Sped. in abb. post. - art 2 comma 20/B, Legge 662/96...

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energia pulita Newsletter di ANEV associazione nazionale energia del vento Sped. in abb. post. - art 2 comma 20/B, Legge 662/96 - Roma Anno 4 - Novembre 2005 - n°9 Patto per Kyoto Proposte concrete per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica nelle città italiane Sottoscritto da: Greenpeace, ISES Italia, ISSI, Kyoto Club, Legambiente, WWF, ANEV, Acli Anni Verdi, AIEL, ANAB, APER, Assolterm, Coldiretti, FIPER, ITABIA, Rete Lilliput, Sinistra Ecologista

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energia pulitaNewsletter di ANEV associazione nazionale energia del vento

Sped. in abb. post. - art 2 comma 20/B, Legge 662/96 - Roma Anno 4 - Novembre 2005 - n°9

Patto per KyotoProposte concrete per lo sviluppo delle fonti rinnovabili edell'efficienza energetica nelle città italiane Sottoscritto da:Greenpeace, ISES Italia, ISSI, Kyoto Club, Legambiente,WWF, ANEV, Acli Anni Verdi, AIEL, ANAB, APER,Assolterm, Coldiretti, FIPER, ITABIA, Rete Lilliput,Sinistra Ecologista

L’Italia è in netto ritardo sulle pro-cedure di implementazione delProtocollo di Kyoto. A soli 7 annidalla scadenza del primo periododi adempimento, il nostro Paese hasuperato del 12% i livelli di emis-sioni nazionali di gas serra del1990. A fronte di un impegno diriduzione del 6.5% rispetto aivalori del 1990, la strada da per-correre appare lunga e complessasenza uno sforzo concreto da partedi tutte le forze in gioco e in par-ticolare degli attori istituzionali. Imutamenti climatici sono in atto,lo dimostrano numerosi e autore-voli studi scientifici, e ne subisco-no gli impatti disastrosi soprattut-to le regioni tropicali e subtropica-li dell’Africa, dell’America Latina,dell’Asia, ma è anche sempre piùevidente, anche per le popolazioniche abitano il nord del mondo,l’aumento nella forza e nellacadenza di alluvioni e uragani. Lagrande maggioranza della comu-nità scientifica è ormai d’accordosulla necessità di agire subito conl’obiettivo di far tendere a zeroentro il 2100 le emissioni di gasserra, nonché ridurle nel mediotermine in una misura sufficiente afermare l’aumento delle concen-trazioni in atmosfera. Questo alloscopo di contenere entro 2°C l’in-cremento della temperatura terre-stre; superata questa soglia, si cal-cola che aumentino rapidamentele probabilità di conseguenze irre-versibili e catastrofiche sugli eco-sistemi e di minacce alla sopravvi-venza di interi popoli. Servonosoluzioni radicali, e servono subi-to. La nostra economia, più ancorache nel resto dell’Europa, continuaa basarsi su logiche non sostenibi-li, fuori da ogni prospettiva di

cambiamento del sistema energeti-co verso una minore dipendenzadalle fonti fossili. Eppure unapolitica orientata su quattro diret-trici a forte potenziale di riduzionedei gas climalteranti - il migliora-mento dell’efficienza energeticanegli usi civili ed industriali, losviluppo delle fonti rinnovabili, laqualificazione energetica dell'edi-lizia e la mobilità e trasporti soste-nibili - avrebbeeffetti positivinon solo sult e r r e n oambientale, inun momento incui gli alti ecrescenti prezzidel greggiocreano unos v a n t a g g i ocompetitivo perl’Italia: consen-tirebbe la crea-zione di centi-naia di migliaiadi posti di lavo-ro, la riduzionedella nostrad i p e n d e n z aenergetica dal-l’estero - conun conseguente stabilizzarsi deiprezzi dell’energia e del caricoinflattivo che essa ha sull’econo-mia, la riduzione dei “costi esterni”a carico del servizio sanitarionazionale e dello Stato. Tra i passida compiere, uno di estremaimportanza è arrestare la tendenzacostante ad accentrare la produ-zione energetica in grandi impian-ti. In particolare, una scelta su cuipuntare è la generazione distribui-ta in impianti di piccole e mediedimensioni capaci di recuperare

calore e, dunque, di conseguirerendimenti superiori alle centralitradizionali, che avrebbe anche ilvantaggio di creare sul territoriouna rete flessibile, vicina all’uten-za, di facile espansione e dalleprolifiche potenzialità di mercatoin vista dell’imminente liberalizza-zione del settore, anche per leutenze private. Le altre due“gambe” di un politica dell’energia

veramente innovativa sono: ilrisparmio energetico, promuoven-do l'efficienza energetica dell'in-volucro edilizio attraverso unacorretta progettazione e l’innova-zione tecnologica orientata a talescopo; dall'altra l’adozione dimisure d’incentivazione che favo-riscano, da una parte, lo sviluppodelle nuove fonti rinnovabili, che,come dimostrano vari esempieuropei, possono arrivare a soddi-sfare quote significative delladomanda energetica.

La situazione attuale

Il Patto perKyoto

L’Italia dispone, per la sua posizio-

ne geografica privilegiata, di una

grande abbondanza di fonti rinno-

vabili potenziali. Per concretizzare

questa che finora è rimasta solo

una possibilità, occorrono campa-

gne ed eventi di informazione e

divulgazione per coinvolgere il

pubblico e strumenti legislativi ad

hoc. Con spirito proattivo e propo-

sitivo le associazioni sottoscriven-

ti si sono riunite sotto il nome di

Patto per Kyoto, allo scopo di con-

dividere sinergicamente il proprio

know-how e contribuire a creare i

presupposti per una “nuova rivo-

luzione industriale”, verso un

futuro sostenibile che valorizzi

ancora di più le risorse del nostro

Paese. Questo documento si propo-

ne di fornire proposte e indicazio-

ni costruttive per favorire il rispar-

mio energetico e lo sviluppo di un

mercato dell’energia efficiente,

rinnovabile e a basso impatto

ambientale, sia a livello nazionale

che locale. Nelle schede allegate -

dedicate all'efficienza energetica,

alle fonti di energia rinnovabile ed

alla mobilità sostenibile - a fianco

di una breve descrizione, vi sono

le proposte del Patto per Kyoto,

per avviare nel breve periodo

interventi concreti per allineare

l’Italia agli impegni presi sul fron-

te internazionale e condurla verso

l’indipendenza e la sostenibilità

energetica.

Efficienza Energetica

Il 2005 è l’anno dell’efficienzaenergetica. A livello europeo sonodi imminente approvazione unaserie di direttive tutte inquadratenella direzione della riduzionedella domanda energetica. Ladirettiva 2002/91/CE, sull’efficien-za energetica degli edifici, è statarecentemente recepita dall’Italiacon il Dlgs 192/2005 che fissastandard minimi accettabili ma incaso di inottemperanza sono pre-viste solo inadeguate sanzioniamministrative. Con opportunemisure di risparmio è possibileridurre ogni anno la domandaenergetica di almeno il 2% per ilsettore privato e del 3% per il set-tore pubblico. Il settore residenzia-le in Italia mostra potenziali dirisparmio energetico fino al 50%con notevoli benefici ambientalied economici. I principali ambiti diintervento sono: • razionalizzazio-ne e incremento dell’efficienzanegli impianti esistenti, definendoobiettivi di risparmio negli usifinali e di recupero termico peraltri usi • architettura bioecologi-ca e solare passivo • interventisulla coibentazione dell’involucroche riducano il carico del condi-zionamento estivo • uso di mate-riali ecocompatibili a bassa ener-gia inglobata • esposizione obbli-gatoria del certificato energeticoper edifici pubblici • pianificazio-ne urbanistica sostenibile • la pro-mozione di elettrodomestici effi-cienti (rottamazione di quelli inef-ficienti) • micro-cogenerazione etrigenerazione Più volte è statosottolineato quanto un chilowatto-ra risparmiato abbia costi netta-mente minori di un chilowattoraprodotto, persino escludendo icosti ambientali e sociali esternicausati dall’impianto generativo.Occorre un forte impegno per lavalorizzazione delle soluzioni eco-compatibili: incentivi, campagnedi informazione, legislazione eregimi fiscali ad hoc, certificazioneenergetica degli edifici, sono soloalcuni degli strumenti a disposi-

zione. Protocolli di interventogarantiti, che assicurino tempi diammortamento brevi ed efficaciadei risultati, sono ormai diffusi intutta Europa. Lo standardGreenLight, ad esempio, permettedi ridurre del 30% i consumirispetto alle tecnologie standard diilluminazione, recuperando l’ex-tracosto in meno di 4,7 anni.

Memorandum proposte

Richieste a livello nazionale:1. aumentare del 2% annuo gliobblighi dei certificati bianchi(D.M. 20/7/2004) di risparmioper gas ed elettricità nel secon-do quadriennio (2009-2012) 2. ridurre l’IVA per le classi piùefficienti (A o superiori) di tuttigli elettrodomestici e i sistemi diilluminazione 3. definire i criteri per la certifi-cazione energetica degli edificied imporre standard minimi diefficienza per i nuovi edifici e leristrutturazioni, per la conces-sione dell’abitabilità 4. fissare una temperatura mini-ma estiva (ad es. non meno di25°C) consentita per i condizio-natori fissi e l’obbligo di manu-tenzione annuale come per lecaldaie e fissare sanzioni emodalità di esecuzione dellestesse 5. promuovere i sistemi di con-tabilizzazione del calore 6. definire interventi di efficien-za energetica per gli edifici dadefiscalizzare con detrazioneIRPEF del 36-40% in 5 anni

Richieste a livello locale:1. illuminazione non residen-ziale negli Enti Pubblici: adot-tare le caratteristiche fissate dalprogramma europeo GreenLight2. acquisti pubblici: per gare eappalti introdurre le specifichetecniche di efficienza per gliacquisti degli Enti Pubblici(classi A e superiori; EnergyStar per le attrezzature da uffi-cio) 3. incentivare l’adozione disistemi di riscaldamento radian-ti a bassa temperatura

Le biomasse costituiscono una

fondamentale opportunità per la

produzione “pulita” di energia e

carburanti, anche se molto dipen-

de da come l’energia viene prodot-

ta. Fatta salva, infatti, quella parte

di biomasse, soprattutto quelle

umide, da destinare al compostag-

gio di qualità e al successivo

impiego agronomico, fondamenta-

le per fissare al suolo rilevanti

quantità di carbonio, la loro tra-

sformazione in biocarburanti e,

soprattutto, in combustibile per la

produzione di energia elettrica e

calore, può fornire un importante

contribuito per la riduzione delle

emissioni di anidride carbonica in

atmosfera. L’uso energetico delle

biomasse presenta infatti emissio-

ni climalteranti nulle, visto che la

CO2 emessa durante la combustio-

ne viene assorbita dalle piante

stesse durante la crescita, grazie al

processo naturale di fotosintesi

clorofilliana (anche se vanno con-

siderati i consumi energetici nelle

fasi di approvvigionamento, lavo-

razione e trasporto, che possono

ridurre i benefici in termine di

emissioni). L’uso delle biomasse

per la produzione di energia elet-

trica dovrà prevedere la cogenera-

Energia da Biomasse

zione e riguardare sia le biomasse

appositamente coltivate, soprattut-

to quelle ad elevata capacità di

assimilazione di anidride carboni-

ca e a bassa umidità, sia gli scarti

agro-forestali, il cui prelievo deve

avvenire in maniera sostenibile, in

particolare vietando l’utilizzo di

biomasse provenienti da foreste

primarie. Gli impianti dovranno

essere dimensionati in maniera

tale che la biomassa necessaria ad

alimentarli sia reperita nel raggio

di poche decine di km: l’eccessiva

movimentazione peggiora sensi-

bilmente il bilancio energetico-

ambientale. L’uso delle biomasse

per la produzione di biocarburanti

garantirebbe anche una riduzione

delle emissioni in atmosfera

rispetto all’uso dei prodotti della

raffinazione del petrolio e - aspet-

to non trascurabile alla luce del

prezzo del petrolio sui mercati

internazionali - della dipendenza

energetica del nostro paese dall’e-

stero. Il recupero energetico dalla

biomassa è una strategia interes-

sante che può aiutare anche i set-

tori dell’agricoltura in crisi, se si

fonda soprattutto sull’uso di coltu-

re dedicate facendo però attenzio-

ne che queste non provochino una

perdita di fertilità dei suoli, non

danneggino la biodiversità e il

paesaggio.

Memorandum proposte Richieste a livello nazionale:1. potenziare i meccanismi di incentivazione esistenti (ad esempio iDM 20 luglio 2004 che di fatto non incentivano la diffusione dellecaldaie) e introdurne di nuovi (conto energia) per la diffusione diimpianti per la valorizzazione energetica delle biomasse 2. incentivare le colture energetiche premiando quelle a più alta resa(ton/ha) e che rispettano l’ambiente (senza uso di OGM e con ridot-to impiego di pesticidi e fertilizzanti) 3. escludere la frazione non biodegradabili dei rifiuti dalle fonti chepossono usufruire delle incentivazioni economiche previste per lerinnovabili dal Dlgs. 387/2003, come chiaramente specificato nelladirettiva 2001/77/CE 4. elevare l'esenzione delle accise per i biocarburanti (biodiesel)dalle attuali 200.000t/anno ad oltre 500.000 t/anno di produzionenazionale (obiettivo Libro Bianco Rinnovabili) e attivare un contin-gente di olio vegetale puro defiscalizzato per almeno 200 milat/anno 5. aumentare le percentuali minime di biocarburanti da immetteresul mercato previste dal Dlgs. 128/2005 portandole almeno agliobiettivi fissati dalla direttiva 2003/30/CE (2% entro il 2005 e 5,75%entro il 2010)

Richieste a livello locale: 1. promuovere il recupero e la valorizzazione dei residui agrofore-stali a fini energetici, incluse le potature urbane, attraverso accordidi filiera che ne affrontino in modo sistematico l’organizzazionedella raccolta, la trasformazione in combustibile, la distribuzione el’impiego energetico 2. promuovere il mercato delle caldaie a biomasse a legno o pelletad uso domestico, per mini e medie reti di teleriscaldamento e per ilcalore industriale, anche attraverso incentivi in conto capitale (25-30% del costo di investimento) 3. favorire il teleriscaldamento a biomasse, soprattutto dove non c’èla rete del gas (es. aree montane) e promuovere sempre gli impian-ti di cogenerazione 4. campagne di informazione e formazione sugli usi energetici dellebiomasse, particolarmente di quelle legnose 5. attuare una valutazione di impatto ambientale laddove gliimpianti possono danneggiare il paesaggio e il territorio

L’Italia ha una potenza installata

di circa 25 volte inferiore a quello

della Germania, nonostante l’Italia

goda del 50% in più di insolazione

annua. Per esempio, la superficie

di tutti tetti esistenti in Italia

ammonta probabilmente a circa

1500-1700 km2 ovvero 0,5% del

territorio nazionale. Usando tutta

questa superficie per il solare foto-

voltaico (FV) si arriverebbe - con

la tecnologia attuale - a produrre

circa 200 TWh/anno, ovvero a

coprire oltre 2/3 dell'intero fabbi-

sogno elettrico italiano. Tuttavia,

non sarà necessario coprire tutti i

tetti italiani con il solare FV, anche

perché, in futuro, l'efficienza della

tecnologia FV è destinata a cresce-

re: con la stessa superficie riuscire-

mo a produrre più energia (proba-

bilmente il doppio a medio termi-

ne). L’introduzione del conto ener-

gia, con la pubblicazione del DM

28 luglio 2005 e della delibera

188/2005 dell’Autorità per l’ener-

gia elettrica e il gas, apre in Italia

una nuova stagione per il fotovol-

taico.. Le crescite record del setto-

re continuano da una decina di

anni ed oltre, e in Germania e

Giappone il FV ha successo perché

i relativi governi hanno deciso di

"investire nel futuro" e nello svi-

luppo della propria industria sti-

Solare Fotovoltaico

molando la domanda interna, con

il beneficio di maggiori introiti per

l’industria e di creazione di posti

di lavoro. In particolare, ciò si è

verificato grazie ad adeguati pro-

grammi di incentivazione della

produzione elettrica dal Sole (in

Germania) e per la stretta collabo-

razione dell’industria fotovoltaica

con il settore edile (in Giappone).

Il conto energia, che incentiva il

kWh prodotto dall’impianto FV,

offre una concreta opportunità di

crescita del mercato fotovoltaico

nazionale.

In aggiunta, tuttavia, i Comuni

potrebbero prevedere incentivi per

l'integrazione architettonica,

assenti nel Decreto nazionale, per

promuovere la tecnologia solare

FV su tetti e facciate, mentre non è

altrettanto utile installare impianti

solari su terreni vergini e/o agrico-

li.

Memorandumproposte

Richieste a livello nazionale: 1. innalzare ad almeno a 300MW al 2010 l’obiettivo postodall’attuale decreto 2. ridurre la quota di impiantirealizzati a terra di grandidimensioni rispetto a quelliinstallabili su strutture edilizie 3. nel prossimo decreto sulconto energia fotovoltaico pre-vedere una tariffa incentivanteper kWh prodotto superiore nelcaso di impianti installati sugliedifici rispetto agli impianti aterra 4. riduzione dell’IVA al 4% pergli impianti fotovoltaici

Richieste a livello locale:1. promuovere strumenti disemplificazione autorizzativaalla realizzazione di impiantifotovoltaici integrati negli edi-fici (vedi legge regionale dellaToscana n.39/2004, che adesempio prevede l’esenzionedalla DIA per impianti di picco-la taglia) e introdurre l’obbligodi predisposizione dei nuoviedifici per poter ospitareimpianti fotovoltaici 2. creazione di tassi verdi emutui agevolati (interessi al disotto del livello nazionale) conaccordi volontari tra enti localie istituti di credito per l’acqui-sto da parte di privati o di entipubblici di impianti fotovoltai-ci 3. programmi di installazionedi pannelli fotovoltaici peralcune tipologie di edifici dellaPubblica Amministrazione, adesempio edifici scolastici eUniversità

La tecnologia del solare termico èormai matura, affidabile e dai costicontenuti. Ma l’Italia continua adessere in questo settore in notevo-le ritardo tra i Paesi dell’UnioneEuropea. Germania, Austria eGrecia hanno avuto negli ultimianni tassi di crescita importanti:ad esempio, nel 2004 in Germaniasono stati installati collettori pariad una superficie di 750.000 mÇ;

in Austria e Grecia l’installato èstato di circa 180.000 mÇ, in Italiasolo 65.000 m2. Oggi in Germaniasono installati 5,8 milioni di m2 dicollettori (pari a 4.040 MW termi-ci). In Italia si stima siano installa-ti ad oggi 550.000 m2 in totale,mentre occorre almeno raggiunge-re gli obiettivi indicati dal LibroBianco italiano, che prevede 3

milioni di m2 installati al 2010. Peruno sviluppo di lungo periodo delsolare termico sono importanti leiniziative di amministrazioni loca-li, quali il Comune di Barcellona,in Spagna, e in Italia quelli diCarugate e Corbetta (MI), dovel’installazione di impianti solaritermici è obbligatoria per tutti gliedifici di nuova costruzione o inristrutturazione, in linea con la

Direttiva della CommissioneEuropea n.91 del 2002, che obbli-ga a soddisfare almeno il 60% delfabbisogno annuale di acqua caldasanitaria con sistemi solari termici.In Italia abbiamo ancora 8 milionidi boiler elettrici installati (il siste-ma a peggiore rendimento per ilriscaldamento di acqua per usisanitari).

Solare Termico Memorandumproposte

Richieste a livello nazionale:1. riduzione dell’IVA per gliimpianti solari termici e dedu-cibilità dal reddito delle perso-ne fisiche degli investimenti perl’installazione degli impiantisolari e l’ammortamento rapidoper le persone giuridiche 2. programmi speciali di pro-mozione, incentivazione ericerca per il solare termiconelle nuove applicazioni: raf-frescamento degli ambienti eproduzione di calore a bassatemperatura per l’industriaRichieste a livello locale:1. leggi regionali e regolamentiedilizi con l’obbligatorietà deipannelli solari termici neinuovi edifici e nei casi diristrutturazione straordinariasecondo lo spirito della normaeuropea 91/2002 2. utilizzo dei sistemi solari ter-mici su tutti o parte degli edifi-ci pubblici in modo da favorireil risparmio energetico e lancia-re una campagna a favore delsolare su più vasta scala (inbase alla legge 10/1991) 3. semplificazione delle proce-dure autorizzative per l’instal-lazione negli edifici, come attolibero ad esclusione degli edifi-ci vincolati 4. riduzione dell’ICI a chiinstalla un sistema solare ter-mico e/o aumento dell’ICI a chinon lo installa 5. campagne e centri di infor-mazione per il pubblico sullatecnologia, utilizzando risorserisparmiate dalla progressivariduzione degli incentivi afondo perduto, che, se episodi-ci, non consentono di creare unmercato del solare termico sta-bile e duraturo

L’energia eolica è la fonte energe-

tica in maggiore crescita a livello

mondiale con una potenza instal-

lata di oltre 43.000 Megawatt.

L’Italia con 1.600 MW installati

evidenzia ancora forti ritardi nei

confronti di molti Paesi europei

che hanno raggiunto risultati

straordinari di crescita in questi

anni attraverso una chiara politica

industriale e territoriale. In

Germania sono stati installati in

pochi anni oltre 17.000 MW, in

Spagna oltre 9.000, in Danimarca

3.200. La ricerca tecnologica con-

sente oggi di rendere competitive

da un punto di vista finanziario, in

molte aree italiane, sia impianti

eolici di dimensione più grande

(turbine da 1-2 MW), che impianti

di potenza ridotta (minieolico,

sotto i 20 kW, per 20-25 metri di

altezza) nella prospettiva di una

generazione energetica diffusa. Il

problema del mancato decollo del-

l’eolico è collegato ad alcune

incertezze di mercato, come l’im-

prevedibilità dei prezzi dei

Certificati Verdi, ma soprattutto

all’assenza di una chiara pianifica-

zione territoriale (regionale). Per

contribuire alla diffusione degli

impianti eolici nel territorio italia-

Eolico

no occorrono regole chiare di svi-

luppo degli impianti, indirizzi di

tutela ambientale e paesaggistica

che tuttora non esistono a livello

nazionale. Questa prospettiva per-

metterebbe di definire nelle diver-

se regioni obiettivi di sviluppo

degli impianti eolici, rendere tra-

sparente il processo e la valutazio-

ne dei diversi progetti.

Memorandumproposte

Eolico:1. definire le “Linee guida perl’approvazione dei progetti diimpianti da fonti rinnovabili”,previste dal Decreto Legislativo387/2003 al fine di stabilireregole nazionali per i progettidi impianti eolici, le regole e gliindirizzi per tutelare le areesensibili da un punto di vistaambientale e paesaggistico 2. impostare le politiche regio-nali nella direzione di una dif-fusione in tutte le aree compa-tibili, individuando le aree sen-sibili da un punto di vistaambientale e sociale dove evi-tare la costruzione degliimpianti

Mini-eolico:1. semplificare le procedureautorizzative per la realizzazio-ne dei piccoli impianti eoliciladdove non vi siano vincoliambientali e paesaggistici,escludendoli dal procedimentoV.I.A. 2. favorirne la diffusionemediante adeguati programmidi incentivazione, in contoenergia e/o detrazione fiscalee/o credito d’imposta, sia degliimpianti non connessi alla retesia di quelli grid-connected 3. aumentare l’informazioneattraverso campagne di sensibi-lizzazione tra i cittadini

La costante crescita del traffico sugomma sta determinando un rile-vantissimo aumento delle emissio-ni di anidride carbonica del setto-re trasporti. Tra il 1990 e il 2002 laCO2 è cresciuta del 23,9%. L’Italiaha il più alto numero di auto perabitante in Europa e il settore tra-sporti contribuisce per circa il 25%al totale delle emissioni di gasserra del Paese. Nei costi di tra-sporto non sono inoltre considera-ti l’insieme delle conseguenze e deicosti esterni ambientali, sanitari eterritoriali determinati dal trafficosu gomma. A livello locale deveessere incentivato un modello dimobilità urbana sostenibile cheriduca le esigenze di spostamentisu gomma, che favorisca tutte lemodalità alternative all’auto(pedonali, ciclabili, ecc.) e rilanci il

trasporto pubblico nel quadro diuna attenta pianificazione dellefunzioni e degli insediamenti,impedendo il consumo di nuovisuoli. Sono necessarie anchemodifiche strutturali alle politiche,quali: • utilizzare le risorse finan-ziarie indirizzate alla viabilità perla manutenzione e la messa insicurezza di strade esistenti, limi-tando la costruzione di quellenuove • reindirizzare gli investi-menti infrastrutturali a favore deitrasporti pubblici su ferro ed acqua

• promuovere partenariati tra sog-getti istituzionali, operatori e asso-ciazioni al fine di sviluppare laprogettualità e l’attuazione dellemisure • integrare le politiche set-toriali (trasporti-territorio-ambiente) e gli strumenti di piani-ficazione (PRG, piani del traffico edella viabilità, piani di risanamen-to ambientale ed acustico) •costruire il consenso attorno allemisure di sostenibilità, con stru-menti di informazione, educazionee partecipazione della popolazione

Memorandum proposte Richieste a livello nazionale:1. priorità a investimenti pubblici e privati a favore del trasportosu rotaia e del cabotaggio 2. stabilire standard sempre più elevati per le emissioni di inqui-nanti e gas serra per i nuovi veicoli (Euro 4 o simili) 3. aumentarela tassazione in base alle emissioni prodotte e sviluppare tecnolo-gie di efficienza energetica applicate ai mezzi di trasporto per mini-mizzarne i consumi 4. portare l’IVA al 40% per i veicoli di lusso ed i SUV (Sport UtilityVehicles) 5. utilizzo di incentivi per una maggiore diffusione di combustibi-li puliti come, ad esempio, i biocombustibili

Richieste a livello locale:1. potenziare e qualificare l’offerta del trasporto pubblico 2. traffic calming: limitare la velocità per rendere compatibili iflussi di traffico veicolare e quelli non veicolari (pedoni, ciclisti) 3. car pooling: promuovere l’aumento del coefficiente di occupa-zione dei veicoli 4. car sharing: auto in multiproprietà per necessità di bassa percor-renze 5. valorizzazione del ruolo del mobility manager, specialista nel-l’ottimizzazione degli spostamenti 6. promozione dell’uso della bicicletta (bici al seguito sui trasportipubblici e creazione di piste ciclabili) 7. tariffazione progressiva secondo la quantità di merci trasportateed il livello di emissioni 8. travel information services: sviluppo di reti informatiche digestione viaria, per le aree urbane esposte a fenomeni di congestio-ne

Mobilità Sostenibile