Expo 2015 brochure definitiva

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Valmontone Valmontone Città d'arte e turismo

description

Allo stand della Cascina Triulza, all'Expo 2015 di Milano, Valmontone si è presentata con le migliori eccellenze cittadine, con un video, in italiano e in inglese, che in pochi minuti racconta la Valmontone più bella (proiettato di continuo a Milano e sul sito Anci) e con questa ricca brochure che presenta storia, tradizioni, personaggi, gastronomia e ricettività della città

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ValmontoneValmontone

Città d'arte e turismo

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Divertimento pag.36

PParco divertimenti Rainbow MagicLandValmontone Outlet

Valmontone

Natura pag.44

Università Agraria

Enogastronomia pag.46

Eccellenze della tradizione

Città da Vivere pag.52

Manifestazioni ed Eventi

Info pag.58

Numeri utiliCome arrivare

Accoglienza pag.56

Dove dormireDove mangiare

Storia pag.4

Cenni storiciCentro storicoFontana del ColleFontanili storiciPersonaggi illustriLa città della leggerezza

Arte, Cultura e Siti Archeologici pag.16

Palazzo Doria PamphiljMuseo di Palazzo Doria PamphiljIl complesso archeologico di S. Ilario

Luoghi di Culto pag.32

Collegiata dell’AssuntaConvento Colle S. AngeloChiesa S. AntonioChiesa S. Sebastiano MartireChiesa di S. AnnaSantuario della Madonna del GonfaloneChiesa S. StefanoChiesa S. Giovanni in Silva

CITTÀDI VALMONTONE Assessorato alla Cultura

Assessorato alle Attività Produttive

Via Nazionale, 500038 Valmontone (RM)Tel. +39 06 959901 Fax +39 06 9598412cultura@comune.valmontone.rm.gov.itwww.comunevalmontone.it

Pubblicazione realizzata con il contributo di

Progetto e coordinamento a cura

dell’Assessorato alla Cultura Città di Valmontone

Referenze fotografiche: Veronica Pontecorvo

Testi: Massimo Sbardella, Monica Di Gregorio, Angelo Luttazzi

Grafica e Stampa: VEAT Litografica snc - Morlupo (RM)

Finito di stampare nel mese di giugno 2015

indice

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Valmontone è un importante centro a pochi Km da Roma.La sua vicinanza con la Capitale e gli ottimi collegamentistradali e ferroviari ne hanno fatto una delle città più im-portanti della zona a sud della provincia romana. Sorge suun colle tufaceo, a 330 m. sul livello del mare. Il paesaggioche circonda l’abitato è prevalentemente collinoso e riccodi verde, grazie alla presenza del vicino fiume Sacco e dinumerose sorgenti d’acqua. Le origini di Valmontone scon-finano nella leggenda. Sembra sia stata fondata da Glauco,figlio di Minosse, e chiamata Labicum dalla denominazionedello scudo di battaglia. Il nome VALMONTONE appare perla prima volta in un documento del 1139, e significa "vallesoprastata da un monte", in virtù del fatto che il centro abi-tato sorgeva su un monte sovrastante una valle. Nel 1208 Innocenzo III, della famiglia dei Conti, acquistòla terra di Valmontone e la affidò al fratello Riccardo, contedi Sora. In questo fiorente periodo Valmontone fu meta ri-cercata da importanti personaggi come Carlo VIII, re diFrancia ed Urbano VI. Nella prima metà del XVI secolo, acausa di alleanze e relazioni sbagliate, Valmontone fu sac-cheggiata dalle armate di Papa Paolo IV e dalle truppe diMarcantonio Colonna. Nel 1634 Valmontone fu acquistata

dai Barberini e, nel 1651, dal principe Camillo Pamphilj,nipote dell'allora pontefice Innocenzo X. In quegli anniValmontone conobbe il suo massimo splendore artistico emonumentale. Nel 1843 il pontefice Gregorio XVI, di ri-torno da una visita ad Anagni, fece tappa a Valmontone evisitò il Palazzo Doria Pamphilj e la Chiesa Collegiata. Dellostesso anno è la Bolla con cui il Papa elevò Valmontone alrango di "Città". Tra l'ottobre 1944 ed il maggio 1945 la città fu più voltebombardata e cannoneggiata dalle forze alleate che causa-rono la quasi totale distruzione del centro abitato e lamorte di numerosi civili. Il 9 maggio 1960 è stata quindiinsignita della medaglia d’argento al merito civile con laseguente motivazione: “Sopportava, con impavida fierezza,numerosi bombardamenti aerei che distruggevano la mag-gior parte dei suoi edifici e procuravano la morte di 157dei suoi figli migliori, mai piegando davanti all’invasore inarmi, né dubitando nei migliori destini della Patria”. Sep-pur risulti controversa la cifra delle vittime cadute sotto ibombardamenti, rimane l’evidenza storica ed umana delleprofonde ferite sofferte dalla Città di Valmontone nel corsodell’ultimo conflitto bellico.

DDistrutta, dilaniata dagli artiglidel Dio Marte, giaci o Valmontone,sparsero sangue e lacrime i tuoi figlimentre su te tuonava il re cannoneSalvò la fine tua dai perigliLa città eterna, il santo cupoloneOnde puoi dire: son distrutta e domama col mio petto ho salvato Roma.

Guido Fiacchi

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Cenni storiciStoria

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Centro Storico

« [...] Valmontone, la tonda cittaduzza che sorge cinta di mura sulla montagna [...]

Charles Dickens Pictures from Italy, 1846

Prima della distruzione causata dai bombardamentidell’ultimo conflitto bellico, il centro abitato di Val-montone si ergeva in un’area prevalentemente colli-nosa di natura tufacea circondata da ampie zonevallive. L’agglomerato urbano si estendeva con disli-velli abbastanza sentiti da nord a sud, cioè da piazzaUmberto Pilozzi fino alla Casilina. Il centro storico eracircoscritto da una cinta in parte tufacea in parte mu-raria e, così come descritto dalle fonti archivistiche,era costituito per la gran parte da edifici antichi “ade-renti e contigui” e la loro disposizione non razionalepoteva causare anche problemi di natura igienica, nonessendo gli appartamenti provvisti di acqua interna.Infatti l’approvvigionamento idrico era garantito graziealla presenza di numerose fontane. Esistevano alcunilarghi rionali, privi di allacciamenti all’asse viario prin-cipale che congiungeva le due estremità del centro sto-rico: porta romana e porta napoletana. Il corsopresentava un andamento irregolare ed i fabbricati chevi si affacciavano erano a tratti sporgenti ed a trattirientranti rispetto al filo stradale. Nonostante l’abitatodi Valmontone sia stato distrutto all’85%, tuttavia di-versi sono gli scorci caratteristici ancora visibili che re-stituiscono, in parte, l’idea di come fosse l’originariocentro storico della Città.

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La Fontana del Colle è uno degli emblemi più importanti della Cittàdi Valmontone, ubicata nella zona più elevata del Centro Storico,nella piazza intitolata a Giusto de’ Conti. Secondo l’iscrizione riportatasul lato orientato verso la Chiesa di Santo Stefano, fu realizzata nel1862 per volontà di Giuseppe Capri Galanti, Gonfaloniere di Val-montone. L’acqua, detta “Mariana”, che inizialmente alimentava lafontana, proveniva da un acquedotto che, partendo da una distanzadi circa tre miglia dalla Città, arrivava nei pressi dell’antica PortaNuova. Pur non avendo riscontri documentari che ne conferminola paternità, la progettazione della fontana viene attribuita all’architettoAndrea Busiri Vici, legato alla famiglia Doria Pamphilj da un conso-lidato rapporto professionale. La Fontana era caratterizzata da uncorpo centrale con forma di parallelepipedo, da cui, attraversoquattro teste di leone, sgorgavano getti d'acqua a forma di ventaglio,i quali andavano a riempire altrettante vasche circolari sopraelevate.Sul corpo centrale era posta una colonna romana con capitello co-rinzio, sul quale si ergeva la statua di una soldato labicano che, nelcorso del tempo, è diventato il simbolo di Valmontone. La Fontanafu quasi completamente distrutta durante i bombardamenti dellaSeconda Guerra Mondiale: oltre alla colonna, andarono completa-mente perdute tre delle quattro vasche. La ricostruzione avvennemolti anni dopo la fine del conflitto e fu inaugurata soltanto nel1968. L’impianto attuale, pur ricalcando nelle linee generali quellooriginale, presenta notevoli differenze. Come riportato in un’iscrizioneposta in loco, il Comune di Roma donò una colonna del II secoloA.C. a sostituzione di quella andata distrutta durante la guerra.

“esisteva anticamente un’abbondanza grande di acqua dentro il paese; alcune sorgentidi acqua perenne erano in alcune cose particolari, una delle quali venneè nella piazzad’armi sopra la detta porta di Juso, ora detta del sole” (Napoletana).

Carlo de Romanis

Fontana del Colle

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FONTANA VECCHIAOriginariamente situata dove oggi si trova il campo dei Gelsi.Nel 1869 venne costruita e inaugurata la nuova fontana, volutadall’affittuario signor Cavaliere Giuseppe Capri Galanti.

FONTANA DELLA COSTARELLARestaurata da poco, veniva così descritta dal De Romanis:“esisteva anticamente un’abbondanza grande di acqua dentroil paese; alcune sorgenti di acqua perenne erano in alcunecose particolari, una delle quali venne nella piazza d’armi so-pra la detta porta di Juso, ora detta del sole” (Porta Napole-tana). La fontana è alimentata dall’acquedotto comunale.

FONTANA DELLA CACCIATARealizzata intorno al 1640, su commissione del Principe Tad-deo Barberini che, in onore dello zio Papa Urbano VIII, lachiamò Fonte Urbana. In realtà il Principe ristrutturò unantico fontanile preesistente del periodo romanico. L'acqua della sorgente arriva da cunicoli sotterranei e, finoagli anni 60, rappresentava una risorsa di inestimabile valoreper tutta l’area.

FONTANA DEL PRATO DELLA MADONNAUn tempo situata alla fine di via Sant’Antonio, dopo la guerrafu spostata in Prato della Madonna. Restaurata nel 1974, eraoriginariamente un abbeveratoio, oggi ha due cannelle: unaper il lavatoio e l’altra per bere.

FONTANA DEL CANALEAppena restaurata, è un lavatoio che riceve acqua da una sor-gente naturale.

FONTANA DELL’ACQUA MAGGIOUtilizzata come fonte e lavatoio, è una sorgente ad una solacannella. L’acqua esce da un piccolo foro nella roccia.

FONTANA DEL SIGNORESituata nel bosco, era usata per attingere ottima acqua o lavarei panni nelle tre vasche. La Protezione Civile di Valmontone ha recentemente ripulitosia la fontana che i cunicoli di captazione.

FONTANA FORMALE NUOVORestaurata di recente, per il De Romanis è “acqua perfettis-sima”, di sorgente.

FONTANA IUIEROLavatoio a due cannelle: una alimentata dall’acquedotto co-munale e l’altra sorgiva.

FONTANA DI BARIGLIANOPresenta due bocche d’acqua: una alimentata dall’acquedottocomunale e l’altra sorgiva.

Fontane e Fontanili

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Personaggi illustri

GIUSTO DE’ CONTI DI VALMONTONE

Giusto de’ Conti di Valmontone (primi anni sec. XV – Rimini,novembre 1449), considerato dalla critica un protagonistaindiscusso della lirica italiana del XV secolo, visse proprionel periodo in cui si animò la stagione letteraria inauguratasipresso le grandi corti italiane dell’ultimo quarto del ‘400.Si formò, negli studi e nelle prime esperienze di lavoro, nel-l’ambito dello Stato della Chiesa, soprattutto a Roma, soste-nuto dalla sua autorevole famiglia dei Conti di Valmontone.Fu poi consigliere e poeta presso la corte riminese di Sigi-smondo Pandolfo Malatesta. Deve particolarmente la suafama alla redazione del noto Canzoniere La bella mano, de-dicato alla amata Isabetta e che lo pone tra i più significativiprosecutori della tradizione lirica petrarchesca.

UMBERTO PILOZZI

Umberto Pilozzi (Valmontone, 27 ottobre 1899- Valmontone,4 novembre 1924). Figlio di contadini, di umili origini, par-tecipò attivamente alla Grande Guerra come uno dei “ragazzidel ‘99”. L’esperienza atroce al fronte non minò il suo carattere allegro,focoso e incline al canto, una delle sue passioni insieme allapolitica, essendo iscritto al partito comunista. Il 4 novembre 1924, durante uno scontro tra due cortei, unodei combattenti e reduci italiani, l’altro delle camicie nere, ilgiovane Umberto rimase ucciso, a soli 25 anni, per mano deifascisti.Sebbene la sua morte non risulti registrata nel Libro dei Mortidella Collegiata né su quello di S. Stefano, la sua memoria vivenella dedica della Piazza che la cittadinanza ha intitolato a suonome e nelle lapidi poste sul luogo della sua uccisione. “Sulle rovine di Valmontone, non lungi dal luogo ove caddeassassinato dai fascisti il compagno U. Pilozzi, i suoi vecchicompagni che con lui tentavano di arginare l’orda dei futuridistruttori della Patria, i nuovi compagni e la cittadinanza inquest’alba di resurrezione questa lapide posero a memoriadei posteri, a monito degli immemori. Addì 10-12-1944”.

CARDINALE ORESTE GIORGI

Cardinale Oreste Giorgi (Valmontone, 19 maggio 1856- Val-montone, 30 gennaio 1924) grande protagonista della storiamoderna di Valmontone, fu insigne teologo e giurista affer-mato. Studiò presso il seminario di Segni e si perfezionò nelCollegio Panfiliano Romano laureandosi in Filosofia, Teologiae in Utroque Jure. Insegnò per diversi anni Teologia pressoil Pontificio Seminario Romano che abbandonò per avviarsialla carriera diplomatica: fu avvocato presso le sacre Con-gregazioni Romane, Uditore e Sotto- segretario della SacraCongregazione dei Vescovi e Regolari, Uditore della SacraRota e infine Segretario della Sacra Congregazione del Con-cilio. Il 4 dicembre 1916 fu ordinato Cardinale da papa Be-nedetto XV. Morì il 30 gennaio 1924; le sue ceneri riposanoall’interno della piccola cappella di destra della Collegiata.

GIUSEPPE BALLARATI

Giuseppe Ballarati (Valmontone, 8 aprile 1864 - Roma, 18gennaio 1919) è stato uno dei più illustri personaggi a cuila Città di Valmontone ha dato i natali. Sulle orme del padreAchille, ex ufficiale garibaldino e primo Sindaco di Valmon-tone dopo la presa di Roma, dedicò tutta la vita all’emanci-pazione delle classi meno abbienti, all’inizio in qualità diassessore comunale, poi in qualità di fondatore di uno deiprimi giornali ad occuparsi in Italia della condizione deicontadini. Il primo numero della rivista, intitolata La difesadel contadino, uscì il 1 febbraio 1906 e fu fondata per de-dicarsi, attraverso la creazione di un fronte compatto chesuperasse le diversità ideologiche, alla rivendicazione deidiritti dei contadini contro lo sfruttamento cui erano sotto-posti. Il giornale ampliò nel corso degli anni il proprio campo diazione. Una delle battaglie più importanti condotte fu quellaa favore dell’istruzione e fu portata avanti con grande inci-

sività sui capifamiglia affinché consentissero ai propri figlidi andare a scuola perché, come sosteneva Achille Ballarati,“più della povertà è l’ignoranza il peggiore male del popolo”.Con il passare del tempo La difesa divenne la voce con cuigli emigranti potevano ricevere e fornire notizie, fare pro-paganda per un’agricoltura più moderna attraverso i nuoviritrovati per la concimazione, la semina, la coltura e l’alle-vamento. Il 24 giugno 1906, nella Chiesa del Gonfalone diValmontone, si svolse una riunione che viene consideratacome la prima forma di referendum popolare nella storiad’Italia. Si trattò di un incontro pubblico cui vennero chiamatiad esprimersi i circa mille utenti delle terre riguardo all’ap-provazione della transazione con Casa Doria.Nel 1923, a quattro anni di distanza dalla morte del suo fon-datore, La difesa del contadino fu costretta alla chiusura inconseguenza dell’applicazione delle leggi fasciste sulla libertàdi stampa.

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La città della leggerezzaTotò e Alberto Sordi, che qui soggiornarono a lungo, raccontanodi una terra per il benessere e il relax. Sordi durante una sua visita alla città disse: “Dovrei essere tristeperchè tanto tempo è passato da quando il mio babbo mi por-tava qui, nella vostra e sua cittadina, per fare visita a zia Gi-nevra. E, invece, tutto cio' mi rende allegro perchè , uno a uno,mi vengono in mente tanti ricordi felici”... “Il personaggio Sordinasce con l’attore Sordi, anzi, prima, con il sottoscritto ragazzonei vicoli di Trastevere, con la sosta nelle botteghe a spiare itic degli adulti, con le compagnie di gioco, già divise in classi,tra signorini e ragazzacci. Ma, prima, molto prima, il perso-naggio Sordi è stato un bambino che il padre, professore dibasso tuba, portava per mano a Valmontone"... Tante volte,guidando da queste parti, ho visto il cartello con la scrittadella cittadina della mia infanzia e ho svoltato direzione,come se, segretamente, avessi paura di ritrovare l’allegria spen-sierata, il calore che mi è rimasto dentro, di quegli anni a casacon papà e con la mamma. Però, arriva sempre un momentoin cui provi il desiderio di riscoprire tutte, ma proprio tutte le

radici e le emozioni che ti hanno fatto quello che sei”...Valmontone alla fine del Novecento divenne un grande set ci-nematografico, location ideale per cineasti nazionali ed inter-nazionali che, con i loro film, contribuirono a diffondere l’im-magine della città raccontandone le atmosfere, i sogni e le spe-ranze. È stato, suo malgrado, un ideale set cinematografico peri film di guerra, negli anni '60 del Novecento, visto l'aspettodiruto che vi si poteva ancora trovare; Tra i film girati si possono citare sicuramente: La leggenda delpiave di freda nel 1952; Il federale, diretto nel 1961 da LucianoSalce, con Ugo Tognazzi e Stefania Sandrelli: alcune scene sonostate girate nei pressi del piccolo quartiere di San Francesco aValmontone, dietro la chiesa di Santo Stefano, nei pressi dell'at-tuale Piazza del Paradiso. Si possono notare le rovine della ormaiscomparsa chiesa di San Francesco, della quale si vede la paretecon l'altare. Nel film Il colonnello Von Ryan, diretto da Mark Robson nel1965, con Frank Sinatra ed una giovane Raffaella Carrà, vieneusata la stazione di Valmontone come location per una scena.

Busto di bronzo dedicato a Totò presso i giardini della stazione ferroviaria di Valmontone

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in cui i rapporti umani e la vita del borgo si svolgono in unadimensione armonica.Nel 1652 si diede avvio alla quasi totale demolizione dell’anticocastello Sforza - già dei Conti di Valmontone - e nel 1654 ini-ziarono i lavori per il nuovo Palazzo ultimati nel 1670 circa.L’architetto responsabile del progetto originario è il gesuitaBenedetto Molli mentre, a partire dal 1666, il cantiere fu af-fidato ad Antonio Del Grande (1607 ca. – 1679 ca.). Il ciclo di affreschi conservato al piano nobile del Palazzo, fueseguito tra il 1658 ed il 1661 e rappresenta uno degli esempipiù significativi della pittura romana della metà del Seicento. Il ciclo si articola attraverso gli ambienti del primo piano edinteressa essenzialmente le volte, ad esclusione del Salonedel Principe in cui l’intera superficie parietale è dipinta atrompe l’oeil. L’iconografia è incentrata sulle allegorie deiquattro Elementi e dei quattro Continenti, programma che,per la elaborata ricchezza di riferimenti, fa supporre l’influenzae l’intervento diretto di un colto committente. All’esecuzione degli affreschi di Valmontone Camillo chiamòartisti di grande fama quali Pier Francesco Mola, Gaspard Du-ghet, Guglielmo Cortese, Francesco Cozza e Mattia Preti.

Il Palazzo Doria Pamphilj e l’adiacente Collegiata dell’Assuntarappresentano oggi le uniche strutture superstiti dell’anticonucleo urbano della città di Valmontone, quasi del tutto rasaal suolo dai bombardamenti ed in seguito ricostruita concriteri che ne hanno completamente snaturato l’assetto ori-ginario. Gli sfollati che persero le loro abitazioni durante laguerra si insediarono nel Palazzo e vi rimasero fino alla metàcirca degli anni Settanta.Quando nel 1651 Camillo Pamphilj, nipote dell’allora pon-tefice Innocenzo X, acquistò da Francesco Barberini il feudodi Valmontone eleggendolo a propria residenza extraurbana,la sua era senz’altro la famiglia più potente della Roma diquegli anni. Nel punto più alto del borgo, su delle preesistenzeoggi di difficile individuazione, il principe aveva intenzionedi realizzare un progetto così ambizioso che venne definitodalle cronache dell’epoca ‘città panfilia’, da interpretarsi comeuno degli ultimi riflessi della teoria rinascimentale sulla cittàideale. Camillo desiderava creare uno spazio alternativo aigrandi centri, in cui ritirarsi dalle tensioni cittadine e dovegli fosse consentito un contatto diretto con i suoi sudditi. L’e-sedra del cortile interno suggerisce infatti l’idea di un teatro

Palazzo Doria Pamphilj

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«La colorazione di questa sala è così fresca e armoniosa, l’idea tanto felice e il tutto così ben dipinto che impressionail viaggiatore poichè è una delle cose più piacevoli che abbia mai visto».

C. E. KNIGHT, Descrizione del Lazio, o La Campagna di Roma, Londra, 1805

Arte, Cultura e Siti Archeologici

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L'ultimo dei pittori ad eseguire le volte degli Elementi, se siesclude il successivo e tempestivo intervento di Preti, è Fran-cesco Cozza. I suoi pagamenti vanno dal 22 luglio 1658 al14 marzo 1659, con ritocchi effettuati il 20 maggio 1661 perconcludere la stanza del Fuoco. La decorazione presenta una soluzione compositiva che vedeil suo autore allontanarsi dalla tradizionale ripartizione inscomparti adottata nelle altre sale. Come già osservato dallacritica, tale impianto aprì una traccia che molti decoratoridel tardo Seicento seguirono con grande profitto dal mo-

mento che le cornici architettoniche in finto stucco si eranoormai ridotte a semplice espediente decorativo privo dell'e-suberante novità iniziale.Al di sopra della cornice d'imposta si alternano numerosefigure di eroi e divinità impegnate nella tradizionale lavora-zione dei metalli. Le uniche cesure spaziali, in assenza diquelle architettoniche, sono rappresentate da gruppi dialberi e massi disposti negli angoli che scandiscono i varimomenti di lavoro nella fucina di Vulcano. Al centro dellavolta campeggia Venere, compagna del dio del Fuoco.

Stanza del Fuoco

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L'ultimo artista a lavorare a Valmontone durante un sog-giorno brevissimo è Mattia Preti, che esegue la volta dell'Ariain sole sedici giornate di lavoro. La concezione spaziale adottata per la stanza, riflette un di-stacco dalle tradizionali ripartizioni. Eliminando ogni strut-tura architettonica, Preti elabora uno sfondamento illusoriodella volta in cui lascia fluire liberamente le figure sottoli-neando così, in maniera straordinaria, la loro quasi realepresenza nell'aria. Le numerose immagini che si susseguonoin un ritmo incessante e rotatorio, sembrano muoversi se-condo schemi casuali in totale autonomia visiva. Al centroè raffigurata la personificazione dell'elemento all'interno

di una corona dorata sostenuta dai quattro Venti. Le Ninfedell'aria circondano la ghirlanda. In questo dinamismo quasivorticoso quattro punti fermi, in sostituzione dei pilastri infinto stucco, sono costituiti dalle allegorie angolari del Tem-po-Saturno, della Fama, dell'Amore e della Fortuna. Queste forze sembrano accentuare il carattere evanescentedella stanza perché, proprio come l'Aria, sfuggono alla vo-lontà dell'uomo che tenta inutilmente di dominarle. Nona caso le allegorie sono tutte figure dotate di ali. Lungo ilati della volta si snoda l'incessante procedere dei carri astro-logici: Aurora, Apollo, Diana e Luna corrispondenti a Mat-tino, Giorno, Sera e Notte.

Stanza dell’Aria

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La volta dipinta da Guillaume Courtois, detto il Borgognone,fra il settembre del 1658 ed il gennaio del 1659, si presentasuddivisa in cinque riquadri scanditi da coppie di telamoniangolari a grisaille. L'articolazione delle scene all'internodi uno spazio scandito da finte architetture, è un'impalcaturache si ripete anche all'interno della stanza della Terra e nellaprimitiva volta dell’Aria.Lavorando a stretto contatto nei medesimi anni, Mola, Tassie Cortese decidono di adottare infatti la stessa soluzionespaziale, ripercorrendo la scia di una tradizione che affondale sue radici nella matrice carraccesca della Galleria Farnese

e nella successiva volta cortonesca di palazzo Barberini aRoma.Nelle ripartizioni della volta dell’Acqua sono presenti soggettimitologici attinenti all'elemento, quali Nettuno e Anfitriteche si fronteggiano su due lati opposti della stanza. Proteoe le Naiadi sono dipinti sulla parete settentrionale. Nell'ultimo riquadro, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, èraffigurato Polifemo mentre spia la sua innamorata Galateache colloquia con Aci. Al centro della volta alcuni Amoriniversano acqua da una conchiglia e scoccano frecce a sim-boleggiare la caduta della pioggia

Stanza dell’Acqua

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L’autore della Stanza della Terra è Giambattista Tassi, figuraquasi del tutto ignota alla critica. Artista di evidente forma-zione cortonesca, risulta documentato nelle filze di paga-mento di Valmontone con una dicitura che alterna la formaTassi a quella corrotta di "Tazzi". Anche la volta della Terra è suddivisa in cinque riquadri sor-retti da una impalcatura poggiante su cariatidi binate chesostengono un clipeo in finto bronzo. Al centro del soffitto è rappresentata la personificazionedella Terra con un globo nella mano sinistra, uno scettronella destra ed un castello sul capo. La figura siede su uncarro trainato da leoni cavalcati da un putto con un ramo-scello di ulivo in mano. Il gruppo è annunciato da un angelo

e da una figura femminile dal capo stellato. Nel riquadro a sinistra dell’ingresso, in un contesto di in-teressante suggestione paesaggistica, troviamo riprodottele tre Arti: l'Architettura, con una squadra, un foglio ed unacolonna scolpita; la Pittura, con tavolozza e pennelli; laScultura, nelle vesti di una donna alle prese con una lastradi marmo. Sulla parete d'accesso al Camerino dell'America è raffiguratoil Ratto di Proserpina e nel riquadro successivo, sono rico-noscibili Bacco e Arianna in una scena di caccia. Sull'ultimolato della volta è raffigurata una donna alata dal seno sco-perto con due fanciulli in braccio, a simboleggiare una virtùattinente alla fertilità femminile.

Stanza della Terra

I quattro camerini sono dedicati alle allegorie dei continentiallora conosciuti. Il Camerino dell’America ed il Camerinodell’Africa furono dipinti da Pier Francesco Mola tra il 1658ed il 1659 e sono le uniche testimonianze rimaste dell’attivitàdi Mola a Valmontone. Il Camerino dell’Asia fu dipinto daFrancesco Cozza, mentre il Camerino dell’Europa da Giam-battista Tassi. Si tratta di porzioni di affresco riprodotti neicentri di volta riquadrati che richiamano la tipologia dei co-siddetti “quadri riportati”. Di dimensioni analoghe sono lepitture degli unici ambienti a carattere sacro: la Stanza diSant’Agnese e quella del Padre Eterno.

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Il Salone del Principe è l’ultimo gioiello del Palazzo adessere stato recuperato e restituito alla fruibilità. Traendoispirazione dalle pitture realizzate solo l’anno prima nelpalazzo del Quirinale, Gaspard Dughet ha realizzato un si-stema di architetture delineando, lungo le pareti, un co-lonnato sormontato da una trabeazione oltre il quale si pos-sono scorgere estesi brani paesistici quasi ritratti “dal vero”,sia pur attraverso il filtro di una visione della natura e diuna luce idealizzanti. Completa la decorazione dell’ambienteil sistema architettonico della volta. Lungo il perimetro del-l’imposta corre una terrazza, delimitata da balaustrate e rin-

ghiere, dalla quale si affacciano gruppi di giovani dame –una delle quali identificata nella figlia del principe Camillo,Flaminia Pamphilj - accompagnate da un cavaliere dal cap-pello piumato. Alle loro spalle un cielo luminoso, appenaoscurato da fronde di alberi e sulla sommità della volta nelriquadro centrale lo stemma partito di Camillo Pamphilj edella moglie Olimpia Aldobrandini. Il “salotto dipinto”, così indicato su inventari della famigliaPamphilj, fu dipinto da Dughet in tempi assai brevi tra 1658,1659, con la collaborazione dell’amico Guillaume Courtois,al quale si devono anche i ritratti delle “belle” di famiglia.

Salone del Principe

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Museo di Palazzo Doria PamphiljSEZIONE ARCHEOLOGICA

Il Museo di Palazzo Doria Pamphilj, è stato inaugurato nel2003 grazie ad un accordo stipulato tra Comune di Valmon-tone, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio e So-cietà Treno Alta Velocità. I lavori per la costruzione di nuove infrastrutture ferroviarieavevano messo in luce una serie di siti archeologici di notevoleimportanza. I reperti rinvenuti e i dati raccolti sul campo, risalenti ad unarco cronologico compreso tra l'età arcaica e quella tardo-

imperiale, costituiscono la raccolta archeologica del Museo.Dopo aver visitato una sezione introduttiva al territorio e allaviabilità antica e contemporanea con un grande plastico re-stituivo della viabilità odierna, si accede alle altre quattro saleespositive dedicate alla presentazione analitica dei siti ar-cheologici rinvenuti e all'illustrazione di temi generali ad essiconnessi: il villaggio di carbonai di Colle Carbone, l'insedia-mento produttivo e la necropoli di Colle dei Lepri, la mansio,le terme e la fornace di Colle Pelliccione.

ORARI DI APERTURA: Ingresso LIBERODal martedì al venerdì: 9.00 - 13.00. Sabato e domenica: 9.30 - 13.00; 16.00 - 20.00

I visitatori hanno la possibilità di essere accompagnati dagli operatori nel percorso museale.Info: 06959938231; 0695990211/235 - [email protected] - www.comunevalmontone.it

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Il complesso archeologico di S.Ilario

LA CATACOMBAA ridosso del percorso abbandonato della linea ferroviariaColleferro - Velletri si sviluppa, ad ovest del Colle S.Ilario,un cimitero cristiano di campagna. E’ ubicato a poche decinedi metri dal tracciato della Via Labicana, vicino l’incrociocon la Via Latina, identificato con la Statio ad Bivium, unodei più importanti nodi stradali a sud di Roma. L’importanzadell’insediamento trova conferma nel ritrovamento di unaiscrizione imperiale, frammentaria, tra materiali dello scavodella catacomba, con una dedica a Caracalla, vivente SettimioSevero. La catacomba è un tipico ipogeo di campagna dallosviluppo limitato, articolata in una galleria principale, coningresso in asse, sulla quale si aprivano più o meno tre cu-bicoli, e una galleria trasversale. L’area del cimitero fu poiampliata mediante la creazione di altre quattro gallerie edi un cubicolo, tutti facenti capo all’arteria principale. L’in-gresso del cimitero era leggermente incassato rispetto alprofilo del colle, protetto da due sporgenze quadrate ricavatenel tufo, quasi una sorta di pilastri fungenti da stipiti.Il cimitero poteva ospitare più di 500 sepolture. Dalle iscri-zioni su marmo e dai reperti ceramici e numismatici, pos-siamo collocare il luogo di sepoltura tra la prima metà delIV e il VI-VII secolo d.C. e come luogo di culto e devozioneforse fino al XVII secolo.

IL CIMITERO ESTERNOGli scavi hanno rivelato la presenza di un cimitero a cieloaperto, connesso con quello sotterraneo.L’area sepolcrale è recintata su tre lati da un muro a tufelliche si ammorza a nord ad un quarto lato ricavato intera-mente nel banco tufaceo, al centro del quale si apre l’in-gresso della catacomba. L’interno del recinto era occupato

da tombe di varia tipologia ed epoca, addossate le une allealtre con uno schema di utilizzazione funeraria piuttostointensiva. Altre tombe e forme sono state ricavate sullaroccia tufacea alle spalle dell’emiciclo. La prima fase attribuibile alla prima metà del IV sec. d. C.,comprende tutte le tombe scavate nel banco di tufo, deltipo “a cappuccina” e con ulteriore chiusura costituita damattoni orizzontali.

LA CHIESASul cimitero paleocristiano si impiantò nell’Alto Medioevouna piccola chiesa a pianta con l’abside rivolto verso l’entratadella catacomba, tipico esempio di edificio di culto di cam-pagna, di piccole dimensioni e realizzata con elementi direimpiego e da una cortina costituita da blocchetti irregolaridi varie forme e dimensioni, alternati a marmi di spoglio emattoni. Il muro del recinto cimiteriale fu sopraelevato conun grosso muro a blocchi per costituire una sorta di porticoesterno. La chiesa era divisa in due settori. Quello presbi-terale, era meno ampio e leggermente sopraelevato rispettoai fedeli. La recinzione del presbiterio doveva essere costi-tuita nell’VIII-IX secolo da plutei marmorei, rinvenuti neglistrati di abbandono della chiesa e della catacomba.La chiesa era decorata con pitture, almeno nella zona pre-sbiteriale, come mostrano i numerosi frammenti ritrovati.A farla risalire all’VIII secolo concordano le piccole dimen-sioni, la pianta e la struttura con muri piuttosto irregolari,mentre una moneta di Roberto d’Angiò (1309-1393) è latestimonianza che la chiesa venne frequentata almeno sinoal XIII - XIV secolo. L’assenza di un santo locale di nomeIlario la riconduce ad un culto del vescovo di Poitiers, ab-bastanza diffuso nel Medioevo nell’Italia Centrale.

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La Chiesa di Santa Maria dell'Assunta fu co-struita sull'omonimo tempio gotico del XIIsecolo, per volere di Gianbattista Aldobran-dini Pamphilj, nell'ambito del rinnovamentodel paese voluto dal padre Camillo Pamphilj,morto nel 1666 (i lavori cominciarono in-torno al 1683). I resti della precedente strut-tura, ormai troppo piccola per il paese infase di crescita, sono stati rinvenuti nei sot-terranei di Palazzo Doria, mentre tratti divecchi muri sono incastonati nelle pareti delcortile retrostante la chiesa attuale. Fu pro-gettata dall'architetto Mattia de Rossi, fidatoallievo del Bernini, con cui si occupò dellacostruzione di Chiesa di Santa Maria in Mon-tesanto, a Roma: De Rossi si rifece proprioa questa chiesa per il disegno della piantadel nuovo edificio, mentre per l'esterno ela facciata, si ispirò a Sant'Agnese in Agonea Piazza Navona, realizzata da Borromini. Quindi si tratta di una chiesa a pianta ellittica,con quattro cappelle simmetriche rispettoall'asse centrale che dà sull'altare. Interna-mente alla chiesa si possono vedere alcunielementi risalenti alla precedente strutturagotica, come il vecchio fonte battesimale al-l'ingresso di destra, e una striscia di mosaicosu uno scalino. Esternamente la chiesa sipresenta con un pronao concavo decoratoda quattro colonne a capitello ionico, com-preso tra i due campanili gemelli. L'elegantecupola non è circolare, ma ellittica, per se-guire la pianta dell'edificio.

Collegiata dell'Assunta

Opere conservate nella chiesa. Cappella del Crocifisso:"Crocifissione", quadro di Giacinto Brandi (1623-1691), databile tra il1683 e il 1691; Cappella di San Francesco: "Estasi di san Francesco", telaattribuita a Stefano Pozzi (1707-1768), realizzata attorno alla metà del se-colo XVIII; Cappella del Rosario: "Madonna del Rosario", quadro di Ago-stino Scilla (1629-1700), risalente agli anni Ottanta del Seicento; Sacrestia:"Madonna tra i santi Luca e Giovanni Evangelista", dipinto attribuito aGiovanni Conca da Gaeta (1690-1771), secondo quarto del secolo XVIII;Altare maggiore: "Assunzione della Vergine", opera di Lorenzo Gramiccia(1702-1785) della metà del Settecento; Cappella del Suffragio: "San Mi-chele arcangelo", quadro attribuito a Giovanni Conca, datato alla metàdel Settecento, e "Adorazione dei pastori", di autore ignoto; Cappelladell'Annunciazione: "Annunciazione" attribuita a Ciro Ferri (1634-1689)e Pietro Lucatelli (1637-1710), collocabile tra il 1683 e il 1689; Cappelladi San Nicola: "San Nicola tra i santi Ilario, Bernardo e Benedetto abate",tela di Pietro Lucatelli; Statua di San Luigi Gonzaga, su trono disegnatoda Andrea Busiri Vici, architetto della famiglia Doria-Pamphilj.

Luoghi di Culto

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CHIESA DI S. ANTONIOAnche questa piccola chiesa non scampò ai bombardamentidell'ultimo conflitto, tuttavia è praticamente l'unico edificiodi epoca medievale a non essere andato completamenteperduto. La sua vera denominazione è Santa Maria delleGrazie e fu eretta nell'XI secolo in stile romanico: con l’u-tilizzo di blocchi di tufo. La facciata è arricchita da due pic-cole finestre cieche, una delle quali decorata da un piccoloarchetto. L'interno presenta stucchi barocchi, una Madonnacon il Figlio, e un Sant'Antonio Abate, entrambi anonimi.

SANTUARIO DELLA MADONNA DEL GONFALONEFu costruito nel 1508 al di fuori della cerchia muraria conil titolo di Sancta Maria Nova extra Muros, in località Pratodella Madonna. Nel 1738 il santuario fu restaurato e ristrut-turato dall'architetto Gabriele Valvassori, che ne ridisegnòla vecchia pianta, lasciando dell'originale chiesa il portaled'ingresso e la zona absidale. L'edificio fu gravemente dan-neggiato durante i bombardamenti del 1944, ma fu restau-rato negli anni Cinquanta: è quindi possibile ammirare an-cora l'elegante portale timpanato in stile rinascimentale,recante incisa la data MDVIII. Internamente sono degni dinota la zona absidale con l'altare maggiore e un affresco sutufo con una Vergine che allatta Gesù, collocabile appros-simativamente tra la seconda metà del secolo XIV e la primametà del XV.

CONVENTO COLLE S. ANGELOSu questa collina si trovano il cimitero di Valmontone e ilConvento Sant'Angelo, costruiti, sembrerebbe, secondo al-cune fonti storiche, sul sito di un antico tempio pagano,forse dedicato a Mercurio. Eretto nell'VIII secolo da monacidell'Ordine Benedettino, con la chiesa dedicata a San Zosimo,fu poi convertito in convento francescano nella prima metàdel XIII secolo e la chiesa fu intitolata a San Michele Arcan-gelo, che poi diede il nome attuale al colle. Il complesso resistette fino alla guerra, quando fu pratica-mente polverizzato. Venne ricostruito in tempi brevissimi,

in quanto simbolo molto importante nella vita dei valmon-tonesi. Nel chiostro sono conservati alcuni preziosi resti del vecchiomonastero, ed è visibile una serie di lunette con scene dellavita di San Francesco, parte originali del 1607-08, e nel re-fettorio. Inoltre due campane, una del 1523, l'altra del 1744,sono in mostra nel chiostro. Nonostante i continui rimaneg-giamenti nel corso dei secoli, la distruzione bellica e la ri-costruzione parziale, il convento è l'edificio più antico diValmontone che sia giunto ai giorni nostri.

CHIESA DI S. STEFANOLa piccola chiesa, dalle linee semplici, si ritiene fosse statacostruita nel 1624 in seguito alla distruzione, nel 1557, diun'ancora più antica chiesa sita nei pressi di Porta Romana.Ampliata dal principe Pamphilj nel 1733, fu in seguito re-staurata altre volte, fino al 1914 ad opera di Monsignor Ore-ste Giorgi.La chiesa presenta tre altari, il maggiore dedicato a SantoStefano, quello a destra alla Madonna di Loreto e quello asinistra a Sant'Anatolia. Attualmente Santo Stefano è unachiesa di rito ortodosso ad uso delle comunità romene diValmontone e dei paesi confinanti.

CHIESA DI S. GIOVANNI IN SILVASi tratta di una piccola chiesa di campagna sita a Colle SanGiovanni e costruita nell'XI secolo, ma restaurata più volte;sono ancora visibili degli affreschi del XVI secolo, le duecolonne dell'VIII secolo, che sorreggono il baldacchinosopra l'altare, e un'acquasantiera di epoca incerta. Resti di affreschi del Seicento, asportati per ragioni di con-servazione, sono visibili nella Stanza dell'Aria di Palazzo Do-ria. La chiesa è tuttora utilizzata per la messa domenicalea servizio del quartiere.

CHIESA DI S. ANNALa piccola chiesetta originale fu demolita nel 1973, per l'al-largamento della via Casilina, mentre l'attuale complessoarchitettonico è stato inaugurato nel 1992.

CHIESA DI S. SEBASTIANO MARTIREPiccola chiesa dalle linee semplici, edificata negli anni Cin-quanta del Novecento, a servizio del quartiere Rinascita, insostituzione di una più antica chiesetta rurale, distrutta daibombardamenti.

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Divertimento

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Per una regione come il Lazio, che nel corso della storia havissuto tutte le trasformazioni sociali e culturali generatedall’agricoltura, le Università Agrarie costituiscono indub-biamente un patrimonio importante. Esse hanno trovatoriconoscimento giuridico a partire dall’Unità d’Italia e hannovisto mutare il loro ruolo nel corso di questi 150 anni, re-stando sempre elemento di riconoscimento fondamentaleper le comunità di appartenenza, di cui identificano i ca-ratteri della vita civile e dello sviluppo locale, conservandoe tramandando le identità culturali dei territori che gesti-scono. Dal 1984 una legge le considera “Beni Culturali” ele tutela nell’apposito Codice dei Beni Culturali “in quantotestimonianza avente valore di civiltà”.Le Università agrarie amministrano, sia dal punto di vistadell’ambiente che da quello dello sviluppo, ben 55milaettari del territorio, classificati giuridicamente come proprietàcollettiva, ispirandosi al Bene della collettività. Complessi-vamente, nel Lazio si contano 82 fra Università agrarie, Am-ministrazioni separate per usi civici e Comunanze agrarie,con una diffusione su circa il 15% dei comuni della regione.Tra le più importanti c’è quella di Valmontone, con un pa-

trimonio di circa 900 ettari, destinati al 66% ad attività agri-cole con 588 ettari adibiti alla semina (parte dei quali as-segnati a 407 utenti), 48 a bosco, 43 a pascolo (con 18 uten-ti) e 57 a prato. Attualmente l’Amministrazione che la governa è impegnatain diversi progetti, che vanno dalla realizzazione di una fat-toria didattica, quale strumento per consolidare i legamidei giovani e delle rispettive famiglie con le proprie originied il territorio, ed aiutare la conoscenza della produzioneagricola come mezzo di tutela delle risorse. Grande atten-zione è posta ai progetti di valorizzazione dei terreni del-l’Ente, consentendo ai giovani di Valmontone di cogliereun’opportunità di lavoro, investendo ed innovando in unsettore importante come quello agricolo. Interesse specifico, e mirato, viene dato alla progettualitàper attingere alle importanti risorse economiche che l’U-nione Europea e la Regione Lazio mettono a disposizionedello sviluppo rurale, e al potenziamento e ampliamentodella Valle degli Orti, progetto che destina terreni all’“artedel coltivare”, nel rispetto della storia di questi luoghi e diregole etiche stabilite.

NaturaUniversità Agraria

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EnogastronomiaEccellenze della tradizione

PASTA FATTA IN CASA E GNOCCI DI TRITELLOAttività a conduzione familiare producono pasta fresca, genuinacome quella fatta in casa, lavorata con passione e creatività, nelrispetto della tradizione e con attenzione ad ingredienti e materieprime. Al di là dei classici della cucina italiana, la tradizione cu-linaria contadina valmontonese propone due paste fresche,specialità dell’Arte della Pasta di Carla Pontecorvo: gli gnocchi“a co’ de soreca” (una pasta lunga acqua e farina) e i più carat-teristici “gnocchi di tritello”.

Il tritello è ciò che rimane dopo l'ultima rimacina della farina.Considerata povera, poiché accumunata alla cucina popolare,la pasta al tritello è stata recentemente rivalorizzata.

Gnocchi di tritello con noci e aliciSpinare le alici sotto acqua corrente e sminuzzarle. Sbucciarele noci e frullarle. In un tegame antiaderente, versare un cuc-chiaio di olio extra vergine e portare ad alta temperatura.Immergere le alici e far cuocere fino alla totale perdita di con-sistenza della polpa. Aggiungere le noci frullate e subito dopogli gnocchi cotti in acqua bollente e scolati quando vengonoa galla.Far saltare il tutto il tempo necessario ed infine ag-giungere il pecorino.

PASTA INTEGRALE DI FARRO Trasparenza dei metodi di coltivazione e tracciabilità dei prodottisono le caratteristiche con cui l’azienda agricola Valentino Panicciaproduce farro, ceci, fagioli, patate e granturco. Particolarmenteoriginale, tra i prodotti Paniccia, la pasta integrale di farro che,dopo decortificazione e molitura a pietra del cereale, viene la-vorata e trafilata in bronzo con metodo artigianale.

LUMACHE Sono protagoniste, ormai da 35 anni, di una Sagra specifica (nelmese di giugno) che propone uno dei piatti della tradizione,cucinato secondo la seguente ricetta.

Ingredienti: 1 kg di lumache, 400 gr. di pomodoro, 2 spicchid'aglio, mentuccia, peperoncino, cipolla, olio di oliva, sale.Preparazione: Dopo aver fatto spurgare le lumache, mettereuna pentola sul fuoco, portare l'acqua ad ebollizione e lasciarcuocere per circa 20 minuti. Nel frattempo preparare il sugo:in una padella mettere olio, aglio, pomodoro e cuocere percirca 10 minuti. Aggiungere cipolla e mentuccia q.b. e far ro-solare. Aggiungere le lumache e lasciar cuocere a fuoco lentoper circa un’ora.

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BISCOTTO DI PASTA FROLLAUn’altra tradizione che ci riporta indietro di 60 anni è quelladei forni che producono pane, dolci, lieviti e biscotterie diogni genere. Spesso tramandati di padre in figlio, che si la-sciano in dote tecniche, segreti e passione, i forni di Val-montone sono noti, in particolare, per il caratteristico “bi-scotto di pasta frolla”, il gustoso dolce secco che, con sem-plici ingredienti, prende forma per l’abilità dei fornai.

Biscotti pasta frolla:4 uova; 1/4 latte; 1/4 olio; 1 etto di strutto; 7 etti di zuc-chero; 1,300 gr farina; 30 gr bicarbonato; 15 gr cremontartaro; limone grattugiato.

PIZZA IN TEGLIALa Pizza a taglio è una delle specialità che identificano Val-montone fin dal 1962, quando nel centro storico aprì lastorica Pizzeria da Luigina. Tra le numerose attività esistenti,merita una citazione Luca Polce, al 20esimo anno di attività,nel 2005 Campione Italiano di Pizza in Teglia. Ampia la va-rietà delle pizzerie a taglio di Valmontone, ciascuna dellequali si affida alla fantasia e alle tecniche del pizzaiolo, di-verse per lavorazione, lievitazione e condimento ma tutteaccomunate dalla cottura al forno elettrico in speciali tegliedi ferro.

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CAFFÈ PIACENTINIA Valmontone il Caffè è una tradizione che risale al 1959. Dapiù di 50 anni, infatti, utilizzando grani delle migliori qualità, laTorrefazione Piacentini è riuscita a fare di un’azienda familiareun punto di riferimento per il Lazio (e non solo), grazie ad uncaffè denso e gustoso che si trova in moltissimi bar e abitazioniprivate. Basta fare un salto nella Torrefazione per conoscere eapprezzare le migliori qualità di caffè miscelate con grande curae tostate con le migliori tecniche.

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FRUTTI DI BOSCOL’azienda agricola Casale Morello ha portato Valmontone a di-stinguersi nella produzione dei cosiddetti frutti piccoli. Da qual-che anno, nella zona di Valle Fredda, more, lamponi e mirtillivengono coltivati con agricoltura biologica e prodotti fitoterapiciper essere poi venduti nei mercati contadini del territorio o de-stinati alla produzione di gustose marmellate.

ALTRI PRODOTTI D’inverno, nelle case dei valmontonesi, si torna al passato mangiando la pizza di polenta (in foto), realizzata con farina gialla, cotta di-rettamente nel camino e accompagnata con broccoletti, salsicce e pancetta.A Valmontone è possibile gustare anche carni di primissima scelta (100% italiane e tracciabili), cresciute e macellate dagli allevatori che,dal 1969, hanno dato vita alla Cooperativa Produttori Latte Casilina. Noto anche fuori città il gelato artigianale, realizzato nei laboratori con latte fresco, materie prime selezionate e ricette originali.

BIRRA ARTIGIANALETre giovani valmontonesi hanno dato vita al Birrificio Tolerium,piccola azienda che produce birra in cantina con tini e bollitorirealizzati artigianalmente. Dopo 5 anni di prove ed esperimenti, la costanza e la continuaricerca della tecnica ha ripagato gli sforzi dando vita alle primedue nate in casa Tolerium, la Statale 6 Apa e la Quinta StagioneKolsch, birre con stili molto diversi tra loro ma con personalitàunica. Il Birrificio, che prende il nome da un'antica città sortaintorno al 300 a.C. dove oggi si trova Valmontone, utilizza solomalti d'orzo, frumento e luppoli di prima scelta.

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Città da vivere

SAGRA DELLA LUMACA giugno

La festa, giunta alla sua XXXIV edizione, rappresenta una tra-dizione ormai consolidata per la Città. La ricorrenza sembraaffondare le sue radici addirittura nel XII secolo quando, tra il23 ed il 24 giugno, in concomitanza con la festività di San Gio-vanni Battista, cominciavano i festeggiamenti nella cosiddettaNotte della Streghe, in cui superstizione, magia e devozione simescolavano, unitamente ai momenti conviviali durante i quali,come pietanza di rito, si consumavano anche le lumache. Ognianno quindi, negli stessi giorni, le persone si incontrano pergustare, tra le prelibatezze proposte dal comitato organizzatore,anche le famose lumache di San Giovanni.

PRESEPE VIVENTE 26 dicembre e 6 gennaio

Il Presepe Vivente nasce da un'altra cerimonia che si svolgevadal 1963 chiamata “L'arrivo dei Magi”. Nel 1971, un gruppo difrancescani, grazie all'impegno di Padre Annibale Mancini rap-presentarono dopo la Santa Messa di mezzanotte per la primavolta il Presepio Vivente. L'iniziativa nel corso degli anni ha subitonumerosi cambiamenti nel copione, nella scenografia e nellarecitazione suscitando un interesse sempre maggiore ed un ap-prezzamento dalla popolazione locale ed acquisendo una no-tevole risonanza in ambito regionale. Ad oggi la realizzazioneoperativa è curata da un comitato di 30 persone, mentre coloroche danno vita al presepe stesso sono più di 70.

CANTINE A VARMONTÒ maggio

“A Suon di Vino”, ovvero la festa delle cantine, si accredita semprepiù come la festa del paese e mira alla promozione dei costumie delle tradizioni della città, riscoprendo una Valmontone agricolae genuina. Per l’occasione diverse cantine, ubicate nei vicoli enelle piazze del centro storico, si trasformano in piccole osteriedi paese dove mangiare piatti tipici e bere buon vino ballandoal ritmo della musica popolare itinerante. Una festa giovane magradita a tutti, dove chiunque può riscoprire l’emozione di pas-seggiare tra piazze e vicoli meno noti, tra mercatini artigianalie mostre di pittura e di fotografia.

SANTO PATRONO, SAN LUIGI GONZAGA21 giugno e ultimo weekend di settembre

Si festeggia per tradizione in due diversi momenti dell’anno: il21 giugno e l’ultimo weekend di settembre con la sfilata, in en-trambi i casi, della Solenne Processione. In un Avviso pubblicodatato 1839, conservato presso l'Archivio Storico di Valmontone,vengono descritte le modalità di svolgimento della Festa Patro-nale, confermando come la tradizione si sia trasmessa e perpe-tuata in maniera puntuale sino ai nostri giorni.

SACRA RAPPRESENTAZIONE aprileLa Sacra Rappresentazione del Venerdì Santo è la più antica ma-nifestazione culturale e religiosa della città, organizzata da oltreun secolo dal Comitato coordinato dalla Parrocchia di SantaMaria Maggiore con il patrocinio dell’Amministrazione comunale.A portare in scena la rappresentazione della Passione di Cristooltre 150 figuranti che, dopo mesi di prove e con dei costumimolto curati, portano in piazza i principali episodi del NuovoTestamento, con particolare attenzione alle ultime ore di vitadel Cristo: l’Ultima cena, l’orto degli ulivi, Caifa e il Sinedrio,Ponzio Pilato, e la via Crucis fino alla resurrezione. Istituita nel1903 da don Angelo Fortuna, la “Processione di Cristo Morto”diventò presto il culmine delle cerimonie religiose della SettimanaSanta. Nel 1989 e nel 2008, la Sacra Rappresentazione è statamessa in scena nella città spagnola di Benifayò, gemellata conValmontone.

Raduno Nazionale delle Majorettes e delle Bande Musicali 2015

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555CALENDARIO EVENTI

GENNAIODa gennaio a giugno Stagione concertistica17/01 Festa di Sant’Antonio Abate17, 18/01 Giornata nazionale del dialetto.

Salva la tua lingua locale20/01 Festa di San Sebastiano27/01 Giornata della memoria.

Per non dimenticare.

FEBBRAIOCarnevale Valmontonese con sfilate dei carri allegorici

APRILESacra Rappresentazione del Venerdì Santo25/03 Festa della Liberazione.

Miniolimpiadi della Liberazione

MAGGIOMemorie Urbane – Street Art festivalFesta della carne localePentecoste

Raduno nazionale delle Majorettes e Bandemusicali25/05 Oltre la Memoria.

Anniversario dei bombardamenti di Valmontone

Ultimo weekend: Cantine aperte a Varmontò

GIUGNOCorpus Domini ed infiorata 11/06 San Barnaba13/06 Sant’Antonio da PadovaSagra degli gnocchi a coda de soreca21/06 Festa patronale di San Luigi Gonzaga24 – 28/06 XXXV Sagra della Lumaca

e maratona della Lumaca

LUGLIO 1° sabato: Notte Bianca delle degustazioniFesta di Sant’IlarioSorsi di vino – degustazione di prodotti enogastronomici nazionali Festeg. in onore di Sant’Antonio da Padova23-26/07 Festeggiamenti in onore di

Sant’Anna

Proiezioni cinematografiche all’aperto

AGOSTOXVI Sagra degli gnocchi di patate13, 14/08 Festa del SS SalvatoreBalDoria – Kermesse musicale di band giovanili

SETTEMBREFesta della pizzaUltimo weekend del mese: Festa patronale di San Luigi Gonzaga

NOVEMBREMese della Cultura Pamphilia4/10 Commemorazione del IV novembre25/10 Giornata Mondiale

contro la violenza sulle donne

DICEMBRE8/12 - 6/01 Natale a Valmontone26/12 - 6/01 Presepe Vivente

MESE DELLA CULTURA PAMPHILIA. novembreCon la denominazione Mese della Cultura Pamphilia viene in-dividuato il ciclo di iniziative organizzate dall’Assessorato allaCultura del Comune di Valmontone in collaborazione con entidi eccellenza della cultura e della ricerca scientifica, finalizzatealla valorizzazione del Palazzo Doria Pamphilj e dei suoi tesori,attraverso la riscoperta delle radici storiche dei Pamphilj e dellepreziose testimonianze artistiche e monumentali da loro com-missionate nel corso del tempo. Convegni, mostre, dibattiti edeventi sono al centro della programmazione culturale di ognimese di novembre e convergono attorno ad un tema o ad unartista di particolare rilevanza, in un contesto di relazioni diampio respiro che collega la sede di Valmontone con altri luoghidella cultura italiani e stranieri.

“MEMORIE URBANE - STREET ART FESTIVAL. maggioL’arte come strumento per riscoprire le nostre città e ridare nuovo risalto a spazi che sono solitamente abbandonati e prividi una qualificazione. (In foto riqualificazione di una cabinaelettrica).

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AGRITURISMO

"CASALE MORELLO"COLLE MORELLO, SNCTEL: 3381388359

"TERRA DEL VENTO"VIA SPINACETOLOC. SANTA CRISTINATEL: 06 9578568agriturismoterradelvento.com

BED & BREAKFAST

"AL CASTAGNETO"COLLE MEZZOPANE, 22/ETEL: 339 6340486 [email protected]

"AR COLLE DE VALMONTONE"COLLE SAN GIOVANNI, 14TEL: 3934100788 [email protected]

"BEDROOM STAZIONE VALMONTONE"VIA KENNEDY, 24TEL: 3313823843 [email protected]

"BELL'OMO"VIA LE MURA SNCTEL: 338.4957010www.valmontone-bedandbreak-fast-bellomo.it

"BELVEDERE B&B"VIA DEI TIGLI, 39TEL: [email protected]

"B&B MAX E PAT"VIA FILIPPO TURATI, 27/BTEL: 3392323339

"B&B - THE LITTLE PARADISE"VIA FILIPPO TURATI, 19TEL: 3933629342

"GAIA,S B&B"VIA COLLE VENTRANO, 9TEL: 339 4596558www.bbgaia.it

"GREEN HOUSE"VIA MARIO PIACENTINI, 3 INT.1TEL: 333 2872954 info@bedandbreakfast-greenhouse.itwww.bedandbreakfast-greenhouse.it

"LA CASINA DEL PARCO"COLLE FALCIONETEL: 347 8149281 [email protected]

"L'ARCOBALENO DA FABRIZIO"CONTRADA LA VOLECA, 2TEL: 3899199057 www.arcobalenobeb.com

"MAGIC HILL COLLE INCANTATO"COLLE SANTO STEFANO, 73/CTEL: 333 2853919 [email protected]

"PARCO DELLE MURA"VIA LE MURA, 7TEL:[email protected]

"PIKKIO"COLLE SANTO STEFANO, 77/ATEL: 338 3273790 [email protected]

"VILLA BARBARA"COLLE SANT'UPICA, 7TEL: [email protected]

CASA VACANZE

"L'ANTICO CASALE"VIA GENAZZANO, 136TEL: 3669340481info@lanticocasalevalmontone.itwww.agriturismovalmontonema-gicland.it

"BELL'OMO HOLIDAYS HOME"VIA LE MURA, SNCTEL: 338.4957010

"FIGLI DI DECEBALO"VIA COSTARELLA, 30TEL: 347525657

"RAGGIO DI SOLE"VIA MAESTRO CASTORINO, 12TEL: 392 4417 988 FAX: 06 837 00 317www.raggiodisolevalmontone.it

"RESIDENCE CERCI"COLLE SANT'ONOFRIO, 76TEL: 333 9889208casavacanzevalmontone@gmail.comwww.casavacanzevalmontone.net

"RESIDENZA FENIX"VIA DEI TIGLI, 4TEL: 06/9596319 [email protected]

"RESIDENZA IL PERO"VIA DEL PERO, 17TEL: 333 3451579 [email protected]

"TERRA DEL SOLE"VIA ARTENA, 68/BTEL: 388 814 09 02 FAX: 06 948 03 [email protected] www.terradelsolevalmontone.it

"TERRA MAGICA"VIA CASILINA, 115TEL: 3209754696

"VILLA EDEN"COLLE FONTANA VECCHIA, 42/ATEL: 334 7415752 www.villa-eden.eu

RISTO - PUB

"RISTORANTE ARSOLITOPOSTO"CORSO GARIBALDI, 24TELEFONO: 320 [email protected]

"LES MAUDITS"VIA NUOVA, 2TELEFONO: 320 817 9628

"QUEENS PUB"VIA ALBERTO LANNATEL: 346.0891127 - 06.97244486https://it-it.facebook.com/Queens.Pub.valmontone

"ROAD VALLEY PUB"VIA CASILINA, 82

PIZZERIE AL TAGLIO

"DA LUIGINA"CORSO GARIBALDI, 1TELEFONO: 329.6482507"DA ZIO GIULIO"VIA CASILINA, 353TELEFONO: 06.9590922

"IL POMODORETTO"VIA CASILINA, 85TELEFONO: 06.9591064

"LA TUA PIZZA"VIA GENAZZANO, 49TEL: 06.9596473 - 342.9565132

"L'ALTRA PIZZA"VIA CASILINA, 176TEL: 339.3783329 - [email protected]

"LO CHALET DELLA PIZZA"VIA HIROSHIMA, SNCLOC S.ANNATELEFONO: 334.5974233

"MAGIC PIZZA"VIA ARTENA, 6TELEFONO: 06.9591124www.pizzeriamagicpizzavalmon-tone.com

RISTORANTI/PIZZERIE

"ANTICA CANTINA"VIA CANNETACCE, 55TELEFONO/FAX: 0695993051 [email protected]

"BELLOMO"VIA ARIANA, SNCTELEFONO: 069590849

"DA ROMAGNOLI" LOCALITA' SAN GIOVANNI TELEFONO: 06.9597708

" DA SGHERO"VIA GENAZZANO, 28TELEFONO: 348.7026032www.dasghero.it

"ELLE ET LUI"LOCALITA' SANT'ANNA, SNCTELEFONO: 069590498www.elle-et-lui.it

"I BUTTERI"VIA KENNEDY, SNC0695993033 / 3283020835https://it-it.facebook.com/IButte-riValmontone

"LA LOCANDA DEL TASCIOTTO"VIA PORTA ROMANA, 14TEL: 06 31056985 / 392 95 15 867lalocandadeltasciotto.it

"L'ARROSTICINO"VICOLO DEL BALCONE, 3TELEFONO: 334 726 6542

"L'OSTERIA DEL BORGO"VIA PORTA NAPOLETANA, 1/3TELEFONO: 339 735 3604

"OLIO SALE E PEPE"VIA CASILINA, 123TELEFONO: [email protected]

"OSTERIA DEL PARCO"VIA DELLA PACE, SNCTELEFONO: 06 9591069 [email protected]

"PUNTO D'INCONTRO"VIA ARTENA Tel.: 335.5367997

"RISTORANTE FIORELLO"VIA COLLE APRANO, 23TELEFONO: 06 959 [email protected]

"RISTORANTE LA COLLINA"VIA COLLE DEL TESORO, 5/A3386921954 [email protected]

"RISTORANTE LA VALLETTA"VIA ARTENA, 88

TELEFONO: 06 9515417 [email protected]

"RISTORANTE ROCCHI"VIA ARTENA, 91TEL: 069596114 / [email protected]

"ROSSO DIVINO"VIA GIACOMO MATTEOTTI, 52TELEFONO: 069590332 [email protected]

"SPECUS SPECUS SPECUS"VIA CASILINA, 315 TELEFONO: 06.89522332www.ristorantespecus.it

"SUSHIOBAR"VIA CASILINA, 66TEL: 06.9597811 - 366.9771738

"TAVERNA IL CHICCO D'UVA"CORSO GARIBALDI, 13/15TELEFONO: [email protected]

"TRATTORIA DA ELENA"VIA GENAZZANO, 117TELEFONO: 06.9597359

"TRATTORIA KOALA"VIA ARTENA, 87TELEFONO: 06 9599 [email protected]

TAVOLA CALDA/PIZZERIE

"BERNABEI"VIA CASILINA, 6/8TELEFONO: [email protected]

"DA COSTANTINO"VIA S.ANTONIO, 50TELEFONO: 06.9598662

"DAL CONTADINO"VIA CASILINA, 147TELEFONO: 393.1613334

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Accoglienza

Page 30: Expo 2015 brochure definitiva

Info

IN TRENOÈ possibile raggiungere agevolmente in treno Valmontone,attraverso i treni che partono dalla Stazione Termini, sullatratta Roma-Cassino, fermata Valmontone.

IN AUTOÈ possibile raggiungere il Comune di Valmontone in auto per-correndo sia la S.S. Casilina (da Roma fino al 42° Km. della

Via Casilina verso Napoli) sia con l'autostrada (Autostrada A1 verso Napoli, uscita Valmontone).

IN AUTOBUSValmontone è servita anche dalla linea autobus(Linee Co.Tral in partenza dalla stazione Anagnina di Roma).

NUMERI UTILICarabinieri Stazione di Valmontone – tel. 06 9597888Polizia Locale Valmontone - tel. 06 9596570Protezione civile Valmontone - tel. 06 9590044 - 06 95993163Soccorso sanitario - tel. 118Emergenza infanzia - tel. 114Vigili del Fuoco – Distaccamento di Colleferro - tel. 06 97305119Guardia di Finanza - Distaccamento di Colleferro . te. 06 9770205Corpo Forestale Velletri - tel. 06 96154094Croce Rossa - tel. 06 9596838Antiviolenza donna - tel. 1522Viaggiare informati - tel. 1518Informazioni - Soccorso Stradale ACI - tel. 803116

PUBBLICA UTILITA'Carabinieri di Colleferro - tel. 06 97202626Ospedale di Colleferro - tel. 06 97221Ospedale di Palestrina - tel. 06 95321Trenitalia Call Center - tel. 892021Enel segnalazione guasti - tel. 803500Segnalazione Guasti Servizio Gas - tel. 800901313Segnalazione Guasti Servizio Acqua - tel. 800901313

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