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Allocco 17 Specie: Ordine: Famiglia: Allocco Strix aluco Strigiformi (Strigiformes) Strigidi (Strigidae)

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Allocco17Specie:

Ordine:

Famiglia:

Allocco Strix alucoStrigiformi (Strigiformes)Strigidi (Strigidae)

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MORFOLOGIA

osservazione. L’udito rimane comunque il senso più sviluppato, grazie alle

molto piccole.

Curiosità Nel Medioevo veniva associato alle streghe forse per la sua vita notturna e il verso piuttosto inquietante, da qui il nome della specie Strix che vuol dire strega. L’Allocco si è guadagnato anche la fama di essere stupido per

quando abbagliati dalla luce….la stessa espressione poco intelligente che assume chi rimane attonito e confuso di fronte ad una circostanza imprevista: da qui l’espressione “essere un allocco” oppure “restare come un allocco”. In realtà l’Allocco è un animale tutt’altro che stupido!

DISTRIBUZIONE

Habitat

adattamento. Si può trovare in collina o in montagna, dove raggiunge

monumentali.

Dieta

Biologia

con il suo caratteristico canto, soprattutto in autunno. È una specie

0117_Allocco

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02

SEGNI DI PRESENZA

uuuuu”. Un altro segno di presenza è rappresentato dalle borre, cioè dai

digerendo solo le parti molli, ed espellendo le parti non digerite come peli,

STATUS

considerata una specie in buono stato di conservazione: risulta infatti in

progressivo e costante aumento, soprattutto grazie ai piani di protezione,

ambienti via via sempre più antropizzati. I principali fattori di minaccia

sono rappresentati dal taglio delle piante mature, dagli incendi, dall’uso di

pesticidi e dalle uccisioni illegali.

regolarmente.

17_Allocco

BA

3-7 cm

1,8-3 cm

Tav. A: borra di allocco a grandezza

naturale (3-7 cm di lunghezza,

1,8-3 cm di diametro). Sono

riconoscibili resti ossei e peli di

micromammiferi

Tav. B: disegno di allocco in volo

(apertura alare di 81-96 cm)

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Esotica e Selvatica Monte Adone

T. 051/847600

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NUMERI UTILI E CONTATTI

03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono

quindi vietate tutte le attività che possono compromettere la

salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte, come per esempio fornire fonti di

Considerando che una delle principali minacce per l’Allocco è

possibile il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i centri

di recupero specializzati.

17_Allocco

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Specie:

Ordine:

Famiglia:

Apollo Parnassius apolloLepidotteri (Lepidoptera)Papilionidi (Papilionidae)

Apollo

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MORFOLOGIA

individuale, questa farfalla presenta un colore di fondo bianco con spolveratura scura sui

predatori. Se queste farfalle vengono disturbate, aprono le ali e mettono in evidenza i due

DISTRIBUZIONE

Habitat

in ambienti antropizzati come i vigneti abbandonati.

Dieta La larva si accresce prevalentemente consumando piante carnose, succulente, del

genere Sedum Sempervivumdi Giove). Gli adulti si possono trovare spesso sulle piante dei generi Cirsium (per esempio

i cardi), sull’Origanum e sulle Centauree (Asteracaeealtri generi.

Biologia Il ciclo vitale di questa farfalla comprende due fasi principali: lo stadio larvale

e quello adulto e presenta una sola generazione l’anno. Le uova vengono deposte

singolarmente su una pianta ospite e la larva passa la stagione fredda protetta dal guscio

Curiosità Il maschio dopo l’accoppiamento costruisce una struttura cornea, detta sphragis, che attacca all’addome della femmina, rendendola meno “appetibile” ad altri maschi ed impedendo così nuovi accoppiamenti.

STATUS

Invertebrati ad essere considerato “vulnerabile”. Nonostante la specie non sia in pericolo di

estinzione nel suo areale complessivo di distribuzione, viene considerata in pericolo invece

a livello locale in seguito all’isolamento e all’esigua consistenza delle popolazioni. I principali

idonei per la presenza della specie, l’abbandono delle montagne, il naturale avanzamento

del bosco, disturbo dovuto alla presenza dell’uomo e al prelievo di esemplari da parte di

collezionisti.

Papilio machaon)

(Zerynthia polyxena

0127_Apollo

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REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli

ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le

attività che possono compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali e

di conseguenza delle specie che ne fanno parte.

In particolare visto che questa specie è molto ricercata dai collezionisti:

è VIETATO la raccolta degli esemplari di Apollo in qualsiasi fase del ciclo

vitale… questa è permessa solamente ai ricercatori solo se autorizzati

dagli Enti competenti e solo per attività di monitoraggio e ricerca

27_Apollo

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Aqui

la R

eale14Specie:

Ordine:

Famiglia:

Aquila Reale Aquila chrysaetosAccipitriformi (Accipitriformes)Accipitridi (Accipitridae)

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MORFOLOGIA

correnti d’aria ascensionali per osservare il territorio sottostante alla ricerca delle prede con i

superiore a quella dell’uomo.

DISTRIBUZIONE

appenninica e nelle zone montuose di Sicilia e Sardegna. In Italia è considerata stabile ed

densa, probabilmente per un numero minore di risorse alimentari e per una persecuzione più

Habitat

appenninici ed insulari. È comunque legata ad ambienti aperti o semiaperti, dove prevalentemente

Dieta

femmina collaborano durante la caccia: uno vola planando per impaurire la preda, mentre l’altro si

Curiosità Nonostante i vecchi racconti popolari parlino di vari animali come agnelli, capretti,

molto grandi di poco più di 1 kg di peso e solo se la cattura è avvenuta a quota più alta rispetto al nido.Biologia

verranno deposte le uova, generalmente due a distanza di alcuni giorni l’una dall’altra. La cova

piccoli. I piccoli sono in grado di spiccare il primo volo verso luglio, al più tardi in agosto. I giovani

0114_Aquila Reale

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SEG NI DI PRESENZA

spesso vengono emessi suoni dai giovani prima dell’involo e per attirare l’attenzione degli adulti

una volta spiccato il volo.

STATUS

stabile. In passato i principali fattori di minaccia erano rappresentati dal bracconaggio: gli

stata a lungo perseguitata. Numerosi sono ancora oggi i pericoli per la specie, principalmente il

bracconaggio ed i bocconi avvelenati usati illegalmente contro predatori domestici o selvatici.

specie è accertata e stabile: individui sono stati osservati in volo in Val Dardagna, e sulle praterie

di crinale usate per l’alimentazione.

Buteo buteoCircus Accipiter gentilis

(Pernis apivorus).

0214_Aquila Reale

Tav. A: disegno in vista ventrale e silhouette

alare nelle femmine)

2 mt

A

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Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il regolamento

dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli ambienti naturali

che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le attività che possono

compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte, come per esempio fornire fonti di alimentazione

Considerando che una delle principali minacce per l’Aquila reale è

Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i centri di recupero specializzati.

0314_Aquila Reale

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Arv

icol

a de

lle N

evi10Specie:

Ordine:

Famiglia:

Arvicola delle Nevi Chionomys nivalisRoditori (Rodentia)Muridi (Muridae)

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MORFOLOGIA

due sottospecie: C. n. nivalisC. n. leucurus

variabile, spesso grigio, mentre nella parte ventrale e sulla coda è più

DISTRIBUZIONE

l’estensione dell’areale possa essere sottostimata. La presenza della

Habitat

metri sul livello del mare.

Dieta

contribuendo così al rinnovo e alla rigenerazione della vegetazione di alta

quota.

Biologia

da una camera e da uno o più depositi dove stivare le risorse alimentari.

suolo e il manto nevoso: infatti scava cunicoli sotto la neve, lungo i quali

periodo riproduttivo dura circa due mesi, ma la sua collocazione nell’anno

sono piuttosto stabili nel tempo grazie a frequenti migrazioni tra i diversi

segni di presenza facilmente riconoscibili. I cunicoli sotto la neve o

Curiosità L’Arvicola delle nevi viene chiamata anche “ratto delle baite” per

dove ripararsi e nascondersi.

0110_Arvicola delle Nevi

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0210_Arvicola delle Nevi

STATUS

dove la sua presenza è stabile, la mancanza di informazioni sulla

strettamente legate all’ambiente alpino, questa specie viene considerata

Mustela nivalis), la Volpe (Vulpes vulpes), il

Gatto Selvatico (Felis silvestris(Strix aluco Aquila chrysaetoscome la Vipera (Vipera aspis).

esempio tra gli Insettivori la Crocidura minore (Crocidura suaveolens),

il Toporagno d’acqua (Neomys fodiens Suncus etruscus) e

Arvicola terrestris(Microtus saviicostituire le risorse alimentari principali nella dieta di piccoli carnivori,

A

Tav. A: illustrazione dell’Arvicola di Savi

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REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono

quindi vietate tutte le attività che possono compromettere la

salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Se si ha la fortuna di incontrare un’Arvicola delle nevi bisogna

prima di tutto NON URLARE. In particolare:

non bisogna provare ad avvicinarsi, nemmeno per scattare

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre

tenerli al guinzaglio perché non vadano a spaventare le specie

selvatiche.

subito il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i centri di

recupero specializzati;

10_Arvicola delle Nevi

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Capriolo05

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Capriolo Capreolus capreolusArtiodattili (Artiodactyla)Cervidi (Cervidae)

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MORFOLOGIA

In Italia sono presenti due distinte sottospecie: C. c. capreolus originata

per immigrazione e/o reintroduzione di individui di provenienza

C. c. italicus

e del grossetano.

La colorazione del mantello varia a seconda della stagione: in estate è

ciascuna.

DISTRIBUZIONE

In Italia il Capriolo è presente in due grandi areali: il primo comprende

Habitat Il Capriolo è il tipico ungulato di ambienti di pianura, collina e

media montagna con scarso innevamento, caratterizzati da alternanza

zone intensamente coltivate.

Dieta Il Capriolo è una specie piuttosto selettiva, si nutre di piante

un tipico brucatore di vegetali molto nutrienti, pascolatore nel caso di

Biologia Il Capriolo è un animale tipicamente territoriale. Ciò ne spiega

le circostanze lo rendono necessario, ad esempio in caso di carestie

invernali.

riparati e sicuri e solo a circa 3 mesi iniziano a seguire la madre.

SEGNI DI PRESENZA

I segni di presenza maggiormente rinvenibili sono le impronte degli

0105_Capriolo

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le zampe anteriori ed i “fregoni”, abrasioni riscontrabili sulle cortecce

delimitazione del territorio.

STATUS

è piuttosto precaria e necessita di azioni volte a favorire l’espansione

dei nuclei autoctoni come per esempio reintroduzioni, riduzione del

bracconaggio e del randagismo canino. Il Capriolo risente inoltre

della presenza del Lupo (Canis lupus), suo predatore naturale, e della

competizione per le risorse alimentari con il Cervo (Cervus elaphus) ed il

Daino (Dama dama).

Corno alle Scale la presenza della specie è ormai accertata e stabile,

Sebbene sia una specie piuttosto elusiva, individui possono essere

e più in generale nelle radure ai margini del bosco, nelle ore più indicate

come l’alba e il tramonto.

4,5 cm

1 cm

1,4 cm3 cm

0205_Capriolo

Tav. A: impronta del piede

anteriore destro di capriolo

a gradezza naturale (4-5 cm di

lunghezza; 3 cm di larghezza)

A B

Tav. B: escrementi di capriolo

a grandezza naturale (1-1,4

cm di lunghezza; 0,7-1 cm di

diametro).

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REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

naturali che i visitatori stessi. Sono vietate tutte le attività

che possono compromettere gli ambienti naturali e le specie che

ne fanno parte, come ad esempio fornire fonti di alimentazione

Se si ha la fortuna di incontrare un Capriolo bisogna prima di

tutto MANTENERE LA CALMA, quindi non urlare. In particolare:

non bisogna provare ad avvicinarsi, nemmeno per scattare

se durante il periodo delle nascite troviamo un piccolo tra

la vegetazione, dobbiamo lasciarlo dov’è senza provare a

toccarlo: non è stato abbandonato e la madre è sicuramente

nelle vicinanze. Se il cucciolo viene toccato c’è il rischio

che il nostro odore si trasferisca sull’animale e la madre non

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre

tenerli al guinzaglio perché non vadano a spaventare le specie

selvatiche;

contattiamo il prima possibile il Corpo Forestale dello Stato

(1515) oppure i centri di recupero specializzati.

0305_Capriolo

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29

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Cervo Volante Lucanus cervusColeotteri (Coleoptera)Lucanidi (Lucanidae)

Cerv

o Vo

lant

e

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MORFOLOGIA

mandibole delle femmine invece sono molto più piccole e utilizzate per praticare fori nei

testa e da piccole e potenti mandibole utilizzate per staccare e masticare legno.

DISTRIBUZIONE

ma sembra mancare nelle regioni più a sud.

Habitat Il Cervo volante vive prevalentemente in ambiente forestale e preferisce in

Dieta La larva è xilofoga, cioè si nutre di legno marcescente in genere di querce o di

individui.

Biologia ciclo vitale del Cervo volante comprende due fasi principali: la fase larvale

l’accrescimento, la larva costruisce una solida celletta dove avviene la metamorfosi:

successivo. Nei mesi più caldi verso il crepuscolo, infatti, i Cervi volanti possono essere

grandi mandibole per veri e propri combattimenti con i rivali. Questi combattimenti non

sono mortali ma sono comunque piuttosto violenti, avvengono a molti metri dal suolo, sui

Curiosità Da una ricerca svolta in Inghilterra dopo studi sui segnali chimici che attraggono questi insetti, è stato osservato che uno dei metodi per poter monitorare meglio la specie è quello di utilizzare come esca lo zenzero, spezia alla quale il Cervo volante sembra non possa resistere!

STATUS

Il Cervo volante è inserito tra le specie di interesse comunitario ed è protetto a livello

nazionale ed internazionale. La specie risente infatti della riduzione e distruzione

a costituire elementi fondamentali dell’ecosistema forestale. Il Cervo volante presenta

Uccelli, mentre le larve da Imenotteri e Ditteri.

ecosistema. In questo senso per salvaguardare il Cervo volante vanno incentivate tutte le

0129_Cervo Volante

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regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli

ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le

attività che possono compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali

e di conseguenza delle specie che ne fanno parte. In particolare visto che è

una specie molto ricercata dai collezionisti bisogna ricordare che:

è VIETATA la raccolta degli individui adulti di Cervo volante, sia maschi

che femmine …questa è permessa solamente ai ricercatori solo se autorizzati

dagli Enti competenti e solo per attività di monitoraggio e ricerca

29_Cervo Volante

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Cervo03

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Cervo Cervus elaphusArtiodattili (Artiodactyla)Cervidi (Cervidae)

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MORFOLOGIA

In Italia sono presenti due distinte sottospecie: C. e. hippelaphus presente nell’Italia peninsulare

e C. e. corsicanus, noto come “Cervo sardo”, presente solo in Sardegna. Le attuali popolazioni

femmine:

vero e proprio inserite su strutture ossee (“steli”), e nei cervidi italiani presentisolo sulla fronte dei

Curiosità Nell’immaginario collettivo si pensa erroneamente che si possa determinare l’età di un Cervo maschio contando il numero delle punte del palco, assegnando un anno per ogni punta. In realtà l’età di un individuo viene stimata dall’eruzione e dello stato di usura dei denti.

DISTRIBUZIONE

Habitat

Dieta Il Cervo è considerato un pascolatore di tipo intermedio (alterna la brucatura al pascolo):

Biologia

accoppiarsi. La stagione degli amori va generalmente da settembre ad ottobre, periodo in cui i

SEGNI DI PRESENZA

nell’impronta solo se impressi sulla neve o in fase di “scivolamento” in avanti, su terreni fangosi o

0103_Cervo

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in pendenza, dove le punte degli zoccoli si aprono a formare una “V” molto larga. L’orma si contra

del palco, si possono osservare i “fregoni”, segni inconfondibili causati dallo sfregamento del

STATUS

e stabile, grazie alla periodica e continua azione di monitoraggio realizzata tramite il censimento

al bramito ormai da molti anni, e riscontrabile dagli abbondanti segni di presenza spesso rinveni

bili lungo gli itinerari faunistici. Individui di Cervo possono essere uditi in fase di bramito e/o visti

Tav. B: escremeti di cervo a

grandezza naturale (2-3 cm

di lunghezza; 0,9-1,4 cm di

diametro)

2 cm

9-11 cm

1,4 cm4,5 cm

A B

Tav. A: impronta del piede anteriore

destro di cervo a grandezza

naturale (9-11 cm di lunghezza; 6 cm

di larghezza)

0203_Cervo

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NUMERI UTILI E CONTATTI

GAL Appennino Bolognese

www.destinazioneappennino.it

Ente di gestione

per i Parchi e la Biodiversità

Emilia Orientale

Piazza XX Settembre, 1 - 40043

Marzabotto (BO)

T. 051/6701044-6254811

E. [email protected]

www.enteparchi.bo.it

Pronto Soccorso

118

Pronto Intervento

112 - 113

Corpo Forestale dello Stato

1515

CAI Bologna

T. 051/234856

Centro Tutela e Ricerca Fauna

Esotica e Selvatica Monte Adone

T. 051/847600

Parco Storico Regionale di Monte Sole

Via Porrettana Nord, 4/f -

40043 Marzabotto (BO)

T. 051/932525

[email protected]

Parco Regionale Laghi

di Suviana E Brasimone

Piazza Kennedy, 10 - 40032

Camugnano (BO)

T. 0534/46712

E. [email protected]

Parco Regionale

Corno alle Scale

Via Roma, 41 - 40042

Lizzano in Belvedere (BO)

T. 0534/51761

E. [email protected]

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il regolamento

stessi. Sono vietate tutte le attività che possono compromettere gli

ambienti naturali e le specie che ne fanno parte, come ad esempio fornire

Se si ha la fortuna di incontrare un Cervo bisogna prima di tutto MANTENERE

LA CALMA, quindi non urlare. In particolare:

se durante il periodo delle nascite troviamo un cerbiatto tra la

vegetazione, dobbiamo lasciarlo dov’è senza provare a toccarlo: non è stato

abbandonato e la madre è sicuramente nelle vicinanze. Se il cucciolo viene

toccato c’è il rischio che il nostro odore si trasferisca sull’animale e la

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre tenerli al

guinzaglio perché non vadano a spaventare le specie selvatiche;

prima possibile il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i centri di

recupero specializzati.

0303_Cervo

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Cinghiale07

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Cinghiale Sus scrofaArtiodattili (Artiodactyla)Suidi (Suidae)

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MORFOLOGIA

a domesticazione e selezione da parte dell’uomo, le razze di maiali

domestici. E’ un Ungulato caratterizzato da zampe corte e corpo

diritte, disco nasale (grifo) estremamente mobile per scavare alla ricerca

DISTRIBUZIONE

presente in modo più frammentato e discontinuo in alcune zone prealpine

Habitat

Quercus

superiore della vegetazione arborea, ma rifugge zone con periodo di

innevamento prolungato.

Dieta

Biologiagruppi con i piccoli ed i giovani dell’anno precedente nei quali la femmina

SEGNI DI PRESENZA

I segni di presenza maggiormente rinvenibili sono le impronte degli

conferendo all’impronta una tipica forma a trapezio. Le dimensioni delle

insogli, pozze d’acqua non molto profonde dove gli individui si immergono

incisivi, provocando ingenti danni ai campi.

0107_Cinghiale

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STATUS

specie non presenta problemi di conservazione ma di gestione. Il Lupo

(Canis lupus) è l’unico predatore naturale in grado di predare tutte

limitare la crescita numerica delle popolazioni. Sono necessari quindi

gli itinerari faunistici. Gli individui possono essere visti nelle ore più

indicate, cioè all’alba e al tramonto, nei prati e nei campi un po’ ovunque

9 cm

6-7 cm6-7 cm

Tav. A: impronta del piede

anteriore destro di cinghiale a ½

Della grandezza naturale (9 cm di

lunghezza; 6-7 cm di larghezza)

A B

Tav. B: escrementi di cinghiale

a ½ Della grandezza naturale

(6-7 cm di diametro)

0207_Cinghiale

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Esotica e Selvatica Monte Adone

T. 051/847600

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Via Porrettana Nord, 4/f -

40043 Marzabotto (BO)

T. 051/932525

E.culturastoria.montesole@enteparchi.

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di Suviana E Brasimone

Piazza Kennedy, 10 - 40032

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Parco Regionale Corno alle Scale

Via Roma, 41 - 40042

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T. 0534/51761

E. [email protected]

NUMERI UTILI E CONTATTI

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono

quindi vietate tutte le attività che possono compromettere la

salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte, come per esempio fornire fonti di

Se si incontra un Cinghiale bisogna prima di tutto MANTENERE LA

CALMA, quindi non urlare. In particolare:

non bisogna provare ad avvicinarsi, nemmeno per scattare

sentire minacciato, soprattutto se si tratta di una femmina con

i piccoli;

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre

tenerli al guinzaglio perché non vadano a spaventare le specie

selvatiche;

contattiamo il prima possibile il Corpo Forestale dello Stato

(1515) oppure i centri di recupero specializzati.

0307_Cinghiale

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Daino04

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Daino Dama damaArtiodattili (Artiodactyla)Cervidi (Cervidae)

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MORFOLOGIA

ben evidenti nel periodo estivo, mentre nel periodo invernale il tono è

alcune varianti di colorazione rispetto al mantello tipico: melanico (tutto

scuro tendente al nerastro), bianco (non albino) e “menil”, caratterizzato

Una striscia di colore nero corre lungo il dorso e la coda, formando così

ricrescita è legato al ciclo ormonale, caratterizzati da un’ampia palmatura

DISTRIBUZIONE

è considerata alloctona e la sua distribuzione è frutto per lo più di

introduzioni operate dall’uomo.

L’areale della specie si presenta quindi molto frammentato e localizzato:

Habitat Il Daino è il tipico ungulato di ambiente mediterraneo, sebbene

Dieta

come un pascolatore.

Biologia Il Daino è un animale sociale con una spiccata segregazione

infatti costituite da gruppi di femmine con piccoli e subadulti e da gruppi

gruppi misti. La specie è poligama e nel periodo riproduttivo, con apice ad

per attirare il maggior numero di femmine e per minacciare gli altri

settimane non segue la madre ma resta nascosto nella vegetazione.

SEGNI DI PRESENZA

I segni di presenza maggiormente rinvenibili sono le impronte degli

palco si possono osservare i “fregoni”, marcamenti visivi ed olfattivi

0104_Daino

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dagli zoccoli sul terreno.

STATUS

produttive umane (coltivazioni). Le introduzioni avvenute nella seconda

territorio nazionale, il Cervo (Cervus elaphus) e soprattutto il Capriolo

(Capreolus capreolus), sempre a discapito di quest’ultimo.

visti nelle ore più indicate, generalmente alba e tramonto, nei prati e

8 cm

1 cm

1,5 cm5 cm

0204_Daino

A B

Tav. A: impronta del piede

anteriore destro di daino a

grandezza naturale (8 cm di

lunghezza; 5 cm di larghezza)

Tav. B: escrementi di Daino a

grandezza naturale (1-1,5 cm

di lunghezza; 0,8-1,2 cm di

diametro)

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NUMERI UTILI E CONTATTI

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

naturali che i visitatori stessi. Sono vietate tutte le attività

che possono compromettere gli ambienti naturali e le specie che

ne fanno parte, come ad esempio fornire fonti di alimentazione

-

Se si ha la fortuna di incontrare un Daino bisogna prima di tutto

MANTENERE LA CALMA, quindi non urlare. In particolare:

non bisogna provare ad avvicinarsi, nemmeno per scattare foto-

se durante il periodo delle nascite (maggio/giugno) troviamo

un piccolo tra la vegetazione, dobbiamo lasciarlo dov’è senza

provare a toccarlo: non è stato abbandonato e la madre è sicura-

mente nelle vicinanze. Se il piccolo viene toccato c’è il rischio

che il nostro odore si trasferisca sull’animale e la madre non lo

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre tenerli

al guinzaglio perché non vadano a spaventare le specie selvat-

iche;

-

tattiamo il prima possibile il Corpo Forestale dello Stato (1515)

oppure i centri di recupero specializzati.

0304_Daino

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Falc

o Pe

llegr

ino15Specie:

Ordine:

Famiglia:

Falco Pellegrino Falco peregrinusFalconiformi (Falconiformes)Falconidi (Falconidae)

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MORFOLOGIA

F. p. peregrinus

F. p. brookei in Italia peninsulare e isole.

Falco

biarmicus

capace infatti di percepire una forma in movimento a notevole distanza

DISTRIBUZIONE

Habitat

Dietanaturale dell’ambiente di cui fa parte: si nutre di varie specie di Uccelli dai

In genere gli Uccelli sono predati in volo con varie strategie, ma preferisce

all’ultimo del predatore e in altri casi trattiene le prede più grosse per le ali o

Biologia

sedentaria. Il periodo di corteggiamento va da marzo a maggio, quando il

covata l’anno e i piccoli sono nidicoli, cioè non sono indipendenti appena

0115_Falco Pellegrino

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0215_Falco Pellegrino

A

85-120 cm

Tav. A: disegno ventrale e dorsale di Falco

Pellegrino (85-120 cm di apertura alare).

SEGNI DI PRESENZA

molto vicini gli adulti possono essere riconosciuti per le parti inferiori

barrature sul petto e sulle ali. Si possono distinguere vari tipi di volo: battuto,

STATUS

I fattori principali di minaccia sono legati prevalentemente alle azioni

dell’uomo, come l’uso di pesticidi, il bracconaggio, il disturbo ai nidi causato

falconieri.

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NUMERI UTILI E CONTATTI

0315_Falco Pellegrino

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono

quindi vietate tutte le attività che possono compromettere la

salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte, come per esempio fornire fonti di

Considerando che una delle principali minacce per il Falco

pellegrino è rappresentato dal disturbo al nido: escursionisti,

possibile il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i centri

di recupero specializzati.

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26

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Falena dell’Edera Euplagia quadripunctariaLepidotteri (Lepidoptera)Arctiidi (Arctiidae)

Fale

na d

ell’E

dera

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MORFOLOGIA

rotondeggianti (due per ala), da qui il nome della specie “quadripunctaria”. In genere

quando è a riposo questa farfalla tiene ripiegate a” tetto” le ali in modo da nascondere

quelle posteriori e da essere così meno visibile. Il corpo tozzo è di colore giallastro e

con apice bianco.

DISTRIBUZIONE

non è presente in Sardegna.

Habitatmt di quota e preferisce zone con microclima fresco e umido: si può trovare lungo i

Dietatarassaco, arbustive, come i rovi, e arboree, come salici e querce. Gli adulti si possono

Eupatorium cannabinum). Dove è presente questa

Biologialarvale e quello adulto e presenta una sola generazione l’anno. Le uova vengono deposte

il periodo più rigido dell’anno in zone riparate sugli arbusti di nocciolo o di rovo. La

metamorfosi avviene in un bozzolo formato da frammenti vegetali e terra, e gli adulti

aprono in modo rapidissimo le ali anteriori mettendo così in evidenza il rosso di quelle

migliaia di individui.

STATUS

l’interruzione e la frammentazione degli ambienti idonei, potrebbe ridurre notevolmente

di minaccia è legato alla presenza dell’uomo e al prelievo di esemplari da parte di

collezionisti

Sole e di Corno alle Scale.

0126_Falena dell’Edera

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40043 Marzabotto (BO)

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di Suviana E Brasimone

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T. 0534/51761

E. [email protected]

02

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli

ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le

attività che possono compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali

e di conseguenza delle specie che ne fanno parte. In particolare visto è una

specie molto ricercata dai collezionisti bisogna ricordare che:

è VIETATA la raccolta degli individui di Falena dell’Edera in qualsiasi

fase del ciclo vitale … questa è permessa solamente ai ricercatori solo

se autorizzati dagli Enti competenti e solo per attività di monitoraggio e

26_Falena dell’Edera

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30

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Gambero di Fiume Austropotamobius pallipesDecapodi (Decapoda)Astacidi (Astacidae)

Gam

bero

di F

ium

e

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MORFOLOGIA

zata da numerose sottospecie: in Italia è presente la sottospecie A. p. italicus.

Curiosità

soprattutto in molte comunità contadine, e gli alchimisti addirittura consideravano questa specie custode del segreto della trasmutazione.

DISTRIBUZIONE

trionale.

Habitat

Dieta

con le appendici del capo vicino alla bocca, i massillipedi. I giovani sono tendenzialmente

carnivori, gli adulti invece si alimentano prevalentemente di detrito organico.

Biologia

ossigenandole con il movimento delle appendici addominali, i pleopodi. I giovani fuoriesco

tutti all’interno dell’uovo. I giovani si accrescono facendo più mute, cioè cambiando peri

STATUS

Procambarus clarkii ) competitore con

la specie autoctona per le risorse alimentari e portatore di nuovi parassiti come il fungo

Aphanomyces astasci, detto peste del gambero. La specie aliena fu importata per scopi

in grado di arrecare gravissimi danni all’equilibrio degli ecosistemi. Si nutre infatti di uova

varie specie di pesci come anguille, lucci, persici e trote, Uccelli come trampolieri e alcuni

condizioni sanitarie pessime in seguito a focolai di afanomicosi, ma in atto un intervento

di introduzione in ambiente naturale e aiutare così il recupero delle popolazioni naturali.

0130_Gambero di Fiume

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02

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli

ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le

attività che possono compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali e

di conseguenza delle specie che ne fanno parte.

In particolare bisogna ricordare che:

raramente ai ricercatori solo se autorizzati dagli Enti competenti e solo

è naturalmente VIETATA l’immissione in ambiente naturale di qualsiasi specie

senza l’autorizzazione degli Enti competenti.

30_Gambero di Fiume

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22

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Geotritone Italiano Speleomantes italicusUrodeli (Urodela)Pletodontidi (Plethodontidae)

Geot

rito

ne It

alia

no

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MORFOLOGIA

Il Geotritone italiano presenta una colorazione molto variabile: il dorso

rossastro, il ventre è scuro con venature biancastre. Le popolazioni però

evidente. La specie è caratterizzata da respirazione cutanea per

l’assenza di polmoni e per questo legata ad ambienti molto umidi.

giallo ocra

DISTRIBUZIONE

Habitat

quota.

Dieta

Biologia La biologia del Geotritone italiano non è molto conosciuta:

conduce vita attiva soprattutto nel sottosuolo, non ama la luce e

fuoriesce in genere nelle ore notturne oppure nelle ore diurne di giornate

piovose, molto umide e nuvolose. La riproduzione avviene sulla terra ed è

leggere ferite con i denti sul dorso della femmina sulle quali sfrega la

vicino alla femmina per due settimane circa. Il Geotritone italiano

distensione, ripetuti più volte.

0122_Geotritone Italiano

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STATUS

Il Geotritone italiano è una specie comune in quasi tutto il suo areale e

soprattutto per le eccessive catture per collezionismo in seguito a

sensibile a minime forme di inquinamento ambientale per l’altissima

al suo particolare comportamento e al fatto di vivere in ambiente ipogeo,

il numero di individui predati è piuttosto esiguo.

popolazione ma ben strutturata. Dato le sue abitudini “cavernicole” è

0222_Geotritone Italiano

Tav. A: Geotritone

italiano, individui con

varietà di colorazioni

diverse

A

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per i Parchi e la Biodiversità

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di Suviana E Brasimone

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NUMERI UTILI E CONTATTI

03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a

rispettare il regolamento dell’Ente scritto appositamente per

salvaguardare sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Bisogna ricordare che:

è VIETATA la raccolta di individui di Geotritone italiano, sia

maschi che femmine e in qualunque fase del ciclo vitale…questa

è permessa raramente ai ricercatori solo se autorizzati dagli

Enti competenti e solo per attività di monitoraggio e ricerca

la cattura è considerata illegale e perseguibile per legge.

Teniamo presente che il Geotritone italiano non è velenoso,

non morde e non sputa ma se manipolato per lungo tempo le

secrezioni della pelle possono risultare irritanti al contatto

con gli occhi o le mucose.

22_Geotritone Italiano

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Lepr

e Co

mun

e09

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Lepre Comune o Europea Lepus europaeus

(Lagomorpha)Leporidi (Leporidae)

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MORFOLOGIA

in Italia (le altre sono L. corsicanus o lepre italica, L. capensis o lepre

sarda, e L. timidus o lepre bianca). Le dimensioni sono variabili secondo

adatti a spiccare i grandi balzi tipici della sua andatura. Il colore varia

del pelo dorsale e il bianco di quello ventrale è sfumata e questo è

uno dei principali caratteri da osservare per distinguerla dalla specie

L. corsicanus

dalla lepre bianca, con cui condivide la parte alpina dell’areale. Dotata

di eccellenti senso della vista, dell’olfatto e ovviamente dell’udito, è

Vulpes vulpes), riesca a

DISTRIBUZIONE

assente sulle isole maggiori, è invece presente sull’Isola d’Elba e a

Habitat La Lepre europea vive tipicamente in ambienti aperti, come le

molto bene alle zone coltivate, ma predilige sempre le aree a maggiore

Dieta La Lepre europea è un tipico erbivoro: predilige le piante erbacee,

Biologia Di abitudini crepuscolari, durante il giorno la Lepre sta

acquattata sul terreno, rimanendo immobile e mimetizzandosi

completamente. È solitaria per quasi tutto l’anno, ad eccezione del

SEGNI DI PRESENZA

In estate, le feci sono i segni di presenza della lepre più facili da rinvenire

oltre agli escrementi, è molto comune incontrare le tracce sulla neve. Le

0109_Lepre

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tracce sono facilmente riconoscibili dalla tipica disposizione delle singole

impronte a formare una sorta di Y, con le zampe posteriori sempre

STATUS

La Lepre europea non è una specie protetta ed è ampiamente distribuita

variazioni a causa sia delle operazioni di ripopolamento sia del prelievo

venatorio.

In generale, però, specialmente al di fuori delle aree protette, le sue

zone coltivate dove si fa uso intensivo di sistemi meccanici e di pesticidi.

Ulteriore elemento di rilevanza conservazionistica per la specie è la

e all’introduzione di forme alloctone.

della specie è accertata e stabile, riscontrabile dagli abbondanti segni di

lungo gli itinerari faunistici.

02

5 cm

3 cm 1 cm

Tav. A: impronta del piede anteriore

destro di lepre a grandezza naturale

(5 cm di lunghezza e 3 cm di

larghezza)

A B

Tav. B: escrementi di lepre a

grandezza naturale (1 cm di

diametro)

09_Lepre

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NUMERI UTILI E CONTATTI

03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Se si ha la fortuna di incontrare una Lepre prima di tutto NON

URLARE. In particolare:

non bisogna provare ad avvicinarsi, nemmeno per scattare

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre

tenerli al guinzaglio perché non vadano a spaventare le specie

selvatiche.

il prima possibile il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure

i centri di recupero specializzati.

09_Lepre

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Lupo01Specie:

Ordine:

Famiglia:

Lupo Canis lupusCarnivori (Carnivora)Canidi (Canidae)

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MORFOLOGIA

La popolazione italiana di Lupo potrebbe essere considerata una vera e propria

sottospecie, distinta dalle altre popolazioni europee per caratteri genetici e fenotipici.

Tra i Canidi il Lupo è la specie dalle dimensioni maggiori:

triangolare, corte e tenute generalmente dritte. La colorazione del mantello varia da

tendente al crema.

La postura del Lupo è quella tipica del digitigrado, adatta per un andamento al trotto.

DISTRIBUZIONE

Lupo: attualmente la specie è presente lungo l’intera catena appenninica. Il progressivo

aumento del suo areale di distribuzione è imputabile non solo all’abbandono da parte

dell’uomo delle zone montane ed al conseguente aumento in tali aree delle principali

Habitat

dell’emisfero settentrionale. In Italia la specie si può trovare a diversi livelli altitudinali,

sebbene le aree fondamentali per il Lupo rimangono quelle montane densamente boscate,

all’interno delle quali vivono in abbondanza le sue prede principali ed in cui il disturbo

antropico è notevolmente ridotto.

Dieta

piccoli roditori), oppure in alternativa alla mancanza di prede, può utilizzare carcasse e

Biologia Il Lupo è una specie territoriale e sociale: in Italia vive in piccoli gruppi stabili

cercando un territorio adatto e formare un nuovo gruppo, oppure rimanere nel branco

sopravvivenza.

SEGNI DI PRESENZA

I rapporti tra gli individui della specie sono determinati da forme di comunicazione ben

Sono composte prevalentemente da materiale non digerito come peli ed ossa delle prede

e generalmente deposte in punti ben precisi, sopraelevati, e sempre ben visibili. Le feci

del Lupo non sono facilmente distinguibili da quelle di un cane di grossa taglia se non

attraverso marcatori genetici distintivi per le due specie.

Un segno di presenza rilevabile lungo gli itinerari maggiormente frequentati dai lupi sono

le impronte. Durante il movimento vengono appoggiate sul terreno solo le dita del piede

0101_Lupo

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non retrattile, con il terzo e quarto dito di dimensioni maggiori, ed ogni piede presenta

centralmente un grosso cuscinetto plantare di forma lobata. L’impronta del piede anteriore

dimensioni minori rispetto a quelli anteriori. L’impronta del Lupo è simile a quella di un cane

invece il terreno è coperto da neve e le impronte si possono seguire per tratti piuttosto

sulla stessa linea, e le orme appaiono quindi come una singola linea di impronte in cui

quella del piede posteriore si sovrappone a quella dell’anteriore.

STATUS

ecologica e gestionale della specie nel nostro paese.

Nonostante il numero di Lupi in Italia risulti in progressivo aumento, la specie rimane

minacciata per la limitata consistenza della popolazione. Il principale fattore di minaccia

è rappresentato ancora oggi dalla persecuzione diretta operata dall’uomo, dovuta

rappresentata dal randagismo: i cani vaganti competono con il Lupo per le risorse

possono inoltre essere portatori di malattie pericolose per la specie selvatica.

della specie è accertata e stabile, riscontrabile dagli abbondanti segni di presenza,

maggior frequenza di marcature indicative della presenza del Lupo sono l’alta valle del

Vulpes vulpes), del quale

di dimensioni e forma minori e diverse rispetto a quelle del Lupo, dalle quali sono quindi

facilmente riconoscibili.

0201_Lupo

Tav. A: escrementi di Lupo a ½ della

grandezza naturale (3-4 cm di diametro; 15

cm cica di lunghezza complessiva)

Tav. B: impronta del piede posteriore destro

di Lupo a ½ della grandezza naturale (nel

piede anteriore: 10-12 cm di lunghezza e 8-10

cm di larghezza)

10-12 cm

3-4 cm

8-10 cm15 cm

A B

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REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il regolamento

dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli ambienti naturali

che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le attività che possono

compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte, come per esempio fornire fonti di alimentazione

Se si ha la fortuna di incontrare un Lupo bisogna prima di tutto MANTENERE

LA CALMA, quindi non urlare: il Lupo è un animale schivo e si allontana

subito appena si accorge di essere stato visto. Se il Lupo non si allontana

subito:

non seguire mai il Lupo…è permesso solo ai ricercatori!

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre tenerli al

guinzaglio: il Lupo potrebbe considerare i cani degli intrusi;

se troviamo un animale predato oppure se vediamo un Lupo ferito o in

(1515) oppure i centri di recupero specializzati.

0301_Lupo

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Marmotta08

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Marmotta Marmota marmotaRoditori (Rodentia)Sciuridi (Sciuridae)

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MORFOLOGIA

terreno e solo il primo dito, corrispondente al nostro pollice, è dotato di

DISTRIBUZIONE

glaciazione, in tempi storici è stata via via condotta alla quasi totale

piccole popolazioni ormai naturalizzate.

Habitat

un rapido dilavamento dell’acqua con riduzione del ristagno, maggiore

predilige terreni misti, formati da alternanza di zone d’erba e pietraie.

Dieta

periodo successivo al letargo gli individui sono soliti leccare le rocce o

Biologia

colonie più o meno numerose composte da più nuclei familiari a loro

spulciamento reciproco, grooming, e lo svolgimento del compito di

si trova all’interno dei gruppi.

mentre il resto del gruppo è impegnato ad alimentarsi e deve emettere

rapace, oppure l’uomo. La riproduzione avviene immediatamente dopo

0108_Marmotta

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SEGNI DI PRESENZA

il sistema di tana, facilmente individuabili per la presenza di terreno

STATUS

popolazioni locali varino da zona a zona, la specie nel suo insieme non

espansione dell’areale, giunto a essere quasi continuo lungo tutto

anni. Tuttavia, tale situazione può dirsi soddisfacente soltanto se si

all’uomo, i predatori naturali come la Volpe (Vulpes vulpes(Aquila chrysaetos), il Corvo Imperiale (Corvus corax), ed in alcuni casi

alle Scale e, in particolare, è stata accertata la presenza in diversi punti

del crinale come per esempio sulla parete orientale del Corno alle Scale,

passo del Cancellino e sul versante toscano.

0208_Marmotta

Tav. B: impronte di piede anteriore e

posteriore sinistro di marmotta a circa ¾

Della grandezza naturale (5 cm di lunghezza e

3,4 cm di larghezza in quello anteriore; 5,5

cm di lunghezza e 4 cm di larghezza in quello

posteriore)

BA

Tav. A: disegno schematico di un

sistema di tana di marmotta

AS

PS

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0308_Marmotta

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono

quindi vietate tutte le attività che possono compromettere la

salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Se si ha la fortuna di incontrare una Marmotta bisogna prima di

tutto NON URLARE. In particolare:

non bisogna provare ad avvicinarsi, nemmeno per scattare

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre

tenerli al guinzaglio perché non vadano a spaventare le specie

selvatiche.

il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i centri di

recupero specializzati;

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Martora02

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Martora Martes martesCarnivori (Carnivora)Mustelidi (Mustelidae)

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MORFOLOGIA

La pianta dei piedi è ricoperta di peli e le dita sono leggermente unite alla

base da una piccola membrana di pelle.

DISTRIBUZIONE

Habitat

per le foreste mature con scarso sottobosco (generalmente foreste di

conifere oppure di latifoglie o miste), dalla pianura alla montagna dove si

evita aree senza copertura arborea o antropizzate.

Dieta

di diversi tipi di risorse alimentari soprattutto micromammiferi, come

roditori e insettivori, ma può utilizzare a seconda della stagione e della

Biologia

periodo riproduttivo va da giugno ad agosto e alla primavera successiva

di un albero dove vi rimangono per diverse settimane. La gestazione

dell’embrione: dopo l’accoppiamento gli embrioni restano liberi nell’utero

e l’accrescimento si arresta per diversi mesi.

SEGNI DI PRESENZA

I rapporti tra gli individui della specie sono determinati da forme di

comunicazione ben precise: movimenti rapidi del collo, erezione dei peli

sostanze odorose per delimitare il territorio.

membrana di pelle e in inverno la pianta dei piedi è ricoperta di peli,

0102_Martora

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STATUS

internazionale, ma per lungo tempo è stata considerata un animale da

pelliccia e per questo esposta ad una forte pressione venatoria in tutta

La presenza della specie in Italia sembra in un generale calo per la

frammentazione degli ambienti forestali ed al generale disturbo provocato

dall’uomo.

Curiosità L’elevato valore della pelliccia di Martora ha comportato nei secoli scorsi una forte pressione venatoria su questa specie in tutta Europa dove, solo per fare degli esempi, prima della II Guerra Mondiale 3 pelli di martora erano equivalenti a diversi mesi di stipendio di un boscaiolo oppure 4 pelli potevano avere il valore di una mucca.

Corno alle Scale, in zone di studio lontane da insediamenti umani nella

Martes foina). specie

Meles meles), la

Donnola (Mustela nivalis) Mustela putorius).

Tav. A: escrementi di martora o faina a

grandezza naturale (8-10 cm di lunghezza; 1,5

cm di larghezza)

3,5 cm

8 cm

A

B

Tav. B: impronta del piede anteriore destro

di martora o faina a grandezza naturale

(2,5-3,5 cm di lunghezza)

0202_Martora

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0302_Martora

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regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte:

non dare da mangiare agli animali selvatici, sia in modo

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre tenerli

al guinzaglio;

contattiamo il prima possibile il Corpo Forestale dello Stato

(1515) oppure i centri di recupero specializzati.

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Muflone06

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Ovis [orientalis] musimonArtiodattili (Artiodactyla)Bovidi (Bovidae)

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MORFOLOGIA

introdotte dall’uomo in tempi storici e progressivamente ritornate

allo stato selvatico: attualmente viene quindi considerata una pecora

selvatica orientale. La sua origine è ancora piuttosto controversa e l’unica

popolazione autoctona risulta quella sarda e corsa, dalla quale poi, in

seguito a numerose immissioni più o meno recenti, si sono originate tutte

la specie è caratterizzata dalla presenza sulla fronte di corna, strutture

Curiosità

incrociarsi senza problemi con le forme domestiche, dando origine ad individui a loro volta fertili, con la conseguente perdita dell’identità genetica acquisita e mantenuta durante i millenni di isolamento in Sardegna e Corsica.

DISTRIBUZIONE

minori. Nell’Italia peninsulare la specie presenta una distribuzione molto

frammentata e localizzata: le popolazioni più consistenti si trovano

Habitatadatta a vivere in zone collinari e di montagna, ad altitudini comprese

dell’eccessivo sviluppo dello zoccolo), ma evita zone caratterizzate da

periodi di innevamento prolungato.

Dietacomponente erbacea della vegetazione, molto adattabile e meno esigente

tipico “pascolatore”.

Biologiadell’anno, sebbene le dimensioni e la composizione dei gruppi presentino

parto tra marzo ed aprile.

SEGNI DI PRESENZA

Le impronte sul terreno sono prove della presenza della specie e come

dito. Le impronte sono di forma allungata e presentano le punte quasi

0106_Muflone

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STATUS

Lo stato dell’originaria popolazione sarda è migliorato negli ultimi venti

anni, dopo una drastica riduzione causata dall’intenso bracconaggio. Le

popolazioni peninsulari, in quanto considerate estranee alla fauna locale

(alloctone), sono invece sottoposte a prelievo venatorio secondo i criteri

della caccia di selezione: la presenza della specie nell’Italia peninsulare

la specie si può trovare in competizione con altri ungulati autoctoni. Nelle

aree alpine si trova frequentemente in competizione con il Camoscio

alpino (Rupicapra rupicapra) per le risorse alimentari, generalmente

sono rappresentati dalle abbondanti precipitazioni nevose e dalla lunga

(Canis lupus Vulpes vulpesAquila chrysaetos

La specie è presente e stabile (seppur in leggero decremento negli ultimi

individui nelle ore più indicate come l’alba o il tramonto.

02

5 cm

1 cm4,4 cm

Tav. A: impronte del piede

grandezza naturale (nei maschi

5,5 cm di lunghezza e 4,4 cm di

larghezza)

A B

a grandezza naturale (1 cm di

diametro; gli agglomerati 3-5 cm

di diametro)

06_Muflone

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GAL Appennino Bolognese

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Ente di gestione

per i Parchi e la Biodiversità

Emilia Orientale

Piazza XX Settembre, 1 - 40043

Marzabotto (BO)

T. 051/6701044-6254811

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Pronto Soccorso

118

Pronto Intervento

112 - 113

Corpo Forestale dello Stato

1515

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Esotica e Selvatica Monte Adone

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Via Roma, 41 - 40042

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NUMERI UTILI E CONTATTI

03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

naturali che i visitatori stessi. Sono vietate tutte le attività

che possono compromettere gli ambienti naturali e le specie che

ne fanno parte, come ad esempio fornire fonti di alimentazione

tutto MANTENERE LA CALMA, quindi non urlare. In particolare:

non bisogna provare ad avvicinarsi, nemmeno per scattare

se siamo accompagnati dai nostri cani, dobbiamo sempre

tenerli al guinzaglio perché non vadano a spaventare le specie

selvatiche;

contattiamo il prima possibile il Corpo Forestale dello Stato

(1515) oppure i centri di recupero specializzati.

06_Muflone

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Orec

chio

ne G

rigi

o13

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Orecchione Grigio Plecotus austriacusChirotteri (Chiroptera)Vespertilionidi (Vespertilionidae)

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MORFOLOGIA

Curiosità Le orecchie sono tenute sotto le ali sia durante il periodo di ibernazione sia quando gli animali sono in stato di torpore così da ridurre non solo la dispersione di calore o il congelamento, ma anche con tutta probabilità per evitare che entrino corpi estranei o parassiti.

DISTRIBUZIONE

presenza in Sardegna e sulle isole minori è accertata la presenza solo

per l’Isola d’Elba

Habitat

Caucaso, in Europa si mantiene a basse e medie altitudini, non superando

Dieta

allontana mai troppo. Caccia con un volo lento caratterizzato da frequenti

prevalentemente Lepidotteri, Nottuidi (farfalle con abitudini notturne),

Melolontha

Le prede più piccole vengono mangiate in volo, quelle più grandi vengono

vengono localizzate attraverso l’emissione di ultrasuoni, ecolocazione, a

Biologia

più settentrionali dell’areale i rifugi, comprese le nursery, sono costituiti

Rhinolophus hipposideros ), e raramente

nursery si trovano

invece in crepacci e pareti rocciose o parti iniziali delle grotte. I rifugi

giugno, di solito un piccolo a parto. Le femmine si riuniscono in colonie

0113_Orecchione Grigio

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0213_Orecchione Grigio

STATUS

internazionale. I principali fattori di minaccia sono rappresentati

dall’inquinamento ambientale, provocato per esempio dall’uso di

pesticidi, e dal disturbo da parte dell’uomo nei rifugi abituali, spesso

passo. I principali predatori naturali per la specie sono rappresentati da

Tyto alba Strix aluco),

Curiosità Molte sono le credenze popolari nelle culture occidentali nate attorno ai Pipistrelli, come per esempio che si attaccano ai capelli, succhiano il sangue, sono ciechi: tutto questo non è vero e avere pipistrelli che volano vicino casa non è un segno di malaugurio né tanto meno di pericolo per l’uomo. I Pipistrelli ci aiutano a contenere il numero degli

A B

Tav. A: Orecchione grigio,

particolare del muso e delle

orecchie

Tav. B: Orecchione grigio, tipica

posizione di riposo

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NUMERI UTILI E CONTATTI

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono

quindi vietate tutte le attività che possono compromettere la

salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte:

se siamo appassionati speleologi, non bisogna frequentare le

grotte con gli animali in ibernazione: in inverno un brusco

risveglio comporta un grandissimo dispendio di energia per

primavera;

il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i centri di

recupero specializzati.

0313_Orecchione Grigio

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Picc

hio

Verd

e18Specie:

Ordine:

Famiglia:

Picchio Verde Picus viridisPiciformi (Piciformes)Picidi (Picidae)

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MORFOLOGIA

colorazione delle penne è particolare e brillante: l’apice della testa è

è tipicamente zigodattilo, cioè presenta due dita rivolte in avanti e due

e specializzata per il tipo di alimentazione: presenta infatti l’osso ioideo,

DISTRIBUZIONE

In Italia è presente su tutto il territorio nazionale ma non è distribuito in

modo uniforme: è infatti assente in Sicilia, dove si è estinta, in Sardegna,

Habitat

cedui e vicini comunque a radure o ad aree erbose, pascoli e coltivi

caratterizzati da agricoltura tradizionale dove può più facilmente trovare

le risorse alimentari. Sempre più spesso frequenta ambienti antropizzati

DietaFormica, Myrmica e

Lasius

raramente cerca sotto la corteccia degli alberi.

Biologia

SEGNI DI PRESENZA

0118_Picchio Verde

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02

è caratterizzato da rapide battute alternate a fasi con ali completamente

terreno si muove a salti separati da una breve pausa in cui assume una

posizione eretta.

STATUS

disturbo venatorio rappresentano fattori di minaccia per la specie.

la presenza grazie all’osservazione dei fori tipici di accesso al nido su

A B

Tav. B: disegno di Picchio Verde

maschio accanto alla cavità

Tav. A: disegno schematico della

sezione di un nido di picchio verde

(foro di accesso di 5,6-7 cm di

diametro)

18_Picchio Verde

5/6 cm

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03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono

quindi vietate tutte le attività che possono compromettere la

salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte, come per esempio fornire fonti di

Considerando che uno dei principali segni di presenza del

Picchio verde sono i caratteristici fori sugli alberi di accesso

al nido:

i nidi possono essere utilizzati anche per il riposo durante

l’anno;

prima possibile il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i

centri di recupero specializzati.

18_Picchio Verde

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12

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Pipistrello di Savi Hypsugo saviiPipistrello Albolimbato Pipistrellus kuhliiChirotteri (Chiroptera)Vespertilionidi (Vespertilionidae)

Pipi

stre

llo d

i Sav

i e A

lbol

imba

to

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MORFOLOGIA P. DI SAVI

DISTRIBUZIONE P. DI SAVI

In Italia è presente su tutto il territorio.

Habitat

Dieta

solo in volo. In genere lascia il rifugio prima del tramonto e caccia quasi tutta la notte con

lampioni. Le prede vengono localizzate attraverso l’emissione di ultrasuoni a frequenze

Biologia

raramente uno.

MORFOLOGIA P. ALBOLIMBATO

DISTRIBUZIONE P. ALBOLIMBATO

In Italia è presente su tutto il territorio, isole comprese

Habitat

Dieta

vamente rapido e agile, intervallato da planate e da percorsi ad anello di solito in giardini,

frutteti sui corsi d’acqua, lungo le strade, intorno ai lampioni e nelle zone aperte. Si nutre

Biologia

infatti trovare in colonie di diverse decine di individui. I rifugi invernali spesso sono gli

stessi di quelli estivi ma passano il periodo più freddo in fessure nelle rocce, nei muri e in

toriscono due piccoli, raramente uno.

0112_Pipistrello di Savi e Albolimbato

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0212_Pipistrello di Savi e Albolimbato

STATUS P. DI SAVI E ALBOLIMBATO

risentono infatti dell’inquinamento ambientale, per esempio provocato dall’uso di pesticidi,

aree si passo. I principali predatori naturali per la specie sono rappresentati da Strigiformi,

Tyto alba)

ente è inquinato.

Curiosità Molte sono le credenze popolari nelle culture occidentali nate attorno ai Pipistrelli, come per esempio che si attaccano ai capelli, succhiano il sangue, sono ciechi: tutto questo non è vero e avere pipistrelli che volano vicino casa non è un segno di malaugurio né tanto meno di pericolo per l’uomo. I Pipistrelli ci aiutano a contenere il

volare attorno ai lampioni

A B

Tav. A: Pipistrello di Savi, vista dorsale.

Sotto: particolare del muso.

Tav. A: Pipistrello albolimbato, vista

dorsale. Sotto: particolare del muso.

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Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il regolamento

dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli ambienti naturali

che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le attività che possono

compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte:

se siamo appassionati speleologi, non bisogna frequentare le grotte con

gli animali in ibernazione: in inverno un brusco risveglio comporta un

grandissimo dispendio di energia per gli animali che non riusciranno così a

Forestale dello Stato (1515) oppure i centri di recupero specializzati.

0312_Pipistrello di Savi e Albolimbato

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Ramarro21Specie:

Ordine:

Famiglia:

Ramarro Lacerta bilineataSquamati (Squamata)Lacertidi (Lacertidae)

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MORFOLOGIA

La situazione tassonomica delle popolazioni di ramarri, compresa

Lacerta viridis, è piuttosto problematica e quelle italiane per ora sono

considerate come L. v. bilineatadove sarebbe presente L. v. viridis in corrispondenza probabilmente di

una fascia di ibridazione.

scuro da verde oliva a marrone, ai lati del capo e della gola è presente

una colorazione blu più o meno intenso soprattutto nella stagione

con la crescita.

DISTRIBUZIONE

Habitatradi, siepi, cespuglieti oppure prati con erba alta dal livello del mare fino

e cespuglieti, aree coltivate, filari lungo i corsi d’acqua. Si può vedere

giardini privati.

Dieta

Biologia I fattori climatici come la temperatura condizionano i tempi

sotto la gola come segno di dominanza e sono soliti difendere il territorio

da eventuali intrusi con violente aggressioni: mostrano il sottogola

azzurro e frustano l’aria con la coda. L’accoppiamento avviene tra

0121_Ramarro

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02

STATUS

tollerante alle variazioni ambientali, all’uso dei pesticidi e agli incendi.

commerciali e la morte in seguito a investimenti stradali dovuti al fatto

sull’asfalto caldo di strade poco frequentate per la regolazione della

vederla al mattino e al tramonto su rocce o muretti a prendere il sole.

21_Ramarro

A

Tav. A: disegno di uova di ramarro, mediamente hanno

una grandezza di 0,9 cm di diametro e una lunghezza

di 1,6 cm.

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NUMERI UTILI E CONTATTI

03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a

rispettare il regolamento dell’Ente scritto appositamente per

salvaguardare sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Bisogna ricordare che:

è VIETATA la raccolta degli animali, sia maschi che femmine…

questa è permessa raramente ai ricercatori solo se autorizzati

dagli Enti competenti e solo per attività di monitoraggio e

la manipolazione di tutti gli animali selvatici è

potenzialmente dannosa per gli animali stessi, provocando loro

un livello elevato di stress che può causarne a volte anche la

21_Ramarro

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25

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Rana Temporaria Rana TemporariaAnuri (Anura)Pelobatidi (Pelobatidae)

Rana

Tem

pora

ria

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MORFOLOGIA

In Italia sono presenti due sottospecie: R. t. temporaria presente su

R. t. honnorati

dito delle zampe anteriori. Nel periodo riproduttivo la gola diventa di

DISTRIBUZIONE

In Italia è presente in modo relativamente continuo nell’arco alpino mentre

Habitat

i siti riproduttivi invece predilige pozze d’alpeggio, torbiere, abbeveratoi,

Dieta

Biologia

e vicine allo zero. Nei periodi più freddi rimane nascosta nel terreno,

va da marzo a giugno, e lo sviluppo larvale avvengono in acqua. Nel

settimane. La metamorfosi viene completata generalmente in due mesi e

STATUS

alcune popolazioni risultano in declino a causa dell’inquinamento e

0125_Rana Temporaria

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dall’introduzione di Salmonidi nei torrenti utilizzati dalla specie per la

riproduzione e dalle eccessive catture sia per collezionismo sia per

adulti sono predati da serpenti, generalmente Natrix, da Uccelli come i

Corno alle Scale in zone distribuite in modo puntiforme in tutta l’area del

0225_Rana Temporaria

Tav. A: Rana temporaria, individui

con varietà di colorazioni diverse.

A

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NUMERI UTILI E CONTATTI

0325_Rana Temporaria

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a

rispettare il regolamento dell’Ente scritto appositamente per

salvaguardare sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Bisogna ricordare che:

è VIETATA la raccolta di individui di Rana Temporaria, sia

maschi che femmine e in qualunque fase del ciclo vitale…questa

è permessa raramente ai ricercatori solo se autorizzati dagli

Enti competenti e solo per attività di monitoraggio e ricerca

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Rino

lofo

Mag

gior

e e

Min

ore11

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Rinolofo Maggiore Rhinolophus ferrumequinumRinolofo Minore Rhinolophus hipposiderosChirotteri (Chiroptera)

Rhinolophidae)

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MORFOLOGIA R. MAGGIORE

DISTRIBUZIONE R. MAGGIORE

In Italia è presente su tutto il territorio, isole comprese

Habitat

mt e soprattutto con climi miti.

Dieta

di cui risulta importante l’apporto stagionale dovuto ai maggiolini (Melolonthavolte cattura le prede direttamente sul terreno e poi le consuma stando appeso ad

appigli momentanei di vario tipo. In genere lascia il rifugio all’imbrunire e caccia con

volo volteggiante lento e basso. Le prede vengono localizzate attraverso l’emissione

l’ambiente circostante muovendo la testa.

Biologia

MORFOLOGIA R. MINORE

DISTRIBUZIONE R. MINORE

In Italia è presente su tutto il territorio, isole comprese

Habitat

Dieta

volo oppure sul terreno e sui rami.

Biologia

minerarie. Il periodo degli accoppiamenti è essenzialmente l’autunno, i piccoli nascono

0111_Rinolofo Maggiore e Minore

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0211_Rinolofo Maggiore e Minore

Tav. A: Rinolofo maggiore in posizione di

riposo. Sotto: particolare della foglia nasale.

Tav. B: Rinolofo minore, in posizione di

riposo. Sotto: particolare della foglia nasale.

STATUS R. MAGGIORE E MINORE

infatti dell’inquinamento ambientale, per esempio provocato dall’uso di pesticidi, e del

disturbo nei rifugi abituali spesso provocato per ignoranza e disinformazione. I principali

(Tyto alba

Curiosità Molte sono le credenze popolari nelle culture occidentali nate attorno ai Pipistrelli, come per esempio che si attaccano ai capelli, succhiano il sangue, sono ciechi: tutto questo non è vero e avere pipistrelli che volano vicino casa non è un segno di malaugurio né tanto meno di pericolo per l’uomo. I Pipistrelli ci aiutano a contenere il

A B

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NUMERI UTILI E CONTATTI

GAL Appennino Bolognese

www.destinazioneappennino.it

Ente di gestione

per i Parchi e la Biodiversità

Emilia Orientale

Piazza XX Settembre, 1 - 40043

Marzabotto (BO)

T. 051/6701044-6254811

E. [email protected]

www.enteparchi.bo.it

Pronto Soccorso

118

Pronto Intervento

112 - 113

Corpo Forestale dello Stato

1515

CAI Bologna

T. 051/234856

Centro Tutela e Ricerca Fauna

Esotica e Selvatica Monte Adone

T. 051/847600

Parco Storico Regionale di Monte Sole

Via Porrettana Nord, 4/f -

40043 Marzabotto (BO)

T. 051/932525

[email protected]

Parco Regionale Laghi

di Suviana E Brasimone

Piazza Kennedy, 10 - 40032

Camugnano (BO)

T. 0534/46712

E. [email protected]

Parco Regionale

Corno alle Scale

Via Roma, 41 - 40042

Lizzano in Belvedere (BO)

T. 0534/51761

E. [email protected]

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il regolamento

dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli ambienti naturali

che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le attività che possono

compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte:

se siamo appassionati speleologi, non bisogna frequentare le grotte con

gli animali in ibernazione: in inverno un brusco risveglio comporta un

grandissimo dispendio di energia per gli animali che non riusciranno così a

Forestale dello Stato (1515) oppure i centri di recupero specializzati.

0311_Rinolofo Maggiore e Minore

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28

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Rosalia Alpina Rosalia alpinaColeotteri (Coleoptera)Cerambicidi (Cerambycidae)

Rosa

lia A

lpin

a

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MORFOLOGIA

Curiosità La specie ha questo nome non tanto perché è tipica dell’ambiente alpino, ma perché Linneo descrisse la specie da un campione raccolto nel 1703 e proveniente dalle Alpi, in particolare dalla valle del Tamina che oggi appartiene al Cantone di San Gallo (Svizzera). Naturalmente la distribuzione della specie non è limitata alla sola zona alpina.

DISTRIBUZIONE

Habitat

nelle quercete e nei castagneti. In genere vive in alberi malati, morti o in ceppaie.

Dieta

comprometterne lo sviluppo. Gli adulti si nutrono della linfa delle piante e di foglie.

Biologia

e non molto decomposto. Una volta terminato lo sviluppo e l’accrescimento le larve si

settembre, con un picco massimo in agosto. Una volta fuoriusciti, gli adulti si fermano in

combattono con i rivali durante il periodo degli amori.

STATUS

Questa specie è inserita tra quelle di interesse comunitario ed è protetta a livello

Cerambyx cerdo) specie però

maggiormente legata ai querceti.

0128_Rosalia Alpina

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NUMERI UTILI E CONTATTI

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02

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare sia gli

ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono quindi vietate tutte le

attività che possono compromettere la salvaguardia degli ambienti naturali e

di conseguenza delle specie che ne fanno parte.

In particolare visto che è una specie molto ricercata dai collezionisti,

bisogna ricordare che:

è VIETATA la raccolta degli individui di Rosalia alpina, sia maschi che

femmine e in qualunque fase del ciclo vitale… questa è permessa solamente

ai ricercatori solo se autorizzati dagli Enti competenti e solo per attività

28_Rosalia Alpina

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Saet

tone

Com

une20

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Saettone Comune o Colubro di Esculapio – Zamenis longissimusSquamati (Squamata)Colubridi (Colubridae)

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MORFOLOGIA

sono piatte e lisce ma quelle della parte posteriore del corpo possono

La colorazione del corpo non è molto sgargiante: negli adulti il dorso è

uniforme da grigio fulvo a vede oliva, a marrone più o meno giallastro,

tendente al giallo e al bianco. I giovani presentano un colore di fondo

presentano alternate nella parte anteriore del corpo e poi diventano linee

testa.

Curiosità Il nome comune Saettone è legato a saetta per la rapidità di movimenti di questo serpente; il nome comune Colubro di Esculapio è legato, invece, al Dio della medicina e della salute Asclepio nella tradizione

ancora oggi emblema della medicina.

DISTRIBUZIONE

Zamenis lineatus). È accertata la presenza sull’Isola d’Elba e in

Habitat

quota, altitudine oltre la quale la specie è presente solo sporadicamente e

Dieta Il Saettone caccia utilizzando la tattica dell’agguato e uccide le

sue prede per costrizione. Gli adulti possono catturare mammiferi delle

raggiungere i nidi e predare uccelli, nidiacei e uova. I giovani in genere

si nutrono di piccoli roditori e piccoli rettili. Il Saettone svolge un ruolo

importantissimo contribuendo mantenere sotto controllo le popolazioni di

specie dannose alle colture come i roditori.

Biologia ama molto le temperature elevate, nei periodi più caldi tende ad essere

oppure nascosto tra le rocce. Il periodo riproduttivo coincide con la

primavera, gli accoppiamenti avvengono tra aprile e maggio al termine di

due, si avvolgono tra loro formando veri e propri intrecci. Nel mese di luglio

sotto radici degli alberi, a volte condividendo il nido con femmine di Natrice

dal collare (Natrix natrix Hierophis ).

0120_Saettone Comune

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A

B

Tav. A: disegno della testa del

Saettone dove si possono vedere i

denti

Tav. B: maschio e femmina di

Saettone durante l’amplesso.

0220_Saettone Comune

STATUS

Il Saettone in Italia è considerato un serpente piuttosto comune e

come la riduzione degli ambienti naturali, l’urbanizzazione, l’agricoltura

numerosi predatori naturali, tra questi ricordiamo i rapaci diurni di grandi

dimensioni e i mammiferi in genere Carnivori come la Volpe (Vulpes vulpes),

Sus scrofa).

settentrionale, ma dove è stata osservata una notevole rarefazione

dell’areale.

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03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a

rispettare il regolamento dell’Ente scritto appositamente per

salvaguardare sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Bisogna ricordare che:

è VIETATA la raccolta degli animali…questa è permessa raramente

ai ricercatori solo se autorizzati dagli Enti competenti e solo

la manipolazione di tutti gli animali selvatici è

potenzialmente dannosa per gli animali stessi, provocando loro

un livello elevato di stress che può causarne a volte anche la

20_Saettone Comune

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23

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Salamandra Pezzata - Salamandra salamandraUrodeli (Urodela)Salamandridi (Salamandridae)

Sala

man

dra

Pezz

ata

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MORFOLOGIA

In Italia sono presenti due sottospecie: S.s. giglioliiS. s. salamandra

La Salamandra pezzata è il più grande urodelo italiano, facilmente

S. s. salamandra,

S. s. gigliolii. Ha il capo piccolo

una sostanza irritante utile a proteggere la pelle dalla disidratazione,

Lo stadio larvale è molto simile alla forma dell’adulto ma più piccolo e di

Curiosità Molte sono le credenze legate alle Salamandre e tra queste quella secondo cui questi animali sarebbero in grado di vivere nel fuoco: in realtà questa credenza nasce dal fatto che le Salamandre vivono il periodo più freddo dentro i tronchi e quando i ciocchi venivano messi nel caminetto, le salamandre scappavano incolumi di corsa dalle braci.

DISTRIBUZIONE

In Italia l’areale di distribuzione è ampio ma le popolazioni sono rare

assente in Sardegna e nelle altre isole minori, mentre è da confermare la

sua presenza in Sicilia.

Habitat

sottobosco umido, vicino a corsi d’acqua o stagni dove si nasconde sotto

Dieta Le larve si nutrono prevalentemente di insetti acquatici e possono

generalmente di invertebrati terrestri come larve di Insetti, in genere

Biologia

dal rifugio in genere nelle ore notturne o nelle ore diurne di giornate

rilasciano sul terreno una spermatofora, teca contenente gli spermatozoi,

completano la metamorfosi e diventano di abitudini terrestri. Spesso le

e dove quindi c’è una buona ossigenazione dell’acqua.

0123_Salamandra Pezzata

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STATUS

La Salamandra pezzata in Italia è relativamente comune solo in

alcune parti del suo areale. La principale causa di minaccia è

rappresentata dall’alterazione dell’ambiente idoneo in seguito ad

riproduzione di Salmonidi pericolosi soprattutto per le larve. La

Salamandrina

perspicillata), ma la sua presenza è molto rara e molto frammentata.

0223_Salamandra Pezzata

Tav. A: Salalmandra pezzata,

individui con varietà di

colorazioni diverse.

A

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23_Salamandra Pezzata 03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a

rispettare il regolamento dell’Ente scritto appositamente per

salvaguardare sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Bisogna ricordare anche che:

è VIETATA la raccolta di individui di Salamandra pezzata, sia

maschi che femmine e in qualunque fase del ciclo vitale…questa

è permessa raramente ai ricercatori solo se autorizzati dagli

Enti competenti e solo per attività di monitoraggio e ricerca

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Succiacapre16Specie:

Ordine:

Famiglia:

Succiacapre Caprimulgus europaeusCaprimulgiformi (Caprimulgiformes)Caprimulgidi (Caprimulgidae)

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MORFOLOGIA

sottospecie: C. e. europaeus C. e. meridionalis

il maggior numero di insetti possibile cattura resa ancora più facile dal

grandi e posizionati ai lati della testa in modo da avere un campo visivo

Curiosità Nella tradizione popolare si racconta che il Succiacapre succhi il latte degli animali al pascolo (lo stesso Plinio lo descrive come un uccello che entra negli ovili dove si attacca alle mammelle delle capre per succhiarne il latte: le mammelle così si seccano e le capre diventano cieche): questa credenza è legata al fatto che i Succiacapre venivano visti spesso quando gli animali rientravano nelle stalle, non tanto perché attratti dal latte ma dagli insetti che volano attorno agli animali.

DISTRIBUZIONE

Salento, zone caratterizzate da scarsa copertura arborea. Non ci sono

estendersi nella zona meridionale della penisola.

Habitat Il Succiacapre è presente sui versanti collinari soleggiati, tra i

di sottobosco e cespugli, spesso interrotti da radure, e vicini a zone

coltivate, prati o incolti.

Dieta Il Succiacapre si nutre prevalentemente di Insetti, come farfalle,

facilitare la cattura degli insetti in volo.

Biologia Il Succiacapre è una specie migratrice regolare nel periodo

e svernante irregolare. È una specie di abitudini crepuscolari e notturne,

caratterizzata da un volo leggero spesso eseguito a zig zag con

SEGNI DI PRESENZA

È possibile individuare la presenza del Succiacapre grazie al canto

ricordano il motore di un motorino in lontananza. Spesso gli individui

movimenti sono irregolari e adatti a catturare gli insetti con virate, planate

0116_Succiacapre

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02

STATUS

meridionali del suo areale di distribuzione. La presenza della specie

è infatti minacciata dall’uso di pesticidi, dalla riduzione degli ambienti

idonei, dal disturbo al nido e, non ultima, dalla realizzazione di centrali

osservato regolarmente in bassa Val Dardagna.

16_Succiacapre

A

Tav. A: disegno di un Succiacapre

mentre caccia in volo alcuni insetti.

Il Succiacapre ha un’apertura alare

media di 90-100 cm

Tav. B: silhouette del Succiacapre

sia posato che in volo

B

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03

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova all’interno di un Parco è tenuto a rispettare il

regolamento dell’Ente scritto appositamente per salvaguardare

sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi. Sono

quindi vietate tutte le attività che possono compromettere la

salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte, come per esempio fornire fonti di

Considerando che una delle minacce per il Succiacapre è il

possibile il Corpo Forestale dello Stato (1515) oppure i centri

di recupero specializzati.

16_Succiacapre

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24

Specie:

Ordine:

Famiglia:

Tritone Alpestre Mesotriton alpestrisUrodeli (Urodela)Salamandridi (Salamandridae)

Trito

ne A

lpes

tre

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MORFOLOGIA

In Italia sono presenti tre sottospecie distinte: M. a. alpestrisM. a. apuanus

M. a. inexpectatus sulla Catena Costiera in Calabria.

a rosso scuro sul ventre a volte punteggiato di nero soprattutto a livello

punti neri e delimitata inferiormente da una striscia azzurra. La femmina,

sono caratterizzati da una coda più sviluppata, testa più slargata e un

regredite. Gli adulti presentano una fase acquatica e una terrestre: nella

DISTRIBUZIONE

In Italia è presente con popolazioni distribuite sull’arco alpino e lungo la

catena appenninica dove è considerato relitto glaciale.

Habitat

morti, tra le radici degli alberi.

Dieta

Biologia Il Tritone alpestre è in genere attivo di notte sia nella fase

inattivi a terra o in acqua. L’accoppiamento avviene in acqua e, dopo un

0124_Tritone Alpestre

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STATUS

Il Tritone alpestre è una specie protetta a livello nazionale e

internazionale. I principali fattori di minaccia sono la distruzione e

l’alterazione degli ambienti idonei e l’immissione di Salmonidi predatori

della specie in tutte le sue forme: la distribuzione è infatti fortemente

Natrix, Uccelli

alle Scale.

Lissotriton

vulgaris), ed il Tritone Crestato (Triturus carnifex).

0224_Tritone Alpestre

Tav. A: Tritone alpestre: individui

con varietà di colorazioni diverse

A

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NUMERI UTILI E CONTATTI

0324_Tritone Alpestre

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a

rispettare il regolamento dell’Ente scritto appositamente per

salvaguardare sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Bisogna ricordare che:

è VIETATA la raccolta di individui di Tritone Alpestre, sia

maschi che femmine e in qualunque fase del ciclo vitale…questa

è permessa raramente ai ricercatori solo se autorizzati dagli

Enti competenti e solo per attività di monitoraggio e ricerca

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Vipe

ra C

omun

e19Specie:

Ordine:

Famiglia:

Vipera Comune Vipera aspisSquamati (Squamata)Viperidi (Viperidae)

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MORFOLOGIA

In Italia sono presenti tre sottospecie: V. a. aspisV. a. francisciredi

V. a. hugyi da Napoli in

forma e la disposizione delle bande nere sul dorso variano in base

maggiore con il colore di fondo. Non sono rari fenomeni di melanismo.

Spesso la Vipera può essere confusa con altre specie di serpenti come il

Colubro Liscio (Coronella austriaca)

Curiosità Il nome comune Aspide si riferisce al nome della specie, appunto Vipera aspis. Nella tradizione l’aspide è considerato l’ultimo nato e il più velenoso a cui anche la femmina cercherebbe di sfuggire, partorendo in un punto rialzato. In realtà le Vipere partoriscono a terra. Si crede anche

ad essere molto costoso, le Vipere non sono fatte gomma e l’impatto con il terreno sarebbe mortale.

DISTRIBUZIONE

Habitat

boscaglie, arbusteti, pietraie. Spesso si può trovare vicino a ruscelli e

pozze d’acqua.

Dieta I giovani si cibano di altri piccoli rettili, generalmente lucertole,

mentre gli adulti predano principalmente micromammiferi in particolare

esclusivamente per cibarsi e solo quando è indispensabile: il veleno

infatti viene prodotto con un grande dispendio di energia e quindi non

viene sprecato tanto meno mordendo l’uomo. Una volta morsa, la preda

cerca di allontanarsi il più possibile ma la Vipera riesce a seguirne la

importantissimo contribuendo a mantenere sotto controllo le popolazioni

di animali dannosi alle colture come i roditori.

Curiosità tossine, è prodotto da due ghiandole poste nella parte posteriore della testa che sono collegate a due denti veleniferi posti a loro volta nella parte anteriore della mandibola superiore (Tav. A)Biologia

testa e la prima parte del corpo: questo comportamento è un segnale di

avvertimento proprio per evitare di mordere. È più attiva al mattino e alla

la vegetazione.

0119_Vipera Comune

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02

La specie è ovovivipara: le uova non vengono deposte ma trattenute nel

STATUS

La Vipera in Italia presenta una distribuzione molto ampia ed è localmente

dell’uomo, spesso a vista, costituiscono un altro fattore di minaccia

importante per la specie e spesso legate a comportamenti culturali

(Aquila chrysaetos Buteo buteo), mentre sembra essere in

(Hierophis ) ed il Cervone (Elaphe quatuorlineata).

19_Vipera Comune

A B

Tav. A: disegno della testa della

vipera dove si possono vedere i

denti veleniferi.

Tav. B: particolare e sezione di

uno dei denti del veleno.

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GAL Appennino Bolognese

www.destinazioneappennino.it

Ente di gestione

per i Parchi e la Biodiversità

Emilia Orientale

Piazza XX Settembre, 1 - 40043

Marzabotto (BO)

T. 051/6701044-6254811

E. [email protected]

www.enteparchi.bo.it

Pronto Soccorso

118

Pronto Intervento

112 - 113

Corpo Forestale dello Stato

1515

CAI Bologna

T. 051/234856

Centro Tutela e Ricerca Fauna

Esotica e Selvatica Monte Adone

T. 051/847600

Parco Storico Regionale di Monte Sole

Via Porrettana Nord, 4/f -

40043 Marzabotto (BO)

T. 051/932525

E.culturastoria.montesole@enteparchi.

bo.it

Parco Regionale Laghi

di Suviana E Brasimone

Piazza Kennedy, 10 - 40032

Camugnano (BO)

T. 0534/46712

E. [email protected]

Parco Regionale Corno alle Scale

Via Roma, 41 - 40042

Lizzano in Belvedere (BO)

T. 0534/51761

E. [email protected]

NUMERI UTILI E CONTATTI

0319_Vipera Comune

REGOLE DI COMPORTAMENTO

Chi si trova comunque all’interno di un Parco è tenuto a

rispettare il regolamento dell’Ente scritto appositamente per

salvaguardare sia gli ambienti naturali che i visitatori stessi.

Sono quindi vietate tutte le attività che possono compromettere

la salvaguardia degli ambienti naturali e di conseguenza delle

specie che ne fanno parte.

Se avvistiamo una Vipera dobbiamo MANTENERE LA CALMA e RIMANERE

FERMI: è un animale schivo e si allontanerà da sola perché

la Vipera attacca solo per difesa o quando viene disturbata.

Durante le escursioni in luoghi dove è possibile incontrare la

Vipera ricordiamoci di:

indossare un abbigliamento adeguato come per esempio pantaloni

lunghi;

fare attenzione a mettere la mani nei cespugli, l’erba alta o

tra le pietre;

battere a terra con un bastone: la Vipera non ha un buon udito

ma percepisce bene le vibrazioni.

In caso di morso di una Vipera cerchiamo di rimanere calmi

il più possibile e di CONTATTARE SUBITO IL 118 e comunque

raggiungere il più vicino Pronto Soccorso.