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DM aprile 2009 72 SPECIALE EXPO 2015 ROBOTICS AND THE CITY Il 28 aprile 1906 il capoluogo lombardo inaugura la sua prima Esposizione Universale. Milano si presenta al mondo come metropoli tecnologica con un Robot gigante che accoglie i visitatori nei vecchi spazi della Fiera di Giuseppe Mariggiò A un secolo di distanza, nell’era della conver- genza, dell’innovazione tecnologica a 360 gradi, delle nanotecnologie, dell’automazione avanza- ta e della robotica, con quale immagine Milano si presenterà al mondo? E che cosa lascerà a Mi- lano, l’Expo nel 2016? Non possiamo rispondere alla prima doman- da, ma ci poniamo il problema di trovare le ri- sposte alla seconda. Confermati i finanziamenti da parte del Governo (sono arrivati 8,5 miliardi di euro, ne mancano 2,5) per la parte riguardante le opere essen- ziali e l’impegno a reperire tutti i fondi che ancora mancano sul- le opere connesse che saranno concluse entro settembre 2014, il Sindaco e Commissario Straordinario per Expo, Letizia Moratti dichiara che l’accordo quadro di sviluppo «verrà firmato entro giugno dalla Regione Lombardia, dal Commissario e dalla Società di gestione Expo» e prevedrà l’identifi- cazione di una vasta serie di progetti e di azioni articolate in 9 ambiti: valorizzazione turistica e offerta culturale; interventi a favore del capitale umano; assetto ambientale e idrogeologico; as- setto e valorizzazione del sistema rurale e agro- alimentare; sviluppo e riqualificazione territoriale; interventi stra- ordinari di assistenza sanitaria; interventi straordinari in tema di sicurezza; interventi straordinari nell’ambito dei servizi di pubbli- Fiorella Operto co-fondatrice della Scuola di Robotica di Genova

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ROBOTICSAND THE CITY

Il 28 aprile 1906 il capoluogo lombardo inaugura la sua prima Esposizione Universale. Milano si presenta al mondo come metropoli tecnologica con un Robot

gigante che accoglie i visitatori nei vecchi spazi della Fieradi Giuseppe Mariggiò

A un secolo di distanza, nell’era della conver-

genza, dell’innovazione tecnologica a 360 gradi,

delle nanotecnologie, dell’automazione avanza-

ta e della robotica, con quale immagine Milano

si presenterà al mondo? E che cosa lascerà a Mi-

lano, l’Expo nel 2016?

Non possiamo rispondere alla prima doman-

da, ma ci poniamo il problema di trovare le ri-

sposte alla seconda. Confermati i fi nanziamenti

da parte del Governo (sono arrivati 8,5 miliardi

di euro, ne mancano 2,5) per la parte riguardante le opere essen-

ziali e l’impegno a reperire tutti i fondi che ancora mancano sul-

le opere connesse che saranno concluse entro settembre 2014, il

Sindaco e Commissario Straordinario per Expo,

Letizia Moratti dichiara che l’accordo quadro

di sviluppo «verrà fi rmato entro giugno dalla

Regione Lombardia, dal Commissario e dalla

Società di gestione Expo» e prevedrà l’identifi -

cazione di una vasta serie di progetti e di azioni

articolate in 9 ambiti: valorizzazione turistica e

offerta culturale; interventi a favore del capitale

umano; assetto ambientale e idrogeologico; as-

setto e valorizzazione del sistema rurale e agro-

alimentare; sviluppo e riqualifi cazione territoriale; interventi stra-

ordinari di assistenza sanitaria; interventi straordinari in tema di

sicurezza; interventi straordinari nell’ambito dei servizi di pubbli-

Fiorella Operto co-fondatricedella Scuola di Robotica di Genova

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ca utilità oltre naturalmente alle infrastrutture per l’accessibilità».

La Milano del 2015 - assicurano da Palazzo Marino - si presenterà

al mondo come una delle metropoli più innovative sul piano della

progettazione urbanistica e dell’organizzazione degli spazi urbani.

Tra gli Expo-entusiasti e gli Expo-scettici, c’è chi - però - punta

il dito sul rischio dell’affarismo.

Ma Letizia Moratti, a margine della Mobility Conference, assicura:

«Nel nostro Paese è meglio che prevalga la politica dei sì piuttosto

che quella dei no. I sì si possono costruire insieme attraverso percorsi

diversi e soprattutto attraverso il dialogo e l’ascolto, ma in un mo-

mento in cui c’è crisi non ci possiamo permettere la politica dei no».

Sostenibilità, bellezza ed equità sociale dovrebbero essere le

tre parole chiave su cui si gioca la scommessa dell’Expo che do-

vrebbe far emergere le affi nità globali positive, quelle che han-

no fecondato per anni la nostra cultura umanistica e che, oggi,

grazie alla tecnologia avanzata possono costituire la base di

una nuova rinascita economica.

«Le nostre città europee sono belle, ma invecchiate male – ci

spiega Fiorella Operto, co-fondatrice della Scuola di Robotica di Genova –. Per migliorare la qualità della nostra vita, per assicu-

rare che lo sviluppo degli agglomerati urbani non si modelli sugli

sprawl di altri continenti, ovvero sul caotico formarsi di inverosi-

mili continuità antropizzate che collegano le città, ci vuole corag-

gio, una buona dose di onestà e l’impalpabile senso della bellezza».

Fiorella Operto propone un nuovo corso in salsa mediterra-

nea: «Se solo volessimo, come nazione, impegnarci nella risiste-

mazione delle infrastrutture di base che costituiscono lo schele-

tro e il sistema vascolare dei nostri agglomerati, probabilmente

daremmo vita a un grande New Deal: piena occupazione, riqua-

lifi cazione di aree, di acque e rivalutazione del paesaggio; elimi-

nazione di eco mostri e riorganizzazione di centri urbani; ridefi -

nizione del sistema dei trasporti, e così via. In una parola, il sogno

dell’ingegnere. Diciamo di proposito ingegnere e non architetto,

poiché siamo qui a immaginare come l’automazione e la robotica

potrebbero essere super impiegate per rinnovare le nostre città.

E immaginare la vasta area metropolitana di Milano in occa-

sione dell’Expo 2015».

Razionalità, progettazione, organizzazione e soprattutto cono-

scenza del territorio sono gli asset fondamentali per non arrivare

all’appuntamento del 2015 con il solito affanno da “miracolo ita-

liano”. Ridisegnare lo skyline della città signifi ca non solo utiliz-

zare sistemi avanzati di progettazione per “grattacieli sbilenchi”,

ma utilizzare anche metodi e strumenti avanzati nella messa a

cantiere delle opere.

«I recenti sviluppi nel campo delle tecnologie per la raccolta e

il processing dei dati ambientali e la mappatura come i veicoli un-

manned per transetti precisi, la fotogrammetria da satellite, i video

mosaicking – precisa Fiorella Operto – permettono una descrizio-

ne accurata delle terre e delle mappe urbane, e una sempre mag-

giore precisione per quanto riguarda, per esempio, la conoscen-

za dei fondali marini».

Le acque interessano l’area urbana di Milano (AUM) per quanto

riguarda le risorse idriche e i fi umi presenti, il bacino del Po, fi no a

Venezia e all’Adriatico.

«Se immaginiamo di rafforzare le attività svolte dall’Autorità del

Bacino del Po, occorrerebbe investire in robotica marina per tutto

ciò che riguarda il monitoraggio dei parametri del fi ume». Non solo.

«I dati raccolti possono essere inviati in tempo reale alle centrali di

controllo per i dovuti, anche immediati, interventi. Cluster di robot

mobili autonomi potrebbero essere a disposizione, e costantemente

al lavoro per la stabilizzazione del letto del fi ume; per la purifi cazio-

ne delle acque; per il rinsaldamento degli argini. Anche il sistema

delle chiuse dei Navigli potrebbe essere completamente automa-

tizzato. Un sistema globale di controllo e gestione delle irrigazioni

agricole risparmierebbe tonnellate di acqua del Po e garantirebbe

un notevole risparmio energetico. Si potrebbero prevedere inoltre

miniaree di protezione ecologica che garantiscono quelle biodiversi-

tà in via di sparizione».

«Bisogna immaginare come automazione e robotica potrebberoessere super impiegate per rinnovare le città»

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PROGETTAZIONE INNOVAZIONE

ED ECOSOSTENIBILITÀI grandi progetti in ambito Aec (Architectural engineering e construction), ma in una certa

misura anche quelli di piccola entità, richiedono un approccio progettualeorientato al processo e non solo al prodotto da realizzare.

Una bella sfi da che vede coinvolti enti pubblici, architetti, ingegneri, imprese edili,aziende produttrici di mobili e, non ultimo, operatori

nell’ambito della domotica di Massimo Fucci

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un più marcato impulso dall’attuale crisi eco-nomica (ironia della sorte) e dalle buone in-tenzioni, nonché dai programmi di sviluppo economico declamati da Barack Obama, che per dare fi ato all’economia ha puntato ad at-tività di medio lungo respiro che hanno come denominatore comune il concetto di green.

L’OPPORTUNITÀ DELL’EXPOIn quest’ottica l’Expo 2015 di Milano (www.milanoexpo-2015.com) rappresenta un’op-portunità per il territorio milanese: una sfi -da diffi cile che deve confrontarsi, tra i mol-ti temi, con la sostenibilità degli interventi

stessi. Si potrà vincere questa sfi da usando tecnologie di progettazione che permettano di simulare gli interventi e di valutarne l’im-patto condividendo le informazioni con le amministrazioni e la popolazione per capire come cantieri, edifi ci e soprattutto viabilitàpossano essere resi meno onerosi nei con-fronti della vivibilità di questa splendida città.

«Sfruttando procedure di progetto Mo-

del based – evidenzia Gianluca Ni-cholas Lange, business unit salesmanager Building Solutions di Au-todesk Italia (www.autodesk.it) –quali il Building information mo-deling (Bim) di Autodesk Revit, Ci-vil 3D e Navisworks, si potrà velo-cizzare l’iter di progetto creando eco-nomie interne alla progettazione einoltre sarà possibile: misurare eprevedere i consumi energetici de-gli interventi; ottimizzare l’approv-vigionamento e la logistica dei ma-teriali durante le fasi di costruzio-ne; misurare come le opere previste impatteranno l’ambiente (acustica,

visivo, ...); misurare l’impatto dei cantieri sulla viabilità».

Una metodologia già applicata dallo stu-dio Gritti Architetti (www.studiogritti.it),che ha realizzato una coppia di edifi ci di clas-se A nella periferia di Bergamo utilizzando Revit per la stesura degli elaborati, secondo gli standard dettati da CasaClima (www.agenziacasaclima.it), un sistema che prevede la progettazione di edifi ci ecologicamenteeffi cienti per ottenere signifi cativi risparmi energetici e che si può riassumere nell’affer-mazione di Norbert Lantschner: «Casa-Clima semina sostenibilità e fa crescere l’ef-fi cienza energetica, il benessere e le costru-zioni ecologiche. Al centro c’è la persona con il suo desiderio di vivere in un ambiente sa-no, confortevole e che non spreca risorse. Il

certifi cato energetico è il sigillo del bene ed è il primo passo verso la vera sostenibilità».

PROGETTAZIONE ED EFFICIENZA ENERGETICAUna delle particolarità della progettazione ad alta effi cienza energetica è la necessità di defi -nire in maniera accurata e in fase di progetto tutti i particolari costruttivi, in modo da poter-

n un clima di incertezza, caratte-rizzato da recessione, tra tante vi-sioni a tinte fosche dovremmo abi-

tuarci a riconoscere quali possono essere gli elementi positivi, su cui po-ter far leva, per aggiungere una buo-na sfumatura di rosa sullo scenario che ci aspetta nel prossimo futuro.

A tal proposito la rifl essione cade sulla parola “convergenza”, che per un po’ è stata il leitmotiv dei media e delle attività quotidiane di chi si occu-pa a vari livelli di informatica, sia per questioni professionali, sia per que-stioni personali legate agli hobby e al tempo libero, dovuta essenzialmentealla “resa in digitale” di tutto ciò che si trat-ta, dai testi alle immagini, ai video e così via.

La convergenza è un concetto che nel tem-po è stato ampiamente superato in termini di esposizione dal tormentone dell’innova-zione, quasi che, quest’ultima sembri essereuna controparte e non un rafforzativo della convergenza stessa. Infatti, il binomio “con-vergenza e innovazione”, se considerato co-me un tutt’uno, ci pone in un percorso in cui convivono quanto già realizzato nel passato (magari in maniera disordinata, ma con pun-te di eccellenza) e ciò che può essere realiz-zato applicando una metodologia innovativa, e se a ciò aggiungiamo l’obiettivo di attuare un progresso ecosostenibile, il gioco è fatto.

La convergenza fornisce, tra l’altro, un ul-teriore benefi co effetto, poiché è possibile

non solo tra diverse tecnologie, ma anche tra tecnologie, etica e coscienza comune. Un magico incrocio, che di recente, è diventato un asset immateriale e globale che poco si è sviluppato dopo più di un trentennio di atti-vità di Greenpeace e di organizzazioni che da sempre sostengono uno sviluppo di attività eque e solidali a tutto vantaggio dell’ambien-te e del globo terracqueo, ma che ha avuto

Nicholas Lange business unit sales managerBuilding Solutions di Autodesk Italia

L’Expo è un’opportunità: una sfi da diffi cile che deve confrontarsianche con la sostenibilità degli interventi

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ne studiare meticolosamente gli effetti. Infatti, la progettazione di una se-

rie di edifi ci interconnessi richiede la presenza di una modellazione tri-dimensionale in grado di fare da ar-chitettura di riferimento per la ge-stione intelligente di spazi, impianti traguardati a funzionalità e destina-zione d’uso. A tutto ciò si aggiungeche quanto sviluppato dovrà poi esse-re realizzato in maniera tale da risul-tare ecosostenibile.

«Il valore aggiunto di un software come Revit – continua Lange – con-siste nell’integrare tutte le compo-nenti dell’edifi cio, o di una serie diedifi ci, in un unico modello, consentendo di contenere i costi e i tempi di progettazione e riducendo a zero errori e incoerenze fra le va-rie tavole. Un ulteriore importante vantaggio offerto da Revit è dato dalla possibilità di ve-rifi care l’irraggiamento solare dell’edifi cio nei diversi periodi dell’anno, permettendo così di posizionare correttamente pannelli e scherma-ture, sfruttandone al massimo la capacità sia di produrre energia che di proteggere l’edifi cio durante l’estate».

RINNOVAMENTO URBANISTICOE SICUREZZAL’Expo 2015 sarà occasione per strategie dirinnovamento urbanistico e, dunque, i proget-tisti e i planners avranno bisogno di verifi care le loro ipotesi di assetto del territorio con mo-

delli di simulazione del sistema urbano basati su tutta l’informazione geografi ca disponibile: dalle reti di trasporto ai dati catastali, dai piani territoriali alle cartografi e ambientali. La stes-sa esigenza di sintesi di sorgenti informative si avrà, durante l’Expo 2015, per la gestione della sicurezza. Le cartografi e utilizzate per la pro-gettazione forniranno il contesto spaziale per le sale di comando e controllo per le operazio-

ni di public safety e security nelle quali verrà operata la “fusione” dei dati provenienti dalle reti di telecamere e sensori delle aree dell’Expo 2015 e dove saranno coordinate le operazioni di prevenzione, di intervento o di soccorso.

Questo requisito di sintesi informativa mul-tisorgente deve costruire un sistema di decision support system con capacità di gestione real ti-me di “risorse” sul campo. Una funzionalità che può essere implementata utilizzando soluzio-ni targate Intergraph (www.intergraph.com) per il Geospatial intelligence management, per le utilities e per la public safety e security.

«La piattaforma GeoMedia – afferma An-

drea Fiduccia, project manager security,government & infrastructure di Intergra-ph Italy LLC – offre gli ambienti di produ-zione, integrazione, consultazione e analisi dei dati geografi ci/cartografi ci di riferimento e le tecnologie di condivisione degli stessi basatesu Web services (spatial data infrastructures, ndr). La famiglia software G/Technology per le reti tecnologiche (acquedotti, fognature,

reti elettriche e di telecomunicazio-ni) supporta pienamente la gestione degli asset da parte di una pluralità di centri territoriali connessi in rete, inoltre costituisce un valido supporto alle squadre di manutenzione dotate di terminali mobili».

Difatti, le soluzioni Intergraph I/CAD (Computer Aided Dispatch) eI/Security Framework consentono di realizzare sale controllo e sistemi di sicurezza per la protezione delle infra-strutture critiche in grado di operare in architetture Web con cui è possi-bile interagire con terminali mobili. L’esperienza maturata da Intergraph in

questa direzione è suffragata dall’utilizzo della sua piattaforma GeoMedia da parte dell’Isti-tuto Geografi co Militare Italiano (Igmi), per integrare e validare tutte le informazioni geo-grafi che disponibili a supporto della sicurezza dei Giochi Olimpici Invernali di Torino del 2006. Sempre nel 2006, grazie alla tecnologia Intergraph, è stato sviluppato il progetto ser-vingo, che ha permesso di realizzare un sistema di supporto alla logistica e al turismo nel con-testo del Campionato Mondiale di Calcio in Germania. «servingo – aggiunge Fiduccia – è sostanzialmente un geoportale target-group-oriented con funzionalità fruibili anche a di-spositivi mobili per la condivisione di infor-mazioni di varia natura: logistiche, percorsi, informazioni turistiche e, ovviamente, conte-nuti multimediali relativi agli eventi sportivi».

La tecnologia Intergraph ha supportato la gestione della sicurezza nei Giochi Olimpici di Pechino 2008, mentre I/CAD è stata lasoluzione utilizzata dall’Offi ce of Unifi ed Communications (Ouc) a Washington D.C. per le operazioni 911 (il numero del pronto intervento negli Usa) durante la cerimonia di insediamento del presidente americano Ba-rack Obama. L’elevata effi cienza del sistema

La progettazione di una serie di edifi ci interconnessi richiedeuna modellazione tridimensionale

Flavio Andreatta amministratore unicodi Nemetschek Italia

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ha consentito di gestire le circa 6mila chiama-te di emergenza pervenute alla Centrale con un tempo medio di risposta (e di dispatchingdelle forze sul campo) di cinque secondi».

PROGETTAZIONE INTEGRATAIntegrare l’intero processo di progettazione, per poter costantemente monitorare e verifi -care gli aspetti di impatto, sostenibilità e co-sto, nella stesura della prima idea come nelle successive fasi di affi namento del progetto, fi -no alla sua realizzazione, rappresenta sicura-mente un approccio vincente sia sotto il pro-fi lo della qualità del risultato che sotto quello

della precisione e velocità di sviluppo del pro-getto stesso, con innegabili risparmi sui costi di progettazione e di realizzazione dell’opera.

«La tecnologia può supportare questo pro-cesso – illustra Flavio Andreatta, ammini-stratore unico di Nemetschek Italia (www.nemetschek.it) – e deve mettere in grado il pro-gettista di poter lavorare su un unico modello tridimensionale, capace di fornire le corrette informazioni e sul quale effettuare tutte le ve-rifi che necessarie, relative a tutti e tre gli aspetti, in ogni fase del progetto».

Le soluzioni software di Nemet-schek permettono di rispondere inmodo ottimale grazie alla soluzioneAllplan (una piattaforma per il Buil-ding information modelling) che in-tegra la parte di progettazione dagli schizzi all’esecutivo, con la funziona-lità di presentazione quali il rende-ring, i fi lmati e le simulazioni di im-patto paesistico. Inoltre, oggi, i costi sono costantemente monitorati gra-zie alla metodologia Design2Cost im-plementata, nonché la simulazione del comportamento energetico gra-zie alle funzionalità di AX-Energia.

Nella realizzazione della scuola elementa-re a Quinto Vicentino, lo studio Gianluca

Perottoni Architetto & Group (www.pe-rottoni.com) ha potuto sviluppare il proget-to in dialogo continuo con la committenza, realizzando un progetto innovativo, rispon-dente a norme rigide e criteri di risparmioenergetico, grazie alle numerose funzioni di Allplan Bim. La comunicazione, quindi, è al centro dell’attenzione, e l’Expo 2015 sarà un’importante occasione per mettere alla prova le capacità di dialogo tra il project management della committenza, le società di engineering e di progettazione e i grandi contractor italiani. Per raggiungere obiet-tivi di qualità in ambito architettonico, am-

bientale ed economico, sarà fondamentalestabilire uno schema di lavoro che vede tutti gli attori giocare una partita aperta e con-divisa nella quale le molteplici competen-ze devono utilizzare un linguaggio comune.

«A questo proposito, Milano – stigmatiz-za Giovanni Marani, amministratore de-legato di STR (www.str.it) dovrà dimostra-re tutta la capacità italiana di gestire le com-plessità programmatiche (requisito impatto),

progettuali (ecosostenibilità) e realizzative(costi). Grazie a soluzioni all’avanguardia co-me STR Vision, la prima piattaforma gestio-nale Web oriented per il settore delle costru-zioni, STR si candida quale partner autore-vole e qualifi cato per supportare gli operatori in questa grande sfi da del futuro».

Grazie alla tecnologia Soa e alla possibilità di lavorare via Web, con STR Vision la distan-za fra committente, studio di progettazione e cantiere non esiste più e il controllo dell’inte-ro processo di realizzazione di progetti com-plessi si semplifi ca, riducendo i tempi e i costi.

«Più che elencare ciò che è stato fatto nel

tempo da STR, infatti in 20 anni siamo di-ventati leader nel settore delle soluzioni in-formatiche per le imprese e i professionisti in ambito edile e impiantistico, vogliamo guar-dare al futuro – aggiunge Marani –. Molte delle più importanti imprese di costruzioni generali italiane sono clienti STR, così come lo sono le principali società di progettazione e tante grandi amministrazioni territoriali, Co-mune di Milano in testa. Per questo credia-

mo che l’Expo 2015 sarà per STR la storia di successo dei prossimi anni».

USO DI UN MODELLOMULTIDISCIPLINARELa sostenibilità, quindi, non è un tema da affrontare attraverso un approccio monodirezionale, ma occorre mettere in campo un sistema multidisciplinare che mantenga inalterata la vigilanza e il controllo di tutte le variabili in gioco.

«Data l’ampiezza, la complessità el’interrelazione degli argomenti incausa – sottolinea Giuseppe Co-lucciello, industry sales directorbuilding di Bentley Systems Italia (www.bentley.com) – Bentley può fare

molto per fornire soluzioni software, prodotti e servizi volti a migliorare la produttività e la

Integrare l’intero processo di progettazione, per poter monitorare l’impatto, la sostenibilità e il costo

Giovanni Marani amministratoredelegato di STR

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qualità del lavoro lungo l’intero per-corso del ciclo creativo, dalla proget-tazione e alla costruzione e alla manu-tenzione di edifi ci e infrastrutture. Gli strumenti software adottati propon-gono un approccio avanzato basato su di un sistema integrato (Bim) in grado di controllare sia il processo di crea-zione del progetto, sia di tutti i dati e delle informazioni a esso relative». I migliori risultati si ottengono quan-do si attua non un semplice approccio legato ai dati grafi ci Cad, ma l’auto-mazione di tutte le informazioni utiliper la generazione dei disegni e dei report associati.

«Le informazioni – continua Colucciello – possono essere condivise da tutto il team in modo da eliminare duplicazioni, ridondan-ze e perdite accidentali dei dati utilizzando piattaforme di collaborazione, come Bentley ProjectWise. Inoltre, grazie a Generative Com-ponents, si possono raggiungere risultati ec-cellenti nell’area della progettazione para-metrica associativa inserendo nel progetto forme libere, studio di materiali altamente innovativi e la possibilità di calcolare una serie infi nita di ipotesi e di versioni proget-tuali anche per gli edifici più complessi».

Nello specifi co, Bentley, per soddisfare la domanda sempre più crescente di edifi ci a bassissimo impatto ambientale, provvedeanche a fornire soluzioni nel campo della simulazione e calcolo energetico (Building

Performance) grazie alla possibilità di de-terminare in via preventiva e accurata le emissioni di CO2, i costi operativi e il gradodi comfort abitativo. «Così siamo in grado di mettere a disposizione di architetti, inge-gneri ed energy manager – conclude Coluc-ciello – strumenti formidabili per proget-tare, analizzare e simulare sistemi completi per il controllo dell’energia negli edifi ci».

Le nuove applicazioni Bentley – frutto direcenti acquisizioni e partnership, quali He-vacomp e Tas – consentono il calcolo e le si-mulazioni più adeguate per il carico dell’edi-fi cio, dell’energia degli impianti e per le si-mulazioni termiche. Il portfolio di offerta comprende, inoltre, moduli specifi ci anche per l’ottimizzazione degli impianti idraulici e di condizionamento. Diversamente dalle ap-plicazioni di ingegneria meccanica sul mer-cato, il software è in grado di integrare per-fettamente le attività di progettazione e l’ana-lisi ingegneristica proprie dei progetti più complessi, in un unico ambiente operativo.

ECOSOSTENIBILITÀ E DOMOTICAIl ciclo si chiude quando l’ecosostenibilitàriguarda anche i criteri di progettazione e realizzazione della componentistica contenu-ta all’interno degli edifi ci. In questo caso la domotica e l’utilizzo di materiali verdi rivol-ti al risparmio energetico e alla salvaguardia dell’ambiente, rappresentano, senza dubbio, un elemento imprescindibile sul quale fare

leva per dare un certo impulso allo sviluppo. Attuare una politica e unastrategia aziendale rivolta al green eall’ecosostenibilità, tra l’altro, pagaanche a livello economico. Un esem-pio di eccellenza è fornito da una re-altà umbra: la società Tarkett (www.tarkett.com) di Narni, che da tempo produce linoleum ecologico. Un’idea sviluppata anche grazie alla vision ealla tenacia dell’amministratore de-legato, Giuseppe Cioffi che, nel-l’ambito del convegno sull’innovazio-ne organizzato a Perugia da Soluzio-nImpresa (www.soluzionimpresa.it) in collaborazione con il Club per la

Ricerca e l’Innovazione dell’Unione In-dustriali di Perugia (www.confi ndustria.pe-rugia.it), nel raccontare la sua avventura indu-striale ha dichiarato: «La scelta di sviluppare prodotti ecosostenibili ha rappresentato per noi un plus sia economico sia etico. Infatti, da un lato, in alcuni Paesi quali la Svezia, buona parte del mercato ci ha scelto come fornitori di riferimento grazie alle spiccate caratteri-stiche green del nostro portafoglio prodotti, dall’altro le commesse acquisite ci consento-no, in questo momento così delicato, di go-dere di buona salute economica e quindi di non mettere in atto programmi di cassa inte-grazione. Nel contempo, la nostra produzio-ne “verde” ci permette di supportare l’econo-mia di un Paese come il Bangladesh, di cui sia-mo i maggiori importatori di fi bre naturali».

Un bell’esempio di ecosostenibilità, con-vergenza, innovazione, tecnologia ed etica,il pokerissimo su cui puntare per poter su-perare momenti di congiuntura non pro-prio favorevole e da mettere sul tavolo nella programmazione della città di Milano chesi dovrà riprogettare per ospitare l’Expo 2015 e lasciare dopo quella data una metro-poli effi ciente, ma a misura d’uomo. DM

Per la sostenibilità va usato un sistema multidisciplinare che vigilie controlli tutte le variabili in gioco

Giuseppe Colucciello industry sales directorbuilding di Bentley Systems Italia

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Gianfranco DioguardiOrdinario di Economia

e Organizzazione aziendale

al Politecnico di Bari

MILANO 2015VERSO L’EXPO E OLTRE?

La metamorfosi urbana di Milano, l’immagine dell’Italia nel mondoe la sfi da dell’innovazione. Gianfranco Dioguardi: «Il mondo

dell’impresa, però, resta a guardare»di Giuseppe Mariggiò

È possibile trarre un modello di programmazio-

ne per l’Expo 2015, confrontandosi con l’espe-

rienza di altre città che sono state sede di Espo-

sizioni universali negli anni passati?

È la domanda che ci facciamo e che giriamo a

Gianfranco Dioguardi, ingegnere e ordinariodi Economia e Organizzazione aziendale al Po-litecnico di Bari, ma non solo. Milanese d’ado-

zione (la passione per la città è un amore ricam-

biato), il professor Dioguardi ha alle spalle una

grande esperienza nel settore delle costruzioni (la

Dioguardi Spa realizza l’aeroporto di Milano Linate fi rmato da Aldo

Rossi) e da sempre partecipa attivamente al dibattito culturale della

città (è vice presidente della Casa della Cultura) con

un occhio attento alle dinamiche economiche e ai

sistemi di impresa. «In tempi come quelli attua-

li, in cui l’economia frena bruscamente, è fonda-

mentale agire con vigore proprio come quel ge-

nerale che Sun Tzu descrive nell’Arte della guerra.

La sfi da dell’Expo può fornire quella scossa neces-

saria alla politica e all’intelligenza produttiva per

superare le diffi coltà. Il compito di un generale è

di provocare cambiamenti e di volgerli a proprio

vantaggio». Mentre immaginiamo il Sindaco e

Commissario Straordinario per Expo, Letizia Moratti, nei panni del

generale descritto da Sun Tzu, non possiamo che concordare sul fat-

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EXPO2015

Si parla molto di Expo, spesso male, tanto che le imprese che dovrebberosentirsi coinvolte faticano a capire

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to che l’Expo 2015 rappresenti una grande occasione di cambiamento.

Alla parola cambiamento, il professore scuote un po’ la testa e con i

suoi modi gentili riprende: «L’Expo è sì una grande opportunità, ma

rappresenta soprattutto una grande responsabilità: quella di portare

sul palcoscenico mondiale la visione italiana della modernità e le pro-

poste del nostro ingegno per affrontare le grandi sfi de del prossimo

secolo. In questo scenario, l’innovazione tecnologica rappresenta un

punto di partenza imprescindibile».

Per molti l’Expo è già una grande vittoria dell’Italia, e per altri sarà

il solito affare all’italiana. «Nella zona dell’Expo – precisa Dioguardi

– ci sono aree che hanno avuto una rivalutazione del 300%: l’affare

qualcuno l’ha già fatto. Ma non è questo il punto. Si parla molto di que-

sto evento, troppo spesso male, tanto che le imprese che dovrebbero

sentirsi coinvolte faticano a capire».

Per City Life, l’ex quartiere fi eristico milanese, c’è chi rimpiange il

progetto di Renzo Piano. «Conosco Renzo Piano, in passato abbia-

mo lavorato insieme su alcuni progetti, ma la polemica sui grattacieli

sbilenchi di Libeskind è una polemica sterile. La città di Milano sta at-

traversando un radicale processo di rigenerazione urbana. Milano sta

cambiando sotto i nostri occhi, ma facciamo fatica ad accorgercene,

nonostante i disagi alla circolazione e le gru all’opera. La città fatica a

proiettarsi in là. Bisognerebbe creare messaggi in grado di comunicare

la città e l’Expo nella città, realizzare i collegamenti con la fi era e i col-

legamenti con il resto dell’Italia. Quello che posso constatare, invece,

è la mancanza di sinergia e di partecipazione. A Milano mancano degli

ipertesti in grado di spiegare ai cittadini la città che cambia. Questo

ha un effetto negativo sulla percezione dell’evento e crea distanza».

Come il Sindaco Moratti, il professor Dioguardi è ottimista: «Ma

buone idee e volontà spesso non sono suffi cienti per generare successo.

Occorre che esistano le condizioni giuste. E per questo comprendo lo

sforzo del Sindaco di assicurare i fondi previsti. I tempi però stringono

e non mi sembra che la macchina dell’Expo stia funzionando come un

orologio svizzero. Per certo, le cose sono di due maniere: alcune in poter

nostro, altre no. In attesa della defi nizione della pianifi cazione economi-

ca, non capisco come stanziamenti e progettazione non possano proce-

dere in parallelo». Forse perché ci vuole inventiva o “una visione audace

della realtà” come suggerisce Ray Smilor. «Anche il mondo dell’impresa

però è immobile. Credo dipenda dal fatto che molti imprenditori hanno

dimenticato che l’imprenditorialità è una attività sovversiva che mette in

discussione schemi di comportamento abituali e introduce nuovi metodi

di valutazione. Questo è il momento di farsi avanti anche come antidoto

alla crisi. Sono critico verso lo stato della cultura aziendale italiana pigra

e opaca che non vede le opportunità fi nché non ci sbatte il naso contro».

Ci sono molte cose che si possono fare, a cominciare da un coin-

volgimento attivo delle imprese. L’Expo è uno strumento straordi-

nario di promozione del Made in Italy.

Con l’Expo si aprono grandi opportunità di sviluppo e di valoriz-

zazione di Milano, ma soprattutto del nostro Paese nel mondo. Se-

condo le cifre comunicate, nel 2015 arriveranno in Italia 21 milioni di

visitatori e in questa ottica il Sindaco Moratti ha già fi rmato accordi

con venti città italiane per promuovere itinerari turistici e culturali

nelle diverse regioni. «Questo è un segnale positivo di apertura –

sottolinea Dioguardi –, ma è altrettanto importante trovare il mo-

do di valorizzare le attività produttive delle nostre piccole e medie

imprese legandole all’offerta industriale di infrastrutture ed energia.

Inoltre è possibile animare il confronto e il dibattito sul tema dello

sviluppo urbano e infrastrutturale con tavoli ad hoc, come un con-

tributo ai progetti che Milano sta elaborando per questa grande oc-

casione che non può essere perduta, né prima, né durante, né dopo».

Altre città si sono misurate con la sfi da dell’Expo con esiti di-

versi con diverse ricadute di qualità sul territorio, specialmente a

Expo conclusa: «Siviglia nel 1992, Hannover nel 2000, Aichi nel

2005. Il prossimo appuntamento è quello di Shanghai del 2010

dove l’Italia si presenterà con la realizzazione del padiglione affi da-

to all’architetto Giampaolo Imbrighi. La ricetta cinese con la sua

programmazione a passo militare però sarà diffi cilmente esporta-

bile. Nessun’altra metropoli può permettersi di creare dal nulla e

dal caos un’area espositiva così grande nel centro della città».

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