Metti, a curarlo, un

autorevole semiologo nostranocome Omar Calabrese, un belnome dell'establishment cultu-rale italiano. Così Ipermercatidell'arte è un enorme conteni-tore di merci. Opere d'artecome segni depotenziati dellaloro aura, fanno il verso a mer-canzie e prodotti di consumo -citando, ironizzando, ribaltando,riproducendo, emulando - percontestare o prendere atto diun'imprescindibile condizione:la mercificazione della cultura ela massificazione della società.Nulla di nuovo all'orizzonte, dun-que. Indispensabile diventa allo-ra la presenza di una chiaveforte che illumini il già detto,grazie ad uno spostamento,una rilettura, una suggestionenuova.Un lungo percorso che attraver-sa gli ultimi quarant'anni di sto-ria dell'arte, articolato in trearee tematiche flessibili e un po'pretestuose; centocinquantaopere, che, scivolando da unacategoria all'altra, sfuggono adogni immediata classificazione.

Misure. Il consumo rappresen-tato mette insieme lavori chericalcano forme e dinamichedella pubblicità e della societàdei consumi, ibridandole con lin-guaggi propri dell'arte. Imman-cabili Mimmo Rotella con unodei suoi décollage, gli "impac-chettamenti" di Christo (pro-getti su carta), un AndyWarhol, o il contro-manifesto diBarbara Kruger che urla, un

po' beffarda, un po' cartesiana,il famoso Compro dunque sono.Sempre ammaliante il ClearGlass Stack di Tony Cragg, pre-cario castello di bicchieri e bot-tiglie. Poi una "compressione"di Cesar, le sedie di FranzWest, in bilico tra arte edesign, e le raffinate installazio-ni di Nam June Paik, Chen Zen,Panamarenko e Ben Vautier.

Dismisure. Il consumo ironizzatoracconta del desiderio degli arti-sti di giocare con la realtà.Un'operazione di riciclaggio chemescola segni e attributi etero-genei, ribaltando la natura deglioggetti. Dalla barocca installazio-ne di Fabrizio Plessi, che dominal'ingresso, si procede attraversole declinazioni poetiche e concet-tuali di Jan Fabre, GugliemoAchille Cavellini, Joseph Beuys;dall'ironia raffinata di WolfVostell e Marco Papa, a quellapiù a buon mercato di AdamoModesto, Claudio Francia,Claudio Maccari, passando perle digressioni kitsch di SilvioCasotti e Luigi Serafini.

L'ultima sezione, Contromisure.

Il consumo contestato, è dedi-cata alle posizioni di dissensoche gli artisti hanno espressocontro la cultura del consumo.Scontata ma irrinunciabile gueststar, la merda d'artista di PieroManzoni; bella la Maison malatedi Jean Susplugas, discarica delfarmaco di massa; gli0100101110101101.ORGpresentano il progetto - giàesposto in Austria - per lacostruzione di un monumentopubblico dedicato alla Nike;esplicita la pubblicità animatadi Guillaume Paris, uno yogurtche "reclamizza" i propri effettinocivi antiecologici; e poi gliinterni di case africane, neglieccellenti scatti ZwelethuMthethwa, le foto di Italo Zuffi,in cui sacchetti per la spazzatu-ra finiscono come copertureper sculture, e quelle di ErwinOlaf, improbabili set pubblicitariin cui suore, infermiere e serialkiller indossano esclusivamentejeans Levi's.

Molti i nomi importanti, che simescolano però a una quantitàdi presenze piuttosto deboli(alcune - Fanello, Maccari… - di

palese derivazione localistica),cosicché, accanto ad opereincisive, non manca il rumore difondo.Al termine del percorso l'im-pressione è che quella promes-sa chiave di lettura inedita nonsia venuta fuori abbastanza.Nonostante il tentativo dicostruire una griglia il più possi-bile chiara ("questa è unamostra omarcalabresica" hadichiarato Oliviero Toscani -coinvolto in un evento a latere -durante la presentazione), cheorientasse lo spettatore nellaselva di nomi e opere, l'intentoresta ambiguo. Ambiguità pro-babilmente fisiologica ed intrin-seca al tema. Calabrese sceglie di dissemi-nare la mostra di citazionicolte, rubate alla letteratura,alla filosofia, alla semioti-ca, agli scritti degli stessiartisti. Note al marginedelle opere che purtropponon eludono l'effetto dida-scalico.

[helga marsala]

Ipermercati dell'arte> fino al 9.I.2005 - Siena, sedi varie

Musei o supermercati? Una mostra trasforma le tre sedi espositive senesi in bizzarri templi dellamerce. Un'enorme quantità di opere. Per raccontare di come l'arte si innamorò del consumo e dellapubblicità (e viceversa). All'inseguimento del bene inessenziale e seduttivo…

u Ipermercati dell'arteMisure. Il consumorappresentato u Siena, ComplessoMuseale di Santa Maria dellaScala - Palazzo Squarcialupi u Piazza Duomo 2Info 0577 224811, [email protected] Orario: 10.30-18.30 (labiglietteria chiude alle 18.00)

u Dismisure.Il consumo ironizzatou Siena, Palazzo Pubblico-Magazzini del Saleu Tel 0577 292226u Orari: dal 1 nov. al 15 mar.tutti i giorni 10.00-18.30u dal 26 nov. al 15 feb. tutti igiorni 10.00-17.30dal 23 dic.al 6 gen. tutti i giorni10.00-18.30dal 16 mar. al 31 ott. tutti igiorni 10.00-19.00

u Contromisure.Il consumo contestatou Siena, Palazzo dellePapesse - Centro ArteContemporaneaVia Di Città 126 u Info 0577 22071,[email protected],www.papesse.org u Orario: 12.00 - 19.00chiuso il lunedì u Biglietti: 5,00 euro,ridotto 3,50

u A cura di OmarCalabreseu Catalogo SilvanaEditorialeTesti di Achille BonitoOliva, François Burkhardt,Laurent Busine, OmarCalabrese, Marco Pierini

[info]M

Memorial Project Minimata: Neither Either Nor Neither. A Love Story, 2002 - video, durata 16'40 min

Exibart.onpaper40 siena

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[OU?]elenco completo degli Exibart.point dove trovare Exibart.onpaper

(se proprio siete così tirchi da non abbonarvi)le preferenze di Francesco BonamiManilow Senior Curator Museum of Contemporary Art Chicago e direttore di Villa Manin

il prossimo tredici verrà tentato da Andrea Bruciati

01. La città New York

02. Il libro Tao Te Ching

03. Il film Lawrence D'Arabia

04. Il cantante Patti Smith

05. Il ristorante Sobayana New York

06. Il cocktail Vodka Negroni

07. L'uomo politico Barak Obama (candidato democratico agovernatore dell'Illinois)

08. Il quotidiano Dawn (pakistano)

09. L'automobile nessuna

10. Lo stilista Raf Simmons

11. L'attore Bill Murray

12. Il programma tv Seinfield

13. La canzone Like a Bird on a Wire di Jhonny Cash

AHBBELLOOO!!!s t r a f a l c i o n i d i g e s t

Presidente, ma io nella sua Accademia potrei, chessò, posare nudo per le sue allieve? Ah, badi bene,qui non c'è 'natura morta', è tutta natura viviiiiissima…[il comico sasà salvaggio scherza con il presidente dell'accademia di belle arti di palermo duran-te una trasmissione televisiva]Huuaaaa!

E il catalogo conterrà una prefazione del Presidente della Regione Campania Antonio Sassolino.[nel comunicato stampa della mostra che napoli dedica a julian schnabel dal 21 novembre]Qualcuno aveva un sassolino nella scarpa contro Bassolino o è semplicemente colpa del correttore di word?

E se non mi sbaglio, quello che ha costruito la Tour Eiffel è stato lo stesso che poi ha fatto la Statua della Libertà[il grande mike bongiorno durante la sua trasmissione 'genius']Povera torre parigina, certo non è un granché, ma mica è racchia come Miss Liberty…

…Anche in questo momento ci stiamo muovendo verso il futuro, che un attimo dopo essere stato rag-giunto si traduce in passato. Insomma, più si va verso il futuro più si va incontro al passato…[anselm kiefer in un'intervista a panorama]Banal Weltanschauung!

Articolo di Angela Vettese su Lucy Orta. Titolo: Lucy e OmbreArticolo di Alessandro Allemandi su Dalì. Titolo: Dalì a quiArticolo di Franco Fanelli sul Co.Re: Col Co.re in mano[questi e altri strampalati titoli sul giornale dell'arte di settembre]Copywriter del Giornale dell'Arte… presentaci il tuo pusher!

Il Cremaster consiste in una serie di sculture ispirate ad un ciclo composto da cinque film…[nell'articolo dedicato a mattew barney e intitolato 'quando il fidanzato è un po' strano' in unospeciale su Bjork di Musica di Repubblica]A noi risultava esattamente il contrario. No?

PREMIO SPAM PER L'ARTEabbiate pietà di noi (e della nostra e-mail)

13 CON…FACCIAMO

"La novità della mostra riguarda le cinque Sfere Musicali" recitail comunicato stampa. Peccato che le e-mail che annunciavanol'evento siano state talmente tante da far girare notevolmentele… sfere musicali anche alle redazioni delle testate d'arte.Dunque è l'esposizione

TAKIS: L'OPERA D'ARTE COME SIMBOLO

ad aggiudicarsi il nostro ormai ambitissimo Premio Spam. E pensareche la mostra (nel milanese Palazzo delle Stelline, sino all'11 dicem-bre, info: 0248008015) era pure alla sua seconda tappa, dopo ildebutto ad Acireale… vuoi diventare Exibart.point? [email protected]

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Exibart.onpaper 41intervallo

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e capite la vostrapittura in anticipopotreste benissi-mo non farla" èuna lapidaria af-

fermazione di Salvador Dalì,personaggio controverso, cele-bre per le sue stravaganze oltreche per una serie di opereentrate nell'immaginario colletti-vo. Una per tutte la Venere diMilo riempita di cassetti, oppuregli stracitati orologi "molli", insta-bili metafore del tempo e dell'im-potenza dell'uomo, originati,come racconta l'autore stesso"da un resto di formaggiocamembert molto stagionato".Cacciato di casa nel 1939 dalpadre per l'irriverenza di un suoquadro con l'iscrizione "a voltesputo per piacere sul ritratto dimia madre", e spesso bistrattatodai colleghi - Picasso, tanto perfare un esempio, parla di luicome "il nostro amico il matto" -,Dalì è abile nel girare le critiche(e pure qualche insulto) a suofavore asserendo "la gelosiadegli altri pittori è sempre stata iltermometro del mio successo".

La rassegna di Palazzo Grassi -che chiude in bellezza l'era Fiatdell'istituzione culturale, cedutaal Comune di Venezia - festeggiail centenario dell'artista nato aipiedi dei Pirenei e passa in ras-segna il suo inquietante mondodi allucinazioni, ricordi e visionioniriche. Dalle figure terribili eironiche alle angosciose incar-

nazioni di fobie infantili, dallepaure adolescenziali, di desidericome di incombenti minacce,alle tematiche fantastiche eossessive legate al sesso e allamorte. Dalì crea un autenticopantheon di oggetti che unisce inassociazioni apparentementeincongrue legate a riferimentibiografici o a immagini oniriche:così è la gruccia, oggetto fetic-cio, ambiguo accessorio delladecomposizione e simbolo dipossibile resurrezione, o le figurefemminili spettrali, simboli dipaure sessuali, o i cipressi chegli evocano pulsioni di morte efantasie masturbatorie, o - anco-ra - il calamaio, simbolo fallico diautorità legato alla figura pater-na (suo padre era notaio) e leuova al tegame, opposizione diduro/molle su cui si fonda l'inte-ra iconografia dell'artista.Oggetti-simbolo caratterizza-ti da una resa pittorica illu-sionistica, presenze spiaz-zanti ed enigmatiche."A sei anni volevo diventare unacuoca. A dieci, Napoleone. Daallora in poi le mie ambizioni

sono venute sempre crescendo"scrive nella Vita segreta del1942, una vera e propria minie-ra di informazioni per districarsinei meandri del Dalì-pensiero.L'artista studia - a modo suo - lapsicanalisi freudiana, affascina-to da luci e ombre dell'inconscioarriva ad elaborare il metodo"paranoico critico", chiave inter-pretativa per il mondo che lo cir-conda. E, intanto, costruisce il

suo mito.Per Gala, moglie "rapita" all'ami-co Paul Eluard e divenuta suacompagna e musa, Dalì nutriràuna vera ossessione d'amore,mitizzandola la ritrae in millemodi: da Gala Geodetica allaMadonna di Port Lligat dove raf-figura la sua amata nei pannidella Vergine in un delirio di lucee particelle atomiche.Baffoni, occhio folle e furbo, pit-tore, scultore, scrittore, inciso-re, regista, inventore di oggetti(suo è il sensuale Divano-labbradi Mae West), avido di denaro edi successo, icona ingombrante,Dalì sembra oltrepassare qual-siasi stereotipo, è geniale, dispo-tico, antipatico, affascinante oinsopportabile. Così alla mostrava riconosciuto un merito,aver messo da parte il per-sonaggio per raccontare -finalmente - l'artista.

[myriam zerbi]

Dalì> fino al 16.I.2005 - Venezia, Palazzo Grassi

Esuberante e ribelle. Geniale e molto, ma molto furbo. Espulso dall'Accademia per aver dichiarato la commis-sione esaminatrice incompetente a giudicarlo, bandito dal movimento surrealista da Breton, che lo accusa diessere un "frivolo catalano paranoico", Salvador Dalì compie cento anni. E Palazzo Grassi fa il punto sulla suaopera visionaria e teatrale dedicandogli una grande retrospettiva. L'ultima mostra dell'era Fiat a Venezia…

u Dalìu A cura di Dawn Ades,Montse Agueru Venezia, Palazzo Grassi,Campo San Samuele 3231u Tel 041 5231680 u Tutti i giorni tranne il 24, 25e 31 dic. 2004 e il 1° gennaio2005, 10.00-19.00 (la bigliette-ria chiude un'ora prima)u www.palazzograssi.itu Biglietto: intero euro10,00, ridotto 7,50u Catalogo: Bompiani

[info]S

Salvador Dalí - Autoritratto molle conpancetta fritta - (Soft Self-Portrait withFried Bacon), 1941 - olio su telacm 61 x 51 - Figueres, Fundación Gala-Salvador Dali - Foto di: © Salvador Dalí,Fundació Gala-Salvador Dalí, 2004

Exibart.onpaper42 venezia

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on un opening dayaccattivante, senzatempi morti e conproposte spesso bril-

lanti, inaugura la II edizione diGoing Public, "piattaformamobile e aperta", ideata eprodotta dal laboratorio cultu-rale aMAZE e dalla Provinciadi Modena. L'intento è quellodi monitorare i territori limi-nali, di passaggio, zone difrontiera suscettibili di cos-tanti cambiamenti politici eculturali, affidandosi ad unmapping postmoderno, basa-to cioè sulla "fine dell'idea chein fondo il mondo si compon-ga di oggetti e non di relazio-ni, di processi, di dinamiche"[Farinelli, in Going Public '04,p. 45]. Un approccio politico-geografico-sociale dunque,programmaticamente inte-ressato agli uomini, alle lorointerazioni ed ai diversi modidi reagire e confrontarsi conun mondo in evoluzione, tramuri che cadono e altri chene vengono alzati, tra immi-grazione clandestina e sindro-me jet-lag.Intervengono con una serie diconferenze supportate davideo e slides Thomas Hirsch-horn (Berna, 1957), Socra-tes Stratis (Cipro, 1963) eRaul Cardenas Osuna(Mazatlan, 1969), rappresen-tante dei Torolab , gruppopoliedrico che agisce aTijuana, in Messico, vecchioavamposto dell'immigrazioneillegale per gli Usa. Piuttostoche ragionare utopicamente,Torolab si attiva pragmatica-

mente, con S.O.S., zainettoche si trasforma in un rifugioper senzatetto, salvifico inuna baraccopoli comeTijuana.

L'esplorazione di Modenaprende il via dalla StazionePiccola, con le mappe e lefoto di Ahlam Ghibli (Galilea,1970) e Hariklia Hari (Atene,1970), pervasa dai rumori(ma sono perlopiù silenzi,segnali di vuoto), emessi daidue megafoni dell'installazio-ne di Zaphos Xagoraris(Atene, 1963), registrati neivillaggi abbandonati di Cipro eaccompagnati dal testo dellaRisoluzione 370 del 1975,che sancisce la divisioneturco-greca della città diNicosia. Nella Sala Truffaut,invece, si cammina sulleacque dello stretto di Gibil-terra, grazie alla mappa cal-pestabile (come i "pavimenti"di Andre) di f/p+f/z, ripeten-do il quotidiano flusso di per-sone lungo i 14 km dellostretto.Ancora qui il 27 ottobre èstato proiettato On the otherside di Chantal Akerman(Bruxelles, 1950) in antepri-ma nazionale. Il gruppo A12(Italia), ragiona e ironizzasulla "biennalizzazione", ossiasul prosperare dei festivalculturali e sugli effetti cheimprimono al territorio, pro-ponendo con slogan iperboliciil loro dirigibile come conteni-tore di eventi. In un non-luogodi transito come la Stazione

Centrale irrompe un angolodomestico ad opera di AESGroup (Russia): quattrosignorotte, ucraine e modene-si, beatamente appollaiatesulle loro sedie ricamanodegli arazzi raffiguranti conta-minazioni tra Oriente eOccidente, come la celebre -perché passata nelle e-mail dimezzo mondo - Statua dellaLibertà col burqa. Una citazio-ne - questa delle performerricamatrici - forse, delle tessi-trici afgane dei tappeti geo-grafici di Boetti. Il tour prose-gue alla Galleria D406 con ivideo e disegni di Ofri Cnaani(Israele, 1975) e SigalitLandau (Gerusalemme,1969), testimoni del conflittotra israeliani e palestinesi.Infine tutto si stempera in unbel gioco di società, Scenario,di Collettivo Zapruder (Italia),dove il pubblico è invitato ariscrivere i caratteri delmondo applicando dei fattoridi mutamento politico-econo-mici ad un grande cartageografica. In una sorta dibuon auspicio per il futuro.

[thelma gramolelli]

Going Public> fino al 9.XII.2004 - Modena, sedi varie

Quando l'arte contemporanea incontra il sociale. E sceglie di dislocarsi. Allora una città interadiventa galleria, spazio per installazioni e proiezioni. Da cercare ovunque. Dallo zainetto di salva-taggio, alle ricamatrici in stazione, al gioco di società. Ma sui generis. Succede a Modena e duradue mesi, è Going Public 2004…

u Going Public '04 -Mappe, confini e nuovegeografieu Modena, StazionePiccola, Piazza Medaglied'Oro; Sala Truffaut, Viadegli Adelardi 4; RaccolteFotografiche ModenesiPanini, Via Giardini 160;Stazione Centrale, PiazzaDante; Galleria D406, ViaCardinal Morone 31/33;Chiesa della Pomposa,Piazza Pomposau OrarioSala Truffaut: RFM: lun 15-17, mar-ven 9.30-12.00/15.00-17.00, sab,dom e festivi 10.00-13.00/15.00-19.00; D406:mar 16.30-20.00, mer/ven16.30-20.00/21.00-23.00,gio 10.00-13.00, sab/dom10.00-13.00/16.30-20.00u Ingresso liberou A cura di Claudia Zanfiu Catalogo Going Public'04 - Silvana Editoriale, acura di Claudia Zanfi u Informazioni:Assessorato alla Culturadella Provincia di Modena,tel 059 209556; aMAZElab, [email protected],www.amaze.it

[info]

Exibart.onpaper 43modena

C

Torolab - Architectura de emergencia - Tijuana, 2003

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l museo della LoggettaLombardesca di Ravennainaugura la stagione esposi-tiva con l'antologica di una

delle figure artistiche più com-plesse del secolo scorso:Alberto Giacometti. L'IstituzioneMuseo d'Arte della Città (Mar),già a partire dalla mostra DaRenoir a de Staël. RobertoLonghi e il moderno (2003),aveva definito una strategiaespositiva aperta su due forbici.Da una parte seguire la lineadello scandaglio storiografico,l'indagine diretta su aspetti efigure nodali della storia artisticarecente, con l'obiettivo dichiara-to di produrre a posteriori unariflessione critica delle vicendecontemporanee, al di là di pregiu-dizi, luoghi comuni e opinioni radi-cate. Dall'altra, invece, creare unpercorso di rassegne monografi-che dedicate a protagonisti delpanorama non solo nazionale.La scelta di Giacometti, oltre asoddisfare un confessato deside-rio del direttore del Mar, ClaudioSpadoni, nasce soprattutto dallanatura singolare del suo "casoartistico". La precocissima stori-cizzazione del suo lavoro rende

possibile esercitare una dupliceattività di ricerca sul suo conto:l'esegesi critica e la riflessionestoriografica. In questo modo lamostra di Ravenna si colloca inuna posizione intermedia fraqueste due linee. L'omaggio aGiacometti conferma inoltre l'a-pertura del museo oltre i confininazionali: nonostante l'italianitàdel nome, infatti, l'artista nascein Val Bregaglia, nell'elveticoCanton Grigioni, e la sua forma-zione culturale è di matrice pret-tamente parigina.Un'apertura a tutto campo sullasua attività artistica: un centi-naio i pezzi presenti, tra scultu-re - clamorosa addirittura lapresenza della Femme égorgéedel Guggenheim di Venezia -disegni, incisioni, dipinti e unasorta di "mostra nella mostra",come l'ha definita Spadoni. Sitratta delle centocinquanta lito-grafie del libro Paris sans fin,cui Giacometti lavorò dal1959 insieme all'edi-tore Tériade: un rac-conto intimo cheinscena i luoghi e ivolti più cari dellasua vita. Non solo,

dunque, lo scultore dei surreali-sti - ai quali peraltro ha datograndissima ispirazione, oltre atante preoccupazioni - o il lucidointerprete plastico dell'Esisten-zialismo parigino dai tardi anniQuaranta, ma innanzitutto, il libe-ro creatore assillato dal proble-ma dell'essere artista. Il "perché"della pratica e dei motivi chespingono a creare nuove formesono gli interrogativi che osses-sionarono Giacometti. Una pre-occupazione che, partendo dalleragioni ontologiche dell'artistico,

giunge alla fatidica

domanda del cosa fare e a qualeimmagine affidarsi. La rispostasignificò concentrarsi accanita-mente sull'identità e la presenzafisica dell'uomo, sul matto lavorointorno alla figura e più specifica-tamente sul ritratto. Uno scavoinsaziabile sull'immagine chenelle prove più mature produsseopere esilissime, prive di defini-zione, in cui il dissidio tra ricercad'essenzialità e complicazionirappresentative è sofferto e inte-riorizzato dall'artista. La ricercadi Giacometti è il tentativo dispe-rato, sempre sull'orlo del falli-mento - "sono uno scultore man-cato" titola un'intervista del1963 -, d'incarnare nella mate-ria il prodotto soggettivo dellapercezione. Un'arte dalle formecontraddittorie, in cui l'esserevive e si confonde nella perpetuavibrazione del mondo che locirconda. Mostrando - è ine-vitabile - il proprio senso di

precarietà e inadegua-tezza.

[alan santarelli]

Alberto Giacometti> fino al 20.II.2005 - Ravenna, Museo d'Arte della Cittá

Per molti è lo scultore dei surrealisti. Per altri l'interprete - oltremodo lucido - dello spleen parigi-no alla fine degli anni Quaranta. E lui, ossessionato dal perché del fare arte, di sé diceva di esse-re uno scultore mancato. Straordinaria antologica per Alberto Giacometti…

u Alberto Giacomettiu Ravenna, Museo d'Artedella Città (Mar)Loggetta LombardescaVia di Roma, 13u Tel 0544 482791/482760Fax 0544 [email protected]/colle-zioni.htmu Mar-gio 9.00-13.00/14.00-18.00, venerdì 9.00-13.00/14.00-20.00 (aperitivo18.30-19.30); sabato e dome-nica 10.00-19.00 (lun. chiuso)u Biglietto: intero euro8,00, ridotto 6,00u Catalogo: Ed. Mazzotta u Curatori: Jean-LouisPrat, Claudio Spadoni u Enti collaboratori:Fondation Maeght di Saint-Paul de Vence FondazioneMazzotta di MilanoPatrocini: Alto Patronato delPresidente della RepubblicaItaliana, Ambasciata diSvizzera in Italia, FondazioneGiacometti, Zurigo

[info]I

Exibart.onpaper44 ravenna

La Fôret - 1950, bronzo, cm 57x61x49,5 - Fondation Maeght, Saint-Paul

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alle premesse ci siaspettava unamostra come non sene erano mai viste. E

Arti & Architettura non delude:anzi si fa - è il caso di dirlo - let-teralmente in quattro: duemostre al Palazzo Ducale e duecon le installazioni effimere e leaffissioni inserite nel percorsocittadino, da seguire con tantodi mappa. Un risultato che è piùche grandioso.Del resto, a dire che questamostra traccia una nuova dire-zione per comprendere "la sto-ria dell'architettura, attraversa-ta con una prospettiva visivache la mette in rapporto con lealtre arti" sono gli stessi ideato-ri. Che possono permettersi diesordire - in sede di presenta-zione alla stampa - con afferma-zioni del tipo: "Questa è la piùbella mostra d'architettura chesi sia vista nel ventesimo seco-lo e dintorni" e ancora: "È la piùgrande e completa mostra cheabbia mai fatto". A parlare sonoGae Aulenti e Germano Celant,rispettivamente responsabiledell'allestimento e curatore.Una mostra-kolossal quindi, conmillecento opere d'arte distribui-te su una superficie di quattromi-la metri quadrati più tutta unacittà come percorso espositivo.L'impresa è mastodontica, unevento che pur essendo inseritoin un'annata eccezionale, quelladel 2004 Genova capitale dellacultura, resterà impresso nonsolo nella memoria dei genovesi -che si trovano faccia a faccianelle piazze e nelle strade con"contaminazioni" di arte e archi-tettura contemporanea - marimarrà documentato nel catalo-go di oltre ottocento pagine econ oltre mille immagini, redattoin due tomi.Inaugurazione-bagno di folla(com'era prevedibile) che nonlascia fuori nessuno: dagli invia-ti d'importanti testate interna-zionali ai grandi nomi degli arti-sti e architetti. Tutti accorsi ingran numero a gustare e sco-prire la grande maratona cheunisce utopia e realtà, sogno econcretezza.Per seguire e percorrere, anchefisicamente, l'itinerario idealedella rassegna è opportuno ini-ziare dal Munizioniere di PalazzoDucale. Ecco la sezione dedicataagli architetti e agli artisti delleavanguardie storiche fino aldopoguerra, dal 1900 al 1968.Centinaia di opere che testimo-niano la spinta utopica dellamodernità a partire dai grandimaestri di Futurismo, Suprema-tismo, Costruttivismo, Dada-ismo, Neoplasticismo, Espres-sionismo, Surrelismo fino alMovimento moderno.Un'interminabile carrellata di

schizzi, quadri, progetti,modellini, fotografie, film: dalbozzetto per la stazione diaeroplani e treni di Sant'Eliaagli stand pubblicitari diDepero alle opere di Sironi e

Prampolini , dai progetti diMalevich , Leonidov , Rod-chenko, Altman, Tatlin allafotografia americana neglianni Trenta con la Abbot. Eancora Gropius , Lèger ,

Schwitters , Kandinsky , LeCorbusier , Wright , Pomo-doro, Burri, Dubuffet, Aaltofino a Fontana e all'impac-chettatore di architetture perantonomasia, Christo.

Le opere dal 1968 ad oggi sonocollocate al piano nobile, inseritenelle stanze barocche dell'appar-tamento del Doge. Si parte dall'e-sperienza informale-spazialistaproseguendo con ilSituazionismo, il Brutalismo, laPop Art, il Minimalismo, il PostModern. In questa sezione l'ordi-ne della storia, utilizzando leparole di Gae Aulenti, lascia ilposto al "caos" dell'oggi: una rico-gnizione nella creatività degli ulti-mi trent'anni del '900 fino ainostri giorni, in cui la fusione deilinguaggi diventa la caratteristi-ca principale delle diverse disci-pline. Qui predominano i progetti,i modelli in scala, le costruzionibiomorfe.Anche in questa sezione una car-rellata di grandi nomi: Sottsass,Archigram, Isozaki, Herzog,Gehry, Piano, Fuksas, Foster,Pesce, Libeskind, Cook, solo percitarne alcuni.I l terzo percorso, simboloforte della mostra e di mag-gior impatto nel tessuto urba-no, è collocato nelle piazzedella città e nei cortili dei palazzistorici. Ventuno opere ("oggettid'emozione" le ha chiamateCelant) tra le quali spiccano Ilteatro del mondo di Aldo Rossi(opera andata perduta e rico-struita per l'occasione) HansHollein e la provocante Cisternadipinta d'oro, la MobileLighthouse - un faro che siappoggia su una tartaruga - diDennis Oppenheim e il modellodi una casa in Nuova Caledoniaprogettata da Renzo Piano. E inPiazza Matteotti, proprio davantial facciatone di Palaz-zo Ducale,sta un modulo abitativo degliimmancabili olandesi dell'AtelierVan Lieshout.Una quarta sezione è quella deiBillboard. Cinquanta cartellonipubblicitari di sei metri per trecon gigantografie d'artista.Cartelloni solitamente impiegatiper scopi pubblicitari utilizzati inquesta situazione per presenta-re immagini di fotografi e disegnidi artisti e architetti, tra cuiBasilico, Lynn, Nouvel, Scolari,Jodice, Matta-Clark: in unasorta di proiezione visiva dellamostra allestita in alcune zoneperiferiche della città."Una mostra senza noia" diceun'incoraggiante Gae Aulenti.Perché un colosso del genereun po' di timore nel visitatorefinisce per incuterlo. Nonresta allora che andare avederla di persona assicu-randosi di avere molte orea disposizione. E unabuona forma fisica, perriuscire a percorrerlatutta.

[angelisa leonesio]

Arti & Architettura 1900/2000> fino al 13.II.2005 - Genova, Palazzo Ducale e sedi varie

Una jam session grandiosa. Per parlare di architettura, tra XX secolo e dintorni. Oltre mille opere,un parterre di grandi nomi. Dalla mostra storica di Palazzo Ducale alle ventuno installazioni in cittàalle cinquanta opere formato billboard. Storia di un successo annunciato…

u Arti&Architettura1900/2000u A cura di GermanoCelant, progetto grafico diPierluigi Cerri, progetto diallestimento di Gae Aulenti.u Mostra organizzata daPalazzo Ducale, PiazzaMatteotti 9 - Genova e iti-nerario cittadinou Tel 010 5574004, [email protected] Biglietto: intero euro10,00, ridotto 9,00, studentifino ai 25 anni 6,00, scuole ebambini fino ai 12 anni 3,00,laboratorio+mostra 6,50u Orario: tutti i giorni tranneil lunedì 9.00-21.00 (labiglietteria chiude alle 20.00)Aperto nelle festivitàVisita gruppi: prenotazioneobbligatoria (tel 010 562390)u Catalogo della mostraedito da Skira u Attività collaterali:Conversazioni sull'arte con-temporaneaPalazzo Ducale, Salone delMaggior Consiglio/SalaLiguria Spazio Aperto, ore17.00. Ingresso liberoMercoledì 3 novembre: AldoViganò e Enrico Ghezzi(Architettura & Cinema)mercoledì 24 novembre:Stefano Boeri e GabrieleBasilico (Architettura &Fotografia)

[info]

Exibart.onpaper 45genova

D

Bodys-Isek Kingelez - Palais d'Hiroshima, 1991, CAAC, The Pigozzi Collection, Ginevra

Dennis Oppenheim - Congegno per sradicare il Male, 1997-1999

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arte contempora-nea torna alla Gam,con un ciclo che è lanaturale prosecu-

zione di Avvistamenti. Allamostra dei napoletaniVedovamazzei (Stella Scala,Napoli, 1964, e Simeone Cris-pino, Frattaminore, Napoli,1962. Vivono a Milano) segui-ranno le personali di MassimoBartolini e Jessica Stockholder.I partenopei, riunitisi nel 1991sotto la luttuosa sigla, annuncia-no la propria ingombrante pre-senza con un Tir di 28 tonnellateparcheggiato in una viuzza adia-cente la galleria. Basta gettareuno sguardo in alto e si nota unavegetazione che lì proprio nondovrebbe stare. Grazie a una ripi-da scala si può salire fino all'al-tezza di 4 metri, da dove osser-vare cosa contiene il rimorchio.Centinaia di metri cubi d'acquache ricreano una paesaggiomonettiano, con tanto di barca aremi. Ad ogni modo, il portablelandscape di Go Wherever YouWant, Bring Whatever YouWish (2000-2004) non è unanovità, era già stato presentatonel 2000.All'interno della galleria, l'esposi-zione si apre con For Once in MyLife (2004). Si cita un raccontoin cui Carlo Vogt riporta la vicen-da di una cicogna adultera che,insieme all'amante, uccide il pro-prio compagno. La scena è illu-strata con pochi ed essenzialineon, come pennellate che sidispongono nello spazio, creandopure un poetico effetto di cerchiconcentrici nell'acqua dello sta-gno, dove l'ignaro maschio va acaccia di ranocchi. Il ronzio di ungeneratore introduce al lavorosuccessivo: tre pareti candide euno specchio circolare.Ovviamente ci si guarda, ma lamessa a fuoco è ostacolata, percui ci si avvicina a tal punto chela propria immagine svanisceper altre ragioni di ottica.

Lo Short Sighted Mirror 2(2002-2004, presentato aRoma, al Magazzino d'ArteModerna) gira infatti rapidamen-te su sé stesso, frustrando ogniNarciso permaloso. Nella sala seguente, tre tavoli inlegno sono elevati da strutture invetro, il cui titolo complessivo èPlank bed (2004). A causa del-l'altezza non è facile osservarecos'è poggiato sul piano dei primidue tavoli, anche se il riflesso delvetro funge da proiezione fanta-smatica. Uno reca i celebriNotebooks dei napoletani (unciclo di ben 71 quaderni è statopresentato recentemente aMilano dalla fashion griffe PiazzaSempione di cui Vedovamazzeiha curato la campagna autun-no\inverno) e la Risma 500(1993); su un altro si svolge

un'improbabile competizione dinastri adesivi di varia fattura. Sulterzo tavolo giacciono brandellidi scottex arrotolati in modo dasuggerire esseri zoomorfi,impressione supportata da qual-che lieve schizzo a pennarello. Chiude la mostra una strutturadal titolo Bluish (2004). Il paralle-lepipede, le cui lastre di vetrosono congiunte da una strutturain alluminio, accoglie un lampa-dario che penetra nella sculturaattraverso un piccolo foro. Ilricordo va naturalmente ad alcu-ni lavori di Flavio Favelli, ma d'al-tra parte l'utilizzo del lampadarionon è nuovo per i Vedovamazzei,a partire da due opere del 2000.In questo caso, le luci sono dispo-ste in maniera tale da ricalcarela disposizione degli astri che for-mano la costellazione del Grande

Carro, mentre il vetro crea ungioco di riflessi che si stemperasolo dove è applicata un'anta inlegno, ricordo di un armadio amuro dipinto chissà quantidecenni or sono. Lo evidenzia Giacinto DiPetrantonio nel testo a catalogo(un prodotto editoriale di pregio):i temi dei Vedovamazzei sonocostantemente legati alla mortee alla progettualità, cheHeidegger ci ha insegnato esse-re inscindibili. Così, nella lorocaleidoscopica produzione, chenon si ritrae di fronte ad alcunmedium espressivo, la cifra èriconoscibile dalla tematica e dal-l'approccio. Com'è avvenuto, perrestare in Piemonte, nell'installa-zione permanente After Love(2003) a Caraglio, che ripropo-ne la celebre casa di BusterKeaton. Instabilità amara-mente ironica come contro-canto dell'architettura razio-nalista, s-grammaticaturacaotica della finitudine.

[marco enrico giacomelli]

Vedovamazzei> fino al 6.I.2005 - Torino, Gam

Evviva! Tornano gli "avvistamenti" alla Gam torinese. Dopo mesi di arte che era tutto fuorchécontemporanea, si torna a mappare realtà attuali. A cominciare dal duo Vedovamazzei. Che esor-disce con un Tir di 28 tonnellate parcheggiato all'esterno della galleria…

u Vedovamazzeiu Galleria d'Arte Modernae contemporaneaVia Magenta, 31 - Torino u Orario: da martedì adomenica dalle 9.00 alle19.00, giovedì dalle 9.00alle 23.00u Ingresso: intero euro5,50; ridotto 3,00u Tel 011 4429550,www.gamtorino.itu Catalogo Hopefulmoster,Torino, euro 35u Testi di Giacinto DiPetrantonio e CharlotteLaubard

[info]L

Vedovamazzei - Go Wherever YouWant, Bring Me Whatever You Wish- 2000-04 - camion a rimorchio,legno, gomma, piante acquatiche,ninfee, barca, remi, molo in legno,scala in alluminio - 400x1675x250cm - courtesy G.A.M. - Torino

Vedovamazzei - Plank bed - 2004 - tavolo in legno, vetro, nastri - adesivi colorati - 180x253x51 cm - courtesy G.A.M. - Torino

Exibart.onpaper46 torino

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a retrospettiva chefesteggia il ventennaledel Castello di Rivoli èdedicata a Franz Kline

(Wilkes-Barre, Pennsylvania, 1910- New York 1962). Un centinaio diopere celebra uno dei massimiesponenti dell'Espressio-nismoAstratto, dell'action painting, atrentanove anni dall'antologicaallestita alla Gam di Torino.S'è dunque a lungo parlato diKline incasellandolo nella "scuo-la" newyorkese, ulteriormentetassonomizzata nell'opposizionefra gestualità e color field. La cri-tica ha poi spesso rinvenuto nelsegno kliniano l'arte calligraficagiapponese. Se è vero che ledichiarazioni degli artisti nonvanno prese come oro colato,tuttavia non se ne può prescin-dere tout court. Tra Kline e il SolLevante vi furono rapporti chevanno esaminati con maggioreattenzione. Se infatti risaliamoalla sua cultura visiva originaria,scopriamo maestri comeRembrandt e illustratori comeWhistler (un'eredità che, coniu-gata con il fumetto americano eil fordismo, dà luogo per esempioa lavori come Locomotive, oppu-re alla galleria dei 20 BarSketches). Grazie a quest'ultimoKline scopre il Giappone, in pri-mis Hokusai, poi il pittore SabroHasegawa. D'altra parte l'aspet-to non-calligrafico è palese dauna dichiarazione anti-edipica(nel senso che gli attribuisconoDeleuze e Guattari) ed al con-tempo mutuata dallo strumenta-lismo di Dewey: "Non sono unsimbolista. Ciò che dipingo, nel-l'atto stesso della pittura, diventaper me un'esperienza".Giungiamo così al secondo aspet-to della questione, per cui ci siimmagina un Kline prossimo allaviolenza ed alla istintualità esecuti-va di Pollock di contro all'ossessivi-tà cerebrale di Rothko. In altreparole, action vs color field. Ma,anche in questo caso, è sufficientesoffermarsi sulla meticolositàdegli studi preparatori di Kline perrendersi conto che quelle larghepennellate sono il frutto di unarigorosa dis-organizzazione. Unastringente logica interna vi èdispiegata, tanto che sia DavidAnfam sia Carolyn Christov-Bakargiev propongono un Klinebifronte, che si nutre del passatoper stimolare un futuro diMinimalismo e Postminimalismo,checché ne abbia detto DonaldJudd. Dunque, per questa suacapacità di sollecitare le categorieancor prima che vengano storiciz-zate si potrà parlare di informale,nel senso attribuitogli da RosalindKrauss. Una capacità di sfocare ledistinzioni, di disseminare il signifi-cato finché non resta altro che ilsignificante. Una pittura "difficile",come ben sapevano i suoi primidealer. Che però stimola unariflessione finalmente più ragiona-

ta anche da parte della critica,costretta a soffermarsi su operecome Turin (1960) o sugli studisull'elenco telefonico di Manhat-tan, il colore che ancora sopravvi-ve nel 1950 in un Untitled, cheviene "seppellito" nel claustrofobi-co Buried Reds (1953) e inNesquahoning (1960-61) o che

esplode nuovamente in Untitled(1959). Quella pennellata ampia,che esibisce una nonchalancescrupolosa, si scosta dal segnocodificato talora anche sgoccio-lando (Painting (Horizontal II),1952) o formando dei grumimaterici e finanche cretti(Composition, 1953). Resta

comunque salda l'impressioneche le prove più impressionantisiano quelle eseguite con due pig-menti: quel nero che "è un colore",spesso eccentrico nell'economiaspaziale della tela, e il bianco chegioca in strati sovrapposti, dallatrama del supporto all'ennesimacampitura pennellata. Esempisuperbi di tutto ciò sono Monitor(1956) e Slate Cross (1961), maanche la complessa prova delmezzo tono di Siegfrid (1958). E,come in un processo a spirale chetorna su se stesso identico e diver-so, col colore pare tornare unvolto, forse quello della moglieElizabeth, che dopo anni di turbepsichiche riemerge. Un evento chequalcuno potrebbe credere siastato celebrato in Tragedy (1961).Per concludere, ribadiamo ilcarattere di tensione drammati-ca e rigorosa del lavoro di Kline,il suo essere ostinato in sensooperistico ed al contempo sinco-pato in chiave jazzistica. Tele edisegni in cui lo zoom del coevofilm noir si traduce in una evene-menzialità che accade in unospazio appositamente creato dalpennello. Un processo aporeticoche ritroveremo nei lavorimusicali di Morton Feldman,che non a caso dedicò pro-prio a Kline una delle suecomposizioni più memorabili.

[marco enrico giacomelli]

Franz Kline 1910-1962> fino al 30.I.2005 - Rivoli (to), Museo d'Arte Contemporanea

Dal 1935 al 1961, una retrospettiva esauriente sul maestro americano della Scuola di New York. Daipagliacci alle sedie a dondolo, per giungere all'informe in bicromia ed infine tornare al colore.Espressionismo astratto e Hokusai coniugati in grandi tele drammatiche, che accantonano l'istin-to e puntano alla dis-organizzazione. Provenienti da ogni angolo degli States...

u Franz Kline 1910-1962u A cura di CarolynChristov-BakargievRivoli (To), Castello diRivoli - Museo d'ArteContemporaneaPiazza Mafalda di Savoiau Da martedì a giovedì10.00-17.00; da venerdì adomenica 10.00-21.00Sabato, domenica e festivi:servizio navetta in partenzada Piazza Castello.Info: tel 011 9565280u Biglietto: intero euro6,50, ridotto 4,50Tel 011 9565220; u [email protected];www.castellodirivoli.orgu Mostra realizzata colsostegno di: GruppoUnicredit, RegionePiemonte, FondazioneCrt, Compagnia di SanPaolou Catalogo Skira, edizioniitaliana e inglese, 424 pp.,70,00 euroTesti di Dore Ashton, DavidAnfam, Carolyn Christov-Bakargiev, Allan Stone econversazioni di FranzKline con Ivan C. Karp,Selden Rodman, ThomasB. Hess, Frank O'Hara,Katherine Kuh e DavidSylvester

[info]

Exibart.onpaper 47torino

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Franz Kline - Provincetoown II - 1959 - olio su tela - 237x205,5 cm - coll.ThomasW. Weisel & Emily Carroll - courtesy Castello di Rivoli

Franz Kline - Monitor, 1956 - olio su tela - 200x294 cm - The Museum of Contemporary Art - Los Angeles - coll. Panza - courtesy Castello di Rivoli

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Il rito britannico del Turner Prize giun-ge alla sua fase cruciale. Inauguratala mostra dei quattro finalisti, pressola Tate Modern di Londra, si attendela proclamazione del vincitore. Adicembre, in diretta su Channel 4,come da copione.Una selezione, quest'anno, dal tagliomarcatamente sociale, in cui approc-cio antropologico, indagine sulcampo, impegno politico, attualità eprospettiva storica si intrecciano conefficacia, offrendo angolazioni diffe-renti ma contigue. Raffinato ed intrigante il lavoro diJeremy Deller, candidato perMemory Bucket, ('03), video-docu-mentazione di un viaggio attraverso ilTexas. Accostando interviste fatte a gente comune e documentitelevisivi d'archivio, Deller stabilisce un eloquente disequilibrio tra ilvolto mediatico del paese e quello emerso dai racconti in prima per-sona. Una lunga pausa contemplativa - la camera che indugia sustormi di pipistrelli in volo - chiude questo intenso archive footage.In mostra anche Five Memorial ('04) documentazione fotografi-ca di opere pubbliche, commissionate dall'artista per commemo-

rare personaggi della storia britanni-ca recente (il manager dei Beatles,morto per overdose, un minatoreucciso durante uno sciopero, in unoscontro con la polizia, un uomo inve-stito da un automobilista ubriaco…). I video-ritratti di Kultug Ataman con-fondono nel buio volti e voci dei pro-tagonisti intervistati: Twelve ('03) èun reportage antropologico condot-to all'interno di una comunità turcache crede nella reincarnazione. E'solo chi ha subito una morte violentao precoce a ricordare la propria vitapassata. La memoria, per un popolocostretto a convivere con guerre epersecuzioni, diventa sutura psicolo-gica e culturale che rassicura sulla

possibilità di una nuova esistenza, oltre la morte e la contingen-za del dolore.Coraggioso e rigorosissimo il progetto di Langlands & Bell,commissionato dall'Imperal War Museum di Londra. La coppiadi artisti, inviata per due settimane in Afghanistan, ha indagatola complessa condizione post-bellica del paese. Da qui il lavorosulla miriade di ONG operative sul territorio: i loghi delle orga-

nizzazioni non governative - sulla cui attività e indipendenza poli-tica si pongono non pochi interrogativi - diventano pattern aset-tici usati come trama decorativa in una serie di bandiere ocome sfondi in dissolvenza nelle fotografie di paesaggi afgani. Illavoro principale, The House of Osama bin Laden ('03), è laricostruzione digitale del rifugio di bin Laden. I due artisti hannoesplorato e filmato ogni angolo del luogo, trasformando il mate-riale raccolto in un'animazione virtuale interattiva. Un ambien-te desolato e alieno, da spiare dietro la consolle.Gerarchie di classe, razzismo, dinamiche e contraddizioni post-coloniali. Il linguaggio teatrale e decadente di Yinka Shonibareaffonda nella storia per gettare uno sguardo sul presente: unamessa in scena ironica e spettacolare, che lascia emergeredisuguaglianze e sbilanciamenti di forze. Il nuovo lavoro, Unballo in maschera ('04), è un video pensato come una coreo-grafia contemporanea, in cui l'azione -silenziosa e circolare- sidispiega tutta nella danza, ispirata ai balli di corte settecente-schi. Una compagnia di nobili - le vesti d'epoca in stile europeo,realizzate con tessuti africani - interpreta, in un teatro rococò,l'episodio della morte di Re Gustavo III di Svezia, ucciso da uncolpo di pistola durante un ballo mascherato, nel 1792.Agguati, giochi di potere, tecniche di seduzione, cortocircuititemporali e concettuali. In una favola simbolica e visionaria.(h.m.)

Londra, Tate Britain - fino al 23.XII.04

Exibart.onpaper48 around

Turner Prize 2004 ExhibitionLa posta in gioco è elevata. Denaro, visibilità, prestigio. Entrare nell'olimpo dei Turner winner è come ricevere un attestato di star. Il livello è alto e i pronostici dif-ficili. Un nome su cui puntare? La coppia Langlands & Belle di chance sembra averne parecchie…

Sophie CalleQuando lo scrittore americano Paul Auster decise di ispirarsi a lei, per disegnare il personaggio di Maria Turner (Leviathan, '92), non pote-va certo immaginare quale sarebbe stata la reazione della sua musa, l'artista francese Sophie Calle. Suggerirle un simile gioco di specchi,era come invitarla a nozze. Sophie decide di vestire i panni di Maria, trasformandosi di fatto nel proprio alter ego letterario. Nascono unaserie di esperimenti concettuali, in cui l'artista si appropria dei bizzarri comportamenti ideati da Auster per la sua protagonista. Più avanti,lo scrittore compilerà per lei un manuale d'istruzioni per "migliorare la vita a New York" (Gotham Handbook, '94), una elenco di azioni chela Calle eseguirà punto per punto, calandosi in un'esperienza di vita "artificiale", tra gioco di ruolo, indagine sociale e rappresentazione sce-nica. Il volume Double Game ('98) è il resoconto puntuale di questo lungo processo di ibridazione tra finzione e realtà. C'è tutta Sophie Calle in questa storia complessa. La chiamano la faiseuse d'histoire. Definizione perfetta. Le storie di Sophienascono da confessioni raccolte, annotazioni, ricordi privati, gesti spiati, rielaborazioni di esperienze proprie e altrui. Esperimentisull'emotività e l'identità condotti con un rigore estremo. La grande retrospettiva organizzata dal Centre Pompidou arriva lo scorso settembre al Martin-Gropius-Bau di Berlino. La mostra racco-glie opere che vanno dagli ultimi '70 fino ai '90 e include alcuni nuovi lavori prodotti dal museo francese. Concepito come un unico, lungopercorso, il raffinato Exquisite Pain ('84-'03) è un'articolazione di fotografie e testi, lungo un tracciato temporale bidirezionale. Un eventoprivato (l'abbandono da parte dell'uomo amato) fa da perno emotivo. 92 immagini (Countdown to Unhappiness), tratte dal soggiorno inOriente che precede il lutto amoroso, riportano ognuna un timbro, a indicare, giorno per giorno, il conto alla rovescia verso il momentotragico. Le pareti della stanza adiacente sono scandite da 72 dittici (Updown to Happiness), fotografie di una stanza d'hotel e di memo-rie sparse, accostate a teli di lino -uno bianco e uno nero, alternativamente - su cui sono ricamati dei testi: la descrizione del medesimoepisodio, ripetuto come una cantilena… Il momento in cui arriva la telefonata, in quella camera d'albergo, a Nuova Delhi… Ma il raccontosi fa sempre più sintetico e freddo, man mano che i giorni procedono. Il tempo lenisce il dolore e i ricordi si affievoliscono.Facce sconosciute, spiate da vicino (quelle di Unfinished, Cash Machine, '03, riprese di nascosto davanti a un cache dispenser); camered'albergo in cui intrufolarsi, cercando dettagli intimi e storie da ricostruire; uomini e donne invitati a dormire nel suo letto, fotografati nel sonno per tutta la notte (The Sleepers, '79)… L'universo di SophieCalle si popola di racconti, furti, sentimenti, provocazioni gentili. Senza sbavature, esponendosi a un'ossessiva, poetica nudità. (h.m.) Berlino, Martin-Gropius-Bau - fino al 13.XII.04

John Bock - KlüterkammerLa personale di John Bock all'ICA è un percorso introspetti-vo dentro l'Io dell'artista. Un work in progress per la meta-bolizzazione di opere d'arte che hanno nutrito il suo immagi-nario, trasformate poi in "materiali" con cui lavorare. Lospettatore avverte uno strano disagio, come se stesse vio-lando uno spazio privato, frugando tra memorie intime.Alcuni video di Bock sono posizionati in punti strategici dellamostra, tracce personali che raccontano la sua poetica e imolti rimandi celati o ostentati. In Boxer ('02), quasi un'ope-ra omaggio a Paul McCarthy. l'artista aveva vestito i pannidi un pugile, trasfigurato da un ingombrante costume e tor-mentato da secchiate di yogurt, radicchio e granella di noc-ciole. E così, in Trecker ('03) era diventato un improbabilecontadino, maldestro pilota di un trattore, mentre in MeechHouse ('02) era stato un lecturer alle prese con un esperi-mento scientifico: facendo reagire la più inappetibile combi-nazione di cibi, riusciva ad ottenere una chiave magica,mistura di unghie umane e pasta dentifricia.Per la sua personale all'ICA John Bock si allinea alla direzioneespositiva di Jens Hoffman, lo stesso autore della nota proposta:Next Documenta, should be curated by an artist? Dando luogo ad uno dei suoi più riusciti camuffamenti, Bockinstalla così una mostra nella mostra, ribaltando il ruolo dell'artista in quello di curatore. Icone pop, feticci, opere d'arte degli ultimi cinquant'anni - e persino una sala di proiezione dove è possi-

bile seguire on-screen il film di Douglas Nickos Blood Theatre - con-vivono all'interno di un'impalcatura che ha le sembianze di una fatto-ria claustrofobica: tunnel di tavole di compensato, soffitti realizzaticon patchwork di camicie da uomo e balle di fieno come mobilio. I lavori in mostra vanno scovati. Camminando carponi lungo stret-ti corridoi o inerpicandosi su scomode scalette di legno, si scopro-no foto, diapositive e video che documentano le azioni di GüntherBrus , Otto Mühel , Rudolf Schwarzkogler , in una mini-retro-spettiva dell'Azionismo Viennese; mentre, alle spalle di un monitorche proietta Two takes - un video del 1970 in cui Vito Acconciingurgita i capelli di una donna - scorrono i fotogrammi diNosferatu (1929), il primo vampiro della storia del cinema.Intrufolandosi in un ambiente piccolo come un cunicolo ci si trovadi fianco al White Toilet Man di Paul Mccarthy ('03), accasciato difronte alla grande foto di un manichino che ostenta i genitali, nel-l'atto di masturbarsi (Cindy Sherman , Untitled #256); intanto,da una fessura laterale, occhieggia la scultura di una ranocchiacrocifissa (Martin Kippenberger , Oberammergauchristus).Ancora, custodite gelosamente in un cofanetto trasparente, alcentro di una minuscola soffitta, si trovano frammenti (originali?)delle unghia di Rasputin (Rasputin's Fingernails, 1916). La colonna sonora è la voce monocorde di Robert Smith , leader

dei Cure e icona della New Wave dark: i video delle sue greatests hits sono proiettati su una pare-te irregolare di mattoni. [ambra caruso] Londra, ICA - fino al 7.XI.2004

u Praga, Gallery Jiri Svestka - Rayan Mendoza, Turning off the lights - fino all'8.I.05u Parigi, Palais de Tokyo - Loris Cecchini, Salon pour le Palais de Tokyo - fino al 2.I.05u New York, P.S.1 Contemporary Art Center - Paolo Canevari, Welcome to Oz - fino al24.XII.04u Londra, Lisson Gallery - Daniele Puppi - fino al 22.XII.04u Berlino, NGBK - Antonio Riello, Legal/Illegal - Art beyond Law (group show) - fino al 28.XI.04u Parigi, Galerie Zürcher - Elisa Sighicelli & Marzia Migliora, Pitfall - fino al 20.XI.04 u Stoccarda, Staatsoper - Studio Azzurro (messa in scena e drammaturgia multimediale),Neither, opera di Morton Feldman e Samuel Beckett, première - 31 ottobreu Zurigo, Migros Museum - Francesco Vezzoli / Francesco Scavullo, The Future Has aSilver Lining (group show) - fino al 31.X.04

mostre fattefuori? scriveteci: [email protected]

u Parigi, Palais de Tokyo - Barthélémy Toguo, The Sick Opera - fino al 23.XII.03 u San Francisco, Yerba Buena Center - Erwin Wurm - fino al 9.I.05 u Parigi, Palais de Tokyo - Wang Du, Parade #4 - fino al 2.I.05u Chicago (IL), Museum of Contemporary Art - Julian Opie, We swam amongst the fishes - fino al 2.I.05u Berlino, Neugerriemschneider - Tobias Rehberger - fino al 31.XII.04u New York, Mary Boone - Barbara Kruger - fino al18.XII.04u Londra, Gagosian Gallery (Britannia St) - Martin Kippenberger - fino al 4.XII.04 u Berlino, Carlier/Gebauer - Mark Wallinger - 4.XII.04u Berlino, Medhi Chouakri - John Armleder - fino al 27.XI.04u Londra, Alan Cristea Gallery - Langlands & Bell, New Work - fino al 20.XI.04 u New York, Marian Goodman Gallery - Francesca Woodman / Anri Sala - fino al 18.XI.04u Londra, Camden Arts Centre - Valie Export - fino al 7.XI.04

[dates] da non perdere oltreconfine[fattofuori] artisti italiani in trasferta

Yinka Shonibare - Un Ballo in Maschera (A MaskedBall), 2004 - Courtesy Stephen Friedman Gallery,London and James Cohan Gallery

John Bock - Boxer, 2002 - Courtesy Klosterfelde, Berlino; AntonKern, New York

Sophie Calle - Exquisite Pain (Detail), 1984 - 2003 - installa-zione, Centre Pompidou, Paris, 2003-2004 - Foto Jean-ClaudePlanchet, Centre Pompidou

a cura di helga marsala

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Exibart.onpaper 49around

Casa dolce casaÈ la prima volta che Gregor Schneider siallontana dalla kafkiana Totes Haus u r(Casa morta u r) in Rheydt, Germania,per visitare, su invito di Artangel, duecase identiche nell'East End londinese. Il risultato, non meno ossessivo, sembraspostare l'attenzione sul grande assentedel passato lavoro dell'artista: l'abitante,attore di spazi in cui claustrofobia, artificio e dissociazione sospendono l'atmosfera dome-stica in un incubo voyeristico. Tracce evasive della presenza umana erano state finorasolamente Hannelore Reuen, alter-ego sdraiato in un angolo a faccia in giù nella mostraa Krefeld del 1997 ed il breve respiro, talvolta ansimante, dei lavori video. Il vincitore del Leone d'Oro alla Biennale di Venezia del 2001 è noto soprattutto per ladecostruzione ventennale della anonima casa di famiglia in cui, a un certo punto, decidedi barricarsi, smantellando stanze, costruendo falsimuri, sbarrando finestre e porte, creando un labirin-to di illusoria intimità. Da quando, nel 1994, l'artista ha cominciato a tra-sferire intere sezioni dell'abitazione in gallerie pub-bliche e private internazionali, alcuni critici avevanoavvertito un deleterio distanziarsi dall'enigmatico eriflessivo disorientamento sperimentato dai visitato-ri della casa in Reydt.In questa prospettiva, il progetto londinese rappre-senta un'occasione unica per verificare di nuovo dalvivo le buone e cattive abitudini domestiche: laripetizione dei gesti quotidiani - lavare i piatti, porta-re le borse della spesa, far scorrere l'acqua nelladoccia - disturbate dai dettagli inquietanti lentamen-te rivelati al visitatore - dolci di glassa allineati surotoli di carta igienica nel silenzio della cantina, ilpianto lontano di un neonato, fantasmi impacchetta-ti nelle buste della spazzatura, masturbazioni libe-ratorie. Benvenuti in casa Schneider.

[irene amore]

Non si è certo risparmiato Michael Landy con questo nuovo progetto, realizzato perle Duveen Galleries della Tate Britain. Landy decide di portare dentro al museo la casadel padre, un minatore rimasto vittima di un infortunio sul lavoro, 25 anni fa.Ricostruisce così, mattone per mattone, il recinto borghese incrollabile e saldo, simbo-lo della dedizione al lavoro, alla famiglia, al denaro, all'etica che fonda il cittadinomedio. Una copia identica all'originale fin nei dettagli, in scala uno a uno. Dopo laspettacolare performance del 2001, Breakdown, in cui, raccolti ed ammassati tutti i suibeni, procedeva alla loro impietosa distruzione -un potlach contemporaneo, un espe-rimento sull'identità del consumista- Landy simula l'operazione opposta, edificandouna struttura solida, senza tempo. La "detached house" (tipica abitazione a due pianidelle famiglie operaie londinesi) è inaccessibile, porte e finestre sbarrate. Provi a gira-re una delle maniglie dorate, confidando di riuscire a intrufolarti. Ma è solo l'esterno,qui, a rimanere visibile. La casa -una scatola artificiale vuota, memoria congelata eossessivamente ripercorsa- è spaccata in due, letteralmente. Un immaginario taglionetto ha sezionato l'edificio. I muri di cemento interni -le parti cieche, i bordi opachidella cesura- si specchiano l'uno nell'altro, a qualche decina di metri di distanza. Ediventano superfici di proiezione. Su una parete si alternano veloci immagini domesti-che, tratte da opuscoli e manuali di DIY, rivista di bricolage collezionata dal padre; sul-l'altra scorrono invece, lentissime, le riprese dell'interno di casa Landy: una finestra

immateriale dischiude questo spazio dell'intimità preclusoallo sguardo, appiattito sulla dimensione di uno schermo o di un flusso mnemonico immateria-le. La camera si posa sugli angoli, spia gli oggetti disseminati nelle stanze, raccoglie atmosferee dettagli, perlustrando con metodica perizia. L'oggetto resta il centro di tutto il lavoro di Landy,appendice vacua e preziosa di un'identità in perenne costruzione e/o disfacimento. [h.m.]

Michael Landy, Semi-detachedLondra, Tate Britain,fino al 12.XII.04

Il futuro del design.In un manifesto multimedia-le e itineranteVancouver diventa il cuore deldesign contemporaneo, nucleopropulsore di un complesso pro-getto, strutturato in più livelli.Massive Change: The Future ofGlobal Design - curato dal desi-gner Bruce Mau - è un vasto per-corso attraverso le più recentiinnovazioni del design interna-zionale. L'intento è quello di pro-muovere una riflessione sulruolo e il potere del design qualestrumento capace di modificarela cultura, le abitudini, le attivitàquotidiane, la fruizione delnostro habitat culturale, gli spazie le modalità di vita collettiva oprivata. Una "dichiarazione sullostato attuale del design" che èanche un "manifesto" sulla suaresponsabilità e il suo ruolosociale.I trasporti, la vita urbana, l'infor-mazione, la politica e l'economia,lo studio di materiali sperimenta-li, l'arredo d'interni, l'energia….una struttura di undici tematichegenerali indaga i diversi campi diricerca, soffermandosi sui piùrecenti traguardi. Il progetto prevede una mostraitinerante, commissionata dallaVancouver Art Gallery (che toc-cherà sette città e tre continenti,USA, Europa e Asia), una seriedi dibattiti sul tema (Visionaries),un volume pubblicato dallaPhaidon Press, un web site inprogress e un forum on line(www.massivechange.com), unatrasmissione radio e un film.[h.m.]

Massive Change: The Futureof Global DesignBruce Mau Design and theInstitute without BoundariesVancouver (Canada)Vancouver Art Gallery fino al 3.I.05

Provocazioni elettroniche eatmosfere glam. Il museo si traveste da techno clubUna forte componente dissacrante e alcontempo mistica accompagna il nuovolavoro dell'artista multimediale spagnolaAna Laura Alaez (Bilbao, 1964), pre-sentato nella sede principale delHelsinki City Art Museum. Hell Disco èunicamente ciò che dice di essere, senzafalsa retorica o mezze misure. Un tem-pio della musica techno, perfettamentericostruito - con tanto di bar, pista daballo, luci stroboscopiche e infernaleabuso di decibel - nello spazio "inviola-bile" del museo. Alaez, già conosciuta inItalia per la doppia partecipazione allaBiennale di Venezia del 1999 e 2001,instaura da sempre scambi dialettici tra ilmondo dell'arte e quello delle modegenerazionali, dimostrando di credere inuna comunicazione globalizzata e libera,costruita interamente su spinte pop,trash, eccessive, glamour. Sarebbe insuf-ficiente però limitarsi a parlare qui dicontaminazione. La purezza sincopataed elettronica della musica satura l'am-biente. Musicisti di tendenza e d.j. inter-nazionali sono chiamati ad officiare ilrito del divertimento, organizzando verie propri weekend musicali, happeningdel sabato sera (la vernice ha visto lapartecipazione del techno artista tedescoDaniel Holc, alias Ascii.Disko). Alaezdecontestualizza e ricontestualizza unospazio che, all'improvviso, si distaccaforzatamente dall'uso consueto, fingen-do di adattarsi al nuovo allestimento edivenendo contenitore di inusuali icone.

[gaetano salerno]

Ana Laura Alaez - Hell DiscoTennis Palace Art Museum fino al 9.I.2005

Ana Laura Alaez - Hell Disco, 2004 © Ana Laura Alaez

Liverpool oltre provinciaAlla terza edizione dopo l'esor-dio del 1999, la LiverpoolBiennial dimostra nuovamentela dinamicità della provinciainglese e la capacità di sviluppa-re nuove opportunità a partiredalle risorse già presenti (glispazi espositivi della TateLiverpool, la Bluecoat Gallery, laFACT).Nata con l'intento di condurreLiverpool ad un livello di visi-bilità internazionale, promuo-vendo anche le iniziative cul-turali ed artistiche più speri-mentali, la Biennale di que-st'anno si distribuisce in quattro sezioni principali: International, Independents,New Contemporaries e John Moores 23.La sezione International si avvale di una curatela geograficamente aperta a 360 gradi, conil contributo di Sabine Breitwier (Vienna), Yu Yeon Kim (New York), Cuauhtemoc Medina(Mexico City) e Apinan Poshyananda (Bangkok). Le opere dei 45 artisti invitati si colloca-no tra spazi espositivi tradizionali e spazi pubblici alternativi, offrendo interpretazioni diver-se della storia e del carattere di Liverpool e del Merseyside. Tra gli invitati, due noti artistiitaliani: Francesco Jodice, con un progetto basato sugli avvistamenti UFO nella regione,e Paolo Canevari, con un'opera intitolata Seed, installata nel centro della città e memo-re del devastante bombardamento su Liverpool del Maggio 1941.Si moltiplicano poi, attorno alla sezione International, le iniziative indipendenti, accompa-gnate da un programma serrato di conferenze e visite.Assolutamente da non mancare la sezione New Contemporaries, mostra annuale pro-mossa da Bloomberg (ospitata nel vasto spazio recentemente acquisito della CoachShed), trampolino di lancio per giovani artisti emergenti. La giuria era composta dal criti-co Kate Bush e dagli artisti Dinos Chapman, Tacita Dean e Brian Griffiths.John Moores 23, invece, è per gli appassionati di pittura. Il premio quest'anno è andatoad Alexis Harding.

[irene amore]

Peter Johansson - Music Royale - commissionated byLiverpool Biennial International 04 - photographed byAlexandra Wolkovicz

Liverpool Biennial - fino al 28.XI.04 - www.biennial.com

Gregor Schneider, Die Familie Schneiderdal 2.X.04a cura di Artangel (www.artangel.org.uk)prenotazioni: 0044 (0)7981 578754 - 0044(0)7981 578755(i visitatori sono ammessi uno per volta in ciascu-na delle due case)

a cura di helga marsala

Il labirinto immateriale. La macchina sonora di Nauman stravolge la Turbine Hall

E' ancora negli occhi e nella memoria di tutti laluce densa e abbagliante con cui OlafurEliasson aveva invaso, tra l'ottobre 2003 e ilmarzo 2004, gli spazi della Turbine Hall, monu-mentale ingresso della Tate Modern.Un'architettura industriale ampia, asciutta, pos-sente. Difficile eguagliare l'incantesimo del soleartificiale di Eliasson. Ha accolto la sfida, dopodi lui, Anish Kapoor, con la sua enorme scultu-

ra tubolare che attraversava la hall. Tocca adesso a Bruce Nauman - uno dei padri della video arte,sperimentatore eclettico di molteplici linguaggi - confrontarsi con questo luogo singolare, così comples-so da gestire. E la scelta è radicale, senza dubbio. Nauman prova a sfidare il vuoto con il vuoto, usan-do il materiale più impalpabile ed evocativo: il suono, corrente instabile, astrazione ed epifania fluida. Una serie di altoparlanti, distribuiti lungo le pareti con ritmo regolare, dispiegano un tappeto di vociche si accavallano, si incrociano, si scontrano, fondendosi in un flusso polifonico e ibrido. I 22 branisono tratti da lavori realizzati nell'arco di 40 anni di carriera. Nauman, giocando a decostruire, trattalo spazio e la parola come sostanze organiche duttili. Straniate dai contesti originari e trasformate inmateriale grezzo, le parole assumono così un'identità differente, acquisendo un corpo improprio, ilcorpo di un luogo, del pubblico, della nuova macchina sonora. E' possibile addentrarsi nel labirinto divoci accostandosi ai singoli frammenti -ripetizioni ossessive, frasi distorte, descrizioni di stati psicolo-gici precari, sussurri e rantoli- per spiarne la forma, l'origine, il senso: avanzando, ogni sorgente si fapiù chiara o appare d'improvviso, secondo un ordine temporale e percettivo accuratamente studiato.Oppure ci si può abbandonare alla violenta corrente ipnotica, disorientati dal frastuono, immersi nel-l'atmosfera convulsa. Ed è qui che si sfiora la vertigine,quando la grana dello spazio vuoto acquista uno spesso-re insolito, e il suono diventa visione. [h.m.]

Bruce Nauman, Raw MaterialsLondra, Tate Modern - fino al 28.III.05

The family house

Michael Landy - Semi-detached, 2004 Supportedby Tate Members with addi-tional support from TheHenry Moore Foundation -Photo credit M. Heathcote &J. Fernandes

Die Familie Schneider - commissio-ned and produced by Artangel,2004 GregorSchneider -Photographs by Thierry Bal

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ibosh di TerryRichardson (il foto-grafo famoso per isuoi scatti scandalo-

si per la griffe veneta Sisley),dopo una mostra a settem-bre presso la galleria diJeffrey Deitch nella newyor-kese SoHo, è sbarcato aBologna. Le foto che compon-gono l'ultimo libro del foto-grafo sono state presentate(dal 13 al 23 ottobre) all'IndeLe Palais, concept store delcapoluogo emiliano, dove è invendita anche il volume, pre-ziosissimo, realizzato dall'edi-tore Damiani.Si è trattato di un elettrizzan-te shock per la città felsinea,certo non abituata all'esibi-zione del sesso esplicito."Questa mostra potrebberompere qualche argine cul-turale, qui a Bologna ed ingenerale in Italia" dichiaraFederico Palazzoli, responsa-bile dell'evento "Quasi tutte leriviste d'arte e di tendenzanon hanno voluto pubblicarealcuna foto tratta da questolavoro, e poi pubblicano tettee culi ogni due copertine". Maè una pruderie esclusivamen-te italiana? "Assolutamentesi, all'estero è andato tuttoliscio: da GOgomeInternational a I-D a Neon.Tutti hanno parlato dell'even-to". E naturalmente anche suExibart.onpaper, come pote-te… ammirare nella pagina afianco!La scelta di Bologna comesede non è stata casuale.Milano è stata immediata-mente scartata dal fotografocon una scusa surreale: "nonvoglio andare in discoteca!".Gustosa la storia del primocontatto tra l'editore Damianie il fotografo. "C'era questolibro che nessuno voleva pub-blicare, compresa Taschen,l'editore finora di tutti i lavoridi Terry", racconta ad ExibartAlbertini, direttore diDamiani, "noi siamo andati aNew York, ci siamo piaciutisubito, ed abbiamo deciso dipubblicare questo volumeche era rimasto nel casset-to".

Terry, il tuo libro Kibosh,come il resto della tua operafotografica, sembra un dia-rio. Chi è realmente T-Boone? Sei tu o è un perso-naggio che reciti per l'occa-sione?Sono io. Questo lavoro è qual-cosa di veramente personalee umano, è la mia vita. Nonc'è nessun personaggio, nes-sun ruolo, sono io che hoscelto di vivere queste situa-zioni e di documentarle.

In qualche modo, è come seil cortocircuito arte-vita cheha caratterizzato tutta l'ar-te contemporanea, soprat-tutto quella degli anniSessanta e Settanta, ritor-

nasse in versione glamour-porno…Sì, credo di sì. Queste fotosono degli happening. Vedipersone che celebrano la vitae il sesso, e lo documentano.In queste immagini, tutti sor-

ridono e si divertono, c'è unagrande energia che scorretra questi individui.

Pensi che oggi l'arte estre-ma sia ancora possibile, ecredi di stare facendo, inquesto momento, arteestrema?Penso che si potrebbe chia-mare estrema, ma credo chesia semplicemente l ibertàtotale. La creo, e provo uncompleto senso di l ibertàquando la faccio. Per me nonè arte estrema, è solo artelibera.

Secondo te un artista puòancora proporre qualcosache si ponga al di fuori del-l'immenso "dentro" che è ilmondo contemporaneo, equesto "fuori" si può identifi-care con l'idea di avanguar-

dia?In certe circostanze, credoche si possa fare. Le miesono immagini che chiunquepotrebbe realizzare: un saccodi persone si fotografano e siriprendono mentre fannosesso. È solo questione dimetterle fuori, di esporle.Molte delle persone che sonoqui probabilmente hannofatto delle foto così, e lehanno messe sul loro compu-ter, o qualcosa del genere.Per me voleva dire prendereuna scena, un'emozione, emetterla al mondo. Questefoto sono fatte per connet-tersi agli esseri umani, inmodo che possano risponde-re ad esse in quanto tali.

Perciò, il tuo interesse risie-de principalmente nella rea-zione della gente ad immagi-ni come queste?Sì. È bello provocare, mapenso che sia altrettantointeressante l 'elementoumano che tocca le persone:sorridono, ridono, se nericorderanno e queste imma-gini rimarranno con loro.

E questa è la ragione per cuitu hai sempre usato macchi-ne fotografiche "da turista",e non professionali?Mi piace la qualità di questefoto: sono familiari, umane esemplici. È il loro calore quel-lo che mi attrae veramente.

Qual'è stata l'influenza difotografi come Diane Arbus,Cindy Sherman e Nan Goldinsul tuo lavoro?Amo questi fotografi .Qualsiasi cosa vedi nella tuavita è parte di quello che fai.Siamo come spugne: assor-biamo elementi che poi ven-gono fuori quando creiamo.Non userei il termine "influen-za", piuttosto "ispirazione".

Quale pensi che sia il ruolodell'artista oggi?Il ruolo? Di non tradire mai sestesso. Quando crei qualco-sa, se sei felice di quello chefai, se ciò ti fa sentire bene,questa è la cosa più impor-tante. Tradire te stesso, farequalcosa di cui sei scontento,è la cosa peggiore che tupossa fare.

Secondo te un bel pisellopuò aiutare un artista?Beh, per me è stato moltoutile!

[christian caliandro]

Cazzo che fotografo!Tette, culi, transessuali, femmine esibizioniste e modelle di professione. E naturalmente il suofallo, protagonista assoluto. Famosissimo grazie alle 'scandalose' campagne pubblicitarie dellamaison veneta Sisley, Terry Richardson è transitato a Bologna per presentare i suoi scatti porno-glamour. Tra Diane Arbus, Cindy Sherman e Nan Goldin, ma divertendosi. E le foto sono riuniteeccezionalmente in un libro prezioso, in edizione limitata. Edito dall'italianissima Damiani…

K

Exibart.onpaper50 sexibart

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tuoi lavori scelgono comespazio privilegiato lastrada, le vie di Parigi,Bruxelles, Londra,

Barcel-lona, Montréal, comescegli gli spazi d'azione?Le mie azioni non sono maiimprovvise, solitamente cam-mino nella città, faccio deiveri e propri sopralluoghi incui valuto la posizione, il sup-porto, la tranquillità e il fee-l ing con lo spazio. Per lesuperfici non ho necessitàparticolari, anche se preferi-sco luoghi molto sporchi evissuti, come i cantieri, chehanno il vantaggio di esserepiù protetti dalla vista dellapolizia. Fondamentale èanche la questione tempora-le, devo calcare bene l'ora e ilmomento in cui intervenire.Ad esempio, negli spazi com-merciali il momento miglioreè la domenica, quando solita-mente sono chiusi.

I tuoi graffiti non sono esegui-ti con lo spray, ma con il pen-nello e colori acrilici. Qualieffetti ha sul tuo lavoro?Il pennello, nonostante impli-chi un lavoro più lento, ha deivantaggi enormi: è adatto atutti i supporti, anche a quellinon lisci, quindi non necessitadi una base di preparazione.Inoltre, grazie ai colori ad acri-lico ottengo dei risultati più

brillanti… La mia pratica arti-stica ha a che fare con la pit-tura, così una parte importan-te del mio lavoro si svolge acasa, è il momento in cui spe-rimento e faccio ricerca. Direi,infatti, che la spontaneitàdella strada agganciata allariflessione "casalinga" è lacombinazione necessaria perl'evoluzione del mio lavoro.

Il mondo del graffitismo è

dominato dalla sferamaschile. Le tue Poupées,maliziose e ammiccanti, ten-tano di sedurlo?Fortunatamente le mie bam-bole seducono sia i ragazziche le ragazze. La seduzione,la provocazione e la perturba-zione riguarda tutti. Mi inte-ressa provocare un senti-mento e non lasciare soltan-to un'immagine. Soprattuttomi piacerebbe che chi le

guarda avesse l'impressioneche esistono.

Queste bambole sono le prota-goniste assolute, quasi un tuoalter ego, manca anche qual-siasi riferimento spaziale…All ' inizio ho lavorato moltosull'autoritratto, ma progres-sivamente, pur rimanendoquesto sempre una parte dime, mi sono aperta ad ogniforma di estetismo. La stradaoffre moltissime sollecitazionivisive e per catturare l'atten-zione del pubblico occorreuna forte espressività, i colo-ri vivaci dello spazio di fondoe lo sguardo delle bamboleriescono a conquistarlo.

La tua libertà espressivanon si sente limitata nelmomento in cui subentranouna committenza comeFornarina e uno spazio pre-definito?Io faccio pittura, quindi i lfatto di lavorare in uno spaziochiuso non lo vivo come unacostrizione, anzi mi permettedi portare avanti la mia ricer-ca, confrontandomi con sup-porti nuovi e in spazi di inter-vento in cui comunque homassima libertà. Senza que-sti presupposti non avreiaccettato. Ad ogni modo,avendo scelto di non avere unaltro lavoro con cui sostene-

re la mia attività di ricerca,talvolta è fondamentale assu-mere obblighi e costrizioniche comunque risultanoessere sempre stimolanti…

Hai individuato uno spazio aMilano dove ti piacerebbeintervenire?Ogni città che ho visitatohanno una ipotetica superfi-cie d'azione. L'ultima voltache sono venuta a Milano èstato per lavorare nel nego-zio di Fornarina, in Corso diPorta Ticinese. Sono rimastaaffascinata da quella zona,soprattutto da un vicolo chedal negozio portava al mioHotel. C'erano già altri inter-venti ed io ho lasciato unamia traccia…

Sei in contatto con altrigraffitisti di Milano?Conosco e sono in contattocon Microbo e Bo130. In gene-rale il mondo dei graffitisti èuna vera e propria rete, siamocostantemente in connessio-ne, è una parte fondamen-tale del nostro lavoro…

[intervista a cura dialessandra poggianti]

Miss GraffitiArrivate allo Spazio Lima di Milano le pretty babies di Miss Van, la giovane graffitista di Tolosa.La seduzione maliziosa delle signorine manga, il suo amore per la pratica pittorica e per le azio-ni illegali, dalla spontaneità della strada alla riflessione casalinga, fino alla collaborazione conFornarina per la nuova collezione Vibe: ce ne parla in un'intervista…

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Longchamp, casa leader nella produzione di borse, lancia diecianni fa la linea La Pilage, divenuta celebre in tutto il mondo. Perfesteggiare la ricorrenza l'azienda francese chiede a TraceyEmin - autentica icona artistica e mediatica - di disegnare unacollezione di limited edition bag (200 pezzi unici), in perfettoaccordo con lo stile romantico, femminile e trasgressivo dell'ar-tista inglese. Il tessuto, in colori pastello, ricorda le coperteusate per i letti dei bambini, mentre ricami, patchwork, scritte,numeri e disegni impreziosiscono clutch-bag, suitcase e pochet-te, con una nota infantile e seducente insieme. Accompagnaogni borsetta una rosetta colorata, tratto distintivo di ogni esem-plare. Su ognuna la Emin ha riprodotto a mano il logo dell'azien-da e scritto il nome di una città, un hotel o una strada che lericorda un amore passato. Con tanto di autografo, naturalmen-

te. La linea - che vuole raccontare lastoria di una "international

woman", viaggiatrice e senti-mentale - riporta alcune

frasi simbolo dell'uni-verso Emin. Il motto"Always me", collegatoall'aspetto autobiogra-fico del suo lavoro, omassime del tipo "Nonimporta quanto tu siainnamorata, non devimai dimenticare testessa". Promemoriastrategici… a portata dimano!

[prezzi: small bag, 310 euro; large bag, 370 euro; pochette,80 euro; suitcase, 3000 Euro; info: www.longchamp.com)

Exibart.onpaper 53handbag

Nokia sempre più fashion, chic ed esclusiva. Inseguendo uno stile raffinato, che sposi al meglio tec-nologia, design, art e moda, l'azienda specializzata in comunicazione mobile ha presentato in settem-bre i tre sfiziosissimi modelli della nuova "Fashion Collection" .Il Nokia 7260 propone un incontro tra art déco e industrial design, in un oggetto dalle linee pure emorbide; gli inserti in metallo si insinuano sulla superficie bianca o nera, come decori high tech,essenziali e flessuosi. Il vero fashion addict non potrà rinunciare agli accessori corredati, cinghie ecustodie in linea con lo stile elegante dell'oggetto. Il 7270 è dedicato a una leggenda del cinema ditutti i tempi, Greta Garbo. Un'atmosfera vintage che richiama il glamour style anni '20, per questomodello costruito sull'idea di "fascino". Una superficie in acciaio, solcata da incisioni minimal, chedisegnano sottili motivi geometrici. Grigio e nero i colori, in un mood rigorosamente dark. Una seriedi accessori in pelle corredano il cellulare charmant. Il 7280 , dall'inedito modello a stiletto, ha unasilhouette sexy e allungata. La tastiera diventa obsoleta, e lascia il posto a un più discreto schermokeyless. Inseriti di lucidissima lacca rossa, cuoio nero e superfici specchianti. Irresistibile, sofistica-to e seducente. (info: www.nokia.com)

Un'amicizia che dura da tempo, uno scambio creativo eintellettuale fervido. Lo stilista tedesco Helmut Lang e l'arti-sta francese Luoise Bourgeois mettono insieme talento egusto per la bellezza, realizzando questa nuova chicca, perla collezione uomo autunno inverno ‘04/’05. Un'edizionelimitata di sciarpe in cachemire e t-shirt, impreziosite dallastampa di un'opera dell'artista, Janus in Leather Racket(1968). Protagonista è Giano, dio bifronte del principio edella transizione, guardiano delle porte e delle soglie, latesta rivolta verso due opposte direzioni. E' lo sguardo pun-tato al passato e al futuro, come sottolinea la stessa autri-ce: tradizione e innovazione che si fondono. Un sodalizioumano e professionale, quello tra Lang e Bourgeois, checonta già diverse collaborazioni; una su tutte, la mostra del'98, alla Kunsthalle di Vienna, insieme a Jenny Holzer.Anche per la collezione autunno/inverno ‘03/’04 Langaveva disegnato una serie t-shirt ltd, con stampe di lavoridell'amica. La nuova serie ispirata a Giano è disponibile, invari colori, presso gli shop Helmut Lang e in pochi, selezio-nati store nel mondo.

(contatti: Ro Graser, Helmut Lang - 80 Greene Street, New York, NY 10012, Tel. 212 3341014; Rod Manley, KCD Paris - 6, Rue de Braque 75003 Paris, Tel. 33 1 49 96 20 70)

Un personaggio geniale edeclettico, capace di muoversicon eccentrica nonchalancetra musica, arte, letteratura,filosofia. Trattasi di Paul D.Miller aka Dj Spooky, figuracult della scena intellettualee artistica sperimentale.Miller è un giocoliere d'eccel-lenza. Remixa con destrezzaframmenti sonori, video e let-terari, costruendo i suoimirabolanti set per occhi,orecchie e cervello.Nell'estate 2004 presentapresso il bookstore dellaPaula Cooper Gallery (NewYork) il suo ultimo libro, editoda MIT Press (mentre in gal-leria viene proiettato il suoprimo film, una rilettura criti-ca della pellicola di propa-ganda di D.W. Griffith, Birthof a Nation). Il testo, RhythmScience - il primo di una trilo-gia - è una curiosa e affasci-nante indagine sui collega-menti tra avanguardie arti-stiche e universo della dj-cul-ture contemporanea: affini-tà, eredità, rimandi, contami-nazioni, riflessi. Il libro è accompagnato daun Cd, un remix di frammen-ti elettronici e rarissimi docu-menti originali di Joyce,Schwitters (le poesie foneti-che), Tzara (il manifestodada), Artaud (registrazioniteatrali e radiofoniche).Spooky continua infaticabile ilsuo viaggio, tessendo ragna-tele flessibili e multylayer. Attraversarlee dis-orientar-si, è l'unicaregola possibi-le.

(prezzo:21.95 dollari;info: www.mit-press.mit.edu)

Congiunzioni singolari e feconde, universi lontani che potrebbero nonincontrarsi mai. E invece succede che un musicista raffinato e coltosi metta a comporre la colonna sonora per un videogame. AmonTobin - uno dei gioielli della Ninja Tune (calebre label inglese di musi-ca elettronica) - firma un contratto con la Ubisoft - megacasa di pro-duzione di videogiochi - per realizzare la soundtrack di Tom Clancy'sSplinter Cell Chaos Theory, nuovo episodio della Tom Clancy's ClassicTrilogy. La Ninja Tune produrrà un CD con il nuovo lavoro di Tobin, lacui uscita (imminente) coinciderà con quella del gioco. Per la prima-vera del 2005 è prevista invece la distribuzione di un'edizione limita-ta del disco, in cui sarà inclusa una rimasterizzazione surround. Lecontaminazioni sonore di Tobin, alternando atmosfere rarefatte adaltre più cupe e angosciose, conferiranno maggiore dinamicità eritmo al game, consentendo un livello di coinvolgimento sempre piùalto. Il passatempo di massa diventa visione d'essai, in un intelligentescambio tra linguaggi sperimentali e cultura pop.

(prezzo: 49.99 dollari; info: www.ubisoft.com)

Urban taguer. E' il graffitaro alla francese. Uno dei più celebri writer di Francia è Andrè, che adessopotrà sbizzarrirsi con le sue evoluzioni cromatiche su nuovi speciali supporti. Dai muri di periferia aicellulari piccoli piccoli di Mitsubishi Mobile. A lui è stato affidato lo styling della collezione Loving graf-fitis. I due modelli M341i e M342i si vestono di una coloratissima pelle rosa e azzurra, le superficimetallizzate coperte di disegni di Mr. A, icona creata dall'artista metropolitano. L'edizione, neanche adirlo, è ultra-limitata, e i prezzi altrettanto esclusivi. Solo quaranta esemplari, disponibili da novembre,per un breve periodo, nei due punti vendita parigini La BlackBlock (Palais de Tokyo) e Madame André

(prezzi: modello Mr A, 650 euro; modello Christmas A, 1500 euro – pezzo unico; indirizzi: LaBlackBlock - 13, avenue du Président Wilson; Madame André - 34, rue du Mont Thabor.)

Dici Philippe Starck e pensialla storia del design euro-peo degli ultimi 20 anni.Pensi ai progetti realizzatiper importanti palazzi, bouti-que e hotel, o ai musei e lemostre che celebrano il suolavoro in tutto il mondo. Epensi pure, adesso, a un pic-colo mouse a forma di uovo.Il disegno dell'Optical Mouseby Starck, interfaccia dinuova generazione prodottada Microsoft, nasce dall'inge-gno del grande designeringlese. Una sagoma semi-sferica, ergonomica, pensa-ta sia per la destra che perla sinistra, consente di clicka-re direttamente col palmodella mano, conferendo unanaturalezza estrema ai movi-menti. La optical technologyutilizza un sensore ottico cheguida il movimento delmouse, al posto delle tradi-zionali componenti meccani-che. Il risultato: scorrevolez-za, adattabilità a più superfi-ci, durevolezza, precisione,ottime performance.Disponibile nelle due variantiblu e arancio.

(prezzo: 44.99 euro; requi-siti: porta USB, Windows'98 e vers. succ.)

Nokia 7260 Nokia 7270

Nokia 7280

a cura di helga marsala

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efinire Purple comeuna rivista è riduttivo.Purple può esserevisto come un conteni-

tore aperto ed in continua tra-sformazione, la cui "veste media-tica" è quella di una rivista, fonda-ta da Elein Fleiss e Olivier Zahm,che oggi esce in due edizioni:Purple Fashion, che si occupa dimoda, e Purple Journal, orienta-to verso l'arte. Unico criterio perla scelta degli argomenti: il gustodei suoi redattori. Non solo: inparallelo alle uscite periodiche, icofondatori hanno creato unacasa editrice (Purple Book), unufficio di monitoraggio dellenuove tendenze e di consulenzaartistica (Purple Institute) ehanno organizzato mostre inEuropa e negli Stati Uniti.D'aucune (histoires), prima usci-ta italiana dello staff di Purple, èun progetto-mostra altrettantovariegato e aperto. Iniziato conun'esposizione di fotografie eun'installazione il 28 settembreal Centre culturel français (dovecontinua fino al 19 novembre), siè "sviluppato" parallelamente alloSpazio Lima per due serate all'in-segna del video e della perfor-mance sperimentale, mescolan-do autori e pratiche artistiche,nel solco della versatile poliedrici-tà che caratterizza Purple, edipanandosi così in un fil rouge

metanarrativo di suggestioni.A partire dalle foto di CamilleVivier, i cui soggetti - tutte donne- potrebbero essere legati traloro e ai luoghi rappresentatinegli scatti di Laetitia Benated Elein Fleiss , in un disporsi dimemorie virtuali che acquistanocoerenza ogni volta che lo spet-tatore ne ricostruisce un sensoattingendo al proprio vissuto e alproprio personalissimo sentire.Per continuare con un'installazio-ne di Marina Faust , realizzatacon fili di lana (una materia"calda" che richiama una dimen-sione quasi domestica, intima)che hanno "colonizzato" la biblio-

teca del Centro. E per "divagare"in un altro spazio, che ha visto ilcontraltare dinamico dellamostra: il 29 settembre conuna coreografia di LaetitiaBenat interpretata da JulieSalgues, accompagnata dallesonorizzazioni di Gel e seguitadalle sperimentazioni di soundelettronico di tre giovani artistigiapponesi, Dj sniff (TakuroMizuta Lippit), Yutaka Makinoe DILL (Yuji Inoue); il 30 conuna lecture e proiezioni di videodi Laetitia Benat, Elein Fleiss eSébastien Jamain. Di nuovo,una tavolozza di storie possibili:il corpo della ballerina, che, ametà tra un automa meccanicoed un pupazzo sinuoso, sembra-va muoversi con i suoni prodottie rielaborati dal computer, halasciato il posto alle atmosfere

sonore dei tre dj, in rarefattoequilibrio tra campionamento eturntablism; i passi scelti daPurple hanno preso vita nellevoci delle due autrici (Benat eFleiss) e le narrazioni si sonotrasferite nei piccoli ritrattivideo di tre artiste e di unaquarta donna, realizzati con tec-niche diverse (dall'immaginefredda del digitale alla granaquasi pittorica del Super8), matutti focalizzati sul rapporto trala protagonista e il "suo"ambiente, quasi a chiudereidealmente il discorso inizia-to con la mostra fotografi-ca. E a spalancare nuoviscenari.

[monica ponzini]

D'aucune (histoires)Un progetto editoriale (e non solo) attento a tutto ciò che si muove nel sottobosco dell'arte e dellacreatività. Una mostra e due serate di danza, musica elettronica e proiezioni video per la sua primapresentazione in Italia...

u D'aucune (histoires)u Curato da Claire Burrus,Andrea Lissoniu Mostra fotografica diCamille Vivier LaetitiaBenat ed Elein Fleiss;installazione di MarinaFaustu Centre Milano, CulturelFrançais - Corso Magenta,63 - Milanou Dal 28 settembre al 19novembre 2004u www.lecentreculturel-francaisdemilan.it

[info]D

D'aucune (histoires), il dj giapponese Yutaka Makino (Spazio Lima)

D'aucune (histoires), foto di Camille Vivier (Centre culturel français)

Exibart.onpaper54 visualia

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el 1966 BrianWilson iniziò a pro-gettare Smile (pubbli-cato adesso dalla

Nonesuch/Warner, 2004)insieme a Van Dyke Parks,personaggio bizzarro quantocruciale per la musica ameri-cana, che aveva il compito dioccuparsi dei testi. Wilsonera reduce dal recente suc-cesso ottenuto insieme aisuoi Beach Boys con PetSounds, universalmente rico-nosciuto come una pietramiliare della musica pop.Eppure, durante la lavorazio-ne di quest'ultimo si stavanoaccentuando i segnali di ungrave squilibrio, dovuto princi-palmente all'abuso di droghee all'idea maniacale di rag-giungere la perfezione inambito artistico, mentre giàda tempo aveva allentato irapporti con i fratelli, tantoche questi parteciperannosolo alle fasi finali della regi-strazione. Smile avrebbedovuto essere qualcosa dinuovo ed ancora "più perfet-to", oltre che una rispostaall'incipiente predominio dellamusica inglese ed, in partico-lare, all'incalzante successodei Beatles.Ma mentre stava lavorandocon queste idee in testa,appena ventiquattrenne, uscìSgt. Pepper's Lonely HeartsClub Band a renderlo insicurodella superiorità del suo pro-getto, e questo ed altri motivicontingenti (non ultimi i ltempo ed il denaro investitiper ripetere e riassemblarecontinuamente le registrazio-ni), lo portarono ad interrom-pere il lavoro certosino che loimpegnava da mesi. Nel frat-tempo, però, era uscito il sin-golo Good Vibrations, unframmento in grado di far

comprendere anche da solola portata del genio visionariodel suo autore, definito da

Leonard Bernstein "uno deipiù grandi compositori delNovecento".

Trentasette annidopo, nel 2003,Brian Wilson si èconvinto (o è statoconvinto… tantesono state neglianni le dimostrazio-ni di solidarietà dialtri grandi dellamusica, compresoPaul McCartney) ariprendere in manoquel progetto e aportarlo a termine,sempre insieme aVan Dyke Parks,dapprima presen-tandolo in alcunispettacoli live chehanno lasciatoestasiati perfino ifans d'annata,ancora preoccupatiper le sue condizio-ni psico-fisiche.Quindi, terminato iltour con grandesuccesso e la bene-

dizione della critica, è iniziatoil lavoro in studio per dare allaluce la versione definitiva del-l'album, del quale fino a primaci si poteva fare un'idea sol-tanto attraverso montaggicasalinghi di frammenti dellesession del '66 e '67.Le registrazioni sono avvenu-te riadattando gli arrangia-menti pensati per gli spetta-coli dal vivo e nel massimorispetto degli standard wilso-niani di un tempo, con tutti imusicisti (indubbiamentesuperlativi, compreso l 'en-semble Stockholm Strings 'n'Horns) che suonavano insie-me nello studio, mentre per icori è stata addirittura utiliz-zata una console identica aquella dei Beach Boys neglianni Sessanta. Forse ancheper questi motivi, Smile è unoggetto sonoro di una consi-stenza indefinibile, in fondo undisco di quattro decenni fache suona più coinvolgente diqualsiasi disco pop di oggi. Econ canzoni ed arrangiamentiche sembrerebbero impareg-

giabili in qualsiasi anno dellastoria dell'umanità: un conti-nuum di una ricchezza e com-plessità impressionante, chead ogni ascolto penetra sem-pre più a fondo nell'animo eregala le emozioni di un bam-bino nel più strabiliante deiluna park. Non a caso, laseconda sezione del disco è lapiù bella proiezione dell'infan-zia che sia possibile immagi-nare, mentre la prima è unariflessione sulla storia ameri-cana e la terza - quella piùvisionaria e a tratti perfinorumorista - un (ironico?) innoalla vita in tutti i suoi aspetti.L'aria che si respira in questoSmile è quella dei grandicapolavori senza tempo,capaci di far sognare,commuovere e donare ilpiù spontaneo dei sorrisi.

[francesco bergamo]

Brian Wilson presents SmileStava per dare alla luce un capolavoro. Ma ci si misero i Beatles con il loro Sgt. Pepper. Adesso, dopotrentasette anni di leggenda, Smile di Brian Wilson entra finalmente e definitivamente nella storiadella Musica. E ci appare come un oggetto sonoro di una bellezza abbagliante e commovente…

Exibart.onpaper 55decibel

N

La copertina dell'edizione definitiva di 'Smile'

Brian Wilson ai tempi della lavorazione di Smile, fine anni '60

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Exibart.onpaper56 arteatro

CONTAMINAZIONI

Bang Bang/in Care - Palermo

Multisensorialità e tecnologia alla Zisa, all'interno della Vedizione del Progetto Amazzone, Dal mattinodell'Universo al tramonto del Cancro.Bang Bang/in Care - Filottete e l'infinito rotondo, regia diGiancarlo Cauteruccio, si fonda su una drammaturgiastrettamente contemporanea che mette in gioco i temiquanto mai attuali della malattia, dell'identità tortuosadella carne e della spersonalizzazione dell'individuo.Filottete è in attesa di farsi curare il piede piagato, ma èl'eterno secondo in un'anticamera d'ospedale; non è piùil personaggio mitologico, ma la vittima di un sistema chelo vede sempre sottomesso.Le musiche, composte da Giovanni Sollima, grande sperimentatore dei linguag-gi musicali (ed eseguite dal vivo dalla Giovanni Sollima Band), interagiscono sullascena con funzione quasi attoriale. La composizione è scaturita dall'esplorazio-ne di Sollima negli ospedali palermitani, con le loro atmosfere ed il rumore deimacchinari, e ha inglobato documenti audio,campionamenti, scritti di oncologia.Il tessuto sonoro dialoga con la protagonista,Patrizia Zappa Mulas, creando una serie dicerchi concentrici, ondulati ed ossessivi. Unacircolarità che è ripresa anche nell'ideazionescenica, dello stesso Cauteruccio, dove l'ac-qua ed il sale si alternano a costruire quell'i-dentità della carne sulla quale è incentratotutto lo spettacolo. (p. g.)

Cantieri Culturali alla ZisaSpazio Tre NavateTesto: Lina ProsaMusica: Giovanni Sollima Progetto scenico e regia:Giancarlo Cauteruccio15- 19 novembre Info: 091 [email protected]

TEATRO

Confiteor - Milano

Terza produzione di Elsinor intorno ai testi di GiovanniTestori (dopo I Promessi Sposi alla prova, regia diMaurizio Schmidt, e I trionfi, regia di Antonio Latella). Sitratta di Confiteor, per la regia di Antonio Palmieri, pro-tagonista assoluta: la parola, nelle voci di un giovane fra-tricida e di una madre trafitta dal dolore, interpretatirispettivamente da Andrea Soffiantini e da FatimaMartins.È il teatro nella forma più arcaica, con la sua azione salvi-

fica concentrata nel dipanarsi di angosce esisten-ziali che trovano soluzione solo nella continuitàdella parola, nella concatenazione di monologhi,confessioni e agnizioni del dolore.Confiteor, messo in scena con un allestimento scar-no ed essenziale, rappresenta la possibilità estremadi un teatro di ricerca che si svolge essenzialmentesul testo, sulla frantumazione dei segni, sulla cen-tralità dell'attore in uno spazio scenico che, nellamancanza di riferimenti, è la metafora più immedia-ta dell'arte e, quindi, della vita. (p. g.)

ConfiteorRegia Franco Palmieri25 XI - 5 XII: Milano, TeatroSala Fontana - 02/60602110 XII: Firenze, TeatroCantiere Florida055/713535711 XII: Forlì, Teatro GiovanniTestori - 0543/722456www.elsinor.net

spartiti musicali diGiovanni Sollima

FESTIVAL

Le Vie dei Festival - Modena

L'appuntamento modenese che monitora i circuiti del tea-tro di ricerca è giunto alla sua decima edizione. Dai festival,che hanno animato la penisola nel corso dei mesi estivi,viene estratta una selezione degli sconfinamenti tra artisceniche e arti visive. Per quasi due mesi vanno in scenadieci spettacoli tra quelli più applauditi e più contestati del-l'ultima stagione.In apertura ha inaugurato Pippo del Bono con il suo ultimo lavoro,l'emozionante Urlo. A novembre potremo rivedere, fra l'altro, ilcapolavoro di Jan Fabre, Quando l'uomo principale è una donna,e, sempre per la danza, Alcesti della compagnia Abbondanza -Bertoni.Per tutto il mese, invece, sarà in corso Video Performing Arts,antologia dal Riccione TTV, visibile, presso apposite postazionivideo installate nel foyer del Teatro delle Passioni. Chiusura in bellezza con L'ospite, di Enrico Casagrande e DanielaNicolò, ispirato a Teorema di Pasolini, secondo incontro di Motuscon i testi del grande scrittore, tra scena teatrale e tecnologievideo. (p. g.)

Le Vie dei FestivalModena, sedi varieX edizione Dal 15 ottobre al5 dicembre 2004 Produzione ErtFondazionewww.emiliaroma-gnateatro.com

RESOCONTO

Spina 04 Comacchio

Comacchio, grazie a Spina '04, il piccolo festival si catapulta sullascena del teatro nazionale. Con sorprese inaspettate. Il calendario è stato ampio ed articolato. Le compagnie invitate, pro-venienti da tutta Italia, si sono alternate sulla scena coinvolgendo unpubblico attento e partecipe. Sono stati attivati anche due laborato-ri: il primo, La parola tra musica e teatro, aperto ad attori e musici-sti, il secondo, Tempo allo sguardo - due giorni dedicati al vedere acura del fotografo Patrizio Esposito.Il recital Gente di Sotto di Alessia Berardi e Daniel Bacalov, allesti-to simulando l'intimità di un caffè esclusivo, rappresentava un itine-rario inconsueto attraverso le liriche di Fabrizio De Andrè.La compagnia Nuova Complesso Camerata, in prima nazionale, hamesso in scena Pàssanta (passano) tratta dal romanzo Po CantoBiddanoa di Benvenuto Lobina.Per concludere questo sommario elenco, ricordiamo il monologodella magnetica Elena Bucci, della compagnia le Belle Bandiere, chein questa occasione presen-tava Canti per Elefanti, sto-rie di follia tra romagna eno. La sua voce accompa-gnata da contrabbasso eviolino dava forma ad unatensione costante, in bilicotra narrazione ed evocazio-ne. (stefano questioli)

Spina 04 Comacchio, Ferrara24, 25 e 26 settembre 0533 313 [email protected]@libero.itwww.spina04.it -www.comune.comacchio.fe.it

RICONOSCIMENTI

Premio Tuttoteatro.comRoma

Assegnato il Premio Dante Cappelletti - prima edizione - ideato dalla rivi-sta digitale tuttoteatro.com diretta da Maria Teresa Surianello.Otto i finalisti, la giuria, composta da critici teatrali, ha visionato cento-quaranta nuovi progetti teatrali presentati ad ottobre, al Teatro Valle diRoma.Ha vinto l'Associazione Narramondo con A.V.: uno sguardo, con gliocchi di una studentessa in vena di ricerche sugli anni Settanta e sullavita di una ex B.R. della colonna torinese; le giovanissime artiste ElenaVanni, Marianna De Fabrizio e Chiara D'Ambros si sono assicurate ilcontributo alla produzione (6000 euro). Menzione per Maurizio Rippa, voce cantante e recitante con chitarra evioloncello e Dionisi Compagnia Teatrale, suoni e storie della città dinotte.Tra i selezionati, ancora, la Compagnia Babbaluck - Teatro dei Sassi conStupìdo, e il gruppo Zonegemma (già autore della tecnonarrazione Storie man-daliche 2.0.), con La Fattoria degli anormali. Lo spettacolo con testo e regia di

Andrea Balzola che ha avuto come performer Andrea Cosentino,Mauro Lupone per le musiche e LuciaPaolini per le animazioni; un apologosatirico sulla tirannia di una multina-zionale di prodotti biogenetici chetiene prigionieri in una fattoria ipertec-nologica, animali transgenici frutto difolli e esilaranti incroci (il gatto-topo oil pit-bush). (p. g.)

Premio Dante Cappelletti Teatro Valle, Roma2 e 3 ottobre 2004www.tuttoteatro.comETI - Ufficio Stampa Silvia Taranta, Bianca VellellaTel 06 44013239258

ATTRAVERSAMENTI

The Biography Remix - Marina Abramovic Roma, Teatro Palladium

Intensa, carismatica, passionale e,soprattutto, dolorosa. L'ultima versionedello spettacolo riconferma la grandez-za di Marina Abramovic, la stupefacen-te capacità di continuare ad essereattuale ed estremamente comunicativaanche a distanza di tempo, anche per i"non addetti ai lavori". Nato sulla scia della dolorosa separazio-ne da Ulay, dopo dodici anni di condivisio-ne sentimentale ed artistica, per esor-cizzare il dolore e prenderne le dovutedistanze, The Biography Remix raccontala storia di Marina Abramovic attestan-dosi sul filo di una costante evoluzione.

Pur mantenendo invariata la scena di apertura nel corso deltempo, l'ultima versione introduce quel necessario distacco imputa-bile all'intervento registico di Michael Laub. Sottratto all'autrice ilcontrollo sul prodotto finale, Laub impone l'egida di un minimalismoestetico che amplifica l'intensità dei contenuti, a loro volta reiteratidallo scambio simbiotico tra teatro e video. Lo spettacolo si attesta così sullo slittamento di un doppio registro,visivo e temporale, sovrapponendo video originali all'effettiva esecu-zione delle performance. (matilde martinetti)

The Biography Remix diMarina Abramovic regia di Michael LaubRomaEuropa Festivalfino al 28/11/2004Info [email protected]

a cura di pietro gaglianò

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tto i saggi che, inScritti su Starck, inda-gano, da diverseangolazioni, la figura

del geniale e irriverente desi-gner, libero da conformismi ecapace di imporre con estroaccattivante il suo brand in tuttoil mondo. Tre invece sono gliscritti che esplorano il rapportodel designer con il territorio.Se per molti aspetti, infatti,Philippe Starck è "il passeggerotipico dei nonluoghi descritti daMarc Augé", pronto a definirsiapolide e indipendente da qual-siasi realtà spaziale, il rapportocon il suo Paese risulta impre-scindibile, ed è esplorato dalsaggio di Christine Colin. Vanni

Pasca riflette, inve-ce, sulla "fase ita-liana" del designer,il cui nome è, a par-tire dal 1984,spesso associatoalle aziende del BelPaese. Driade,Cassina, Flos,Kartell sono soloalcune delle realtàindustriali che silasciano sedurredall'estro di Starck,capace di tradurrein oggetti le esigen-ze del mercato dicasa nostra. Parionori e uno statusquasi da star con-quista anche negliStati Uniti, dove hail merito di cataliz-zare l'attenzionedel largo pubblico,prima estraneo auna materia tanto"arcana", qualepuò apparire ildesign. CosìC h r i s t o p h e rMount indaga sul-l'abilità - o scaltrez-za - del designer

che, partendo dapiccoli oggettid'uso quotidiano(lo spremiagrumiJuicy Salif, lo sco-pino Excalibur), èriuscito a infiltrar-si nel mercatoamericano, fino aimporsi con unsuccesso straor-dinario, firmandogli hotel piùtrendy degli USA.Il rapporto diStarck con l'archi-tettura (nel saggiodi Sophie Trelcat)e con lo stessodesign (in quello diStéphane Laurent eValérie Guillaume)mettono in luce lecaratteristiche piùsingolari di undemiurgo dei gior-ni nostri, mai stan-co di stupire e diinterpretare inmodo mitico e tea-trale la realtà cir-costante.Sophie Trelcatanalizza la visione

che l'eccentrico creatore haelaborato dell'architettura, conla quale instaura un rapporto'sentimentale', atto alla tra-smissione di emozioni (ben illu-strato dal progetto di RueStarck, il suo unico tentativourbanistico), attitudine chesicuramente lo allontana daimetodi tradizionali della disci-plina. La stessa ironia che tro-viamo negli oggetti starckianicaratterizza alcune realizzazio-ni architettoniche dalle formeimprobabili e dai nomi irrive-renti, che rompono con i tradi-zionali codici semantici.Aspetti più propriamente filoso-fici (il saggio di Michel Onfray) esemiotici (quello di BenoîtHeilbrunn) dell'iter di Starckconcludono il volume, in cuiemerge con forza e vitalità lafigura di un creatore libero efantasioso, scaltro e auda-ce, il cui approccio ironico eaffettivo con l'oggetto hacerto conquistato l'animadel consumatore.

[giovanna canzi]

Scritti su Starck (postmediabooks 2004)

La figura del geniale creatore che ama definirsi rivelatore dei segni inconsci della società al cen-tro di un saggio in cui otto teorici riflettono sui molteplici aspetti del celebre designer

u Scritti su Starck u A cura di ValérieGuillaume, PostmediaBooks, Milano 200496 pp.; 16 illustrazioni;euro 15,00; [email protected],www.postmediabooks.it

[info]

Exibart.onpaper 57libri

O

ella storia tracciatada Era Fiction l'epi-sodio seminale chedà vita alla commi-

stione fra arte e cinema ripor-ta alle scenografie di Dalí perla sequenza onirica dellohitchcockiano Spellbound(1945). Beatrice si proponeinfatti d'indagare le "zoned'ombra" (p. 32) ove le cre-denziali di autorialità non sonoancora anchilosate in uno deirecinti che la critica ama eri-gere. Perciò viene dedicatoampio spazio al distacco dal-l'avanguardia storica, esempli-ficato nell'opera di Warhol ein particolare nel periodo incui alla Factory giunge PaulMorrissey. Proprio in queglianni un certo cinema divienepiù contaminazione che avan-guardia, si muove a cavallo fragalleria d'arte e sala di proie-zione.In questa scia si inserisce ilNew American Cinema (fra inomi più noti, Maya Deren,Kenneth Anger, Jack Smith),per una storia che, se da unlato resta elitaria a causa

della radicale riduzione delplot, dall'altro si confrontaludicamente con la culturapopolare. Così seguono pagi-ne assai piacevoli dedicate a

figure classificate fra i registitout court, come Greenawaye Lynch. Altrettanto stimolan-te è la sezione dedicata allaNew York anni Ottanta, che"sfogliava se stessa sulle pagi-ne patinate dei magazine allamoda" (p. 157). Da questoscenario derivano però anchefilm come Johnny Mnemonic(1995) di Robert Longo, arti-sta che in ambito cinemato-grafico non mostra alcunaindipendenza né sperimentali-smo. In questi casi, scriveBeatrice, "non ci troviamo difronte a un rapporto tra artee cinema, potrebbe dirsi piut-tosto una relazione (ritrovatae ricercata) tra l'artista e ilsuo pubblico andato a rifugiar-si nelle sale" (p. 158).Un ampio capitolo analizza ilciclo Cremaster (1994-2002)di Matthew Barney, forse conun eccesso di zelo nella sinte-si delle "trame" e alcune sem-plificazioni in merito a presun-te citazioni nietzscheane.L'ultima parte, la più contem-poranea, è - forse, inevitabil-mente - una galleria di brevi

saggi monografici. Dalla rifles-sione su tempo eidentità multipla(della visione) in StanDouglas e DouglasGordon, all'immanca-bile Vezzoli (certo unpo' invadente, ed èfra i pochissimi deiquali si cita un lavorodel 2004), dal subli-me Doug Aitken al"relazionale" Huyghe.Per quanto concernegli italiani, sfilano fragli altri Mocellin, Galegati ,Mangano , Golia , Ra diMartino e Benassi. Senza infi-ne dimenticare il ThirdCinema o cinearte, rappresen-tato da figure come Kiarostamie Chantal Akerman.La conclusione che ne traeBeatrice è che il cinema è"mutato geneticamente" (p.241), parcellizzato in miriadidi luoghi oltre la buia salacatartica. Può dunque risulta-re produttivo sfruttare ladistanza critica che (talvolta)caratterizza la galleria, ove ilvisitatore è più attivo e libero

di compartecipare, anche solograzie alla suamobilità (si pensialle installazioni eagli split screen diShirin Neshat).Tutto ciò senzaricercare un nuovo"standard", ma ali-mentando il détour-nement operato dairegisti-artisti e dal"cinema di fram-menti" (p. 237) deivideoartisti.

Un'annotazione critica concer-ne un aspetto importante qua-lora il testo venga adottatoper l'insegnamento: manca unindice di nomi e opere com-plessivo, non suddiviso percapitoli. Inoltre, perché glianni Settanta sono staticosì sacrificati, passandodal primo Cassavetes allascena punk (cfr. pp. 58-59)?

[marco enrico giacomelli]

Era Fiction (fine arts unternehmen 2004)

Oltre duecentocinquanta pagine che scorrono come il placido Don. Senza intuizioni epocali manemmeno noiose. Il che non è facile, quando si devono inevitabilmente citare sfilze di nomi, titolie date. Niente note a piè di pagina e una scrittura piacevole…

u Luca Beatrice, Erafiction. Nuove conta-minazioni tra arte con-temporanea e cinemau Fine Arts UnternehmenBooks, Zurich 2004In collaborazione con lagalleria pushthebuttonplaydi BerlinoFormato 24x27 cm in bros-sura267 pp., 143 illustrazioni,b/n, 22 euro,Info: Fine ArtsUnternehmen AG -Obmoos, 4 - CH-6301 Zug;tel. +49-(0)41-7116820; fax+49-(0)41-7115415;[email protected];www.fineartsunterneh-men.com (possibilità diacquisto online)

[info]

N

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ome sei diventataun'artista? Cosa èstato davvero deter-minante? In questo

momento della tua vita staifacendo quello che hai effetti-vamente scelto o fai questolavoro per cause fortuite?Non so se ci sia stato qualcosadi particolarmente determinan-te, sicuramente la curiosità e lavoglia di fare sempre cosenuove mi hanno portato dall'illu-strazione e dalla grafica edito-riale alla fotografia - con cui hoiniziato a fare mostre - e suc-cessivamente a vari altri media,cercando di volta in volta quellopiù adatto a realizzare un pro-getto. Ma non nascondo chenelle mie scelte c'è spesso unadose di casualità e fatalismo.

Solitamente spetta ai criticisintetizzare e des-crivere la ricerca diun artista. Se doves-si invece tu stessadefinire la tua arte…Forse la mia ricercaha un po' dell'Huxleydi The Doors ofPerception, unoscienziato che usauno stupefacente perampliare la propriacoscienza: potrei direche io uso l'arte percercare di ampliarela mia.Il punto di partenzadei miei lavori è sem-pre desunto dal quoti-diano, poi subiscevarie trasformazionivolte a rendere ilrisultato finale legge-ro, nell'accezione cal-viniana di "non-pesan-te". Ho l'impressioneche tutto, addiritturai grandi ideali, venga-no troppo spessobanalizzati in modo"decorativo". Perchéinvece non pensarealla decorazione nelsuo significato origi-nale e più alto: abbel-lire e dunque arric-

chire la nostra percezione delmondo?

Un tuo pregio e un tuo difettoin campo lavorativo.Rimetto spesso tutto in discus-sione nel mio lavoro… È un pre-gio o un difetto?

E nella vita?Idem…

Sei soddisfatta di come vieneinterpretato un tuo lavoro?Chi l'ha interpretato meglio echi invece ha preso una canto-nata? Che rapporto hai con icritici e con la stampa?Mi sembra che chi non ama ilmio lavoro in genere non neparli proprio, mentre tutti i criti-ci che ne hanno parlato hannocolto degli aspetti per me inte-ressanti, a volte anche sugge-

rendomi spunti per farne lettu-re a cui non avevo pensato…

Che rapporto hai col luogo incui lavori? Parlaci del tuostudio…Fino ad ora il mio studio è statoed è una camera della miacasa. In realtà negli ultimi dueanni ho fatto diverse residenzed'artista all'estero, e poi quasitutto il mio lavoro fotografico èstato realizzato en plein air.Invece il mio lavoro attuale ètutto creato in studio, e sentosempre più forte la necessità diun luogo per lavorare separatodalla casa in cui abito...

Qual è la mostra più bella chehai fatto e perché?Esclusa qualche collettiva, almomento trovo tutte le mostreche ho fatto significative (o

belle) allo stesso modo, comese si trattasse di varie tappe diun unico viaggio, ognuna conqualcosa di intrigante.

Quanto influisce la città in cuivivi sulla tua produzione?Penso che sia indifferente.Non credo che, oggi, sia cosìrilevante la città dove si vive,quanto piuttosto se si vive incittà o fuori dalla città. È unaquestione di percezione dellospazio, di orizzonte più omeno ampio.Da quando sono nata fre-quento Filicudi, una piccolaisola delle Eolie. Quando erobambina lì non ci andavaquasi nessuno perché nonc'erano né luce né acqua, illungo viaggio per raggiunger-la e il tempo che ci trascorre-vo erano un Grand Tour senza

paragoni. Conservoun approccio ro-mantico verso tuttociò che è diversodalla mia città.

Insomma i tuoi colo-ri non devono pro-prio niente a To-rino?Può darsi che viverein una città comeTorino, che amo, matrovo anche moltogrigia e conservatri-ce, abbia accentuatola mia ricerca dimondi e visioni alter-native.

Tra i giovani artistiitaliani chi secondote ha delle chanceper emergere sullascena internaziona-le? Chi invece èsopravvalutato?Questa è una do-manda molto diffici-le!

La politica culturaleitaliana e il sistemaprivato dell'arte.Per un giovane arti-sta cosa significa

rimanere in Italia, produrre,investire, costruire qui?La risposta più immediata sareb-be: "fatica!". In realtà amo moltis-simo il mio Paese, trovo che non-ostante tutte le sue difficoltàoffra una qualità della vita ecce-zionale; e penso che il "costruirebene" non possa che essere con-seguenza del vivere bene,anche a costo di qualcheostacolo in più.

[a cura di massimilianotonelli]

Laura VialeL'arte? Qualcosa che amplia la coscienza. E - soprattutto - che non ha paura della leggerezza(come la intendeva Calvino). O della decorazione. Si racconta così Laura Viale: dagli esordi tra illu-strazione e grafica fino alla fotografia. Senza tralasciare un pizzico di fatalismo...

u Laura Viale (Torino,1967) vive a Torino.u Personali: 2004Galleria Carbone.to, Torino2002 Present/Future,Artissima 9 (con la GalleriaCarbone.to), Torino;Galleria Giancarla Zanutti,Milano. Carbone.to, Torino.1999 L.M.F., GalleriaCarbone, Torino. AndrewMummery Gallery, London,Uk.u Collettive: 2004 XIVQuadriennale di Roma -Anteprima Torino,Promotrice delle Belle Arti,Torino. 2002 Nuovo SpazioItaliano, a cura di G.Verzotti, F. Cavallucci, G.Nicoletti, Mart, Palazzodelle Albere, Trento.Viasatellite, a cura diAlessandra Galletta,Mercati Traianei, Roma.2001 ManifesTO, a cura econ il patrocinio di Gam eComune di Torino, PiazzaVisitazione, Torino.Opere permanenti 1998Vetrata della cappella mul-ticonfessionale dell'aero-porto Malpensa 2000 (pro-getto della cappella diEttore Sottsass), Malpensa(Milano).

[bio]C

Exibart.onpaper58 exibinterviste

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editore

Alet (padova)Da Ben Marcus e Matthew Ritchie a Peter Zilahy. Testiscelti con cura dall'editore padovano Alet. Per chi amal'arte contemporanea e la letteratura più raffinata.Scoperte allettanti e ricercatezze formali per un catalogogiovane e promettente...

rivista

Kid-a - MilanoHa solo un anno e già è la beniamina dei ragazzi. Ne ha portati alcuni negli studi di FedericoSoriano, Odile Decq, Embt, Peter Eisenman e Juan Navarro Baldeweg. È "Kid-a", che al terzonumero sbarca nel mondo cartaceo. E pensa ad un futuro nella telefonia e in televisione…

editore

Book Works - LondonVent'anni, ma non li dimostra. Perché ha mantenu-to intatte energie, curiosità ed una naturale attitu-dine allo stile. È Book Works, editore Londra based,che si destreggia tra libri d'artista, progetti online,chicche da collezione. Con un catalogo strepitoso euna folgorante iperattività...

rivista

Belio - MadridEsce tre volte l'anno. Dal 1999. In tutto, quindici volumettimonografici dedicati alla grafica estrema. Dai sogni alsesso, ai robot, alla prossima uscita sulla paura. È Belio,sperimentale e non ordinario. Creatura dei fratelli madrile-ni Javier e Pablo Iglesias…

La confezione dei libri di Alet non è appariscen-te. Ma sotto la scorza non "da bancone" sinascondono testi che l'editore padovano scegliecon cura. Fra i primi titoli già si distinguonoalmeno due gioielli per gli amanti dell'arte con-temporanea e della letteratura più raffinate.Un breve testo di Ben Marcus (Chicago, 1967),commissionato da "Parkett" nel 2001, "illustra"una mostra personale di Matthew Ritchie (Uk,1964; vive a New York), senza che i due si fos-sero mai incontrati. Nasce The Least You Needto Know About Radio, folgorante racconto inclu-so nel libro tradotto da Alet. Un anno dopo, laArtspace Books di New York chiede a Marcusdi produrre un libro e sceglierne l'illustratore.Nasce così The Father Costume. Pagine chescorrono lente, perché la scrittura di Marcus èpoesia in prosa. Intercalate nel testo, fotografiee schizzi di Ritchie invadono le parole, ne sono ilcomplemento esoterico, amplificano la criptici-tà del testo e, quando questo pare diafano, lotorcono visivamente per suggerire un'interpre-tazione che ripiomba il lettore nel dubbio.D'altronde, "preferisco un'immagine a un reso-conto scritto" (p. 16).Il secondo testo è realizzato integralmente daPéter Zilahy (Ungheria, 1970). Un abbecedarioche mima L'ultima FinestraGiraffa, celeberrimofra i bambini nati dopo il 1971. Ma il lavoro diZilahy è una sorta di rizomatico diario della finedel socialismo reale nei Paesi del socialismoreale (in particolare a Belgrado), completato dafotografie, disegni e immagini di spillette chesprizzano una creatività incontenibile.

Simone Barillari,attuale direttoreeditoriale, ha defini-to con precisionechirurgica - ma ilcompito è arduo -l'obiettivo di Alet:"Coniugare un'attenzione antica per i libri conun'impronta molto moderna". Ciò è sintetizzatoiconicamente dal logo e dal nome dell'editore.Dal latino "nutrirà", alet in greco è la radice deltermine "verità", intesa heideggerianamentecome dis-velamento. Il logo, un anziano alato (ilTempo) che solleva dalle acque (il fiume Lete)una donna discinta (la Verità), coniuga materia-li rinascimentali - lo stampatore è veneziano -con un montaggio postmoderno. Le collanehanno un progetto editoriale ben definito efanno interagire verità e fiction miscelando lin-guaggi - "non generi" specifica Barillari - differen-ti. L'interazione tra finzione e realtà è biunivoca,per cui se, da un lato, la prima approfondisce laseconda deformandola, dall'altro la realtà"forza" la fiction. In una frase, "un forte gradien-te di realtà espresso con tecniche romanze-sche raffinate". Ma questo interlacciamentonon si esaurisce nel testo scritto. Il medesimorapporto connette ornato e figura, per cui l'ico-nografia reale diviene ornamento finzionale eviceversa. Un procedimento palese nel lavoro diMarcus e Ritchie, dove anche l'autobiografiasubisce un trattamento di oblio selettivo dalsapore nietzscheano.

Padova, Alet EdizioniVia Carlo Leoni, 11www.aletedizioni.itBen Marcus/Matthew Ritchie, Il costume di mio padre, 2004 (96 pp., edi-zione italiano-inglese, collana "autografie", 13,00 euro)Péter Zilahy, L'ultima FinestraGiraffa, 2004 (167 pp., collana "perieli",18,00 euro)

a cura di marco enrico giacomelliExibart.onpaper 59pre[ss]view

"Kid-a" non è una rivista. O, meglio, la rivista è unadelle forme in cui si concretizza un lavoro artico-lato in circa dodici progetti all'anno, rivolti aragazzi dagli 11 ai 14 anni, alle loro famiglie e allescuole medie inferiori. Si spazia nei campi più varidella vita contemporanea, "alimentazione,design, arte, architettura, fumetto, televisione,pubblicità, linguaggi giovanili ecc.".Il taglio "comunicativo" dell'agenzia che coordinail progetto è chiaro, ma non invasivo, e lo spiegacosì Mario Flavio Benini, il direttore creativo: "Le

contaminazioni sono fondamentali. Il pay off dellatestata è "The Network Generation Magazine". Sirivolge cioè a quella che Castel definisce la "net-work generation", una generazione che agisce ecostruisce i propri modelli di socializzazione sullabase di network diversi e complementari (territo-rio e media)". E ancora: "Gli studiosi hanno rileva-to che è proprio il mix espressivo aconquistare questa fascia di età. Èl'accavallarsi dei canali a interessarli,la possibilità di far "rimbalzare" conte-nuti, stimoli, creatività dall'online all'of-fline e viceversa".Una posizione chiara, in un mercato"dominato dalla Disney, quindi sta-gnante", che potrebbe essere stimo-lato dalla formula che il direttore sin-tetizza in pochissime parole: "Pocooffline, molto online".Il terzo numero, sbarcato nel mondodelle riviste cartacee, è incentratosulla IX Biennale di Architettura. Il curatore KurtW. Forster ha selezionato cinque studi presso iquali cinque ragazzi hanno potuto incontrare e"lavorare" con alcune delle più note star dell'am-biente, Federico Soriano a Bilbao, Odile Decq aParigi, lo studio Embt a Barcellona, PeterEisenman a New York e Juan NavarroBaldeweg a Madrid. Come funziona e come cre-

scerà Kid-a ce lo ha spiegato il direttore creativo…

In Italia ci sono molti "uffici didattica" che fun-zionano assai bene nelle istituzioni sia pubbli-che che private, ma spesso hanno fondi insuffi-cienti. Quanto alle riviste, oltre a "Dada" esisteben poco. Qual è il ruolo di "Kid-a" in questovuoto culturale?Con Kid-a cerchiamo di coltivare nei ragazzi quel-la che potremmo definire "competenza comuni-cativa", cioè la capacità dei soggetti di accederealla dimensione pubblica della comunicazioneche è connessa ad una partecipazione attiva. Pernoi risulta centrale creare un percorso collabo-rativo sui nostri progetti con i loro tradizionaliinterlocutori (scuola, famiglia e impresa). Farliriflettere sulle recenti trasformazioni del sistemadi socializzazione e sulle forme d'interazione e dicomunicazione inaugurate con i nuovi media. Imedia incidono sui processi di socializzazione deiminori e sulle differenti prospettive educative,suggerendo strategie operative di riqualificazio-ne del rapporto formazione scolastica e giovani.

Come spiegheresti in sintesi il vostro obiettivo?La nostra mission non può essere considerataintenzionalmente formativa. Le attività di "Kid-a"possono semmai rappresentare un valoreaggiunto alla formazione, poiché sono costruiteintenzionalmente per essere vicine agli interessidelle nuove generazioni, sia in termini di linguag-gio che di processi d'identificazione e d'interpre-tazione critica della realtà.

Allora come si caratterizza il pas-saggio dal web al cartaceo? Al dilà della strepitosa occasione offer-ta della Biennale di Architettura edella disponibilità che hannomostrato alcuni fra i maggioriarchitetti viventi, credi che siaun'esperienza che possa conosce-re altri sviluppi? "Solo" in forma dirivista o anche con iniziative comequelle che gravitano intorno alterzo numero di "Kid-a", conworkshop, visite "guidate" ecc.?

"Kid-a" è nato per essere un progetto multimoda-le. In quest'ottica in futuro verranno sviluppatiprogetti che prenderanno in esame formati,canali comunicativi nonché strumenti distributivisempre diversi (ad esempio la telefonia o la tele-visione). Diciamo i più adatti per rendere efficacie coinvolgenti i percorsi.

Anno II, n. 3 (Metamorph. In viaggio nell'ar-chitettura contemporanea), settembre2004, pp. 176 a colori, 10.000 copieColophon: Mario Flavio Benini (direttorecreativo), Alessandro Boccardi (art director),Maurizio Vitta (Consulente scientifico), SarahDominique Orlandi (progetto didattico)Redazione: Metazoo (gruppo Bestseller),Milano - Corso Buenos Aires, 60Tel 02 29409290, fax 02 29512057,[email protected]; www.kid-a.itEditore: Marsilio Editori, Venezia,www.marsilioeditori.it

Si potrebbe cominciare da quello che Book Works produce non propriamente in quanto edito-re, bensì in qualità di studio per multipli d'artista. Fra i complessi lavori che gli sono stati affida-ti figurano il Globexpander di Paul Etienne Lincoln e il Music Box di Joseph Kosuth e JohnCale. E fra gli artisti che hanno lavorato con Book Works scorrono altri nomi altisonanti, daifratelli Chapman a David Bowie, da Anish Kapoor a Derek Jarman. Per restare in ambitoancora non tradizionalmente editoriale, il gruppo londinese produce anche video, cd-rom e pro-getti online. Uno particolarmente divertente è Seven Wonders of the World, per scoprire lerisposte di sessantasei individui o gruppi che hanno risposto all'invito "Suggest your own alter-natives to the Seven Wonders of the Ancient World".Per venire ai libri, si può partire dal catalogo, anch'esso in catalogo. Al di là del gioco di parole,la cura con la quale l'editore londinese dà alle stampe i propri lavori si può appunto apprezza-re sin dalla pubblicazione del proprio catalogo nel 2002 (poi aggiornato l'anno successivo).Esile brochure con una stilosa sovraccoperta, carta lucida di godevolissima grammatura egrafica indo-germanica, che fa coppia con Book Works: A Partial History and Sourcebook(1996), curato da Jane Rolo e Ian Hunt. Se però giustamente non fossero sufficienti due meta-libri come questi, allora si potranno scorrere i titoli, per scoprire autentiche chicche da colle-zione, e per quasi ogni tasca. Uno fra gli esempi più notevoli è il cofanetto Itinerant Texts(1996), che raccoglie libretti concepiti da Judith Barry, Robert Barry, Angela Bulloch, TacitaDean, Jimmie Durham, Tracy Emin, Liam Gillick, Douglas Gordon, Susan Hiller, JosephKosuth, Tracey Mackenna e Simon Patterson. Fra i titoli più recenti, l'anno scorso sono statipubblicati i Collected Writing: 1993-2003 di Frances Stark, mentre in programmazione visono alcuni progetti ancor più stimolanti. A partire da Streamside Day Follies di Pierre Huyghe,edito in collaborazione col Dia di New York, e Cover Version di Jonathan Monk. Due lavori sonoinvece meno legati alle individualità artistiche: il primo è Put About, a cura di Maria Fusco eIan Hunt, che in occasione del ventennale indaga i molteplici aspetti (e le difficoltà) che carat-terizzano l'editoria indipendente; il secondo è una collana in forma di brevi pamphlet che indaga-no il rapporto fra l'arte e il (suo) presunto altro, come l'industria, l'identità culturale o la scienza,ognuno sviluppato da un artista, come Neil Chapman, Cornford & Cross e Jennifer Gabrys.

Colophon: Jane Rolo (diretto-re), Maria Fusco (marketing esviluppo), James Brook (vendi-te e distribuzione)Sede: 19 Holywell Row -London EC2A 4JB - UnitedKingdom; tel 44 2072472203; fax 44 2072472540; [email protected]; www.book-works.org.uk

Finalmente! verrebbe da dire.Finalmente una rivista di ten-denza che non costa uno spro-posito e offre un prodotto edi-toriale stimolante e progettiartistici innovativi e pregevoli.Sulla copertina curious metal-lic un prestante robot anniOttanta intima "Kill allhumans"; se invece si indossa-no gli occhialini per le 3d, suun'altra i sogni prendonoforma d'anemone. Così si pre-sentano un paio di recenti usci-te di "Belio", magazine made inSpain. Abbiamo scambiatoqualche parola con gli iperattividirettori madrileni…

Trovare la vostra rivista nonè facile, almeno fuori dallaSpagna. Quale tipo di distri-buzione avete?

Beh, la nostra distribuzione èinternazionale, in musei, galle-rie, negozi d'arte e design,musica, moda...

Parlateci del vostri lettorid'elezione…Sono artisti, designer, in gene-rale persone interessateall'ambito culturale.

A quello contemporaneo,però. Ma cos'è l'arte contem-poranea?Solo una parola -veramente,due- per designare diversimodi in cui gli esseri umani siesprimono.

Cosa privilegiate su "Belio"?La grafica, declinata in tutte le"discipline" immaginabili.

E se vi dico contaminazionenell'arte a cosa pensate?La maggior parte dell'arte chesi vede e si compra nelle galle-rie, alle fiere e nei musei èmero intrattenimento.Tentano di trasformarel'"arte" in business… Così l'arti-sta non capisce più cosa signi-fichi essere un artista.

E allora cosa ne pensate delpanorama delle riviste d'ar-te? Avete dei modelli di riferi-mento?Il mercato è molto povero, se

consideri le riviste d'arte che siritengono importanti. Ma cisono ancora piccoli magazinedi nicchia che, in ogni Paese,sulle loro pagine innovano radi-calmente. Quanto ai modelli,dopo cinque anni che lavoria-mo a "Belio" abbiamo cono-sciuto riviste interessanti chesi muovono su binari simili,come "Idn", "Lowdown","Juxtapoz", "Vapors"…

Voi siete architetti. Quindioltre alla rivista immaginoche la vostra attività siadiversificata. Cos'avete incantiere?Abbiamo organizzato party dimusica elettronica sperimen-tale col nome di Drum'n'Noise,qualche mostra di arte edesign come EnergiasRenovadas e stiamo prepa-rando un grande festival per ilprossimo anno, con musica,arte, robot, visual, graffiti, per-formance… Ora stiamo lavo-rando ai dj-set per vari festivalin diverse nazioni, tre mostredi design a Valencia, Gijon eSantander e il design perArco.

Se dunque vi interessa unabuona vetrina nella penisolaiberica, il prossimo numero diBelio sarà dedicato alla paura.

Belio. Experimental art magazineAnno V, n. 015: Robots Issue,2004Quadrimestrale, pp. 122 a colori,euro 4,00 (Spagna), 8,00 (Europa),16,00 (resto del mondo), 15.000copie, spagnolo-ingleseColophon: Javier y Pablo IglesiasAlgora (direzione e grafica), ElenaQuintana, Sandra Balvín, MartaHurtado de Mendoza, EsmeraldaMartin y Andrés Oliva (redazione)Redazione: Calle Argente 14 -28053 Madrid; tel./fax 34 914782526; [email protected];www.beliomagazine.com

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utto inizia con unbiglietto da visita: lui,designer di belle spe-ranze, potrebbe

cavarsela - poco brillantemen-te - con il solito cartoncino,invece opta per un'altra solu-zione. E visto che la fortuna -si sa - aiuta gli audaci, succe-de che un industriale vedendoquel biglietto da visita decidadi… produrlo. Proprio come unoggetto. Perché in effetti di unoggettino si tratta, seppure inperfetto formato businesscard: uno scenario 3d fustella-to che - con un semplice gesto- emerge da una sottilissimalamina di metallo. Provare percredere: lo trovate, per esem-pio, al Design Museum diLondra, per poco più di seipound.Per Sam Buxton (Londra1972; vive a Londra) è andataall'incirca così: dal diploma -come da prassi per ogni crea-tivo londinese - al Rca (RoyalCollege of Art), al primo studio- Design Laboratory - apertocon il designer daneseMathias Bengsston, alle col-laborazioni con Habitat,Swarowski, Kenzo, fino allanomina nella rosa dei finalistiper il prestigioso Designer ofthe Year Award 2004 indettodal Design Museum di Londra.In mezzo c'è il fatidico bigliettoda visita, realizzato sfruttandoun particolare processo chi-mico in uso nell'industria elet-tronica, da cui è nata la seriedei Mikroman.Un'idea semplicissima, con laleggerezza di tocco chehanno qualche volta i colpi digenio: un mondo da collezio-nare (in Inghilterra è un picco-lo cult) stretto in pochi centi-metri (tra base, altezza e lospessore infinitesimale), ridotto all'osso, sottoposto aduna sintesi inesorabile edimplacabile. Un mondo da

taschino, appiattito, deforma-to, lunare, eppure perfetta-mente - e straordinariamente- prossimo.Basta guardare il primo sog-getto della serie, quello conl'uomo dietro la scrivania(che, tra l'altro, nasceva pro-prio da una caricatura dellostesso designer al lavoro),icona tragicomica del nostrotempo, o quello con il perso-naggio ingessato nel letto d'o-spedale (con tanto di struttu-rina, esilissima, che tiene lagamba in trazione), o l'astro-nauta - quasi ritagliato dalleimmagini di repertorio dellaconquista della Luna - in unaimprobabile tuta spaziale, ametà strada tra il sogno dibambino e il b-movie di fanta-scienza. Fino alla città dove ilmicromondo dilaga, riprodot-to con precisione lenticolaree un certo humour: unametropoli caotica chiusa inuna teca di vetro ed espostaappena fuori dal DesignMuseum, che allude - in modosottilmente sinistro - ad ungioco di scatole cinesi.Miniature o formati macro,poco importa: in questo elogiodella superficie smaltata,metallica, riflettente e - ovvia-mente - flat quel che colpisce ètanto l'esattezza e l'acutezzadei dettagli (tutti gustosissimi),quanto la capacità di calibrarela deformazione, in un certosenso di assestare perfetta-mente il colpo. Che è dato - enon è poco - con noncuranzaineccepibile. Perché in fin deiconti quel mondo ultrapiat-to - che getta un'ombra untantino inquietante sulnostro - è anche e soprat-tutto un gioco.

[mariacristina bastante]

Il mondo secondo SamUn biglietto da visita, un giovane designer, un imprenditore intraprendente. Per Sam Buxton iniziatutto così. E finisce con un gadget che è già un piccolo cult. Perfettamente inutile, ma assoluta-mente divertente. Micromondi ultrapiatti, formato tascabile. Storia di un'idea semplicissima…

T

Sam Buxton - Mikro house

Exibart.onpaper60 design

Dici Milano, dici moda. E design. Unisci il tutto ed aggiungi una strada, che della moda è il posto perantonomasia, come via Montenapoleone. L'evento è assicurato. Un po' mostra, un po' fiera, sicura-mente molto, ma molto glam: è Swish Montenapoleone Art Shop, alla prima edizione. Tre giorni (dal27 al 29 novembre) nel cuore del quadrilatero fashion, al Montenapoleone Expo & CongressCenter: 40 espositori selezionati tra Europa, America, Asia, con un occhio anche alla rivelazione"far east" (vale a dire Cina, Giappone, Corea) oltre 400 opere, 250 artisti. Di scena design, pittura,scultura, fotografia, video, stampe e multipli. Con un occhio al mercato, e per tutte le tasche. Valea dire - il pragmatismo è d'obbligo - prezzi che vanno da alcune centinaia a diversi milioni di euro. E ancora design, ma nella capitale. Che dopo il recente festival Roma D+ (vedi Exibart.onpaper 17,p. 58) tenta di accreditarsi come città emergente del disegno industriale made in Italy. DebuttaDAF - Design Art Fair e sceglie una location centralissima, lo Spazio Etoile, tra via del Corso e l'af-fascinante dedalo di stradine del Campo Marzio. L'idea è ancora una volta unire architettura, artee gusto per l'interior. Il periodo, dal 14 al 24 dicembre, non poteva essere migliore. Strenna nata-lizia sì, ma ditelo con stile.

http://www.swishart.org - http://www.spazioetoile.it/daf/

IL DESIGN VA IN FIERA. DA MILANO A ROMA

Dal 12 al 25 novembre 2004

Lorenzo Spirito"PAINTED WOODS"A cura di Giovanna Foresio e Claudio Zecchi

C.A.O.S.CulturalArtistOpenSpace

Via della Conciliazione, 24 - 00193 RomaTel. +39.06.68309540

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mostra conclusa sipuò forse gettare unsecondo sguardosulla Biennale, cer-

cando di coglierne aspettimeno immediati, o di segnala-re qualche idea o progettoche in prima istanza potevanoessere sfuggiti.La prima impressione è che lamostra sia stata costruitacome un saggio, che puntal'attenzione sul filo condutto-re scelto dal curatore piutto-sto che su progetti o architet-ti. Questo da un lato spiega ilfatto - inaccettabile in unamostra di arte contempora-nea - di ritrovare progetti cheabbiamo già visto anche in piùdi una edizione precedentedella Biennale. Dall'altro, tra-sforma l'opera del curatore inuna specie di scommessa: sela sua tesi è chiara e ben illu-strata ha successo, altrimen-ti la varietà e il fascino deimateriali esposti rischiano dinon salvarlo dalle critichenegative. Nel caso di Meta-morph si può dire che la tesidi Kurt W. Forster sullanuova natura "distorta" del-l'architettura sia abbastanzachiara, almeno agli addetti ailavori, mentre molto menoconvincenti sono sembrate leargomentazioni critiche (lesezioni, i temi specifici, i per-corsi) che dovrebbero soste-nerla.La seconda considerazione èquella relativa all 'approcciomolto yankee: il progetto diarchitettura è infatti conside-rato quasi sempre come unpuro oggetto, libero ed osser-vabile a trecentosessantagradi, slegato dalla naturaconcreta della vita che lo cir-conda, o che dovrebbe circon-darlo. Da un lato, è un mododi pensare molto radicato in

Usa, dove si costruisce lottoper lotto. Dall'altro, è moltocoerente con il valore sempremeno realistico/urbano esempre più onirico/artisticoche sta assumendo l'architet-tura. Questo aspetto concet-tuale della mostra - curata dauno svizzero culturalmentematurato tra la New York diEisenman e la Los Angeles diRichard Meier e di FrankGehry - era reso evidente dal-l'installazione video - peraltrotristanzuola - che apriva ilpercorso delle Corderie: unomaggio a quattro grandimaestri - Rossi , Stirling ,Eisenman, Gehry - in cui però idue europei sono morti e sor-passati mentre i due america-ni sono vivi, vegeti e iperglori-ficati. Normale quindi che aVenezia manchino progettisti- come Rem Koolhaas e moltialtri - che dell'interazione traedificio e concezione urbanahanno fatto l'identità del lorolavoro. Meno comprensibile,invece, se non per un fastidio-so criterio stilistico, l'assenzadi sublimi scultori di oggetti,come gli svizzeri Herzog & De

Meuron o Zumthor.L'ultima considerazione s'al-lontana dall'opera diretta diForster e cerca di allargare losguardo all'insieme dei pro-getti esposti tra Arsenale e

Giardini. Contrariamente allavisione del curatore gli infinitiblob, le forme organiche ed iparallelepipedi ripiegati nonappaiono tanto come il frontedi avanguardia dell'architettu-

ra internazionale, quanto piut-tosto come una grande posi-zione centrista dominante ingran parte dello scenariooccidentale. Ovviamente è alsuo interno articolata in milledirezioni diverse, ma comun-que accomunate da unaimprecisa sfiducia negli stru-menti tradizionali di controllodello spazio architettonico eurbano.Se Metamorph è il grandecentro, le posizioni più estre-me e stimolanti le troviamo aiGiardini. In questo senso èsignificativo parlare almeno didue padiglioni. Il primo è quel-lo giapponese, vera rappre-sentazione dell 'architetturadopo l'architettura, dove lospazio domestico, urbano, direlazione di un’intera genera-zione è rappresentato e spie-gato senza alcun ricorso all'i-dea consolidata di costruire. Ilsecondo invece è quello spa-gnolo, decisamente il più con-servatore, in cui tutto è all'in-segna della resistenza allanuova corrente: l'allestimentoè comprensibile ma banale enoioso, le architetture sonoscelte proprio per il loro radi-camento in un'idea tradiziona-le, la selezione è piatta e tra-sversale (per generazioni,aree geografiche, tipologie).Tutto molto chiaro e onesto,alla luce di un'evidente disap-provazione dell'approccio diForster. Se non fosse cheproprio dalla Spagna, negliultimi de-cenni, sianovenute molte delle spintepiù ardite al rinnovamentoarchitettonico.

[pippo ciorra]

Yankee go onBiennale sì, Biennale no. Slittamenti, contaminazioni, architetture come oggetti, da guardare a trecento-sessanta gradi. Su tutto una tesi ingombrante e un curatore - Kurt W. Foster - intento a tirare le fila di unallestimento concepito a mo' di saggio. Siamo figli del post modern, ma fino a che punto? Piccolo reso-conto critico - dalla Biennale d'Architettura di Venezia - sulle Metamorfosi del signor K…

Exibart.onpaper 61architettura

A

Toshio Okada + Kaiyodo - Expo 70, figurines

Sanaa Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa - Extention of the Institut Valencia deArte Moderno - Spain foyer, rendering

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ieci anni fa, vicino allacittà di Utrecht, iniziala costruzione dellaLeidsche Rijn, un'area

nuova di zecca nel mezzo di undeserto contadino: 30.000 abi-tazioni per 90.000 abitanti su2.550 ettari. Un vero e propriopaese. Leidsche Rijn è il proget-to VINEX più grande d'Olanda. Il nuovo sito combina strutturetradizionali olandesi e infra-strutture già esistenti con nuo-ve costruzioni, insieme ad alcu-ni resti di epoca romana. Leantiche dighe, i piccoli fiumi, glialberi e le fattorie tradizionalicoesistono con le zone nuove,dove vengono utilizzati sistemiecologici sperimentali, come laraccolta di acqua piovana o l'il-luminazione stradale a bassoconsumo.Quando nacque l'idea di VINEX,le discussioni furono accese. Cisi chiedeva come l'uomo sisarebbe adattato a un paeseradicalmente nuovo, privo di sto-ria, senza nucleo, senza retesociale di accoglienza: ogni abi-tante, ogni famiglia entravacome un ospite sconosciuto inquesta città vergine. Come pen-sare a una possibilità di identifi-cazione tra l'uomo VINEX e il suohabitat "artificiale"? O forse que-sto non era che un falso proble-ma, data la condizione di noma-dismo costante a cui è abituatol'uomo contemporaneo. E' a partire da questi interroga-tivi che ha preso il via nel 2002Beyond, un'iniziativa del Comu-ne di Utrecht, in collaborazionecon lo SKOR di Amsterdam(una fondazione che si occupaa livello nazionale di arte pubbli-ca). Leidsche Rijn diventa cosìlo spunto per un programmaartistico ambizioso. BeyondLeidsche Rijn, the Vinex assign-ment for art porta avanti unaricerca sui rapporti fra artevisiva, paesaggio, vita urbana eprogettazione edilizia. Gli artistireagiscono agli sviluppi diLeidsche Rijn a el fenomenoVINEX, dando vita a una serie diinterventi flessibili, in perpetuatrasformazione, seguendo l'an-damento del progetto edilizio, ecercando di tenerne d'occhio leevoluzioni.Nel 2003 Beyond ha organizza-to la mostra Parasite Paradisecon interventi, tra gli altri, diVito Acconci, André vanBergen, Luc Deleu, DominiqueGonzalez Foerster, Atelier vanLieshout, Matti Suuronen, reWapenaar. "Parasites" - lette-ralmente "parassiti" - è un ter-mine attualmente in voga nellinguaggio architettonico, usatoper indicare piccole abitazionimobili, facilmente dislocabilinello spazio. Della mostra sono rimasti due'parasites', uno della coppiaLiesbeth Bik e Jos van der Pole l'altro di Milohnic & Paschke.

Si è successivamente aggiuntoil Paper Dome, una costruzionedell'architetto giapponeseShigeru Ban, che funzioneràcome teatro per la zona.Il parasite di Bik/Van der Pol èdiventato il sito per un progettodi residenza dal nome Nomadsin Residence (iniziato dai sueartisti insieme a Cesare Pietro-iusti). "Di questi tempi gli artistisono più mobili che mai e i lorostudi quasi mai permanenti. Lostudio si trova nella mente. Leidee (…) vengono attivate in unarete sempre più globale (..). Ilparasite numero 19 è l'incarna-zione di questo concetto". Se gliingressi sono chiusi, la casettasembra una roccaforte inespu-gnabile, dove l'artista può bar-ricarsi come un eremita; maquando l'edificio si apre, sigenera una possibilità di intera-zione con l'ambiente. Nell'estate del 2004 alcuni gio-vani artisti trascorreranno aLeidsche Rijn un periodo in resi-denza. Poi toccherà all'artistasvedese Apolonija Sustersic,quindi all'americano AdamKalkin. Sustersic intendecostruire un cinema per i bam-bini di Leidsche Rijn, non unmegacomplesso, ma un edificioflessibile e autarchico, even-tualmente legato ad una casa.Kalkin sta invece sviluppandoun progetto sulla realizzazionedi prototipi di abitazioni/contai-ner da periferia, già presentatopresso la galleria di JeffreyDeitch a New York. Si adatte-ranno le casette americane allacampagna nordeuropea?"For each project there is aBeyond, a place where no jurywill follow." Così scrive RemKoolhaas, nel suo SMLXL. Ed èproprio questo il cuore dell'ideache ha generato Beyond, unaformula con cui costruire,attraverso l'arte, l'identitàdi luoghi senza memoria,proiettati verso il futuro.

[patricia pulles]

Arte pubblica all'olandeseNel 1993 il governo dei paesi Bassi pubblica il progetto Vinex, per esteso "Quarta Nota di PianificazioneUrbanistica Extra". Il programma? Costruire in Olanda 635.000 nuove abitazioni. E farlo in dieci anni, tra il '95 eil 2005. Villaggi anonimi e postmoderni? Non sempre.Infatti nell'area Vinex nei pressi di Utrecht è successo che…

u Comune di Utrecht,u Bureau BeyondPostbus 86133503 RP Utrechtu Tel 0031 30 286 [email protected],www2.utrecht.nl,www.skor.nlu Catalogo: ParasiteParadise, A Manifesto forTemporary Architectureand Flexible Urbanism,2003NAi Publishers/Skor

[info]D

Shigeru Ban - Paper Dome, 2004 - Courtesy Bureau Beyond, City of Utrecht - photo Jeroen Scheelings

Exibart.onpaper62 urbanistica

Bik Van der Pol & Korteknie Stuhlmacher - Nomads in Residence, 2004 - Courtesy Bureau Beyond, City of Utrecht - Photo Misha de Ridder

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Campania

Napolidal 30/10/2004 al 31/01/2005

Damien Hirst - The Agony andthe Ecstasyprima rassegna antologica di Damien Hirstmai realizzata al mondo in un’istituzionemuseale. La mostra al Museo Archeologicodi Napoli comprende più di quaranta opereselezionatetutti i giorni 9.00 – 19.30; chiuso il martedìa cura di Eduardo Cicelyn, MarioCodognato, Mirta d’Argenziomuseo archeologico nazionalepiazza museo nazionalewww.cib.na.cnr.it/mann/museo1/mann.html

Napoli

dal 22/10/2004 al 23/12/2004

Dennis OppenheimDennis Oppenheim, tra i massimi esponen-ti della Land Art, della Body Art e della

Performance Art, nasce il 6 settembre 1938a Electric City (Washington). Frequentaprima il California College of Art and Craftsin Oakland, e successivamente la Bay Area.dal martedì al venerdì ore 17,30-20,00. dal 27 dicembre 2004 al 9 gen-naio 2005 la mostra sarà visibile soloper appuntamento.a cura di Andrea Della Rossaarea 24 artgalleryvia ferrara+39 [email protected]

Napoli

dal 28/10/2004 al 18/11/2004

Gabriele Basilico e MimmoJodice - Alvaro Siza. AffinitàIn occasione della laurea honoris causa con-ferita dall’Università degli Studi di Napoli“Federico II” all’architetto portogheseÁlvaro Siza, si aprirà presso la Sala Doricadel Palazzo Reale una mostra dedicata allesue operepalazzo realepiazza del plebiscito+39 0815808111

Napoli

dal 21/11/2004 al 16/01/2005

Julian SchnabelPer quest’esposizione sono stati riunitiall’incirca una cinquantina di dipinti di tec-nica mista e di grande formato appartenentia collezioni private e alla collezione perso-nale dell’artista, che offrono una visioneesaustiva della carriera di Julian Schnabel.10-19a cura di Eduardo Cicelynmostra d’oltremarepiazzale vincenzo tecchio

Napoli

dal 22/10/2004 al 10/12/2004

Manfred Pernicemart-ven 16.30-19.30galleria fontivia chiaia+39 [email protected], [email protected]

Napoli

dal 23/10/2004 al 22/01/2005

Mimma e Vettor PisaniIl lavoro di Vettor Pisani procede per vie tra-verse, clandestine, riflesso di molteplicimemorie10 - 19 tutti i giorni, sabato e domeni-ca su appuntamentofondazione morra - palazzodello spagnuolovia dei vergini+39 [email protected]

Emilia Romagna

Bolognadal 13/10/2004 al 28/11/2004

Claudia LosiIl progetto Spazio Aperto della Galleriad’Arte Moderna di Bologna, reso possi-bile grazie al generoso contributo dellaRegione Emilia Romagna che annual-mente sostiene le iniziative propostedalla Curatrice del Progetto DedeAuregli, presenta la mostra dedicataall’artista Claudia Losi.10 – 18 dal martedì alla domenica;chiuso il lunedìa cura di Gabi Scardigam - galleria d’arte modernapiazza della costituzione+39 [email protected]

Bologna

Dal 29 ottobre al 29 novembre 2004

ArchitettureL'elaborazione digitale degli edifici è unapalese provocazione, il gioco pretesto di unacondizione non applicabile alla realtà delquotidiano, ma utile e idonea quale valoriz-zazione estetica della realtà fotografica.STUDIO ERAARTEVia Mascarella 44a (40126)+39 051248133 (info), +39 051248133 (fax)[email protected]

Bologna

dal 2/10/2004 al 15/11/2004

Melissa McGill - Shadows andOthersidersLavorando sull¹idea di segrete parti interne,vuoti dimensionali e ombre e rivolgendo ilsuo lavoro principalmente attorno alla tec-nica del calco e dell’impronta, MelissaMcGill esplora un mondo di surrogati e deiloro corrispondenti spazi negativi.dal lunedì al sabato dalle 10,30 alle13 e dalle 15 alle 19galleria marabinivicolo della neve - +39 [email protected]

Ferraradal 3/10/2004 al 9/01/2005

IL Cubismo. Rivoluzione eTradizionePe la prima volta in Italia l’avanguardia cheha cambiato l’arte modernatutti i giorni feriali e festivi, lunedìincluso: dalla domenica al giovedì9,00/20,00 oario continuato; il venerdìe il sabato 9,00/24,00 orario continua-to. 24,25,31 dicembre e 1° gennaio2005 9,00/20,00 orario continuatoa cura di Marilyn McCullypalazzo dei diamanticorso ercole i d’este+39 0532209988www.comune.fe.it [email protected]

Modenadal 23/10/2004 al 9/01/2005

Gianluigi Toccafondo - Ancheuna zebra in mezzo agli uominiIn galleria vengono esposti gli inediti disegni(inchiostri, colori acrilici su carta di giornalee su fotocopie) realizzati quest’anno dall’ar-tista per la promozione della stagione dei tea-tri Storchi e Delle Passioni di Modena, dellarassegna teatrale Le Vie dei Festivallunedì chiuso. martedì 16,30-20; martedì,mercoledì ore 16,30-20; 21-23; giovedì ore10-13; venerdì ore 16,30-20; 21-23; saba-to e domenica ore 10-13; 16,30-20d406 arte contemporaneavia cardinal morone+39 059211071www.d406.com - [email protected]

Reggio Emiliadal 16/10/2004 al 16/01/2005

James Nachtwey - fotografo diguerraPromossa dalla Provincia di Reggio Emilia,con il contributo di Fondazione Manodori,CCPL e Bipop-Carire di Reggio Emilia,essa documenta in oltre 160 immagini ilpercorso di uno dei più appassionanti mae-stri della fotografia moderna.9.30 - 13.00 / 15.00 - 19.00; chiuso il lune-dì. natale e capodanno: 15.00 - 19.00palazzo magnanicorso garibaldi - +39 [email protected]

Friuli

Codroipodall’ 11/12/2004 al 23/03/2005

Instant Europe - Fotografia evideo dalla nuova EuropaCon la mostra INSTANT EUROPE ilCentro d’Arte Contemporanea di VillaManin vuole offrire una panoramica suinuovi paesi membri attraverso la fotografiae il video.a cura di Francesco Bonami, SarahCosulich Canaruttovilla maninpiazzale manin+39 0432906509www.villamanincontemporanea.itinfo@villamanincontemporanea.it

Codroipo

dal 25/09/2004 al 28/11/2004

Serse - Paesaggio AdottivoI disegni a grafite di Serse, rigorosamente inbianco e nero, rappresentano frammenti dipaesaggi e scorci naturali nei quali la naturaesala il suo potere magico.da martedì a domenica dalle 10 alle18villa maninpiazzale manin+39 0432906509www.villamanincontemporanea.itinfo@villamanincontemporanea.it

Lazio

Romadal 24/10/2004 al 18/12/2004

BuellPer la prima volta a Roma, verrà inauguratauna mostra personale dell’artista Buell(Parigi, 1963). La selezione di dipinti diBuell propone una riflessione, propriaall’artista, sulla società contemporanea,quella della scomparsa del “sensibile”.cafe’ europevia dei prefetti+39 [email protected]

Exibart.agenda

E x i b a r t . o n p a p e r i n f o - d i s t r i b u z i o n e - a b b o n a m e n t o h t t p : / / o n p a p e r . e x i b a r t . c o m

BOLOGNADal 27 al 31 gennaio 2005

Arte Fiera BolognaFiereViale della Fiera, 2040127 BolognaTel: +39 051 282.257 Fax: +39 051/[email protected]

ARTE FIERA - Art FirstFiera internazionale

d'arte contemporanea

NAPOLIDal 23 ottobre 2004 al 24 gennaio 2005

orario: Tutti i giorni ore dalle ore8.30 alle 19.30; lunedì chiuso.biglietteria chiude un'ora primabiglietti: InteroMostra/Museo: 10,00 euro,Ridotto Mostra/Museo: 5,00euro, Ridotto e solo Mostra:5,00 euroMUSEO DI CAPODIMONTEVia Di Miano 1 (80100)+39 0817499111 (info)+39 0817445032 (fax)[email protected]/capo-dim/home.htmwww.caravaggioultimotempo.ittelefono evento: 848 800 288(cell. e estero 06 39967050)

Caravaggio.L'ultimo tempo 1606 - 1610

RAVENNADal 9 ottobre 2004 al 20 febbraio 2005

orario: martedì-mercoledì-giovedì 9-13, 14-18 venerdì9-13, 14-20 (aperitivo 18,30-19,30); sabato e domenica10-19; lunedì chiusobiglietti: intero Euro 8 ,ridotto Euro 6catalogo: Edizioni MazzottaMUSEO D'ARTE DELLACITTA'Loggetta Lombardesca - ViaDi Roma 13 (48100)+39 0544482791/482760 (info),+39 0544212092 (fax)[email protected]/colle-zioni.htm

Alberto Giacometti

CAIVANO - NAPOLIDal 29 ottobre al 7 dicembre 2004

a cura di Maurizio SciaccalugaOrario: Dal lunedì al sabatoore 17-20,30VULCANOCONTEMPORARY ARTVIA MATTEOTTI,37/ACAIVANO - NAPOLITEL.081-8344733www.vulcanoartgallery.cominfo@vulcanoartgallery.com

Formidabile quell'annosettantanove

Chiara Albertoni-MaraFestari-Odette Scapin

BOLOGNADall' 11 al 30 novembre 2004

inaugurazione 11 novembreore 18,30dal martedì al sabato 10,00-13,00 / 16,00-19,30

nt art gallery via dal luzzo 6/c 40125 tel +39 051237722 fax +39 0512914014 [email protected] www.ntartgallery.com

Giuliano TomainoCon il coltellino in manope'ammazzar il capitano

ROMADal 4 al 30 novembre 2004

Inaugurazione: giovedì 4novembre 2004 ore 18Testo: Alessandro RivaOrario: da martedì a sabatodalle 16 alle 20 e per appuntamentoMANIERO ASSOCIAZIONECULTURALEvia dell’Arancio 79 - 00186ROMAtel/fax 06 68807116 - [email protected] -http://www.galleriamaniero.it

DANILO BUCCELLAFantasmi contemporanei

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Roma

dal 18/09/2004 al 9/01/2005

Carla AccardiLa mostra monografica si sviluppa nellequattro sale principali del MACRO e pro-pone quattro momenti diversi: i lavori insicofoil degli anni Settanta quasi mai espo-sti, una casa-labirinto in perspex, una seriedi alti coni di ceramica e quindici grandidisegni appositamente realizzati per questaesposizione.

da martedì a domenica 9.00 – 19.00;festività 9.00 - 14.00; (lunedì chiuso)a cura di Danilo Ecchermacro - museo d’arte contem-poranea di romavia reggio emilia+39 [email protected]

Roma

Dal 12/11 all'11/12 2004

Piero Pizzi Cannella - Le mappedel mondoDieci opere di grandi dimensioni (3x8metri) e una serie di disegni preparatori cheriproducono delle mappe immaginarie o,come lo stesso artista ha voluto sottolinea-re, delle "mappe di pace" o "mappe perandare via"vernissage: 12 novembre 2004. ore 18orario: da martedì a domenica 16.00 -20.00. Lunedì chiusocuratori: Achille Bonito OlivaTEATRO INDIAVia Luigi Pierantoni 6 (00146)[email protected]/teatroIndia.asp

Roma

dal 2/10/2004 al 9/01/2005

Da Giotto a Malevic - La reci-proca meravigliaUna straordinaria rassegna ripercorre emette a confronto la storia artistica di Italiae Russia. Dall’epoca bizantina fino allaprima guerra mondiale, la mostra allinea190 capolavori dei maggiori maestri deidue Paesi, accostandoli lungo un percorsocronologico che consente di coglieremomenti di autonomia, contatti e periodi diaffinità.da domenica a giovedì dalle 10.00alle 20.00/ venerdì e sabato dalle10.00 alle 22.30 l’ingresso è consenti-to fino a un’ora prima dell’orario dichiusurascuderie del quirinalevia xxiv maggio+39 0639967500 +39 [email protected]

Roma

dall’ 1/10/2004 all’ 1/02/2005

Degas classico e modernoOltre centosettanta le opere esposte: oltretrenta olii, venti pastelli, una quarantina didisegni, l’intera collezione delle settantatrèsculture provenienti dal Museu de Arte diSan Paolo del Brasile, un’intera sezionededicata alle fotografie provenienti dalMusée d’Orsay.dal lunedì al giovedì 9.30 –19.30;venerdì e sabato 9.30 – 23.30; dome-nica 9.30 – 20.30complesso del vittorianovia san pietro in carcere

Roma

dal 18/10/2004 al 30/11/2004

Enzo UmbacaIl lavoro dell’artista si è sempre distinto perla diversità dei mezzi e modi d’espressione.Con il video, la fotografia, la performanceha cercato di allargare ( se non addirittura diannullare) il concetto di identità, unendoaspetti socioculturali ad interrogativi antro-pologici.mar – ven dalle 15 alle 20 - sab dalle11 alle 18sogospattyvicolo del governo vecchio+39 [email protected]

Roma

dal 4/11/2004 al 6/02/2005

Ilya & Emilia Kabakov - Whereis our place?dalle ore 11.00 alle ore 19.00 - chiusolunedìmaxxi - museo delle arti del xxisecolovia guido reni+39 [email protected]

Roma

dal 18/11/2004 al 30/03/2005

Julian Schnabel - Opere grafi-che 1992La 2RC Edizioni d’Arte è lieta di presenta-re la mostra di opere grafiche di JulianSchnabel del 1992. L’inaugurazione si terrànegli spazi della galleria, dove si potrannoosservare Le Tango, Pandora and theFlying Dutchman e Flamingo, tre dittici.dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle19.00. il sabato per appuntamentogalleria 2rcvia delle mantellate+39 [email protected]

Roma

dal 7/10/2004 al 27/11/2004

Kristine Alksne / SandrineNicoletta - DopplerIl lavoro di Alksne e Nicoletta ha in comu-ne un certo tipo di sensibilità nel lavorarenello spazio e sullo spazio. Entrambe hannouna grande capacità di coinvolgere diversipiani di lettura in maniera molto sottile.lunedì - venerdì 11.30 - 19.30, sabatosu appuntamentoa cura di Laura Garbarinoautori cambivia san martino ai monti+39 0647824613

[email protected]

Roma

dal 23/10/2004 al 26/12/2004

Luigi Ontani - Eros Dei EroiEROS DEI EROI: una mostra di nuovilavori, con fotografie e sculture, di uno deipiù autorevoli artisti italiani, sul tema deglieroi, dell’eroismo, e dell’amore.martedì - venerdì 12:00 - 20:00lorcan o’ neill romavia degli orti d’alibert+39 [email protected]

Roma

dal 7/10/2004 al 6/11/2004

Marco Delogu - CattivitàLo Studio Stefania Miscetti presenta unaselezione di opere del ciclo Cattività diMarco Delogu, ritratti fotografici scattatiall¹interno del carcere di Rebibbia a Romadal 1998 al 2003.dal martedì al sabato ore 16 … 20studio stefania miscettivia delle [email protected]

Roma

dal 27/10/2004 al 30/01/2005

Mimmo PaladinoTele di grandi dimensioni dai colori forte-mente contrastanti o rigorosamente in bian-co e nero, così come quelle in mostra allaReggia di Caserta (22 luglio – 22 novembre2004), sono le nuove opere.lun-sab 15,30-19,30 o per appunta-mentovalentina bonomo artecontem-poraneavia del portico d’ottavia+39 [email protected]

Roma

dal 21/10/2004 al 23/01/2005

Nell’occhio di EscherDopo molti anni le opere di MauritsCornelis Escher sono esposte di nuovo aRoma in occasione del primo Centenariodell’Istituto Olandese. Una vetrina di circa100 opere dell’artista.martedì alla domenica dalle ore 9.00alle ore 20.00. la biglietteria chiudeun’ora prima. lunedì chiusoa cura di Bert Treffers, FedericaPiranimusei capitolinipiazza del campidoglio+39 0639967800www.museicapitolini.orginfo.museicapitolini@comune.roma.it

Roma

dal 28/09/2004 al 15/11/2004

Paolo Grassino - Senza NomeCiò che caratterizza l’opera di Grassino èl’utilizzo di un materiale industriale come ilpvc schiumato. La tradizionale maglia inspugna sintetica che si usa per i tappetinidel bagno qui viene scomposta come fosseun gomitolo.lunedì/venerdì 10.30/19.30vm21 arte contemporaneavia della vetrina+39 [email protected]

Roma

dal 27/10/2004 all’ 8/01/2005

Picasso e la sua epoca -Donazioni a Musei AmericaniAnzichè seguire un approccio monograficoconvenzionale, la mostra vuole presentare illavoro di Pablo Picasso nell’ambito dell’o-pera degli artisti a lui contemporanei, sotto-lineando la sua importanza come innovato-re e catalizzatore dell’evoluzione dell’artemodernatutti i giorni dalle 9:30 alle 19:30chiusura della cassa (20:30 chiusuradella mostra) lunedì chiusoa cura di Pepe Karmelfondazione memmo - palazzoruspolivia del corso+39 066874704www.palazzoruspoli.it

Roma

dal 26/10/2004 al 4/12/2004

Roma collezionaUna mostra che nasce dalla volontà dianalizzare il fenomeno del collezionismod’arte contemporanea nella capitaleattraverso la presentazione e il confrontodelle diverse tipologie di collezionisti.da martedì a sabato dalle 16:00 alle19:00 e per appuntamento al numero06.5846459a cura di Ludovico Pratesi, SharaWassermanaccademia americanavia angelo masina+39 [email protected]

Roma

dal 4/11/2004 al 6/02/2005

Stefano Arientidalle ore 11.00 alle ore 19.00 - chiusolunedìmaxxi - museo delle arti del xxisecolovia guido reni+39 [email protected]

Roma

dal 23/10/2004 al 15/12/2004

Wonder HollandDiciassette artisti e sei sezioni per un per-corso espositivo che si snoda attraverso iquattro livelli dei Mercati di Traiano, allu-sione al viaggio di Alice e alla sua cadutanella tana del coniglio, culminante nel gran-de prato verde realizzato negli scavi delForo.mercati di traianovia iv novembre+39 0669780532

Roma

dal 25/10/2004 al 4/12/2004

ZimmerFrei - PanoramaZimmerFrei ha realizzato il suo nuovolavoro video dal titolo Panorama nella cittàdi Roma, scegliendo come location la cele-bre e suggestiva Piazza del Popolo, in cuiha allestito un vero e proprio set della dura-ta di 24 ore il 4 ed il 5 ottobre 2004.mart-sab 15.30-20.00 la mattina solosu appuntamentomonitor - video&contemporaryartviale delle mura aurelie+39 [email protected]

V i n e a r t - V i s i o n s o f d e l i g h t 1 9 - 2 3 n o v e m b r e | F i e r a B o l z a n o w w w . v i n e a r t . i t

Exibart.onpaper64 calendario

ROMADal 24 ottobre al 18 dicembre 2004

Inaugurazione: domenica 24ottobre 2004 - ore 12orario: martedì-venerdì 11-13 e 16.30-19 - sabato 11-13Café Europe Centro di artecontemporaneaVia dei Prefetti 46 - 00186 Roma Tel. (0039) 06 68805610 -Fax (0039) 06 68307465email: [email protected]

Buell

ROMADal 12 al 25 novembre 2004

Performance musicale al saxtenore di Gianni SavelliInaugurazione: venerdì 12novembre 2004 alle ore 19,30Orario: 10,30/13,30 - 15,30/19,30La domenica su appuntamentoC.A.O.S.:Via della Conciliazione, 24 -00193 RomaTel. +39.06.68309540Fax. +39.06.68136436E - mail: [email protected]

Lorenzo Spirito"PAINTED WOODS"

A cura di Giovanna Foresio e Claudio Zecchi

ROMA

giovedì 4 novembre ore 18,30Presentazione del libro"ECLISSI NELLO STOMACO"di Luciana Morelli, edito daAkkuaria.

mercoledì 24 novembre ore 18.30Presentazione del libro"MATRIMONI" di PiergiorgioPaterlini, edito da Einaudi.

Libreria Motamot non solo libri...Via Giulio Rocco, 37/3900154 RomaTel. 06.57.30.00.82Fax [email protected]

ROMADal 5 dicembre 2004 al 5 febbraio 2005

inaugurazione: 5 dicembre2004 alle ore 18.00Orario della galleria: lunedì-venerdì 10.30/19.30Galleria: V.M.21artecontem-poraneavia della Vetrina 21-00186Tel./fax 06 68891365e-mail: [email protected]

Debora HirschAmericanlifetime

ROMADal 5 novembre al 4 dicembre 2004

Inaugurazione venerdì 5Novembre 2004 ore 18.00curatore: Gianluca Marzianiorario: Lun-Sab 15.30-20.30;la domenica e la mattina suappuntamento 9.30-13.30ingresso liberoGALLERIA SCZERODUEPiazza de'Ricci 127.128ROMA 00186Tel. [email protected] stampa: [email protected]

CARAVILLANI 04

ROMAdal 5 ottobre al 7 novembre 2004

Orari: da martedì a domenica:10.00-19.00; sabato: 10.00-23.00lunedì chiusoCaffetteria del Chiostro delBramanteVia della Pace (PiazzaNavona) - RomaInfo: tel. 0668803227

Simone Giovagnorio0 Periodico

(all'interno del progetto "A.M. Around Me",a cura di Stefano Elena)

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Liguria

Genovadal 9/10/2004 al 4/11/2004

Alessandro RomaAlessandro Roma utilizza diverse tecnichenella medesima opera,lo smalto per creareuna visione più fredda e distaccata e l’olio,che più raffinato e legato alla tradizione, gliconsente di indagare nell’intimo.aperto dal martedì al sabato dalle15.00 alle 19.30galleria artrapiazza matteotti+39 [email protected]

Genova

Dall'11 /12/2004 al 12 /1/ 2005

Giovanni Albanese - Giochi di

fuocoMostra personale di Giovanni Albanese uti-lizzo di lampadine a basso voltaggio e scul-ture ricavate da assemblaggi di materiale discartovernissage: 11 dicembre 2004. h. 19.00ingresso liberoELLEQUADRO DOCUMENTIVia Falamonica 3/1 (16123)+39 0102474544 (info), +390102474475 (fax)[email protected]

Genova

Dal 12/11 al 10/12/2004

Massimo VitaliUn progetto che si suddivide in sette operesingole e un gigantesco trittico, secondouna linea curatoriale che tocca le tematicheprincipali ed offre alcuni inediti davverosorprendentivernissage: 12 novembre 2004. h 18.00orario: Lunedì pomeriggio/Sabato9'30/12'30 - 16'00/19'30GUIDI & SCHOENVico Della Casana 31r (16123)+39 0102530557 (info), +390102474307 (fax)[email protected]

Sarzana (SP)

Fino al 13 novembre 2004

Enrico Zingaretti - Architetturadel coloreL'autore presenta la sua produzione di olii edisegni, particolare attenzione va postanella combinazione cromatica delle operedove, con sapiente fusione del colore mate-rico crea emozioni soffuse ed intenseorario: 17:30 - 20:30SUBURB'S contemporary artVia Sobborgo Spina 35 (19038)+39 0187728311 (info)[email protected]

Lombardia

Bergamodal 21/10/2004 al 25/04/2005

John Armleder - Voltes IVIl progetto, Voltes IV, avvolge il visitatorein un gioco di luci e di segni: l’intera pare-te di fondo della sala è occupata da un tar-get del diametro oltre 6 metri interamenterealizzato con neon di luce bianca che siilluminano a intermittenza.martedì – domenica 10.00 – 19.00;giovedì 10.00 – 22.00. lunedì chiusogamec - galleria d’arte modernae contemporaneavia san tomaso+39 035399528/[email protected]

Comodal 12/11/2004 al 21/11/2004

Allarmi - Zona creativa tempo-raneamente valicabileun progetto che nasce sull’esigenza di crea-re contesti e spazi di diffusione dell’arteinnovativi per la cultura contemporanealunedì - venerdì dalle 10.00 alle 12.00e dalle 14.00 alle 18 sabato e domeni-ca orario continuato dalle 11.00 alle18a cura di Norma Mangione, IvanQuaroni, Alessanro Trabucco, IrinaZucca Alessandrelli.caserma de cristoforispiazzale monte santo

Milanodall’ 1/10/2004 all’ 1/11/2004

Carlo Carrà - Studi per gli affre-schi del Palazzo di GiustiziaLa Banca Popolare di Milano e il Comunedi Milano - Assessorato Cultura e Museipresentano la mostra Carlo Carrà. Studi pergli affreschi del Palazzo di Giustizia, secon-do appuntamento di “La banca e i tesori deiMusei Civici del Comune di Milano”.banca popolare di milano

via san paolo

Milano

dall’ 8/10/2004 al 15/12/2004

Christo e Jeanne-ClaudeInaugura ufficialmente la sua attività espo-sitiva CORSOVENEZIAOTTO, galleria diarte contemporanea di Alessandra PasseraTega. Esordisce ospitando una cinquantinadi opere di Christo e Jeanne-Claudemartedi-sabato ore 10-13, 15.30-20.chiuso il lunedìcorsoveneziaottocorso venezia

Milano

dal 27/10/2004 all’ 11/12/2004

Color Wheel Oblivion“Color Wheel Oblivion”, letteralmente“Colore, Ruota, Oblio” è la nuova colletti-va di artisti americani, molti dei quali inItalia per la prima volta, che Marella ArteContemporanea ha il piacere di presentare,corredandola di catalogo.da martedì a venerdì dalle 11.00 alle19,30 - sabato dalle 12.00 alle 19.00marella arte contemporaneavia lepontina+39 [email protected]

Milano

dal 13/05/2004 al 14/05/2004

Francesca Mondini - Mandala inlegnoL’allestimento prevede l’esposizione ditrenta opere, le cui dimensioni variano da25x25 cm a 100x100 cm, raffigurantiMANDALA tibetani, celtici, indiani, tridi-mensionali e rosoni di chiese, specialmentefrancesi.dalle ore 18,00 alle 24,00spazio premuda 20viale premuda+39 [email protected]

Milano

dal 15/09/2004 al 27/11/2004

Francisco Larios - CruelParadiseI mondi digitalmente creati da FranciscoLarios invitano a riflettere sull’avveniredella società contemporanea e sulla suadisumana crudeltà.dal martedì al sabato; 10.30 - 13.00 e14.00 - 19.30b&d studio contemporaneavia pietro calvi+39 [email protected]

Milano

dal 28/10/2004 al 22/12/2004

Gianni CaravaggioGianni Caravaggio espone alla galleriafrancesca kaufmann un¹installazione dilavori inediti. La mostra si fonda su uncomplesso legame di tempi infiniti, sulla

possibilità di esprimere l¹istantaneità dell’e-terno attraverso la percezione intuitiva efisica del tempo.galleria francesca kaufmannvia dell’orso+39 0272094331www.galleriafrancescakaufmann.cominfo@galleriafrancescakaufmann.com

Milano

dal 21/10/2004 al 30/11/2004

Graham GillmoreLa Galleria Cardi & Co. inaugura la mostrapersonale di Graham Gillmore: l’artista,nato a Vancouver (Canada) nel 1963, vive elavora tra New York e Vancouver. I lavori inmostra sono divisi in due gruppi: da un latosi trovano le opere ad acrilico su carta, men-tre l’altro gruppo è costituito da opere adolio su masonite.10.30 – 13.30 / 15.30 – 19.30. chiusu-ra lunedì mattina e festivigalleria cardi & cocorso di porta nuova+39 [email protected]

Milano

dal 9/11/2004 al 5/12/2004

John Bock - MeechfieberDal 9 Novembre al 5 Dicembre 2004 laFondazione Nicola Trussardi presenta unanuova opera dell’artista tedesco John Bocknella Sala Reale della Stazione Centrale -uno dei luoghi più significativi e affasci-nanti della storia della città.tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore20:00a cura di Massimiliano Gionistazione centralepiazza luigi di savoia,

Milano

dal 7/10/2004 al 6/11/2004

Jonathan Monk / VibekeTandbergLe opere di Jonathan Monk spesso rivelanoquanto l’artista si nutra di una forte e pun-gente vena ironica. Il lavoro dell’artista nor-vegese Vibeke Tandberg si focalizza sullasua relazione psico-sociale con il mondoche la circonda.da martedì a sabato 11-19gio’ marconivia alessandro tadino+39 [email protected]

Milano

fino al primo dicembre 2004

Mario ErmoliMario Ermoli in occasione della personalepresso la galleria SPACE 4 FREE presentaun ciclo di fotografie di forte contrasto emistero dove il tema della sessualità vienetrattato con assurdità e candore, con l'inten-to consapevole di uscire dai luoghi comuniorario: Lunedì al Venerdì 10.00 /13.00 e 14.00 /18.00SPACE4FREEVia Giovanni Enrico Pestalozzi 4

(20143)

Milano

dal 7/10/2004 al 30/10/2004

Josef SchulzIn occasione dell’apertura del suo studio,Manuela Klerkx è lieta di presentare al pub-blico italiano l’artista Josef Schulz (1966,Polonia) con una nuova serie di fotografieche, per il loro aspetto estetico e concettua-le, sono tra le più interessanti realizzate dal-l’ultima generazione di fotografi tedeschi.mercoledì – venerdì, 15.30 – 19.00 /sabato – domenica su appuntamentostudio manuela klerkxvia donatello+39 [email protected]

Milano

dal 15/09/2004 all’ 11/10/2004

Miranda d’Amico - La casa delaireLa scultrice ci propone opere in porcellana,ferro e cera, e delle deliziose sculture incarta che rappresentano gli ultimi sviluppidi una ricerca: sottile ed etereo ma fermo edessenziale il processo creativo ci conquistacon suggestioni liriche e forti in cui emergecon semplicità un profondo senso poetico.dal martedì al sabato 16,00 - 19,30spaziotemporaneovia solferino+39 026598056www.gospark.com/[email protected]

Milano

dal 7/10/2004 al 27/11/2004

Rémy Zaugg - Figure-toi, jesuis ici face à moiI suoi quadri, oggetti essenziali, su cui cam-peggiano scritte a prima vista enigmatiche,sono concepiti come un’esperienza altempo stesso fisica e mentale. L’atto visivoviene sollecitato dall’uso di colori contra-stanti o, al contrario, di sfumature appenapercettibili.dal martedì al sabato dalle 15 alle 19galleria suzy shammahvia san fermo+39 [email protected]

Milano

dal 16/12/2004 al 29/01/2005

Sarah SzeLa prima mostra personale italiana dell’ar-tista americana Sarah Sze (1969).L’immensa opera presentata sarà un’instal-lazione site-specific, ovvero adattata appo-sitamente allo spazio andando ad occupareun’intera sezione della Fondazione.dal martedì al sabato dalle 11.00 alle19.00

s e v u o i d a r e m a g g i o r e v i s i b i l i t à a l l a t u a m o s t r a i n q u e s t o c a l e n d a r i o > > a d v @ e x i b a r t . c o m | 0 5 5 2 3 9 9 7 6 6

Exibart.onpaper 65calendario

LA SPEZIADal 30 ottobre 2004 al 7 gennaio 2005

vernissage sabato 30 ott. 2004orari d'apertura, dal mar. alsab. dalle 16,30 alle 19,30Lun. e festivi su appuntamentoa cura di Gianluca Marziani

PerForm Arte ContemporaneaVia del Torretto 48 - La SpeziaEnrico Taddei: Tel. 338 [email protected]

B come Bamboladi EPVS

MILANOFino al 6 novembre 2004

Orari: martedì-sabato 10-19.30; lunedì 15-19.30;domenica chiusoIngresso gratuitoGalleria Rob Smeets Via Camperio 9 - Milanotel. [email protected] -www.robsmeets.comCatalogo: Volumnia Editore,Perugia

Silenzi.La natura morta contempora-nea fra l'Italia e i Paesi Bassi

MILANODal 17 novembre al 29 gennaio 2005

a cura di Gianluca MarzianiOPENING:Martedì 16 novembre 2004Orari: dal martedì al sabato,dalle 13,00 alle 19,30Galleria PackForo Bonaparte 6020121 MilanoT. +39 02 86996395F. +39 02 [email protected]

THE SEASON presenta

VOLUME 2: FRANKO B

BRESCIADal 13 novembre 2004 al 18 dicembre 2004

catalogo in galleria con testidi Matteo Bittanti eDomenico QuarantaFabioparisartgallery Via A. Monti 1325121 BRESCIAtel 030 3756139www.fabioparisartgallery.com

Mauro Ceolinvideogame_landscapes

GENOVANovembre - dicembre 2004

STEFANO RICCISKETCHBOOK/03Dal 28 ott. al 30 nov. 2004Galleria d'arte Il Vicolo,vicolo tre Salita Pollaiuoli, 23r ETTORE SOTTSASSmemorie mediterraneeDal 5 nov. al 12 dic. 2004Galleria d'arte Il Vicolo,vicolo due Piazza Pollaiuoli, 8r - 1° piano martedì - sabato 9,30/12,30 -15,30/19,30giovedì orario continuato

I L V I COL OGALLERIA D'ARTEtel [email protected]

STEFANO RICCIETTORE SOTTSASS

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a cura di Edoardo Gnemmifondazione david halevimvia paolo lomazzo+39 02315906www.fondazionedavidehalevim.orginfo@fondazionedavidehalevim.org

Milano

dal 18/11/2004 al 22/01/2005

Silvio Wolf - Scala ZeroIl lavoro, composto da opere fotografichebidimensionali, tridimensionali e video,viene esposto per la prima volta al pubblicoin una galleria italiana: una visione estre-mamente personale e metaforica dell’ideadi teatro, inteso come luogo della rappre-sentazione e della finzione, in cui ricercarel’unità di visibile ed invisibile.da venerdì 19 novembre 2004 a saba-to 22 gennaio 2005 dalle 15.00 alle19.00 chiuso domenica e lunedì -sabato su appuntamento dalle 15.00alle 19.00studio fotografia italianacorso venezia+39 [email protected]

Milano

dall’ 11/11/2004 al 20/02/2005

Spazi Atti/Fitting Spacesopere di Mario Airò - Massimo Bartolini -Loris Cecchini - Alberto Garutti - MarziaMigliora (con la collaborazione di RiccardoMazza) - Luca Pancrazzi - PatrickTuttofuoco, sette artisti che, in questi ultimianni, hanno lavorato intorno al concetto dispazio sensibile9.30 – 17.30 da martedì a domenica -giovedì fino alle 21.00 - chiuso illunedìa cura di Roberto Pintopac - padiglione d’arte contem-poraneavia palestro+39 [email protected]

Milano

dal 25/11/2004 al 29/01/2005

Stephan BalkenholLe figure vengono scolpite con precisioneda un unico tronco di legno ed illuminatedal colore. Nonostante l’uso di questa tecni-ca tradizionale, i soggetti non hanno nulladi eroico, rappresentano con sobrietà e iro-nia l’ uomo del nostro tempo, cheBalkenhol osserva nelle numerose fotogra-fie che scatta per le strade.martedì-sabato 15-19 (la galleriaresterà chiusa dal 24 dicembre al 6gennaio compresi)monica de cardenasvia francesco viganò+39 0229010068www.artnet.com/[email protected]

Milano

dal 21/09/2004 al 9/01/2005

The Andy Warhol ShowConsiderevole il nucleo delle opere presen-tate da questa portentosa rassegna, che oltrea circa 200 dipinti, è ricca di foto, operegrafiche, disegni, tra i quali quelli giovaniliappositamente realizzati come illustrazioniper le riviste di moda newyorkesi.10.30 – 20.30, chiuso il lunedìa cura di Gianni Mercurio, DanielaMoreratriennale - palazzo dell’arteviale emilio alemagna+39 [email protected]

Milano

dal 16/11/2004 al 29/01/2005

The Season Volume 2 - FrankoBIn questa mostra Franko B espone unnuovo e inedito aspetto della sua produzio-ne, introducendo al pubblico opere maiviste primadal martedì al sabato, dalle 13,00 alle19,30a cura di Gianluca Marziani

galleria packforo buonaparte+39 [email protected]

Milano

dal 14/10/2004 al 4/12/2004

Vito Acconci - Body Art anni‘60/’70La galleria Ierimonti ricostruisce un percor-so frammentato di azioni storiche e le pre-senta nella prima personale milanese del-l’artista americano.10,30_18,30 orario continuato sabatosu appuntamento, domenica e festivichiusoierimonti galleryvia g. modena+39022046256

Palazzolo Sull’Ogliodal 20/11/2004 al 2/04/2005

Liliana MoroL¹esposizione, curata da LoredanaParmesani, propone una selezione di setteinstallazioni realizzate a partire dal 1992,più una concepita per lo spazio di PalazzoPanella, che documentano il lavoro di unadelle artiste più rappresentative della suagenerazione e nel quale media diversi siincontrano in una narrazione penetrante edironica.dal lunedì al venerdì: 9,00-13,0014,30-18,30 sabato: 15,30-19,30domenica: su appuntamentoa cura di Loredana Parmesanifondazione ambrosetti - palazzopanellavia matteotti+39 0307403169www.fondazioneambrosetti.cominfo@fondazioneambrosetti.it

Piemonte

Caragliodal 25/09/2004 al 28/11/2004

I Capricci di Goya / EspañaLa mostra presenta, per la prima volta inItalia, la collezione del Centro d’ArteContemporanea La Panera di Lérida, centrotra i più attivi di tutta la Spagna. Il percorsoespositivo si sviluppa attraverso le operepiù significative della collezione e offre unapanoramica sui giovani artisti contempora-nei spagnoli e catalani.venerdì e sabato: 15,00 – 19,00.domenica: 10,00 – 12,30 / 15,00 –19,30a cura di Glòria Picazo, Andrea Bustoil filatoiovia matteotti

Torinodal 6/11/2004 al 24/12/2004

Botto & Bruno - Kids TownNero e ampio, un velo copre il volto delcielo, maschera severa sugli occhi delsole…nuvole gonfie di fiele, pioggerellinaocra, aria di terremoto. Anche l’orizzonte èsparito. Fogna melmosa davanti alla portadell’edificio, slalom morbido fra le pozze,hop.da lunedì a sabato dalle 15.30 alle19.30 mattino su appuntamentogalleria alberto peolavia della rocca+39 [email protected]

Torino

dal 23/09/2004 al 20/11/2004

Color TheoryJeremy Bailey, William Cordova, Kevin Ei-Ichi Deforest, Chitra Ganesh, WangechiMutu, Jeff Sonhouse, Roberto Visani.tue-sat 16 - 19.30 or by appointmenta cura di Franklin Sirmansvitamin arte contemporaneacorso san maurizio+39 [email protected]

Torino

dall’ 1/10/2004 al 23/01/2005

Da Raffaello a Goya - Ritrattidal Museo di Belle Arti diBudapestRaffaello, Dürer, Tintoretto, Tiziano,Bellini, Rubens, Veronese, Van Dyck, elGreco, Goya… Per la prima volta in Italia,a Palazzo Bricherasio, i tesori della Galleriadegli Antichi Maestri del Museo di BelleArti di Budapest, scelti da Vittorio Sgarbi eVilmos Tatrai.lunedì: 14.30 – 19.30 da martedì a dome-nica 9.30 – 19.30 apertura serale: giovedìe sabato fino alle 22.30a cura di Vilmos Tatrai, Vittorio Sgarbipalazzo bricherasiovia giuseppe luigi lagrange+39 [email protected]

Torino

dal 6/11/2004 al 6/12/2004

Gabriel Kurimar. - sab. 15-19.30galleria franco noerovia giovanni giolitti+39 [email protected]

Torino

dal 27/11/2004 al 25/04/2005

Gli impressionisti e la neve. LaFrancia e l’EuropaAffrontato molte volte dai pittori impressio-nisti, il tema della neve risulta quindi cen-trale in quella sublime esperienza artistica.palazzo della promotrice dellebelle artivia crivelli - +39 0114429518

Torino

dal 6/11/2004 al 6/12/2004

Laura Vialemar. - sab. 16.00 - 19.30carbone.tovia dei mille+39 0118395911www.carbone.to - [email protected]

Torino

dal 6/11/2004 al 23/01/2005

Loris Cecchini - BlaublobbingIl progetto prevede l’installazione di dueforme, due involucri spaziali trasparenti chesi generano dalle cornici interne delle fine-stre dell’edificio per mostrarsi in aggettosulla facciata.a cura di Guido Curtopalazzo bricherasiovia giuseppe luigi lagrange+39 [email protected]

Torino

dal 16/09/2004 all’ 8/01/2005

Non Toccare la Donna BiancaNon Toccare la Donna Bianca riunisce in unacollettiva 19 artiste internazionali per la mag-gior parte originarie di paesi caratterizzati dacomplesse situazioni politiche e sociali he pre-sentano opere quasi tutte inedite create apposi-tamente per lo spazio della FondazioneSandretto Re Rebaudengo, dalla pittura alvideo, all’installazione alla fotografia.da martedì a domenica, dalle 12.00alle 20.00; giovedì dalle 12.00 alle23.00; lunedì chiuso. aperto alle scuo-le dalle 9.00 alle 19.00a cura di Francesco Bonamifondazione sandretto re rebau-dengovia modane - +39 01119831610www.fondsrr.org - [email protected]

Torino

dal 6/11/2004 al 6/12/2004

Peter Landmar. - sab. 15 - 19galleria sonia rossovia giulia di barolo+39 [email protected]

Torino

dal 28/10/2004 al 4/12/2004

Sergio Ragalzi - VisioniProseguendo nell’esplorazione dei lati piùoscuri della mente umana, svelandone gliaspetti involutivi legati ad un ambivalente epericoloso progresso tecnologico, l’artistapropone una possibile visione di un futurodegeneratodal martedì al sabato dalle 16 alle19,30. mattina su appuntamentoa cura di Federica Rosso, FrancescaSolero41 arte contemporaneavia giuseppe mazzini+39 0118129544www.41artecontemporanea.cominfo@www.41artecontemporanea.com

Puglia

Molfettadal 9/10/2004 al 7/11/2004

Daniel SpoerriLa mostran ricostituisce attraverso la gran-de istallazione in bronzo e un happening dieat art alcune tappe creative dell’artistariconosciuto da tutti i più grandi musei e lepiù importanti collezioni del mondo.tutti i giorni, anche la domenica ore:10-13; 18.00-21.30a cura di Giacomo Zazatorrione passarivia s. orsola+39 0803349052

Polignano A Maredal 23/10/2004 al 9/01/2005

Le armi dell’arteLa rassegna parte dal ciclo delle opere diPino Pascali sulle ‘finte-armi’ alcune dellequali sono presenti in mostra e si chiudecon la ‘Sedia elettrica’ di Andy Warhol.venerdi,sabato, 19/21 – domenica11/13 e 16,30/20museo comunale d’arte con-temporanea - palazzo pinopascalicontrada san vito+39 [email protected]

Sardegna

Nuorodall’ 1/10/2004 al 21/11/2004

Italia QuotidianaIl MAN presenta la mostra ItaliaQuotidiana, sessantacinque opere, tra dipin-ti e sculture, appartenenti alle collezionidella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di

Roma. Realizzate da oltre quaranta artisti,si collocano cronologicamente in un arcotemporale che va dagli anni Venti agli anniQuaranta.10:00/13:00 - 16:30/20:30 dal marte-dì alla domenicaa cura di Mariastella Margozziman - museo d’arte della pro-vincia di nuorovia sebastiano satta+39 0784252110www.inmostra.net/nuoro/collezione/[email protected]

Toscana

Firenzedal 30/10/2004 al 20/12/2004

Gianni DessìGianni Dessì ha costruito questa mostrapartendo dallo spazio della Galleria.L’occasione ha articolato la sua visioneintorno a tre differenti nuclei, ognuno pro-posto all’intreccio con l’altro.da martedì a sabato 10.30-13.30 /15.30-19:30. e su appuntamentogalleria alessandro bagnaivia maggio+39 [email protected]

E x i b a r t . o n p a p e r i n f o - d i s t r i b u z i o n e - a b b o n a m e n t o h t t p : / / o n p a p e r . e x i b a r t . c o m

Exibart.onpaper66 calendario

FIRENZEDal 23 ottobre al 23 dicembre 2004

Inaugurazione 23 ottobre2004. ore 17curatori: Giovanna UzzaniOrario: da lunedì a domeni-ca, ore 8,15-13,50. La galle-ria è chiusa nella seconda equarta domenica del mese enel primo, terzo, quintolunedì del mese.Ingresso: intero Euro 5,00;ridotto Euro 2,50 (compren-de il Museo d'arte modernae la Galleria del Costume)PALAZZO PITTI - GALLERIAD'ARTE MODERNA E GAL-LERIA DEL COSTUMEPiazza De' Pitti (50125)+39 05523885 (info)[email protected]/gam/www.riccardoguarnieri.itufficio stampa: Guarneri:333 2003496;[email protected]

Riccardo GuarneriContrappunto Luce

FIRENZEDal 30 ottobre al 20 dicembre 2004

orario: da martedì a sabato10.30-13.30 / 15.30-19.30e su appuntamentoingresso liberoGALLERIAALESSANDRO BAGNAIVia Maggio 58r (50125)+39 055212131 (info) +39 055210307 (fax)[email protected]

Gianni Dessì

NUOROFino al 21 novembre 2004

orario: 10.00/13.00 - 16.30/20.30dal mar. alla dom.biglietti: 3,00 euro (intero,dai 25 ai 60 anni)biglietto ridotto: 2,00 euro,dai 18 ai 25 annientrata gratuita dai 0 ai 18anni e dai 60 anni poiMAN - MUSEO D'ARTEDELLA PROVINCIA DI NUOROVia Sebastiano Satta 15 (08100)+39 0784252110 (info)[email protected]/nuoro/collezione/index.html

Italia Quotidiana

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Pratodal 13/11/2004 al 6/02/2005

Bertrand LavierLa mostra ripercorre la straordinaria produzionedell’artista a partire da opere storiche come lefamose “sovrapposizioni” di mobili e oggettid’arredamento operate da Lavier negli anni ‘80.lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì12.00-19.00; sabato, domenica e festi-vi 10.00-19.00; chiusura: tutti i marte-dì, 24 dicembre pomeriggio, 25 dicem-bre, 1 gennaio mattina.a cura di Daniel Soutifc.arte prato - centro per l’artecontemporanea luigi pecciviale della repubblica+39 05745317www.centroartepecci.prato.itinfo@centroartepecci.prato.it

Prato

dal 30/10/2004 all’ 8/01/2005

Conrad Marca-RelliTra le opere presenti nella mostra prate-se, figurano alcuni dipinti degli anni ’30e ’40, raffiguranti paesaggi urbani euro-pei, numerosi collages della metà deglianni Cinquanta10:30 – 12:30 / 16:00 – 20:00 esclusolunedì e festiviopen artviale della repubblica+39 0574538003+39 [email protected]

San Gimignanodal 9/10/2004 al 6/01/2005

Luca Pancrazzi - Uno a unoLuca Pancrazzi ci offre attraverso questamostra personale la possibilità di rifletteresulla percezione. Si parte da un assuntotanto semplice quanto sottile: guardare èessere sguardo.dal martedì al sabato 14.00/19.00galleria continuavia del castello+39 [email protected]

Sienadal 9/10/2004 al 9/01/2005

InvisibileInvisibile, a cura di Emanuele Quinz, èun’esposizione di opere interattive chenasce da un’idea ben precisa dello spazioespositivo, il secondo piano del Palazzo:quest’ultimo non è occupato da oggetti,ma apparentemente vuoto.12.00-19.00. chiuso il lunedia cura di Emanuele Quinzpalazzo delle papesse - centro arte contemporaneavia di città[email protected]

Trentino Alto Adige

Meranodall’ 11/09/2004 al 9/01/2005

+ Positive - II BiennaleIl tema della spiritualità negli ultimi anniè emerso con forza come un´esigenza

sempre più pressante. Il materialismo delmondo occidentale alimentato daun´economia costantemente alla ricercadel profitto e di nuovi consumatori, èdiventata così forte che ormai gli stessilimiti psicologici e di resistenza cultura-le degli individui sono messi a duraprova.da martedì a domenica dalle ore 10alle ore 18 chiuso il lunedìa cura di Valerio Dehòkunstmeranoartevia portici+ 39 [email protected]

Trentodal 24/09/2004 al 9/01/2005

Dimensione folliaL’eccesso di soggettività e passione,come pure la condizione di disagiomentale, sono il territorio di indaginedi questa mostra, che si inaugura ilprossimo 24 settembre presso laGalleria Civica di Arte Contempo-ranea di Trento.h. 10.00 -18.00. chiuso lunedìa cura di Roberto Pintogalleria civica d’arte contempo-raneavia rodolfo belenzani+39 [email protected]

Veneto

Padovadal 9/10/2004 al 10/12/2004

Stefano Calligaro - TailgrabsculpturesFondato su un processo progettualeanarchico ma organizzato secondo unalogica di livelli successivi il lavoro diCalligaro s’intreccia con la visionedell’architettura contemporanea, conla musica elettronica e con tutti queicampi d’azione dove confluisconoenergie multiple.monday - saturday 2.30-8.30 pm -mornings and holidays by appointmenta cura di Michela Arfieroperugi arte contemporaneavia giordano bruno 24 b+39 [email protected]

Padova

Dal 4 dicembre 2004 all'otto gennaio 2005

Eugenio Percossi - ChristmasUn ciclo di 25 fotografie lambda di grandee piccolo formato accompagna un video.La mostra, che non a caso si svolge nelperiodo natalizio, ha come soggetto l'iconastessa del Natale: l'albero.vernissage: 4 dicembre 2004.orario: dal martedì al sabato dalle ore16 alle 19,30GALLERIA ESTROVia San Prosdocimo 30 (35139)+39 0498725487 (info)[email protected]

Veneziadal 26/11/2004 al 13/03/2005

Carpaccio - Pittore di storieQuesta mostra è l’occasione per ammirareper la prima volta riuniti insieme a Venezia,nella loro sequenza originaria, cicli pittoricidipinti da Carpaccio, oggi dispersi in varimusei italiani e stranieri.lunedì 8.15 – 14.00; da martedì adomenica 8.15 – 19.15. la biglietteriachiude un’ora prima

gallerie dell’accademiacampo della carità+39 0415200345

Venezia

dal 3/09/2004 al 23/01/2005

Turner and VenicePiù di centoventi opere tra dipinti, acquerel-li , disegni , oltre all’album di schizzi vene-ziani, documentano l’intensa relazione delgrande artista inglese con la città lagunare:visitata in età matura, per breve tempo esolo tre volte (tra il 1819 e il 1840), Venezialascia nell’opera di Turner una traccia inde-lebile su temi di capitale interesse, in parti-colare per quanto riguarda il rapporto con laluce.10/19 (biglietteria 10/18)a cura di Ian Warrellmuseo correrpiazza san marco+39 0415224951www.museiciviciveneziani.itpressmusei@comune.venezia.it

Veronadal 16/10/2004 al 28/12/2004

Arcangelo Sassolino -RimozionePer la prima mostra personale ad Artee Ricambi Arcangelo Sassolino incide-rà il pavimento della Galleria e lostrapperà dal suolo sospendendolo peraria.a cura di Alessandra Pacearte e ricambivia antonio cesari+39 [email protected]

Verona

dal 15/10/2004 al 30/01/2005

Kandinsky e l’anima russaLa mostra propone circa centotrentaopere fra le più significative della storiadell’arte russa dall’Ottocento ad oggi,raramente giunte in Occidente e mai pre-sentate secondo un progetto espositivocosì completo ed aderente ai propriintentidal martedì alla domenica 9,00 –19,00 chiuso il lunedì, e il 1° gen-naiopalazzo fortivicolo volto due mori+39 [email protected]

GARANZIA DI RISERVATEZZAIn ottemperanza all'art. 10 della legge 675/96, La informiamo che i dati personali raccolti nel presente modulo di registrazione saranno utilizzati allo scopo di inviare le informazioni che Le interessano. Il conferimento deiSuoi dati personali contrassegnati da un asterisco è pertanto necessario per l'invio del materiale informativo da Lei richiesto. I Suoi dati non saranno comunque oggetto di comunicazione né di diffusione a terzi e sarannotrattati con l'ausilio di supporti informatici e/o cartacei idonei a garantire sicurezza e riservatezza. Titolare del trattamento è EMMI Srl Lei potrà in qualsiasi momento esercitare tutti i diritti previsti dall'art.13 della legge 675/96.

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VENEZIAdal 10 dicembre 2004 all'11 gennaio 2005

con intervento dellaDott.ssa Gabriella Nieroinaugurazione venerdì 10dicembre 2004 ore 19.00orario: dal lun. al sab. 10.00-22.00 Dom. 15.00 - 20.00Spazio Eventi - LibreriaMondadoriSan Marco 1345 www.luigiballarin.it

Luigi BallarinDadderi e Zafferano

FIRENZEDall'8 al 31 novembre 2004

a cura di pietro gaglianòinaugurazione:lunedì 8 novembre ore 18.30

zp studio via fra giovanni angelico 6/a50121 firenzevisita su appuntamento 055671221347 5754563 - 339 5418776 [email protected]@zpluspdesign.com

Adriano Buglianila discrezione dell'occhio

FIRENZEDal 9 ottobre al 9 novembre 2004

orario: tutti i giorni dalle ore9.30 alle ore 24, ingressoliberoNET GALLERY ART InternetVia Guelfa 63/r, 50100Firenzewww.net-gallery.it

Giuliano FazzariMille linee, un volto

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Ma chi è il signore barbuto che esausto se ne sta in cima ad una scala? E' il povero artista Alessandro Sarra che, schiavizzato in quel di Torino dal gallerista Nicola MariaBramante, si sta auto-allestendo la mostra (1). Seri e faceti: Mario Cristiani - boss dell'Associazione Arte Continua - e Achille Bonito Oliva - curatore dell'attuale edizione di Arteall'Arte - (2). Sempre durante la manifestazione toscana l'artista Massimo Bartolini guardava tutti perplesso, portando alla bocca il suo sigaro (3). Scene da ArteLibro, nuovakermesse bolognese dedicata all'editoria d'arte. Gran cerimoniere, in fascia tricolore d'ordinanza, "il cinese" Cofferati (4) il quale, confrontandosi anche con Philippe Daverio(5) sta cercando di trovare il modo di rilanciare l'arte a Bologna. Da un'altra parte lo storico designer Dino Gavina (9) s'intratteneva con alcune… coetanee. Nella milaneseRotonda di Via Besana sfilavano ben altri vip in occasione della mostra di Albert Watson. Guardate, ad esempio, l'algido splendore di Eva Herzigova (6). Eguale splendore…metallico nel sorriso del body artist Franko B (che prepara una mostra a Milano) e che qui divora vivande con la critica romana Emanuela Nobile Mino (7) durante la 'prima'capitolina dello spettacolo di Marina Abramovic che, poco distante, posa assieme alla sua gallerista storica Lia Rumma (12). E mentre sia I Santini del Prete (10) sia l'artistaPaul Etienne Lincoln (13) performano dal nord al sud Italia, un nostro lettore ha scovato un divertito Pier Luigi Diaco, al vernissage di Luigi Ontani alla galleria Lorcan O' Neilldi Roma (11). A Milano un gruppo di artisti coinquilini hanno organizzato una mostra nel loro appartamento, invadendo proprio tutti gli spazi. Vero, Karin Andersen (14)?Mentre a Torino l'evento d'inizio autunno è stata la mostra a casa di Luciana Littizzetto (15, 16) organizzata dal gallerista Fabio Paris (8).

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A Bolzano, dopo l'inaugurazione della mostra Seven Sins, mentre ci si sbronza a cena (17) e mentre l'artista Sislej Xhafa come al solito si atteggia a superfigo (22), la star è solo lei.Opportunamente balconcinata svetta su tutti la cattiva ragazza dell'arte inglese: Tracey Emin (18). Un grande maestro ancora sulla breccia: Mimmo Rotella presenta a Verona unlibro assieme a Marco Meneguzzo (19). Altri artisti nelle prossime foto rubate: De Pascale e Gribaudo (20) presenziano alla conferenza stampa degli Ipermercati dell'arte di Siena;Loris Cecchini (21) durante una festa a Prato, città dove si è recentemente trasferito, ed Attilio Maranzano con Ela Bialkowska (23). E ancora Marco Petrus contornato di splendidefanciulle (25) durante la sua mostra di Milano. Il fotografo Terry Richardson (27) - non felice della blasfemìa dei suoi scatti esposti a Bologna - si mette anche in croce per l'obiettivo…Intanto a Milano, alla galleria di Raffaella Cortese, si fa difficoltà a distinguere tra la gallerista e l'artista Kimsooja (28): chi è delle due la coreana e chi l'italiana? Dopo un infilata di arti-sti passiamo ai galleristi. Quei due fighi li in mezzo (26) sono i fondatori della galleria milanese IsTinto, mentre la splendida donna dal vestito levantino (29) è di gran lunga la più affa-scinante gallerista d'Italia. Come chi è! Antonella Nicola, no? In posa plastica da vero divo di Hollywood intanto è stato pizzicato Roberto Pinto (24), protagonista indiscusso dei fotofi-nish. Mezzi di trasporto e arte. Robert Pettena ha presentato in Romagna un modello di Vespa Piaggio un poco… modificata (31) e non solo nella marmitta. Mentre la Renault Meganericoperta di vetro opera di Luca Pancrazi (32) non ha resistito per molto nella piazza centrale di San Gimignano. E finiamo in bellezza. Eh sì, perché durante un party, un lettore è riusci-to a rubare un siparietto davvero hot. Il gallerista Enrico Fornello, preda dei suoi ormoni, ha tampinato per tutta la serata la meravigliosa Benedetta Spalletti (30). E alla fine…INVIATECI LE VOSTRE FOTO. LE PIU' BELLE VERRANNO PUBBLICATE SUI PROSSIMI FOTOFINISH > [email protected]

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alvolta si ha l'im-pressione di vive-re, più che nella

civiltà delle immagini, nellasocietà dei titoli.Qualunque minima cosa,dalla mostra al libro, natu-ralmente, ma anche dallacasa al paragrafo, dallalavastoviglie al partito, dal-l'emozione all'iniziativaumanitaria, dal film almaiale clonato, dal doppio-petto allo scatolificio, ènominata, intitolata e rego-larmente sottotitolata. E'una specie d'irresistibileepidemia che già datempo, bisogna dirlo,miete vittime di diversaestrazione, dal curatore dimostre al gestore del bar.Ci sono stati titoli davveromemorabili: chi non avreb-be voluto scrivere, se nonaltro per il titolo, Il GrandeSonno?Una volta, però, se unoscriveva un libro, poniamo,sui Presocratici e Socrate,il titolo suonava, general-mente Dai Presocratici aSocrate, o magariElementi presocratici in

Socrate, o persino L'uomoSocrate fra presocratici epostsocratici, ma eranopochi gli autori, e di solitoera privilegio dei grandi,che sceglievano titoli altiso-nanti e sintetici come adesempio Paideia, diJaeger. Oggi, una qualun-que tesi di dottorato sullostesso tema sarebbe inti-tolata pomposamentePrima di Alétheia, o maga-ri, lasciando intenderechissà quali sottintesi ideo-logici, Arcipelago Socrate,o addirittura DimenticareSocrate.Qualcosa di simile è acca-duto anche nell'ambitoartistico. Una volta, la clas-sica mostra su Van Goghsi intitolava Il genio di vanGogh, o magari, per esage-rare, Vincent, il genio tor-mentato. Ma già cinquan-t'anni fa, il cinema avevaanticipato i tempi con titolicome Lust for Life (Bramadi vivere), o The Ecstasyand the Agony (Il tormentoe l'estasi), talmente azzec-cati da oscurare persino illoro stesso contenuto (si

tratta in effetti delle bio-grafie hollywoodizzate diVan Gogh e Michelangelo).Dev'essere da lì che è par-tito il contagio, del restocome potrebbe esserediversamente? Un buontitolo facilita l'ufficio stam-pa, si fa ricordare, passaalla storia (pensate aglistessi film intitolati Vita dif-ficile di Vincent Van Gogh,oppure Uno scultore alservizio del papa. Roba daRaiEducational).Oggi però la malattia èconclamata. Non solo queibei tempi sono finiti maanche quelli gloriosi diPosthuman sembranoaver lasciato il campo adun'epidemia di clonazioni,imitazioni, rifacimenti, rical-chi, nella vana speranzache ciò che ha fatto storiapossa ripetersi una secon-da volta. Fatal Abstractionsarà anche carino per unamostra di astrattisti, magià il celeberrimo FormFollows Fiction risulta lezio-so. Che dire poi quando siscatena il vaso di Pandoradei giochi di parole pseudo-

situazionista, come nelcaso della mostra di scattifotografici di grandi filosofiintitolata (prendo la notiziadirettamente dalla miafonte preferita, Exibart)InGrandiMenti?!A quel punto non meravi-glia che la mostra su rici-clo ed ecomostri si chiamiEcomostra... In effettiormai la teratologia titolo-gica sconfina un po' ovun-que, dalla - almeno lieve-mente ironica - mostra didesigner che riutilizzanotubi di cartone (Capire unTubo) ad acronimi chepotrebbero risultare ambi-gui come Macro (si pro-nuncerà Macrò?). Né resi-stono roccaforti "serie"come la comunicazionepolitica: che dire dello slo-gan sbandierato alle scor-se amministrative dall'oc-chialuto Follini che s'intru-folava a rompere le pallead una tranquilla famigliolasotto l'egida del temibilequanto idiota calembour"Io C'entro"? Solo l'ineffabi-le direttore di RizaPsicosomatica, Raffaele

Morelli, può competere aquesto livello, con il sottoti-tolo del suo recente mensi-le Per Me, che suonaLeggiamoci dentro. E si può arrivare a boome-rang persino imbarazzanti,come quando una manife-stazione dedicata ai malatidi Parkinson e tenuta in unparco cittadino viene intito-lata Parkinsieme; oppure asublimi e sconcertantivette di icastica sobrietàcome Gli Impressionisti ela neve. Di fronte a queste altitudinioccorre fermarsi e ripren-dere fiato. Quanto ci toc-cherà attendere ancoraper poter finalmenteammirare I Futuristi e lagrandine, o L'Arte Poverae la mozzarella di bufala?(scrivimi: hostravistox-

[email protected])

(illustrazione di Bianco-Valente)

Il titolo di geniodi Marco Senaldi

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